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Il paradosso di Menone Aporein, il verbo usato da Socrate, significa essere in dubbio o in difficolt; ma il suo significato primario essere povero,

, senza risorse. L'esperienza del dubbio una esperienza di impoverimento e di spossessamento. Si credeva di avere in mano qualcosa, e ci si ritrova senza nulla. Si tratter di capire se questo spossessamento sia o no una fase utile e salutare nel processo della conoscenza. Menone, pur essendo fino a quel momento andato in cerca di qualcosa che ha mostrato di non sapere 7 , tenta di trarsi dall'imbarazzo con un argomento sofistico alla moda: - Ma in quale modo, Socrate, andrai cercando quello che assolutamente ignori? E quali delle cose che ignori farai oggetto di ricerca? E se per un caso l'imbrocchi, come farai ad accorgerti che proprio quella che cercavi, se non la conoscevi? - Capisco quello che vuoi dire, Menone! Vedi un po' che bel discorso eristico proponi! l'argomento secondo cui non possibile all'uomo cercare n quello che sa n quello che non sa: quel che sa perch conoscendolo non ha bisogno di cercarlo; quel che non sa perch neppure sa che cosa cerca. - (80d-e) Il paradosso di Menone, pur essendo controintuitivo, pone un problema serio: come possibile l'avanzamento della conoscenza? Socrate designa questo argomento come eristico, e non come dialettico, perch esso d per noto qualcosa che invece non stato convenuto: che imparare significhi trasferire meccanicamente - alla maniera dei sofisti - delle nozioni separate e discrete da una mente all'altra. Perch questo paradosso sia proponibile, la mente va pensata come una cassapanca, che pu essere o piena o vuota: se gi piena, non serve riempirla, e, se vuota, non pu riempirsi da s. Se il paradosso di Menone fosse vero, un insegnamento di tipo socratico sarebbe impossibile, perch non ci sarebbe spazio per il dubbio come principio di una ricerca autonoma, che si cerca di suscitare con l'elenchos. La sua confutazione dunque decisiva. Anamnesis o Riminescenza Contro il paradosso di Menone, per illustrare come sia possibile imparare e cercare, Socrate introduce uno straordinario racconto: per noi l'apprendimento reminiscenza o anamnesis, cio un richiamare alla mente cose che conosciamo gi, in modo da saperle argomentare e fissare nella memoria. Poich cerchiamo ed impariamo cose di cui non abbiamo avuto esperienza nelle nostre vite individuali, la parte in noi che conosce, l'anima o psych, deve essere immortale ed indipendente dalla forma umana che, al momento, la veste. L'anima, essendo immortale e venuta ad essere pi volte, e avendo veduto le cose dell'al di qua e quelle dell'Ade, in una parola tutte quante, non c' nulla che non abbia appreso. Per questo pu ricordare ci che prima aveva appreso della virt e del resto. Poich tutta la natura congenere e l'anima ha imparato tutto, nulla impedisce che l'anima ricordando (questo gli uomini chiamano apprendimento) una cosa sola, trovi da s tutte le altre, se uno coraggioso e infaticabile nella ricerca. Cercare e imparare sono anmnesis. (81c-d) Il paradosso di Menone l'impossibilit di cercare quello che non si sa presuppone una concezione patrimoniale della conoscenza. L'anamnesis, di contro, comporta il contrario: non posso sostenere che un'idea sia "mia" perch ricerca e apprendimento possono aver luogo solo col presupposto di un continuum di conoscenza contestuale comune e interconnessa. Lo stesso Menone pu discettare dell'insegnabilit della virt, pur senza saperne dare una definizione rigorosa, perch si trova in questo continuum. Quando scopro o imparo qualcosa di nuovo, questo qualcosa nuovo per me e dunque per me, in quanto soggetto storico, c' evoluzione e futuro ma non posso dire che la "mia" nozione possa dirsi "mia" in quanto creata da me ex nihilo e nuova per tutto e per tutti. Infatti io ho potuto apprendere e scoprire solo col presupposto di una conoscenza comune precedente, e questa mia conoscenza una conoscenza in quanto non una personalissima impressione mia, ma in quanto pu rientrare, intersoggettivamente, in un complesso comune e sovraindividuale. Socrate riferisce che questo mito non di sua invenzione, ma viene da uomini e donne assai addottrinati nelle cose divine (81a); lo attribuisce, cio, a una tradizione di sapere sovraindividuale. Si tratta, per, di mostrare se esistono esperienze di apprendimento nel senso socratico del termine

Conoscenza delle idee: credenza della metempsicosi o trasmigrazione delle anime, dottrina secondo la quale l'anima, prima di trasmigrare, ha contemplato gli esemplari perfetti delle cose. La conoscenza per Platone

reminiscenza o anamnesi non deriva dall'esperienza ma innata. Nel Menone Platone si dedica al problema dell'apprendere. In questo dialogo si verifica la "vittoria" del principio sofistico - eristico, secondo il quale non possibile all'uomo indagare n ci che sa n ci che non sa, non possibile conoscere al di l dell'opinione. Anamnesi => preesistenza dell'anima, quindi ci che sappiamo sono ricordi di cognizioni apprese in precedenza. L'anima immortale ed nata molte volte. Lo scetticismo dei sofisti negativo perch rende pigri, distoglie l'uomo dalla ricerca invece la teoria della reminiscenza rende l'uomo alacre =>esito della maieutica socratica. Nel Fedone si tratta delle ultime ore di Socrate. Nel giorno della morte di S. alcuni discepoli si sono trovati e da l sono nati discorsi che parlano della morte e della filosofia. Per Socrate la filosofia una preparazione alla morte, lo studio, l'anamnesi porta a ritrovare quello stato di conoscenza che tende a perdersi quando ci s'incarna. Idee: cosa sono effettivamente? Di cosa parla? Pensa a quattro possibili soluzioni. Tra il mondo naturale e l'iperuranio: rapporto di imitazione, oppure un rapporto di parusia ovvero presenza dell'idea nella cosa, o di metessi ovvero la partecipazione della cosa all'idea, o di coinonia (comunione). Ci sono due tipi d'idee, quelle di valore (idee morali: coraggio, il bene, ecc.) e quelle matematiche (principi aritmetici, geometrici (influenza dei pitagorici). L'idea suprema quella del bene => paragonata ad un sole (come il sole illumina e fa essere tutte le cose, allo stesso modo il Bene sovrasta tutte le altre idee nell'iperuranio). Esisteranno idee anche per gli elementi pi vili? Non dar una risposta definitiva. Differenza di valore tra Socrate e Platone. Platone considera migliore Socrate. Passaggio da scienza a filosofia => perdita della sapienza diventa ricerca e quindi allontanamento dalla sicurezza. L'esperienza l'occasione per l'uomo di rispolverare le proprie idee. Per Platone ci sono vari gradi di conoscenza, certe anime hanno maggiore potenzialit di verit perch queste si sono soffermate di pi nella contemplazione dell'iperuranio. I filosofi hanno contemplato di pi le idee e sono gli unici che hanno visto l'idea di Bene e a loro bisognerebbe affidare lo stato (filosofi re). Nel Fedro compare "Il mito della biga lata" un dialogo massimamente dedicato all'immortalit dell'anima illustra l'incarnazione. L'anima raffigurata come un cocchio su cui si trova un auriga che governa una coppia di cavalli alati. L'anima viene guidata al seguito degli dei, nella regione che la sede dell'essere, cio della vera sostanza (ousia). Tale sostanza non altro che il mondo delle idee, descritto come un'essenza contemplabile solo dall'intelletto. Ogni anima vuole attingere ci che le proprio, contemplando la verit, di cui si nutre e gode. I due cavalli sono in perenne conflitto tra loro in quanto uno, il cavallo bianco, buono e di razza l'altro, il cavallo nero, no: il primo simbolo delle energie psichiche, della forza d'animo e tende a rimanere nel mondo delle idee; il secondo simbolo dei desideri e cerca di spingere l'auriga verso il mondo sensibie, verso l'incarnazione. L'auriga simbolo della ragione che ha il compito di tenere a freno le passioni e di bilanciare l'impeto del cavallo nero. Quando non ci riesce, l'anima dal cielo precipita su questa terra, s'incarna in un corpo e cos perde la visione delle essenze. Nel Fedro Platone descrive una delle quattro prove che fornisce dell'immortalit dell'anima, argomentazioni che testimoniano l'influenza dei pitagorici. 1-prova dei contrari: richiamo la filosofia di Eraclito, l'idea dei contrari che alimenta continuamente la vita fa s che tutto muoia nel fenomeno che chiamiamo morte ma in realt dalla morte scaturisce la vita pensando che solo il corpo sia coinvolto in questo meccanismo e l'anima n' esclusa con la morte termina solo la vita del corpo mentre per l'anima una liberazione. 2-prova della reminiscenza: (un po' quella del Menone). Si pone il problema di quando siano state fissate le idee. Quindi l'anima si mantiene dopo la morte del corpo stesso. L'anima superiore nei confronti del corpo. 3- prova dell'analogia dell'anima con le idee: tutto ci che visibile all'occhio fisico soggetto a decadimento, le idee invece, oggetto di una visione intellettuale, sono perfette immutabili, immortali. L'anima essendo partecipe della natura delle idee immortale. 4- prova che parla delle anime come principio di vitalit: ogni cosa esistente trova il suo principio di vita nell'anima. Se l'anima principio di vitalit non pu tradursi nel suo contrario, quindi l'idea della morte dell'anima significherebbe non accettare la vita.

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