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Indice

Premesse Introduzione Genesi e definizione Problema delle altre menti Zombi filosofico Cogito ergo sum. - Cartesio, foriero del solipsismo Particolarit La morte Lultimo superstite Il tempo e la morale Imparare La necessit di un linguaggio Il migliore dei mondi Onironautica Tipologie Solipsismo metafisico Solipsismo epistemologico Solipsismo metodologico Solipsismo digitale Storia Gorgia (da Lentini) Cartesio Berkeley Critiche e confutazioni Povert filosofica Argomenti di Wittgenstein Il solipsismo affronta il realismo Conclusione: il rifugio nel realismo Fonti Bibliografia[x] Sitografia(x) Videografia Mappa concettuale con collegamenti 3 4 5 5 6 6 8 8 8 8 8 8 8 8 9 9 9 9 9 10 10 10 10 11 11 11 12 13 16 16 16 16 16

Premesse
A due giorni dallinizio di questo ormai terminato ultimo anno scolastico mi perdo in riflessioni. Il display del mio telefono riporta le ore 4:07 del mattino, sento un bisogno nicotinico ma il mio pacchetto di Marlboro rosse vuoto. Decido di incamminarmi verso il tabaccaio della mia via. Questi 100 metri per 2 son stati una transizione tra il precedente stato mentale e quello che segue in questo testo. Nei primi cento metri ho continuato il discorso con me stesso iniziato prima. Per me il livello superiore non avere un'opinione. Ho diversi processi mentali, si susseguono, spesso non manca la componente delle introspezioni spirituali. Sospendo un processo per dedicarmi ad altri, poi li riaccendo come le sigarette. Premo il pulsante sulla macchinetta, il pacchetto scende. Prendo una sigaretta, laccendo. Si crea uno stato di confusione perentoria, nessuno dei processi viene mai arrestato ma solo sospeso. Te ne cito uno. Riesco a comprendere i desideri di verit riportati, le storie altre, appieno. forse per il fatto che non attribuisco una valutazione personale dei valori di verit ai pensieri non altri, che riesco a far miei senza giudizio i vostri. Tuttavia, non mi chiaro se sia io a possedere un solo ego o se sia il mio ego a possederne molti altri. Siamo pi propensi ad accettare la seconda ipotesi, ma io no, e noi s. Ma mi serve tutto questo? Nel gioco della vita siamo molti partecipanti, o sono io lunico in mezzo a molteplici intelligenze artificiali? Gli altri sono reali? Cosa significa reale? Posso tenere un dialogo con una qualsiasi altra intelligenza non tangibile se solo lo voglio? Evoco Nietzsche, ultimamente al centro dei miei pensieri. Troppo facile ascoltare Nietzsche confermare i pensieri cardine dei secoli XX e XXI, pensieri preinstallati in noi, gi ponderati. Potrei chiamare anche comodo, piuttosto che facile, latto di chi accetta come suggello di conferma la notoriet wikipedica di questo tale e linequivocabile somiglianza dei suoi scritti con le nostre menti. State solo ascoltando, siete muti! Cercate risposte, senza porre domande, accettando i suoi pensieri come vostri. Questa pirateria. Abbiamo inventato il dialogo per trovare noi stessi e la parola io nata prima di noi, come io e noi sono nate dopo di me e di noi. Tuttavia secondo la Parola, la Parola nata prima di tutto, quindi non potendo le due verit coesistere, il mio argomento distrutto. Arrivo a casa, entro. No, Friedrich! Ti sbagli! Tu stai solo nascondendoti! Non sar mai sottomesso dalla tua pseudo inattaccabilit. Sei un grande, nel mio tempo sei addirittura un giusto, ma ci rovini. I figli crescono con lidea di esser condannati alla tristezza. Un po ti odio, ma non fraintendere, non mi chiamo Vanesio. Il mio nome Y, sono un guerriero delle arti magiche. Ti propongo di collaborare alla creazione di un portale tra la coscienza di un qualsiasi der suchende e la destinazione da lui ambita. Tieni fra le dita le offerte di un esploratore cosmico che ha visitato molti non-luoghi, attraverso le nostre forze congiunte potremmo realizzarci a vicenda. Io so dove sei, non sei altro che il laccio delle mie Nike Air Max, considerate tamarrissime dalle persone mie, continui a slacciarti. So perch lo fai, tranquillo. Ho in mente molti discorsi da farti, ho trovato molteplici critiche a cui sottoporti. Costruiamo una catapulta dai, almeno quella possiamo costruirla al contrario della destinazione che ambiamo raggiungere! Ci vediamo pi tardi, quando esco. Tu intanto riposa. Ciao. Rimembrando questo evento decido di dedicare al solipsismo la mia tesina, esso stato un argomento che mi ha seguito nel corso dellanno, inoltre ho contribuito con le mie ricerche alla stesura dellarticolo sul solipsismo su Wikipedia Italia. Questa tesina si propone di descrivere il tema del solipsismo, analizzarlo in tutte le sue parti, raccontarne la storia, citare le confutazioni e gli argomenti a favore.

Introduzione
La mente lunico strumento certo che lindividuo possiede, anche con ladopero di strumenti come telescopi, acceleratori di particelle, lultima destinazione di queste informazioni sar sempre lindividuo, per esso stanziante solo nel proprio cervello rendendo impossibile lesistenza di qualunque cosa al di fuori desso. Questo principio chiamato predicamento egocentrico. Qualsiasi cosa lindividuo conosca riguardo al mondo l fuori dipende ed creato dalla mente. Ci fu cos importante per Peirce che disegn una linea tra la realt, ovvero come luniverso realmente , e ci che chiam faneron, il mondo filtrato attraverso i nostri sensi e corpi, le uniche informazioni da noi accessibili. La credenza secondo cui l'individuo esiste mentre la sua percezione del resto, il cibo, luniverso, le persone, sia uninvenzione della mente chiamata solipsismo. Non v alcuna maniera di convincere un solipsista che il mondo al di fuori sia reale e non c alcun modo di convincere qualcuno che dubita che luniverso non sia stato creato 3 secondi fa insieme a tutte le proprie rimembranze, del contrario.

Genesi e definizione
Dal latino solus, solo e ipse, stesso: solo se stesso, il solipsismo la credenza secondo cui tutto quello che l'individuo percepisce venga creato dalla propria coscienza. Di conseguenza, tutte le azioni e tutto quello che fa l'individuo parte di una morale prestabilita dal proprio io, ubbidendo pertanto solamente a quello che quest'ultimo dice, al di l delle leggi prestabilite dal mondo esterno, da altre soggettivit, quindi. Contrariamente alle altre credenze, che hanno leggi e regole stabilite secoli addietro, il solipsismo si distingue in quanto le leggi da rispettare provengono direttamente dagli stati pi interni dell'individuo, e pertanto hanno una credenza e una validit molto pi veritiera di tutte quelle regole che altri individui avrebbero stabilito per conto nostro: gli stessi non uccidere e non rubare sono tali in quanto l'io, in quanto la morale personale sa ed convinta che queste due a zioni sono sbagliate, al di l del fatto che appartengono a leggi esterne. Psicologicamente, se l'io non sente quello che sentono gli altri, non pu di conseguenza viverlo in contemporanea: se l'individuo arrabbiato, gli altri in contemporanea vivono non sentendo questo sentimento, e in un certo qual modo l'individuo per gli altri non esiste. Tutti gli io hanno diversi modi d'approccio alla realt, soggettiva e caratterizzata da diversi punti di vista(1). La negazione dellesistenza materialista in s non costituisce il solipsismo. La caratteristica forse pi controversa della visione solipsista la negazione dellesistenza di altre menti. Dal momento che i qualia 1 sono privati e ineffabili, l'esperienza di un altro essere pu essere conosciuta solo tramite analogia entis2.

Problema delle altre menti


Il problema epistemologico delle altre menti proposto dalla scuola scettica alla base della genesi del solipsismo e consiste nel determinare il modo in cui un soggetto individuale sa o accerta che anche gli altri hanno esperienze e stati mentali simili a quelli che egli stesso pu sperimentare in s stesso per via introspettiva. Si pu esprimere il problema tramite un esempio suddiviso nei passi successivi: 1. non possibile sapere se quando un soggetto guarda un oggetto rosso egli ha la stessa percezione del rosso che ha un altro (es. non si pu sapere se lindividuo, nel momento in cui assumesse lo stato mentale dell'altro allo stesso istante, non chiamerebbe quella sensazione verde); 2. per cui, non possibile sapere che altre persone abbiano sensazioni qualsiasi opposte a reazioni nervose; 3. non mai possibile conoscere direttamente un altro stato mentale. Conclusione: non mai possibile sapere che esistono altre menti oltre alla nostra. Esistono vari approcci a risposta di questo problema, la posizione filosofica che conferma tal conclusione il solipsismo che oltre a sostenere che non vi sono menti oltre a quella dellindividuo sostiene che cercare di provare l'esistenza di un'altra mente un tentativo futile. I proponenti di questa visione argomentano che ad esempio le altre persone potrebbero essere nullaltro che automi fatti di carne, o pi propriamente zombi filosofici.

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Aspetti qualitativi delle esperienze coscienti. Via intermedia fra univocit ed equivocit.

Zombi filosofico
Gli zombi filosofici sono enti indistinguibili da un normale essere umano ad eccezione che mancano di coscienza, qualia e non sono senzienti. Si comportano come noi, alcuni si dilettano nei discorsi circa la coscienza che non detengono. Quando uno zombi viene tramortito, ad esempio, non percepisce alcuna forma di dolore anche se il suo comportamento quello di una persona che prova dolore. Secondo lo sviluppatore di questa idea, David Chalmers, la loro esistenza (o meglio, la possibilit della loro esistenza il fatto che il lettore abbia capito quello che lautore della tesina ha appena scritto) dimostrerebbe che la coscienza non riducibile ai processi cerebrali. I filosofi cercano tuttavia di costruire la conoscenza su pi di una deduzione o di unanalogia. Il fallimento dellimpresa epistemologica di Cartesio ha reso popolare l'idea che lunica verit di cui si dispone sia la res cogitans, ovvero penso, dunque esisto, senza fornire dettagli circa la natura del io che si dimostrato esistere.

Cogito ergo sum. - Cartesio, foriero del solipsismo


Cartesio, con la sua opera, si chiedeva cosa fosse possibile conoscere con certezza, rifiutando di accettare come conoscenza certa qualunque cosa di cui fosse possibile dubitare. In questo modo egli arriv a concludere che l'unica cosa di cui non si pu dubitare la propria esistenza:

Tutto ben ponderato bisogna concludere e tener fermo che questa proposizione io sono, io esisto, necessariamente vera, ogni qual volta che io la pronuncio, o la concepisco mentalmente.
(Meditazioni, 2)

In altri termini, anche se l'affermazione io esisto fosse errata, nell'atto in cui la penso non posso dubitare del fatto che io esisto (in quanto essere che pensa); questo il significato del Cogito ergo sum (penso, dunque esisto) cartesiano. Una volta stabilito questo per risultava difficile, se non impossibile, per Cartesio determinare qualche conoscenza certa che andasse al di l del Cogito. Cartesio risolve il problema appellandosi a Dio: Dio buono e non ci inganna, pertanto ci che i miei sensi sperimentano (un mondo esterno e "pubblico", condiviso da altri esseri umani), deve corrispondere alla realt. Cartesio sfugge dunque alle conseguenze del suo ragionamento, essenzialmente solipsista, appellandosi a Dio. Cartesio assumeva che la ragione umana, una volta eliminate le false conoscenze, avrebbe potuto risolvere ogni problema, Locke dubitava invece della stessa adeguatezza della ragione: egli sente la necessit di stabilire quali sono gli ambiti ed i limiti della conoscenza umana, prima di poterla utilizzare per la risoluzione di qualsiasi problema. Locke segue l'impostazione cartesiana che tutto e solo quanto possiamo conoscere direttamente sono le nostre idee (intese qui come qualsiasi cosa che sia oggetto dell'intelligenza, quindi emozioni, pensieri, sensazioni, etc.), egli per nega l'esistenza di qualsiasi idea innata, dichiarando che tutte le nostre idee ci vengono dall'esperienza (empirismo). Locke sosteneva che vi sono le idee di sensazione che derivano dall'esperienza esterna (come il colore di un oggetto) e le idee di riflessione, nate dall'introspezione (l'idea di pensare, percepire, etc.) e che la mente a partire da idee semplici (ossia non ulteriormente scomponibili, ma di per s chiare e distinte) costruisse, tramite confronti, raggruppamenti, differenziazioni, etc., le idee complesse. Questa posizione non esclusiva di Locke, ma egli fu il primo a portarla alle sue estreme conseguenze: negare che esistano principi innati significa negare che l'uomo possa in qualche modo cogliere leggi di natura o essenze metafisiche, che siano valide a priori ed esistano indipendentemente dal controllo dell'esperienza. Cos, quando sperimentiamo le idee semplici di solido ed esteso creiamo l'idea di materia ma questo solo un nome per una realt di cui non abbiamo nessuna conoscenza diretta (non percepiamo la materia, solo la solidit e l'estensione), in altri termini, l'esistenza della materia non un dato di fatto. Allo stesso modo, il principio di causa-effetto non che un caso particolare di un gruppo di idee dette idee di relazione che nascono ogni volta che mettiamo in relazione le idee fra 6

di loro: noi osserviamo che ogni volta che un'idea si presenta alla nostra mente essa preceduta da un'altra idea che chiamiamo la sua causa, ma ancora una volta dire che A causa B non esprime una conoscenza diretta, n una necessit logica, ma solo una relazione fra idee. A questo punto abbiamo brevemente descritto come si sono venuti a delineare i principi del solipsismo che potremmo riassumere nei seguenti punti che sono inoltre tre dei pi importanti presupposti filosofici: 1. lunica conoscenza certa il contenuto della mente del soggetto, i propri pensieri, gli affetti, le proprie esperienze, (); 2. le esperienze sono fatti interni e privati; 3. non v alcun nesso concettuale o logico necessario tra la mente e il corpo, come discusso nella figura del cervello nella vasca 3 di Putnam. In altre parole: non possibile derivare necessariamente un legame fra gli stati mentali ed il mondo fisico. Se accettiamo per buone queste premesse il solipsismo diventa una posizione logicamente inattaccabile (o almeno ritenuta tale da molti filosofi): le idee (nel senso definito sopra), le nostre stesse idee, sono l'unica cosa che ognuno di noi sperimenta (primi due punti) e diventa impossibile dimostrare l'esistenza di qualunque cosa al di l delle proprie idee (terzo punto); pertanto il solipsismo diventa l'unica posizione logicamente sostenibile. Tuttavia, il solipsismo non un singolo concetto ma si riferisce invece a diverse visioni del mondo delle quali gli elementi comuni sono una forma di negazione dellesistenza delluniverso indipendentemente dalla mente dellagente.

Immaginate che un essere umano (potete immaginare di essere voi) sia stato sottoposto ad unoperazione da parte di uno scien ziato malvagio. Il cervello di quella persona (il vostro cervello) stato rimosso dal corpo e messo in unampolla piena di sostanze chimiche ch e lo tengono in vita. Le terminazioni nervose sono state connesse ad un computer superscientifico che fa s che la persona a cui appartiene il cervello abbia lillusione che tutto sia perfettamente normale. Sembra che ci siano persone, oggetti, il cielo ecc., ma in realt lesperienza della persona (la vostra esperienza) in tutto e per tutto il risultato degli impulsi elettronici che viaggiano dal computer alle terminazioni nervose. Il computer cos abile che se la persona cerca di alzare il braccio la risposta del computer far s che "veda" e "senta" il braccio che si alza. Inoltre, variando il programma lo scienziato malvagio pu far s che la vittima "esperisca" (ovvero allucini) qualsiasi situazione o ambiente lo scienziato voglia. Pu anche offuscare il ricordo delloperazione al cervello, in modo che la vittima abbia limpressione di essere sempre stata in quellamb iente. [...] Potremmo anche immaginare che tutti gli esseri umani... siano cervelli in unampolla. Naturalmente lo scienziato malvagio dovrebbe trovarsi al di fuori. Dovrebbe? Magari non esiste nessuno scienziato malvagio; magari luniverso... consiste solo di macchinari automatici che badano a unampolla piena di cervelli. Supponiamo che il macchinario automatico sia programmato per dare a tutti noi unallucinazione collettiva... Quando sembra a me di star parlando a voi, sembra a voi di star ascoltando le mie parole. Naturalmente le mie parole non giungono per davvero alle vostre orecchie, dato che non avete (vere) orecchie, n io ho una vera bocca e una vera lingua. Invece, quando produco le mie parole quel che succede che gli impulsi efferenti viaggiano dal mio cervello al computer, che fa s che io senta la mia stessa voce che dice quelle parole e senta la lingua muover si, ecc., e anche che voi udiate le mie parole, mi vediate parlare, ecc. In questo caso, in un certo senso io e voi siamo davve ro in comunicazione. Io non mi inganno sulla vostra esistenza reale, ma solo sullesistenza del vostro corpo e del mondo esterno, cervelli esclusi.

Particolarit
La morte
La morte delle persone della realt dellindividuo solipsista non ha rilevanza in quanto essi non erano altro che meri automi. La morte di altri solipsisti non rappresenta nulla. La morte del vero solipsista non pu essere, in quanto non uno stato in cui egli pu essere, la morte rappresenta soltanto il fermarsi del flusso di dati proveniente dalla mente dellindividuo che immagina una determinata persona.

Lultimo superstite
In seguito alla morte di tutti gli esseri viventi, lultima mente rimasta sarebbe per forza un solipsista? Non necessariamente.

Il tempo e la morale
Nel solipsismo anche il passato una creazione della propria mente, non v tempo ma solo la proposizione penso, dunque esisto. Il solipsismo annulla anche tutti i valori e le morali rendendoli senza senso e percependo ogni forma di male come mero frutto di calcolo.

Imparare
Alcuni criticano il fatto che il solipsista dovrebbe essere onnisciente tuttavia egli potrebbe non ambire a tale stato in quanto conscio del fatto che le conoscenze complete risiedono nel suo subconscio.

La necessit di un linguaggio
Perch il solipsista necessita di un linguaggio per comunicare con enti non reali? Inoltre il solipsista necessita del linguaggio per ponderare circa il solipsismo. Alcuni credono che il solipsismo debba essere necessariamente incoerente.

Il migliore dei mondi


Come mai il solipsista non ha creato il migliore dei mondi in cui vivere, perch anche lui stesso prova sensazioni negative come dolore o tristezza? Il solipsista potrebbe ignorare una vita migliore per una dimenticanza volontaria precedente, oppure magari per non annoiarsi. La sua vita potrebbe in realt essere la migliore possibile. Magari le categorie come dolore sono solamente percepite per via del contesto socio-culturale, oppure come in un sogno il subconscio crea con schemi sconosciuti una realt mentre la parte conscia non pu comandare questo processo. Si potrebbe pensare che il dolore e le sensazioni negative siano necessarie per il conseguimento di unesistenza di livello superiore.

Onironautica
Nei sogni lucidi4 il solipsismo provato per empiria, luniverso onirico una volta acquistata coscienza di star sognando, pu venire creato, distrutto, ricreato, mutato a voler dellonironauta e lui stesso in grado di fare tutto ci che desidera controllando lo spazio e il tempo.

Lonironautica la scienza che tratta dei sogni lucidi ovvero i sogni in cui si acquista coscienza di st ar sognando che divengono perci mutabili per il conscio che prende il sopravvento sul subconscio.

Tipologie
Vi sono differenti variet di solipsismo a seconda del grado di scetticismo5.

Solipsismo metafisico
Il solipsismo metafisico la tipologia pi forte, basato sulla filosofia dellidealismo soggettivo, afferma che non esiste realt oltre alla realt della mente o degli stati mentali dellindividuo e che la sua mente la realt intera mentre il monto esterno non ha esistenza indipendente. Viene espresso con lasserzione Io ed io soltanto esisto., in altre parole, non esiste realt oltre a quella della mente dellindividuo.

Solipsismo epistemologico
La scuola epistemologica pensa che solamente i contenuti mentali del filosofo solipsista direttamente accessibili possono essere conosciuti. Lesistenza di un mondo esterno considerata una questione indecidibile piuttosto che falsa.

Solipsismo metodologico
Il solipsismo metodologico viene usato per riuscire a superare i limiti del solipsismo stesso. Viene considerato una forma di solipsismo agnostico debole. Considerato come conseguenza dei requisiti epistemologici stretti per la conoscenza, ad esempio il requisito la conoscenza devessere certa. Mantengono le convinzioni per le quali ogni induzione tende ad essere errata e quella dei cervelli nella vasca. Tuttavia in questo caso il cervello visto come parte della realt esterna ad essa poich la mente risiede nel cervello e noi percepiamo tramite la sfera sensibile il nostro cervello. I pensieri sono lunica cosa conosciuta con certezza.

Solipsismo digitale
Variazione del solipsismo metafisico per la quale lindividuo si trova allinterno della realt creata dalla propria mente come in un ambiente virtuale di un videogioco di ruolo. Lindividuo prende il nome di Beta e pu conoscere, non conoscere, non trovarsi nel migliore dei mondi, a seconda dei voleri del programmatore, entit divina stanziante in una dimensione superiore a quella spaziotemporale del Beta, di cui padre, o meglio, padre dellalgoritmo generativo della sua intelligenza. Possono esistere altri solipsisti nella realt, per rendere lesperienza del vero solipsista pi difficoltosa. In alcune varianti, Beta un hacker, ovvero unautocoscienza che evolvendosi comincia ad applicare ingegneria reversa nei confronti della realt in cui risiede riuscendo a varcare i limiti posti dal programmatore. Questa visione per la quale la realt un computer si giustifica citando lesistenza di un supercomputer che calcolando il Significato ha creato il programma Realt di cui Beta e tutto fan parte.6

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Nel corso della tesina si approfondir il solipsismo metafisico. Vi sono rappresentazioni videoludiche ispirate da questa variet del solipsismo, alcune di queste sono: Garrys Mod, The Sims, Minecraft, The Game of Life, [] e inoltre unintera serie di anime si basa su questo, ovvero, La Malinconia di Suzumiya Haruhi.

Storia
Posizioni simili o correlate al solipsismo sono presenti in molte delle filosofie orientali, in particolar modo nel Taoismo, in diverse interpretazioni del Buddhismo (specialmente lo Zen), e in alcuni modelli di realt Hindu.

Gorgia (da Lentini)


Le origini del solipsismo nella filosofia occidentale vanno individuate nel pensiero del sofista presocratico greco Gorgia da Lentini (483375 a.C.) che afferm, secondo le citazioni del filosofo scettico greco Sesto Empirico[1], che: 1. nulla esiste; 2. anche se qualcosa esistesse, nulla pu essere conosciuto a riguardo; 3. anche se qualcosa potesse esser conosciuta a riguardo, la conoscenza circa essa non potrebbe essere comunicata ad altri. Anche se pu essere considerata in parte unironica confutazione e parodia della posizione di Parmenide e dei filosofi eleatici, Gorgia tuttavia cattur lo spirito del solipsismo.

Cartesio
Il solipsismo si trova anche al cuore della visione cartesiana secondo la quale lindividuo comprende tutti i concetti filosofici (pensiero, volont, percezione, ) tramite analogie coi propri stati mentali (ad esempio per astrazione dellempiria interiore). Lo scetticismo cartesiano lo condusse a dubitare dellesistenza del mondo che percepiva, e nella formulazione dellemerito cogito ergo sum si ridusse allunica cosa di cui non riusciva a dubitare, lautoconsapevolezza di s.

Berkeley
Gli argomenti di George Berkeley contro il materialismo e a favore dellidealismo fornirono i solipsisti di alcune tematiche che non si trovano nel pensiero di Cartesio. Mentre questultimo difese il dualismo ontologico, accettando lesistenza della res extensa7 insieme alla res cogitans8 e di Dio, Berkeley neg lesistenza della materia ma non delle menti, una di queste Dio.

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mondo materiale menti immateriali

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Critiche e confutazioni
Nessuno dei grandi filosofi ha esposto il solipsismo. Come teoria, se pu esser definita come tale, chiaramente molto lontana dal senso comune. Alla luce di questo dato sorge ragionevole domandarsi come mai il solipsismo debba ricevere attenzione filosofica.

Povert filosofica
Alcuni filosofi sostengono che il solipsismo sia interamente vuoto e privo di contenuto. Rassomiglia a una teoria di fede, pare sterile, non permette alcun approfondimento n pu essere dimostrata la sua falsit. Il mondo rimane esattamente uguale. Un facile nascondiglio dietro le basilari leggi del pensiero ed il cogito ergo sum. Tuttavia lobiezione circa la povert filosofica del solipsismo viene scartata nel momento in cui Cartesio rende la ricerca egocentrica della verit lobiettivo primario dello studio critico della natura ed i limiti della conoscenza. In questo senso il solipsismo implicito in molte filosofie della conoscenza e della mente dallavvento di Cartesio e nelle teorie che adottano lapproccio cartesiano come riferimento principale. Il solipsismo merita senza ombra di dubbio attenzione filosofica dal momento che si basa su tre dei pi importanti presupposti filosofici (v. Cogito ergo sum. - Cartesio, foriero del solipsismo). Diventa chiaro che qualunque obiezione seria al solipsismo dovrebbe attaccare una delle tre premesse esposte sopra. Le obiezioni che si basano su questioni altre quali: perch la gente soffre, perch muore? In altri termini, perch se creiamo il mondo, non creiamo un mondo migliore?, non sono una confutazione della posizione solipsista. Una prima critica considera come ci formiamo i concetti relativi alla nostra vita mentale e come li applichiamo agli altri: come possiamo, ad esempio, sostenere che qualcuno arrabbiato se abbiamo accesso solo ai nostri stati mentali? In base ai principi indicati sopra, tale conoscenza pu essere solo indiretta e procedere per analogia: questa tesi (nota appunto come argomento per analogia) sostiene che, osservando che gli altri si comportano in modo simile a me in circostanze simili, ne deduco che i loro stati mentali siano simili ai miei. Questo argomento usato da alcuni filosofi empiristi (es. William James, Bertrand Russell) come scappatoia al solipsismo, ma non esente da problemi: in primo luogo, gli stati mentali altrui sono desunti in maniera indiretta e quindi non ho nessuna ragione di sostenere la correttezza di tale inferenza (in altri termini, gli stati mentali altrui rimangono sempre e comunque nascosti), ma non solo: in forza del terzo principio esposto sopra, derivare un legame fra gli eventi del mondo fisico e gli stati mentali non lecito. Esiste poi un'altra obiezione ancora pi radicale: come possibile per me applicare agli altri, anche solo in via di principio, concetti psicologici che so si applicano solo a me stesso? In altri termini, io so cosa significa rabbia perch l'ho sperimentata come vissuto personale, quindi necessariamente la rabbia che conosco in realt la mia rabbia quindi applicare questo concetto a qualunque altra cosa che non sia me stesso una cosa priva di fondamento logico. L'argomento per analogia non sembra quindi fornire una confutazione al solipsismo.

Argomenti di Wittgenstein
Wittgenstein critica invece proprio questa visione relativamente alla creazione dei concetti psicologici: essi non sono derivati, tramite un processo di assimilazione, a partire dal mio vissuto personale, al contrario essi nascono da un contesto intersoggettivo (sociale) e parte del loro significato costituito proprio dal fatto che si applicano alle persone: noi prendiamo le persone come esempio paradigmatico per decidere cosa significa avere una vita mentale. Riprendendo il nostro esempio, noi impariamo concetti come rabbia perch li vediamo innanzitutto applicati ad altre persone: non 11

facciamo un'inferenza del tipo: si comporta in quel modo, quindi arrabbiato, al contrario noi sappiamo che un certo comportamento parte del significato di essere arrabbiati. L'argomento per analogia cessa quindi di essere necessario per spiegare la vita mentale altrui in quanto avere una vita mentale significherebbe appunto comportarsi come gli esseri umani si comportano. Wittgenstein ammette che esiste una diversit fra la frase io sono arrabbiato ed egli arrabbiato, ma tale diversit non nasce dalla differenza fra una conoscenza diretta e certa dei miei stati mentali, ed una conoscenza inferenziale e fallibile degli stati altrui. La differenza sta nel fatto che il pronome egli denota un ben preciso individuo al quale attribuisco uno stato mentale, tale operazione, per essere valida, necessita di soddisfare alcuni criteri intersoggettivi, mentre la prima frase pu essere affermata a prescindere da qualsiasi criterio in quanto il pronome io non viene utilizzato per isolare un individuo in un gruppo che possiede qualcosa. Riassumendo, Wittgenstein accusa i solipsisti di confondere un'asimmetria, esistente, fra affermazioni che necessitano di un criterio giustificativo ed altre che non lo necessitano, con un'asimmetria, questa inesistente, fra conoscenza certa di fatti privati e conoscenza (incerta) di fatti altrui. Fin qui Wittgenstein critica il primo ed il terzo principio sopra esposti, egli comunque dimostra come anche il secondo sia falso. In particolare egli fa notare come esso possa essere interpretato secondo due significati: Solo io posso conoscere le mie esperienze. Questa affermazione pu essere ulteriormente scomposta in due parti: io so quando ho una certa esperienza e le altre persone non possono sapere quando ho una certa esperienza. La prima affermazione rappresenta, secondo Wittgenstein, un uso improprio del verbo sapere: noi non veniamo a conoscenza delle nostre esperienze, non le impariamo, le abbiamo e basta. Dire io sono arrabbiato non esprime una conoscenza nel vero senso del termine, piuttosto una componente verbale del comportamento che definisce l'essere arrabbiato. La seconda affermazione risulta palesemente falsa: in alcuni casi diventa per noi impossibile nascondere le nostre esperienze, anche se lo vogliamo. Solo io possiedo le mie esperienze. Questa affermazione risulta vera solo se presa in senso strettamente grammaticale: allo stesso modo posso affermare che solo io ho il mio raffreddore, ma questo non ha che fare con la nostra conoscenza dei raffreddori. Quando diciamo che due persone provano lo stesso dolore intendiamo che hanno gli stessi sintomi.

Un'altra linea di confutazione fa notare come il solipsismo sia necessariamente incoerente dal punto di vista logico: come qualsiasi teoria infatti il solipsismo necessita di un linguaggio per essere espresso ma il linguaggio innanzitutto un fatto sociale: le regole linguistiche, anche se non rigide, non sono arbitrarie e personali, fanno parte di una serie di convenzioni sociali. Esprimere l'idea stessa di solipsismo usando il linguaggio significa negare l'esistenza di quello stesso contesto (gli altri) che d significato al linguaggio stesso.

Il solipsismo affronta il realismo


Unobiezione[2], posta da David Deutsch (insieme ad altri), che dal momento chel solipsista non ha alcun controllo sulluniverso che sta creando, vi devessere dunque una parte della sua mente di cui non conscio che si occupa della creazione. Se il solipsista individuasse il suo inconscio come oggetto di studi scientifici scoprirebbe che esso si comporta con la stessa complessit delluniverso descritto da un realista. Cos ci che il realismo identifica come luniverso, il solipsismo lo chiama linconscio dellindividuo. La distinzione tra il realismo ed il solipsismo risiede nelle maniere differenti di descrivere la stessa cosa: un processo incredibilmente complesso che provoca tutte le esperienze del solipsista ma non equivale con la parte conscia della sua mente. Tuttavia nonostante ci il solipsista potrebbe sostenere che ci che provoca le sue esperienze ancora parte della sua mente. Presumibilmente, supponendo che lo scienziato solipsista in verit uno scienziato realista, Deutsch sostiene un argomento a favore delle pi comuni opinioni sulla realt. Egli applica il novacula 12

Occami9, e afferma di preferire la visione comune per la quale la realt sarebbe esterna alla mente dellindividuo piuttosto che la visione cervello nella vasca. Questo perch la visione standard della
realt soddisfa tutti i dati a disposizione degli scienziati, rendendo superflue le ulteriori complicate possibilit. Cercando di evitare landare contro le leggi del pensiero, il solipsista potrebbe facilmente appellarsi al problema dellinduzione tramite il quale potrebbe rendere invalido ladopero del novacula Occ ami ed anche le prime premesse di Deutsch circa la mente del solipsista, dal momento che essi sono argomenti ponderati secondo il ragionamento induttivo.

Conclusione: il rifugio nel realismo


Il solipsismo rappresenta per lumano il realizzare una tremenda consapevolezza, spesso difficile da gestire. Spesso infatti alcuni soggetti sviluppano la sindrome solipsista che li porta a dubitare dellautocoscienza degli alieni alla propria mente. Esiste infatti in alcune giurisdizioni, un caso ricorrente di difesa giuridica chiamata la difesa di Matrix. Nel 2002, Tonda Lynn Ansley, una donna di Hamilton, in Ohio, spara ed uccide la sua padrona di casa. Sotto accusa, afferma alla corte di essere in Matrix e di non aver commesso un vero crimine uccidendo una persona non reale. Usando la difesa di Matrix venne dichiarata non colpevole per insanit mentale. La scelta della dichiarazione di insanit mentale considerata controversa perch dimostra che la visione opposta al solipsismo molto pi salutare e comune, dimostra che il realismo un rifugio pi accogliente. Il realismo la convinzione secondo la quale la realt esiste indipendentemente dal proprio faneron. Una visione che rende nulla il principio dindeterminazione, una visione per la quale il gatto di Schrdinger solo o vivo, o morto, indipendentemente dal fatto che si compia o meno unosservazione. Non si pu sapere con certezza se il realismo sia vero, lunica cosa che possibile fare credere, rendendo questa teoria simile per questo aspetto al solipsismo. Martin Gardner espone in un suo trattato il motivo per cui lui non un solipsista perch il realismo molto pi conveniente, salutare e funziona. In seguito ad una critica postagli, ovvero: Non la infastidisce il fatto che non pu sapere se il realismo sia vero o meno?[10[ lui scrisse: Se mi si chiedesse di discorrere circa la natura di ci che si cela dietro il faneron, la mia risposta sarebbe: come diavolo faccio io a saperlo?. Non sono costernato dai misteri ultimi, dai massimi sistemi, riesco a comprendere ci che si cela dietro a questi tanto quanto il mio gatto riesce a comprendere cosa si nasconde dietro al rumore che produco digitando questo paragrafo. I gatti non riescono a concepire concettualmente n comprendono lutilit delle tastiere ma sanno che le tastiere sono dei luoghi su cui divertente stare, una buona maniera di attirare lattenzione di un umano, sono calde e circondate da suoni e lucine ed in pi i gatti adorano imprimere il loro odore su tutto quello che trovano, un segno della loro esistenza. Noi non siamo cos differenti eccetto per il fatto che invece delle tastiere noi abbiamo i misteri delluniverso. Non saremo mai in grado di comprenderli tutti, non riusciremo mai a rispondere ad ogni singolo quesito ma immergersi in questo
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Il rasoio di Occam un principio che suggerisce nella sua forma pi immediata, l'inutilit di formulare pi teorie di quelle che siano strettamente necessarie per spiegare un dato fenomeno: impone di evitare cio ipotesi aggiuntive, quando quelle iniziali sono sufficienti. Se una teoria funziona inutile aggiungere una nuova ipotesi.

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immenso flusso di dubbi, questioni e misteri, divertente, ci fa stare bene e per alcuni ragion di vivere. Dinnanzi a questo leviatanico e colossale punto di domanda il realista, lumano, si sente incredibilmente piccolo ed insignificante, il che mi da ragion di riflettere. veramente il realismo il rifugio dellumano senza meta o il solipsismo, la certezza della genesi del tutto allinterno dellindividuo, il vero rifugio?

Yaser Ahmady

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Y: perdonami, credo tu abbia appena confutato il solipsismo. M: come mai dici questo? Y: perch impossibile che a mia mente abbia creato qualcosa tanto bello quanto te. Illustrazione in copertina di Yaser Ahmady.

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Fonti
Bibliografia[x]
1. Edward Craig, Encyclopedia of Philosophy: Genealogy to Iqbal. Taylor & Francis US. p. 146. ISBN 978-0-415-18709-1. 2. David Deutsch, David Deutsch on Solipsism. The Free Woods. 3. Nagaru Tanigawa, . 4. George Orwell, 1984. 5. Ayer, A. J. The Problem of Knowledge. Penguin, 1956. 6. Beck, K. De re Belief and Methodological Solipsism, in Thought and Object Essays in Intentionality (ed. A. Woodfield). Clarendon Press, 1982. 7. Dancy, J. Introduction to Contemporary Epistemology. Blackwell, 1985. 8. Devitt, M. Realism and Truth. Blackwell, 1984. 9. Hacker, P.M.S. Insight and Illusion. O.U.P., 1972. 10. Science Magazine n 134.

Sitografia(x)
1. http://it.wikipedia.org/wiki/Solipsismo (di cui sono il principale autore) 2. http://en.wikipedia.org/wiki/Solipsism 3. http://www.iep.utm.edu/solipsis/

Videografia
1. 2. 3. 4. 5. 6. Fratelli Wachowski, The Matrix, 1999. Cristopher Nolan, Inception. Waking Life. Victor Fleming, Il mago di Oz. Charlie Kaufman e Spike Jonze, Essere John Malkovich. Peter Weir, The Truman Show.

Mappa concettuale con collegamenti

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