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21 SETTEMBRE
Tematica dei sofisti→sguardo più ampio della storia della letteratura greca (V-IV secolo). Sofisti
condizionano in modo significativo la cultura dell’Atene del V-IV secolo.
Sofisti sono figure che sono rimaste a lungo ai margini e hanno conosciuto un’importanza
maggiore per la storia della retorica. Questa marginalità è legata da un forte pregiudizio per la
critica sollevata da Platone e da Aristotele→li considerano dei millantatori, degli pseudo
filosofi→sviluppano argomenti con carattere persuasivo ma in realtà sono fallacci. Insegnano la
loro arte che sembra avere un ruolo corrosivo. Accusa formulata in termini ambigui sia in Platone
che in Aristotele. Però non sono i soli responsabili di questa immagine dei sofisti, perché
quest’immagine circolava già nel momento in cui la loro attività circolava (commedia Attica
Arcaica).
Nelle pagine di Platone e Aristotele appaiono dei giudizi sfumati.
Il sofista→Platone individua una forma di sofistica che depura da opinioni sbagliate (Socrate)→c’è
uno spazio per una buona sofistica
Aristotele nella Metafisica condanna la sofistica da un punto di vista etico→argomenti della
sofistica sono scorrette e apparentemente persuasive, non colgono la verità. Sofistes→solo 4
fiure: Licofrone, Polidro, Brisone, Aristofane. Non usa il termine in relazione ai grandi sofisti del V
secolo.
Lezioni della storia della filosofia di Hegel→primo testo in cui ai sofisti viene offerto spazio,
bisogna aspettare il XX secolo per una rivalutazione dei sofisti come pensatori.
I manuali di letteratura greca non dedicano molto spazio ai sofisti, vengono più menzionati nella
storia della retorica. C’è una tendenza a sminuire ruolo della retorica del V secolo a.C.-->si sviluppa
in Sicilia e poi giunge in Grecia→ in una serie di studi di matrice anglosassone si ritiene che la
retorica sia un’invenzione di Platone, che conia nel Gorgia. Il primo testo in cui compare la parola
retorichè è proprio il Gorgia, però non è che l’introduzione della parola ne implichi per forza
l’invenzione del concetto.
Sofisti non sono radicati in una città, ma sono itineranti. Se ne trovano molti ad Atene (sistema
politico)→retorica e prosa d’arte. I sofisti sono molto interessati alla letteratura. Per esempio,
Protagora sostiene che bisogna essere dienos→spirito critico, capacità di argomentare→manifesto
di una forma di critica letteraria. Molti sofisti fecero una ricerca sui testi, sul linguaggio→in
Protagora emerge interesse grammaticale, in Prodico un interesse semantico→parole con
sfumature di senso diverse. Si interessano anche alla metrica→Ippia.
Contatto con la traduzione letteraria non era solo di tipo critico→rielaborazione della tradizione
del passato→ricomposizione di discorsi in prosa dando ad essi significato nuovo sia letterario sia
concettuale→per esempio Encomio di Elena oppure mito di Prometeo di Protagora (era di Esiodo).
C’è quindi anche una produzione letteraria da parte dei sofisti.
The history of classical scholarshipp (vedi bibliografia)→ sofisti non hanno superato il limite che li
ha portati ad essere filologi. Per l’autore la filologia nasce ad Alessandria. Sofisti nella preistoria
della filologia.
La tradizione medievale conserva un numero limitato di testi: ci sono i due discorsi di Gorgia,
alcune orazioni di Antifonte, poi c’è un trattato→Dissoi logoi→antilogie→è di un sofista anonimo
che riprendeva l’insegnamento di Protagora. E poi c’è un altro scritto di un anonimo→tracce che
sono utilizzate da un filosofo neoplatonico=Gamblico→scrive un protrettico.
Parte di un trattato di Antifonte→Aletheia
Due testi che non giungono direttamente però sembrano essere frutto di una rielaborazione
diretta:
• Aiace
• Odisseo
Tema della sparizione dei testi dei sofisti→argomento per sottolineare lo scarso valore di questi
testi→celebre pagina di Tucidide→lo storico contrappone la sua opera, che è uno scritto destinato
alla prosperità, ai testi che invece sono stati concepiti per il presente. Scomparsa testi sofisti per
alcuni studiosi è legata al carattere effimero dei loro testi.
Manuali di retorica sono inglobati in una tradizione→Aristotele componeva retorica, poi c’è
un’opera perduta che è la Synagoghè Technon→manuale tecnico→regole di un’arte→aveva
riassunto tutti i precedenti manuali di retorica. Molto spesso la produzione dei sofisti è inglobata
nella produzione precedente.
Testo di Porfirio→ad Atene ci si poteva imbattere in una bancarella di libri con un testo di
Protagora, Galeno leggeva Prodico.
Scomparsa testi dei sofisti è abbastanza tarda→corpus piuttosto ristretto però ci sono da valutare
tracce dei testi dei sofisti nella letteratura dei testi del IV e del V secolo
Euripide è stato messo molto spesso in relazione con la sofistica
22 settembre
Tre prospettive:
• Valutare materiale a disposizione, che però è molto scarso. Ci sono però anche frammenti
e testimonianze (Protagora di Platone, Apologo di Eracle di Prodico inserito da Senofonte
nei Memorabili)
• Contributo dei sofisti alla storia della critica letteraria→patrimonio mitico che viene
riadattato alla società e poi c’è una direzione anche verso la filologia= analisi semantica e
linguistica
• Valutare la presenza dei sofisti all’interno dei grandi autori del V e del IV secolo
Riflessione più generale e introduzione alla sofistica→senso della parola sofista e immagine
negativa che sofisti hanno nella storia del pensiero
Platone e Aristotele parlano dei sofisti e sembrano contribuire alla creazione della loro immagine.
Da un lato ci sono elementi di critica però in realtà sono gli stessi autori a conferire un forte peso
ai sofisti e a recepire ed accogliere il contributo dei sofisti.
Commedia arcaica→i sofisti sono spesso personaggi di questa commedia→oggetto di satira
Immagine negativa però era già presente in ampi strati della popolazione ateniese, peso della
“condanna” platonica e aristotelica ha come risultato l’esclusione dei sofisti dalla storia della
filosofia.
• Diogene Laerzio – Vite e dottrine dei filosofi illustri→nella sia opera i sofisti sono assenti,
tranne che Protagora
• Fabio Filostrato- Vite dei Sofisti→retore→periodo della seconda sofistica→cerca di
tracciare una storia di quella corrente culturale alla quale sente di appartenere →stabilisce
un canone che arriva fino a noi
In epoca moderna si fa cominciare la storia della filosofia con l’opera di un erudito inglese,
professore ad Oxford→Thomas Stanley – The History of philosophy→prima storia della filosofia in
4 volumi (1655-1662)→non sono inclusi i sofisti se non Protagora che viene connesso alla
tradizione eleatica
Diogene Laerzio→distingue due stirpi (si ritrova anche in Stanley) → due famiglie di filosofi: la
famiglia ionica (Talete, Anassimene, Anassimandro, fino a Socrate e Platone) e poi c’è la famiglia
italica (Pitagora, eleati e Parmenide fino a Democrito e considera Protagora suo allievo)
• Indovini di Turi→Turiomantes→Turi è una città (Calabria) fondata tra il 446 e il 443 a.C. su
iniziativa ateniese e raccoglieva cittadini provenienti da diverse città. La guida di questa
colonizzazione, uno degli ecisti è Lampone, che era un indovino che però aveva un ruolo
politico. Si dice che il compito di fondare questa colonia fosse stato affidato da Pericle a
Protagora. Indovino→capacità di interpretare testi oscuri antichi.
• Praticoni→ iatrotecnai→medici che hanno l’arte della medicina, però in questo caso in
senso negativo. Medico era una figura importante, molti medici erano itineranti e talvolta
venivano assunti dalla città come medico pubblico e spesso si dovevano confrontare tra di
loro in agoni→quindi necessaria abilità di tipo dialettico per accaparrarsi i clienti
• Capelloni perdigiorno che usano l’unghia per sigillo→ riferimento all’abbigliamento strano
dei filosofi e dei giovani attratti da queste figure
• Cantori di cori ciclici con la loro musica contorta e i cialtroni spaziali→ poeti ma quelli che
più erano presi in giro erano quelli corali interessati al genere del ditirambo→poema
dedicato a Dionisio, poi è passato ad altre tematiche di carattere narrativo→composero
melodie molto complicate dal punto di vista armonico e ritmico rendendo oscuro il
contenuto del poema. Non si capisce se cialtroni spaziali è un epiteto dato a questi cantori
oppure no.
Alla fine, tutte queste categorie rappresentano persone scansafatiche→sono sostenuti tutti dalle
nuvole.
423 a.C. →Presenza del termine sofistes che include diverse figure intellettuali appartenenti ad
ambiti diversi: la mantica, la scienza naturale, la retorica-dialettica e la poesia. Uso abbastanza
indeterminato del termine→Grilli infatti usa il termine intellettuale (anacronistico) e non sofista.
È evidente che c’è una sorta di ostilità in queste figure, che sono concepite come bizzarre e inutili
Tucidide
Raffinato pensatore politico, concezione realistica e tragica della storia→nell’agire umano ci sono
delle costanti→guardare alla storia per prevedere gli eventi futuri. Storico che ci offre resoconto
della guerra del Peloponneso→scontro descritto come il più importante della storia greca. Terzo
libro delle Storie che mostra una figura del demagogo Cleone e una figura oscura che è quella di
Odoto.
Guerra del Peloponneso→causa di questo scontro è l’imperialismo ateniese. Cleone dice che
bisogna essere spietati→tutti i maschi adulti devono essere uccisi.
12 ottobre
Opera di Tucidide molto condizionata dalla lezione dei sofisti→discorsi molto rifiniti da un punto di
vista retorico (Gorgia e Antifonte a cui Tucidide dedica un elogio), poi c’è la pratica delle antilogie
(Protagora). Tucidide ricostruisce dei discorsi basati su un criterio di plausibilità→ discorsi opposti
permettono allo storico di evidenziare i diversi punti di vista e le forze che agivano in opposizione
e determinavano lo sviluppo storico→offrono la prospettiva dello sviluppo storico.
3° libro→ ANTILOGIA SUI MITI LENESI→ Cleone e Diodoto→Mitilene connessa a isola di Lesbo che
si oppone agli ateniesi e passa da parte di Sparta→Atene ha la meglio e si dibatte sulla punizione
nei confronti dei ribelli→uccisione dei maschi adulti e schiavitù per il resto della popolazione→Gli
ateniesi però cambiano idea. Riflessione tra rapporto di democrazia e impero. Cleone→se non si
porta a termine questa punizione Atene risulterà debole e le città alleate gli potrebbero voltare le
spalle.
Tucidide fa pronunciare a Cleone il termine sofistes→stigmatizza i cittadini avvinti dal gusto per le
belle parole però non hanno efficacia sulla realtà. Bel discorso che prevale sul suo contenuto e
inganna il pubblico orientando in modo scorretto la deliberazione politica. Cleone ha la tendenza
antintellettualistica, ostile alla paideia. È portavoce di una democrazia radicale
Menone
Parte finale dove interviene Anito (posizione politica simile a quella di Cleone).
Menone→prima fase avanzata e riguarda il problema dell’insegnabilità della virtù. Gli interlocutori
sono Menone e Anito.
Aretè→ambito dell’eccellenza→realizzare nel miglior modo possibile la propria funzione.
Emerge che l’aretè è qualcosa di innato e appartiene agli aristocratici→eccellere nel governare la
vita politica→concezione che si trova in Pindaro per esempio. Poi c’è un’altra posizione diffusa
nella democrazia→esercizio nelle pratiche della vita politica permetta di sviluppare l’aretè
politica→legata all’abitudine, alla pratica, all’imitazione. Poi concezioni dei sofisti→ aretè si può
apprendere→ci sono delle tecniche di insegnamento.
Aretè= arte che forma l’uomo kalosagatos→i sofisti si proclamano maestri di questa arte
Anito sostiene che queste figure siano una rovina e una sciagura.
Paragone con Fibia→autore del Partenone, della statua di Atena sull’Acropoli→si è arricchito
molto
Per Anito ci dovrebbe essere un controllo da parte dello stato per espellere i sofisti o non farli
entrare→Anito è portaparola di un’ostilità molto forte che caratterizza società ateniese dopo l’età
periclea.
Cinegetico di Senofonte→parla della caccia con i cani→valore paideutico della caccia e ci si
scontra con l’ambito dei sofisti→parole molto dure nei confronti dei sofisti
Figura di Mnesifilo di Frearro→ svolse attività sofistica prima dei sofisti e ce ne parla Erodoto→
battaglia di Salamina→convinse Temistocle ad attaccare i persiani a Salamina.
La sophia è intesa come un tipo di sapere non speculativo ma di tipo politico.
13 ottobre
Accezione negativa del termine sofistes→tendenza antintellettuale→dopo morte di Pericle
emergono figure dei demagoghi.
Discorso di Cleone→natura ingannevole dei discorsi dei sofisti, i loro argomenti colpiscono a fondo
il pubblico che ama assistere alle loro performance oratorie ma anche sui discorsi politici e
giudiziari.
Menone→Anito pensa che i sofisti siano dei veri e propri corruttori
Arete: alcuni gli attribuivano un carattere naturale, altri invece la considerano come un qualcosa
che si raggiunge attraverso l’esercizio della pratica politica, poi invece per i sofisti l’arete è una
materia di insegnamento. Posizione di Socrate è vicina a quella dei sofisti→rapporto tra maestro e
alunno però arete non è da considerata come un bene da vendere.
Anito parla di sofisti prima di Protagora→esistono davvero o è Protagora il primo a sviluppare
questa attività? diciamo che molte caratteristiche dei sofisti esistono anche precedentemente: i
poeti, per esempio, svolgono una funzione importante nella città democratica ma anche nelle corti
in cui operano; sono itineranti e si fanno anche pagare (Istmica di Pindaro). Poi ci sono anche i
musicisti e poi figura del consigliere di Temistocle (Mnesifimo) che viene definito da Plutarco come
un sofista ante litteram→ pare non essere corrotto dalla retorica giudiziaria.
Rapporto tra sofisti e denaro→Platone insiste moltissimo su questo.
Anche prima dei sofisti si vendevano dei saperi→caso di Pindaro e anche di Simonide (testimonia
Aristotele) che si fece pagare per un elogio ad Atene. Anche i medici si facevano pagare.
Nella commedia appare la figura di sofista come interessato ai beni materiali, anche se non c’è
l’intensità di Platone.
Ippia Maggiore
Socrate e Ippia dialogano intorno al problema del bello e ha suscitato perplessità infatti molti lo
considerano come un dialogo spurio. Per Socrate i sofisti si concentrano sull’aspetto pubblico e
spesso erano uomini illustri e stimati per il loro valore intellettuale→usati dalle città come
ambasciatori→se ci sposta al di fuori dell’ambito ateniese figura come Gorgia, Ippia e Prodico
erano state scelte come ambasciatori.
Nel 427 la città di Lentini invia ad Atene Gorgia che pare aver fatto effetto sui cittadini→interesse
del sofista è di tipo politico che svolge interessi della propria città.
Anche Prodico (da Ceo) svolge questa funzione pubblica e poi insegna anche privatamente con
grossi guadagni.
Questi sofisti moderni sono contrapposti a quelli del passato, che non chiedevano denaro ed
evitavano un’esibizione della propria sapienza davanti a una massa indiscriminata.
Aristippo, uno dei primi allievi di Socrate, si faceva pagare. Anche Eschime si faceva pagare.
Aneddoto di Diogene Laerzio→ Aristippo accusato di prendere denaro e lui contesta dicendo che
Socrate riceve da illustri personaggi vino e grano→per Aristippo i suoi schiavi sono i più illustri
ateniesi→anche Socrate non era alieno a ricevere un compenso, solo che questo compenso era
moderato.
Frammento 59 di Arsitosene (allievo di Aristotele, fonte poco neutre)→Socrate avrebbe avuto
denaro e lo avrebbe investito e poi che si accontentava per vivere degli interessi di questo
investimento.
Disprezzo aristocratico nel comprare l’insegnamento della virtù politica→permetteva a tutti di
raggiungere le cariche nella politica, però coloro che si servono dei sofisti non sono coloro che
ambiscono a diventare i politici della città. Figura che diventa schiavo dei propri allievi, ha una
perdita di libertà. Ma era così preoccupato della libertà dei sofisti Platone? Platone ritiene che il
pagamento implichi l’impossibilità di una reale selezione del proprio discepolo. L’insegnamento
socratico-platonico è molto centrato sull’allievo e non funziona se l’allievo non ha delle
caratteristiche intellettuali ed etiche. Nel Teeteto Socrate dice che molti sono andati da lui ma non
erano persone giuste, così le ha mandate da Prodico.
Per uno studioso (?) il fatto di criticare qualcuno per la sua avidità è un topos dell’invettiva.
Quanto guadagnavano i sofisti?
Un gruppo di cifre molto alti→ 100 mine (Protagora e Gorgia e anche a Zenone di Elea=filosofo e
non sofista). Poi ci sono cifre più basse→Callia pagò 5 mine per l’educazione dei figli (Apologia di
Socrate). Poi Isocrate parla di sofisti che chiedevano 3 o 4 mine. C’è una serie di fonti dalle quali è
difficile capire.
Un artigiano specializzato nella costruzione dei templi guadagnava circa 4 mine.
Esistevano dei corsi di lunga durata, di breve durata oppure si pagava anche a lezione singola.
Rapporto dei sofisti con il logos
Retorica è il cuore dell’insegnamento della sofistica.
Prima i sofisti erano stati schiacciati sulla retorica, oggi si arriva a considerarli estranei alla
retorica→molti studiosi di matrice anglosassone e americana (Thomas Call e Edward Schiappa)
che formulano una tesi molto forte: la retorica nasce nel IV secolo e nel V secolo non esiste→
momento di fondazione della retorica si ha con il Gorgia di Platone→lui sarebbe il primo a usare il
nome retorikè. Fino al V secolo c’è stata una pratica dei discorsi però senza una
concettualizzazione teorica della retorica. In realtà questa posizione è debole.
Retorica ha un impianto teorico però è una disciplina anche di tipo pratico.
ARISTOTELE→ci offre due resoconti sulla retorica contraddittori:
• Diogene Laerzio cita un’opera perduta di Aristotele intitolata Il Sofista→il protos euretes
(inventore) sarebbe Empedocle→pensare non tanto all’Empedocle poeta ma all’uomo
politico→Agrigento quando cade la tirannide. La tradizione ci dice che Gorgia fu allievo di
Empedocle
• Opera perduta di Aristotele Sunagoghè tencon= raccolta delle arti→ lavoro preparatorio
alla Retorica→riassunto opere preparative alla retorica e le aveva
catalogate→composizione di manuali che hanno precetti di retorica avviene nel momento
della caduta delle tirannidi (476 a.C.)
Passo dell’antilogia relativa alla questione di Mitilene (3° libro delle storie di Tucidide)→figure di
Cleone e degli altri demagoghi che detengono il potere ad Atene. Natura ingannevole dei discorsi
dei sofisti che colpiscono a fondo il pubblico→discorsi epidittici e giudiziari. Cleone→sofistica
screditata per la scarsa attinenza dei discorsi dei sofisti. Poi si sottolinea il carattere spettacolare
della sofistica→simile agli spettacoli teatrali.
Figura di Anito (Platone)→vede i sofisti come dei veri e propri corruttori
Menone→tema della virtù→non è da considerarsi un bene in vendita→importante qualità
naturali del discente ed è importante il rapporto che ha con il maestro.
In un primo momento i sofisti sono visti come una forza positiva nell’età di Pericle. Poi dopo, le
nuove classi dirigenti sono estranee da quel tipo di intellettuali, quindi i sofisti vengono respinti.
Però c’è anche un progressivo radicalizzarsi delle posizioni dei sofisti→vanno verso posizioni filo-
tiranniche.
Ci sono sofisti prima di Protagora? O è lui il primo a sviluppare la sofistica? →ci sono molte
caratteristiche dei sofisti che si sviluppano anche nei poeti→ruolo politico ed educativo, sia nella
città democratica sia nelle corti in cui operano, e spesso si fanno pagare. Ci sono anche i teorici
della musica→ruolo di consiglieri o portaparola di uomini politici. E poi c’è la figura di Mnesifimo,
che Erodoto dice essere consigliere di Temistocle e Plutarco lo considera un sofista ante
litteram→pare non ancora essere corrotto dalla retorica giudiziaria.
Rapporto tra i sofisti e il denaro→ leitmotiv della polemica platonica→ Platone presenta sempre
un riferimento a questo aspetto. Anche prima dei sofisti si vendevano dei saperi→categoria dei
medici riceveva un compenso. Platone considera il fatto di farsi pagare come una delle nuove
caratteristiche dei sofisti →Ippia maggiore→testimonianza della figura del sofista Ippia e ci dà
informazioni sull’attività dei sofisti. Per Socrate i nuovi sofisti uniscono due aspetti: quello
pubblico→uomini illustri nella comunità cittadina ed erano stimati e le città li utilizzavano come
ambasciatori. Nelle occasioni pubbliche i sofisti si accaparrano degli allievi.
Platone insiste in maniera caricaturale sui sofisti che si valutano per le loro ricchezze.
Sette definizioni proposte dei sofisti→ quattro riguardano le posizioni economiche
Il sofista→ problema della concezione dell’essere legato a Parmenide. In questo dialogo il motore
della ricerca viene condotto dallo straniero di Elea→attraverso il metodo della diairesis→vengono
proposte delle definizioni del sofista→bisogna capire chi sono le figure che possono essere
confuse con il filosofo e con l’uomo politico.
Aristippo, uno dei primi allievi Socrate, si faceva pagare. Anche Eschime si faceva pagare.
Immagine della prostituta che si vende ai clienti→perdita di libertà e il maestro è come se
diventasse schiavo.
David Blenk→problema di metodo educativo→pagamento per Platone implica l’impossibilità di
una reale selezione.
14 ottobre
Schiappa→Gorgia di Platone→la retorica ha avuto il suo atto fondativo→parola retorikè compare
accompagnata dal participio del verbo kaleo=chiamare→problema di denominazione.
Aristotele è la fonte principale→ descrive forme diverse della retorica dal punto di vista storico.
Colloca l’origine della retorica in quanto produzione di manuali di retorica nel contesto della Sicilia
del primo terzo del V secolo, dopo la caduta delle tirannidi di Siracusa e di Agrigento→implicano
una ripresa dell’attività assembleare e giudiziaria→strumenti per rendere la loro oratoria più
persuasiva. Primi tecnigrafi→dottrina del plausibile e del verosimile.
Testimonianza di Diodoro Siculo→scrive una storia universale del I secolo a.C.→Biblioteca
storica→ambasceria di Gorgia in Atene (anche Platone faceva allusione a questo evento).
Colonizzazione greca della Sicilia ha due stirpi: i Dori e i Calcidesi. I sofisti erano personalità illustri
di cui la comunità si serviva per missioni diplomatiche. Gorgia viene presentato come un inventore
della retorica.
Isocolo= figura retorica→membri della frase strutturati nella stessa maniera.
Omoteleuto→figura retorica che si usa quando due o più parole terminano in maniera uguale o
simile.
Stile di Gorgia colpì molto il pubblico→ contraddizione delle tesi che la retorica viene a
compimento solo nel IV secolo.
Gorgia di Platone
Inizio del Gorgia→ casa di Callicle, allievo di Gorgia, noto solo da questo dialogo (forse è inventato
da Platone)→porta parola del punto di vista del diritto del più forte. Dialogo si sviluppa dopo che
Gorgia ha tenuto una sua conferenza→Socrate arriva in ritardo insieme a Cherefonte→non è
interessato a sentire l’esibizione di Gorgia ma vuole capire che cosa sia quest’arte dette retorica.
Polo, altro allievo di Gorgia, propone un elogio della retorica. Socrate si rende conto che Polo non
è capace a dare una risposta→si rivolge allora a Gorgia.
(Schiappa fa una forzatura)
Testo di Alcidamante, allievo di Gorgia→si conservano due discorsi: uno sui sofisti e uno su
Odisseo→compare il termine retorikè e non si sa se il Gorgia è stato scritto prima del testo di
Alcidamante (forse è stato scritto intorno al 390 a.C.)
Discorso di Gorgia su Palamede→discorso che avrebbe pronunciato in propria difesa
L’Odisseo di Alcidamante è il discorso di accusa di Odisseo verso Palamete→discorso di tipo
improvvisato.
Alcidamante→retorica improvvisata, discorso vivo che reagisce ai vari contesti. Ci sono persone
che mancano nella retorica perché producono solo dei testi, ma non sanno improvvisare→sono
alla stregua dei poeti.
Per la Luzzatto il termine retorikè ha un inventore→non fu Platone ma lo stesso Gorgia a
introdurre il termine→autori come Schiappa cercano come retorica quella che è per loro, ma la
retorica nel mondo antico non ha mai separato la teoria dalla prassi.
Call insiste sul fatto che la retorica delle origini consisteva nella riproduzione di discorsi esemplari
che gli allievi ripetevano a memoria→per esempio la difesa di Palamete, che si trattava di
tradimento, poteva essere usata per casi simili.
Passo di Aristotele delle Confutazioni Sofistiche (Sofisticoi elencoi)→ è alla fine dei Topici→opera
dedicata alla dialettica
Nelle confutazioni vengono passate in rassegna una serie di argomenti sofistici e mostra come
siano fallaci. Aristotele è stato il primo a studiare in modo sistematico la dialettica.
Aristotele si interessa dei prodotti forniti dalla tecnica→c’è un parallelismo con i discorsi eristici→
discorso simile alla dialettica il cui scopo però non è ricercare verità ma ottenere la vittoria nel
dialogo→figure di Eutidemo e di Teodoro.
Per Aristotele Gorgia non ha offerto un’elaborazione teorica ma ha offerto solo discorsi
paradigmatici che i suoi allievi hanno imparato a memoria.
Testo del Fedro di Platone→insiste sulla sottigliezza teorica dei sofisti (un pochino contro
Aristotele)→ i sofisti coniano anche dei neologismi per indicare alcuni aspetti della loro attività.
Il Fedro offre un proprio punto di vista sulla retorica→ retorica filosofica→ persuasione che si
ottiene adattando dei determinati tipi di discorsi a determinati tipi di anime. Buon discorso basato
sulle procedure della dialettica: analisi e sintesi. Possesso di una tecnica di argomentazione solida.
Idea del carattere sofisticato dei sofisti, non solo una pratica empirica che Aristotele attribuisce a
Gorgia.
20 ottobre
Questione dell’invenzione della retorica→testi di Aristotele→synagoghè tecnon→figure legate
alla ripresa dell’attività democratica dopo caduta delle tirannidi→Fisia e Corice→nozione di
plausibile e verosimile
Diodoro Siculo→ruolo di inventore della retorica a Gorgia (protos euretes)→ambasciata del 427
a.C. condotta da Gorgia ad Atene→ permise a Gorgia di incalzare gli ateniesi grazie alla sua
raffinatezza stilistica→si conquistò una serie di allievi.
Vero atto fondativo della disciplina di troverebbe nel Gorgia di Platone→però in realtà non c’è
nulla che ci faccia pensare ad una nuova coniazione. Poi c’è un testo, forse più antico del
Gorgia→l’orazione sui sofisti di Alcidamante→retorica=attività che concerne l’arte del discorso.
La parola retorica non c’è prima del Gorgia, perché è una coniazione del V secolo→forse Gorgia fu
il primo a introdurre questa parola.
Retorica conteneva precetti teorici? →Confutazioni Sofistiche di Aristotele→pedagogiia di Gorgia
consisteva nel fornire dei modelli di discorso da imparare a memoria e poi da riusare in base alle
diverse circostanze. Però in questi testi c’erano anche elementi di riflessione. Una riflessione di
natura teorica è attestata→Encomio di Elena e anche un passo di Platone che testimonia che la
retorica del V secolo avesse una connotazione riflessiva→termini e neologismi→testimoniano una
forte volontà di riflettere→il linguaggio corrente sembra essere insufficiente e quindi c’è una
necessità di introdurre nuovi termini.
Platone teorizza una buona retorica→adattare il discorso a diversi tipi di anima→psycagoghia.
L’argomentazione deve essere basata sulle regole della dialettica→buona retorica si identifica con
la filosofia. Retorica non dialettica→nozioni non scientifiche ma preliminari. Anche Aristotele
considera aspetti estranei, non tecnici→per Aristotele l’arte della retorica consiste nell’arte
dell’argomentazione→produzione di sillogismi.
Confutazioni sofistiche- Fedro
Secondo Socrate uno dei caratteri principali dei primi retori era quello di suddividere il discorso
retorico in una serie di parti→si comincia dal proemio.
Teodoro di Bisanzio→specializzato nell’ambito della retorica→non c’è in Diels e Kranz. Anche
Aristotele testimonia nella retorica che Teodoro sarebbe stato autore di un manuale di retorica.
C’è un esordio, poi c’è una narrazione dei fatti, poi ci sono le testimonianze, poi gli elementi in
prosa che permettono di offrire la dimostrazione della verità della tesi sostenuta→Teodoro fa una
gerarchia di questi elementi.
Si ricorda anche la figura di Eveno di Paro→figura che non è inclusa in Diels e Kranz-->la sua
produzione è poetica→Platone lo menziona tre volte connotandolo come sofista (Apologia,
Fedone→Socrate si sarebbe messo a comporre poesie e i suoi compagni gli portano un messaggio
da parte di Eveno che era interessato alla poesia, e infine c’è nel Fedro)→elemento della
confutazione e tema della contraddizione.
Le riflessioni attribuite ad Eveno sono l’allusione e l’elogio indiretto (retorica epidittica) però
faceva uso di elogi e biasimi diretti.
Poi introdotte due figure del mondo siciliano: Tisia (per Aristotele fu l’inventore della retorica) e
Gorgia→importanza del verosimile che dovrebbe essere onorato più della verità (esempio
dell’uomo robusto che ha percosso quello più debole). Platone fa una critica a queste figure,
perché poco interessate alla verità. I sofisti usavano queste argomentazioni nei casi in cui c’è
l’evidenza della verità, quindi si usa la strategia dell’eikos=plausibile. Anche gli storici usano il
criterio di plausibilità, per esempio, sulla base delle analogie di situazioni che possono essere
verificabili. Usato anche nell’ambito della medicina.
Retorica→sviluppare punti di vista diversi→per esempio far sembrare grandi le cose che sono
piccole e viceversa.
Importante anche l’elemento della durata opportuna del discorso→Prodico→discorso ben
misurato (anche Ippia la pensa così).
Figura di Polo, allievo di Gorgia→importanti riflessioni sull’esperienza ma qui è ricordato per la
ripetizione delle parole, l’uso di un linguaggio sentenzioso. Attenzione alla ricerca lessicale e
attenzione all’aspetto fonico dei discorsi.
Figura di Licinio→figura oscura→poeta e sofista che si interessò ad una ricerca di parole che
avessero una certa dolcezza fonica→ come Eveno è ricordato sia come sofista sia come poeta.
Euepeia= bello stile→ bella parola, bel verso →riferimento a Polo→Fedro pensa che anche le
ricerche di Protagora siano così, ma Socrate precisa che non è proprio cos’ e ci parla di
ortoepeia=correttezza di tipo sintattico e grammaticale.
Ricordata la figura di Trasimaco→è uno dei protagonisti della Repubblica e sostiene il diritto del
più forte→i Platone coglie in Trasimaco il rappresentante della dottrina retorica degli
affetti→suscita le passioni del pubblico→opera sui discorsi pietosi, capaci di suscitare la pietà.
Volge gli spettatori verso l’ira e poi li placa con la forza magica del discorso, come una sorta di
incantesimo.
Struttura ad anello→ l’ultima parte del discorso→alcuni la chiamano ricatolapicazione.
Fedro
In questo passo, quindi, c’è una descrizione dei principali sofisti del V secolo. Ogni figura è
accostata a delle parole chiave del suo insegnamento e che ricorrono in questo testo per la prima
volta. Platone, anche se non è amante dei tecnicismi, in questo passo ne usa. Emerge una teoria
della retorica molto sviluppata, non è solo una retorica che fa imparare dei discorsi a memoria. Ci
sono vari ambiti in cui questa riflessione si svolgeva→analisi della struttura dei discorsi secondo
delle partizioni→come sviluppare il discorso. Poi c’è la presenza di tecniche argomentative, per
esempio, Eveno usa forme indirette (lode e biasimo). Poi c’è un interesse verso lo statuto
epistemologico dei discorsi, ovvero il rapporto che c’è con la verità. Poi interesse nel presentare
una stessa realtà secondo prospettive diverse. Poi c’è il problema della durata dei discorsi. Poi c’è
una riflessione sullo stile, con problemi inerenti anche all’aspetto lessicale del discorso. Infine,
un’attenzione relativa alla capacità che il discorso ha di muovere le passioni→dottrina degli affetti.
Ampia riflessione che anticipa i successivi sviluppi dell’arte retorica, anche se il problema
dell’argomentazione assume un peso di particolare rilevanza, soprattutto dopo il contributo di
Aristotele. Nella testimonianza di Platone c’è anche aspetto teorico che assume rilevanza.
Retorica di basa su un insegnamento di tipo retorico e mnemonico però ci sono anche caratteri
della tecnica del discorso. C’erano anche manuali che insegnavano anche tecniche per poter
esprimersi al meglio nei diversi contesti pubblici.
I commentatori anglosassoni vogliono ridimensionare il contributo della retorica del V secolo.
Nel V secolo le figure dei sofisti che si occupavano di retorica non erano specializzate solo in
questo ambito, ma praticavano per esempio anche la poesia. Non c’è ancora grande
specializzazione.
RETORICA EPIDITTICA→genere maggiormente praticato dai sofisti. Nei dialoghi di Platone si parla
di epideixis=conferenza, discorsi che permettevano di mostrare la loro capacità oratoria, non c’è
legame con l’ambito deliberativo e nemmeno a quello giudiziario.
Verbo epidecumi= fare mostra del proprio talento→mostrare agli altri quanto si è bravo. È una
sorta di conferenza che può essere improvvisata oppure la lettura di un testo che va presentata ad
un pubblico determinato. Non è limitata ai sofisti ma ci sono anche dei testi medici→Il trattato sui
venti e il Trattato sull’arte del Corpus Ippocratico.
Platone fa riferimento ad una tecnica epidittica che sarebbe un’arte che confina con la sofistica.
Nel Protagora c’è l’epideixis=conferenza del sofista→ discorsi sulla trasmissibilitià della virtù
politica. Il Gorgia invece inizia con l’epideixis di Gorgia che è appena finita. Nell’Ippia Maggiore si
annuncia che qualche giorno dopo Ippia terrà la sua epidexis che avrà luogo in una scuola. L’Ippia
Minore inizia invece non appena questa epideixis a cui Socrate ha assistito, ma non ha potuto fare
domande e gliele porrà dopo, in un discorso privato.
Isocrate (IV secolo)→pratica la retorica epidittica→propone una distinzione: discorsi in vista degli
agoni=dibattiti e discorsi in vista dell’epideixis→scopo di mostrare il talento dell’oratore. I suoi
discorsi politici non devono essere confusi con le epideixis. Questa forma era molto criticata ma
era anche molto praticata.
Aristotele nella Retorica offre una classificazione sistematica dei diversi generi della retorica.
3 generi:
1. Deliberativo→ha come destinatario i membri dell’assemblea
2. Giudiziario →destinatari sono i giudici
3. Epidittico →destinatario è uno spettatore, un pubblico.
26 ottobre
Fedro→Platone ci offre un’importante testimonianza della presenza di una forte riflessione
retorica sul logos, che si traduce in una serie di precetti→c’è anche la creazione di particolari
neologismi. Va contro l’ipotesi degli studiosi anglosassoni che riducono la retorica a pratica
empirica→il Fedro invece mostra una riflessione teorica sviluppata. C’erano dei manuali e anche
dei discorsi paradigmatici→avevano una funzione di tipo didattico. Per Platone la retorica era
molto tecnicizzata.
I sofisti appartengono alla storia della retorica
EPIDEIXIS→verbo epidecmai= fare mostra del proprio talento→non ha un fine pratico, si oppone
ai discorsi politici e giudiziari.
Isocrate→discorsi in vista degli agoni→l’unico scopo è quello di mostrare la bravura
dell’autore→Isocrate pratica questo genere di discorsi però lui pensa che i suoi discorsi siano utili
(non come i discorsi epidittici che non hanno utilità).
L’epideixis è un genere a sé nella Retorica.
Nel primo libro c’è una distinzione tra i generi della retorica→tassonomia
1. DELIBERATIVO→consigliare o sconsigliare di fare qualcosa, ha come tempo il tempo futuro,
il destinatario è il membro dell’assemblea e ha come fine l’utilità per la città
2. GIUDIZIARIO→ aspetto principale dell’accusa e della difesa, il tempo è quello passato, il
destinatario è il giudice e il fine è il giusto e l’ingiusto.
3. EPIDITTICO→aspetto di fare l’elogio oppure di biasimare (ricaduta etica molto importante),
il tempo è presente però possono anche riferirsi al passato, il destinatario è uno
spettatore, il fine è il bello e il brutto. È una categoria molto ampia, però anche stretta per
tutte le tipologie di epideixis. Declamazioni individuali che lasciavano spazio al virtuosismo
dell’oratore. Una delle occasioni tipiche per lo sviluppo di questo discorso era quello delle
assemblee tra greci provenienti da diverse città→si tenevano, per esempio, per le festività,
come i giochi olimpici.
Genere panegirico→categoria più tarda rispetto ai sofisti→ Epitaffios logos→discorso tenuto per
celebrare i caduti nella guerra→abbiamo 6 testimonianze→ discorso introdotto ad Atene dopo le
guerre persiane e sappiamo che dopo la guerra del Peloponneso si incaricava un cittadino illustre
per fare questo discorso→ celebrare e consolare i famigliari del caduto in guerra.
Tucidide ne attribuisce uno a Pericle→celebra, oltre all’eroismo dei caduti, la grandezza di Atene e
la sua capacità di prendersi cura degli orfani e delle vedove dei suoi caduti.
Discorsi caratterizzati da una forte convenzionalità e hanno, più o meno tutti, la stessa scansione:
lode dei defunti, lamento per la loro prematura scomparsa e la consolazione. Poi c’è ampio spazio
per la celebrazione della storia greca.
Frammento dell’epitaffio di Gorgia→riguarda la lode dei defunti→stile gorgiano, con antitesi. Però
è strano che sia stato composto da Gorgia, perché è uno straniero. È possibile che Gorgia abbia
prodotto questo discorso o per qualcuno o come modello. Gorgia sembra mantenere una
coerenza politica con altri discorsi→insiste molto con le vittorie contro i persiani e tace invece
sulle vittorie che gli ateniesi avevano avuto con altri greci.
Un altro discorso è attribuito a Lisia, ed è quello più standard→forte difesa della democrazia
Poi c’è il Manesseno di Platone→Socrate immagina un logos epitaffios da pronunciare davanti alla
comunità cittadina→caratterizzato da molti anacronismi e forzature storiche→molti interpretano
il dialogo come una satira di questo tipo di discorso. Però si può anche considerare il Manesseno
come una forma di retorica corretta da praticare nella polis ideale e le forzature storiche vanno
verso il carattere ideale della città
Un logos è attribuito a Demostene
Poi c’è quello di Peride (IV secolo inoltrato)→indipendenza dalla standardizzazione e c’è una
ricostruzione puntuale dei fatti storici.
DISCORSO A TEMA MITOLOGICO→personaggi del mito diventano oggetto delle epideixis. Molti
discorsi in cui i personaggi del mito parlano in prima persona→ Gorgia con l’encomio di Elena=
difesa di aver lasciato Menelao, poi c’è l’apologia di Palamede→prende la parola nel quadro de
processo con Odisseo.
Poi c’è il discorso di Odisseo, composto dall’allievo di Gorgia→Alcidamante
Due discorsi di Antistene (allievo di Scorate)→Aiassene o Odisseo fecero discorsi per l’occasione
dell’eredità delle armi di Achille.
C’è un genere pseudo giudiziario (letteratura pseudodicanica) che sfrutta episodi celebri, sia mitici
sia di storia contemporanea.
Letteratura pseudodicanica→Tetralogie di Antifonte→non ci sono dei casi famosi ma tre esempi
fittizi di casi per i quali vengono forniti 4 discorsi: di accusa, di difesa, la replica dell’accusatore e la
replica del difensore→esempio di esposizione e di stile che avevano anche utilità per il punto di
vista pedagogico. Ci sono anche questioni di rilevanza filosofica più ampia, come il tema della
responsabilità.
C’è la pratica anche molto diffusa di encomi (personaggi del mito)→Elena sia da parte di Gorgia
che di Isocrate. Però c’è anche l’encomio di personaggi molto discutibili→re egiziano Busiride
encomiato da Isocrate.
Molti sofisti fanno anche elogi ad oggetti (elogio del sale, ne parla Platone), poi ci fu anche l’elogio
della morte di Alcidamante.
Discorsi venivano letti→nelle scuole dei sofisti o in contesti privati, ma anche pubblici.
Si dice che Pericle sia stato il primo a scrivere di discorsi per poi pronunciarli→recitazione della
lettura in un contesto pubblico, però c’era anche una diffusione scritta, da prima in contesti di
natura privata (Fedro e discorso di Lisia).
Platone, Isocrate e Alcidamante→offrono una critica nei confronti della pratica del discorso
scritto.
Alcidamante nel Discorso sui sofisti, critica l’uso del discorso scritto per l’apprendimento dell’arte
oratoria→ con il discorso scritto tutti, più o meno, hanno un buon risultato. Però è qualcosa di
fisso che non è capace di reagire agli stimoli del contesto e dell’occasione. Il discorso orale invece
è quello che sa aderire alle occasioni. Alcidamante però scrive dei discorsi perché in contesti in cui
c’è un pubblico vasto, può essere utile avere discorsi scritti da proporre in queste occasioni.
Anche Isocrate è critico verso il discorso scritto perché teme la possibilità del fraintendimento→è
necessaria la presenza dell’autore, che ha la capacità di correggere e di adattarsi.
Platone→ mito di Theut→ l’accumulo di nozioni scritte non corrisponde a un reale progresso della
conoscenza ma in realtà non si ha un sapere reale. Il discorso scritto poi è caratterizzato da una
fissità che non gli permette di rispondere alle domande degli interlocutori per l’assenza
dell’autore→può cadere nelle mani sbagliate e non essere compreso.
Per l’epoca dei sofisti la scrittura pare un aspetto importante della cultura.
Ateniese medio legge e scrive nella misura in cui partecipa alla vita politica→lettura ad alta voce,
però dal VI secolo venivano lette anche a bassa voce.
Testimonianze di letture pubbliche di Erodoto, di Protagora, di Zenone, poi Fedone→Socrate sentì
leggere da qualcuno il libro di Anassagora.
Libro da un lato è uno strumento di trasmissione e di propaganda e poi strumento per lasciare
traccia dell’insegnamento dei sofisti.
27 ottobre
Epideixis nel mito di Prometeo del Protagora.
Aristotele dalla parola epideixis conia il termine epidittico→genere dell’oratoria. Include in questa
categoria tutta la retorica che non ha un fine pratico evidente.
L’epideixis dei sofisti si poteva realizzare anche in ambiti privati, ha forme e destinatari molto vari.
Rapporto tra l’epidittica e la scrittura→in alcuni casi l’epideixis poteva essere già scritta e
presentata dal sofista ad un pubblico. Questo scritto però poteva conoscere anche una vita aldilà
del contesto con cui veniva letto.
Esistevano anche orazioni composte per un cliente→logografia (non c’è l’avvocato, ma l’imputato
parla davanti all’assemblea).
C’erano anche manuali tecnici.
Reazioni alla forma scritta→Platone, Isocrate e Alcidamante→colgono come limite il carattere
fisso della scrittura che non è in grado di interagire con i diversi contesti e con i diversi destinatari.
C’è una superiorità del discorso orale però in realtà praticano il discorso scritto.
Almeno fino al V secolo l’oralità ha un ruolo fondamentale.
I SOFISTI
Si segue l’ordine di Diels e Kranz
PROTAGORA→Diogene Laerzio fa riferimento a due scritti, di uno di questi viene riportato
l’incipit. Verità→principio dell’uomo misura→antropocentrismo, sostanziale umanesimo che fa
dell’umo il centro della speculazione di Protagora →Platone nel Teeteto analizza questo principio.
L’altra opera è il Trattato sugli dèi→ punto di vista agnostico→non c’è possibilità reale di
comprendere se gli dèi esistono o meno→per colpa di questo esordio fu espulso dagli ateniesi e
vennero bruciati i suoi libri.
Protagora viene cacciato da Atene e fa naufragio→muore. Il suo libro era stato pubblicato e
letto→in una casa privata. Euripide ha la fama di ateo, quindi quale uomo migliore per la lettura
del Trattato sugli dèi.
Diogene Laerzio→il trattato era stato letto da un allievo di Protagora; quindi, non era lui in prima
persona a leggerlo→comparazione con Fedone→Socrate viene a conoscenza con lo scritto di
Anassagora perché aveva sentito qualcuno che ne faceva una pubblica lettura.
Protagora venne accusato da Pitodoro→figura che ha un ruolo importante nel colpo di stato del
411 a.C.
C’è una tradizione aneddotica che racconta il processo di Protagora e di Evaclo→ (Apuleio, Gelio,
Diogene Laerzio). Evaclo era discepolo di Protagora e si erano messi d’accordo sul
pagamento→Evaclo però per non pagare non faceva nessun processo così Protagora fece un
processo contro Evaclo→ in ogni caso Evaclo dovrà dargli i soldi: se perde deve pagare, se vince lui
dovrà pagare lo stesso perché gli accordi erano che se avesse vinto al processo avrebbe dovuto
pagare il maestro per gli insegnamenti a lui fatti. Ma Evaclo: “se vinco io non ti pago perché ho
vinto, se vinci tu non ti pago perché la condizione dell’accordo non è ancora stata evasa”. Alla fine,
nessuno dei due vinse.
Poi aneddoto che Protagora morì mentre faceva naufragio→ateo punito dagli dèi.
Opera Aletheia→principio che Platone commentò nel Teeteto→Protagora fu il primo relativista.
Protagora in questa opera sviluppa riflessioni di natura letteraria. Aletheia aveva un tipo
alternativo: Discorsi che rivalutano→Discorsi demolitori
Diogene Laerzio→ci offre dei cataloghi di opere
Tecne eristikon→arte eristica, però è anche un manuale che contiene precetti relativi ad un’arte.
Opera che circolava sotto il nome di Protagora. Opera con magari una serie di esempi di
discussioni con cui, attraverso un uso disinvolto della logica, si poteva prevalere sulle discussioni.
Platone→insiste sul fatto gli scritti di Protagora erano diffusi. Pare che Protagora avesse sviluppato
una sorta di critica nei confronti delle attività professionali→sembra che avrebbe voluto confutare
gli studiosi di geometria perché nella realtà non si trovano delle figure che rappresentano i
postulati.
Perì Politeias→tratto sulla costituzione→il più antico trattato di storia costituzionale→incarico di
redigere la nuova costituzione della costituzione di Turi, colonia della Magna Grecia→il suo scritto
poteva contenere i presupposti teorici di questa legislazione.
Poi un altro trattato sull’ambizione
Opera sull’inizio del discorso→problemi retorici
28 ottobre
Grandi assemblee che riuniscono i cittadini provenienti dalle poleis che prevedevano uno spazio
per orazioni epidittiche poi c’erano occasioni pubbliche ateniesi→logoi epitaffios→celebrare i
caduti in guerra (ampio frammento di Gorgia→ha davvero pronunciato questo discorso? Perché
non era un cittadino ateniese).
C’è anche una dimensione privata delle epideixis→case di ricchi ateniesi oppure nei ginnasi
Rapporto tra performance orale e la scrittura→testi già scritti e letti, e questi testi poi erano
diffusi→usati dai sofisti ma poi anche copiati.
Rapporto tra oralità e scrittura→ 9-8 secolo →alfabeto fenicio.
V secolo→fenomeno della diffusione dell’alfabetizzazione e del libro però c’è ancora una forte
componente dell’oralità.
Testi dei sofisti→fini pratici ma anche con diverse finalità.
Polemica sui testi in funzione lucrativa (IV secolo).
Testi dei sofisti avevano delle ambizioni ampie.
Protagora→le fonti insistono sul rapporto con la scrittura→in seguito allo scandalo sulla lettura
dell’opera sugli dèi→testo che mette in dubbio la fede sull’esistenza degli dèi→forse rogo dei libri
di Protagora. Si tratta di una tradizione che forse è una creazione di fine IV secolo che non ha una
sua verità storica. Questo materiale però ci fa mettere in evidenza la lettura pubblica del trattato,
forse a casa di Euripide o forse a casa di qualche illustre ateniese. Forse sarebbe stato un allievo di
Protagora a leggere lo scritto (il sofista poteva incaricare qualcun altro della lettura di un
testo→vedi Fedone). Idea che si debbano raccogliere scritti per poi distruggerli da l’idea di una
diffusione dei testi sofistici.
Opera citata da Diogene Laerzio→Aletheia e l’opera dei Discorsi Distruttori→principio dell’uomo
come misura di tutte le cose→Platone fa una critica nel Teeteto.
Catalogo delle opere di Protagora presente in Diogene Laerzio→presenza di
cataloghi=pinaches→importante per la filologia→impresa di Callimaco che aveva realizzato per la
biblioteca di Alessandria→Callimaco si occupò dei sofisti, in particolare di Prodico. Manca però sia
Aletheia sia il Peri Theon
• Capitolo I→riguarda il bene e il male→ uno sostiene che sono la stessa cosa e l’altro invece
sostiene che sono la stessa cosa
• Capitolo II→ bello e turpe
• Capitolo III→giusto e ingiusto
• Capitolo IV→vero e falso
• Capitolo V→non c’è il titolo però si parla di saggezza e follia
• Capitolo VI→sapienza e virtù→possono essere trasmesse?
• Capitolo VII→magistrature
• Capitolo VIII→arte e capacità del sofista
4 novembre
Antifonte di Rannunte→opere da logografo
Problema di Crizia→tiranno→molti autori distinguono Crizia dai sofisti→era considerato un allievo
di Socrate. Platone nel Timeo distingue Crizia dai sofisti, però ci sono dei problemi: non si sa se
Crizia sia il tiranno e poi nella presentazione di questo personaggio scomodo, ci sono degli
elementi apologetici. Crizia valorizzato come figura di poeta.
Sisifo→teorizzazione dell’origine umana della religione→uomini introducono divinità per regolare
le leggi.
Opere di Sesto Empirico→ Dissoi logoi= discorsi doppi→costruita su antilogie= discorsi
antitetici→rapporto con Protagora. Sembra che però i due discorsi antitetici siano posti come se il
secondo discorso sia più convincente (in Protagora invece i discorsi sono come equivalenti). In
questo caso invece sembra che il secondo discorso sia quello più oggettivo.
Capitolo dedicato alla trasmissibilità della virtù→molto simile al Protagora di Platone
Nel Bonazzi manca un testo che invece è nel Diels e Kranz→ Anonimo di Giamblico→gli studi più
recenti tendono ad allontanarlo dal V secolo e a spingerlo verso il IV secolo→risente dei sofisti
però è più lontano.
Giamblico→visse tra VI e III secolo e scrive un protrettico→ testo che volge verso la filosofia→ 10
pagine dove si offre una difesa del nomos (contrario di Antifonte).
Figura di Alcidamante→inclusa nel testo→è un allievo di Gorgia→sono conservati due scritti:
1. Orazione sui sofisti→primo testo in cui il termine retorikè appare→svalutazione della
pratica del discorso scritto a cui fanno ricorso oratori di scarso valore, mentre la pratica
dell’oratoria è qualcosa di complesso. Questo però non esclude che Alcidamante faccia
ricorso a discorsi scritti→soprattutto discorsi epidittici con una cerchia vasta di spettatori
2. Discorso giudiziario fittizio che si riferisce allo stesso caso di Palamede di Gorgia→ discorso
di accusa di Odisseo→risposta a Gorgia. Gorgia basa il discorso su elementi di natura
logica, senza elementi di prosa. Invece il discorso di Alcidamante è basto su prove che
testimoniano il tradimento di Palamede.
Alcidamante avrebbe scritto un Museion→raccolta di testi ispirati dalle Muse→ era presente la
disputa tra Omero ed Esiodo
Discorso messenico→usato per diffondere le sue idee politiche→tema relativo alla vittoria dei
tebani su Sparta→tebani impongono di ricostruire la città di Messene e di renderla indipendente.
Trattato→Fisikos→c’è una biografia su Zenone ed Empedocle.
Figura di Polo→allievo di Gorgia→si era occupato di problemi legati alla retorica, soprattutto
legate all’aspetto fonico delle parole. Poi fece riflessioni importanti sull’esperienza→Aristotele lo
cita nella Metafisica.
Scritto sullo stile e poi c’è uno scritto sulla Genealogia di coloro che hanno combattuto a
Troia→riguarda sia i greci che i barbari. Poi c’è un’opera che si intitola Catalogo delle navi→ sono
due opere di titolo omerico→critica letteraria ed eruzione sono al centro dell’interesse dei sofisti
Eveno di Paro→citato nel Fedro
Scritti in prosa dei sofisti:
1. Raccolte di proemi, di orazioni, di topoi, discorsi integrali che fungevano da modello
2. Epideixis→composti in occasione di riunioni panegiriche→ad Atene→logos
epitaffios→commorazione dei caduti di guerra→probabilmente erano discorsi modello
3. Encomi di città, di eroi del passato ma anche encomi di realtà più umili (sale,
morte→carattere paradossale)
4. Logoi erotikoi→persuasione dell’amato a cedere alle lusinghe dell’amato
5. Orazioni giudiziarie→logografia però c’erano anche quelle fittizie→orazioni pseudo
dicaniche→pronunciate da personaggi del mito o da personaggi storici
6. Discorsi deliberativi
7. Prosa scientifica→problemi ontologici, fisici e teologici
8. Riflessioni di carattere etico e pedagogico
9. Opere di natura antilogica su temi etici e filosofiche
10. Opere di contenuto polemico→contro discipline di natura tecnica però anche opere in
difesa di queste stesse discipline
11. Opere dialogiche
12. Opere di carattere storico e dossografico
13. Opere di critica letteraria
14. Opere di contenuto biografico
Grande varietà di testi
Diels e Kranz
Mito di Prometeo – Protagora di Platone
Inserito nella sezione C→non è considerata né una testimonianza né un frammento ma una
rielaborazione platonica che Protagora aveva già sviluppato→Platone lo scrive alla maniera di
Protagora.
Dopo il mito c’è anche una sezione di logos→discorso argomentato che completa e spiega le tesi
argomentate.
Natura dell’insegnamento di Protagora→ occasione di discussione davanti a tutto il pubblico
erudito a casa di Callia. Protagora non vuole proporre un insegnamento di tipo tecnico (come
Ippia) ma vuole insegnare una eubulia→ eu=bene, buleo=disiderare→prendere delle buone
decisioni sia in ambito privato sia educazione politica. Protagora svaluta discipline di natura
tecnica. Per Socrate questa tecnica politica, l’aretè politica non può essere insegnata. Primo
argomento riguarda la pratica assembleare della città democratica→se la discussione riguarda uno
specifico ambito tecnico si ascolta il parere dello specialista (per esempio se si deve costruire una
nave). Se invece la deliberazione concerne un tema politico tutti hanno il diritto di parlare. Questa
politikè tecnè ce l’hanno tutti→ognuno può esprimere il suo parere. Se la virtù politica si può
insegnare come si spiega il fatto che molti uomini politici non l’hanno trasmessa ai propri figli? →
per esempio Pericle.
Protagora risponde con due momenti: mytos e logos. Il mytos risponde al problema per cui si
considera che tutti possiedono l’arte politica e con il logos spiega perché quest’arte politica si
trasmette e si insegna. (Diels e Kranz non mettono la parte del logos)
9 novembre
Apodeixis→dimostrazione tale da dare un argomento capace di rispondere alle obbiezioni
socratiche.
Protagora decide di narrare un mito perché gli sembra più piacevole→sceglie un criterio estetico
Fedone
Riflessione su mytos e logos→tesi di interdipendenza tra dolore e piacere è possibile costruire un
racconto mitico, nel senso di favola→morale della favola.
Platone e la scrittura dei miti→ordine apollineo per Socrate di praticare la musikè→scrive miti per
completare la sua filosofia.
Uno stesso contenuto può essere completato seguendo due forme diverse→opposizione proposta
da Protagora→criterio che distingue queste due forme di discorso è di natura estetica. Il mito poi
ha una precisa valenza pedagogica, ha maggiore persuasività.
Mito usato da Protagora come pezzo forte della sua epideixis→ forse l’uso del mito era
importante in generale per i sofisti.
Una studiosa statunitense pensa che l’iniziare dal mito potesse essere un tratto tipico dei sofisti
per iniziare le loro epideixis.
Sembra che Platone abbia ripreso lo stile di Protagora. Ci sono una serie di parole che vengono
usate solo qui in Platone→lo stile non è quello di Platone ma imita quello di Protagora.
Genere del mito impone la necessità di figure che agiscono
Mito di Prometeo→gli dèi plasmano esseri viventi all’interno della terra→4 elementi che ci fanno
pensare ad Empedocle. Figure di Prometeo ed Epimeteo→titani associati al destino dell’umanità
primitiva→poemi di Esiodo→Teogonia e Le opere e i giorni→appartengono alla stripe di Crono,
ovvero quella che ha preceduto Zeus→contrasto tra Prometeo e Zeus in relazione al genere
umano→Prometeo è descritto come divinità che ha a cuore il destino degli esseri umani.
Prometeo= previdente mentre Epimeteo=colui che impara dopo.
Pandora è un epiteto→colei che dona tutto→idea della terra madre.
11 novembre
Prime fasi della civiltà umana che Protagora recupera da Esiodo→tempo in cui esistevano solo gli
dèi, poi in un momento stabilito dal fato vengono create le stirpi viventi→ vengono evocate due
figure significative: Prometeo ed Epimeteo→devono attribuire alle diverse specie una serie di
dynamis che permettano loro di sopravvivere→dynamis sono le facoltà. Epimeteo chiede di
effettuare questa distribuzione→ inizialmente lo fa in maniera efficiente permettendo ad ogni
specie di conservarsi. Attribuisce ai carnivori una prole limitata e invece agli erbivori il contrario
(ripresa di Erodoto). Alla fine per l’uomo non resta nulla e Prometeo interviene rubando il fuoco
(condizione necessaria perché la tecnologia possa essere usata) e la tecnologica e la dona agli
uomini. Il furto del fuoco è ripetuto due volte e Prometeo avrebbe voluto rubare anche l’arte
politica, ma questo non era possibile perché nell’acropoli c’erano guardie. Prometeo viene punito.
Le tecniche si rilevano però insufficienti perché l’uomo è inerme davanti alle belve perché non
conosce l’arte del combattimento perché essa è parte dell’arte politica che Prometeo non aveva
potuto rubare a Zeus. Gli uomini intuiscono che per poter difendersi dalle bestie devono vivere
nella città→però gli uomini non sanno stare in comunità→c’è l’intervento di Zeus, che ha pietà
degli esseri umani→fa un dono di due virtù, due valori: aidos=vergogna, pudore e dike=giustizia,
agire in modo corretto.
Mentre le altre tecnai sono attribuite a dei singoli, l’arte politica deve appartenere a tutti gli esseri
umani→non è possibile vivere nella polis se tutti non partecipano alla politica.
Mito che spiega la polis democratica→spiega perché tutti possono esprimere il loro parere
nell’ambito delle decisioni politiche.
Però questo mito ci propone una gerarchia nell’ambito delle tecniche→la politica è la sola che
assicura la sopravvivenza degli uomini.
Protagora aveva un pochino polemizzato nei confronti delle altre discipline tecniche e secondo
una testimonianza di Aristotele Protagora criticò la geometria.
Tecne pone dei problemi nella traduzione→arte, tecnica, scienza. Per Protagora aveva un
significato molto ampio→matematica, politica, scrittura.
Medicina si identifica con la dietetica→nasce quando l’uomo passa dal cibo crudo al cibo cotto
Attenzione di Protagora all’ortoetehia→opera di correzione alla tradizione→forse dietro c’è anche
Platone
Gnosticismo di Protagora→dei fanno parte della vita umana ma non hanno alcun valore nella vita
politica.
Ci sono elementi che si ritrovano nel Politico ma anche nel Timeo→evocazione di Prometeo, Atena
ed Efesto compare nel Politico. Poi attività di trovare soluzioni per gli esseri viventi viene ritrovata
nel Timeo→attività del demiurgo. Immagine degli uomini primitivi che nel Politico vivono nudi,
senza coperte.
Dopo la parte relativa al racconto c’è una coda→è un logos però in realtà il passaggio dal mito al
logos è sottolineato da Protagora dopo. Protagora cita un esempio→mentre, per quanto riguarda
le altre tecnai, non ha importanza, però per essere cittadini bisogna avere la tecne politica. tutti i
cittadini non partecipano per natura, ma perché l’acquisiscono
Non si punisce perché la persona punita e gli altri che vedono la punizione non compiano gli stessi
errori→la pena è un deterrente.
Poi Protagora passa all’altra aporia ovvero il fatto che gli uomini virtuosi hanno figli non
virtuosi→gli uomini nella polis mettono in piedi una sorta di grande impresa educativa tale che
tutti i cittadini partecipino della virtù politica. Si comincia sin da bambini→nutrice, madre, padre,
pedagogo→indicare ciò che è bene e ciò che è male. Punizione quando il bambino fa ciò che non si
deve fare. Educazione letteraria, musicale e la ginnastica.
16 novembre
Carattere platonico del mito→riflessione di Protagora aveva un certo peso per lo sviluppo di certe
tematiche, come l’origine delle società umane.
Parte del logos separata dal mytos→non ci permette di valutare nell’insieme le due parti del
discorso.
L’arte politica deve essere in possesso di tutti cittadini ed è frutto di insegnamento che implica
un’impresa collettiva nei confronti dei più giovani che sono indirizzati a quella virtù. Il sofista ha il
compito di perfezionare l’arte politica posseduta da tutti e proprio per questo ha il diritto di essere
pagato. Esempio della città dei flautisti→si spiega anche la seconda obiezione di Socrate→figli dei
politici non hanno virtù politica. Però per Protagora tutti la hanno.
Commento di Socrate→il discorso di Protagora sembra avere il merito di convincere che ci sia una
possibilità di trasmettere la virtù. Socrate è affascinato da questo discorso però restano dei punti
non sviluppati e Protagora può chiarirli. Protagora si “sottomette” ad un dialogo.
Il coraggio, come le altre virtù, è una forma di scienza. Alla fine del dialogo c’è un ribaltamento
delle condizioni iniziali.
La cosa più importante che esiste per un uomo è essere competente nell’ambito della poesia.
Analisi di un poema relativo all’aretè→poema di Simonide→prima dice una cosa poi dice il suo
contrario. Socrate rimane stordito e cerca di rispondere a quello detto da Protagora.
Encomio di Elena e Apologia di Palamede→unici testi trasmessi integralmente dalla tradizione
medievale. Di questi due scritti si è dubitato della loro originalità. Nella prima edizione di Diels non
era stato riportato però a partire dagli anni 10-20 del 900 oggi non c’è dubbio che i discorsi siano
autentici.
Encomio di Elena
Struttura secondo i canoni della partizione retorica→inizia con un esordio, preludio →primo
capitolo dell’orazione→verità è la cosa principale di un discorso. Poi c’è la narratio (capitoli 2-
4)→figura di Elena, elogio alla sua bellezza e alla sua nobile origine. Dal 5 al 6 c’è una divisio→4
cause plausibili sulla base delle quali Elena lasciò il marito e finì a Troia→ lei non è
responsabile→si deve concludere per l’innocenza di Elena. C’è una lunga argomentazione basata
sul criterio dell’eikos: Elena parte per Troia per volontà della divinità (capitolo 7).
Capitoli 8-15→terza possibile causa ossia la forza persuasiva del discorso→forma di violenza→è
una vittima.
L’ultima parte che va dal capitolo 15 al 19→ forse è stato l’amore che ha spinto Elena di agire→la
forza dell’amore soggioga la mente di colui che la prova, come se fosse una malattia.
Nel finale si evoca il fatto che questo discorso è considerarsi come un gioco per Gorgia→sembra
voler sminuire la serietà dell’opera →problema dello statuto del discorso.
Per Isocrate questo discorso risulta un’apologia e non un encomio.
Violenza→ fa riferimento al diritto attico→intento di attualizzazione del mito di Elena.
Discorso che è anche un campionario di argomentazioni che potevano essere un cavallo di
battaglia per la retorica di Gorgia→situazioni che vanno aldilà del caso contingente di Elena.
Parallelismo e antitesi→prosa gorgiana.
Mettere in evidenza cosa sia il decoro per poi giungere al logos.
Struttura retorica della priamen→rapporto che intercorre tra i due elementi che sono i vari
membri della successione.
La verità è ciò che dà al discorso la perfezione o la verità è ciò che dà ornamento al discorso?
Gorgia usa molto la parola cosmos→ implica un’eccellenza da un punto di vista etico.
Nell’encomio si riferisce all’armatura dei soldati. Anche nel Palamede→legame con la verità.
Passo tratto dal VIII libro dell’Odissea→Ulisse si trova nell’isola dei feaci e partecipa ad un
banchetto→figura del poeta Demodoco (cieco) che interviene tre volte→canta qualcosa relativo
ad una lite→Odisseo si emoziona e piange. Poi Demodoco racconta degli amori di Ares e Afrodite.
Poi chiede a Odisseo di cantare l’impresa della costruzione del cavallo di Troia→è stato ispirato
dalla musa o da Apollo perché canta in modo troppo preciso →katacosmos=secondo il
cosmos→canta il destino degli achei come se avesse davvero assistito a quegli avvenimenti. In
questo caso il cosmos è un attributo di un discorso→canto che rispecchia la realtà dei
fatti→cantare in modo veritiero.
Etica ed estetica basata sulla corrispondenza
Armonia e disarmonia, perfezione e imperfezione, ordine e disordine→ cosmos e il suo contrario.
Elogio e biasimo vanno riservati secondo giustizia e merito→Retorica di Aristotele→il discorso
epidittico deve attribuire la lode e il biasimo.
Verità consiste nell’attribuire correttamente l’elogio e il biasimo→necessità di parlare
correttamente.
Elena→radice hel=distruzione. Parafrasa il nome dicendo Elena come distruttrice delle navi, dei
guerrieri e delle città
17 novembre
Struttura dell’elogio di Elena→partizioni della retorica classica→incipit, narratio, divisio,
argomentatio e divisio.
Autenticità del testo→ipotesi del 800 che consideravano questa orazione non autentica, oggi non
valgono più.
Exordium→incipit caratterizzato da una priamel→parola cosmos→problemi di traduzione→per
alcuni ornamenti, decoro(estetico)→altre richiamano parola dell’ordine, perfezione, armonia.
Vengono individuate forme di cosmos in relazione alla città, al corpo, all’anima e al discorso.
Eugualdria= uomini caratterizzati da una virtù eroica. Bellezza per il corpo, la sophia per l’anima, la
virtù per l’azione e la verità per il discorso. Esigenza di verità però Gorgia, nel trattato sul non
essere, non ha interesse per la verità→non c’è rapporto tra le cose e la verità. Gorgia insiste sul
potere ingannevole della parola. Il discorso si impone aldilà della verità e della menzogna però c’è
anche una contraddizione perché la verità sembra essere la perfezione→antitesi.
Acosmia→mancanza di cosmos.
Necessità di attribuire in modo corretto la lode e il biasimo→tema che trova codificazione in
Aristotele.
Tipo di errore→biasimare quello che deve essere lodato e lodare quello che deve essere
biasimato.
Utilizzo di cosmos nell’epica omerica→principio estetico ma anche ontologico→ciò che è bello è
vero e ciò che è vero è bello.
Elena è secondo Gorgia ingiustamente accusata→esiste una voce unanime derivata dalla
tradizione poetica e poi è anche evidente dal nome stesso di Elena→nel nome c’è insito la
provocazione di sventure. Riferimento all’etimologia che è presente nell’Agamennone di
Eschilo→natura paraetimologica→radice hel→lega il nome di Elena alla distruzione, evoca le
sventure, contiene il destino di distruzione il destino legato a quella figura.
Iliade →difesa da parte di Priamo→è colpa degli dei, ma Elena invece afferma la propria
colpevolezza.
Penelope→ Elena non l’avrebbe mai fatto se sapeva che i greci l’avrebbero portata di nuovo
indietro. Anche nell’Odissea c’è Elena→Menelao racconta di Elena che pensava che il cavallo
potesse contenere i soldati greci, cerca di imitare le voci delle mogli degli achei per tradire i greci.
Saffo, nell’Ode della cosa più bella→Elena è considerata un paradigma positivo che è pronta a
lasciare il suo mondo per inseguire l’oggetto del suo amore.
In Alceo→ Elena è considerata vittima di una volontà divina o addirittura folle a causa di Paride
Nell’Agamennone di Eschilo→giudizio di Elena è negativo, perché anche se è uno strumento degli
dèi, lei è complice
In Euripide immagine molto negativa→ processo a Elena→forse le Troiane risentono dell’encomio
di Gorgia.
Elena non si sarebbe mai recata a Troia→gli dèi l’avrebbero depositata in Egitto e Paride sarebbe
stato seguito da un fantasma→vanità dei greci e dei troiani (Eschilo).
Inizia il vero e proprio encomio→basata sull’eccellenza delle origini di Elena→si comincia dal
ghenos=stirpe. Polluce ed Elena non sono figli di Tindaro, ma si Zeus, che sottoforma di cigno
sedusse Leda→partorì un uovo da cui uscirono i figli.
Zeus e Tindaro sono considerati, secondo l’antitesi eleatica, come essere e apparire: Tindaro
appare essere il padre mentre Zeus lo è realmente. La potenza dell’essere svela l’inganno
dell’opinione→Entertainer richiama il frammento 26→tratto dal commento di Proclo a Esiodo.
Gorgia→il padre umano è eccellente→tra gli uomini è il più potente. Anche Zeus è il più
eccellente. Elementi di tradizione filosofica sono riutilizzati da Gorgia.
Elogio della bellezza di Elena→è conseguenza dell’eccellenza degli antenati. Bellezza comparata
con quella degli dèi.
Polloi titese (antitesi dei molti)→schema tipico retorica→singolo eccellente in opposizione alla
molteplicità→il solo corpo di Elena ha la capacità di attirare una molteplicità di uomini tutti
caratterizzati da una straordinaria eccellenza→molte virtù, indicate in una serie di catalogo.
Elena era stata rapito da Tesio (eroe fondatore di Atene), però poi lui era agli inferi (vedi Crizia) e
venne riportata a sparta dai suoi fratelli. Se un uomo così virtuoso si innamorò di Elena, si può
immaginare quanti la volessero.
Tema dei pretendenti di Elena in forma di catalogo si trovava nel Catalogo delle donne di
Esiodo→donne che unendosi agli dèi diedero vita agli eroi. Matrimonio di Elena forse era la
conclusione dell’opera.
Terpsis→parola presente nel corpus omerico e descrive una buona parola poetica nei confronti
del proprio pubblico.
Terpein→piacere suscitato dall’opera letteraria è sempre legato all’acquisizione della conoscenza.
Il racconto delle virtù di Elena viene bloccato e si limita solo all’invocazione della sua bellezza
divina.
Isocrate critica Gorgia→trattazione sui pretendenti è un po’ sintetica.
Si va all’archè=il principio primo che Gorgia sta per sviluppare→analisi delle cause, perché Elena
ha seguito Paride? È responsabile o vittima?
Base del principio dell’eikos→verosimiglianza, plausibilità→per i sofisti è molto importante come
principio, più della verità.
Capitolo 6→ 4 cause verosimili. Se si riesce a dimostrare che Elena non è colpevole in questi 4 casi,
si dovrà concludere che è innocente. Questo è uno schema tipico di Gorgia. Una causa è divina, o
c’è stata una violenza, o è stata persuasa oppure per l’amore.
Causa divina ha una triplice articolazione: si fa riferimento alla sorte, agli dèi, o alla necessità.
Secondo Guido Paduano Gorgia ci offre un’indicazione d’insieme del divino considerato secondo
tre punti di vista diversi. La sorte rappresenta l’aspetto casuale della vita→fragilità dei progetti
umani. Dall’altro lato la necessità→ordine della realtà nei rapporti di causa effetto. Impotenza
dell’uomo di fronte a queste forze.
L’uomo, essendo inferiore alla divinità, non può in nessun modo opporsi alla volontà degli dèi. Se
c’è un disegno divino Elena non ha potuto fare nulla per opporsi.
La seconda causa è la violenza e la forza→il lessico si colora di una serie di termini che hanno un
rapporto con il diritto attico. Paride deve essere condannato (cosa anacronistica per ambito
omerico). Poi si insiste sul carattere di barbaro.
18 novembre
Divisio→presentazione delle 4 cause, che per Gorgia sono le sole 4 possibili
Rapporto che Gorgia stabilisce con la tradizione precedente→opinione unanime e concorde che
biasima Elena→in realtà non è così monolitica→per esempio, da parte di Priamo, c’è
un’assoluzione, perché Elena è uno strumento degli dèi.
Elena però si dichiara colpevole dell’azione→epiteto della cagna→però mostra un pentimento
rispetto all’azione compiuta.
Anche nell’Odissea la situazione è ambigua→Penelope dà la colpa agli dèi. Poi scena con Menelao
e Telemaco→emerge una Elena pentita però anche impresa del cavallo→imita le voci delle spose
degli achei per tradirli.
Poesia lirica→Saffo→Elena è un paradigma di colei che sceglie.
Alceo→inserisce il motivo della follia.
Gorgia non è così originale da fare la difesa di Elena→aspetto della narratio assume una portata
limitata che si fonda su un principio estetico→cosa che tutti sanno→Gorgia esalta i pretendenti e
le loro virtù per esaltare la figura di colei che è oggetto di desiderio dei pretendenti.
Fonte del matrimonio di Elena→Catalogo delle donne di Esiodo
Causa divina→molteplici aspetti→divinità personale= volontà distinta dalla sorte→imprevedibilità
degli intrecci.
Utilizzo anacronistico dei termini del diritto attico dell’epoca e poi utilizzo xenofobo del termine
barbaros→azione di Paride che è selvaggia.
Causa più importante→persuasione del logos→occupa una grande parte del discorso in una
posizione centrale. Si ricade nei casi precedenti perché contro la forza del logos l’uomo non ha la
possibilità di agire.
Peito→verbo che indica la persuasione. Verbo apatao=inganno
Logos= megadynastes→sovrano assoluto→ricorda figura di Zeus, principio contrario all’isonomia e
alla democrazia. Concezione materialistica del logos→natura corporea. Ha un piccolo corpo ma ha
un potere grandissimo. Molti pensano che si faccia riferimento alla lingua→organo che determina
il logos. Però c’è l’elemento dell’invisibilità→sostanza corporea ma inconsistente.
Parallelo con un Trattato Ippocratico→Sui soffi→si esalta la potenza dello pneuma che ha degli
effetti tangibili anche se non è visibile ai sensi→anche qua è descritto come dynastes→si vede
dagli effetti che ottiene.
Opinione è facilmente condizionabile.
La poesia deve essere considerata parte del genere più ampia che è il genere del logos.
Ione di Platone→effetti sul pubblico della poesia
Nel Gorgia di Platone →rapporto tra logos e poesia→se si prende la tragedia e si toglie il metro
rimane il logos.
Epodè→parola magica e incantesimo→discorsi dei sofisti→Trasimaco calmava la folla con
l’epodè. Nel Carmide l’epodè è la dialettica di Scorate che dobvrebbe curare Carmide dal mal di
testa.
Omero→effetto della parola retorica e poetica
Gorgia pensa che queste arti magiche siano anche un pochino frutto di un’illusione.
Frammento 23 di Gorgia→tratto da Plutarco→quando si va a teatro bisogna immedesimarsi nello
spettacolo, vivere quelle situazioni come se fossero reali. Colui che non si fa ingannare è come se
non partecipasse→non è sapiente. Il poeta inganna e fa il suo vero compito.
La persuasione agisce perché l’uomo non ha una conoscenza stabile delle cose→non conosce
passato, presente e futuro→le muse la hanno.
23 novembre
Logos della poesia→aspetto ritmico e metrico è un aspetto accessorio→è solo tramite il logos che
la poesia riesce a far immedesimare gli spettatori/lettori→capacità della finzione letteraria.
Distinti due tipi epodai: della stregoneria e della magia e della parola poetica.
Capitolo 11→pone il problema della possibilità, per un discorso falso, composto a regola d’arte, di
persuadere i propri destinatari→Odisseo a Itaca sviluppa dei racconti falsi però sviluppati ad
arte→l’uomo ha dei limiti nella conoscenza (presente, passato, futuro).
Parmenide ed eleatismo→contrapposizione tra aletheia e doxa.
La persuasione attraverso il discorso ha una capacità di plasmare e modellare l’anima.
Tre ambiti di attività intellettuali→ la riflessione sulla natura che Gorgia condusse sotto la guida di
Empedocle, poi attività filosofica basta sulla dialettica e sui logoi filosofici (Parmenide) e poi
attività giudiziaria.
Primo momento rimanda alla meteorologia→caratteristica della riflessione dei presocratici.
Ambito delle dispute dei discorsi filosofici→si evoca una sfera sul dibattito delle questioni
filosofiche→problemi di natura ontologica e epistemologica→il logos permette.
Il logos è in grado di operare dei mutamenti nell’ambito della doxa.
Paragrafo 14→presenza dell’analogia medica→similitudine tra farmakon=medicina e veleno e la
parola→anche i logoi hanno natura diversa e ottengono effetti diversi→il discorso ad Elena da
parte di Paride era velenoso→incanta in modo negativo l’anima di colui che lo subisce.
Distinzione anima e corpo.
Immagine di Antifonte che a Corinto somministrava ai suoi clienti una serie di discorsi che riusciva
a guarirli dalle angosce e dalle loro sofferenze psichiche. Idea di una parola curativa è già presente
nell’Odissea→Elena somministra un farmaco a Telemaco e a Menelao→parole che lei pronuncia.
Epicuro→ tetrafarmakon.
Gorgia di Platone→Gorgia si recava con suo fratello medico in casa dei malati→persuadeva i
malati a prendere la medicina→esemplificazione di un logos utilizzato a fini medici (no
incantesimo).
Riduzione de logos→persuasione e violenza
Capitolo 15→tema dell’eros→effetto della vista→potere che le immagini hanno sulla psiche.
Passività dell’uomo di fronte al mondo esterno. Non possiamo determinare l’oggetto che vediamo,
ma quello è dato per natura. Esempi relativi all’impatto che la visione della realtà esterna ha sulla
nostra anima. Primo ambito è quello militare→fenomeno del panico e l’effetto che la visione del
nemico provoca. Il secondo esempio è legato all’ambito delle arti plastiche→effetto che la visione
di un’opera d’arte suscita in colui che la osserva.
Visione dei nemici→panico→agisce sull’anima e fa sparire anche quelli che sono i doveri
civici→tale è la forza della visione. Il turbamento non permette più all’intelletto di agire. Anche la
oxix=vista→forza esterna all’uomo capace di soggiogarne la realtà.
Ipotesi che si parli dell’ambito teatrale→Donadi sostiene che ci si riferisca ad una messa in scena
dei Sette contro Tebe di Eschilo (tragedia che Gorgia avrebbe lodata perché piena di Ares).
Ambito dell’arte→pittura→le opere d’arte riescono attraverso la ricreazione di corpi fittizi→
aneddoto relativo a un pittore che fece un ritratto di Elena→prese 5 modelle e poi fuse diversi
elementi di questi corpi→creazione nasce da una molteplicità di corpi diversi che vengono
sintetizzati in una sola figura→legame con l’edonè=piacere.
Ambito della statutaria
Visione può suscitare sia dolore e sofferenza, sia eros.
È l’occhio che suscita il desiderio e poi da questo l’impulso d’amore è trasmesso all’anima.
Se questo sentimento è suscitato dalla potenza della vista che noi non possiamo
controllare→innocenza. E poi se amore è un dio, si ricade nella prima causa→uomo è debole di
fronte alla forza di un dio. Nosema=malattia→non bisogna essere accusati.
24 novembre
Capitolo 13→tripartizione dell’attività intellettuale: discorsi sulla natura, ambito discorsi
assemblee e tribunali, ambito di discorsi di natura filosofica.
Ipotesi di Diels→ scarsa solidità→individuava tre fasi dell’attività intellettuale di Gorgia: fase di
filosofia intellettuale, fase dialettica (scuola eleatica) e periodo consacrato alla retorica--<non ci
sono elementi sufficienti per questa ipotesi.
Rapporto tra logos e farmakon.
Tematica eros legata alla tradizione ma anche riproposta in un’ottica nuova.
Capitolo 20→non semplice finale che solleverà una serie di dubbi →struttura ad anello che ritorna
alle cause iniziali→considerare Elena come assolta dall’accusa.
Evocazione finale del gioco→l’intento di Gorgia può essere considerato non serio. Come si mette
in relazione il carattere giocoso del testo con quell’esigenza di verità che veniva formulata
nell’archè di questo discorso.
Molti interpreti non considerano serio l’intento di Gorgia.
Discorso di Agatone nel Simposio è ispirato da Gorgia→dimensione giocosa e comica →Gorgia
attribuiva ai suoi logoi però non deve togliere valore alla produzione. Cogliere in Gorgia
un’anticipazione della posizione espressa da Platone nel Fedro→problema della scrittura. Giardini
di Adone vs agricoltura.
Pindaro evoca l’immagine dell’inno e della produzione letteraria come un bel gioco.
Per i Greci nella dimensione agonistica risolvevano spesso la loro attività
intellettuale→dimensione del gioco aveva un valore importante. Quindi terminologia ludica non
deve essere vista come qualcosa che vuole discriminare. C’è anche un vezzo da parte degli
scrittori.
La verità che è stabilità è reale intorno ad Elena? Forse è una verità immanente al testo letterario.
Per Gorgia l’uomo è però sostanzialmente lontano da un vero tipo di conoscenza.
Discorso che parla del discorso.
Gorgia sviluppò una riflessione sulla psicologia→analisi dell’anima e delle sue componenti.
Discorso importante anche a livello estetico→riflessione sugli effetti della poesia sul pubblico.
L’encomio è il più antico testo sulla riflessione degli effetti della letteratura.
La difesa di Palamede
Trasmessa dalla riflessione medievale. Opera che è poco studiata.
Testo in cui Gorgia si misura con la tradizione letteraria del passato. Mentre Elena è un
personaggio che potrebbe essere identificata con la mitologia o la letteratura greca, Palamede è
un personaggio minore perché, pur essendo un eroe della saga troiana, non è mai nominato da
Omero→la sua morte era già avvenuta quando inizia il tempo della guerra di Troia.
Palamede compariva nei poemi ciclici→ciclo epico troiano→sono come un ciclo che ci racconta ciò
che avviene prima e dopo i poemi omerici. Le vicende di Palamede erano trattate nei Cipria
(riassunto di un certo Proclo) che racconta gli antecedenti dell’Iliade. Palamede aveva avuto un
ruolo per costringere Odisseo a partecipare alla guerra di Troia→Odisseo per non tenere fede a
quel giuramento che aveva fatto a sparta, si era finto pazzo→Palamede aiutò Agamennone e
Menelao a smascherare Odisseo. Allusione alla morte di Palamede ucciso da Diomede di Odisseo.
Palamede nemico di Odisseo proprio perché fu lui a smascherare il suo stratagemma per evitare di
partire la guerra di Troia→poi Palamede subì una morte violenta architettata da Odisseo.
Poesia lirica→Pindaro diceva che Palamede era più saggio di Odisseo.
Idea di Palamede eroe caratterizzato da una serie di scoperte che avrebbero giovato i greci.
Diventa un personaggio molto popolare nel teatro (Eschilo, Sofocle, Euripide).
Gorgia→versione del mito era presente anche nella tragedia→Odisseo, avrebbe accusato Pala di
essere un traditore, e poi avrebbe fabbricato una serie di indizi falsi, per esempio nascondendo
oro sotto la tenda di Pala→viene condannato alla lapidazione.
Euripide rappresenta il Palamede nel 415.
I Palamede hanno ispirato Platone per la scrittura dell’Apologia→c’è una serie di corrispondenze
tra due testi→orazione gorgiana è una sorta di modello.
Si deve stabilire se i fatti sono avvenuti e in più si tratta di un discorso che non si fonda sulle
testimonianze esterne.
Struttura: