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La questione degli

universali
Linguaggio, logica e conoscenza nel Medioevo

Nominalismo e Realismo
La questione degli universali: termini che possono

essere usati per definire concetti generali (rosso,


bellezza, umanit).

Che rapporto c tra termine universale e realt?

Postrem

Accezione logico-semantica (Boezio)


Culmine di una gerarchia che parte dagli enti.
Prodotto di uninduzione astrattiva.

In re

Accezione metafisica.
Forma particolare dellindividuo concreto.
Causa formale. Inerente ala cosa.

Ante
rem

Accezione metafisica
Lesemplare, forma anteriore alle cose
individuali.
Le cose partecipano alle forme

Come era stato inteso luniversale?

Il nominalismo di Roscellino (XI secolo)


La realt solo e sempre individuale
Per es: reale non lumanit, ma reali sono gli individui.
Lidea generale solo una parola.
Roscellino applica questo approccio anche alla teologia:
La trinit un termine generale, quindi non esiste la trinit, ma

esistono le tre persone che formano la trinit.

Realismo
Silvestro Mazolino, Compendium Dialecticae del 1496.
Approcci che riconoscevano agli universali un proprio

modo di essere al di fuori della mente umana e


indipendente da essa.

In questo caso il problema principale come

conosciamo la realt.

Es: Anselmo dAosta. Lesistenza di Dio non pu

sussistere solo nellintelligenza, ma richiede un


riferimento nella realt.

Abelardo
Critica a Guglielmo di Champaux circa il realismo degli

universali.

Punto di partenza nella questione sugli universali

lIsagogh, testo introduttivo alle Categorie di Aristotele,


di Porfirio (233-305 d.C.).

Porfirio scrive che nella sua introduzione: il problema

dei generi e delle specie: cio se siano di per s


sussistenti o se siano semplici concetti mentali; e,
nel caso che siano sussistenti, se siano corporei o
incorporei; e, infine, se siano separati o se si trovino
nelle cose sensibili, ad esse inerenti

Domanda aggiunta da Abelardo


I generi e le specie avrebbero ancora un significato per il

pensiero se gli individui corrispondenti cessassero di


esistere? La parola rosa per esempio avrebbe ancora un
senso se non ci fossero pi rose?

Abelardo parte dalla risposta di Boezio


Boezio: luniversale una cosa.
Es: nella specie umana tutti gli individui che

appartengono a questa specie possiedono la stessa


essenza di uomo.

La specie umana una res presente in tutti gli uomini.


La differenza di un uomo dallaltro dipende dagli

accidenti.

Cosa accade se consideriamo diverse


specie appartenenti ad uno stesso
genere?
Differenza specifica:
razionalit
Non razionale

Non razionale

Soluzione di Abelardo
Luniversale va attribuito alle parole. la funzione

logica di certe parole.

Un termine particolare (per es. Socrate) si predica di un

solo individuo.

Un termine universale viene utilizzato per predicare una

pluralit di individui.

Il termine universale nomina tanti, senza per indicarne

alcuno.

Gli enti nominati dalluniversale si trovano in uno stesso

status.

Per Abelardo uomo diverso da essere uomo.

Universali (nominum significatio)


Ci che gli enti nominati dalluniversale hanno in comune non

unessenza, ma uno status.

Ricaviamo luniversale dalle cose stesse, cogliendo la

somiglianza comune degli esseri che sono nello stesso stato. A


questa somiglianza attribuiamo un nome.

La formazione del pensiero di un termine particolare chiara

(intelligentia), la formazione del pensiero di un termine


universale debole (opinio).

Gilson: Un universale non dunque che un nome che designa

limmagine confusa estratta dal pensiero da una pluralit di


individui di natura simile, e che sono, di conseguenza, nello
stesso stato.

E se non ci fossero pi rose?


Se consideriamo la funzione di significare: verrebbe

meno se non ci fossero pi cose da significare.

Il significato del termine sussiste per anche se non ci

fossero pi cose da significare.

Il significato di rosa sussisterebbe ancora anche

qualora non ci fossero pi rose da significare, in quanto


sarebbe sempre possibile affermare la rosa non esiste.

Abelardo

Il contributo
della logica
per un
discorso
corretto su
Dio.

Teologia del sommo bene.


Condannata dal Concilio di
Soisson (1121).
Usare la logica contro chi
abusa dela logica in
teologia (cf Roscellino).

Theologia Summi Boni, secondo libro

Laus
dialectica

Tradizione
(Agostino)

Utilit
(spada)

Difesa
(nessuno
pecca
conoscendo)

Theologia Summi Boni, secondo libro


Contributo
della dialettica
alla teologia

Livello
apologetico

Dialogo con i
non credenti

Livello
esegetico

Livello
gnoseologico

Regole per la
lettura dei testi

La verit
rivelata si
esprime
attraverso
enunciati

Livello gnoseologico
Anche le parole della fede, affinch siano capite, vanno

dette secondo ragione. Non possono entrare in conflitto


con lintelletto.

I termini di un discorso teologico divengono inutili per la

comunicazione se coloro che li pronunciano non sono in


grado di comprenderli.

Dalla Theologia Scholarium: Se opportuno che coloro

che predicano, quando non sono in grado di esporre ci


che dicono, interrompano la predica, ci tanto pi
necessario quando gli stessi non capiscono ci che
enunciano, cosicch lintera loro fede pone il
proprio fondamento pi nella bocca che nel
cuore.

Peculiarit del discorso teologico


Sproporzione tra linguaggio umano usato dalla teologia

e divinit delloggetto da essa indagato.

Processo conoscitivo: sensus, imaginatio, intellectus.


Sensus: fa conoscere la superficie delle cose.
Imaginatio: mediazione tra intelletto e realt.

Rappresentazioni dellintelletto.

Intellectus: indaga e coglie la natura e le propriet delle

cose.

nel caso di Dio


Limaginatio ha lo spazio principale.
Il ruolo di mediazione svolto dallimaginatio quello

svolto dai segni linguistici.

Il linguaggio copre una parte fondamentale nella

conoscenza di Dio.

Nel caso della conoscenza di Dio lintellectus limitato

nella sua funzione, pertanto occorre dare maggiore


spazio al linguaggio.

Strumento privilegiato in ambito teologico la traslatio.

Struttura del ragionamento di


Abelardo nella Theologia Summi Boni
Livello ontologico: radicale differenza tra Dio
e le creature.
Livello gnoseologico: la radicale differenza
implica incomprensibilit.
Livello linguistico: ci che incomprensibile
non neppure esprimibile.

Per uscire dal mutismo


Linguaggio analogico: translatio e similitudo.
Non si arriva cos a conoscere Dio, ma ad assaporarne

qualcosa.

La teologia si muove quindi per Abelardo nellambito

dellimmaginazione e del linguaggio piuttosto che in quello


dellintelletto e della natura delle cose.

Linguaggio e teologia
Il compito del teologo non quindi la ricerca

della verit del proprio oggetto di indagine,


perch la teologia non propriamente
discorso delluomo su Dio, ma un dialogo fra
gli uomini sul modo pi corretto per parlare
di Dio. Il lavoro sulle parole ha come scopo
quindi quello di migliorare la capacit di
comunicazione.

Vantaggi e limiti del linguaggio


teologico
Abelardo, Theologia Summi Boni, II,64: A ci

ritengo si debba rispondere che non deve stupire se la


natura della divinit, cos unica, ha un modo
despressione particolare. senza dubbio opportuno che
ci che assai diverso da tutte le creature sia espresso
attraverso un discorso di diverso genere, e che
quellunica maest non sia racchiusa nei limiti di un
linguaggio comune e volgare [] Linsegnamento
adeguato su questi problemi doveva essere riservato
alla stessa sapienza incarnata, cosicch Dio stesso
esponesse ci che conosciamo di lui, dal momento che
nessuna creatura in grado di innalzarsi a questa
conoscenza.

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