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GNOSEOLOGIA PLATONE:Teoria della Conoscenza

-analogia della caverna-anima-dialettica


-dualismo(doxa,innatismo)=>REMINISCENZA(ricordo delle idee
viste nell'iperuranio); se stiamo cercando qualcosa, dobbiamo
in qualche modo già sapere quello che cerchiamo perché la
ricerca di una conoscenza abbia senso occorre che già si sappia
dove questa ricerca conduca. se la mente fosse Priva di ogni
contenuto, la stessa ricerca non Potrebbe verificarsi.

CONOSCENZA=>platone per far capire i suoi concetti usa i MITI:


-mito er, biga alata, analogia della caverna.

CONOSCENZA E FILOSOFO SI LEGANO:EROS


L'EROS=> la filosofia è amore, nessuno potrebbe fare a meno
dell'amore, nessuno quaindi può fare a meno della filosofia.
-mito dell ANDROGINO- discorso di DIOTIMA
Nelle Eros Greco la dimensione sessuale si unisce a quella
politica. Platone dedica al tema dell'eros il Simposio. (La bellezza
è l idea più chiara e splendente per le anima). Eros non è un
Dio e non è bello ma tende al bello in quanto non lo possiede e
desidera averlo. Eros rappresenta le condizioni del filosofo: si
trova in una posizione intermedia tra chi è sapiente E chi è
ignorante E poiché è privo di sapienza ha il desiderio di
raggiungerla.

PERCHE PLATONE DA TANTO VALORE ALLA BELLEZZA?


Rapporto bellezza-amore; bellezza-bene.
L'idea della bellezza, è l'unica idea del mondo sensibile,
Infatti se un oggetto è bello riusciamo a percepirlo subito,
anche con i sensi, invece li altre idee, per poterli individuare
abbiamo bisogno di un altro tipo di conoscenza, sia quando la
nostra anima è separata dal corpo, l'idea della bellezza, e
l'idea che fa da Ponte tra i due mondi, e anche quando l'anima
è all'interno di un corpo, l'idea della bellezza ci permette di
realizzare quella che viene chiamata scala delle Eros: partire
dall'amore per un corpo bello, puoi amare più corpi, puoi
arrivare ad amare Per esempio: le attività umane, fino ad
arrivare al l'idea del bello in sé.
IDEA BELLEZZA-BENE:
Dall'idea della Bellezza noi possiamo arrivare anche ad amare
l'idea del bene, che è l'idea fondamento ontologico, gnoseologico
ed etico della filosofia di Platone, perché amare qualcosa di bello
vuol dire fare del bene, infatti Esiste la corrispondenza tra l'idea
del bene e l'idea della Bellezza, tant'è che I filosofi stessi; Platone
dice che "non potranno mai arrivare a contemplare l'idea del
bene, poiché è l'idea sopra le idee”. Però tramite l'idea della
Bellezza possono avvicinarsi a questa conoscenza pura.
=> mito caverna spiegato.

L'IDEA DEL BENE: l'idea più importante, fondamento


ontologico,gnoseologico, etico.
Criterio del giusto o sbagliato. Bene => esistente ed innato.
ETICA: Per agire bene, il bene deve esistere, come valore, per
considerare le relazioni buone, questo valore deve essere
universale.
ONTOLOGICO: è la causa suprema di tutte le altre: tutto
quello che esiste, esiste perché partecipa del bene, vale per le
idee e per le cose. Le cose imitano le idee, le idee esistono
perché partecipa il bene, tutto esiste perché esiste il bene.
GNOSEOLOGICO: i bene è il sole, criterio per capire tutte le
cose: la conoscenza vera è la conoscenza delle idee.
Per poter conoscere e distinguere le idee e capire il loro vero
significato il fondamento di tutto è il bene: livello massimo di
verità, la verità è bene, la via della verità, presuppone
l'esistenza del bene. tutte le idee partecipano al bene.

PERCHE NON POTREMMO RICAVARE LA CONOSCENZA DELLE


IDEE DALL'ESPERIENZA ?:
Le persone e anche il filosofo sono alla continua ricerca della
verità. -il mondo dell'esperienza non incontrerà mai il mondo
perfetto delle idee. -reminiscenza: innatismo (spiegato nel
Menone). A questo si lega il fatto che l'educazione è riservata
solamente ai filosofi, proprio perché la loro anima ha già visto
tante idee, di conseguenza loro la conoscenza che serve già ce
l'hanno, però tramite l'educazione, quindi questo percorso
formativo, riescono a ricordare quello che hanno visto.
L'educazione è riservata ai filosofi poiché hanno visto più
idee. il senso appunto dell'educazione è quello di stimolare la
reminiscenza.
ANIMA PLATONE: nei diversi dialoghi
Per platone l'anima è un principio incorporeo, immortale e a se
stante, simile alle idee che coincide con ciò che noi siamo realmente

FEDONE: l'anima è semplice e non tripartita


-è in contrapposizione con il corpo=> CORPO TOMBA
DELL'ANIMA. Il corpo viene visto come una prigione per
l'anima, quando l'anima è in vita, cioè quando si trova
all'interno del corpo, deve cercare il più possibile di
separarsene, tramite le opere di purificazione, quindichi nella
vita ha attuato di più queste opere di purificazione, o si è
comportato in modo migliore allora potrà, poi quando andrà
nell'iperuranio, riuscire a vedere maggiormente le idee.
(METEMPSICOSI).

SIMPOSIO: l'amore per i corpi belli e visto come una tappa per
elevarsi alla contemplazione della forma del bello.

TIMEO: la concezione del corpo è molto positiva: esso è visto


come ordianto secondo uno scopo e prodotto dall'azione
divina. Il corpo non appare più come un ostacolo, ma come un
ausilio per l'anima. Inoltre ogni parte dell'anima è associata a
una specifica parte del corpo: la testa la parte razionale, il
cuore quella animosa, il ventre quella concupiscibile.

FEDRO: l'anima è concepita come nel Timeo e nella Repubblica,


composta da più “forme” o “parti”, pur essendo incorporea ed
immortale, l'anima non è perfettamente semplice, ma è
caratterizzata dai conflitti morali che coinvolgono le sue
diverse parti: TRIPARTIZIONE DELL'ANIMA: mito carro alato
-parte RAZIONALE, (AURIGA)
-parte NON RAZIONALE, “forza d'animo” riguarda i fenomeni
come l'ira, l'onore e il coraggio. (Cavallo BIANCO)
-parte NON RAZIONALE INFERIORE, desideri sensibili. (cavello
NERO) il quale “è di peso, tira verso terra in basso e sfianca l'auriga
che non lo ha addestrato bene”.

REPUBBLICA: l'anima è divisa in tre parti alle quali


corrispondono le virtù cardinali distinte della città.
Le virtù sono l'eccellenza nello svolgimento della funzione
che ci e propria. Essere virtuosi significa svolgere in modo
eccellente il compito a cui la nostra natura ci ha destinato. Le
virtù platoniche sono distribuite secondo le classi che la
compongono:
- la sapienza propria dei governanti.
- il coraggio proprio della classe dei guerrieri
- temperanza la capacità di moderare i desideri che si stende a
tutte e tre le classi
- giustizia proprio della città nel suo insieme.
Si ha una corrispondenza tra anima desiderativa o concupiscibie
e classe di contadini artigiani, tra anima animosa e classe dei
Soldati e anima razionale classe dei governanti. (MITO DELLE
STIRPI)

LA REPUBBLICA:
Nell'opera della Repubblica Platone dimostra che è possibile far
convergere giustizia e felicità. La nascita della città si fonda
sulla necessità degli uomini di collaborare per sopravvivere.
Platone descrive vari tipi di comunità, che si sarebbero succeduti
fino alla comparsa della città vera e propria. Nel primo tipo di
comunità sono soddisfatti solo i bisogni più elementari e
ciascuno vi svolge una certa funzione. Sin dalla città più
semplice sono all'opera i due principi fondamentali della politica
secondo Platone: -gli individui da soli non sono autosufficienti;
-Non tutti possono fare tutto, ma ciascuno deve svolgere
una propria funzione precisa.
La prima comunità non è ingiusta ma è primitiva. Dopo la città
primitiva vi è la città opulenta. Che differisce dalla prima per
cultura ed educazione; e per la guerra. Al culmine della
purificazione vi è la Città Ideale chiamata kallipolis nella quale i
governanti sono filosofi. Platone specifica che i cittadini sono
nati tutti dalla Terra. Ma non sono uguali, proprio perché il Dio
che gli ha plasmati ha distinto 3 stirpi mescolando diversi metalli
nell'anima di ciascuno.
- al bronzo corrispondono i contadini e artigiani
- all'argento corrispondono i guardiani
- all'oro corrisponde un gruppo ristretto di guardiani che ha il
compito di comandare e si sono chiamati governanti.
I guardiani non devono avere ricchezze personali e loro beni
saranno comuni e dovranno vivere insieme. Affinché la città sia
buona e unita sono necessarie alcune virtù le 4 virtù cardinali.
LE IDEE:criterio del buono e giusto
scoperte quando si rinuncia a vedere direttamente le cause e
si adotta un altro metodo di ricerca. 2 paragoni di Socrate
-non sono percepibili dai sensi
-Sono l oggetto della conoscenza intellettuale
-Sono incorporee
-Separate dal mondo fisico
-Esistono sempre
-Non sono soggette a cambiamento
Esse sono accessibili solo chi ha compiuto un complesso
itinerario conoscitivo ed educativo.
Se vogliamo definire qualcosa, è all'idea che dobbiamo fare
riferimento.le idee sono delle realtà perfette che fanno da
modelli per ciò che si trova, in modo imperfetto e approssimato,
nel mondo in cui viviamo.La loro esistenza è necessaria per
spiegare Tutto ciò che compone la nostra esistenza.
La nostra anima può vedere direttamente le idee solo quando
non si trova in un corpo. Poiché quando siamo in un corpo, sono
necessari i ragionamenti. Le idee sono i presupposti più
efficaci che noi possiamo stabilire per spiegare fenomeni
come la bellezza.

LA PARTECIPAZIONE:
se chiamiamo alcune cose "belle", è perché esiste una forma, o
idea, in se stessa necessariamente bella(il bello in sé) e le cose che
chiamiamo "belle" lo sono in virtù di quella forma.
È la partecipazione al bello che rende belle le cose belle;
l'idea dà il nome a ciò che ne partecipa.
Nel Fedone viene spiegata che cos'è la partecipazione lasciando
aperte due possibilità: la partecipazione può indicare la presenza
(parousia) delle idee nelle cose che ne partecipano oppure la
comunanza delle idee con le cose. Platone fa anche riferimento
al concetto di IMITAZIONE per spiegare il rapporto tra idee e
cose visibili: Le cose visibili sono considerate immagini o
imitazioni delle idee, costituiscono una realtà inferiore rispetto
ai modelli.

REMINISCENZA: cosa ci garantisce che le idee siano reali?


La nostra conoscenza non può essere spiegata soltanto da quello
che veniamo ad apprendere nell'esperienza. Alla base del nostro
apprendimento ci sono delle conoscenze che noi già
possediamo perché le abbiamo apprese Prima della nascita.
riacquistare conoscenza di qualcosa che abbiamo già
appreso.
Non sempre Platone collega reminiscenza e idee. nel Menone,
c'è una lunga sezione dedicata la reminiscenza, ma non si fa
parola delle idee, qui Socrate conduce uno schiavo ignaro di
geometria a risolvere un problema di geometria. Socrate
suggerisce che lo schiavo ha tratto da sé la conoscenza e lo ha
potuto fare perché la sua anima è immortale e ha già visto
tutte le cose quaggiù e nell'aldilà. l'insegnamento consiste nel
condurre l'anima di chi apprende a trarre da se la conoscenza
ricercata. Nel Fedone e nel Fedro la reminiscenza si salda alle
idee. Esempio fornito nel Fedone, giudizio mediante cui Diciamo
che due cose sono uguali, La nostra esperienza non ci presenta
mai oggetti perfettamente uguali e la nostra anima deve aver
già in sé il criterio in base al quale giudica l'uguaglianza di
oggetti: questo criterio è l'Uguale in sé, ossia l'idea
dell'uguale, che dobbiamo aver conosciuto prima di venire nel
corpo. (FEDRO mito biga alata)

UNO E MOLTI:
Platone si è sempre interrogato; nel dialogo del Parmenide decide
di rivedere le sue teorie. In particolare rivede la teoria delle
idee. Riguardo al rapporto IDEE/COSE; e quello della
partecipazione: Platone quindi si pone la domanda: come si fa
a spiegare che se l'idea è una le cose sono molte?
si pone 3 PROBLEMI: -argomento del velo;-cose vili;-terzo
uomo;

-ARG. VELO: una stessa idea per essere presente in più cose
dovrebbe o moltiplicarsi o dividersi; se noi prendiamo un velo
e lo mettiamo su di un tavolo dove ci sono poggiati diversi
oggetti; non tutto il velo sarà presente su tutte le cose, ma
solo una parte del velo; le idee essendo come l'essere di
Parmenide: immutabili, indivisibili e perfette e non si possono
moltiplicare o dividere.

-COS. VILI: Come facciamo ad associare la perfezione


all'imperfezione: il fango è una cosa sporca; dovrebbe
partecipare l'idea di sporcizia, ma Come fa ad esistere un'idea
che sia perfetta in relazione ad una cosa così imperfetta. sarebbe
un paradosso la perfezione dell'imperfetto. Come possiamo uscire
da questa cosa; possiamo appunto definire il fango; partendo
dall'idea generale che quella di oggetto; poi spiegando se sia
naturale artigianale; prodotto o esistente da sempre; se è prodotto
è il prodotto tra acqua più la terra. Stiamo utilizzando appunto
una serie di relazioni tra idee generali per poter spiegare
una cosa in particolare. (Non stiamo cercando un modello
perfetto dell'imperfetto)

-TERZO UOMO: Platone prende in esame le difficoltà causate


dalla partecipazione. E mostra come le idee finiscano per
moltiplicarsi all'infinito. Se infatti una forma causa la
presenza di una certa proprietà, anche la stessa forma possiede
quella proprietà; sarà inevitabile ammettere una nuova forma per
spiegare la presenza di quella proprietà tanto nella prima forma,
quanto negli oggetti che ne partecipano, e così via all'infinito.

M I T I:
TIMEO:visione cosmologica
Come fanno le idee ad essere separate dalle cose se poi
partecipano alle cose?
se le idee sono perfette,partecipando al mondo delle cose
rimangono imperfette?DOMANDE
-Per Platone l'universo è un ordine, ordine matematico-
geometrico.
-Platone nel timeo avvicina il mondo delle cose e quello delle idee.
-tra il mondo delle idee,modello perfetto, il mondo delle
cose,mondo delle imperfezioni, vi è una figura chiave il
DEMIURGO, che modellerà il mondo delle cose sul modello
delle idee.

Mito del demiurgo: all'inizio domina il caos, cioè una materia


informe di nome chora, e poi aldilà dell'universo vi è un mondo
perfetto,il mondo iperuranico quello delle idee della perfezione.
In questo mondo diviso tra la materia, la chora, retta dalla
necessità di se stessa, e il mondo iperuranico perfetto delle idee.
In questo contesto appare il demiurgo, l'intelligenza divina
l'artigiano dei mondi, plasmatore di mondi. Il demiurgo osserva
il modello perfetto, il mondo delle idee, osservando appunto il
modello perfetto del bello, del bene, del giusto,plasma la materia
caotica. E modellandola il caos diventa ordine, l'universo diventa
cosmo, ed ha un anima, l'anima del mondo è l'ordine bello,
matematico, che ha infuso il demiurgo al caos. Adatta un anima
al mondo. Il nostro mondo è stato generato nel modo più
perfetto possibile.

ma allora perché questo mondo pieno di difetti?


perché la materia con cui è fatta la realtà non è perfetta. La
colpa del imperfezione del mondo sta nella materia con cui è
stato fatto. La colpa sta nella chora, l'uomo vive in un mondo
migliore dei possibili, plasmato alla perfezione l'errore sta
appunto nella materia del mondo. C'è una mescolanza di
perfezione e imperfezione.

Perché esiste il tempo?


Il tempo è creato perché il mondo delle idee è eterno è
immutabile, nel mondo c'è il tempo perché il demiurgo ha
plasmato un mondo con la chora, che è soggetta al divenire. Il
tempo è delle cose fatte di materia che mutano, immagine
mobile dell'eternità. Il tempo serve per dare scansioni agli eventi
naturali e umani. Il tempo imita l'eternità, l'uomo imita gli
astri, c'è un rapporto tra l'anima dell'uomo e gli astri, l'anima
deve essere in armonia con se stessa, con il mondo come lo sono
gli astri, e a ciascuna anima vi è un astro di riferimento, c'è una
correlazione tra l'armonia dell'anima e l'armonia celeste, noi
dobbiamo entrare in equilibrio anima corpo e cielo, gli astri
sono delle divinità armoniche che si ispirano al bene
supremo.

MITO DI ER:
Er un guerriero della Panfilia morto in battaglia. Il suo corpo
viene raccolto e portato sul rogo: proprio prima che gli diano fuoco
si risveglia e racconta ciò che ha visto nell'aldilà. Dice di aver
visto 4 passaggi attraverso i quali le anime salgono nella
dimensione ultraterrena,da un passaggio le buone, dall'altro le
malvagie, e tramite i quali ritornano sulla terra. Infatti, le anime
buone finivano in una sorta di Paradiso dove godevano,le
cattive in una sorta di Purgatorio. I giusti ricevono premi per
1000 anni,i malvagi soffrono. Dopo questi 1000 anni le anime
buone e quelle cattive si devono reincarnare. Esse si recano
al cospetto delle 3 Moire che devono stabilire il loro destino.
Le anime vengono radunate da una specie di araldo che
distribuisce a caso dei numeri, infatti prende i numeri e li
getta per aria ed ogni anima prende quello che le è caduto
più vicino. Il numero serve per dare un ordine alle anime che
devono scegliere in chi reincarnarsi; chiaramente chi ha il
numero 1 è avvantaggiato perchè ha una scelta maggiore,ma
deve comunque saper scegliere bene. Dunque c'è sì una
componente di casualità, ma in fin dei conti la nostra vita ce la
scegliamo noi. Ma quelli che hanno numeri sfavorevoli non
sono necessariamente svantaggiati perchè scelgono dopo:in
primo luogo le possibilità di scelta che gli restano sono tante, in
secondo luogo chi è primo non sempre effettua buone scelte.

MITO BIGA ALATA:tratto dal Fedro di Platone


serve a spiegare la teoria platonica della reminiscenza
dell'anima, un fenomeno che durante la reincarnazione
produce ricordi legati alla vita precedente. Racconta di una
biga su cui si trova un auriga, personificazione della parte
razionale o intellettiva dell'anima. La biga è trainata da una
coppia di cavalli, uno bianco e uno nero: quello bianco raffigura
la parte dell'anima dotata di sentimenti di carattere spirituale,
e si dirige verso il mondo delle idee, quello nero raffigura la
parte dell'anima concupiscibile e si dirige verso il mondo
sensibile. Lo scopo dell'anima, infatti, è contemplare il più
possibile l'Iperuranio e assorbirne la sapienza delle idee. L'auriga
quindi deve riuscire a guidare i cavalli nella stessa direzione,
verso l'alto, tenendo a bada quello nero e spronando quello
bianco, in modo da evitare o ritardare il più possibile di
"precipitare" nella reincarnazione. Chi è precipitato subito
rinascerà come una persona ignorante o comunque lontana
dalla saggezza filosofica, mentre coloro che sono riusciti a
contemplare l'Iperuranio per un tempo più lungo
rinasceranno come saggi e come filosofi.

MITO DELLA CAVERNA:


Il mito della caverna è la descrizione narrativa del percorso
conoscitivo del filosofo, il quale, nella sua ricerca della verità, si
stacca dal mondo sensibile per raggiungere le idee e il Bene, e
ritornare quindi tra gli altri uomini per governare la città nel modo
migliore. Nella caverna venivano legate mani e collo dei prigionieri,
cosi che vedessero solo la parte di fronte a loro sulla quale con l
aiuto di un fuoco, degli altri uomini proiettavano delle ombre di
alcune statuette, I prigionieri credevano che le ombre fossero la
vera realtà, un giorno un prigioniero fu slegato, e costretto a
risalire la caverna. Risalendo inizio a rendersi contro che quello che
considerava la realtà era invece pura illusione, una volta uscito, non
riusciva a vedere niente per la troppa luce, quindi prima ammirava
le cose di notte, poi le cose riflesse Nell acqua, e infine poté
guardare il sole, l immagine del bene.
Dopo aver appreso tutto ciò il prigioniero voleva condividere le sue
conoscenze e liberare gli uomini prigionieri, sceso nella caverna non
Riusciva a vedere più le ombre e veniva deriso da tutti i prigionieri,
a tal punto che essi lo uccisero perché secondo loro diceva delle
falsità. Con questa storia Platone fa riferimento alla vita di Socrate,
che era risceso nella caverna per far scoprire la verità ai suoi
concittadini, ma era stato ucciso da loro ingiustamente.

MITO DELL'ANDROGINO:
non esistevano, come adesso, soltanto due sessi (il maschile e il
femminile), bensì tre, tra cui, oltre a quelli già citati, il sesso
androgino. In quel tempo, tutti gli esseri umani avevano due facce
orientate in direzione opposta e una sola testa, quattro braccia,
quattro mani, quattro gambe e due organi sessuali ed erano tondi.
Per via della loro potenza, gli esseri umani erano superbi e
tentarono la scalata all'olimpo per spodestare gli dei. Ma Zeus, che
non poteva accettare un simile oltraggio, decise di intervenire e
divise, a colpi di saetta, gli aggressori. In questo modo gli esseri
umani furono divisi e s'indebolirono. Ed è da quel momento che essi
sono alla ricerca della loro antica unità e della perduta forza che
possono ritrovare soltanto unendosi sessualmente. Da questa
divisione in parti, infatti, nasce negli umani il desiderio di ricreare la
primitiva unità, tanto che le “parti” non fanno altro che stringersi
l'una all'altra, e così muoiono di fame e di torpore per non volersi
più separare. Zeus allora, per evitare che gli uomini si estinguano,
manda nel mondo Eros affinché, attraverso il ricongiungimento
fisico, essi possano ricostruire “fittiziamente” l'unità perduta.

DISCORSO DI DIOTIMA:Natura di Eros: non è un dio e non è


bello, ma è un demone intermedio tra il divino e il mortale. Eros
non è bello ma tende al bello, proprio perché non lo possiede e
desidera averlo. Egli fu concepito durante il banchetto per la nascita
di Afrodite. Tra Poros(risorsa) e Penia(povertà). Eros è dunque
seguace e aiutante di Afrodite ed è per natura amante del bello,
poiché Afrodite è bella. Eros rappresenta le condizioni del filosofo:
si trova in una posizione intermedia tra chi è sapiente E chi è
ignorante E poiché è privo di sapienza ha il desiderio di
raggiungerla. La concezione platonica di Eros è stata associata a un
amore di tipo spirituale e disincarnato. Secondo Platone, l'anima
umana è composta di più parti e il desiderio sensibile è una
componente insopprimibile di essa. L'energia erotica trova la sua
espressione più alta quando non è diretta verso i corpi, ma vero
scopi diversi. Un primo traguardo è quello che Diotima chiama
“procreare nel bello secondo l'anima”. la bellezza è l'idea più chiara
e splendente per le anime, prime che esse cadessero nei corpi, e
anche nel mondo visibile, la bellezza mantiene la sua attrazione.

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