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LETTERATURA GRECA

21 SETTEMBRE
Tematica dei sofisti→sguardo più ampio della storia della letteratura greca (V-IV secolo). Sofisti
condizionano in modo significativo la cultura dell’Atene del V-IV secolo.
Sofisti sono figure che sono rimaste a lungo ai margini e hanno conosciuto un’importanza
maggiore per la storia della retorica. Questa marginalità è legata da un forte pregiudizio per la
critica sollevata da Platone e da Aristotele→li considerano dei millantatori, degli pseudo
filosofi→sviluppano argomenti con carattere persuasivo ma in realtà sono fallacci. Insegnano la
loro arte che sembra avere un ruolo corrosivo. Accusa formulata in termini ambigui sia in Platone
che in Aristotele. Però non sono i soli responsabili di questa immagine dei sofisti, perché
quest’immagine circolava già nel momento in cui la loro attività circolava (commedia Attica
Arcaica).
Nelle pagine di Platone e Aristotele appaiono dei giudizi sfumati.
Il sofista→Platone individua una forma di sofistica che depura da opinioni sbagliate (Socrate)→c’è
uno spazio per una buona sofistica
Aristotele nella Metafisica condanna la sofistica da un punto di vista etico→argomenti della
sofistica sono scorrette e apparentemente persuasive, non colgono la verità. Sofistes→solo 4
fiure: Licofrone, Polidro, Brisone, Aristofane. Non usa il termine in relazione ai grandi sofisti del V
secolo.
Lezioni della storia della filosofia di Hegel→primo testo in cui ai sofisti viene offerto spazio,
bisogna aspettare il XX secolo per una rivalutazione dei sofisti come pensatori.
I manuali di letteratura greca non dedicano molto spazio ai sofisti, vengono più menzionati nella
storia della retorica. C’è una tendenza a sminuire ruolo della retorica del V secolo a.C.-->si sviluppa
in Sicilia e poi giunge in Grecia→ in una serie di studi di matrice anglosassone si ritiene che la
retorica sia un’invenzione di Platone, che conia nel Gorgia. Il primo testo in cui compare la parola
retorichè è proprio il Gorgia, però non è che l’introduzione della parola ne implichi per forza
l’invenzione del concetto.
Sofisti non sono radicati in una città, ma sono itineranti. Se ne trovano molti ad Atene (sistema
politico)→retorica e prosa d’arte. I sofisti sono molto interessati alla letteratura. Per esempio,
Protagora sostiene che bisogna essere dienos→spirito critico, capacità di argomentare→manifesto
di una forma di critica letteraria. Molti sofisti fecero una ricerca sui testi, sul linguaggio→in
Protagora emerge interesse grammaticale, in Prodico un interesse semantico→parole con
sfumature di senso diverse. Si interessano anche alla metrica→Ippia.
Contatto con la traduzione letteraria non era solo di tipo critico→rielaborazione della tradizione
del passato→ricomposizione di discorsi in prosa dando ad essi significato nuovo sia letterario sia
concettuale→per esempio Encomio di Elena oppure mito di Prometeo di Protagora (era di Esiodo).
C’è quindi anche una produzione letteraria da parte dei sofisti.
The history of classical scholarshipp (vedi bibliografia)→ sofisti non hanno superato il limite che li
ha portati ad essere filologi. Per l’autore la filologia nasce ad Alessandria. Sofisti nella preistoria
della filologia.
La tradizione medievale conserva un numero limitato di testi: ci sono i due discorsi di Gorgia,
alcune orazioni di Antifonte, poi c’è un trattato→Dissoi logoi→antilogie→è di un sofista anonimo
che riprendeva l’insegnamento di Protagora. E poi c’è un altro scritto di un anonimo→tracce che
sono utilizzate da un filosofo neoplatonico=Gamblico→scrive un protrettico.
Parte di un trattato di Antifonte→Aletheia
Due testi che non giungono direttamente però sembrano essere frutto di una rielaborazione
diretta:

• Mito di Prometeo→Protagora di Platone→interpreti sostengono che il mito sia derivato da


Protagora, altri invece ritengono che sia un’invenzione di Platone
• Apologo di Eracle nei Memorabili di Senofonte→cita un ampio estratto di Prodico
Due discorsi di Alcidamante→autore influenzato dalla sofistica, allievo di Gorgia:

• Discorso sui sofisti


• Discorso intitolato Odisseo
Due discorsi del socratico Antissene:

• Aiace
• Odisseo
Tema della sparizione dei testi dei sofisti→argomento per sottolineare lo scarso valore di questi
testi→celebre pagina di Tucidide→lo storico contrappone la sua opera, che è uno scritto destinato
alla prosperità, ai testi che invece sono stati concepiti per il presente. Scomparsa testi sofisti per
alcuni studiosi è legata al carattere effimero dei loro testi.
Manuali di retorica sono inglobati in una tradizione→Aristotele componeva retorica, poi c’è
un’opera perduta che è la Synagoghè Technon→manuale tecnico→regole di un’arte→aveva
riassunto tutti i precedenti manuali di retorica. Molto spesso la produzione dei sofisti è inglobata
nella produzione precedente.
Testo di Porfirio→ad Atene ci si poteva imbattere in una bancarella di libri con un testo di
Protagora, Galeno leggeva Prodico.
Scomparsa testi dei sofisti è abbastanza tarda→corpus piuttosto ristretto però ci sono da valutare
tracce dei testi dei sofisti nella letteratura dei testi del IV e del V secolo
Euripide è stato messo molto spesso in relazione con la sofistica
22 settembre
Tre prospettive:

• Valutare materiale a disposizione, che però è molto scarso. Ci sono però anche frammenti
e testimonianze (Protagora di Platone, Apologo di Eracle di Prodico inserito da Senofonte
nei Memorabili)
• Contributo dei sofisti alla storia della critica letteraria→patrimonio mitico che viene
riadattato alla società e poi c’è una direzione anche verso la filologia= analisi semantica e
linguistica
• Valutare la presenza dei sofisti all’interno dei grandi autori del V e del IV secolo
Riflessione più generale e introduzione alla sofistica→senso della parola sofista e immagine
negativa che sofisti hanno nella storia del pensiero
Platone e Aristotele parlano dei sofisti e sembrano contribuire alla creazione della loro immagine.
Da un lato ci sono elementi di critica però in realtà sono gli stessi autori a conferire un forte peso
ai sofisti e a recepire ed accogliere il contributo dei sofisti.
Commedia arcaica→i sofisti sono spesso personaggi di questa commedia→oggetto di satira
Immagine negativa però era già presente in ampi strati della popolazione ateniese, peso della
“condanna” platonica e aristotelica ha come risultato l’esclusione dei sofisti dalla storia della
filosofia.

• Diogene Laerzio – Vite e dottrine dei filosofi illustri→nella sia opera i sofisti sono assenti,
tranne che Protagora
• Fabio Filostrato- Vite dei Sofisti→retore→periodo della seconda sofistica→cerca di
tracciare una storia di quella corrente culturale alla quale sente di appartenere →stabilisce
un canone che arriva fino a noi
In epoca moderna si fa cominciare la storia della filosofia con l’opera di un erudito inglese,
professore ad Oxford→Thomas Stanley – The History of philosophy→prima storia della filosofia in
4 volumi (1655-1662)→non sono inclusi i sofisti se non Protagora che viene connesso alla
tradizione eleatica
Diogene Laerzio→distingue due stirpi (si ritrova anche in Stanley) → due famiglie di filosofi: la
famiglia ionica (Talete, Anassimene, Anassimandro, fino a Socrate e Platone) e poi c’è la famiglia
italica (Pitagora, eleati e Parmenide fino a Democrito e considera Protagora suo allievo)

• Jakob Brucker→Historia critica philosophie→cita la sofistica solo una volta, in una


circostanza negativa ovvero riguardo la morte di Socrate→ condannato come se fosse
stato un sofista
• Tieddeman (pensatore vicino a filosofia di Locke)→Spirito della filosofia speculativa da
Talete a Berkley→viene inserito Gorgia tra i sofisti, abile dialettico ma il giudizio è negativo
• Tennaman (allievo di Kant)→sofistica ma in termini negativi
• Ritter→sofisti rappresentano spirito antifilosofico che avrebbe corrotto la società ateniese
Riabilitazione della sofistica da parte di Hegel→ tenne una serie di corsi di storia della filosofia→
pubblicazione postuma di appunti e quaderni dei suoi allievi.
Hegel individua 3 periodi:
1) Da Talete ad Aristotele
2) Filosofia ellenistica
3) Neoplatonismo
Da Talete ad Aristotele:
1) Da Talete ad Anassagora→tesi→ ragione si identifica con i sensi e c’è un interesse per la
natura
2) Sofisti e Socrate→antitesi→no sensi ma principio della soggettività
3) Platone e Aristotele→sintesi→integrazione delle due fasi precedenti
I sofisti e Socrate sono una tappa fondamentale dello sviluppo della storia del pensiero→grazie al
momento soggettivistico dei sofisti si giunge a sviluppare filosofia platonica e aristotelica.
Immagine dei sofisti come maestri, educatori e ad essi viene ascritta la paideia=cultura. Sofisti
inseriti come soggettivisti→molteplicità dei punti di vista degli uomini sul reale, la cultura è
caratterizzata dalla relatività perché ci sono diversi punti di vista. Vengono visti come una tappa
per arrivare a qualcosa che poi sarà la vera filosofia→visti come mancanti di qualcosa. Non sono
interessati a ricerca di una verità ma si accontentano della relatività dei punti di vista.
Un’altra difesa dei sofisti viene da George Grote→ viaggiatore ed erudito→nell’ottavo libro della
sua opera fa un’analisi dei sofisti. Anche lui sostiene che sofisti erano professionisti del sapere che
rappresentavano le opinioni del loro tempo. Grote sembra attribuire principi morali ai
sofisti→interesse non speculativo ma pratico→dedicarsi all’educazione. Idea che fossero
corruttori è sbagliata→è Platone che vuole imprimere un cambiamento alla società→sembra un
socialista in opposizione ai democratici.
Kerferd→ Grote non offre una valutazione dal punto di vista filosofico. Per Grote i sofisti non
hanno un’unità speculativa.
Le due grandi difese della sofistica che si sviluppano nel cuore del 19° secolo hanno elementi
comuni ovvero vedere i sofisti come educatori. Però ci sono anche elementi contrastanti: in Hegel
c’è un’unificazione e invece per Grote c’è un’indipendenza però c’è condivisione di valori tipici
della loro età. La posizione di Grote fu molto contestata.
Zeller riprese lo schema hegeliano della storia della filosofia come uno sviluppo e un progresso, da
Grote riprende l’idea che i sofisti erano uomini di grande acume→erano una sorta di
enciclopedisti. Però conferma punto di vista di Hegel per cui i sofisti erano dei soggettivisti. Per
Zeller senza sofisti non ci sarebbe stato Socrate. Attenzione positivistica che si concentra più su
quello che i sofisti facevano. Sofisti portatori di approccio empiristico e scettico contrapposto
all’idealismo di Platone.
Nietzsche→giudizio abbastanza positivo→i sofisti erano tra i massimi rappresentanti dello spirito
greco, erano capaci di cogliere la complessità del reale che si frantuma in una molteplicità di
relazioni.
Herman Diesl (Dils)→ nella prima edizione compaiono in un modo problematico perché si trovano
nell’appendice, mentre nella 4° edizione Diels vuole mettere l’appendice all’inizio, però muore e
sarà Kranz a fare questo spostamento nella 5° edizione.
Diels prima di inserire la sofistica sente la necessità di inserire alcuni testi.
DK→ tutti gli autori sono numerati, e la parte A è dedicata alle testimonianze, poi c’è la sezione B
che riguarda i frammenti, poi la sezione C che è dedicata a parodie e imitazioni.
Gruppo dell’antica sofistica che Isostrato considera una retorica filosofante→Diels di ispira a
questo testo.
Karl Popper (positivismo e liberalismo anglosassone)→ polemica nei confronti di Platone che
sarebbe il portabandiera di una società autoritaria che si contrappone a idee dei sofisti e di
Socrate→uomini che hanno liberato società greca dal tribalismo e hanno creato la democrazia e
l’individualismo.
Mario Untersteiner→ nel 1949 pubblica una monografia intitolata I sofisti e offre una raccolta in 4
volumi dei sofisti
23 settembre
W. Jaeger→sofisti creatori della paideia
Untersteiner→ sofisti radicati nella cultura greca→sofisti sono l’espressione più profonda del
senso tragico del reale che caratterizza lo spirito greco→relativismo sofistico però sofisti sono
anche esponenti del logos→ragione domina la contraddittorietà del reale
Ci sono altre due opere importanti:
Guthrie→ volume sulla filosofia antica→ambizione di superare lo Zeller→ (Gatri) vede i sofisti
come portavoce di una filosofia empirista e scettica contrapposta a Platone e figura di Socrate
inserita nei sofisti
Kerfred→ampia rivalutazione dei sofisti→modernità dei problemi formulati da questi intellettuali,
per esempio, problema del rapporto tra pensiero, linguaggio e realtà, problemi politici, ecc.
Molti pensatori contemporanei hanno rivalutato sofisti sulla base delle attività tra pensiero sofisti
e pensiero post-moderno→pragmatismo, nichilismo e relativismo. Interesse per la
retorica→recupero sofisti come autorevoli predecessori di una battaglia alla filosofia tradizionale
Victor Victanza→epoca della terza sofistica→assenza di valori saldi e certi→ potere creatore del
linguaggio
Barbara Cassen→sofisti in opposizione a tradizione filosofica, sostiene con forza le ragioni del
logos dei sofisti

• Earley Greeck Philosphy→ Lacks e Most→ categoria dei presocratici sparisce→sostanziali


cambiamenti rispetto a DK→ Socrate viene inserito nel volume dedicato ai sofisti. In più si
elimina la contrapposizione tra testimonianza e frammento.
Sezione P=PERSONA→ dati relativi alla persona come dati biografici o relativi al carattere poi c’è
D=DOTTRINA→dati relativi al pensiero e poi c’è R=RICEZIONE→dati relativi alla ricezione
dell’autore rispetto a pensatori successivi
PLATONE→ aneddoto che racconta che Gorgia avesse letto il Gorgia e lo avesse criticato. Platone
è un testimone diretto e conosce bene le opere dei sofisti, nei suoi dialoghi ci sono delle
distorsioni
Il Sofista→dialogo consacrato alla definizione di questa figura, però ci sono anche discussioni
teoriche su complessi problemi filosofici. Offre una definizione teorica su cosa sia la sofistica però
riguardo a problemi inerenti alla filosofia di Platone.
(Il Protagora, il Gorgia e l’Ippia Minore)
Il Protagora è un dialogo giovanile, è molto raffinato a livello stilistico e letterario. Si svolge nella
casa di Callia, un ricco ateniese, che spese molto per pagarsi l’istruzione dei sofisti. Immagine
vivace dei sofisti nella casa di Callia. Dal punto di vista filosofico il tema principale è quello
dell’aretè; quindi, è un tema di natura etica. Aretè come virtù, riguarda la realizzazione di una cosa
nel migliore modo possibile→eccellenza ma non per forza ha una connotazione morale. Problema
della trasmissione della virtù e la virtù è una o sono molteplice. Però gli antichi diedero come
sottotitolo al Protagora→SOFISTAI=I SOFISTI. Infatti, ci sono alcuni sofisti come Ippia e Prodico ed
è presentato anche il pubblico dei sofisti.
Che differenza c’è tra Socrate e i sofisti? Per Platone è veramente un problema importante.
Questo problema nasce in una commedia del più grande poeta comico= Aristofane e Le Nuvole
(423 a.C.)→Socrate rappresentato come sofista→ Insegna a pagamento la retorica che permette
di far trionfare le cause più ingiuste, poi Socrate viene descritto come ricercatore delle cause
celesti che lo fanno assomigliare ai presocratici. Platone fa riferimento alla commedia, alla poesia
epica→riutilizzo di modelli che i lettori dell’epoca potevano cogliere facilmente.
(Platone→fondamento su sistema oggettivo di valori mentre sofisti hanno un fondamento su
sistema relativo di valori)
Dialoghi platonici: o sono in forma mimetica→personaggi che parlano in prima persona. Sennò ci
sono i dialoghi narrati.
Il Protagora ha una forma mista perché comincia in maniera mimetica→c’è Socrate e un anonimo.
Inizio con il tema erotico, Socrate che rincorre Alcibiade. Il dialogo è pieno di riferimenti ad Omero.
Tema della superiorità della bellezza interiore rispetto a quella esteriore→il bello ha una
gerarchia. Protagora emerge come il più sapiente di tutti.
Figura di Isocrate→sconosciuta però non dovrebbe essere inventata come figura (solo Callicle e
Diotima sono inventati). Nel Protagora ci sono elementi tipici della commedia come, per esempio,
personaggio che arriva battendo alla porta.
28 settembre
Rivalutazione sofisti→19 secolo: Hegel e Grote→entrambe sottolineano ruolo sofisti come
educatori della Grecia. Hegel insiste sulla soggettività, Grote pensa a una sostanziale scarsa
originalità dei sofisti che sarebbero i porta parola di valori condivisi.
Zeller→sistemazione dei sofisti→riprende da Hegel e da Grote
Nel XX secolo→ Diels e Krant→sofisti son inseriti nella filosofia presocratica
Popper→sofisti e Socrate→laicizzazione della filosofia greca→Platone invece sarebbe traditore di
Socrate e portatore di un pensiero reazionario che si avvicina al totalitarismo.
Unterstainer→comunanza tra sofisti e poeti tragici→uomo è immerso in un mondo contradditorio
e ha solo il mezzo del logos per dominare la realtà
Kerfred→ problemi filosofici sofisti caratterizzati da una grande modernità
Protagora
Dialogo riuscito da un punto di vista letterario→Socrate che si misura con i sofisti.
Aristofane è poeta comico, rappresentante della commedia arcaica→i suoi testi ci sono giunti per
tradizione medievale. Nella commedia LE NUVOLE Socrate è il personaggio, commedia che è satira
nei confronti degli intellettuali. Socrate è rappresentato come sofista perché insegna a pagamento
attività dialettica, poi Socrate, oltre a insegnare retorica, aggiunge una ricerca sui fenomeni
naturali (da altre testimonianze sembra che Socrate prenda le distanze da queste ricerche).
Nell’Apologia di Socrate di Platone (c’è anche quella di Senofonte) Socrate cerca di fare la storia di
questo atteggiamento negativo che gli ateniesi avevano nei suoi confronti→ questa cosa ha
un’origine antica per Socrate e risale alla critica che Aristofane aveva messo in scena.
Sofista Policrate, 6 anni dopo il processo di Socrate (393 a.C.), scrive un testo con il discorso di
accusa contro Socrate e in reazione a questo scritto qua che tutti gli allievi di Socrate lo difendono
da questa accusa postuma.
Il dialogo inizia in maniera mimetica (come tragedia o commedia): Socrate incontra un anonimo
amico e poi viene introdotta la figura di Protagora, descritto come il più sapiente di tutti. Il
racconto in questo dialogo comprende un’intera giornata, inizia di notte. Ippocrate è sconosciuto,
se non che è ricco e irrompe nella casa di Socrate per dire che Protagora è in città. Presenza di un
servo potrebbe essere uno strumento letterario che Platone usa per farci ricordare la commedia
arcaica, in particolare all’inizio delle NUVOLE→stessa ora, presenza di un giovane e di un vecchio e
poi c’è un servo anonimo. Sappiamo che Protagora era stato già altre volte ad Atene e sappiamo
che insegna ai giovani e la sua sapienza è collocata nella sfera della parola. Il fatto di saper ben
parlare è uno degli aspetti che caratterizzano l’aspetto della persona.
Nell’Iliade, nel 9° libro, c’è una scena importante dell’ambasceria→figura di Fenice, che è il tutore
di Achille→gli ha insegnato a comportarsi da eroe in battaglia ma anche a parlare bene
nell’assemblea. L’eccellenza dell’uomo greco si fonda su questi due pilastri
Nel Protagora emerge la figura di Callia→apparteneva a una figura illustre che aveva privilegio di
ottenere cariche sacerdotali e in più aveva schiavi che venivano affittati per le miniere d’argento.
Callia era legato alla famiglia di Pericle, diede in sposa sua sorella ad Alcibiade.
Possiamo dire che Platone si ispiri alla commedia→Gli adulatori di Eupoli→ 5 versi su
Protagora→sembra che Protagora stesse in casa e questa non è una bellissima cosa perché
tendenzialmente le donne stavano in casa. Anche nelle Nuvole i socratici sono pallidi perché non
escono mai→presa in giro, scarsa virilità e non appartenenza in pieno diritto alla polis.
Metodo di ricerca di Socrate→elencos→rendere conto delle affermazioni che si fanno. Inoltre,
Socrate usa analogie tratte dal mondo delle tecnai: il primo esempio è quello di
Ippocrate→medico del V secolo, la cui famiglia è quella degli Asclepiadi (Asclepio é dio della
medicina). C’è il corpus ippocratico che affronta diverse problematiche mediche, anatomiche,
cliniche→scritti che non vanno ricondotti tutti ad Ippocrate. Poi fa l’esempio dello scultore
Policleto, scrive un’opera→il Canone-→proporzioni relazioni figura umana.
Definizione attività del sofista→ solitamente non si va dai sofisti per diventare sofisti, anche se
Platone parla di alcuni giovani che lo facevano. Voler diventare sofista però poteva essere
qualcosa che poteva suscitare vergogna. Forte attrazione verso i sofisti però anche fasce di
ateniesi che sono reticenti e timorosi→ricadute sociali negative.
Sofistica dovrebbe seguire l’esempio di altre tecniche, però non è così. Sofistica →maestri di
grammatica, musica, ginnastica→formazione di tipo più generale. Due tipologie di attività: attività
con natura di tipo tecnico, come la scultura e la medicina e poi attività che mirano a una
formazione più generale.
Fra gli allievi di Protagora ce n’è uno che si chiama Antimero che studiava per diventare sofista.
Grammatica, musica e ginnastica sono per i greci i pilastri dell’educazione. La grammatica rientra
nella musikè, che non è musica, ma è un concetto più ampio.
Nel Gorgia Callicle parla della filosofia come un’attività che va fatta da ragazzi per una formazione
generale. Problema della definizione della filosofia.
Non si parla di etimologia ma di paraetimologia→non esisteva una linguistica come oggi.
Sofistes→sapiente di sapere→ sophia=sapere + suffisso -istes→verbo eidenai= sapere→colui che
ha una competenza intorno al sapere. Ricerca di una definizione da parte di Socrate→ definizione
serve per capire. Ippocrate per avere questa definizione fa ricorso all’etimologia, anche se Platone
non è molto d’accordo.
29 settembre
Secondo prologo del Protagora→racconto di Socrate relativo all’incontro con
Protagora→Ippocrate irrompe in casa di Socrate e gli fa presente che Protagora si trova ad Atene
e lo spinge ad accompagnarlo alla casa di Callia→Ippocrate vuole essere accolto tra gli allievi di
Protagora→Ippocrate vuole essere presentato e raccomandato da Socrate a Protagora→selezione
da parte dei sofisti. Emerge anche la questione del denaro→pagare la giusta somma. Gli studenti
pagano alla fine quello che ritengono giusto pagare sulla base dell’insegnamento dato.
Socrate mostra un certo disinteresse nei confronti di Protagora e poi intavola con Ippocrate una
discussione con i tratti dell’elenchos socratico→ricerca definizione dei concetti. Socrate poi fa
sempre ricorso al paradigma delle tecniche→rappresentano un modello epistemologico molto
semplice e intuitivo→si seguono determinate regole e si ottiene un determinato risultato.
Si va dai sofisti per avere formazione più generale per poi emergere nella vita democratica
ateniese. Eterogeneità della sofistica→accomunata ad attività di educazione più generale. Però c’è
da ricordare che la sofistica è considerata anche un’attività di cui ci si deve vergognare →rossore
di Ippocrate→l’elenchos di Socrate mostra anche queste contraddizioni.
Ippocrate ricorre all’etimologia della parola sofista→l’etimologia era una cosa importante per la
cultura ateniese→forte corrispondenza tra le cose e il nome che le cose disegnavano. Sofistes= il
sapiente del sapere→derivazione da sophia=sapienza e suffisso -istes è ricondotto al verbo
eidenai=sapere→la radice -id è molto importante perché si trova per esempio nella parola eidos,
ma da origine anche a video=vista→organo che permette meglio all’essere umano di conoscere.
Il primo approccio è quello di offrire una definizione etimologica. Nel Cratilo Socrate discute con
due interlocutori: uno partigiano della naturalezza del linguaggio e un altro che è un porta parola
di una concezione convenzionalista→Socrate confuta tutte e due le cose, non c’è soluzione ma
Socrate dice che non è attraverso i nomi che si conosce la realtà delle cose.
Ambito specifico dei sofisti è quello della parola→insegnano a parlare bene=retorica. Ambito del
discorso però anche tutte le arti sono nell’ambito del discorso. Non si riesce ad afferrare bene
quale sia l’oggetto della sofistica→più o meno sono le stesse critiche sollevate nel Gorgia da
Socrate→ è difficile stabilire differenze tra retorica e sofistica→retorica non ha un ambito
specifico e bene delimitato e quindi non si attacca di una vera tecnica.
Il sapere è il cibo dell’anima. Definizione di sofista come commerciante (c’è anche nel Sofista come
definizione)→sofista che rivende materiale altrui insediandosi nelle città. Sofista vuole a
guadagnare ed è portato a voler vendere più che può→c’è il rischio che manchi un sapere che non
sa stabilire cosa può fare bene o fare all’anima che riceve questi insegnamenti→analogia tra corpo
e anima→medico per l’anima→potere terapeutico sulla base di un sapere basato sulla conoscenza
di ciò che è bene e ciò che è male→allusione alla figura del filosofo. Necessità di un sapere
sovraordinato che sappia anche orientare sulla base di una conoscenza di valori. Sapere che
conosce le cose in sé, sa cos’è il bene e il male, conosce le idee. Protagora non ha la conoscenza
del filosofo però anche lui può insegnare delle cose utili. Pagina definita come la demonizzazione
della sofistica→contributo sofisti è ammissibile purché sia inquadrabile in un sistema di valori
stabili.
Similitudine tra cibo per il corpo e cibo per l’anima→cibo si può comprare e poi mangiare più
avanti, mentre l’insegnamento entra direttamente nell’anima e non può più uscire.
Platone attribuisce una grande forza al logos di manipolazione. Paragone tra sofistica e poesia→
nella Repubblica espelle Omero dalla città ideale→leggendolo si formano delle passioni non
raccomandabili per il cittadino a meno che non ci sia il farmakon→spirito critico che ci permette di
discernere→il problema si pone con i giovani, che non hanno ancora sviluppato questa capacità di
discernimento. C’è una necessità di un sapere superiore, è come se ci fosse una gerarchia di saperi
e al vertice c’è ovviamente la filosofia. L’idea che ad un pericolo come la sofistica si può far fronte
con un certo tipo di sapere.
Etimologia di Ippocrate è sbagliata→ sofistes deriva da verbo sofizestai=fare dei trucchi verbali ma
primariamente significa quello di esercitare la professione di sapiente→la spiegazione di Ippocrate
non è sbagliatissima ma il sofista è colui che fa della sapienza la sua professione.
Ippia e Prodico sono sofisti importanti→Ippia aveva una cultura enciclopedica, padronanza con la
memoria anche con conoscenze pratiche. Prodico→ricerche sul linguaggio ed è sempre ricordato
positivamente anche se preso in giro. Testo trasmesso da Senofonte→favola, apologo→Eracle
incontra la virtù e il vizio, che sono due donne e deve scegliere.
Commedia “Gli adulatori di Eupoli”→scene riprese nel Protagora→c’è un portiere che ha una
scopa in mano→dettagli scenici che indicano un passaggio→carattere infernale della
porta→Platone riprende per descrivere i sofisti una serie di immagini relative al 11° libro
dell’Odissea dove Ulisse va nell’Ade. Il portiere è un eunuco→Callia è molto ricco per possedere
un eunuco→Socrate però ci tiene a dire che non è un sofista come tutti gli altri che erano nella
casa di Callia.
Carmide→zio di Platone, coinvolto in modo grade nel governo tirannico filo spartano che si forma
nel 404 a.C. Anche Crizia arriverà sulla scena.
Figura oscura di Filippide, che è allievo di Isocrate→ruolo nella vita culturale ateniese
Figura di Antimero di Mende →più famoso degli allievi di Protagora→Platone è spietato con
lui→Antimero va da Protagora non per una formazione generale ma per apprendere il mestiere
del sofista.
Molti sofisti sono stranieri→seguivano Protagora da una città all’altra→Protagora è paragonato a
Orfeo→attribuita una corrente religiosa che riguarda il destino dell’anima dell’aldilà, Orfeo
discende all’inferno per recuperare Euridice→Orfeo conosce i segreti dell’Ade ma era famoso
come poeta e incantava gli animali e faceva muovere le pietre grazie al suo canto→incarna il
potere della parola poetica.
30 settembre
Elenchos di Socrate conduce Ippocrate a prendere coscienza della propria ignoranza nei confronti
di cosa sia il sofista→vuole affidargli la propria anima però dall’altro lato non è proprio convinto
della figura del sofista.
Ruolo dell’analisi etimologica→cultura arcaica→approccio alla realtà→Calogero→coalescenza di
nome e pensiero→antichi attribuivano al nome un ruolo di duplicato della realtà→corrispondenza
naturale tra i nomi e le cose→questa coalescenza viene rotta con Democrito e poi Platone nel
Cratilo critica la dottrina naturalistica→no analisi dei nomi come metodo per comprendere la
realtà delle cose.
Sofista come mercante di alimenti per l’anima, è un’immagine negativa che insiste sul carattere
servile→il sofista è costretto a elogiare tutti i beni che vende. C’è anche immagine del contenitore
che potrebbe contenere questi alimenti per l’anima.
Dialogo tra Ippocrate e Socrate davanti alla casa di Callia→non ci sono info→Livia
Palullo→strategia→far fronte al rischio di farsi rovinare l’anima dagli insegnamenti di Protagora
Filosofo platonico può recuperare insegnamenti utili dai sofisti→c’è una demonizzazione della
sofistica però c’è anche la possibilità di recuperare l’insegnamento dei sofisti quando si possiede
un sufficiente spirito critico.
Portiere che vuole impedire a Socrate e Ippocrate di entrare nella casa di Callia→scena che si rifà
alla commedia.
Dimensione della casa di Callia descritta come una sorta di Ade, di aldilà e Platone per presentare i
sofisti usa versi che si rifanno alla NEQUIA= 11° libro Odissea→Ulisse visita Ade e incontrare
l’anima di Tiresia, un indovino, che avrebbe dovuto dare un responso ad Odisseo per la via del
ritorno.
Protagora è descritto come la figura più autorevole e molte figure lo seguono.
Antimero di Mende è allievo di Protagora che però non va da lui per una formazione general, ma
vuole imparare la tecnica del sofista, la professione.
Paragone tra voce incantatrice di Protagora e la figura di Orfeo.
Poi viene introdotta la figura di Ippia→presentato con i versi della Nequia con la figura di
Eracle→mito che dice alla fine della sua vita sarebbe stato condotto presso gli dèi olimpici, in
quanto figlio di Zeus. Perché Ippia è paragonato a Eracle è un pochino problematico→spiegazione
è legata alla provenienza di Ippia, che proveniva da Elide nella quale si trova Olimpia, dove si
svolgevano i giochi olimpici che erano stati fondati da Eracle.
Ippia è seduto su una sedia di un certo valore e quindi la sua lezione è di tipo cattedratico e vicino
a lui ci sono figure importanti: c’è Erissimaco, che è un medico, poi c’è Fedro, poi c’è
Androne→intellettuale e ricordato come figura di traditore, ricordato anche nel Gorgia per il tema
relativo all’età fino alla quale bisogna praticare alla filosofia.
Ippia risponde a delle domande→ cultura enciclopedica e quindi capace di rispondere a qualsiasi
domanda. Il tema delle questioni a cui Ippia risponde è quello dei fenomeni naturali→filone
presocratico che si interessava a questioni di scienza della natura e questioni astronomiche.
Queste speculazioni erano un pochino scabrose→sfera dell’attività degli dèi per i greci→ rivolgersi
a questa sfera cerca di offrire spiegazioni naturalistiche→cosa passibile di denuncia per empietà.
Figura di Prodico che è comparata a figura di Tantalo→evocato nell’Ade omerico punito per un
comportamento empio nei confronti degli dèi (aveva tentato di rubare il cibo degli dèi e per farsi
perdonare aveva invitato ad un banchetto gli dèi e gli aveva servito dei resti umani). Tantalo è
punito con il supplizio→ha vicino a sé frutta e acqua ma ogni volta che vuole mangiare o bere
questi beni spariscono. Prodico è paragonato a Tantalo→Prodico sosteneva dottrine empie sulle
divinità→dei come creazione umana.
Personaggio di Pausania, che nel Simposio sviluppa un discorso in difesa dell’amore pederotico.
Nel contesto del Protagora Pausania sta seguendo Prodico.
Adimato, figlio di Chefide e poi Adimento, figlio di Leucolefe→sconfitto nella battaglia del
Peloponneso però lasciato in vita dagli spartani (forse perché era un traditore)
Lezione in cui Protagora spiega una lezione e gli altri lo seguono, poi invece lezione in cui Ippia
risponde alle domande e poi lezione in cui c’è un dialogo.
C’è una specie di prossimità tra Socrate e Prodico. Socrate dice di essere stato uditore di Prodico
(nel Cratilo). Prodico molto interessato a questioni semantiche, molto preciso nel trovare il
corretto significato delle parole. Però Platone lo prende un pochino in giro perché quando parla la
sua voce crea un eco ed è difficile capire quello che dice.
Platone vuole dimostrare gli effetti dell’educazione dei sofisti e poi si sono comportati
male→forse è un’interpretazione un pochino forzata. Arrivo di Alcibiade e Crizia→solleva un
problema→Policrate pubblicò discorso di accusa dopo morte di Socrate→ accusa di essere stati un
cattivo maestro di Alcibiade e di Crizia.
Passo dell’Odissea
11° libro→Odisseo si trovava presso Circe, che trasformò i compagni di Odisseo in porci ma lui
riesce grazie a Ermes, che gli dona un farmaco, a non diventare animale e a liberare i propri
compagni. Ulisse si deve recare nella terra dei cimeri, dove ha sede l’ingresso dell’Ade. deve
incontrare l’anima di un indovino che dovrà dirgli le tappe per ritornare ad Itaca. Come fa Odisseo
ad interagire con le anime dei morti? Odisseo non scende nell’Ade ma sta sulla soglia (differenza
con Socrate nel Protagora). Deve attirare anime dei morti con un sacrificio, vengono attirate dal
sangue e riacquistano coscienza. Anima vive in una di sorta di stadio di semicoscienza, è una sorta
di ombra.
Nella prima parte le anime dei morti sembrano salire dagli inferi, però ad un certo punto sembra
quasi che Odisseo penetri nell’Ade e possa conoscere questi personaggi punti per le loro azioni
empie→concezione diverse dell’aldilà. Nella prima parte c’è una specie di sub esistenza delle
anime che sono come ombre invece nella seconda parte c’è una serie di “peccatori” che sono
puntiti→idea di una giustizia che punisce.
Intento di collocare sofisti nella dimensione sotterranea e infernale, però non ci sono
corrispondenze esatte con le figure omeriche.
Protagora
Esiste già rapporto tra Socrate e Protagora→frequentano il solito ambiente. Socrate presenta
Ippocrate→Protagora chiede se vogliono fare un incontro privato oppure in mezzo agli altri→due
registri: uno per cerchie più ristrette e uno di natura pubblica.
Aspirazione di Ippocrate a diventare famoso nell’ambito della vita politica→è necessario un
surplus di formazione.
Discussione a tra privata oppure discussione allargata a tutti gli importanti intellettuali presenti a
casa di Callia.
Sofista sembra essere un tipo di attività che sottrae i giovani dalle loro abituali compagnie.
Pagina di autopresentazione di Protagora→come il sofista era nella società.
Per i greci l’idea di essere troppo innovativi è vista come qualcosa di negativo.
Il poeta si pone con le sue opere il fine di educare→basta pensare ad Esiodo che insiste sul piacere
estetico anche della poesia.
Eschilo ed Euripide→poeti morti che si battono per il trono del miglior poeta dell’Ade, ma poi il
poeta che sarà vincitore sarà condotto da Dionisio di nuovo in vita ad Atene→periodo della guerra
del Peloponneso→Atene ha bisogno di un poeta come guida, che sappia educare i cittadini
Simposio di Senofonte→personaggio Nicerado che si vanta di aver imparato a memoria tutti i
poemi omerici perché in quei testi ci sono i migliori consigli.
Anche nello Ione, che riguarda la poesia omerica→Omero è una sorta di enciclopedia con un sacco
di informazioni sugli ambiti più disparati
5 ottobre
Sezione dove Socrate descrive lo spettacolo dei sofisti nella casa di Callia→i sofisti sono descritti
mentre insegnano ai propri allievi→emergono le modalità di insegnamento, poi anche chi erano
gli allievi e a quali classi sociali appartenessero. Richiamo al 11° libro dell’Odissea→mondo che
Odisseo riesce a scorgere. Sofisti presentati come anime di illustri personaggi dell’aldilà. Ippia è
connesso con Eracle. Poi Prodico indentificato con Tantalo e Protagora con Sisifo (portava
eternamente masso dal pendio alla cima). Gioco molto complesso di maschere però c’è anche
un’esplicita identificazione tra Protagora e Orfeo.
Personaggi di Crizia ed Alcibiade, connessi con l’insegnamento di Socrate e citati anche come
esempio dei cattivi risultati della loro educazione.
La prima considerazione di Protagora è quella di lodare la prudenza di Scorate. Protagora cerca un
pochino di spiegare chi è la figura del sofista: innanzi tutto è uno straniero e in quel periodo in
Grecia c’era un clima di xenofobia e anche di forte ostilità tra le diverse poleis (siamo nel 430
a.C.)→c’è sospetto nei confronti dei forestieri. Poi sofista attira a sé i migliori rampolli delle
famiglie illustri ed in più c’è anche il problema della componente erotica.
Sofistica è un’arte antica, molti avevano esercitato questa attività però nascondendola. Protagora
ci propone un catalogo di intellettuali del passato che hanno praticato quest’arte che però,
sospettando il clima di ostilità, si proteggevano dietro altre maschere→per esempio attività dei
poeti.
Simonide di Ceo→poeta della poesia lirica corale→caratterizzato come sofisti da una professione
itinerante alla corte dei tiranni. Nella parte centrale c’è un’analisi di un poema di
Simonide→Protagora lo usa per sviluppare la sua discussione su aretè.
Importanza pedagogica della poesia, soprattutto importante Esiodo e Omero (figura di Nicerato
che imparò a memoria tutti i poemi di Omero e si sentiva di saper insegnare un sacco di cose).
Commedia di Aristofane- LE RANE→ gara tra Euripide ed Eschilo per stabilire quale sia il migliore
dei poeti che verrà premiato da Dionisio che lo porterà sulla terra. Il miglior poeta è quello che dà i
migliori consigli alla città, quindi il miglior educatore.
Musikè→senso più ampio perché include anche la poesia→ valore anche pedagogico della
musica→Pitoclide
figura importante legata a Pericle. Musica aveva capacità di influenzare anima.
Maschere di antichi sofisti per evitare che la loro professione susciti l’odio della popolazione→si
servivano di diverse arti come pretesti.
Protagora si contrappone→da un lato queste figure non riuscirono a sfuggire a queste
ostilità→Protagora non ha bisogno di maschere, perché si presenta come sofistes e sostiene
palesemente di educare gli uomini. Con una serie di precauzioni Protagora svolge questa
professione e sottolinea il fatto di essere il più anziano di tutti→figura autorevole.
C’è una sorta di catalogo di intellettuali del mondo antico che sono caratterizzati da una
propensione alla paideia però hanno nascosto con delle maschere la loro attività. Catalogo è un
tipo di esposizione di contenuti praticato dai sofisti in modo sistematico. Lo utilizzavano anche gli
aedi (per esempio Esiodo scrive un catalogo delle donne). I sofisti riprendevano questa tendenza
della poesia.
Priamel (idea definita dai filologi tedeschi)→figura retorica che presenta una serie di idee per far
esaltare il concetto più importante che è alla fine.
Cosa più bella di Saffo→poetessa vissuta tra 6° e 7° secolo→si dedicò all’attività poetica nel
Tiaso=collegio femminile dove le ragazze venivano formate per diventare delle buone mogli.
Ci sono una serie di cose che sono reputate le più belle, però poi Saffo sostiene la propria idea
contrapponendola alla sua idea.
Anche il testo di Protagora è costruito secondo questo schema retorico.
Tradizione (Diogene Laerzio) che ci racconta che Protagora sarebbe stato perseguitato per le sue
idee filosofiche e poi aveva composto il Trattato sugli Dei→non si sa se esistono, è una questione
oscura e la vita è troppo breve per scoprirlo→forse Protagora venne accusato e sottoposto ad un
processo→i suoi libri bruciati (forse unico caso di rogo), poi fuga da Atene e poi avrebbe fatto
naufragio e sarebbe morto come punizione degli dèi per la sua empietà. Platone gioca su questo
fatto. In questa tradizione però ci sono molte cose che non tornano come il rogo dei libri, per
esempio, poi anche idea della fuga. Quello che fa sospettare è che nel Menone Socrate dice che
Protagora si è arricchito molto, ha vissuto fino a 70 anni nel massimo della sua gloria.
Probabilmente, quindi, si tratta di una costruzione della storiografia antica, sulla scia del processo
di Socrate→idea che il filosofo è perseguitato dalla città.
L’ambiguità sostanziale del sofista, che è un personaggio difficile da definire→la sofistica era
un’arte che esisteva ma doveva essere nascosta. Poi difficoltà nel definire il sofista da parte di
Ippocrate, che usa molte analogie→non c’è una definizione univoca, il nome può essere applicato
a figure diverse. Protagora è il primo che si attribuisce il nome di sofistes. I sofisti si dedicano
all’educazione di giovani di famiglie illustri. Il loro insegnamento era pagato, anche con un
compenso alto→insegnamento dedicato ad un’élite. Poi c’è difficoltà a circoscrivere la natura
dell’insegnamento, però un elemento unificante è un’attenzione al logos→ garanzia di imporsi
nella democrazia e diventare cittadini di successo→persuasione e argomentazione corretta. Però
questo non è il solo ambito di insegnamento perché, per esempio, Ippia si occupava di
insegnamenti naturali. Ci sono delle forme dialogate di insegnamento e anche delle forme di
lezioni cattedratiche: o lezione magistrale o si risponde a domande relative a diverse questioni.
Emerge anche una pluralità di figure ed esigenze degli allievi: alcuni vogliono una formazione
generale, altri invece vogliono diventare sofisti. Poi c’è un clima di ostilità diffuso nei confronti dei
sofisti→Ippocrate si vergogna e Protagora dice che per non essere vittima di questo odio è
necessario usare una serie di strategie delle quali però non ci informa.

• Questione relativa al nome sofistes→Ippocrate dà una definizione basata sull’etimologia


del nome→riconduce il nome all’ambito della parola sophia. Esiste anche la parola sophos,
sophia che deriva da radice -soph la cui etimologia è incerta. Il termine sophos appare in
Omero e sembra indicare un sapere di tipo pratico→costruttore di navi ma anche indovino.
Solo in un ultimo momento la sophia sembra riferirsi ad un ambito teoretico. Quindi da
prima conoscenze di tipo empirico, poi problemi di natura generale e poi si arriva a
qualcosa di tipo teoretico. Kerfred sottolinea che questi significati siano già presenti
all’inizio. Ci sono nuclei tematici inerenti alla parola sophos: uno tecnico→poesia, musica,
mantica. Poi nucleo sapienziale→raccogliere conoscenze. Poi nucleo legato
all’astuzia→soluzioni a problemi di natura complessa. Poi nucleo etico→saggezza e
prudenza nel comportamento. Poi nucleo di tipo cognitivo ed epistemico e infine un
sapere di tipo politico ed educativo (forse raccoglie tutti gli altri). La parola presenta anche
una connotazione negativa→sapere usato per fregare.
La parola sophistes→ appare nel 5° secolo→ verbo sophizei, sophizestai→deriva da
sophos→verbo denomativo→parte da un nome e si forma un verbo→primo significato
attivo del verbo è quello di rendere saggio, ma non ci sono attestazioni dell’uso del verbo
attivo. Nel passivo il verbo significa diventare sapiente e abile. Il verbo invece al medio ha il
significato di comportarsi come sophos e esercitare la sophia. A volte ha un valore che
significa essere astuto e ragionare in modo sottile. Poi in senso transitivo significa
ingannare qualcuno. Verbo la prima volta è attestato in Esiodo e la prima volta è attestata
arte della navigazione e poi si riferisce alle muse, che sono esperte→attività sapienziale o
legata alla tecnica o ad attività intellettuale legata alla poesia.
6 ottobre
Protagora sviluppa una sorta di storia della sofistica→nucleo originario da ricondurre ad un’opera
di Protagora per i tratti tipici dei testi sofistici come l’uso del catalogo e poi uso dello schema
retorico della priame (esempio dell’ode di Saffo della cosa più bella). Attività in continuità con la
poesia→ il V secolo amplifica il valore pedagogico della poesia. Poi c’è la dimensione dei rituali
religiosi e poi ambito della ginnastica, della medicina e della musica. Protagora vuole distinguersi
da queste figure perché non avevano praticato la sofistica apertamente e si erano nascosti dietro a
maschera. Protagora invece si proclama come un vero sofista, un educatore→ insistenza sul fatto
che spesso nei confronti dei sofisti ci sia un’ostilità→i giovani rompono i loro legami abituali per
andare dai sofisti→richiamo anche alla componente erotica. Per Protagora non bisogna
nascondersi perché le persone più acuti sanno smascherare chi si nasconde e quindi li odierebbero
di più perché sono degli ingannatori.
Richiamo a tradizione biografica secondo cui Protagora, secondo le sue idee religiose, sarebbe
stato perseguito→ opera Perì Theon. Testo di Platone→ironia tragica→per quanto Protagora si sia
sforzato di non avere problemi i suoi sforzi sarebbero stati vani. Però nel Menone si dice che la
fama di Protagora non conobbe mai eclissi→Menone scritto dopo la morte di Protagora.
La più antica attestazione della parola sophistes si trova in un poeta lirico→PINDARO→tra VI e V
secolo→ l’unico tra i poeti lirici da cui ci sono stati tramandanti i carmi→genere
dell’epinicio→canti per celebrare vittorie in gare atletiche svolte ad Olimpia, a Delfi, a Corinto e a
Nemee, di uomini di famiglie aristocratiche o di grandi tiranni
Istmica V→vittoria di Filacida di Egina che vinse ai giochi istmici di Corinto e anche ai giochi
nemei→datazione abbastanza certa→ felicità consiste nella gloria che viene celebrata dai poeti.
Eroi del mito legati ad Egina come Achille e Aiace.
In questo contesto sophistes indica il poeta che celebra la gloria.
Figura oscura di Damasco di Sigeo→ scrisse un’opera→ SUI POETI E SUI SOFISTI
STORIE DI ERODOTO (metà V secolo)→ racconta l’espansione dell’impero persiano e analizza tutti i
popoli dal punto di vista etnografico. Nel IV libro c’è la riflessione sul popolo dei Traci e in
particolare su quello dei Geti. Figura di Salmoxis che era una divinità della Tracia. Figura di
Salmossi, influenzato da Pitagora sulle dottrine relative al destino dell’anima dopo la morte.
Erodoto è scettico sulla storia di Salmossi. Forse colui che ha creato la parola filosofia viene
chiamato sophistes.
Figure dei sette sapienti→aristocrazia intellettuale della Grecia arcaica→sapere che riguarda la
sfera politica e morale.
Posizione di Kerfred è confermata da un testo di un autore tardo, del periodo imperiale, erede dei
sofisti→retore della seconda sofistica→ Elio Aristide (117-180 d.C.) era greco ma attivo anche a
Roma→nei suoi scritti c’è una difesa della retorica=sofistica→difesa della retorica contro la critica
platonica.
Contro Platone in difesa dei quattro→ erano uomini politici ateniesi. Nel Gorgia c’è la condanna
della retorica vista come pseudo tecnica e come forma di adulazione→critica ai politici che hanno
assecondato i desideri del popolo senza pensare al loro vero bene. Milziade, Pericle, Temistocle e
Cimone→adulatori del popolo che crearono danni ad Atene. Aristide invece propone una difesa di
queste figure. Aristide dice che la parola filosofia è piuttosto ambigua. Per filosofia si può
intendere qualcosa più di intellettuale. Platone per Aristide usa termine sofista in accezione più
positiva→si riferisce al Cratilo→si parla del dio Ades che viene chiamato teleios sophistes e che è il
sapiente di tutti gli dèi.
Il nome sofisti non indica una categoria specifica di intellettuali nel corso del V secolo. Però ci sono
accezioni negative.
Il testo del Prometeo incatenato di Eschilo→tragedia. Per molti è stato considerato un testo
spurio, non scritto da Eschilo. Si racconta della punizione che Zeus infligge a Prometeo dopo che il
titano ha aiutato gli esseri umani. Episodio che si svolge a Mecone (in Esiodo- Le opere e i
giorni)→uomini e dei devono separarsi e si svolge un banchetto dove si sancisce questa
separazione, Prometeo fa un inganno per aiutare gli uomini: una parte ricca di carne grassa e una
con carne più magra→Zeus sceglie la parte più grassa però non sa che all’interno ci sono le
ossa→mito eziologico che spiega dato rituale. Zeus si adira e per punire gli uomini sottrae loro il
sostentamento. Prometeo ruba ad Atena ed Efesto il fuoco→sapere tecnologico che può
permettere agli uomini di procurarsi il cibo che Zeus ha nascosto. Zeus architetta una vendetta
duplice→Zeus manda Pandora, la prima donna, che combina disastri→apre una giara che
contiene tutti i mali. Invece Prometeo viene inchiodato ad una rupe e c’è un avvoltoio che gli
mangiava il fegato che ricresceva. Poi Prometeo sarà liberato da Eracle.
Scena iniziale che descrive Prometeo incatenato da Cratos=potere e Bia=violenza. Prometeo viene
definito come sophistes→ però tradotto con sapientone=significato un pochino dispregiativo.
Prometeo dotato di un sapere intellettuale che ha trasmesso agli uomini perché ha insegnato agli
uomini le arti e li ha riscattati da una condizione semi ferina. Prometeo ha conoscenze ma non
capisce perfettamente la situazione nella quale si trova. Prometeo conosce un segreto: il potere di
Zeus crollerà se lui si unirà a Teti perché da questa unione nascerà un dio più potente. Prometeo di
Eschilo forse è il passo più antico in cui si trova la connotazione negativa del termine sophistes.
07 ottobre
Problema del nome sofista→termine in rapporto con il verbo sophizestai. Attestato per la prima
volta in Esiodo per arte della navigazione. Suffisso -istes=qualcuno che compie una determinata
attività. Nel verbo è anche presente il ragionamento sottile, al limite dell’ingannevole.
Termine attribuito ad un’ampia gamma di figure:

• Istmica V di Pindaro→termine riferito ai poeti


• Opera di Damaste di Sigeo→distinzione tra sophistes e i poeti→opera con il titolo “Sui
sofisti e sui sapienti” (conosciamo solo il titolo)
• In Erodoto il termine era usato per i presocratici→Pitagora a cui la tradizione di aneddoti fa
risalire l’invenzione della parola filosofo
• Passo di Senofonte (Diels e Kranz) →per il termine cosmos Senofonte attribuisce questo
termine ai sofisti
• Uomini che hanno un sapere di natura più generale→ambito dell’etica→caso di Solone in
Erodoto→ nome usato anche per i sette sapienti→trovati per la prima volta nel Prptagora
di Platone
• Passo di Elio Aristide (Diels e Kranz)→termine generico e non era distinto dal termine
filosofia, usato per indicare Pitagora e anche Socrate
• In Isocrate termine filosofo indicato per il tipo di formazione retorica
Platone usa il termine per Diotima, per il dio Ades nel Cratilo→le anime non scappano da lui, poi
per i matematici nel Menone e persino per Zeus.
Nel Sofista c’è la difficoltà di offrire una definizione esatta di cosa sia il sofista.
Prometeo incatenato di Eschilo
Sofistes è commentato in modo negativo→Prometeo è sophistes però il suo sapere non gli
permette di capire la sua reale situazione ovvero ammettere il dominio di Zeus. Nei due passi in
cui compare il termine sophistes è usato in modo ironico. Questa accezione negativa ha spinto gli
studiosi a dubitare dell’autenticità del testo.
Per giungere ad una data sicura bisogna arrivare al 423 a.C. con le Nuvole di
Aristofane→commedia che non conosce molto successo→terza nelle commedie in concorso.
Abbiamo il rifacimento perché Aristofane decide di fare modifiche. C’è un contadino, Strepsiade,
che si è sposato con una donna appartenete ad un’illustre famiglia di Atene→il figlio ha eriditato
l’amore per il lusso→ha una mania ovvero di comprare cavalli. Il padre è disperato per i debiti del
figlio, così ha un’idea brillante→mandare il figlio a scuola da Socrate, che insegna nella scuola
chiamata frontisterion→pensatorio→insegna a rendere da più debole un discorso più forte→se il
ragazzo avrà dei debiti sarà in grado di parlare abilmente. Il figlio Filippide è restio, perché non
vuole avere a che fare con questa gente. Allora Strepsiade decide di recarsi presso la scuola di
Socrate→è sospeso in alto, in una cesta, intento a scrutare i fenomeni celesti. Si scopre che nel
frontisterion non sono più venerate le divinità tradizionali, ma si venerano altre divinità, tra cui le
più importanti sono le nuvole=creature aeree che proteggono le aere speculazioni degli
intellettuali definiti da Aristofane sophistai. Socrate è definito insieme a Prodigo metereo
sophistes. Alla fine, il padre riesce a convincere il figlio a prendere il suo posto. Momento
dell’agone→struttura fissa nelle commedie→scontro tra protagonista ed avversario→il
protagonista realizza l’idea folle che voleva realizzare. Qua c’è uno scontro tra due personificazioni
di concetti: Strpsiade dice che ci sono due discorsi→quello forte e quello debole, giusto e ingiusto
(allusione alla dottrina di Protagora) e lui vuole imparare quello ingiusto per prevalere nelle
possibili cause. I due discorsi si presentano sulla scena per educare il giovane→chi vincerà si
prende il giovane. Il discorso forte sostiene un tipo di educazione tradizionale→musica, ginnastica,
regole. Mentre il discorso più debole sostiene una paideia moderna→educazione bastata su
apprendimento capacità dialettica per uscire vincitori su ogni tipo di contesto, un’indifferenza sui
valori morali e un invito edonistico per godersi dei piaceri della vita→questo discorso ingiusto
vince. Canto di un pezzo di Euripide che racconta evento di natura incestuosa→Strepsiade si adira
con Filippide che risponde picchiandolo→Filippide sulla base dell’insegnamento del frontisterion
riesce a giustificare questo atto orrendo e decide anche di picchiare la madre. Strepsiade quindi
capisce l’errore di aver affidato suo figlio a questa banda di cattivi maestri→si rivolge alle nuvole
disperato e le nuvole rispondono →si impara attraverso la sofferenza→quando qualcuno è
disposto verso il male le nuvole lo assecondo nella scelta e lo portano alla rovina in modo che
capisca la regola che ha trasgredito. Strepsiade decide di bruciare la scuola di Socrate.
Meteoro sofistai protetti da questi fenomeni celesti→Socrate e Prodico
Catalogo dei sofistai→categorie di sofisti:

• Indovini di Turi→Turiomantes→Turi è una città (Calabria) fondata tra il 446 e il 443 a.C. su
iniziativa ateniese e raccoglieva cittadini provenienti da diverse città. La guida di questa
colonizzazione, uno degli ecisti è Lampone, che era un indovino che però aveva un ruolo
politico. Si dice che il compito di fondare questa colonia fosse stato affidato da Pericle a
Protagora. Indovino→capacità di interpretare testi oscuri antichi.
• Praticoni→ iatrotecnai→medici che hanno l’arte della medicina, però in questo caso in
senso negativo. Medico era una figura importante, molti medici erano itineranti e talvolta
venivano assunti dalla città come medico pubblico e spesso si dovevano confrontare tra di
loro in agoni→quindi necessaria abilità di tipo dialettico per accaparrarsi i clienti
• Capelloni perdigiorno che usano l’unghia per sigillo→ riferimento all’abbigliamento strano
dei filosofi e dei giovani attratti da queste figure
• Cantori di cori ciclici con la loro musica contorta e i cialtroni spaziali→ poeti ma quelli che
più erano presi in giro erano quelli corali interessati al genere del ditirambo→poema
dedicato a Dionisio, poi è passato ad altre tematiche di carattere narrativo→composero
melodie molto complicate dal punto di vista armonico e ritmico rendendo oscuro il
contenuto del poema. Non si capisce se cialtroni spaziali è un epiteto dato a questi cantori
oppure no.
Alla fine, tutte queste categorie rappresentano persone scansafatiche→sono sostenuti tutti dalle
nuvole.
423 a.C. →Presenza del termine sofistes che include diverse figure intellettuali appartenenti ad
ambiti diversi: la mantica, la scienza naturale, la retorica-dialettica e la poesia. Uso abbastanza
indeterminato del termine→Grilli infatti usa il termine intellettuale (anacronistico) e non sofista.
È evidente che c’è una sorta di ostilità in queste figure, che sono concepite come bizzarre e inutili
Tucidide
Raffinato pensatore politico, concezione realistica e tragica della storia→nell’agire umano ci sono
delle costanti→guardare alla storia per prevedere gli eventi futuri. Storico che ci offre resoconto
della guerra del Peloponneso→scontro descritto come il più importante della storia greca. Terzo
libro delle Storie che mostra una figura del demagogo Cleone e una figura oscura che è quella di
Odoto.
Guerra del Peloponneso→causa di questo scontro è l’imperialismo ateniese. Cleone dice che
bisogna essere spietati→tutti i maschi adulti devono essere uccisi.
12 ottobre
Opera di Tucidide molto condizionata dalla lezione dei sofisti→discorsi molto rifiniti da un punto di
vista retorico (Gorgia e Antifonte a cui Tucidide dedica un elogio), poi c’è la pratica delle antilogie
(Protagora). Tucidide ricostruisce dei discorsi basati su un criterio di plausibilità→ discorsi opposti
permettono allo storico di evidenziare i diversi punti di vista e le forze che agivano in opposizione
e determinavano lo sviluppo storico→offrono la prospettiva dello sviluppo storico.
3° libro→ ANTILOGIA SUI MITI LENESI→ Cleone e Diodoto→Mitilene connessa a isola di Lesbo che
si oppone agli ateniesi e passa da parte di Sparta→Atene ha la meglio e si dibatte sulla punizione
nei confronti dei ribelli→uccisione dei maschi adulti e schiavitù per il resto della popolazione→Gli
ateniesi però cambiano idea. Riflessione tra rapporto di democrazia e impero. Cleone→se non si
porta a termine questa punizione Atene risulterà debole e le città alleate gli potrebbero voltare le
spalle.
Tucidide fa pronunciare a Cleone il termine sofistes→stigmatizza i cittadini avvinti dal gusto per le
belle parole però non hanno efficacia sulla realtà. Bel discorso che prevale sul suo contenuto e
inganna il pubblico orientando in modo scorretto la deliberazione politica. Cleone ha la tendenza
antintellettualistica, ostile alla paideia. È portavoce di una democrazia radicale
Menone
Parte finale dove interviene Anito (posizione politica simile a quella di Cleone).
Menone→prima fase avanzata e riguarda il problema dell’insegnabilità della virtù. Gli interlocutori
sono Menone e Anito.
Aretè→ambito dell’eccellenza→realizzare nel miglior modo possibile la propria funzione.
Emerge che l’aretè è qualcosa di innato e appartiene agli aristocratici→eccellere nel governare la
vita politica→concezione che si trova in Pindaro per esempio. Poi c’è un’altra posizione diffusa
nella democrazia→esercizio nelle pratiche della vita politica permetta di sviluppare l’aretè
politica→legata all’abitudine, alla pratica, all’imitazione. Poi concezioni dei sofisti→ aretè si può
apprendere→ci sono delle tecniche di insegnamento.
Aretè= arte che forma l’uomo kalosagatos→i sofisti si proclamano maestri di questa arte
Anito sostiene che queste figure siano una rovina e una sciagura.
Paragone con Fibia→autore del Partenone, della statua di Atena sull’Acropoli→si è arricchito
molto
Per Anito ci dovrebbe essere un controllo da parte dello stato per espellere i sofisti o non farli
entrare→Anito è portaparola di un’ostilità molto forte che caratterizza società ateniese dopo l’età
periclea.
Cinegetico di Senofonte→parla della caccia con i cani→valore paideutico della caccia e ci si
scontra con l’ambito dei sofisti→parole molto dure nei confronti dei sofisti
Figura di Mnesifilo di Frearro→ svolse attività sofistica prima dei sofisti e ce ne parla Erodoto→
battaglia di Salamina→convinse Temistocle ad attaccare i persiani a Salamina.
La sophia è intesa come un tipo di sapere non speculativo ma di tipo politico.
13 ottobre
Accezione negativa del termine sofistes→tendenza antintellettuale→dopo morte di Pericle
emergono figure dei demagoghi.
Discorso di Cleone→natura ingannevole dei discorsi dei sofisti, i loro argomenti colpiscono a fondo
il pubblico che ama assistere alle loro performance oratorie ma anche sui discorsi politici e
giudiziari.
Menone→Anito pensa che i sofisti siano dei veri e propri corruttori
Arete: alcuni gli attribuivano un carattere naturale, altri invece la considerano come un qualcosa
che si raggiunge attraverso l’esercizio della pratica politica, poi invece per i sofisti l’arete è una
materia di insegnamento. Posizione di Socrate è vicina a quella dei sofisti→rapporto tra maestro e
alunno però arete non è da considerata come un bene da vendere.
Anito parla di sofisti prima di Protagora→esistono davvero o è Protagora il primo a sviluppare
questa attività? diciamo che molte caratteristiche dei sofisti esistono anche precedentemente: i
poeti, per esempio, svolgono una funzione importante nella città democratica ma anche nelle corti
in cui operano; sono itineranti e si fanno anche pagare (Istmica di Pindaro). Poi ci sono anche i
musicisti e poi figura del consigliere di Temistocle (Mnesifimo) che viene definito da Plutarco come
un sofista ante litteram→ pare non essere corrotto dalla retorica giudiziaria.
Rapporto tra sofisti e denaro→Platone insiste moltissimo su questo.
Anche prima dei sofisti si vendevano dei saperi→caso di Pindaro e anche di Simonide (testimonia
Aristotele) che si fece pagare per un elogio ad Atene. Anche i medici si facevano pagare.
Nella commedia appare la figura di sofista come interessato ai beni materiali, anche se non c’è
l’intensità di Platone.
Ippia Maggiore
Socrate e Ippia dialogano intorno al problema del bello e ha suscitato perplessità infatti molti lo
considerano come un dialogo spurio. Per Socrate i sofisti si concentrano sull’aspetto pubblico e
spesso erano uomini illustri e stimati per il loro valore intellettuale→usati dalle città come
ambasciatori→se ci sposta al di fuori dell’ambito ateniese figura come Gorgia, Ippia e Prodico
erano state scelte come ambasciatori.
Nel 427 la città di Lentini invia ad Atene Gorgia che pare aver fatto effetto sui cittadini→interesse
del sofista è di tipo politico che svolge interessi della propria città.
Anche Prodico (da Ceo) svolge questa funzione pubblica e poi insegna anche privatamente con
grossi guadagni.
Questi sofisti moderni sono contrapposti a quelli del passato, che non chiedevano denaro ed
evitavano un’esibizione della propria sapienza davanti a una massa indiscriminata.
Aristippo, uno dei primi allievi di Socrate, si faceva pagare. Anche Eschime si faceva pagare.
Aneddoto di Diogene Laerzio→ Aristippo accusato di prendere denaro e lui contesta dicendo che
Socrate riceve da illustri personaggi vino e grano→per Aristippo i suoi schiavi sono i più illustri
ateniesi→anche Socrate non era alieno a ricevere un compenso, solo che questo compenso era
moderato.
Frammento 59 di Arsitosene (allievo di Aristotele, fonte poco neutre)→Socrate avrebbe avuto
denaro e lo avrebbe investito e poi che si accontentava per vivere degli interessi di questo
investimento.
Disprezzo aristocratico nel comprare l’insegnamento della virtù politica→permetteva a tutti di
raggiungere le cariche nella politica, però coloro che si servono dei sofisti non sono coloro che
ambiscono a diventare i politici della città. Figura che diventa schiavo dei propri allievi, ha una
perdita di libertà. Ma era così preoccupato della libertà dei sofisti Platone? Platone ritiene che il
pagamento implichi l’impossibilità di una reale selezione del proprio discepolo. L’insegnamento
socratico-platonico è molto centrato sull’allievo e non funziona se l’allievo non ha delle
caratteristiche intellettuali ed etiche. Nel Teeteto Socrate dice che molti sono andati da lui ma non
erano persone giuste, così le ha mandate da Prodico.
Per uno studioso (?) il fatto di criticare qualcuno per la sua avidità è un topos dell’invettiva.
Quanto guadagnavano i sofisti?
Un gruppo di cifre molto alti→ 100 mine (Protagora e Gorgia e anche a Zenone di Elea=filosofo e
non sofista). Poi ci sono cifre più basse→Callia pagò 5 mine per l’educazione dei figli (Apologia di
Socrate). Poi Isocrate parla di sofisti che chiedevano 3 o 4 mine. C’è una serie di fonti dalle quali è
difficile capire.
Un artigiano specializzato nella costruzione dei templi guadagnava circa 4 mine.
Esistevano dei corsi di lunga durata, di breve durata oppure si pagava anche a lezione singola.
Rapporto dei sofisti con il logos
Retorica è il cuore dell’insegnamento della sofistica.
Prima i sofisti erano stati schiacciati sulla retorica, oggi si arriva a considerarli estranei alla
retorica→molti studiosi di matrice anglosassone e americana (Thomas Call e Edward Schiappa)
che formulano una tesi molto forte: la retorica nasce nel IV secolo e nel V secolo non esiste→
momento di fondazione della retorica si ha con il Gorgia di Platone→lui sarebbe il primo a usare il
nome retorikè. Fino al V secolo c’è stata una pratica dei discorsi però senza una
concettualizzazione teorica della retorica. In realtà questa posizione è debole.
Retorica ha un impianto teorico però è una disciplina anche di tipo pratico.
ARISTOTELE→ci offre due resoconti sulla retorica contraddittori:

• Diogene Laerzio cita un’opera perduta di Aristotele intitolata Il Sofista→il protos euretes
(inventore) sarebbe Empedocle→pensare non tanto all’Empedocle poeta ma all’uomo
politico→Agrigento quando cade la tirannide. La tradizione ci dice che Gorgia fu allievo di
Empedocle
• Opera perduta di Aristotele Sunagoghè tencon= raccolta delle arti→ lavoro preparatorio
alla Retorica→riassunto opere preparative alla retorica e le aveva
catalogate→composizione di manuali che hanno precetti di retorica avviene nel momento
della caduta delle tirannidi (476 a.C.)
Passo dell’antilogia relativa alla questione di Mitilene (3° libro delle storie di Tucidide)→figure di
Cleone e degli altri demagoghi che detengono il potere ad Atene. Natura ingannevole dei discorsi
dei sofisti che colpiscono a fondo il pubblico→discorsi epidittici e giudiziari. Cleone→sofistica
screditata per la scarsa attinenza dei discorsi dei sofisti. Poi si sottolinea il carattere spettacolare
della sofistica→simile agli spettacoli teatrali.
Figura di Anito (Platone)→vede i sofisti come dei veri e propri corruttori
Menone→tema della virtù→non è da considerarsi un bene in vendita→importante qualità
naturali del discente ed è importante il rapporto che ha con il maestro.
In un primo momento i sofisti sono visti come una forza positiva nell’età di Pericle. Poi dopo, le
nuove classi dirigenti sono estranee da quel tipo di intellettuali, quindi i sofisti vengono respinti.
Però c’è anche un progressivo radicalizzarsi delle posizioni dei sofisti→vanno verso posizioni filo-
tiranniche.
Ci sono sofisti prima di Protagora? O è lui il primo a sviluppare la sofistica? →ci sono molte
caratteristiche dei sofisti che si sviluppano anche nei poeti→ruolo politico ed educativo, sia nella
città democratica sia nelle corti in cui operano, e spesso si fanno pagare. Ci sono anche i teorici
della musica→ruolo di consiglieri o portaparola di uomini politici. E poi c’è la figura di Mnesifimo,
che Erodoto dice essere consigliere di Temistocle e Plutarco lo considera un sofista ante
litteram→pare non ancora essere corrotto dalla retorica giudiziaria.
Rapporto tra i sofisti e il denaro→ leitmotiv della polemica platonica→ Platone presenta sempre
un riferimento a questo aspetto. Anche prima dei sofisti si vendevano dei saperi→categoria dei
medici riceveva un compenso. Platone considera il fatto di farsi pagare come una delle nuove
caratteristiche dei sofisti →Ippia maggiore→testimonianza della figura del sofista Ippia e ci dà
informazioni sull’attività dei sofisti. Per Socrate i nuovi sofisti uniscono due aspetti: quello
pubblico→uomini illustri nella comunità cittadina ed erano stimati e le città li utilizzavano come
ambasciatori. Nelle occasioni pubbliche i sofisti si accaparrano degli allievi.
Platone insiste in maniera caricaturale sui sofisti che si valutano per le loro ricchezze.
Sette definizioni proposte dei sofisti→ quattro riguardano le posizioni economiche
Il sofista→ problema della concezione dell’essere legato a Parmenide. In questo dialogo il motore
della ricerca viene condotto dallo straniero di Elea→attraverso il metodo della diairesis→vengono
proposte delle definizioni del sofista→bisogna capire chi sono le figure che possono essere
confuse con il filosofo e con l’uomo politico.
Aristippo, uno dei primi allievi Socrate, si faceva pagare. Anche Eschime si faceva pagare.
Immagine della prostituta che si vende ai clienti→perdita di libertà e il maestro è come se
diventasse schiavo.
David Blenk→problema di metodo educativo→pagamento per Platone implica l’impossibilità di
una reale selezione.
14 ottobre
Schiappa→Gorgia di Platone→la retorica ha avuto il suo atto fondativo→parola retorikè compare
accompagnata dal participio del verbo kaleo=chiamare→problema di denominazione.
Aristotele è la fonte principale→ descrive forme diverse della retorica dal punto di vista storico.
Colloca l’origine della retorica in quanto produzione di manuali di retorica nel contesto della Sicilia
del primo terzo del V secolo, dopo la caduta delle tirannidi di Siracusa e di Agrigento→implicano
una ripresa dell’attività assembleare e giudiziaria→strumenti per rendere la loro oratoria più
persuasiva. Primi tecnigrafi→dottrina del plausibile e del verosimile.
Testimonianza di Diodoro Siculo→scrive una storia universale del I secolo a.C.→Biblioteca
storica→ambasceria di Gorgia in Atene (anche Platone faceva allusione a questo evento).
Colonizzazione greca della Sicilia ha due stirpi: i Dori e i Calcidesi. I sofisti erano personalità illustri
di cui la comunità si serviva per missioni diplomatiche. Gorgia viene presentato come un inventore
della retorica.
Isocolo= figura retorica→membri della frase strutturati nella stessa maniera.
Omoteleuto→figura retorica che si usa quando due o più parole terminano in maniera uguale o
simile.
Stile di Gorgia colpì molto il pubblico→ contraddizione delle tesi che la retorica viene a
compimento solo nel IV secolo.
Gorgia di Platone
Inizio del Gorgia→ casa di Callicle, allievo di Gorgia, noto solo da questo dialogo (forse è inventato
da Platone)→porta parola del punto di vista del diritto del più forte. Dialogo si sviluppa dopo che
Gorgia ha tenuto una sua conferenza→Socrate arriva in ritardo insieme a Cherefonte→non è
interessato a sentire l’esibizione di Gorgia ma vuole capire che cosa sia quest’arte dette retorica.
Polo, altro allievo di Gorgia, propone un elogio della retorica. Socrate si rende conto che Polo non
è capace a dare una risposta→si rivolge allora a Gorgia.
(Schiappa fa una forzatura)
Testo di Alcidamante, allievo di Gorgia→si conservano due discorsi: uno sui sofisti e uno su
Odisseo→compare il termine retorikè e non si sa se il Gorgia è stato scritto prima del testo di
Alcidamante (forse è stato scritto intorno al 390 a.C.)
Discorso di Gorgia su Palamede→discorso che avrebbe pronunciato in propria difesa
L’Odisseo di Alcidamante è il discorso di accusa di Odisseo verso Palamete→discorso di tipo
improvvisato.
Alcidamante→retorica improvvisata, discorso vivo che reagisce ai vari contesti. Ci sono persone
che mancano nella retorica perché producono solo dei testi, ma non sanno improvvisare→sono
alla stregua dei poeti.
Per la Luzzatto il termine retorikè ha un inventore→non fu Platone ma lo stesso Gorgia a
introdurre il termine→autori come Schiappa cercano come retorica quella che è per loro, ma la
retorica nel mondo antico non ha mai separato la teoria dalla prassi.
Call insiste sul fatto che la retorica delle origini consisteva nella riproduzione di discorsi esemplari
che gli allievi ripetevano a memoria→per esempio la difesa di Palamete, che si trattava di
tradimento, poteva essere usata per casi simili.
Passo di Aristotele delle Confutazioni Sofistiche (Sofisticoi elencoi)→ è alla fine dei Topici→opera
dedicata alla dialettica
Nelle confutazioni vengono passate in rassegna una serie di argomenti sofistici e mostra come
siano fallaci. Aristotele è stato il primo a studiare in modo sistematico la dialettica.
Aristotele si interessa dei prodotti forniti dalla tecnica→c’è un parallelismo con i discorsi eristici→
discorso simile alla dialettica il cui scopo però non è ricercare verità ma ottenere la vittoria nel
dialogo→figure di Eutidemo e di Teodoro.
Per Aristotele Gorgia non ha offerto un’elaborazione teorica ma ha offerto solo discorsi
paradigmatici che i suoi allievi hanno imparato a memoria.
Testo del Fedro di Platone→insiste sulla sottigliezza teorica dei sofisti (un pochino contro
Aristotele)→ i sofisti coniano anche dei neologismi per indicare alcuni aspetti della loro attività.
Il Fedro offre un proprio punto di vista sulla retorica→ retorica filosofica→ persuasione che si
ottiene adattando dei determinati tipi di discorsi a determinati tipi di anime. Buon discorso basato
sulle procedure della dialettica: analisi e sintesi. Possesso di una tecnica di argomentazione solida.
Idea del carattere sofisticato dei sofisti, non solo una pratica empirica che Aristotele attribuisce a
Gorgia.
20 ottobre
Questione dell’invenzione della retorica→testi di Aristotele→synagoghè tecnon→figure legate
alla ripresa dell’attività democratica dopo caduta delle tirannidi→Fisia e Corice→nozione di
plausibile e verosimile
Diodoro Siculo→ruolo di inventore della retorica a Gorgia (protos euretes)→ambasciata del 427
a.C. condotta da Gorgia ad Atene→ permise a Gorgia di incalzare gli ateniesi grazie alla sua
raffinatezza stilistica→si conquistò una serie di allievi.
Vero atto fondativo della disciplina di troverebbe nel Gorgia di Platone→però in realtà non c’è
nulla che ci faccia pensare ad una nuova coniazione. Poi c’è un testo, forse più antico del
Gorgia→l’orazione sui sofisti di Alcidamante→retorica=attività che concerne l’arte del discorso.
La parola retorica non c’è prima del Gorgia, perché è una coniazione del V secolo→forse Gorgia fu
il primo a introdurre questa parola.
Retorica conteneva precetti teorici? →Confutazioni Sofistiche di Aristotele→pedagogiia di Gorgia
consisteva nel fornire dei modelli di discorso da imparare a memoria e poi da riusare in base alle
diverse circostanze. Però in questi testi c’erano anche elementi di riflessione. Una riflessione di
natura teorica è attestata→Encomio di Elena e anche un passo di Platone che testimonia che la
retorica del V secolo avesse una connotazione riflessiva→termini e neologismi→testimoniano una
forte volontà di riflettere→il linguaggio corrente sembra essere insufficiente e quindi c’è una
necessità di introdurre nuovi termini.
Platone teorizza una buona retorica→adattare il discorso a diversi tipi di anima→psycagoghia.
L’argomentazione deve essere basata sulle regole della dialettica→buona retorica si identifica con
la filosofia. Retorica non dialettica→nozioni non scientifiche ma preliminari. Anche Aristotele
considera aspetti estranei, non tecnici→per Aristotele l’arte della retorica consiste nell’arte
dell’argomentazione→produzione di sillogismi.
Confutazioni sofistiche- Fedro
Secondo Socrate uno dei caratteri principali dei primi retori era quello di suddividere il discorso
retorico in una serie di parti→si comincia dal proemio.
Teodoro di Bisanzio→specializzato nell’ambito della retorica→non c’è in Diels e Kranz. Anche
Aristotele testimonia nella retorica che Teodoro sarebbe stato autore di un manuale di retorica.
C’è un esordio, poi c’è una narrazione dei fatti, poi ci sono le testimonianze, poi gli elementi in
prosa che permettono di offrire la dimostrazione della verità della tesi sostenuta→Teodoro fa una
gerarchia di questi elementi.
Si ricorda anche la figura di Eveno di Paro→figura che non è inclusa in Diels e Kranz-->la sua
produzione è poetica→Platone lo menziona tre volte connotandolo come sofista (Apologia,
Fedone→Socrate si sarebbe messo a comporre poesie e i suoi compagni gli portano un messaggio
da parte di Eveno che era interessato alla poesia, e infine c’è nel Fedro)→elemento della
confutazione e tema della contraddizione.
Le riflessioni attribuite ad Eveno sono l’allusione e l’elogio indiretto (retorica epidittica) però
faceva uso di elogi e biasimi diretti.
Poi introdotte due figure del mondo siciliano: Tisia (per Aristotele fu l’inventore della retorica) e
Gorgia→importanza del verosimile che dovrebbe essere onorato più della verità (esempio
dell’uomo robusto che ha percosso quello più debole). Platone fa una critica a queste figure,
perché poco interessate alla verità. I sofisti usavano queste argomentazioni nei casi in cui c’è
l’evidenza della verità, quindi si usa la strategia dell’eikos=plausibile. Anche gli storici usano il
criterio di plausibilità, per esempio, sulla base delle analogie di situazioni che possono essere
verificabili. Usato anche nell’ambito della medicina.
Retorica→sviluppare punti di vista diversi→per esempio far sembrare grandi le cose che sono
piccole e viceversa.
Importante anche l’elemento della durata opportuna del discorso→Prodico→discorso ben
misurato (anche Ippia la pensa così).
Figura di Polo, allievo di Gorgia→importanti riflessioni sull’esperienza ma qui è ricordato per la
ripetizione delle parole, l’uso di un linguaggio sentenzioso. Attenzione alla ricerca lessicale e
attenzione all’aspetto fonico dei discorsi.
Figura di Licinio→figura oscura→poeta e sofista che si interessò ad una ricerca di parole che
avessero una certa dolcezza fonica→ come Eveno è ricordato sia come sofista sia come poeta.
Euepeia= bello stile→ bella parola, bel verso →riferimento a Polo→Fedro pensa che anche le
ricerche di Protagora siano così, ma Socrate precisa che non è proprio cos’ e ci parla di
ortoepeia=correttezza di tipo sintattico e grammaticale.
Ricordata la figura di Trasimaco→è uno dei protagonisti della Repubblica e sostiene il diritto del
più forte→i Platone coglie in Trasimaco il rappresentante della dottrina retorica degli
affetti→suscita le passioni del pubblico→opera sui discorsi pietosi, capaci di suscitare la pietà.
Volge gli spettatori verso l’ira e poi li placa con la forza magica del discorso, come una sorta di
incantesimo.
Struttura ad anello→ l’ultima parte del discorso→alcuni la chiamano ricatolapicazione.
Fedro
In questo passo, quindi, c’è una descrizione dei principali sofisti del V secolo. Ogni figura è
accostata a delle parole chiave del suo insegnamento e che ricorrono in questo testo per la prima
volta. Platone, anche se non è amante dei tecnicismi, in questo passo ne usa. Emerge una teoria
della retorica molto sviluppata, non è solo una retorica che fa imparare dei discorsi a memoria. Ci
sono vari ambiti in cui questa riflessione si svolgeva→analisi della struttura dei discorsi secondo
delle partizioni→come sviluppare il discorso. Poi c’è la presenza di tecniche argomentative, per
esempio, Eveno usa forme indirette (lode e biasimo). Poi c’è un interesse verso lo statuto
epistemologico dei discorsi, ovvero il rapporto che c’è con la verità. Poi interesse nel presentare
una stessa realtà secondo prospettive diverse. Poi c’è il problema della durata dei discorsi. Poi c’è
una riflessione sullo stile, con problemi inerenti anche all’aspetto lessicale del discorso. Infine,
un’attenzione relativa alla capacità che il discorso ha di muovere le passioni→dottrina degli affetti.
Ampia riflessione che anticipa i successivi sviluppi dell’arte retorica, anche se il problema
dell’argomentazione assume un peso di particolare rilevanza, soprattutto dopo il contributo di
Aristotele. Nella testimonianza di Platone c’è anche aspetto teorico che assume rilevanza.
Retorica di basa su un insegnamento di tipo retorico e mnemonico però ci sono anche caratteri
della tecnica del discorso. C’erano anche manuali che insegnavano anche tecniche per poter
esprimersi al meglio nei diversi contesti pubblici.
I commentatori anglosassoni vogliono ridimensionare il contributo della retorica del V secolo.
Nel V secolo le figure dei sofisti che si occupavano di retorica non erano specializzate solo in
questo ambito, ma praticavano per esempio anche la poesia. Non c’è ancora grande
specializzazione.
RETORICA EPIDITTICA→genere maggiormente praticato dai sofisti. Nei dialoghi di Platone si parla
di epideixis=conferenza, discorsi che permettevano di mostrare la loro capacità oratoria, non c’è
legame con l’ambito deliberativo e nemmeno a quello giudiziario.
Verbo epidecumi= fare mostra del proprio talento→mostrare agli altri quanto si è bravo. È una
sorta di conferenza che può essere improvvisata oppure la lettura di un testo che va presentata ad
un pubblico determinato. Non è limitata ai sofisti ma ci sono anche dei testi medici→Il trattato sui
venti e il Trattato sull’arte del Corpus Ippocratico.
Platone fa riferimento ad una tecnica epidittica che sarebbe un’arte che confina con la sofistica.
Nel Protagora c’è l’epideixis=conferenza del sofista→ discorsi sulla trasmissibilitià della virtù
politica. Il Gorgia invece inizia con l’epideixis di Gorgia che è appena finita. Nell’Ippia Maggiore si
annuncia che qualche giorno dopo Ippia terrà la sua epidexis che avrà luogo in una scuola. L’Ippia
Minore inizia invece non appena questa epideixis a cui Socrate ha assistito, ma non ha potuto fare
domande e gliele porrà dopo, in un discorso privato.
Isocrate (IV secolo)→pratica la retorica epidittica→propone una distinzione: discorsi in vista degli
agoni=dibattiti e discorsi in vista dell’epideixis→scopo di mostrare il talento dell’oratore. I suoi
discorsi politici non devono essere confusi con le epideixis. Questa forma era molto criticata ma
era anche molto praticata.
Aristotele nella Retorica offre una classificazione sistematica dei diversi generi della retorica.
3 generi:
1. Deliberativo→ha come destinatario i membri dell’assemblea
2. Giudiziario →destinatari sono i giudici
3. Epidittico →destinatario è uno spettatore, un pubblico.
26 ottobre
Fedro→Platone ci offre un’importante testimonianza della presenza di una forte riflessione
retorica sul logos, che si traduce in una serie di precetti→c’è anche la creazione di particolari
neologismi. Va contro l’ipotesi degli studiosi anglosassoni che riducono la retorica a pratica
empirica→il Fedro invece mostra una riflessione teorica sviluppata. C’erano dei manuali e anche
dei discorsi paradigmatici→avevano una funzione di tipo didattico. Per Platone la retorica era
molto tecnicizzata.
I sofisti appartengono alla storia della retorica
EPIDEIXIS→verbo epidecmai= fare mostra del proprio talento→non ha un fine pratico, si oppone
ai discorsi politici e giudiziari.
Isocrate→discorsi in vista degli agoni→l’unico scopo è quello di mostrare la bravura
dell’autore→Isocrate pratica questo genere di discorsi però lui pensa che i suoi discorsi siano utili
(non come i discorsi epidittici che non hanno utilità).
L’epideixis è un genere a sé nella Retorica.
Nel primo libro c’è una distinzione tra i generi della retorica→tassonomia
1. DELIBERATIVO→consigliare o sconsigliare di fare qualcosa, ha come tempo il tempo futuro,
il destinatario è il membro dell’assemblea e ha come fine l’utilità per la città
2. GIUDIZIARIO→ aspetto principale dell’accusa e della difesa, il tempo è quello passato, il
destinatario è il giudice e il fine è il giusto e l’ingiusto.
3. EPIDITTICO→aspetto di fare l’elogio oppure di biasimare (ricaduta etica molto importante),
il tempo è presente però possono anche riferirsi al passato, il destinatario è uno
spettatore, il fine è il bello e il brutto. È una categoria molto ampia, però anche stretta per
tutte le tipologie di epideixis. Declamazioni individuali che lasciavano spazio al virtuosismo
dell’oratore. Una delle occasioni tipiche per lo sviluppo di questo discorso era quello delle
assemblee tra greci provenienti da diverse città→si tenevano, per esempio, per le festività,
come i giochi olimpici.
Genere panegirico→categoria più tarda rispetto ai sofisti→ Epitaffios logos→discorso tenuto per
celebrare i caduti nella guerra→abbiamo 6 testimonianze→ discorso introdotto ad Atene dopo le
guerre persiane e sappiamo che dopo la guerra del Peloponneso si incaricava un cittadino illustre
per fare questo discorso→ celebrare e consolare i famigliari del caduto in guerra.
Tucidide ne attribuisce uno a Pericle→celebra, oltre all’eroismo dei caduti, la grandezza di Atene e
la sua capacità di prendersi cura degli orfani e delle vedove dei suoi caduti.
Discorsi caratterizzati da una forte convenzionalità e hanno, più o meno tutti, la stessa scansione:
lode dei defunti, lamento per la loro prematura scomparsa e la consolazione. Poi c’è ampio spazio
per la celebrazione della storia greca.
Frammento dell’epitaffio di Gorgia→riguarda la lode dei defunti→stile gorgiano, con antitesi. Però
è strano che sia stato composto da Gorgia, perché è uno straniero. È possibile che Gorgia abbia
prodotto questo discorso o per qualcuno o come modello. Gorgia sembra mantenere una
coerenza politica con altri discorsi→insiste molto con le vittorie contro i persiani e tace invece
sulle vittorie che gli ateniesi avevano avuto con altri greci.
Un altro discorso è attribuito a Lisia, ed è quello più standard→forte difesa della democrazia
Poi c’è il Manesseno di Platone→Socrate immagina un logos epitaffios da pronunciare davanti alla
comunità cittadina→caratterizzato da molti anacronismi e forzature storiche→molti interpretano
il dialogo come una satira di questo tipo di discorso. Però si può anche considerare il Manesseno
come una forma di retorica corretta da praticare nella polis ideale e le forzature storiche vanno
verso il carattere ideale della città
Un logos è attribuito a Demostene
Poi c’è quello di Peride (IV secolo inoltrato)→indipendenza dalla standardizzazione e c’è una
ricostruzione puntuale dei fatti storici.
DISCORSO A TEMA MITOLOGICO→personaggi del mito diventano oggetto delle epideixis. Molti
discorsi in cui i personaggi del mito parlano in prima persona→ Gorgia con l’encomio di Elena=
difesa di aver lasciato Menelao, poi c’è l’apologia di Palamede→prende la parola nel quadro de
processo con Odisseo.
Poi c’è il discorso di Odisseo, composto dall’allievo di Gorgia→Alcidamante
Due discorsi di Antistene (allievo di Scorate)→Aiassene o Odisseo fecero discorsi per l’occasione
dell’eredità delle armi di Achille.
C’è un genere pseudo giudiziario (letteratura pseudodicanica) che sfrutta episodi celebri, sia mitici
sia di storia contemporanea.
Letteratura pseudodicanica→Tetralogie di Antifonte→non ci sono dei casi famosi ma tre esempi
fittizi di casi per i quali vengono forniti 4 discorsi: di accusa, di difesa, la replica dell’accusatore e la
replica del difensore→esempio di esposizione e di stile che avevano anche utilità per il punto di
vista pedagogico. Ci sono anche questioni di rilevanza filosofica più ampia, come il tema della
responsabilità.
C’è la pratica anche molto diffusa di encomi (personaggi del mito)→Elena sia da parte di Gorgia
che di Isocrate. Però c’è anche l’encomio di personaggi molto discutibili→re egiziano Busiride
encomiato da Isocrate.
Molti sofisti fanno anche elogi ad oggetti (elogio del sale, ne parla Platone), poi ci fu anche l’elogio
della morte di Alcidamante.
Discorsi venivano letti→nelle scuole dei sofisti o in contesti privati, ma anche pubblici.
Si dice che Pericle sia stato il primo a scrivere di discorsi per poi pronunciarli→recitazione della
lettura in un contesto pubblico, però c’era anche una diffusione scritta, da prima in contesti di
natura privata (Fedro e discorso di Lisia).
Platone, Isocrate e Alcidamante→offrono una critica nei confronti della pratica del discorso
scritto.
Alcidamante nel Discorso sui sofisti, critica l’uso del discorso scritto per l’apprendimento dell’arte
oratoria→ con il discorso scritto tutti, più o meno, hanno un buon risultato. Però è qualcosa di
fisso che non è capace di reagire agli stimoli del contesto e dell’occasione. Il discorso orale invece
è quello che sa aderire alle occasioni. Alcidamante però scrive dei discorsi perché in contesti in cui
c’è un pubblico vasto, può essere utile avere discorsi scritti da proporre in queste occasioni.
Anche Isocrate è critico verso il discorso scritto perché teme la possibilità del fraintendimento→è
necessaria la presenza dell’autore, che ha la capacità di correggere e di adattarsi.
Platone→ mito di Theut→ l’accumulo di nozioni scritte non corrisponde a un reale progresso della
conoscenza ma in realtà non si ha un sapere reale. Il discorso scritto poi è caratterizzato da una
fissità che non gli permette di rispondere alle domande degli interlocutori per l’assenza
dell’autore→può cadere nelle mani sbagliate e non essere compreso.
Per l’epoca dei sofisti la scrittura pare un aspetto importante della cultura.
Ateniese medio legge e scrive nella misura in cui partecipa alla vita politica→lettura ad alta voce,
però dal VI secolo venivano lette anche a bassa voce.
Testimonianze di letture pubbliche di Erodoto, di Protagora, di Zenone, poi Fedone→Socrate sentì
leggere da qualcuno il libro di Anassagora.
Libro da un lato è uno strumento di trasmissione e di propaganda e poi strumento per lasciare
traccia dell’insegnamento dei sofisti.
27 ottobre
Epideixis nel mito di Prometeo del Protagora.
Aristotele dalla parola epideixis conia il termine epidittico→genere dell’oratoria. Include in questa
categoria tutta la retorica che non ha un fine pratico evidente.
L’epideixis dei sofisti si poteva realizzare anche in ambiti privati, ha forme e destinatari molto vari.
Rapporto tra l’epidittica e la scrittura→in alcuni casi l’epideixis poteva essere già scritta e
presentata dal sofista ad un pubblico. Questo scritto però poteva conoscere anche una vita aldilà
del contesto con cui veniva letto.
Esistevano anche orazioni composte per un cliente→logografia (non c’è l’avvocato, ma l’imputato
parla davanti all’assemblea).
C’erano anche manuali tecnici.
Reazioni alla forma scritta→Platone, Isocrate e Alcidamante→colgono come limite il carattere
fisso della scrittura che non è in grado di interagire con i diversi contesti e con i diversi destinatari.
C’è una superiorità del discorso orale però in realtà praticano il discorso scritto.
Almeno fino al V secolo l’oralità ha un ruolo fondamentale.
I SOFISTI
Si segue l’ordine di Diels e Kranz
PROTAGORA→Diogene Laerzio fa riferimento a due scritti, di uno di questi viene riportato
l’incipit. Verità→principio dell’uomo misura→antropocentrismo, sostanziale umanesimo che fa
dell’umo il centro della speculazione di Protagora →Platone nel Teeteto analizza questo principio.
L’altra opera è il Trattato sugli dèi→ punto di vista agnostico→non c’è possibilità reale di
comprendere se gli dèi esistono o meno→per colpa di questo esordio fu espulso dagli ateniesi e
vennero bruciati i suoi libri.
Protagora viene cacciato da Atene e fa naufragio→muore. Il suo libro era stato pubblicato e
letto→in una casa privata. Euripide ha la fama di ateo, quindi quale uomo migliore per la lettura
del Trattato sugli dèi.
Diogene Laerzio→il trattato era stato letto da un allievo di Protagora; quindi, non era lui in prima
persona a leggerlo→comparazione con Fedone→Socrate viene a conoscenza con lo scritto di
Anassagora perché aveva sentito qualcuno che ne faceva una pubblica lettura.
Protagora venne accusato da Pitodoro→figura che ha un ruolo importante nel colpo di stato del
411 a.C.
C’è una tradizione aneddotica che racconta il processo di Protagora e di Evaclo→ (Apuleio, Gelio,
Diogene Laerzio). Evaclo era discepolo di Protagora e si erano messi d’accordo sul
pagamento→Evaclo però per non pagare non faceva nessun processo così Protagora fece un
processo contro Evaclo→ in ogni caso Evaclo dovrà dargli i soldi: se perde deve pagare, se vince lui
dovrà pagare lo stesso perché gli accordi erano che se avesse vinto al processo avrebbe dovuto
pagare il maestro per gli insegnamenti a lui fatti. Ma Evaclo: “se vinco io non ti pago perché ho
vinto, se vinci tu non ti pago perché la condizione dell’accordo non è ancora stata evasa”. Alla fine,
nessuno dei due vinse.
Poi aneddoto che Protagora morì mentre faceva naufragio→ateo punito dagli dèi.
Opera Aletheia→principio che Platone commentò nel Teeteto→Protagora fu il primo relativista.
Protagora in questa opera sviluppa riflessioni di natura letteraria. Aletheia aveva un tipo
alternativo: Discorsi che rivalutano→Discorsi demolitori
Diogene Laerzio→ci offre dei cataloghi di opere
Tecne eristikon→arte eristica, però è anche un manuale che contiene precetti relativi ad un’arte.
Opera che circolava sotto il nome di Protagora. Opera con magari una serie di esempi di
discussioni con cui, attraverso un uso disinvolto della logica, si poteva prevalere sulle discussioni.
Platone→insiste sul fatto gli scritti di Protagora erano diffusi. Pare che Protagora avesse sviluppato
una sorta di critica nei confronti delle attività professionali→sembra che avrebbe voluto confutare
gli studiosi di geometria perché nella realtà non si trovano delle figure che rappresentano i
postulati.
Perì Politeias→tratto sulla costituzione→il più antico trattato di storia costituzionale→incarico di
redigere la nuova costituzione della costituzione di Turi, colonia della Magna Grecia→il suo scritto
poteva contenere i presupposti teorici di questa legislazione.
Poi un altro trattato sull’ambizione
Opera sull’inizio del discorso→problemi retorici
28 ottobre
Grandi assemblee che riuniscono i cittadini provenienti dalle poleis che prevedevano uno spazio
per orazioni epidittiche poi c’erano occasioni pubbliche ateniesi→logoi epitaffios→celebrare i
caduti in guerra (ampio frammento di Gorgia→ha davvero pronunciato questo discorso? Perché
non era un cittadino ateniese).
C’è anche una dimensione privata delle epideixis→case di ricchi ateniesi oppure nei ginnasi
Rapporto tra performance orale e la scrittura→testi già scritti e letti, e questi testi poi erano
diffusi→usati dai sofisti ma poi anche copiati.
Rapporto tra oralità e scrittura→ 9-8 secolo →alfabeto fenicio.
V secolo→fenomeno della diffusione dell’alfabetizzazione e del libro però c’è ancora una forte
componente dell’oralità.
Testi dei sofisti→fini pratici ma anche con diverse finalità.
Polemica sui testi in funzione lucrativa (IV secolo).
Testi dei sofisti avevano delle ambizioni ampie.
Protagora→le fonti insistono sul rapporto con la scrittura→in seguito allo scandalo sulla lettura
dell’opera sugli dèi→testo che mette in dubbio la fede sull’esistenza degli dèi→forse rogo dei libri
di Protagora. Si tratta di una tradizione che forse è una creazione di fine IV secolo che non ha una
sua verità storica. Questo materiale però ci fa mettere in evidenza la lettura pubblica del trattato,
forse a casa di Euripide o forse a casa di qualche illustre ateniese. Forse sarebbe stato un allievo di
Protagora a leggere lo scritto (il sofista poteva incaricare qualcun altro della lettura di un
testo→vedi Fedone). Idea che si debbano raccogliere scritti per poi distruggerli da l’idea di una
diffusione dei testi sofistici.
Opera citata da Diogene Laerzio→Aletheia e l’opera dei Discorsi Distruttori→principio dell’uomo
come misura di tutte le cose→Platone fa una critica nel Teeteto.
Catalogo delle opere di Protagora presente in Diogene Laerzio→presenza di
cataloghi=pinaches→importante per la filologia→impresa di Callimaco che aveva realizzato per la
biblioteca di Alessandria→Callimaco si occupò dei sofisti, in particolare di Prodico. Manca però sia
Aletheia sia il Peri Theon

• Tecne erisitkon→manuale sull’arte eristica


• Trattato sulla lotta→testimonianza nel Sofista di Platone→uso della parola lotta è
metaforico→lotta come contesa verbale→argomenti sviluppati contro i professionisti, gli
artigiani, i depositari di un sapere tecnico→Protagora voleva mostrare la falsità dei
presupposti su cui si basavano queste attività tecnica→critica contro geometrica
• Logon sulle scienze, sulla matematica→opera forse di carattere pedagogico
• Perì politeias→sullo stato, sulla costituzione→notizia secondo la quale Protagora sarebbe
stato legislatore di Turi
• Trattato sull’ambizione
• Trattato sulle virtù→ il plurale ci fa pensare che Protagora considera le virtù come separate
e non come una singola
• Sulla situazione originaria
• Opera sulle cose dell’Ade→ atteggiamento di scetticismo
• Sulle azioni non compiute non correttamente dagli uomini→ortos→parola chiave perché
Protagora si occupò di correttezza del linguaggio
• Antilogie→discorsi contrapposti su determinati temi
• Dissoi logoi→discorsi pubblici sviluppati intorno a concetti etici. Unterstainer ricerca in un
passo del Sofista una traccia dei temi presenti a queste antilogie→problema degli dèi,
problema dell’essere e del divenire, problema delle leggi e dello stato e infine problema
delle tecne
Titoli non presenti nel catalogo sono un Trattato sull’Essere. nel terzo secolo circolavano delle
opere di Protagora.
Tema pedagogico e poi in un catalogo di opere di Plutarco→sui primi elementi di Protagora
però magari era un’opera su Protagora.
C’è un frammento in cui Protagora ci parla del compendio di Pericle dopo la morte dei figli
GORGIA
Sono conservate due orazioni→epidittiche e pseudogiudiziarie
Palamede→discorso di difesa per l’accusa da parte dei greci di tradimento→struttura di
un’orazione giudiziaria. La tradizione che Palamede è questa→Odisseo fece una lettera su
accusa e fece nascondere dell’oro sotto la tenda di Palamede. Però l’argomentazione di
Palamede è logica. Ruolo di benefattore dei greci perché Palamede è un inventore→tecniche
militari, scrittura, ecc. →Odisseo è ostile e poi Palamede smaschera Odisseo quando lui si era
finto pazzo per non partecipare alla guerra
Encomio di Elena→difesa dalle accuse sollevate dalla tradizione di essere la causa della guerra
di Troia→ ci sono 4 possibili cause (criterio di plausibilità):
1. Elena partita per causa divina
2. Per violenza
3. Persuasa dal logos→violenza di colui che parla
4. Amore descritto come forza che soggioga gli animi
Riflessione sul logos è inserita all’interno del discorso. Gorgia è riuscito a difendere Elena ma
questo discorso è anche per lui è un gioco→la critica si è interessata alla serietà di queste
opere→riferimento al gioco come indizio del carattere non serio di questa opera, estendendolo ad
altre opere gorgiane.
Opera nota con il titolo Sul non essere o sulla natura→non abbiamo il testo ma ci sono due
riassunti: uno si trova in un’opera che è confluita nel corpus delle opere di Aristotele→Trattato sul
Melisso, Senofane e Gorgia di un anonimo. L’altro riassunto è contenuto in un’opera di Sesto
empirico (medico di età imperiale e scrive gli Schizzi pirroniani e l’Adversus matematicus)→nel 7
libro degli Schizzi Pirroniani ci offre un riassunto dello scritto gorgiano.
Gorgia sostiene 3 tesi:
1. Nulla è
2. Se anche ci fosse, non sarebbe conoscibile
3. Se anche fosse conoscibile non sarebbe comunicabile agli atri
Esiste uno iato tra discorso e realtà→se non significa nulla il discorso può solo agire e costringere
l’animo di colui che è persuaso
Un’altra opera ha un contenuto di rilevanza filosofica→confutazione degli assunti di Parmenide
Poi ci sono testimonianze del genere epidittico→testimonianza di un epitaffio che risale a Dionigi
di Alicarnasso→lode dei caduti
Gorgia compose un manuale? Nel Fedro si parla di una tecne di Gorgia però con la maschera di
Nestore.
Elogio della lira→ci fa pensare ad una retorica improvvista da parte di Ippofrome→elogi di oggetti
anche di uso comune.
Prodico →c’è un numero di frammenti che ci fanno fare un’idea più chiara. Non si sa se abbia
sviluppato dei contenuti tecnici. Per Cicerone si sarebbe occupato della dottrina del suscitare
emozioni nel proprio pubblico. Elaborò una dottrina relativa alla giusta misura del discorso (così
come Ippia che si opponeva a Gorgia). Abbiamo un’opera Le Stagioni→conteneva un
apologo→Eracle avrebbe incontrato ad un bivio due donne: la virtù e il vizio→Eracle scelse la
virtù. Testo che si ha ma non in forma diretta→Senofonte lo cita, forse anche rielaborando il
materiale.
Tema dell’origine della religione→gli dèi sarebbero una divinizzazione di prodotti naturali e
invenzioni benefiche→Demetra e Dionisio sarebbero state la divinizzazione dell’agricoltura e del
vino, Efesto→divinizzazione del fuoco.
Dialogo pseudo platonico→mali della vita dell’uomo, ogni età è descritta con diversi mali→forse
questa riflessione era contenuta nelle Stagioni.
De natura rerum scritto da Prodico e testimoniato da Cicerone.
2 novembre
Protagora e problemi relativi alla tradizione biografica. C’era uno stretto rapporto con l’uso del
libro, presenza in Diogene Laerzio di un pinax=catalogo.
Opere non contenute nel pinax→per esempio La verità, di cui Platone ci parla nel Teeteto
GORGIA→Encomio di Elena e apologia di Palamete, poi il trattato Sul non essere→ne abbiamo due
riassunti. Problema del Gorgia epidittico e poi problema della tecne→c’è un manuale di gorgia?
Licofrone→encomio della lira→da strumento musicale a costellazione
Prodico→ produzione su retorica tramite Cicerone→dottrina della mozione degli affetti.
Poi c’è l’apologo di Eracle→forse contenuta nell’opera intitolata Le Stagioni (forse aveva un
riferimento all’agricoltura, sulla scia di Esiodo→forse in Prodico c’era anche problema di
meteorologia). C’è un problema relativo anche all’origine delle religioni→dei sono creazioni
umane a partire da scoperte che gli uomini hanno fatto.
Scritto di Prodico→Sulla natura dell’uomo→teoria dei fluidi corporei→interesse scientifico e in più
attenzione a problemi di natura lessicale e semantica→dottrina della correttezza dei nomi. Si era
interessato a questioni grammaticali in due lezioni evocate da Platone nel Cratilo→Socrate si
interessò al problema della correttezza dei nomi perché aveva potuto assistere solo ad una lezione
di Prodico (1 dracma) ma non al corso completo (50 dracme).
Trasimaco
Protagonista nel primo libro della Repubblica. Per alcuni interpreti potrebbe essere un dialogo
autonomo, intitolato proprio Trasimaco.
Dionigi di Alicarnasso fa un inventario di generi frequentati da Trasimaco. C’erano degli scritti
tecnici→si occupa di discorsi epidittici ma non giudiziari.
Testimonianza dell’età bizantina→Suda→ opera enciclopedica→testimonia uno scritto di natura
tecnica→Dei divertimenti→orazioni epidittiche forse
Altre fonti parlano di una grande tecne, quindi di un grande manuale.
Discorso per gli arisei→abitanti di Arissa→miti greci contro gli stranieri→concordia dei greci
dovrebbe rivolgersi contro i macedoni.
Proemi→possibili testi da usare all’inizio dell’orazione→Trasimaco usa questi proemi di natura
aneddotica
Ippia
Sofista di Elide→figura di straordinaria erudizione, con molte competenze
enciclopediche→Platone ne fa anche una sorta di caricatura.
Dialogo troiano→maschere→Personaggio di Nestore (nell’Iliade è il consigliere, il prudente
nell’assemblea)→in questo dialogo ha il ruolo di educatore, perché dopo la presa di Troia avrebbe
illustrato al figlio di Achille quali occupazioni doveva praticare per essere un uomo di valore.
Secondo Platone Ippia lesse questo dialogo sia ad Atene che a Sparta.
Discorsi di Ippia che venivano scelti dal pubblico sulla base di una lista: c’erano argomenti relativi
agli astri e ai fenomeni celesti, problemi di geometria, tematiche sul valore delle lettere e delle
sillabe, dei ritmi e delle armonie.
Nell’Ippia Maggiore si dice che questi temi non interessavano agli spartani ma erano più
interessati alle genealogie degli eroi e alla fondazione delle città→Platone→logoi sulla storia
antica.
Forse c’è anche un’opera sul nome dei popoli→etnografia. Poi ci fu un’opera relativa al registro
dei nomi dei vincitori dei giochi olimpici.
Sembra che abbia anche composto poesie e anche la composizione di un’elegia→composta in
seguito ad un naufragio di un coro di fanciulle→i genitori fecero scolpire delle statue bronzee ad
Olimpia.
Opera intitolata Sinagoghe=raccolta→ in questa opera parlò di Targelia, donna bellissima che
ebbe 14 mariti→lodata per le sue qualità intellettuali. C’è un contenuto aneddotico. Per alcuni
critici quest’opera segna l’inizio della dossografia→raccolta delle opinioni di uomini illustri
secondo diversi tematiche. Aristotele la pratica.
Alcuni sostengo che Ippia aveva messo in pratica una mnemotecnica per poter avere conoscenze
così vaste.
Antifonte
Problema dell’esistenza di più di un Antifonte.
Ermogene affronta la questione di Antifonte→due sarebbero stati gli Antifonte: uno un retore di
un demo dell’Attica che avrebbe scritto orazioni giudiziarie ed un altro invece sarebbe stato un
indovino e interprete dei sogni e autore di un trattato sulla verità, di un trattato sulla concordia e
di un trattato sulla politica. però lo stesso Ermogene ha dei dubbi→ il trattato sulla verità diverge
da tutti gli altri scritti. Lo stile del trattato sulla verità è molto simile allo stile di Tucidide, che era
allievo di Antifonte.
Antifonte era uno degli ideatori del colpo di stato del 411 a.C. →Tucidide ne fa un elogio molto
marcato. Antifonte per il colpo di stato sarà condannato a morte.
Figura anarchica→mette in dubbio la legge→è qualcosa di contrapposto e nemico della vera
natura dell’uomo
Si sa anche che curava con i propri discorsi le afflizioni delle persone che soffrivano.
Trattato sulla verità→Perì aletheia→ci fa pensare a Protagora→molte testimonianze→ grande
varietà di argomenti→problema della natura del pensiero e dei sensi e del rapporto tra verità e
sensi→problemi epistemologici e gnoseologici. Nel secondo libro viene affrontato il problema del
tempo, la struttura del mondo, i copri celesti e persino la natura umana.
Sviluppo dell’antitesi tra nomos e physis→ legge contro la natura→ legge degli uomini può essere
trasgredita mentre se si trasgredisce la legge della natura si soffre in ogni caso→le leggi
incatenano la natura dell’uomo, diminuiscono il piacere e un aumento della sofferenza.
3 novembre
Prodico→questione delle questioni linguistiche
Ippia→figura di erudito, varie tipologie di scritti→sia opere in prosa sia poetiche→praticò anche il
dialogo→ importanza dell’opera erudita come il catalogo dei nomi dei vincitori dei giochi di
Olimpia→tecniche di memorizzazione
Antifonte→due figure→una a cui si attribuiscono due orazioni giudiziarie. Poi c’è Antifonte sofista
e si pensa che Tucidide fosse stato suo allievo→attività di interpretazione dei sogni→scritto
relativo a questo tipo di problema.
Aletheia→argomenti di contenuto filosofico, problemi epistemologici ma anche problemi di fisica
e di cosmologia fino ad arrivare all’anatomia. Importanza di neologismi. Prospettiva edonistica→
contrarietà al nomos. Poi non c’è distinzione tra greci e barbari perché la natura è uguale per tutti
gli uomini. La parola nomos indica sia la legge che la convenzione. Antifonte quindi contesta
l’utilità del nomos nel nome di quelle che sono le esigenze più vere dell’essere umano→rapporto
con la sua vera natura. Antifonte descritto come un anarchico.
Trattato sulla concordia→concordia tra i greci→non trattata in una prospettiva politica
panellenica.
Tema delle nozze e relazione con la sofferenza→tono molto pessimistico.
Scrisse anche un Politico→però ci sono pochi frammenti→ ci giunge tramite una tradizione
lessicografica
Tradizione dell’altro Antifonte→ANTIFONTE DI RANNUNTE→ci sono parecchi testi che ci sono
arrivati→era un logografo. Ci sono tre discorsi giudiziari: un discorso contro la matrigna→accusa
che il figlio del defunto porta contro il figlio della matrigna molti anni dopo l’omicidio perché
sostiene che la matrigna sia stata l’istigatrice del delitto, che era stato però compiuto dalla
concubina del padre che lo avvelena.
Poi c’è un’altra orazione sull’uccisione di Erode→discorso pronunciato da un certo Elo, che si
sarebbe imbarcato per un viaggio con Erode, che però ritorna da solo→i parenti di Erode accusano
Elo di aver ucciso Erode.
Poi c’è il caso giudiziario intitolato Sul coreuta→preparare dei giovani come cantanti del coro→ un
uomo offre la sua casa per istruire i giovani coreuti→uno di questi coreuti assume un farmaco
pensando di migliorare la voce; invece, muore e il corego viene accusato di averlo ucciso.
Poi ci sono le Tetralogie→discorsi che sono solo dei casi teorici e immaginari: discorso di accusa, di
difesa, replica dell’accusa e replica della difesa→Delitto di sangue→ un uomo assassinato all’uscita
di un banchetto→un amico dell’uomo accusa un altro di averlo ucciso→c’è la testimonianza anche
dello schiavo→tutto si basa sull’eikos=verosimiglianza. L’accusato risponde che in base a questa
verosimiglianza
Seconda tetralogia riguarda un ragazzo che per errore ha ucciso un altro ragazzo tirandogli il
giavellotto→delitto involontario però prevedeva una serie di pene che riguardano il diritto sacrale.
La difesa vorrebbe dimostrare che l’uccisore non è colui che ha lanciato il giavellotto→ è colui che
è andato contro il giavellotto e così avrebbe già pagato la sua pena con la morte→ problema della
responsabilità→anche Protagora affrontò il problema della responsabilità→ discusse con Pericle
su una questione simile.
Terza tetralogia→tema della responsabilità→uomo ubriaco ne aggredisce un altro che reagisce
violentemente e uccide l’aggressore.
Casi astratti che avevano una funzione anche didattica→proposti agli allievi per sviluppare le loro
capacità argomentative, potrebbero essere dei discorsi tecnici. Potevano anche mettere in
evidenza i caratteri aporetici della legge.
Crizia
Problematica è l’appartenenza di Crizia ai sofisti→oggi si tende a separarlo dai sofisti. Si pensa che
sia legato all’ambito socratico. Considerato dalla tradizione in modo negativo. Sono testimoniate
delle poesie esametriche ed elegiache. Tra le elegie (alternanza di esametri e pentametrici) ce n’è
una dedicata ad Alcibiade→ grande sperimentalismo poetico perché il nome Alcibiade non rientra
nello schema, e quindi muta lo schema metrico dell’elegia. Poi pare che abbia scritto delle
costituzioni esametriche in versi. Costituzione degli spartani. Poi c’è una produzione di
drammi→tragediografo→spesso la paternità delle sue tragedie è disputata→per due di queste
alcuni pensano che le abbia scritte Euripide (Pirito e Sisifo).
Ipotesi di alcuni moderni→in una vita di Euripide si dice che alcune tragedie siano sue, ma
considerate spurie e del Piritio viene attribuito a Crizia, si pensa che ci sia una tetralogia.
Tennes e Radamanto→molto debole ipotesi che li abbia scritti Crizia.
Nel Sisifo si ha un tema molto vicino a temi affrontati dai sofisti→tema dell’invenzione umana
della religione→gli dèi sarebbero stati inventati dagli uomini per garantire la convivenza tra gli
uomini.
Costituzioni→una degli ateniesi, una dei tessali e una degli spartani→politeia intesa da Crizia in
maniera più ampia perché non c’erano solo aspetti istituzionali ma anche i diversi modi di vivere.
Nella costituzione degli spartani c’è un’esaltazione del modo di vivere e dell’educazione.
Poi ci sono due libri di aforismi, poi c’è anche uno scritto erotico.
Dissoi logoi= ragionamenti duplici
Opera che si trova nei manoscritti di Sesto Empirico, medico portavoce dello scetticismo. Scrive gli
Scritti pirroniani e gli Adversos matematicos poi c’è un’operetta intitolata Dialexeis→opera in vari
capitoli scritta in un dialetto dorico della Magna Grecia. Scritto di inizio IV secolo. Testa che dà
l’idea di appunti e di una rielaborazione di alcune lezioni dei sofisti.

• Capitolo I→riguarda il bene e il male→ uno sostiene che sono la stessa cosa e l’altro invece
sostiene che sono la stessa cosa
• Capitolo II→ bello e turpe
• Capitolo III→giusto e ingiusto
• Capitolo IV→vero e falso
• Capitolo V→non c’è il titolo però si parla di saggezza e follia
• Capitolo VI→sapienza e virtù→possono essere trasmesse?
• Capitolo VII→magistrature
• Capitolo VIII→arte e capacità del sofista
4 novembre
Antifonte di Rannunte→opere da logografo
Problema di Crizia→tiranno→molti autori distinguono Crizia dai sofisti→era considerato un allievo
di Socrate. Platone nel Timeo distingue Crizia dai sofisti, però ci sono dei problemi: non si sa se
Crizia sia il tiranno e poi nella presentazione di questo personaggio scomodo, ci sono degli
elementi apologetici. Crizia valorizzato come figura di poeta.
Sisifo→teorizzazione dell’origine umana della religione→uomini introducono divinità per regolare
le leggi.
Opere di Sesto Empirico→ Dissoi logoi= discorsi doppi→costruita su antilogie= discorsi
antitetici→rapporto con Protagora. Sembra che però i due discorsi antitetici siano posti come se il
secondo discorso sia più convincente (in Protagora invece i discorsi sono come equivalenti). In
questo caso invece sembra che il secondo discorso sia quello più oggettivo.
Capitolo dedicato alla trasmissibilità della virtù→molto simile al Protagora di Platone
Nel Bonazzi manca un testo che invece è nel Diels e Kranz→ Anonimo di Giamblico→gli studi più
recenti tendono ad allontanarlo dal V secolo e a spingerlo verso il IV secolo→risente dei sofisti
però è più lontano.
Giamblico→visse tra VI e III secolo e scrive un protrettico→ testo che volge verso la filosofia→ 10
pagine dove si offre una difesa del nomos (contrario di Antifonte).
Figura di Alcidamante→inclusa nel testo→è un allievo di Gorgia→sono conservati due scritti:
1. Orazione sui sofisti→primo testo in cui il termine retorikè appare→svalutazione della
pratica del discorso scritto a cui fanno ricorso oratori di scarso valore, mentre la pratica
dell’oratoria è qualcosa di complesso. Questo però non esclude che Alcidamante faccia
ricorso a discorsi scritti→soprattutto discorsi epidittici con una cerchia vasta di spettatori
2. Discorso giudiziario fittizio che si riferisce allo stesso caso di Palamede di Gorgia→ discorso
di accusa di Odisseo→risposta a Gorgia. Gorgia basa il discorso su elementi di natura
logica, senza elementi di prosa. Invece il discorso di Alcidamante è basto su prove che
testimoniano il tradimento di Palamede.
Alcidamante avrebbe scritto un Museion→raccolta di testi ispirati dalle Muse→ era presente la
disputa tra Omero ed Esiodo
Discorso messenico→usato per diffondere le sue idee politiche→tema relativo alla vittoria dei
tebani su Sparta→tebani impongono di ricostruire la città di Messene e di renderla indipendente.
Trattato→Fisikos→c’è una biografia su Zenone ed Empedocle.
Figura di Polo→allievo di Gorgia→si era occupato di problemi legati alla retorica, soprattutto
legate all’aspetto fonico delle parole. Poi fece riflessioni importanti sull’esperienza→Aristotele lo
cita nella Metafisica.
Scritto sullo stile e poi c’è uno scritto sulla Genealogia di coloro che hanno combattuto a
Troia→riguarda sia i greci che i barbari. Poi c’è un’opera che si intitola Catalogo delle navi→ sono
due opere di titolo omerico→critica letteraria ed eruzione sono al centro dell’interesse dei sofisti
Eveno di Paro→citato nel Fedro
Scritti in prosa dei sofisti:
1. Raccolte di proemi, di orazioni, di topoi, discorsi integrali che fungevano da modello
2. Epideixis→composti in occasione di riunioni panegiriche→ad Atene→logos
epitaffios→commorazione dei caduti di guerra→probabilmente erano discorsi modello
3. Encomi di città, di eroi del passato ma anche encomi di realtà più umili (sale,
morte→carattere paradossale)
4. Logoi erotikoi→persuasione dell’amato a cedere alle lusinghe dell’amato
5. Orazioni giudiziarie→logografia però c’erano anche quelle fittizie→orazioni pseudo
dicaniche→pronunciate da personaggi del mito o da personaggi storici
6. Discorsi deliberativi
7. Prosa scientifica→problemi ontologici, fisici e teologici
8. Riflessioni di carattere etico e pedagogico
9. Opere di natura antilogica su temi etici e filosofiche
10. Opere di contenuto polemico→contro discipline di natura tecnica però anche opere in
difesa di queste stesse discipline
11. Opere dialogiche
12. Opere di carattere storico e dossografico
13. Opere di critica letteraria
14. Opere di contenuto biografico
Grande varietà di testi
Diels e Kranz
Mito di Prometeo – Protagora di Platone
Inserito nella sezione C→non è considerata né una testimonianza né un frammento ma una
rielaborazione platonica che Protagora aveva già sviluppato→Platone lo scrive alla maniera di
Protagora.
Dopo il mito c’è anche una sezione di logos→discorso argomentato che completa e spiega le tesi
argomentate.
Natura dell’insegnamento di Protagora→ occasione di discussione davanti a tutto il pubblico
erudito a casa di Callia. Protagora non vuole proporre un insegnamento di tipo tecnico (come
Ippia) ma vuole insegnare una eubulia→ eu=bene, buleo=disiderare→prendere delle buone
decisioni sia in ambito privato sia educazione politica. Protagora svaluta discipline di natura
tecnica. Per Socrate questa tecnica politica, l’aretè politica non può essere insegnata. Primo
argomento riguarda la pratica assembleare della città democratica→se la discussione riguarda uno
specifico ambito tecnico si ascolta il parere dello specialista (per esempio se si deve costruire una
nave). Se invece la deliberazione concerne un tema politico tutti hanno il diritto di parlare. Questa
politikè tecnè ce l’hanno tutti→ognuno può esprimere il suo parere. Se la virtù politica si può
insegnare come si spiega il fatto che molti uomini politici non l’hanno trasmessa ai propri figli? →
per esempio Pericle.
Protagora risponde con due momenti: mytos e logos. Il mytos risponde al problema per cui si
considera che tutti possiedono l’arte politica e con il logos spiega perché quest’arte politica si
trasmette e si insegna. (Diels e Kranz non mettono la parte del logos)
9 novembre
Apodeixis→dimostrazione tale da dare un argomento capace di rispondere alle obbiezioni
socratiche.
Protagora decide di narrare un mito perché gli sembra più piacevole→sceglie un criterio estetico
Fedone
Riflessione su mytos e logos→tesi di interdipendenza tra dolore e piacere è possibile costruire un
racconto mitico, nel senso di favola→morale della favola.
Platone e la scrittura dei miti→ordine apollineo per Socrate di praticare la musikè→scrive miti per
completare la sua filosofia.
Uno stesso contenuto può essere completato seguendo due forme diverse→opposizione proposta
da Protagora→criterio che distingue queste due forme di discorso è di natura estetica. Il mito poi
ha una precisa valenza pedagogica, ha maggiore persuasività.
Mito usato da Protagora come pezzo forte della sua epideixis→ forse l’uso del mito era
importante in generale per i sofisti.
Una studiosa statunitense pensa che l’iniziare dal mito potesse essere un tratto tipico dei sofisti
per iniziare le loro epideixis.
Sembra che Platone abbia ripreso lo stile di Protagora. Ci sono una serie di parole che vengono
usate solo qui in Platone→lo stile non è quello di Platone ma imita quello di Protagora.
Genere del mito impone la necessità di figure che agiscono
Mito di Prometeo→gli dèi plasmano esseri viventi all’interno della terra→4 elementi che ci fanno
pensare ad Empedocle. Figure di Prometeo ed Epimeteo→titani associati al destino dell’umanità
primitiva→poemi di Esiodo→Teogonia e Le opere e i giorni→appartengono alla stripe di Crono,
ovvero quella che ha preceduto Zeus→contrasto tra Prometeo e Zeus in relazione al genere
umano→Prometeo è descritto come divinità che ha a cuore il destino degli esseri umani.
Prometeo= previdente mentre Epimeteo=colui che impara dopo.
Pandora è un epiteto→colei che dona tutto→idea della terra madre.
11 novembre
Prime fasi della civiltà umana che Protagora recupera da Esiodo→tempo in cui esistevano solo gli
dèi, poi in un momento stabilito dal fato vengono create le stirpi viventi→ vengono evocate due
figure significative: Prometeo ed Epimeteo→devono attribuire alle diverse specie una serie di
dynamis che permettano loro di sopravvivere→dynamis sono le facoltà. Epimeteo chiede di
effettuare questa distribuzione→ inizialmente lo fa in maniera efficiente permettendo ad ogni
specie di conservarsi. Attribuisce ai carnivori una prole limitata e invece agli erbivori il contrario
(ripresa di Erodoto). Alla fine per l’uomo non resta nulla e Prometeo interviene rubando il fuoco
(condizione necessaria perché la tecnologia possa essere usata) e la tecnologica e la dona agli
uomini. Il furto del fuoco è ripetuto due volte e Prometeo avrebbe voluto rubare anche l’arte
politica, ma questo non era possibile perché nell’acropoli c’erano guardie. Prometeo viene punito.
Le tecniche si rilevano però insufficienti perché l’uomo è inerme davanti alle belve perché non
conosce l’arte del combattimento perché essa è parte dell’arte politica che Prometeo non aveva
potuto rubare a Zeus. Gli uomini intuiscono che per poter difendersi dalle bestie devono vivere
nella città→però gli uomini non sanno stare in comunità→c’è l’intervento di Zeus, che ha pietà
degli esseri umani→fa un dono di due virtù, due valori: aidos=vergogna, pudore e dike=giustizia,
agire in modo corretto.
Mentre le altre tecnai sono attribuite a dei singoli, l’arte politica deve appartenere a tutti gli esseri
umani→non è possibile vivere nella polis se tutti non partecipano alla politica.
Mito che spiega la polis democratica→spiega perché tutti possono esprimere il loro parere
nell’ambito delle decisioni politiche.
Però questo mito ci propone una gerarchia nell’ambito delle tecniche→la politica è la sola che
assicura la sopravvivenza degli uomini.
Protagora aveva un pochino polemizzato nei confronti delle altre discipline tecniche e secondo
una testimonianza di Aristotele Protagora criticò la geometria.
Tecne pone dei problemi nella traduzione→arte, tecnica, scienza. Per Protagora aveva un
significato molto ampio→matematica, politica, scrittura.
Medicina si identifica con la dietetica→nasce quando l’uomo passa dal cibo crudo al cibo cotto
Attenzione di Protagora all’ortoetehia→opera di correzione alla tradizione→forse dietro c’è anche
Platone
Gnosticismo di Protagora→dei fanno parte della vita umana ma non hanno alcun valore nella vita
politica.
Ci sono elementi che si ritrovano nel Politico ma anche nel Timeo→evocazione di Prometeo, Atena
ed Efesto compare nel Politico. Poi attività di trovare soluzioni per gli esseri viventi viene ritrovata
nel Timeo→attività del demiurgo. Immagine degli uomini primitivi che nel Politico vivono nudi,
senza coperte.
Dopo la parte relativa al racconto c’è una coda→è un logos però in realtà il passaggio dal mito al
logos è sottolineato da Protagora dopo. Protagora cita un esempio→mentre, per quanto riguarda
le altre tecnai, non ha importanza, però per essere cittadini bisogna avere la tecne politica. tutti i
cittadini non partecipano per natura, ma perché l’acquisiscono
Non si punisce perché la persona punita e gli altri che vedono la punizione non compiano gli stessi
errori→la pena è un deterrente.
Poi Protagora passa all’altra aporia ovvero il fatto che gli uomini virtuosi hanno figli non
virtuosi→gli uomini nella polis mettono in piedi una sorta di grande impresa educativa tale che
tutti i cittadini partecipino della virtù politica. Si comincia sin da bambini→nutrice, madre, padre,
pedagogo→indicare ciò che è bene e ciò che è male. Punizione quando il bambino fa ciò che non si
deve fare. Educazione letteraria, musicale e la ginnastica.
16 novembre
Carattere platonico del mito→riflessione di Protagora aveva un certo peso per lo sviluppo di certe
tematiche, come l’origine delle società umane.
Parte del logos separata dal mytos→non ci permette di valutare nell’insieme le due parti del
discorso.
L’arte politica deve essere in possesso di tutti cittadini ed è frutto di insegnamento che implica
un’impresa collettiva nei confronti dei più giovani che sono indirizzati a quella virtù. Il sofista ha il
compito di perfezionare l’arte politica posseduta da tutti e proprio per questo ha il diritto di essere
pagato. Esempio della città dei flautisti→si spiega anche la seconda obiezione di Socrate→figli dei
politici non hanno virtù politica. Però per Protagora tutti la hanno.
Commento di Socrate→il discorso di Protagora sembra avere il merito di convincere che ci sia una
possibilità di trasmettere la virtù. Socrate è affascinato da questo discorso però restano dei punti
non sviluppati e Protagora può chiarirli. Protagora si “sottomette” ad un dialogo.
Il coraggio, come le altre virtù, è una forma di scienza. Alla fine del dialogo c’è un ribaltamento
delle condizioni iniziali.
La cosa più importante che esiste per un uomo è essere competente nell’ambito della poesia.
Analisi di un poema relativo all’aretè→poema di Simonide→prima dice una cosa poi dice il suo
contrario. Socrate rimane stordito e cerca di rispondere a quello detto da Protagora.
Encomio di Elena e Apologia di Palamede→unici testi trasmessi integralmente dalla tradizione
medievale. Di questi due scritti si è dubitato della loro originalità. Nella prima edizione di Diels non
era stato riportato però a partire dagli anni 10-20 del 900 oggi non c’è dubbio che i discorsi siano
autentici.
Encomio di Elena
Struttura secondo i canoni della partizione retorica→inizia con un esordio, preludio →primo
capitolo dell’orazione→verità è la cosa principale di un discorso. Poi c’è la narratio (capitoli 2-
4)→figura di Elena, elogio alla sua bellezza e alla sua nobile origine. Dal 5 al 6 c’è una divisio→4
cause plausibili sulla base delle quali Elena lasciò il marito e finì a Troia→ lei non è
responsabile→si deve concludere per l’innocenza di Elena. C’è una lunga argomentazione basata
sul criterio dell’eikos: Elena parte per Troia per volontà della divinità (capitolo 7).
Capitoli 8-15→terza possibile causa ossia la forza persuasiva del discorso→forma di violenza→è
una vittima.
L’ultima parte che va dal capitolo 15 al 19→ forse è stato l’amore che ha spinto Elena di agire→la
forza dell’amore soggioga la mente di colui che la prova, come se fosse una malattia.
Nel finale si evoca il fatto che questo discorso è considerarsi come un gioco per Gorgia→sembra
voler sminuire la serietà dell’opera →problema dello statuto del discorso.
Per Isocrate questo discorso risulta un’apologia e non un encomio.
Violenza→ fa riferimento al diritto attico→intento di attualizzazione del mito di Elena.
Discorso che è anche un campionario di argomentazioni che potevano essere un cavallo di
battaglia per la retorica di Gorgia→situazioni che vanno aldilà del caso contingente di Elena.
Parallelismo e antitesi→prosa gorgiana.
Mettere in evidenza cosa sia il decoro per poi giungere al logos.
Struttura retorica della priamen→rapporto che intercorre tra i due elementi che sono i vari
membri della successione.
La verità è ciò che dà al discorso la perfezione o la verità è ciò che dà ornamento al discorso?
Gorgia usa molto la parola cosmos→ implica un’eccellenza da un punto di vista etico.
Nell’encomio si riferisce all’armatura dei soldati. Anche nel Palamede→legame con la verità.
Passo tratto dal VIII libro dell’Odissea→Ulisse si trova nell’isola dei feaci e partecipa ad un
banchetto→figura del poeta Demodoco (cieco) che interviene tre volte→canta qualcosa relativo
ad una lite→Odisseo si emoziona e piange. Poi Demodoco racconta degli amori di Ares e Afrodite.
Poi chiede a Odisseo di cantare l’impresa della costruzione del cavallo di Troia→è stato ispirato
dalla musa o da Apollo perché canta in modo troppo preciso →katacosmos=secondo il
cosmos→canta il destino degli achei come se avesse davvero assistito a quegli avvenimenti. In
questo caso il cosmos è un attributo di un discorso→canto che rispecchia la realtà dei
fatti→cantare in modo veritiero.
Etica ed estetica basata sulla corrispondenza
Armonia e disarmonia, perfezione e imperfezione, ordine e disordine→ cosmos e il suo contrario.
Elogio e biasimo vanno riservati secondo giustizia e merito→Retorica di Aristotele→il discorso
epidittico deve attribuire la lode e il biasimo.
Verità consiste nell’attribuire correttamente l’elogio e il biasimo→necessità di parlare
correttamente.
Elena→radice hel=distruzione. Parafrasa il nome dicendo Elena come distruttrice delle navi, dei
guerrieri e delle città
17 novembre
Struttura dell’elogio di Elena→partizioni della retorica classica→incipit, narratio, divisio,
argomentatio e divisio.
Autenticità del testo→ipotesi del 800 che consideravano questa orazione non autentica, oggi non
valgono più.
Exordium→incipit caratterizzato da una priamel→parola cosmos→problemi di traduzione→per
alcuni ornamenti, decoro(estetico)→altre richiamano parola dell’ordine, perfezione, armonia.
Vengono individuate forme di cosmos in relazione alla città, al corpo, all’anima e al discorso.
Eugualdria= uomini caratterizzati da una virtù eroica. Bellezza per il corpo, la sophia per l’anima, la
virtù per l’azione e la verità per il discorso. Esigenza di verità però Gorgia, nel trattato sul non
essere, non ha interesse per la verità→non c’è rapporto tra le cose e la verità. Gorgia insiste sul
potere ingannevole della parola. Il discorso si impone aldilà della verità e della menzogna però c’è
anche una contraddizione perché la verità sembra essere la perfezione→antitesi.
Acosmia→mancanza di cosmos.
Necessità di attribuire in modo corretto la lode e il biasimo→tema che trova codificazione in
Aristotele.
Tipo di errore→biasimare quello che deve essere lodato e lodare quello che deve essere
biasimato.
Utilizzo di cosmos nell’epica omerica→principio estetico ma anche ontologico→ciò che è bello è
vero e ciò che è vero è bello.
Elena è secondo Gorgia ingiustamente accusata→esiste una voce unanime derivata dalla
tradizione poetica e poi è anche evidente dal nome stesso di Elena→nel nome c’è insito la
provocazione di sventure. Riferimento all’etimologia che è presente nell’Agamennone di
Eschilo→natura paraetimologica→radice hel→lega il nome di Elena alla distruzione, evoca le
sventure, contiene il destino di distruzione il destino legato a quella figura.
Iliade →difesa da parte di Priamo→è colpa degli dei, ma Elena invece afferma la propria
colpevolezza.
Penelope→ Elena non l’avrebbe mai fatto se sapeva che i greci l’avrebbero portata di nuovo
indietro. Anche nell’Odissea c’è Elena→Menelao racconta di Elena che pensava che il cavallo
potesse contenere i soldati greci, cerca di imitare le voci delle mogli degli achei per tradire i greci.
Saffo, nell’Ode della cosa più bella→Elena è considerata un paradigma positivo che è pronta a
lasciare il suo mondo per inseguire l’oggetto del suo amore.
In Alceo→ Elena è considerata vittima di una volontà divina o addirittura folle a causa di Paride
Nell’Agamennone di Eschilo→giudizio di Elena è negativo, perché anche se è uno strumento degli
dèi, lei è complice
In Euripide immagine molto negativa→ processo a Elena→forse le Troiane risentono dell’encomio
di Gorgia.
Elena non si sarebbe mai recata a Troia→gli dèi l’avrebbero depositata in Egitto e Paride sarebbe
stato seguito da un fantasma→vanità dei greci e dei troiani (Eschilo).
Inizia il vero e proprio encomio→basata sull’eccellenza delle origini di Elena→si comincia dal
ghenos=stirpe. Polluce ed Elena non sono figli di Tindaro, ma si Zeus, che sottoforma di cigno
sedusse Leda→partorì un uovo da cui uscirono i figli.
Zeus e Tindaro sono considerati, secondo l’antitesi eleatica, come essere e apparire: Tindaro
appare essere il padre mentre Zeus lo è realmente. La potenza dell’essere svela l’inganno
dell’opinione→Entertainer richiama il frammento 26→tratto dal commento di Proclo a Esiodo.
Gorgia→il padre umano è eccellente→tra gli uomini è il più potente. Anche Zeus è il più
eccellente. Elementi di tradizione filosofica sono riutilizzati da Gorgia.
Elogio della bellezza di Elena→è conseguenza dell’eccellenza degli antenati. Bellezza comparata
con quella degli dèi.
Polloi titese (antitesi dei molti)→schema tipico retorica→singolo eccellente in opposizione alla
molteplicità→il solo corpo di Elena ha la capacità di attirare una molteplicità di uomini tutti
caratterizzati da una straordinaria eccellenza→molte virtù, indicate in una serie di catalogo.
Elena era stata rapito da Tesio (eroe fondatore di Atene), però poi lui era agli inferi (vedi Crizia) e
venne riportata a sparta dai suoi fratelli. Se un uomo così virtuoso si innamorò di Elena, si può
immaginare quanti la volessero.
Tema dei pretendenti di Elena in forma di catalogo si trovava nel Catalogo delle donne di
Esiodo→donne che unendosi agli dèi diedero vita agli eroi. Matrimonio di Elena forse era la
conclusione dell’opera.
Terpsis→parola presente nel corpus omerico e descrive una buona parola poetica nei confronti
del proprio pubblico.
Terpein→piacere suscitato dall’opera letteraria è sempre legato all’acquisizione della conoscenza.
Il racconto delle virtù di Elena viene bloccato e si limita solo all’invocazione della sua bellezza
divina.
Isocrate critica Gorgia→trattazione sui pretendenti è un po’ sintetica.
Si va all’archè=il principio primo che Gorgia sta per sviluppare→analisi delle cause, perché Elena
ha seguito Paride? È responsabile o vittima?
Base del principio dell’eikos→verosimiglianza, plausibilità→per i sofisti è molto importante come
principio, più della verità.
Capitolo 6→ 4 cause verosimili. Se si riesce a dimostrare che Elena non è colpevole in questi 4 casi,
si dovrà concludere che è innocente. Questo è uno schema tipico di Gorgia. Una causa è divina, o
c’è stata una violenza, o è stata persuasa oppure per l’amore.
Causa divina ha una triplice articolazione: si fa riferimento alla sorte, agli dèi, o alla necessità.
Secondo Guido Paduano Gorgia ci offre un’indicazione d’insieme del divino considerato secondo
tre punti di vista diversi. La sorte rappresenta l’aspetto casuale della vita→fragilità dei progetti
umani. Dall’altro lato la necessità→ordine della realtà nei rapporti di causa effetto. Impotenza
dell’uomo di fronte a queste forze.
L’uomo, essendo inferiore alla divinità, non può in nessun modo opporsi alla volontà degli dèi. Se
c’è un disegno divino Elena non ha potuto fare nulla per opporsi.
La seconda causa è la violenza e la forza→il lessico si colora di una serie di termini che hanno un
rapporto con il diritto attico. Paride deve essere condannato (cosa anacronistica per ambito
omerico). Poi si insiste sul carattere di barbaro.
18 novembre
Divisio→presentazione delle 4 cause, che per Gorgia sono le sole 4 possibili
Rapporto che Gorgia stabilisce con la tradizione precedente→opinione unanime e concorde che
biasima Elena→in realtà non è così monolitica→per esempio, da parte di Priamo, c’è
un’assoluzione, perché Elena è uno strumento degli dèi.
Elena però si dichiara colpevole dell’azione→epiteto della cagna→però mostra un pentimento
rispetto all’azione compiuta.
Anche nell’Odissea la situazione è ambigua→Penelope dà la colpa agli dèi. Poi scena con Menelao
e Telemaco→emerge una Elena pentita però anche impresa del cavallo→imita le voci delle spose
degli achei per tradirli.
Poesia lirica→Saffo→Elena è un paradigma di colei che sceglie.
Alceo→inserisce il motivo della follia.
Gorgia non è così originale da fare la difesa di Elena→aspetto della narratio assume una portata
limitata che si fonda su un principio estetico→cosa che tutti sanno→Gorgia esalta i pretendenti e
le loro virtù per esaltare la figura di colei che è oggetto di desiderio dei pretendenti.
Fonte del matrimonio di Elena→Catalogo delle donne di Esiodo
Causa divina→molteplici aspetti→divinità personale= volontà distinta dalla sorte→imprevedibilità
degli intrecci.
Utilizzo anacronistico dei termini del diritto attico dell’epoca e poi utilizzo xenofobo del termine
barbaros→azione di Paride che è selvaggia.
Causa più importante→persuasione del logos→occupa una grande parte del discorso in una
posizione centrale. Si ricade nei casi precedenti perché contro la forza del logos l’uomo non ha la
possibilità di agire.
Peito→verbo che indica la persuasione. Verbo apatao=inganno
Logos= megadynastes→sovrano assoluto→ricorda figura di Zeus, principio contrario all’isonomia e
alla democrazia. Concezione materialistica del logos→natura corporea. Ha un piccolo corpo ma ha
un potere grandissimo. Molti pensano che si faccia riferimento alla lingua→organo che determina
il logos. Però c’è l’elemento dell’invisibilità→sostanza corporea ma inconsistente.
Parallelo con un Trattato Ippocratico→Sui soffi→si esalta la potenza dello pneuma che ha degli
effetti tangibili anche se non è visibile ai sensi→anche qua è descritto come dynastes→si vede
dagli effetti che ottiene.
Opinione è facilmente condizionabile.
La poesia deve essere considerata parte del genere più ampia che è il genere del logos.
Ione di Platone→effetti sul pubblico della poesia
Nel Gorgia di Platone →rapporto tra logos e poesia→se si prende la tragedia e si toglie il metro
rimane il logos.
Epodè→parola magica e incantesimo→discorsi dei sofisti→Trasimaco calmava la folla con
l’epodè. Nel Carmide l’epodè è la dialettica di Scorate che dobvrebbe curare Carmide dal mal di
testa.
Omero→effetto della parola retorica e poetica
Gorgia pensa che queste arti magiche siano anche un pochino frutto di un’illusione.
Frammento 23 di Gorgia→tratto da Plutarco→quando si va a teatro bisogna immedesimarsi nello
spettacolo, vivere quelle situazioni come se fossero reali. Colui che non si fa ingannare è come se
non partecipasse→non è sapiente. Il poeta inganna e fa il suo vero compito.
La persuasione agisce perché l’uomo non ha una conoscenza stabile delle cose→non conosce
passato, presente e futuro→le muse la hanno.
23 novembre
Logos della poesia→aspetto ritmico e metrico è un aspetto accessorio→è solo tramite il logos che
la poesia riesce a far immedesimare gli spettatori/lettori→capacità della finzione letteraria.
Distinti due tipi epodai: della stregoneria e della magia e della parola poetica.
Capitolo 11→pone il problema della possibilità, per un discorso falso, composto a regola d’arte, di
persuadere i propri destinatari→Odisseo a Itaca sviluppa dei racconti falsi però sviluppati ad
arte→l’uomo ha dei limiti nella conoscenza (presente, passato, futuro).
Parmenide ed eleatismo→contrapposizione tra aletheia e doxa.
La persuasione attraverso il discorso ha una capacità di plasmare e modellare l’anima.
Tre ambiti di attività intellettuali→ la riflessione sulla natura che Gorgia condusse sotto la guida di
Empedocle, poi attività filosofica basta sulla dialettica e sui logoi filosofici (Parmenide) e poi
attività giudiziaria.
Primo momento rimanda alla meteorologia→caratteristica della riflessione dei presocratici.
Ambito delle dispute dei discorsi filosofici→si evoca una sfera sul dibattito delle questioni
filosofiche→problemi di natura ontologica e epistemologica→il logos permette.
Il logos è in grado di operare dei mutamenti nell’ambito della doxa.
Paragrafo 14→presenza dell’analogia medica→similitudine tra farmakon=medicina e veleno e la
parola→anche i logoi hanno natura diversa e ottengono effetti diversi→il discorso ad Elena da
parte di Paride era velenoso→incanta in modo negativo l’anima di colui che lo subisce.
Distinzione anima e corpo.
Immagine di Antifonte che a Corinto somministrava ai suoi clienti una serie di discorsi che riusciva
a guarirli dalle angosce e dalle loro sofferenze psichiche. Idea di una parola curativa è già presente
nell’Odissea→Elena somministra un farmaco a Telemaco e a Menelao→parole che lei pronuncia.
Epicuro→ tetrafarmakon.
Gorgia di Platone→Gorgia si recava con suo fratello medico in casa dei malati→persuadeva i
malati a prendere la medicina→esemplificazione di un logos utilizzato a fini medici (no
incantesimo).
Riduzione de logos→persuasione e violenza
Capitolo 15→tema dell’eros→effetto della vista→potere che le immagini hanno sulla psiche.
Passività dell’uomo di fronte al mondo esterno. Non possiamo determinare l’oggetto che vediamo,
ma quello è dato per natura. Esempi relativi all’impatto che la visione della realtà esterna ha sulla
nostra anima. Primo ambito è quello militare→fenomeno del panico e l’effetto che la visione del
nemico provoca. Il secondo esempio è legato all’ambito delle arti plastiche→effetto che la visione
di un’opera d’arte suscita in colui che la osserva.
Visione dei nemici→panico→agisce sull’anima e fa sparire anche quelli che sono i doveri
civici→tale è la forza della visione. Il turbamento non permette più all’intelletto di agire. Anche la
oxix=vista→forza esterna all’uomo capace di soggiogarne la realtà.
Ipotesi che si parli dell’ambito teatrale→Donadi sostiene che ci si riferisca ad una messa in scena
dei Sette contro Tebe di Eschilo (tragedia che Gorgia avrebbe lodata perché piena di Ares).
Ambito dell’arte→pittura→le opere d’arte riescono attraverso la ricreazione di corpi fittizi→
aneddoto relativo a un pittore che fece un ritratto di Elena→prese 5 modelle e poi fuse diversi
elementi di questi corpi→creazione nasce da una molteplicità di corpi diversi che vengono
sintetizzati in una sola figura→legame con l’edonè=piacere.
Ambito della statutaria
Visione può suscitare sia dolore e sofferenza, sia eros.
È l’occhio che suscita il desiderio e poi da questo l’impulso d’amore è trasmesso all’anima.
Se questo sentimento è suscitato dalla potenza della vista che noi non possiamo
controllare→innocenza. E poi se amore è un dio, si ricade nella prima causa→uomo è debole di
fronte alla forza di un dio. Nosema=malattia→non bisogna essere accusati.
24 novembre
Capitolo 13→tripartizione dell’attività intellettuale: discorsi sulla natura, ambito discorsi
assemblee e tribunali, ambito di discorsi di natura filosofica.
Ipotesi di Diels→ scarsa solidità→individuava tre fasi dell’attività intellettuale di Gorgia: fase di
filosofia intellettuale, fase dialettica (scuola eleatica) e periodo consacrato alla retorica--<non ci
sono elementi sufficienti per questa ipotesi.
Rapporto tra logos e farmakon.
Tematica eros legata alla tradizione ma anche riproposta in un’ottica nuova.
Capitolo 20→non semplice finale che solleverà una serie di dubbi →struttura ad anello che ritorna
alle cause iniziali→considerare Elena come assolta dall’accusa.
Evocazione finale del gioco→l’intento di Gorgia può essere considerato non serio. Come si mette
in relazione il carattere giocoso del testo con quell’esigenza di verità che veniva formulata
nell’archè di questo discorso.
Molti interpreti non considerano serio l’intento di Gorgia.
Discorso di Agatone nel Simposio è ispirato da Gorgia→dimensione giocosa e comica →Gorgia
attribuiva ai suoi logoi però non deve togliere valore alla produzione. Cogliere in Gorgia
un’anticipazione della posizione espressa da Platone nel Fedro→problema della scrittura. Giardini
di Adone vs agricoltura.
Pindaro evoca l’immagine dell’inno e della produzione letteraria come un bel gioco.
Per i Greci nella dimensione agonistica risolvevano spesso la loro attività
intellettuale→dimensione del gioco aveva un valore importante. Quindi terminologia ludica non
deve essere vista come qualcosa che vuole discriminare. C’è anche un vezzo da parte degli
scrittori.
La verità che è stabilità è reale intorno ad Elena? Forse è una verità immanente al testo letterario.
Per Gorgia l’uomo è però sostanzialmente lontano da un vero tipo di conoscenza.
Discorso che parla del discorso.
Gorgia sviluppò una riflessione sulla psicologia→analisi dell’anima e delle sue componenti.
Discorso importante anche a livello estetico→riflessione sugli effetti della poesia sul pubblico.
L’encomio è il più antico testo sulla riflessione degli effetti della letteratura.
La difesa di Palamede
Trasmessa dalla riflessione medievale. Opera che è poco studiata.
Testo in cui Gorgia si misura con la tradizione letteraria del passato. Mentre Elena è un
personaggio che potrebbe essere identificata con la mitologia o la letteratura greca, Palamede è
un personaggio minore perché, pur essendo un eroe della saga troiana, non è mai nominato da
Omero→la sua morte era già avvenuta quando inizia il tempo della guerra di Troia.
Palamede compariva nei poemi ciclici→ciclo epico troiano→sono come un ciclo che ci racconta ciò
che avviene prima e dopo i poemi omerici. Le vicende di Palamede erano trattate nei Cipria
(riassunto di un certo Proclo) che racconta gli antecedenti dell’Iliade. Palamede aveva avuto un
ruolo per costringere Odisseo a partecipare alla guerra di Troia→Odisseo per non tenere fede a
quel giuramento che aveva fatto a sparta, si era finto pazzo→Palamede aiutò Agamennone e
Menelao a smascherare Odisseo. Allusione alla morte di Palamede ucciso da Diomede di Odisseo.
Palamede nemico di Odisseo proprio perché fu lui a smascherare il suo stratagemma per evitare di
partire la guerra di Troia→poi Palamede subì una morte violenta architettata da Odisseo.
Poesia lirica→Pindaro diceva che Palamede era più saggio di Odisseo.
Idea di Palamede eroe caratterizzato da una serie di scoperte che avrebbero giovato i greci.
Diventa un personaggio molto popolare nel teatro (Eschilo, Sofocle, Euripide).
Gorgia→versione del mito era presente anche nella tragedia→Odisseo, avrebbe accusato Pala di
essere un traditore, e poi avrebbe fabbricato una serie di indizi falsi, per esempio nascondendo
oro sotto la tenda di Pala→viene condannato alla lapidazione.
Euripide rappresenta il Palamede nel 415.
I Palamede hanno ispirato Platone per la scrittura dell’Apologia→c’è una serie di corrispondenze
tra due testi→orazione gorgiana è una sorta di modello.
Si deve stabilire se i fatti sono avvenuti e in più si tratta di un discorso che non si fonda sulle
testimonianze esterne.
Struttura:

• Capitoli 1-5→proemio→soggetto trattato e non si dà la narrazione del fatto→problema


della morte: giusta o ingiusta e violenta. Odisseo sviluppa la sua accusa o sulla base del
sapere o sulla base di un inganno. Poi si annuncia la strategia difensiva che si sviluppa
secondo un duplice argomento: Pala se avesse voluto compiere ciò di cui è accusato non
avrebbe potuto→manca per Palamede sia l’occasione che il movente
• Capitolo 6-27→Pistis→dal capitolo 6-21 la pistis è un’argomentazione→dal 6 al 12 Pala
afferma che se anche avesse voluto compiere il tradimento, non avrebbe potuto farlo. Da
13 a 21→ci si sposta sul movente→perché Pala avrebbe voluto farlo? Lista dei possibili
moventi per mostrare che nessuno di questi moventi è razionale. Poi c’è la parte della
confutazione dell’avversario attraverso delle domande (anche nell’Apologia). Mostrare la
contraddittorietà delle accuse di Odisseo. Forse qui c’è la più antica formulazione del
principio di non contraddizione. Poi capitolo 27→controaccuse che però Palamede non
sviluppa→strategia retorica per mettere in evidenza l’ethos positivo di Pala.
• Capitolo 28-36→dialogo con i giudici→Pala si riferisce ai giudici. La prima parte, da 28-32,
tesse le lodi dell’accusato→meriti e invenzioni che la tradizione attribuisce a Pala. Da 33-
39→figura dei giudici→necessità della certezza del diritto, presunzione di innocenza,
prendersi il tempo necessario
• Capitolo 37→epilogo→richiamare alla memoria le argomentazioni sviluppate però queste
cose non sono necessarie da richiamare perché i giudici ricordano essendo un tribunale di
eccellenti→non hanno bisogno di un riepilogo.
25 novembre
Encomio di Elena→eros→strategie analoghe a quelle del logos→desiderio suscitato dalla vista dei
bei corpi→uomo è debole e non può opporre resistenza→sia eros che logos sono violenti.
Causa erotica→topoi lirica amorosa→Saffo, ma anche nella tragedia di Euripide.
Ultimi capitoli→ricapitolano i risultati raggiunti che sono in accordo con quello che Gorgia aveva
dimostrato nell’archè→è soddisfatto e vuole far cessare questa tradizione diffusa su Elena.
Idea di gioco→per i greci il gioco è una dimensione importante→sport. Presenza di regole nei
giochi e anche nell’orazione di Gorgia ci sono una serie di regole logiche per l’efficacia
argomentativa. La dimensione letteraria è presente anche nel Fedro→Platone attribuisce la
propria produzione letteraria al divertimento, completamente bello.
Piagnion=gioco→ presa di distanza da quello che scrive, non nel senso di disprezzarlo ma nel senso
di considerare l’autore superiore→in Platone→dimensione orale→frutti più importanti.
Paignia→tipologia di una retorica epidittica.
Nell’encomio ci sono anche riflessioni speculative→problemi sulla responsabilità umana, problemi
legati alla psicologia.
Con questo testo Gorgia vuole offrire forse una serie di insegnamenti nonostante i limiti della
provvisorietà della conoscenza umana.
Palamede
Mito di Pala, tradizione sull’eroe non si trova nel corpus omerico ma nei problemi ciclici, poi nella
tragedia attica→Eschilo, Euripide.
Palamede→protoseuretes→scopritore di una serie di invenzioni e poi come figura ingiustamente
accusata
Orazione psedodicanica→pronunciata come in un processo e c’è poco spazio della narrazione dei
fatti.
Non vengono prese in considerazione le prove e le testimonianze, che invece la tradizione prende.
Si insite molto invece sulla pistis=argomentazione→prospettiva generale e possibilità di applicarsi
a casi che vanno aldilà del caso di Pala.
Analogie tra il Pala e l’Apologia→sia argomentative, sia strutturali che lessicali.
Qua c’è la prima attestazione del termine apologia nel senso giudiziario.
I giurati per Pala non hanno una reale capacità di incidere sulla pena=morte perché la morte è
qualcosa di comune a tutti gli esseri umani. Il problema è la qualità della morte→sarà onorevole o
macchiata dal marchio dell’infamia. I giudici hanno nelle mani la qualità della morte.
Tradizione aneddotica su Anassagora (Diogene Laerzio)→alcuni annunciarono la morte dei figli di
Anassagora e la condanna e il processo.
Pala→ è capace di dominare l’ambito della giustizia perché sa di essere innocente. Quello che è in
potere dei giudici è di esercitare una violenza→possono rendere priva di onore la sua morte.
Viene per la prima volta evocata la figura di Odisseo→dilemma→può aver sviluppato questa
accusa sia sulla base di un sapere sia invece senza avere il sapere ma solo in relazione ad un intrigo
ordito. Nel primo caso→se l’accusa fosse stata basata su un reale sapere=episteme→conoscenza
chiara→egli deve essere considerato come un uomo eccellente→avrebbe salvato la patria (climax
che mette in evidenza le conseguenze positive di Odisseo pronto a scongiurare un tradimento).
L’alternativa è che colui che è definito come il migliore degli uomini e aner=eroe nella sua virilità,
uomo dal multiforme ingegno diventa il peggiore dei greci, se si capisce che quello che dice
Odisseo è frutto dell’invenzione.
Ippia minore→giudizio su Odisseo→è un personaggio positivo o negativo? Gli stratagemmi e le
astuzie che compie a livello morale sono accettabili o no?
Elemento di opposizione tra greci e barbari→topos per la retorica giudiziaria→pubblico ostile agli
stranieri.
Didascalia meta retorica all’interno del testo.
Capitolo 5→si ritorna sul dilemma iniziale→Pala è consapevole che l’accusatore non ha una
conoscenza chiara dei fatti perché Pala è conscio della propria innocenza.
Le due parti dell’argomentazioni sono costruite con due argomentazioni diverse. Nella prima parte
sono in serie→concatenate l’una con l’altra e nella seconda parte in parallelo.
Dimensione del logos e l’ergon=azione è subordinato al logos→perché l’azione possa svilupparsi ci
vuole un logos. L’azione non può avvenire→l’incontro per avvenire deve verificarsi tramite uno
scambio di messaggi, ma se non scritti possono essere sopresi. Anche se questo incontro ha avuto
luogo c’è problema linguistico→come hanno potuto dialogare se parlano lingue diverse? Barriera
linguistica che non permette di avere una forma di scambio→possibilità di utilizzare un
ermeneus=interprete. La presenza di una terza persona rende più complicato conservare la
segretezza della cosa.
Palamede non tiene conto degli indizi di Odisseo
30 novembre
Logos nel quale non sono presenti testimonianze e nemmeno prove di natura materiale. Il discorso
deve essere il più generale possibile e si basa su un’argomentazione di tipo prevalentemente
logico. Dilemma relativo alla figura dell’accusatore→invocato come amer=uomo.
Importanza della pistis→argomentazione. Due argomenti: uno è relativo alla possibilità di mettere
in atto la cosa→anche se avesse voluto compiere questa cosa, Pala non avrebbe potuto. La
seconda parte della pistis→anche se ci fossero state queste possibilità, Pala non avrebbe avuto il
movente.
Il logos avrebbe dovuto costituire l’archè.
Termine pistis→senso tecnico di argomentazione ma anche come credenza o oggetto di garanzia
della tenuta del patto oppure pistis come fiducia che si ha nei confronti di una determinata
persona.
Secondo argomenti→tipo di argomentazione simile a quello di Elena→vengono mostrati i moventi
e alla fine si dirà che non c’è nessun movente.
Pala dice che nessuno ricerca per sé stesso il male→l’azione criminale non si compie a meno che
non ci sia un fine che il soggetto ritenga per sé utile. L’azione è in vista del bene→ci si avvicina
molto alla concezione socratica.
Primo movente→esercitare un potere assoluto→tiranno
Barbari→difficile che Pala voglia esercitare il potere assoluto nei confronti dei barbari→lui da solo
contro la molteplicità dei barbari è difficile.
Si ipotizza che Pala lo faccia per la ricompensa→perché i barbari per vincere i greci dovrebbero
consegnarsi ad un altro greco?
Quindi il primo movente è il potere ma non è realizzabile.
Il secondo movente è quello relativo alla ricchezza e ai soldi→no punto di vista edonistico.
Immagine di un intellettuale disinteressato, vince i piaceri. Non è vittima dell’acrasia
Movente dell’onore→compiere un’azione in vista di un particolare onore. Pala possiede già degli
onori→è caratterizzato come un sophos, non è corrotto dai piaceri.
Movente della sicurezza.
Gorgia vede la virtù come un fattore che dipende dal principio del kairos.
Tema della vita invivibile→immagine dell’Apologia.
1 dicembre
Palamede non ha avuto né la possibilità di fare né ha avuto moventi.
Struttura delle scatole cinesi→argomenti associati agli altri→connessioni in serie→elementi già
dimostrati come falsi→amplificazioni che rendono inverosimili le cose necessarie per la messa in
atto del tradimento.
Accusa→tre possibilità: la testimonianza diretta, la partecipazione al crimine e il fatto di aver
sentito la cosa da un altro che vi aveva partecipato.
Opposizione tra alteheia e doxa→Gorgia erede della tradizione eleatica.
Accusa rivolta ad Odisseo→fa argomenti contraddittori→Pala è un uomo acuto, organizza crimini
perfetti perché è acuto però poi lo accusa di essere folle.
Gorgia→formulazione del principio di non contraddizione.
Topos retorica giudiziaria→si accusa l’avversario di sostenere tesi contraddittorie. Anche in
Platone il tema della contraddizione è declinato in un senso morale→per Socrate è una cosa molto
grave.
Pala si rivolge ai giudici, prima in relazione a sé stesso e poi verso di loro. Nella prima parte esalta i
propri meriti→elemento tipico dell’oratoria giudiziaria.
Paraikomenos bios=vita passata di Pala →vita priva di errori, pura da qualsiasi colpa→tema della
catarsi. Esalta la sua figura di protos euretes→ambito militare, inventa una serie di tecniche, poi
ambito della scrittura di leggi e la scrittura stessa e poi ambito commerciale pesi e misure.
Attività che riguarda la skolè→tempo libero. Tendenza della cultura greca di ricercare i primi
inventori→tema sviluppato nel V secolo. Anche Crizia si era interessato al tema delle scoperte.
Alcidamante→opposto al discorso di Gorgia→smontate una ad una tutte le scoperte di
Pala→inventa i fuochi per fare la segnalazione ai propri nemici, ovvero i troiani→vuole
danneggiarli.
Aporia – euporia→lessico usato anche nel mito di Prometeo→uomo passa da una condizione di
mancanza di risorse a uno stato di risorsa.
Pala continua l’elogio di sé, agganciandosi al principio della reciprocità.
Semeion→segni grazie ai quali i medici riescono a curare il paziente. Anche gli storiografi usano in
semeion come un argomento
2 dicembre
Evidenziare come un pubblico eccellente, un tribunale formato dai migliori dei greci dovrebbe
garantire la giustizia. Ironia tragica e legame con la tragedia→questo tribunale non si rivela essere
un tribunale all’altezza della sua fama.
Alla fine della pistis abbiamo una parte che consiste in un duplice appello ai giudici: un primo che
riguarda la figura di Pala→protoseuretes→sviluppo della civiltà→semeion=prova dell’innocenza di
Pala→chi si dedica ad attività di questo tipo non può fare un tradimento→topos della retorica
giudiziaria→elencare i propri meriti→coerenza del carattere di Pala. Invece Odisseo sviluppava
accuse che erano contraddittorie. L’ultima parte invece si rivolge ai giudici→decisione sbagliata su
può tramutare in un crimine.
Richiamo alla nozione di tempo.
Ultimo capitolo→non c’è la ricapitolazione degli argomenti nel segno della captatio benovolentia.
Rapporto con la prospettiva generale di Gorgia→la trasmissione del sapere con la parola è
qualcosa di veramente complicato. Solo Pala ha la chiara evidenza di ciò che è la realtà però è nella
grande difficoltà a comunicarla agli altri→debolezza→processo basato solo sui discorsi e sulle
parole, non ci sono evidenze per rendere comune a tutti i giudici la verità delle cose. Problema
ontologico tra il logos e la verità.
Rapporto che il Pala ha con l’Apo→ Socrate sembra mettere in guardia dal malvagio potere della
retorica.
Il primo autore è stato Gompetrs→per mostrare l’antichità del testo fa vedere come Platone
riprende il testo del Pala.
Analogie ricondotte a topoi della retorica giudiziaria. (finisci di sentire la lezione)
7 dicembre
Paralleli tra il Pala e l’Apo→Platone voleva fare allusione all’apologia di Pala→la usa come
modello. Non si sa realmente quale sia stata la difesa che Socrate fece. Sia Platone che Senofonte
costruiscono un discorso apologetico orientato alla loro interpretazione. Si dice anche che Lisia
avesse scritto un discorso per farlo leggere a Socrate ma lui rinunciò→è vero?
Analogie per Calogero sono solo appartenti e vogliono stimolare il lettore invece a vedere delle
differenze→polemica nei confronti della polemica gorgiana.
Per alcuni invece Platone vuole attribuire a Socrate la maschera di Pala.
Apologo di Eracle al bivio di Prodico
Rapporto tra Prodico e Socrate→unico dei sofisti di cui Platone dice di essere stato allievo
Senofonte nei Memorabili fa pronunciare a Socrate questo apologo di Eracle.
Memorabili→opera in 4 libri in cui vengono presentate delle scene relative all’attività di Socrate
con una chiara funzione apologetica.
Policrate di Atene scrisse una sorta di discorso di accusa, pronunciato da Meleto contro
Socrate→questo discorso suscita una polemica tra i discepoli di Socrate che vogliono rispondere
all’accusa.
Nel primo libro dei Memorabili Senofonte fa un discorso rivolto ad un accusatore che è proprio
Policrate. I libri successivi perdono questa dipendenza con l’accusa di Policrate e sono concepiti
come una raccolta di brevi dialoghi per dimostrare che Socrate fosse un buon cittadino e che
esortava i giovani alle virtù civiche.
9 dicembre
Lettura del testo di Prodico dai Memorabili→dialogo tra Socrate e Aristippo sulla virtù del dominio
dei piaceri. Questo testo cita anche i versi di Esiodo→immagine di un duplice cammino per
raggiungere la virtù→uno più difficile e uno più facile→modello per l’apologo di Prodico.
Originalità del testo di Prodico? Forse non proprio però Senofonte non può aver trascurato il fatto
che questo testo veniva letto da Prodico.
Le stagioni→sulla base di alcune testimonianze, venivano affrontati problemi legati all’agricoltura
alla quale veniva connesso l’origine della religione per Prodico→origine umana del culto
religioso→divinizzazione di una serie di scoperte benefiche per gli esseri umani. Opera si chiudeva
con l’apologo dell’eroe civilizzatore della società di tipo agrario.
Eracle →si incontra con due donne: una è l’aretè e una rappresenta la kakia→in realtà i suoi
detrattori le asseggano questo nome ma in realtà si chiama eudemonia. Per Prodico ogni nome
deve corrispondere ad un oggetto e per questo si impegnava a distinguere il significato di parole
sinonimiche; quindi, è strana la presenza di questa duplice denominazione. Già in Omero esistono
nomi con una duplice denominazione, di solito una degli uomini e una degli dèi.
Richiamo alla scelta di Paride di fronte a Era, Afrodite e Atena.
Le due donne sono molto alte, però hanno due bellezze opposte→schema dell’antilogia. Una era
acqua e sapone con veste bianca e con atteggiamento molto pudico. L’altra caratterizzata da
qualcosa di artefatto→nel trucco e nella postura che cerca di mettere in luce le forme
lussureggiante. Poi è sempre portata a vedere se gli altri la guardano, controlla anche la sua
ombra. Aretè è postata e calma e kakia invece corre→le sue parole pongono nel piacere ciò che
offre a Eracle→piaceri che riguardano le sfere sensoriali, edonè→distinzioni sinonimiche che
Prodico proponeva nei suoi testi.
In confronto ad altri testi kakia non usa termini inerenti al piacere nello stesso modo in cui Prodico
le utilizza. Quindi si può pensare che Senofonte non abbia rispettato i termini di Prodico oppure si
può pensare che Prodico rappresenti kakia come incapace di parlare correttamente.
Kakia offre piacere senza fatica.
14 dicembre
Testo dell’Eracle al bivio di Prodico→viene descritto il momento con cui Eracle sceglierà il genere
di vita→rielaborazione di alcuni versi di Edioso delle Opere e i Giorni e poi c’è riferimento al
celebre episodio del giudizio di Paride che deve scegliere tra le tre dee.
Eracle→forse figura di eroe civilizzatore dell’agricoltura.
Aretè e kakia sviluppano due discorsi→antilogia che implica una vittoria dell’aretè→negli agoni di
solito il secondo che prende la parola ottiene la vittoria.
Vengono delineati due generi di vita diversa: uno improntato all’eccellenza, con una morale
tradizionale mentre l’altro genere di vita è basato sull’edonè. La mossa dialettica di aretè è quella
di dimostrare che questi piaceri risultano illusori→lessico dell’apparenza che caratterizzava la
figura di kakia.
Prodico vuole sviluppare problematiche legate alle attività del dibattito culturale.
Tragedia di Euripide andata persa→Antiope→agone tra i suoi due figli→portaparola di due generi
opposti. Platone riprende nel Gorgia l’agone dell’Antiope. Anche nel Teeteto→ politici vs retori.
Attività dei sofisti→a lato dell’attività creativa ed artistica c’è un’attività di tipo tecnico→critica
letteraria e sono loro a dare un impulso molto forte.
Rudolf Fifer→la filologia nasce con la poesia stessa e in qualche modo è Omero a dare inizio a
questo tipo di atteggiamento→riflette sulle parole che usa, le spiega e le commenta. Volontà del
poeta di riflettere sui nomi o sull’etimologia→forme embrionali sulle forme del mestiere del
poeta. Ricerca di criteri per confermare che quello che si stabilisce è vero. I poeti all’interno dei
loro testi riflettono sulla loro attività. Poi nasce anche attività di tipo esegetico per la
comprensione del testo di Omero.
Senofane→tema della rappresentazione degli dèi→hanno i peggiori vizi degli esseri
umani→Senofane nega che gli dèi abbiano forma antropomorfa. Forse crede nell’esistenza di un
dio unico. Con Senofane si sviluppa un dibattito critico intorno alla poesia di Omero.
Interpretazione allegorica degli dèi→si ricerca il significato nascosto. Oscuro rapsodo di Reggio
Calabria.
Attività esegetica presente anche prima dei sofisti. L’attività dei poeti→con meccanismi di inter-
allusività facevano anche loro delle forme di riflessioni sulla tradizione letteraria.
Per Fifer la vera filologia comincia ad Alessandria→i filologi hanno solo interesse per il testo
letterario invece nei sofisti e in Aristotele questa esegesi era funzionalizzata a qualcos’altro→nei
sofisti questa critica letteraria è usata per capire se ci sono dei problemi logici oppure è un punto
di partenza di tipo etico.
C’è un caso di Protagora→analisi di una scena omerica per capire in che modo era stata costituita
la scena.
Critica letteraria dei sofisti legata anche all’ambito estetico.
17 dicembre
Sezione esegetica del Protagora→coerenza del testo.
Carme di Simonide→contraddizione→testo da considerarsi come mal fatto. Socrate però lo aveva
giudicato come un testo ben fatto e doveva dimostrare che Simonide non si contraddiceva.
Mentre Protagora mostra la contraddizione e attacca Simonide per attaccare Socrate→carattere
agonistico.
Metodo di Prodico→ricerche linguistiche che riguardavano l’ambito semantico→prova ad
analizzare le proposizioni→distinzione tra il verbo essere e del verbo divenire→Socrate cerca di
mostrare a Protagora che la contraddizione non c’è.
Socrate riesce a risolvere la contraddizione→interpretazione è ricca di forzature→per Socrate con
l’esegesi dei poeti non si arriva a nulla.
Per Socrate nessuno compie il male volontariamente.
Esempio di esegesi omerica nell’Ippia Minore→ci si misura con un problema di critica omerica, con
una componente etica marcata→stabilire quali tra i personaggi dell’Iliade e dell’Odissea Omeri
abbia assegnato il personaggio migliore=aristos. Qualcosa di molto importante→Ippia, erudito e
secondo alcuni anche poeta, sostiene che il personaggio rappresentato come migliore è Achille, il
più sapiente è Nestore e il politropos è Ulisse. Questo termine viene interpretato da Ippia nel
senso di una duplicità →carattere menzognero e astuzia ingannevole. Per Omero questa astuzia è
però sempre caratterizzata da fini positivi.
Anche Antistene, un altro Socratico, aveva in un suo dialogo posto un problema di questo tipo.
Aldo Brancacci sostiene che già Antistene aveva composto un dialogo simile all’Ippia minore.
Politropos→capacità di Ulisse di adattare il proprio discorso a seconda delle occasioni e
dell’interlocutore. Capacità retorica→adattarsi al kairos della situazione.
Socrate non capisce perché viene usato il termine politropos→allora Ippia prende il testo di
Omero e cita il testo→ nono canto=achei sono in una situazione critica e allora inviano
un’ambasceria ad Achille guidata da tre illustri rappresentanti: Odisseo, Aiace e Fenice. Achille
spiega in cosa consiste la politropia di Odisseo→pensare una cosa e dirne un’altra.
È difficile recuperare il pensiero di Omero.
Achille è presentato da Odisseo come un mentitore. Secondo Socrate Achille è inferiore ad
Odisseo→chi mente volontariamente è superiore a chi mente senza volerlo. Però anche Achille
mente volontariamente→ad Odi dice che partirà subito mentre ad Aiace dice che rimarrà in
patria.
Condizione aporetica in cui Socrate sembra giungere. Ippia protesta sul modo di Socrate di
condurre la discussione. Però c’è un intervento esterno che esorta Socrate a continuare. Socrate
prende il paradigma delle tecne→ambito sportivo→nella corsa il corridore corre veloce e può
diminuire la sua velocità→usa la sua arte per ottenere un risultato positivo e uno negativo.
Per Socrate l’anima più giusta è quella più capace e quindi può scegliere di compiere sia il giusto
che l’ingiusto→la virtù è scienza.
Il modello tecnico che Socrate usa la porta ad affermare che il tecnico sia il solo capace di usare la
sua arte bene o male→se anche la giustizia rientra nell’ambito tecnico l’uomo buono è colui che è
in gradi di compiere il bene e il male.
Omero confessa i suoi inganni, ma sono a fin di bene→uso della menzogna che ha il fine buono di
ristabilire la giustizia ad Itaca.
Ironia, dimostrazione per assurdo, oppure Socrate usa il falso a fin di bene.
Fabio Massimo Giuliano→per lui l’Ippia minore è una ricerca omerica dell’epoca dei sofisti. Il tipo
di analisi non avrebbe nulla di ironico e ci sarebbe una comparazione con i testi omerici. Si cerca di
spiegare Omero con Omero. Però c’è da mettere in evidenza come questa analisi letteraria sia u
punto di partenza per una ricerca di tipo etico.
Odisseo, secondo Platone, è il migliore per le sue capacità intellettuali.
Senofonte nei Memorabili ci dice che Socrate lodava Odisseo in relazione all’episodio di Circe→i
compagni vengono trasformati in maiali. Odisseo era l’unico che non era stato trasformato perché
aveva la capacità di controllo di sé→esempio di pazienza.
Tipo di analisi sviluppati dai sofisti sul testo di Omero→prefigurazione dei metodi utilizzati dagli
alessandrini.
Comprensione del testo è sempre in vista di un fine.
Platone recepisce molto dell’insegnamento dei sofisti, pur in un atteggiamento critico. Da un
punto di vista letterario, adattando la tradizione del passato al contesto socratico, è debitore alle
epideixis dei sofisti. Il primo grande mito che inserisce nei dialoghi lo fa pronunciare a Protagora.
Aristofane→la maschera del sofista svolge un ruolo importante→Socrate delle nuvole come figura
di sofista che raccoglie in sé molte caratteristiche degli intellettuali del 5 secolo. Un passo delle
Rane→Agone vs Euripide→stabilire chi di questi due poeti è il migliore e il migliore viene riportato
in vita per dare consigli ad Atene. Per capire chi è il migliore si usano le metodologie letterarie dei
sofisti che vengono descritte nel Protagora.
Tucidide→presenza del metodo antilogico→è un’eredità della sofistica, anche lo stile è
influenzato dalle figure gorgiane e l’attenzione terminologica di Prodico. Antifonte è il maestro di
Tucidide.
Euripide
Fra i tre grandi tragici è quello che appare più connesso sul dibattito intellettuale del V secolo. Le
fonti antiche insistevano molto su questi aspetti. Nella commedia di Aristofane è rappresentato
come un poeta sofista→presentazione satirica. La tradizione biografica postula dei rapporti con la
sofistica, con il pensiero presocratico e con lo stesso Socrate.
È molto presente anche l’idea di un Euripide, anche perseguitato e portavoce della filosofia
anassagorea. Mostra con forza i limiti religiosi dei Sofisti.
Di Benedetto→progressivo distanziarsi dalla fiducia nel logos→ limiti del logos nel suo rapporto
con la realtà delle cose.
Euripides and the sofsist→è un errore considerarlo come un pensatore, è un autore di teatro e usa
le tesi filosofiche dei sofisti per la sua drammaturgia. Tema dell’insegnabilità della virtù, il
problema della retorica.
Dibattito con Gorgia→Euripide risponde in termini originali.
Rapporto tra realtà e percezione→Elena di Euripide→figura di un’Elena fantasma
Tragedia del 424→si svolge dopo la guerra di Troia→ci si prepara a partire e il prologo è aperto dal
fantasma di Polidoro (più giovane dei figli di Ecuba, consegnato da Polimestrome). Polidoro dice
che è apparso il fantasma di Achille richiedendo che sia sacrificata l’ultima figlia di Ecuba e Priamo.
Ecuba è all’oscuro di questa richiesta e anche della morte di Polidoro ma dei sogni la tormentano.
C’è ancora una volta l’immagine negativa di Odisseo. La figlia invece accetta il suo destino perché
preferisce morire che vivere come schiava. Odisseo è supplicato da Ecuba di lasciare viva la figlia.
Vedi trama della tragedia Ecuba di Euripide:
La scena si svolge in una spiaggia del Chersoneso tracico, dove la flotta di greci che ha
espugnato Troia si è accampata, bloccata da venti contrari che le impediscono il rientro. Le donne
troiane ed Ecuba, in qualità di regina di Troia, sono prigioniere di guerra. Per garantire il ritorno in
patria dei greci vincitori, il fantasma di Achille richiede il sacrificio sulla propria tomba di Polissena,
figlia di Ecuba. Questi eventi sono narrati nel prologo dal fantasma di Polidoro, il più giovane dei
figli di Ecuba, che era stato mandato in protezione con una ricca dote presso il
re tracio Polimestore, il quale lo aveva invece ucciso per impadronirsi delle sue ricchezze.
Ecuba è all'oscuro della morte di Polidoro e della richiesta di sacrificio di Polissena. Nel pieno della
notte esce turbata dalla tenda di Agamennone, vittima di un oscuro presagio che le fa temere per
la sorte dei figli. Sopraggiunge un coro di prigioniere troiane che la informa della richiesta del
fantasma di Achille, accolta dai greci per volere di Odisseo. Ecuba è disperata. Sopraggiunge
Polissena che, alla notizia della sua futura sorte, si dispera per la madre ma coraggiosamente
accetta il suo destino, preferendo essere scannata piuttosto che vivere come una schiava senza
dignità.
Ulisse giunge ed invano Ecuba lo prega di lasciare vivere la figlia o di ucciderla insieme a lei.
Polissena, coraggiosa e forte, viene portata via mentre Ecuba si accascia disperata al suolo. Giunge
l'araldo Taltibio a narrare la morte della giovane, chiedendo ad Ecuba di darle degna sepoltura.
Ecuba incarica un'ancella di colmare una brocca di acqua di mare, necessaria per lavare la salma di
Polissena, ma questa ritorna col cadavere coperto del figlio di Ecuba Polidoro, ripescato nelle
acque del mare dove l'uccisore Polimestore lo aveva gettato.
Inizia così la follia di Ecuba, disperata per la perdita dei figli. Medita vendetta quando
sopraggiunge Agamennone, al quale Ecuba racconta del perfido Polimestore che ha infranto il
sacro vincolo dell'ospitalità e disonorato il cadavere del figlio Polidoro gettandolo in mare.
Agamennone, impietosito da Ecuba e sdegnato dalla perfidia e dalla bramosia di Polimestore,
accetta l'invito della donna a non opporsi al suo piano di vendetta.
Ecuba convoca Polimestore nella tenda di Agamennone, con la scusa di dover rivelare a lui e ai
suoi figli dove si nasconde il tesoro dei Priamidi. La segretezza della rivelazione impone a
Polimestore l'obbligo di allontanare i servi e di restare solo con la donna, la quale lo incalza con
interrogativi sulla salute del figlio, ai quali Polimestore risponde con menzogne.
Entrate nella tenda le prigioniere Troiane immobilizzano l'assassino ed Ecuba, resa cieca dalla
collera, con dei sassi uccide i due figli del re Tracio, poi gli si scaglia contro e lo acceca compiendo
così la sua vendetta. Uscito dolorante per la ferita dalla tenda, Polimestore chiede vendetta al
sopraggiunto Agamennone, che ha udito le grida di dolore del re tracio. Agamennone lo interroga
sul suo comportamento, per il quale Polimestore si giustifica dicendo di essere stato costretto ad
uccidere Polidoro per impedirgli di ricostruire in futuro Troia. Anche Ecuba espone le ragioni del
suo gesto, mostrando disprezzo e risentimento nei confronti delle giustificazioni di Polimestore.
Agamennone, sentite le due parti, non condanna Ecuba, e Polimestore si infuria, inveendo contro i
due e predicendo loro due sorti terribili. Ecuba morirà e sarà trasformata in cagna mentre
Agamennone vedrà Cassandra uccisa dalla moglie Clitennestra ed anche lui verrà da lei ucciso con
un colpo di scure. Sdegnato dalle funeste profezie, Agamennone abbandona Polimestore su
un'isola deserta dove rimane fino alla fine dei suoi giorni. Altre fonti raccontano di come Ecuba
infuriata per la morte di suo figlio Polidoro ucciso da Polimestore , soppresse i due figli di
quest'ultimo lapidandoli e poi lo stesso Polimestore, tagliandogli la testa ed immergendo la tenda nel
suo sangue.
Tragedia improntata sul tema del logos e della persuasione, che può portare dei risultati positivi
ma anche negativi. Ecuba ottiene la vittoria ma al prezzo di essere trasformata in un animale.

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