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1) LA FILOSOFIA

Filosofie del mondo greco

- socrate : 470/399 ac

- Platone 428/348 ac

- Aristotele 348/322ac

- Epicureismo 341/271ac

- Stoicismo 336/264 ac

- LO STOICISMO

Corrente filosofica 300 ac

morte visto come cambiamento e quindi in grado di generare nuovo.

Nuovo visto come bello.

—> marco Aurelio :

- l’universo trasformandosi si mantiene sempre giovane.

- È importante trovare la bellezza nelle piccole cose. ( da un frutto maturo alla vecchiaia) perché è segno di
cambiamento e cambiamento per lui è visto come bello.

- Bellezza sfera e il suo creare molteplici forme

Lo Stoicismo antico

- Trasparenza della bellezza int in quella esteriore - eccellenza spirituale

- l’amore è desiderio di intrecciare un rapporto affettuoso in virtù della bellezza che si rivela. Questa
attrazione per la bellezza ha però caratteristiche omoerotiche. ( anche se non con fini sessuali)

- Il sapiente è bello, anche se fisicamente repellente.

—> Zenone

afferma che il sapiente potrà innamorarsi dei giovani, innamoramento concesso al sapiente ma non al
volgo, perché il sapiente è capace di mantenere il rapporto solo sul piano etico. Lo pensa anche crisippo

—> Aristotele

Trasparenza tra bellezza int e esteriore , un carattere pero traspare all’esterno -quindi si è belli attraverso
ragione

Stoicismo imperiale :

Non si parla mai dell'innamoramento per i giovani e nemmeno della loro bellezza.

—> epitteto

No innamoramento x giovani - si cura cosmesi e chiome

La bellezza è vista come eccellenza unita alla natura

Eccellenza intesa come ragione .

Quindi la bellezza interiore , rende belli esteriormente . L’animo non viene imbruttito da una deformità
corpo .

Il pensiero dello stoicismo pensa eticamente . La bellezza risulta come indifferente , perché non reca ne
giovamento ne danno, è pero tra gli indifferenti preferibili.

- EPICUREISMO

Diverso da stoicismo

- bellezza per epicureismo è accettazione mondo e corpi che lo popolano formati dall’incontro causale di
atomi

- non viene negata l’esistenza della bellezza ed il piacere visuale ed intellettuale che essa produce, anche
se ci si limita a registrarla senza spiegarla.

- Il godimento estetico che nasce dalla vista non è per forza legato alla pulsione sessuale, è
contemplazione delle belle forme e tra queste forme il primato della bellezza spetta a quelle umane.

- Epicuree afferma che gli dei esistono nell’intermundia e che non si occupano di cose terrene / umane .
Hanno forme umane perché non c’è cosa più bella del corpo umano. (Dei max grado bellezza)

- La religione nasce x apparizione in stato di veglia. Non di sogno, di bellissime figure divine ( statura alta e
meravigliosa bellezza ). Gli uomini attribuiscono bellezza e caratteristiche agli dei , ma è solo una
proiezione basata su fattori conosciuti.

- La bellezza dei corpi è funzionale al desiderio sessuale, per la riproduzione della specie. Il rapporto tra
bellezza del corpo ed eros è un rapporto fisiologico del tutto semplice.(I bei corpi, impressionano i sensi e
li attraggono) Diverso da rapp ossessivo x sesso che diventa patologico, assillo ed inquietudine

-ARISTOTELE

secondario il tema della bellezza.

- troviamo qualcosa della bellezza nei trattati della metafisica : la bellezza è armonia del corpo ed è legata
alla salute e alla forza. La disarmonia è malattia, l’armonia è salute.
La sensibilità per bellezza ed armonia è però una caratteristica dell’uomo che manca negli animali .
bellezza ed armonia del corpo dipendono dalla debolezza della nostra vista che si ferma alla superficie
epidermica. Se vedessimo attraverso i muri, la vista di ogni corpo umano apparirebbe intollerabile per la
rivelazione delle interiora.

- L’AMORE :

è all’origine di un sentimento generato dalla bellezza del corpo ma il corpo amato deve mancare.

Quindi è attrazione x corpo e prolungamento dello stato di attrazione nel tempo e nella memoria,si
intensifica. Non è solo desiderio sessuale , anche se è importante.

nessuna parte del corpo l’amante guarda di più degli occhi dell’amato in cui abita il pudore.

Aristotele distingue tra un desiderio puramente materiale del corpo e un desiderio che è guidato dalla
valutazione razionale, scrive che è meglio per l’amante ricevere affetto che sesso.

- bruttezza :

È trascuratezza, quindi tutti hanno il dovere di prendersi cura del proprio corpo, i belli sono pochi e la
bruttezza è biasimevole solo nella misura in cui dipenda da mancanza di esercizio e trascuratezza.

L’ideale è un giusto mezzo tra la costituzione atletica e quella gracile e malaticcia.

-PLATONE

Scrive dialoghi simposio e Fedro:

La bellezza del corpo è più significativa sul piano spirituale ed intellettuale, ma anche la più emotivamente
coinvolgente.

concetto di bellezza vasto come il mare (x diotima nel simposio), applicato a corpo e anima e anche a
cose, attività e leggi.

TUTTO PUO ESSERE BELLO .

- Uomo centro della bellezza, punto di partenza per capire bellezza in sé.

- Per diotima, ricerca essenza della bellezza, non deve essere ossessiva nei confronti del corpo singolo.
Dal corpo va trovata la bellezza di tutti i corpi, e poi delle anime, per poi arrivare al bello in se.

- Bellezza legata a erotismo. ma puo esistere desiderio di bello anche senza innamoramento.

- L’innamoramento pero è fecondo x spirito perché è vivo , quando c’è delirio amoroso che è acceso da
bellezza fisica

- Platone affascinato da bellezza fisica , non cede a desiderio sessuale

- L'amore per i corpi, è visto come amore volgare perché appartiene ad una dimensione diversa rispetto
all'amore inteso come sentimento nei confronti di un'attrazione mentale.

—-> (Socrate nel Fedro) parla del conflitto che all’interno dell’anima scatena l’attrazione per la bellezza
fisica, rappresentato dalla metafora dei due cavalli diversi di cui l’auriga (guidatore) tiene le briglie, lascia
pensare alla difficoltà del controllo delle pulsioni sessuali fino a che l’anima resta legata al corpo e immersa
in un mondo popolato di bei corpi.

x Socrate e Platone : Si vede quindi l’amore soprattutto nella sua fase iniziale.

amore dei bei corpi e desiderio violento e confuso di possesso di questa bellezza.

Si parla di corpi giovani, ambiente socio-culturale definito che è il ginnasio.

bellezza fisica si divide su due piani

- piano sociale, tende a risolversi tutta in desiderio sessuale

- piano individuale, partendo da desiderio sessuale, si coinvolge anche anima.

Attrazione sessuale ed attrazione spirituale per la bellezza del corpo non possono convivere e sono dunque
esclusive l’una dell’altra

- l’attrazione sessuale
deve essere rigorosamente inibita affinché l’amore della bellezza possa mostrare tutte le sue potenzialità
positive sul piano psicologico e culturale.

- L’attrazione per la bellezza del corpo nel Simposio e nel Fedro connessa alla vita psichica e mentali di un
individuo e ne esalta le energie, non è chiusa nei confini del suo immaginario, ma collabora insieme a
bellezza psichica .

Questa dimensione individuale del rapporto con le belle anime accesso però dall’attrazione per i bei corpi,
deve però essere superata, anche se è un punto di partenza necessario in un percorso che porta alla
conoscenza ed alla fruizione della bellezza in sé.

- Si è attratti inizialmente dalla bellezza di un solo corpo, ma poi ci si rende conto che la bellezza di tutti i
corpi ha un elemento comune ( Simmetria, armonia) che ne costituisce l’essenza.
Es: nel timeo analogia sfericità cosmo con testa.

Questo porta all’innamoramento di tutti i bei corpi e la violenza dell’impulso erotico perderà forza.

- Se l’impulso erotico, ha come conseguenza l’esaltazione delle bellezza del corpo su ogni altro genere di
bellezza, il superamento o meglio il giusto orientamento di questo impulso porta alla riappropriazione del
concetto di bellezza . Intesa quindi come bello e buono, i bei corpi come le belle azioni.

-PLUTARCO, MASSIMO DI TIRO, APULEIO- IL MEDIOPLATONISMO

PLUTARCO

scrive l’Erokitòs, vuole innovare dottrina platonica dell’eros

Eros = attrazione bellezza fisica , punto di partenza x Plutarco verso contemplazione bellezza intellegibile.

—> x Platone nel simposio

studia contenuto e della forma, nel discorso di Protogene sul valore etico e spirituale dell’eros
omosessuale.

—> Dafneo in opposizione

in difesa dei valori del rapporto eterosessuale nella forma matrimoniale, e che mette in evidenza i limiti e le
ipocrisie del rapporto omoerotico e della sua ideologia

secondo lui nel rapporto omosessuale manca la componente sessuale o è costretta a pratiche innaturali ed
infamanti, soprattutto per la parte passiva.

- Plutarco ribadisce la dottrina platonica, che l’amore porta alla verità ed alla bellezza intelligibile attraverso
i corpi.

- critica epicuro x pensiero rispetto eros , perché aveva messo in rilievo l'aspetto passionale dell'amore.

APULEIO

Attribuisce e rende sua, la falsa dottrina di Platone in cui l'amore si divide in tre categorie:

1) L’amore terreno: che è caratterizzato dal desiderio dei corpi e dal piacere che proviene da loro uso.

2) L’amore alto: Amore per belle anime, intellegibile.

3) L’amore medio, invece è amore delle anime che sono sensibili sia alla bellezza dei corpi sia a quella delle
anime.

Vede il corpo come momento di passaggio.

MASSIMO DI TIRO

- mette in evidenza la bellezza intellegibile dei corpi.

- La bellezza del corpo è evidente e la sua forza di attrazione irresistibile , Ma da pochi può essere intesa
come riflesso della bellezza dell'anima e bellezza intelleggibile.

- PLOTINO

Diverso da Platone perché ha una concezione dell'attrazione riguardo al corpo diverso, platino si vergogna
di avere un corpo

- esalta corpo donna

- non mostra amore per il corpo e per la vita terrena

- critica la concezione che egli stesso presenta come diffusa, secondo la quale la bellezza del corpo
consiste nella simmetria delle parti cui si aggiunge un bel colore.

- La bellezza non potrà dunque essere semplice ma dipenderà da un determinato rapporto, equilibrio.
La bellezza dei corpi è dunque qualcosa di impalpabile che non può essere definito in termini quantitativi.

- Anche per Plotino l’amore è amore del bello, anche nella sua forma inferiore di attrazione sessuale.

Questo genere di amore per il bello, pur se certo non censurabile, è però chiuso in sé stesso ed incapace
di progresso.

- Plotino conosce solo come accettabili un amore per i corpi in vista della fecondità materiale ed un amore
per i corpi belli in quanto belli.

-PROCLO

- la bellezza del corpo occupa uno spazio limitato, la bellezza è limitata se si guarda solo corpo .

Quindi corpo non è una forma di bellezza , si aggiunge anche quella psichica ed erotica .

- Il corpo è mescolanza di bellezza e bruttezza, della bellezza della forma e della bruttezza della materia: la
bellezza della forma è impregnata della mancanza di forma della materia sottostante.

distingue due tipi di amanti:

- l’amante volgare: è colui che corteggia giovani nel fiore dell’età, abbandonandoli appena questa età
sfiorisce e cambiando dunque continuamente l’oggetto del suo desiderio, in vista esclusivamente della
soddisfazione sessuale o comunque sensuale.

- l’amante divinamente ispirato: è costante nel suo innamoramento e segue l’amato per tutta la vita,
astenendosi dal toccarlo e perfino dal parlargli quando ciò non sia utile al suo progresso.

2) LA BELLEZZA DEL CORPO

- TEOL.CRISTIANA
pensiero teologico cristiano influenzato dal pensiero greco.

- X ANTICO TESTAMENTO
Poca dimensione estetica ,I giudizi Dio nella Genesi legati al VEDERE e questo potrebbe suggerire la
presenza di una dimensione estetica, ma lo sguardo di Dio è diverso da quello dell’uomo.

- X GIUDAISMO ELLENISTICO
(coniuga la tradizione ebraica con la cultura greca).

La bellezza del corpo relativamente importante

bellezza maschile è una caratteristica REGALE nella tradizione DAVIDICA.

la bellezza femminile, ruolo importante:

è il motore della storia di donne che assumono ruoli da protagoniste,

Ester, moglie del re persiano che si serve della seduzione della sua bellezza per convincere il re a recedere
dal suo decreto di sterminio dei Giudei.

- X LETTERATURA NEOTESTAMENTARIA,
la dimensione estetica del corpo appare assente o del tutto marginale.

- X LETTERATURA CRISTIANA
1* lettera apologeti - si parla di bellezza di Dio e del creato, e bellezza corpo umano, non corpo materiale
ma come bellezza morale e etica.

PASTORE DI HERMAS le visioni di angeli e di figure femminili sono caratterizzate dalla forma.

- II-III SEC Clemente Alessandrino e Tertulliano studiano le ragioni per valutazione dell’apparenza fisica ad
Alessandria, soprattutto nei ceti ricchi. La PROBLEMATICA ETICA DELLA BELLEZZA è ricorrente .

Si pensa che basando le valutazioni personali soltanto sulla bellezza, si crei una problematica, e una
distinzione sociale.

- X PLATONISMO
insisteva sul carattere ambivalente della bellezza del corpo

1) poteva attrarre l’anima verso la materia attraverso il desiderio sessuale

2) poteva essere riconosciuta come riflesso della bellezza suprema

- X PADRI TARDOANTICHI - scrittori cristiani primitivi


Ammirano la bellezza del creato per riconoscere e venerarne il creatore

Differenza cristiani/ greci: ammirazione per la bellezza delle creature e attribuzione ad esse caratteri divini.

L’occhio è stato creato per glorificare Dio e non ci è stato dato per guardare impudicamente ma per
ammirare attraverso il creato il creatore.

- X AGOSTINO
Distingue bellezza delle creature dalla bellezza di Dio

Distinguere bellezze definirle è viaggio faticoso e inquieto in cui è facile smarrirsi e dimenticare la meta.

Pur con queste difficoltà, il riconoscimento di Dio come autore della bellezza può dare una collocazione
stabile ed armoniosa al godimento estetico.

- SOMIGLIANZA DELL’UOMO CON DIO


contenuto nel libro della creazione dell’uomo ne libro della Genesi, essa si compone di due passi:

1. attribuisce direttamente a Dio la modellazione del corpo dell’uomo (il Signore plasmò l’uomo
con polvere della terra)

2. narra la creazione dell’uomo ad immagine e somiglianza di Dio

Genesi x Tertulliano :

afferma che la somiglianza non si riferisce al viso o alla forma del corpo ma alla sostanza che l’uomo ha
ricevuto da Dio stesso, il soffio vitale e l’anima.

Genesi x CLEMENTE ALESSANDRINO:

per lui, se ogni uomo ha ricevuto l’immagine di Dio dentro di sé, solo attraverso l’impegno etico di
modellarsi sulla volontà di Dio, si diventa simile al Signore.

Genesi x CRISOSTOMO

dalla bellezza delle creature, si veda per analogia quella del signore

3) IMPERATORI, modelli, bellezza, iconografia


L ’apparenza fisica —> modo per manifestare la struttura politica e le articolazioni della società e rendere
visibili i valori sui quali esse sono fondate. sovrano: deve apparire bello x rispettare virtù morali e politiche

- MODELLI IMPERIALI

A) IL MODELLO OMERICO

Il primo modello da prendere in considerazione è quello Omerico. Le qualità fisiche e il valore militare dei re
omerici, soprattutto di Agamennone, sono messe in ombra in rapporto con quelle etiche e politiche.

—> Crisostomo

esalta la forza fisica di Agamennone, per proteggere e difendere la mandria.

—> età imperiale romana

i re omerici, rappresentati come modelli di regalità - simile agli dei come ad esempio Achille, Priamo,
Odisseo. - La bellezza del re non viene offuscata dalla vecchiaia: ad esempio quando Il vecchio re Priamo si
reca da Achille, Achille ammira l’apparenza fisica di Priamo.

—> NELL’ODISSEA

Atena (dea) restituisce la giovinezza ad Odisseo quando il suo aspetto deve guadagnargli ammirazione e
rispetto. dei spesso sono conquistati dalla bellezza dei mortali e li ritengono degni di abitare con loro (Clito
rapito dall’Aurora per la sua bellezza)

—> Nell’Iliade,

l’analogia sul piano fisico tra gli dei ed i migliori uomini sembra ammessa senza riserve.

Diverso invece pare il contesto dell’Odissea, Odisseo riconosce che non può esserci confronto sul piano
fisico tra Penelope e la ninfa e la ragione di questo è la vecchiaia.

Per la bellezza degli eroi e dei re l’ALTEZZA e la GRANDEZZA DEL CORPO è una caratteristica essenziale.

(bella è la superficie del corpo, la pelle, l’ampiezza e la forma delle masse muscolari).

La figura ideale, che è incarnata in Odisseo, unisce la bellezza e la forza fisica alle doti dell’intelletto e della
parola.

B) ALESSANDRO E L’ELLENISMO

influenza sulla rappresentazione della REGALITA’.

Imitato per rappresentare il regalità e doti militari e politiche.

Imitato da: Pompeo per chioma, Cesare per statua Venus genetrix che fa elevare cambiando il volto, Elite
culturali, da tutti per costume diffuso, monete che lo raffigurano appese al corpo come talismani.

Caratteristiche .

- colorito bianco e vermiglio del volto e del petto.

- il profumo che emanava la sua carne e la sua bocca tanto da impregnare anche le vesti.

- altezza e all’imponenza del corpo, tanto che la statura non elevata costituisce un tratto sul quale insistono
le opere dedicate al Macedone in età imperiale.

- La regina delle Amazzoni, che aveva voluto incontrarlo per concepire un figlio con lui, resta sconcertata
dalla mancanza di corrispondenza tra la sua fama e la sua gloria ed il suo aspetto fisico. Nel romanzo di
Alessandro Magno sono i persiani alla mensa a rimanere meravigliati dalla piccolezza di Alessandro.

C) MODELLO IRANICO
Altro modello di regalità è quello Iranico.

- Senofonte aveva descritto il fascino di Ciro che era dotato di bellezza naturale e che osserva il nonno
completamente imbellettato.

- Senofonte attribuisce a Ciro la convinzione che l’abbigliamento e la cosmesi del sovrano e della sua corte
esercitino una funzione politica importante, accrescendo le sue qualità fisiche e nascondendo i difetti.
L’impressione di questa superiorità fisica del re, doveva essere poi rafforzata dalla presenza intorno a lui
di cortigiani abbigliati con fasto.

- Nelle descrizioni bizantine, il re persiano all’interno del suo palazzo, viene posto in primo piano i, ci sono
emanazioni luminose provenienti dall’oro e le pietre preziose. Lo sguardo, in chi si trova davanti a lui, è
imprigionato da questa luce.

- BELLEZZA DEL SOVRANO

A) ETA TARDA ANTICA

4 secolo - eccellenza fisica dell’imperatore riflette il corpo- ANIMUS DIVINUS e CORPO BELLO cioè:

1) la scelta da parte dell’animo di un corpo adeguato in cui incarnarsi,

2) capacità dell’animo di modellare il corpo in cui abita.

TEORIA ENCOMIASTICA (ricordare/citare qualcuno), la celebrazione della bellezza imperiale secondaria, la


bellezza è soprattutto una qualità giovanile

- Nell’orazione indirizzata a Teodosio, Temistio, dopo aver posto l’accento sulla superiorità delle virtù morali
su quelle fisiche nella figura regale, afferma che statura, bellezza del corpo e forza non bastano a fare un
buon re se non ha nell’animo l’impronta della somiglianza con Dio.

- HISTORIA AUGUSTEA

Si descrive per la prima volta la bellezza fisica di un imperatore, mai fatto prima di allora.

l’aggettivo più usato per definire la bellezza imperiale è Decours applicato a forma, all’armonia cioè ed alla
proporzione delle membra

Armonia del corpo ed alta statura, sono quindi caratteristiche essenziali nella figura fisica dell’imperatore
nella concezione dell’autore della Historia Augustea.

Bisogna distinguere tra rappresentazione del CORPO e rappresentazione del VISO.

CORPO

- Historia Augustea, dove la bellezza del corpo è Decorus

- Ammiano Marcellino, qualità sono messe in evidenza negli imperatori piano fisico. (Valentiniano e giuliano)
Il corpo di Valentiniano, non solo non ha difetti, ma è forte e robusto.
L’altezza e la bellezza di Valentiniano, potrebbe forse consentire di accostarlo ad Agamennone.

VISO

- l’Historia Augusta mette in evidenza non tanto la bellezza, ma la venerazione che esso ispira in chi lo
guarda.

- Il tratto carismatico più significativo sono ovviamente gli occhi, dei quali viene esaltata la luminosità,
l’intensità e la grandezza. La luminosità degli occhi è segno di superiorità intellettuale e spirituale che
Ammiano riconosce solo in Giuliano.

panegerico di Teodosio - cultura divinizzante - la bellezza di Teodosio è simile dio

B) SOCIETA ALTO IMPERIALE

- l'imperatore non ammetteva critiche rispetto al suo aspetto fisico, anzi doveva essere esaltato.
Es: Augusto che voleva si dicesse che nei suoi occhi vi era un’energia divina
Caligola che pretendeva che si riconoscesse la parità della sua statura fisica con quello di una statua.

- SVETONIO, parla di Elite che critica imperatori quando defunti.

- Bellezza x VITE SVETONIANE, bellezza sembra essere considerata un aspetto importante della figura dei
migliori fra gli imperatori, ma che in ogni caso non può essere perfetta e dunque idealizzata o divinizzata.
rivela anche difetti ed imperfezioni che mette in evidenza i LIMITI UMANI di questa bellezza. (Augusto
aveva i denti irregolari, una statura non alta, macchie su tutto il corpo).
In altre descrizioni, l’apprezzamento della bellezza è come sommerso all’elencazione di difetti repellenti.
Ci sono poi imperatori asp fisico sgradevole, es Caligola con la sua squallida bruttezza in corrispondenza
tra laidezza fisica e morale.

- Molto diverso, nel III sec. è invece l’atteggiamento di ERODIANO nei confronti degli imperatori dei quali
elogia la bellezza, soprattutto di Commodo e Elagabaldo. Lo storico appare come sedotto dalla bellezza e
giovinezza dei due imperatori che descrive con ammirazione.

- ICONOGRAFIA

A)TARDA ANTICA

Iconografia moltiplica i segni della presenza dell’imperatore su tutto il territorio dell’impero.

serve x rispetto e devozione dei sudditi.

Problematiche iconografia:

- identificazione imperatori-datazione opere

- Discordanza tra aspetto fisico e descrizioni

Tratti enfatizzati nell’iconografia:

1) fisionomia : grandezza degli occhi e la fissità dello sguardo, che dagli storici dell’arte sono stati
variamente interpretati, come lo sguardo che non si posa sulle cose terrene e manifesta l’attenzione al
mondo interiore o ancor più al mondo ultraterreno

2) Il fulgor oculorum, viene interpretato come espressione della maiestas imperiale che impone devozione e
timore

3) L’associazione di grandezza e luminosità degli occhi è valutata come segno positivo. evoca il carattere
divino della figura imperiale, ha significato anche politico e non solo spirituale.

4) La materialità e l’individualità del corpo imperiale tende ad essere cancellata dalla luminosità gloriosa che
promana dalla porpora e dalle pietre preziose dell’abbigliamento imperiale, rafforzata dall’inserimento della
figura imperiale nel contesto della corte.

B) ALTO IMPERIALE

Per chi non poteva vedere l'imperatore, si costruiva un'immagine con l'aiuto dell’iconografia

(monete e statue).

L'iconografia influenza l’immaginario

Lesioni alla maiestas : oltraggi fatti alle statue, perché si pensava che con lesione statua si rovinasse
immagine imperiale,

Alle statu erano anche rivolti atti di culto e questo rendeva il rapporto tra gli abitanti e le statue imperiali più
intenso.

Le iconografie rappresentano eccessivamente, accostano figura imperiale a divinità.

4) SOCIETA

-IL CORPO, IL VESTITO E IL COMITATUS IMPERIALE

corpo dell’imperatore con la sua bellezza non è distinto dall’abbigliamento e dall’ornamento e dal suo
comitatus(Esercito mobile dell’imperatore).

la veste imperiale è corpo dell’imperatore.

IL V E IL VI SECOLO: ANGELICAZIONE ED UMANITA’ DELLA FIGURA IMPERIALE

Come vengono descritti gli imperatori:

- x corippo : in laudem Iustini auguste minori , la luce che si diffonde dalla porpora, l’oro e le gemme che lo
ricoprono rafforzano e arricchiscono la figura dell’imperatore.

- x Eusebio di cesarea : in vita di contantini la luce che emana l'imperatore non è quella del suo corpo ma
quella della porpora e dell'oro.

- Malalas: ne i ritratti di imperatori di Malalas, VI secolo. Sono una galleria completa di ritratti fisici degli
imperatori, gli imperatori non vengono raffigurati come in precedenza è stato fatto, infatti in alcuni ritratti si
notano caratteristiche diverse rispetto alle fonti o alle precedenti raffigurazioni. Per esempio Caligola non
viene raffigurato come solitamente, con un aspetto spregevole ma tutt'altro il ritratto fisico è positivo, a
differenza di quello speso un Jano, questo perché viene apprezzato il lui l'impegno finanziario per la
ricostruzione di Antiochia dopo un terremoto. Quindi i ritratti di Malalas non possono essere definiti
significativi sul piano etico ed estetico, ma vanno a fornire altri tipi di dettagli.

- Ennodio : bellezza del re è sufficiente a dimostrare la sua maestà. Viene raffigurato il re con statura alta e
gradevolezza di colorito, viene messa in evidenza la bellezza naturale in opposizione a quella artificiale dei
domini (imperatori di Bisanzio). Pensa che gli ornamenti e le ricchezze non vadano ad aggiungere nulla
alla bellezza del corpo regali e alla luce che ne emana, e che la bellezza del corpo mantiene la sua fisicità
nonostante la luce che emanano gli ornamenti.

- LA CORTE
entità socio-politica

A partire dagli imperatori figli di Teodosio, risiedono stabilmente in due capitali Costantinopoli e Ravenna.

La corte occupa un luogo fisico definito, nei palatia, che costituiscono la residenza dell'imperatore e
dell'imperatrice.

- I palatia sono imponenti complessi di edifici che ospitano la burocrazia di corte e la guardia palatina e
sono articolati in spazi privati presidiati dagli eunuchi di corte, inaccessibili anche agli alti funzionari del
Consistorium, e spazi pubblici, coperti o all'aperto n cui l'imperatore concede udienze giudica, ma anche
intrattiene la corte con dei pranzi.

Ci sono anche delle chiese frequentate dalla famiglia imperiale.

- Candore di vesti e fulgore multicolore di porpora, oro e pietre preziose costituiscono un’area luminosa che
gravita attorno all’imperatore e dal suo splendore è esaltata.

- Giovanni Crisostomo afferma come tutto questo apparato conduca lo sguardo all’imperatore che attrae a
sé un’attenzione esclusiva, quasi escludendo dalla vista tutto il resto.

- Guardie imperiali dei palati : Alti e belli sono considerati i Germani della guardia imperiale, che possono a
volte diventare oggetti di desiderio erotico all’interno stesso della corte. ANekdota, insinua
l'innamoramento dell'imperatrice Teodora per uno dei domestici.

- eunuchi di corte, pregiudizio, piano sociale e etico, origine straniera (perché la castrazione era vietata
all'interno dell'impero) comportamenti servili.

Per ammiano persone repellenti per disarmonia corpo, il suo ripudio sembra legato alla mutilazione dei
genitali.

Per Teodosio gli eunuchi sono molto belli.in età bizantina, gli eunuchi sono visti come angeli per splendore
vesti e ornamenti.

- cubicularii : Giovani rampolli dell'aristocrazia, esempio cesareo, fratello di Gregorio di nazianzo . Queste
figure vengono descritte per la bellezza, per la cultura e per le doti fisiche.

La corte imperiale è vista come massimo contenitore di bellezza fisica, lo splendore delle vesti gli ornamenti
e l'architettura esaltano chi ne vive e li dispone al di sopra della comune umanità.

- ELITES NELLA CULTURA POLITICA ROMANA

Nell'impero tardo antico elites composta da famiglie di eccellenza, costituite da uomini di cariche pubbliche
che usano il proprio potere a favore della famiglia.

- In età tardoantica, vengono inclusi ceti diversi da quelli che componevano l’aristocrazia senatoria
altoimperiale. Anche detentori di funzioni amministrative elevate.

- Cicerone nel “De officiis”:


ci sono due tipi di Pulchritudo (Bellezza) che corrispondono alla bellezza sia maschile che femminile.

1. Venustas ( armonia proporzioni e grazia )

2. Dignitas ( equilibrio, serietà, coscienza, valori morali)

Alla bellezza maschile, non sono necessarie l’armonia dei tratti fisici, è necessario portamento del corpo x
solidità e equilibrio della vita morale.

L’unica caratteristica fisica che Cicerone mette in evidenza in questa “Pulchritudo” è la bellezza del colorito,
che è il risultato dell’esercizio fisico.

La negazione Ciceroniana di un canone estetico, forse sottende un’opposizione alla diffusione nella società
romana di un’attenzione viva alla bellezza, ispirata ai modelli greci ed ellenistici.

- Ammiano Marcellino, afferma che i nobili romani hanno attenzione particolare per l’apparenza fisica.

I senatori romani che egli critica, oltre ad essere vestiti fastosamente, fanno ondeggiare il mantello per
evidenziare questo fasto.

Le fasce più alte dell'Elite sono composte da quelle persone che accompagnano il sovrano, dall'aristocrazia
municipale (burocrazia) per le apparizioni pubbliche

La bellezza del corpo è una caratteristica femminile e giovanile, e secondaria nella descrizione del corpo
maschile adulto.

Dal II secolo, vesti seriche.lusso, colori, fasce oro per vestiti, gioielli (clave aurei) anche per uomo

- I CETI INFERIORI
Ultimo gradino della piramide sociale sono i poverissimi (mendicanti). Sono percepiti come massa
indistinta.

Abbigliamento: stracci-bisaccia-bastone.- corpo e viso indefiniti-mai tratti individuali-sporcizia e magrezza.


Esempio: Lazzaro.

Sì provo ad attribuire mendicanti ruolo di medium tra popolo e Dio, tramite loro vedono Dio che chiede
carità.

Donne ceto basso:

Prostitute: caratterizzate da tratti artificiosi-eccessivi.per rendere il messaggio chiaro di disponibilità.diverse


da donne oneste per abbigliamento, perché donna onesta e sobria e modesta

Attrici: bellezza che interessava anche ceti sociali alti.aggiungono ricchezza dell'abito scenico per
avvicinarsi ai ceti alti. Crisostomo, I ceti inferiori provano ammirazione e distacco. i poveri che vedono
attrici teatrali, sono invidiosi del fasto che una persona di umile origine sta indossando e allo stesso tempo
si rassegnano alla loro condizione sociale.

5) BRUTTEZZA

A) SOVRANO

IL MISOPOGON DI GIULIANO

Imperatore Giuliano, deriso da satira goliardica antiochena per bruttezza e per poca vita modana ( contrario
antiocheni)

Tratti derisi: barba incolta e caprina, potrebbero farsene delle corde, statura bassa, spalle strette.

L'imperatore porta la barba perché continua ad essere un filosofo anche dopo ascesa al trono (come Marco
Aurelio)

Si deride l’iconografia monetale di Giuliano,e sul toro li raffigurato supino, che raffigura il mondo messo
sotto sopra per le riforme radicali di Giuliano.

Con questa satira si scavalca il limite imperatore-sudditi.

In risposta alla satira Giuliano scrive misogopon

Scrive che la bellezza appartiene alle donne, ai ragazzi. Non è necessaria negli uomini.

B) USURPATORI

Usurpatore = tiranno

È brutto perché l'opposto dell’imperatore.

- HISTORIA AUGUSTA: Firmus usurpatore africano, caratteri mostruosi.volto scuro, occhi sporgenti e corpo
ricoperto di peli (ciclope). L'usurpatore non è brutto solo per la bruttezza fisica, ma soprattutto per
l'aspetto torvo che non comunica e non ascolta i sudditi.

- LA BELLEZZA DELLE IMPERATRICI

Le imperatrici, soprattutto in ambito orientale, rivestono un ruolo pubblico e cerimoniale importante.

in precedenza invece :

- Livia - eta Giulio Claudia - virtù morali , i bellezza celebrata in maniera analoga a quella di Augusto.

- Nel IV - meta V secolo si celebra spesso bellezza imperatrici, Eusebia (moglie Costanzo)

- Eudocia (Teodosio)

- moglie di Costantino, Fausta, viene celebrata la bellezza ancora infantile in occasione del matrimonio con
Costantino.

Bellezza celebrata come qualità dell'imperatrice, insieme a buona educazione, saggezza.

la bellezza è insufficiente da sola.

La bellezza era una dote che permetteva a queste donne di essere scelte rispetto ad altre.

Es: valentiniano divorzia per sposare Giustina, scelta per bellezza nella casa teodosiana .

La bellezza dell'imperatrice è valutata esplicitamente in rapporto con le altre donne, diverso da uomo che
non viene mai messo in discussione e paragonato.

Le rappresentazioni iconografiche per le imperatrici, avvengono solo per ambiti pubblici e cerimoniali.

7) FILOSOFI E RETORI- GLI UOMINI DI CULTURA

Come vengono descritti fisicamente:

1) caratteristiche fisiche non aggraziate e “ brutte”- no carisma - difetti e disarmonie

- Aristotele era babulziente, gambe magre, gli occhi piccoli e si vestiva elegantemente, aveva i capelli ben
tagliati e portava anelli.

- Di Speusippo Timoteo aveva scritto che aveva il corpo devastato dalla malattia.

- Zenone aveva dato rilievo al fatto che aveva il collo inclinato da un lato, era magro, abbastanza alto, e di
colorito scuro, aveva le gambe grosse ed era flaccido e malaticcio.

2) belli , carismatici e atletici

- Bello tra i filosofi descritti da Diogene è il solo Senofonte.

- Bello e seducente è, nella descrizione di Luciano,

- l’impostore Alessandro di Abonouteichos, non era una figura del filosofo in senso tradizinale, egli era alto
e bello, veramente simile a un dio; la pelle bianca, le guance coperte da un accenno di barba, i capelli
lunghi ed ulteriormente infoltiti ed allungati dall’aggiunta di capelli posticci, gli occhi splendenti e
infiammati da un entusiasmo divino, la voce dolce e chiara. Egli è però, agli occhi di Luciano, un
impostore che si serve della sua capacità di seduzione anche sul piano fisico per plagiare uomini e
donne.

- x Diogene Socrate, Platone e Licone - corpo atletico

- Eraclide Pontico del quale Diogene scrive che aveva lo sguardo dolce e nobile

- Pitagora personalità carismatica.

Satira x filosofi

Si accusano di dottrine vuote, in coerenza di pensiero e stile di vita-ricerca fama.

Luciano di Samosata: x lui nei filosofi l’aspetto fisico non è rilevante e che non è attraverso la vista del loro
corpo che si stabilisce una comunicazione autentica con il loro pubblico.

ORATORI :

No bellezza fisica

- Cicerone: si doti fisiche, ma più importante persuasività della parola, voce, movimento del corpo,
portamento (dignitàs')

- In Quintiliano : voce ed il gesto, ma anche caratteristiche del corpo, come l’altezza.

- Alessandro Peloplaton: Bello di una bellezza divina, occhi grandi, chioma ricciuta, denti bianchissimi.lui è
un'eccezione perché di solito gli oratori vengono rappresentati con un aspetto ruvido accigliato, poco
curati, immersi nei propri pensieri. Esempio Marco di Bisanzio polemone

8) CULTURA CRISTIANA
- BELLEZZA DEL SOVRANO

Nella Cultura EBRAICO-CRISTIANA, per Ambrogio nell exameron , superiorità fisica del re rispetto alla
plebe, per bellezza e grandezza del corpo

-IL CORPO DEI VESCOVI

- Per i scrittori cristiani primitivi IV secolo: figura estetica del vescovo doveva essere idonea alla
carica ricoperta.

- Padri Cappadoci: basiglio e Gregorio di nazianzo(?) , descritti con doti fisiche. Gregorio è contro
l'importanza dell'aspetto fisico per le cariche epistolari.

- ASCETI

cancellazione bellezza fisica (rifiuto radicale cura corpo per accentuare bellezza interiore) Gerolamo
polemizza contro la cura del corpo da parte del clero

- I VESCOVI LERINIANI

Esaltano bellezza, contro rigore ascetico.

Nella biografia del vescovo epifano scritta da ennodio , si esalta l'aspetto fisico.

I vescovi godono di una bellezza naturale, perfetta corrispondenza tra interiorità e esteriorità

Ennodio :

- la serenità degli occhi rifletteva la serenità dello spirito,

- il bel disegno delle labbra rafforzava la dolcezza delle sue parole.

Epifanio

- Si bellezza maschile dolce ed autorevole.

- IL CORPO DEI MONACI

- modello di vita angelica, anticipazione della vita futura nel paradiso.

- separazione dal mondo, rapporto con Dio nella preghiera e nella meditazione, conflitto con il corpo,
bisogni e le sue pulsioni.

- castità fisica e mentale, estirpare fantasia erotica - solo bisogni necessari sopravvivenza

- apparenza fisica sgradevole agli occhi del mondo—> praticavano DIGIUNO


anacoreti cristiani mangiavano solo una volta al giorno, digiuno su modello di Mosè per 40 giorni.

- L’alimento più usato era il pane, accompagnato di solito con verdure o ceci crudi.

- l’INSUFFICIENZA DEL SONNO- x Arsenio, accontentarsi di un’ora di sonno in piedi o seduti.

- L’ASSENZA DI IGENE e CURA DEL CORPO: x Anastasio, Antonio non si era mai lavato.

- CONTROLLO DELLA VISTA IN RAPPORTO AL CORPO. rifiuto della vista -sguardo sempre basso a
volte costretto da pesi o catene.

*Evagrio Pontico: Monaco di bell'aspetto esteriore e interiore che sceglie vita monastica.

- IL CORPO DELLE ASCETE

dipende da estrazione sociale.

Anche le donne di ceti superiori praticavano l'ascetismo con la scelta di castità, alimentazione moderata da
digiuni, abbigliamento semplice, preghiera, meditazione, scrittura. L'ascetismo in questione è chiamato
ascetismo moderato o ascetismo domestico per le donne dell’ élite .

- Per le donne di ceti inferiori invece veniva praticato l'ascetismo radicale.

- Sante vergini: descritte come bellezze, ma come una qualità insidiosa, un oggettivo ostacolo in rapporto a
quella scelta, perché potrebbe spingerle verso il mondo, farne il centro di appetiti sessuali ai quali il
matrimonio costituisce un riparo, verso la ricchezza ed il lusso

- Spesso le ascete provenivano da un passato di prostituzione.

x Gerolamo :

- Donne romane lasciate diverse da donne romane normali

- No cosmesi per contrapporre pallore a colore dei belletti

- No cura capelli

- Contro taglio totale dei capelli e abbigliamento maschile e copertura totale del corpo, perché così si
perde femminilità, diventano come eunuco.

sisceglie di cancellare la femminilità per abbandono dell'identità, e per abbandono della femminilità vista
come vergogna e causa di peccato verso se stessi e altri.visione maschilista e influenzata da uomodalle
donne del loro ceto sociale è la negligenza del corpo, che si manifesta non solo nel rifiuto della cosmesi ma
anche in particolare in quello della cura dei capelli.

9) IL CORPO DEI BARBARI


barbari: popoli esterni all’impero, dai Germani ai Parti e poi ai Persiani.

No ragione come romani e greci , che sono civilizzati .

Barbari dominati da furor, passione aggressività incontrollata.

No struttura etica

- tarda antichità

i barbari, soprattutto i Germani, sono presenti all’interno della società imperiale a causa di questa
presenza, fenomeno di osmosi, barbari romanizzate e romani barbari Zatti (soprattutto ceti inferiori)

L’aspetto fisico dei Germani :

- gli occhi azzurri e feroci, le chiome tinte di rosso, la grande corporatura capelli annodati non per finalità
erotica ma bellica.

Donne barare:

- Si parla solo di altezza (come uomo) robustezza e forza fisica. Mascoline.

Tacito non trova qualità estetiche nei germani, no armonia-Grazia

Galli x ammiano

- aspetto fisico descrive con tratti che richiamano i Germani di Tacito - alta statura e con lo sguardo feroce.

Alani x ammiano

stirpe di estrazione iranica,

grado di barbarie inferiore a quello degli Unni.

Alimentazione repellente, ornano i cavalli con scalpo dei nemici uccisi.

Unni. x ammiano

Incidono guance dalla nascita per avere cicatrici e non far crescere barba, robusti, collo spesso, più forti
degli alani per forza fisica.

Quindi—> germani: ammirevole fisicità, alani: aristocratica bellezza, unni: pericolosi e animaleschi.

In precedenza Milano aveva scritto di barbari persiani, sottomessi all'impero persiano. Li ha descritti come
magri, scuri, occhi come Caproni, sopracciglia curve, barbe e capelli ispidi

(Thorvitas') occhi come Caproni caratterizzazione degli occhi come caprini da una parte e la gracilità del
corpo dall’altra. La torvitas è caratteristica di animali nobili ed aggressivi come il leone, non certo la capra,

bellezza delle donne barbare :

Bissula - germanica- per 10º magno ausonio, meraviglie dei colori, occhi azzurri, chioma bionda, candore e
luminosità della carnagione.

Donna germanica, generalmente non considerata seducente, diversamente dall'uomo germanico.

Galia, IV secolo-costituzione che vieta matrimoni uomini con Barbara uxor

10) LA FORMA DEI CORPI IMMAGINARI (3)

Immaginario riferito alle divinità: non abbiamo attestazioni di immagini di divinità e tutte le rappresentazioni
sono frutto dell'immaginazione umana.


A) IMMAGINARIO CRISTIANO

- IL CORPO DEL PADRE, L’ANTROPOMORFISMO NEL CRISTIANESIMO TARDOANTICO

Dare a dio forma umana è una cosa più facile, a divinità vengono aggiunte emozioni umane (ira, amore,
odio)

ANTICO TESTAMENTO

- Dio visto come entità corporea (occhi, braccia, orecchie). Corporeità solo immaginata non percepita, solo
la voce è percepibile (Sinai, voce di Dio)

L'unica volta che Dio è stato visto: sul trono, rappresenta la gloria di Dio.

- Nel I sec. dc - Palestina trattato sul corpo di Dio (misure-dimensioni)

TEOLOGIA GIUDAICA

Si crede che solo l'anima somigli a Dio, non corpo

x padri III secolo, anche il corpo somiglia a Dio

x terTulliano =

x monaci egiziani, non si può pensare che uomo rifletta perfezione di Dio nel corpo

x Gregorio di Nissa, si vuole neutralizzare una tendenza diffusa di dare forma a Dio. = x Agostino.
x ISIDORO DI PELUSIO similitudine uomo-Dio

Conoscere il corpo di Dio vuol dire sentirlo più vicino, il movimento scismatico degli Audi Yanni voleva
sapere e immaginare le forme di Dio.

- LA BELLEZZA DEL CRISTO

Filosofia cristiana fin dal IV secolo, no rappresentazione di Cristo (rifiuto)

Eusebio

nella lettera a Costanza, nega rappresentazioni Cristo incarnato storicamente.

con questa lettera crea uno dei pilastri dell'iconoclastica, ovvero il rifiuto per il rappresentare opere sacre e
propugnatore della loro distruzione.

per lui i personaggi del mondo spirituale non devono venire rappresentati perché la loro qualità supera il
tentativo di rappresentazione.

Prova a dimostrare che nell'antico testamento e del nuovo viene condannata la raffigurazione.

Nel VI sec Oriente e Occidente

Atteggiamenti tolleranti per le rappresentazioni sacre

- ipazio, vescovo. sostiene che vadano accettate nelle chiese, perché è una via di comprensione per
la fede cristiana.

- Gregorio Magno rimprovera un vescovo per aver distrutto immagini sacre nelle sue chiese.

Convinzione IV secolo, che esista storiografia di Cristo-descrizione del suo aspetto fisico. (Bei occhi, lungo
naso, mani belle con dita lunghe, colorito colore del grano)

Questa convinzione è causata da due testi che rappresentano Cristo in maniera polemica, divina ed umana.

1. Celso nega esistenza perché in base al suo aspetto fisico, non è possibile che chi ha qualcosa di divino
non si differenzi dagli altri.

2. Origene, polemizza, oltre che con Celso, a partire da“Acta Iohannis” E altre fontiche descrivevano un
Cristo piccolo e calvo. Dice che per Cristo il corpo e la sua armonia sono nascosti da luce e dopo la
morte e resurrezione non si può più associare bellezza e bruttezza alla figura di Cristo

3. Clemente Alessandrino, afferma la bruttezza di Cristo, perché crede nella sua bellezza interiore.

4. salmo 45 bellezza Cristo esaltata come qualità estetica del corpo. Vista come bellezza intelleggibile come
sublimazione luminosa del corpo risorto

5. Cristo SPONSUS (promesso sposo) che nasce da una lettura del Cantico dei Cantici.
Bellezza carnale del Cristo, sia ammirazione dei corpi dei due amanti, visti come Cristo e Chiesa oppure
Cristo e fede (anima del fedele)

- IV sec - rapporto tra CRISTO E LE VERGINI CONSACRATE

Se pregavano parlavano allo sposo.

- VI sec. Rappresentazione Cristo glorioso che regna in cielo tra angeli e santi

Il ritratto del Cristo, appare relativamente tardi. Nei secoli precedenti la figura di Cristo e la sua missione
salvifica erano richiamati da simboli ed allegorie, solo alcuni di essi umani: il buon pastore, il pescatore, il
maestro.

Si apre quindi la strada alla rappresentazione del Cristo.

-IL CORPO DELLA VERGINE MARIA

Nel nuovo testamento, non c'è descrizione fisica della vergine Maria.

- Il PROTOEVANGELO di Giacomo, narrazione storia personale di Maria, prima matrimonio con Giuseppe e
nascita di Gesù, non si parla del corpo della vergine

- Ambrogio, descrive nel “De virginibus” si descrive compostezza e mancanza seduttività nel suo
comportamento

- omelia di Teodoto di Ancyra vergine rifiuta cosmesi, ornamenti-un modello di bellezza naturale

- apparizioni della Vergine - IV-V sec non contengono alcuna descrizione del suo aspetto.

Quindi immaginario corpo di Maria, senza esplicitazione

Con culto mariano si hanno diverse iconografie:

- la Vergine NIKOPOIA (in trono con il bambino in braccio)

- la Vergine BLACHERNOTISSA (figura in piedi con in braccio il divino fanciullo).

VI sec- orient - affermazione bellezza vergine

- Venanzio Fortunato loda bellezza, è eccezione quella di Venanzio in Occidente.

- Doroteo di Gaza, la identifica per abbigliamento regale, vestita di porpora

- ad esempio, la presenta come vestita di una veste porpora.

- patriarca di Gerusalemme, Prima o Melia bizantina, dice che nel momento della morte di Maria, gli angeli
scendono per ammirare la divina bellezza.

- LA BELLEZZA DEGLI ANGELI

Esseri superiori rispetto agli esseri materiali, capaci di muoversi da un posto all'altro del cosmo.
I mortali, non hanno bisogni-alimentazione eccetera, non sono immuni dal peccato perché hanno libero
arbitrio.

Gli angeli sono vicini a Dio: cherubini, serafini, troni.

L'uomo accompagnato dagli angeli per tutta la vita, allora affidata la salvezza dello spirito.gli angeli sono
presenti nel sacrificio eucaristico, nel battesimo e nella messa. Possono essere visibili se svolgono la
mansione di messaggeri divini. Possono assumere sembianze umane ( non carne ma materia aerea).

Monaci aiutati da angeli nelle mansioni giornaliere (oriente)

Raramente appaiono ai vescovi, perché loro vivono nel mondo.

Sono visibili nelle passioni s', luoghi dove vengono rinchiusi i martiri. Esempio: un ebreo si trova in carcere
con martire Anastasio e il santo è attorniato da angeli.

Teodoro dice che durante le torture a un angelo vicino che asciuga il sudore e versa acqua fredda sul suo
corpo

Come erano rappresentati gli angeli?

Uomini giovani o anche maturi, vestiti con palio sopra tunica.

Hanno un rotolo che tengono in mano per funzione di messaggero.

Assumono la corporeità funzionale alla comunicazione per gli uomini

Quarto secolo-angeli in rapporto con i monaci-non si parla di apparenza fisica, monaci visti come angeli
angeli che aiutano i monaci.

Fine IV secolo, klauser dice che gli angeli diventano creature alate per l'influenza iconografica pagana.le ali
rappresentano qualità più grandi rispetto agli umani.

V secolo, aggiunta iconografie del nimbo (luce intorno) e colore rosso nelle parti scoperte.

Da VI secolo rappresentati in oriente e Occidente con candore vesti e luci corpo.

Anastasio descrive un ebreo carcerato, con lui luce riflessa intorno.

I pazzi io dopo reclusioni Quaresima volto luminoso come un angelo.

Gli angeli sono visti come funzionari di corte

- LE APPARIZIONI DEI SANTI

Spesso i santi appaiono anche in gruppi.

I vescovi dopo la morte diventano santi, fanno apparizioni.

- orosio: apparizione in sogno di Ambrogio, a principe africano, prima battaglia decisiva verso il
fratello.batto i bastoni a terra tre volte, capisce che avrebbe vinto tre giorni dopo. Non si dice nulla
su aspetto del santo.

- Gregorio di Tpurs Santo con capelli biondi e bianchi che appare a donna paralitica. Essenziale per
questa apparizione è il fulgore della veste.

APPARIZIONI DI APOSTOLI sono frequenti.

- Crisostomo - Giovanni e Pietro appaiono come figure luminose

- Pietro che appare in sogno ad una fanciulla paralitica. figura senile con folti capelli e barba con le chiavi
come segno distintivo.

-IL CORPO DEI MARTIRI

Bellezza corpo martiri, tratto frequente-figura giovanile uomo o donna.

TESTI AGIOGRAFICI PRECOSTANTINIANI

Non ci sono descrizioni del corpo del martire, no descrizione martirio, sì solo confronto martire-giudice.
Quando c'è rappresentazione del martirio, si descrive la sfigurazione come se il corpo non facesse più parte
dell'identità del martire, distaccato e rappresentato come ferito.

MARTIRI DI LIONE di Sanctus

Corpo pieno di contusioni-ferite, non aveva più sembianza umana.

si dice che il suo corpo era completamente pieno di contusioni e ferite al punto che aveva perso ogni
sembianza umana.

Passo africano-III secolo

Corpo rappresentato smembrato, peso per i pollici con pesi sui piedi per trazione su estremità.

Prudenzio, descrive corpo aperto dai torturatori

V sec però, si sviluppano nelle descrizioni agiografiche tendenze opposte:

- corpo del martire non è più un oggetto abbandonato.

- I persecutori riescono a fatica a dare la morte al martire e devono spesso rinunciare a forme di pena
distruttive del corpo, limitandosi alla decapitazione. Es : Sempre nei martiri di Lione, il corpo straziato dai
torturatori non più umano, recupera miracolosamente la sua forma primitiva.

TARDA letteratura agiografica

Tendenza del corpo a resistere alla tortura.citato in molte opere. Genera sconcerto nel
persecutore.esempio: in una passione, il persecutore cerca di far bruciare la donna nella sua casa.il giorno
dopo la ritrova intatta-la decapita, ma per tre tentativi la donna rimane viva.

La bellezza del corpo dei martiri, costante in questo genere di martiri:

- la bellezza di Felicitas esposta nuda al circo, spinge al rispetto per il suo pudore.

- Anche in Eusebio, la bellezza dei martiri è un motivo presente: quando descrive il martirio di due vergini di
Antiochia arrestate dai soldati, vengono convinte dalla madre di annegare nel fiume per sfuggire allo
stupro.

La bellezza delle martiri, produce però spesso nei persecutori un’attrazione erotica.

- Susanna: chiesta in sposa per un compagno di Diocleziano, lei rifiuta per castità.

- Passiones : spesso richiamata la nudità nel momento della tortura. Potamiena (Historia Lausica) spogliata
per essere immersa nella caldaia (essa stessa chiede di essere immersa lentamente per mettere alla
prova la resistenza donata da Dio)

Per la bellezza maschile non ci sono contenuti erotici, si elogio di bellezza. Si descrive lo splendore del
momento del martirio, (la martire Julitta va al rogo con un fiorente splendore che ne rivela la bellezza).

- LA BELLEZZA DEI CORPI RISORTI

FILOSOFI PLATONICi

Credono nella sopravvivenza dell'anima, non ricongiunzione anima-corpo

CRISTIANESIMO

Credenza diffusa di reincarnazioneanima in un corpo simile al precedente e riconoscibile.

Convinzione che il corpo risorto fosse di una materia eterea come gli angeli

ORIGENE

No resurrezione, cambiamento e trasformazione anima-somiglia Dio. Il corpo è una tunica data da Dio dopo
la caduta in terra

Ambrogio

Convinzioni reincarnazione con un corpo materiale ma più sottile.

IV sec - mutamento di atteggiamento

- Gerolamo resurrezione carne, perché si veste di immortalità come quella di Cristo.

- AGOSTINO nel “De civitate Dei” resurrezione corpo terreno ma non in funzione di organi riproduttivi.

Sia Girolamo che Agostino insistevano sulla resurrezione perché Cristo quando è risorto a mostrato il corpo
con le piaghe.

Carnales Cristiani che si interrogano sulla vita del corpo nell’aldilà.

Preoccupazione sulla resurrezione dei difetti:

- Agostino: a differenza di statura-corporatura terreni. Nel Civita dei, resurrezione corpo giovane (33 anni
come Cristo). Ciascuno risorge alla statura che aveva in vita. Stesso sesso no funzionalità delle membra,
no ferite per i martiri.

- Gerolamo risurrezione come seconda creazione-rimuove in piedi inquietudini corpo no carattere


seduttivo.

- Giuliano Pomerio crede nella resurrezione dei corpi nudi, incorruttibili.

- L’ASPETTO PROTEIFORME DEL DIAVOLO

Nella Regione Sublunare-spiriti maligni ordinati dal capo supremo, conquistano anime sottraendole a dio.

Corpi: malformazioni, malattie, possessioni diaboliche invisibile agli occhi umani-visibili per i monaci.

IV secolo- si parla di apparizioni diaboliche-diavolo appare con carattere proteiforme.

(aspetti atteggiamenti diversi):

- animali aggressivi-diavolo che nel deserto vuole spaventare Antonio con animali aggressivi.

- Animali domestici-cammello imbizzarrito come manifestazione diabolica

- Mosche-Belzebù (signore delle mosche)

- Forme angeliche-Cristo: rivestito di porpora-oro a San Martino.

- Forme umane: presenze diaboliche invisibile-voce-altissimi.

- Persone note: per mimetizzarsi.

- Persone etiopi: colorito scuro-negrezza = peccato.


Credenza medievale di comparazione nero della pelle con bianco angeli.

- Diavoli neri-fanciulli : =

- Forme umane seducenti (figure femminili-ossessione sessuale)

B) L’IMMAGINARIO RELIGIOSO PAGANO:

- LA BELLEZZA DEGLI DEI

- LE EPIFANIE DIVINE

Manifestazione divinità a uomini-soprattutto greci e romani-riti misterici e culto.

Platone-dei attraverso segni, comunicano a uomini.

La manifestazione delle divinità agli uomini avviene con forme diverse:

antropomorfa e animale-fenomeni visivi-uditivi-odori.

- Sono definite epifanie solo le apparizioni di figure riconoscibili durante lo stato di veglia.

- La forma degli dei vista nelle apparizioni e suggestionata dalla iconografia e scultura sacra

- Dei visti nelle apparizioni con occhi sbarrati e andamento a piedi uniti (Statue semoventi) apparizioni
anche di imperatori, perché visti come Dio.
- Filosofi-uomini divini ricettori di apparizioni, culto di Esculapio.santuari dove si pregava per apparizioni.
Chiusi nel IV secolo, marino qui prega che la figlia venga guarita da Atena.

- TEURGIA ED EPIFANIE DIVINE

Evocazione divinità-riti teorici- giamblico inserisce teologia nella filosofia.

Teologia: complesso di riti e esperienze mistiche che connettono al mondo spirituale. (Vengono fatti con
pietre, erbe, formule).

Gli invocati si manifestano agli occhi dell'anima non agli occhi del corpo.

Una forma di epifania divina caratteristica della religione e della filosofia tardoantica è l’evocazione delle
divinità nei riti teurgici.

L’inserimento della Teurgia nel contesto della filosofia neoplatonica è opera del filosofo siriaco GIAMBLICO
che opera sotto il regno di Marco Aurelio.

La Teurgia è un complesso di riti ed esperienze mistiche attraverso i quali è l’azione degli dei e delle entità
demoniche che connettono il mondo spirituale a quello materiale.

Giamblico distinguendo le apparizioni degli dei da quelle degli angeli, arcangeli, demoni ed eroi.

Gli dei risplendono nella bellezza del loro aspetto, l’aspetto degli arcangeli è insieme grave e tranquillo, più
dolce quello degli angeli, terribile quello dei demoni.

Rituali per le statue, venivano fatti per vivificarle, venivano riempite le cavità di sostanze per la divinità
(animali, piante, pietre)

11) L’IMMAGINARIO LETTERARIO DEL CORPO

A) IL ROMANZO


Bellezza fisica dei protagonisti uomo-donna. Il motore del romanzo il rapporto eroe erotico che li lega.

Cinque romanzi greci d'amore(Senofonte, Achille tazio, Caritone, Longo sofista, Eliodoro)

hanno tematiche analoghe:

1. Innamoramento a prima vista, due giovani e belli che non possono sposarsi, quindi fuggono e mettono
alla prova la fedeltà.

2. Analogie etiche: affermazione del valore di fedeltà e castità prematrimoniale.

3. Ambientazione passato remoto: tutti in una Grecia stilizzata-Odissea

Diverso da romanzo Longo sofista: educazione sentimentale e sessuale per i due protagonisti ingenui.

- LE ETIOPICHE DI ELIODORO

Scrive etiopiche nel IV secolo d.C., tema bellezza attraverso l'attrazione erotica.

Cariclea , bellissima figlia dei sovrani etiopi, nata bianca perché madre nel concepimento aveva di fronte il
quadro di Andromeda.si identifica la protagonista con una dea, ammirata da tutta la Grecia.

Quando si trova a Siracusa, è vista come il tesoro di Sicilia.

Entrambi i protagonisti sono belli, donna superiore.

Teagene ( uomo ) bellezza eroica - non divina , superato da cariclea

Anche altri protagonisti sono visti come belli ( cortigiana ) ma cariclea è bellezza divina

Bruttezza per i ceti marginali ( briganti ) Eliodoro è l’autore delle “ETIOPICHE” romanzo del IV dc.

La bellezza dei due protagonisti è bellezza naturale e non modificata dalla cosmesi che mette in evidenza,
secondo Eliodoro la finalità erotica .L’attenzione è concentrata sul volto.

Cariclea - chioma bionda tenuta da una corona d’alloro.

Il corpo di Cariclea descritto x tensione erotica verso lettori

I due non hanno rapporti sessuali prematrimoniali, ma non negano l’esigenza del contatto fisico.

Quando i due rimangono soli in una caverna, sono abbracciati molto stretti e si lasciano ai baci,

qui Cariclea dovrà tenere a freno l’eccitazione dell’amato, che accetta senza fatica di moderarsi.

Nel romanzo emergono due concezioni d’amore:

- l’attrazione erotica discende da riconoscimento di un’affinità spirituale

- l’amore come una malattia dell’anima dalla quale sarebbe meglio essere immuni.

- HISTORIA APOLLONII REGIS TYRII

non sappiamo nome e autore e data opera

Nell’Historia Apollonii la bellezza fisica è caratteristica solo delle figure femminili:

la figlia del re di Antiochia, la figlia del re di Cirene, la figlia di Apollonio.

Dell’aspetto fisico del protagonista

Apollonius Si innamora della figlia del re di Cirene, soprattutto delle sue capacità culturali ed artistiche del
capace di suonare e cantare accompagnandosi con la lira .

qualità peculiare di entrambi gli sposi la sapienza.

A differenza dal romanzo greco, la bellezza del corpo non è l’elemento principale dell’eros volgare.

L’episodio iniziale

il re Antochus violenta la figlia e la tiene assoggettata ai suoi doveri.

La figlia Apollonius viene catturata dai pirati e venduta , acquistata da un lenone che vuole sfruttarne
bellezza e verginità.

Un cittadino illustre della città vuole acquistarla, ma quando lei le racconta la sua storia, lui la accoglie
come una figlia.

Nell’amore nobile, che nel romanzo è solo quello di Apollonius per la moglie, l’attrazione sessuale è assente
e la bellezza occupa uno spazio marginale.

Nel rapporto tra Apollonius e la figlia del re di Cirene altri valori ne prendono il posto, la cultura ma anche la
ricchezza.

La bellezza appare comunque come una qualità esclusiva delle donne di stirpe regale che la pone a
distanza dalle donne comuni.

B) LA POESIA EROTICA

Pensata per la dimensione visiva del corpo.

NONNO PANOPOLI nelle “DIONISIACHE”. V secolo

attrazione voyeuristica per nudità (eroine sorprese durante bagno) descrizioni precise di dettagli visivi.

- Zeus voyeur per eccellenza (guardone)

- Giove non si accontenta di guardare da lontano, guardare da vicino il corpo delle donne.

Spia bagno di semele, descrive era che allatta Dionisio per guarirlo da follia.

POETI BIZANTINI.

Figura della donna descritta che rappresenta donne reali. Le loro descrizioni si adattano all’immaginario.

PAOLO SILENZIARIO

Attrazione ossessiva per il corpo, follia che infetta anima-vuole liberarsi da questa attrazione.

………PROSPETTIVE CRISTIANE 1:

- IL CORPO E LA VESTE NEL NUOVO TESTAMENTO

cristianesimo: religione universale, struttura ideologica portante dell’intera cultura occidentale.


il corpo è visto come natura, la veste è un linguaggio. Quindi uomo: essere capace di linguaggio.

Cristo è l’immagine di Dio, quindi dato che dio ci ha creati, noi tutti siamo immagine

Vestito , copre corpo , è in contatto con integrità del soggetto es: vestire gli ignudi —> suo, dire caricarsi
del peso dell’esistenza di quello’uomo oltre al fargli la carità .

- Adamo ed Eva genesi - qui la veste fa la sua prima apparizione usano foglie fico come
abito, per coprirsi dalla vergogna . Ora la nudità è vista come peccato. Quindi vediamo il rapporto tra
peccato/vergogna /nascondiglio e veste.
Ci si veste perché ci si copre e ci si nasconde a causa della vergogna che si prova del proprio corpo
nudo, che solo il peccato rende visibile.
Quindi si passa da innocenza a colpevole privatezza. L’uomo con la veste sceglie il peccato.

- VANGELO DI MARCO- abbigliamento di Giovanni Battista


( era vestito di peli di cammello con una cintura di pelle intorno ai fianchi ). la veste rivela il ruolo
eccezionale di Battista che annuncia l’avvento del messia. L’abito qui fa il monaco.

- VANGELO DI TOMMASO Gesù dice che quando i discepoli prenderanno le loro vesti saranno come
bambini , cioè puri come Adamo ed Eva prima del peccato.
Il bambino può tollerare la nudità perché non vede in essa un desiderio sessuale. Quindi solo il bambino
vede Cristo,

- PASSO DELLA TUNICA Gesù dice di donare sia tunica e mantello a chi la chiederebbe. Tunica e
mantello rappresentano l’intera identità sociale dell’uomo, quando un uomo ti chiede la tunica, ti chiede il
tuo unico indumento, quando ti chiede il mantello, ti chiede l’unica protezione che hai.
Se un uomo ti chiede qualcosa tu dagli non solo ciò che ti ha richiesto (la tunica) ma tutto quello che hai
(anche il mantello) cioè la tua stessa identità.
L’abbandono della veste è quindi l’abbandono a tutto , al dono del proprio stesso corpo.
—> ES : Quando Gesù esorcizza indemoniato, lo riveste, quindi lui con la veste ha dignità personale

La moda, superfluo, inessenziale, consumo, sempre sostituita ad un’altra.

- FARISEI : Gesù critico. perché i farisei attaccavano alla veste delle scatolette con citazioni di leggi.
Quindi Gesù fa polemica perché la veste diviene maschera fissa, simbolo di un’egemonia sociale.

- la donna con l’emorragia: donna, tocca il mantello di Gesù sperando di essere guarita, Gesù sente che
dal lembo del suo mantello esce una forza capace di guarire subito la donna.
Il corpo si aggrappa a un altro corpo, anzi ne afferra l’appendice (il mantello) che pare vivente, la veste
sembra essere la stessa cosa sensibile del corpo di Cristo.

- GIOVANNEO : alle vesti deposte da Gesù Crocifisso (presero le sue vesti e le fecero in 4, 1x soldato,
tunica tirarono a sorte ). La tunica: divinità di Gesù, veste divisa in 4: corpo di Gesù smembrato.
Gesù sulla croce è nudo: la salvezza si compie solo all’esposizione estrema del corpo.

Il bianco nel nuovo testamento :

Nel nuovo testamento il bianco è presente quasi esclusivamente nell'apocalisse, come il colore del regno
dei cieli. Sono bianche le vesti di Cristo e di tutti quelli che hanno trionfato sul demonio, anche gli angeli. Il
termine bianco rappresenta l'immagine concreta della gloria dei beati. Indica purezza, colore degli animali
sacrificali, abito nuziale, per ebraismo bianca e la veste del re, del vincitore. Usata veste bianca giorni di
festa per buon augurio. Per i cristiani veste bianca funebre come seconda veste battesimale, unione con
Cristo. Riconquista immortalità e ritorno al paradiso.

2) LA SIMBOLOGIA DELLA VESTE NEL CRISTIANESIMO ANTICO: ASPETTI LITURGICI E TEOLOGICI

Gia nella bibbia è presente simbolismo della veste

-LA VESTE NELLA LITURGIA BATTESIMALE ANTICA:

Prima di scendere nelle acque della fonte battesimale —> spoliazione vesti—> poi risalita con consegna
nuova veste bianca

Racchiude due simbologie : abbandono dei peccati + acquisizione gloria

Il cristiano con il battesimo vince sul diavolo. Il salvatore riporta la grazia perduta da Adamo ed Eva.

Con la spoliazione si evoca cristo in croce e ci si spoglia delle potenze malvagie

Le vesti riflettono il significato a seconda della loro derivazione. Es: pelli animali ( significato mortale) - fibre
vegetali, lino ( immortalità )

Il colore bianco è visto come colore che descrive il culto e il rapporto con la divinità.

La veste battesimale è una veste di riconquista immortalità e ritorno al paradiso.

LA VESTE COME CORPO:

- empedocle : La pelle è il rivestimento dell'anima, quindi veste l’anima.

- L’INTERPRETAZIONE DELLE TUNICHE DI PELLE:

Corpo terreno rivestito per il tempo in cui sarà sulla terra.

- FILONE, concetto di corpo come veste nel racconto della creazione (è intelletto-sensi-corporeità)

- ORIGENE creature razionali, prima della caduta sulla terra il corpo è sottile, quindi con tuniche di pelle si
rappresenta una corporeità più solida e resistente.

L’IMMAGINE DELLA VESTE IN RIFERIMENTO AL DOGMA DELLA RESURREZIONE NEI PRIMI TRE
SECOLI:

Corpo come rivestimento dell’anima.

- Paolo: 2 affermazioni

1. Resurrezione, risorge anima vestita di immortalità

2. Veste come resurrezione, quindi attende un'abitazione eterna fatta da Dio. La veste e l'abitazione
temporanea.

- Origene : crede che l'uomo sia un'anima dotata di corpo. L'anima incorruttibile e immortale, perché
rivestita di Cristo (che a queste doti)

-VESTE CLERICALE

- distinzione tra abiti usati nella vita civile (anche dal clero) e abiti usati nelle azioni liturgiche, questa
distinzione fino a quando non ci furono le invasioni barbariche, la moda civile inizia a cambiare
soprattutto quella maschile. le vesti festive continuarono ad essere usate dai ministri
esclusivamente per la liturgia

- A fine del V secolo si acquisisce la consapevolezza della distinzione tra il modo di vestire
ecclesiastico e quello civile, si deduce dagli scritti che era importante curare l’abbigliamento del
clero anche nella vita civile e conservare le antiche vesti

- A fine del VI secolo si ha notizia di vesti liturgiche sovrapposte a quelle ordinarie.

LE VESTI

- ALBA tunica ampia e lunga che copriva tutto il corpo fino ai piedi. Già dall’inizio della cristianità
gli fu conferito un particolare significato di purezza e incorruttibilità; per questo viene usata dai
fedeli subito dopo aver ricevuto il battesimo. Usata dai sacerdoti come veste liturgica speciale (in
occidente).

- CINGOLO cordone, usato anticamente stretto in vita quando si compariva in pubblico

- AMITTO è un rettangolo di stoffa messo sulle spalle (prima dell’alba secondo i romani), e fatto
poi passare sotto le ascelle per stringere le vesti alla vita e rendere più sciolti i movimenti. Prima lo
usavano il pontefice ed i suoi diaconi, in età carolingia si estese a tutti i chierici.

- PIANETA è la sopravveste che i sacerdote utilizza per celebrare la messa.

Deriva da un soprabito greco-romano fino al IV-V secolo.

La pianeta viene indossata a Roma da quasi tutti i chierici

nella liturgia gallicana il suo uso era solo per vescovi e sacerdoti.

Presentava dei motivi ornamentali e raffigurazioni (la vergine o il santo patrono)

- PIVIALE trae origine o dall’allungamento di un mantello estivo aperto sul davanti più comodo e
più leggero (lacerna) o secondo altri deriverebbe dalla cappa clericale e monacale (VIII-IX secolo)
principalmente portata in coro quando si assisteva alle funzioni minori e si prendeva parte alle
processioni.

- VESTIZIONE E DENUDAMENTO - L’INCORPORAZIONE DELL’ANIMA E IL RITORNO ALLA PATRIA


CELESTE:

TEORIA PLATONICA “VEICOLO DELL’ANIMA”: anime in cielo (per superare difficoltà del concetto di anima
come invisibile e scindibile). Quando l'anima ritorna verso la terra, deve superare sette pianeti e assume le
sue sette caratteristiche, che nel momento di risalita abbandona. Servono come protezione.

spoliazioni anima delle sue vesti (corpo) -E ritorno al cielo.

“CORPUS HERMETICUM” : l'anima viene affermata con o senza rivestimento corporeo? L'anima depone la
veste nella sfera in cui l’assunta.

Si immagina quindi una veste di luce o una veste di fuoco che l'anima indossa dopo la morte, che viene
lasciata e nel cielo prima della discesa.

IL CORPO DI CRISTO: UMANITA’ E CHIESA

VESTE INSANGUINATA di Cristo nell'incarnazione, spiega l'assunzione del peccato della vita umana e il
corpo contaminato dal peccato.

…….PROSPETTIVE CRISTIANE 2: ABITI MONASTICI

1)ANTONIO - MONACHESIMO EGIZIANO, vesti monastiche.

Per quanto riguarda le vesti indossate dai monaci, possiamo riscontrare alcune fonti che le vanno a trattare
e caratterizzare:

VITA DI ANTONIO

È un testo che si trova nella biografia di Anastasio, vescovo di Alessandria. Scrive questo testo quando
viene a sapere della morte del monaco.

Si legge che il monaco, aveva origini egiziane, i suoi genitori erano nobili e fu cresciuto nella fede cristiana.
L'si pensa che questo monaco possa essere stato il primo in assoluto. Condusse una vita semi eremitica, si
ritirò in un sepolcro come forma di ascesi.

Dalle descrizioni possiamo capire che Antonio si trovava ai margini del villaggio.in un altro paragrafo si
legge che Antonio per vent'anni si stabilì in un fortino, da cui uscì senza essere dimagrito ingrassato, cerca
di convincere molti alla vita solitaria.

In un passo della Biografia si legge che Antonio dava le vesti e una pelle di pecora con la quale dormiva
ad Atanasio e serapione, invece discepoli potevano conservare la tunica di cilicio.

Nel 50º capitolo si parla di Antonio che va verso l'oriente e che attraversa la zona deserta, verso il Mar
Rosso. Con questo cammino, Antonio va verso Dio.

In un altro passo, leggiamo che Antonio, nonostante il giudice avesse detto che nessun monaco doveva
comparire in tribunale, lavò la veste e va davanti al giudice il giorno seguente. Da questo testo, abbiamo
due interpretazioni:

- Assenza di un abito specifico, perché i monaci indossavano abiti comuni, ed in effetti ad Antonio
sarebbe bastato lavare il vestito per passare inosservato

- Attestazione di un abito monastico specifico e riconoscibile perché Antonio, che voleva


intenzionalmente mostrarsi, lavò il mantello e questo gesto fu sufficiente come segno di
riconoscimento

Il mantello pulito era segno di una scelta monastica.

Attraverso le fonti si può risalire agli indumenti indossati dai monaci .

Vengono evideziati sopratutto Tunica e mantello:

In alcune Fonti letterarie del V secolo: parlando di abito monastico, non viene presa in esame una veste
particolare, ma una serie di abiti comunemente usati:

- tunica (lebiton)

- Mantello pelle di capra o montone

- Cintura

- Mantella con cappuccio

Questo insieme di indumenti , va a creare la veste monastica (anche chiamata schema) - che diventa
metafora della vita monastica.

- LE VESTI MONASTICHE:

- In alcune fonti si evince che i MONACI MELIZIANI nel IV sec: indossavano il LEBITON (Tunica). Fu una
differenza tra i Monaci meliziani e quelli ortodossi. Il Lebiton è la tunica dei monaci ortodossi.

- documento del VI sec: fonti che citano tunica senza maniche (Kolobia ) e una tunica a maniche lunghe.

monaci erano avvolti da bende durante la sepoltura, trovati monaci avvolti in teli ed intrecciati con le corde.

- 1971: Otto sepolture di monaci ritrovate, un corpo avvolto il lenzuoli È legato da un grembiule di pelle di
capra, che copriva petto e cosce, cintura per il dorso e un cappuccio per la testa.

Schema: termine che designa totalità degli indumenti che l'uomo che diventa monaco deve indossare
(diventano un tutt’uno)

GEROLAMO – EPISTULAE

Ci sono in Egitto tre categorie di monaci:

- I cenobiti: coloro che vivono in comunità

- Gli anacoreti: che abitano nel deserto da soli

- Remnouth, gruppi di due o tre che vivono i città o in qualche borgata, questa categoria è molto
disprezzata.

RISOCIALIZZAZIONE DEI MONACI

Anche i monaci eremiti sono costretti nella loro vita stare in società come nel caso di Antonio, che aveva
scelto di fare l'eremita ma dovendo fare da maestro i suoi allievi e discepoli si ritrova nel monachesimo
intermedio

2) FRANCESCO D’ASSISI- IL NON-ABITO RELIGIOSO

- Angelo Clareno: descrizione dell'abito francescano (scrive la descrizione in base alle fonti dei compagni di
San Francesco)

Perché l'abito sia segno di amore e povertà non deve eccedere di nulla. ne lunghezza ne larghezza. Nel
periodo in cui Francesco si è dedicato alla vita monastica, l'abito ecclesiastico non era semplice
d'aspetto.era ricco perché rispecchiava la carica coperta.

QUESTIONE FRANCESCANA

- VESTE ABBANDONATA, Tommaso da celano, nella “ vita prima”

Francesco di fronte al vescovo si spoglia di tutti i suoi abiti, anche le mutande.

Rifiuta gli abiti del secolo, arriva in un monastero dove viene trattato male, si trasferisce quindi a Gubbio,
ottiene una tunica regalata da un amico.

Quindi per ora gli abiti non hanno connotazioni religiose, ma solo rifiuto di abiti ricchi.

ritorno ad Assisi, assiste lebbrosi-restaura chiese.

Indossa abiti che designano lo status quasi eremitico (cinta cuoio, bastone, calzature).

Capendo che quello che indossava era comunque un abito religioso decide di cambiare, perché non vuole
distinzioni.

L’ABITO NUOVO che sceglie - abito x status anonimo, semplice.

Vuole essere discepolo come i poveri del suo tempo.

Usa una corda come cinta, come i poveri.

si prepara una tunica che presenta una croce

- ANONYMUS PERUSINUS: testimonianza del 1240 di un frate. Non parla del cambio d'abito, solo della
spogliazione .no abito religioso.

Scritti di s. Francesco :

- TESTAMENTUM: I suoi primi compagni sono compagni di vita povera, non indossa l'abito religioso ma
una tunica rammendata e bucata (infatti le reliquie sono con toppe e buchi)

Tommaso da Celano, nella “VITA SECUNDA” scrive che si fece deporre nudo a terra

……NOCCHI: ROMA ANTICA, ABITI NUZIALI

1)IL MATRIMONIO NELL’ANTICA ROMA


Il matrimonio a Roma è indicatore di ideologia del popolo romano.

È visto come un momento di transizione, il velo sancisce i momenti di cambio.

La sposa cambia status, da nupta a mater familias.

Il matrimonio per essere legitimum Deve essere fecondo, quindi deve prevedere la generazione di figli.
(Motivo del matrimonio e la procreazione)

Se un uomo e una donna sono già sposati, e portano a termine un'unione extraconiugale per un breve
periodo parliamo di adulterium, la donna che commette l'adulterio, indossa un velo diverso che serve per
differenziare dalle donne per bene (amiculum)

Stuprum: Unione temporanea tra persone non sposate.

La donna a Roma è podestà dell'uomo, ci sono tre modi per cadere nella potestà:

- usucapione: usor uxoris ovvero la convivenza matrimoniale di un anno, donna diventa moglie effettiva.

- Compravendita: coemptio , acquisto della potestà della donna, davanti a cinque testimoni. Moglie diventa
Filia familias

- Confarreatio : matrimonio religioso

La società romana è una società superstiziosa, tutti i riti della loro vita, si scindono tra sacro e profano e si
mischiano insieme.i romani credono molto nella mala sorte e con i riti scaramantici pensano di poterla
cacciare via.per quanto riguarda il matrimonio è ritenuto troppo importante per essere rovinato da terzi,
quindi con riti scaramantici si suggella l'unione e si va a proteggere la fecondità della coppia.

Si distingue il matrimonio normale da quello in manum

CONVENTIO IN MANUM

era un istituzione matrimoniale che aveva lo scopo di porre una donna sotto la tutela di un uomo, passava
da proprietà del padre a quella del marito.

ci sono due categorie di mogli: quella che oltre al matrimonio ha compiuto la conventium in manum e quindi
è MATER FAMILIAS ( non matrona) e quella che è soltanto moglie.

Se von veniva svolta la convento in manum, la donna poteva conservare l’originario status familiare e non
aveva nessun rapporto di parentela civile.

ORIGINE E DECADENZA DELL’ISTITUTO DELLA CONFARRATIO:

La decadenza dell’istituto viene confermata da Gaio, in un decreto del senato dell’11 a.c secondo il quale la
donna sarebbe stata soggetta alla manus del marito solo limitatamente agli aspetti sacri.

Con questo decreto la conventium in manum non riguardava più lo ius civile ma lo ius sacrum, limitata
quindi solo a scopi religiosi.

CONFARREATIO :

Deriva da farro, perché durante la cerimonia si offriva a Giove del pane di farro. Il farro è un generale molto
importante per il culto, perché va a suggellare il sacrificio.

le donne cadono sotto la potestà del marito con il farro tramite un sacrificio che viene offerto a Iupper con
una focaccia di farro.

La notte prima del matrimonio, la futura sposa utilizzava la tunica regilla, , Per l'ultima notte da vergine.era
cinta invita con cingillum (nodo) visto come portafortuna contro il malocchio.

Poi si iniziava con la preparazione per il matrimonio:

Durante il matrimonio vengono pronunciate delle parole solenni, il rito prevede anche l'uso dell'acqua e del
fuoco.

I celebranti si trovano seduti su un seggio unito, coperto di pelle di pecora per proteggerli dal mondo
sotterraneo e velati entrambi con un unico velo per proteggerli dalla mala sorte del mondo esterno.

Con confarreatio si dà origine all'uso del velo per il matrimonio.

È la forma di matrimonio preferita perché religiosa, rituale e sacrale.poteva essere annullato solo tramite
diffareatio . Presenza di pontifex Maximo e flamendialis

Si sancisce la dedizione della nuota al culto domestico e alla rinuncia delle tradizioni della famiglia Natale
per dedicarsi a quella della nuova famiglia.

La donna sposandosi da nuota , diventa matrona

5 testimoni per parte, quindi 10.

la confarreatio era meno soggetta all’annullamento che doveva essere effettuato attraverso la diffareatio.

distinzione fra matrimonio e conventio in manum, molti studiosi identificano la confarreatio come una forma
di matrimonio, che in realtà era ben altro.

Si poteva parlare di matrimonio legale quando un uomo ed una donna muniti di conubium (capacità di
contrarre matrimonio) stabilivano un rapporto coniugale con la volontà di unirsi in matrimonio, o con la
conferma della patria potestas.

Molto spesso il matrimonio era accompagnato dalla conventio in manum ed il matrimonio era legittimo se
coesistevano: pubertas, conubium e consensus.

La donna poteva essere:

1) mater familias se avesse compiuto anche la conventio, e fosse passata sotto la potestas del marito.
La conventio poneva la donna nello stato di filia familias;

2) soltanto moglie, con il quale poteva conservare lo status familiae originale, non aveva nessun
rapporto di parentela civile né con il marito né con i suoi figli.

2) L’ABBIGLIAMENTO DELLA SPOSA

IL FLAMMEUM:

x Plutarco usanza tipica dei Romani coprirsi la testa x preghiere dio.

uso rispettato nelle consacrazioni divinità,

E’ un ornamento tipico ed indispensabile delle cerimonie religiose. Si dice che questo costume risalga ad
Enea, quando gli venne predetto di fondare un impero velando le chiome di un manto purpureo.
Da qui deriva il colore rossastro tipico del flammeum.

Il velo esprimeva dolore, purificazione e penitenza, tutti sentimenti religiosi.


adatto alla confarreatio, poiché i due sposi chiedevano una protezione divina.

Per gli antichi il velo divenne emblema delle nozze.

es: si usava velo x

PRIMAVERA SACRA :i genitori che avevano fatto voto agli dei di immolare i figli nati in primavera,
potessero mutare il sacrificio in una DEVOTIO.

CONSECRATIO BONORUM :dedica di un luogo ad un dio.

Da uso originario, il velo passò ad esprimere dolore, purificazione, tutti sentimenti della sfera religiosa.

adatto x cerimonia religiosa come la Confaerratio.

FLAMMEUM ricorre anche per situazioni blasfeme

Es: celebrare unioni scandalose come quella di Nerone con Pitagora, quando fu posto sul capo
dell’imperatore il flammeum.

Prima Flammeum - copertura tipica delle matrone romane che simboleggiava pudicizia e onestà:

Chi usciva senza copertura —> ripudiata.

La matrona poteva essere guardata solo dal marito.

Poi il Flammeum utilizzato solo in occasione del matrimonio, x testimoniare onestà della sposa.

Velo non bianco ( colore castità )perché Secondo Frazer il velo serviva come protezione influssi negativi
mondo esterno. Infatti flammeum era velo grande , che avvolgeva tutta sposa e anche l’intera coppia
doveva essere protetta

il colore rosso del flammeum avvalora la testi scaramantica: nel Satyricon di Petronio, il rosso ha funzione
apotropaica ( allontanare influsso magico maligno ).

Il rosso infatti ricordava il colore del sangue a cui erano attribuite virtù magiche.

Festo, collegava l’uso del flammeum della sposa con quello della Flaminica: la sposa lo usa perché lo usava
sempre la flaminica, moglie del flamine a cui non era lecito divorziare.

La Chiesa, continuò per un certo periodo ad utilzzare il velo rosso, solo nel III-IV sec i cristiani adottarono
l’uso del velo bianco.

Cosa straordinaria è che le monache usavano lo stesso velo per la consacrazione e non casualmente nel
mondo cristiano, l’espressione consacrarsi è sostituita da “prendere il velo”.

Il Flammeum simbolo dell’amore mistico delle vergini x Dio.

Nel concilio di Toledo del 656 si decise che le vedove che volevano votarsi a Dio, velo nero o un velo rosso
x contrasto con quello delle vergini.

LA CORONA:

Sotto il velo, la sposa indossava una corona di fiori da lei colti.

i materiali avevano un significato religioso:

- VERBENA era una pianta sacra che ricorre nelle cerimonie solenni.

- MAGGIORANA era impiegata per confezionare le corone nuziali (per la qualità della pianta con un odore
gradevole ed una tinta vicina al rosso).

- MIRTO sostituisce maggiorana (pianta sacra di Venere dea dell’amore)

- FIORI D’ARANCIO (emblema di rigoglio e fecondità).

corona usata sia nei funerali che nei matrimoni: entrambi erano considerati riti di passaggio.

La corona veniva indossata da tutti gli invitati, e la sua forma circolare era emblema di un potere
apotropaico.

Era prevista soprattutto nelle festività destinate a celebrare le divinità della fecondazione. Doveva essere
necessariamente confezionata dalla sposa per motivi scaramantici.

L’ACCONCIATURA:

I riti di passaggio, prevedevano anche un cambio d’acconciatura: la sposa, trovandosi in uno stato di
transizione fra la categoria delle VIRGINES e quella delle MATRONES, aveva una pettinatura che richiamava
entrambi gli status.

- La fanciulla nubile portava i capelli sciolti o in trecce.

- donna sposata li legava in uno Chignon detto TUTULUS o annodava in alto le trecce con le VITTAE: tale
acconciatura, permetteva di classificarla immediatamente come occupata.

- NUBENDA (donna che sta per sposarsi) portava i SENI CRINES ovvero delle trecce che non venivano
legate ma cadevano sulle spalle a gruppi di tre come avveniva anche per le Vestali.
L’analogia con le vestali è dovuta al dovere di castità che entrambe avevano, rispettivamente nei confronti
del marito e della dea. ( la differenze è che vestali portano questa acconciatura x tutto ufficio, sposa, solo
giorno matrimonio)

Le statue ritrovate a Lavinio, testimoniano un’evoluzione delle pettinature nuziali.

Fino al VII sec- in trecce fermate da HELICHES (spirali), poi grandi boccoli e infine più complessa.

Possiamo supporre allora che in epoca storica, i seni crines fossero stati superati. Si spiega così la
presenza di VITTAE ovvero delle bende sacre che tenevano fermi i capelli raccolti.

x cerimonia, ornamenti impo= purezza della Nupta: La sposa appendeva porta della sua nuova casa x
favore divino.

Sempre in base ai ritrovamenti archeologici, possiamo pensare che nell’antichità alle spose venissero
tagliati i capelli, sono tratti di un rito di iniziazione verso l’età adulta che poi vennero inglobati nei riti nuziali.

utilizzate delle bende sacre per fermare i capelli raccolti.

pettinatura effettuata tramite uno strumento detto hasta celibaris (pettinare i capelli con un’arma)

• alcuni affermano che l’hasta sia uno strumento per pettinare. una sorta di ago per separare i capelli
delle trecce. Era un ferro arcuato che permetteva di fissare i capelli e le helikes;

• alcuni che sia un’arma vera e propria. sparum o sparus, un giavellotto usato nelle campagne per la
caccia;

• altri che sia un oggetto allusivo con caratteri magici-simbolici. scopo di tenere lontani tutti gli
influssi malefici dagli sposi, soprattutto se questa era di ferro ed era servita per uccidere un uomo.
La scelta della lancia per purificare è dovuta al suo contatto con il sangue e al ferro, elementi dotati
di virtù apotropaiche.

TOGA PURA E TUNICA RECTA:

- TUNICA RECTA utilizzare da Nuptae durante la cerimonia sotto la stola ( l’indumento delle matrone
romane)

- TOGA PURA era riferito solo ai Tirones (nuove reclute dell’esercito romano).

Altri studiosi invece suppongono che le spose portavano contemporaneamente la toga pura e la toga recta.
Precisiamo intanto il ruolo di Gaia Caecilia che rivestiva nel rito matrimoniale: questa donna, moglie di
Tarquinio Prisco, divenne il simbolo della virtù femminile per la sua dedizione alla famiglia e al Lanificium
(lavorazione lana). in effetti ella aveva tessuto le toghe di Servio Tullio e aveva inventato la Tunica Recta.
La sua protezione era invocata spesso dalle spose.

Sappiamo inoltre che tra le grida dei festeggiamenti, veniva spesso pronunciato il termine TALASSIO, che si
tratta di un nome comune greca x la cesta della lana che la donna doveva filare. sposa istruita da Pronuba
(matrona che assisteva la sposa nella cerimonia nuziale) prima del matrimonio nell’arte della tessitura.

Il Lanificium importante per la donna- vestito nuziale venisse tessuto da lei.

Toga eTunica, tipiche del sesso maschile, soprattutto la toga.


le donne portano toga solo x cerimonie in cui si celebra la virtù fecondatrice maschile.

L’uso della toga legato a rapporto sesso maschile (credenza scambio di abito fra sessi trasmette virtù)

la tunica recta veniva fatta confezionare dai padri per i figli per scongiurare i cattivi presagi.

Statua del FORO BOARIO, toghe ondulate con ruolo di garantire fecondità, trasmetteva alle spose il potere
della sessualità maschile e femminile.

IL NODUS HERCULEUS:

La tunica della fanciulla, era stretta ai fianchi da una cintura: essa a Roma, aveva dei poteri magici.

Per Festo, simbolo dell’unione degli sposi: marito scioglie cinta nel letto, può rappresentare anche la
verginità sposa che la cinta protegge. Ipso sciogliere infatti solo marino nella camera nuziale
La cintura stretta da NODUS HERCULEUS : il nodo—> attività vincolante connesso sfera magico-religiosa.

nodo ha funzione di conservare qualcosa a cui si tiene , es : Ulisse mette in uno scrigno le vesti d’oro
donate. E Chiuse con nodo.

scelta del nodo x poteri magici attribuiti, infatti era guarnito di amuleti con funzione apotropaica.

Riti superstiziosi confarreatio :

- DEDUCTIO IN DOMUM : All’imbrunire, corteo accompagnava la sposa nella casa del marito, per le strade
gli invitati mprovvisavano canti rivolti alla coppia xallontanare il malocchio.

- NO OLTREPASSARE SOGLIA Alla sposa, proibito di oltrepassare la soglia da sola.

- ORNAMENTO STIPITI GRASSO motivazioni superstiziose, ornava gli stipiti con grasso di lupo, maiale e
bende di lana ( il grasso di maiale era importante perché simbolo di prosperità auspicabile alla sposa ,
prima lupo, perché animale aggressivo e quindi protegge).

- TRE ASSI, che la sposa doveva portare con se , uno veniva gettato all’incrocio vicino alla casa, uno era
consegnato al marito e uno era depositato sul focolare (x integrazione nel mondo del marito).

- PROTEZIONE DIVINITA Una folla di divinità era invocata in occasione dell’unione nella camera nuziale.
Per proteggere e aiutare coppia prima notte di nozze ( cinxia x sciogliere velo nunziale e subigus x
sottomettere donna )

- FUOCO FECONDANTE ruolo importante anche nel corso di tutta la cerimonia: ES : torce che guidano il
corteo nuziale o il rito dell’acqua e del fuoco con cui il marito accoglie la moglie nella futura casa.
O torcia di biancospino che precedeva la sposa: accesa in casa paterna e contesa tra i suoi amici e quelli
dello sposo ( vinceva la donna la metteva sotto il letto nuziale, se vinceva il marito la faceva consumare su
una tomba ). Le fiaccole erano consacrate da Ceres, divinità agraria.

- NOCI a questo frutto erano attribuiti poteri fecondanti. ( le noci venivano tirate dall’uomo ai bambini
come segno di rinuncia alle ai gioghi bambineschi e l’entrata nell’eta adulta)

E’ importante osservare anche come in tutte e tre le occasioni: rito prematrimoniale, nozze e camera
nuziale, c’è un filo conduttore, ovvero la propiziazione della fertilità di cui la toga è garante.

……… Nocchi- ROMA ANTICA 2 : ABITI TRADIZIONALI

Culturalmente i romani erano società fredde in quanto antiche e radicate alle proprie usanze

Contrariamente alle società calde che invece si identificavano nel progresso e non nella ricordo e nel
mantenimento delle tradizioni .

Per questo, i romani erano soliti celebrare e ricordare i defunti tramite :

1) – images maiorum – la morte, il doppio e la memoria

Mos maiorum= costume degli antenati. Il “mos” doveva essere condiviso da un gruppo di persone e
consolidarsi nel tempo.

legge, non scritta sui libi ma iscritta nella memora - abitudine…

- Il funerale gentilizio romano

modello per lo studio dei processi della memoria culturale romana.

morte personaggio illustre, uno dei membri della famiglia, sulla tribuna, ricordava gesta eroiche e le virtù

➔ x Polibio, storico greco del II sec. a.C., spettacolo suggestivo ed emozionante.


- Durante il funerale creatacome una maschera ad l’immagine del defunto
- conservata nella domus gentilizia.
- La maschera detta “imago” realizzata con la cera, simile al volto del defunto.
- Durante la celebrazione, indossata da mimi professionisti, una sorta di “angeli custodi”, che
seguivano per tutta la vita i membri delle grandi famiglie per studiarne gli atteggiamenti e i
comportamenti.
Durante il funerale di Vespasiano il mimo riprodusse i suoi atteggiamenti, le battute e la sua
mentalità.

➔ Il defunto veniva “sdoppiato”.

➔ Un altro termine per indicare la maschera era persona (dal latino= maschera teatrale).
È possibile che le images teatrorum fossero simili alle maschere teatrali e che il funerale stesso
fosse una performance teatrale.
Si ipotizza che le images fossero modellate direttamente sul volto del defunto per poi essere tratte
a calco e dipinte.

➔ images= “maschere dei morti” o “volto dei morti”.

l’Amphitruo di Plauto il cui schiavo sosia si imbatte nel Dio Mercurio che ha preso le sue sembianze.-
avvalora tesi maschera

x funus gentilizio, oltre alle images degli antenati, presente anche l’imago del defunto, posta ben in vista sul
letto funebre.

nel funerale di Augusto, le maschere furono addirittura 3.

Le tre images fanno parte di un tipo di funerale discendente dal funus genitlizio, il funus imaginorum, un
funus celebrato per imagine.

Al funerale ordinario fece seguito un secondo funerale dedicato ad un effigie cerea che riproduceva il corpo.
Durante questa cerimonia le matrone vegliavano sul “defunto” e i medici “visitavano l’inferno” affermando le
sue condizioni sempre peggiori.

A cremazione ultimata, dopo le parate e le manifestazioni, un’aquila veniva fatta levare in volo, simbolo
dell’avvenuta divinizzazione.

➔ Questo secondo corpo veniva assimilato al primo.

- FUNUS GENTILICIUM = imago del defunto insieme al cadavere funzione di “ricordo”

- FUNUS IMAGINARIUM = la statua di cera compare dopo la sepoltura del morto funzione di
“sostituire”

L’uso dei volti in cera era un tratto distintivo della gentes di più antico linguaggio.

Il giorno in cui moriva un membro i templietti di legno (armaria) che custodivano i “ricordi” di famiglia
venivano riaperti. antenati tornavano in vita accompagnando il discendente verso la sepoltura.

Questa sorta di sacra processione doveva essere aperta dal capostipite della gens: seguivano in ordine
cronologico gli altri membri e l’ultimo posto spettava al defunto.

I maiores, sedevano in fila, su seggi d’avorio e assistevano in silenzio alla laudatio funebris, mentre l’oratore
declamava i successi e le imprese degli avi.

➔ Il funerale gentilizio- spettacolo pubblico- coinvolge la collettività. Non si tratta di “oggetti della
memoria”, l’imago diventa un archivio portatile del defunto, documentando il passato fisicamente
col esserne testimoni condividendo l’evento.

➔ Il loro significato è diacronico, il legame strutturale con il volto garantisce alla maschera di diventare
e funzionare come “doppio” del morto che si intende evocare

➔ La memoria attraverso l’oggetto maschera e il corpo dei mimi si fa carne ed ossa.

Per i romani i funera gentilicia rappresentavano un momento importante per la comunità: l’unione del
mondo dei vivi con il mondo dei morti (avi che tornano, defunto che se ne va)

Il vir bonus continuerà a far sentire la sua presenza nella vita dello Stato, sfilando nei cortei funebri dei
discendenti.

➔ Questo rapporto vivi/morti stabilisce la relazione fra passato, presente e futuro.

➔ Le maschere diventano un antidoto contro i pericoli dell’oblio, indossare la maschera significa


riportarlo in vita, “riattivando” la memoria. l’imago va oltre la semplice immagine.

➔ Un ricordo è socialmente condizionato e può esistere soltanto se frutto di un processo di


socializzazione. Chi osserva non ricorda o impara soltanto, ma è parte dell’evento della società.

Il passato prevede il presente e indica il futuro.

La fisicità della maschera indossata permette di visualizzare il codice non scritto del mos maiorum, non è
l’aspetto in sé ma la memoria che evoca.

Il profondo significato ideologico delle images maiorum è ben illustrato in un passo sallustiano.

2) TOGA, TRABEA E LAENA - SOLENNITA’ E ABBIGLIAMENTO IN ROMA ANTICA:

CONSIDERAZIONI DI PARTENZA ED OBIETTIVI DELLA RICERCA:

A roma , status elevato era accompagnato da un’ estetica curata

Si marcano differenze ceto.

TOGA molto diffusa tra le alte sfere sociali

Poi simbolo stesso di appartenenza alla Civitas ( status giuridico della cittadinanza romana ).
Vista come insegna del magistrato, del sacerdote, del giovane, di tutte le figure ritenute meritevoli di tutela
pubblica.

capo fondamentale anche nei riti di passaggio: x maggiore età, l’adolescente smetteva la toga orlata di
porpora per indossare quella PURA.

La TOGA deriva dal verbo TEGO (ricopro) per il fatto che avvolgeva tutta la persona.

indossata a contatto diretto con il corpo, poteva stare anche da sola, era considerata un vero e proprio
indumento e non un amictus ( sopravveste ) che invece doveva essere accompagnata da un subligar.

Era molto impo x antichi romani che non potevano farne a meno e la usavano anche in battaglia:

Servio dice che gli antichi latini, quando non avevano armi da difesa, combattevano circondandosi il corpo
con le toghe.

circolare o semilunato e nelle celebrazioni solenni era indossata x:

-VELATIO CAPITE

facendo salire una parte di veste sopra il capo così da coprire la testa come un velo, aveva a che fare con le
celebrazioni ed uffici religiosi solenni. (Ricordiamo l’immagine di Augusto).

Velato capite x augusto , quando è diventato Maximo potntefice, fu rappresentato velato perche era un
conservatore e portava rispetto al culto della tradizione romana

- REMEATIO: (“riporto”) è un movimento che indica toga poggiata un lembo sulla spalla sinistra e l’altro su
quella destra, poi veniva passata sulla parte frontale del corpo

Più larga che lunga , Lascia intravedere gioco di pieghe.

All’inizio: la toga si portava solo nel ponoerum

- Era un semplice drappo in lana bianca ( TOGA RESTRICTA)- si chiama cosi x sobrietà.

- Sostituita durante il principato dalla TOGA FUSA - dalla superficie più ampia

- Se il sinus ( parte di tessuto appoggiata al fianco destro che poteva essere ripiegato sul capo ) che
circondava le braccia era doppio : TOGA IMA

- Toga rasa: versione estiva più leggera

- Toga pexa o pinguis: versione invernale più pesante

- Toga contabulata: lembo del secondo sinus ripiegato su sé stesso- eta dei severi

- Toga pulla: la tonalità variava dal grigio scuro al nero. toga lutto

Nell’impiego privato , toga sostituita da abiti più pratici pallium e lacerna, la toga divenne un ornamento
delle classi elevate x le sue qualità onorifiche.

bisogna specificare che inizialmente la toga si portava solo all’interno del POMOERIUM (confine sacro della
città di Roma) ed era vietato il suo uso ad esuli e forestieri.

- IL RAPPORTO CON LA CIVILTA’ ETRUSCA E GRECA- MENTALITA’ A CONFRONTO:

A) ETRUSCHI
A Roma l’ abbigliamento È sempre stato influ. Da Etruschi.

Considerazione che deriva dall’orlo della toga, molto importante x popolo etrusco.

divario tra il mondo etrusco/romano e quello Greco.

- TOGA PRAETEXTA (toga bordata di rosso che veniva indossata da tutti i più alti magistrati), era stata
introdotta a Roma dagli etruschi, Per Tito Livio o Plinio il vecchio.

L’influenza degli etruschi, si sprigionava specialmente nei contesti gerarchicamente qualificati come quello
magistraturale o sacerdotale.

Pensiamo questo della toga, anche per la singolare coincidenza che tutti i mantelli etruschi attestati, hanno
anche decorazioni ai bordi.

Sul piano linguistico, il termine termine greco per indicare la toga è tabenna.

il suffisso –ENNA è tipico della lingua etrusca.

Quindi la toga romana è connessa proprio con la tabenna ossia il tipico abito etrusco.

B) GRECIA
confronto Grecia e Roma

- x greci, foggia di vestiti molto semplici - pezzo unico, meno lussuosi

- Per romani le decorazioni avevano un valore simbolico, per i greci erano ornamentali

- Greci, stesso abito per tutte le attività-romani, lo cambiavano a seconda dei contesti.

- Romani molto più elastici dei greci, si adattano alle condizioni locali di Abbigliamento.

- Il modo di vestire indicava la valenza pubblica del personaggio (magistrato-toga Pretexta)

- I tessuti sottili e morbidi in Grecia e più spessi e pesanti a Roma.

GLI ABITI DA CERIMONIA: LA TRABEA E LA LAENA

LAENA : mantello molto corto, indossato dal Flamen, (Sacerdote di alto rango) per occasioni speciali

TRABEA purpurea (rosso accesso) era ornamento augurale - valore cerimoniale.

Trabea :

- Originariamente la trabea doveva essere una semplice varietà della toga, caratterizzata da strisce
ornamentali d’oro e di porpora, usata per rivestire le statue delle divinità. Per questa stessa ragione la
usavano i re. Toga più ampia, arriva alle ginocchia.

- Poi abito gala, x senatori e cavalieri e consoli per occasioni solenni.

- periodo imperiale, arricchimento decorazioni :diventa elemento distintivo di alto rango x fantasia ricami.

- La forma trabea vista da bassorilievi romani: mantello poco più corto della toga fermato sulla spalla
destra con un fermaglio.

Laena:

- mantello rotondeggiante, fermato sulla spalla da un fermaglio.

- Arrivava a metà polpaccio.

- Definito abito doppio o toga doppia, oppure duplice perché era ripiegata su se stessa.

- Più pesante rispetto alla toga - corrisponde a un mantello corto ma invernale, scomodo e quindi
indossato solo per occasioni solenni.

- Realizzata in lana, per quale deriva il nome del capo. Si utilizza per vantaggi pratici, ragioni simboliche e
religiose

- Usato in alternativa alla toga , prima solo occasioni solenni poi anche contesti più semplici

3) L’ABITO DELLA DEA FLORA – OVVERO: INDOSSARE TROPPI COLORI NELL’ANTICA ROMA

abbigliamento della dea Flora- abbigliamento divino.

Flora e Ceres- divinità affini per le loro festività, i loro templi fuori dalla cinta sacrale della città.
“divinità agrarie” e “dee dei plebei”.

FLORA: dea della fioritura di tutte le piante. Mater fibrum

CERES: rappresenta e tutela le rivendicazioni politiche e sociali dei plebei. Madre dei figli (dei liberi)

- Mantenendo un rapporto specifico con le meretrici

- Festeggiate entrambe tramite Ludi, rappresentazioni di vario genere e organizzate dai magistrati
plebei.

Durante le festività di Ceres si doveva indossare un abito bianco, mentre durante quelle di Flora ci doveva
essere una varietà di colori.

- Dee simili ma in contrasto tra monocromia e policromia dei colori degli abiti.

Tra i Bororo del Brasile - tessuti chiari e tinti uniformemente, i tessuti rigati o a fiori considerati x anime,
indossati da chi incarnava, nei riti funebri, l’anima del defunto.

popoli del Sudamerica, di fronte alla policromia, sono diffidenti - fattore di distinzione e malvagità x
perversità dell’arcobaleno, origine di malattie. frammentazione dell’arcobaleno = la discontinuità della
specie—> ambiguo.

POLICROMIA: avvento della diversità dei colori, veleno, origine delle malattie e della morte, collegandolo a
vari atteggiamenti come l’abbandono del figlio, congiunzione tra uomo e animale, incesto e figura del
seduttore.

FLORA: indossando una varietà di colori è alle prese con venenum di origine vegetale.

- Connessione tra Flora e un fiore che agisce come filtro magico, sostituendosi all’indispensabile e
normale sessualità di generare un figlio. Venenum

➔ I venena avevano una doppia valenza, una buona e una cattiva (incantesimi, filtri…). Questa valenza
negativa era associata anche alle donne, accusate di essere avvelenatrici.

➔ Stretta connessione tra seduzione, morte, malattia, sessualità, magia e diversità dei colori.

Opposto abito bianco (unicolor)della dea Ceres e ai partecipanti della festa, l’abito Flora colorato.

- “varietà cromatica” riflette animali, x ferocità—> varietà cromatica mantello, si preferivano animali
domestici monocromi.

- variare delle stagioni, mutavano i colori, maturazione dei frutti implicava il loro variare di colore che
avveniva in una stagione precisa.

- L’aggettivo “veriscolor” segnalava la diversità e la varietà dei colori (vento, mutare).

- Iris, indossava un abito colori, dea delle discordie e delle differenze. Varietà dei colori=mutazione,
movimento e ambiguità.

- mondo superstizione estraneo alla sfera del versicolor.

- Flora rappresenta anche i coloranti artificiali, come la porpora.

x Seneca - policromia = luxuria, l’eccesso, la ricercatezza - sdegnare ciò che è abituale.

l’uso del marmo a macchie fu introdotto da Menandro, “l’interprete più attento del lusso”.

- indossare vari colori era considerata una manifestazione di eccesso di lusso.

- Il lusso: ritenuto la “peste” degli imperi. Anche tintura della lana era considerata un “lusso” e una sfida alla
natura.

Lex Oppia: legge contro il lusso femminile, durante la II Guerra Punica e abrogata nel 195 a.C.

colore = meretrici.

- La stessa primavera, stagione dei fiori, è il periodo in cui le piante gareggiano nello sfarzo (Flora-lusso).

x Ovidio c’era un “prima dei colori”, origine—> l’arrivo della dea Flora che grazie al suo sposo, Zephyrus,
dio del vento fecondante primaverile, generarono i fiori

➔ Flora, dea dei fiori e dei colori (= varietà dei fiori/colori)

- varietà dei colori dei fiori —> percezione di pluralità. incertezza, instabilità e mutazione.

sostanze coloranti sono venena.

I giochi scenici e i gladiatori che veneravano la dea Flora divennero annuali e sul pubblico venivano lanciati
diversi semi.

protagoniste giochi: meretrici, mettendo in scena parole e gesti sconci.

Le prostitute: esuberanza sessuale femminile, cioè la potenzialità naturale delle donne nella sfera sessuale.

dea esortava a godere dell’età in fiore poiché i corpi raggiungevano il loro pieno vigore.

LE INIZIAZIONI AI MISTERI DI ISIDE

- Inganno a Osiride Osiride era altrove, Tifone non fece nulla di male, grazie anche alla
sorveglianza di Iside, quando però Osiride fece ritorno Tifone - complotto con 72 congiurati
complicità regina Etiopia. Tifone prese di nascosto le misure del corpo di Osiride e fece predisporre
un’arca dove Osiride viene seppellito.

- Tifone smembra il suo corpo

- Iside recupera i pezzi

- Generazione di oro

ISIDE-APULEIO

Descrizione:

- Capelli folti, lunghi, e leggermente ondulati lasciati sciolti sulle spalle.

- Ghirlanda fatta con fiori di ogni specie, nel mezzo un disco piatto, una specie di specchio (simbolo
che rappresentava la luna) cinto a destra e sinistra di spire di serpi che rizzavano la testa mentre la
parte alta spighe sacre.

- tunica, colori cangianti in lino sottile, era chiarissima, bianco candido, o giallo color zafferano, o
rossa.

- manto nero brillante che le girava intorno passando sotto il fianco destro e risaliva sulla spalla
sinistra.

- L’orlo inferiore era formato da frange e fluttuava

- Sparse per tutta la veste delle stelle e in mezzo ad esse una mezzaluna effondeva fiamme infuocate

- Sul mantello era applicata un’unica ed ininterrotta ghirlanda con fiori di ogni specie e frutti di ogni
tipo

- Nella mano destra aveva un sistro in bronzo

- Dalla mano sinistra pendeva un vaso d’oro a forma di navicella

- Ai piedi portava dei sandali intessuti di foglie di palma (simbolo di vittoria)

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