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Tipi di individui in Aristotele




Nel secondo capitolo delle Categorie Aristotele distingue due strutture della predicazione
1
: il dirsi di un
soggetto e lessere in un soggetto (1a20-b6) introducendo, sulla base di queste, quattro generi di enti: 1) le
sostanze individuali, che non si dicono di un soggetto e non sono in un soggetto; 2) le sostanze universali,
che si dicono di un soggetto e non sono in un soggetto; 3) gli accidenti individuali, che non si dicono di
un soggetto e sono in un soggetto; 4) gli accidenti universali, che si dicono di un soggetto e sono in un
soggetto. Nellalveo di tutto ci che non si dice di un soggetto si isolano due tipi di individui: quelli che
non ineriscono a un soggetto (ad esempio, questo F dove F denota il sortale
2
(bue, cavallo, etc.) in cui
ricade il deittico) e quelli che, invece, ineriscono a un soggetto (ad esempio, il bianco, il caldo, etc.).

1
Dato che si,.i e si,:. connotano non solo le categorie propriamente intese (Topici I.9) ma anche i
predicabili - genere, definizione, proprio ed accidente (Topici I.8) i cui usi risultano dallarticolazione della struttura
minimale soggetto-predicato, loggetto di ricerca concerne tipi di predicazione sufficientemente ampi da includere
non solo i predicati che fanno capo alla sostanza ma anche quelli che ricadono nel non sostanziale. Su questo punto
anche FREDE (1981). Se si accetta questa posizione la prima categoria will contain predicates and not individual
[] the categories of the Topics cannot be identified with the ultimate genera of what there is [...] and in a way
there is no category of substance in the Topics, FREDE (1981: p.9).

Di nuovo, the categories of being cannot be
identified with the categories themselves e, in ultima analisi, the evidence that there is a category of substance
is circumstantial, FREDE (1981: p.9). Vi saranno allora tanti usi del verbo essere quante sono le categorie.
Questi stessi usi solo in quanto rientrano nella prima delle categorie potranno dirsi usi per s. Ma questo non
dice molto, a parte una distinzione tra (almeno) un uso per s e molti usi in altro: se poi consideriamo il fatto che le
categorie sono accidenti delle sostanze, tutti gli usi in altro saranno usi accidentali, e vi sar un uso per s del
verbo essere allinterno della prima categoria, uso tuttavia non ancora messo a fuoco a questo livello dindagine.
Il modo dessere delle sostanze, infatti, is not just the accidental being of something else, FREDE (1981:
p.19); ci implica che

il modo di essere delle sostanze non tale (o per s) solo perch viene considerato
semplicemente. Se cos fosse bisognerebbe impegnarsi alla sostanzialit di ogni ente; ma tale perch
essenzialmente qualcosa di semplice, un individuo concreto.
2
In Aristotele si rintracciano affermazioni in linea con la tesi secondo cui la natura degli enti esperibili
efficacemente espressa dai termini sortali. Riporto a titolo esemplificativo il seguente passo: i molti si dicono, in
un certo senso, allo stesso modo del molto, ma conservando una differenza: ad esempio si dice molta acqua, non
molte acque. Ma vengono annoverate tra queste cose tutte quelle che siano divisibili, in un primo modo se
costituiscono una moltitudine che sia in eccesso o in assoluto o rispetto a qualcosa (e allo stesso modo il poco una
moltitudine in difetto), in un altro modo quelle intese come numero ci che si oppone alluno soltanto. In questo
modo diciamo uno o molti, come se qualcuno dicesse uno o uni, o bianco e bianchi e le cose misurate rispetto alla
misura (Metaph. I.6,1056b15-22). Qui si sostiene chiaramente che la misura corrisponde ad un predicato-concetto
sortale che si pone come condizione della molteplicit e numerabilit di un insieme di enti di una certa sorta. In una
interpretazione minimale con sortale si intende un termine generico che accoglie modificatori di quantit poich pu
dividere il proprio riferimento: cfr., GRANDY (2007). Poniamo di avere a che fare con cani, gatti, alberi, tavoli, mele:
in tutti questi casi possiamo contare ci sono uno, due, tre, n cani e possiamo chiederci quanti cani ci sono qui ed
ora. Ai sortali si oppongono i termini di massa come neve, dal momento che possiamo al massimo dire che c della
neve e determinare quanta neve c. A differenza di quanto espresso dagli aggettivi, dai verbi e dai termini di massa,
i sortali offrono un criterio di enumerazione degli oggetti di una certa sorta o classe, e sono strettamente connessi
con lidentit numerica (e per certi aspetti con la sostanzialit: cfr., WIGGINS (2001) che pone come criterio di
sostanzialit per x essere lo stesso F). Per quanto concerne lidentit numerica, non ci possono essere due sortali
diversi che occupano la medesima regione di spazio e, ancora, non vi possono essere sortali che siano negazioni di
altri sortali, dato che loperazione di complementazione annulla il criterio di contabilit (con non-cane si pu
intendere qualunque cosa, dal gatto al tavolo).
2
Il dirsi di un soggetto mette capo allopposizione individuale-universale e denota relazioni di
dipendenza tra classi di diversa estensione (o generalit) esibendo il carattere modale della necessit.
Trattandosi di un rapporto predicativo essenziale o analitico - che si ha quando ad esempio la specie si
predica di un individuo in essa contenuto e in cui, attraverso un processo di regressione analitica, si
giunge al genere in cui entrambe convergono una forma di predicazione transitiva, sinonimica e intra-
categoriale. Al contrario, lessere in un soggetto esibisce il carattere modale della contingenza e
contribuisce a definire i rapporti ontologici tra soggetti e propriet, nel senso che denota quella classe di
possibilit realizzate la classe degli S che hanno come propriet essere ) e che sono )
3
. Si tratta di
una forma di predicazione non transitiva (se il tavolo marrone e marrone un colore da questo non
segue affatto che il tavolo un colore), non sinonimica (non mantiene lidentit di definizione in quanto
concerne enti che sono equivocamente i medesimi) e inter-categoriale (per quanto siano propriamente le
categorie non sostanziali ad essere individuate grazie allinerenza alla sostanza).
Ci posto, non si deve credere che lopposizione individuale-universale sia peculiare al dirsi di un
soggetto. Se diciamo il rosso in questo gatto non facciamo altro che attribuire un accidente
individuale a un soggetto individuale: qual allora la differenza tra queste due forme di individualit?
Detto altrimenti, per quale motivo lo schema concettuale delle Categorie non ci consente di fondare una
nozione forte di individuo?

1- Lo schema di Wedin
Lo statuto ontologico degli accidenti individuali rappresenta un locus classicus nellesegesi aristotelica.
Le principali difficolt interpretative dipendono dal fatto che pensiamo agli individui come a numerabili,
ai molti che sottendono luno. Per questo motivo, quando riflettiamo sui property-terms (Frede 1987: p.
63), nei nostri usi linguistici la forma plurale diventa un requisito imprescindibile, bench i nomina
abstracta difficilmente la accettino. Come se non bastasse, di fronte a un accidente individuale si pone il
problema di spiegare in che modo una propriet possa individualizzarsi, evitando di far apparire
lespressione stessa propriet individuale contraddittoria la parete e la barba di Socrate sono bianche.
Come pu il bianco essere qualcosa di individuale se lo si considera a meno della relazione di inerenza?
Per quanto alcuni studiosi non abbiano ritenuto le Categorie un luogo da cui trarre evidenze conclusive
fino al punto di negare lesistenza di una ontologia degli accidenti individuali
4
, due scuole di pensiero
hanno dominato la discussione. La prima, diventata la lettura tradizionale, fa capo ad Ackrill (1963)
mentre la seconda, la nuova ortodossia, fa capo a Owen (1965). Nel presentare la controversia esegetica
seguir lo schema proposto da Wedin (2000).


3
The explanation for Aristotles position in the Categories seems rather to be that there he is taking a first step in
making the distinction between objects and properties central for ontology. This distinction played virtually no role
in Plato, and it was, in any case, completely overshadowed by the distinction between general and particular. It is
the attempt to maintain this platonic distinction between general and particular in addiction to the new distinction
between objects and properties that leads to our difficulties, FREDE (1985: p.68).
4
LOUX (1991).
3
1.1- Ackrill e gli accidenti individuali non ricorrenti
Lesegesi di Ackrill (1963), assunta acriticamente e difesa da Granger (1980), prevede che gli accidenti
individuali siano non-ricorrenti e dipendenti dal soggetto cui ineriscono, numericamente distinti gli uni
dagli altri ma, in linea di principio, specificamente identici: si tratta di istanze individuali e non di
esemplificazioni della specie di appartenenza.
Questa posizione affonda le radici nellinterpretazione che Ackrill offre dellinerenza. Lo studioso
distingue due linee di dipendenza: gli accidenti individuali dipendono dalle sostanze prime e gli accidenti
universali dalle sostanze seconde, e si esclude con questo che un accidente universale possa inerire ad una
sostanza prima, fondandone altres la non-ripetibilit. Lessere in un soggetto implica uninseparabilit in
senso forte e una dipendenza non solo dalla sostanza genericamente intesa, ma proprio da quella sostanza
individuale a cui quellaccidente individuale appartiene: the inseparability requirement has the
consequence that only individuals in non-substance categories can be in individual substances
5
.
Lattributo sar dunque peculiare alla sostanza (a sostanze individuali corrisponderanno attributi
individuali, a sostanze universali attributi universali), e nessun attributo generale potr essere in un
individuo. Da ci si ricava la non ripetibilit degli accidenti: Aristotle could not say that generosity is in
Callias as subject, since there could be generosity without any Callias. Only this individual generosity
Callias generosity is in Callias
6
. Potremmo anche dire che non vi una dipendenza diretta tra enti
universali (siano essi sostanziali o accidentali) e individuali (anchessi tanto sostanziali che accidentali);
questa dipendenza mediata, associata alla dipendenza degli accidenti rispetto alle sostanze, proprio ci
che determina la priorit delle sostanze prime. Ma dal momento che non si tratta di una dipendenza
diretta, il cui criterio Ackrill non precisa ulteriormente, viene ritenuta per certi aspetti disgiunta dalla
definizione aristotelica di individuo. Infine, punto centrale della lettura tradizionale, la priorit delle
sostanze individuali semplicemente assunta (come un dato) e non sembra essere considerata un
problema da affrontare; essa semplicemente risulta o, meglio, data insieme ai nessi istituibili tra
(non)inerenza e (non)predicazione.

1.2- Owen e le specie atomiche occorrenti
Larticolo di Owen del 1965 riformula le linee di dipendenza desumibili dalla lettura tradizionale: gli
accidenti universali dipendono da quelli individuali, le sostanze seconde dalle prime (in questo modo si
ritaglia lo spazio logico per loccorrenza dellaccidente in pi sostanze prime). Sono due le implicazioni
teoriche insite nella lettura tradizionale che Owen rigetta: (A1) laccidente individuale pu essere
identificato se e solo se il portatore pu essere identificato; (A2) nessun accidente universale pu inerire a
un portatore individuale. Contro (A1) vengono fatti valere due argomenti logici e contro (A2), invece, due

5
ACKRILL (1963: p.74)
6
ACKRILL (1963: p.64).
4
argomenti testuali che poggiano sui seguenti passi: 1a25-29;1b1-3; 2a36-b1 (contra Wedin 2000, ritenuti
cogenti da Sheldon Cohen (1978) e Matthews (1990))
7
.
In particolare Owen si sofferma su un passo che ritiene sia stato frainteso da Ackrill: vi`.
.i : c.i., usu si. : .. c.i. :. ,i : .. . si):sici, u:: :
c.i. `. (2b2-4). Lo studioso considera pi semplice pensare a degli attributi generali che leggere
il testo al modo di Ackrill, ricostruendo il passo in modo che dica se il colore individuale non fosse in un
corpo individuale neppure il colore universale sarebbe nel corpo in generale. Seguendo Owen,
supponiamo che x sia un bianco non-ricorrente. Ad una domanda sul bianco del corpo di Socrate si pu
rispondere che bianco senza menzionare il corpo di Socrate poich sappiamo a che tipo appartiene
questo corpo (semplicemente lo relativizziamo a quel tipo e lo sussumiamo alle differenze esibite dalla
sostanza di appartenenza). Tuttavia non si pu dire quale particolare bianco sia senza menzionare
Socrate. Solo fondendo questi due requisiti logicamente distinti Owen pu rigettare le tesi di Ackrill
ribadendo che two things cannot be said to have the same particular size when they are both six feet
tall
8
.
Per questi motivi gli accidenti individuali non ricevono la loro individualit dal fatto di avere come
soggetto una sostanza individuale, ma dal fatto di essere la specificazione ultima della determinazione che
inerisce a un soggetto. In questo modo diverrebbero qualcosa di comune, in linea di principio presenti in
molte occorrenze e chiamati da Aristotele individuali poich, analogamente agli individui, soddisfano la
seguente relazione: per ogni x individuale non esiste un y tale che il nome e la definizione di x siano
predicabili di y (2a19-27). Trattandosi di specie atomiche, gli accidenti individuali sono propriet
massimamente determinate e non ulteriormente determinabili ma strutturalmente ricorrenti in pi di un

7
Allaffermazione in (A1) si possono opporre il paradox of breakdown of categories e il paradox of implication. Il
primo paradosso pretende di mostrare che, essendo i particolari non sostanziali items presenti in un soggetto e,
dovendo essere identificati come propriet di tale soggetto, si avrebbe la conseguenza assurda per cui tutti i
particolari non sostanziali si ridurrebbero a relativi: the dogma says that each particular item in categories other
than substance must be identified as the such-and-such quality (or quantity or whatever) of so-and-so. The
consequence is that members of the subordinate categories are seconded in one sweep to the category of relative
terms []. At any rate they satisfy Aristotles criteria for relatives [] quite as well as his own examples, OWEN
(1965: p. 101). Il punto per lo studioso che questa tesi non rende la differenza tra essere dipendente da - nozione
syncategorematica ed essere relativo di, ovvero rientrare in una specifica categoria. Come ha efficacemente
sostenuto ALLEN (1969: p.34), a parere di Owen instances of properties, then, do not satisfy Aristotles criterion for
a relative any more than heads and hands do, because it is not necessary, in order to identify something as a
particular instance of a property, to identify the particular substance it is in. Il secondo spinge nella direzione di una
lettura nominalistica delle proposizioni in cui intervengono i predicati del tipo bianco. Tutte le formule linguistiche
del tipo Socrate bianco verrebbero ricondotte ad altre molto meno informative: if X is an individual, the
statement that a particular Y (say a particular colour) is in X will not entail but actually preclude saying that Y
without qualification is in X. You ask what colour there is in Socrates body: I reply meticulously Socrates pink,
OWEN (1965: p.101). Entrambi i paradossi si fondano su un equivoco battezzato da WEDIN (2000: p. 40) what-which
equivocation: a request to identify a particular feature of something can be a request to say of what kind the
particular feature is or a request to say which particular feature of the kind it is. Come vedremo, la linea
interpretativa tradizionale stata ripresa da Wedin e messa in grado di rispondere alle critiche di Owen e Frede con
lintroduzione di una differenza tra dipendenza ontologica e non ricorrenza delle propriet. Gli accidenti individuali
sarebbero non ricorrenti e tuttavia indipendenti, e quindi ad esempio in grado di essere presenti pi volte entro un
medesimo individuo. Nonostante ci, questa lettura sembra andare nella direzione di Frede: ammette invero
propriet ricorrenti entro un dominio determinato, anche se questultimo viene ristretto allindividuo e non al suo
genere e/o alla sua specie come in Frede.
8
OWEN (1965: p.102).
5
individuo (ricorrenti in un senso diverso da quello propugnato da Ackrill in quanto gli accidenti universali
dipendono da quelli particolari e le sostanze seconde dalle prime). Il modello che di essi viene offerto
quello di una gradazione cromatica, o sfumatura di colore come una sfumatura di rosa, chiamata vink
che linerenza caratterizzerebbe come appartenenti a qualche soggetto, qualunque esso sia. Rispetto
allinterpretazione tradizionale fondamentale rilevare che si ha qui una prima problematizzazione del
rapporto tra inerenza e predicazione, per come questo confluisce nella determinazione delle sostanze
prime.

1.3- Frede e la necessit di passare attraverso il genere
Il fatto che Wedin introduca la posizione di Frede (1987) come la new improved orthodoxy rende chiaro il
ruolo che questa esegesi ha assunto nel dibattito storiografico. Frede sostiene due tesi: gli accidenti
universali hanno come portatori anche le sostanze individuali punto lasciato oscuro nella lettura
tradizionale - e gli accidenti individuali possono essere anche negli universali. Appoggiandosi su alcuni
passi di Cat. 5 non analizzati da Owen (2b3-7 e 2b27-30), produce argomenti contro la ricorrenza delle
propriet.
Accanto al passo sul colore (2b3-5 e 2b37-3a6) in cui si afferma che tutto il resto (i i``i vii)
ha come soggetto di inerenza o di predicazione individui sostanziali (sostanze prime) e che come le
sostanze prime stanno a i i``i vii, cos genere e specie stanno a ogni altra cosa (.; :: ,:
i. v.i. uc.i. v; i i``i vii :uc., u. i :.: si. i ,: . v..
uc.. v; i `.vi vii ::.: 3a1-3) e sono quindi sostanze in quanto soggetti ultimi di
inerenza, anche se non di predicazione. Tutto ha come soggetto le sostanze prime. Se a questo si aggiunge
ci che diceva 2b2-4 sul colore (ogni colore in un corpo inteso in generale) si avr per ogni cosa che
occorre in un soggetto una pluralit di soggetti, ovvero almeno un soggetto individuale e la sua specie e il
suo genere, sostanze seconde che fissano il determinato dominio di possibili soggetti di tale attributo
9
.
Gli attributi individuali sono ricorrenti perch appartengono a pi di un soggetto. Si esclude, dunque,
che siano peculiari agli individui cui ineriscono. La tesi continua Frede ha una certa coerenza se si
evita di assumere i termini che indicano gli attributi come mere nominalizzazioni di proposizioni in cui il
soggetto funge da portatore. Ad esempio, quando diciamo che Socrate bianco non stiamo dicendo che
la bianchezza peculiare di Socrate in Socrate: se ci esprimessimo in questa seconda modalit
diremmo qualcosa di poco informativo. Stiamo invece dicendo che il bianco appartiene a Socrate nella
misura in cui appartiene al suo genere e alla sua specie. Ci comporta che il genere possa fissare lambito
di occorrenze possibili per ciascuna propriet e che ogni propriet potr sempre occorrere nelle specie e
negli individui ma occorrer in modo determinato e regolato dal genere. Ed in questa direzione che
viene problematizzata (in modo pi esplicito rispetto ad Owen) la relazione tra inerenza e predicazione.
Se il genere funge da soggetto, per ogni determinazione che inerisce ad un soggetto possiamo asserire con

9
Aristotle speaks as if properties regardless of whether they are universal or individual have individual objects
as their subjects; in addition he also speaks here as if properties, both individual and universal, have universals as
their subjects, namely, the species and genera of individual objects, FREDE (1987: p.59).

6
verit che essa non pu esistere senza quel soggetto (il genere). Gli individuali non sostanziali rivelano
una dipendenza ontologica forte nei riguardi del genere sia per la loro individuazione che per la loro
esistenza; se invece prendiamo il caso di ci che viene detto di un soggetto, questo non accade. La
convinzione di Frede, che luniversale possa essere per questa via nellindividuale, introduce un forte
indebolimento della regola dellinseparabilit. E questo indebolimento spiega le oscillazioni teoriche sul
concetto di individuo: la possibilit di essere in un soggetto costituisce primariamente lambito della non-
sostanzialit - soggetto in senso preponderante quello di natura cos universale da includere tutti i
portatori concreti di tale propriet.
Come si detto, Frede sostiene che ogni accidente individuale per inerire al soggetto categoriale deve
passare dal genere sostanziale: sulla necessit di questo passaggio vanno spese alcune considerazioni.
tramite questo passaggio che il genere fissa lambito di occorrenze possibili di una propriet delimitando
il range dei predicabili, delimitazione che individua gli estremi di un asse di contrariet (bianco-nero, ad
esempio). Dato che questa necessit nelle Categorie non dimostrata, Frede conclude attribuendo alla
sostanza prima unindividualit debole (weak notion of individual) , affidando alla Metafisica il compito
di fondare un concetto forte di individualit. Lindividualit della sostanza prima dunque diversa
dallindividualit simpliciter come risulta dalla sola serie della predicazione: se gli attributi individuali
dipendono dalle sostanze seconde e queste dalla sostanza prima, la sua individualit in certo modo sar
spiegabile sulla base del nesso istituito tra le due serie ma non sar in alcun modo riducibile
allindividualit delle propriet. Contrariamente ad Ackrill, Frede non riduce per la loro individuazione le
propriet ai singoli portatori (individui atomici), ponendosi il problema, lasciato irrisolto da Owen, di
cosa sia primo nellontologia categoriale: lindividuo a prescindere dalle sue propriet oppure la specie?
Articolare il rapporto tra le due serie significa, per Frede, porsi il problema dellindividualit dei soggetti
e delle propriet.

1.4- Individui ricorrenti
La presentazione del dibattito esegetico sugli accidenti individuali consente di enucleare il fulcro della
questione: come possibile articolare il rapporto tra la serie della (non)inerenza e quella della
(non)predicazione in modo da rendere conto, nella loro interazione, dellindividualit della sostanza? Va
immediatamente rilevato che ci impossibile se ci si limita agli strumenti categoriali soltanto. tuttavia
possibile mostrare il modo in cui il problema viene posto nelle Categorie e quali acquisizioni teoriche il
testo ci consegna. Iniziamo dalla definizione di inerenza:
con in un soggetto intendo ci che sussiste, non al modo di parte, in qualcosa che non pu esistere separatamente
da ci in cui [: uvs:.:. :: `:,. : .. . : uvi i:ui .. :.i. u : .
:c.]. [] Come una dottrina grammaticale di un certo tipo in un soggetto, lanima, ma non si dice di nessun
soggetto, e un bianco di un certo tipo in un soggetto, il corpo infatti tutti i colori sono nel corpo - ma non si dice
di nessun soggetto [. . ,ii.s : uvs:.:. : :c. ,u, si)uvs:.:u ::
u:: `:,:i., si. . `:us : uvs:.:. : :c. . c.i., - ivi ,i .i : c.i. -
si)uvs:.:u :: u:: `:,:i.] (Cat.1a24-29: enfasi mia).

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Un accidente in un soggetto se: (i) non parte del soggetto e (ii) la sua esistenza dipende dal soggetto
(regola dellinseparabilit tra accidenti individuali e sostanze individuali secondo cui laccidente cessa di
esistere se cessa di esistere il soggetto cui inerisce). (i) La prima met della definizione suppone che vi sia
una differenza tra accidenti individuali, esemplificati dal caso delle grandezze intensive, e le parti delle
sostanze. Cosa si pu dire in merito? Possiamo distinguere in modo coerente tra parti delle sostanze
seconde e parti delle sostanze prime? Le parti della nozione della specie-felino hanno indubbiamente un
nesso con le nozioni, ovvero le specie, delle parti del soggetto categoriale. Tuttavia questo nesso non
indagato nelle Categorie, e quindi non si esclude che la specie felina sia connessa in modo accidentale
con il possesso di zampe e coda da parte di ogni individuo appartenente alla classe dei felini (questo il
senso degli esempi che si leggono in Cat. 7 e 8).
Daltro canto, nella piattaforma categoriale zampe e coda non possono che essere ridotte a parti
logiche (differenze specifiche) della definizione che in contesti teorici pi avanzati dovrebbe
esprimere la presenza e la morfologia di una parte. Zampe e coda sono considerate solo sotto il profilo per
cui rientrano, come universali, nelle definizioni delle specie e dei generi; questo accade poich, come si
vedr a breve, le sostanze prime sono considerate come soggetti privi di qualunque articolazione interna.
Ed impossibile su queste basi fondare unontologia che renda conto di queste zampe e di questa coda
proprie del gatto Robespierre. Di conseguenza, in linea generale lesistenza di una parte lessere della
zampa e lessere della coda indipendente dalla relazione di inerenza, e questo vero nella misura in
cui non vengono indagati i diversi sensi in cui si dice che una parte nel tutto. Ammettere una relativa
indipendenza epistemologica per le parti (in linea di principio possono essere conosciute
indipendentemente dai portatori) non significa affatto risolvere il problema dello statuto ontologico delle
parti delle sostanze:

non ci disturbi che le parti delle sostanze sono negli interi delle sostanze come in soggetti, allora saremmo
necessitati a sostenere che esse non sono sostanze. Infatti, non cos che si dicevano le cose che sono in un soggetto,
come quelle che sono in qualcosa di uno come parti (Cat. 3a29-32).

Invero, nel caso della testa, della mano e di ciascuna di queste cose, le quali sono sostanze, possibile conoscere in
modo determinato quello che propriamente sono, ma non necessario conoscere ci in relazione a cui sono dette.
Infatti non possibile conoscere in modo determinato di che cosa la testa o di che cosa la mano; di conseguenza,
queste cose non possono far parte delle cose relative. Ma se non fanno parte delle cose relative sarebbe vero dire che
nessuna sostanza si annovera tra le colse relative (Cat. 7, 8b15-21).

Per quanto concerne le parti delle sostanze, non possiamo sapere a quale individuo appartengono.
Possiamo solo sapere che esiste un dotato di testa e un dotato di mano senza sapere quale questo F sia.
Senza lintroduzione di criteri in grado di distinguere i modi in cui una zampa nel gatto Robespierre dal
modo in cui il rosso nel gatto Robespierre, non si pu comprendere la differenza tra accidenti
individuali e parti (delle sostanze seconde). Infine, se una zampa considerata come universale, dunque
solo come parte delle sostanze seconde, sar ben difficile trovare lintersezione tra la serie dei generi e
quella degli accidenti che rende gli accidenti delle differenze, in quanto il rapporto stesso tra le due
accidentale. Detto altrimenti, un soggetto sostanziale sar indiscernibile da un composto accidentale fin
8
quando il questo gatto sar inteso solo come soggetto-di-rosso e non in quanto rosso. (i) La seconda met
della definizione vincola lesistenza dellaccidente a quella del soggetto. Riguardo al modo in cui avviene
questa inerenza, gli esempi aristotelici concernono la dottrina grammaticale nellanima e il bianco nel
corpo. Gli esempi paradigmatici di accidenti individuali ricorrenti sono dati, infatti, dalle grandezze
intensive come lo spettro cromatico e la scala termica; in tutti questi casi abbiamo variazioni intensive che
sembrano occorrere in differenti portatori restando numericamente le stesse. Il linguaggio qui utilizzato
omogeneo a quello di Cat. 5, 2a27-b4:
degli enti che sono in un soggetto per la massima parte n il nome n la definizione si predicano del soggetto; per
alcuni nulla vieta che il nome si predica del soggetto, la definizione impossibile. Ad esempio, il bianco che in un
soggetto, nel corpo, si predica del soggetto infatti il corpo si dice bianco invece la definizione di bianco non si
predicher mai del corpo. Tutte le altre o si dicono delle sostanze prime come soggetti o sono in esse come soggetti
[i :i``i vii . si)uvs:.:. `:,:i. . v.. uc.. : uvs:.:i. iui. :c.].
[] Ad esempio, animale si predica di uomo, dunque anche di un certo uomo [usu si. sii u .
i).vu] se infatti non si predicasse di nessuno di questi [..] uomini, non si predicherebbe nemmeno di
uomo in generale [`.]; ancora, il colore nel corpo e quindi anche in un corpo di un certo tipo: se infatti non
fosse in alcuno di questi corpi particolari, non sarebbe neppure nel corpo in generale [vi`. .i :
c.i., usu si. : .. c.i. :. ,i : .. . si):sici, u:: : c.i. `.]. Sicch
tutte le altre o sono dette delle sostanze prime come soggetti o sono in esse come soggetti (Cat. 5, 2a27-b4: enfasi
mia)
10
.

Aristotele distingue tra un corpo particolare (si):sic) e un corpo inteso in generale (`.), il corpo
(c.i) come genere. Sembra confermata la soluzione di Frede secondo cui gli accidenti, per inerire al
particolare (logico), passano dalle determinazioni generiche; queste provvedono ad una delimitazione del
range degli accidenti predicabili per un soggetto (in perfetto accordo con quanto richiesto dalla teoria
della composizione degli intermedi da contrari esposta in Metaph. I.7). Il passo pu essere letto seguendo
Frede:
it must be saying that every color is in the genus body as its subject. Whatever, in any particular case, it may be
that is colored, and whatever color it may be that it has, it must always be a body that has a color. Thus, if there were
no genus body, there would also be no colors. Yet, the genus body is also the subject of every color, and this in
accord with the rule previously mentioned: everything that is in an individual object as its subject also is in the
genera and species as its subjects. [] For color in general, for any particular color and, hence, for a particular
white, the relevant subject is body, that is, body in general or the genus body. If we assume something we will
need to assume in Aristotle for various reasons anyway that, for every property, there is a species or genus outside
which the property cannot occur because of how its range of possible objects has been defined, we shall be able to

10
Ad OWEN (1965) sembrato problematico il fatto che, alla medesima entit, ovvero allanima, ci si riferisca nel
primo passo come soggetto di una conoscenza linguistica individuale mentre nel secondo sia soggetto di una
conoscenza linguistica generale: ma se sono individuali non-ricorrenti, non possono che essere in unanima
qualsiasi, per cui Aristotele avrebbe dovuto specificare che una conoscenza linguistica individuale in unanima
individuale. A meno di non ricadere nellipotesi poco plausibile di Owen per cui il secondo esempio sarebbe un
errore di Aristotele, un principio di carit interpretativa consente di sostenere, per il momento, che si tratta
semplicemente della distinzione tra enti che ricadono in due diverse classificazioni dellontologia categoriale.
Questo argomento messo in relazione con un passo pi complesso (2a36-b1) in cui si sostiene che animale
predicato di uomo e, dunque, anche di uomo individuale perch se non fosse predicato di qualche uomo individuale
non sarebbe predicato di uomo in generale. Il punto viene immediatamente trasferito al caso dei colori (2b1-3). Sulla
base di queste righe sarebbe difficile concordare con Ackrill in quanto il colore inerisce al corpo in generale (:
c.i. `.) e non sembra sufficiente commentare il passo come compressed and careless, ACKRILL (1963: p.
65). OWEN (1965: p.105) pu ora riformulare la relazione di partenza attribuendo ai passi esaminati una funzione
antiplatonica: to say that if the Idea of man is a substance it cannot exist apart from that of which it is the
substance, is to say that its existence relies on (indeed consist in) the existence of at least one individual falling
under the classification human. And to say that pink or a particular shade of pink cannot exist apart from what
contains it is to say, as Aristotle always says against Plato, that something must contain it if it is to exist at all.
9
specify some universal without which the property cannot occur. Only living things are healtly or ill, only certain
kinds of living things are male or female, only human beings are foolish (Frede 1987: pp.60-61).

Ci posto, non immediato capire come avvenga questo passaggio. La tesi che si intende qui dimostrare
la seguente: la mediazione del genere sostanziale nei meccanismi di individuazione degli accidenti
avviene grazie al passaggio attraverso le determinazioni quantitative della sostanza. E questo permette di
accettare lo schema esegetico di Frede senza impegnarsi a condividerne appieno gli esiti: it is clear that
individual properties also are not peculiar to the individuals whose properties they are; they are shared, at
least, by the genera and species of individuals, (Frede 1987: p. 62).
Significativamente il parallelismo istituito tra il termine generico e il corpo (c.i), non tra il
termine generico e la sostanza prima (:: .). In Cat. 6 ci che detto corpo relegato nellambito del
non sostanziale. Il corpo considerato una quantit per s solo perch la quantit inclusa nella nozione
che esprime lessenza stessa delle tre dimensioni che lo determinano. Le specie di quantit, siano esse
discrete o continue, paiono essere pi che altro entit quantificate (o quantificabili) piuttosto che quantit
in se stesse. Invero, una quantit , primariamente, ci che divisibile in parti che appartengono al tutto,
delle quali ciascuna per propria natura un alcunch di uno e di determinato (Metaph. A. 13, 1020a6-7).
Quantit il genere delle determinazioni che indicano la divisibilit di una cosa. Non una divisibilit
qualsiasi bens una divisibilit da cui risultino parti interne alla cosa, ciascuna delle quali
numericamente una e determinata. In questo modo le parti delle quantit continue vengono nettamente
distinte dalla classe pi ampia degli accidenti che comprende le qualit. Queste, pur potendosi dividere da
ci cui ineriscono, in nessun caso sono qualcosa di uno e determinato.
Il corpo geometricamente inteso annoverato tra le specie di quantit continue, le cui parti hanno una
posizione le une rispetto alle altre, e che si connettono in relazione ad un certo limite comune, occupando
un certo luogo (Cat. 6, 5a9-10). Loccupare una posizione definisce la condizione di continuit nello
spazio propria delle parti di una quantit continua ed estesa tridimensionalmente. Gli esempi aristotelici
concernono punti, linee, superfici: la linea una quantit continua poich possibile concepire un limite
comune in relazione al quale le sue parti si connettono, il punto. E il limite comune della superficie la
linea: infatti le parti del piano si connettono in relazione ad un certo limite comune. Parimenti, anche per
il corpo si pu concepire un limite comune: la linea o la superficie in relazione a cui le parti del corpo si
connettono; per la stessa ragione anche il luogo
11
una quantit continua. Infatti, le parti del corpo, le
quali si connettono in relazione ad un certo limite comune, occupano un certo luogo (Cat. 6.5a1-10). Il
luogo occupato da una betulla e da un gatto , dunque, la determinazione geometrica, la scansione
metrica della cosa soggetta al mutamento (perdita ed acquisizione di accidenti).
La quantit non sostanza pur condividendo con la sostanza (a) limpossibilit di accogliere i contrari
e (b) le variazioni intensive. (a) Aristotele nega che una quantit possa essere detta contraria a unaltra
(Cat. 6, 5b11-14) o che una quantit possa essere se stessa pi o meno di unaltra (6a19-25). Gli esempi
concernono quantit determinate: niente contrario a due cubiti (5b13), n qualcosa pu essere due cubiti

11
Per la relazione tra il topos e la categoria di quantit si veda ALGRA (1995).
10
pi o meno di unaltra (6a20). Il fatto poi che soprattutto le quantit si dicano grandi e piccole non deve
fuorviare. La predicazione del grande e del piccolo non pu che essere parassitaria, afferendo alla
categoria dei relativi (5b14-20). (b) Che la quantit non possa ammettere le variazioni di grado
unistanza dimostrata in Metaph. I.1, in cui si dice che la misura ci mediante cui si conosce la quantit
e che dalla misura visibilmente impossibile togliere o aggiungere alcunch (1052b20-35). La quantit
dunque qualcosa di essenzialmente misurabile ed costituita da parti quantitative indivisibili che fungono
esse stesse da misure di un certo genere di quantit. Insomma, se le quantit che fungono da misura
ammettessero variazioni di grado si avrebbe lassurdo che due grandezze omogenee costituite dallo stesso
numero di unit ovvero della stessa misura potrebbero essere una maggiore o minore dellaltra (ad
esempio, se i minuti unit che compongono due estensioni temporali di trenta minuti potessero accogliere
il pi e il meno le due estensioni temporali potrebbero essere diverse, il che assurdo).
Fatte queste considerazioni sembrerebbe che la quantit sia una categoria, de facto, vuota. Banalmente,
un corpo sensibile qualcosa che ha quantit (un bianco di due cubiti) non che quantit simpliciter.
Certo, il gatto Robespierre pesa 7Kg, e tutti i gatti necessariamente sono pi o meno pesanti. Restringere
le quantit per s a ci che ha intrinsecamente propriet quantitative (la lunghezza, ad esempio) significa
escludere ci che possiede accidentalmente questa propriet? Premetto che il testo non permette di
distinguere propriet necessarie da propriet intrinseche. Tuttavia, se prendiamo le variazioni di
grandezza e peso nel mio gatto, non ha senso dire che Robespierre pesa necessariamente 7Kg.
Sappiamo che, se un gatto, non potr eccedere un determinato limite: infatti, proprio in merito alla
contrariet nella quantit, Anton (1957) e Bogen (1992) hanno dimostrato la presenza di una teoria delle
grandezze complete o massimali. La determinazione di tali grandezze dovuta al genere e alla specie di
appartenenza: il fatto che un gatto non possa eccedere una certa grandezza dipende da un limite che, in
realt, non risponde a requisiti quantitativi, ma a requisiti imposti dal genere e dalla specie: allo stesso
modo i contrari sono gli estremi di aumento e diminuzione. Il limite dellaumento, infatti, il limite che
corrisponde alla grandezza completa secondo la natura propria del soggetto, quello della diminuzione la
perdita completa di questa (Phys. VI.10, 241a32-b2). Sebbene la categoria di sostanza non accolga i
contrari pu porre limiti al range di variazione degli accidenti che le ineriscono: infatti, la quantificazione
entra nella scansione metrica dei generi anche qualora siano non quantitativi.
Ci implica che la scansione quantitativa di un corpo, per essere intesa in riferimento al singolo
individuo, deve essere innestata allinterno del range di variazione del genere. Ma fino a quando non si
riportano le propriet massimali che fanno capo alla quantit allinterno di uno dei livelli strutturali della
sostanza, il c.i rimarr al di fuori della sostanza. Se dunque vero che il corpo geometrico ha
necessariamente le propriet che esibisce, non vero per il corpo fisico (o naturale) : se Robespierre
pesasse necessariamente 7kg non potrebbe essere soggetto ad accrescimento e diminuzione, il che sarebbe
semplicemente assurdo. Ci suggerisce anche che pesa 7Kg non equivale a rosso. Possiamo ora far
corrispondere agli accidenti strutturali ci che proprio di questo gatto, un carattere necessario ma non
essenziale (il grado di durezza della carne) distinguendoli rispettivamente dalle determinazioni necessarie
11
che invece veicolano lessenza (essere un animale), e da quelle accidentali e non strutturali (essere rosso).
Di conseguenza, pesa 7Kg un carattere proprio di Robespierre, intrinseco al soggetto (Top. V.1,128b34-
36) bench non essenziale, facente capo al genere e non alla differenza, altrimenti non sarebbe distinto
dallessenza (131b37-132a21). Abbiamo da un lato propriet intrinseche al soggetto, dei possessi naturali
espressi nella categoria della quantit, dallaltro un alveo molto ampio di propriet accidentali.
Si pu concludere che, pena il collasso della categoria della sostanza in quella della quantit,
linerenza del rosso al corpo di questo gatto mediata dal possesso di determinazioni quantitative per s
del soggetto, non essenziali ma riportabili al genere nella misura in cui sono comuni al corpo in generale.
In questo senso, la quantit conserva una sorta di designazione rigida per la sostanza che non
accessibile alle altre categorie. Esistono allora delle determinazioni accidentali (come il rosso) che
ineriscono al soggetto ma fanno capo a strutture quantitative in grado di connotare spazialmente il
soggetto. In questo senso con corpo si pu intendere lestensione che ricade in un genere determinato; di
conseguenza, il corpo coincide con il genere animale sotto il profilo delle descrizioni prodotte in termini
quantitativi. Per questo motivo non inteso come sostanza, ma come ci in cui possibile segnare le tre
dimensioni - ipse enim tres dimensiones designate sunt corpus quod est in genere quantitatis
12
.
Date queste premesse, possiamo istituire una duplice connessione tra il genere e la sostanza prima da
un lato, e tra il genere e il corpo a tre dimensioni dallaltro. Posto che le sostanze prime sono enti dello
stesso tipo almeno nel loro aspetto deittico questo gatto e questo cavallo non possono occupare nello
stesso momento la medesima regione dello spazio. Si tratta di due diverse estensioni che ricadono nel
medesimo genere. Le estensioni sono strutture a tre dimensioni e per questo sono relegate allambito del
non sostanziale: la sostanza prima, infatti, ha una struttura interna che nelle Categorie non oggetto di
ricerca. Dunque, solo soggetti di tipo diverso, come questo gatto e questo rosso, possono occupare le
stesse coordinate spaziali. E che si tratti di individui non un problema. La radicale differenza tra i due
data dal fatto che solo il rosso deve attraversare le coordinate quantitative del corpo geometrico ovvero
inerire ad una superficie estesa - per inerire ad esso; il rosso infatti una quantit per accidente, solo al
rosso per questa via assegnata unidentit dipendente rafforzando maggiormente la posizione di Frede:
temperature or warmth is a universal; in any individual instance, however, warmth always appears with a particular
intensity. And it is the degree of intensity [] which makes any given warmth it is. [] My concern here is only to
show [] that if there are to be individual properties these must be individuated by their bearers, is by no means as
natural and obvious as our recent Aristotle interpreters would have us believe (Frede 1987: p.58)

Assumere una determinazione come un possesso rispetto a un soggetto significa ritagliare un genere per il
soggetto, un genere per il quale quella determinazione naturale, ovvero definitoria. Privazione e
possesso esprimono il modo in cui le differenze specifiche opposte determinano e ritagliano un genere a
partire dalla definizione dei suoi estremi contrari. Lo spettro di variazione che in questo modo si apre
(scandito dal pi e dal meno) poggia come prerequisito sullindividuazione del genere del soggetto
attraverso una struttura formale, espressa dalla differenza estrema, posta come possesso, ovvero come
naturale, per quel soggetto. La primariet di privazione e possesso tra i rapporti di contrariet potr essere

12
TOMMASO DAQUINO, De ente, 3 [374].
12
dimostrata solo allinterno di una piattaforma ontologica pi complessa (quella operante in Metaph. I.4,
1055a33-35): listituzione di una contrariet poggia infatti sul possesso di una certa configurazione
formale. In questa piattaforma trova conferma e spiegazione il meccanismo di individuazione postulato da
Frede per gli accidenti individuali in particolare intensivi (ovvero variabili secondo il pi e il meno) la
cui variazione racchiusa entro un range determinato dal genere. E che queste coordinate poggino sulla
quantit e siano inscritte nellasse strutturale ed anomeomero della sostanza saranno le ricerche fisiche e
biologiche a dimostrarlo. Pi radicalmente, riportare il c.i allinterno della sostanza e incardinare le
determinazioni quantitative alla sostanza, facendone determinazioni strutturali vincolate al suo asse
formale, significa compiere un passo avanti nella disgiunzione dellindividualit degli accidenti
dallindividualit della sostanza (composta) Ma per fare questo bisogna altres disconnettere il concetto
logico di soggetto inteso come portatore di clusters di propriet dal concetto metafisico di sostanza
(che pu anche fungere da soggetto ma che non si esaurisce in esso).
Riepiloghiamo quanto si detto fino a questo punto. I generi e le specie sostanziali offrono i limiti
estremi alla variazione quantitativa che di per s non ammette contrariet; le determinazioni qualitative,
invece, accogliendo i contrari, incorporano limiti di variazione senza passare dal genere sostanziale
(contravvenendo allo schema dei rapporti di inerenza tracciato da Frede). Solo le quantit lo soddisfano
pienamente in quanto sono implicite nella struttura spaziale stessa che il genere assume. In questo senso
lindividualit degli accidenti incorpora un requisito di dipendenza dalle determinazioni quantitative della
sostanza prima intesa come corpo le quali si pongono come garanzia di dipendenza anche rispetto alle
specie e ai generi (ovvero alle propriet essenziali) - in modo che questa individualit venga, de facto,
distinta da quella assoluta delle sostanze individuali. Sembra dunque che linerenza non definisca affatto
una relazione tra due termini, ma determini lestensione di una classe di portatori rispetto ai quali
distinguere almeno due scale di determinazioni. (i) La prima che accoglie anche determinazioni non
strutturali pi o meno accidentali come le qualit. (ii) La seconda che accoglie solo le determinazioni
strutturali che conservano un grado di accidentalit diverso rispetto alle qualit, rientrando direttamente
nellassetto tridimensionale del corpo: ad esempio, il grado di durezza della carne necessario affinch la
carne svolga le funzioni che le sono proprie.

2- Individui categoriali
2.1- Individualit e priorit naturale
Le sostanze prime sono individui che rappresentano il livello base dellontologia, il livello in cui
terminano le procedure logiche di raggruppamento in classi di generi e specie. Ma le due serie, quella di
inerenza e quella di predicazione, non evitano alla catena dei generi e delle specie di far ricadere un
ampio gruppo di propriet e di parti delle sostanze nellambito del non sostanziale.
Iniziamo cercando di capire in che modo viene circoscritta la sostanza individuale. Lidentit della
sostanza relativa al sortale di specie che la esemplifica. Allinterno di uno sfondo apparentemente
continuo di determinazioni si opera un ritaglio che individua un questo. Si procede, poi, ponendo questo
qualcosa come un questo di un certo tipo sulla base della funzione che svolge nella sintassi dellessere-
13
predicativo - nei termini di Owen (1960) le sostanze prime sono dunque la conditio sine qua non per
lesistenza degli altri enti, lelemento primo della catena di enti che popolano lontologia categoriale. Il
compito che Aristotele si assume nelle Categorie appunto quello di differenziare gli oggetti ontologici
sulla base del loro essere soggetti o predicati nelle formule del tipo questo F. Si tratta solo
apparentemente di un compito semplice; non solo questa differenziazione non segue un sistema di regole
o di principi esplicitamente enunciati. Ma solleva una serie di problemi connessi con il modo stesso in cui
viene stipulato lessere-predicativo. Non si intende definire, nel senso tecnico del termine, la relazione
predicativa dellinerenza. Si intende invece introdurla con lobiettivo di circoscrivere la classe di enti che
la soddisfa. Non assolutizzare la relazione di inerenza significa anche limitarne la validit al dominio di
appartenenza, considerarla come relativa ai caratteri propri di questo dominio, in modo che anche il
requisito di separabilit divenga proprio del tipo di enti che godono del requisito di sussistenza. Non
sorprende, dunque, che la sostanza prima sia intesa come soggetto ultimo di predicazione e di inerenza, e
sia introdotta mediante una caratterizzazione negativa, come ci che non si dice in altro e non in altro:
sostanza quella detta nel senso pi proprio e in senso primario e principalmente, la quale n si dice di
qualche soggetto n in qualche soggetto: ad esempio, questo uomo o questo cavallo, (Cat. 5,2a11-
13)
13
.
In questo modo si denota, attraverso luso di tre diversi avverbi, una medesima determinazione
concettuale: entit esemplificate dalluomo individuale e dal cavallo individuale possiedono al massimo
grado lessere sostanza, e si costituiscono come soglia minimale di sostanzialit. La partizione del
dominio ontologico di base implica quindi una cesura tra una classe di enti che sono individuali (ogni
questo F un indivisibile) e una classe di enti che non lo sono (generi e specie). Posto che, come ha
messo in evidenza Frede (1987), nelle Categorie assente una nozione tecnica di universale, la
sostanzialit comunque attribuita a classi logiche di generalit crescente (specie e generi). Vi si enuncia
infatti la distinzione tra enti esemplificati da questo uomo e questo cavallo ed enti esemplificati dalle
specie e dai generi in cui ricadono come la distinzione tra sostanze prime e sostanze seconde (2a11-19).
Seguendo Frede (1985, 1988) e Wedin (2000), il soggetto categoriale pu essere delineato come segue:
(1) questo F una sostanza individuale se e solo se questo F indivisibile; (2) questo F una sostanza

13
Si tratta di una caratterizzazione che d luogo ad una circolarit tra definiendum e definiens causata dalle
occorrenze di essere in, ovviamente se assunta come definizione. ACKRILL (1963) intende la seconda occorrenza di
in come non tecnica, espressa nel linguaggio ordinario, FREDE (1978), invece, non legge in queste righe la
definizione di una relazione predicativa, ma se mai una definizione della classe di enti che tale relazione
circoscrive. Nel contesto aristotelico non sembra tuttavia cos importante decidere se si tratti o meno di definizione.
Per nozioni di portata teorica cos ampia, ed in ogni caso laddove la definizione, pur essendo auspicabile, non pu
giungere, Aristotele ammette altre vie (cfr., Metaph. .6, 1048a35-b10). Per quanto concerne il carattere non
sinonimico qui espresso, lidentit di definizione non viene conservata poich si muove tra diverse categorie. Essa
infatti investe enti che sono solo equivocamente i medesimi. Al contrario, uomo e cavallo, pur essendo a due livelli
di generalit differenti, sono detti di un soggetto in modo sinonimico. Una annotazione di FREDE (1978: p. 53)
fornisce dei criteri euristici utili per distinguere le due relazioni di predicazione: when we predicate health of
Socrates we do not use the name health, viz., health, but the corresponding adjective []. If, on the other hand, we
say that Socrates is a man, we do use the name o fan object as a predicate-noun, [] in addition we can replace the
noun man by the definition of man for we can say that Socrates is a rational animal. Thus man is said of Socrates
as its subject.
14
individuale se e solo se esiste una Specie di cui questo F membro; (3) questo F una sostanza
individuale se e solo se questo F parte soggettiva di qualcosa e non ha in s parti soggettive la Frede.
In senso assoluto ci che indivisibile e numericamente uno non si dice di alcun soggetto (Cat. 2,1b7):
ci che indivisibile e numericamente uno un questo (Cat.3, b10). Ad esempio, il gatto Robespierre
una sostanza individuale se e solo se indivisibile ed parte soggettiva di qualcosa (la Specie-Felino), e
nessuna sua parte in se stessa una parte soggettiva. Ci conferma linesistenza di parti attuali in
Robespierre (non in senso materiale, ma nel senso che il soggetto non pu essere diviso in parti
soggettive). Da una parte abbiamo lindividuo in quanto tale, in termini assoluti, come mera unit
numerica, introdotto a prescindere dalla distinzione tra sostanza ed accidente. Lindividuo cos inteso
comunque un ente determinato ed individuale, anche se questa determinatezza non qui fatta oggetto di
studio e lindividualit non qualcosa di indipendente dalla primariet naturale di cui esso gode.

2.2- Individualit e indivisibilit
Le sostanze prime sono enti indivisibili ed unitarie quanto al numero (vici :: uc.i :s:. :: .
14

ci.:. [] i ,i si. : i.). :`u: :c.: 3b10-13): e senza individui non vi
sarebbe nientaltro.
if Aristotle, then, is the first writer to call individuals individuals, the question arises what is it had in mind when
he calls them indivisible; for that is just what individuum, rather, atomon means. And given that atomon and
atomos had already been used in two different philosophical contexts atomists of all sorts had used the term for
indivisible magnitudes, e.g., atoms, and Platonists had used it for infimae species this question becomes all the
more pressing (Frede 1987: p.51).

Il ragionamento il seguente: individuo ci che uno in numero; e ci che uno in numero anche
indivisibile. Da ci segue che lindividuo indivisibile. Tuttavia, being one is not proprium of
individuals: species and genera, i.e., the kinds into which objects fall, also have a kind of unity. One can,
for example, count the species of a given genus, (Frede 1987: p. 51). Per questi motivi sembra che il tipo
di indivisibilit che caratterizza gli individui debba essere correlato ad un tipo qualificato di unit: and it
seems reasonable to suppose that the expression in number, in the phrase that which is one in number,
serves precisely the function of pointing out the special kind of unity and so, too, the kind of indivisibility
characteristic of individuals, (Frede 1987: p. 51). Il punto qui interessante concerne le differenze tra
unit generica e specifica da un lato, e unit individuale dallaltro. Prendiamo Socrate, Callia, il gatto
Robespierre e il cavallo Zeus: se li confrontiamo sotto il profilo dellunit generica sono individui
indistinguibili in quanto sono lo stesso F sono tutti animali. Sotto il profilo dellunit specifica, invece,

14
Sono state proposte due traduzioni possibili di :: . (per la cui esemplificazione si ricorre a concreti
particolari). In entrambe le letture esiste una componente sortale (suchness) ed una dimostrativa (thisness del this
such), cfr. LEWIS (1991). Lespressione pu essere intesa 1) come una formula che sta per i).v; .; in cui il .
ricopre il ruolo del .; e il :: quello di i).v; oppure 2) come se il :: stesse per il pronome dimostrativo
ed il ti indicasse il modo in cui viene determinato loggetto indicato dal ::, cfr., SMITH (1921). La 1) seguita da
ROSS nel suo commento e da IRWIN (1988) lelemento determinante il :: ed il significato x tale che x ::
un certo questo. Nella 2), adottata da FREDE-PATZIG, lelemento che determina il . ed il significato sarebbe
questo del tipo x, questo ::.
15
possiamo produrre una divisione in umano, felino, equino. Otteniamo cos raggruppamenti specifici che
non permettono di distinguere Socrate da Callia:

since, however, this set lacks numerical unity, we can indeed divide it, viz., according to number. And what we end
up with, when we divide the set in this way according to number, are just the individuals. In the Categories, then,
Aristotle seems to be relying on a notion of division according to which genera and species, in a certain respect, are
one and, hence, indivisible, but, in another respect, are not one and, hence, divisible; individuals, however, turn out
to be completely indivisible on this schema of division. Indeed, this seems to me to be the explanation for the fact
that Aristotle calls individuals indivisible in the Categories. Yet, this explanation will be of little help in getting a
grip on the notion of an individual as long as we do not have a clearer idea of what sort of division it is with respect
to which the individuals are indivisible (Frede 1987: p. 52).

Alcune indicazioni sui concetti di divisione e parte qui in gioco si trovano in 3b16-18, passo in cui si
afferma che la specie uomo e il genere animale non sono individui perch hanno una pluralit di soggetti.
In accordo con Frede possiamo definire lindividuo in questi termini: x un individuo se (i) una parte
soggettiva di qualcosa e (ii) in se stesso non ha parti soggettive. Quello appena enunciato non
certamente un criterio per giustificarne la sostanzialit. Eppure una stipulazione di questo tipo sembra qui
sufficiente per porre i soggetti esemplificati da questo F come principio e limite verso il basso delle scale
logiche scandite dalle due serie (di inerenza e predicazione). Anche per questo motivo la priorit di cui
godono le sostanze prime di tipo naturale: si stipula unontologia popolata da individui quali questo
gatto e si mostra, mediante questa stipulazione, la connessione con le propriet che lesperienza ci dice
appartenere ai gatti. Ma questo non significa spiegare come questa connessione sia stata istituita. Sul
piano ontologico ci implica che ogni unit numerica di questo tipo sia unentit atomica, la cui struttura
rimane opaca, ed sia in s e non in altro, essendo ci che soggiace alle propriet. In questo senso questo
gatto pu considerarsi come logicamente ultimo e in s sussistente in quanto non pu ricoprire il ruolo di
predicato e, dunque, non pu essere utilizzato per generare classi logiche di appartenenza. Ma con questo
non si detto molto dei soggetti categoriali.
Che questa individuazione descrittiva sia sufficiente per lontologia categoriale lo dimostra il fine che
Aristotele persegue. Bench si distingua lunit specifica da quella numerica, lindividualit delle
sostanze oggetto di discernimento in base a due considerazioni: solo le sostanze prime sono separate e
solo le sostanze prime assumono il ruolo di portatori di propriet. Si tratta primariamente di mostrare che
le sostanze prime sono in grado di incorporare quella semplicit ed universalit che per Platone
qualificavano soltanto lesistenza separata delle Forme (e non i termini ultimi delle procedure
dicotomiche). Ad Aristotele preme mostrare qui che la separatezza sul piano ontologico non compete
strutturalmente alluniversale, ma ad un tipo di individualit su cui poggia luniversale. Pi in dettaglio,
sul piano ontologico la non-inerenza viene radicalizzata e tradotta in un modo dellesistenza
(linseparabilit), modo che qualifica solo le sostanze prime e che si pone come misura per i ruoli giocati
dagli altri enti. Ora, in un contesto di analisi non strutturale luniversale poggia sullindividuale; di
seguito, in contesti differenti, vedremo come luniversale sar allinterno dellindividuale poich
inscritto in una sua parte pi rilevante delle altre. Accentuare linseparabilit della sostanza prima
16
significa fissare univocamente il livello della scala logica di generalit sulla base della quale gli enti
vengono via via introdotti, livello utilizzato come misura per determinare le posizioni di ciascuno nella
tassonomia categoriale.
Ogni questo F conosciuto in quanto gli accade di essere portatore di clusters indifferenziati di
propriet. Con questo si esclude che le sostanze prime siano predicati di un soggetto meno generale ed
attributi accidentali di un soggetto non appartenente alla medesima categoria. Di conseguenza, ogni
questo F un soggetto nella misura in cui pu essere descritto univocamente come la somma o linsieme
dei caratteri che esibisce; questo insieme di elementi giustapposti contiene determinazioni dello stesso
tipo, in quanto non esiste un criterio per stabilire quali propriet sono essenziali alla persistenza del
soggetto e quali invece godono di differenti livelli di accidentalit (il criterio di non inerenza non aiuta
nellanalisi interna al soggetto ma esclude che una sostanza prima esista a causa di altro).
Un certo soggetto pu essere introdotto in riferimento ad un predicato inteso come determinazione
atomica e non accidentale. Si pu dire che bianco, equino, animale sono componenti specifiche che si
giustappongono in maniera del tutto contingente a formare ci che nel linguaggio naturale si indica con
questo cavallo. Possiamo descrivere questo cavallo dicendo che bianco di modo che questo cavallo
bianco non sia predicabile di altro e non sia attributo di altro. Ma se Se il soggetto questo cavallo
bianco, allora esso rimarr se stesso nella misura in cui esibir in modo permanente la determinazione in
oggetto: tutto quello che si pu dire del soggetto che esso bianco, e viene ad essere e perisce insieme a
questa capacit. Poniamo per che la sostanza che gioca il ruolo del soggetto sia anche equino. Possiamo
con sicurezza dire che il soggetto qualificato come bianco e il soggetto qualificato come equino siano lo
stesso soggetto? Su queste basi non ancora: necessitiamo dellintroduzione di una relazione tra i due o di
una terza determinazione che ne giustifichi lidentit e non la mera uguaglianza logica. In particolare non
potremmo decidere se la perdita di una parte qualunque (ad esempio, perdere luso di un occhio) sia pi o
meno decisiva rispetto alla determinazione essere bianco per la conservazione dellidentit del soggetto.
Il nostro soggetto potrebbe essere bianco ed equino in maniera del tutto accidentale. Abbiamo di fronte un
intero che il linguaggio naturale indica come una singola cosa ma di cui possiamo al massimo dire che
possiede alcune componenti che si giustappongono in maniera del tutto contingente a formare un intero
sulla cui natura non possiamo dire alcunch. Il criterio di non inerenza permette solo di escludere che una
sostanza venga ad essere o a mancare a causa di altro ma non ci dice nulla sulle condizioni di permanenza
interne al soggetto.
Ci significa che con lausilio della nozione di soggetto ultimo riusciamo a ritagliare un complesso di
enti che non sono attributi di altro, ma la struttura di tali enti resta una scatola nera ( la Furth 1988) e
conseguentemente viene mancato il bersaglio dei rapporti di dipendenza tra le parti e tra le parti e il tutto.
Le parti metafisicamente necessarie allessere una certa cosa, quelle necessarie sotto certe condizioni,
quelle contingenti e gli interi stessi sono posti tutti sul medesimo piano, e su questo dominio spazia
loperatore soggetto primo. Ci che viene messo a tema una struttura minimale, quella di oggetto-
propriet, lasciando del tutto libero il suo utilizzo ad ogni livello di scala nelle determinazioni proprie di
17
un soggetto. Il criterio di non inerenza per le sostanze prime, infatti, grazie alla clausola per cui ci che
inerisce non in qualcosa al modo di parte (Cat. 2, 1a25-26), lascia esplicitamente aperta la possibilit di
intendere le parti delle sostanze come sostanze esse stesse (come si afferma in Cat. 5, 3a29-32), alla
stessa stregua dellintero.
A ci si aggiunge unulteriore complicazione: possiamo ritenere che sia una descrizione definita di
questo cavallo il possesso della propriet bianco, e connettere al bianco lidentit e la continuit del
soggetto nel tempo. Ma questa descrizione si rivelerebbe del tutto arbitraria in quanto potremmo dire che
anche quadrupede ed equino intervengono in qualche modo nel definirne lidentit, fino al punto di
ammettere che lintera gamma delle propriet esibite dal soggetto possano essere intese come essenziali.
Inoltre, come stabilire se il soggetto che quadrupede lo stesso soggetto che equino? La natura e
struttura delle sostanze prime lasciata sullo sfondo: in ogni questo cavallo tutte le parti sono poste sul
medesimo piano delle propriet, e non possibile introdurre alcun gradiente di necessit o accidentalit
tra di esse. I portatori possono solo essere raggruppati in classi coestensionali. Non solo: il cavallo pu
essere in movimento e in quiete, sdraiato e in piedi, sano e malato; resta sempre lo stesso individuo
concreto ma partecipa di propriet, in linea di principio, opposte
15
. Il cavallo F e non-F: per evitare il
paradosso di attribuire in modo inconsistente propriet opposte allo stesso soggetto, non basta articolarlo
internamente in una molteplicit di determinazioni indipendenti le une dalle altre. Si devono tenere
distinte quelle propriet che dipendono dal soggetto ma ne esprimono la natura da quelle che, pur
dipendendo da esso, ne esprimono solo delle caratteristiche o configurazioni. Dato che ci sono delle
propriet che il soggetto non pu mai perdere, pena la perdita della sua stessa identit, sensato dire che
il cavallo ieri era F, mentre oggi non-F; ci significa che si pu salvare il rapporto tra uno e molti
pensando che luno abbia in momenti diversi alcune propriet opposte. Postulare questo principio
significa anche ritenere il cavallo un soggetto reale nella nostra ontologia, un ente in certa misura stabile,
che soggiace rimanendo se stesso ai mutamenti, come la perdita ed acquisizione di propriet, sul quale
ritagliare gruppi di determinazioni sulla base dei modi in cui ciascuna lo qualifica come un questo.

2.3- Al limite dellontologia categoriale
Lanalisi fin qui condotta ci consente di dire che ad una definizione negativa di sostanza prima, come ci
che non si dice n inerisce ad altro, si correla una opacizzazione del pluralismo semantico che l:.:
incorpora, pluralismo che sar il cuore della riforma teorica condotta nellousiologia di Metaph. Z. Nelle
Categorie si pu parlare solo di una determinatezza relativa, che sembra garantita dallessere per ogni
questo F uno tra gli elementi ultimi che appartiene ad una classe; la mancanza di un vero e proprio
criterio di determinatezza e, in generale, di criteri di sostanzialit implica linarticolazione dei soggetti
in esame e limpossibilit di distinguere concetti quali intero, concreto, individuo, sostanza.
Lindividualit e la sostanzialit sono commisurate al raffronto con gli universali specifici e generici. Ci
si pu spingere oltre accennando al fatto che questo uso allargato di sostanza verr meno con

15
Il puzzle risale al Parmenide di PLATONE (125c5-d2).
18
lintroduzione in Metaph. Z dellessenza della sostanza, livello danalisi in cui possibile disgiungere la
specie dalla forma (della specie) e raffinare una nozione di universalit che lessenza e la definizione
incorporano.
A fronte di questo pluralismo le Categorie oppongono unontologia che non ritiene rilevante la
distinzione tra vivente e non vivente, n quella tra materia e forma. Non distinguono n oppongono una
nozione di :.: inteso come forma dellindividuo da un :.: nel significato di specie di
conseguenza, del tutto assente una differenziazione tra la specie e la forma della specie. Per questi
motivi gli strumenti categoriali non sono sufficienti per configurare i nessi strutturali interni al soggetto:
ogni questo F conosciuto in quanto gli accade di essere portatore di clusters indifferenziati di propriet
e i criteri di predicazione utilizzati in nessun caso hanno una validit circoscritta agli enti naturali
soltanto. Le catene di inerenza e di predicazione possono, in linea di principio, trovare riscontro in diverse
costruzioni teoriche alla sola condizione che come soggetto si ponga qualcosa che risponda ai requisiti
posti per il questo F. Che poi questo sia un gatto, un composto accidentale o un soggetto di conglomerati
di propriet poco importa. Ci che ha dato luogo al lopacizzazione delle differenze tra i due tipi di
individui proprio la mancata tematizzazione del nesso tra la nozione di mano (fisica) e la nozione di
bianco (logica), ovvero tra i costituenti concreti di una sostanza e gli accidenti. Se questo vero, allora
nelle Categorie il solo modo di composizione per questo cavallo in termini di genere-specie, ovvero nei
termini dei suoi costituenti logici e non fisici, e che lidentit di ogni questo cavallo posta solo in
termini del sortale di specie in cui ricade. Lidentit di una sostanza, in assenza di modi di composizione
differenti, risulta relativa al sortale di specie prescelto come rilevante quando la indichiamo come questo
F e sembra determinata solo nella misura in cui il sortale prescelto determinato. Pertanto dicendo questo
F - dove F una sostanza seconda - tematizziamo ciascun particolare come F, e non questo particolare
in quanto F. a cosa ci garantisce che il sortale di specie prescelto sia a sua volta qualcosa di
determinato?
Nulla. Manca un criterio per i soggetti naturali. Siamo di fronte alla scelta delineata in base ai due tipi
di predicazione: o intendere lindividuo come la base, latomon eidos in cui terminano le procedure di
divisione in generi e specie oppure come sortale sostanziale. In entrambi i casi siamo forzati a fare a meno
di strutture complesse tutto-parti: il problema che escludiamo per le parti si ripresenta per lintero, perch
la sua origine a monte rispetto al livello di analisi delle Categorie, nella mancanza di un criterio per i
soggetti naturali: si tratta infatti di un criterio che pu essere introdotto solo in sede metafisica. Tuttavia,
nel momento in cui Aristotele richiede una distinzione tra i composti accidentali e le sostanze, assume che
non sia possibile che la classificazione in genere e specie dipenda dalla stipulazione arbitraria di che cosa
funge da soggetto, ma che occorrano dei soggetti naturali e primi. Ci significa che alcuni aspetti centrali
dellimpostazione ontologica di Aristotele (la dottrina del tode ti, la distinzione tra essenziale e
accidentale, la sostanzialit delle parti) possono essere preservati solo ammettendo per le sostanze
individuali una forma di composizione non logica. Occorrer introdurre e giustificare metafisicamente
una distinzione tra costituenti concreti e costituenti logici della sostanza mediante unanalisi della sua
19
struttura interna, analisi in grado di giustificare perch le parti, pur non potendo essere ritenute sostanze
allo stesso modo degli interi, giochino un ruolo determinante per la sostanzialit dei composti.
Si pu dire che laddove nelle Categorie lindividuo concreto viene posto come sostanza prima, ovvero
come ci che massimamente reale, nel libro Z della Metaph. esplicitamente in almeno tre luoghi (Z.7,
1032b1-6; Z.11, 1037a5-10, 1037a21-b7)
16
, ed implicitamente nel corso del ragionamento, l:.: ad
essere detto sostanza prima. agevole comprendere come mai, se lobiettivo nella Metafisica diviene
quello di analizzare la struttura ilemorfica delle sostanze, lintroduzione di queste distinzioni concettuali
ha come immediata conseguenza la netta separazione della nozione di sostanza da quella di soggetto.
Invero, il passaggio dallontologia categoriale e a quella a paradigma ilemorfico ha un duplice effetto. Da
un lato il criterio del soggetto non pu pi essere lunico criterio per reperire ci che sostanza, pena la
riduzione della sostanzialit alla materia soltanto: sar infatti compito di Z.3 affiancargli il criterio di
determinatezza e quello di separabilit, di modo che solo alcune entit che hanno materia possano
soddisfare tutti i requisiti imposti dalla sostanzialit. Dallaltro ad una modificazione della piattaforma
ontologica segue lindebolimento del criterio logico-categoriale secondo cui solo ci che costituisce il
soggetto ultimo di ogni predicazione sostanza in senso primario.

3- Individui sostanziali
Seguendo la Mappa di Burnyeat (2001)
17
, landamento argomentativo del libro Z trova il suo momento
dorigine nellincipit del capitolo terzo. Aristotele imposta il problema della sostanza lasciando sullo

16
Nel primo caso la sostanza prima compare come causa formale che regola le produzioni artigianali in quanto
dotate di forma; nel secondo detta essere come lanima; nel terzo caso detta essere la forma immanente. Ci
sarebbe una possibile quarta occorrenza: tuttavia, come ha rilevato BERTI (1989), essa sarebbe attestata solo da
alcuni manoscritti (come si dir, EJ in Z.13,1038b9 riporta v. al posto di v.) e sarebbe scartabile su basi
testuali nonch teoriche.
17
Ne riporto a seguire un breve riassunto; essa costituir lo schema a grana grossa dellousiologia che ci proporremo
di articolare. Contrariamente al lavoro di WEDIN (2000) che propone una lettura tecnica e lineare del libro Zeta - la
Mappa di Burnyeat evidenzia la struttura non lineare del libro Z in cui, allinterno di ogni capitolo, si manifesta
lesigenza di passare da un livello di analisi logico ad uno metafisico. Wedin schematizza il capitolo come segue: (I)
priority argument (1029a5-7): se la forma prima della materia ed pi reale, allora per la stessa ragione viene
prima del composto (ha il carattere di una premessa stabilita indipendentemente per la reductio ad falsum). (II)
Reductio section: (II1) reductio argument (a10-20): livello 1: togliendo tutti gli attributi, prodotti e capacit restano i
corpi tridimensionali. Livello 2: togliendo tutte le determinazioni residue resta la materia, ma questo falso perch
in contrasto con il priority argument. (II2) Auxiliary argument (a20-26): le altre cose sono predicate della sostanza
e questa dalla materia. (III) Indipendence section (a27-33): il sinolo posteriore e pi chiaro. (IV) Paragrafo
metodologico (a33-b12): occorre partire dai sensibili. Veniamo alla Mappa. Con livello logico di analisi Burnyeat
non intende attribuire ad Aristotele di un ambito di indagine filosofica che sia in qualche modo avvicinabile alle
moderne teorie logiche dellinferenza. Intende invece quel livello preliminare di indagine, in cui non compare la
dottrina ilemorfica e da cui lousiologia prende le mosse. In analogia a quanto accade nella Physica in cui lindagine
mette capo alla natura intesa come principio interno alle sostanze, questo livello culmina sempre nel riconoscimento
della forma come principio primo dellessere delle sostanze: for the aim of Aristotles procedure is show that
each of his four starting points leads independently to the same conclusion: substantial being is form
BURNYEAT (2001: pp.4-5). Lo studioso ne spiega il significato in riferimento al terzo senso rintracciato da
Simplicio: at Physics III 3.202a21-22, Aristotle raises a logical puzzle (iv.i `,.s) about the identity of
action and passion. In his commentary on the passage Simplicius offers three possible meanings for this use of the
word logical (in Phys. 440.19-441.2). Aristotle might mean (1) that the puzzle is based on reputable premises; (2)
that is persuasiveness, like that of Zenos refutations of motion, is a matter of argument alone, without support in
empirical fact; or (3) that it proceeds from generalities rather than from principles peculiar and appropriate to the
subject BURNYEAT (2001: p.19). Il livello logico di indagine (di natura preliminare, inteso come sgrossatura dei
20
sfondo le questioni che aveva sollevato nel capitolo precedente, questioni che ruotavano attorno al
problema popolazionale (quali sostanze esistono?) in favore del problema criterio logico. Lobiettivo
focalizzare lattenzione sui criteri mediante i quali qualcosa detto essere sostanza.
Metaph. Z.3 i cui contenuti sono riassunti in H.1, 1042a25-30 riafferma il criterio del soggetto
cercando un ulteriore candidato che lo soddisfi; singolare, infatti, che solo in questi due luoghi le forme
siano pensate come possibili candidati. La forte continuit con il dettato categoriale espressa nellincipit
del capitolo: tra i molti modi in cui si dice la sostanza, i principali sono almeno quattro. Per ogni cosa
sembra che siano lessenza sostanziale, luniversale e il genere, infine il sostrato-soggetto. Accanto al
soggetto, che viene richiamato separatamente poich porta con s un rinvio alle indagini svolte nelle
Categorie, gli altri candidati rappresentano un elenco esaustivo delle varie possibilit ammesse dal
discorso filosofico sulla sostanza (principalmente platonico, data lincorporazione del genere
nelluniversale, incorporazione presupposta nellintero svolgimento del capitolo). Il soggetto anche per
questo il punto di partenza:

il soggetto ci di cui si predicano le altre cose, ma che non si predica di nessunaltra cosa. Pertanto bisogna
iniziare a determinarlo, perch sembra che il sostrato primo [ uvs:.: v.] sia sostanza pi di ogni altra
cosa. Ma si dice che soggetto in un modo la materia, in un altro la forma e in un terzo modo ci che composto da
queste. Intendo per materia qualcosa come il bronzo, per forma lo schema della sua configurazione, e per ci che
composto dalluna e dallaltra qualcosa come la statua, il sinolo; cosicch se la forma viene prima della materia, e
pi di essa [v: si. i`` ], allora, per la stessa ragione, essa verr prima anche di ci che composto
di entrambi [u :; i).]
18
(Metaph. Z.3, 1028b36-1029a6).

Il sostrato primo sostanza pi di ogni altra cosa. Per stabilire ci che primo si pu procedere in due
modi: (a) declinando il rapporto tra generalit e priorit nei termini del rapporto tra universalit e

problemi) in cui si collocherebbe lo stesso Organon, ospita le istanze maggiormente critiche nei confronti
della dottrina delle Forme platoniche. Il livello metafisico viene dunque contraddistinto dallanalisi
ilemorfica, la quale porta con s lapparato esplicativo e causale della scienza aristotelica, il cui fulcro dato
da Z.3: sono qui distinti i diversi modi, o specificazioni logiche (tre o quattro a seconda delle letture che distinguono
o identificano il genere con luniversale) in cui si dice la sostanza, e sono dunque aperte le tre linee argomentative
che strutturano il seguito del libro: (A1) Z.3: la sostanza come soggetto (A2) Z.4-6, 10-11: la sostanza come essenza
(A3) Z.13-16: sostanza come genere o universale. Per quanto alla fine siano convergenti, si tratta di direzioni
concettualmente indipendenti e parallele, rispetto alle quali Z.3 ha il compito di fissare univocamente loggetto della
ricerca: la sostanza sensibile. Una linea di indagine (B) sarebbe poi dedicata alla sostanza come causa e principio, e
alla natura come forma (Metaph. Z.17), la cui tematizzazione apre la strada al livello metafisicamente ultimativo
della potenza e dellatto. A queste sezioni si aggiungono dei paragrafi che contengono inserzioni posteriori di
argomenti affini. Quella concernente il tema della sinonimia della forma nel corso dei mutamenti (lidentit
processuale della sostanza, Z.7-9), e quella relativa al problema dellunit della definizione di Z.12, lasciato in Z
irrisolto, in quanto una sua piena soluzione si trover solo in H.6.
18
Frede-Patzig notano che oltre a u (EJ) i manoscritti riportano anche (A
b
ex corr. E
2
) letto dallo pseudo
Alessandro e seguito da Schwegler. Bonitz segue la prima lezione bench le ritenga entrambe accettabili sul piano
contenutistico: infatti, il concreto occupa la posizione intermedia fra la forma totalmente determinata e la materia
indeterminata. Ci viene contestato da Ross, il quale ricorda a buon diritto che dalla priorit della forma sulla
materia deriverebbe anche quella della forma sul concreto, ma non sarebbe detto ancora niente circa il rapporto fra il
concreto e la materia. Va sottolineato che qui Aristotele non sostiene la priorit della forma sulla materia ma, a
partire da questa, la priorit della forma sul concreto. Ci risulta da quanto appena affermato (.c:), in quanto il
concreto era stato espressamente introdotto come il composto di materia e forma. La funzione di questa frase (a5-7)
nel contesto del capitolo dovrebbe essere quella di tentare di provare che la forma ousia in senso prioritario
rispetto alla materia, col che sarebbe contemporaneamente dimostrato che lo anche rispetto al concreto,
permettendo in tal modo di concentrale la parte rimanente dellindagine intorno alla forma (cfr. a30-33) FREDE-
PATZIG (2001: pp.200-201).
21
individualit (distinguendo lordine degli individui dallordine dei particolari). Questa procedura
consente di formulare la questione in questi termini: a quali condizioni il soggetto sostanza prima? E a
quali condizioni la forma sostanza? Al modo delluniversale o al modo dellindividuale? (b) Oppure
declinando il rapporto tra semplicit e composizione, in modo da ottenere una gerarchia di strutture (dai
generi alle infimae species), la cui base occupata da ogni questo di una certa sorta. La proiezione del
composto in universale o, altrimenti, sul piano logico della specie ci autorizza a compiere una
procedura astrattiva mediante la quale potremmo isolare strutture logiche semplici (ad esempio, la specie
verzellino parte del genere uccello). Da questo punto di vista si tratta di capire in che modo il soggetto
(al contrario della forma) pu essere sia qualcosa di semplice che di composto. E sostenere che la forma
qualcosa di semplice significa necessariamente farne qualcosa di universale per allontanarla il pi
possibile dalla composizione, tipica del particolare, oppure no? Pi radicalmente: come pu una forma
semplice essere individuale?
Nel passo citato si intende sottoporre a critica il criterio del soggetto nella misura in cui, di per s,
implicherebbe la sostanzialit della materia e solo della materia (pertanto detto non .si in 1029 a
9). Lesclusione della materia, daltra parte, non dovr essere considerata troppo rigidamente. Come
rilevano Frede-Patzig (2001) errato vedere in questa sezione di Zeta una definitiva presa di commiato
dalle Categorie e interpretare tale criterio come se fosse vincolato a quella trattazione esclusivamente,
perch tale criterio viene soddisfatto non solo dalla materia ma anche dalla forma e dal composto -

per
quanto proprio tale aleatoriet rappresenti la sua insufficienza come criterio metafisico.
Sullargomento Frede si esprime molto chiaramente: Aristotle now clearly thinks that the assumption
that substances are the ultimate subjects does not settle the question of what is going to count as a
substance. For he now lists as candidates for substancehood that could play the role of ultimate subjects
matter, form and the composite of both
19
. Il criterio del soggetto, secondo questa interpretazione, non
sarebbe attaccato di per s. Lidea di Frede-Patzig sembra essere che il criterio del soggetto da un lato
completi la trattazione delle Categorie, perch si tratta pur sempre del soggetto di accidenti, daltra
parte la superi (e la completi), perch si tratta di un soggetto primo, e perci implica il passaggio
dalloggetto concreto alloggetto stesso analizzabile come forma, materia o composto. Da questa
prospettiva possibile allontanarsi dalle interpretazioni eccessivamente univoche in merito alla materia,
interpretazioni che la vedrebbero esclusa dallalveo della sostanzialit proprio dalle argomentazioni di
Z.3, 1029a10-25 che sembrano in contraddizione con H.1 e A.3, che ne affermano la sostanzialit
(anche Z.10, 1035 a 1-2). E riconoscere che la forma , alla pari del sinolo, sostrato primo di propriet
quali forme, colori, temperature, e che non potrebbe essere sostanza senza essere soggetto, principio di
spiegazione e causa formale del sinolo: thus, ultimate subjecthood is particularity, and whatever entities
the theory of substance determines to be the ultimate subjects, they will also be the particulars
20
.
Prima di capire se Frede-Patzig hanno ragione c unaltra domanda urgente. Come pu essere
soggetto la forma? Bonitz ritiene che laffermazione sia addirittura una svista di Aristotele (cfr., Frede-

19
FREDE (1985: p.74).
20
SCALTSAS (1994: p. 143). Analogamente interpreta FURTH (1988).
22
Patzig ad loc.). Ross rinvia correttamente a H.1,1042a28-29 in cui Aristotele ripete laffermazione:
lobiettivo sarebbe unificare i due significati di Metaph. A. 8, sostanza come sostrato e sostanza come
causa e principio proprio in quanto forma di entrambi. Lesempio artefattuale suggerisce che tanto il
bronzo quanto la statua potrebbero fungere da soggetto per la forma; tuttavia, il soggetto primo - ci che
metafisicamente primo nellordine lineare cos introdotto non pu che essere la materia, ma la materia
non sostanza. Non tanto la materia come semplice e inconoscibile logico, quanto la materia come
elemento (o parte) quantitativa della sostanza. Essa, infatti, posteriore alla forma, nel senso che
qualcosa di reale in minor grado rispetto alla forma. Aristotele scrive in 1029 a 5-7 che, se la forma viene
prima della materia ed pi reale (pi essere) della materia, allora per la stessa ragione viene prima del
sinolo che risulta dalla composizione con la materia (questo argomento verr messo in gioco come una
premessa indipendente in relazione alla quale verr condotta la reductio ad falsum a seguire).
Questultima affermazione problematica: lordine lineare materia-sinolo-forma suggerisce che la forma
sia pi reale del composto contrariamente a quanto sembra dire Metaph. H, in cui il sinolo ad essere
massimamente reale.
Inoltre, vero che se la sostanza in prima istanza soggetto ultimo, soggetto sia la forma, sia
la materia, sia il composto, e che lapparente linearit di cui si detto sembrerebbe discendere
dallordine di predicazione (ereditato dalle Categorie) che si d tra di essi. Ma lessere soggetto della
forma e l'essere soggetto del sinolo presuppongono listituzione di un principio di determinatezza per
cui prima la forma si predica della materia (e indirettamente la materia della forma) poi - costituito il
sinolo - questo si predica delle determinazioni categoriali: si deve sempre partire da una qualche
determinazione che sia attuale. In che modo? Disgiungendo il soggetto dalla sostanza e considerando la
sostanza, ossia il composto di materia e forma, secondo la nozione pi grezza di corpo desumibile dalle
Categorie: come grandezza secondo la quantit. In questo modo la forma pu essere soggetto primo non
tanto come vogliono Frede-Patzig, ovvero nella misura in cui essa coincide con il composto, ma nella
misura in cui indirizza e determina il composto dotato di una certa estensione quantitativa, essendo causa
e principio di esso (punto dimostrato solo in Z.17). Lessere soggetto della forma e lessere soggetto del
sinolo presuppongono lintroduzione di un gradiente di determinatezza; prima la forma si predica della
materia (ed indirettamente la materia della forma) poi, costituito il sinolo, questo si predica delle
determinazioni categoriali. Occorre, dunque, almeno sul piano della composizione delle strutture
quantitative, pensare al sinolo come a qualcosa di anteriore e, forse per questo, di pi concreto e reale
della forma stessa. Intendo dire che possibile percorrere in due modi questo ordine lineare: dal
complesso al semplice (in cui il sinolo anteriore e per questo pi reale) e dal semplice al complesso (in
cui la forma anteriore e per questo pi reale). E questi due modi coincidono con i due punti di vista
espressi rispettivamente in Z (in cui la forma lelemento massimamente semplice e per questo primo)
e in H (in cui il sinolo lelemento composto e per questo primo) che, ora, non sembrano porsi in
contraddizione.
23
Fino a questo punto si detto sommariamente che pu essere sostanza ci che non si predica di un
altro soggetto, ma di cui tutto il resto si predica. Ma questo criterio categoriale non sufficiente, non solo
perch non del tutto chiaro (come dimostra la mancata esplicitazione dei modi in cui intendere lordine
lineare materia-sinolo-forma), ma perch renderebbe sostanza la materia. Implicitamente si sta dicendo
questo: se non si chiarisce come mai la forma pu essere sostrato primo, non dicendo, ad esempio, a
quale livello del composto dobbiamo farla corrispondere affinch si possa dimostrare la piena
indistinguibilit tra forma e sinolo, largomento non tiene. O, almeno, presta il fianco ai sostenitori della
sostanzialit della materia. Vi deve essere allora un altro criterio che renda conto di un ordine non lineare,
che va dalla forma al sinolo passando per la materia (e non quindi dalla materia al sinolo alla forma) e che
ponga lesser soggetto del sinolo rispetto alle determinazioni categoriali su di un altro piano, che sia
capace di render conto del suo essere ..c iv`. . La forma sarebbe pertanto, come interpreta
Wedin (2000), pi reale della materia e, per questa ragione, solo indirettamente, prima rispetto al
composto. La clausola esprime un condizionale che assume una funzione preparatoria per largomento di
1029a30-32 in cui Aristotele si pronuncia sui motivi di questa priorit. Se, come sostengono Frede e
Patzig, con u :; i). Aristotele non sostiene tanto la priorit della forma sulla materia, ma solo a
partire da questa, la priorit della forma sul composto, la funzione della sezione a5-7 nel contesto del
capitolo preparatoria. Di conseguenza non si tratterebbe ancora di provare che la forma , per gli stessi
motivi, prioritaria alla materia e, insieme, al composto. Questa duplice priorit pu essere tradotta in
questi termini: la forma prioritaria sulla materia perch pi reale (i`` ) in quanto
esplicativamente pi fondamentale della materia e, dunque, anche del composto. Inoltre, trattandosi di
una priorit di ordine epistemologico (la forma causa e principio) e non ontologico (la forma non esiste
separatamente dal composto di cui forma).

3.1- Dischiudere la struttura interna del composto
Siamo giunti al luogo in cui tradizionalmente si riconosce il superamento dellontologia categoriale: si
tratta di Metaph. Z.3, 1029a6-25:
ora si detto sommariamente che pu essere inteso come sostanza ci che non si predica di un altro soggetto, ma di
cui tutte le altre sono predicate. Ma non bisogna definirla solo cos: infatti non sarebbe appropriata [u :: .si].
Invero, essa stessa oscura e poi, in base ad essa, la materia diventa sostanza. Infatti, se la materia non sostanza
non si vede quale altra cosa potrebbe esserlo [:. ,i iu uc.i, . :c. i`` :.i):u,:.]. Infatti, se si
tolgono tuttintorno tutte le altre cose, non risulta pi nulla che rimanga. Infatti, tutte le altre cose sono le une
affezioni, le altre produzioni, le altre potenze dei corpi, e la lunghezza, la larghezza, la profondit sono quantit, ma
non sono sostanze (invero la quantit non sostanza), ma piuttosto ci a cui queste come termine primo ineriscono,
quello sostanza [i``i i`` . uvi:. iui v.., :s:. :c. uc.i]. Ma, tolte lunghezza, larghezza
e profondit, non vediamo nulla che rimanga, a meno che sia qualcosa ci che definito da queste cose. Perci, se si
adotta questo procedimento, risulter necessariamente che la materia lunica sostanza. Intendo per materia quella
della quale, la materia presa di per s, non si dice n che una cosa determinata, n una quantit, n nessuna delle
altre cose con le quali si definisce lessere. C qualcosa di cui si predica ciascuna di queste cose, e il cui essere
diverso da quello di ciascuna delle categorie: e infatti tutte le altre cose si predicano della sostanza, e questa si
predica della materia. Perci il termine ultimo di per s non qualche cosa, n ha quantit, n nessuna altra cosa;
non neppure le negazioni, perch queste ineriscono in modo accidentale.

24
C un modo scorretto ed uno corretto di fare rientrare la materia nellambito della sostanzialit. Quello
scorretto qui indicato chiaramente. Il modo corretto il seguente: la materia non lunica sostanza
(H.1,1042a27) n sostanza in senso primario. sostanza in quanto potenza e nella misura in cui,
allinterno del sinolo, le compete un aspetto formale. Facciamo un esempio: al genere animale sono
essenziali e definitorie alcune capacit vitali, quali movimento e percezione. Movimento e percezione
necessitano di apparati, organi e parti per potersi esercitare, in termini tecnici di un asse anomeomero e
formale vincolato alla parte pi necessaria della sostanza, alla sede delle capacit vitali (il cuore negli
animali sanguigni o il suo analogo). Apparati, organi e parti sono composti di materia e forma. Alla
materia, dunque, spetta un aspetto formale nella misura in cui una parte necessaria nellesercizio di
queste capacit; questo aspetto formale la fa rientrare a pieno diritto nella sostanzialit del composto (e
nella definizione)
21
.
Da 1029a2-5 sappiamo che il ruolo di soggetto primo spetta alla materia, alla forma e al composto.
Sappiamo anche in che modo la materia pu essere sostanza ammettendo che il soggetto primo sia il
sostanza. Largomento ha dunque valenza controfattuale
22
. Coloro che non ammettono la valenza
controfattuale del ragionamento non possono che finire col dire che la materia sostanza. Come mai?
Attraverso un procedimento di progressiva spoliazione delle determinazioni che compongono la
sostanza, se resta la materia e se questa funge da soggetto primo allora essa sar sostanza. Qui la
sostanza intesa come intero tridimensionale: chi volesse procedere ad una spoliazione massiva
delle determinazioni quantitative, delle affezioni, delle azioni e potenze, rimarrebbe solo con
unestensione spaziale. Una quantit. E sarebbe agevole fare di questa quantit la materia che
soggetto primo, ci a cui ineriscono le tre dimensioni
23
. La netta distinzione tra caratteri dimensionali

21
Questo punto pu essere qui solo accennato. Una completa dimostrazione si avr solo con lousiologia di Metaph.
Z, in particolare con i criteri metafisici di definibilit espressi nel capitoli 10 e 11.
22
Egli argomenta che, se prescindessimo col pensiero dalle determinazioni accidentali, ci resterebbe soltanto la
materia, dal momento che non esistono oggetti materiali privi di determinazioni accidentali. A ci i Platonici
obiettano che, se anche prescindessimo dalle determinazioni accidentali, ci resterebbe pur sempre il corpo
determinato secondo le dimensioni, e che proprio questo limite o determinazione quantitativa sarebbe la vera ousia
delloggetto. Allora, non si potrebbe assolutamente dire che ci che rimane sia la materia e che quindi essa sia
lousia in senso ultimo, anche se si partisse dal presupposto che lousia coincida con il sostrato. Aristotele
controbatte che le determinazioni quantitative del corpo non possono essere ousia, proprio perch si tratta di mere
quantit. E, peggio ancora, se si considerasse la questione al modo di questi Platonici, tenendosi al contempo
aggrappati allaffermazione che lousia sia il sostrato, allora non si potrebbe considerare ousia altro che la materia,
in quanto essa farebbe da sostrato alle determinazioni quantitative FREDE-PATZIG (2001: p.204).
23
Aristotles procedure is first to devise a method for locating primary subjects and then to see what in his own
ontology, if anything, corresponds to what his method picks out. His means for identifying primary subjects will be
aphairesis, or stripping off: primary subjects, then, are just the end products of aphairesis. And the end product of
aphairesis is in each case (prime) matter. Accordingly, (prime) matter is a primary subject, so that on the present
account, (prime) matter is the sole candidate for substance. But of course, on other grounds, other items in
Aristotles ontology have a far stronger claim to being substances than does matter, let alone prime matter; so being
a primary subject, as interpreted in this argument, cannot be a necessary and sufficient condition for substance after
all, LEWIS (1991: p. 279). Contro coloro che ne hanno sminuito la portata (in particolare, STAHL (1981) che dubita
che tale procedura sia effettivamente in grado di separare la materia da ci di cui materia), Lewis ritiene che la
procedura per aphairesis sarebbe un test di sostanzialit adeguato solo se la concezione monolitica (the monolithic
view) della sostanza prima fosse totalmente importata in Z.3. Qui infatti c una complicazione: se tramite la
spoliazione delle propriet individuiamo un nudo sostrato, avendolo immediatamente qualificato come composto di
materia e forma dovremmo procedere di nuovo ad una successiva spoliazione per isolare la materia dalla forma. Ma
25
del soggetto, rientranti nella categoria di quantit, e tutte le altre determinazioni non sembra affatto
estranea al pensiero di Aristotele (contra Frede-Patzig). Se la quantit ci che resta una volta spogliato
il soggetto di tutte le determinazioni, la quantit pu fungere da intermedio tra gli accidenti e il soggetto
24

riconoscendo, allinterno della sostanza, un asse interno e strutturale che poggia su un ordine quantitativo
a tre dimensioni sul quale si agganciano le propriet.
Se il criterio dellessere-soggetto sembra alludere esclusivamente al soggetto delle determinazioni
accidentali, per evitare che esso venga usato impropriamente (e per questo sembra essere detto non
.si: 1029a9), fino ad ammettere una sostanza estremamente indeterminata (la materia considerata di
per s), occorre che esso sia qualificato per via di altri criteri, criteri che rendano conto anche delle
determinazioni essenziali, individuando il modo pi appropriato per riferirsi al soggetto. Non si tratta pi
del soggetto in assoluto, ma dellesser soggetto di questo o quello. In altri termini, la materia sostanza
in senso assoluto solo se il criterio del soggetto viene assunto di per se stesso:
quelli dunque che partono di qui finiscono con il dire che sostanza la materia. Ma ci impossibile perch
sembra che alla sostanza soprattutto appartenga lessere qualcosa di separato e di determinato. Perci sembra che la
forma e ci che costituito di materia e forma sia sostanza a maggior titolo della materia. Lasciamo stare ora la
sostanza costituita da entrambi, cio dalla materia e dalla forma, perch viene per ultima e poi chiara [uc:i ,i
si. :`]
25
. anche evidente in un certo senso la materia (Metaph. Z.3, 1029a26-33).

Un aspetto di questa tesi evidente alle linee 1029a20-26. Vi si chiarisce lordine di predicazione
ontologica implicito nellargomento: tutte le altre cose si predicano della sostanza, e questa si predica
della materia: come sottolinea Wedin (2000), sembra che la continuit della predicazione venga
spostata un gradino pi in basso, fino alla forma-del-sinolo o, meglio, su un piano in cui la transitivit
solo apparente. In un certo senso transitivit si pu dare solo in rapporti intracategoriali, o comunque
dove presente un principio di sinonimia, mentre qui soggetto e sostanza sono detti, se non
omonimamente, almeno in modo focale. La difficolt, in altri termini, nellessere soggetto della forma
o, il che lo stesso, nellidentificare la parte del composto in cui la forma risiede. Forma e sinolo
sembrano infatti i due candidati favoriti al ruolo di sostanza, come dimostrano i due criteri di

anche se laphairesis fosse un metodo di scoperta del soggetto, rimane comunque il problema di stabilire I criteri di
identificazione di questo, visto che nel mondo attuale esso si d insieme alle propriet.
24
Vale la pena di notare che la procedura esplicativa di Z.3 parallela al passo di Phys. IV.2 in cui un corpo in
questo caso si tratta di un ente matematico, ovvero un cerchio - viene spogliato delle coordinate spaziali che lo
definiscono: lunghezza, larghezza, profondit. Ci che rimane la materia, intesa come estensione pura ed
indeterminata che soggiace ad esse. Anche in Phys. IV.6 (216b4-15), nellambito della trattazione del vuoto, ricorre
una strategia esplicativa analoga, per quanto maggiormente selettiva (vi si presume una distinzione tra legno-materia
da un lato ed affezioni dallaltro) in cui si ipotizza di spogliare un cubo di legno di tutte le sue propriet come
pesantezza e leggerezza. Nellontologia fisica il nesso con la quantit sembra maggiormente enfatizzato bench il
risultato sia il medesimo.
25
Il testo greco uc:i ,i si. :` pu dar adito a varie interpretazioni: (i) posteriore e di per s chiara, (ii)
chiaramente posteriore, (ii) chiaramente posteriore, (iii) posteriore e chiaramente ousia, (iv) posteriore e pertanto
chiara una volta che vengano chiariti i due fattori, forma e materia. Questultima interpretazione, menzionata e
respinta in Notes on Z, pu essere rifiutata anche da noi in virt della sua eccessiva macchinosit; (iii)
linterpretazione che d lo ps. Alessandro, si fisserebbe su una constatazione niente affatto rilevante in questo
contesto; (ii) viene tosto eliminata in quanto verrebbe a significare che anche la materia non presenta problemi, il
che insostenibile in virt della sua posteriorit. Cos rimane soltanto la (i), che costituisce senzaltro
linterpretazione pi naturale del testo greco FREDE-PATZIG (2001: p.21).
26
sostanzialit richiamati: separatezza e determinatezza, criteri in grado di escludere che la materia
possa essere sostanza. Infatti, con il criterio di determinatezza, certamente il pi rilevante in questo
contesto, portato a termine un primo passo argomentativo fondamentale: al fine di introdurre soggetti
primi e naturali di predicazione necessario che questi abbiamo unidentit sortale determinata.
La sostanzialit della forma piuttosto che del composto si gioca dunque internamente allo spazio
concettuale aperto dall'esclusione della materia a prescindere dalla forma: il problema che cosa porti
preferenzialmente il titolo di sostanza in questo dominio, ovvero che cosa veicoli l'identit dei soggetti di
base. L'identit data da una dualit di principi (materiale e formale) o da un principio unico (che a
questo punto non pu che essere formale)? La domanda si configura immediatamente, d'altra parte, nei
termini del problema dell'unit della definizione: nonostante l'articolazione interna dei soggetti di base
(articolazione che deve essere tematizzata, pena la totale indeterminatezza della nostra ontologia), come
pu essere qualcosa di uno l'oggetto della definizione? Apparentemente l'opzione a favore del composto
sembra permetterci di salvare questa articolazione interna. Tuttavia parrebbe preferibile l'opzione a favore
della forma poich, data la sua unitariet, essa fornisce un principio di identit che pu essere fatto
oggetto di definizione: si tratter dunque o di trovare una modalit della composizione di forma e materia
che garantisca l'unit della cosa e della definizione o (correlativamente) di introdurre entro l'unit formale
e definizionale un ordine mereologico in grado di garantire l'articolazione dei soggetti di base (punti
dimostrabili mediante lanalisi congiunta di Z.10-11 e H.6).

4- Storia della forma e individualit forte
4.1-La posizione di Frede
Frede (1987) affronta la questione dellindividualit nella Metafisica ritenendo che lanima possa essere
un esempio illuminante e ragionando a partire dal noto esempio della nave di Teseo, Theoris, la nave sulla
quale i cittadini ateniesi si imbarcavano per gli annuali pellegrinaggi a Delo. Il problema da affrontare il
seguente: dato che una sostanza pu subire cambiamenti che non ne inficiano lidentit nel tempo, con
sostanza si deve intendere qualcosa che rimane se stessa pur soggiacendo ai mutamenti.
Qui interviene lesempio della nave di Teseo: nel tempo Theoris sub molteplici mutamenti,
sostituzioni progressive di tutte le componenti e di tutti i materiali utilizzati nel progetto iniziale in modo
da avere ora di fronte Theoris I. Ma il progetto rimasto il medesimo: si supponga di avere a disposizione
tutte le tavole, assi e travi di cui era fatta Theoris e di costruire una ulteriore nave, Theoris II. chiaro
aggiunge Frede che Theoris sar identica a Theoris I alla nave che abbiamo ora di fronte agli occhi, in
quanto Theoris II non altro che unaltra nave fatta dello stesso materiale che una volta serv a costruire
Theoris. Deve esserci qualcosa che garantisce a Theoris lidentit nel mutamento e nel tempo: questo
qualcosa la forma individuale della nave, la disposizione persistente a svolgere certe funzioni, ad esibire
determinati comportamenti. Theoris identica a Theoris I perch condividono la stessa disposizione
27
individuale, cosa che non accade in Theoris II
26
. Lesempio mostra non solo la marginalit della materia
se intesa come dato rilevante nella costituzione dellidentit diacronica - che i pezzi siano di legno o di
alluminio, siano conservati o sostituiti un dato la cui rilevanza si misura allinterno della spiegazione ed
opzione metafisica proposta ma soprattutto che la nozione di storia implica una presa di posizione sulla
natura della forma. Si pu concludere che Theoris II composta dalle stesse travi di Theoris ma non
Theoris dunque la comunanza di materia non una condizione sufficiente per determinare lidentit.
Daltro canto se Theoris I la stessa nave di Theoris ma non ne condivide la materia, lidentit di materia
non un elemento necessario per lidentit di Theoris I. Con questo si suggerisce soltanto che lidentit
dipende dalla forma e che la forma, per svolgere questo ruolo, deve essere individuale (o particolare) ma,
ed questo il punto significativo, non si sono ancora poste le condizioni ed i criteri per stabilire in che
modo una forma individuale possa svolgere questo ruolo. Secondo Frede la forma sostanziale il
principio esplicativo dellunit della storia di un oggetto (essendo il criterio su cui si basa lidentit di
esso) e, come tale, deve essere individuale. Si tratta del principio esplicativo di una certain continuity
(1978: p.66) nelle manifestazioni accidentali di ci di cui forma:
the continuity of organization is part of the very notion of the organization characteristic of living things. In the case
of living things, it is also clear that this continuity of organization or capacity for functioning constitutes the identity
of the thing over time [..] is the capacity for reading a certain kind of life, Aristotle calls this capacity,
organization, or form, the soul (Frede 1978: p.67).

Cos intesa questa storia non spiega come sia possibile che la forma rimanga invariante attraverso i
mutamenti pi o meno accidentali (la forma si Socrate che ha imparato larte di suonare il flauto e la
forma di Socrate che non ha imparato questa arte sempre la stessa), e non spiega nemmeno lesistenza di
una gerarchia tra questi processi, per cui alcuni chiamano in causa la sua stessa natura ed altri no. Per una
considerazione di questo tipo occorre una analisi in parti della forma sostanziale che consenta di porre lta
forma come principio metafisico della strutturazione mereologica del composto. In questo senso, sar

26
Il punto reso con chiarezza in GALLUZZO-MARIANI (2006: pp.186-187): Theoris II, by contrast, even if it has
the same planks as Theoris originally had, is a different ship because it has a different individual structure or
disposition. Why see it that way? Why have recourse to particular forms instead of universal forms in different
pieces of matter at different times? One can reason along the following lines. If forms are universal, then Theoris I
and Theoris II have one and the same form but in different pieces of matter. But, then, if they have the same form,
their being identical with or different from the original ship, Theoris, must entirely depend on their matter. On
reflection, however, one realises that matter does not play any role in the identity across time of a thing like the ship
of Theseus. In fact, as the examples clearly show, the identity of matter is neither a necessary nor a sufficient
condition for the identity of a ship. Una lettura universalistica del puzzle della nave di Teseo si trova in SCALTSAS
(1994: p.241): let us suppose that there are two ships that sail from Piraeus to Delos and back. The one ship,
Athena, carries the holy relics that have to be presented at the temple of Delos once a year, and the other ship,
Hermes, is the accompanying ship. The two ships have the same structure. One year, in the course of the voyage, the
two captains decide to amuse themselves by exchanging the planks of the two ships (but not the content). Un
universalista deve dunque insistere sul fatto che lindividuazione deve essere spiegata per il tramite del nesso forma
universale-materia. Per questo a parere di Scaltsas - la somiglianza qualitativa della forma della nave connessa con
lidentit delle parti materiali condizione sufficiente per fissarne lidentit. In altre parole, se un ente X al tempo t
1

ha la stessa forma universale e la stessa materia dellente Y a t
2
, allora X e Y sono identici. Va rilevato che questa
posizione va incontro ad un problema in parte sollevato da WHITING (1986): i criteri di continuit spaziotemporale
per la materia sono completamente indipendenti da quelli validi per la forma? Il problema concerne la
giustificazione dellapparente mancanza di continuit spaziotemporale nellarco di tempo t
1
-t
2
, punto sul quale
Scaltsas non sembra soffermarsi con lattenzione che la questione meriterebbe.
28
qualcosa in pi di quellelemento semplice, per come viene descritto da chi, come Frede, intende la forma
solo sul piano di generalit logica delle specie.

4.2-Verso un concetto di individualit forte
Frede stipula non dimostra lindividualit della forma. Nel commento a Metaph. Z scritto in
collaborazione con Patzig, Frede rigetta linterpretazione tradizionale secondo cui nella definizione del
composto rientrano elementi materiali, tesi che implica lidentificazione tra la forma del gatto e lessenza
del gatto. Lesito nominalistico diviene inevitabile: il piano logico della specie collassa su quello
strutturale della forma e ne giustifica la particolarit. Invero, dal punto di vista dei due studiosi, lunico
modo per difendere la particolarit della forma e mantenere la sua definibilit porre anche loggetto
della definizione, ovvero lessenza, come particolare. Inoltre, per risolvere il problema dellapparente
indefinibilit ed inconoscibilit di ci che particolare Frede-Patzig si richiamano alla definizione di
anima contenuta in De anima II.1-2: lanima in un certo senso richiede che si dia una certa materia senza
per questo necessitare della sua presenza nella definizione. Di conseguenza, la particolarit della forma
non dipende dal nesso con la materia; la specie, infatti, particolare poich veicola una classe di attributi
logici che non sono rilevanti sul piano definizionale. Da cosa derivano le forme la propria particolarit?
Da nulla. Secondo Frede-Patzig le forme sono primitivamente particolari, lo sono in se stesse e di per se
stesse. La particolarit della forma viene fatta dipendere dal ruolo di soggetto che essa assume e dal fatto
che nessun universale pu essere un autentico soggetto di predicazione:

the general idea underlying this view is that the individuality of forms is a primitive fact: in other words, it is a
bedrock, unanalysable fact about the world that there come to be particular forms and that they are particular
independently of the different pieces of matter they are joined to (Galluzzo-Mariani 2006: p. 81).

Alcuni punti di questa interpretazione generano perplessit. Se si nega che la forma di una sostanza possa
costituirsi come base per lestrapolazione delluniversale non si pu arginare unobiezione macroscopica:
intendere la forma sostanziale sulla scala di generalit (dei termini generici e specifici) significa riportare
la particolarit logica propria del composto direttamente alle forme. Possiamo chiederci se il tentativo di
risolvere lapparente inconoscibilit dei particolari sulla base dellanalogia con lanima sia riuscito; e se
sia coerente relegare sullo sfondo il riconoscimento della priorit del livello metafisico in cui si situa la
forma in quanto anima dei viventi rispetto a quel livello logico che Metaph. Z comunque condivide con le
Categorie e che aveva guidato Aristotele allindividuazione dei particolari come sostanze prime. Frede-
Patzig (2001) obiettano che il concetto di forma di organizzazione , a certe condizioni, abbastanza
complesso da permettere di distinguere fra loro in modo pi immediato forme della stessa specie. Se
vero che lanima non soggetta generazione e corruzione e nemmeno al divenire, ma piuttosto essa
stessa principio del divenire, ci non significa che essa rimanga assolutamente identica. Certamente
luomo (il sinolo) che si modifica quando impara a parlare, ma la sua capacit costitutiva di parlare che
assume unaltra condizione nel momento in cui egli ha appreso a parlare. La forma di organizzazione
strutturata in modo tale da assumere forme sempre pi concrete, ed questa la causa del differenziarsi fra
29
individui di una stessa. In questa esegesi non esiste lo spazio logico per distinguere ci che particolare
da ci che individuale. N possibile pensare che esista una gerarchia tra i processi che interessano il
composto vivente. Ritengo che solo sul piano della struttura mereologica della sostanza possibile
svincolare la forma sostanziale dalla scala logica di generalit e riportarla sul piano metafisico della
composizione; cos facendo non sar necessario considerare la forma come immediatamente particolare.
La forma primariamente individuale e mediatamente particolare particolare solo se proiettata sul
piano dellessenza e della specie del composto. Con particolare indichiamo il gatto Robespierre in quanto
sinolo, invece con individuale indichiamo il gatto Robespierre in quanto indivisibile e numericamente
uno.
Un aspetto importante del problema dellindividualit della forma si traduce infatti nei criteri con cui
possiamo distinguere il piano logico della specie da quello definizionale dellessenza. Abbiamo visto che
le Categorie incorporano un criterio di sostanzialit fondato sullessere soggetto ultimo di predicazione e
di inerenza. Non potendo, per, distinguere tra sostanze prime e composti accidentali o, il che lo stesso,
tra predicazioni naturali e non naturali, non possono garantire che questo cavallo non sia una mera
giustapposizione tra determinazioni accidentali, e non un ente dotato di essenza e composto di materia e
forma. Uno dei compiti dellousiologia appunto mostrare che la determinazione sortale con cui questa
sostanza introdotta corrisponda ad una determinazione naturale e peculiare alla cosa. La naturalezza di
una determinazione sortale dovuta al fatto che questa non corrisponde soltanto a un possibile
raggruppamento per il soggetto n semplicemente allestensione di un suo attributo, ancorch costante
(come pu essere una propriet), ma allintersezione tra le due cose. Riecheggia il problema che Frede ha
posto nello studio degli accidenti individuali: una nozione forte di individuo si ha solo istituendo dei nessi
regolati nellintersezione tra le serie di inerenza e predicazione. plausibile considerare sostanza questo
cavallo perch il sortale cavallo, che ritaglia lestensione in cui questo ricade, corrisponde certamente a
un possibile raggruppamento, tra i tanti disponibili, per lindividuo da cui partiamo. Ma corrisponde
soprattutto a una conformazione differenziale, tra le tante disponibili, che le parti e gli attributi del cavallo
assumono, conformazione resa possibile dal genere e governata dalla forma. Occorre dunque articolare
internamente la sostanza distinguendo nettamente le parti dagli attributi e ci che essenziale da ci che
accidentale: in questo modo avremmo un ordine (e non semplicemente combinazioni prive di regola) in
grado di distinguere questo cavallo dalluomo bianco. Se vogliamo avere qualche garanzia di
circoscrivere in modo corretto dei soggetti primi individuali dobbiamo garantire lunit, nella formula
definitoria delle sostanze specifiche, lunit di genere e differenza (Metaph. Z.12). Cos facendo si pu
leggere non solo il passaggio dalle Categorie a Metaph. Z, ma soprattutto il passaggio, allinterno del
libro Zeta, dalla sezione concernente la sostanza come soggetto a quella concernente la sostanza come
essenza (come significato della definizione). Ma ci non ancora sufficiente.
Come ottenere una nozione forte (ovvero metafisica) di individualit distinta dallindivisibilit della
specie e dalla particolarit (logica) del composto? Come evitare lesito nominalistico di Frede-Patzig
(2001) che fa collassare il piano logico della specie su quello strutturale della forma? Un saggio di Balme
30
del 1980 suggerisce una risposta possibile mediante la distinzione tra piano logico della specie, piano
funzionale dellessenza e piano strutturale della forma
27
. Un rapido accenno pu essere utile.
Lindividualit della forma metafisicamente anteriore al composto. La forma infatti un semplice
essenziale. In quanto tale, essa determina la particolarit del composto rispetto alla specie in cui ricade. Il
gatto Robespierre un intero strutturato in parti la cui costituzione ed identit estrapolabile a
partire da questa forma individuale nel suo articolarsi in questo composto particolare: il nome
Robespierre pu indicare sia lanima che il composto. Se si considera Robespierre in quanto anima
allora sar sostanza prima e dunque individuale; se, invece, lo si considera in quanto composto, sar
particolare pur essendo come luniversale secondo la dottrina del sinolo in universale di Metaph.
Z.11. Contra Frede, latto primo va a costituire il livello di individualit dellanima in quanto assetto
potenziale di capacit ma non ne definisce affatto lindividualit (come invece potrebbero fare gli atti
secondi): si limita a specificarla. La storia della forma cos intesa diviene un continuo di articolazioni
formali e di livelli di attualit. Se lessenza che fa da tramite tra una forma individuale lanima ed
un composto particolare, allora lessenza considerata di per s non n individuale n universale. Essa
incorpora quelle determinazioni che sono sempre proprie della specie cui appartiene il composto, che
sono proprie della forma della specie (e per questo universali) e congenite (atto primo), ma che derivano
la loro efficacia esplicativa, il loro modo di esprimere le definizioni anche per quei tratti connessi
allatto secondo delle facolt che si riferiscono alla natura del particolare. Uninterpretazione
dellousiologia di Metaph. Z che metta al centro il modo in cui la tripartizione di Balme renda conto della
struttura mereologica della (definizione della) sostanza ci consegner quella nozione forte di individuo su
cui Frede ha molto insistito.


27
Riporto, per completezza, la tripartizione di Balme 1980. (i) La specie intesa come concetto logico nella misura
in cui deriva dalla considerazione in universale del composto di materia e forma (Metaph. Z.10-11). Occupando un
livello di generalizzazione maggiore di quello in cui si collocano gli individui, essa indica il cluster naturale che
sussume gli individui la cui forma sostanziale comune. Consideriamo il caso di un uomo: adottando la prospettiva
di Balme si pu sostenere che il processo che porter alla estrapolazione del sortale di specie inizier considerando il
soggetto in esame a prescindere da alcuni attributi relativamente accidentali (ad esempio avere il naso camuso).
Questa procedura non intende escluderli completamente dalla definizione ma si limita a definire luomo senza che
questa definizione includa un riferimento ad una certa forma del naso (e dunque alla sua materia), ovvero come
dotato di un naso di una qualche forma. Si tratta di una focalizzazione del livello proprio dei caratteri implicati nella
specie, entro il quale la struttura del soggetto pu essere considerata anche a prescindere da quelli accidentali. (ii)
Lessenza racchiude linsieme dei caratteri che consentono di formulare una spiegazione teleologica dellanimale.
Anzitutto Balme ritiene che lindividuazione dellessenza possa avvenire anche in categorie diverse da quella di
sostanza (ci si pu chiedere qual lessenza del musico, ad esempio) e su ogni livello di generalit logica. Invece, se
ci chiediamo qual lessenza delluomo dobbiamo isolare quel livello strutturale necessario allessere delluomo
(sul quale si situa la definizione del termine specifico) e considerarlo come se fosse un piano separato dagli altri. In
questo modo vengono separati nettamente gli attributi che sono necessari a quel livello di strutturazione (per
lanimale avere un cuore o un suo analogo) da quelli che invece non lo sono (avere il naso camuso). Il significato di
:.:; come essenza allopera, sottolinea Balme, nel noto passo di Metaph Z.8, 1034a5-7 in cui si dice che l:.:;
identico in quanto indivisibile in Socrate e Callia ma sono diversi a causa della materia. (iii) La forma (attuale nei
termini di Metaph. H.6,1045b19-23) di ogni composto particolare lorganizzazione su pi livelli (omeomeri ed
anomeomeri) delle determinazioni del soggetto che consente di individuare gli attributi ad esso essenziali di cui si d
una spiegazione teleologica. Significativamente Balme sottolinea che nei contesti in cui Aristotele afferma che per
forma si intende lessenza (ad esempio Metaph. Z.7,1032b1; Z, 10, 1035b32) si deve cogliere una sfumatura
concettuale non sempre evidente. Non sempre vero che quando si parla della forma di qualcosa si intende anche la
sua essenza; ci avviene in modo esplicito solo quando ci si propone di parlare della forma in quanto essenza.
31
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