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INFORMAZIONE

FILOSOFICA FILOSOFICA
Rivista bimestrale a cura di: Istituto Italiano per gli Studi Filosofici
Via Monte di Dio 14, 80132 Napoli

Istituto Lombardo per gli Studi Filosofici e Giuridici


Viale Monte Nero 68, 20135 Milano

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REDAZIONE SCIENTIFICA

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SEGRETERIA DI REDAZIONE

Per linvio di articoli e materiale informativo indirizzare a: Informazione Filosofica Viale Monte Nero, 68 20135 Milano. Per esigenze editoriali la redazione si riserva, senza preavviso, di apportare modifiche alla struttura degli articoli inviati, mantenendone inalterato il contenuto. In copertina: Edvard Munch Der Schrei (Il grido, 1893, part.)

DIRETTORE RESPONSABILE

Sergio De Mari
DIRETTORE EDITORIALE

Riccardo Ruschi
COMITATO SCIENTIFICO

Mario Agrimi Remo Bodei Giuseppe Cantillo Franco Chiereghin Girolamo Cotroneo Jacques D'Hondt Hans Dieter Klein Antonio Gargano Domenico Losurdo Giovanni Mastroianni Aldo Masullo Vittorio Mathieu Adriaan Peperzak Roberto Racinaro Enrico Rambaldi Paul Ricoeur Paolo Rossi Pasquale Salvucci Hans-Jrg Sandkhler Livio Sichirollo Franco Volpi

Giuseppe Balistreri Flavio Cassinari Silvia Cecchi Donata Feroldi Josef Frchtl Matteo Gentili Riccardo Lazzari Fosca Mariani Zini Massimo Mezzanzanica Monica Mioccio Daniela Milano Alessandra Muglia Elio Nasuelli Lucia Recalcati Adriana Santacroce
COLLABORATORI*

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Mariangela Giacomini Anna Malafarina Diana Soregaroli


RELAZIONI ESTERNE

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CONSULENZA GRAFICA

Gianluca Poletti
IMPAGINAZIONE

Katia Belli
PUBBLICIT

Romilde Aragiusto Marco G. Battaglia Maurizio Brignoli Eddy Carli Gerardina Cesarano Sergio Cicatelli Enrico Ferri Marco Gaetani Raffaella Giovagnoli Angela Maria Graziano Roberto Garaventa Francisco Jos Martn Angela Losco Marco Milella Concetta Notarile Giuseppe Patella Riccardo Pozzo

Vittorio Duregon C.so Galileo Ferraris 150 10129 Torino Tel. (011) 3188854 Fax (011) 3188855
STAMPA

Pirovano. Tecnologie grafiche Via della Pace 19 20098 San Giuliano Milanese
DISTRIBUZIONE

Joo Distribuzione Via Argelati 35, 20143 Milano

* Nel numero 24 le traduzioni in italiano delle bibliografie internazionali per la rubrica Novit in libreria sono di Laura Troiero

EDITORIALE
Tra i motivi su cui da tempo gli interpreti dellopera heideggeriana si affaticano vi sicuramente il complesso rapporto che a lungo leg Heidegger a Nietzsche e che culmin nella stesura dei due volumi del Nietzsche, pubblicati dalleditore Neske di Pfullingen nel 1961. Di questa edizione recentemente apparsa la traduzione italiana integrale ad opera di Franco Volpi (Adelphi, Milano 1994). Nel presentarla in questo numero della rivista vorremmo cogliere un passaggio significativo nella ricostruzione storico-critica della genesi di questopera. I rapporti di Heidegger con lArchivio-Nietzsche, e il suo coinvolgimento nel progetto di una riedizione dei frammenti postumi della Volont di potenza, sono, secondo Volpi, unimportante circostanza per comprendere i presupposti del volgersi di Heidegger a Nietzsche e del travagliato lavoro interpretativo che ne seguir. Riportiamo qui di seguito le considerazioni di Volpi in proposito. Lattivit principale di Heidegger per lArchivio-Nietzsche - come si ricava dalla lettera di dimissioni- sarebbe dovuta consistere nella preparazione di una nuova edizione della Volont di potenza, un lavoro, questo, che Walter F. Otto, in una riunione del 5 dicembre 1934, aveva auspicato come straordinariamente importante, ma altrettanto difficile in quanto avrebbe dovuto presentare per la prima volta i frammenti stesi nel contesto della Volont di potenza senza interventi redazionali, esattamente cos come si trovano nei quaderni manoscritti, estremamente difficili da leggere e che vanno ora decifrati di nuovo. difficile stabilire in che misura Heidegger si impegn nel lavoro di edizione vero e proprio, anche perch linteresse che lo animava era sicuramente pi speculativo che filologico. Il 20 dicembre 1935 scrive per esempio a Elisabeth Blochmann: Dovrei far parte del comitato per la grande edizione di Nietzsche; anche in questo non sono ancora deciso; in ogni caso collaborerei solo come consulente . E il 16 maggio 1936 Gi alla fine degli anni Venti Heidegger annunciava a Jaspers, congratulandosi aveva avuto qualche contatto con lArchiper il suo libro su Nietzsche, fresco di vio, anche per via delledizione delle opere stampa: Dallautunno scorso - assai di di Scheler il cui direttore, Richard Oehler malavoglia, ma per amore della cosa stes(1878-1948), parente di Nietzsche, era consa - sono nella commissione per lediziotemporaneamente uno dei principali collane di Nietzsche. Mi preoccuper, seconboratori di Elisabeth Frster-Nietzsche e do le mie forze, che i Suoi desiderata non dellArchivio di Weimar. La prima visita restino dei meri auspici. Sta di fatto che di Heidegger allArchivio ebbe luogo nel dal 1936 al 1938 Heidegger si rec a maggio del 1934 per una circostanza caWeimar un paio di volte lanno per partesuale: Carl August Emge, docente di filocipare alle riunioni del comitato scientisofia del diritto nella vicina Jena e presifico. certo inoltre che lavor sui manodente del comitato scientifico delledizioscritti e che inoltr allArchivio diverse ne storico-critica delle opere e delle lettere interrogazioni circa la datazione precisa di Nietzsche, pubblicata dalleditore Beck, di alcuni frammenti, a cui rispose Karl aveva convocato presso lArchivio di Schlechta, il principale curatore dellediWeimar, dal 3 al 5 maggio 1934, la riunione zione storico-critica in corso. Questo del comitato di filosofiadel dirittodellAkadeperaltro, ci consente di capire meglio mie fr Deutsches Recht, di cui Heidegger perch Heidegger, nelle sue lezioni, in era membro. In quelloccasione Heidegger punti decisivi entri dettagliatamente nel fu ricevuto da Elisabeth, visit lArchivio merito di questioni cronologiche e filoloe prese visione dei manoscritti. giche e giudichi criticamente, con cogniDopo la morte di Elisabeth (8 novembre zione di causa, ledizione della Volont 1935) Emge in seguito al fallimento del di potenza. Da quanto Heidegger afferma suo tentativo di contrastare linfluenza dei nella lettera di dimissioni sembra comunparenti di Nietzsche, cio degli Oehler, que che i lavori preliminari, durati nella direzione dellArchivio, annettendo anni, fossero stati condotti a termine. questultimo allAccademia Prussiana delle Le ragioni per le quali Heidegger abbanScienze - si dimise sia dal di rettivo, sia dal don il progetto della nuova edizione e comitato scientifico. Fu seguito da Spenusc dal comitato scientifico non risultagler, che gi il 22 settembre aveva comunino dalla lettera a Leutheuer, nella quale cato a Elisabeth le proprie dimissioni dal le di missioni sono presentate semplicedirettivo e che, con Emge, usc anche dal mente come un passo resosi oggettivacomitato scientifico. A rimpiazzare queste mente necessario. Ci si pu attenere, per defezioni venne eletto nel direttivo Walter ora, allipotesi formulata da Marion F. Otto, gi membro del comitato scientifiHeinz, curatrice del corso universitario co dal 1933; questi, a sua volta, fece elegdel 1937. Da un appunto manoscritto gere nel comitato scientifico Heidegger, il Originale della lettera di Heidegger annotato da Heidegger su una comunicaquale rimase in carica fino al 26 dicembre al Ministro Leutheuer zione circolare dellArchivio-Nietzsche 1942, data in cui comunic al presidente del 27 ottobre 1938 la Heinz inferisce che Richard Leutheuer le proprie dimissioni la ragione delle dimissioni di Heidegger stia nellesito del conflitto con la seguente lettera: che insorse nel 1938 tra lArchivio-Nietzsche e la Reichsschriftumskammer. Per evitare che ledizione di Nietzsche fosse esclusa dalle Egregio signor Ministro, rendo nota con la presente la mia uscita dal comitato scientifico per opere sovvenzionabili, si decise - sembra contro il parere dl Heidegger, che proponeva una diversa strategia - di sottoporre i volumi, prima ledizione delle opere di Friedrich Nietzsche. I miei lavori preliminari per la nuova edizione della Volont di potenza, della pubblicazione, allapprovazione dellorgano nazionalsocialista. Sulla circolare summenzionata Heidegger annota: Cera da aspettardurati anni, sono stati condotti a termine. I volumi, da me ricevuti, delledizione pubblicata fino a questo momento selo; di conseguenza diventa impossibile la mia collaborazione alla commissione per ledizione, dora in poi lavorer soltanto per lopera sono a disposizione dellArchivio. La prego personalmente, signor Ministro, di voler scusare questo passo di Nietzsche - indipendentemente dalledizione. A questo si pu aggiungere la testimonianza di Ernesto Grassi, al quale Heidegger resosi oggettivamente necessario. Al tempo stesso La prego di voler rendere nota la mia uscita ai signori avrebbe un giorno dichiarato: Ho lavorato a lungo a una nuova sistemazione degli scritti nietzscheani della Volont di potenza, in del comitato. contrapposizione a quella lasciataci dalla sorella di Nietzsche, Rimango, signor Ministro, con esimia stima il Suo devotissimo Elisabeth Frster: stamane ho distrutto i miei appunti. [firmato:] M. Heidegger. 2

SOMMARIO
47 Manoscritti americani di de Saussure 47 Illuminismo e matematica nel Settecento francese 48 Scritti di Seneca 9 9 CONFRONTO Liberismo, federalismo, postfascismo 51 NOTIZIARIO 19 AUTORI E IDEE 19 La citt, il paesaggio: sociologia della cultura 20 Etica esistenziale e logica delle norme 20 I sentieri della comprensione 21 La verit della storia 23 Locke tra conservatorismo e liberalismo 24 Sulla comunicazione umana 25 In memoria di Raffaello Franchini 26 Ontologia e libert in Pareyson 27 Malinconia e filosofia della storia 27 Analisi e riflessioni su Rosmini 28 Pensare il marxismo 29 Interpretazioni di Nietzsche 29 Il sapere dellanima 30 Lultima opera di Popper 31 Ortega y Gasset 32 Itinerari fenomenologici 64 CALENDARIO 53 CONVEGNI E SEMINARI 53 Proust e i filosofi 54 Marx: interpretare e mutare il mondo 54 Sul simbolo 55 Storia della logica e storia della filosofia 56 La fondazione dellestetica filosofica 56 Neoplatonismo di Vico 57 Memoria, abitudine, esperienza 58 La Dottrina della scienza compie 200 anni 59 La relativit del vero 60 Lindividualismo moderno di Stirner 61 Epoca e dialettica 62 Essere, nulla, progetto: Sartre e Merleau-Ponty 63 Teoria della mente 49 La logica ermeneutica di Georg Misch

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RESOCONTO Il Nietzsche di Martin Heidegger

33 TENDENZE E DIBATTITI 33 Riflessioni sulletica 36 Analisi crociane 37 Cabbala e Romanticismo 37 Per una storia della filosofia cristiana 38 Adorno tra estetica ed etica 39 Tra idealismo e ermeneutica: Otto Pggeler 40 La modernit in Augusto Del Noce 41 Femminismo e filosofia 42 La filosofia europea nel Nuovo Mondo 42 Itinerari medici ed epistemologici 44 Linconscio di Freud

65 DIDATTICA 65 Classici della filosofia 65 Proposte, interventi, ricerche

67 STUDIO 67 La filosofia della scienza fino ad oggi 67 Donne e filosofia 68 Il Medioevo 68 Filosofia ellenistica

69 RASSEGNA DELLE RIVISTE

74 NOVIT IN LIBRERIA 45 PROSPETTIVE DI RICERCA 45 Meyer Schapiro: storia dellarte, marxismo e psicanalisi

RESOCONTO

Friedrich Nietzsche (Friedrich linattuale)

RESOCONTO
Nietzsche, fi- scrivere a Jaspers: Ho limpressione di losofo del- crescere ormai solo nelle radici, non pi l a v v e n i r e , nei rami, e a ripetere ossessivamente: linattuale che Der Nietzsche hat mich kaputt gemaannunciava la cht! (Il Nietzsche mi ha distrutto!). morte di Dio, Unopera grandiosa, che ha segnato una accusandone i svolta nella storia della filosofia, assecontempora- gnando a Nietzsche quel posto di rilievo di nei dellassas- che lo pone a fondamento di qualsiasi Eddy Carli sinio; Nietz- tentativo di superamento della metafisische lambi- ca. Un lavoro a cui Heidegger si dedic guo, lanticristo, che insieme definiva per un intero decennio, durante il quale Cristo luomo pi nobile; Nietzsche, rimase sempre impegnato in una lotta filosofo della trasvalutazione di tutti i per strappare allenunciazione - talvalori, lantiplatonico e lantimetafisi- volta enigmatica, talvolta cos folgoranco, la medusa che pietrifica gli sguardi te da risultare di nuovo oscura - dello metafisici e dalla quale gli sguardi dei sforzo speculativo di Nietzsche la verifilosofi che verranno dopo non riusci- t di quel pensiero. ranno a distogliersi e a passare oltre. E se lopera di Heidegger risulta impresNemmeno quelli di Martin Heidegger, sionante per la mole di pagine e per lo che a Friedrich Nietzsche dedicher unopera esegetica di oltre mille pagine, raccolte nellarco di un decennio (sono comprese le lezioni tenute allUniversit di Friburgo dal 1936 al 1940 e scritti composti tra il 1940 e il 1946). Questopera di Heidegger ora pubblicata in edizione italiana, a cura di Franco Volpi , con il titolo: Nietzsche (Adelphi, Milano 1994); unopera che destinata a sollevare nuove questioni e problemi con unintervista a Franco Volpi sul caso Nietzsche, proprio perch implica linevitabile confronto tra due dei maggiori pensatori della storia del pensiero occidentale. Millecento pagine che non sono n una monografia su Nietzsche, n una semplice interpretazione del suo pensiero, ma piuttosto un confronto serraa cura di Riccardo Ruschi to e totale, una lotta che porter Heidegger a sprofondare nell abis- scrupolo filologico che lautore vi ha so di Nietzsche, fino ad una profonda impiegato, altrettanto sorprendente ricrisi filosofica e personale, che gli far sulta la traduzione dellopera in italiano. Una vera e propria impresa, che porta a compimento quellambizioso progetto editoriale che, ancora alla fine degli anni Settanta, aveva spinto Franco Volpi a proporre la pubblicazione di questopera a Roberto Calasso, direttore della Casa Editrice Adelphi di Milano. Un progetto che avrebbe potuto spaventare, se non persino gettare nella disperazione. Heidegger affronta il problema della speculazione nietzscheana leggendo minuziosamente, oltre alle opere compiute, una singolare e controversa opera postuma di Nietzsche, La volont di potenza. E si rimane stupiti nel vedere con quale agilit filologica Heidegger si muova su un materiale cos frammentario, finch non veniamo a sapere da Volpi che il filosofo lavor alledizione di quellopera, frequentando a lungo gli archivi e i manoscritti, cos da acquisire una perizia sorprendente sul rapporto tra i singoli momenti della riflessione di Nietzsche e gli eventi biografici ed editoriali che li accompagnarono. Ed su questo studio filologico rigoroso che si innesta la radicalit del domandare filosofico, la violenza dellinterp retazio ne di Heidegger. Si impone cos il metodo heideggeriano di lettura: domandare partendo dalla cosa stessa, per pervenire al concetto e al corretto uso della parola e dellimmagine. A Franco Volpi, docente di Storia della Filosofia allUniversit di Padova e di Filosofia allUniversit di WittenHerdecke (Germania), traduttore e curatore delledizione italiana del Nietzsche di Heidegger, Eddy Carli ha rivolto alcune domande.

Heidegger e labisso Nietzsche

Il Nietzsche di MartinHeidegger

tempo stesso essere flessibili per non cadere in quello stile legnoso, illeggibile, incomprensibile che viene volentieri imputato a Heidegger, anzich ai traduttori. Una cosa di cui poi spesso i traduttori di Heidegger e in genere di filosofia si preoccupano poco la resa stilistica: Heidegger non un maestro di stile, ma di pensiero, e a di volte sacrifica volutamente il primo al secondo: nel Eddy Carli tradurre risulta talvolta difficile trovare il giusto equilibrio tra la fedelt al suo pensiero e alle sue scelte terminologiche R. stato effettivamente un lavoro e le esigenze dello stile e della leggibilit. Spesso bisogna lungo e faticoso alla fine del quale anchio potrei dire: Il girare e rigirare una frase prima di arrivare alla soluzione Nietzsche mi ha distrutto!. La mole e le difficolt della ottimale. traduzione hanno richiesto molta disciplina, pazienza, rigore e precisione. Difficile da rendere sono soprattutto i giochi D. Questopera su Nietzsche sovrasta, con la sua di parole di cui Heidegger si compiace e il fatto che, dal grandiosit, tutte le altre. Perch? momento che ogni vocabolo in lui soppesato, bisogna mantenere una coerenza terminologica massima, ma al R. Si tratta di unopera impressionante per lampiezza e Intervista a Franco Volpi
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D. Professor Volpi, tradurre Heidegger arduo. Tradurre poi una tale mole di pagine, come quella del Nietzsche , credo spaventerebbe chiunque. Come riuscito a portare a compimento questa impresa e quali sono state le difficolt incontrate?

RESOCONTO la profondit delle riflessioni che intesse. Come tutte le grandi opere, trasmette stimoli a pensare molto forti. Non si tratta di una delle tante monografie su Nietzsche, e nemmeno di una semplice interpretazione del suo pensiero. Come dichiarano le parole con cui lopera esordisce, qui il nome di Nietzsche sta a indicare la cosa che nel suo pensiero in questione. Siamo dunque di fronte ad un vasto e serrato confronto filosofico, che Heidegger ingaggia con Nietzsche e che richiede da parte del lettore disponibilit e impegno. D. Questinterpretazione rispecchia davvero limmagine di Nietzsche? Non potrebbe Heidegger avere usato una sorta di violenza ai testi, volendoli unificare a tutti i costi in una trama unitaria? R. Heidegger stringe in effetti i testi in una presa tentacolare e li interroga con martellante insistenza, domanda su domanda, per estorcere loro la confessione di una appartenenza alla tradizione della metafisica occidentale. Mira insomma a mostrare che il pensiero di Nietzsche rappresenta lultimo capitolo della storia della metafisica occidentale, cio del platonismo. Ma, al di l della risposta che si pu dare alla questione sulla appartenenza o meno di Nietzsche alla metafisica, va sottolineato che con la sua interrogazione Heidegger riesce a valorizzare - meglio di ogni altra interpretazione - i contenuti speculativi dellopera nietzscheana e a mostrarne, al di l della fin troppo evidente contraddittoriet di molte sue tesi, la profonda coerenza e unit delle dottrine fondamentali: la morte di Dio e la svalutazione dei valori tradizionali, lavvento del nichilismo europeo e lesigenza del suo superamento mediante una trasvalutazione di tutti i valori, larte come attivit metafisica, il superuomo, ma soprattutto la volont di potenza e leterno ritorno delluguale. Lungo un itinerario che, attraversando la storia della filosofia, risale allindietro fino a Platone, e da Platone ritorna a noi, Heidegger mostra che tutte queste dottrine non sono lo stravagante parto della mente ormai malata del pensatorepoeta, ma costituiscono il compimento della metafisica occidentale, rigorosamente pensata fino alle sue estreme conseguenze. Oggi, noi possiamo naturalmente impegnarci in senso inverso a decostruire lunit del pensiero di Nietzsche, oppure a mostrare che Nietzsche non sta dentro la metafisica, ma ne esce fuori, anzi, la rovescia radicalmente e apre la possibilit del suo superamento. Ma lo possiamo fare solo proprio perch Heidegger ci ha mostrato quellunit e indicato quellappartenenza, che nessuno prima di lui era riuscito a esibire con tanta forza. D. Ritiene che i reiterati tentativi di superamento del nichilismo che, dopo Nietzsche, continuano a caratterizzare gran parte della filosofia contemporanea potranno mai approdare ad un esito effettivo? R. Il nichilismo, cio la morte di Dio e la svalutazione dei valori tradizionali, ha avuto sul nostro secolo una presa tanto tenace che esso rappresenta, probabilmente, qualcosa di pi di una semplice avventura del pensiero
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contemporaneo e delle sue avanguardie intellettuali. Non occorre essere nicciani per riconoscere che il suo fantasma si aggira ancora ovunque nella cultura del nostro tempo. N si deve arrivare a dire, con Heidegger, che il nichilismo laccadere stesso della storia occidentale, per riconoscere che chi non ha sperimentato su di s lenorme potenza del nulla e non ne ha subto la tentazione conosce ben poco la nostra epoca. Il nichilismo oggi espressione di un profondo malessere della nostra cultura: che ha le sue cause, sul piano storicosociale, nei processi di secolarizzazione e di razionalizzazione, cio di disincanto e frantumazione della nostra immagine del mondo, e che ha provocato sul piano filosofico il diffondersi del relativismo e dello scetticismo. E quale che sia latteggiamento che si assume nei suoi confronti, di accettazione o di rifiuto, chiunque pu vedere quanto la storia abbia riempito il nichilismo di sostanza, di vita vissuta, di azioni e di dolori. La domanda che simpone se il nichilismo sia davvero - come pensava Heidegger - un approdo inevitabile del razionalismo occidentale, una sorta di inveramento essenziale del potere distruttivo della ragione, nata con i Greci, o se esso non sia piuttosto - come pensava Husserl - un tradimento delloriginaria idea di ragione, un imbarbarimento e impoverimento di quel logos, che con Socrate, Platone e Aristotele aveva saputo affermarsi sul nichilismo di un Gorgia. Ora, se vero che il nichilismo comincia l dove cessa la volont di autoingannarci, possiamo prendere la lezione che esso ci impartisce come un vigoroso invito alla lucidit del pensiero e alla radicalit del domandare. Il nichilismo ci ha trasmesso in effetti un insegnamento corrosivo e inquietante, ma al tempo stesso profondo e coerente. Ci ha insegnato che noi non disponiamo pi di una prospettiva privilegiata - non la religione, non la metafisica, non la morale, n larte - in grado di parlare per tutte le altre; che non abbiamo pi un punto archimedico, facendo leva sul quale potremmo di nuovo dare un nome allintero. questo il senso pi profondo della terminologia negativa - perdita del centro, svalutazione dei valori, crisi di senso - che il nichilismo ha fatto fiorire e che evidentemente esprime la crisi dautodescrizione del nostro tempo. Il nichilismo ci ha dato la consapevolezza che noi moderni stiamo navigando a vista negli arcipelaghi della vita, del mondo, della storia: perch nel disincanto non v pi bussola che orienti; non vi sono pi rotte, percorsi, misurazioni pregresse utilizzabili, non pi mete prestabilite a cui approdare. Il nichilismo, che ha corroso le verit e indebolito le religioni, ma anche dissolto i dogmatismi e fatto cadere le ideologie, ci ha insegnato a mantenere quella ragionevole prudenza del pensiero che consente di navigare nel mare della precariet, nella traversata del divenire, nella transizione da un isola allaltra. Ancora non sappiamo per quando potremo dire di noi stessi quello che Nietzsche osava pensare di s, quando diceva di essere il primo perfetto nichilista dEuropa, che per ha gi vissuto in s fino in fondo il nichilismo stesso - che lo ha dietro di s, sotto di s, fuori di s.

RESOCONTO
Presso la sede di Ca Dolfin, il 10 maggio 1995, in un incontro pubblico organizzato dal Dipartimento di Filosofia e di Teoria delle Flavio Cassinari Scienze dellUniversit degli Studi di Venezia, stata presentata la recente edizione italiana dellopera di Martin Heidegger, Nietzsche. Al dibattito hanno partecipato, oltre a Franco Volpi, curatore delledizione italiana, Mario Ruggenini ed Emanuele Severino. Franco Volpi ha evidenziato i due snodi concettuali decisivi di questopera di Heidegger: la dottrina della volont di potenza e quella delleterno ritorno, attraverso i quali Heidegger giunge a collocare Nietzsche nellorizzonte della tradizione metafisica. Volpi ha ricordato che in Heidegger il filosofo dello Zarathustra non risulta, quanto al suo tratto definitorio, n un esponente della crisi del soggetto, n un detrattore del valore tradizionalmente attribuito al rigore logico dellargomentazione. La riflessione di Nietzsche, per come essa emerge dalla lettura heideggeriana, appare accostabile, per le sue caratteristiche e la sua centralit nei confronti della storia della metafisica, alla teorizzazione aristotelica del principio di non contraddizione. Secondo Volpi, per Heidegger il confronto con Nietzsche non fu un confronto dallesito gi scontato, finalizzato a costringere linterlocutore sul letto di Procuste della metafisica. Allinterno del dialogo istituito con Nietzsche, Heidegger cerca, invece, di rintracciare in questi un compagno di strada, come si pu evincere dallampiezza e qualit dei materiali che hanno dato luogo a questo testo heideggeriano. Volpi ricorda, a questo proposito, che Heidegger, nel contesto della preparazione delledizione critica delle opere di Nietzsche, si occup anche di questioni filologico-testuali. Lungi da una condanna aprioristica di Nietzsche, in quanto metafisico della volont, Heidegger legge lo Zarathustra alla luce delle proprie acquisizioni teoriche guadagnate in Essere e tempo. A riprova di ci, Volpi sottolinea il fatto che lantitesi tra apollineo e dionisiaco, configurata dal giovane Nietzsche, viene interpretata da Heidegger come il tentativo, attraverso la determinazione dellebbrezza, di uscire dallantitesi fra soggetto e oggetto. Della nozione nietzscheana di Wille (volont), Heidegger mette inoltre in evidenza il carattere di affettivit, ovvero di passivit. In questo, Heidegger coglie sia il residuo di eraclitismo persistente in Nietzsche, nel suo tener fermo alla realt del divenire, sia la consustanziale funzione unitaria (contro linterpretazione relativista del filosofo) della categoria di Wille zur Macht (volont di potenza), in quanto creatrice di forme di vita. Lappartenenza di Nietzsche alla metafisica della soggettivit risiede nel dualismo, che si configura fra la donazione di senso, effettuata dalla volont di potenza, e ci che, invece, il proprio senso pu soltanto ricevere. Ancora: limportanza che, per la conversione dallatteggiamento naturale a quello filosofico, riveste la categoria di thaumazein nella riflessione heideggeriana gi dalla fine dagli anni Venti, trova un suo riscontro nellinterpretazione del sottotitolo dello Zarathustra. Il libro per tutti e per nessuno appare infatti, secondo Heidegger, offerto a tutti coloro, e soltanto a essi, che hanno conosciuto la conversione interiore dallo sguardo ordinario. Heidegger individua due diverse valenze della dottrina delleterno ritorno. Esistentiva luna, cosmologica laltra, rivelano anchesse, per Volpi, il tentativo di appropriazione delle tesi nietzscheane da parte di Heidegger. A suo parere, Zarathustra non formula la tematica delleterno ritorno come una tesi al fine di evitare di trasformare unindicazione di carattere pratico in una dottrina. Anche qui, Heidegger tenta di recuperare Nietzsche alle proprie posizioni; ci accade anche nel caso del concetto nietzscheano di caos, sottratto alle ascendenze positiviste, ed eletto invece come il luogo dellemergere di ci che ineffabile, assolutamente differente. Si perviene cos a una sorta di teologia negativa, dalla quale per scomparso il Dio cristiano. A Nietzsche, e a s medesimo, Heidegger obietta che la categoria di nulla, alla quale questa nozione di caos fa riferimento, costituisce un antropomorfismo. Emanuele Severino ha sollevato la questione relativa alleffettivo sviluppo, nellinterpretazione heideggeriana, delle potenzialit antimetafisiche intrinseche al pensiero di Nietzsche. Questultimo, secondo Heidegger, indietreggerebbe di fronte alla propria stessa acquisizione; in particolare, nel caso della dottrina delleterno ritorno, a fronte della riduzione di questultima a simulacro della prospettiva seriale, che sorge a opera della tecnica. Severino sottolinea lesigenza di mettere in relazione la dottrina delleterno ritorno con quella della morte di Dio: proprio nel non aver percepito il fatto che la seconda implichi la prima risiede la lacuna fondamentale dellinterpretazione heideggeriana. Per questa via, largomentazione di Severino mira a mettere in luce lapora del divenire, che egli ritrova enunciata nel testo nietzscheano. Se si accetta lesistenza degli dei, non resta nulla da creare, poich tutto sarebbe gi stato deciso. Poich la dottrina nietzscheana della volont di potenza postula il nostro essere creatori, seguendone coerentemente le premesse, appare necessario affermare che non esistono gli dei, non esiste limmutabile. Questa conclusione (condivisa, secondo Severino, da tutto il pensiero contemporaneo che ritiene il divenire lunica realt) nasconde tuttavia unapora. La tesi che afferma lesistenza del divenire
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Il Nietzsche di Heidegger

pone capo, infatti, allassolutizzazione del divenire medesimo: ammettere il trascorrere del passato significa rendere questultimo un blocco monolitico, un macigno irremovibile, del quale luomo non pu che sopportare il peso. Ma qual la verit ultima della connessione, in Nietzsche, tra la dottrina delleterno ritorno e quella della volont di potenza? Luomo deve essere superato, per attingere al livello di creativit del superuomo; ci significa che il passato non pu essere considerato un immutabile, fisso nella sua irrevocabilit, in quanto ammettere lesistenza del passato significa escludere la possibilit di creazione. Esprimendo la questione in termini pi radicali: si esclude la possibilit di creare laddove si ammette lesistenza del divenire. Tener fermo alla dottrina della volont di potenza e a quella delleterno ritorno comporta dunque, per Severino, la negazione del divenire. questa lacquisizione a fronte della quale Nietzsche, a parere di Severino, indietreggia: per questo occorre seguire lindicazione heideggeriana, pi di quanto non abbia fatto Heidegger medesimo, relativa allaccostamento di Nietzsche e Aristotele, in qualit di poli della tensione che d luogo alla metafisica occidentale. Colmata dunque la grande lacuna della lettura heideggeriana, consistente nella mancata connessione fra la dottrina della volont di potenza e quella delleterno ritorno, Nietzsche appare come colui che coglie limpossibilit del divenire: assolutizzata la funzione di questultimo, si produce una contraddizione che pone in contrasto lammissione del divenire come unica realt con la necessit di considerare, in questa prospettiva, il passato come irrevocabile. Mario Ruggenini ritiene che dal confronto tra Heidegger e Nietzsche emerga una configurazione concettuale aporetica, caratteristica della modernit, che riguarda il problema del soggetto. A partire dalla questione della verit si produce la rottura del pensiero moderno nei confronti di quello greco: alla nozione di aletheia viene attribuito il carattere che fa risiedere la verit delloggetto nella certezza che di esso ha il soggetto. Su questo punto, la lettura di Kant nellopera heideggeriana dedicata a Nietzsche appare, per Ruggenini, sintomatica; essa segnala, infatti, il progressivo imporsi a Heidegger della questione del soggetto, quale cifra della prospettiva metafisica nella modernit. Dopo lesaltazione di Kant quale teorico della finitezza, nei testi heideggeriani appartenenti al periodo della fine degli anni Venti, lassegnazione di Heidegger allambito della tradizione metafisica avviene proprio a partire dal suo ruolo di teorico della soggettivit. Per definire gli elementi della propria riflessione di fronte ai quali, stando a Heidegger, Nietzsche indietreggerebbe, secondo Ruggenini occorre porre la dottrina della volont di potenza al suo giusto posto nella storia della metafisica. Nietzsche

RESOCONTO
non si colloca nella serie delle figure della metafisica, bens al suo estremo, in quanto rivela la verit di quelle che la precedono. Il problema messo a fuoco dalla riflessione nietzscheana riguarda la questione del nichilismo, ovvero la questione del senso della realt. Tale questione si pone, in Nietzsche, come il tentativo di salvaguardare il senso del divenire, non di conferirglielo. Nietzsche rifiuta la figura del dio creatore: essa necessaria soltanto se, come vuole la teologia cristiana, Dio totale perfezione, conclusa in se stessa. Soltanto in questo caso il mondo diventa superfluo. Lobiettivo di Nietzsche risiede dunque nel salvare il senso del mondo; ma la soluzione proposta, sottolinea Ruggenini, consiste in un sillogismo fondato sul presupposto soggettivista. La volont di potenza creatrice di senso; creare significa volere ogni cosa del passato, anche il dolore, redimendolo dalla sua monoliticit. Volere il passato significa riscattarlo dal non senso in cui esso ci precipita, trasformando ogni cos fu in un cos volle che fosse. In questo senso, lautentica crux teoretica consiste per Nietzsche nel Cristianesimo, ovvero nella figura del dio creatore, in quanto essa destituisce di senso il mondo. A parere di Ruggenini, Heidegger prende atto di ci, ma non fino in fondo, a causa di una prospettiva continuistica che individua ununica linea, senza soluzione di continuit, da Platone al Cristianesimo, e da esso a Nietzsche medesimo. Il limite dellinterpretazione heideggeriana consiste dunque nel non fare i conti con il fatto che il principio cristiano di creazione rappresenta, rispetto alla grecit, un elemento di novit; laddove Nietzsche, a ragione secondo Ruggenini, individua invece nella metafisica cristiana lautentico responsabile della svalutazione del mondo. Linteresse di Nietzsche non appare rivolto al pensiero greco, bens alla metafisica cristiana; la sua riflessione si presenta come latto estremo dellultimo teologo cristiano che tragicamente tenta, attraverso la fedelt alleterno, e la risacralizzazione del mondo, unultima esperienza religiosa dopo il Cristianesimo. In questa prospettiva prende forma lateismo di Nietzsche, la sua accettazione di Dioniso, cio il suo tentativo di indicare una via duscita dal nichilismo, anzich il compiaciuto permanere in esso. A parere di Ruggenini, occorre non assolutizzare laffermazione della vita, che caratterizza il superuomo: essa va infatti mantenuta in tensione con la fedelt alla terra, e ci comporta il sottolineare la finitezza delluomo. Heidegger tenta di definire concettualmente questa tensione, anche se il suo giudizio su Nietzsche pone questultimo, comunque, nellambito del soggettivismo. Nel confronto con Nietzsche Heidegger tenta, inoltre, di pervenire alla comprensione dellessere in quanto storia, ovvero di definire la necessit storica del nichilismo. In ci consiste il tentativo di pensare la differenza dellessere, attuato interpretando il nichilismo come necessit dellessere medesimo.
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Martin Heidegger e Fanco Volpi

CONFRONTO
Nel passaggio mocratica dal basso; non pu sfuggire per dalla prima che il patriottismo della Costituzione, a alla seconda cui egli invita, deve essere inteso come Repubblica si nesso inscindibile di senso di appartenenza rende necessa- nazionale e di riconoscimento dei diritti ria una ricogni- sociali, e cio come circolarit del rapporto zione storica e tra fedelt alle istituzioni nazionali (dal teorica per in- basso) e pratiche della cittadinanza sociale di dividuare le (dallalto). Si comprende perci come, per GiuseppeBalistreri tendenze e i converso, Losurdo possa puntare il dito sul modelli ideo- fatto che la messa in discussione del valore logici che sono allopera e che ne stanno della nazione e lo smantellamento dello guidando i processi. ci che propone stato sociale procedono di pari passo: mito Domenico Losurdo con il suo saggio La federalista e processi reali di de-emancipaSeconda Repubblica. Liberismo, federali- zione sono strettamente intrecciati tra loro. smo, postfascismo (Bollati Boringhieri, Per non dar adito ad equivoci, Losurdo si Torino 1994). lancia, a questo proposito, in una ricogniInnanzitutto lintero quadro dellassetto zione storica dellidea federalista e delle istituzionale e costituzionale della repub- sue espressioni politiche per mostrare blica uscita dalla Resistenza stato minato come, malgrado quanto si creda comunedallidea federalista, divenuta ormai, avverte Losurdo, un mito che pervade tutti gli schieramenti politici, compresa la sinistra nella sua componente maggioritaria. Lintento principale di Losurdo di smascherare questo mito mostrando come in esso agiscano prepotentemente motivi razzisti, dei quali per sembra non si voglia tenere sufficientemente conto. Losurdo mostra come il nocciolo razzista del federalismo intervengono Francesco M. De Sanctis, nostrano si sposi ad una tenAlberto Burgio, Roberto Esposito, denza pi generale dellOcciDomenico Losurdo dente a considerarsi la parte privilegiata del mondo per propria superiorit costitutiva, a mettere in discussione la validit dei diritti umani al di fuori della sua area, ed in sostanza a rilanciare un neocolonialismo ammantato di interventismo a cura di Riccardo Ruschi democratico. Al successo del mito federalista fa riscontro, secondo Losurdo, la nuova ondata di libe- mente, ben raramente federalismo e derismo che si imposta a livello internazio- mocrazia (principalmente nelle sue connale e sotto il cui segno si posto in Italia notazioni sociali) sono andati daccordo il passaggio alla seconda Repubblica. Qui (il federalista Proudhon era poco sensibile presente un antistatalismo non solo in alloppressione dei popoli e non nasconsenso territoriale, ma anche in senso socia- deva simpatie bonapartiste), e quando ci le, che mira allo smantellamento dei diritti accaduto, come negli esponenti del fedee delle garanzie conquistati dai ceti pi ralismo democratico del Risorgimento, non deboli della popolazione e dalle classi la- sono pochi i risvolti corporativisti (Cattavoratrici. neo), regionalisti (Ferrari), che devono Il federalismo italiano dei giorni nostri, indurre ad una presa di distanza critica. avverte Losurdo, mira allattacco delle aree Il nesso tra new wave federalista e neolibedepresse del nostro paese, privandole del- rismo va ancora pi in profondit. Losurdo le possibilt di sviluppo, che solo uno mostra infatti che quanto nella prima si Stato nazionale pu offrire, per abbando- muove dentro una prospettiva razzista, nel narle al loro destino di arretratezza. La secondo spinto da unideologia di fondo controrivoluzione liberista, da parte sua, di tipo socialdarwinista. Sia le regioni arintende invece liquidare gli elementi di retrate sia i falliti della vita tendono solidariet sociale, che le esigenze stesse infatti ad essere presentati, dalluno e daldi fare della nazione un quadro comune di laltro versante, come il prodotto di una appartenenza hanno imposto. Losurdo, in limitatezza, anzi di una vera e propria realt, coglie la costruzione dello stato inferiorit costitutiva che riguarda i sogsociale soprattutto come conquista de- getti interessati. Sulla base di una serie di dichiarazioni rinvenibili in autorevoli esponenti della tradizione liberale, Losurdo intende mostrare come si annidi nello stesso nocciolo ideologico del liberalismo una visione che porta a razzizzare i ceti sociali svantaggiati come non capaci. Il proposito quindi di derubricare la questione meridionale dallambito delle emergenze nazionali e la tendenziale cancellazione dello Stato sociale costituiscono dei processi convergenti. Come non vi discontinuit tra federalismo e neoliberismo, cos, prosegue Losurdo, non ve n tra liberalismo e fascismo. Ci che si compie oggi in Italia sarebbe quindi una ripetizione, una prosecuzione della svolta autoritaria-conservatrice di fine secolo sollevata dai cannoni di Bava-Beccaris e, ad altro livello, significativamente teorizzata da Sonnino nel suo famoso articolo Torniamo allo Statuto! (non a caso ripreso in uno scritto di Gentile alla fine del 1924). Si tratta sostanzialmente del fatto che lo stesso fascismo si voluto presentare come momento di affermazione del liberalismo in lotta contro la democrazia, e non come sua antitesi tout court. Cos, in continuit con la storia dItalia dellultimo secolo, nellavvento della seconda Repubblica, fa notare Losurdo, si pu riscontrare il prodursi di un terzo colpo di stato, dopo quello dellOttocento e quello sfociato nella dittatura mussoliniana. In tutte e tre i momenti sono individuabili alcune caratteristiche comuni: gli attacchi portati contro la democrazia considerata come una sorta di degenerazione (con i suoi partiti di massa e i sindacati) nei confronti del regime liberale puro; lalleggerimento del carico fiscale a favore delle classi abbienti e la redistribuzione della ricchezza a svantaggio delle classi popolari; lesclusione dai diritti politici dei non proprietari. Alla svolta politica si accompagna il revisionismo storico, che ha di mira la cancellazione dei caratteri popolari, democratici, nazionali, contenuti nei tre eventi storici fondamentali che hanno segnato la storia dItalia (anche se il primo solo di riflesso): la Rivoluzione Francese, il Risorgimento, la Resistenza. Di fatto, sostiene Losurdo, nel nostro Risorgimento convergono i due versanti della Rivoluzione Francese, quello delle aspirazioni nazionali e quello delle aspirazioni sociali o democratiche. Lo Stato nazionale uscito dal Risorgimento costituisce per le masse popolari un nuovo terreno pi avanzato in cui far valere le loro richieste. Per Losurdo la rivoluzione nazionale e democratica italiana non pu dunque che mantenere come suo antecedente e come ideale punto di riferimento il model-

Pensare una seconda Repubblica

Liberismo federalismo postfascismo

CONFRONTO
lo della Rivoluzione Francese, che va pertanto difesa dagli attacchi dei revisionismi storici, poich ad essa spetta il merito di aver promosso labolizione della schiavit nelle colonie, la proclamazione dei diritti delluomo e la connessa emancipazione, oltre che dei neri in catene, anche degli ebrei confinati nei ghetti, lestensione dei diritti politici a quasi tutta la popolazione adulta maschile, la teorizzazione del diritto alla vita, del diritto allistruzione, ecc.. Allo stesso modo, avverte Losurdo, anche la Resistenza va messa al riparo dai tentativi di farne un mero evento di guerra civile, che tende a rimuoverne il significato di movimento di liberazione nazionale, rivoluzione sociale e democratica, orizzonte ideale antimperialistico, anticolonialistico, antirazzistico. Svalutare il significato della Resistenza stravolgere lidentit che si data il il nostro paese dopo la fine del fascismo, e in antitesi ad esso. Lopera di Domenico Losurdo stata presentata l11 febbraio 1995 in un incontro pubblico presso lIstituto Italiano per gli Studi Filosofici di Napoli, a cui hanno partecipato, oltre allautore, Francesco M. De Sanctis, Alberto Burgio e Roberto Esposito. Dei loro interventi presentiamo qui di seguito i testi.

Francesco M. De Sanctis

Edmond Cherer, nel 1860 circa, designava la Democrazia in Francia di Guizot come un libro dettato dalla collera. Ebbene, anche il volume di Domenico Losurdo potrebbe dirsi dettato da un sentimento analogo e fondamentalmente condivisibile, che trascorre in una forte passione civile. Apparentemente, il libro di Losurdo si sofferma sulla nostra storia pi recente. Ma il presente qui legato ad una logica di sviluppo di un certo tipo di storia italiana, che ha radici molto lontane e che si iscrive in un complesso anche pi vasto di sviluppo storico-ideologico di marca antiprogressista, in unaccezione ampia, non strettamente politica. Dinanzi alle tre parole dordine che compongono il sottotitolo (liberismo, federalismo, postfascismo) Losurdo prende polemicamente partito con grande probit intellettuale, privilegiando una precisa tradizione culturale e politica, interpretata e, verrebbe da dire, vissuta in una prospettiva antagonistica ed emancipativa. Da qui la matrice culturale del libro stesso, che individuerei nel binomio Rousseau-Marx, non in opposizione ad Hegel come in un certo marxismo teorico italiano - , ma completatosi con Hegel e, attraverso lintermediazione degli Spaventa, radicatosi nella tradizione marxista, di cui qui si privilegia la linea Gramsci-Togliatti. La nettezza della scelta di campo, insieme alla forza della matrice culturale, conferisce a Losurdo una chiave di analisi molto sicura di una reat confusa, rispetto alla quellintera sinistra italiana che appare, a sua volta, disorientata. Nel primo capitolo Losurdo prende spunto da tre figure emblematiche della nostra storia recente, che sono il picconatore, il maestro e il leader. Dove il picconatore rappresenterebbe colui che sferra il primo attacco ad un certo assetto costituzionale; il maestro colui che avrebbe lanciato la parola dordine federalista; il leader, infine, colui che avrebbe affossato una repubblica, di cui il continuatore di una parte molto poco luminosa. Denominatore comune di queste figure, che si consolidano in un movimento politico sociale, non solo il federalismo, quanto una weberiana legittimazione etica della posizione sociale dei pi abbienti e felici. A questo processo si accompagnerebbe, da un lato, la rimozione dello stato sociale, dallaltro la marginalizzazione e lespulsione degli infelici come esito del tutto naturale di una dinamica selettiva. Il passo verso la razzizzazione diviene, cos, molto breve e tende a coincidere con il postulato secondo cui gli infelici meritano linfelicit e devono permanervi.
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La tesi del secondo capitolo che tale ritorno alle forme pi crude del liberismo scandisce la storia dellItalia unita, attraverso tre stadi, che sidentificano con altrettanti tentativi di colpo di stato; uno tra la fine dell800 e linizio del 900, un altro con il fascismo e lultimo con lavvento della seconda Repubblica. Tre colpi di stato accomunati, sotto il profilo della strategia complessiva, da una critica delle degenerazioni della democrazia, da una presa di distanza della Rivoluzione Francese, dalla revisione di tutte le organizzazioni di massa, in primis i partiti ed i sindacati. In ognuno dei colpi di stato la democrazia specificamente criticata come democrazia sociale legata ai diritti sociali, cui consegue unavversione radicale nei confronti dei soggetti del pluralismo, ed un recupero sinistro di vecchi sistemi e metodi elettorali. Sul piano delle procedure decisionali, la situazione che si determina prossima al doppio stato di Fraenkel, nel senso che lo stato normativo, di diritto, il Normenstaat, svuotato dallinterno dal Massnahmenstaat, dallo Statoprovvedimento, da una prassi che non opera attraverso i canali costituzionali della discussione e del controllo parlamenatre, ma attraverso un eccezionalit, normata per decreti. Tutto questo si svolge entro un quadro sociale che vede lItalia trasformata in una societ dei due terzi, nella quale la bipolarit politica, giocata allinterno di un ceto sociale omogeneo, tende a refluire in un monopartitismo competitivo. Nel capitolo terzo campeggia la critica radicale del federalismo. Gli esempi selezionati da Losurdo (la Germania, gli Stati Uniti, in parte la Svizzera) mostrano come il federalismo, allorquando anteponga il particolarismo allunit, subisca una torsione de-emancipativa. La stessa tradizione risorgimentale italiana, e nella sua versione conservatrice ed antidemocratica, - Gioberti, Rosmini e Balbo - e in quella democratica - Cattaneo, in particolare -, propone un federalismo costantemente estraneo alla prospettiva dellunit dItalia. Prospettiva che, invece, ben colgono Silvio e Bertando Spaventa, antifederalisti e precursori non solo dello stato unitario, ma anche dello stato sociale. Anche se, occorre qui obiettare, sono proprio gli Spaventa ad attestare una parentela con quella linea del liberalismo tedesco, da Lorenz Von Stein a Robert Von Mohl, che in un certo senso usava lo stato sociale in funzione correttiva della Rivoluzione Francese, cercando di ricuperarne i principi sotto il governo dellidea di Stato. Parimenti, quando Losurdo afferma, nel quarto capitolo, che la libert moderna si costituita a partire da un nucleo di diritti inalienabili, sottratti allo scambio, al contratto ed al mercato, sostiene quella che rimane una grande prestazione del pensiero liberale - penso a Guizot -, che tuttavia

CONFRONTO riabilita lidea fortemente centralistica dellamministrazione, tipica del modello francese. Analoga sfiducia nella societ civile e nel mercato come dimensioni salvifiche manifestata, hegelianamente, ancora da Stein e da Mohl. Il principio di sussidiariet che oggi si applica al federalismo nasce allinterno della teoria mohliana, di cui costituisce una sorta di trasposizione dal piano dei rapporti tra individuo e Stato alla dialettica tra Stato unitario e Stati confederati. Nel capitolo quinto, Losurdo dirige la polemica contro la storiografia revisionistica, che, lungo la linea tracciata da Furet, mirerebbe a sovvertire tre nodi fondamentali che innervano la costituzione e la storia unitaria italiana: la Rivoluzione Francese, il Risorgimento italiano e la Resistenza. Programmaticamente, nel sesto capitolo, Losurdo rivendica lurgenza di mantenere forte la continuit tra Risorgimento, Resistenza e valori costituzionali, contro ogni revisionismo che interpreti il Risorgimento in una prospettiva imperialistica e la Resistenza come guerra civile e non come conflitto di liberazione nazionale e di rivoluzione sociale. Riannodando questi momenti della storia nazionale al pettine del presente, lautore, in aperto contrasto con la subalternit della sinistra italiana, formula una critica serrata del sistema maggioritario, del congedo dai partiti di massa, del coro di consensi che ha accompagnato lintervento italiano nella guerra del Golfo. Il motivo delle aspre polemiche suscitate da questo libro risiede a prima vista nel sue essere un libro politico. In realt, tale asprezza si deve al fatto che non si tratta di un libro politico nel senso comune del termine, bens di un libro di critica storica del presente politico. Questo libro costringe a fare i conti con la storia, grande assente - come sempre nelle fasi di regressione individuale e collettiva - dal dibattito politico contemporaneo, italiano e non solo. Il libro affronta in prospettiva storica tre temi teorici (liberalismo, Stato e unit nazionale) ritenuti cruciali nella costruzione di quella cultura del particolare che per Losurdo sembra costituire lideologia portante del movimento regressivo in atto in questi anni nel nostro paese. Lanalisi di tali temi teorici mira a porre in rilievo, alla luce della vicenda storica degli ultimo centocinquantanni, la carica ideologica che ne caratterizza limmagine recepita. Cos il liberalismo? Alla definizione condivisa, che in esso legge un sinonimo di intransigente difesa della libert individuale, la storia che Losurdo ricostruisce mostra viceversa come la tradizione teorica e politica liberale si sviluppi intorno alla rivendicazione della libert della propriet, e come a questultima determinazione si accompagni inevitabilmente la tendenza a contrastare le istanze non compatibili con il pieno godimento dei possessi privati, a cominciare dai diritti del lavoro. Il carattere particolaristico del liberalismo (che rivela lambivalenza della stessa lotta di emancipazione combattutta
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Alberto Burgio

dalla borghesia europea tra Seicento e Settecento) emerge con la massima evidenza nella sua variante liberista, dove la battaglia per la libert economica si salda al rifiuto di qualsiasi intervento pubblico contro la povert, considerata come diretto effetto dellincapacit o dellignavia degli indigenti. Il razzismo (nella sua variante socialdarwinistica in particolare) si inserisce qui: la trascrizione in chiave naturalistica delle gerarchie sociali e iinternazionali agisce come teodicea della disuguaglianza sociale e della violenza del sistema economico. In questo senso tra razzismo e liberismo vige un legame necessario, stretto allinsegna di quello che Rousseau chiama pensiero servile, riferendosi a quanti ritengono che in societ la disuguaglianza naturale e quella sociale vadano di pari passo e che questultima non sia se non il riflesso immediato della prima. Contro la vulgata che nega lesistenza di un razzismo italiano, bene fa Losurdo a riprendere le spiegazioni naturalistiche del sottosviluppo meridionale (e pi in generale delle gerarchie sociali) fornite dallantropologia lombrosiana, spiegazioni alla base del senso comune (la vocazione allignavia e allillegalit dei terroni) oggi trasfigurato come scienza e legittimato politicamente dal leghismo. Il carattere particolaristico della posizione liberale costituisce la premessa dellanalisi della seconda grande questione, il tema dello Stato e dello statalismo, politicamente cruciale in una vicenda, come quella italiana, segnata dal tardivo approdo allunificazione nazionale. La generale avversione allo statalismo e laltrettanto generale opzione per una maggiore libert della societ civile (per il mercato) fanno riferimento, di norma, alleccesso di vincoli posti dallo Stato e agli effetti perversi generati dalla presunta ipertrofia della macchina statale (lentezze e disfunzioni della burocrazia; inefficienza, parassitismo; sprechi, ecc.). Losurdo mostra come, ben pi che dalle disfunzioni e dagli sprechi, lavversione per lo Stato tragga spunto dallinsofferenza nei confronti di qualsiasi interferenza nella gestione del capitale finanziario e della propriet privata dei mezzi di produzione. Qualsiasi critica antistatalistica viene meno di fronte ad uno Stato che assume le funzioni del finanziatore dellimpresa e che risponde con la violenza legale ai contraccolpi sociali della deregolazione in campo economico. Quanto emerge dallanalisi dellambivalenza dellantistatalismo lattuale subalternit ideologica di una sinistra fermamente attestata sulle posizioni del proprio avversario storico, di una sinistra che, introiettato nel profondo il mito del privato, non si avvede di lavorare, con uno zelo degno di miglior causa, per la svendita del patrimonio pubblico e per lo smantellamento dello stato sociale. I miti dellefficenza del privato e della libert economica impongono la rinuncia a difendere le componenti pi deboli della societ. Il mito federalista la terza grande questione che Losurdo mette a fuoco, e non senza significato che lanalisi del federalismo segua quella della posizione liberale-liberista e della polemica antistatalista. In tale sequenza leggibile, invece, unindicazione precisa e rilevante: lidea che lipotesi federalistica costituisca il trionfo della di-

CONFRONTO namica di frammentazione del legame sociale propria del Allanalisi teorica sin qui richiamata Losurdo intreccia liberalismo e, per cos dire, la sua verit. Anche qui una sintesi per molti versi originale della storia italiana lideologia (lingenua equivalenza tra federalismo e auto- dal 1848 a oggi. La cultura del particolare di cui abbiamo nomia, autogoverno e libert) si scontra con la realt di un sin qui discusso si manifestata lungo lintero arco della movimento antinazionale tradizionalmente teso alla riven- storia unitaria, per Losurdo comprensibile solo come dicazione del diritto alla particolarit: la sollevazione dei terreno di un incessante conflitto tra emancipazione e dericchi di Max Frisch, dove listanza base - coerente con la emacipazione, tra dinamiche progressive, innescate da lotta aristocratico-feudale contro la centralizzazione statua- lotte operaie e di massa tese alla generalizzazione dei le - il rifiuto di socializzare le condizioni di vantaggio benefici della cooperazione sociale, e fasi di regressione, acquisite. Riconoscere lessenza del federalismo nella fram- caratterizzate dallo svuoramento delle conquiste popolamentazione sociale permette di scorgere una sostanziale ri e dalla privatizzazione della ricchezza sociale. In affinit tra federalismo e fascismo, dove tuttaltro che questo contesto spicca la ricostruzione dei tre momenti: dirimente la forma specifila normalizzazione proca in cui tale frammentamossa dalle cannonate di zione viene attuata, se in Bava-Beccaris e sancita virt di una formale ristrutdalle leggi Pelloux; il fasciturazione geopolitica delsmo (e , alle sue spalle, il lo Stato o in forza di politicolpo di forza della monarche economiche e sociali chia per imporre lingresso funzionali a determinare dellItalia nella grande forti e difficilmente reverguerra europea); e infine la sibili sperequazioni tra le deriva autoritaria in cordiverse regioni del paese. so, inaugurata formalmente dalla riforma elettorale e Se nei processi in atto - in favorita dal monopolio sui particolare nel nesso tra rimedia. forma elettorale maggioritaria e progetti di riforma Laccenno ai media evoca costituzionale in senso feun problema scabrosissimo. deralistico (nesso rinsaldaAlludo al problema della to dallassetto oligopolistiforza straordinaria della co del sistema delle comunipubblicit (per riprendere cazioni di massa) - Losurdo lespressione di Le Bon cara scorge un ambizioso proa Mussolini), al problema getto di controrivoluzione politico e teorico rapcaratterizzato dal tentatipresentato dalla capacit vo di procedere a una giche un formidabile mezzo gantesca epurazione della di liberazione qual di per societ liberaldemocratis il sistema delle comunica dagli elementi [...] di cazioni di massa ha di divedemocrazia e, a maggior, nire strumento di governo ragione, di democrazia soautoritario: luogo di origiciale, perch - facendo ne della trasformazione del tesoro della lezione grampubblico in folla solitaria sciana (e, alle spalle, lenie dunque fondamento delniana) - egli considera inelindividualismo repressiAlcide De Gasperi di ritorno dagli USA ludibile e decisivo il rapvo tipico di regimi plebi(aereoporto di Vergiate, dicembre 1945) porto tra questione nazioscitari caratterizzati dal rapnale (difesa dellunit dello Stato democratico) e questio- porto immediato tra singoli e capo carismatico. Questo ne sociale (tutela degli interessi deboli ed emancipazione schema pone grandi difficolt teoriche e politiche: afdelle classi subalterne). In virt della sua unit lo Stato frontare il problema della potenza egemonica dei media nazionale lo spazio della lotta per lemancipazione implica appellarsi alla coscienza comune, affinch prendelle masse popolari: lotta per due ragioni generale, da atto della sua stessa inadeguatezza. Da questa perch di massa e perch tesa alla generalizzazione dei contraddizione reale trae da sempre forza la posizione benefici (diritti e condizioni materiali) dellinterazione demagogica: oggi, in particolare, la polemica antipartisociale. Su questa base Losurdo coglie un nesso saldo tra tocratica e largomento democratico delle elezioni rottura dellunit nazionale, smantellamento dello Stato subito e dellelezione diretta del premier o del presidente sociale e de-emancipazione delle masse popolari; in della Repubblica. questo senso, ancora, nel venire meno della sinistra a una Ma un altro il tema su cui vorrei, in chiusura, soffermarfunzione nazionale egli legge il segno di un totale oscurarsi mi; un tema in relazione al quale Losurdo mi pare offrire della stessa coscienza di classe della parte politica chiamata un contributo molto rilevante. Mi sembra infatti che a rappresentare gli interessi popolari. questo libro aiuti a impostare correttamente il problema
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CONFRONTO storico dei rapporti tra fascismo (ventennio mussoIl rischio cui questo libro di LoRoberto liniano), regime liberale e Stato repubblicano, e per ci surdo espone il lettore quello di Esposito stesso la questione teorica del valore categoriale una risposta irriflessa dettata pi (idealtipico) del termine fascismo (cio della possida una sintonia - o distonia bilit di assumere tale termine quale nome comune immediata che da un giudizio atto a designare un assetto sociale e una forma del critico. Esso talmente carico di dominio politico). phatos e di passione civile, talmente schierato su una posizioIl fascismo italiano diede vita a un sistema di comando ne netta e intransigente, che spinpolitico tendenzialmente monocratico volto a realizge ad una valutazione altrettanto zare, attraverso la gestione particolaristica dello Stato, la privatizzazione della ricchezza sociale e la sterilizza- secca, o tutta positiva o tutta negativa. Ebbene, quello che zione del conflitto sociale e politico. Di ci Losurdo tenter di fare sfuggire a questa alternativa bloccata, fornisce ampia documentazione. Ora, il punto che in guadagnando uno spazio di distinzione e di differenza: entrambi i casi il fascismo si pone in sostanziale conti- intanto rispetto ai piani sui quali il libro si muove, vale a nuit con le tradizioni politiche liberali, che il regime di dire quello storico, quello filosofico e quello politico. So Mussolini si limita, in ultima analisi, a radicalizzare. bene che in questo modo - predicando non solo la necesLosurdo ricorda Togliatti secondo cui il fascismo va sit, ma anche lopportunit della distinzione tra questi inquadrato nella vicenda del liberalismo storpio italia- piani - mi pongo dentro un quadro ermeneutico che non no e la responsabilit storica del suo avvento incombe su quello dellautore, assai pi portato ad unire che a quei democratici, quei liberali che, in fondo, avevano separare storia, filosofia e politica. Ma rivendico fin tutti nel cuore il fascismo. Soprattutto, alla luce di tali dallinizio la legittimit di un metodo, diciamo cos, premesse sembra possibile affermare che elementi di altrettanto kantiano quanto quello di Losurdo hegeliano. fascismo (ambiti, soggetti, interessi avversi alla logica Partiamo dal primo livello di discorso: quello storico. generalizzante democrazia) innervano la normalit quo- Non ho esitazioni, da questo punto di vista, a condividere tidiana della societ liberale; che se il fascismo storico la battaglia di Losurdo per una riconquista della memoria segna un mutamento rispetto al regime liberale, tuttavia storica in una stagione in cui, dietro il revisionismo sbagliato istituire tra fascismo e ordine liberale una imperante, si cela, neanche tanto occultamente, un vero cesura ontologica, scorgere tra loro, secondo quanto e proprio progetto di cancellazione della storia. E Losursuggerisce la metafora crociana della parentesi, una do fa bene a sollevare una polemica esplicita e ben radicale alterit. Non in una pretesa mutazione geneti- argomentata ad esempio sulla riduzione della Resistenza ca del regime liberale prende forma il fascismo, bens dalla categoria di rivoluzione nazionale a quella di guerra quale espressione radicale del classico, insuperabile con- civile. Ci che conta la natura e la direzione di tale flitto tra liberalismo e democrazia. guerra civile, la sua iscrizione o meno in un quadro di Questo conflitto rende ragione della ricorrenza dei tenta- liberazione nazionale. Ora proprio questa profondit di tivi che la borghesia compie allo scopo di depurare il pi campo che la storiografia - e, tanto pi, la cronaca - va possibile il regime liberale dagli elementi di natura perdendo in una sorta di livellamento superficiale in cui democratica o sociale. E rende conto altres del fatto che sembra nuovo ci che ha invece una lunga storia; o questi tentativi - nei quali si riassume la logica stessa del addirittura ci che ci riporta indietro nel tempo, come conflitto di classe - non vengono mai meno. Il che, per accade per molte delle vicende politiche, sociali e istituvenire alla pi recente vicenda italiana, spiega perch, zionali dellItalia di oggi. come scrive ancora Losurdo, la storia della Prima Rileggere tutto quanto avvenuto in questi anni nel Repubblica la storia dei tentativi eversivi che hanno nostro paese come il semplice effetto di tangentopoli cercato di affossarla. continua giustamente Losurdo - significa schiacciare un Lultimo tentativo si affermare il principio della partico- passaggio storico di grande complessit e articolazione larit (il privilegio di pochi a prezzo della sudditanza sullimmagine pi ravvicinata, essa stessa effetto, e non civile e politica dei molti) quello con il quale, in questi causa, di qualcosa di retrostante: e cio di quella ristrutmesi cruciali per la nostra democrazia, si vorrebbe dare turazione dei poteri assai pi profonda che ha trovato vita a una nuova Repubblica nella quale la politica si espressione nellalleanza strategica di liberalismo e federisolva nellimmediato confronto tra masse atomizzate e ralismo. Questa, almeno, la tesi di Losurdo, appoggiata capi plebiscitati e il pubblico si riduca a una quantit di ad unanalisi di lungo periodo che rintraccia le radici individui esteriormente e passivamente collegati dalla ideologiche di quanto sta accadendo in una genelaogia scelta per un medesimo prodotto sul mercato delle merci che arriva ai classici della tradizione liberale, da Hayek a o della politica. lultimo tentativo, ancora in corso: se Von Mises, fino a Mill, Constant, Tocqueville e addiritfallir lo dovremo in massima parte al tempestivo costi- tura a Locke. Devo dire, tuttavia, che proprio nella tuirsi di una consapevolezza diffusa della sua logica e dei ricostruzione di questa genealogia retrospettiva si cela un suoi eventuali effetti devastanti, una consapevolezza rischio non indifferente di appiattimento storico-concetalla cui diffusione questo libro d un contributo fon- tuale. Losurdo si diverte - cos a volte sembra - a evidenziare la radice antidemocratica, a volte addirittura razzidamentale. stica, del liberalismo di alcuni grandi autori. La cosa non difficile, visto che lindividualismo, e dunque anche il liberalismo, nascono dentro la cornice dello Stato assolu13

CONFRONTO to. ovvio che in tutti i pensatori sei, sette e anche demarcazione tra destra e sinistra in ordine al parametro ottocenteschi ci siano venature, toni, contenuti oggi asso- epocale costituito dalla modernizzazione. Loscillazione lutamente inaccettabili in ambito di diritti umani, civili, e lindecisione filosofica della destra e della sinistra nei sociali. Il problema quello di inserire tali elementi nel confronti della modernit costante. Ad esempio: Nietzcontesto da cui provengono e valutarli in base ad esso. sche, Bataille, Benjamin, Simone Weil, Canetti, BlanAltrimenti dovremmo concludere che Machiavelli era un chot sono autori di destra o di sinistra? La verit che essi pericoloso criminale, Agostino un affossatore dei diritti sono autori essenzialmente impolitici e che, se tradotti umani e Aristotele un bieco schiavista. Lo stesso Hegel in politica, sono resi contemporaneamente di destra e di riteneva lAmerica qualcosa di irrilevante nella storia del sinistra dalla loro estraneit alla tradizione liberaldemomondo; e Husserl escludeva francamente esquimesi e cratica. zingari dallautentico genere umano. E veniamo alla politica. Anche da questo lato sono molti Certo - potrebbe osservare Losurdo - la questione anche i punti daccordo con Losurdo; soprattutto nei confronti filosofica. Io - da questo punto di vista - mi spingerei dellingenuit di coloro che hanno confuso una serie di ancora pi in l di quanto non faccia lautore nel rifiutare una passaggi istituzionali, quali il mutamento del sistema eletreale consistenza filosofica al recupero del liberalismo. torale, con lacquisizione di una moderna democrazia. Filosofia e politica, oggi, non sono pi sovrapponibili Francamente non saprei quanto il federalismo leghista concettualmente, categorialmente, linguisticamente. Da giochi in questa vicenda. Certo innegabile che la cancelun lato lautentica filosofia non pu pensare la politica lazione della questione meridionale come questione nache nella figura della comunit; ma appunto la parola zionale costituisca un oggettivo punto dintersezione tra comunit impronunciabile nellOccidente liberale; federalismo e liberalismo antisociale. Sarei meno proclidallaltro la libert della tradizione liberale assoluta- ve, tuttavia, ad avvicinare entrambi a una prospettiva mente piatta, non ha alcuno spessore filosofico, non neofascista. La questione di fondo resta unaltra. In Italia traducibile in un linguaggio filosofico. lo scontro in atto tra due schieramenti borghesi che si Le uniche due potenze filosofico-politiche di questo affrontano senza esclusione di colpi. Ma ci significa che secolo sono state comunismo e fascismo, rispetto alle ci si debba tenere fuori da questa competizione? Io non quali sia il liberalismo di tradizione settecentesca, sia la credo. Non lo credo perch comunque tra questi due democrazia di tradizione ottocentesca non sono stati schieramenti ce n, se non uno migliore, certamente uno filosoficamente pensati. Nel nostro secolo la filosofia, peggiore. E in politica la prima regola evitare il peggio; per cos dire, appartenuta agli estremi, quasi mai al almeno in una politica che voglia assumere letica della centro. questo che rende questo secolo filosoficamente responsabilit come proprio principio. Per chi voglia, corto, stretto tra le due date metafisiche del 1917 e del invece, scegliere letica della convinzione vi sono tante 1989: n prima n dopo c stata una vera filosofia della altre strade. Ma nessuna di esse passa per la politica. politica del Novecento. Certo, questo vale soprattutto per il liberalismo. Per la La mia rilettura del liberalismo Domenico democrazia le cose sono gi diverse; ma ci proprio prende le mosse dal riconosciLosurdo perch la democrazia, almeno in una sua parte - quella mento di un punto forte di queldi derivazione roussoviano-marxiana - paradossalla tradizione di pensiero: conmente pi vicina al totalitarismo che al liberalismo: trariamente alla vulgata marxiil suo rovescio, nel senso che sempre sospesa al sta, non intendo affatto minirischio di ricadere in esso, come ben sanno i teorici mizzare il ruolo della libert della democrazia totalitaria. Ora proprio questo negativa; si tratta invece di che Losurdo nega quando avvicina al totalitarismo il mettere in evidenza le clausole liberalismo, ma non la democrazia: la mia impressione desclusione che per secoli han che su questo punto si sbagli. Il liberalismo nato no accompagnato la sua definizione. Locke parla come dallassolutismo, ma, come del resto questultimo, non di un fatto ovvio e pacifico dei piantatori delle Indie ha nulla a che vedere con il totalitarismo, appunto perch Occidentali, i quali posseggono schiavi e cavalli in incapace di pensare in termini di comunit. E proprio base ai diritti acquisiti con regolare contratto di comperch filosoficamente inabilitato a pensare la comunit, pravendita. Il grande teorico della limitazione del il liberalismo sempre politicamente in salvo dallo potere statale vorrebbe veder sancito nella costituzioscivolamento totalitario. ne di una colonia inglese in America il principio per E questa una prima obiezione di merito alla tesi di cui ogni uomo libero della Carolina deve avere assoLosurdo. Ce n poi una seconda, logicamente legata alla luto potere e autorit sui suoi schiavi negri qualunque prima. Nel nostro secolo destra e sinistra sono state tra sia la loro opinione e religione. Daltro canto, dalla loro pi vicine di quanto Losurdo non voglia ammettere; biografia di Maurice Cranston sappiamo degli investie anzi avvicinate proprio dalla comune contrapposizione menti effettuati dal filosofo liberale inglese nella alla liberaldemocrazia. Per negare questo dato - proposto tratta dei neri. Basta gi questo per rendersi conto di non solo da Nolte e Del Noce, ma ormai da una vasta quanto sia agiografica la tesi di Bobbio, secondo cui storiografia - Losurdo costretto a sfumare i caratteri bisognerebbe far risalire a Locke lidea che luomo sociali del fascismo e quelli totalitari del comunismo. Ma in quanto tale ha dei diritti per natura. le cose non cambiano: si pensi solo alla difficolt e, in Se esaminiamo la concreta realt politico-sociale del ultima analisi, allarbitrariet, di individuare una stabile mondo proto-liberale vediamo che, oltre agli schiavi
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CONFRONTO delle colonie, dal godimento della libert negativa sono NellInghilterra liberale del diciottesimo secolo, una esclusi, nella metropoli capitalistica, anche i poveri o canzone divenuta assai popolare (Rule Britannia) cos vagabondi, rinchiusi in massa nelle case di lavoro. inneggia allImpero che ha da poco strappato alla Spagna Nei confronti di tale istituzione totale non ha obiezione lAsiento, il monopolio della tratta dei neri: Questo fu il alcuna Locke, il quale anzi esige il pugno di ferro nei suo privilegio divino, /che gli angeli cantarono in coro: / confronti dei vagabondi cui, nei casi pi gravi di Oh Britannia, comanda alle onde, /Mai gli inglesi saranindisciplina, dovrebbe essere inflitto il taglio delle orec- no schiavi. A distanza di un secolo, negli USA dove chie, la deportazione nelle colonie o la pena capitale. A ancora vivo e vitale listituto della schiavit, Francis ben guardare, il lavoro in quanto tale ad essere escluso Lieber, interlocutore di Tocqueville, parla della razza dalla libert. Se Grozio distingue tra servitus perfecta (la anglicana come dellunica capace realmente di intenschiavit propriamente detta) e servitus imperfecta (pro- dere e volere i principi della libert autentica, la libert pria sia dei servi della gleba sia dei mercenarii o salaria- anglicana. ti), Locke distingue tra la Rileggiamo alcuni testi condizione dello schiavo, classici della tradizione lila perfect condition of slaberale alla luce della realt very, e la condizione del politico-sociale in cui si colservant salariato, il quale, locano. Ad apertura del suo in virt del contratto di laprimo Trattato sul govervoro, rinuncia alla libert: no, Locke condanna con paUn uomo libero si fa serrole di fuoco il dispotismo vo di un altro. Pur con le monarchico come una fordifferenze specifiche che lo ma di schiavit e una caratterizzano, il lavoro in condizione vile e spregequanto tale continua ad esvole, apparentemente per sere sussunto, anche dal fil uomo in generale, ma, losofo liberale inglese, sotin realt, soprattutto per to la categoria di servitus. Il lEnglishman e in modo servant assoggettato alla tutto particolare per il genpatria potestas del master tleman: per questo che il della cui famiglia entra a filosofo non avverte confar parte: il modello ancotraddizione tra tale celebrara una volta anticheggianzione della libert e lafferte, la famiglia aristotelica mazione contenuta nel secoi suoi famuli, servi e condo Trattato ( 85), seschiavi. condo cui ci sono uomini Un illustre studioso delle per legge di natura soglingue e delle istituzioni getti al dominio assoluto e indo-europee, E. Benveniallincondizionato potere ste, ha fatto unimportante dei loro padroni. osservazione a proposito Allorch presenta, nel delletimologia del termi1775, la sua mozione di ne libero: Il senso origiconciliazione con le colonario non , come si sarebnie americane, Burke scribe portati a credere, sbave indubbiamente una parazzato da qualche cosa, gina alta della storia della Benedetto Croce e Don Luigi Sturzo (1952) bens quello di appartetradizione liberale. Ma sanenza a un gruppo etnico, rebbe errato sorvolare sulle designata mediante una metafora di crescita vegetale. motivazioni addotte: non si pu negare la libert a coloro Tale appartenenza conferisce un privilegio che lo stranie- che fanno parte di una nazione nelle cui vene circola il ro e lo schiavo non posseggono. Liberi sono coloro che sangue della libert, ai membri della razza eletta dei sono nati e si sono sviluppati congiuntamente. Daltro figli dInghilterra, tutti adoratori della libert. una canto, i termini servus e doulos fanno riferimento in questione di genealogia, contro la quale impotenti si primo luogo ad una condizione di non appartenenza, di rivelano gli artifici umani. Legata com ad una comuesclusione. E cio, la dicotomia libert/schiavit si con- nit determinata, la libert non costituisce un valore figura originariamente come la dicotomia comunit dei propriamente universale: essa particolarmente cara, liberi/comunit (o non comunit) degli schiavi, ovvero nobile e liberale proprio ai coloni americani procome la dicotomia razza dei liberi/razza dgli schiavi. prietari di schiavi. Al whig inglese sembra riallacciarEcco allora che la celebrazione della libert pu ben si John C. Calhoun, il quale dichiara, alla vigilia della coniugarsi con lautoproclamazione da parte di un grup- Guerra di Secessione, che la difesa dellumana libert po etnico e sociale di essere linterprete privilegiato o contro le aggressioni del potere dispotico sempre stata esclusivo del valore della libert. massimamente efficiente negli Stati dove si affermata
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CONFRONTO la schiavit domestica. Dobbiamo negare la qualifica di liberale a questo autore e statista americano, teorico intransigente del governo limitato e dello Stato minimo ma, al tempo stesso, inflessibile avversario dellabolizionismo? Ma allora tale qualifica bisognerebbe negarla anche a Locke. Il fatto che la giustificazione della schiavit non un semplice incidente di percorso della tradizione liberale. La celebrazione della libert come segno di elezione comporta talvolta lesclusione, oltre che dei barbari, persino di popoli collocati allinterno della comunit occidentale. Dalla razza e dalla libert anglicana, Lieber esclude non solo i neri, ma anche, sia pure in modo meno rigido, gli spagnoli, i portoghesi, i napoletani e gli stessi i francesi, capaci di innalzarsi solo ad una spuria libert gallica o gallicana che in realt sinonimo di centralizzazione estrema e di dispotismo. In modo analogo argomenta John Stuart Mill: inadatti al governo rappresentativo (che sincarna in primo luogo negli anglosassoni) risultano le razze considerate minorenni, ovvero la grande maggioranza della razza umana; ma scarsamente adatti si rivelano anche i popoli del mezzogiorno dEuropa e le nazioni continentali (in particolare la Francia). Infine, la comunit dei liberi pu escludere da s i barbari collocati nellambito dello stesso territorio nazionale. Gli afro-americani o i pellerossa non sono affatto le uniche vittime di tale logica. Oggetto di razzizzazone possono essere sia gruppi etnici che sociali. NellInghilterra proto-liberale, latteggiamento dominante nei confronti del nuovo proletariato industriale cos duro - sottolinea il grande sociologo inglese Tawney - da non trovare riscontro ai nostri tempi se non nel comportamento dei pi abietti colonizzatori bianchi verso i lavoratori di colore. In effetti, Locke afferma che un lavoratore salariato non in grado di ragionare meglio di un indigeno; luno e laltro non hanno ancora raggiunto il livello di creature ragionevoli e di cristiani. A sua volta, Sieys cos si esprime: Una grande nazione necessariamente composta di due popoli, in qualche modo di due razze differenti e di diverso valore, dato che da una parte abbiamo i capi della produzione, dallaltra gli strumenti umani della produzione, ovvero le macchine da lavoro, questa folla immensa di strumenti bipedi, priva di libert, priva di moralit, priva di vita intellettuale, e quindi incapace di libert. Lesclusione che si rivelata la pi tenace quella a danno dei barbari del mondo coloniale. Forse vivo e vitale ancora ai giorni nostri il sentimento di razza occidentale di cui parla criticamente Toynbee. D comunque da pensare il pathos con cui Hayek celebra l uomo occidentale. Il patriarca del neoliberismo un dichiarato ammiratore di Lieber: si direbbe che la libert anglicana sia ora divenuta la libert occidentale e soprattutto anglosassone e la razza anglicana la comunit occidentale diretta dagli USA. Non ha senso descrivere la storia della libert come la marcia vittoriosa della tradizione liberale la quale, dopo aver brillantemente superato gli ostacoli frapposti da altre tradizioni di pensiero (tutte ignare del valore della libert), si conclude col trionfo definitivo dei giorni
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nostri. Al proto-liberalismo risulta estranea la tesi cara invece a Marx e Engels secondo cui non pu essere libero un popolo che ne opprime un altro, una tesi che ha alle spalle la filosofia classica tedesca e la proclamazione dei diritti delluomo scaturita dalla Rivoluzione Francese. Ad abolire per prima la schiavit nelle colonie la Convenzione giacobina, mentre i liberali inglesi e americani gridano allo scandalo, e i coloni bianchi di S. Domingo minacciano la secessione dalla Francia per poter essere accolti tra gli States dellUnione americana, dove la propriet in schiavi neri continua a svilupparsi indisturbata. Possiamo daltro canto comprendere il processo di decolonizzazione senza tener presente la tradizione rivoluzionaria che va da Toussaint Louverture (il giacobino nero che, prendendo sul serio la dichiarazione dei diritti delluomo, guida la rivolta degli schiavi di S. Domingo) a Lenin (che lancia lappello agli schiavi delle colonie a spezzare le loro catene), o dobbiamo escludere dalla storia della libert lemancipazione delle razze a suo tempo considerate minorenni da John Stuart Mill? E invece, per la vulgata ideologica oggi dominante il giacobinismo solo il padre del totalitarismo, il quale ultimo reintroduce - afferma Hayek - una sorta di schiavit o di serfdom. Ma se cos stanno le cose, non dalla schiavit propriamente detta che bisognerebbe prendere le mosse per comprendere la storia delle istituzioni totali? Elementi essenziali delluniverso concentrazionario novecentesco non hanno forse un precedente in certe pratiche (deportazioni, campi di concentramento) largamente presenti nella storia del colonialismo, e quindi nella storia di paesi-chiave della tradizione liberale? Se la tradizione rivoluzionaria russoiana, giacobina e marxista non affatto estranea alla storia della libert, della stessa libert negativa, la tradizione liberale non risulta asetticamente estranea al fenomeno totalitario. La contaminazione si manifesta gi a livello teorico. Dato che nellambito del proto-liberalismo, la celebrazione della libert la celebrazione della comunit, eletta ed esclusiva, dei liberi, non ci si pu stupire del fatto che proprio a Burke, lautore particolarmente caro ad Hayek e Dahrendorf, risalga la prima teorizzazione della comunit organica, della Gemeinschaft. Il termine non altro che la traduzione che Gentz fa della partnership: contrariamente a quello che pensano i rivoluzionari francesi, essa non vincola solo i vivi, ma i vivi, i morti e coloro non ancora nati; essa fondata su un legame di sangue, che fonde in ununit indissolubile il nostro Stato, i nostri focolari, i nostri sepolcri e i nostri altari. Se c una minaccia di digregazione e dissoluzione, essa proviene dallesterno: non a caso, Burke tra i primi a ricondurre la Rivoluzione Francese ad un complotto giudaico. Ho parlato di proto-liberalismo proprio per sottolineare la straordinaria capacit di adattamento della tradizione liberale la quale, sia pure sotto la pressione del movimento democratico e socialista, finisce col mettere in discussione, nei momenti migliori della sua storia, le consuete clausole desclusione nel godimento della libert negativa e col fare concessioni a quel movimento anche sul terreno dei diritti materiali. E, tuttavia, fasi di de-eman-

CONFRONTO

Manifestazione popolare a favore della Repubblica (maggio 1946)

cipazione possono far seguito, e fanno seguito, a fasi di emancipazione. Si tratta di categorie per me centrali nella lettura della storia contemporanea, la quale inizia con due avvenimenti tra loro strettamente intrecciati: la rivoluzione del 1789 e il colpo di stato di dieci anni dopo che pu contare sul sostegno offerto da personalit liberali come Sieys, e, almeno inizialmente, Constant e Madame de Stal, e che si propone di spazzar via i motivi e le rivendicazioni democratiche e sociali emerse nel corso di un tormentato processo di radicalizzazione. Significativamente, la Proclamation du gnral en chef Bonaparte dichiara di voler procedere alla dispersione dei faziosi per assicurare il trionfo delle ides conservatrices, tutlaires, librales. A distanza di oltre un secolo, Giovanni Gentile esprime la sua adesione al regime mussoliniano animato dalla convinzione di recuperare cos lautentico liberalismo, tradito dal liberalismo democratico. Da tale punto di vista, il fascismo si presenta come uno dei periodici movimenti di reazione con cui la borghesia depura o
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cerca di depurare il pi possibile il regime liberale degli elementi di natura democratica o sociale considerati spurii. Ai giorni nostri, Hayek chiama ad espungere dal catalogo dei diritti i diritti economici e sociali che sarebbero da mettere sul conto dellinfluenza, da lui considerata rovinosa, della rivoluzione marxista russa! Ancora una volta, si assiste al tentativo di procedere ad una gigantesca epurazione dalla societ liberal-democratica degli elementi (o del maggior numero possibile di elementi) di democrazia e, a maggior ragione, di democrazia sociale, introdotti dalle lotte prolungate del movimento operaio e popolare. Che questa sia la reale posta in gioco lo riconosce anche un autore, Dahrendorf, certo non sospettabile di simpatie per i giacobini o i bolscevichi e che tuttavia critica il tentativo oggi in atto di procedere a ritroso rispetto allidea di diritti civili e sociali, di privare lidea di diritto di quella sostanza sociale che il risultato della risposta della societ aperta alle sfide della lotta di classe.

AUTORI E IDEE

Unit abitative della Grande Borne a Grigny (Parigi)

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AUTORI E IDEE

AUTORI E IDEE

La citt, il paesaggio: sociologia della cultura


Su suggerimento di Michel Foucault di intraprendere una storia dei rapporti tra il corpo umano e lo spazio urbano, Richard Sennet, sociologo americano, ha pubblicato lo studio: FLESH AND STONE (Carne e pietra, W. W. Norton, New York 1994), una storia delle figure che hanno determinato la struttura delle citt occidentali, con lobiettivo anche di comprendere lattuale crisi del modello urbano. A questopera fa riscontro il saggio di Auguste Berque, LES RAISONS DU PAYSAGE. DE LA CHINE ANTIQUE AUX ENVIRONNEMENTS DE SYNTHSE (Le ragioni del paesaggio. Dallantica Cina agli ambienti di sintesi, Hazan, Parigi 1995), che nel tentativo di gettar luce sulle culture del paesaggio, intreccia in una sola analisi ambiente sociale e naturale, mettendo allo scoperto i legami tra il mondo cos com e il mondo come lo si percepisce.

La prima parte dello studio di Richard Sennet incentrata sullAntichit. Se ad Atene si gioca tutto intorno al ginnasio, spazio della nudit corporea, ma anche della conversazione tra cittadini, in una democrazia da cui sono per esclusi donne, schiavi e stranieri, a Roma il centro politico si sposta verso il foro, sebbene il canone ideale della bellezza virile rimanga il modello geometrico intorno al quale viene disegnata la citt e si organizzano i suoi principali monumenti. Laffermarsi del cristianesimo contesta dallinterno quella civilt troppo attaccata alla perfezione formale: lo spazio profano deve ora fare i conti con quello sacro. La seconda parte riguarda due citt simbolo: Venezia e Parigi. Nella Parigi del XIII secolo, osserva Sennet, Jehan de Chelles e i costruttori di Notre-Dame fanno del santuario una metafora in pietra del corpo sofferente di Ges Cristo. Al contempo, dalle viuzze tortuose che costeggiano la Senna emerge una citt nuova, animata da una passione per il commercio che stimola la nascita delleconomia di mercato. La Venezia del Rinascimento, continua Sennet, la prima grande citt multiculturale

dellOccidente, in cui si incrociano tutte le comunit dellarea mediterranea. Alcune di esse cadono vittima dellorrore della contaminazione: il caso degli ebrei, per la prima volta confinati dentro un ghetto. Ma il principio che determin la nascita del ghetto sopravviver di fatto alla sua scomparsa storica: vi sono quartieri nelle citt o nelle periferie moderne che assolvono la stessa funzione. Lultima parte dellanalisi di Sennet si svolge nel solco della scoperta, da parte di William Harvey, della circolazione del sangue: lEuropa moderna inventa - per poi esportarlo nel resto del mondo - un concetto nuovo di citt, dominato dalla preoccupazione di una circolazione semplice e ben regolata. Le vie si trasformano in ampi viali, gli urbanisti progettano piazze enormi: Boull sogna monumenti grandiosi e Haussmann riorganizza Parigi in modo che sia pi facile per lesercito sedare le sommosse. Infine Londra e New York, con la struttura a scacchiera di Manhattan e il suo centinaio di comunit di immigrati che convivono non sempre pacificamente. In un medesimo contesto di riflessione, alla mesologia, o scienza degli ambienti, dedica la sua attenzione Auguste Berque . In Les raisons du paysage, muovendo dal presupposto che i colori non siano dati sensibili immediati, ma sensazioni mediate da valori, Berque si appropria della concezione storico-culturale dei colori elaborata da Michel Pastoureau, che aveva mostrato come ogni civilt e, allinterno di una stessa cultura, ogni epoca organizzino autonomamente le proprie scale cromatiche; nel Medioevo, ad esempio, laddove il blu mariano soppianta il porpora degli antichi, il verde non si situa tra il giallo e il blu, ma dopo il nero. Analogamente un paesaggio, osserva Berque, non va visto come una cosa, ma come una relazione. Quello che scambiamo spontaneamente per un vissuto originario sorge, al contrario, dallincrociarsi di geografia e storia, come mediazione tra il mondo delle cose e il mondo della soggettivit umana. Il paesaggio qualcosa di comune, mediato da parole e immagini, interpretato da archetipi culturali, gli ecosimboli (ad esempio lalpeggio o il bocage). Subordinando, in diversi modi, la vista alla parola, le culture dissolvono luni19

verso naturale in quello del mito, al punto da perdere le singolarit fisiche di un ambiente. La stessa natura naturale il termine di una relazione: lo spazio selvaggio esiste solo per gli uomini di civilt fortemente urbanizzate; per i cosiddetti primitivi la foresta in cui abitano un luogo domestico, ad alto tenore culturale. Il paesaggio rustico un valore duso costruito da e per una sensibilit contemplativa: la sua bucolicit stata fabbricata, negoziata, ricomposta, filtrata; il risultato di un processo collettivo, normativo, riproducibile, fatto di reminiscenze, allusioni, fantasmi pittorici e letterari che costituiscono la ratio paesaggista di una cultura. Berque non il primo a decifrare linvenzione del paesaggio e a isolarne le componenti simboliche: ci sono gli studi di Anne Cauquelin e, da una trentina danni, in area francese, una riflessione forte sullo spazio, il giardino e lestetica del paesaggio sia rurale che urbano. Il merito di Berque di essersi avvalso delle risorse del comparatismo, grazie alla sua conoscenza profonda del mondo asiatico. Vi infatti uno scarto significativo tra fisica, o geologia, modelli attraverso i quali lOccidente ha prevalentemente guardato allambiente, e latteggiamento geomantico che, ancora nel 700, fa trattare a Yuan Mei un paesaggio come un bacino di corrispondenze cosmiche. Ci tanto pi interessante se si considera che la Cina invent il paesaggio circa dodici secoli prima dellOccidente. Inoltre, attraverso la nozione di medianza, neologismo preso a prestito dal filosofo giapponese Tetsuro e che indica una categoria che sta allo spazio come la storicit sta al tempo, Berque sistematizza il rapporto soggettivo con lambiente fisico: non c presenza al mondo esterno che non sia al contempo in una intersezione, in una inerenza della cultura alla natura. D.F.

AUTORI E IDEE
Etica esistenziale e logica delle norme
Dopo essersi gi soffermata intorno alle questioni attinenti alle definizioni di giustizia, Agnes Heller, spostando il suo campo di osservazione ad una sfera ancora pi impegnativa, si trova da alcuni anni alle prese con un ambizioso progetto di una teoria complessiva della morale. Con il titolo ETICA GENERALE (Il Mulino, Bologna 1994) appare infatti in edizione italiana quello che, nelle intenzioni di Heller, da considerarsi il primo volume di una trilogia, la cui architettura stata pensata come articolazione di un medesimo progetto discorsivo dinsieme. Fa riscontro a questo progetto una recente raccolta di saggi di Georg Henrik von Wright, NORMEN, WERTE UND HANDLUNGEN (Norme, valori e azioni, Suhrkamp, Francoforte s/M. 1994).

NellIntroduzione a Etica generale Agnes Heller distingue tre aspetti della teoria della morale, luno di tipo interpretativo, laltro di tipo normativo ed il terzo di tipo educativo/autoeducativo o terapeutico. Questa tripartizione della materia indica la necessit di affrontare separatamente tre diversi problemi: definire in che cosa consista propriamente la morale; quali comportamenti si possono considerare conformi alla morale; in quale modo possibile giungere a comportamenti morali. Gli altri due volumi che seguiranno, come annunciato da Heller, porteranno infatti rispettivamente il titolo, in edizione italiana, di Filosofia morale e di Una teoria della condotta (questultimo ancora in forma provvisoria). Con questo suo primo lavoro dedicato alletica Heller intende affrontare la morale dal punto di vista della ragione teoretica, sfuggendo per alle insidie in cui finiscono per cadere tutti coloro che si propongono una fondazione razionale della morale, sebbene anchessa muova dal presupposto che lesistenza della morale non pu che essere affidata ad una scelta soggettiva e personale delluomo, il cui ambito di manifestazione dato dalla sua unica dimensione storico-sociale. Paradossalmente, osserva Heller, la modernit rende pi difficile lopera della morale, sebbene la condizione moderna sia quella che offra realmente e pi a fondo la possibilit di unesistenza morale che il soggetto si guadagna con la propria azione e con le proprie scelte. Secondo Heller, si tratta, da un lato, di prendere posizione contro coloro che vogliono imporre un sistema di eticit fondato su una propria oggettiva autoevidenza e che non impegna, a livello di responsabilit, il soggetto dellazione in quanto tale - un tipo di etica a carattere monologico, esterno, naturalistico, autoritativo e chiuso nella propria normativit; dallaltro si tratta di differenziarsi da coloro che, riconoscendo

al singolo soggetto umano, emancipatosi dallautorit esterna, il ruolo di arbitro nella scelta delle proprie norme di vita, giungono di fatto alla liquidazione stessa della possibilit dellagire morale. Infatti, osserva Heller, se la pluralizzazione delle sfere di vita, prodotta dalla modernit, comporta la fine di un ethos forte, ci non esclude lesistenza di un ethos comune minimale, anche se semplicemente a carattere difensivo della stessa pluralit delle sfere, che sola pu consentire lautonomia morale degli individui. Il fatto, dunque, che la morale comporti una scelta esistenziale soggettivamente fondata, non conduce alla liquidazione di una autorit morale e della moralit (Sittlichkeit) come orizzonte normativo in s dato, con cui lindividuo deve interagire, giacch solo in quanto vi sono norme e regole lindividuo pu esistere come essere morale. Il compimento della modernit, dunque, non conduce, secondo Heller, n al soggettivismo, n al nichilismo morale; e neppure, si potrebbe aggiungere, ad una fondazione intersoggettiva della morale, come quella prospettata dai teorici delletica comunicativa come Apel ed Habermas. Si potrebbe quasi dire che la morale, per Heller, non ha bisogno di essere fondata, ma soltanto di essere spiegata. La morale dotata di una validit empirica che non ha bisogno di essere ricavata dai metodi dellargomentazione razionale, poich essa ne costituisce, anzi, il presupposto. Pertanto non serve porre la morale secondo ununiversalit di ragione puramente formale; occorre semmai scoprire, tramite la ragione, la morale come universale empirico. Nella sua critica delle moderne teorie della scelta razionale, considerate un aggiornamento in versione dinamica della dottrina del liberum arbitrium, Heller contesta principalmente lassunto per cui la nostra libert si compendierebbe nella capacit di operare una scelta razionale di fronte a singoli eventi, di volta in volta determinati (ci che Heller definisce puntinismo ontologico). In questo modo, osserva Heller, viene ad oscurarsi lorizzonte complessivo di senso che si pone in opera nel momento in cui pratichiamo una scelta. Quando scegliamo, non operiamo soltanto una scelta di mezzi, preoccupati di rispettare unicamente la razionalit dello scopo, ma in quanto siamo noi stessi a porre i nostri fini e a creare in questo modo una gerarchia di valori, operiamo una scelta morale. Il fine morale, secondo Heller, non pu essere posto come un prodotto dellazione; il determinarsi stesso per la scelta morale che fa da presupposto allazione e la definisce secondo un determinato orientamento di senso, mentre ogni scelta razionale, di per s, non potrebbe essere in grado di fondare un punto di vista morale. Queste considerazioni trovano riscontro in una serie di saggi di Georg Henrik von Wright, scritti principalmente nel corso degli anni Ottanta e ora raccolti con il
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titolo: Normen, Werte und Handlungen. Completa il volume un dialogo a due voci con Georg Meggle intorno alla possibilit di una oggettiva determinazione delle categorie di comprensione razionale. La questione se la ragione sia soltanto un mezzo conoscitivo di carattere dirimente, oppure se la stessa determinazione di un fatto conosciuto non sia funzione del suo stesso processo conoscitivo. In tal caso, verit solo ci che da essa stessa posto e riconosciuto come tale, oppure, oltre il processo fondativo della ragione, vi spazio per lesistenza di verit obiettive, da essa non riconosciute come tali? Pensatore finlandese, appartenente alla tradizione analitica, Von Wright muove dallassunto, maturato negli anni della sua frequentazione con gli amici e i colleghi di Cambridge, che la definizione dei concetti fondamentali di tipo normativo, compreso lambito degli enunciati prescrittivi e dei giudizi di valore, sottost agli stessi criteri con cui vengono fissate le categorie logicomodali degli enunciati riguardanti giudizi di verit. In tal modo, secondo von Wright, attraverso le norme della ragione si pu procedere alla definizione dei valori e delle regole di orientamento dellazione. Lintero complesso argomentativo di von Wright si richiama cos al postulato di una logica deontica, tale cio da condurre alla determinazione di un ambito dei doveri che abbia la stessa stringenza di un procedimento logico. Una volta posti i motivi, le intenzioni, le ragioni, che ci si propone nellagire , si possono determinare, nello stesso tempo, norme e valori conseguentemente perseguibili. Questa concezione ha fatto pensare a von Wright come ad un Euclide delletica. Il suo procedimento, tuttavia, cos rigorosamente deduttivo e fortemente formalizzato, sembra caratterizzarsi come un sistema di concetti che solo incidentalmente ha a che fare con letica e da cui solo in modo estremamente complicato si pu ricavare effettivi orientamenti per una determinata condotta di vita. G.B.

I sentieri della comprensione


La filosofia ermeneutica ancora una volta oggetto di indagine nello studio di Hans Robert Jau, WEGE DES VERSTEHEN (Sentieri della comprensione, Wilhelm Fink, Monaco di Baviera 1994). Jau, gi noto in Italia come teorico di estetica della ricezione, riformula qui il proprio pensiero nella direzione di una pi marcata attenzione per la sostanza estetica dellopera, quale oggetto di interpretazione.

Applicarsi alla lettura di un testo significa non solo confrontarsi con i suoi tempi, le sue problematiche, la sua tradizione, ma anche

AUTORI E IDEE
concretizzarne il senso nel presente, accrescendo in questo modo il senso stesso del passato. La centralit dellapplicazione in campo ermeneutico oggetto di trattazione della nuova opera di Hans Robert Jau, Wege des Verstehens, che si configura come tentativo di completamento della tradizionale ermeneutica trascendentale di Gadamer e Dilthey attraverso una maggiore considerazione per la dimensione della prassi. Lorientamento applicativo del testo accentuato, daltra parte, dal fatto di essere una raccolta di esempi applicativi della teoria ermeneutica, proponendo, accanto a trattazioni di natura teorica, saggi sullodierna situazione culturale, sullo stile di rappresentazione di drammi classici e moderni e sullestetica musicale. Lo scritto centrale del volume un esempio di ermeneutica teologica; Jau interpreta qui un testo biblico, il libro di Jona, come paradigma di unermeneutica dellestraneo. In questo passo del Vecchio Testamento Dio impartisce a Jona una serie di comandi, che il profeta non comprende per eccesso di zelo e immaturit; solo laiuto divino gli permette infine di comprendere, bench la comprensione non sia resa possibile dalla formulazione di una risposta definitiva, ma venga affidata da Dio stesso al rilievo pedagogico della domanda. Nel rapporto tra Dio e Jona Jau vede lallegoria della situazione ermeneutica: Dio, in quanto creatore ed ermeneuta insieme, raffigura lalterit della parola, ma anche il desiderio e la possibilit di comprenderla; Jona invece immagine dellapplicazione. Allinterno di tale relazione Jau evidenzia in particolare la tensione infinita del metodo ermeneutico, che mai giunge al proprio compimento nella trasparenza della risposta finale, ma proprio attraverso la domanda aperta riesce a concretizzare nel presente il senso del passato e a farne il principio di una nuova prassi. In un saggio specificamente dedicato alla morale ermeneutica, Jau connette lermeneutica alla morale applicativa, distinguendola con nettezza dalla morale prescrittiva e sottraendola in tal modo al pericoloso inaridimento nel nanismo moralistico. Nellesperienza estetica, infatti, non viene confermato o decretato alcun sapere normativo, ma viene aperta la possibilit di una nuova comprensione, che esige la costruzione di un giudizio morale autonomo. Secondo Jau il giudizio estetico corregge la crescita selvaggia della storia, riconoscendo le interpretazioni pi proficue ed escludendo il soggettivismo improduttivo. Se negli scritti passati Jau risolveva la teoria della ricezione nel processo delladattamento sociale, in questultimo lavoro rivaluta la sostanza estetica, affermando che la costruzione delle prescrizioni interpretative si orienta innanzitutto sullopera ed quindi strettamente legata al momento applicativo. La nuova posizione di Jau non rinnega la precedente, ma rappresenta un tentativo di comporre teoria della ricezione e ermeneutica, che rappresentano due fasi ugualmente imprescindibili del suo pensiero. Da questa nuova prospettiva Jau rinnova le sue critiche nei confronti dei decostruttivisti che, secondo Jau, si sottraggono alla comprensione dialogica e tuttavia vogliono venire compresi. L.R. Secondo Dami, una tale evidenziazione della struttura narrativa della storia, che sfocia nellidentificazione tra storia e letteratura, si spinge troppo oltre, rendendo la storia una finzione tra le altre finzioni narrative, con la conseguente perdita della possibilit di un controllo empirico. In realt, White non fa che accentuare il dramma della scienza storica di aspirare, da un lato, a un fondamento universale, e di dipendere, dallaltro, dalla molteplicit irriducibile degli eventi particolari. Questo dramma della storia, che la pone continuamente in contatto con la sua possibile dissoluzione, viene ripreso anche da Rancire, secondo il quale la dimensione che pu conferire alla storia uno statuto di verit una sorta di poetica del sapere: solo linquadramento della storia in un discorso poetico, narrativo, pu restituire alla storia il suo valore di verit. Nel tentativo di seguire il filo complesso delle parole che dicono la storia, Rancire sottolinea come leccesso delle parole, la chiacchera invadente siano sempre contaminate dalla menzogna; sono invece i testimoni muti coloro che determinano la possibilit stessa della scienza storica. Attraverso lidentificazione tra il testimone muto, il sapere della morte e ci che nascosto, Rancire giunge a postulare un sapere storico che si misura con la morte riscattabile, un sapere che capace di far parlare i morti e i silenzi della storia. Inoltre, individuando lo spazio specifico della storicit in un luogo simbolico, esemplificato dalla dimensione geografica del Mediterraneo, Rancire caratterizza la singolarit del racconto storico come Odissea, cio libro del mare scritto. Una possibile risposta agli interrogativi della storia la si pu cogliere nelle concezioni di Karl Jaspers e Nikolaj Berdjaev. In Filosofia dellesistenza e storia, Maria Luisa Basso mostra come entrambi questi autori siano accomunati dalla presenza di una prospettiva trascendente e dualistica e insieme da una esaltazione delliniziativa umana, nella convinzione che nella storia sia inscritto il destino delluomo. Mentre per Berdjaev opta per un umanesimo cristiano, in base al quale luomo divino in quanto in grado di ricevere la verit della Rivelazione, Jaspers propende per la teoria neoplatonica della Trascendenza, per la quale luomo, per ritrovare se stesso, deve trascendersi e quindi ha bisogno della storia per potersi elevare allUno. Per entrambi, osserva Basso, lambito della storia costituisce il terreno in cui luomo deve misurarsi per attingere la verit. In tale prospettiva, se Jaspers si oppone sia al pessimismo scettico di coloro che concepiscono la storia come una caotica massa di eventi senza un fine, sia allottimismo fideistico di coloro che individuano nella storia una struttura preordinata di carattere divino, Berdjaev intende costruire unantropologia che si coniughi con i valori della tradizione cristiana. M.Mi.

La verit della storia


La definizione dello statuto di verit della storia, a partire dalla sua struttura narrativa, oggetto di riflessione dello studio di Roberto Dami, I TROPI DELLA STORIA. LA NARRAZIONE NELLA TEORIA DELLA STORIOGRAFIA DI HAYDEN WHITE (Franco Angeli, Milano 1994) e di quello di Jacques Rancire, LE PAROLE DELLA STORIA (Il Saggiatore, Milano 1994). Sempre in riferimento al significato della storia sono rilevanti le posizioni teoriche di Karl Jaspers e di Nikolaj Berdjaev, che Maria Luisa Basso espone nel volume: FILOSOFIA DELLESISTENZA E STORIA. KARL JASPERS E NICOLAJ BERDJAEV (Editrice Clueb, Bologna 1994), con lintento di conciliare una visione trascendente della storia con lappello alliniziativa umana.

Sia la prospettiva teorica di Hayden White, esposta da Roberto Dami ne I tropi della storia, sia la concezione di Jacques Rancire presente ne Le parole della storia, nonostante le evidenti diversit, sono accomunate dal distacco da una scienza storica di indirizzo positivistico o neopositivistico. Laspirazione positivistica di conferire alla storia lo statuto oggettivo e universale di scienza si scontra in entrambi con linnegabile peculiarit della scienza storica di sottrarsi alla possibilit della verifica e del controllo empirico di cui dispongono le altre scienze. Il problema che qui si pone allora quello di stabilire in che modo la storia possa accedere alla verit senza rinunciare alla propria specificit empirica. La posizione teorica di White, come mostra Dami, fornisce una possibile risposta a questo interrogativo. Basandosi su una concezione linguistica che privilegia la dimensione del significante, White ritiene di poter trovare il fondamento della storia nel suo specifico linguaggio, poich la forma linguistica secondo White che determina il modo di essere peculiare della storia e che articola il discorso storico attraverso una precisa scelta dei tropi linguistici. Si tratta di un atto di prefigurazione tropologica, precisa Dami, che orienta lattivit dello storico in diverse direzioni, a seconda delluso di una delle quattro figure retoriche - metafora, metonimia, sineddoche e ironia - che a loro volta indicano quattro vie di argomentazione storica - formalistica, meccanicistica, organicistica e contestualistica. Cos la storia si caratterizza per il suo legame con la narrativa, per il suo porsi come racconto, per le modalit tropiche in cui viene esposta.
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AUTORI E IDEE
concupiscenza, soggetta alla costrizione della materia e del corpo; spetta cos al potere del monarca, che in s concentra le funzioni di governo e di repressione, provvedere alla sua disciplina comportamentale. Questa dialettica tra dominio coercitivo del potere politico e regola morale, che ha il suo garante nellautorit del vescovo, si avvia al termine allo scadere dellanno Mille, quando viene meno il terrore per lApocalisse e si va progressivamente definendo un nuovo concetto di Stato. Come osserva Senellart: la durata indefinita dellavvenire, costantemente orientato verso una prospettiva di salute, a conferire un nuovo significato allistituto regale. Esso non pi semplicemente il garante di un ordine immutabile, sottoposto ai decreti del Cielo, ma il fattore di una progressiva trasformazione delle cose di quaggi, che avvicina gli uomini a quella felicit eterna cui sono votati. Il passaggio, nella teoria del Regimen, dalla funzione del corrigere a quella del dirigere trova qui una delle sue condizioni determinanti. Lutilit pubblica, quale scopo dellautorit monarchica, viene invocata da Giovanni di Salisbury (1115-1180); ma occorrer attendere la fine del XIII secolo per vedere affermata, con Tommaso dAquino, limmanenza del potere politico. Non pi sottomettere il corpo, individuale e sociale, alla disciplina, e non soltanto imporre la legge ad un regno, ma reggere una moltitudine diventa il fine pratico dellarte di governo. Questo pu avvenire, considera Senellart, in ragione del trapasso da una concezione di tempo millenaristica ad una visione pi laica e terrena, dove diventa sempre pi significativa lesigenza di una legittimazione non pi esclusivamente religiosa del potere. Articolare il rapporto tra esigenze di primato del politico con la tradizionale superiorit del dominio spirituale, fa notare Senellart, diventa ora un compito prioritario del pensiero chiesastico. Nei fatti, lautonomia sovrana del potere dello Stato si affermer nel corso del XVI secolo come risposta al disordine provocato dalle guerre confessionali. La stessa idea di Machiavelli, che prevedeva una autocrazia del Principe, si traduce s in un predominio assolutistico, ma non tanto del Principe, quanto dello Stato, inteso come apparato, dove il massimo rappresentante del potere uno dei componenti della grande macchina dello Stato, che egli pu dirigere unicamente assoggettandosi al meccanismo dinsieme. La concentrazione del potere in un istituzione centralizzata e tendenzialmente autoreferenziale segna la separazione del governo dalla societ, determina il carattere sempre pi segreto dellarte di governo che tende a divenire sempre pi invisibile per potere vedere tutto e in definitiva provoca il passaggio rivoluzionario verso forme pi consensuali di gestione politica. Questa passione del segreto, quale tratto saliente dellarte politica, mirabilmente

Albrecht Drer, Imperatore Carlo Magno (1513, part.)

Le arti del governo


Lalbero genealogico delle teorie del governo politico dalla fine dellImpero Romano fino allaffermazione dello Stato assoluto costituisce la vasta impresa critica intrapresa da Michel Senellart nel suo studio LES ARTS DE GOUVERNER; DU REGIMEN MEDIEVAL AU CONCEPT DE GOUVERNEMENT, (Le arti di governare; dal Regimen medievale al concetto di Governo, Seuil, Parigi 1995). Le modalit di selezione e di legittimazione della classe politica allinterno dei regimi rappresentativi sono al centro dellanalisi di Bernard Manin, PRINCIPES DI GOUVERNEMENT REPRSENTATIF (Principi del governo rappresentativo, Calman-Levy, Parigi 1995).

Gli Specula principium, ovvero gli specchi dei prncipi, erano manuali di esercizio del governo ad uso dei sovrani, la cui limitata

tiratura costituiva un titolo di apprezzamento ulteriore per il ristretto ceto che li utilizzava. Michel Senellart lavora da tempo su questo genere particolare di documenti, limitatamente al periodo che va dalla fine dellImpero Romano fino al Seicento, un millennio dominato dal Cristianesimo, che in uno riassume religione, cultura e societ. appunto con il Cristianesimo che il termine latino Regimen, disciplina alimentare e comportamentale, assume il nuovo significato di costituzione, di regola di governo dei credenti. Siamo alla fine dellImpero Romano, in un periodo storico attraversato dalle invasioni barbariche, quando SantAgostino elabora i fondamenti teologici del potere coercitivo e repressivo, elaborando una dottrina che si iscrive nella visione religiosa del peccato originale e della caduta delluomo. Opponendosi alla disciplina evangelica delle comunit cristiane, Agostino afferma che anche la realt terrena del cristiano, in quanto essere generato nel peccato e nella
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AUTORI E IDEE
svelata da Gabriel Naud , autore, nel 1639, di un libello diventato celebre: Considerazioni politiche sul colpo di stato, dove si enuncia la teoria dellautentico segreto politico, che tale - precisa Senellart - non a ragione del silenzio in cui si nasconde, ma perch, per natura, non pu essere oggetto di una sistematizzazione razionale. Imprevedibile, originale, intimamente legato alla trama delle circostanze, la sua singolare radicalit sfida qualunque approccio teorico. Conclusione, questa, che estranea il politico da una storia puramente fatta di concetti, mentre lo consegna al mondo dellagire, separando larte di governare dalla scienza politica, iscrivendola nello spazio aleatorio del gioco. Nel suo saggio Principes du gouvernement reprsentatif, Bernard Manin osserva che il caso, interpretato alla stregua di vero e proprio principio di selezione della classe di governo, era unopzione gi in uso presso le democrazie greche; gli ateniesi, infatti, applicavano lestrazione a sorte delle cariche pubbliche, ritenendo che il gioco del caso fornisse a tutti indistintamente la possibilit di partecipare alla gestione dello Stato. Il principio della rappresentanza per estrazione espressamente affermato da Aristotele nella Politica: considerato democratico che le magistrature siano attribuite per estrazione a sorte, oligarchico che siano elettive; mentre il principio elettivo, che implica un elitismo della classe politica, ha lindubbio vantaggio di produrre una selezione mirata dei governanti e la legittimazione del loro potere, verificato dal consenso dei governati. Dalla Rivoluzione Francese in poi la storia dei sistemi democratici segue il percorso evolutivo del principio rappresentativo per elezione; una storia che Manin riassume in tre stadi. Dapprima si ha lo stadio del parlamentarismo, dove domina la scelta di una persona di fiducia, il notabile, che possiede una grande libert di movimento nel teatro politico. Questo sistema viene poi soppiantato da quello di democrazia dei partiti, dove lappartenenza di classe si identifica con ladesione ad una formazione politica. La dialettica democratica si svolge, in questo caso, attraverso il confronto parlamentare, dove i partiti, organismi fortemente rappresentativi e radicati nella societ, fanno opera di mediazione politica. La degenerazione in sistema partitocratico apre la strada allultimo, attuale stadio del regime rappresentativo, che Manin designa col termine di democrazia del pubblico, caratterizzata dalla personalizzazione della scelta del candidato. Nella proposizione del ceto dei rappresentanti e nella creazione del consenso, un ruolo centrale assume la televisione, vera e propria piazza della politica, dove le figure mediatiche degli opinion leaders, degli esperti della comunicazione, stanno soppiantando le tradizionali figure dei professionisti della politica.

John Locke

Nel teatro mediatico della politica il pubblico viene interpellato come valore statistico e ha un ruolo di spettatore, a cui si chiede non una scelta di programmi, ma unidentificazione proiettiva col prodotto politico meglio pubblicizzato. Attento a non demonizzare questa fase della storia della politica, che ha il merito di allargare la scena pubblica della rappresentanza, Manin rileva tuttavia che ad essa non ha corrisposto un approfondimento della democrazia effettiva e una maggiore identificazione tra governati e governanti: non vi motivo di pensare che le lites politico-mediatiche siano pi vicine agli elettori di quanto lo fossero gli uomini di apparato. E.N.

Locke tra conservatorismo e liberalismo


Pubblicato in edizione originale nel 1969, LA FILOSOFIA POLITICA DI LOCKE (trad. it. di K. Tenembaum, Laterza, Bari-Roma 1995), di Walter Euchner, analizza il pensiero politico e storico del filosofo inglese, sistematizzandone i diversi elementi. Agli interessi di Locke per la morale e la teologia, e ai loro rapporti con la concezione politica, rivolgono la propria attenzione Ian Harris e John Marshall in due studi, intitolati rispettivamente THE MIND OF JOHN LOCKE. A STUDY OF POLITICAL THEORY IN ITS INTELLECTUAL SETTING (La mente di John Locke. Uno studio della teoria politica nel suo ambiente intellettuale, Cambridge University Press, New York 1994) e JOHN LOCKE. RESISTANCE, RELIGION AND RESPONSABILITY (John Locke. Resistenza, religione e responsabilit, Cambridge University Press, New York 1994).

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AUTORI E IDEE
Lintento dello studio di Walter Euchner quello di smantellare le interpretazioni pi diffuse della filosofia di John Locke, a partire da quella di Levi-Strauss, che interpreta la politica lockiana come la netta antitesi, liberale e costituzionale, di quella assolutistica di Hobbes, sino ad arrivare a quella di R. H. Cox, che vede in Locke una sorta di Hobbes travestito, in cui listinto e il diritto di natura costituiscono il fondamento della struttura umana. In opposizione a queste chiavi di lettura, Euchner ne propone unaltra, nella quale emergono due elementi attorno ai quali ruota lintera filosofia di Locke. In primo luogo, Locke viene distinto radicalmente da Hobbes in funzione della diversa considerazione che i due autori hanno della propriet privata che, secondo Hobbes, non esiste nello stato di natura, mentre, secondo Locke, ne costituisce un diritto inalienabile. In questo modo cade la differenziazione straussiana fondata, essenzialmente, sul tipo diverso di stato civile dei due filosofi: secondo Euchner, infatti, la discriminante tra i due autori risiede gi nelle loro diverse concezioni antropomorfiche. In secondo luogo, Euchner riscontra una contraddizione di fondo nel pensiero politico lockiano. Luomo di Locke, infatti, caratterizzato sia dalla tendenza naturale a socializzare, sia da un forte istinto di autoconservazione. Il primo elemento, che porta luomo alle pi antiche aggregazioni, rappresenta lidea di societas, presente nelluomo sin dalle origini della storia e proiettata verso una edificazione di tipo stoico e cristiano. La contraddizione nasce per dalla constatazione del secondo elemento, caratterizzante luomo lockiano, e cio la propensione dellindividuo al diritto soggettivo che difende ed esalta la propriet privata ed il desiderio di arricchirsi. In questo senso, luomo privilegerebbe il diritto di natura che si concretizza nellindividualismo borghese e nello spirito del capitalismo. Cos, osserva Euchner, la tendenza allaggregazione, da una parte, e la difesa dellio e dellarricchimento, dallaltra, costituiscono un ossimoro difficilmente conciliabile in Locke, ma sicuramente caratteristico. Euchner viene a capo di questa contraddizione distinguendo, allinterno dello stato di natura, due momenti cronologicamente distinti, il primo dei quali rappresenta il desiderio di pace e ed il mantenimento della propriet privata, mentre il secondo si concretizza nella natura individualistica delluomo, che tende ad accumulare il denaro e, per questo, a scontrarsi con i suoi simili. A.S. Lintensa attivit di pensiero di Locke appare generalmente legato allambito della teoria della conoscenza e della politica. Gli interessi di Locke, per, ricoprono anche altri ambiti, come la morale e la teologia. A questo proposito, lo studio di Ian Harris si propone di rintracciare nella vasta produzione intellettuale di Locke ununica linea di sviluppo, che unisca i primissimi scritti alle opere della maturit. Secondo Harris ogni opera sarebbe collocabile in uno schema, una sorta di grande disegno che Locke avrebbe avuto in mente fin dalla giovent. Harris si sofferma in particolare sui due Trattati sul governo civile (1690) e sul Saggio sullintelletto umano (1671), sottolineando come essi siano ricollegabili alle predisposizioni intellettuali del giovane Locke. noto che Locke mut spesso opinione nel corso della sua vita; basti come esempio il passaggio dalla concezione di un re dotato di potere assoluto (1661) alla difesa della rivoluzione armata (1681). Tuttavia Harris intende questi mutamenti come sviluppi di precedenti meditazioni e non come il sintomo di una profondo cambiamento di vedute. In particolare, Harris nega il passaggio da un Locke conservatore a un Locke liberale. Linadeguatezza del termine liberale attribuito a Locke sostenuta anche da John Marshall, che ugualmente si preoccupa di rintracciare legami tra i vari interessi di Locke, per quanto si soffermi soprattutto sulla sua concezione morale e in particolare sullaffinit di questultima con la morale ciceroniana e con quella cristiana. Questa caratteristica viene ricollegata da Marshall alla personalit e alla posizione di Locke in quanto appartenente ad un ambiente in cui superiorit sociale e subordinazione erano una realt quotidiana. Da questo Marshall deriva lidea che non si possa parlare di un vero liberalismo per Locke. La libert, infatti, ha per lui valore solo nella misura in cui in grado di rimuovere gli ostacoli al perseguimento dei doveri divini delluomo, consentendo a questi una vita morale. Ci non contrasta, secondo Marshall, con la sincerit della meditazione morale di Locke, ma solo con la pretesa di vedere in essa il segno di una determinata concezione politica. Nelle loro interpretazioni Harris e Marshall ridimensionano il lato rivoluzionario del pensiero di Locke, evidenziato da Richard Ashcraft in La politica rivoluzionaria e i Due trattati sul governo di Locke (1986), dove Locke veniva tratteggiato come un attivo membro del partito dei Whigs, rivoluzionario e radicale. Harris nega questo coinvolgimento politico di Locke in prima persona, riconoscendogli unattivitpuramenteintellettuale. Marshall tenta di venire incontro ad Ashcraft, ma la conclusione ancora nel senso di un prevalente conservatorismo. A.R. Con questo studio M. Burgoon, F. Hunsaker e E. Dawson si propongono un approccio descrittivo alla comunicazione, senza tuttavia affrontare la questione epistemologica circa gli strumenti da utilizzare per analizzare la comunicazione. Rilevante appare in ogni caso lampio orizzonte in cui viene enucleato il tema della comunicazione, intesa come attivit pervasiva della vita umana. Tra gli altri motivi presi in esame, il fenomeno della credibilit definito in base al suo spessore percettivo e questo accostato ad un vero e proprio processo decisionale. La personalit , daltronde, il punto di partenza e di arrivo dei processi decisionali; sicch si stabilisce un rapporto tra le caratteristiche della personalit e la qualit della comunicazione. Inoltre, le transazioni umane vengono distinte in omofile ed eterofile; le prime coinvolgono persone che si percepiscono reciprocamente come simili, con interessi in comune; le seconde coinvolgono persone che si percepiscono come dissimili e con differenti campi dazione. La presenza di un chiaro riferimento gerarchico nella interazione comunicativa cambia la natura stessa della comunicazione; questa la dinamica propria del potere e, soprattutto, della sua percezione sociale. Al di l delle tipologie di potere e delle diverse conseguenze sulla comunicazione che gli autori riportano, non viene tuttavia preso in considerazione il potere educativo di ristrutturare, di ridefinire se stessi e quindi i contesti comunicativi in cui si vive. Tale potere, infatti, squisitamente relazionale; non un prodotto, ma un processo che prescinde dai contenuti, pur non astraendosi da essi. Per quanto riguarda il processo di persuasione, Burgoon, Hunsaker e Dawson lo collegano alla dinamica di formazione della personalit e al grado di stima che ognuno ha di se stesso. Vengono poi prese in considerazione lansiet del soggetto che riceve la persuasione, la sua competenza riguardo allargomento del discorso e il coinvolgimento personale in ci che si sta discutendo. Non si accenna per ai processi di costruzione dellidentit personale che intervengono nel processo di persuasione, che sempre anche di auto-persuasione, sia pure inconsapevole. Anche lanalisi dei macchiavellismi, degli inganni, delle trappole persuasive non tiene conto di questa dimensione auto-ingannatoria della comunicazione. Lopera considera poi il rapporto tra la comunicazione ed il linguaggio e tra questo e la visione del mondo dei soggetti percepienti. A questo proposito importante il riferimento ad un fattore che pu inibire pesantemente la comunicazione: il misconoscimento della differenza tra le inferenze e le osservazioni che i linguaggi della comunicazione veicolano. Allanalisi specifica del linguaggio nonverbale Burgoon, Hunsaker e Dawson dedicano una sezione del loro studio, pro-

Sulla comunicazione umana


Proporre un orizzonte delle intersezioni disciplinari presenti negli studi sulla comunicazione lobiettivo impegnativo che si propone lopera di M. Burgoon, F. Hunsaker e E. Dawson, HUMAN COMMUNICATION (Comunicazione umana, Sage Publications Inc., Thousands Oak 1994). Lintento non quello di unintroduzione classica alla teoria della comunicazione, ma di una delineazione degli scopi della comunicazione. 24

AUTORI E IDEE
ponendo anche una classificazione in codici. Il processo di comunicazione, che avviene attraverso tutto il corpo, ha infatti conseguenze anche sul giudizio di credibilit che ognuno riscuote nei contesti sociali. Ovviamente questa espressione della corporeit apre il problema della sua traducibilit ed interpretabilit in termini verbali, anche perch i messaggi comunicativi concreti appaiono sempre come ununit complessa di aspetti verbali, prossemici, cinesici, vocali, ecc. Lorizzonte di riferimento culturale sia del singolo che del gruppo, chiamato a dare senso e significato a questi messaggi. Coniugando il problema della persuasione con le teorie dellapprendimento, Burgoon, Hunsaker e Dawson fanno notare che, tra queste, ha una preminenza quella della relazione tra stimolo e risposta. Sempre a proposito della persuasione viene considerata efficace la teoria della dissonanza cognitiva che punta, attraverso lazione, a provocare un cambiamento, senza mettere in luce esplicitamente la discrepanza esistente tra credenze ed atteggiamenti personali. Unazione, uninterazione che sia anche una violazione delle aspettative culturali e sociali pu influenzare negativamente o positivamente lefficacia persuasiva. Essa pu avvenire prevalentemente nei piccoli gruppi, quelli identificati dagli autori come i pi adatti a prendere decisioni e risolvere i problemi. Di questi piccoli gruppi vengono comunque messi in luce anche i rischi psico-sociali a cui vanno incontro. La distinzione che Burgoon, Hunsaker e Dawson operano tra comunicazioni simmetriche e complementari rimanda anche alla definizione della relazione e, contestualmente, dei soggetti protagonisti di essa. Le relazioni, al di l delle analisi funzionali delle prime impressioni, sono la base per la ricerca della soddisfazione di bisogni umanizzanti ed umanizzati: primo fra tutti lamore. Per quanto riguarda la distinzione tra conflitti reali ed artificiali, i primi sono presentati come giochi a somma zero, nei quali se uno dei contendenti vince, laltro perde; i secondi, invece, sono quelli in cui il guadagno di una delle due parti non porta necessariamente ad una perdita dellaltra. Nonostante lindubbia congruenza tra obiettivi e risultati raggiunti, lo studio di Burgoon, Hunsaker e Dawson non riconosce che la formazione alla comunicazione non pu accontentarsi di descrivere lo status quo. Il potenziale delle comunicazioni, infatti, tende a nascondersi, a non mostrarsi: proprio questa propriet aumenta il potenziale stesso della comunicazione proporzionalmente allintenzione di sminuire limportanza della comunicazione stessa. Ma.M.

In memoria di Raffaello Franchini


AllIstituto Italiano per gli Studi Filosofici di Napoli Fulvio Tessitore, Girolamo Cotroneo e Vittorio Stella hanno presentato il volume: LA TRADIZIONE CRITICA DELLA FILOSOFIA. STUDI IN MEMORIA DI RAFFAELLO FRANCHINI ( Loffredo, Napoli 1994), una collazione di scritti, a cura di Giuseppe Cantillo e Renata Viti Cavaliere, per ricordare la figura di uno studioso e di un filosofo, fautore dellautonomia del filosofare, che ispir la sua ampia produzione al principio dellonest scientifica, allimpegno etico-politico e ad una sconfinata fiducia nella capacit umane.

Il volume si apre con alcuni pregevoli inediti crociani, omaggio di Alda Croce: alcune lettere di Croce a Karl Lwith, ove si dibatte della filosofia che sorge dal pieno della praxis e che tanto pi vera quanto pi la supera; e una serie di appunti, in risposta a tre domande rivolte a Croce da un giornalista svedese, in cui il filosofo analizza il suo atteggiamento, dapprima di distanza, poi di accettazione convinta nei confronti della politica come necessit logica e morale, alla quale non ci si pu sottrarre se non si vuole soccombere alla servit mentale e morale. Una simile diffidenza nei confronti della politica accompagn anche la scrupolosa e ammirevole meditazione di Raffaello Franchini, fino a che, aiutato anche dal confronto e dallo scambio di idee con altri amici docenti, come ha ricordato Fulvio Tessitore, giunse a capacitarsi che nelle aule universitarie si potesse far politica, a patto di farne fedelt alle proprie idee e capacit di difenderle. Contrario ad ogni compromesso, tanto che Francesco Compagna lo defin uomo dai comportamenti geometrici, Franchini si ispirava ad una idea della filosofia come strumento di elevazione morale, in questo fedele al dettato crociano che aborriva il filosofare professorale ed inconcludente (nota autobiografica del 5 ottobre 1934). In lui, ha osservato Girolamo Cotroneo, lo storicismo crociano si tramut essenzialmente in un bisogno vitale. Sul valore della filosofia come arma e strumento per la diffusione del liberalismo, ha ricordato Cotroneo, Franchini and riflettendo, con maggiore intensit, intorno agli anni Sessanta, per approdare, in polemica con la tendenza del dibattito filosofico-politico di allora, alla consapevolezza di una filosofia intesa come militanza ed intervento. Ne La teoria della previsione (1964) la dottrina crociana della storia come storia contemporanea si svilupp nel criterio del giudizio prospettico, nella visione di una storia sempre da farsi, come res gerendae, dove il presente non determina, ma prepara lazione, la orienta in modo prospettico. Franchini riteneva infatti propria di ogni
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uomo la facolt di riflettere sulle situazioni per definire le proprie azioni e renderle efficaci e utili a raggiungere lobiettivo prefissato. Come sottolinea Rita Melillo nel suo contributo sulla disciplina del menagement, la vita delluomo per Franchini possibilit che si trasforma in realt per diventare di nuovo possibilit, dando vita a quel continuo processo che la libert. Nel suo bisogno di costruire un filosofia seconda, in polemica contro ogni metafisica, Franchini si convinse, come ha ricordato Renata Viti Cavaliere, ad una filosofia delluomo, assolutamente laica, derivando dallinsegnamento crociano il principio teorico per indagare sul senso del terrestre. La priorit delluomo, il senso umano della riflessione e dellautocomprensione, osserva Ernesto Paolozzi, portano Franchini a formulare una teoria fondativa della libert, in una visione del mondo attenta alla creativit delluomo e della storia, e consequenzialmente a considerare la libert come forza motrice, come ideale partico che garantisca il diritto di dissenso e al pluralismo delle idee contro la neutralit. In Eutanasia dei principi logici Franchini traccia una storia dellopposizione alla logica formalistica aristotelico-scolastica, avviata da Cartesio e proseguita da Malebranche, Vico, Baumgarten e Croce, solo per fare qualche nome. Alla loro rivendicazione della centralit delluomo Franchini aggiungeva la netta liquidazione di ogni pastoia formalistica e, come fa notare Sossio Giametta, derivava da tali principi lo spunto per sorreggere la sua definizione del progresso filosofico. A questo insopprimibile diritto alla filosofia (cos suonava il titolo di un suo volume del 1982), al bisogno umano di ricerca della verit, come rileva nel suo contributo Santo Coppolino, Franchini aggiungeva il riconoscimento alla speculazione filosofica di uno statuto di scientificit, che riaffermava la vitalit della scienza e il valore liberatorio del metodo. In questo, linterpretazione franchiniana appare del tutto in linea con le ultime meditazioni crociane, richiamate dallintervento di Pio Colonnello sulla scoperta della vitalit come questione esistenziale e sulla considerazione della vita e della storia come esperienza tragica, che sfocia in una tensione feconda e dinamica contro la barbarie e a favore del progresso. La forza delle idee di Franchini parimenti sostenuta dalla potenza e dal calibro delle parole, come fa notare Francesco Erasmo Sciuto, che riconosce nella arguzia, nella nota umoristica e dissacratoria il tratto generale della scrittura. Chiude il volume la bibliografia completa delle opere di Franchini, a cura di Clementina Gily Reda, che fornisce un quadro completo e dettagliato della sua intensa attivit saggistica e pubblicistica. A.M.G.

AUTORI E IDEE

Vittima del Napalm nel massacro di My Lai (Vietnam 1968, foto di P.J. Griffiths per Magnum)

Ontologia e libert in Pareyson


Curati da Gianni Vattimo e da Giuseppe Riconda, sono stati pubblicati gli scritti postumi di Luigi Pareyson in una raccolta dal titolo: ONTOLOGIA DELLA LIBERT (Einaudi, Torino 1995). Sul pensiero di Pareyson segnaliamo anche una recente monografia ad opera di Marianna Gensabella Furnari, I SENTIERI DELLA LIBERT (Guerini scientifica, Milano 1995), che affronta le problematiche ontologiche ed estetiche nella riflessione pareysoniana.

Ontologia della libert raccoglie gli ultimi scritti di Luigi Pareyson, nella struttura compositiva che egli aveva pensato per la pubblicazione; secondo le sue intenzioni, i manoscritti sono stati infatti raccolti in tre sezioni: In cammino verso la libert, La libert originaria, La libert e il nulla. La seconda e la terza sezione sono la summa di alcuni saggi che il filosofo torinese

aveva gi reso pubblici. Infatti, come ci ricordano nella Prefazione i curatori del volume, Giuseppe Riconda e Gianni Vattimo, lAnnuario filosofico, fondato e diretto da Pareyson, aveva proposto dal 1985 al 1992 cinque saggi dellattuale Ontologia della libert. Essi sono: Lesperienza religiosa e la filosofia; La filosofia e il problema del male; Un discorso temerario: il male in Dio; La domanda fondamentale: perch lessere piuttosto che il nulla?; Il nulla e la libert come inizio. Mentre il cap. IV della seconda sezione un inedito, Frammenti sullescatologia, il cap. II della terza sezione, Stupore della ragione e angoscia di fronte allessere, gi apparso nella raccolta di saggi Romanticismo, Esistenzialismo, Ontologia della libert con il titolo: Lo stupore della ragione in Schelling. Cos come il cap. IV della terza e ultima sezione, Filosofia della libert, lezione di congedo tenuta nellUniversit di Torino il 27 ottobre 1988, era conosciuta agli studiosi di Pareyson (1989,
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Genova). Gli inediti sono quindi rappresentati dalla prima sezione e dai Frammenti sullescatologia. Ci non toglie allopera originalit, poich le lezioni napoletane, che costituiscono In cammino verso la libert e che ebbero luogo nei giorni dal 26 al 30 aprile 1988, presso lIstituto Italiano per gli Studi Filosofici, risultano essere momento centrale del pensiero tragico di Pareyson e imprescindibile premessa ai saggi (anche se scritti anteriormente) che formano il volume. A.Di C. Scritti con lintento di dare una risposta alle domande sulla natura del dolore e del male, questi saggi costituiscono una sorta di summa del pensiero di Luigi Pareyson, fornendo una sintesi tra le tematiche del romanticismo e le problematiche esistenzialistiche che caratterizzano la sua opera. La filosofia di Pareyson, infatti, risponde da una parte ai vuoti lasciati dallidealismo di Schelling e dalla sua ansia per la verit rispecchiata nellessere; dallaltra, si con-

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fronta con lanalisi esistenziale dellesserci e del nulla sviluppata da Heidegger. Secondo Pareyson, le lacune e i dubbi suscitati da queste concezioni possono trovare una risposta esclusivamente nella filosofia della libert, che si manifesta nellanalisi delluomo e del divino e che, per questo, trova spazio nellermeneutica del mito cristiano. Pareyson affronta cos la questione della libert delluomo, gi tema dellesistenzialismo da Kierkegaard in poi, ponendola a confronto con quella, ben pi drammatica, di Dio. In tal modo, la libert di Dio trova la sua collocazione solo nella religione cristiana, mentre la ragione, perso il suo carattere di dimensione assoluta, si manifesta nel suo stupore, che diventa rivelazione. Il Dio che emerge qui un Dio in divenire, un Dio-evento che si distacca definitivamente da quello greco, immutabile e perfetto. Il Dio di Pareyson , allorigine, libero di scegliere tra il bene e il male e pur scegliendo il bene, legittima la possibilit dellesistenza del male, presente, in questo modo, nel creato. La possibilit diventa realt nel momento del peccato originale, quando Adamo e Eva, liberi come Dio, scelgono il male. Cos, la colpa originaria, preesistente alluomo, si materializza e rende luomo colpevole per sempre; da qui la necessit della rivelazione che mostra la reiterazione della scelta divina per il bene, compiuta, ancora una volta, in assoluta libert. Assumendo il dolore e la sofferenza su di s, e sulla propria natura umana, Dio riscatta luomo dal peccato originale e ripristina lo stato di bene, scelto nel momento della creazione. Escluso dalla teologia, il problema del Dio in divenire diventa cos una risposta filosofica al problema del dolore: il suicidio di Dio appare infatti come la redenzione, non necessaria, ma voluta, al peccato originale ed apre alla seconda epoca in cui, ancora una volta, la libert delluomo trionfa sulla necessit. Unanalisi precisa della filosofia di Pareyson quella offerta da Marianna Gensabella Furnari nello studio I sentieri della libert. Qui, la filosofia esistenzialistica pareysoniana viene indagata nelle sue tematiche principali: lontologia, lermeneutica e lestetica. Per quanto riguarda lontologia, Gensabella Furnari descrive lo stupore della ragione che, prima in Schelling e poi in Pareyson, ha segnato laccettazione del negativo e il rifiuto dellAssoluto hegeliano. Accanto a questa tematica troviamo un forte richiamo allesistenzialismo di Jaspers, che in Pareyson diventa il riconoscimento della dimensione tragica in cui vive luomo, costretto a scegliere e in bilico nella propria libert assoluta. La libert delluomo riporta alla libert di Dio che, come nella mistica ekarthiana, vive labisso della scelta tra bene e male. Per quanto riguarda lermeneutica e lestetica, Gensabella Furnari mostra come in Pareyson la teoria dellinterpretazione risulti profondamente legata allontologia in quanto strumento per cogliere la verit, non pi dellessere, ma dellesistente. Accanto al rifiuto dellermeneutica di Gadamer, contemporanea e vicina a quella pareysoniana, ma ancora legata allo speculativo hegeliano e quindi alla dimensione della totalit, compare in Pareyson la ricerca per la verit nellincontro tra lartista e lopera darte, considerati bacini inesauribili ed infiniti di verit ed esperienza. La forma dellopera diventa cos lelemento delimitante la significazione infinita e impedisce quel regresso allinfinito, portatore del nulla, del circolo ermeneutico, caratteristico dellontologia heideggeriana e gadameriana. Daltra parte lincontro tra lartista e lopera, dimensioni infinite ed inesauribili, ostacola loggettivazione compiuta della verit, patrimonio hegeliano ormai superato. In conclusione, anche nella teoria estetica della forma, la libert diventa lunico valore capace di cogliere la verit, privata dellassoluto e caratterizzata dalla finitezza dellesperienza. A.S. anche la disperazione di cui la storia stata sempre portatrice. Di fronte al senso di insoddisfazione rispetto alle attese suscitate dalle prospettive storiche del Moderno, Heidbrink distingue tra strategie di fuga, come lideale della distinzione indicato da Simmel, e strategie di superamento del potere esercitato dal tempo storico; tra queste ultime egli pone lidea di ascesi avanzata da Schopenhauer, laddomesticamento del tempo nella concezione nietzscheana delleterno ritorno delluguale, e il cosiddetto decisionismo estetico di Lukcs. Le radici storiche della malinconia sono da ricercarsi, per Heidbrink, nel sorgere dellindividualit a partire dallepoca romantica, allorch il tempo cominci da una parte a prospettarsi allinterno dellesperienza dellio vissuto, dallaltra a dispedersi in essa, senza che il soggetto stesso dellesperienza potesse venirne a capo. Cos, secondo Heidbrink, per liberarsi dalla malinconia storica occorre sbarazzarsi delle moderne visioni teleologiche della storia, che ne pongono il compimento al di l di essa (come idea di fine della storia nel risolutivo presentarsi della pienezza dei tempi). Questo non significa che ci si debba sottrarre al compito di attribuire un senso alla storia; piuttosto, lindividuo deve porsi in una dimensione temporale, in cui possa realisticamente dispiegare tutte intere le sue potenzialit, senza proiettarsi in una temporalit sovrumana, n adottare unidea di progresso contrassegnata in senso escatologico; una dimensione in cui lessere lumano, in quanto ente razionale, sia posto allaltezza delle proprie facolt di essere vivente finito. G.B.

Malinconia e filosofia della storia


Era gi noto come la malinconia fosse unantico stato danimo legato alla percezione della propria impotenza rispetto al vano e inarrestabile scorrere del tempo. Un recente studio pone invece la malinconia in rapporto alle disillusioni suscitate dal Moderno: si tratta dellopera di Ludger Heidbrink, MELANCHOLIE UND MODERNE. ZUR KRITIK DER HISTORISCHEN VERZWEIFLUNG (Malinconia e Moderno. Per la critica della disperazione storica, Wilhelm Fink, Monaco di Baviera 1994).

Analisi e riflessioni su Rosmini


Il pensiero di Antonio Rosmini oggetto danalisi di alcuni studi, che ne affrontano differenti aspetti tematici. In ONTOLOGIA E MORALE (Vita e Pensiero, Milano 1994) Roberto Nebuloni ricostruisce il complesso ontologico-morale del pensiero rosminiano, mentre Tina Manfredi, con il saggio ESSERE E VERIT IN ROSMINI (Edizioni studio Domenicano, Bologna 1994) apre una riflessione sulla concezione dellessere in Rosmini. Affianca questi studi interpretativi la pubblicazione, a cura di Pier Paolo Ottonello, di una raccolta degli scritti estetici di Rosmini, SULLIDILLIO E SULLA NUOVA LETTERATURA ITALIANA (Guerini e Associati, Milano 1994).

Secondo Ludger Heidbrink si tratta di uscire sia dalle visioni salvifiche della storia, sia da quelle critiche e negative che, in quanto tali, rimangono ugualmente chiuse in un orizzonte storico di aspettative. Se la fede nel progresso ha dovuto ben presto ricredersi di fronte ai lutti prodotti dalla ragione, osserva Heidbrink, la critica del progresso ci ha tuttavia abituato a un senso di vuoto, di latente mancanza. La modernit ha finito cos con laccompagnarsi a un senso di malinconia, connesso al sentimento di una perdita: la malinconia moderna il risultato, da un lato, di un certo tipo di percezione del tempo storico, dallaltro dellemergere dellindividuo come soggetto. Esaurite le visioni cicliche del tempo proprie degli antichi e la visione salvifica della storia propria della concezione cristiana, la storia, secondo Heidbrink, ha assunto nella modernit la dimensione di un piano immanente di compimento umano, ancora fortemente segnato, tuttavia, dalle precedenti attese escatologiche. Da qui il significato esclusivo e le utopie della storia, ma
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La peculiarit della filosofia di Antonio Rosmini consiste in un antisoggettivismo, che si ripresenta sotto diverse problematiche. In Ontologia e morale Roberto Nebuloni analizza la dimensione ontologicamorale del pensiero di Rosmini, mostrando come il discorso morale e quello ontologi-

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co si presentino qui strettamente legati: la partecipazione allessere puro diviene morale in tutti i suoi aspetti, cos come rende morale lente (il soggetto) che ne partecipa. In questo la categoria del male si viene a collocare nel dissociarsi del soggetto da una verit che si presenta in veste di essere supremo, tanto da acquisire connotati metafisici oltre che puramente morali. Lantisoggettivismo rosminiano acquista specificit nello studio di Tina Manfredi, Essere e verit in Rosmini, che analizza la concezione rosminiana della mente come fondamento costituitivo e principio formale, in base al quale diviene possibile porre una naturale connessione fra essere oggettivo e mente in quanto nesso ontologico originario. Dal punto di vista gnoseologico e ontologico la verit trova cos corrispondenza in un essere reale, a cui la mente umana chiamata a partecipare in vista di una pienezza ontologica-morale. Il riconoscere allessere la singolare propriet di rendere manifeste le cose nella loro verit, osserva Tina Manfredi, diviene possibile, in Rosmini, attraverso il superamento di qualsiasi forma di dualismo. Gli scritti che compongono la raccolta dal titolo: Sullidillio e sulla nuova letteratura italiana travalicano le coordinate morali e si inoltrano nel complesso campo dellestetica che Rosmini considera il luogo di un equilibrio tra opera oggettiva e spirito soggettivo. Pier Paolo Ottonello, curatore della raccolta, pone lattenzione sul rapporto tra lidea di bellezza e lidea di verit, estendendo lantisoggettivismo rosminiano anche a livello estetico-artistico. Lestetica occupa uno spazio fondamentale allinterno della visione cosmica rosminiana, intervenendo nella realizzazione di un potenziale perfezionamento del cosmo. Laccostarsi del soggetto al fluire dellesistenza come delle idee, costituisce per Rosmini la possibilit di cogliere una verit che si incarna nellesistenza stessa e si manifesta nei suoi molteplici aspetti. D.M. Secondo volume di una trilogia filosofica che vuole indagare il rapporto fra modo di produzione capitalistico e comunismo, Leguale libert incentrato sullipotesi che lelemento decisivo della transizione dal capitalismo al comunismo sia la natura umana. In questo suo studio Costanzo Preve delinea unantropologia sociale della libert e delleguaglianza attraverso quattro momenti. Il primo mostra come per Marx, che eredita da Aristotele una concezione dinamica della natura, non esista una natura umana originaria. Qui Preve opta per una concezione della natura umana come teoria del determinarsi storico dellente naturale generico in libera individualit integrale moderna. Nel secondo momento Preve va alla ricerca delle fonti nobili del comunismo allinterno della storia della filosofia occidentale: lamicizia come realt sociale metapolitica (Epicuro); la trasformazione delle passioni in affetti consapevoli (Spinoza); la difesa della causa del popolo al di fuori della rappresentanza liberale e dellistituzionalizzazione partitica (Robespierre); la libert di tutti come eguale libert (Hegel). Centrale qui il problema dellEssere come unit di ontologia e assiologia che definisce il termine storico di natura umana, vista come realt del passaggio dallente umano generico alla libera individualit. Unanalisi filosofico-antropologica della figura del compagno ci che compie Preve nel terzo momento. Il materialismo dialettico di Engels viene visto come una ontoteologia, dove lessere sociale ricostruito in Padre (Scienza), Figlio (Classe Operaia) e Spirito Santo (Comunismo come Lotta di Classe vittoriosa): la modalit laica e quella religiosa si fondano qui in una metafisica della materia ed in uno stoicismo della necessit storica. Con Lenin la teoria del partito compie una mossa antiteologica che elimina le figure del Padre (Necessit della Storia) e del Figlio (Spontaneit delle Masse) di tipo kautskiano, luxemburghiano, menscevico. Per comprendere Stalin e lo stalinismo Preve ricorrere alle due categorie della costruzione e della mobilitazione, in cui agiscono i valori etico-politici fondamentali della dedizione alla Causa e della disciplina, liberamente accettata in nome della Causa stessa. Lanalisi prosegue con leresia gnostica della salvezza socialista di Trotzkij e con lultimo evento del programma comunista novecentesco: Guevara. Da ultimo viene anche analizzato il periodo della contestazione occidentale tra il 1956 e il 1989, dove la dialettica della dissoluzione burocratica trova un esito in Nietzsche nella figura dellEremita, ignaro della Morte di Dio e del fatto che la Necessit della Storia non esiste, e in quella dellUltimo Uomo, rappresentante del nichilismo compiuto. Nel quarto momento lindagine sulla natura umana viene specificandosi in una teoria della comunit, che secondo Preve, non pu essere presupposta n come una mitica
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Pensare il marxismo
Ne LEGUALE LIBERT (Vangelista, Milano 1994) Costanzo Preve mostra come lenigma del comunismo sia antropologico e come la sua base vada ricercata nella natura umana, storicamente collocata allinterno di un modo di produzione e del suo divenire. In un altro studio, scritto in collaborazione con leconomista Gianfranco La Grassa, OLTRE LA GABBIA DACCIAIO (Vangelista, Milano 1994), Preve critica la visione, di matrice weberiana, del capitalismo come gabbia dacciaio invalicabile, proponendo un recupero, e contemporaneamente una modifica, del concetto marxiano di modo di produzione.

Origine da recuperare, n come Fine della Storia: il comunismo moderno pu essere soltanto una comunit non organicistica di individui. Ad un recupero della nozione marxiana di modo di produzione dedicato il volume Oltre la gabbia dacciaio. Qui Gianfranco La Grassa mostra come il modo di produzione capitalistico sia innervato da una relazione pi antica e comune a tutte le societ divise in classi: quella di dominazione-subordinazione. Il concetto marxiano di modo di produzione sarebbe invece basato su un sistema di propriet, che non propriet dei mezzi di produzione, come premessa per il controllo effettivo della produzione. Preve e La Grassa propongono qui di passare da una concezione incentrata sul capitalismo proprietario ad una basata sul capitalismo lavorativo. cos possibile individuare nel capitalismo contemporaneo tre classi: una proprietariofinanziaria, una imprenditoriale manageriale e una lavoratrice subordinata che, a differenza di quanto pensava il marxismo della tradizione, non si presenta come Soggetto unificato. Nel suo contributo al volume, Preve fa notare come il comunismo sia una possibilit storica concreta che si delinea secondo determinate forme storiche, differenti le une dalle altre, in base alle forme globali assunte da una determinata transizione interna ad un modo di produzione. In quanto novit ontologica qualitativa nella storia, il comunismo non pu essere interpretato come il Per S del Proletariato, che conterrebbe potenzialmente In S il comunismo come attualit aristotelica. Il mito del Proletariato, osserva Preve, in tal senso un mito essenzialistico, in quanto ad un aggregato sociologico dato viene attribuita unessenza sociale universalistica. La dialettica fondamentale invece quella dellopposizione fra universalismo e particolarismo: il materialismo storico di Marx in tal senso il prodotto storico della coscienza infelice della borghesia europea, basato sullincompatibilit fra universalizzazione reale della co scienza umana e particolarismo degli interessi privati capitalistici. Per rifondare la teoria comunista necessario, secondo Preve, riformulare la teoria marxiana della struttura inserendovi, oltre la dialettica tra forze produttive e rapporti di produzione, un terzo elemento: la capacit antropologica globale di socializzare in modo alternativo sia le forze produttive, sia i rapporti sociali di produzione. Per uscire dalla teologia comunista, si deve operare una rivoluzione copernicana del marxismo: il soggetto trasformatore deve essere posto in posizione centrale e la struttura economica e sociale deve ruotargli attorno. In Marx non vi una teoria del comunismo e di esso non si pu dire nulla se non si possiede il concetto di comunista, inteso, nellaccezione hegeliana del termine, come figura antropologica concretamente capace di concepire e praticare rapporti comunisti di produzione. M.B.

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Interpretazioni di Nietzsche
Nel saggio LANTROPOLOGIA DI NIETZSCHE (Morano Editore, Napoli 1995) Alberto Giovanni Biuso ricostruisce le caratteristiche principali dellantropologia pagana di Nietzsche, contrapposta a quella cristiana, ed esemplificata dalla figura del superuomo, i cui tratti salienti sono la capacit artistica di inventare forme, la superiorit intellettuale rispetto alle masse e il controllo misurato delle passioni. Un diverso itinerario interpretativo viene sviluppato da Fabio Polidori in NECESSIT DI UNA ILLUSIONE. LETTURA DI NIETZSCHE (Guerini e Associati, Milano 1995), che analizza la problematica della soggettivit nella filosofia nietzscheana con lintento di mostrare la necessit dellaffermazione del soggetto, nonostante il riconoscimento del suo carattere illusorio. Ne LATEISMO DI NIETZSCHE E IL CRISTIANESIMO (con una postfazione di G. Penzo, Queriniana, Brescia 1994) Bernhard Welte interpreta invece in chiave religiosa lateismo di Nietzsche, riconoscendo nella figura del superuomo lespressione del tentativo di raggiungere lo stato di grazia come unione tra elemento umano e divino.

Secondo Alberto Giovanni Biuso, solo delineando un itinerario che parta dai Greci per giungere fino a Schopenhauer possibile individuare le caratteristiche essenziali dellantropologia nietzscheana. Il modello offerto dalla cultura greca consente infatti di riconoscere in Nietzsche unantropologia pagana contrapposta a quella cristiana. Privilegiando lelemento della differenza e laspirazione delluomo ad accrescere la propria potenza, letica antica propone un uomo diverso da quello cristiano, capace di sopportare la sofferenza, senza lasciarsene distruggere e senza riferirsi a un Dio che possa redimerlo. Pensatori cristiani come Agostino e Pascal appaiono in tal senso come lemblema di unantropologia che deprime e umilia luomo, sottomettendolo a Dio, anche se Nietzsche riconoscer a Pascal il merito di aver considerato limportanza del singolo rispetto alla massa e di aver stabilito il significato non democratico della verit. Riguardo a Spinoza, pur sottolineandone la vicinanza filosofica con Nietzsche rispetto alla teoria deterministica, Biuso non sovrappone le loro posizioni, in quanto la concezione nietzscheana dellamor fati distante dallammissione di un principio monistico come quello spinoziano, considerato il fondamento dellessere e del conoscere. A differenza dellontologia spinoziana, statica ed immobile nella sua perfezione, il pensiero di Nietzsche dinamico e prospettico, configurandosi come pensiero del divenire. Al termine dellitinerario interpretativo tracciato da Biuso troviamo Schopenhauer,

maestro indiscusso di Nietzsche; lantropologia nietzscheana, secondo Biuso, non avrebbe potuto strutturarsi senza quella schopenhaueriana, per il rifiuto di ogni misconoscimento e di ogni mistificazione riguardo al male e alla sofferenza, ma anche per la sua connaturata componente aristocratica. Ci che Nietzsche non pu invece condividere della filosofia di Schopenhauer letica della rassegnazione e della rinuncia. In riferimento a Schopenhauer, Biuso mostra come la condanna di Nietzsche delle masse, dei principi dellegualitarismo e della democrazia sia piuttosto una condanna estetica, morale e spirituale. Luomo-massa viene disprezzato per la sua ottusit intellettuale, la sua volgarit, la sua mancanza di gusto estetico e il suo infantilismo, che lo conduce allaspirazione di un appagamento totale dei suoi desideri, al di l dei divieti imposti dal reale. Contro una interpretazione irrazionalistica della filosofia nietzscheana, Biuso mette qui in evidenza come Nietzsche miri invece ad un controllo razionale delle passioni, opponendosi agli estremismi dellirrazionalismo e del razionalismo. La ragione in Nietzsche si configura come una ragione prospettivistica, unione di pulsioni e di razionalit, aderente al divenire e ai molteplici sensi del vivere. Da unaltra prospettiva interpretativa, Fabio Polidori analizza la complessa problematica nietzscheana della soggettivit, rilevando come per Nietzsche larte abbia pi valore della stessa verit. La critica di Nietzsche alla soggettivit come principio unitario, come fondamento a cui ricondurre la molteplicit illusoria e menzognera del reale, non sfocia nella dissoluzione della soggettivit stessa, ma anzi conduce alla considerazione del necessario mantenimento di questa illusoriet e menzogna. Di fatto, sottolinea Polidori, la filosofia di Nietzsche mette in crisi lo statuto ontologico della verit, considerata non pi come il luogo da cui sorgono tutti i valori, ma come un valore tra i valori e quindi come una forma di illusione. La crisi della concezione unificatrice della verit, osserva Polidori, non determina tuttavia in Nietzsche una considerazione della filosofia come attivit interpretativa della molteplicit del reale, che rappresenta invece la legittimazione del fondamento sostanziale della soggettivit, a cui larte dellinterpretare deve essere riferita. La negazione della soggettivit si manifesta in Nietzsche attraverso la volont di potenza che, muovendosi nella circolarit temporale delleterno ritorno, nellambito del divenire senza origine, rivela la sua mancanza di razionalit, di causalit e di finalit. Delleterno ritorno, fa notare Polidori, non si pu infatti parlare, poich esso costituisce il parlare stesso del linguaggio; e neppure lo si pu vedere, poich rappresenta il vedere stesso della visione. Nellatto stesso in cui leterno ritorno viene comunicato, si dissolve, mentre si afferma la soggettivit.
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Infine, linterpretazione proposta da Bernhard Welte intende evidenziare nellateismo di Nietzsche una componente divina, in quanto laspirazione della volont dellio di essere implica laspirazione allessere divino. Proponendo di andare oltre luomo, e quindi auspicando unimmagine di uomo perfetto e unitario, Nietzsche si ricollega, secondo Welte, ad una prospettiva cristiana, fondata sullaspirazione alla conciliazione tra lumano e il divino. Se per Nietzsche esiste un unico volto del reale, quello confuso e dilacerato di Dioniso, la grande voluta esistenza, portando il nome di Dioniso, rivela il suo legame inevitabile col divino. M.Mi.

Il sapere dellanima
Privilegiando linterpretazione dialettica della filosofia platonica rispetto a quella metafisico-ontologistica, nel suo saggio, SCRIVERE NELLANIMA. VERIT, DIALETTICA E PERSUASIONE IN PLATONE (La Nuova Italia, Firenze 1994), Franco Trabattoni mostra come la svalutazione della scrittura da parte di Platone sia da attribuire allincapacit del discorso scritto di rispondere alle eventuali domande del destinatario. In tale prospettiva, emerge in Platone lopposizione tra discorso e sapere dellanima. Come la scrittura resta avvolta dal silenzio, altrettanto si pu dire per Platone delle immagini nelle arti figurative, come fa notare Pierre-Maxime Schuhl in PLATONE E LE ARTI FIGURATIVE (a cura di S. Benassi, Book, Parigi 1994).

Analizzando in Platone il problema del rapporto tra oralit e scrittura, Franco Trabattoni intende contrapporsi sia allinterpretazione della Scuola di Tubinga, che afferma che in Platone la verit appartiene alle dottrine non scritte, sia allinterpretazione di coloro che considerano la svalutazione platonica della scrittura come indice di scetticismo. Per uscire da questo dilemma Trabattoni mostra come linsofferenza di Platone per lo scritto, la sua predilezione per i dialoghi orali non debba essere attribuita alla svalutazione della scrittura rispetto alloralit, ma alla constatazione dellimpossibilit del discorso scritto di rispondere alle eventuali domande degli interlocutori per la sua fissit, la sua incapacit di aiutarsi, di difendersi e di andare oltre se stesso. Da questo punto di vista, Trabattoni mette in crisi lipotesi dellesistenza di un testo orale, al quale Platone avrebbe assegnato la funzione di esprimere i principi essenziali della sua teoria. Inoltre il discorso scritto viene svalutato da Platone non solo per il suo intrinseco mutismo e per limpossibilit di sostenersi, ma anche perch si rivolge indiscriminatamente a tutti, non potendo scegliere i suoi interlocutori; del discorso orale, Platone mette

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in evidenza, invece, la mobilit, la possibilit di adeguarsi agli interlocutori. Non esiste dunque, per Trabattoni, una netta contrapposizione tra scrittura e oralit, ma piuttosto tra i discorsi e il sapere dellanima: nellottica platonica il vero sapere quello dellanima in quanto la verit scritta nellanima. Cos, mentre lo scrittore generico asservisce lanima al discorso, il filosofo d la priorit allanima, alla quale lo stesso discorso subordinato. Sottolineando il nesso esistente nella filosofia platonica tra persuasione e verit, Trabattoni si propone di opporsi ad una concezione della verit come imposizione acritica a favore di una concezione che considera come inerente alla struttura stessa della verit laccettazione della verit da parte degli ascoltatori. Solo privilegiando linterpretazione dialettica di Platone contro linterpretazione scolastica rigidamente metafisica, possibile mettere in evidenza il legame della verit con la persuasione e quindi la relazione tra filosofia e retorica. Se in rapporto alla comunicazione orale i discorsi scritti rivelano il loro carattere silenzioso, anche le immagini delle arti figurative, osserva Pierre-Maxime Schuhl, sono per Platone figure mute. La pittura unimitazione imperfetta della realt che allontana dalla verit, in quanto si perde dietro alle apparenze sensibili, seguendo le ombre effimere che scorrono nelle pareti della caverna. Inoltre, il pittore pi distante dalla verit dellartigiano, che almeno riferisce la sua attivit allidea, allessenza, mentre il pittore si limita a compiere una copia della copia, rimanendo imprigionato nella maglia fittizia dei fenomeni sensibili. In questa prospettiva, fa notare Schuhl, la pittura vista da Platone come unillusione, in quanto crea un mondo fantasmagorico, paragonabile allillusione che viene determinata dai discorsi dei sofisti; come questi ultimi sono incapaci di rivelare la verit, generando continue immagini illusorie della realt, cos anche le pitture si rivelano mirabili giochi di prestigio, frutto di unarcana magia che, se suscitano lincantamento di coloro che le contemplano, tuttavia mostrano tutta la loro inconsistenza. Daltra parte, la bellezza propria delle arti figurative non pu che essere relativa, essendo molto lontana dalla percezione della bellezza assoluta che ha un carattere ideale e spirituale. La condanna platonica della pittura, osserva Schuhl, si estende a tutte le altre arti figurative, considerate produttrici di innumerevoli illusioni. Platone istituisce un paragone tra larte del demiurgo, che plasma il mondo, e la tecnica dellartigiano, che costitruisce gli oggetti del mondo. Infatti, se larte una semplice imitazione dellapparenza del vero, esiste unarte pi nobile, pi elevata, che quella del demiurgo che, come uno scultore, modella la materia ispirandosi alle essenze ideali eterne. Di fronte a questarte divina, le arti umane per Platone si rivelano ben poca cosa, poich si trovano negli spazi intermedi tra essere e non essere. M.Mi.

Karl Popper

Lultima opera di Popper


A breve tempo dalla scomparsa di Karl Popper viene pubblicata la sua ultima opera, ALLES LEBEN IST PROBLEMLSEN. BER ERKENNTNIS, GESCHICHTE UND POLITIK (Tutta la vita soluzione di problemi. Sulla conoscenza, la storia e la politica, Piper, Monaco di Baviera - Zurigo 1994), una raccolta di interviste, saggi, discorsi elaborati da Popper tra il 1958 e il 1993. Parallelamente viene pubblicata, ad opera del linguista Manfred Geier, una monografia sulla vita e il pensiero dellepistemologo, dal titolo: KARL POPPER (Rowohlt, Reinbeck 1994).

Gi dal titolo, lultima opera di Karl Popper, Alles Leben ist Problemlsen, allude chiaramenteal nucleo teorico del razionalismo critico, per il quale la scienza non comincia con la raccolta dei dati, o fatti, ma con i problemi. Nella Logik der Forschung (Logica della ricerca, 1934), in cui viene esposta la teoria falsificazionista della scienza, Popper riconduceva il metodo scientifico a tre ambiti fondamentali: problemi, teorie, critiche, sottolineando come la scienza viva dei suoi errori, superando i quali in grado di avvicinarsi allideale regolativo della verit. Latteggiamento critico nei confronti delle questioni di scienza naturale, storia e politica caratterizza anche i contributi presenti in questultima opera di Popper, che non solo invita il lettore alla riflessione lucida e allautocritica, ma costituisce anche una buona sin30

tesi dellintera opera filosofica di Popper. Laprima parte del volumededicata aquestioni di scienza naturale; nella seconda parte Popper muove una critica impetuosa agli intellettuali, giudicandoli responsabili dei grandi conflitti ideologici e dei sacrifici umani in nome delle idee. Qui Popper non risparmia neanche i politici e i loro rispettivi elettori, con riferimento ad eventi di attualit relativi alla scena tedesca ed austriaca. Lapplicazione del principio di falsificabilit alla politica ha come diretta conseguenza la celebrazione dellideale della societ illuminata, basata sullesercizio critico della ragione umana e sulla libert di scelta. Alla luce degli eventi dattualit, Popper insiste particolarmente sulla necessit di definire i confini della libert: Esiste un abuso della libert analogo allabuso del potere statale. Abbiamo bisogno della libert per evitare labuso del potere statale e abbiamo bisogno dello stato per evitare labuso della libert. Tali osservazioni costituiscono una maturata riproposizione delle note riflessioni su storicismo e societ chiusa, contenute nei due volumi di La societ aperta e i suoi nemici (1945). Per una conoscenza generale della figura di Popper e della sua produzione filosofica certamente daiuto la recente monografia di Manfred Geier, che ripercorre la vita e la vicenda intellettuale di Popper dalla sua nascita, a Himmelhof, nel 1902 sino ai suoi ultimi anni trascorsi in Inghilterra. La monografia corredata da una serie di citazioni, tratte dalle opere di Popper, e ne delinea prevalentemente il profilo scientifico. L.R.

AUTORI E IDEE
Ortega y Gasset
Ad oltre ventanni dalla prima traduzione, viene pubblicata una nuova edizione, a cura di Armando Savignano, di COS FILOSOFIA? (Genova, Marietti, 1994) dello spagnolo Jos Ortega y Gasset. Il motivo di questa riproposta editoriale ha a che vedere senza dubbio con la peculiarit della recezione dellopera di Ortega in Italia, aspetto questo sottolineato nel recente studio del noto ispanista Franco Meregalli, INTRODUZIONE A ORTEGA Y GASSET (Laterza, Roma-Bari 1995).

La monografia di Franco Meregalli su Jos Ortega y Gasset risponde alla necessit, che da tempo si avvertiva in Italia, di una guida che aiutasse il lettore ad orientarsi nella dispersione labirintica in cui si trova lopera di Ortega nel nostro paese. Ortega non ci ha lasciato il suo pensiero in unopera sistematica; al contrario, il pensiero di Ortega alimenta una vasta e varia opera, che nasce da un costante rapporto con la realt circostanziale: il suo lascito pi prezioso sta proprio nella sua costante attenzione verso il mondo circostante, verso gli eventi. Due aneddoti: nel 1937, quando la guerra civile devastava la Spagna, Ortega scrisse un bellissimo saggio sulla traduzione; a nessuno pu sfuggire oggi il valore politico di questo gesto: di fronte alla guerra, egli predica la traduzione, cio la possibilit del dialogo, che per lui la norma suprema della convivenza, il luogo sacro dove risolvere ogni conflitto. Poi, appena finita la Seconda Guerra Mondiale, in una Berlino divisa e in rovina, vinta e umiliata, si rec a parlare dellEuropa unita, degli Stati Uniti dEuropa in unEuropa che non esisteva pi. Ortega non era solo un filosofo; era professore, giornalista, scrittore, editore, conferenziere, politico, ecc., ma pur vero che il suo modo di fare filosofia, come rileva Meregalli, permeava ogni suo gesto, ogni sua azione. Il pensiero nasce non come distrazione oziosa ma come bisogno di orientarsi nella vita: questo il vero significato della ragion vitale propugnata da Ortega: la ragione non un dono, ma una facolt che luomo ha sviluppato storicamente, e non per capriccio, ma come necessit vitale; il pensiero, e quindi la filosofia, unattivit che luomo esercita per non naufragare nel tempestoso mare dellesistenza. La necessit della filosofia, la sete di conoscenza che ha luomo, viene affiancata nel pensiero orteghiano da un atteggiamento ludico-sportivo, e questo perch le necessit umane, dir Ortega con un paradosso, appartengono allambito del superfluo: luomo un essere tecnico, un essere che fugge la propria animalit, non si adatta allambiente, cerca, anzi, mediante la trasformazione tecnica di adattare lambiente in direzione del proprio benessere. Ed quindi questaspetto lus-

Jos Ortega Y Gasset

suoso del pensiero che segna la sua caratteristica principale. Pensare non per soddisfare la biologia, ma per rispondere a un desiderio di felicit. Cos filosofia? il testo di un corso tenuto da Ortega nellanno 1929. Era un momento di grande turbolenza sociale e politica, e il corso, in seguito alla chiusura dellUniversit, dovette spostarsi dalle aule di una facolt alla profanit di un teatro madrileno. Tutta lopera di Ortega presenta un forte carattere teatrale e Cos filosofia?, probabilmente a causa del luogo in cui si svolse, riflette con ancora pi evidenza questo carattere. In questo testo ci troviamo di fronte alle suggestioni della parola di Ortega: egli era consapevole che non bastava convincere ma bisognava soprattutto sedurre. E cos queste undici lezioni sono un crescendo drammatico, una sorta di percorso preparatorio, in cui si fa una critica serrata sia allidealismo, sia al realismo (le due grandi metafore della filosofia), per mostrarci
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alla fine, nuda, la sua proposta del raziovitalismo. Il debito con Heidegger innegabile: il debito non tematico, ma di ricomposizione e di ristrutturazione dello stesso pensiero orteghiano. Essere e tempio fu per Ortega una profonda scossa, ma anche una conferma del proprio pensiero: fu uno dei primi a rendere pubblica limportanza filosofica dellopera di Heidegger quando il filosofo tedesco non era che uno sconosciuto professore, mentre la fama di Ortega era gi ben solida, sia in Europa che in America. La lettura di Heidegger d un impulso decisivo alla svolta che si preparava da tempo nel pensiero orteghiano: il passaggio dallantropologia alla metafisica, e cio il bisogno di approfondire e di chiarire la base del suo pensiero. Il dato primario e fondamentale da cui, secondo Ortega, deve partire la filosofia non n il soggetto, n loggetto, ma la dinamica co-esistenza di un io col suo mondo, la mia vita, come lui la chiamava: essere significa adesso

AUTORI E IDEE
vivere. Ortega approda ad una nuova ontologia per la cui descrizione la filosofia, smarrita, volge il suo sguardo verso la metafora, e questa ci rivela tutta la sua potenza filosofica, il suo potere rivelatore di verit (altheia). La nuova idea dellEssere, la realt radicale della vita circostanziale, esige dunque una vera e propria riforma della filosofia, che deve materializzarsi in primo luogo in una riforma del linguaggio. F.J.M. do al modo di intendere linizio fenomenologico. Infatti, per Heidegger, la questione dellinizio un falso problema, poich ci che conta il porsi stesso della linea , non un punto qualsiasi di essa. Per il giovane Heidegger, lorigine situata nellintensificazione della vita, laddove la fenomenologia non altro che la vita compresa scientificamente. Successivamente Heidegger considera lorigine come la corrispondenza del pensiero allappello di ci che dato ad esso. La concezione heideggeriana, dal punto di vista teologico, oggetto anche dellanalisi di Martino Sgobba, Sul problema teologico in Heidegger. Secondo Heidegger, osserva Sgobba, Dio deve essere incontrato e non conosciuto; opponendosi decisamente alla teologia filosofica, Heidegger propone un Dio vivente, un Dio ignoto, che si palesa solamente a quel pensiero che rinuncia a pensarlo. Espressione dellatteggiamento heideggeriano verso Dio il silenzio, quel silenzio di chi, lontano dalla teologia e dalla filosofia, si pone in ascolto del Dio dei filosofi. Il riferimento alla fenomenologia heideggeriana ritorna anche nel contributo di Annalisa Caputo, Nietzsche e la fenomenologia, che evidenzia similitudini e differenze della fenomenologia di Nietzsche sia con la fenomenologia di Heidegger, sia con quella di Husserl. In comun e con la fenomeno logia di Heidegger quella di Nietzsche ha la considerazione del pensiero come qualcosa di oscuro e nascosto e che viene dallesterno. La fenomenologia di Nietzsche, osserva Caputo, pu essere definita fenomenologia dellessere, se per essere viene inteso il mondo formato dai pensieri, i sentimenti e le azioni propri di tutti gli esseri. Daltra parte, la fenomenologia di Nietzsche pu essere considerata fenomenologia del soggetto se per soggetto si intende il modo di rapportarsi delluomo al mondo, secondo i suoi bisogni. Tuttavia pur vero che laddove Nietzsche parla di divenire, Husserl e Heidegger prediligono parlare di tempo. Sulla possibilit di uno sviluppo della ricerca fenomenologica in direzione analitica si pronuncia Alberto Altamura nel saggio: Per una fenomenologia ermeneutica. Il contributo della filosofia analitica. La filosofia analitica, sottolinea Altamura, pu di fatto saldarsi con il risvolto ermeneutico della fenomenologia, poich linterpretare rappresenta il modo in cui la comprensione del mondo si concretizza. Mostrando come la coscienza sia intenzionale, Husserl, come rileva Tugendhat, prospetta la possibilit di stabilire la relazione tra il soggetto e loggetto come una relazione basata sulla comprensione degli enunciati. Dellimpostazione della fenomenologia in Binswanger si occupa Domenica Discipio nel saggio: Per una fenomenolo32

Itinerari fenomenologici
Nel volume dal titolo: LA COSA STESSA.
SEMINARI FENOMENOLOGICI (Edizioni De-

dalo, Bari 1995), a cura di Giuseppe Semerari, vari autori propongono una serie di itinerari fenomenologici con lintento di mettere in evidenza prospettive differenti riguardo al modo di concepire la relazione del soggetto con il mondo. Di Husserl recentemente apparsa, con introduzione di Giuseppe Semerari, una nuova traduzione del noto saggio L A FILOSOFIA COME SCIENZA RIGOROSA (trad. it. di C. Sinigaglia, Laerza, Bari-Roma 1994) pubblicato nel 1911 sulla rivista Logos.

Curato da Giuseppe Semerari, il volume La cosa stessa raccoglie scritti di vari autori, che muovendo da fenomenologie diverse mettono in evidenza il carattere antiteoreticistico della fenomenologia nel suo intento di delineare lincontro del soggetto con il mondo e con gli altri. Nel saggio Cominciamento e riduzione. Considerazioni su Erste Philosophie (1923-24), zweiter Teil, Francesco Valerio mostra la diversit, nella conoscenza della cosa, tra la via cartesiana e la via fenomenologico-trascendentale. Husserl infatti, pur valutando positivamente il cogito cartesiano, non pu seguire fino in fondo la posizione di Cartesio, in quanto la fenomenologia della cosa stessa richiede la determinazione del senso nella sua piena radicalit. Nella conoscenza della cosa Husserl intende porre un inizio fenomenologico immediatamente evidente, privo di presupposti; tale inizio non pu trovarsi nel mondo, inficiato dalla possibilit del non essere, n, daltra parte, coincidere con lio penso cartesiano, gravato irrimediabilmente da un dogmatismo prefenomenologico. La necessit della riflessione trascendentale, fa notare Valerio, deriva cos dal legame tra inizio fenomenologico e riduzione trascendentale. Intervenendo su Heidegger e la filosofia, Giuseppina Strummiello mostra la diversit della fenomenologia di Heidegger da quella husserliana, riguar-

gia dellamore: Ludwig Binswanger. Nella fenomenologia di Binswanger il problema dellessere non pi solamente intenzionale ed esistenziale, ma anche duale. La fenomenologia rappresenta qui la possibilit di determinare un differente rapporto terapeutico tra medico e paziente, rivelando una dimensione che, al di l del rapporto tra servit e signoria, si manifesta nellincontro tra uomo e uomo. Quella di Binswanger una fenomenologia dellamore che, proponendo un diverso rapporto io-tu, difende lirripetibilit dellindividuo nella sua relazione con il mondo e con gli altri. Lopposizione al naturalismo e allo storicismo, che caratterizza la fenomenologia di Husserl, risulta evidente in un saggio del 1911, *** pubblicato originariamente sulla rivista Logos e di cui ora disponibile una nuova traduzione a cura di Giuseppe Semerari. In effetti, osserva Semerari nellIntroduzione al volume, nella concezione husserliana tutte le prospettive positivistiche, psicologiste, meccanicistiche possono essere accomunate sulla base di una medesima matrice naturalistica. Da questo punto di vista, continua Semerari, la critica allo storicismo da porsi sullo sfondo. Infatti, quando nel saggio su Dilthey Husserl attacca lo storicismo, per opporsi al relativismo, ha in mente una Weltanschauungsphilophie, una filosofia della visione del mondo. Lelemento nuovo di questo saggio di Husserl, fa notare Semerari, proprio la contrapposizione tra Weltanschauung (visione del mondo) e Wesensschauung (visione dellessenza), cio lopposizione tra una visione razionale, legata alle essenze e diretta verso una verit incontrovertibile, e una visione del mondo basata su aspetti mentali ed emotivi. In tale prospettiva, i filosofi possono essere considerati o scienziati rigorosi, schiavi della ragione, o saggi profondi, che si interrogano sui principali misteri dellessere. In ultima analisi, si pu parlare in Husserl di un conflitto tra una verit solidificata in pietra e una verit vivente. M.Mi.

TENDENZE E DIBATTITI

TENDENZE E DIBATTITI

Riflessioni sulletica
Lesigenza di fondare unetica materiale dei valori, che integri la tradizione moderna delletica del dovere, delletica normativa con letica antica, costituisce il centro delle riflessioni contenute nello studio di Antonio Da Re, LA SAGGEZZA POSSIBILE. RAGIONI E LIMITI DELL ETICA (Gregoriana Libreria Editrice, Padova 1994). La riflessione sulletica si sviluppa ulteriormente nella prospettiva di Sergio Bartolommei, che nel suo ETICA E NATURA (Laterza, RomaBari 1995) mostra la necessit di perseguire unetica ambientale, che imponga il rispetto di tutte quelle entit con interessi moralmente rilevanti. Affrontare il vasto ambito delletica con la necessit di proporre nuove chiavi di lettura, che rinuncino a interpretazioni unilaterali, ci che si propone Georges Cottier nei suoi SCRITTI DI ETICA (Piemme, Casale Monferrato 1994), che analizzano il problema etico da una prospettiva cristiana.

Antonio Da Re si pone lintento di realizzare nellambito delletica una mediazione tra il formalismo astratto, tipico della morale di Kant, e la saggezza pratica presente nelle massime etiche di Aristotele circa le conseguenze che scaturiscono dallazione morale. Si tratta dunque, da un lato, di riempire di contenuti lastratta legge kantiana, dallaltro, di evitare il pericolo del relativismo e dellarbitrarismo implicito in tutte quelle teorie etiche che non tengono conto della necessit dellobbligazione morale. Dopo aver esaminato letica fenomenologica di Max Scheler e di Nicolai Hartmann, che difendono letica materiale dei valori, Da Re analizza letica discorsiva di Karl-Otto Apel, che si qualifica essenzialmente come etica della responsabilit. Il progetto implicito nella teoria di Apel consiste infatti nella trasformazione delletica kantiana in unetica della responsabilit, che stabilisca una razionalit pratica in grado di applicarsi alla realt concreta delluomo: un tipo di razionalit che faccia propria unistanza normativa, in opposizione a un tipo di razionalit tecnico-stru-

mentale, legata al raggiungimento di fini contingenti. Per Apel, tra gli estremi kantiani degli imperativi categorici e di quelli ipotetici esiste una posizione intermedia, costituita dalla possibilit di fondare le norme materiali, i contenuti delle scelte concrete. In definitiva, letica di Apel si propone di superare il dualismo tra idealit e realt sulla base del linguaggio. In questa prospettiva, osserva Da Re, si inserisce anche la concezione morale di Paul Ricoeur, che intende realizzare la conciliazione tra la teleologia aristotelica e la deontologia kantiana. Ricoeur sostiene infatti unetica che sia fondata su unontologia dellessere, concepito come potenza-atto, in opposizione a unetica basata sullontologia della sostanza. Unetica materiale dei valori, fa notare Da Re, pone problemi di autonomia delletica, di un suo possibile rapporto con altri ambiti come quello religioso o politico. Per quanto riguarda il rapporto tra etica e religione, Da Re sostiene che se si vuole rimanere coerenti alloggetto stesso delletica non si pu prescindere dalle domande fondamentali relative al significato dellesperienza umana e morale, domande che implicano uninterrogazione di carattere religioso. Daltra parte, lambito politico che rappresenta il luogo specifico nel quale i principi etici possono trovare una loro collocazione concreta. Per quanto riguarda invece il rapporto tra etica e natura, Sergio Bartolommei fa notare come nel dibattito filosofico abbiano prevalso finora due differenti concezioni della natura: una di matrice kantiana, che afferma la separazione tra uomo e natura e, di conseguenza, il dominio delluomo sulla natura e la separazione della sfera morale dalla natura; laltra, di ispirazione humiana e di formulazione darwiniana, che concepisce la natura come strettamente collegata con la morale. Bartolommei mostra invece come oggi sintenda per natura lambiente non prodotto dalluomo, quel sistema di relazioni bioetiche interdipendenti, governate da meccanismi omeostatici, per cui luomo come specie biologica solo una parte. Secondo Bartolommei, le varie etiche si sono divise fino ad oggi in due tendenze fondamentali, a seconda che si sia preso
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come riferimento un modello antropocentrico o un modello antiantropocentrico. Bartolommei critica soprattutto letica antropocentrica che, basandosi sullaffermazione del primato assoluto della specie umana su altre specie, finisce col sottrarre ogni considerazione morale ai non-umani e col privare la natura di un valore intrinseco. Diversamente, osserva Bartolommei, le etiche antiantropocentriche considerano il valore intrinseco della natura, sollevando la necessit di tutelare le cose come fini e valori in s. Unulteriore distinzione allinterno dellambito etico quella tra le etiche della norma assoluta e quelle della norma relativa, che per Bartolommei appaiono pi plausibili, in quanto considerano come rilevanti a livello morale gli interessi di benessere di tutti gli animali percepienti e senzienti. M.Mi. Nei suoi Scritti di etica, Georges Cottier, padre domenicano, ci offre unanalisi cristiana del problema etico attraverso un costante confronto con il pensiero laico. Che un cristiano, fa notare Cottier, abbia sempre pronte delle risposte per ogni cosa, un falso mito; anche il pi convinto fra i cristiani, anche chi ha fatto voto a Dio, prova in certi momenti la disperazione di fronte al proprio male, di fronte allincapacit di seguire la via della vita, che poi la via etica. In base a tale considerazione Cottier elabora una visione etica, quale itinerario interiore che ha come fine la vita in opposizione alla morte. Da qui il rifiuto delleutanasia, della nascita in provetta, dello sperimentalismo a oltranza. Lopposizione naturale-artificiale viene affrontata da Cottier non solo riguardo a tematiche strettamente tecniche, ma riguardo a tutto un modo di concepire, sentire e vivere la propria coscienza. Pensare e agire secondo logiche finalistiche significa fare i conti con il bene, il male, con la propria libert, che la prima responsabile di atti che conducono alla perdizione, intesa come perdizione di s, del proprio valore, della propria coscienza. Una coscienza artificiale non pu rispondere ad alcuna esigenza, poich vuota; una coscienza autentica pu invece riscattarsi in ogni momento e riprendere il cammino che conduce, con fatica, al bene. D.M.

TENDENZE E DIBATTITI

Placchetta con sfinge alata e palmetta (VI sec. a.C., da Ibiza)

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TENDENZE E DIBATTITI
Dumezil e Detienne: scritture del mito
A nove anni dalla morte di Georges Dumezil, la pubblicazione di una raccolta di scritti inediti: LE ROMAN DES JUMEAUX (Il romanzo dei gemelli, Gallimard, Parigi 1995) e la nuova edizione di MITHE ET POPE (Mito ed epopea, Gallimard, Parigi 1995), entrambi a cura di Jol Grisward, ripropongono la lezione del grande maestro degli studi indoeuropei. Sul tema del linguaggio e della trascrizione del mito si segnalano i due volumi collettivi curati da Marcel Detienne: TRANSCRIRE LES MYTHOLOGIES. TRADITION, CRITURE, HISTORICIT (Trascrivere le mitologie. Tradizione, scrittura, storicit), Albin Michel, Parigi 1995) e LA DESSE PAROLE. QUATRE FIGURES DE LA LANGUE DES DIEUX (La dea parola. Quattro figure della lingua degli dei, Flammarion, Parigi 1995).

Limportante inedito di Georges Dumezil, Le roman des jumeaux, si presenta come una collezione di profili mitologici, un crocevia di piste di lettura che apre allo specialista itinerari nuovi nelluniverso delle culture indoeuropee e regala al lettore una straordinaria esperienza di scrittura letteraria ed erudita insieme. La scelta del curatore, Jol Griswald, stata quella di riproporre i testi nello stato di elaborazione in progress in cui li aveva lasciati Dumezil; linsieme non sembra affatto soffrirne, considerata la programmatica incompiutezza dello stile di ricerca di questo autore, che preferisce indicare dei percorsi piuttosto che dare delle soluzioni. Questi scritti costituiscono il terzo e ultimo pannello di un trittico inziato con Heur et malheur du guerrier (1969; trad. it., Le sorti del guerriero, 1990) e proseguito con Dieux souverains des Indo-Europens (Dei sovrani degli indo-europei, 1977), che disegna la struttura trifunzionale che governa le civilt indoeuropee. La riflessione sulle tradizioni mitologiche di un arco di popoli che va dallIndia alla Scandinavia consente a Dumezil di individuare una comune concezione tripartita delluniverso e della societ. uno schema classificatorio che ha condizionato religione, arte, organizzazione politica e letteratura dei popoli di origine indoeuropea, e che evidenzia come una medesima struttura o ideologia sia allorigine delle diverse culture. Ciascuna delle tre componenti, posta in relazione gerarchica con le altre, presiede a unattivit umana essenziale: la sovranit religiosa e politica, la forza fisica e militare, la produzione e la riproduzione. Il riferimento ai gemelli rimanda alluniverso della fecondit; appartiene appunto alla terza funzione, quella nutrice, legata alla coltivazione della terra e alla ripartizione dei beni, come nella tradizione vedica viene rappresentata nelle figure dei gemelli Nsatya, e che nella variante greca si

trasforma nella coppia Prometeo-Epimeteo. Nellordine simbolico la gemellarit richiama lidea di complementarit; a fronte dellastuzia e del coraggio di Prometeo, che ruba il fuoco a Zeus per benevolenza verso gli uomini, stanno la sventatezza e lingenuit di Epimeteo, che in assenza del fratello accoglie il regalo degli dei, Pandora, introducendo nel mondo degli uomini fatica, dolore e vecchiaia. Rappresentanti, nel mondo olimpico, delle ragioni degli umani, Prometeo ed Epimeteo ne condividono il dramma, misurando le proprie forze con quelle soverchianti degli dei, giocando di furbizia, cadendo nellerrore, in una vicenda che vede opporre lastuzia alla forza, la fame e la fatica degli uomini allindifferenza delle potenze divine. Le varianti mitologiche di questa dialettica che vede il pi furbo farsi gioco del meno furbo, ma dove lultima parola spetta forse al sorriso superno degli dei, vengono rintracciate da Dumezil nelle varie tradizioni letterarie indoeuropee. Il mito greco che rinnova nel rito del sacrificio la vicenda di Prometeo rappresenta nelle figure complementari dei gemelli il limite e la sfida insite nella condizione umana. E.N. Con linvito a ripensare la mitologia come oggetto conoscitivo, Marcel Detienne aveva lanciato, tempo fa, una formula leggermente provocatoria: la mitologia quello che si scrive, conducendo poi unindagine sugli effetti della scrittura nellantica Grecia. Con Transcrire les mythologies. Tradition, criture, historicit, frutto di contributi collettivi, Detienne rilancia la questione, ampliandola e precisandola attraverso il ricorso al comparatismo: come viene operata la messa-in-scrittura della tradizione e quali sono i suoi effetti? Si passa insensibilmente dalla trascrizione della mitologia alla scrittura della storia, oppure vi una separazione, per quanto instabile, tra mito e storia? A queste domande rispondono antropologi e storici, che nei loro contributi al volume trattano una serie di casi specifici che vanno dallantico Israele alla Cina, dal Giappone a Roma e allIndonesia, da Panama alla Georgia e alla Grecia arcaica, in un percorso che si snoda dal pi antico passato al presente e viceversa. Per parlare di tradizione, osserva Detienne, non forse necessario aver gi posto la tradizione a distanza, appunto attraverso la scrittura, per poterne elaborare il concetto e, al contempo, operare la distinzione tra societ tradizionali, o prive di scrittura, e societ la cui tradizione proprio quella di non accontentarsi della tradizione? Per Detienne necessario analizzare come si giunga a tale distinzione e come le societ tradizionali abbiano elaborato una riflessivit culturale, in un gioco di norme e valori, operando determinate scelte allinterno del proprio passato. Si pu scoprire allora come il luogo di questa elaborazione siano proprio i miti e i riti, cio i prodotti in apparen35

za pi tradizionali di una societ. Pertanto, prima ancora di essere trascritta, una tradizione potrebbe gi non essere pi tale. Presso gli Indiani Cuna, per esempio, luso dei pittogrammi legato a condizioni di enunciazione fortemente rituali e serve a fissare nuclei di conoscenza tradizionale, quali liste di nomi di luoghi o personaggi. Trascrivendo in immagini la parola rituale, i pittogrammi rappresentano di fatto il supporto di unautentica arte della memoria; fissano e controllano la memoria di alcune parole, rivelando il peso delle immagini in una tradizione orale. Il Giappone del VIII secolo, invece, offre lesempio, probabilmente unico, di una doppia scrittura simultanea della tradizione: le due opere che la fondano (i Racconti dei tempi antichi e gli Annali del Giappone) fanno la loro apparizione presso la corte imperiale a otto anni di distanza luna dallaltra. Pur avvalendosi della stessa scrittura (il cinese) e pur avendo lo stesso argomento (le tradizioni giapponesi a partire dalle origini del mondo) e lo stesso obbiettivo (affermare la legittimit della famiglia imperiale), sono due trascrizioni della storia giapponese completamente opposte. I primi cercano di scrivere il racconto del tempo degli uomini con il supporto di schemi elaborati per il tempo degli dei, testimoniando pertanto un momento inventivo della tradizione; i secondi si avvicinano, al contrario, al modello storiografico cinese, attento alle date e alla cronologia, e privilegiando la linearit del racconto finiscono per storicizzare la tradizione. Se, in un primo momento, fu la visione degli Annali ad affermarsi, nellepoca Meiji si imposero i Racconti, come memoria dell autentica identit giapponese. Alla fine del VI secolo, si assiste in Grecia alla scrittura delle Genealogie. La questione se gli autori di questi testi replichino semplicemente in prosa quanto era stato gi detto dai poeti, o se essi stessi operino come storici veri e propri, la cui scrittura mette ordine nei molteplici racconti delle varie trib. Anche la Georgia mostra un esempio notevole di ambiguit tra mito e storia. Una cronaca georgiana del XI secolo narra la conversione del paese, avvenuta nel IV secolo; il primo libro descrive i tempi che la precedono, quelli del paganesimo, mentre il secondo dedicato alla storia che ne segue. A partire da testimonianze raccolte in tempi recenti sul territorio georgiano, si pu affermare che questa cronaca riprende, fin nei minimi dettagli, una struttura leggendaria appartenente alloralit, quella dellistituzione dei culti pagani. Ma la cosa stupefacente che questa omologia vale non solo per quanto si narra dei tempi anteriori alla cristianizzazione, ma anche per il racconto della conversione, che prende a prestito un mito di fondazione pagano, semplicemente corredandolo di qualche topos biblico. Insomma, la conversione ha potuto essere detta, prima ancora che scritta, solo attraverso la lingua del paganesimo.

TENDENZE E DIBATTITI
Al contrario, n in Cina - dove tuttavia la scrittura storica sembra emergere da quella oracolare -, n a Roma vi contaminazione con la mitologia. Il pontefice massimo redigeva ogni anno una cronaca, che veniva resa pubblica; Cicerone fece, di quella trascrizione, il punto di partenza della storiografia romana. Unanalisi rigorosa ha permesso di stabilire che doveva trattarsi di una relazione sui rapporti tra la citt e le proprie divinit, compilata dal pontefice in virt del potere conferitogli di conservare la memoria degli eventi. Insomma, saremmo di fronte a una storia religiosa, una specie di contabilit della piet, in cui compaiono contratti obbliganti, solvibilit, attivi e passivi nei confronti delle divinit; ma non c posto per i miti. Detienne curatore anche di unaltra importante raccolta di studi, La desse parole. Quatre figures de la langue des dieux, in cui cinque specialisti di etnologia, antropologia e storia delle religioni: Detienne stesso, Gilbert Hamonic, Georges Charachidz, Charles Malamoud e Carlo Severi, mettono in comune le proprie competenze per illustrare il linguaggio divino. Se il Dio della Genesi biblica cre il mondo, pronunciando delle parole, e parl spesso con il suo popolo e con i profeti, nelle culture politeiste gli dei dialogano raramente con i mortali: occulti e misteriosi, se pure parlano da soli o fra di loro, gli dei storpiano le parole pur di sottrarle alle orecchie avide dei devoti. Da qui la difficolt di cogliere qualche frammento della loro lingua. Passando in rassegna i testi vedici e le tradizioni orali degli Indiani Cuna, dei Bugis indonesiani e delle popolazioni del Caucaso, si pu rintracciare il nesso tra parola e divinit. Si scopre allora che la dea Parola la divinit della parola umana. Questa seducente figura mitica, inscritta nei Veda, contiene in s tutta la scienza vedica, intrattenendo necessariamente legami privilegiati con il sapere sacrificale; ma anche colei che inizia il poeta ispirato. Vi sono poi figure, come quella dei ventriloqui divini, che prestando la propria voce agli dei, per farsene i portavoce, incarnano una condizione limite. Nel Caucaso, i montanari georgiani (meene, che significa esattamente linguisti) sono i posseduti per eccellenza. il caso anche dei travestiti, presso gli Indiani Cuna; la loro condizione mostra chiaramente che per sentire, o far udire, la voce degli dei occorre occupare una posizione limite. Ma questa voce anche quella della sofferenza per ci che sfugge: presso i Cuna, la parola sciamanica esprime il dolore di coloro che, colpiti da estraneit, perdono i punti di appoggio ma, proprio per questo, desiderano mantenere il controllo su ci che non formulabile. Esiste, inoltre, pi di un legame tra la lingua divina e la sessualit, tra la vista e ludito, anche se il dio unico del Caucaso, il supremo Morige, rimane sprofondato in un silenzio senza fine. Il linguaggio divino sempre, tutto sommato, quello di cui si servono i mortali per designare i loro dei; ma la dea Parola al contempo discorso umano e divino. Insomma, sono gli uomini a tirare le fila di un sapere mai svincolato dal potere, anche se il principio unico, primo e assoluto, su cui riposa ogni ragion dessere del linguaggio divino, sfugge a questo linguaggio. D.F. propone riflessioni sui rapporti tra Stato e Chiesa e analizza la situazione sociale del tempo, influenzata da un cambiamento politico radicale, la nascita del regime fascista. Il riconoscimento della libert e della fraternit il fondamento della concezione politica di Croce, alla sua fede in uno spirito etico, che nella politica trova la sfera della sua attivit e lo strumento per un agire morale. Mete politiche e mete sociali-morali non sono distinte nel disegno politico di Croce. D.M. Ne La poesia (1935) Croce rivede i temi pi celebri dellEstetica, come lintuizione immediata, la poesia pura o larte per larte, riproposti in una forma nuova che trasforma, anche se non radicalmente, il rapporto tra poesia e letteratura. La dittatura fascista, che caratterizza il contesto in cui Croce redige questopera, fornisce allautore, da una parte, la spinta allisolamento dal dialogo e dal confronto con gli altri letterati, come il De Sanctis, e dallaltra la necessit di considerare lintellettuale in maniera fondamentalmente diversa da quella degli anni precedenti. Lopera divisa in due parti, la prima delle quali tratta della bellezza allinterno delle forme artistiche in generale, mentre la seconda, attraverso singole conversazioni concrete, si occupa dei casi particolari in cui lestetica si manifesta. Limpianto platonico ed idealistico dellopera, la cui impalcatura costituita dallidea di bellezza che viene dedotta poi nei casi particolari, mantiene Croce sulle linee della Filosofia dello Spirito anche per la conferma, ribadita pi volte, della teorizzazione dellintuizione lirica. La poesia, infatti, diventa unica e irripetibile grazie alla capacit di produrre lintuizione estetica che, attraverso lidentit immediata di forma e contenuto, diventa lirica del verso e principio originario dellarte. Come nell Estetica, Croce sottolinea lestraneit della poesia, considerata arte per larte, ad ogni forma di utilit. La novit de La poesia, tuttavia, consiste nella considerazione, accanto alle composizioni in versi, della forma letteraria in prosa, portatrice di quegli ideali culturali, emersi nel quadro storico e politico di emergenza in cui si trova Croce. In questo modo, poesia e letteratura si affiancano in una nuova forma che le rende sintesi di verit e di azione civile. In particolare, la letteratura intesa come quellopera di civilt in grado di dar luogo ad una esteticit senza poesia, nella quale accanto al valore artistico si colloca quello morale e politico. Per quanto riguarda la poesia, da una parte Croce ribadisce la necessit di intenderla come la garanzia dellopera di verit, distante dallimpegno civile, dallaltra ricorda come il poeta sia allo stesso tempo un cittadino e perci investito di responsabilit morali e civili. Lunit tra artista e uomo, in questo modo, fa da sfondo ad un impegno nella realt effettiva, pi evocato che dichiarato da Croce, ma, in ogni caso, necessario. A.S.

Analisi crociane
Nellambito della riedizione dellopera completa di Benedetto Croce sono stati pubblicati due nuovi volumi, che riportano opere dei primi anni Trenta: ETICA E POLITICA (a cura di G. Galasso, Adelphi, Milano 1994), in cui Croce affianca alla difesa della passione morale considerazioni sulla storia e lo Stato, e LA POESIA (Adelphi, Milano 1994), che analizza i rapporti estetici e filosofici tra le diverse forme letterarie.

Se si risale al periodo storico in cui Benedetto Croce scrisse Etica e politica (1931), ci troviamo di fronte un regime fascista in fase di affermazione, che si preparava ad adottare una politica di censura e di soppressione. Lopera lascia trasparire una duplice prospettiva: la prima legata al Croce delle passioni, della vita dionisiaca, delle virt e dei difetti dellepoca; la seconda pi calata nel merito di questioni politiche e sociali, in cui vengono affrontati, tra laltro, i rapporti tra Stato e Chiesa, il ruolo dello Stato e quello dei partiti, allinterno di una concezione laica e moderna della politica. Le idee crociane di storia e di Stato erano avverse allottuso moralismo di alcuni cattolici, cos come ai fautori di un machiavellismo spregiudicato. In questopera Croce sviluppa un diverso modo dintendere i rapporti tra storia e individuo, identificando coscienza e divenire storico e prendendo le distanze dallidealismo hegeliano, che riconosceva allo spirito unesistenza atemporale, al di sopra della storia. Lopera si apre con un inno alla libert di spirito in continua evoluzione: contrario ad ogni sterile moralismo, Croce difende qui le passioni della vita con la naturalezza di chi ha accettato tutte le contraddizioni terrene e ha imparato a conviverci. Argomenti come onest, volont, amicizia, amore vengono trattati con una semplicit e con una spontaneit tali da non intaccarne mai il significato pi puro e sublime. Litinerario che Croce percorre nel trattare questi concetti mostra venature autobiografiche che lasciano emergere quasi un processo di identificazione da parte del filosofo. Il contesto degli anni giovanili insieme ad un pi ingenuo approccio al divenire sociopolitico di fatto lelemento che caratterizza la prima parte di Etica e politica. Nella seconda, il Croce maturo politicamente
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TENDENZE E DIBATTITI
Cabbala e Romanticismo
Nel 1991 e nel 1992 si sono svolti a Kassel e a Gerusalemme due convegni internazionali, che hanno avuto per tema il complesso rapporto tra il Romanticismo tedesco e la Cabbala. Gli atti di questi convegni vengono oggi pubblicati col titolo: KABBALA UND ROMANTIK (Cabbala e Romanticismo, a cura di E. Goodman-Thau, G. Mattenklott e C. Schulte, Max Niemeyer, Tubinga 1994).

Che il Romanticismo tedesco abbia accolto molti elementi della mistica, sia in campo estetico, sia filosofico e teologico, un fatto ampiamente condiviso. Al contrario, poco noto che i romantici svilupparono un interesse specifico per il misticismo ebraico e in particolare per la Cabbala. Nonostante il Romanticismo e lo studio della Cabbala fossero due fenomeni culturali decisamente lontani, storicamente dimostrato che la Cabbala gioc un ruolo assai rilevante nello sviluppo del Romanticismo tedesco. I romantici non furono i primi ad accostarsi al misticismo ebraico, dal momento che gi in epoca rinascimentale e barocca era stato avviato, in ambienti cristiani, un processo di avvicinamento alla tradizione cabbalistica. La specificit dellapproccio romantico va ricondotta innanzitutto al forte interesse, storico e linguistico-filosofico, nutrito da Schelling per la mitologia e la rivelazione. Ad esso si affiancarono, anche se pi marginalmente, sia la disputa settecentesca sul panteismo, sia la rinascita di una filosofia della natura di tipo teosofico, magico e mistico in autori come Mesmer e G. H. Schubert. Infine si potrebbero aggiungere i numerosi riferimenti alla Cabbala presenti nella letteratura rosacrociana e massonica, come pure linterpretazione estetica del testo offerta da Hamann, Novalis e Schlegel. Al crescente interessamento dei romantici tedeschi per la Cabbala, fa riscontro, tuttavia, il netto rifiuto di questultima da parte dellIlluminismo ebraico, conosciuto come haskalah. Il disconoscimento della Cabbala da parte dellilluminismo ebraico deve essere inquadrato nel tentativo di liberare lebraismo dal suo isolamento sociale e culturale, per assimilarlo alla cultura illuministica tedesca (Mendelssohn, Maimon). Per i membri dellhaskalah, la Cabbala rappresentava il simbolo dellarretratezza degli ebrei, della loro irrazionalit, della tendenza a ghettizzarsi e, per un certo periodo, venne considerata la principale responsabile della mancanza di autoconsapevolezza del popolo ebraico. Lavversione per la Cabbala venne addirittura sancita scientificamente e storicamente dalla cosiddetta scienza dellebraismo (Zunz, Beer, Graez), che la giudic una sorta di surrogato pagano, tendente al politeismo e al panteismo, dunque completamente estra-

nea allebraismo monoteistico. Il rifiorire dellinteresse della cultura ebraica per la Cabbala, come riflesso di quello romantico, da ricondurre a Schelling, le cui lezioni sulla mitologia e la rivelazione vennero seguite con attenzione anche da molti ebrei, fornendo loro la premessa per un nuovo approccio alla Cabbala. Ma la testimonianza pi emblematica della ripercussione dellinteresse romantico sulla ricezione ebraica della Cabbala fu indubbiamente Gershom Scholem, il quale, del resto, fu ben consapevole di tale influenza. Lo studioso dichiar infatti a pi riprese come la lettura della filosofia della storia di Franz Joseph Molitor, amico e allievo di Schelling, lo stimolasse allo studio della Cabbala, e orientasse la direzione del suo interesse non tanto alla storia, quanto alla metafisica in essa presente. Tale decisione tanto pi significativa, in quanto riflette non soltanto la natura filosofica dellapproccio di Schelling e Molitor al misticismo ebraico, ma anche lavversione di Scholem per ogni riduzione razionalistica dellebraismo alla sola dimensione etica, comera stato per lhaskalah e per il neokantiano Hermann Cohen. La difesa e la salvaguardia della Cabbala da parte di Scholem era animata, in fondo, dal medesimo proposito che sosteneva la critica antiilluministica dei romantici: con la Cabbala, salvare la metafisica. A.Mo.

Per una storia della filosofia cristiana


Il Centro Internazionale di ricerca per i principi fondamentali delle scienze di Salisburgo e l Istituto di filosofia cristiana dellUniversit di Innsbruck hanno promosso un ambizioso progetto di ricostruzione della filosofia cristiana degli ultimi due secoli. Con il coordinamento di Emerich Coreth, Walter M. Neidl e Georg Pfligersdorffer, una numerosa quipe di specialisti ha ricostruito questo complesso panorama, del quale sono gi apparsi due volumi, a cura di Gaspare Mura e Giorgio Penzo: LA FILOSOFIA CRISTIANA NEI SECOLI XIX E XX (Citt Nuova, Roma 19931994), rispettivamente dedicati alle Nuove impostazioni nel XIX secolo e al Ritorno alleredit scolastica; un terzo volume descrive le CORRENTI MODERNE DEL XX SECOLO (Citt Nuova, Roma 1995).

Rispetto alloriginale tedesco, Christliche Philosophie im katolischen Denken des 19. und 20. Jahrhunderts, il titolo delledizione italiana lascia intendere che il problema di una filosofia cristiana prevalentemente interno al mondo cattolico, dato che il motivo di una filosofia cristianamente orientata non emerge in area protestante, dove il
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riferimento confessionale risulta piuttosto estrinseco e non teoreticamente determinante. In proposito interessante ripercorrere la storia del concetto di filosofia cristiana, che Heinrich M. Schmidinger descrive nel primo volume. Nei primi secoli, la filosofia cristiana si identificava con la stessa religione cristiana e la Weltanschauung ad essa collegata. Solo con il tempo e con lo sviluppo di una vera e propria teologia si porr il problema del rapporto tra questa e la filosofia, giungendo allambigua mediazione di una filosofia cristiana. Nel nostro secolo si arriver, nello stesso ambito cattolico, a contestare la sensatezza di una simile dizione: celebre , per esempio, la critica di Martin Heidegger, che considerava una filosofia cristiana come un ferro di legno o un cerchio quadrato. Unulteriore difficolt quella di fissare i confini cronologici del problema: la scelta di limitarsi solo allOttocento e Novecento non di fatto dettata da mere ragioni di praticit. I curatori riconoscono nel secolo XVIII una cesura storica e culturale che rende del tutto nuove le dimensioni della problematica religiosa rispetto alle categorie preilluministiche. E ancora H. M. Schmidinger a motivare certe scelte lessicali, ricostruendo la storia dei concetti di scolastica e neoscolastica. Mentre per il primo esiste una tradizione consolidata, per il secondo si ha a che fare con una terminologia pi recente, introdotta solo nel 1862 autonomamente da J. Frohschammer e A. von Schmid, che risente di unorigine politica, avendo la parola inizialmente designato schieramenti ideologici di sapore nettamente conservatore. per questo che la fortuna della parola sar piuttosto limitata. Rafforzata dalla pubblicazione dellenciclica Aeterni Patris (1879) di Leone XIII, come osserva Roger Aubert, letichetta di neoscolastica andr perdendo consenso e prestigio nei decenni successivi. Le quasi mille pagine del secondo volume testimoniano il rilievo che il moderno confronto col tomismo ha avuto nel delineare una filosofia cristiana. significativo che dei tre volumi in cui si articola lopera siano distinti cronologicamente solo il primo e il terzo (rispettivamente dedicati al secolo XIX e al XX), mentre il secondo abbraccia entrambi i secoli proponendo unaccorpamento pi teorico che storico, determinato appunto dal riferimento al modello scolastico. Da notare, inoltre, che nel primo volume larea di lingua tedesca fa decisamente da padrona, lasciando al pur ricco panorama francese uno spazio un po ridotto. Nel secondo volume le proporzioni risultano pi equilibrate: gli autori italiani, che nel primo erano ridotti ai nomi tradizionali di Rosmini e Gioberti, rispettivamente esaminati da F. Evain e A. Rigobello, sono ora pi numerosi, essendo necessario dar conto delle origini propriamente italiane della neoscolastica fino agli esiti pi recenti, testimoniati dagli esponenti della Universit Cattolica di Milano. S.C.

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puro dato di fatto e salva la possibilit del superamento del qui ed ora e di tutti gli schemi che ci restituiscono lesperienza come un reticolo di relazioni in cui tutto gi predefinito. Pensare significa conseguentemente, per Adorno, immergersi in unesperienza, sapendo per anche tirarsene fuori; significa trascenderla, cedendo alla forza orientativa del sapere negativo, di quel momento di ingenuit originario che sentiamo, pensando, e che apre il confronto tra il questo del mondo dellesperienza e un qualcosa che in cerca di formulazione. Con indubbio accento antipositivistico, fa notare Tavani, Adorno ritiene che la comprensione costituisca unesperienza di lettura guidata da un modo di disporsi specificamente estetico, ossia dalla facolt di percepire nelle cose pi di quanto esse sono grazie al sentimento originario della loro insufficienza e inadeguatezza a un senso compiuto. Il campo dellestetico, per Adorno, comunque ben pi ampio: nel suo piano di riforma della razionalit prevista anche una articolazione estetica del pensiero nella terminologia stessa del linguaggio filosofico, che sperimenta linsufficienza del qui ed ora nellinterrogazione e nella propria eccedenza rispetto alla lettera. Qui, il mutismo del dopo Auschwitz sembra potersi riassorbire nel pensare in costellazioni, ossia in un linguaggio che indica, ma solo in modo oscillante e trapassante: se vero che compito della filosofia dire lindicibile, altrettanto vero, per Adorno, che lassoluto rimane innominabile. Lutopia conoscitiva di Adorno si esplica in modo esemplare nellagire espressivo delle opere darte, che producono levento del comprendere, offrendosi come nesso di elementi relazionati, sempre ripercorribile e reinterpretabile. Soprattutto larte moderna, con il suo sfrangiamento dei generi, si presta perfettamente ad inserire nella compagine dellopera quellelemento di resistenza alla chiusura perfetta, allunit risolutiva che segnala la non-identit, persino materiale, dellopera con se stessa: essa costruisce per linterpretante la possibilit del trascendimento del qui ed ora e viene in questo modo incontro agli interessi etico-trascendentali di un pensiero alla perenne ricerca del senso. Allultima estetica di Adorno ha dedicato particolare attenzione Christine Eichel, che interpreta la produzione di pensiero di questo autore negli anni 60 in contrasto con lesegesi pi ortodossa. Gi nelle tarde opere di Adorno, osserva Eichel, presente, paradossalmente, quellestetica di cui si avverte la necessit, nonostante lesaurimento progressivo delle stesse avanguardie, che ha condotto al disorientamento assoluto e allarbitraria politica dellanything goes in campo artistico. Eichel identifica in Adorno il garante della nuova concezione teoretico-estetica della Babele dei generi e dei media, della

Theodor W. Adorno

Adorno tra estetica ed etica


Lopera di Adorno oggetto di rinnovato interesse per i suoi aspetti etici, estetici, linguistici e critico-speculativi. Si segnalano tre recenti opere critiche: LAPPARENZA DA SALVARE (Guerini e Associati, Milano 1994), di Elena Tavani, che intende rendere uninterpretazione globale della teoria critica di Adorno nel suo porsi come interpretazione e comprensione dellesperienza; VOM ERMATTEN DER AVANTGARDE ZUR VERNETZUNG DER KNSTE. PERSPEKTIVEN EINER INTERDISZIPLINREN STHETIK IM SPTWERK THEODOR W. ADORNOS (Dallesaurirsi dellavanguardia allirretimento delle arti. Prospettive di unestetica interdisciplinare nella tarda opera di Theodor W. Adorno, Suhrkamp, Francoforte s/M. 1993), di ChristineEichel; ETHIKNACH AUSCHWITZ. ADORNOS NEGATIVE MORALPHILOSOPHIE(Letica dopo Auschwitz. La filosofia morale negativa di Adorno, Argument, Amburgo 1993), di Gerhard Schweppenhuser.

Lo studio di Elena Tavani ripercorre analiticamente lopera di Theodor W. Adorno al fine di focalizzarne gli interessi critico-speculativi e levidente tangenza con il pensiero dellultimo Wittgenstein, nei confronti del quale Adorno non riconosceva alcuna relazione, a causa della conoscenza esclusivamente positivistica che possedeva di tale autore. Linterrogativo-chiave attorno a cui ruota gran parte dellopera di Adorno, cio se sia possibile unesperienza metafisica, fonda il significato del comprendere come il tener fermo a unesperienza di trascendimento, di resistenza a tutto ci che si configura come gi noto, gi collocato e digerito, dato. Metafisica non in questo caso dottrina o disciplina, ma la forma della coscienza per cui essa cerca di conoscere quello che qualcosa di pi o che non solo un fatto che accade, e a cui tuttavia si deve pensare perch ci che accade [...] ci costringe a farlo. Metafisica quindi la stessa esperienza che costringe ad andare al di l del
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Tra idealismo e ermeneutica: Otto Pggeler
In occasione del sessantacinquesimo compleanno di Otto Pggeler apparso uno scritto commemorativo dal titolo: IDEALISMUS MIT FOLGEN. DIE EPOCHENSCHWELLE UM 1800 IN KUNST UND GEISTESWISSENSCHAFTEN (Idealismo e conseguenze. La soglia epocale del 1800 nellarte e nelle scienze dello spirito, a cura di G. Hans-Jrgen e J. Christoph, Fink, Monaco di Baviera 1994). Nello stesso periodo stata pubblicata lultima opera di Pggeler, SCHRITTE ZU EINER ERMENEUTISCHEN PHILOSOPHIE (Passi verso una filosofia ermeneutica, Karl Alber, Friburgo-Monaco di Baviera 1994), una raccolta di saggi e conferenze sul pensiero ermeneutico negli ultimi 150 anni.

Otto Poeggeler

compatibilit delle arti, addirittura della disartizzazione dellarte: il processo osmotico che caratterizza le varie forme dellespressione artistica costituisce un momento liberatorio, di espansione vitale, attraverso il quale lesperienza si apre alla pienezza dellesistenza. Lindividuazione di una dimensione positiva nel pensiero di Adorno caratterizza anche linterpretazione di Gerhard Schweppenhuser . Se infatti i testi pi classici di Adorno negano la possibilit di una nuova etica, capace di contrastare il disordine di un mondo ormai condannato, alcune sue lezioni universitarie sulla filosofia morale sembrano dimostrare il contrario: Adorno persegue qui la formulazione di unetica dopo Auschwitz, che attraverso un nuovo imperativo categorico dovrebbe impedire il ritorno del totalitarismo politico, nonch fornire modelli di vita giusta in una societ sbagliata. La filosofia morale negativa di Adorno, osserva Schweppenhuser, risulta comun-

que intimamente paradossale, se vero, come afferma Adorno, che tutta la morale si costruita sul modello dellimmoralit e che luomo non dotato di piena libert: unica possibilit di unetica sarebbe di resistere alla falsit dellintero attraverso la sistematica demistificazione di una felicit artificiosa. In realt, aggiunge Schweppenhuser, Adorno non intendeva fondare una nuova etica, deduttiva o intuitiva che fosse, ma mirava piuttosto a portare ad espressione le esperienze morali come reazioni spontanee al dolore umano: solo questi momenti di ritorno impulsivo alla moralit permettono, secondo Adorno, di sperare ancora nella sopravvivenza di cellule di umanit in un contesto inumano. L.R.

Ormai comunemente associato al nome di Hegel, lidealismo tedesco segn, tra il XVIII e il XIX secolo, una svolta epocale, i cui effetti furono avvertiti non soltanto in campo filosofico, ma culturale in genere. Non va dimenticato che questo movimento di pensiero, malgrado la portata rivoluzionaria delle sue scoperte e limmediata forza di attrazione che esercit su moltissimi autori, ebbe alle spalle una lunga preistoria e visse un intricato periodo di gestazione. Proprio per questo, nella ricerca di un elemento che caratterizzi lidealismo, balza subito agli occhi una grande eterogeneit di motivi. La medesima sensazione di eterogeneit ci viene trasmessa dallo scritto commemorativo del 65 compleanno di un eminente specialista del pensiero hegeliano, Otto Pggeler. Dei 22 interventi che compongono il testo solo alcuni sono dedicati al pensiero di Hegel, mentre la maggior parte costituisce, nel suo complesso, una sorta di milieu intellettuale, che evidenzia i molteplici aspetti della svolta epocale del 1800 nellarte e nelle scienze dello spirito che accompagna lidealismo . Vengono analizzati, ad esempio, i collegamenti e le reciproche delimitazioni tra la filosofia del Romanticismo (i fratelli Schlegel, Fichte, Schelling, Hlderlin), lilluminismo (Herder, Jacobi e Kant) e la letteratura classica tedesca (Goethe). Dai diversi contributi si pu ricavare lindicazione per cui il concetto di idealismo dovrebbe essere impiegato non tanto in riferimento a un medesimo contenuto speculativo, quanto piuttosto in relazione a una determinata forma di confronto critico con il mondo del XIX secolo. Dopo la fine sanguinosa della Rivoluzione Francese e fino allinizio della rivoluzione industriale e scientifica, la speculazione filosofica fu assorbita dallimpegno di cercare risposte nuove a unantica domanda, divenuta pi che mai incalzante: Che cos il divenire?. Linterpretazione della filosofia idealistica fu, come noto, lo storicismo, cio la tendenza, da un lato, a

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TENDENZE E DIBATTITI
recuperare le origini della lingua, della cultura e della societ e, dallaltro, a rintracciare, nello scorrere degli eventi, il disegno della ragione speculativa. Ma storicizzare significava anche stabilire collegamenti tra il passato e il presente, lastratto e il concreto, lideale e il reale, e, sul piano sociale, tra la rivendicazione allautonomia da parte del soggetto civile e il rispetto della volont generale. In rapporto a tali questioni, la filosofia e la poesia di quellepoca presentarono soluzioni radicalmente diverse: la prima, infatti, accord sempre la priorit allassoluto, mentre la seconda si fece portavoce delle gravose rinunce che il divenire della Ragione sub specie historiae imponeva allindividuo, cio la perdita della sua libert. Da questo punto di vista risulta emblematica la conclusione del Wilhelm Meister di Goethe, ripresa, tra gli autori del volume, dal germanista Walter MllerSeidel, secondo il quale presupporre che la formazione dellindividuo sia nello stesso tempo la storia di una malattia e della sua guarigione, non implica alla fine che si possa parlare di vera salvezza, dal momento che il prezzo della guarigione la subordinazione del singolo allimperativo dellutile sociale. Attraverso numerosi studi Otto Pggeler ha contribuito alla chiarificazione del percorso storico e spirituale che si snoda tra Hegel e Heidegger. Mancava tuttavia finora unopera di riferimento che raccogliesse in modo sistematico il suo punto di vista sulle questioni ermeneutiche. Questa carenza viene oggi colmata dalla pubblicazione dellultimo lavoro di Pggeler, Schritte zu einer hermeneutischen Philosophie, che raccoglie una serie di conferenze e di studi composti dallautore negli ultimi venticinque anni, e che ha per tema monografico proprio lo sviluppo dellermeneutica. Sia che venga intesa come teoria filosofica del comprendere, o come teoria della corretta interpretazione testuale, la determinazione delloggetto e del metodo dellermeneutica gi di per s spiegazione e interpretazione. Questo stato di cose descrive, del resto, un fenomeno ben noto a ogni studioso dei problemi della comprensione, cio il circolo ermeneutico, che tema e insieme elemento vivente in ogni atto interpretativo. In questo suo ultimo lavoro Pggeler offre al lettore alcuni esempi di tale circolarit, e tematizza in particolare la questione di come la coscienza (Besinnung) filosofica, che ogni singolo individuo possiede, possa acquisire una validit oggettiva e incontestabile anche per la comunit umana. I passi di Pggeler verso una possibile soluzione di questa situazione sono, in realt, vere e proprie escursioni in un territorio filosofico sterminato, che si estende, a partire dal deserto ghiacciato dellastrazione hegeliana, fino ai sentieri interrotti di Heidegger e dei suoi allievi. Dilthey, Bergson, Husserl, Scheler e Misch, soprattutto Oskar Becker, che dopo Heidegger fu assistente di Husserl, rappresentano le tappe pi importanti del percorso teorico di Pggeler. A questi si aggiungono altri studi monografici su Hans Lipps, Werner Marx, sul circolo filosofico di Erich Rothacker e dei suoi scolari, tra i quali Joachim Ritter, Karl-Otto Apel e Jrgen Habermas (il volume ammonta a pi di 500 pagine). Nella maggioranza dei casi lautore riprende e approfondisce alcuni motivi conduttori della storia dellermeneutica, aiutandosi con numerose citazioni di testi fondamentali. Il fraintendimento hegeliano della teoria dellinterpretazione, gli abbozzi diltheyani sul metodo delle scienze dello spirito, il distacco di Husserl dalla filosofia della vita e il suo rivolgersi alle cose stesse, fanno parte del repertorio di Pggeler quanto le sinuosit del percorso teorico heideggeriano e lermeneutica ontologica, velatamente criticata, di H. G. Gadamer. Malgrado la chiarezza dellesposizione e la gradualit con cui lo studioso ci conduce passo passo nelle profondit del circolo ermeneutico, alla fine resta per senza risposta la domanda intorno alla possibilit di uscire in qualche modo dal circolo, possibilit senza la quale anche la questione iniziale circa loggettivit e la validit generale del comprendere resta inevasa. Il limite, o forse la sfida che Pggeler con questopera lancia allermeneutica odierna, riguarda, allora, la necessit di elaborare dei parametri di riferimento e dei criteri di giudizio che guidino lanalisi ermeneutica, senza per questo abbandonare la sua specificit, che innanzitutto consapevolezza della propria storicit e relativit. A.Mo. Del Noce abbia rifiutato determinati aspetti della modernit, non pu tuttavia essere ritenuto un filosofo reazionario, ancorato alla tradizione. Secondo Del Noce, osserva Giuseppe Riconda (Del Noce e lesistenzialismo religioso), il moderno non deve identificarsi necessariamente con lateismo, ma deve piuttosto essere compreso allinterno dellalternativa tra trascendenza e immanenza. Vittorio Possenti (Ateismo, filosofia e cristianesimo in A. Del Noce) mostra come per Del Noce siano sbagliate tutte le interpretazioni univoche della modernit, che la considerano come un processo unitario volto allaffermazione del secolarismo e della morte di Dio. Daltra parte, come sottolinea Buttiglione, Del Noce si propone di mediare il cattolicesimo con la modernit, sostenendo il carattere essenzialmente cristiano della filosofia moderna, intesa come secolarizzazione del cristianesimo. La filosofia non deve limitarsi a registrare le verit eterne, ma deve valutarle in relazione ai problemi del tempo. Secondo Possenti, Del Noce critica il modernismo cattolico, perch finisce per subordinare il cattolicesimo alla cultura laicista contemporanea. Un altro aspetto degno di nota, nel contesto del rapporto della filosofia di Del Noce con la modernit, riguarda la riflessione sulle ideologie politiche del comunismo e del fascismo. Secondo Marcello Veneziani (Del Noce filosofo del revisionismo in Italia) Del Noce il filosofo pi rappresentativo del revisionismo italiano: la sua analisi del fascismo caratterizzata dal legame che egli individua tra comunismo e fascismo. Rispetto alla filosofia di Marx, la posizione di Del Noce sinquadra nellottica di un pensare dopo Marx e non contro Marx. Secondo Veneziani, nella filosofia di Del Noce, che considera il fascismo un male minore rispetto al comunismo, possibile individuare due esiti del comunismo: il suo inveramento nel fascismo, da una parte; dallaltra laffermazione del suo risvolto neoborghese, in seguito alla fine del regime fascista. Come rileva anche Domenico Settembrini (Borghesia, liberalismo e fascismo), il fascismo, per Del Noce, rappresenta una manifestazione pi moderata del comunismo che il tentativo pi estremo di sostituire la religione della trascendenza con la religione secolare e politica. Del Noce ritiene che dopo il crollo del comunismo si aprano due possibilit: il risveglio religioso o la societ del benessere; del tutto negativa invece la societ opulenta uscita dal crollo del comunismo, in quanto costituisce una forma insidiosa di totalitarismo, peggiore dello stesso comunismo e del nazismo. Dal canto suo, Norberto Bobbio (Del Noce: fascismo, comunismo, liberalismo) mostra come Del Noce ritrovi nel fascismo quella componente spiritualista di cui privo sia il materialismo comunista, sia il biologismo nazista. In base allinterpretazione di

La modernit in Augusto Del Noce


Nel volume AUGUSTO DEL NOCE. IL PROBLEMA DELLA MODERNIT (Edizioni Studium, Roma 1995) vari autori si propongono di discutere il significato della modernit nella filosofia di Augusto Del Noce in relazione a diverse tematiche, tra le quali emergono il valore del cristianesimo, il rapporto tra ateismo e trascendenza, la nuova struttura politica della societ dopo il crollo del comunismo e dopo la fine del regime fascista, il legame con il liberalismo, il rifiuto del pensiero reazionario.

Come viene sottolineato dagli autori presenti nel volume, il complesso rapporto tra la filosofia di Augusto Del Noce e la modernit non pu essere considerato secondo lo schema lineare dellaccettazione o del rifiuto della modernit. Rocco Buttiglione (Del Noce maestro di filosofia) rileva come per Del Noce la modernit costituisca un problema non risolvibile semplicemente attraverso le categorie delladesione o della negazione. Infatti, sebbene
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TENDENZE E DIBATTITI
Noventa, Del Noce ritiene che lerrore del fascismo sia un errore della cultura e non contro la cultura. Fascismo e antifascismo sono accomunati dallerrore dellimmanentismo. Tuttavia Bobbio non accetta lidea delnociana in base alla quale lattuazione dei principi liberali sia possibile solamente allinterno di una societ cristiana. Infatti, pur condividendo la critica delnociana al libertinismo delle societ ricche, Bobbio si rifiuta di coniugare la possibilit della riforma con lintransigentismo cattolico. Claudio Vasale (Etica e politica in Augusto Del Noce) mette in evidenza limportanza della tematica della libert nella filosofia di Del Noce. Il liberalismo delnociano pu essere definito, nello stesso tempo, postmoderno e antimoderno, in quanto Del Noce si propone di distaccare il liberalismo dal razionalismo perfettistico. Come sottolinea anche Bobbio, Del Noce, prima di essere un democratico, un liberale; la sua visione della storia antiperfettistica, poich egli considera negativamente la coniugazione di liberalismo e liberismo nella fiducia cieca nel mercato. Come rileva Vasale, il liberalismo di Del Noce non storico, ma etico, poich si fonda sulla persona e sulla sua responsabilit. Egli, infatti, difende una democrazia pluralistica basata sulla libert etica e sulladesione al valore trascendente della metafisica. Loriginalit della posizione di Del Noce nei confronti della modernit consiste nella sua critica della visione immanentistica e laicistica della vita, inficiata di ateismo e di materialismo, senza per questo ricadere in una posizione di difesa intransigente della tradizione. Come afferma Riconda, Del Noce ha saputo coniugare nella sua filosofia due realt generalmente separate: tradizione e avventura. M.Mi. Uno dei temi principali di Knowing the difference: feminist perspectives in epistemology rappresentato dal pensiero postmoderno. A prima vista esso sembra essere congeniale al femminismo, in quanto attacca i medesimi obiettivi: una razionalit compiuta e senza tempo, preesistente in ogni individuo; una verit come corrispondenza ad una realt, che gi prodotto delle categorie razionali, e cos via. Ma la risposta che viene dai saggi di Barwell, Fricker, Lovibond e Strickland che il femminismo deve evitare il pericolo del pensiero postmoderno in quanto pensiero fondamentalmente relativista e nichilista. Per spiegare la necessit dei cambiamenti che propone e delineare la portata delle azioni che dovrebbero condurre ad essi, il movimento femminista deve poter disporre di unidea di oggettivit senzaltro pi forte di quella postmoderna. Il movimento femminista ha infatti il compito non solo di dimostrare che lattuale modo dominante di guardare alle cose socialmente condizionato e limitato, ma anche di spiegare come e in base a quali precise direttive dovrebbe essere cambiato. Queste rivendicazioni circa la necessit e i mezzi per conseguire il cambiamento devono poter dimostrare una validit universalmente riconosciuta. Fra le diverse risposte fornite dagli interventi raccolti nel volume vi linvito, variamente formulato, a operare con un ideale regolativo di accordo su un insieme di verit e modelli di ragionamento, che devono contemporaneamente combinarsi con un acuto senso della nostra fallibilit e limitatezza, nel dialogo aperto e rispettoso con altri punti di vista. Ci tuttavia, fanno osservare Dhanda, Seller e Yeatman, non ci d indicazioni su come le parti possano confrontarsi quando provengono da situazioni totalmente differenti, dove non neppure possibile concepire la possibilit di un dialogo. La raccolta A mind of ones own: feminist essays on reason and objectivity si apre con alcuni saggi che si chiedono se il pensiero dei classici della tradizione filosofica occidentale offra possibilit allinterpretazione femminista. Marcia Homiak ritiene che il punto di vista di Aristotele, basato su una norma di vita che si accorda con la ragione, non trascuri il ruolo delle emozioni nel processo raziocinante e non abbandoni limportanza dellaffetto e dellaffiliazione in una vita completamente razionale, fornendo un modello di legittimazione delle emozioni che afferma contemporaneamente il valore dellautodeterminazione e del rispetto di s. Annette Baier argomenta invece, sulla scorta di Hume, che la ragione non sia una facolt semidivina, ma un elemento naturale che gli esseri umani condividono con le altre creature che apprendono dallesperienza. Hume anticipa il femminismo moderno nel sostenere che le norme umane siano sociali nella loro genesi come nella portata dei loro progetti. Secondo Margaret Atherton, la conce41

Femminismo e filosofia
La raccolta di saggi dal titolo: KNOWING
THE DIFFERENCE: FEMINIST PERSPECTIVES IN

(Conoscere la differenza. Prospettive femministe in epistemologia, Routledge, Londra 1994), a cura di Kathleen Lennon e Margaret Whitford, delinea un confronto fra il pensiero femminista e quello postmoderno e individua in questultimo un pericolo dal punto di vista del movimento di liberazione della donna. Se la ragione e loggettivit possano offrire un contributo importante alle donne che ricercano una piena eguaglianza invece linterrogativo a cui cerca di dare una risposta il volume a cura di Louise M. Antony e Charlotte Witt, A MIND OF ONES OWN: FEMINIST ESSAYS ON REASON AND OBJECTIVITY (Una mente propria: saggi femministi sulla ragione e lobiettivit, Westview/Plymbridge, Glendora 1993) dedicata ad un confronto con la recente critica femminista della filosofia.
EPISTEMOLOGY

zione di Cartesio di una ragione separata e non condizionata dalla natura del corpo potrebbe essere il giusto presupposto per una rivendicazione morale anche in coloro che vorrebbero operare una discriminazione tra i sessi. A Kant dedica invece la sua attenzione Barbara Herman, mostrando come nella Metafisica dei costumi e in altri scritti il filosofo tedesco sottolinei che linteresse sessuale nei confronti di un altro corpo spesso blocca il rispetto dellaltro come persona, o porti, in altri casi, a offrirsi volontariamente come oggetto. Il matrimonio sarebbe in tal senso la garanzia legale che i membri della relazione sessuale siano considerati come persone eguali. Nella seconda parte del volume vengono ripresi alcuni aspetti della tradizione filosofica, severamente criticati dal femminismo. Rivolgendosi alle femministe che ritengono si debba rifiutare il concetto di donna in quanto nozione universale, Elizabeth Rapaport riprende lappello di Catharine Mac Kinnon per un diritto universale, sostenendo che la legittima preoccupazione di enfatizzare le differenze non deve portare alla negazione di elementi comuni nelloppressione di tutte le donne. In tal senso, non solo necessario un concetto di donna, ma anche un diverso concetto universale di essere umano. Secondo Charlotte Witt, nella recente critica femminista della metafisica stato fatto uso di unanalisi, essa stessa identificabile come metafisica. Il rifiuto della metafisica e dellessenzialismo una posizione teoretica pericolosa per il femminismo e ci lascia senza risorse per effettuare una convincente e radicale critica di una societ ingiusta. Louise Antony si confronta con laccusa principale del femminismo antianalitico: lepistemologia tradizionale stata influenzata dai maschi nel concepire la ragione come una facolt che ci permette di affermare che una realt esiste indipendentemente dalla storia e dai concetti umani. Antony sottolinea innanzitutto come questa critica sia anacronistica: se fossimo in grado di raggiungere la piena verit, purificando noi stessi di tutte le influenze sociali e storiche, e se questo fosse un progetto effettivamente realizzabile, allora gli argomenti in favore delleguaglianza sarebbero facilmente dimostrabili. Infine Jean Hampton sviluppa una teoria del contratto sociale, attingendo sia da Hobbes, sia da Locke, e ritiene che sia possibile trovare in questa tradizione ricche risorse riguardo ai concetti di sfruttamento e manipolazione. Anche qui lattenzione per il concetto di contratto non implica una sottovalutazione dellamore e delle relazioni umane: un tale concetto pu accrescere questi legami, anche semplicemente rendendo le parti consapevoli delle diseguaglianze e delle ingiustizie che possono in ultima analisi sovvertire la loro relazione. solo quando una domanda di giustizia distributiva stata colta che lamore pu, secondo Hampton, svilupparsi sinceramente. M.B.

TENDENZE E DIBATTITI
La filosofia europea nel Nuovo Mondo
Due densi volumi dal titolo: SPECCHI AMERICANI . LA FILOSOFIA EUROPEA NEL NUOVO MONDO (a cura di C. Marrone, G. Coccoli, G. Santese, F. Ratto, Castelvecchi, Roma 1994), raccolgono gli atti dellomonimo convegno internazionale svoltosi nellottobre del 1991 a Sansepolcro (Arezzo) e allUniversit di Roma La Sapienza, con lintento di gettare nuova luce su quel fenomeno di reciproco scambio di influenze che oramai da tempo coinvolge tradizione filosofica europea e Nuovo Mondo.

I due volumi rendono assai bene conto dei percorsi teorici che tra Europa e Americhe si sono vicendevolmente intrecciati nel corso del tempo. La prima sezione, intitolata: La tradizione filosofica europea, copre sinteticamente per grandi tappe lampio periodo che va dallantichit fino al Novecento, con i contributi di Giuseppina Santese e Alessandra Bertini sulla ricezione del mondo classico nel pensiero politico di personaggi come Adams e Jefferson, padri fondatori degli Stati Uniti dAmerica; di Guido Coccoli sulla penetrazione di Hegel e dellhegelismo nellOttocento americano; di Franco Ratto su Giorgio Tagliacozzo, pioniere degli studi vichiani in America e instancabile portavoce della straordinaria modernit di Vico; di Stefano Velotti sullodierna interpretazione americana di Vico che si muove fra i filoni neopragmatista (R. Rorty), retoricoumanista (M. Mooney) e fantastico puro (D. Ph. Verene); di Emily Grosholz sullimpatto di Cartesio e Leibniz sulla tradizione della filosofia analitica americana; e di Paolo DAngelo sulla lettura dellEstetica hegeliana da parte del geniale critico americano, scomparso di recente, Paul de Man. Tutta dedicata al Novecento filosofico americano nel confronto diretto con la filosofia continentale invece la seconda sezione del volume, che contiene i saggi di Stefano Catucci sul dibattito americano aperto dalla fenomenologia di ispirazione husserliana; di Elena Tavani sul rapporto anche difficile di Adorno con la cultura americana e il confronto con la proposta ermeneutica di Fredric Jameson, largamente influenzata proprio da Adorno; di Paolo Vinci sulla filosofia neopragmatistica di Richard Rorty, che discute ampiamente tematiche importanti del pensiero heideggeriano, e non solo; di Giovanna Borradori su Stanley Cavell e la sua estetica neo-scettica; e di Franco Restaino sul dibattito intorno alle diverse forme di realismo, con particolare riferimento a Goodman e Putnam. La successiva sezione, Linguaggio e scienza, affronta alcuni punti nodali del pensiero epistemologico contemporaneo, investendo soprattutto lambito logico, linguistico e biologico-evoluzionistico: il razio-

nalismo di origine cartesiana allinterno della concezione linguistica di Chomsky il tema del contributo di Caterina Marrone; Guido Frongia e Massimo Parampolini riflettono, rispettivamente, sulle interpretazioni di Wittgenstein elaborate da Rorty e da Saul Kripke; il pensiero di William James viene indagato a partire da problematiche presenti nella filosofia di Bergson da Stefania Mariani; le radici darwiniane di Gregory Bateson sono al centro del contributo di Anna Ludovico; mentre sugli sviluppi in America settentrionale del dibattito sui temi della prospettiva, della rappresentazione, della percezione e della visione si sofferma Kim H. Veltman, mettendo in evidenza soprattutto le radici europee delle concezioni americane. Etica e politica costituisce lambito tematico entro il quale si collocano i contributi della quarta sezione, che affrontano temi e problemi attualissimi anche nel dibattito etico-politico del nostro paese. Si va cos da Luciana Fiore, che interviene sulla concezione della democrazia del pi noto filosofo americano Richard Rorty, a Stefano Petrucciani, che analizza la rilettura e la riscoperta del pensiero di Marx da parte della filosofia analitica americana; dal contributo di Giuseppe Turco Liveri sui critici americani del Liberalismo, a quello di Francesco Saverio Trincia sui temi della libert e della razionalit complessa nella teoria dellagire di Jon Elster; e ancora da Katia Tenenbaum, che si sofferma sullinfluenza dellesperienza americana sul pensiero di Hannah Arendt, a Eugenio Lecaldano, che riflette sul significato della teoria delletica nel pi noto tra i pensatori morali americani, Alasdair MacIntyre, e infine a Avrum Stroll, che interviene direttamente come protagonista nel dibattito sulle teorie morali in America. Una sezione a parte inoltre dedicata a l Identit latino-americana, la cui idea cardine rappresentata dalla necessit, da pi parti avanzata, di una filosofia della liberazione, con gli interventi di Arturo Rico Bovio, di Afrian Renteira Diaz e Jairo A. Taborda, che si fanno promotori di un rinnovato progetto filosofico per lAmerica latina. Chiude il secondo volume la sezione dal titolo Psicoanalisi e filosofia, che presenta alcuni recenti sviluppi della ricerca psicoanalitica statunitense: Fiorella Bassan analizza la rilettura del pensiero di Jung nella cultura americana, illustrando, inoltre, il lavoro di indagine dellIstituto Jung di New York nel campo dellimmagine mitica; Dino Ferreri prende in considerazione il complesso pensiero di Heinz Kohut, il pi significativo esponente della scuola americana di psicoanalisi; Arcangelo Rosati, infine, esamina e discute la cosiddetta pragmatica della comunicazione umana di P. Watzlawick, ossia la teoria del comportamento/comunicazione nei sistemi di relazioni interpersonali. G.P.
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Itinerari medici ed epistemologici


Il contesto umano-scientifico in cui oggi i medici si trovano a operare in forte degrado, a causa del dilagare di tecnologie sempre pi avanzate e il venir meno di una coscienza medica. Questa la situazione che emerge dallo studio di Guido Bertolini, DIVENTARE MEDICI (Guerini e Associati, Milano 1994), che analizza e mette in crisi lattuale ruolo del medico e della medicina, e dal saggio di Henrik R. Wulff, Stig Andur Pedersen, Raben Rosenberg, FILOSOFIA DELLA MEDICINA (trad. it. di A. Parodi, Raffaello Cortina Editore, Milano 1994), che propone il confronto tra un medico, un filosofo e uno psichiatra sullarte medica. A ci si aggiunge una serie di riflessioni sul tema di Hans-Georg Gadamer, che in varie interviste, raccolte in DOVE SI NASCONDE LA SALUTE (a cura di A. Grieco e V. Lingiardi, trad. it. di M. Donati e M.E. Pozza, Raffaello Cortina Editore, Milano 1994), affronta il rapporto tra salute malattia, criticando quella categoria di scienziati che si orientano verso una eccessiva settorializzazione del sapere a danno dellirripetibilit dellindividuo.

La questione che Guido Bertolini solleva in Diventare medici quella della difficolt di ricuperare una coscienza medica allinterno di un nuovo rapporto medico-paziente; il problema mostra caratteri epistemologici, se inquadrato in unoperazione di smascheramento dei falsi miti di una scienza medica considerata onnipotente. La messa in discussione delle nuove teorie scientifiche e, di conseguenza, del ruolo del medico il modo con cui Bertolini cerca di trovare soluzioni alternative alle carenze culturali attuali, che essenzialmente rispecchiano una mancanza di attenzione nei confronti del singolo soggetto e della sua condizione esistenziale di malato. Per quanto riguarda la problematica medica, le responsabilit, oltre che del singolo medico, sono da attribuire allintero sistema sociale. Con Filosofia della medicina, Henrik R. Wulff, Stig Andur Pedersen, Raben Rosenberg propongono un itinerario di riflessione per tutti coloro che sentono lurgenza di un cambiamento radicale in tema di etica medica. A partire da grandi pensatori quali Heidegger, Freud, Jung, il testo analizza posizioni mediche, filosofiche e psicologiche, con lintento di recuperare il concetto di persona quale individualit irripetibile dotata di spessore esistenziale. Un intero capitolo dedicato allangoscia heideggeriana, legata alla comprensione del mondo e della morte: aspet-

TENDENZE E DIBATTITI

Ubaldo Oppi, Les Trois Chirurgiens (1962, part.)

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TENDENZE E DIBATTITI
to fondamentale per quanto riguarda una ridefinizione di rapporto medico-paziente. La medicina, dal punto di vista ermeneutico, non pu limitarsi ad una applicazione tecnica sullindividuo, come se fosse un oggetto da riparare, ma deve recuperare il suo ruolo di missione e di servizio nei confronti di un individuo che in primo luogo persona e che, come tale, richiede attenzione e ascolto. Il venir meno di un atteggiamento nichilista da parte dei medici e delle strutture sanitarie consentirebbe al malato, e non solo a lui, di ristabilire rapporti comunicativi, parallelamente ad un recupero coscienziale dellindistruttibile bisogno di libert che vige in ogni individuo. Linteresse per una concezione umana della medicina, che Hans-Georg Gadamer manifesta in Dove si nasconde la salute, non un fatto nuovo; leccezionalit consiste nellapproccio al problema. Gadamer propone unanalisi dei pregi e dei limiti della scienza moderna e del suo uso odierno. Il dramma consiste nella perdita del valore dellarte medica, quale vicinanza tra medico e paziente, e insieme nella perdita del senso della propria libert e pienezza spirituale a vantaggio di una percezione parcellizzata dellindividuo. La conseguenza pi grave, fa notare Gadamer, che medico e paziente si riducono reciprocamente a ruoli, rinunciando allaspetto che li caratterizza innanzitutto, il loro essere persone, il loro essere fini a se stessi. In uno dei capitoli del testo la riflessione di Gadamer solleva limpossibilit di oggettivare la salute, in quanto appartenente alla categoria dellesserci, operazione che la scienza moderna attua riducendo la salute a puro sentirsi, con il conseguente distacco (concettuale) che ne deriva fra corpo e spirito. Il lavoro di autopercezione e autocritica si d come premessa necessaria in un dialogo autentico fra medico e paziente, atto a stabilire un equilibrio tra misure di intervento tecnico e umano. A tal fine Gadamer ripropone il recupero delle antiche terapie naturali e uno stile di vita sano, in cui corpo e mente, conscio e inconscio raggiungano unarmonia; un ripristino, in tema di salute, della giusta misura dei Greci. Si tratta di un atteggiamento che Gadamer ritiene non solo realizzabile, ma necessario in un contesto dove prevarica il concetto di patologia a scapito della prevenzione e della platoniana cura dellanima. D.M.

Linconscio di Freud
Psichiatra di formazione psicoanalitica, Pierre Raikovic, ne LE SOMNEIL DOGMATIQUE DE FREUD (Il sogno dogmatico di Freud, SYNTELABO, LE PLESSIS-ROBINSONS 1994), sostiene la tesi di un Freud antifilosofo, che disconosce il suo grande debito nei confronti del pensiero filosofico, in particolare di Kant e Schopenhauer. nella storia la scoperta freudiana dellinconscio anche il proposito di Gladys Swain in REVISITER FREUD (Rivisitare Freud), che figura come contributo al volume di autori vari, DIALOGUE AVEC LINSENS. ESSAIS DHISTOIRE DE LA PSYCHIATRIE (Dialogo con linsensato. Saggio di storia della psichiatria, Gallimard, Parigi 1994), a cura di Marcel Gauchet.

Oltre a ripercorrere levoluzione e i vari aggiustamenti della teoria freudiana, Le somneil dogmatique de Freud rimette in questione uno dei postulati della psicoanalisi, sostenendo la tesi della discontinuit tra lordine della normalit e quello della patologia nella vita psichica. Ma al centro di questopera vi in particolare la ripresa del noto dibattito sul rapporto tra Freud e la filosofia. Gi a partire dagli anni 70 Pierre Raikovic aveva trovato nel repertorio filosofico tracce di quella che Freud considerava una sua scoperta, linconscio. Ci che Raikovic prende di mira in questo suo lavoro lostinazione di Freud nel voler rivendicare lassoluta originalit dellEs, frapponendo una barriera tra la tradizione filosofica e le sue osservazioni e teorie. Il titolo dellopera, volutamente polemico, riprende la nota espressione usata da Kant per riconoscere a David Hume il merito di averlo svegliato dal suo idealismo metafisico. Per Raikovic infatti, nella distinzione freudiana tra inconscio e coscienza si ripropone, sotto altre vesti, il vecchio dualismo metafisico e teologico tra lessere infinito e soprannaturale e la realt finita e terrestre. Ripercorrendo tutta la tradizione filosofica occidentale da Platone e Aristotele a Cartesio e Kant, fino a Schopenhauer e Heidegger, Raikovic mostra come il concetto freudiano di inconscio rientri nel paradigma della metafisica, non essendo altro che una variazione dellidea di trascendenza, alla stessa stregua dell idea trascendentale e dell Essere supremo. Se attraverso questi ultimi concetti si voleva esprimere il carattere non esaustivo e quindi in qualche modo illusorio della realt empirica, con la nozione di inconscio viene messo in luce il lato patologico del pensiero, ovvero il suo essere il risultato di un meccanismo di difesa che non consente di conoscere le proprie pulsioni e l inquietante alterit del mondo. Proprio in quanto ritenuta uno dei generi pi esemplari di pensiero individuale, la filosofia viene rifiutata da Freud come strumento di conoscenza. La filosofia, osserva Raikovic,
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per Freud il frutto di un processo patologico che avanza come la paranoia, un modo di pensare analogo alla schizofrenia, che appartiene al registro della psicosi. Raikovic mostra quindi la contraddittoriet tra queste convinzioni di Freud e i debiti del padre della psicoanalisi verso i filosofi, individuando sorprendenti analogie tra la prosa freudiana e quella schopenhaueriana, nonostante Freud abbia affermato di aver letto troppo tardi Schopenhauer per esserne stato influenzato. Un esempio costituito dalla nota metafora del processo di censura. Freud scrive, a tale riguardo, che un guardiano ispeziona ogni tendenza psichica e le impedisce di entrare in salone se non gli piace; in un testo di Schopenhauer leggiamo che la Volont fa la sua entrata come il sultano nella sala del Divano per pronunciare come al solito un assenso o un rifiuto. Ma Raikovic si spinge oltre, cercando anche le influenze filosofiche indirette al pensiero freudiano: essa individua nel noumeno un antenato della Volont e in Kant, dunque, il padre dellirrazionalismo di Schopenhauer. Attingendo al pensiero di questultimo, Freud avrebbe cos, senza mai rendersene conto, ripreso lo schema fondamentale della filosofia kantiana, tant che linconscio risulterebbe riducibile ad una idea trascendentale. In una prospettiva per certi aspetti analoga a quella di Raikovic, volta al recupero della tradizione filosofica, si muove Gladys Swain nel saggio Revisiter Freud, contenuto in Dialogue avec linsens. Essai dhistoire de la psychiatrie, opera postuma di Swain. Psichiatra scomparsa nel 1993, Swain affronta la questione con un approccio di tipo storicistico, con lobiettivo di reinscrivere nella storia una scoperta, quella dellinconscio, che non arrivata come un fulmine a ciel sereno, ma ha avuto una gestazione plurisecolare. Pinel, che ha per primo riconosciuto lesistenza di una sfera psichica, considerato da Swain il pioniere. Una serie di testi filosofici inquadrano il prima e il dopo della rivoluzione di Pinel. Mentre Kant e Maine de Biran restano al di qua della soglia psichiatrica, in quanto continuano a pensare che ci siano solo ragione e soggetto tutti interi, Hegel, con grande penetrazione, coglie la novit della concezione di Pinel e si congratula con lui per aver scoperto quel che resta della ragione nei malati di mente e nei maniaci e per aver individuato in questo il principio della loro guarigione. proprio alla concezione moderna del soggetto, secondo cui la follia cessa di essere lo spossessamento irrimediabile e completo del s, che Swain attribuisce la nascita della psichiatria. Nel 1800 il lavoro di Pinel annuncia che la follia non un male incurabile come si credeva, inaugurando cos la psichiatria e ponendo le basi per la nascita della psicoanalisi nel secolo successivo. Swain pone la sua lettura in antitesi a quella di Foucault, secondo il quale la nascita della psichiatria era lepilogo di una concezione della follia che portava rinchiudere i malati di mente con il pretesto di curarli. A.M.

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Meyer Schapiro: storia dellarte, marxismo e psicanalisi


Con il titolo:
THEORY AND PHILOSOPHY OF ART: STYLE, ARTIST AND SOCIETY

(Teoria e filosofia dellarte: stile, artista e societ, Braziller, New York 1994), uscito il quarto volume delle opere scelte dello storico dellarte Meyer Schapiro. Il volume comprende alcuni saggi, per lo pi databili a partire dagli anni Sessanta, dedicati a questioni generali di teoria dellarte, che permettono un confronto fra marxismo, psicoanalisi e metodologia della ricerca storica applicata al campo artistico.

Questo quarto volume delle opere scelte di Meyer Schapiro giunge dopo i volumi dedicati allarte romanica, Romanesque Art (vol. I, 1977), a quella del XIX e XX secolo, Modern Art: 19th and 20th Centuries (vol. II, 1979) e a quella antica e medievale, Late antique, early christian, and medieval Art (vol. III, 1979). Nel saggio del 1966, Sulla perfezione, coerenza e unit di forma e contenuto, Schapiro mostra, in opposizione alle teorie di Panofsky, che questo rapporto fra forma e contenuto potrebbe essere latitante in grandi capolavori, mentre potrebbe essere presente in opere inferiori e descrive la cattedrale di Chartres come modello di grandezza artistica, nonostante la sua incompiutezza ed inconsistenza stilistica. Di solito, sottolinea Schapiro, contempliamo lopera darte, concentrandoci soltanto su alcuni selezionati aspetti di essa e in funzione dellesperienza passata. Ma la visione critica dellarte non una singola, quasi mistica, percezione dellopera darte, bens un processo graduale e collettivo. In questo Schapiro utilizza la sua conoscenza del marxismo per individuare nelle tensioni sociali e nel senso di alienazione quelle cause che danno vita a stili e forme, che possono apparirci nel medesimo tempo espressive e incoerenti. Schapiro divenne noto nel mondo accademico dopo il 1930, attraverso i suoi studi sulla scultura romanica. A Moissac scopr unarte religiosa che mostrava molti segnali di conflitto tra un primitivismo arcaico e un crescente realismo, tra una rigorosa co-

ordinazione e unagitata tensione. Il processo di astrazione nellarte romanica, osservava Schapiro, implica unaudace distorsione delle figure ideali e simboliche per fini espressivi. Molti aspetti dellarte moderna furono cos scoperti sperimentalmente da pittori che cercavano libert fuori dalla natura e dalla societ e negavano consapevolmente gli aspetti formali della percezione che entrano nelle relazioni pratiche fra uomo e natura. Cos nel saggio su La scultura di Souillac, Schapiro mostra come la scultura abbia cominciato ad emergere, in forma di rappresentazione autonoma, ai margini dellarte religiosa come una meravigliosa tecnica immaginativa, indirizzata alla fantasia secolare, pur essendo governata dal contenuto e dai livelli materiali dellesperienza sociale. La scultura romanica si rivela in questo precorritrice dellarte moderna. Negli anni Quaranta Schapiro ha allargato il campo dei suoi interessi allarte medievale e nellarticolo del 1943, Limmagine del Cristo svanente, mostra come i dipinti inglesi dellAscensione intorno allanno Mille, nei quali solamente le gambe o i piedi di Cristo erano rappresentati ed il resto del corpo scompariva tra le nubi, abbiano sviluppato una nuova variazione rispetto alle versioni del primo cristianesimo. Schapiro collega questa immagine alle tendenze empiristiche e pragmatistiche, gi evidenti in Inghilterra. La scena concepita dal punto di vista degli Apostoli come testimoni dellAscensione: la loro reale visione della scomparsa di Cristo che rimpiazza limmagine visionaria e teologica della trionfale ascesa di Ges. Il fatto che laspetto soggettivo e individuale del sentimento religioso potesse esprimersi in questo modo nellarte indica, secondo Schapiro, il peso dellelemento popolare, individuale e contemporaneo, contro le stabilizzate forme istituzionali. Nel quarto volume delle Opere scelte troviamo il saggio del 1953, Stile, in cui Schapiro delinea unampia rassegna dei differenti concetti di stile, a cui gli storici dellarte hanno fatto ricorso dallinizio del secolo. Qui si mostrano i limiti in cui si incorre quando si considera lo stile un concetto unificante e totalizzante. Schapiro sottolinea inoltre il suo scetticismo nei confronti di spiegazioni
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basate su caratteri etnici o nazionali, sviluppatesi soprattutto nel corso degli anni Trenta, e mostra come non vi sia corrispondenza uniforme fra le caratteristiche di una cultura e quelle della sua arte. Dal punto di vista di una interpretazione sociale dello stile, i marxisti, osserva Schapiro, sono fra i pochi che abbiano tentato di applicarne una teoria generale, che tuttavia stata raramente applicata con un vero spirito di indagine. In un saggio su Heidegger e Van Gogh si muove alla difesa dellopera e della storia personale del pittore contro il fraintendimento del filosofo: questultimo ha ricavato uno scenario patetico di associazioni fra i contadini ed il suolo che non sono avvalorate dal dipinto stesso. Presunzione superficiale di uninterpretazione metafisica che ignora il lavoro dellartista e le sue intenzioni in un determinato momento della sua vita. Schapiro accusa Heidegger di trascurare la presenza dellartista nellopera. Per quanto riguarda il rapporto dellarte con la psicoanalisi, questa non deve necessariamente, secondo Schapiro, escludere o contraddire linterpretazione sociale. Ritenendo che la psicoanalisi potesse aprire la porta ad aspetti della produzione artistica altrimenti difficili da cogliere, Schapiro si rivolge a Freud, ma ben presto se ne distanzia, convincendosi che anche i livelli pi profondi ed inconsci del lavoro artistico siano il risultato di specifiche circostanze sociali. Nel saggio del 1956, Freud e Leonardo: uno studio di storia dellarte, Schapiro delinea le apparentemente inconciliabili differenze fra lapproccio analitico e quello storico, ritenendo scorretto contrapporre spiegazioni storiche o sociologiche a quelle psicologiche, in quanto anche le prime sono in parte psicologiche. Nel tentativo di risolvere il dilemma tra Marx e Freud, nel 1968 Schapiro pubblica un saggio su Le mele di Cezanne, dove mostra come il pittore francese usi la mela, motivo con associazioni erotiche risalenti ai miti antichi, come uno strumento per esprimere e sublimare le sue pi profonde ansiet e desideri; da qui la conclusione che in una societ ordinata, caratterizzata da cose e rapporti perfettamente sottomessi (le mele), lartista pu rappresentare le tipiche relazioni dellessere umano come la solitudine, il conflitto, laccordo, la lusinga ed anche gli stati di godimento e di esaltazione. M.B.

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Ferdinand de Saussure

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Manoscritti americani di de Saussure
Con il titolo: MANOSCRITTI DI HARVARD (trad. it. di R. Petrilli, Laterza, Roma-Bari 1994), stata pubblicata in Italia, in prima edizione mondiale, una raccolta di scritti di Ferdinand de Saussure. Il volume, a cura e con introduzione di Herman Parret, attraversato da una guida alle tematiche trattate: linguistica generale, fonetica, grammatica e mitografia. Frammentari, ma spesso illuminanti, questi scritti possono essere letti anche come nuove chiavi interpretative della teoria linguistica saussuriana.

Presso la Houghton Library, sezione manoscritti e libri rari della Widener Memorial Library, la biblioteca dellUniversit di Harvard (Cambridge, Massachussetts, USA) giacciono inediti, sin dal 1967, alcuni manoscritti di Ferdinand de Saussure, acquisiti grazie allinteressamento del linguista russo Roman Jakobson. La prima selezione antologica di questi scritti, che porta il titolo di Manoscritti di Harvard, appare oggi in italiano. Il criterio della cernita, come sottolinea Herman Parret nel suo ampio e illuminante saggio introduttivo, Riflessioni saussuriane sul Tempo e sullIo, consiste nella volont di presentare i testi maggiormente contigui a problemi di filosofia del linguaggio. Costituiti da fogli lacunosi, schede, disegni, frammenti enigmatici o addirittura umoristici, questi manoscritti si configurano in una fitta trama di citazioni, riprese, rinvii a scritti anteriori o progettati: di fronte a notevoli difficolt di interpretazione, Parret ha voluto approntare una guida ragionata per rendere meglio intelligibili i percorsi di indagini. Tra le sezioni presentate nel volume troviamo la fonetica, di cui Saussure d la seguente definizione: Fonetica acustico-fisico-fisiologica , una equivalenza che individua la necessit di conoscere la macchina di produzione delle unit acustiche della lingua. Il fenomeno fonetico sottost a quello acustico: la prima immagine delle parole, a livello cerebrale, di tipo acustico, per cui la fonologia, che si occupa solamente delle parole, e la fisiologia, che indaga i meccanismi di fonazione, risultano ridimensionate nellambito della linguistica. Questultima non si identifica per con la psicologia: Latto linguistico sta nellassociazione tra un concetto psichico e unimmagine acustica. De Saussure intende giungere a una fonetica semiologica generale o pura, ovvero semiologia del fonema, che consideri in special modo il fonema in quanto opposto al silenzio, lo stagliarsi uditivo delle lettere di fronte al silenzio. L orecchio viene quindi descritto come lanalizzatore delle somiglianze quantitative, per la sua capacit di distinguere le consonanti dalle vocali; si delinea altres una sfera qualitativa, la sfera fisica, sulla superficie della quale somiglianze, identit e differenze si profilano

come rilievi. Per lorecchio il tempo ci che lo spazio per la vista, afferma de Saussure; la catena fonetica dunque una vera e propria realt fisica. I manoscritti parlano inoltre di un temposfera, opposto al tempo lineare, a partire dal quale soltanto si ha la percezione, parlando, di ci che diciamo: de Saussure considera queste due dimensioni in contrasto con la temporalit dei suoni furtivi, fugaci, transitori. Esiste una tensione tra il fonema e lambiente nel quale esso agisce che comporta differenziazioni a livello percettivo del soggetto che le sperimenta. Questultimo un Soggetto Logico (in quanto non creatore di atti linguistici) definito anche da de Saussure un Io-Sonno. Emerge qui linfluenza che esercitarono su de Saussure le mitografie e le filosofie della letteratura vedica. Cultore di testi quali il Mahabharata e la Bagavad-Gita, egli trae da essi le basi di una epistemologia non antropocentrica: la perfezione dellio consiste nelluomo che dorme senza sognare, perfetto spirito senza coscienza del proprio io e unica autentica rappresentazione di questultimo. De Saussure giunge ad asserire che il conflitto tra lIndia e il nostro pensiero occidentale si delinea nel fatto che esso ha sempre considerato lio come conoscitore delle proprie impressioni e opposto al nonio, mentre per tutte le dottrine indiane lio escluso dalle sensazioni. La carriera (nel duplice senso, quello antico di cava da cui ricavare i materiali per una costruzione, e quello etimologico, di via intrapresa) dellIo-sonno si spinge verso il suono-vuoto, creando un soggetto purificato da ogni contenuto (regola principale della fonetica semiologica); attraverso il silenzio e le sue interruzioni che il mondo sa direzionare al nostro orecchio i suoi messaggi sonori. M.G.B.

Illuminismo e matematica nel Settecento francese


I lavori di Eric Brian, ricercatore al Centre Alexandre Koyr dHistoire des Sciences et des Techniques di Parigi, costituiscono un aspetto rilevante dellattivit di ricerca sulla storia delle matematiche condotta in questo centro. Ora, il suo LA MESURE DE LETAT. ADMINISTRATEURS ET GOMTRES AU XVIII SICLE (La misura dello Stato. Amministratori e geometri nel XVIII secolo, Albin Michel, Parigi 1994) offre uno studio sul pensiero matematico del secondo Settecento francese e sui suoi rapporti con la cultura illuminista. Il testo eredita daltra parte, mantenendola viva, la tradizione storiografica di quel Centre de Synthse che tanta parte ha avuto nellelaborazione della cultura storica e filosofica francese contemporanea. 47

Pubblicato nella Bibliothque de Synthse Historique, che fu di Henri Berr, questo studio di Eric Brian si propone di analizzare le origini della moderna scienza statistica nella seconda met del Settecento francese attraverso un esame delle interazioni tra levoluzione dellanalisi matematica e del calcolo delle probabilit, da una parte, e le spinte innovatrici in seno allamministrazione statale dallaltra, mettendo in evidenza lapporto che il nuovo approccio teorico, sviluppato dai pensatori dellIlluminismo, e lo sviluppo delle matematiche hanno recato nelle pratiche dellamministrazione pubblica francese. Se dunque il suo oggetto proprio consiste in uno studio di un momento in cui storia delle scienze e storia dellamministrazione si incontrano, questo studio si rivela ben presto per una ben pi ampia trattazione della scienza illuminista alla vigilia della rivoluzione e del quadro civile e politico in cui si svolgono le vicende del calcolo matematico. Muovendosi attraverso ambienti apparentemente eterogenei quali il circolo di Turgot e la scuola di DAlembert, lamministrazione dello Stato e lAccademia delle Scienze, Brian si propone infatti di mostrare come dietro le trasformazioni nellamministrazione statale francese si celi il programma di riforma della monarchia cui lavoravano le lites francesi negli anni immediatamente precedenti la rivoluzione. I legami che collegano Condorcet e Turgot, DAlembert, Laplace e ancora Condorcet delineano una tesi storiografica di fondo che supera abbondantemente i confini della scienza della popolazione: la progressiva trasformazione del clima culturale e delle attivit scientifiche durante la seconda met del XVIII secolo ha consentito alle esigenze di razionalizzazione presenti negli ambienti pi avanzati dellamministrazione dello Stato nella vita culturale francese fin dalla Reggenza di ottenere una legittimit scientifica prima negata. Lo sviluppo rigoglioso dellanalisi e del calcolo delle probabilit diviene in tal modo la trama di unimpresa intellettuale e scientifica di cui Condorcet e Turgot, Laplace, Vauban, Monge e Du Sjour sono le figure principali e in cui le discussioni di natura scientifica prodotte dallAcadmie des Sciences appaiono legate a filo doppio alle spinte innovatrici e riformatrici presenti allinterno dellamministrazione dello Stato. In questa vicenda, Turgot diviene il capofila di quelllite riformatrice e illuminista che, dallinterno dellAmministrazione, ricerca nella collaborazione con la communaut savante la necessaria legittimazione scientifica alla propria prospettiva di razionalizzazione dello Stato; mentre Condorcet rappresenta colui che fino alla rivoluzione trasformer progressivamente lAcadmie nel luogo deputato allelaborazione del nuovo sapere e alla sua circolazione verso le esigenze amministrative e di governo. Esaurita, con la rivoluzione, la spin-

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ta di rinnovamento culturale e civile dellIlluminismo, il procedere delle scienze statistiche e demografiche viene infine ripercorso da Brian nel suo protrarsi fin nella prima met del XIX secolo. Eric Brian realizza con questo libro un interessante esempio di ricostruzione storica in cui pensiero filosofico, mutamenti del clima culturale ed evoluzione delle scienze vengono analizzati a partire dalle loro concrete interazioni e dagli effetti che hanno potuto produrre sullorganizzazione del sapere. Il testo, daltronde, mostra una notevole consapevolezza metodologica: lungi dal procedere a caso, Brian critica con forza il riduzionismo quantitativo che caratterizza al giorno doggi gran parte della storiografia delle scienze sociali, rivendicando invece fortemente la priorit dellanalisi genetica delle categorie della comprensione nel campo delle scienze sociali, e osservando che un appiattimento nella contemporaneit, risultato di confronti diretti di risultati di discipline scientifiche condurrebbe a rinunciare al progetto di scientificit delle scienze sociali. Tale rivendicazione costituisce senzaltro uno degli aspetti pi interessanti della ricerca di Brian. La centralit della dimensione storica infatti riaffermata come conditio sine qua non per una piena comprensione dellevoluzione della scienza e condizione di scientificit per uno studio quantitativo dellevoluzione delle scienze sociali. Il testo riflette cos la nuova metodologia storiografica, sviluppata da alcuni giovani studiosi, che senza troppi manifesti programmatici o dichiarazioni dintenti si applica diligentemente ad uno studio della realt storica nella molteplicit delle sue componenti significative. Non quindi questione di dimostrare a priori la tesi che vi siano state delle interazioni tra scienza, filosofia e nella gestione della cosa pubblica: Brian si limita, ma lo fa in maniera assai accurata, a ripercorrere un problema storiografico, il rinnovamento del sistema di amministrazione anagrafica nella Francia della fine del Settecento e, per poter comprendere appieno levoluzione di tale questione, si trova poco a poco trascinato in una trattazione dei differenti aspetti che tale processo mette in gioco. Il lavoro di ricostruzione storiografica qui presentato risulta allora pienamente indicativo del metodo di lavoro proprio di chi opera presso il Centre Koyr: la centralit della dimensione storica ne fa un luogo strettamente legato agli studi storici, ma in cui ci avviene senza chiusure e, allo stesso tempo, senza rincorse a preconcette multidisciplinariet. Linterazione tra le varie discipline e tra i differenti fenomeni culturali vi appare invece come una realt di fatto che proviene dallo spirito aperto con cui questi ricercatori, e Brian in particolare, ripercorrono i fenomeni trattati. Qui laccuratezza filologica e lampiezza del tema vengono bilanciati con un savoir faire che rende il testo un equilibrato ed utile strumento di lavoro per chi si occupa della storia del XVIII secolo. Certo, siamo lontani dalle magistrali riflessioni di Koyr. Tuttavia, la scuola quella e lapproccio ragionato alla storia, che non la riduca ad una semplice ricerca di documenti, chiaramente rintracciabile nei giovani studiosi. In questo senso, le mediazioni di Coumet, di Taton, di Costabel, si fanno sentire, assicurando al Centro un ottimo livello scientifico. In questa implicita moderazione e seriet di lavoro sta la professionalit dei ricercatori del Centre Koyr. L.S. za. Ed ancora lo stoicismo antico ad influenzare Seneca nellidentificazione di Dio con la Provvidenza ed il Fato. Ancora nelle Lettere, infatti, si coglie la concezione di un Dio razionale che giustifica e legittima ogni evento, considerato perci sempre sensato. La visione ciclica delluniverso, infine, accosta ancora la filosofia di Seneca al pensiero di Zenone. La conflagrazione universale, infatti, spiega la nascita e il procedere circolare delluniverso, giustificato in ogni suo movimento e finalizzato verso una nuova conflagrazione. Linfluenza che Seneca riceve dalla filosofia a lui precedente non si esaurisce tuttavia nello stoicismo, insufficiente a spiegare certi elementi assolutamente estranei ad esso, come la concezione delluomo e di Dio presenti nelle Questioni naturali, che accostano Seneca al platonismo. Luomo, qui, viene considerato come a due dimensioni, ovvero lanima e il corpo, che si incontrano-scontrano nella sua individualit. Il corpo, come nella filosofia platonica, considerato come il carcere dellanima, autentica essenza spirituale dellumano. Da qui limmagine di un Dio spirituale, lontano dalla materialit dei fenomeni, ma tuttavia presente al momento della loro creazione. Lapparente contraddizione tra il materialismo stoico ed il dualismo platonico si risolve, secondo Reale, tenendo conto dellet di passaggio, tra et pagana e quella cristiana, a cui appartiene Seneca. La presenza di Dio nella natura non esclude un dualismo ontologico tra la corporeit, pi distante da Dio, e lo spirito, suo simulacro. Questo contrasto risulta meglio superato nelletica, trattata pi nei particolari nelle Lettere e nella Vita felice. La ricerca della virt, intesa come ricerca razionale che predilige lo spirito al corpo, allontana Seneca dallantica Sto e lo avvicina, ancora, a quellideale ascetico e platonico per cui il bene si trova nel sovrasensibile e nella fuga dal corpo. Questo, comunque, non impedisce a Seneca di identificare la vita felice con quellatteggiamento conforme alla natura e alla razionalit, ancora individuabile nel pensiero stoico. Il superamento del pensiero ellenistico e di quello platonico si realizza, infine, nellindividuazione di un principio completamente assente nei due sistemi, ma paradigmatico nel pensiero successivo, ovvero in quello cristiano. Nelle Lettere, infatti, Seneca introduce nelletica filosofica un concetto nuovo per i greci e cio quello di voluntas, legato a quello di peccato. Se lintellettualismo etico dei greci riportava il Bene sempre e comunque ad un fatto di conoscenza e considerava, di conseguenza, il male come dovuto allignoranza, Seneca, introducendo il concetto di volont, separa la morale e la virt dalla conoscenza, per ricondurle ad una sfera interiore e ancora inesplorata. La teorizzazione della volont apre, allora, anche alla dimensione del peccato, vissuto responsabilmente dallindividuo che sa

Scritti di Seneca
Sono stati pubblicati, raccolti in un solo volume a cura di Giovanni Reale, TUTTI GLI SCRITTI IN PROSA (trad. di A. Marastoni e M. Natali, Rusconi, Milano 1994) di Lucio Anneo Seneca. A ci si affianca la pubblicazione, a cura di Concetto Marchesi, dellopera che meglio esprime la visione etica di Seneca, LA DOTTRINA MORALE (Laterza, BariRoma 1994).

La raccolta di scritti di Lucio Anneo Seneca, curata e introdotta da Giovanni Reale, comprende i dialoghi, tra cui La brevit della vita e La tranquillit dellanimo, e i trattati, tra cui La clemenza e le Lettere a Lucilio. Il presupposto che regge questa raccolta consiste nel forte legame esistente tra la biografia e la produzione filosofica di Seneca che, secondo Reale, riconduce lintera sua produzione a pochi concetti essenziali, riscontrabili in tutti i suoi scritti. La vita tormentata del filosofo, di cui Reale ricorda il periodo dellesilio, la morte prematura dei suoi cari, il rapporto con Nerone e infine la condanna al suicidio, si riflette in un pensiero volto essenzialmente alla ricerca della serenit. Qui la felicit non intesa come raggiungimento edonistico del piacere, bens come ricerca della virt e della pace con se stessi, attraverso una valutazione razionale delle cose. La filosofia diventa per Seneca terapia dellanimo e, conseguentemente, ricerca etica per letica; una filosofia profondamente influenzata, da una parte, dallellenismo stoico ed epicureo e, dallaltra, dal platonismo di Filone. Il risultato, osserva Reale, consiste in una riproposizione del neo-platonismo cristiano, imbevuto, per, di elementi classici ed ellenistici. Letica di Seneca viene legittimata dalla cosmologia, descritta e spiegata ampiamente nelle Lettere. Tema centrale quello della giustificazione della natura, spiegata attraverso lincontro di due principi, quello attivo e quello passivo, presenti nelluniverso. Lo stoicismo fa da sfondo a questa interpretazione della natura corporeista e panteista, in cui la presenza di Dio rende viva e razionale la natura nella sua interez48

PROSPETTIVE DI RICERCA
di commettere il male ma, allo stesso tempo, vuole compierlo. In questo modo, la contraddizione tra stoicismo e platonismo viene oltrepassata da una nuova posizione, quella neoplatonico-cristiana, in cui la trascendenza e la volont realizzano quellideale di etica, che gli stoici hanno intravisto, ma non portato a compimento. A.S. Preparare lo spirito allappuntamento con lal di l, alimentando la forza morale e la coscienza: questo lintento di Seneca che compare ne La dottrina morale. La riflessione filosofica, e con essa quella morale, sono sempre state, nel caso di Seneca, frutto di una coscienza libera e aperta; la convinzione che la coscienza sia la sede consapevole del bene e del male e che da essa debbano scaturire le azioni buone un elemento privilegiato della dottrina morale di Seneca. Concetto Marchesi, curatore dellopera, mette a fuoco la peculiarit del pensiero senechiano, tutto teso allelevazione dello spirito attraverso il distacco dai beni materiali e il recupero dellamore universale, un amore a cui Seneca arreca un valore divino, peraltro onnipresente. La concezione che egli attribuisce al male quella di una scarsa coscienza del valore della vita, di un venir meno del significato che il cammino terreno ha rispetto ad una dimensione divina; la prassi dellamore viene vista come unica risposta positiva per educare gli stolti e i deboli. Lanalisi di Marchesi si spinge fino a cogliere laspetto altamente divino della dottrina morale di Seneca, elemento totalizzante delluniverso e dellagire quotidiano, di cui ogni spirito si deve alimentare per guadagnarsi la pace interiore e per poterla trasmettere agli altri. In un simile contesto il dualismo anima-corpo trova la chiave di soluzione nella Provvidenza, che fornisce gli strumenti per liberarsi dalle catene del corpo e ascendere al bene supremo, realizzando il disegno di un amore eterno; un itinerario, questo, che viene applicato a tutte le attivit, dalla politica alle relazioni sociali, fino allelaborazione del dolore e della miseria, considerate prove spirituali che fortificano lanima e alimentano la saggezza. Luomo saggio, per Seneca, colui che apprezza la vita per quello che , senza pretendere di pi; la saggezza equivale alla libert di spirito che si nutre della propria energia e della forza divina. D.M

La logica ermeneutica di Georg Misch


Con il titolo DER AUFBAU DER LOGIK AUF DEM BODEN DER PHILOSOPHIE DES LEBENS. GTTINGER VORLESUNGEN BER LOGIK UND EINLEITUNG IN DIE THEORIE DES WISSENS (La costruzione della logica sul terreno della filosofia della vita. Lezioni di Gttingen sulla logica e sullintroduzione alla teoria del sapere, a cura di G. KhneBertram e F. Rodi, Alber, Freiburg i.Br. Mnchen, 1994), stato pubblicato il testo dei corsi di logica, tenuti da Georg Misch allUniversit di Gottinga nel periodo 1927-1934. Con queste lezioni Misch si proponeva di sviluppare, sulla base dei risultati della filosofia della vita di Wilhelm Dilthey, una logica intesa come teoria generale del sapere.

Lopera di Georg Misch (1878-1965) ha avuto fino ad oggi una scarsa risonanza nella cultura filosofica contemporanea. La sua notoriet legata soprattutto alla Geschichte der Autobiographie (Storia dellautobiografia, 1907-1962), opera monumentale, la cui elaborazione ha accompagnato tutta la sua vita di studioso, e che altro non se non lo sviluppo dellintuizione del suo maestro Wilhelm Dilthey, secondo cui lautobiografia costituisce il nucleo germinale della conoscenza storica. Limitata fu leco degli studi con i quali, nel corso degli anni Venti, Misch aveva cercato di riportare la filosofia diltheyana al centro della discussione filosofica contemporanea: il Vorbericht al volume V delle Gesammelte Schriften (1923), prima presentazione organica della filosofia diltheyana, citato con rispetto da Heidegger stesso in Essere e tempo; il breve ma denso saggio del 1924, Die Idee der Lebensphilosophie in der Theorie der Geisteswissenschaften (Lidea della filosofia della vita nella teoria delle scienze dello spirito), importante per linflusso esercitato sullantropologia filosofica di Helmuth Plessner; e il volume del 1930, Lebensphilosophie und Phnomenologie (Filosofia della vita e fenomenologia), tempestiva ricezione di Essere e tempo e confronto critico dellorientamento diltheyano con la filosofia fenomenologica di Husserl e di Heidegger nel suo insieme. I motivi di questa scarsa risonanza sono di ordine non solo teorico, ma anche politicoculturale. Di origine ebraica, Misch fu costretto a lasciare, nel 1935, la propria cattedra di filosofia allUniversit di Gottinga e, in seguito alle leggi razziali hitleriane del 1938, ad abbandonare la Germania (trascorrer la maggior parte degli anni di guerra a Cambridge). Dopo il suo ritorno a Gottinga nel 1946, Misch si dedica, nella mutata situazione filosofico-culturale del dopoguerra, quasi esclusivamente alla prosecuzione della Geschichte der Autobiographie. Solo grazie a Otto Friedrich Bollnow - allievo di Misch a Gttingen e autore dello studio del 1936 Dilthey. Eine Einfhrung in seine Philosophie (Dilthey. Una introduzione alla sua
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filosofia), tentativo estremo di far valere la proposta filosofica diltheyana prima delloscuramento nazionalsocialista - il nome di Misch sarebbe gradualmente riemerso dal dimenticatoio e sarebbe stato connesso ai tentativi di Josef Knig (a sua volta allievo di Misch) e di Hans Lipps di sviluppare una logica ermeneutica, che si situa allincrocio dei territori della Lebensphilosophie diltheyana e della fenomenologia husserliana. Sulla scia degli sforzi di Bollnow si cos giunti, grazie allattivit di Frithjof Rodi, che nelle sue opere Morphologie und Hermeneutik (Morfologia ed ermeneutica) e Erkenntnis des Erkannten (Conoscenza del conosciuto) si ricollega alla prospettiva di Misch, e di Gudrun Khne-Bertram, studiosa di Dilthey e della Dilthey-Schule, alla pubblicazione dei corsi di lezioni di logica, tenuti con regolarit da Misch a Gttingen dal 1927-28 fino allespulsione dallUniversit nel 1933-34. Un anticipazione del contenuto di queste lezioni per il pubblico italiano stata offerta da Giovanni Matteucci, che gi prima della pubblicazione del testo tedesco ha curato, per la rivista Discipline filosofiche (n. 1, 1992), la traduzione di alcuni passi salienti dei corsi di Misch, riguardanti i problemi della significativit e dellespressione. Questi corsi sviluppano e rendono esplicite alcune concezioni che in Lebensphilosophie und Phnomenologie erano rimaste implicite. Latteggiamento critico-ermeneutico predominante in quellopera - che si esprime in un serrato e talvolta arduo confronto con i testi husserliani e heideggeriani diventa qui proposta positiva di una propria concezione logico-ermeneutica, o, pi esattamente, di una logica filosofica, intesa come teoria generale del sapere. Il problema di una logica filosofica si trova, negli anni Dieci e Venti, anche al centro delle preoccupazioni di Husserl (si pensi a opere come le Ricerche logiche e Logica formale e trascendentale) e di Heidegger, che nel 1925-26 aveva tenuto un corso su Logica. Il problema della verit. Dopo la pubblicazione delle Ricerche logiche, Dilthey aveva riconosciuto laffinit della posizione di Husserl con la propria (rifiutando cos letichetta di psicologismo per la propria fondazione delle scienze dello spirito). Ora Misch - che nel 1912 aveva curato la pubblicazione di una ristampa della Logik di Lotze, cio di un pensatore che aveva svolto un ruolo fondamentale nella discussione tra psicologismo e logicismo - sviluppa la prospettiva della Lebensphilosophie di Dilthey nel senso di una logica intesa non come logica formale, ma come teoria generale del sapere, per la quale costitutivo il riferimento ai risultati delle scienze umane, e in particolare della linguistica, dellantropologia, e della psicologia, per far posto nella logica al tipo vivente di concetti che hanno origine nelle scienze dello spirito, dove il conoscere si sviluppa nel comprendere a partire dal vissuto. Nella costruzione della logica Misch prende

PROSPETTIVE DI RICERCA
le mosse da una dislocazione dellambito del Logico, che viene cos ad avere una portata pi ampia rispetto a quelle concezioni che identificano logica e conoscenza scientifica, concetto e giudizio. Il punto di partenza della logica diventa lanalisi dei fenomeni dellespressione e del significato, considerati non solo come concetti attraverso cui le scienze dello spirito colgono i loro oggetti, ma anche come una dimensione fondamentale della prassi e del comportamento vitale. Nelle espressioni della vita, e sulla base dell immersione nella vita (Darinnensein-im-Leben), che costituisce la condizione originaria dellessere umano, sorge una forma elementare del comprendere e della significativit. I confini della sfera logica si allargano cos a coincidere con quelli del divenir cosciente in generale, la cui forma originaria lespressione. In questa prospettiva, Misch sviluppa una fenomenologia del mondo dellespressione che comprende problemi come quello della distinzione e del rapporto tra espressioni corporee e spirituali, animali e umane, linguistiche e non-verbali (mimiche, musicali, gestuali). La peculiarit della posizione di Misch rispetto ad altri tentativi analoghi di descrivere e circoscrivere il fenomeno dellespressione (Husserl, Plessner, Klages) sembra consistere nella distinzione da lui effettuata, allinterno della forma discorsiva generale del linguaggio, delle formulazioni puramente discorsive dalle espressioni evocative. Mentre le formulazioni del linguaggio discorsivo (tanto nelle scienze della natura quanto nelle scienze dello spirito) si riferiscono in modo univoco a oggettualit teoretiche, nelle asserzioni evocative (che si trovano tanto nella prassi vitale quanto nel linguaggio dellarte e delle scienze, in particolare delle scienze dello spirito) le proposizioni sono il mezzo attraverso cui si mostra loggetto nella sua significativit. Si tratta qui non delloggettualit delloggetto intenzionale brentaniano e husserliano, ma delle oggettualit ermeneutiche, cio di quegli oggetti sui generis che non sono gi costituiti, ma per cos dire si formano o vengono evocati attraverso lespressione e nel processo del comprendere. Nelle proposizioni evocative emerge per Misch linesauribilit del fenomeno del significato e trova espressione ci che per il linguaggio puramente discorsivo resta indicibile. Con la differenza tra logica discorsiva e logica dellevocazione Misch intende cos far valere la tensione dialettica tra conformit al pensiero (Gedankenmigkeit) e insondabilit (Unergrndlichkeit) della vita che egli deriva, come molti dei concetti fondamentali della sua Logik, dallinterpretazione di alcuni motivi della filosofia di Dilthey. Tenendo aperta questa tensione egli si propone, non da ultimo, di superare produttivamente la contrapposizione diltheyana tra scienze della natura e scienze dello spirito. M.M.
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Wilhelm Dilthey e Georg Misch

NOTIZIARIO
Hans Ulrich Whler, uno dei massimi medievalisti tedeschi, ha recentemente raccolto nel volume dal titolo: Texte zum Universalienstreit. Band II. Hoch-und mittelalterliche Scholastik. Lateinische Texte des 13. bis 15. Jahrhundert (Testi sulla disputa intorno agli universali. Vol. II. Scolastica dellAlto e del Basso Medioevo. Testi latini dal XIII fino al XV secolo, Akademie, Berlino 1994), alcuni fra i pi importanti testi concernenti la DISPUTA INTORNO AGLI UNIVERSALI nel Basso Medieoevo. Questa raccolta si va ad aggiungere ad un precedente volume curato dallo stesso Whler, Testi sulla disputa intorno agli universali (vol. I, 1992), che conteneva venti fra i pi famosi trattati sulla disputa intorno agli universali da Porfirio e Boezio sino alla massima esplosione della questione nel XI e XII secolo, con Abelardo e Averro. Mentre il primo volume aveva un carattere prevalentemente informativo, questo secondo presenta unimpostazione innovativa e coraggiosa. I 12 contributi qui presentati sono in gran parte di conoscenza esclusiva dei pi esperti medievalisti: accanto a classici come il De ente et essentia, di S. Tommaso, e alle pi famose questiones di Giovanni Duns Scoto e Guglielmo DOckham, si collocano infatti scritti sugli universali di Walter Burley, Gregorio da Rimini, Heinrich Totting, Gabriel Brial, Johannes Gerson, John Wyclif, nomi che solitamente non ricorrono nelle trattazioni tradizionali della tematica. inoltre presentata per la prima volta la traduzione in tedesco di un trattato di Sigieri di Brabante, il De aeternitate mundi, la cui pregnanza contenutistica trascende il campo limitato della disputa logica. Questa raccolta rappresenta unoccasione per riscoprire il pensiero filosofico del tardo Medioevo, che sottoforma di una contrapposizione tra realismo e nominalismo introduce a profonde riflessioni di natura morale e teologica. L.R.

NOTIZIARIO

arabi, hanno riesaminato la figura di Averro, recuperandolo allortodossia islamica, contro una tradizione filosofica che lo vuole come eretico; ma hanno anche insistito sulla prossimit tra il pensiero averroiano e talune espressioni dellilluminismo europeo. In particolare, stata sottolineata la parentela di Averro con il Kant della Religione nei limiti della pura ragione, opera in cui la critica alla religione non implica comunque il rifiuto della prospettiva etico-religiosa. L.R.

Nel marzo 1995 si svolto ad Hammamet, in Tunisia, un congresso sovvenzionato dal Goethe Institut di Tunisi dal titolo: AVERRO OGGI. Il congresso riprende le fila di un discorso iniziato nel novembre 1994 al Cairo, dove aveva avuto luogo un dibattito specificamente dedicato alla tematica Averro e lIlluminismo. Il rinnovato interesse per il filosofo medievale manifestato dal mondo culturale arabo rispecchia lesigenza di tali paesi di giungere finalmente ad un giusto equilibrio tra tradizione e modernismo, sotto la minaccia dellintegralismo religioso da una parte e la pressione dellOccidente dallaltra. Riprendendo la definizione di Mos Maimonide come illuminista che crede nella rivelazione, che Strau e Guttmann avevano formulato nel 1935, i filosofi raccolti ad Hammamet, per la maggior parte

Nel febbraio 1995 si tenuta a Wolfenbttel una mostra sul tema: WO SIND DIE ROSENKREUZER? (Dove sono i Rosacroce?), che ha riproposto linterrogativo circa la misteriosa origine e la natura della societ segreta (la cui effettiva esistenza, daltra parte, tuttora soggetta allipoteca del dubbio). Allestita dalla Biblioteca Philosophica Hermetica di Amsterdam e dalla HerzogAugust-Bibliothek di Wolfenbttel, la mostra consisteva nella presentazione di innumerevoli esemplari di bibliofilia, codici ed archivi con documenti di antica stampa in tedesco ed in latino, ma non forniva di per s alcuna chiave di accesso al mondo sconosciuto dellermetismo rosacrociano. Molto pi consistente dal punto di vista informativo risulta il catalogo, realizzato in occasione della mostra, dal titolo: Cimelia Rhodostaurica. Die Rosenkreuzer im Spiegel der zwischen 1610 und 1660 entstandenen Handschriften und Drucke (I Rosacroce nello specchio dei manoscritti e della stampa, apparsi tra il 1610 e il 1660, Herzog August Bibliothek, Wolfenbttel 1995). Il fenomeno Rosacroce viene qui indagato soprattutto in relazione allimpatto culturale che ebbe sulla vita culturale e religiosa dellEuropa del XVII secolo, nella quale provoc un radicale capovolgimento dei valori nella religione, nella scienza e nella politica. Con riferimenti alla mistica medievale, alle scienze occulte rinascimentali, nonch alla teologia, allastrologia e alla matematica, i rosacrociani si proposero come riformatori del mondo intero, di fronte al tramonto del papato e ai timori apocalittici di unEuropa a met stra-

da tra le metafisiche barocche e la critica illuministica. La questione acquista ulteriore complessit se si osserva che i personaggi chiamati in causa nella bibliografia rosacrociana conservano tuttoggi tratti mitici, che permettono di collocarli nella zona liminare tra esistente e fantastico, ossia nella leggenda. Un esempio ne lo stesso leggendario fondatore della societ, Christian Rosenkreuz, della cui plurisecolare esistenza gli stessi documenti seicenteschi forniscono informazioni contraddittorie. Lunico dato certo di cui oggi si dispone un testo programmatico di Johann Valentin Andreae, pubblicato a Kassel da un editote anonimo nel 1614 con il titolo: Fama Fraternitatis, dedicato a tutti i dotti e i sovrani dEuropa, che possedeva un tono deliberatamente provocatorio nei confronti della cultura dominante. L.R.

Nelle sale della Mediateca di Ste stata inaugurata, nel maggio 1995, la mostra: PAUL VALERY, LINTIME, LUNIVERSEL (Paul Valry, lintimo, luniversale), prima delle manifestazioni previste per il cinquantesimo anniversario dalla morte di Paul Valry dalla citt che gli diede i natali. Il 20 luglio 1995 (fino al 15 ottobre), sinaugureranno due altre mostre: Ostinato rigore, presso il Museo Paul Valry, che evocher Valry amante di pittura e di architettura; Fuochi terrestri, invece, raccoglier lopera di 14 artisti contemporanei sulla relazione, che preoccupava Valry, tra arte e scienza. Il 19 e il 20 ottobre 1995 e il 23 e il 24 novembre 1995 si terranno incontri intenazionali e tavole rotonde sullopera di Valry, ai quali interverranno Jean-Franois Lyotard e Franois Barr. Nelle sale della Mediateca di Ste sono attualmente raccolti episodi pubblici e privati del grande artista, in una scenografia che mette bene in evidenza la cesura che attraversa la vicenda intellettuale di Valry, tra luce e ombra, tra parola e impero nascosto della nostra mente. Sotto la sola luce delle vetrine sono infatti raccolti i manoscritti dello scrittore, tra cui ve ne sono molti mai esposti al pubblico, e la famosa pagina della

notte di Genova, furiosamente sfregiata dal poeta quando decise di venerare solo lIntelletto. La flebile luce delle vetrine illumina ancora cinque dei suoi quaderni originali, i cahiers, testimonianza di quel teatro del di dentro, che Valry racchiudeva in queste pagine dalle cinque alle sei del mattino, tra lampada e sole, fino a quando i rumori della casa non lo svegliavano al ruolo pubblico del poeta, del saggista, del filosofo. Accanto a questi tesori, provenienti dalla Bibliothque Nationale, proiettate su un muro, le immagini del poeta accompagnate dalla sua voce cercano di evocare pi intimamente la sua presenza ai visitatori della mostra. Nelle altre due sale, invece, prevale la luce, per mostrare il lato pubblico del poeta in alternanza con episodi della sua biografia. Vi sono foto e testi presi dallopera e dallesegesi. Si ripercorre la sua vita, da quando era un bambino grassottello che parlava solo in italiano con la madre, nata Grassi, allepisodio di quello sconosciuto che salv il piccolo di tre anni dallannegamento nel bacino dei giardini pubblici di Ste, dal trasferimento a Montpellier, dove conobbe Gide e Louys, al matrimonio parigino con Jeannie Gobillard, nipote di Berthe Morisot, che lo avvicin allambiente degli impressionisti. Di questi apprezz solamente Degas, restando insensibile alle arti moderne e al cubismo. Sotto le vetrine compaiono brani della sua corrispondenza segreta con lamica M.me de Revelin, animatrice di uno dei salotti progressisti della Parigi anni 30. Mettere in mostra questi brani privati di Valry una scelta precisa degli organizzatori per ridare carne a unopera troppo spesso tacciata di astrazione. La figlia Agata, di quasi novantanni, nota infatti che il padre scriveva con tutto il suo corpo. Chiude la mostra una serie di cinque piccoli gabinetti di lettura, dipinti con i colori delle barche del paese, in cui si possono sfogliare le pagine dei cahiers, ingrandite e plastificate, creati per permettere unadesione intima e solitaria al lavoro di questa mano e di questo corpo che scrive, al desiderio del soggetto per il linguaggio. G.Di L.

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Quaderno del manoscritto di Sodoma e Gomorra I. Risposte al questionario dellalbum di Antoinette Faur (1885 circa). Marcel Proust (al centro). Risposte al questionario di un album (1890). I carnets.

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CONVEGNI E SEMINARI

Proust e i filosofi
Organizzato dalla Marcel Proust Gesellschaft, presieduta da Reiner Speck, dal 3 al 6 novembre 1994 si svolto a Bonn un simposio di studi proustiani dedicato al rapporto tra Proust e i filosofi. Se vero che nella Recherche nessun personaggio si pu dire impersoni in modo positivo la filosofia, altres vero che il costante confronto con la produttivit del pensiero filosofico va annoverato tra i presupposti che hanno reso possibile la nascita di questopera, punto di riferimento obbligato per la letteratura del Novecento.

Il tema del simposio stato introdotto da Ursula Link-Heer (Proust und die Philosophen des 19. Jahrhunderts) e da Vlker Roloff (Die Philosophen des 20. Jahrhunderts und Proust). Julia Kristeva (Proust et Heidegger), che recentemente ha pubblicato unimportante ricerca su Le temps sensible (Il tempo sensibile, Parigi 1994), ha preso le mosse dalla concezione heideggeriana del tempo per leggere la Recherche anche dal punto di vista ontologico. noto, infatti, che per Heidegger la temporalit dellesistenza umana caratterizzata da un essere prima di s (Sich-vorweg-Sein) e dunque che il presente si determina attraverso il progetto di future possibilit. L impazienza che ne consegue, ha rilevato Kristeva, risulta del tutto consona allo spirito della Recherche: non nella preoccupazione, ma nella gioia da vedere il fondamento esistenziale della temporalit proustiana. Ci che permette allio di cogliere una temporalit percepibile sensibilmente non il raccoglimento interiore, ma la dispersione. Proprio grazie a questa messa in valore della dispersione plausibile, secondo Kristeva, vedere in Proust un pensatore ancora pi moderno di Heidegger. Alla Recherche si avvicinato invece da un punto di vista fenomenologico Bernhard Waldenfels (Eigenma und berma des Sinnlichen. berlegungen zur Proustschen sthesiologie), che riferendosi a Husserl e a Merleau-Ponty ha messo in evidenza i pi fondamentali aspetti dellestetica proustiana della corporeit. Jacques Rancire (Proust et la vrit) ha ripreso il tema, gi affrontato

da Deleuze, del rapporto tra segno e realt in Proust, per tracciare le coordinate di una distinzione, poetologicamente proficua, tra lambito della verit e quello dellapparenza, falsit e menzogna. Vincent Descombes (Proust: lcrivain traducteur) ha invece prospettato un Proust impegnato nellattivit del tutto filosofica di dar traduzione letteraria al reale. Il rapporto che lega Proust alla tradizione della moralistica stato ripercorso da Rainer Warning (Proust und die Moralistik). Agostino e i moralisti francesi del Seicento avevano distinto tra la memoria, in quanto via verso uninteriorit salvifica, e la curiositas, in quanto impulsivo abbandono alla fenomelogicit del mondo esterno. Muovendo dalla relazione tra il narratore e Albertine in La prisonnire, Warning ha mostrato come in Proust la memoria sia gi contaminata dalla curiositas. In questo modo Proust mette capo allantipodo di una poetica sostanzialistica, imperniata su ricordi arbitrari, mentre la curiositas diviene per lui esteticamente positiva. Della storia delle fonti dellestetica proustiana si occupato anche Ulrich Schulz-Buschhaus (Proust und die philosophische sthetik des Nominalismus), che ha messo in evidenza le numerose coincidenze tra Proust e le teorie estetiche di Benedetto Croce, bench i due non abbiano mai influito luno sullaltro. Ma Proust ha anche saputo attribuire un valore estetico alla storicit del bello, cos come laveva concepita Hyppolite Taine. Uninterpretazione dei rapporti tra Proust e i filosofi del suo tempo, fondata su materiali finora inosservati dalla critica, stata proposta da Stefano Poggi (Proust, Bergson und der aphasische Symptomenkomplex), che ha preso le mosse dallafasia che colpisce il narratore nellultima scena della Recherche. Il contesto ricostruito da Poggi inizialmente storico-medico: giunta lafasia, la memoria inizia a sfaldarsi, ma il cervello vive ancora e dunque anche la coscienza. Qui da vedere la chiave per comprendere il concetto di individualit nella Recherche, che in nessun caso pu esser visto alla stregua di una unit sostanziale. Di fronte al fenomeno dellafasia, Proust, che si documentava seguendo suo padre, il dottor Adrien Proust, anchegli autore di una memoria scientifica sullafasia, era incline allipotesi riduzioni53

stica, che riduceva leziologia dellafasia, appunto, alla semplice constatazione di una lesione cerebrale. certo per, ha fatto notare Poggi, che il romanziere Proust era in grado di disporre delle cognizioni mediche necessarie alla costituzione di una propria interpretazione dellafasia, che pur finalizzata ad un obiettivo letterario era indubbiamente originale e autonoma. Sul dissidio tra Proust in quanto filosofo e in quanto letterato intervenuta anche Anne Henry (Proust et la crise du sujet: la fonction du modle philosophique dans A la recherche du temps perdu). Secondo Henry, Proust ha s fornito una philosophia prima, ma rendendola nel linguaggio di uno scrittore: il letterato si riappropriato del filosofo e gli ha restituito la sua ambiguit, la sua aria di mistero. Unanalisi molto fine di quella che pu ben essere definita la filosofia dei sentimenti della Recherche stata offerta invece da Inge Crosman Wimmers (Die Rolle der Gefhle in A la recherche du temps perdu), che sollevato gli esempi dellangoscia da separazione e della gelosia. Raffronti molto diretti tra Proust e le pi importanti correnti filosofiche del tardo Novecento sono stati proposti da Peter. V. Zima (Proust, Nietzsche und die Dekonstruktion), che si fermato sul rapporto antitetico tra Proust e Jacques Derrida, da Alois Hahn (Proust und die konstruktivistische Erkenntnistheorie), che invece ha rilevato affinit tra la Recherche e le posizioni costruttivistiche di Humberto Majorana, e da Manfred Schneider (Proust und die Theorie des Erhabenen), che muovendo dalla comprensione da parte di Proust della teoria kantiana del sublime e passando attraverso diversi esempi cinematografici ha proposto una collocazione della Recherche a pieno titolo nellet del post-moderno. Ha chiuso il simposio una tavola rotonda (Das multiple Ich und die gegenwrtige Philosophie), sulle implicazioni filosofiche del concetto proustiano di individualit, alla quale hanno partecipato tutti i relatori con laggiunta di Karl Hlz e Riccardo Pozzo, durante la quale sono state riassunte e contrapposte le interpretazioni proposte dai critici sul cruciale concetto proustiano di un io multiplo (un concetto sul quale si fermato di recente Umberto Eco), ed stata sollevata la necessit di estendere il discorso anche

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alla dimensione della filosofia del linguaggio, includendo nella discussione le tesi avanzate di recente da Andrea Bonomi in Lo spirito della narrazione (Milano 1994) sugli universi di significato della Recherche. R.P. sformazione rivoluzionaria, altrettanto vero che nellIdeologia tedesca, concepita nello stesso periodo, Marx dimostra di voler insistere proprio su tale alternativa. Non sono dello stesso avviso Gerd Irrlitz e Hans Christoph Rauh, che considerano le modifiche operate da Engels come determinanti nella prassi politica per la connotazione dogmatica che attribuirebbero alle parole di Marx, da cui la predilezione del regime comunista per la versione engelsiana. Sulle implicazioni ideologiche dellasserto insiste anche Oswald Schwemmer , che nel suo intervento accosta la prospettiva monistica e totalizzante del sapere rivoluzionario alle pretese teocratiche della societ odierna; mentre Christian Mckel prende spunto dalla tesi di Marx per sviluppare considerazioni sul valore filosofico dellutopia della societ ideale nel mondo contemporaneo. Il teologo Richard Schrder definisce invece come assolutamente triviale il contenuto speculativo delle parole di Marx, confrontandosi piuttosto con la sua critica alla religione. In occasione della tavola rotonda conclusiva stato posto in evidenza lintervento di Herbert Schndelbach, che ha rimesso in gioco una domanda centrale del ciclo, fondamentale per la maturazione di unautocoscienza filosofica della modernit: che significato ha la frase di Marx nel contesto attuale della speculazione filosofica, in un mondo ormai lontano dalla contingenza storico-sociale con cui Marx si confrontato? La risposta di Schndelbach non concede alle parole di Marx possibilit alcuna di significazione allinterno della societ contemporanea, nella quale la relazione tra interpretare e modificare il mondo si sarebbe addirittura ribaltata nel suo contrario: Oggi cambiamo troppo spesso, tanto che siamo in arretrato con linterpretazione. L.R. designa, ha spesso disorientato gli studiosi, mettendo in crisi pi dun sistema. Larea metodologica che pi ha risentito di questo disagio senzaltro quella semiologica, come ha ricordato G. Manetti (La semiotica e il simbolo) mostrando come da de Saussurre alla scuola greimasiana sia stato tutto un sollecitare, pi o meno esplicito, lespulsione del termine simbolo dal nuovo orizzonte disciplinare. La nozione di modo simbolico (in Eco e, in parte in Qur) e quella di semi-simbolico (in Greimas, Floch, Thurlemann ed altri greimasiani) sembrano infatti un escamotage per confinare un concetto decisamente scomodo ed imgombrante. Del resto, lo stesso intervento di Eco (Sul simbolo), ha richiamato la necessit di porre limiti ben precisi (e peirceani) ad una interpretazione simbolica ormai debordante e delirante, complice, da un lato, la prassi decostruttiva e, dallaltro, la pervicacia massmediologica - con la conseguente formazione di forme di simbolismo degradato, sollevate da G. Dorfles (Simbolo mito e feticcio nella societ contemporanea). Eco ha fatto notare linefficacia teorica del concetto di modo simbolico, che ponendo laccento sul versante pragmatico e interpretativo assume gi in s il rischio di una deriva illimitata del senso. Simpone allora la questione, a cui ha cercato di dare una risposta G. P. Caprettini (Il realismo dei simboli), se al simbolo corrispondano propriet che ne garantiscano una riconoscibilit al di fuori del contesto. M. Grande (Simbolo e mito nel cinema), riferendosi ad autori come Goodmann e Metz, ha dimostrato come la problematica simbolica concerna necessariamente anche il versante iconico del linguaggio, che del resto non comprende solo il mondo delle immagini cinematografiche, ma pu ben riferirsi alla pratica figurativa dei pittori del Trecento senese, come ha fatto notare O. Calabrese (Lefficacia simbolica). Nella sua critica ai semiotici ortodossi Franco Brioschi (Continuo, discreto, denso, articolato: il simbolo come unit sintattica), ha mostrato come i semiologi di stretta osservanza, con la loro ontologizzazione del linguaggio non siano poi cos lontani dalle posizioni degli eretici poststrutturalisti di stampo heideggeriano. Allopposizione continuo-discreto, Brioschi ha contrapposto quella di denso-articolato, che presenta il vantaggio di evitare il ricorso ad enti tipologici universali, dal pi che vago sapore metafisico, sostituendovi, nella ricostruzione del processo che fa dellindividuale un elemento simbolico, una nozione giuridica di codice, costituito esclusivamente da regole. Se la nozione di simbolo scatena aspre battaglie dottrinali tra i semiologi, in ambito antropologico essa sembra godere invece di uno statuto pi saldo, come ha mostrato C.T. Altan (Simbolo e mito), che ponendosi esplicitamente nellottica propria di posizioni filosofiche quali il pragmatismo e lo strumentalismo - forte anche delle acquisizioni teoriche di E. De Martino, da cui egli trae

Marx: interpretare e mutare il mondo


AllUniversit di Berlino si svolto nel secondo semestre del 1994 un ciclo di lezioni dedicate a LA XI TESI SU FEUERBACH di Marx alla luce del suo significato storico ed attuale. Agli incontri hanno partecipato i principali rappresentanti del mondo universitario e politico tedesco, spinti soprattutto dal desiderio di interpretare la filosofia marxiana in un contesto finalmente depoliticizzato.

La XI Tesi su Feuerbach di Marx - I filosofi hanno solo interpretato in modi diversi il mondo; ma si tratta di mutarlo - possiede una pregnanza storico-filosofica particolarmente accentuata per il mondo accademico berlinese, tanto che la si pu trovare impressa a lettere dorate nella parete di marmo dellUniversit. Gli interventi al ciclo di lezioni si sono tutti mossi attorno alla questione centrale di una revisione storica, finalmente critica, di tale affermazione, che nel recente passato stata decontestualizzata e piegata a fini ideologici. Lintervento di apertura del ciclo, tenuto da Volker Gerhardt, ha posto laccento sulla presenza di uninnegabile verit nelle parole di Marx, perch chi vuole agire politicamente non pu ponderare ogni cosa in modo pedante; deve innanzitutto sapere che alla fine tutto dipende dallazione. La politica esige fatti. Tuttavia Gerhardt ha classificato la tesi marxiana come premoderna, riconoscendo in essa la riproposizione dellidentit platonica di teoria e prassi politica e individuando la pericolosa conseguenza di tale postulato nella negazione dellautonomia nomologica di azione politica e filosofia. Gerhardt ha anche preso posizione in relazione al fatto che la formulazione comunemente conosciuta della tesi non corrisponde alloriginale marxiano, ma frutto di una rielaborazione compiuta da Engels, che pubblic le tesi di Marx su Feuerbach solo nel 1888 (ossia ben 23 anni dopo la loro elaborazione), in appendice alla sua opera Ludwig Feuerbach e il punto di approdo della filosofia classica tedesca, modificando la tesi originale di Marx (I filosofi hanno solo interpretato il mondo in modi diversi, si tratta ora di cambiarlo) con la sostituzione di un punto e virgola alla virgola e con laggiunta di un avversativo. Secondo Gerhardt, tali scelte formali non incidono tuttavia sulladerenza contenutistica alloriginale, perch se vero che linserimento dellavversativo evidenzia ulteriormente lalternativa tra la coscienza meramente interpretante e la tra-

Sul simbolo
Il convegno dal titolo: IL SIMBOLO OGGI. TEORIE E PRATICHE, tenutosi allUniversit di Siena da 24 al 26 novembre 1994, ha fornito loccasione per un confronto intorno ad un tema tra i pi attuali nella cultura contemporanea. La novit delliniziativa sta soprattutto nel suo approccio integralmente interdisciplinare, a conferma di un percorso metodologico, imposto dalla natura stessa delloggetto danalisi.

Sostenere lattualit della problematica simbolica non significa negarne una emergenza teorica storicamente assai radicata, costante e ricostruibile, come ha dimostrato R. Luperini (Da Goethe a Lukcs, da Marx a Benjamin), testimoniando della vitalit della discussione sul simbolo dal Settecento ad oggi. Tuttavia la natura ambigua e liminare del termine simbolo, e delloggetto che esso
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soprattutto il concetto di destorificazione , si mosso alla ricerca di quella terza via, nella comprensione del simbolico, in grado di escludere tanto il rifiuto intellettualistico nei confronti del simbolo, quanto ladesione acritica ad esso. Nella strettoia segnata da intelletto e irrazionalit, il concetto di esperienza simbolica, secondo Altan, si pone innanzitutto come conoscenza opposta a quella concettuale, razionale, come credenza in grado di trascendere dalla ineliminabile dimensione soggettiva alla pi generale, e altrettanto necessaria, valenza collettiva. M. Squillacciotti (Linterpretazione antropologica dei simboli altrui) ha utilizzato losservazione diretta della tradizione sciamanica dei Cuna del Panam per contestare lefficacia di analisi del simbolico svolte solo in termini di testo e avulse dal contesto storico culturale della comunicazione. Linterpretazione di simboli altrui, non solo inerisce allessenza stessa del fenomeno simbolico, ma risulta accentuato nella prospettiva antropologica, come ha mostrato D. A. Conci (Segno e realismo segnico) che, attraverso una pratica fenomenologica dellantropologia, ha affrontato il problema del disoccultamento dellalterit e delle ragioni degli altri chiamando in causa la dimensione vissuta. Muovendo dal concetto di protosimbolo, S. Briosi (Protosimbolo infantile e simbolo poetico) ha manifestato la convinzione che il linguaggio infantile sia qualcosa di molto simile a quello simbolico dei poeti. Secondo Briosi, che parte soprattutto da studi piagetiani sulla genesi del linguaggio simbolico, ma che si serve anche dei contributi della psicolinguistica (Werner e Kaplan), oltre che di categorie fenomenologiche (MerleauPonty, ma anche Sartre), lo spazio del protosimbolo infantile va separato nettamente (oltre che da quello del segno trasparente, diretto) da quello del simbolo poetico, propriamente detto, che si configura come esperienza eminentemente consapevole e adulta; nel simbolismo infantile, infatti, viene a mancare, rispetto al simbolo poetico, laspetto di opacit del significante, di consapevole presa di distanza dal contenuto esperienziale, propria, appunto, del simbolo poetico. Il simbolo poetico stato oggetto anche dellintervento di A. Prete (Del sapere poetico: simbolo, analogia, apparenza), tutto incentrato su una concezione sapienziale del simbolo poetico. Allegoria, analogia, apparenza costituiscono per Prete i tre campi di rifrazione dellimmagine nello specchio del linguaggio e, in definitiva, tre sfumature delle diverse valenze che il simbolo assume in poesia. Secondo C. A. Augieri poi, il senso simbolico, caratterizzandosi come micronarrazione delle esperienze identificanti, deve essere posto in relazione diretta con una vera e propria filosofia del discorso narrativo. E con il narrativo viene rapportato il simbolo anche da G. Brberi Squarotti (Il romanzo come simbolo), il quale giunge addirittura a prospettare unopposizione strutturale, intrinseca alla tecnica e alla forma narrativa, tra narrazioni di fatti e narrazioni che procedono invece per nuclei simbolici; questo secondo genere di narrazione, ha osservato Brberi Squarotti, possiede in s lambizione [...] a conoscere i fini ultimi, i meccanismi interiori, il significato delle cose anche pi semplici della natura, quelloltre e altrove, insomma, che al di l del fenomeno e delle apparenze. Ritornando in tema di analisi letteraria, G. Finocchiaro Chimirri ha esplorato il versante simbolico dei personaggi della Nedda verghiana servendosi della prossemica e in generale della comunicazione corporea. Tra gli altri interventi ricordiamo ancora soltanto lanalisi di M. Reda sullimportanza dei processi simbolici nella strutturazione dellIdentit Personale e lintervento di G. Corlito, che ha applicato il gi ricordato approccio simbolo vs. allegoria alla lettura della freudiana Interpretazione dei sogni; S. Nannini e D. Parisi hanno invece tentato di identificare eventuali meccanismi simbolici nel comportamento delle reti neurali o nel funzionamento della cosiddetta intelligenza artificiale. C.G./M.G./F.S. moderna di validit logica (Tarski), secondo cui il sillogismo aristotelico coinciderebbe con la deduzione valida. Aristotele, ha osservato Mignucci, non associa mai il sillogismo alla nozione di verit e il seguire di una conclusione dalle premesse indipendente dalla verit o falsit delle premesse. Secondo Mignucci, sono le nozioni di causa o di condizione sufficiente che danno corpo allidea che in un sillogismo le premesse causano o condizionano la conclusione. Enrico Berti (La logica dellargomentazione tra Aristotele e Ryle) ha preso in considerazione i Philosophical Arguments (1945) di Gilbert Ryle, in cui il tipo di argomento che attiene alla filosofia viene caratterizzato come reductio ad absurdum, cio come deduzione di contraddizioni e paradossi logici, che si differenzia dallinduzione come pure dalla deduzione di teoremi da assiomi o da postulati. Analizzando la distinzione che Ryle opera tra la reductio ad absurdum forte e la redutio ab absurdum debole, Berti ha mostrato che la teoria della reductio di Ryle, come anche la sua teoria degli errori categoriali, derivano dalla teoria delle categorie di Aristotele. Riferendosi agli Elenchi Sofistici, dove Aristotele pone il compito del dialettico nello smascherare le ambiguit del linguaggio, Ryle, ha osservato Berti, connota la reductio forte come processo dialettico, che smaschera le ambiguit del linguaggio, deducendo da esse delle contraddizioni. Eugenio Lecaldano (Linfluenza della logica sulla ricerca storiografica di Hume) ha richiamato in particolare lattenzione sulla possibilit di un superamento dello scetticismo radicale di Hume. Riferendosi ai risultati della logica formale e simbolica contemporanea, Lecaldano ha enucleato in Hume lidea di causalit, che si connette con la natura dellinduzione e la natura dello scetticismo scozzese; la questione dei criteri adeguati per una valutazione, in termini pi o meno probabilistici, dellaffidabilit di una testimonianza su di un evento naturale o storico; la questione, nel terzo libro del Trattato, della possibilit o meno di derivare conclusioni con il deve da premesse con l . Carlo Sini (La semiotica come fondazione della logica in Charles Sanders Peirce) ha considerato quelle opzioni essenziali che hanno determinato intorno alla met degli anni Sessanta il percorso teoetico di Peirce e che ne costituiscono motivi di grande attualit. La prima opzione definisce lautonomia della logica rispetto allontologia e alla psicologia; la seconda opzione riguarda il rapporto tra relazioni interne e relazioni esterne, per cui la riflessione sulle categorie e la conseguente riduzione dei fondamenti della logica alla semiotica rappresenterebbe per Sini una ripresa moderna della relazione medioevale tra intentio secunda e intentio prima. La terza opzione riguarda la critica dellintui-

Storia della logica e storia della filosofia


Nei giorni 9-10-11 novembre 1994 si tenuto presso la Terza Universit di Roma il convegno: MOMENTI DI STORIA DELLA LOGICA E STORIA DELLA FILOSOFIA, organizzato dalla Societ Filosofica Italiana e dalla Societ Italiana di Logica e Filosofia della Scienza, che ha avuto un carattere propedeutico, introduttivo alle problematiche tradizionali della storia del pensiero.

Giovanni Casertano (La causa della conoscenza: discorso logico ed esigenza etica nel Fedone platonico) ha compiuto nel suo intervento alcune riflessioni sulla nozione di causa nel Fedone, la cui corretta individuazione risulta fondamentale in Platone, mostrando come il discorso platonico sulla causa leghi esigenza gnoseologica ed esigenza etica. Infatti, se al discorso vanno annesse le caratteristiche di probatoriet nellindividuazione ed esposizione della verit, pure vero che non lo si potr comprendere se non si assumer un atteggiamento in generale etico, che rimanda alla scelta dellanima piuttosto che del corpo. Mario Mignucci ha invece offerto uninterpretazione del sillogismo aristotelico alternativa allapproccio tradizionale, analizzando le diverse definizioni che Aristotele propone negli Analitici, nei Topici, negli Elenchi Sofistici e nella Retorica. Mignucci ha poi mostrato limplausibilit dellinterpretazione tradizionale della definizione aristotelica legata alla nozione
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zione e lapertura della semiosi infinita. Con labbandono della metafisica classica e con la consapevolezza che la logica poggia sulla semiotica, Peirce introduce le sue riflessioni sulletica, a cui, ha notato Sini, assegna un primato nellambito delle scienze normative, legittimando labduzione come procedimento che rimanda infinitamente ad ununica esperienza di verit. Riferendosi al saggio di Blondel del 1903, Principio di una logica della vita morale, Armando Rigobello (La logica della vita morale in Blondel) ha individuato quei criteri immanenti allazione, che la guidano verso il compimento delle sue interne finalit. Blondel, secondo Rigobello, sostituisce alla logica dellenunciazione affermativa (catafasis) e a quella della contraddizione (antifasis) una logica il cui sviluppo dialettico inizi dalla privazione (steresis), una dialettica immanente alla dinamica dellazione in quanto azione. Tra gli interventi conclusivi, Alfonso Maieru (Il linguaggio mentale tra logica e grammatica nel medievo) ha tratteggiato la questione del linguaggio mentale nel Medioevo sulla base dellantica distinzione tra linguaggio interiore e linguaggio esteriore e della distinzione aristotelica tra cose, posizioni dellanima e linguaggio orale. Rispetto alla questione se i modi di significare stiano nellintelletto o nel linguaggio, Maieru ha tratteggiato alcune posizioni che svalutano la grammatica nella sua autonomia e scientificit; le parole significano qui le cose non i concetti; si danno proposizioni mentali vocali e scritte e la proposizione mentale funge da fondamento delle altre, e pu venire analizzata nei suoi componenti. Nella prima parte del suo intervento, Franco Bianco (Avalutativit della scienza come principio metodico nella logica delle scienze sociali) ha affrontato la questione della definizione del concetto di avalutativit, optando per una lettura weberiana, legata per essenza alla logica delle scienze sociali, che si fonda su condizioni idealtipiche. Nella seconda parte, Bianco ha chiarito che il presupposto sul quale si basa il principio della avalutativit la distinzione tra giudizi di fatto e giudizi di valore. Nella terza parte, Bianco ha sottolineato lattualit delle riflessioni weberiane e limportanza del principio dellavalutativit come principio metodico irrinunciabile nella logica delle scienze sociali. Infine Vito M. Abrusci (Il concetto di dimostrazione nel 900) ha chiarito che cosa si deve intendere per dimostrazione logica, tratteggiandone due aspetti, formale (dimostrazione come oggetto sintattico) e contenutistico (dimostrazione come costruzione), e integrandoli con quello relativo alla semantica delle dimostrazioni come modello di correlazione dellaspetto formale e contenutistico. A margine dei lavori stata organizzata una tavola rotonda sullinsegnamento della logica nella scuola secondaria superiore, che ha visto pareri unanimamente concordi sul valore formativo di un tale insegnamento. R.G.

La fondazione dellestetica filosofica


Pietro Kobau ha tenuto, dal 5 al 7 dicembre 1994, presso lIstituto Italiano per gli Studi Filosofici di Napoli, un seminario dal titolo: LA FONDAZIONE DELLESTETICA FILOSOFICA: WOLFF, BAUMGARTEN, MEIER, che aveva come scopo una ricostruzione della genesi del concetto di estetica filosofica attraverso lanalisi delle concezioni di vari pensatori.

La prima definizione storica di estetica risale al 1735 e compare, riferita alla conoscenza sensibile, nella dissertazione di laurea di Alexander Gottlieb Baumgarten, che ne approfondir poi i caratteri nel trattato Aesthetica seu scientia cognitionis sensitivae, del 1750. Tuttavia, ha osservato Pietro Kobau, lestetica intesa come dottrina dellarte non nasce direttamente n in Baumgarten, n nel suo allievo principale, Georg Friedrich Meier; sar Kant che impiegher il termine come aggettivo per indicare un particolare tipo di giudizio, preannunciando la crisi della definizione baumgarteniana. Kant, infatti, diffidando per motivi gnoseologici e metodologici dellestetica cos come era stata concepita da Baumgarten, fonder unestetica completamente nuova, mettendo definitivamente in ombra lestetica illuministica settecentesca. Christian Wolff, maestro di Baumgarten, affermava, nella teoria dei concetti chiari e distinti, che un concetto (o una identit mentale) risulta chiaro, se potenzialmente analizzabile, e risulta distinto, se tanto analizzabile da poter essere comunicabile. In una identica direzione razionalizzante, ha osservato Kobau, muove i primi passi anche Baumgarten, il cui grande merito aver posto le basi filosofiche dellestetica. Baumgarten riteneva che lestetica non potesse ridursi alle regole per la produzione darte o allanalisi dei suoi difetti psicologici, ma andava considerata come scienza della conoscenza sensibile e quindi come gnoseologia inferiore, rispetto alla logica, occupandosi di una facolt conoscitiva inferiore. Il parallelismo cos istituito tra estetica e logica e il conseguente interesse teorico-sistematico per lestetica, ha fatto notare Kobau, segnano un importante progresso di Baumgarten nei confronti di Wolff: luomo non si riduce a conoscenza scientifica ma, al contrario, fatto di conoscenza razionale e conoscenza sensibile. Gi Cassirer notava come, rispetto a Wolff e allo stesso Leibniz, Baumgarten opponesse alla teoria delle idee chiare e distinte la conoscenza chiara e confusa dellestetica. La sensibilit, fino ad allora considerata conoscenza inferiore rispetto alla razionalit, viene da Baumgarten intesa come momento autonomo dello spirito umano, capace di darci una visione globale, unitaria degli oggetti, una visione armonica e complessiva delle parti che li costituiscono. Lestetica, pertanto, coglie la bellezza degli oggetti e si basa su un pathos innato, su una tensione
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istintiva, che leducazione pu disciplinare. Nella complessit degli stimoli e dei risultati conseguiti da Baumgarten, Kobau ha poi inquadrato lopera di Georg Friedrich Meier. La prima edizione dei suoi Principi di tutte le arti e scienze belle, apparsi nel 1748 (due anni prima dellAesthetica baumgarteniana), non va letta come un semplice plagio del pensiero del maestro. Meier infatti accentua ancora di pi gli elementi apologetici della conoscenza sensibile, sottolineando il valore delle arti e delle scienze belle, fino a raccogliere tutta la letteratura coeva allinterno di un impianto identico a quello baumgarteniano. Inoltre, ha rilevato Kobau, il concetto di giudizio di gusto, totalmente assente nelle due parti dellAesthetica baumgarteniana e solamente accennato della Dissertatio del 1735, viene esteso da Meier, grazie ad unargomentazione filologica discutibile, a tutto lambito della conoscenza sensitiva. Nella Critica del giudizio, ha infine osservato Kobau, Kant, definendo il bello come ci che piace senza concetto, senza interesse, come oggetto di un piacere universale, ribalta il concetto baumgarteniano secondo il quale sentire e fantasia sono indipendenti dallintelletto, facendo dellarte un opera del genio, alla quale concorrono sia lintelletto, sia limmaginazione; alla facolt del genio di produrre il bello fa riscontro il gusto, come capacit di apprezzare il bello. R.S.

Neoplatonismo di Vico
In occasione del 250 anniversario della morte di Vico e della pubblicazione della SCIENZA NUOVA del 1744, Mario Agrimi, studioso di Vico, ha tenuto a Napoli, dal 7 all11 novembre 1994, presso lIstituto Italiano per gli Studi Filosofici, un seminario dal titolo: UNIT NEL PENSIERO DI GIOVAMBATTISTA VICO, mostrando come la concezione vichiana trovi il suo fondamento unitario nella tradizione platonico-neoplatonica.

La prospettiva storiografica di stampo idealistico individua nello sviluppo del pensiero di Giambattista Vico una doppia gnoseologia, che si traduce in un rovesciamento della visione che vede allorigine dellumanit la bestialit, lo stato ferino. Non trascurando questa contrapposizione, Mario Agrimi ha tuttavia individuato il fondamento dellimpianto teorico vichiano nella tradizione platonico-neoplatonica. Di fronte allavanzante cultura europea e allaristotelismo scolastico, la cultura meridionale trova di fatto una forte identit e continuit culturale in un platonismo moderno, riformatore, le cui significative espressioni sono appunto Doria, Vico, ma anche, pi tardi, F. A. Grimaldi, Pagano, Filangieri, Cuoco. Daltro canto lo stesso Meinecke, ha ricordato Agrimi, in forza del neoplatonismo ha individuato in Vico, oltre che in Leibniz,

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Arnold e Shaftesbury, un precursore dello storicismo. Cos, secondo Agrimi, la Prima Orazione Inaugurale (1699), il De Antiquissima Italorum Sapientia (1710), la Sinopsi del Diritto Universale (1720-22) e le diverse edizioni della Scienza Nuova (1725, 1730, 1744) sono tutte diversamente contraddistinte da una metafisica neoplatonica del conatus, del facere, articolata in due livelli: ideale e reale, filosofico e filologico. In queste opere compare costante, se non esplicito, linvito per luomo di scavare nel proprio animo per attingervi il divino, e di conseguenza individuarvi le categorie attraverso cui comprendere il mondo. Alla natura umana lapsa resta, della natura divina, una vis veri, una forza, unenergia di verit che dalla vita primitiva del senso giunge al livello emozionale-fantastico, esplicandosi nella mente pura, in un continuum cha va dal corpo allanima, e viceversa, senza distinzione tra res extensa e res cogitans. Con Badaloni, Giarrizzo e De Giovanni, Agrimi ha riconosciuto il valore politico del De nostri temporis studiorum ratione (1708) in quanto manifesto del riformismo austriaco per le implicazioni che ha nella vita civile e politica napoletana, per laffermazione che i cartesiani sono docti imprudentes, cio incapaci di formare i giovani alle responsabilit pubbliche e civili, escludendo tutto quel vasto campo di conoscenze verosimili e probabili e condannando leloquenza necessaria al sapiente per affrontare le irregolari e multiformi espressioni della vita. Uno dei motivi del grande successo di Vico in questi ultimi anni, soprattutto in America, ha osservato Agrimi, la sua attenzione esplicita o implicita alla tradizione retorica, vista anche in relazione al suo ruolo istituzionale; Vico guardava, infatti, agli usi civili e professionali delleloquenza. Leloquenza era per Vico una sorta di sapienza pratica; ladesione al discorso oratorio implicava un atto di volont: flectere animos dictione, flettere lanimo con la parola. I sapienti eloquenti che possono governare sono depositari di una sapienza civile, di una prudenza civile; il loro iter pedagogico legato alla fantasia, alla memoria, alla poesia, alla storia, ecc., ma soprattutto essi devono possedere una mente eroica caratterizzata dallingegno. Gi negli anni successivi al rientro di Vico dall esilio di Vatolla, ha sottolineato Agrimi, unattenzione politico-sociale caratterizza le lezioni tenute allAccademia di Medinaceli, della quale Vico fu membro. NellAccademia vigeva un uso della storia per la politica e della politica per la storia: la storia era considerata uno strumento di cui si deve avvalere il politico. Con il passaggio dagli spagnoli agli austriaci, ha fatto notare Agrimi, Vico si fa consapevole della necessit di compiere scelte pi esplicite; ormai non si possono pi fare solo orazioni erudite ed eleganti. Cos la precettistica retorica di Vico segue ora un proprio percorso scolastico istituzionale, mentre listanza umanistica anticartesiana si configura nelle tematiche della topica, della memoria, dellingegno, del probabile, del verosimile, integrandosi in un pi vasto percorso filosofico. Agrimi non ha messo in dubbio che il ruolo istituzionale di Vico professore di eloquenza abbia inciso sulla sua riflessione filosofica, pur escludendo che nei compiti istituzionali di professore di retorica allUniversit Vico abbia illustrato la sua filosofia. Probabilmente, Vico comunic il suo pensiero filosofico nelle accademie, luogo di diversa libert intellettuale, e nelle sue lezioni private. Dalla retorica istituzionalmente professata Vico poteva attingere elementi essenziali per la riforma del sapere, che egli vedeva minato da un duplice e contrapposto pericolo: linsicurezza del dubbio degli scettici e lastratta rigidit dei dogmatici; il pericolo maggiore, in tal senso, poteva venire non tanto sul piano teorico, quanto sul piano pratico e pi immediatamente politico. Limpegno riformatore vichiano ricompare nella Scienza Nuova del 1725, considerata da Agrimi un testo in s compiuto e non, come spesso si suole dire, una prima redazione delle successive edizioni. Nella Scienza Nuova del 1725, ha sottolinenato Agrimi, manca la dottrina dei ricorsi, in quanto Vico affronta qui in modo diverso il problema della continuit storica: la dottrina dei ricorsi, della ciclicit del tempo pagano, parallelamente a unadesione alla dottrina del circolo platonico, risponde a una curvatura pessimistica del suo pensiero e ad una polemica sempre pi accesa con la cultura del proprio tempo. Nelledizione del 1725 la storia segue un andamento ondulatorio, nel senso che la dottrina del corso storico-politico quello dellacm, del punto di perfezione, che possono raggiungere le nazioni; lopera, ha osservato Agrimi, avrebbe potuto essere una sorta di manuale per aiutare i governanti a capire quando una nazione ha raggiunto uno stato di perfezione morale, intellettuale, politica, religiosa, e quando da questo stato comincia ad allontanarsi. C.N./G.V. in quanto tale essa ha ben poco in comune con la spiritualit pura della res cogitans, in quanto immateriale-intellettuale. Tuttavia Descartes teorizza, oltre alla memoria immaginativa, anche una memoria intellettuale che distinta dalla prima ed implicata nella costituzione metafisica del tempo e della sua percezione da parte della res cogitans; da questo punto di vista, Bordoli ha messo in evidenza limportanza delle Regulae ad directionem ingenii, come presupposto del cartesianesimo spinoziano. Labitudine in Descartes, ha proseguito Bordoli, si configura parallelamente alla memoria immaginativa, dato che sia i ricordi che le abitudini vengono a configurarsi come il risultato di automatismi che presiedono rispettivamente al rinnovamento di unideaimmagine e alla ripetizione di un movimento corporeo. Memoria e abitudine sono perci il lato mentale e quello corporeo di un processo che affonda le sue radici nel terreno dove si effettua il collegamento dellanima col corpo. Anche La Forge, tra i primissimi seguaci del cartesianesimo, imposta la questione della memoria cercando di trovare momenti di congiunzione tra il piano fisico della necessit meccanico-filologica e il piano intellettuale. Adottando la dottrina di S. Agostino sulla natura dellanima, ha osservato Bordoli, La Forge intende perfezionare o rafforzare la dottrina di Descartes per ci che riguarda in particolare lunione dellanima col corpo. Nella prefazione al suo Trait, La Forge evidenzia la conformit del pensiero di S. Agostino con quello di Descartes sul problema dellanima, dimostrando come per S. Agostino la memoria sia una delle propriet dellanima. In realt La Forge vuole dimostrare che fondamentalmente Descartes e S. Agostino hanno avuto una identica concezione sostanziale, immortale e immateriale del pensiero-mente. In La Forge comincia a farsi problema filosofico quello che per Descartes non era tale, ossia la comunicazione tra res extensa e res cogitans, che Descartes riteneva possibile oggetto di pura analisi fisiologica. La Forge invece si distaccher proprio su questo piano da Descartes, invocando il ricorso allesperienza non solo per quanto concerne il livello fisiologico della memoria immaginativa, ma anche per ci che riguarda il livello della memoria logicointellettuale. In Spinoza, ha infine rilevato Bordoli, il concetto di esperienza maggiormente articolato, e non si identifica esclusivamente con la sfera della sensibilit corporea; da questo punto di vista sia La Forge, sia Spinoza si presentano come esiti possibili della critica alla concezione dualistica cartesiana, approdando il primo a concezioni che possono essere ricondotte alla corrente di pensiero delloccasionalismo, il secondo ad una nozione complessa, fisiologica e intellettiva allo stesso tempo, di esperienza, che mostra una notevole prossimit con la concezione che la scienza moderna avr dellesperienza. G.C.

Memoria, abitudine, esperienza


Dal 2 al 4 novembre 1994 Roberto Bordoli ha tenuto presso lIstituto Italiano per gli Studi Filosofici di Napoli un ciclo di tre seminari su LA MEMORIA E LABITUDINE NEL SEICENTO, con lintento di ricostruire le origini e le trasformazioni delle concezioni della memoria e dellabitudine nei due principali autori filosofici del XVII secolo, Descartes e Spinoza, alla luce del pensiero e dellopera di Louis de La Forge.

Riflessioni sulla memoria e labitudine, ha rilevato Roberto Bordoli, sono sparse in tutta lopera di Descartes, il che dimostra la centralit del tema nella filosofia cartesiana. La memoria in prima istanza una facolt legata allimmaginazione e quindi al corpo;
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La Dottrina della scienza compie 200 anni
Il 22 novembre 1994 si svolta presso lUniversit di Genova una giornata di studi sul tema: LA DOTTRINA DELLA SCIENZA DI FICHTE DUECENTO ANNI DOPO , per celebrare il secondo centenario della pubblicazione della prima stesura dellopera fondamentale di Johann Gottlieb Fichte. Allincontro, organizzato dal Dipartimento di Filosofia dellUniversit di Genova, in collaborazione con il locale Goethe-Institut e con lIstituto Italiano per gli Studi Filosofici di Napoli, hanno partecipato alcuni tra i maggiori esperti del pensiero di Fichte: Reinhard F. M. Lauth, Claudio Cesa, Marco Ivaldo, dei quali Giovanni Moretto, che ha presieduto la giornata, ha ricordato il fondamentale contributo allapprofondimento della filosofia di Fichte in generale, e di questopera in particolare.

Johann Gottlieb Fichte. Lantica Universit di Jena (incisione di C. Junghans)

Nel suo intervento su Il progresso conoscitivo nella prima Dottrina della Scienza di Fichte, Reinhard Lauth ha messo in evidenza come lelemento di novit della filosofia di Fichte nella sua prima fase (ovvero dalle Eigne Meditationen fino alle tre introduzioni alla Dottrina della scienza del 1796-97) non vada cercato n nella decapitazione della cosa in s kantiana, n nella concezione dellio, bens nel tentativo di pensare lunit della ragione al di l della scissione tra essere e dover-essere, ovvero al di l del principio di relazione proprio delle filosofie di Reinhold, Schelling e Hegel. Fichte, infatti, pensa lio come porre (Setzen), come attivit (Tathandlung), come autocostituirsi e autocomprendersi intenzionale e libero, come unit analiticosintetica. Il porre se stesso dellio pu tuttavia avvenire soltanto in rapporto ad un essere che viene rappresentato ed esibito; niente infatti esiste se non un porre e un suo prodotto. In questo senso, ha osservato Lauth, Fichte supererebbe lunilateralit sia di ogni realismo che non riconosca che il suo essere, apparentemente in s sussistente, reale soltanto nellessere consaputo, sia di ogni idealismo che misconosca la indeducibilit di principio di questo essere dalla sola attivit soggettiva. Questo porre, ha tuttavia osservato Lauth, non va pensato come immanente, bens come sciolto tanto dallessere quanto da se stesso, ovvero come libera spontaneit intenzionale, che pretende di superare la iniquitas della diseguaglianza tra lio e il suo oggetto; lio, anche nella conoscenza puramente teoretica, un io pratico. Se per il porre libero, pu esserlo soltanto al cospetto di unistanza suprema ed assoluta, che originariamente lo possibilizza e lo riguarda; unistanza che Fichte pensa come io assoluto. Tuttavia lio assoluto non si identifica, secondo Lauth, con Dio; in Fichte vi piuttosto una difesa, contro lim-

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manentismo dilagante, della santit e della trascendenza di Dio, in quanto tra Dio, nel suo essere assoluto, e la sua manifestazione permane sempre uno iato assoluto. Nella sua relazione su Genesi e struttura generale della Dottrina della scienza, Claudio Cesa ha posto laccento sul carattere incompiuto, in fieri, di questa celeberrima opera di Fichte. La difficolt di questopera va riportata, secondo Cesa, a due fattori che ne caratterizzano limpianto generale: luso di una terminologia corrente, ma con significati non usuali; e la elaborazione di un forte contenuto speculativo in un linguaggio ancora prevalentemente kantiano. Cesa ha poi cercato di mostrare, ripercorrendo analiticamente alcuni concetti e problemi fondamentali della Dottrina della scienza - il rapporto tra io, non-io e io assoluto; la questione della deduzione delle categorie; lidea di autofondazione, autopoiesis dellio; la precedenza del momento pratico su quello teoretico; il concetto di streben, come ci che spinge lio a mantenersi identico con s, e quello di limite, che ogni essere limitato, ovvero non identico a se stesso, non pu non pensare come qualcosa da superare -, come questopera fichtiana sia un libro di critica e di metafisica, concetti che Fichte, a differenza di Kant, tende a riconciliare. Marco Ivaldo infine, nella sua relazione su Lidea di filosofia trascendentale nella prima Dottrina della scienza fichtiana, ha anzitutto cercato di fare i conti con le tre principali obiezioni che tradizionalmente sono state rivolte a Fichte: quella risalente a Jacobi, ma tipica delle correnti di pensiero esistenzialistiche, che rimprovera alla filosofia fichtiana di produrre un annichilimento della realt del vivente e quindi di avere un carattere fondamentalmente nichilistico; quella risalente a Hegel, ma tipica di ogni ontologia razionalistica, che rimprovera a Fichte di rimanere chiuso nella soggettivit e di essere quindi incapace di cogliere speculativamente la realt oggettiva; e quella risalente a Kant stesso, ma tipica di tutte quelle posizioni critiche, che ritengono insuperabile la separazione tra epistemologia ed etica e perci respingono ogni prospettiva sistematica, che rimprovera alla filosofia fichtiana di costituire una forma di metafisica inaccettabile. Per Ivaldo la prospettiva fichtiana non che unanalisi dellidea di libert; la manifestazione suprema dello spirito non infatti la rappresentazione, ma loriginario porsi dello spirito stesso, il suo dischiudersi in atto, che si realizza sia nel rappresentare teoretico, sia nel formare pratico. Lautoreferenza dellio, ha per osservato Ivaldo, in ultima analisi resa possibile solo da una eteroreferenza superiore, che non elimina la libert dellagire spontaneo, ma, aprendolo al suo essere proprio, al tempo stesso lo giustifica; un imperativo che prescrive la realizzazione dellio puro come pienezza della verit e del senso. Proprio perch riconosce lidentit irriducibile dellatto spirituale e ne opera una fenomenologia genetica, illuminando limperativo etico-religioso che scaturisce dal mistero della libert, la filosofia trascendentale di Fichte consente, secondo Ivaldo, di sviluppare una concezione multidimensionale e aperta della ragione, capace di affermare e difendere lautonomia dei saperi di esperienza, ma al contempo di opporsi ad ogni forma di scientismo limitante e limitato. R.G. un sapere di base, che tale in quanto si giustifica da s, senza essere guadagnato a partire da altro, e che comunica anzi la propria certezza alle altre proposizioni conoscitive. Cos, lo scetticismo dei protoromantici appare rivolto a minare alla base proprio il fondamentalismo jacobiano: proprio ci che Jacobi escludeva, ovvero il regresso allinfinito nelle condizioni della conoscenza, rappresenta invece lautentico statuto del nostro sapere, che si trova in una condizione di progresso infinito, senza un fondamento assoluto. A differenza di quanto accade presso i relativisti contemporanei, la verit non viene posta come relativa in quanto dipendente da schemi concettuali o immagini del mondo particolari, bens in quanto essa va rapportata a una totalit che non ci data. Risulta con ci abbozzato, sostiene Frank, il programma di un hegelismo che non trova per coronamento nel sapere assoluto; resta soltanto la dinamica relativizzante che prevede il superamento di tutte le convinzioni particolari, in forza del loro essere parti in rapporto a una totalit. Questa totalit, che pure non si lascia determinare, costituisce tuttavia un elemento necessario al nostro pensiero e, in questo modo, costituisce il nostro sapere come simbolico. Riprendendo la questione della relativit del vero, Mario Ruggenini ha sostenuto che occorre ricondurre la questione della relativit a quella del relativismo. La pluralit del vero stata espunta dalla tradizione filosofica, proprio a causa del timore di un esito relativista; se per unesperienza di verit non pu prescindere da unesperienza di pluralit e di relativit del vero, ci non comporta affatto che si debba concludere a una tesi relativista. Per Ruggenini, costituiscono un mito infondato tanto la convinzione relativa allunicit del vero, quanto quella della possibilit, per ciascuno, di pensare ad arbitrio. Rispetto alla tradizione filosofica, che afferma che la verit o una o non , occorre per Ruggenini tematizzare la questione dellessere al mondo; questo lenigma, l esperienza plurale del vero. Lesperienza della verit delle cose essenziale allesistenza: esistere esperire la verit. Con Heidegger, lesperienza della verit costitutiva dellesistenza, e questultima si definisce come laccadere del mondo: solo in quanto aperto al mondo luomo incontra le cose. Lapertura al mondo avviene come linguaggio: se non si d linguaggio, non si d luomo, ma anche viceversa. In questa dimensione linguistica, ha osservato Ruggenini, va ricercata la radice del carattere intersoggettivo dellesistenza: luomo non si d come singolarit, bens solo nel suo parlare con altri, luogo originario dellesistenza; il colloquio, dunque, e non la singolarit dellesistenza, costituisce perci il Ci dellessere. A questo proposito, Ruggenini ha rilevato, nella prospettiva heideggeriana, tre aporie: il rapporto tra Mitsein (essere-con) e Dasein

La relativit del vero


Organizzato dalla SFI - Sezione trevigiana e dalla Cattedra di Ermeneutica del Dipartimento di Filosofia dellUniversit di Venezia, si tenuto a Vittorio Veneto, nei giorni 9 e 10 dicembre 1994, un convegno internazionale dal titolo: RELATIVIT DEL VERO, che ha visto, fra gli altri, la partecipazione di Manfred Frank e Mario Ruggenini.

Dal punto di vista teoretico, pi che meramente storiografico, Manfred Frank ha inteso tematizzare il sorgere, nel primo Romanticismo, del tema della relativit del vero. Frank ha rilevato, in particolare, come in Leonard Reinhold risulti centrale il concetto di soggetto assoluto. Dal momento, per, che Reinhold concepisce lintera coscienza come rappresentazione di un oggetto rappresentato, anche la coscienza che si ha del proprio io si caratterizza come rapporto a un oggetto; in tal modo, anche la soggettivit fondante diviene unidea irraggiungibile per la rappresentazione, ovvero le viene attribuito (kantianamente) un ruolo meramente regolativo. Per Reinhold, lio assoluto, anzich un fondamento della deduzione, diventa - come lo definir Novalis, che di Reinhold fu allievo - un principio di approssimazione. Successivamente, Friedrich Schlegel affermer, contro Fichte e Schelling, la non deducibilit della propria filosofia da un principio primo fondamentale. Il percorso da Reinhold a Schlegel indica, secondo Frank, laffermarsi dello scetticismo intorno alla possibilit di acquisire verit assolute attraverso deduzioni che muovano da unevidenza suprema. Il contesto in cui questo scetticismo prende piede, ha osservato Frank, la polemica contro Jacobi, secondo il quale, perch sia possibile un sapere, deve darsi un fondamento assoluto, ovvero una proposizione che valga in modo incondizionato. Tale sapere viene definito da Jacobi sentimento, o fede. Il problema che, in questi termini, si agita agli albori del Romanticismo, ha fatto notare Frank, familiare allattuale filosofia analitica: si tratta del cosiddetto fondamentalismo, che afferma la necessit di
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(esserci), la mancata determinazione della temporalit del Mitsein e, di conseguenza, limpossibilit di connettere lesperienza delle cose alla verit del singolo, ovvero di giustificare il carattere plurale della verit. Lesperienza intersoggettiva delle cose pu essere legittimata, a parere di Ruggenini, riconoscendo che nessuna delle nostre esperienze di verit (neppure quella dellesperienza interna) mai davvero singola: le cose sono il contenuto di ci che, in colloquio gli uni con gli altri, interpretiamo. Ci significa in primo luogo riconoscere la nostra finitezza, determinata dal nostro essere parlanti. Ma il sigillo della finitezza, ha precisato Ruggenini, il non poter finire mai, linconclusivit che produce il discorso, fondata sullinesauribilit del campo semantico. Quando non ci sono pi parole da dire, c la morte; solo la morte la fine del discorso. In quanto lo stare al discorso proprio dellessere finito, occorre legare lesperienza del linguaggio a quella della finitezza. Essere finiti nel linguaggio significa, ha sottolineato Ruggenini, non essere mai il primo a prendere la parola, bens definirsi sempre come rispondenti. Anche quando ci si vuole isolare, in realt si risponde: con un rifiuto. F.C. le. Nellultima giornata ci si occupati dello Stirner precursore dellesistenzialismo ed esistenzialista ante-litteram lui stesso: altro tema che a partire dagli anni Trenta stato al centro del dibattito filosofico su questo autore. Non sono mancati contributi che hanno cercato di interpretare il tema del convegno in riferimento a particolari questioni teoriche, come, ad esempio, la critica stirneriana del sacro, la filosofia de Lunico come poetique de la rupture, la dialettica di decostruzione e differenza applicata al testo di Stirner. Nella prima parte del convegno si indagato come Stirner sia stato influenzato dalla teoria dellio di Fichte e soggiogato da un ambiguo atteggiamento di attrazione-repulsione per lopera di Hegel, unattitudine che in qualche modo Stirner mantiene anche con i discepoli rivoluzionari di Hegel. In tale contesto di indagine, David Mac Lellan ha parlato di una forte influenza di Stirner sullo sviluppo delle idee di Marx. Dopo la critica di Stirner a Feuerbach, Marx prende le distanze dal materialismo di Feuerbach e dalla sua idea di natura umana. La critica di Proudhon e del vero socialismo, presente per la prima volta ne Lideologia tedesca, risente, secondo Mac Lellan, delle critiche di Stirner, cos come la stirneriana teoria dellio creativo avrebbe influenzato la nuova concezione materialistica di Marx, a partire dal 1845. Carlo Menghi ha presentato unanalisi critica di Stirner alla teoria del diritto pubblico, quindi alla filosofia del diritto, alla teoria dello Stato e della societ civile in Hegel; una critica, ha osservato Menghi, che Stirner opera in nome di un individuo pensato come unit negativa, che tautologicamente conferma se stessa in quanto negazione di ogni essere altro dallindividuo particolare. Menghi ha messo anche in evidenza in Stirner alcuni spetti del problematico rapporto di rifiuto e di accettazione-rielaborazione della filosofia hegeliana, come pure la contraddizione tra unicit esclusivista ed unione degli egoisti. Fabio Buzzani, a sua volta, ha preso le mosse dai tre spettri che agitano Lunico: Hegel, la critica rivolta a questultimo dalla sinistra hegeliana e Feuerbach, affrontando una serie di questioni centrali nella filosofia di Stirner, definita come un pensiero eccentrico anche rispetto a se stesso. Il rapporto tra la filosofia di Stirner e il mondo moderno stata al centro anche della relazione di William Brazill che, oltre ad aver affrontato alcuni aspetti problematici dellinterpretazione psicologica di Stirner, ha messo in risalto loriginalit della sua critica al moderno e, per altro verso, anche lanticipazione di alcuni sviluppi dello stesso. Il rapporto tra Stirner e Fichte stato oggetto di analisi da parte di Antonio Punzi e Thomas Unefeldt: il primo, pi attento ai temi filosofico-giuridici della legge, della forza e della volont comune; il secondo, alle differenze tra lio di Stirner e quello di Fichte, soprattutto attraverso la critica che il primo muove al secondo. Altro tema importante del convegno stato
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Lindividualismo moderno di Stirner


Si tenuto a Napoli, allIstituto Universitario Suor Orsola Benincasa, dal 10 al 12 novembre 1994, un convegno internazionale di studi dedicato a MAX STIRNER E LINDIVIDUALISMO MODERNO, in occasione del 150 anniversario delledizione de Lunico e la sua propriet (Lipsia 1844-45). Il convegno ha inteso mostrare come negli ultimi decenni linterpretazione dellopera di Max Stirner si sia sviluppata su temi specifici, che oltrepassano lambito strettamente filosofico e teorico, abbracciando questioni che riguardano la religione, il diritto, la letteratura, la teologia, la storia e cos via.

I lavori sono stati aperti da una articolata riflessione di Claudio Cesa, che ha evidenziato alcuni momenti importanti dellinterpretazione e dellinfluenza del pensiero di Max Stirner in Europa nellultimo secolo. La prima giornata del convegno stata dedicata al rapporto tra la formazione e il pensiero di Stirner, da un lato, lidealismo tedesco e il movimento giovane hegeliano dallaltro. La seconda giornata ha affrontato un tema assai controverso, lo Stirner politico: i rapporti tra il pensiero di Stirner e i vari ambiti dellanarchismo (borghese, di destra e, soprattutto, lanarchismo bakuniano e di matrice rivoluzionaria); linfluenza de Lunico su Mussolini e altri pensatori della cultura di destra, come Schmitt e Jnger; Stirner e Nietzsche; infine, lo Stirner libera-

quello del rapporto tra Stirner e lanarchismo. Antimo Negri ha descritto il pensiero di Stirner come una teoria a met strada tra lanarchismo e il liberalismo, sottolineando per un verso il radicale antistatalismo di Stirner e, per un altro, le peculiarit della sua teoria della concorrenza, pi legata alla dimensione della rivolta (Emporung) che a quella del libero mercato; in tal senso Negri ha descritto legoista stirneriano come un tipo di rampante moderno. Sul rapporto tra la concezione borghese e quella stirneriana della concorrenza, ha richiamato lattenzione anche Ferruccio Andolfi, che ha pure messo a confronto i tratti che distinguono la concezione romantica dellindividualismo dalla teoria stirneriana dellunico. Carlo Roehrssen ha rilevato lattualit di Stirner nell affermazione della individualit come dato primordiale e irriducibile, anche se, poi, ha lamentato lastoricit della concezione dellindividuo di Stirner nel confronto fra la teoria anarchica del soggetto unico e latteggiamento che Stirner prende nei confronti del liberalismo e del comunismo. Giampiero Berti ha invece definito Stirner filosofo dellanarchismo che, portando allestremo limite il processo di secolarizzazione iniziato dallIlluminismo, si pone nella labile frontiera tra secolarizzazione e nichilismo, presentato da Berti come una dimensione dellanarchismo. Stirner svilupperebbe il suo pensiero in termini esclusivamente critici, evitando di esprimere progetti e modelli alternativi di vita, per non ricadere nelle dinamiche dellalienazione. Marco Cossutta ha dedicato il suo intervento al confronto fra le teorie della socialit e della rivolta di Stirner e di Bakunin, sviluppando pure una comparazione tra le tesi politiche e giuridiche di questi due filosofi e le moderne teorie di matrice kelseniana e scandinava, che descrivono il diritto come una variabile dipendente della forza. Nellultima sessione del convegno si parlato dello Stirner esistenzialista e di alcuni aspetti teoretici della sua opera principale. R.W. Paterson ha sviluppato un confronto tra Lunico e la sua propriet e Lessere e il nulla di Sartre , leggendo il primo come unanticipazione di alcune tematiche del secondo, considerato come la pi completa espressione dellesistenzialismo ateo. Il nulla , sia per Stirner che per Sartre, tanto la dimensione di partenza di un io che rinuncia a tutto ci che diverso da s, quanto il processo di appropriazione e consumo dellaltro. Alberto Signorini ha colto la radice della filosofia di Stirner nel suo carattere criticopolemico, che si articola attraverso la decostruzione dei concetti che, da Platone ad Hegel, sono stati alla base della filosofia europea, proponendo un pensiero della differenza il quale, diversamente dal pensiero rappresentativo, non procede mediante giudizi predicativi. Gli atti del convegno saranno pubblicati entro il 1995 dalla casa editrice Guida di Napoli, a cura di Enrico Ferri. E.F.

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Karl Marx e Fulvio Papi

Epoca e dialettica
In occasione della presentazione dellultima opera di Fulvio Papi, IL SOGNO FILOSOFICO DELLA STORIA. INTERPRETAZIONI SULLOPERA DI MARX (Guerini e Associati, Milano 1994), il 5 dicembre 1994 si tenuto alla Casa della Cultura di Milano un dibattito dal titolo: EPOCA E DIALETTICA, al quale hanno partecipato, oltre allautore, Silvana Borutti, Mario Ruggenini, Aldo Trione.

Silvana Borutti ha ricondotto lanalisi di Fulvio Papi sulla filosofia della storia di Marx alla sua formulazione del concetto di configurazione di mondo nel contesto di una prassi. Il sogno filosofico della storia, ha osservato Borutti, ristabilisce anzitutto il nesso fra la concettualizzazione dei fenomeni nellepoca capitalista e la dialettica filosofica della coscienza, che sottende limpostazione marxiana. Nellanalisi di Marx, Papi individua tre elementi: quello diagnostico, quello dialettico e, infine, quello onirico-utopico, al quale appartiene la dimensione in cui si colloca lutopia dellunit della storia. Essa assume in Marx due facies: la prima, lumanizzazione della natura, resta implicita; la seconda, la critica delleconomia politica, viene invece esplicitata. Per ci che concerne il primo aspetto, Borutti ha sottolineato come il tema antropologico acquisti in Marx una dimensione

naturalistica. La natura viene infatti pensata come una potenza produttiva, dominata dalla tecnica; la dimensione naturalistica del pensiero marxiano risiede, perci, nel fatto che il comunismo implica la liberazione delle potenzialit produttive naturali. Secondo Papi, questo schema impone per la rimozione del carattere di alterit della natura nei confronti del soggetto, nonch di quello di simbolicit. Per ci che concerne il secondo aspetto dellunit utopica della storia, Borutti ha rilevato come, secondo Papi, la critica filosofica delleconomia politica tenti di definire un tempo essenziale, concepibile come lo Jetztzeit benjaminiano, che si colloca al di l del tempo lineare, al quale si attiene leconomia politica. In questo modo, sottolinea per Papi, la connessione fra la storia e lautocoscienza viene fondata in una prospettiva marcatamente vicina a quella di Hegel. Aldo Trione ha sottolineato come lelemento onirico-utopico costituisca lautentica cifra della lettura marxiana di Papi, che propone una risposta alleclissarsi della teoria marxiana in seguito al crollo dellipotesi e del progetto politico marxista. Questa risposta consiste nellaffermazione di Papi, secondo la quale, iuxta gli insegnamenti marxiani, le proposte politiche vanno cercate nellorizzonte della propria contemporaneit, e solo entro questo orizzonte legittimo utilizzare un testo come quello marxiano. La critica filosofica di Marx,
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con il suo precorrere unalterit utopica, si configura nel contempo come un decreto di fine della filosofia, cio dellideologia relativa allautonomia della riflessione concettuale. A questo proposito, Trione ha richiamato e accostato alla filosofia di Papi la lettura marxiana di Derrida, laddove questultimo sottolinea il carattere di apertura del presente nei confronti del futuro, ovvero la necessit che la riflessione filosofica, perlomeno quando voglia definirsi marxiana, venga pervasa da unoperosit costruttiva. Questa, ha ricordato Trione, era daltra parte linterpretazione che del materialismo storico forniva gi Antonio Banfi, il quale non intendeva ridurre la dottrina di Marx a una fra le tante ideologie filosofiche della storia, bens alla prassi analitica della storia medesima, in grado di porsi come suo elemento critico e dialettico. Il filo conduttore delle questioni che si muovono nellopera di Papi, ha sostenuto Mario Ruggenini, costituito dalla necessit di rispondere alla domanda in merito allutilizzazione dellopera di Marx, il che implica di definire in che cosa consista, in generale, la fine del dominio di unegemonia in campo filosofico. Nellinterpretazione di Papi, Ruggenini individua tre elementi decisivi. Il primo consiste nel rapporto intercorrente fra economia politica e critica della medesima: la prima fornisce le coordinate dellepoca prese in esame, il capitalismo, mentre la seconda incarna lo strumento analitico, la

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dialettica. Secondo Ruggerini, resta tuttavia da chiedersi se il rapporto tra epoca e dialettica, proposto da Papi, costituisca oggi una possibilit effettiva. Un secondo elemento rilevante nella lettura di Papi riguarda, secondo Ruggenini, la questione della temporalit. Se Marx colui che pensa adeguatamente lessere della storia, la realt gi storia, perch essa individua nel soggetto colui che in grado di produrre il proprio essere come storia. In questo, Marx assume consapevolmente, secondo Ruggenini, una posizione ipermetafisica: la realt viene identificata con la soggettivit. Per questa via, il dominio del soggetto produttore si rovescia, al suo culmine, nel soggiacere del produttore medesimo al processo produttivo, come per altro verso ha mostrato anche Heidegger, quando poneva la questione della tecnica. Un terzo decisivo elemento dellinterpretazione di Papi, ha infine rilevato Ruggenini, costituito dal rapporto tra filosofia e linguaggio; Papi mostra infatti come Marx intenda fornire le parole, attraverso le quali pensare una realt che diventata oscura. Intervenendo in sede di dibattito, Papi tornato sulla questione della soggettivit; attraverso tale nozione si realizza di fatto lespunzione della natura, concepita come puro luogo di strumentalit. Lunit della storia si definisce oggi nel silenzio del mutamento entropico della natura. La nozione marxiana di merce, che riproduce il dominio della produzione, ha fatto notare Papi, appare effettivamente configurata nel dominio planetario del soggetto. F.C. to comporta una rimozione della spazialit, ovvero della corporeit medesima; in quanto protensione statica, lesistenza attualizza la purezza, lassoluta non commistione. Il mondo rappresenta per Sartre, ha sottolineato Nardone, tanto un ostacolo da superare, quanto unoccasione; i due aspetti esprimono la necessit, a un tempo, sia del contatto che della separatezza fra il soggetto e il mondo, in modo non dissimile da quanto avveniva nella riflessione degli Stoici, quando essi concepivano il mondo come loccasione per un libero progetto. Ubaldo Fadini e Gianmario Pascucci (Immaginazione e libert: Jean-Paul Sartre) hanno affrontato il tema dellintenzionalit in Sartre, mediato dalla fenomenologia di Husserl e da quella di Heidegger. Obiettivo polemico di Sartre consiste qui nello smantellamento dellidentificazione di immagine e oggetto, che sottende uninterpretazione cosale, reificata, dellimmagine, ridotta a copia dellente cui essa si riferisce. Non allente, bens allattivit intenzionale della coscienza va ricondotta, per Sartre, la facolt immaginativa, che rappresenta il fenomenizzarsi del tratto essenziale della coscienza, cio il suo carattere di trascendenza. Per sostenere questa tesi, hanno osservato Fadini e Pascucci, Sartre deve istituire una differenza radicale fra immaginazione e percezione, per cui limmagine non consiste in una percezione indebolita, non d luogo a una duplicazione dellente intenzionato: dal punto di vista della realt dellente, quella dellimmagine una non realt. Limmaginazione rappresenta la negazione del mondo nella sua totalit in quanto sintesi dellesistente, la posizione dellirrealt dellimmagine nei confronti della realt dellente. Si esplica cos il carattere di libert della coscienza, che la definisce nei confronti del mondo. Judith Revel (Per un espressionismo filosofico: Merleau-Ponty da Signes a La prose du monde) ha esaminato lelaborazione in Merleau-Ponty del concetto di espressione lungo tre direttrici: il rapporto fra pensiero e linguaggio, il confronto con de Saussure a proposito della relazione fra la dimensione soggettiva e quella oggettiva e, infine, il confronto con Husserl, anchesso mirato al superamento della partizione fra la dimensione oggettiva e quella soggettiva del linguaggio. Se in de Saussure la questione del rapporto tra pensiero e linguaggio trapassa in quella della scissione tra dimensione sincronica e diacronica, nel passaggio fra le quali avviene la desoggettivizzazione del pensato, Merleau-Ponty rileva che in questo modo il sincronico risulta avvolto dalla diacronia, in quanto luogo dellevolversi della tradizione linguistica. Oltre Husserl, Merleau-Ponty rileva come luso linguistico comporti non solo una desoggettivizzazione del linguaggio, ma anche la sua desoggettivizzazione. La nozione di espressione fa riferimento, in Merleau-Ponty, a una dimensione intersoggettiva, che coincide con il legame che si fonda in una comunit, in una corporeit dei soggetti viventi nella storia, che costruiscono la
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Essere, nulla, progetto: Sartre e Merleau-Ponty


Organizzato dal Seminario permanente di filosofia contemporanea, diretto da Ubaldo Fadini e Adelino Zanini, si svolto nei giorni 26-27 novembre 1994, presso lIstituto filosofico Aloisianum di Gallarate, un convegno sul tema: ESSERE-NULLA -PROGETTO. SU JEAN-PAUL SARTRE E MAURICE MERLEAU-PONTY, dedicato ad alcuni punti di contatto, riscontrabili nei due pensatori.

Contro lapparente centralit della categoria del corporeo in Sartre, Giorgio Nardone (Esistenza e realt ne Ltre et le nant e nei Cahiers pour une morale) ha tentato di delineare in Sartre la figura di un pensatore della purezza. La scissione fra la determinazione dellessere in s e quella dellessere per s divide radicalmente il mondo in due ambiti contrapposti. Daltra parte, lessere presso di s della coscienza non comporta unoggettivazione del soggetto in virt del suo atto riflessivo, bens un estroflettersi della soggettivit, nel suo caratterizzarsi come temporalizzazione. In quanto totalmente esistito, la protensione assoluta del sogget-

loro realt nella produzione immaginativa. Secondo Pierre Della Vigna (Lesistenzialismo umanista e la sua autocritica: Merleau-Ponty e Sartre), mentre nella riflessione sartreana presente un nucleo dualista, in Merleau-Ponty simpone, come unit proiettata nel futuro, una dimensione monistica dellontologia. Nellevolversi del movimento esistenzialista, la posizione di Sartre e quella di Merleau-Ponty appaiono quasi rovesciarsi, fino a scambiarsi luna con laltra. Partendo dal disinteresse per la politica come impegno concreto e dalla sottolineatura dellurgenza delle pulsioni individuali, Sartre giunger allesigenza di pensare la totalit come tentativo di adeguamento del proprio impegno politico alla situazione oggettivamente data. Per contro, dalle posizioni rivoluzionarie del dopoguerra Merleau-Ponty passa al marxismo dattesa, con la revoca allazione politica della possibilit di esprimere lorrore dellesistente. A questo proposito, Adelino Zanini ha richiamato lattenzione sull irresolutezza rimproverata da Sartre a Merleau-Ponty. Gi in Umanesimo e terrore appare decisiva in Merleau-Ponty la categoria del tragico, legata a quella di responsabilit. Per quanto, di fronte al problema della scissione fra etica individuale e oggettivit delle condizioni storiche date, la critica borghese voglia pervenire a una semplificazione della contingenza nella storia, la responsabilit della scelta, secondo Merleau-Ponty, rimane inevitabilmente e tragicamente legata a quella delle sue conseguenze, per quanto non scelte. Tiziana Villani (Il sentire dellanima. Il concetto di chiasma in Merleau-Ponty) ha tematizzato il concetto di chiasma, che in Merleau-Ponty indica innanzitutto il rapporto di coappartenenza dei corpi sul piano dellimmanenza. Il rapporto fra chiasma e carne quello della reversibilit, in particolare per quanto riguarda il concetto di ombra. Su questa base, ha sottolineato la Villani, Merleau-Ponty rivendica il carattere creativo del linguaggio, che risulta consustanziale a una dimensione prelinguistica. Il linguaggio, in quanto espressione, anzitutto organo di esperienza, di verit, che si realizza nel sentire, concepito come il corto-circuito fra organico e inorganico. Il piano del neutro rappresenta, appunto, quella dimensione di immanenza, in cui si esplica il sentire come luogo in cui il soggetto perviene alla propria destrutturazione. Sul nesso che lega la religione ad alcuni nodi strutturali della riflessione di Merleau-Ponty intervenuto Gianluigi Brena (La religione in Merleau-Ponty). Nel dopoguerra, volendo farsi carico del rapporto tra cattolicesimo e comunismo, Merleau-Ponty rilevava come la posizione dei cattolici in politica fosse radicata nella religione, e solo a partire da questultima fosse possibile comprenderla e criticarla dallinterno. Riferendosi agli scritti del giovane Marx, Merleau-Ponty sostiene che la religione deve essere considerata come lespressione del rapporto complessivo delluomo con gli altri uomini, con la

CONVEGNI E SEMINARI
natura, con la questione del male. La critica di Merleau-Ponty al Dio dei filosofi, ha osservato Brena, muove dalla critica allidea di unassolutezza come data e, congiuntamente, alla critica degli idoli. Il fenomenizzarsi della religione prevede dunque il proprio articolarsi, da un lato, come preghiera e come rivelazione naturale, dallaltro come istituzione e ideologia. Il superamento di questo secondo aspetto dallinterno appare costituire, per Merleau-Ponty, il compito del filosofo nella societ, nella convinzione, contro Heidegger, della possibilit di una filosofia cristiana nella ricerca (comune alla religione e alla filosofia) della verit. F.C. distinguere tra aspetti ontologici e aspetti causali nella comprensione degli altri, dove per aspetti ontologici si intende che il bambino in grado di distinguere il fisico dal mentale, gli oggetti dalle persone, e per quanto riguarda gli aspetti causali in grado di cogliere le influenze del mondo sul soggetto e del soggetto sul mondo. Intervenendo in ambito clinico, P. Fonagy ha mostrato come i bambini a tre anni vedono i pensieri e le credenze, proprie degli altri, come rappresentazioni del mondo reale; i pensieri sono cio copie della realt. A quattro anni la realt psichica del bambino si modifica qualitativamente. Introducendo la prospettiva evolutiva, P. Hobson ha mostrato come il bambino sia condotto gradualmente verso lacquisizione di una propria teoria della mente dallesperienza interpersonale, che riceve impulsi fondamentali quando emerge nel bambino la comprensione delle false credenze. La psicopatologia evolutiva, continua Hobson, mostra come nellautismo si soffra proprio di una compromissione delle relazioni interpersonali, di un insuccesso ad acquisire la comprensione degli altri, a sperimentare quel fondamentale impegno intersoggettivo. I. Mays ha indicato nellintegrarsi di tre capacit - capacit di capire che un oggetto o una persona possano portare a pi di una rappresentazione; capacit di usare un oggetto o persona per rappresentarne unaltra; capacit di rappresentare il mondo mentale altrui -, che emergono nei bambini quasi simultaneamente gi nel gioco del far finta, la condizione necessaria per la creazione di fantasie che informeranno la concezione del mondo e di se stessi. D. Stern ha messo in evidenza che il contenuto della mente delle altre persone, primariamente dei genitori, per il bambino qualcosa di ovvio, qualcosa che lo circonda per tutta la sua vita, il suo ambiente: le espressioni facciali, le espressioni emotive, sono per i bambini una specie di finestra meravigliosa, che mostra cosa le persone pensano e sentono. Limitazione nei bambini un modo per sapere che cosa laltro diverr, che cosa succeder. A. Nunziante Cesaro ha introdotto il punto di vista clinico e il problema dellinsight in connessione alle particolari relazioni di transfert e controtransfert. Linsight pu essere definito, secondo Nunziante Cesaro, come una particolare qualit introspettiva, percettiva, cognitiva ed emotiva insieme, con cui sia il paziente sia lanalista sono in grado, allinterno della relazione terapeutica, di entrare in contatto con parti di s per lo pi sconosciute, inconsce, scisse, rimosse. A questo punto, se uno dei cardini del processo analitico il transfert, altro cardine latteggiamento analitico, che pone in rilievo la capacit dellanalista di comprendere e contenere, padroneggiando e analizzando il proprio controtransfert. Il pericolo, ha osservato
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Teoria della mente


Presso la sede dellIstituto Italiano per gli Studi Filosofici di Napoli, in collaborazione con il Dipartimento di Psicologia dei Processi di Sviluppo e Socializzazione dellUniversit di Roma La Sapienza e con il Dipartimento di Scienze Relazionali dellUniversit di Napoli Federico II, dall11 al 13 novembre 1994 ha avuto luogo un convegno internazionale dal titolo: INSIGHT E TEORIA DELLA MENTE NELLO SVILUPPO E NELLA CLINICA,

in cui varie tematiche di teoria della mente sono state affrontate da una prospettiva sia teorica, sia evolutiva, sia clinica. Introdotti da M. Ammaniti, che ha curato anche la relazione conclusiva, hanno partecipato al convegno: N. Dazzi, P. Fonagy, P. Hobson, I. Mays, D. Stern, A. Nunziante Cesare, A. Ferro, S. Muscetta, J. e A.M. Sandler.

Introducendo al convegno, M. Ammanniti ha ricordato che il concetto di teoria della mente fu usato per la prima volta solo nel 1978 da due ricercatori, Preemack e Woodruff, nel loro lavoro intitolato: Lo scimpanz ha una teoria della mente?. Il concetto di teoria della mente si rivel ben presto fruttuoso, dando luogo a ricerche ad indirizzo cognitivista ed evolutivo che partivano da interrogativi sulle capacit di comprensione del funzionamento della mente altrui da parte dei bambini. Ammanniti ha evidenziato poi come gi da tempo, sia pure in un contesto teorico e con un linguaggio diversi, in campo psicoanalitico sia stato usato il concetto di interpretazione e insight, che ha diversi punti in comune con la teoria della mente, in quanto la capacit di introspezione verrebbe acquisita nel corso del trattamento analitico dal paziente, consentendogli di comprendere il proprio funzionamento mentale. N. Dazzi ha ripreso ed ampliato alcuni punti gi accennati da Ammanniti per quanto riguarda il concetto di teoria della mente nei bambini, indicandone i punti essenziali: il bambino deve mostrarsi capace di

Nunziante Cesaro, che i modelli teorici guidino linterpretazione del materiale analitico al punto di costituire una sorta di pseudo-insight sia per lanalista che per il paziente. A. Ferro ha messo invece in rilievo limportanza della relazione analitica che si instaura nella coppia analistapaziente, sottolineando il valore del delicatissimo, ma essenziale, ruolo giocato dal controtransfert per consentire lesperienza dellinsight e la conseguente acquisizione della capacit di costruire una teoria della mente da parte del paziente. In particolare Ferro ha analizzato il formarsi e lo svilupparsi della capacit di pensare nel paziente. Sulla scia dei due relatori precedenti, S. Muscetta ha presentato una situazione di tipo analitico attraverso lesame particolareggiato di un caso clinico, ponendo in rilievo la relazione esistente tra il buon avanzamento dellanalisi e una graduale acquisizione, da parte del paziente, della capacit di comprendere il proprio funzionamento mentale e quello altrui, di riflettere sui propri processi di pensiero e di costruirsi una rappresentazione di s e dellaltro. J. Sandler ha postulato uno stato di identificazione primaria molto precoce, ma persistente e tale da non risultare alla coscienza, pur permettendoci di sentire ci che laltra persona sta sentendo, di realizzare la comprensione empatica grazie alla duplicazione del proprio S. Sandler ha inoltre indicato nellinibizione delluso della teoria della mente, il motivo che potrebbe spiegare gran parte della violenza sociale, mentre lincapacit di usare la propria teoria della mente deriverebbe da situazioni specifiche che portano a quella che egli ha chiamata empatia negativa, come forte difesa contro la comprensione dello stato mentale dellaltro. Lintervento conclusivo di M. Ammaniti ha mostrato come sia il bambino di circa quattordici mesi, sia ladolescente esplorino il mondo circostante, confrontando il proprio S con quello degli altri, chiedendo la partecipazione dei genitori attraverso la conferma delle proprie capacit e competenze. I genitori, ha proseguito Ammaniti, devono costituire per ladolescente un polo identificatorio rassicurante che garantisca la continuit con il passato. Linfante lotta invece tra dipendenza materna e autonomia, quindi il polo paterno funge da guida nelleccitante esplorazione del mondo circostante ed il polo materno esplica, perlopi, funzioni di contenimento, rassicurazione e regolazione del S. R.A./A.L.

CALENDARIO
Lassociazione Milano Arte Estetica in collaborazione con la rivista Arte Estetica ha organizzato, presso la Fondazione Le Stelline di Milano, un ciclo di conferenze su: Arte, Mito, Simbolo. Questo il calendario degli incontri: 31 maggio 1995, T. Kemeny: Sul mito. Il mito come fedelt alla terra e alla vita; 7 giugno 1995, E. Rambaldi e M. Cucchi: Simbolo, Poesia, Filosofia. Valore e simbolo della poesia nella contemporaneit; 14 giugno 1995, E. Franzini: Ipotesi sul sublime nel Settecento e nella contemporaneit. Informazioni: Prof. E. Franzini, Dipartimento di Filosofia, Universit degli Studi, Via Festa del Perdono 7, Milano

CALENDARIO

sian, and Oriental Traditions. Informazioni: Eidos, Universitetzkaya nab., 5, room 16, San Pietroburgo 199034, Russia. Tel (812) 218-4124; Fax: (812) 218-4172.

a cura di Luisa Santonocito


dalla British Society for the History of Philosophy, tenutasi dal 14 al 16 luglio 1995 allUniversit di Southampton. Informazioni: Ray Monk and Anthony Palmer, Department of Philosophy, University of Southampton, Highfield, Southampton SO9 5NH. Some things I dont understand about events and states in semantics; H. J. Verkuyl: On events as dividuals; P. Peterson: Some propositions about facts and events; J. Brandl: Do events recur?; N. Asher: Principles of closure for event domains; A. Meulen: Chronoscopes: dynamic tools for anaphora; P. M. Bertinetto e D. Delfitto: Presuppositionality effects and the interpretation of temporal adverbs. Informazioni: Istituto Trentino di Cultura, I-38050 Povo (Trento), tel 39 461 314444 fax: 39 461 314591. Istituto per la Ricerca Scientifica e Tecnologica: Fabio Pianesi e Achille Varzi, e-mail {pianesi, varzi} @ irst.itc.it.

Dall1 al 3 giugno 1995 allUniversit di Salerno si tenuto il Convegno Nazionale dellAssociazione Italiana per gli Studi di Estetica sul tema: La Polifonia Estetica. Specificit e Raccordi. Informazioni: AISE, via San Fabiano 9, 52100 Arezzo. Fax: 0575 21941.

Con il titolo: Cento Anni di Filosofia Americana, si tenuto a Cerisy La Salle, dal 24 giugno al 1 luglio 1995, un convegno organizzato dal Centre Culturel International de Cerisy La Salle, in collaborazione con lUniversit di Nantes e i Servizi Culturali dellAmbasciata degli Stati Uniti a Parigi. Tra gli interventi: H. Putnam: Pragmatisme et ralisme; P. Engel: Rorty and Davidson sur la vrit; R. Rorty: Croyance religieuse et responsabilit intellectuelle; D: Davidson: Lautorit de la premire personne et lindetrmination de linterprtation. Informazioni: Centre Culturel International de Cerisy La Salle, tel. 0033 33 45 91 66; fax 0033 33 46 11 39.

A Caracas, dal 15 al 22 luglio 1995, si terr il II Congresso Mondiale di Fenomenologia, promosso da The World Institute for Advanced Phenomenological Research and Learning in collaborazione con la Venezuelan Philosophy Society. Pur estendendosi a tutti i settori della filosofia con una prospetiva interdisciplinare, il congresso si focalizzer sul tema: Phenomenology of life and of human creative condition: nova et vetera. Informazioni: Anna-Teresa Tymieniecka, World Phenomenology Institute, 348 Payson Rd., Belmont, MA 02178, USA.

Dal 31 agosto al 3 settembre 1995 si tiene presso la St. Edmund Hall di Oxford il I simposio congiunto delle associazioni britannica e tedesca di estetica sul tema: Il giudizio critico. Informazioni: Kerl-Heinz Ludeking, Schaperstrasse 10, D-10719 Berlino. Oppure: Richard Woodfield, Nottingham Trent University, Nottingham NGI 4BU, U.K.

Esperti e giornalisti a confronto sui grandi temi della bioetica in tre dibattiti organizzati dalla sezione genovese della Accademia Nazionale di Medicina a Milano, il 29 giugno 1995, a Roma, il 29 settembre 1995, e a Napoli, il 9 novembre 1995, su quattro indicativi percorsi di ricerca: Etica per la ricerca clinica; I principi metodologici della ricerca scientifica; La ricerca sperimentale e clinica; Economia, equit e risorse. Relatori: M. Mori, I. Scardovi, A. Mantovani, C. Flamigni, M. Zanetti. Informazioni: Stefania Ledda, Accademia Nazionale di Medicina Forum per la Formazione Biomedica, piazza della Vittoria 15/1, 16121 Genova, tel 010 54 58 611, fax 541 761.

Il XIII Convegno Internazionale su Aesthetics in Practice si terr a Lahti (Finlandia), dal 1 al 5 agosto 1995. La Citt finlandese tra i fondatori, insieme allUniversit di Helsinki, lAssociazione Finlandese di Estetica e lAssociazione di Studi Avanzati Paijat-Hame, dellIstituto Internazionale di Estetica Applicata (International Institute of Applied Aesthetics) i cui campi di ricerca spaziano dallestetica dellambiente alleducazione estetica, alle politiche culturali di intervento, alla promozione della creativit nelle forme tradizionali e avanzate della computer art. Informazioni: I.I.A.A., Tietoportii, Gate of Knowledge Saimaankatu 11, 15140 Lahti, Tel. 0035818-7817857; fax: 00358-18-7817858.

In occasione del bicentenario della pubblicazione dello scritto kantiano Sulla Pace Perpetua, la Russian Kant Society e la Kalingrad State University organizzano a Kalingrad, dal 19 al 22 Settembre 1995, la VII Conferenza Kantiana. Informazioni: Prof. Dr. Vladimir Bryushinkin, Department of Philosophy, Kalingrad State University, Universitetskaya, 2, 236040 Kalingrad, Russia. Tel (0112) 431229, fax (0112) 465813.

Il VI Convegno Nazionale dei Dottorati di Ricerca in Filosofia si terr allIstituto Banfi di Reggio Emilia dal 25 al 29 settembre 1995 e sar articolato in dieci sezioni. Luned 25 settembre, per la sezione Filosofia Antica, G. Giannantoni coordiner gli interventi di P. Dal Santo, L. Di Capua, M. Falcioni, S. Fazzo, G. Negro e A. Trotta. Marted 26 settembre, per la sezione Filosofia medievale e rinascimentale, L. Sturlese coordiner gli interventi di A. Bertolacci, E. Casadei, G. De Rosa, F. Frosini, L. Mastropasqua, A. Saccon, F. Zanatta. Mercoled 26 settembre, per la sezione Estetica, E. Mattioli coordiner gli interventi di C. Cantillo, L. Farulli, P. E. Giordanetti, D. Guastini, M. Mazzocut-Mis e S. Tedesco. Mercoled 27 settembre, per le sezioni Il pensiero del Seicento e del Settecento e Fenomenologia ed Esistenzialismo, A. Santucci e C. Sini coordineranno gli interventi di A. Angelini, R. Ghirlanda, M. Marzialetti, S. Plastina, M. Pascucci, G. Azzar, F. R. Casale, D. Calabr, V. Costa, N. Curcio, R. Giovagnoli, L. Marcucci, A. Marocco. Gioved 28 settembre, per la sezione Il Pensiero dellOttocento, V. Verra coordiner gli interventi di S. Bassi, G. Buccieri, S. Fuselli, G. Giacometti, I. Lombardini; per la sezione Logica ed Epistemologia, F. Barone coordiner gli interventi di A. Bellomo, M. Celentano, N. Vassallo; per la sezione Filosofia del Linguaggio, P. Leonardi coordiner gli interventi di R. Cavalieri, D. Chiric, R. Contessi, C. Nizzo, P. Perconti. Venerd 29 settembre, per la sezione Il pensiero del Novecento, G. Cotroneo coordiner gli interventi di P. Armelini, E. Baccarini, C. Bagnoli, E. Donaggio, L. Manfri, E. Marano, L. Romano, E. Romito, D. Tarizzo, M. Tempesta. Informazioni: Istituto Banfi, via Pasteur 11, 42100 Reggio Emilia, tel e fax: 0522 554360.

The Philosophy of Bertrand Russell largomento della conferenza

LIstituto Trentino di Cultura e lIstituto per la Ricerca Scientifica e Tecnologica sono i promotori del convegno internazionale: Facts and Events in the Semantics of Natural Language, che si terr dal 28 al 30 agosto 1995 a Trento. Relatori: J. Higginbotham: On the role of events in linguistic semantics; T. Parsons:

Il Centro EIDOS di San Pietroburgo, in collaborazione con il Dipartimento di Filosofia dellUniversit, ha in programma dal 10 al 15 agosto 1995 il II Convegno Internazionale di Cultura e Filosofia sul tema: Paradigms of Philosophy, suddiviso in nove sezioni, tra cui: Philosophy as Art & Art as Philosophy, The Postmodern Condition and the Condition of metaphisics: Life, Language, Knowledge, Text and Ontology; The Ontological and Existential Tendencies of Philosophy: Western European, Rus-

Nel mese di ottobre 1995 il Centre Culturel Franais di Milano organizza una serie di incontri su Michel Foucault. Luned 16 ottobre 1995 a Milano: Pensare la storia - Michel Foucault: dallarchivio allontologia del presente, tra i relatori C. Sini, G. Levi, F. Ewald, S. Natoli, P.A. Rovatti. Mercoled 18 ottobre, Bologna: Filosofia e politica: Foucault fra teoria del potere e pratica della resistenza, interventi di: V. Marchetti, A. Dal Lago, A. Illuminati, V. Romitelli, M. Bertani, A. Pandolfi, P. Virn, G. Agamben. Gioved 19 Ottobre, Roma: Foucault tra filosofia e scrittura, relatori: G. Agamben, J. Revel. Informazioni: Nicolas Gulhot, Ambassade de France en Italie, via Bigli 2, Milano, tel. 02-76013966, fax 02-76013669.

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DIDATTICA

DIDATTICA

a cura di Riccardo Lazzari

Classici della filosofia


Una nuova proposta di lettura delle opere fondamentali del pensiero filosofico offerta dalla collana I classici della filosofia, pubblicata dalla casa editrice Bruno Mondadori di Milano. Nel 1994 sono gi apparsi sei testi in edizione integrale, altri invece solo in edizioni non commentate. Si tratta del FEDRO di Platone (a cura di F. Trabattoni), dellETICA di Abelardo (a cura di M. Parodi), della MONADOLOGIA di Leibniz (a cura di C. Calabi), della FONDAZIONE DELLA METAFISICA DEI COSTUMI di Kant (a cura di A. Vigorelli), della IDEA DELLA FENOMENOLOGIA di Husserl (a cura di E. Franzini), di AL DI L DEL PRINCIPIO DEL PIACERE di Freud (a cura di A. Civita).

Laspetto innovativo di questa collana consiste nella originale formula di presentazione e di commento del testo, che senza appesantirlo con un apparato soverchiante di note o con introduzioni troppo prolisse, vuole guidare il lettore allanalisi dellopera e alla conoscenza del pensiero dellautore. Si tratta, in questo senso, di una formula editoriale che possiede una valenza di carattere didattico, nel senso che offre allo studente opportunit di approfondimento a diversi livelli (introduzione sintetica allopera e allautore, note e schede di analisi del testo, profilo critico conclusivo), rendendo meno gravoso il confronto diretto con lopera, confronto che comunque si presume sempre mediato dal lavoro di chi insegna. Ogni testo presenta dunque diverse forme di approccio ai contenuti. La prima forma costituita da una breve introduzione allopera in questione, che ne ripercorre brevemente la genesi e offre una sintesi essenziale dei temi trattati. Fa seguito una scheda dedicata specificamente allautore, arricchita da una bibliografia essenziale. Il testo, oltre ad essere chiosato da brevi note chiarificative, accompagnato da alcune schede di approfondimento relative a determinati passaggi dellopera o ad aspetti nodali della filosofia dellautore. Per offrire un esempio, richiamiamo qui i titoli che accompagnano la Fondazione della metafisica dei costumi di Kant: Metodo analitico e metodo sintetico, Kant e

Schiller: la polemica sul rigorismo, Sulla popolarit in filosofia, Imperativo ipotetico e imperativo categorico, La dottrina kantiana dei doveri, Lautonomia del volere: Kant e Rousseau, Le morali eteronome, La trattazione speculativa dellidea di libert. Ciascun volume presenta alla fine un profilo critico, in cui il curatore affronta alcuni temi di pi ampio rilievo che ricollegano lopera in questione al pensiero complessivo dellautore. In questo senso Franco Trabattoni fa seguire al Fedro un commento sulla filosofia come educazione dellanima, Massimo Parodi offre un profilo delletica abelardiana come impossibile progetto filosofico, Clotilde Calabi approfondisce il tema relativo a Leibniz e larmonia del mondo, Amedeo Vigorelli studia il fondamento della morale kantiana, Elio Franzini si sofferma su temi e problemi della fenomenologia, Alfredo Civita avanza una riflessione sul tema psicoanalisi e pulsione di morte. Al termine di ciascun volume riportato un glossario dei termini-chiave dellopera presentata. R.L.

Proposte, interventi, ricerche


Sul n. 25 (gennaio 1995) di Sensate esperienze appare un servizio dal titolo: C CHI DICE. LETTERE A EPICURO, in cui sono presentati alcuni esperimenti di costruzione di testi filosofici da parte di giovani allieve della classe III L del Liceo Scientifico N. Copernico di Bologna. un approccio nuovo alla filosofia, che nasce dallesigenza di incrementare nei giovani la motivazione per lo studio di una disciplina che si rivela, anche quando si tratta di autori lontani, passibile di venire insegnata attraverso il dialogo-confronto con il filosofo.

t di scomporre un testo, di coglierne gli elementi costitutivi, di evidenziarne i nessi interni, di definire la terminologia filosofica. Rimaneva per la sensazione che, nonostante i progressi degli alunni, le diverse soggettivit, con un lavoro cos strutturato, imperniato forse troppo sulla dimensione filologica, non riuscissero ad esprimersi e confrontarsi pienamente. Da qui nata la decisione di avviare un nuovo itinerario, relativo al tema: Felicit nelle filosofie ellenistiche, che sollecitasse prese di posizione pi decise e personali. La proposta (che a nostro avviso pu essere accostata a quella svoltasi in una classe dellITIS Cobianchi di Verbania; cfr. il n. 22-23 di Informazione Filosofica, p. 79) si tradotta nella richiesta alle allieve, al termine di una serie di letture, di rispondere per iscritto ad uno degli autori studiati, attraverso un discorso personale, coerente e disciplinato. Vengono di seguito riportati, su Sensate esperienze, tre elaborati di alunne, sotto forma di diverse e possibili risposte alla Lettera a Meneceo di Epicuro. Si segnala infine, sullo stesso numero di Sensate esperienze, unampia recensione critica di Pasquale Palmeri del volume collettivo dal titolo; Modelli di ragionamento nella filosofia antica. Una proposta didattica (a cura di Carlo Natali, Laterza, Roma-Bari 1994; da noi gi recensito sul n. 19 di Informazione filosofica), che raccoglieva il frutto di un lavoro condotto dal Laboratorio didattico di filosofia dellIRRSAE Veneto. Al termine di una discussione dei diversi ordini di problemi implicati in quel testo, Palmeri trae la conclusione che linsegnamento della filosofia altra cosa dallinsegnamento della storia della filosofia e che occorre abbandonare lidea di una ricostruzione non discontinua della storia del pensiero filosofico, anche solo rapportato ad uno specifico filo conduttore. R.L.

Lanimatore di questa esperienza, Pietro Biancardi, chiarisce come in partenza egli avesse impostato lo studio della filosofia greca nellottica di consentire alla classe di conseguire gli obiettivi relativi alle capaci65

STUDIO

Bertrand Russel, Ludwig Wittgenstein, Karl Popper, Paul Feyerabend

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STUDIO

STUDIO

La filosofia della scienza fino ad oggi


Lepistemologia contemporanea oggetto di due studi di orientamento introduttivo, che ne ricostruiscono lo sviluppo in questultimo secolo. Si tratta di INTRODUZIONE ALLA FILOSOFIA SCIENTIFICA DEL 900 (Studium, Roma 1994), di Michele Marsonet, e de LA FILOSOFIA DELLA SCIENZA NEL XX SECOLO (Laterza, Bari-Roma 1995), di Donald Gillies e Giulio Giorello.

Lopera di Michele Marsonet offre una sintesi storica e sistematica della filosofia della scienza dagli inizi del 900 ad oggi. Gli elementi su cui viene impostata lanalisi sono, in primo luogo, limportanza dellanalisi del linguaggio, che costituisce il fondamento dellepistemologia contemporanea; in secondo luogo, il legame concettuale e storico tra i due rami principali del dibattito epistemologico attuale: la filosofia analitica e il pragmatismo. Il volume si apre con la descrizione del passaggio dal positivismo del XIX secolo al neopositivismo logico del Circolo di Vienna. Lesigenza di un criterio di esattezza, infatti, ha richiesto luso di un linguaggio unificato che, attraverso luso di enunciati empirici e logico-matematici, fornisse certezza e sistematicit alla scienza. Da qui, ricorda Marsonet, grazie anche allapporto di filosofi come Max Weber che, pur non appartenendo di diritto alla scuola epistemologica, hanno contribuito notevolmente a chiarire il concetto di razionalit scientifica, lepistemologia ha dovuto fare i conti con la filosofia del linguaggio, che ha garantito la distinzione tra linguaggio filosofico ed esperienza scientifica. La filosofia analitica ha affrontato problemi come il nominalismo e il platonismo che rimandano, necessariamente, a questioni di ordine metafisico: Carnap, e poi Wittgenstein e Popper, hanno posto il problema della verit degli enunciati e, di conseguenza, della realt dei fenomeni. La logica estensionale e lanalisi del rapporto tra significato, significante e oggetto ha spostato il tema da unanalisi prettamente linguistica ad una di tipo ontologico. Secondo Marsonet, la filosofia analitica, una volta giunta al tema degli esistenziali e dei quanti-

ficatori, non pi stata in grado di fornire quei criteri di certezza e universalit che erano richiesti. Limpossibilit di arrivare ad una verit assoluta, applicabile sempre e comunque, ha introdotto, di fatto, laltro ramo dellepistemologia attuale e cio il pragmatismo. Labbandono della ricerca della verit universale e la propensione per un criterio che indirizzi lindividuo al meglio e allutilit pratica, infatti, sembra essere lorientamento pi seguito dallepistemologia negli ultimi tempi. Seguendo questa tendenza, Marsonet termina la sua analisi con la presentazione del pensiero di Rorty e Dewey che, sposando lermeneutica allepistemologia, realizzano di fatto il legame tra filosofia del linguaggio e pragmatismo. Lo studio di Donald Gillies e Giulio Giorello, pi che offrire una descrizione sistematica e storica degli ultimi sviluppi della filosofia della scienza, fornisce una serie di inquadramenti dellepistemologia contemporanea, scelti soggettivamente dagli autori e a volte slegati tra loro. Sono infatti sei gli argomenti affrontati sia nella loro specificit epistemologica, attraverso il confronto di pi voci, anche contrastanti, sia dal punto di vista dellaspetto psicologico e biografico degli autori trattati. Il primo tema proposto linduttivismo. Esaltato dal Circolo di Vienna, il metodo induttivo viene criticato da Popper e da Duhem che, con argomentazioni diverse, lo smantellano. interessante notare che oltre la descrizione teorica delle argomentazioni, gli autori presentano anche degli esempi concreti, come quello di Keplero e della scoperta delle orbite ellittiche, in cui il metodo induttivo non ha funzionato. Il secondo argomento scelto da Gillies e Giorello il convenzionalismo, attraverso le figure di Poincar e di Duhem. Con la scoperta delle geometrie non euclidee, la sintesi a priori kantiana, con la relativa concezione della geometria e della fisica, ha subito un forte scossone. Poincar il primo a far vacillare la certezza nella geometria kantiana, pur riconoscendo la sua semplicit e applicabilit, che in seguito, viene ripresa da Duhem. Per quanto riguarda losservazione e gli enunciati protocollari, a fianco dellinterpretazione di Carnap, che fornisce certezza e univocit ai protocolli, Gillies e Giorello presenta67

no posizione opposte, come quella di Feyerabend, che ritiene invece i fatti, e quindi le osservazioni, carichi di teoria. La quarta parte del volume tratta la demarcazione tra scienza e metafisica: accanto a Kant, Wittgenstein e il Circolo di Vienna, Gillies e Giorello propongono la concezione di Popper che, da un lato fornisce importanza alla metafisica nella logica della scoperta scientifica, dallaltro la delimita nettamente dalla scienza, grazie al criterio di falsificabilit. Gli ultimi argomenti trattati nel volume riguardano, essenzialmente, la filosofia della scienza post-popperiana. A proposito delle rivoluzioni scientifiche e della crescita della conoscenza vengono presi in considerazione Kuhn, Feyerabend e Lakatos che, pur nelle reciproche differenze, hanno teorizzato la rottura tra i paradigmi e limpossibilit della cumulazione come criterio di crescita scientifica. ancora Feyerabend il protagonista dellultima parte del volume che affronta la libert intellettuale dello scienziato e della societ: il caso Galileo, esposto in Contro il metodo, esemplifica luso anarchico della scienza, possibile esclusivamente in una societ tollerante e libera. A.S.

Donne e filosofia
Ad opera di Giulio de Martino e Marina Bruzzese, viene pubblicato uno studio dal titolo emblematico: LE FILOSOFE (Liguori, Napoli 1994). Il volume offre una sintesi, analitica e divulgativa, del pensiero al femminile, raccogliendo le proposte teoriche, filosofiche e letterarie delle donne che, dalle origini del mondo greco ad oggi, hanno portato un contributo al mondo della filosofia.

Pur costituendo una raccolta dettagliata del pensiero al femminile, il testo retto da una ipotesi interpretativa che vede il pensiero delle donne essenzialmente legato alla prassi e, quindi, allambito etico e pratico. Per questo, Giulio de Martino e Marina Bruzzese hanno privilegiato gli aspetti concreti del pensiero delle autrici prese in considerazione, tralasciando le speculazioni prettamente teoretiche. Presupposto di fondo ,

STUDIO
comunque, la ricerca e lindividuazione del concetto di autorit, privato della connotazione tipicamente maschile della cultura occidentale. In altre parole, de Martino e Bruzzese, ispirati dalla filosofia della differenza, hanno voluto riportare la donna al senso di originariet proprio dellet antica, attraverso la voce di letterate e filosofe della storia del pensiero. Il volume suddiviso in nove capitoli che affrontano, in ordine cronologico, la problematica femminile del mondo greco e romano, del mondo cristiano, dellepoca medievale, dellet moderna, del secolo barocco, del Romanticismo, dellet moderna e di quella contemporanea. Ogni capitolo offre una panoramica storico-culturale che fornisce il quadro in cui inserire le autrici trattate, affrontate nelle loro biografia, nelle loro proposte teoriche e nella presentazione di alcuni brani esemplificativi. Chiude il volume una serie di schede didattiche riassuntive degli argomenti trattati. Nel mondo greco la donna rappresenta lelemento di raccordo tra la metamorfosi e la generazione sessuale. Caratterizzata dunque da un aspetto mistico e religioso, la donna, agli albori della filosofia, vista come sintesi del pensiero logico, perde di autorit e viene relegata alla periferia della cultura. In et romana la donna riacquista un ruolo amministrativo ed educativo ma, a partire dallet cristiana, diventa lelemento di impurit e debolezza, facile al peccato. Dopo let medievale, in cui si nota un risveglio intellettuale femminile, basti pensare alla fervida attivit nelle abbazie, si passa a descrivere let moderna caratterizzata dalla riforma protestante. il momento delle donne letterate, come Mary Astell, che propongono un pensiero femminile e femminista. Nellet barocca si assiste alla restaurazione cattolica e allemergere di personaggi, come Madeline de Scudery, che esaltano il sentimentalismo e leroismo facile. lIlluminismo, comunque, a portare un risveglio generale nella filosofia femminile ad opera di personaggi come M.me de Lambert, con le sue opere pedagogiche, e Olympe de Goufes, con la sua Dichiarazione dei diritti delle donne e delle cittadine, scritta in piena Rivoluzione Francese. Dopo lesperienza romantica, e qui spicca il nome di M.me de Stael, grande spazio dedicato allet moderna e contemporanea. Fino al 1945, la produzione di pensiero femminile in mano a donne come Elizabeth Frster Nietzsche e lamica Lou Andreas von Salom, che riflettono nelle proprie lettere leco della filosofia di Friedrich Nietzsche, psicanaliste come Anna Freud e Melanie Klein, che affrontano lo studio dei bambini sottoposti ad analisi, pedagogiste come Maria Montessori, che trasporta la pedagogia in ambito psicologico. La parte finale del volume, dedicata allet contemporanea, coglie gli elementi pi significativi del pensiero della differenza. Dopo lanalisi del pensiero di Simone Weil e di Hannah Arendt, che rappresentano il pensiero pratico e di sinistra, opposto alla cultura reazionaria e teorica, ci si sofferma su Luce Irigary, la teorica del pensiero della differenza, in cui lidentit femminile viene ripensata a partire dalla sessualit. In opposizione a Freud e alla cultura del padre, Irigary propone il modello femminile, determinato dal desiderio e dallapertura allaltro, non come prototipo maschile ma come differenza da cogliere sempre e comunque. A.S. ra cristiana e quella araba ed ebraica. Come il primo volume, anche questo si chiude con una raccolta di scritti critici, storici e scolastici, che hanno affrontato il Medio Evo, e con una serie di schede biobibliografiche che, in ordine alfabetico, percorrono le tappe principali dei filosofi trattati. A.S.

Filosofia ellenistica Il Medioevo


Circa un anno dopo lapparsa del volume dedicato alla filosofia antica, stato pubblicato, a cura di Pietro Rossi e Carlo A. Viano, il secondo volume con il titolo: STORIA DELLA FILOSOFIA. IL MEDIOEVO (Laterza, Bari-Roma 1995). In Germania stata pubblicata una storia della filosofia ellenistica, curata da Helmut Flashar. Con i suoi due corposi volumi, questopera, dal titolo: DIE ELLENISTISCHE PHILOSOPHIE. DIE PHILOSOPHIE DER ANTIKE IV (La filosofia ellenistica. Filosofia antica IV, Verlag Schwabe, Basilea 1994), offre una trattazione completa e analitica del pensiero filosofico ellenistico, aggiungendosi ai tre volumi gi pubblicati nel contesto di un ampio progetto storico-filosofico dal titolo: GRUNDRISSE DER GESCHICHTE DER PHILISOPHIE.

Fedeli allimpostazione dellopera, Pietro Rossi e Carlo A. Viano offrono in questo volume della loro Storia della filosofia, dedicato al Medioevo, una panoramica approfondita e dettagliata della tradizione filosofica medioevale che va al di l di ogni atteggiamento ideologico o finalistico. Gli eventi filosofici, infatti, sono proposti nel loro intrecciarsi e sovrapporsi senza dipendere in alcun modo da una chiave di lettura unitaria e ben definita. In questo modo, anche la storia, che accompagna lesposizione del pensiero filosofico, diventa un racconto di fatti che si sviluppano senza dirigersi verso una meta prestabilita o, in ogni caso, senza realizzare lo sviluppo intrinseco dello spirito. Cos il volume racconta i mille anni della filosofia medievale, a partire dai monasteri del 400 sino allo sviluppo scientifico del 1400, accompagnando le teorie filosofiche ai principali fatti storici che ne fanno da sfondo. Una particolarit del volume consiste nel taglio fondamentalmente laico che regola lesposizione: i filosofi sono presentati nella loro sistematicit teorica che sostituisce linquadramento religioso, tipico di diversi manuali di filosofia medievale. In altre parole, personaggi come Anselmo o Tommaso vengono proposti nella loro elaborazione concettuale al di l della considerazione che lordine ecclesiastico, ad esempio nella loro beatificazione, ne ha in seguito proposto. La suddivisione del volume in capitoli segue un ordine cronologico scandito ora dagli argomenti, ora dai personaggi principali. Vediamo, cos, diversi capitoli dedicati alle tematiche principali del Medio Evo, come la disputa sugli universali o la nascita delle universit, insieme a capitoli monografici dedicati a Tommaso dAquino e a Guglielmo dOckham, considerati i pensatori di maggior spicco dellet medievale. Rossi e Viano mostrano grande attenzione nei confronti di pensatori come Anselmo e Abelardo, di cui viene presentata anche una biografia; grande rilievo dato inoltre allincontro tra la cultu68

Lintento che guida questo nuovo studio sulla filosofia ellenistica chiaramente quello di fornire un quadro oggettivo del mondo filosofico antico, attraverso la definizione parallela di scuole e singoli pensatori. I due volumi di cui lopera consta abbracciano trecento anni di storia e rispettano i termini temporali dellet ellenistica forniti da Droysen, che ne identific gli esordi con la morte di Alessandro Magno e lepilogo con la fase finale della Repubblica romana. La stessa interpretazione della cultura ellenistica come prima espressione della diffusione del concetto di comunit spirituale, al di l delle discriminazioni classiche tra greci e barbari, il risultato del chiaro influsso di Droysen. Lo studio, che si caratterizza per unorganizzazione dei contenuti rigidamente sistematica, trova il suo motivo conduttore nel tema fondamentale della trasmissione dellinsegnamento dai singoli filosofi alle scuole e al di fuori di esse, nella consapevolezza che mai come nellet ellenistica la filosofia ha influenzato in modo tanto determinante la storia dei popoli. Il testo si apre con la trattazione della figura di Epicuro ad opera di Michael Erler e prosegue offrendo un panorama variopinto e affascinante di scuole e pensatori pi o meno noti. Lopera si conclude con uno studio su Cicerone, di cui sono autori Gnter Gawlick e Waldemar Grler, nel quale ci si interroga sulle ragioni della fama del filosofo latino, che per secoli ha fatto parte del novero dei pensatori pi letti e citati, pur non avendo formulato una dottrina originale. La risposta che i due autori forniscono si riallaccia alla dimensione fortemente storica del pensiero ellenistico : se Cicerone ha infatti goduto di cos grande riconoscimento innanzitutto perch ha contribuito a fare la storia, gli stati e le ideologie. L.R.

RASSEGNA DELLE RIVISTE

RASSEGNA DELLE RIVISTE

a cura di Silvia Cecchi


LA CULTURA

Anno XXXII, n. 3, dicembre 1994 Il Mulino, Bologna Tempo ed esperienza, di G. Sasso: lintroduzione e i paragrafi conclusivi di uno studio di G. Sasso sul tempo, Levento ed il divenire (di prossima pubblicazione presso Il Mulino di Bologna). Identit e indifferenza, di M. Visentin: verit e bene, principi fondativi della cultura occidentale, nel loro rapporto ed in relazione alla frattura determinata dal linguaggio; frattura emblematicamente raffigurata dalla cultura del nostro secolo. Largomentazione confutativa, di S. Petrucciani: riflessioni su alcuni punti del pensiero di Apel e in particolare sulla sua rivisitazione trascendentalpragmatica dellargomentazione confutativa di Aristotele. Scrittura autobiografica e filosofia della politica nei Gesta Ottonis di Liutprando, di P. Garbini. Su due paragrafi (6-7) della Textkritik maasiana, di G. Inglese. Giorgio Falco, la scelta e il periodizzamento, di G. Arnaldi.

Edith Stein: lapprendistato fenomenologico, di A. M. Pezzella: la formazione fenomenologica di Stein a Gottinga, dalla tesi di laurea sullanalisi dellesperienza empatica alla comprensione della struttura della persona umana. Le questioni inedite. Siena, biblioteca comunale deglintronati, L XI 24, contributo alla storia della posterit di Giovanni Capreolo (1), di P. Conforti. Il prologo al commento di Giobbe di San Tommaso dAquino, di C. Pandolfi.

Limpossibilit del patriottismo costituzionale: una critica a Habermas, di E. J. Nimni: sullimpossibilit di tradurre in pratica le prescrizioni normative dellidea dello Stato-nazione. Virt e comunit nella proposta di Alasdair MacIntyre. Due fondamenti per una teoria etica?, di E. Pariotti. Genealogia e secolarizzazione. A proposito di Cielo e Terra di G. Marramao, di M. Fimiani: unanalisi dellultimo lavoro, pubblicato da Marramao. Nostalgia e confusione, di M. A. Castro: la frattura nellattuale cultura occidentale rispetto alle categorie di conoscenza e realt.

IRIDE

Anno VII, n 13, dicembre 1994 Il Mulino, Bologna Perch il linguaggio importante per lintelligenza artificiale?, di M. Dascale: dopo aver analizzato alcune spiegazioni tipiche dellimportanza del linguaggio per lintelligenza artificiale, larticolo cerca di coglierne sia i fondamenti, sia le difficolt. Lermeneutica letteraria e i problemi della contestualizzazione, di M. Pagnini. Il mondo davvero indipendente dalla mia volont, di A. Voltolini: alcuni temi fenomenologici e schopenhaueriani nel giovane Wittgenstein.

Potere femminile e politica: resoconto di un recente dibattito, tenutosi presso lIstituto Gramsci Toscano.

BOLLETTINO DEL CENTRO STUDI VICHIANI

Anni XXIV-XXV, 1994-1995 Bibliopolis, Napoli Cinque esemplari postillati della Scienza Nuova, di D. Rotoli. I giganti in Vico, di R. Mazzola: la trattazione dei giganti in Vico come esempio di sovrapposizione tra il poeta e il filosofo. Vico e i figliuoli di Dio. Ricerche sui giganti nel Diritto Universale e nella Scienza Nuova Prima, di L. Boschetto. Platone e Vico, di A. Tucker: una interpretazione della filosofia vichiana dal punto di vista platonico in merito a contenuti e modi del filosofare di Vico. Le epistole vichiane e la nascita dellidea di scienza nuova, di M. Sanna. Sul Vico di Piovani, di C. Vasoli.

AQUINAS

Anno XXXVII, n. 3, settembre-dicembre 1994 Pontificia Universit Lateranense, Roma Per un servizio sapienziale della filosofia nella Chiesa, di M. Snchez Sorondo. Metafisica ed esistenza di Dio nel periodo precritico di Kant, di S. Nicolosi: nella fase precritica, riguardo al problema dellesistenza di Dio Kant elabora una soluzione metafisica, la cui struttura logica appare formulata sulla falsariga di Cartesio. Lesilio ou-topico delletica: L. Wittgenstein, di P. Pellecchia: la centralit del problema etico in Wittgenstein.

Michael Walzer: teoria politica e critica sociale, unintervista biografico-filosofica di Sergio Caruso. Seguono una serie di articoli che discutono il termine liberaldemocrazia: Dalla democrazia liberale al liberalismo democratico, di R. Bellamy; Liberaldemocrazia, di A. Davidson; Come difendersi dalle definizioni persuasive di liberaldemocratico?, di E. Lecaldano; Liberalismo e democrazia: cooperazione o conflitto?, di S. Veca. Democrazia e filosofia: la loro radice comune, di F. Savater: versione ridotta della voce democrazia di un Dizionario filosofico, a cura dellautore.
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RASSEGNA DELLE RIVISTE


Natura umana e conoscenza storica in Vico. Sulle recenti riletture vichiane di Leon Pompa, di E. Nuzzo. Appunti di lettura sul cartesianesimo napoletano tra 600 e 700, di C. Cantillo. Giuliano Bajamonti, un vichiano dalmata, di S. Roic. Segue una serie di interventi sulla penetrazione del pensiero di Vico in Spagna. Lidentit di uno ed essere nel commentario al Parmenide di Porfirio e la recezione in Vittorino, Boezio ed Agostino, di G. Girgenti: i frammenti di un commentario tardo-antico al Parmenide platonico attribuito a Porfirio, unico filosofo greco in cui i paradigmi della filosofia classica dellhenologia e dellontologia coincidono. Rilievi sulla traduzione del De Aeternitate Mundi di Proclo in arabo, di C. Ghielmetti. Identit della metafisica e oblio dellessere, di V. Possenti: la conoscenza dellessere in J. Maritain.
SEGNI E COMPRENSIONE

pia concettuale plausibilit e possibilit e funge da tramite tra la filosofia austriaca e la contemporaneit. Rappresentare e giudicare, di R. Martinelli: lorigine ed il ruolo della dottrina degli oggetti intenzionali nella psicologia di Brentano.

TEORIA

Anno XIV, n. 2, 1994 ETS, Pisa Nel vivo dellessere. Per un dialogo sullontologia, di R. De Monticelli: lalternativa tra i due grandi progetti di ontologia del nostro secolo, il progetto della riduzione dellontologia a semantica logica e gli avversari di questa operazione. Wittgenstein, il linguaggio e linterpretazione, di L. Perissinotto: latteggiamento di Wittgenstein verso linterpretazione e linterpretare, il nesso tra linguaggio ed interpretazione. Lermeneutica e il trascendentale, di L. Cortella: la sostituzione operata dallermeneutica contemporanea del paradigma soggettivistico con quello linguistico ha posto la questione se lermeneutica possa raccogliere allinterno delle proprie coordinate teoriche leredit della filosofia trascendentale, dal momento che lermeneutica ha oggi definitivamente sostituito la categoria del trascendentale con uno sfondo, cio una struttura non oggettivabile, che non pu essere mai risolto in un sapere. Credere alle cose e credere agli dei. Teorie della credenza da Renouvier a Dukheim, di G. Paoletti.

Anno IX, n. 24, gennaio-aprile 1995 Capone Editore, Lecce Dialogo su Hjelmslev, di C. Caputo e A. Ponzio. Depressione: approccio antropo-fenomenologico al problema della terapia familiare, di L. Longhi e P. Verrienti. La comprensione della storia. La filosofia della storia nellItalia del primo Ottocento, di A. Verri: la filosofia della storia in Italia, allinizio del secolo scorso, allinterno della matrice filosofica vichiana che consente di delineare un filo conduttore organico e corente con la tradizione italiana dellUmanesimo e del Rinascimento. Etiche e dominio di s. Un confronto tra Adorno e Foucault, di S. Berni: il rapporto tra lultima fase del pensiero di Foucault e il pensiero francofortese in merito alla questione della razionalizzazione del passato come mezzo per la comprensione dellattualit. Larticolo tenta di delineare i termini di un confronto allinterno dei concetti di soggetto, natura e anima-corpo. Le occasioni filosofiche di Ludwig Wittgenstein, di F. R. Recchia Luciani: revisione di alcune tematiche centrali del pensiero di Wittgenstein a partire dallantologia recentemente apparsa negli Stati Uniti, Philosophical Occasions 1912-1951 (Indianapolis 1993).
DISCIPLINE FILOSOFICHE

n. 1, 1994 FuoriThema, Bologna La rivista suddivisa in due sezioni: la prima, Hermeneutika, dedicata allo scritto di W. Benjamin, Sul concetto della storia (1939-1940), ultima opera del filosofo, pubblicato postumo nel 1950. Si tratta di uno scritto che non ha mai avuto un posto centrale nella letteratura critica dedicata a Benjamin, anche perch propone unalleanza sincretica tra materialismo storico e teologia non facilmente accettabile. In realt si tratta di uno scritto illuminante nella delineazione del dibattito politico e culturale alla vigilia del secondo conflitto mondiale e rappresenta anche uninteressante chiave di lettura per interpretare la crisi del marxismo attuale. Il presupposto teorico dello scritto che la storia non soltanto scienza, ma anche rammemorazione, che definisce il senso del legame e del continuo intersecarsi tra presente e passato. Importante anche la componente della teologia storica in merito alla questione della secolarizzazione. Nella sezione compaiono i seguenti articoli: Le tesi filosoficostoriche di W. Benjamin, di G. Kaiser; Materialismo storico o messianismo politico?, di R. Tiedemann; Leccedenza del presente, di B. Moroncini; Redenzione del passato, di G. Bonola: sullorigine ed il senso delle metafore della salvezza in questo scritto di Benjamin; Motivi apocalittici e teologici dellEingedenken storico in Walter Benjamin , di B. Maj. Nella sezione Phainomenologika troviamo i seguenti saggi: Genesi e struttura dellesperienza, di V. De Palma: lanalisi fenomenoloca dellesperienza a partire dalle Lezioni sulla sintesi passiva di Husserl. Lingresso nella contemporaneit, di E. Kiss: la filosofia di Brentano nel dibattito 1850-1870: essa pu essere inquadrata allinterno di un modello fondato sulla cop70

FILOSOFIA

Anno XLV, n. 2, maggio-agosto 1994 Mursia, Milano Kierkegaard e lironia socratica, di G. Gallino: lironia esprime praticamente lirriducibilit del singolo rispetto ad ogni tentativo di totalizzazione e conduce a riconsiderare i presupposti ed i fini della conoscenza stessa. Essa costituisce pertanto, configurandosi in termini di negativit, un monito contro lontologia e la dialettica ed un approdo, in Kierkegaard, verso la salvezza. Liperrazionalismo di Oswald Spengler e linterpretazione di Otto Neurath del tramonto dellOccidente, di F. Ingravalle: la critica di Neurath allopera principale di Spengler metodologica ed rivolta alla filosofia complessiva della storia di Spengler: la sua posizione viene accusata di

RIVISTA DI FILOSOFIA NEOSCOLASTICA

Anno LXXXVI, n. 4, ottobre-dicembre 1994 Vita e Pensiero, Milano Finito e infinito e lidealismo della filosofia, di G. Movia: la terza parte del saggio dedicato allessere determinato della logica hegeliana.

RASSEGNA DELLE RIVISTE


essere una forma di iperrazionalismo di stampo cartesiano. Libert umana e dono ontologico. La penultima filosofia di Luigi Pareyson, di F. P. Ciglia. Linforme bergsoniano nella filosofia di Serres, di A. Delc: la funzione delle immagini allinterno della concezione generale del linguaggio e dellespressione in Bergson e lincidenza di queste strutture in Serres.
RIVISTA DI FILOSOFIA QUADERNI SARDI DI FILOSOFIA, LETTERATURA E SCIENZE UMANE

Vol. LXXXVI, n. 1, aprile 1995 Il Mulino, Bologna Definire la verit, tutta la verit, nientaltro che la verit, di J. Hintikka: la questione della verit nei problemi di linguaggio. Lolismo della credenza e lolismo del significato: John Searle su rete e sfondo, di E. Lepore: la dottrina dellolismo del significato, le sue implicazioni per la filosofia del linguaggio e della mente e le argomentazioni in proposito di Searle. Lo schiavo delle passioni, di J. P. Wright: la centralit della spiegazione humeana della ragione e delle passioni nelle discussioni posteriori sul rapporto tra religione e morale. Impressioni e idee sulla ventunesima Hume Society Conference, di F. Baroncelli: resoconto del convegno tenutosi a Roma il 20-24 giugno 1994. Denis Diderot e la differenza, di M. Brini Savorelli: Diderot e le donne. La figura di Federigo Enriques fra rivalutazione e deformazione, di L. Gallo. Per unermeneutica naturalistica: la critica di Hans Albert allermeneutica pura, di L. Cataldi Madonna: recensione di H. Albert, Kritik der reinen Hermeneutik. Das antirealismus und das Problem des Verstehens (Mohr, Tbingen 1994)

Anno I, n. 1, giugno-dicembre 1994 Dattena, Cagliari Prospettive fenomenologiche nella cultura contemporanea, di A. Delogu: i temi di fondo della filosofia contemporanea aperti dalla prospettiva fenomenologica: il rapporto tra coscienza e mondo, lesperienza, la soggettivit, problemi etici e scientifici. Fondamenti della conoscenza. Inconscio e cognitivismo, di G. Nuvoli: il problema della conoscenza in unottica cognitivista. Problematiche fenomenologiche e operativit clinica ad orientamento fenomenologico in campo psichiatrico, di F. Mura. Identit e differenze, di G. Invitto: la prospettiva della persona dal punto di vista del pensiero della differenza sessuale, che tende a mettere in luce la diversit dei soggetti uomo-donna. La restaurazione creatrice di Augusto Del Noce, di G. Aliberti: le analisi storiografiche di Del Noce contenute in Rivoluzione, Risorgimento e Tradizione. Soggetti e valori. Per una filosofia della differenza, di M. Forcina: percorsi femminili in relazione ai valori. Le filosofie del circolo e la questione del chi? In Levinas, di C. Meazza.

FENOMENOLOGIA E SOCIETA

Anno XVII, n. 1, 1994 Rosemberg & Sellier, Torino Il fascicolo dedicato a Jrgen Habermas, di cui ricorre il sessantacinquesimo compleanno, in occasione del suo congedo dallinsegnamento accademico attivo. I saggi qui raccolti, tutti legati alla tradizione della teoria critica della societ elaborata dalla Scuola di Francoforte, sono il frutto di un incontro e di un dibattito attivo dal 1990, il Seminario permanente di teoria critica. Per una razionalit pratica dialogica, di L. Cortella: le questioni fondamentali di etica contemporanea come superamento del paradigma etico moderno. Riflessioni critiche sulletica del discorso, di A. Ferrara: le tappe del pensiero etico di Habermas e lambiguit non risolta delletica del discorso. Sfere di valore e conflitti: quale universalismo? Weber, Habermas e losservazione/ partecipazione dellagire pratico, di M. Calloni. Habermas e la teoria dello sviluppo morale , di F. Andolfi: il contatto tra Habermas e le scienze psicologiche e sociali, in particolare Kohlberg, in merito ad una conferma scientifica delletica della comunicazione. Legittimit tramite legalit. Linnesto habermasiano della ragion pratica nel diritto positivo (Tanner Lectures), di L. Ceppa. Letica dellargomentazione di K. O. Apel: una presentazione ed alcune critiche, di V. Marzocchi: i punti centrali della proposta etica di Apel a partire dagli anni 70 attraverso il processo di genesi. Sulla giustificazione razionale della norma etica, di S. Petrucciani: una ricostruzione del percorso argomentativo attraverso cui Apel ha proposto la tesi della fondazione razionale della norma etica.

RIVISTA DI STORIA DELLA FILOSOFIA

REVUE PHILOSOPHIQUE DE LA FRANCE ET DE LETRANGER

Anno XLIX, n. 4, 1994 Franco Angeli, Milano Alessandro di Afrodisia, De Fato II-VI, in prospettiva aristotelica, di C. Natali: il problema del destino e il rapporto con lo stoicismo. Iniziare con Spinoza. Errore e metodo nel Tractatus De Intellectus Emendatione, di L. Vinciguerra: il problema che pone questo trattato sul metodo di Spinoza come, partendo dallessere in errore, si possa giungere alla verit ed al vero bene. La posizione di Spinoza e la confutazione di Cartesio. Filosofia ebraica oggi, di G. Lissa. Lermetismo nei Lincei, di L. Boneschi: il ruolo dei Lincei in rapporto alla Rivoluzione scientifica e la presenza di elementi mutuati dalla cultura ermetica.

n. 4, ottobre-dicembre 1994 PUF, Parigi Lexigence morale, di J. Granier: il progetto di una nuova fondazione della morale per guidare la ricostruzione dellinsieme dei valori. Istants fondateurs et image de soi dans loeuvre de Proust, di J. L. VieillardBaron. La technique et le temp, di J. P. Milet: pensare lattualit della tecnica nelle sue dimensioni economica, sociale e politica e pi generalmente culturale, come elemento che inquieta lhumanitas delluomo.

REVUE PHILOSOPHIQUE DE LOUVAIN

Vol. 92, n. 4, novembre 1994 Institut suprieur de philosophie Louvain La Neuve

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RASSEGNA DELLE RIVISTE


Tema della rivista: La ricezione della Scuola di Kyoto in Europa. Sur la personne et loeuvre de Hajime Tanabe, di J. Laube: larticolo tenta di individuare il rapporto esistente tra il pensiero di Tanabe, secondo rappresentante della Scuola di Kyoto, e la fenomenologia di Husserl. Nishida Kitar, lcole de Kyoto et lultranationalisme, di P. Lavelle, la Scuola di Kyoto, Nishida e i suoi discepoli, pur mostrando da un lato un atteggiamento di collaborazione con il regime nazionalista e con lidea di superiorit del Giappone e del suo dominio mondiale, dallaltro lato hanno resistito alle componenti pi estreme e militariste di questo indirizzo. Lontologie structurale et le dialogue des mondes, di H. Rombach: lontologia strutturale si oppone allontologia essenzialista della tradizione metafisica e segna labbandono delluniversalit astratta propria dellantropologia filosofica classica a favore di unantropologia concreta, fondante unontologia pluriforme. Tale ontologia strutturale sembra emergere allinterno della Scuola di Kyoto. Lieu, Nishida, Nishitani, Derrida, di R. Elberfeld: questi tre autori, pur in modo differente, procedono in direzione del luogo della non-apparenza. Milieu et logique du lieu chez Watsuji, di A. Berque: lapporto del pensiero giapponese al progetto di mesologia. Karl Lwith et le nihilisme japonais, di B. Stevens. Spontanit et nature: le cas dAnd Sheki, di J. Joly. zione dello spirito e ci si interroga sullattualit di questo pensiero. La lecture du jurnal selon Hegel: une sorte de prire du matin raliste?, di M. Bienenstock: prendendo le mosse dallattenzione che Hegel porta sia allevento particolare, sia allo speculativo, larticolo tenta di chiarire il senso della sua attitudine per la storia e la politica attraverso lesame di Note e frammenti di Jena (1803-1806). Hegel et Schelling: critique du formalisme et prise en charge de la contingence, di J. M. Lardic: il rispetto del contingente lelemento che segna la differenza tra la dialettica ed il formalismo della costruzioneschellingiana. Ci indica non solo lallontanamento di Hegel da Schelling nel periodo jenese, ma rivela anche il sorgere dellesigenza della distinzione dialettica tra infinito e natura finita, che emerger con chiarezza nella Scienza della logica. Philosophia Perennis. Anton Dumitriu (1905-1992), di V. Ciomos. conduttore della sua riflessione politica sembra essere la questione: quale socialismo elabora il marxismo?

REVUE DE MTAPHYSIQUE ET DE MORALE

Anno 99, n. 4, ottobre-dicembre 1994 Armand Colin, Parigi Tema della rivista: La IV parte dellEtica di Spinoza. Le modle de lhomme libre, di P. Temkine: il personaggio del saggio nella IV parte dellEtica costituisce un modello di uomo libero, fondamentale in un percorso etico come manifestazione del desiderio stesso della ragione. Rle et fonction des valeurs lorigine des socits, di L. Pezzillo: la teoria razionale dello Stato in Spinoza e le connessioni con la realt effettiva della natura umana. thique IV: les propositions 70 et 71, di P. Macherey: ragione e passioni in Spinoza.

LES ETUDES PHILOSOPHIQUES

Ottobre-dicembre 1994 PUF, Parigi Tema della rivista: La filosofia italiana. Systme de lamour et de la mort chez Dante, di B. Pinchard. Giordano Bruno et la thorie des liens, di T. Dagron: il tema dellinfinito e delle forme in Bruno. Vico, Hercule et le principe hroque de lhistoire, di A. Pons: la figura di Ercole, centrale nellermeneutica mitologica della Scienza nuova. La philosophie de lhistoire en Italie dans la premire moiti du XIX sicle, de Janelli a Cattaneo, di A. Verri. G. Gentile rformateur de la dialectique hglienne, di E. Buissire: la riflessione su Hegel in La riforma della dialettica hegeliana rappresenta un possibile anello di congiunzione tra Gentile e le problematiche legate alla finitudine del soggetto proprie della filosofia contemporanea. Unanalisi che si pone in linea anche con la riflessione di Spaventa sulla logica hegeliana. Une pense de louverture. Luigi Pareyson, di R. Pineri. La philosophie politique de Norberto Bobbio ou un social-libralisme tragique, di A. Tosel: il pensiero poltico di Bobbio non pu essere semplicemente ricondotto ad una polemica con il marxismo nella versione gramsciana e togliattiana. Il filo
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Les fondements dune thique de la similitude, di A. Matheron: le proposizioni 29-31 e corollari di Ethica IV. VIX (thique IV Appendice chapitre 7) ou peut-on se sauver tout seul?, di J. M. Beyssade. Le problme de la connaissance dans la doctrine philosophique de F. H. Jacobi (II), di L. Strauss.

J. B. S. P.

Vol. 25, n. 3, ottobre 1994 University of Manchester, Manchester Tema della rivista: Heidegger. Meaning and language in early Heidegger: from Duns Scotus to Being and Time, di M. Rampley: larticolo mette in luce la genesi delle riflessioni sul significato di Essere e Tempo negli studi husserliani e nella lettura di Scoto. Philosophy of methodology in Heideggers Die Idee der Philosophie und das Weltanschauungsproblem (1919), di Y. Fuchs: il comune sfondo di Heidegger e Carnap e la loro relazione con il dibattito neokantiano sullindipendenza della forma logica dalle questioni metafisiche ed empiriche. The philosophic bases of Heideggers politics. A response to Wolin, di S. Sikka: Heidegger ed il nazismo. Gnothi Sauton: Heideggers problem ours, di N. K. Swazo.

ARCHIVES DE PHILOSOPHIE

Vol. 57, n. 4, ottobre-dicembre 1994 Beauchesne, Parigi Stanley Cavell. Au-del du scepticisme, di C. Imbert: il filo rosso che percorre lopera di Cavell, professore ad Harvard e figura eminente della filosofia americana, levidenza di uno scetticismo moderno che ha avuto delle ricadute sullarte americana e sul pensiero politico contemporaneo. Esthtique et pneumatologie philosophique chez Schleiermacher, di E. Brito: dopo aver esposto la concezione di Schleiermacher relativa al posto dellestetica, disciplina critica, nel sistema delle scienze, e quello dellarte, come simbolizzazione individuale, nella cornice delletica, viene analizzata la comprensione dellarte da parte del filosofo come teoria della produzione e dellespressione, come unestetica dellautomanifesta-

RASSEGNA DELLE RIVISTE


Heidegger, early and late: the vanishing of the subject, di J. Hodge: la questione della soggettivit definitivamente sostituita in Heidegger da unattenzione verso lintenzionalit e lermeneutica. Wholes, parts and sequences in Aristotle, di D. J. Blyth: analisi di Metafisica, L, I (1069 a 19-21). Kants argument for causality in the second analogy, di G. Steinhoff. Prediction versus retrodiction in Mill, di Y. Steinitz: la tesi della pluralit delle cause in Mill in rapporto alla natura induttiva delle scienze. Capital punishment and the sanctity of life, di R. Holyer. La unidad interna del saber en G. Kalinowski, di M. Ballester: analisi in prospettiva genetica del pensiero di Kalinowski, in particolare del passagio tra logica e matafisica. Qumica y salvacon, di J. L. Villacaas. Meta-qumica, esttica e iluminacin, di E. Ocaa.

MAN AND WORLD

Vol. 27, n. 4, ottobre 1994 Kluwer Academic Publishers, Dordrecht Postmodernism and contemporary italian philosophy, di H. J. Silverman: recensione di G. Borradori: Recoding Metaphysics: the new italian philosophy (Northwestern University Press, Evaston 1988). On the existential interpretation of human sciences , di D. Ginev: linterpretazione esistenziale della scienza in Heidegger e la sua genesi ontologica a partire dallessere umano. Synopsis of a theory of modernity, di J. A. Ibaez-No: un tentativo di sviluppare una prospettiva teoretica che unifichi i molteplici fenomeni della modernit; i concetti di libert, soggetto ed oggetto, umanesimo, ragione, scienza, positivismo, scetticismo, illuminismo, filosofia tedesca. Nietzsche and Epicurus, di J. P. Vincenzo. Minded body/embodied mind, di G. J. Seidel: varie prospettive filosofiche attraverso cui si cercato di risolvere la questione del rapporto anima-corpo. The philosophical framework of Sartres theory of the theater, di J. M. Edie.

AXIOMATHES (Anno V, n. 1, aprile 1994, Il

DAIMON

n. 8, 1994 Universit de Murcia, Murcia Tiempo, verdad, y posibilidad en Aristteles y la filosofa helenstica, di H. Weidemann: tempo, verit e possibilit in Aristotele, Alessandro di Afrodisia e Diodoro Crono. Agostino Steuco y la perennis philosophia. Sobre algunos aspectos y dificultades de la concordia entre prisca theologia y cristianismo, di M. A. Granada: analisi dello scritto principale di Steuco, pubblicato nel 1540, in cui viene sviluppato il programma ficiniano di accordo dottrinale tra prisca theologia e Cristianesimo. La ontologa de Lessing y la metforas de la deshumanizacin, di A. Andreu: analisi dellontologia sociale del Nathan il saggio di Lessing. Le problematiche sono qui affrontate attraverso metafore, in forma di parabole o allegorie. Aqu y ahora, desde la hermenutica, di F. Duque.

Poligrafo, Padova) presenta un fascicolo monografico dal titolo: Mereologies. Il fascicolo successivo (n. 2-3, dicembre 1994) presenta il titolo: European cities and the birth of modern scientific philosophy, in cui segnaliano, tra gli altri, larticolo di L. Dappiano, Lidealismo di Oxbridge tra Lotze e Meinong. A proposito delle origini della filosofia analitica. Figura inoltre la pubblicazione dei Dettati sul tempo di Brentano.
PER LA FILOSOFIA (Anno XI, n. 32, set-

tembre-dicembre 1994, Massimo, Milano) presenta un fascicolo monografico sul tema: La riscoperta della natura; segnaliamo, tra gli altri, larticolo di G. Nicolaci, Lidea di natura tra Heidegger ed Aristotele, incentrato sullanalisi del seminario heideggeriano del 1940, Sul concetto e lessenza della physis, in cui il problema della natura diventa loccasione di ripensare il senso e la possibilit della metafisica. Figura inoltre larticolo: Natura umana e storia in Vico, di U. Galeazzi.
TEMPO PRESENTE (n. 166, ottobre 1994)

presenta un intervento di A. G. Sabatini dal titolo 15 ottobre 1844: e Dio cre Nietzsche, breve celebrazione del filosofo in occasione dellanniversario della nascita.
IL CORPO (Anno I, n. 2, marzo 1994)

INTERNATIONAL PHILOSOPHICAL QUARTERLY

Vol. XXXIV, n. 4, dicembre 1994 Fordham University, New York Merleau-Pontys view of creativity and its philosophical consequences, di W. S. Hamrich. Does knowledge entail justification, di L. S. Carrier: il problema della giustificazione della conoscenza nellepistemologia contemporanea. Langer, language and art, di J. H. Gill: la filosofia dellarte di Suzanne Langer e la distinzione fondamentale tra la natura e la funzione del linguaggio e dellarte. A taste of Medeleine: notes towards a philosophy of place , di J. Malpas: la tematica del luogo in Proust e Bachelard.

Acerca del conflicto entre los discursos Metafsico, Postmetafsico y Teolgico, di L. S. Rueda: analizzando tre modi di pensare tipici del pensiero contemporaneo, larticolo prende in esame in particolare gli argomenti di Habermas e Apel in favore del pensiero postmetafisico e le reazione nellambito della teologia. Explicando la explicacon, di A. J. Diguez: analisi e valutazione dei principali modelli di spiegazione scientifica. Metfora literaria y conocimiento, di E. Romero Gonzles, lintento dellarticolo di dimostrare che le metafore in letteratura hanno una finalit cognitiva. Inconmensurabilidad emprica. Un enfoque macrolgico, di E. Moya Cantero: riflessione sulle implicazioni del concetto di rivoluzioni scientifiche, oggetto delle analisi di Kuhn.
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ribadisce in questo secondo fascicolo lintento di fare del corpo, per la sua capacit di andare oltre lambito delineato dalla ragione, il suo bisogno di contatto con lalterit, il suo produrre costantemente senso, unarea di lavoro in cui si colloca la collaborazione tra sociologi, storici, psicoanalisti, filosofi, antropologi, letterati. Il corpo diventa cos anche la metafora dellintersecarsi dei campi del sapere, al di l delle chiusure dei vari ambiti di studio propri delle scienze umane. Il presente fascicolo pubblica la trascrizione della registrazione del suicidio collettivo di Jonestown (18 novembre 1978).
FILOSOFIA E TEOLOGIA (Anno VII, n. 3,

settembre-dicembre 1994, Edizioni Scientifiche Italiane, Napoli) presenta un fascicolo monografico dal titolo: Simone Weil. Verit religiosa e vita profana. Contiene anche un saggio della stessa Weil dal titolo: I tre figli di No e la storia della civilt mediterranea.

RASSEGNA DELLE RIVISTE

RASSEGNA DELLE RIVISTE

a cura di Silvia Cecchi


LA CULTURA

Anno XXXII, n. 3, dicembre 1994 Il Mulino, Bologna Tempo ed esperienza, di G. Sasso: lintroduzione e i paragrafi conclusivi di uno studio di G. Sasso sul tempo, Levento ed il divenire (di prossima pubblicazione presso Il Mulino di Bologna). Identit e indifferenza, di M. Visentin: verit e bene, principi fondativi della cultura occidentale, nel loro rapporto ed in relazione alla frattura determinata dal linguaggio; frattura emblematicamente raffigurata dalla cultura del nostro secolo. Largomentazione confutativa, di S. Petrucciani: riflessioni su alcuni punti del pensiero di Apel e in particolare sulla sua rivisitazione trascendentalpragmatica dellargomentazione confutativa di Aristotele. Scrittura autobiografica e filosofia della politica nei Gesta Ottonis di Liutprando, di P. Garbini. Su due paragrafi (6-7) della Textkritik maasiana, di G. Inglese. Giorgio Falco, la scelta e il periodizzamento, di G. Arnaldi.

Edith Stein: lapprendistato fenomenologico, di A. M. Pezzella: la formazione fenomenologica di Stein a Gottinga, dalla tesi di laurea sullanalisi dellesperienza empatica alla comprensione della struttura della persona umana. Le questioni inedite. Siena, biblioteca comunale deglintronati, L XI 24, contributo alla storia della posterit di Giovanni Capreolo (1), di P. Conforti. Il prologo al commento di Giobbe di San Tommaso dAquino, di C. Pandolfi.

Limpossibilit del patriottismo costituzionale: una critica a Habermas, di E. J. Nimni: sullimpossibilit di tradurre in pratica le prescrizioni normative dellidea dello Stato-nazione. Virt e comunit nella proposta di Alasdair MacIntyre. Due fondamenti per una teoria etica?, di E. Pariotti. Genealogia e secolarizzazione. A proposito di Cielo e Terra di G. Marramao, di M. Fimiani: unanalisi dellultimo lavoro, pubblicato da Marramao. Nostalgia e confusione, di M. A. Castro: la frattura nellattuale cultura occidentale rispetto alle categorie di conoscenza e realt.

IRIDE

Anno VII, n 13, dicembre 1994 Il Mulino, Bologna Perch il linguaggio importante per lintelligenza artificiale?, di M. Dascale: dopo aver analizzato alcune spiegazioni tipiche dellimportanza del linguaggio per lintelligenza artificiale, larticolo cerca di coglierne sia i fondamenti, sia le difficolt. Lermeneutica letteraria e i problemi della contestualizzazione, di M. Pagnini. Il mondo davvero indipendente dalla mia volont, di A. Voltolini: alcuni temi fenomenologici e schopenhaueriani nel giovane Wittgenstein.

Potere femminile e politica: resoconto di un recente dibattito, tenutosi presso lIstituto Gramsci Toscano.

BOLLETTINO DEL CENTRO STUDI VICHIANI

Anni XXIV-XXV, 1994-1995 Bibliopolis, Napoli Cinque esemplari postillati della Scienza Nuova, di D. Rotoli. I giganti in Vico, di R. Mazzola: la trattazione dei giganti in Vico come esempio di sovrapposizione tra il poeta e il filosofo. Vico e i figliuoli di Dio. Ricerche sui giganti nel Diritto Universale e nella Scienza Nuova Prima, di L. Boschetto. Platone e Vico, di A. Tucker: una interpretazione della filosofia vichiana dal punto di vista platonico in merito a contenuti e modi del filosofare di Vico. Le epistole vichiane e la nascita dellidea di scienza nuova, di M. Sanna. Sul Vico di Piovani, di C. Vasoli.

AQUINAS

Anno XXXVII, n. 3, settembre-dicembre 1994 Pontificia Universit Lateranense, Roma Per un servizio sapienziale della filosofia nella Chiesa, di M. Snchez Sorondo. Metafisica ed esistenza di Dio nel periodo precritico di Kant, di S. Nicolosi: nella fase precritica, riguardo al problema dellesistenza di Dio Kant elabora una soluzione metafisica, la cui struttura logica appare formulata sulla falsariga di Cartesio. Lesilio ou-topico delletica: L. Wittgenstein, di P. Pellecchia: la centralit del problema etico in Wittgenstein.

Michael Walzer: teoria politica e critica sociale, unintervista biografico-filosofica di Sergio Caruso. Seguono una serie di articoli che discutono il termine liberaldemocrazia: Dalla democrazia liberale al liberalismo democratico, di R. Bellamy; Liberaldemocrazia, di A. Davidson; Come difendersi dalle definizioni persuasive di liberaldemocratico?, di E. Lecaldano; Liberalismo e democrazia: cooperazione o conflitto?, di S. Veca. Democrazia e filosofia: la loro radice comune, di F. Savater: versione ridotta della voce democrazia di un Dizionario filosofico, a cura dellautore.
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RASSEGNA DELLE RIVISTE


Natura umana e conoscenza storica in Vico. Sulle recenti riletture vichiane di Leon Pompa, di E. Nuzzo. Appunti di lettura sul cartesianesimo napoletano tra 600 e 700, di C. Cantillo. Giuliano Bajamonti, un vichiano dalmata, di S. Roic. Segue una serie di interventi sulla penetrazione del pensiero di Vico in Spagna. Lidentit di uno ed essere nel commentario al Parmenide di Porfirio e la recezione in Vittorino, Boezio ed Agostino, di G. Girgenti: i frammenti di un commentario tardo-antico al Parmenide platonico attribuito a Porfirio, unico filosofo greco in cui i paradigmi della filosofia classica dellhenologia e dellontologia coincidono. Rilievi sulla traduzione del De Aeternitate Mundi di Proclo in arabo, di C. Ghielmetti. Identit della metafisica e oblio dellessere, di V. Possenti: la conoscenza dellessere in J. Maritain.
SEGNI E COMPRENSIONE

pia concettuale plausibilit e possibilit e funge da tramite tra la filosofia austriaca e la contemporaneit. Rappresentare e giudicare, di R. Martinelli: lorigine ed il ruolo della dottrina degli oggetti intenzionali nella psicologia di Brentano.

TEORIA

Anno XIV, n. 2, 1994 ETS, Pisa Nel vivo dellessere. Per un dialogo sullontologia, di R. De Monticelli: lalternativa tra i due grandi progetti di ontologia del nostro secolo, il progetto della riduzione dellontologia a semantica logica e gli avversari di questa operazione. Wittgenstein, il linguaggio e linterpretazione, di L. Perissinotto: latteggiamento di Wittgenstein verso linterpretazione e linterpretare, il nesso tra linguaggio ed interpretazione. Lermeneutica e il trascendentale, di L. Cortella: la sostituzione operata dallermeneutica contemporanea del paradigma soggettivistico con quello linguistico ha posto la questione se lermeneutica possa raccogliere allinterno delle proprie coordinate teoriche leredit della filosofia trascendentale, dal momento che lermeneutica ha oggi definitivamente sostituito la categoria del trascendentale con uno sfondo, cio una struttura non oggettivabile, che non pu essere mai risolto in un sapere. Credere alle cose e credere agli dei. Teorie della credenza da Renouvier a Dukheim, di G. Paoletti.

Anno IX, n. 24, gennaio-aprile 1995 Capone Editore, Lecce Dialogo su Hjelmslev, di C. Caputo e A. Ponzio. Depressione: approccio antropo-fenomenologico al problema della terapia familiare, di L. Longhi e P. Verrienti. La comprensione della storia. La filosofia della storia nellItalia del primo Ottocento, di A. Verri: la filosofia della storia in Italia, allinizio del secolo scorso, allinterno della matrice filosofica vichiana che consente di delineare un filo conduttore organico e corente con la tradizione italiana dellUmanesimo e del Rinascimento. Etiche e dominio di s. Un confronto tra Adorno e Foucault, di S. Berni: il rapporto tra lultima fase del pensiero di Foucault e il pensiero francofortese in merito alla questione della razionalizzazione del passato come mezzo per la comprensione dellattualit. Larticolo tenta di delineare i termini di un confronto allinterno dei concetti di soggetto, natura e anima-corpo. Le occasioni filosofiche di Ludwig Wittgenstein, di F. R. Recchia Luciani: revisione di alcune tematiche centrali del pensiero di Wittgenstein a partire dallantologia recentemente apparsa negli Stati Uniti, Philosophical Occasions 1912-1951 (Indianapolis 1993).
DISCIPLINE FILOSOFICHE

n. 1, 1994 FuoriThema, Bologna La rivista suddivisa in due sezioni: la prima, Hermeneutika, dedicata allo scritto di W. Benjamin, Sul concetto della storia (1939-1940), ultima opera del filosofo, pubblicato postumo nel 1950. Si tratta di uno scritto che non ha mai avuto un posto centrale nella letteratura critica dedicata a Benjamin, anche perch propone unalleanza sincretica tra materialismo storico e teologia non facilmente accettabile. In realt si tratta di uno scritto illuminante nella delineazione del dibattito politico e culturale alla vigilia del secondo conflitto mondiale e rappresenta anche uninteressante chiave di lettura per interpretare la crisi del marxismo attuale. Il presupposto teorico dello scritto che la storia non soltanto scienza, ma anche rammemorazione, che definisce il senso del legame e del continuo intersecarsi tra presente e passato. Importante anche la componente della teologia storica in merito alla questione della secolarizzazione. Nella sezione compaiono i seguenti articoli: Le tesi filosoficostoriche di W. Benjamin, di G. Kaiser; Materialismo storico o messianismo politico?, di R. Tiedemann; Leccedenza del presente, di B. Moroncini; Redenzione del passato, di G. Bonola: sullorigine ed il senso delle metafore della salvezza in questo scritto di Benjamin; Motivi apocalittici e teologici dellEingedenken storico in Walter Benjamin , di B. Maj. Nella sezione Phainomenologika troviamo i seguenti saggi: Genesi e struttura dellesperienza, di V. De Palma: lanalisi fenomenoloca dellesperienza a partire dalle Lezioni sulla sintesi passiva di Husserl. Lingresso nella contemporaneit, di E. Kiss: la filosofia di Brentano nel dibattito 1850-1870: essa pu essere inquadrata allinterno di un modello fondato sulla cop70

FILOSOFIA

Anno XLV, n. 2, maggio-agosto 1994 Mursia, Milano Kierkegaard e lironia socratica, di G. Gallino: lironia esprime praticamente lirriducibilit del singolo rispetto ad ogni tentativo di totalizzazione e conduce a riconsiderare i presupposti ed i fini della conoscenza stessa. Essa costituisce pertanto, configurandosi in termini di negativit, un monito contro lontologia e la dialettica ed un approdo, in Kierkegaard, verso la salvezza. Liperrazionalismo di Oswald Spengler e linterpretazione di Otto Neurath del tramonto dellOccidente, di F. Ingravalle: la critica di Neurath allopera principale di Spengler metodologica ed rivolta alla filosofia complessiva della storia di Spengler: la sua posizione viene accusata di

RIVISTA DI FILOSOFIA NEOSCOLASTICA

Anno LXXXVI, n. 4, ottobre-dicembre 1994 Vita e Pensiero, Milano Finito e infinito e lidealismo della filosofia, di G. Movia: la terza parte del saggio dedicato allessere determinato della logica hegeliana.

RASSEGNA DELLE RIVISTE


essere una forma di iperrazionalismo di stampo cartesiano. Libert umana e dono ontologico. La penultima filosofia di Luigi Pareyson, di F. P. Ciglia. Linforme bergsoniano nella filosofia di Serres, di A. Delc: la funzione delle immagini allinterno della concezione generale del linguaggio e dellespressione in Bergson e lincidenza di queste strutture in Serres.
RIVISTA DI FILOSOFIA QUADERNI SARDI DI FILOSOFIA, LETTERATURA E SCIENZE UMANE

Vol. LXXXVI, n. 1, aprile 1995 Il Mulino, Bologna Definire la verit, tutta la verit, nientaltro che la verit, di J. Hintikka: la questione della verit nei problemi di linguaggio. Lolismo della credenza e lolismo del significato: John Searle su rete e sfondo, di E. Lepore: la dottrina dellolismo del significato, le sue implicazioni per la filosofia del linguaggio e della mente e le argomentazioni in proposito di Searle. Lo schiavo delle passioni, di J. P. Wright: la centralit della spiegazione humeana della ragione e delle passioni nelle discussioni posteriori sul rapporto tra religione e morale. Impressioni e idee sulla ventunesima Hume Society Conference, di F. Baroncelli: resoconto del convegno tenutosi a Roma il 20-24 giugno 1994. Denis Diderot e la differenza, di M. Brini Savorelli: Diderot e le donne. La figura di Federigo Enriques fra rivalutazione e deformazione, di L. Gallo. Per unermeneutica naturalistica: la critica di Hans Albert allermeneutica pura, di L. Cataldi Madonna: recensione di H. Albert, Kritik der reinen Hermeneutik. Das antirealismus und das Problem des Verstehens (Mohr, Tbingen 1994)

Anno I, n. 1, giugno-dicembre 1994 Dattena, Cagliari Prospettive fenomenologiche nella cultura contemporanea, di A. Delogu: i temi di fondo della filosofia contemporanea aperti dalla prospettiva fenomenologica: il rapporto tra coscienza e mondo, lesperienza, la soggettivit, problemi etici e scientifici. Fondamenti della conoscenza. Inconscio e cognitivismo, di G. Nuvoli: il problema della conoscenza in unottica cognitivista. Problematiche fenomenologiche e operativit clinica ad orientamento fenomenologico in campo psichiatrico, di F. Mura. Identit e differenze, di G. Invitto: la prospettiva della persona dal punto di vista del pensiero della differenza sessuale, che tende a mettere in luce la diversit dei soggetti uomo-donna. La restaurazione creatrice di Augusto Del Noce, di G. Aliberti: le analisi storiografiche di Del Noce contenute in Rivoluzione, Risorgimento e Tradizione. Soggetti e valori. Per una filosofia della differenza, di M. Forcina: percorsi femminili in relazione ai valori. Le filosofie del circolo e la questione del chi? In Levinas, di C. Meazza.

FENOMENOLOGIA E SOCIETA

Anno XVII, n. 1, 1994 Rosemberg & Sellier, Torino Il fascicolo dedicato a Jrgen Habermas, di cui ricorre il sessantacinquesimo compleanno, in occasione del suo congedo dallinsegnamento accademico attivo. I saggi qui raccolti, tutti legati alla tradizione della teoria critica della societ elaborata dalla Scuola di Francoforte, sono il frutto di un incontro e di un dibattito attivo dal 1990, il Seminario permanente di teoria critica. Per una razionalit pratica dialogica, di L. Cortella: le questioni fondamentali di etica contemporanea come superamento del paradigma etico moderno. Riflessioni critiche sulletica del discorso, di A. Ferrara: le tappe del pensiero etico di Habermas e lambiguit non risolta delletica del discorso. Sfere di valore e conflitti: quale universalismo? Weber, Habermas e losservazione/ partecipazione dellagire pratico, di M. Calloni. Habermas e la teoria dello sviluppo morale , di F. Andolfi: il contatto tra Habermas e le scienze psicologiche e sociali, in particolare Kohlberg, in merito ad una conferma scientifica delletica della comunicazione. Legittimit tramite legalit. Linnesto habermasiano della ragion pratica nel diritto positivo (Tanner Lectures), di L. Ceppa. Letica dellargomentazione di K. O. Apel: una presentazione ed alcune critiche, di V. Marzocchi: i punti centrali della proposta etica di Apel a partire dagli anni 70 attraverso il processo di genesi. Sulla giustificazione razionale della norma etica, di S. Petrucciani: una ricostruzione del percorso argomentativo attraverso cui Apel ha proposto la tesi della fondazione razionale della norma etica.

RIVISTA DI STORIA DELLA FILOSOFIA

REVUE PHILOSOPHIQUE DE LA FRANCE ET DE LETRANGER

Anno XLIX, n. 4, 1994 Franco Angeli, Milano Alessandro di Afrodisia, De Fato II-VI, in prospettiva aristotelica, di C. Natali: il problema del destino e il rapporto con lo stoicismo. Iniziare con Spinoza. Errore e metodo nel Tractatus De Intellectus Emendatione, di L. Vinciguerra: il problema che pone questo trattato sul metodo di Spinoza come, partendo dallessere in errore, si possa giungere alla verit ed al vero bene. La posizione di Spinoza e la confutazione di Cartesio. Filosofia ebraica oggi, di G. Lissa. Lermetismo nei Lincei, di L. Boneschi: il ruolo dei Lincei in rapporto alla Rivoluzione scientifica e la presenza di elementi mutuati dalla cultura ermetica.

n. 4, ottobre-dicembre 1994 PUF, Parigi Lexigence morale, di J. Granier: il progetto di una nuova fondazione della morale per guidare la ricostruzione dellinsieme dei valori. Istants fondateurs et image de soi dans loeuvre de Proust, di J. L. VieillardBaron. La technique et le temp, di J. P. Milet: pensare lattualit della tecnica nelle sue dimensioni economica, sociale e politica e pi generalmente culturale, come elemento che inquieta lhumanitas delluomo.

REVUE PHILOSOPHIQUE DE LOUVAIN

Vol. 92, n. 4, novembre 1994 Institut suprieur de philosophie Louvain La Neuve

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RASSEGNA DELLE RIVISTE


Tema della rivista: La ricezione della Scuola di Kyoto in Europa. Sur la personne et loeuvre de Hajime Tanabe, di J. Laube: larticolo tenta di individuare il rapporto esistente tra il pensiero di Tanabe, secondo rappresentante della Scuola di Kyoto, e la fenomenologia di Husserl. Nishida Kitar, lcole de Kyoto et lultranationalisme, di P. Lavelle, la Scuola di Kyoto, Nishida e i suoi discepoli, pur mostrando da un lato un atteggiamento di collaborazione con il regime nazionalista e con lidea di superiorit del Giappone e del suo dominio mondiale, dallaltro lato hanno resistito alle componenti pi estreme e militariste di questo indirizzo. Lontologie structurale et le dialogue des mondes, di H. Rombach: lontologia strutturale si oppone allontologia essenzialista della tradizione metafisica e segna labbandono delluniversalit astratta propria dellantropologia filosofica classica a favore di unantropologia concreta, fondante unontologia pluriforme. Tale ontologia strutturale sembra emergere allinterno della Scuola di Kyoto. Lieu, Nishida, Nishitani, Derrida, di R. Elberfeld: questi tre autori, pur in modo differente, procedono in direzione del luogo della non-apparenza. Milieu et logique du lieu chez Watsuji, di A. Berque: lapporto del pensiero giapponese al progetto di mesologia. Karl Lwith et le nihilisme japonais, di B. Stevens. Spontanit et nature: le cas dAnd Sheki, di J. Joly. zione dello spirito e ci si interroga sullattualit di questo pensiero. La lecture du jurnal selon Hegel: une sorte de prire du matin raliste?, di M. Bienenstock: prendendo le mosse dallattenzione che Hegel porta sia allevento particolare, sia allo speculativo, larticolo tenta di chiarire il senso della sua attitudine per la storia e la politica attraverso lesame di Note e frammenti di Jena (1803-1806). Hegel et Schelling: critique du formalisme et prise en charge de la contingence, di J. M. Lardic: il rispetto del contingente lelemento che segna la differenza tra la dialettica ed il formalismo della costruzioneschellingiana. Ci indica non solo lallontanamento di Hegel da Schelling nel periodo jenese, ma rivela anche il sorgere dellesigenza della distinzione dialettica tra infinito e natura finita, che emerger con chiarezza nella Scienza della logica. Philosophia Perennis. Anton Dumitriu (1905-1992), di V. Ciomos. conduttore della sua riflessione politica sembra essere la questione: quale socialismo elabora il marxismo?

REVUE DE MTAPHYSIQUE ET DE MORALE

Anno 99, n. 4, ottobre-dicembre 1994 Armand Colin, Parigi Tema della rivista: La IV parte dellEtica di Spinoza. Le modle de lhomme libre, di P. Temkine: il personaggio del saggio nella IV parte dellEtica costituisce un modello di uomo libero, fondamentale in un percorso etico come manifestazione del desiderio stesso della ragione. Rle et fonction des valeurs lorigine des socits, di L. Pezzillo: la teoria razionale dello Stato in Spinoza e le connessioni con la realt effettiva della natura umana. thique IV: les propositions 70 et 71, di P. Macherey: ragione e passioni in Spinoza.

LES ETUDES PHILOSOPHIQUES

Ottobre-dicembre 1994 PUF, Parigi Tema della rivista: La filosofia italiana. Systme de lamour et de la mort chez Dante, di B. Pinchard. Giordano Bruno et la thorie des liens, di T. Dagron: il tema dellinfinito e delle forme in Bruno. Vico, Hercule et le principe hroque de lhistoire, di A. Pons: la figura di Ercole, centrale nellermeneutica mitologica della Scienza nuova. La philosophie de lhistoire en Italie dans la premire moiti du XIX sicle, de Janelli a Cattaneo, di A. Verri. G. Gentile rformateur de la dialectique hglienne, di E. Buissire: la riflessione su Hegel in La riforma della dialettica hegeliana rappresenta un possibile anello di congiunzione tra Gentile e le problematiche legate alla finitudine del soggetto proprie della filosofia contemporanea. Unanalisi che si pone in linea anche con la riflessione di Spaventa sulla logica hegeliana. Une pense de louverture. Luigi Pareyson, di R. Pineri. La philosophie politique de Norberto Bobbio ou un social-libralisme tragique, di A. Tosel: il pensiero poltico di Bobbio non pu essere semplicemente ricondotto ad una polemica con il marxismo nella versione gramsciana e togliattiana. Il filo
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Les fondements dune thique de la similitude, di A. Matheron: le proposizioni 29-31 e corollari di Ethica IV. VIX (thique IV Appendice chapitre 7) ou peut-on se sauver tout seul?, di J. M. Beyssade. Le problme de la connaissance dans la doctrine philosophique de F. H. Jacobi (II), di L. Strauss.

J. B. S. P.

Vol. 25, n. 3, ottobre 1994 University of Manchester, Manchester Tema della rivista: Heidegger. Meaning and language in early Heidegger: from Duns Scotus to Being and Time, di M. Rampley: larticolo mette in luce la genesi delle riflessioni sul significato di Essere e Tempo negli studi husserliani e nella lettura di Scoto. Philosophy of methodology in Heideggers Die Idee der Philosophie und das Weltanschauungsproblem (1919), di Y. Fuchs: il comune sfondo di Heidegger e Carnap e la loro relazione con il dibattito neokantiano sullindipendenza della forma logica dalle questioni metafisiche ed empiriche. The philosophic bases of Heideggers politics. A response to Wolin, di S. Sikka: Heidegger ed il nazismo. Gnothi Sauton: Heideggers problem ours, di N. K. Swazo.

ARCHIVES DE PHILOSOPHIE

Vol. 57, n. 4, ottobre-dicembre 1994 Beauchesne, Parigi Stanley Cavell. Au-del du scepticisme, di C. Imbert: il filo rosso che percorre lopera di Cavell, professore ad Harvard e figura eminente della filosofia americana, levidenza di uno scetticismo moderno che ha avuto delle ricadute sullarte americana e sul pensiero politico contemporaneo. Esthtique et pneumatologie philosophique chez Schleiermacher, di E. Brito: dopo aver esposto la concezione di Schleiermacher relativa al posto dellestetica, disciplina critica, nel sistema delle scienze, e quello dellarte, come simbolizzazione individuale, nella cornice delletica, viene analizzata la comprensione dellarte da parte del filosofo come teoria della produzione e dellespressione, come unestetica dellautomanifesta-

RASSEGNA DELLE RIVISTE


Heidegger, early and late: the vanishing of the subject, di J. Hodge: la questione della soggettivit definitivamente sostituita in Heidegger da unattenzione verso lintenzionalit e lermeneutica. Wholes, parts and sequences in Aristotle, di D. J. Blyth: analisi di Metafisica, L, I (1069 a 19-21). Kants argument for causality in the second analogy, di G. Steinhoff. Prediction versus retrodiction in Mill, di Y. Steinitz: la tesi della pluralit delle cause in Mill in rapporto alla natura induttiva delle scienze. Capital punishment and the sanctity of life, di R. Holyer. La unidad interna del saber en G. Kalinowski, di M. Ballester: analisi in prospettiva genetica del pensiero di Kalinowski, in particolare del passagio tra logica e matafisica. Qumica y salvacon, di J. L. Villacaas. Meta-qumica, esttica e iluminacin, di E. Ocaa.

MAN AND WORLD

Vol. 27, n. 4, ottobre 1994 Kluwer Academic Publishers, Dordrecht Postmodernism and contemporary italian philosophy, di H. J. Silverman: recensione di G. Borradori: Recoding Metaphysics: the new italian philosophy (Northwestern University Press, Evaston 1988). On the existential interpretation of human sciences , di D. Ginev: linterpretazione esistenziale della scienza in Heidegger e la sua genesi ontologica a partire dallessere umano. Synopsis of a theory of modernity, di J. A. Ibaez-No: un tentativo di sviluppare una prospettiva teoretica che unifichi i molteplici fenomeni della modernit; i concetti di libert, soggetto ed oggetto, umanesimo, ragione, scienza, positivismo, scetticismo, illuminismo, filosofia tedesca. Nietzsche and Epicurus, di J. P. Vincenzo. Minded body/embodied mind, di G. J. Seidel: varie prospettive filosofiche attraverso cui si cercato di risolvere la questione del rapporto anima-corpo. The philosophical framework of Sartres theory of the theater, di J. M. Edie.

AXIOMATHES (Anno V, n. 1, aprile 1994, Il

DAIMON

n. 8, 1994 Universit de Murcia, Murcia Tiempo, verdad, y posibilidad en Aristteles y la filosofa helenstica, di H. Weidemann: tempo, verit e possibilit in Aristotele, Alessandro di Afrodisia e Diodoro Crono. Agostino Steuco y la perennis philosophia. Sobre algunos aspectos y dificultades de la concordia entre prisca theologia y cristianismo, di M. A. Granada: analisi dello scritto principale di Steuco, pubblicato nel 1540, in cui viene sviluppato il programma ficiniano di accordo dottrinale tra prisca theologia e Cristianesimo. La ontologa de Lessing y la metforas de la deshumanizacin, di A. Andreu: analisi dellontologia sociale del Nathan il saggio di Lessing. Le problematiche sono qui affrontate attraverso metafore, in forma di parabole o allegorie. Aqu y ahora, desde la hermenutica, di F. Duque.

Poligrafo, Padova) presenta un fascicolo monografico dal titolo: Mereologies. Il fascicolo successivo (n. 2-3, dicembre 1994) presenta il titolo: European cities and the birth of modern scientific philosophy, in cui segnaliano, tra gli altri, larticolo di L. Dappiano, Lidealismo di Oxbridge tra Lotze e Meinong. A proposito delle origini della filosofia analitica. Figura inoltre la pubblicazione dei Dettati sul tempo di Brentano.
PER LA FILOSOFIA (Anno XI, n. 32, set-

tembre-dicembre 1994, Massimo, Milano) presenta un fascicolo monografico sul tema: La riscoperta della natura; segnaliamo, tra gli altri, larticolo di G. Nicolaci, Lidea di natura tra Heidegger ed Aristotele, incentrato sullanalisi del seminario heideggeriano del 1940, Sul concetto e lessenza della physis, in cui il problema della natura diventa loccasione di ripensare il senso e la possibilit della metafisica. Figura inoltre larticolo: Natura umana e storia in Vico, di U. Galeazzi.
TEMPO PRESENTE (n. 166, ottobre 1994)

presenta un intervento di A. G. Sabatini dal titolo 15 ottobre 1844: e Dio cre Nietzsche, breve celebrazione del filosofo in occasione dellanniversario della nascita.
IL CORPO (Anno I, n. 2, marzo 1994)

INTERNATIONAL PHILOSOPHICAL QUARTERLY

Vol. XXXIV, n. 4, dicembre 1994 Fordham University, New York Merleau-Pontys view of creativity and its philosophical consequences, di W. S. Hamrich. Does knowledge entail justification, di L. S. Carrier: il problema della giustificazione della conoscenza nellepistemologia contemporanea. Langer, language and art, di J. H. Gill: la filosofia dellarte di Suzanne Langer e la distinzione fondamentale tra la natura e la funzione del linguaggio e dellarte. A taste of Medeleine: notes towards a philosophy of place , di J. Malpas: la tematica del luogo in Proust e Bachelard.

Acerca del conflicto entre los discursos Metafsico, Postmetafsico y Teolgico, di L. S. Rueda: analizzando tre modi di pensare tipici del pensiero contemporaneo, larticolo prende in esame in particolare gli argomenti di Habermas e Apel in favore del pensiero postmetafisico e le reazione nellambito della teologia. Explicando la explicacon, di A. J. Diguez: analisi e valutazione dei principali modelli di spiegazione scientifica. Metfora literaria y conocimiento, di E. Romero Gonzles, lintento dellarticolo di dimostrare che le metafore in letteratura hanno una finalit cognitiva. Inconmensurabilidad emprica. Un enfoque macrolgico, di E. Moya Cantero: riflessione sulle implicazioni del concetto di rivoluzioni scientifiche, oggetto delle analisi di Kuhn.
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ribadisce in questo secondo fascicolo lintento di fare del corpo, per la sua capacit di andare oltre lambito delineato dalla ragione, il suo bisogno di contatto con lalterit, il suo produrre costantemente senso, unarea di lavoro in cui si colloca la collaborazione tra sociologi, storici, psicoanalisti, filosofi, antropologi, letterati. Il corpo diventa cos anche la metafora dellintersecarsi dei campi del sapere, al di l delle chiusure dei vari ambiti di studio propri delle scienze umane. Il presente fascicolo pubblica la trascrizione della registrazione del suicidio collettivo di Jonestown (18 novembre 1978).
FILOSOFIA E TEOLOGIA (Anno VII, n. 3,

settembre-dicembre 1994, Edizioni Scientifiche Italiane, Napoli) presenta un fascicolo monografico dal titolo: Simone Weil. Verit religiosa e vita profana. Contiene anche un saggio della stessa Weil dal titolo: I tre figli di No e la storia della civilt mediterranea.

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AA.VV. Beowulf and the Dragon Heinemann Library, aprile 1995 pp. 24, UK 6.50 Questa storia, che racconta come Beowulf va incontro alla propria morte, una delle storie senza tempo, presenti nelle culture di tutto il mondo. Questa serie risponde alle necessit del Key Stage 2 di includere la lettura dei miti e delle leggende da parte dei bambini. AA.VV. Native Americans Allen & Unwin, aprile 1995 pp. 64 Attraverso illustrazioni colorate, fotografie, domande e pagine di attivit, il libro illustra ai bambini la cultura e la storia dei Nativi americani. Adams, Anthony - Durham, Ken Writing from South Africa CUP Educational, maggio 1995 UK 4.95 Il libro fa parte di una collana scolastica, da utilizzare in classi di ragazzi dai 14 ai 17 anni. Ogni volume esamina le qualit particolari del modo di scrivere e descrivere di una regione o di una nazione, ma anche i particolari aspetti e le tematiche proprie ai popoli in ogni parte del mondo. Questo testo fornisce molti immagini e prospettive diverse sul Sud Africa e sul suo popolo. Adeline, Yves-Marie Le carr des philosophes: rponses la crise de la modernit Maisnie-Trdianel, marzo 1995 pp. 127, F 90 Si tratta di una lettura del mondo in quattro proposizioni: scienza, esistenza, presenza e volont. Agamben, Giorgio Bartleby ou De la contingence tr. dallit. di Carole Walter Circ, marzo 1995 pp. 88, F 68 Partendo da una meditazione sul personaggio di Bartleby, lo scriba eponimo del romanzo di Melville, il filosofo italiano interroga la questione della contingenza (definita come ci che senza necessit e che quindi pu non essere). Si tratta di una problematica fondamentale allinterno di una prospettiva post-metafisica. Il pubblico sar senzaltro interessato da questo libro. Airaksinen The Philosophy of the Marquis de Sade Routledge, marzo 1995 pp. 224, UK 12.99 Questo testo fornisce una lettura teoretica della filosofia del Marchese de Sade. Esamina le pretese di de Sade, secondo il quale, per essere felici e liberi, bisogna fare del male e discute le motivazioni del tipico eroe sadeiano, che conduce una vita piena di piacere perversi ed estremi. Alexy, Robert Recht, Vernunft, Diskurs. Studien zur Rechtsphilosophie

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UK 12.95 Questo studio si oppone alla concezione dominante del credo, cos come la si riscontra in filosofi come Dennett e Fodor. Secondo questo punto di vista, che anche quello predominante, le convinzioni, ammesso che esistano, sono costituite da stati della mente. Lynne Rudder Baker rifiuta questopinione e la sostituisce con il realismo pratico. Barnes, Jonathan (a cura di) The Cambridge companion to Aristotle Cambridge UP, marzo 1995 UK 12.95 Aristotele uno dei grandi pensatori della tradizione occidentale, ma anche uno dei pi difficili. I contributi a questo volume non intendono cammuffare la natura di questa difficolt, ma cercano di offrire unesposizione chiara alle tematiche filosofiche presentate dalla sua opera. Bauman, Zygmunt Life in Fragments: Essays in Postmodern Moralities Blackwell Publishers, aprile 1995 pp. 256, UK 13.99 Questo libro rappresenta una continuazione della trattazione di motivi e temi, gi affrontati da Bauman nel suo studio Postmodern Ethics. In questo nuovo volume, egli sostiene che la nuova epoca post-moderna potrebbe rappresentare un alba pi che un tramonto per letica, la quale si potrebbe emancipare dalla falsa coscienza ereditata dalla modernit. Bksi, Janos Denken der Geschichte? W. Fink, aprile-maggio 1995 pp. 208, DM 48 La decostruzione basata su di una teoria della storicit e ci avviene tramite il suo riferimento esplicito alla dimensione storica dei concetti, che vengono criticati, da un punto di vista decostruttivista, perch si trovano allinterno di un insieme. Ogni studio sulla storia ed il metodo del procedimento decostruttivista dovrebbe quindi confrontarsi con il concetto di storia di Derrida. Benhabib - Butler Cornell Fraser Feminist Contentions Routledge, marzo 1995 pp. 160, 10 Questo volume presenta il dibattito tra quattro delle femministe americane pi rilevanti: Seyla Benhabib, Judith Butler, Drucilia Cornell e Nancy Fraser. Vengono discussi alcuni degli argomenti-chiave della teoria femminista. Berger, P.L. - Luckmann Th. (a cura di) Modernitt, Pluralismus und Sinnkrise. Die Orientierung des modernen Menschen Vlg. Bertelsmann-Stift aprile-maggio 1995 pp. 80, DM 20

Suhrkamp, marzo 1995 pp. 288, DM 22,80 Si tratta di singoli lavori su tre ambiti tematici: la logica e linterpretazione, il discorso ed il diritto, i diritti ed i principi. Almond, Brenda An Introduction to Applied Ethics Blackwell Publishers, marzo 1995 pp. 320, UK 14.99 Questo testo fornisce una guida aggiornata ai dibattiti morali dei nostri giorni, comprensiva di resoconti sugli influssi derivati da teorie precedenti. Il testo segue uno sviluppo logico che parte dalle implicazioni pi personali ed immediate, a livello individuale, per arrivare fino alle applicazioni pratiche pi estensive ed allargate della teoria etica contemporanea.

sue opere per lepoca contemporanea. Vengono esaminati gli aspetti profetici della sua opera, enfatizzando in particolar modo la dimensione spirituale di Kant. Arendt, Hannah Verit e politica Bollati Boringhieri, maggio 1995 pp. 128, L. 22.000 Due saggi, versione riveduta di due articoli apparsi rispettivamente nel 1967 e nel 1963. Nel primo si affronta la caratteristica essenziale del totalitarismo, che consiste nel fabbricare la verit; nel secondo troviamo alcune riflessioni sul significato e le implicazioni della ricerca scientifica. Armezzani, Renzo Ad occhi aperti. Immagini di Mario Giacomelli Quattroventi, aprile 1995 pp. 224, L. 30.000 Figura e opere dellisegnante e studioso di filosofia Mario Giacomelli, scomparso nel 1994. Atwell, John E. Schopenhauer on the Character of the World: The Metaphysics of Will Univ. California Press, maggio 1995 pp. 236, UK 28 Questo lavoro analizza in maniera critica e simpatetica lopera principale di Schopenhauer, Il mondo come volont e rappresentazione, dimostrando che il sistema filosofico che viene promosso costituisce un insieme coerente. Bacon, John Universals and Property Instances. The Alphabet of Being Blackwell, aprile-maggio 1995 pp. 200, 35 Bacon tracci una teoria metafisica molto consistente e sofisticata, secondo la quale sia i particolari comuni che le propriet e le relazioni sono una serie di tropi. I vantaggi di questo approccio vengono illustrati nelle applicazioni della teoria alla semantica, ai fatti ed allo stato delle cose, della modalit, del tempo, del credo e delle causalit. Baker, Lynne Rudder Explaining Attitude: A Practical Approach to the Mind Cambridge UP, marzo 1995

Almond, Brenda Moral Action and Christian Ethics Cambridge UP, marzo 1995 UK 35 Come determiniamo se unazione giusta o sbagliata? Questo lavoro esamina il comportamento morale e le origini delle linee-guida che noi seguiamo. Altham, J.E.J. (a cura di) World, Mind, and Ethics: Essays on the Ethical Philosophy of Bernard Williams Cambridge UP, aprile 1995 UK 12.95 Bernard Williams una delle figure pi rilevanti della teoria etica degli ultimi anni. In questa raccolta di studi, un gruppo di studiosi a livello internazionale, che sono stati stimolati dal suo lavoro, forniscono nuove risposte ad esso e Williams a sua volta risponde a loro ed alle questioni poste. Gli argomenti proposti includono anche leguaglianza e la coerenza. Applebaum, David The Vision of Kant Element Books Ltd, aprile 1995 pp. 192, UK 4.99 Questo libro, contenente una selezione degli scritti pi importanti di Kant sulla metafisica, letica e la conoscenza, uno studio sullimportanza della sua vita, del suo pensiero e delle

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Bergson, Henri Leons dhistoire de la philosophie Clermont (1887-94); Leons dhistoire de la philosophie moderne (1892-94) a cura di H.Hude - J.L. Dumas PUF, aprile 1995 pp. 320, F 220 La parte essenziale del volume costituita dai tre corsi tenuti presso il Liceo Enrico IV tra il 1892 ed il 1894; un corso sulla storia della filosofia moderna da Bacon a Leibniz, un corso sulla Critica della ragion pura di Kant, un corso sulla storia della teoria dellanima. Questultimo corso, contemporaneo a Materia e memoria, particolarmente elucidante. Si tratta di un volume di ambito universitario. Berkeley, George Teoria della visione Guerini, aprile 1995 pp. 120, L. 16.000 Lanalisi della percezione visiva induce il filosofo irlandese ad elaborare le fondamenta del suo idealismo materiale, secondo il quale la materia, intesa come realt esterna al nostro corpo, non che unillusione. Berman, David (a cura di) Arthur Schopenhauer J M Dent, maggio 1995 UK 6.99 Questo volume fa parte della serie Everyman , riedita con formato di pagina che prevede ampi margini per le note e ristampata in caratteri pi facilmente leggibili. Ogni titolo include unintroduzione tematica a cura di esperti della materia, una cronologia della vita e dellepoca dellautore, riassunti dei testi del filosofo, delle schede di lettura con annotazioni, una selezione dei contributi critici e delle note. Beyer, Uwe Die Tragik Gottes. Ein Philosophischer Kommentar zur Theologie Eugen Drewermanns Knigshausen & Neumann aprile-maggio 1995 pp. 246, DM 39,80 Lintroduzione critica e coinvolgente alla teologia di Drewermann, che ci presenta qui Uwe Beyers, si interroga su come - attraverso le immagini ed i concetti che riflettono latmosfera dominante umana (p. es. la paura, il desiderio, la fiducia) - sia possibile un avvicinamento alla verit una, incomprensibile e priva di immagini, di Dio. Bickmann, Claudia Differenz oder das Denken des Denkens Felix Meiner, aprile-maggio 1995 DM 128 Bidet, Jacques John Rawis et la thorie de la justice PUF, maggio 1995 pp. 144, F 98 Rawis propone la utopia realista di una societ ordinata secondo giustizia, senza per arrivare alle conclusioni conseguenti alle premesse da lui formulate. In questo libro, si trover unesposizione della Thorie de la justice, alla quale si aggiunge una prospettiva critica. Il libro si rivolge agli specialisti del settore. Blondel, Maurice 1893, les deux thses PUF, marzo 1995 pp. 784, F 380 Nel 1893 Blondel pubblica la sua prima tesi sullAction e la sua breve tesi latina sul Vinculum leibniziano. Si tratta di un volume universitario. Il pensiero sociale e politico di Simone Weill, filosofa e scrittrice francese, si collegano alla sua ricerca religiosa. Contro la forza, di fianco ai deboli, ai vinti, intende collocare la sua ricerca appassionata ed intransigente della verit e della giustizia. Huguette Bouchardeau rintraccia questa coerenza battagliera, sul filo dei testi e della vita di questa donna. Il libro adatto al vasto pubblico. Bouveresse, Jacques La perception et le jugement Jacques Bouveresse J. Chambon, marzo 1995 pp. 300, F 160 Il volume raggruppa quattro studi che analizzano i rapporti tra la percezione ed il giudizio, discutono le versioni moderne della teoria dellinferenze circoscritte in autori come Gregory o Wittgenstein e paragonano le analisi di Grege e di Husserl sui rapporti tra pensiero, giudizio e percezione. Il libro incontrer senzaltro il favore del pubblico. Brachtendorf, Johannes Fichtse Lehre vom Sein. Eine kritische Darstellung der Wissenschaftsleheren von 1794, 1798/99 und 1812 Schningh, aprile-maggio 1995 pp. 320, DM 78 Bressolette, M. - Mougel, R. (a cura di) Jacques Maritain face la modernit: enjeux dune approche philosophique Presses univer. du Mirail-Toulouse maggio 1995 pp. 344, F 180 Jacques Maritain si presentato nel 1922 come un anti-modernista, per essere ultra-modernista: la sua opera filosofica cerca di creare le basi e di ordinare i valori della modernit, come per giudicare e raddrizzare gli errori e le pesantezze che costituiscono ci che della modernit si ritorce contro luomo. Si tratta di un volume di ambito universitario. Breton, Stanislas Lautre et laillers Descartes & Cie, aprile 1995 pp. 148, F 90 Si tratta di narrazioni filosofiche: lautore, prendendo a pretesto alcuni ricordi di viaggi in Australia, America ed Asia, si interroga sulla pretesa universalista del pensiero occidentale dellessere, che viene confrontato con la visione orientale. Il volume incontrer linteresse di un vasto pubblico. Breuer, Clemens Person von Anfang an? Der Mensch aus der Retorte und die Frage nach dem Beginn des menschlichen Lebens Schningh, aprile-maggio 1995 pp. 410, DM 48 Brisson, Luc - Meyerstein, Walter Puissance et limites de la raison: le problme des valeurs Belles lettres, marzo 1995 pp. 200, F 95 Il volume mostra come la nascita della ragione abbia condotto ad un fallimento, partendo da tre grandi momenti: il Fedone di Platone, la Critica della ragion pura di Kant e Essere e tempo di Heidegger. La causa di questa sconfitta viene presentata attraverso la teoria algoritmica dellinformazione. Lautore uno specialista di questi argomenti. Brunschwig, Lon Descartes et Pascal, lectures de Montaigne pref. di Thierry Leterre Pocket, aprile 1995 pp. 200, F 36 Questolibro, considerato come uno studio classico delle origini del pensiero francese, sembra essere il testamento filosofico di un uomo che scrive per sopravvivere al disastro della Seconda Guerra Mondiale ed alle persecuzioni. Un libro di interesse per un vasto pubblico. Buddensiek, Friedemann Die Medallogik des Aristoteles in den Analytica Priora A Olms, aprile-maggio 1995 pp. 144, DM 37,80 Bull, Malcolm Apocalypse Theory and the Ends of the World Blackwell Publishers, aprile 1995 pp. 350, UK 15.99 Il volume fornisce una rassegna di 3000 anni di pensiero apocalittico. Questo libro, tracciando la storia del millenaresimo dai tempi antichi fino al XVII secolo, riesce ad analizzare il dibattito moderno e post-moderno, in cui tornano in circolazione i temi apocalittici, da Zoroastro a Derrida. Burke, C. et al. (a cura di) Engaging with Irigaray Columbia UP, marzo 1995 pp. 448, $ 18 Si tratta della prima raccolta di saggi che cerca di andare oltre alla questione dellesistenzialismo, allo scopo di fornire un contributo critico allapporto di Irigaray alle teorie di diverse discipline, prima tra tutte la filosofia. Cancik, Hubert Nietzsches Antike J.B. Metzler, aprile-maggio 1995 pp. 180, DM 48 Hubert Cancik intende mettere in evidenza limportanza della civilt antica per la filosofia di Nietzsche, la portata della sua critica alla filosofia e dellumanismo, linflusso della concezione dellanticit di Nietzsche apertamente dichiarato o sottostante alle opere - sui filosofi, i filologi ed i teologi del XX secolo. Carr, B. - Mahalingam, I. (a cura di) Companion Encyclopedia of Asian Philosophy Routledge, marzo 1995 pp. 1000, 85 Questa enciclopedia divisa in sei sezioni, ognuna delle quali copre una specifica tradizione. Le filosofie trat-

Bckle, Franz Ja zum Menschen. Bausteine einer Konkreten Moral Ksel, marzo 1995 pp. 218, DM 38 Il famoso esponente della teologia morale, morto nel 1991, risponde a scottanti questioni di ordine morale, di importanza fondamentale per la nostra epoca. Le sue indicazioni di percorso, pubblicate postume e qui a cura di Gerhard Hver, sono oggi pi attuali che mai e rappresentano un aiuto in situazioni conflittuali concrete. Bodei, Remo Libro della memoria e della speranza Il Mulino, aprile 1994 L. 10.000 Sommario: La speranza dopo il tramonto delle speranze; Addio del passato: memoria storica, oblio e identit collettiva; Laltro sangue dEuropa. Bodei, Remo Le prix de la libert: aux origines de la hirarchie socilale chez Hegel tr. dallit. di Nicola Giovannini Cerf, aprile 1995 pp. 126, F 59 Attraverso uno studio dellopera di Hegel, vengono percorse le forme della giustificazione della gerarchia sociale. Un volume di sicuro interesse per il pubblico. Boehm, G. (a cura di) Was ist ein Bild W. Fink, marzo 1995 pp. 459, DM 48 Siamo molto distanti dallessere in possesso di una scienza dellimmagine (Bildwissenschaft) o di una storia dellimmagine (Bildgeschichte), come invece hanno voluto credere a lungo la storia della lingua e la filologia. Ci nonostante, la discussione sulla rappresentazione una costante della cultura europea. Bs, Gunther Curiositas. Die Rezeption eines antiken Begriffes durch christliche Autoren bis Thomas von Aquin Schningh, aprile-maggio 1995 pp. 242, DM 42 Bouchardeau, Huguette Simone Weill Julliard, maggio 1995 F 130

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tate comprendono quella asiatica, zoroastrica o persiana, indiana, buddista, cinese, giapponese ed islamica. Carr, Brian Morals and Society in Asian Philosophy Curzon Press, aprile 1995 pp. 260, UK 35 Il volume, basato sulle prima conferenza della European Society for Asian Philosophy, contiene una serie di contributi che investigano gli argomenti ed i temi delle tradizioni filosofiche indiana, cinese, giapponese ed islamica, sia antichi che moderni. Cassin, Barbara Leffet sophistique Gallimard, aprile 1995 pp. 70 , F 250 La sofistica non ha sempre goduto della buona reputazione da parte della tradizione filosofica. Alla verit assoluta del filosofo si opporrebbe infatti la techn senza coscienza dei sofisti, la quale non avrebbe fondamenti allinterno dei valori. Partendo dai testi sofisti, Barbara Cassin modifica la percezione tradizionale dellAntichit e ne rivaluta la modernit. Volume di sicuro interesse per il pubblico. Cassirer, Ernst Nachgelassene Manuskripte und Texte vol. I: Zur Methaphysik der symbolischen Formen a cura di J.M. Krois, O. Schwemmer Felix Meiner, aprile-maggio 1995 pp. 410, DM 164 Nellaprile del 95, in occasione del cinquantesimo anniversario del giorno della morte di Ernst Cassirer, viene pubblicato questo primo di venti volumi, che comprendono importanti lavori e appunti per la Filosofia delle forme simboliche, tratti dal lascito di Cassirer. Cauquelin, Anne Les animaux dAristote: sur lHistoire naturelle dAristote Lettre vole, aprile 1995 pp. 33, F 70 Gli scritti di Aristotele sugli animali suscitano delle rveries marine. Senza dubbio, egli aveva frequentato le rive dellEbeo, della Macedonia, dellisola Lesbo, dellAsia minore. La sua tomba, che si trova in Asia, dedicata al mare, alle isole misteriose, al vulcano ed alle pianure flegee. Il volume si indirizza al grande pubblico. Caygill, Howard A Kant Dictionary Blackwell Publishers, maggio 1995 pp. 400, UK 14.99 Questo dizionario si occupa della vita e delle opere di Kant; le voci illustrano la natura storica del linguaggio filosofico. Ogni voce indica le origini di un termine particolare, come questo stato trasmesso a Kant e come egli lo ha modificato nel corso della sua ricezione. Champeau, Serge Ontologie et posie: trois tudes sur les limites du language Vrin, aprile 1995 pp. 280, F 210 La filosofia, nel momento in cui cerca di dire che cosa significhi la parola essere, sconfina nella poesia. In che modo questa parola si distingue da quella del poema? Il volume presenta unanalisi dello sviluppo di tre poeti: H; Michaux, A. du Bouchet, P. Jaccottet che, ognuno a modo suo, meditano sullessere al mondo e riflettono sui rapporti tra discorso e poema. Si tratta di un saggio di ambito universitario. Chappell, T.D.J. Aristotle and Augustine on Freedom: Two Theories of Freedom, Voluntary Action and Akrasia Macmillan Press, marzo 1995 pp. 240, UK 40 Questo testo considera i punti di contrasto tra la teoria della libert e delleazione volontaria in Aristotele ed Agostino. Lautore sostiene che ci sono in realt tre condizioni di azione volontaria, e non due, come sostenuto generalmente. Egli esamina anche la discussione di Aristotele dell akrasia. Charpa, Ulrich Philosophische Wissenschaftshistorie. Grundsatzfragen/Verlaufsmodelle Viweg, aprile-maggio 1995 pp. 258, DM 72 Chevalley, Catherine Pascal, contingece et probalit PUF, aprile 1995 pp. 128, F 45 La nozione di probabilit occupa oggigiorno un posto importante allinterno della filosofia della conoscenza, sia che si tratti dei problemi posti dalla fisica contemporanea o della questione della formazione dei credi. Questo libro propone unanalisi del legame tra la formalizzazione dei rischi dei giochi e la conoscenza, in rottura con in progetto metafisico moderno in Pascal. Ciancio, Claudio - Perone, Ugo Cartesio o Pascal? Rosenberg & Sellier, aprile 1995 pp. 160, L. 25.000 Riflessioni sullesperienza della modernit come frattura, lautonomia della ragione e delluomo, il nesso finito-infinito, la rilevanza filosofica del cristianesimo e del processo di secolarizzazione. Clarke, C.J.S. Reality through the Looking Glass: Science and Awareness in the Postmodern World Floris Books, aprile 1995 UK 12.99 Il volume esamina una serie di approcci filosofici e mistici alla realt e sostiene che abbiamo bisogno di un nuovo concetto di realt, basato sulla nostra consapevolezza di dover trovare un sostituto alla concezione meccanicistica del mondo sostenuta dalla scienza moderna. Cole, Thomas The Origins of Rhetoric in Ancient Greece Johns Hopkins UP, maggio 1995 pp. 208, UK 13 giusto giudicare la retorica greca delle origini tramite quanto esemplificato da Platone ed Aristotele? Argomentando in opposizione rispetto alla convinzione comune che sia giusto farlo, questo lavoro vede la retorica greca delle origini come una serie di sforzi decisamente non sistematici di esplorare, pi per tentativi che per precetti, tutti gli aspetti del discorso. Conway, Pierre Aristotelian Formal and Material Logic Univ. Press America, aprile 1995 pp. 330, UK 35.95 Questo libro, basato sullanalisi della forma e della materia del pensiero umano in Aristotele, esamina i tre passi che compie la mente per arrivare alla verit: la definizione, il giudizio ed il ragionamento. Il libro analizza anche qual il materiale necessario al sapere scientifico e dimostrativo. Copp, David Morality, Normativity, and Society Oxford UP Inc, maggio 1995 pp. 272, UK 30 Questo trattato difende una forma di realismo naturale, che sia realtivamente morale. Lintuizione-guida che ogni societ deve essere caratterizzata da un codice sociale morale, in modo da permettere ai suoi membri di avere una convivenza positiva. Dagognet, Franois Linvention de notre monde: lindustrie: pourqoi et comment? Encre marin, marzo 1995 pp. 205, F 130 Perch i filosofi hanno denigrato lindustria? Lautore cerca di analizzare quali sono i fattori che accrescono le ricchezze, fino a cantare le lodi delle nuove merci e delle trasformazioni del paesaggio urbano e rurale. Lopera descrive un universo fantastico, i cui contorni sono avvolti dal buio, a causa della questione sociale rimasta irrisolta. Ma, rispetto a questo punto, la critica non deve riguardare il sistema in quanto tale. Il volume di ambito universitario. Dastur, Franois Husserl, des mathmatiques lhistoire PUF, maggio 1995 pp. 128, F 45 I problemi dei fondamenti fenomenologici della logica, della temporalit della coscienza, dellinter-soggettivit e della storia sono stati scelti dallautore come luoghi esemplari per linterrogazione sul trascendentalismo e dellidealismo husserliano. Lautore uno specialista del settore. Debuisson, Daniel Mitologie del XX secolo Dedalo, maggio 1995 pp. 350, L. 35.000 Le teorie elaborate intorno al tema del mito dai tre maggiori studiosi del nostro secolo. Del Noce, Fabrizio Non uccidere Mondadori, maggio 1995 pp. 220, L. 28.000 Eutanasia, sperimentazione genetica, trapianti, aborto, pena di morte: fino a che punto possiamo controllare e manipolare la vita umana. Delc, Alessandro Morfologie Cinque studi su Michel Serres Franco Angeli, aprile 1995 pp. 176, L. 25.000 Serres incomincia a parlare la lingua delle morfologie: nuova lingua senza regole per dire tutte le forme, dalle pi sistematiche alle pi vaghe, dal caos puro alla complessit meglio integrata. Delgenhausen, I. - Dbler, M. (a cura di) Vernunftbegriff und Menschenbild bei Leonard Nelson dipa-Vlg., aprile-maggio 1995 pp. 120, DM 28 Derrida, Jacques Mal darchive: une pression freudienne Galile, aprile 1995 pp. 154, F 140 Il volume contiene il testo della conferenza tenuta il 5 giugno 1994 a Londra in occasione del convegno internazionale, dal titolo Memory, the Question of Archives. I disastri che caratterizzano questa fine di millennio sono anche gli archivi del male: dissimulati o distrutti, proibiti, depistati, respinti. Sono due i fili conduttori: la psicoanalisi dovrebbe portare ad una rivoluzione almeno parziale della problematica degli archivi; il tragitto di una discussione con lo storico americano dellebraismo: Yerushalmi. Il pubblico sar senzaltro interessato da questo libro. Derrida, Jacques Moscou aller-retour Ed. de lAube, maggio 1995 pp. 144, F 89 Si tratta di unopera in tre parti: nella prima, Derrida si interroga sulla possibilit di parlare della situazione russa, tenendo conto del peso dei diari del viaggio a Mosca degli anni 30; nella seconda, egli si confronta con la filosofia russa, sotto forma di conversazione; nellultima parte, infine, il filosofo russo M. Ryklin si interroga sulla portata della filosofia di Derrida per la Russia. Il libro sar di sicuro interesse per il pubblico. Dickinson, Gwen Griffith Johann Georg Hamanns Relational Metacriticism de Gruyter, marzo 1995 pp. 534, DM 268 La denominazione metacriticismo

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relazionale indica le tendenze fondamentali del pensiero di Hamann, cos come questo appare nei suoi scritti di filosofia del linguaggio, di epistemologia e di antropologia. Questanalisi si basa su di una selezione dei suoi saggi. Dilthey, Wilhelm Ecrits desthtique; suivi de La naissance de lhmeneutique tr. dal tedesco di Danile Cohn a cura di Sylvie - Heinz Wismann Cerf, aprile 1995 pp. 318, F 180 Questi testi, pubblicati tra il 1887 ed il 1910, consacrati al movimento attraverso il quale lumanit si eleva alla vita dello spirito, colgono la genesi del particolare, laddove esso si innalza alluniversale: nelle opere e nellimmaginazione creatrice. Il volume si rivolge agli specialisti del settore. Dixsaut, Monique (a cura di) Renverser le platonisme Vrin, aprile 1995 pp. 320, F 230 Il volume presenta le diverse figure dellanti-platonismo nellepoca moderna e contemporanea, secondo tre prospettive: il ribaltamento della metafisica speculativa voluto da Kant, Nietzsche, ma anche Heidegger e Wittgenstein; il processo intentato a Platone da Popper, Russel e Crossmann, a causa del suo supposto totalitarismo; ed il disagio che coglie i commentatori, nel momento in cui si accingono allinterpretazione. Si tratta di un saggio di ambito universitario. Dorff, Elliot Contemporary Jewish Ethics and Morality: A Reader Oxford UP Inc., aprile 1995 pp. 352, UK 12.95 Questo volume unintroduzione alletica da una prospettiva ebraica. Il lettore viene condotto allinterno degli argomenti che hanno una precisa e peculiare impostazione metodologica; gli vengono inoltre offerti degli esempi di posizioni ebraiche su problemi morali contemporanei. Dosse, Franois Le champ du signe: 1945-1966 LGF, maggio 1995 pp. 472, F 65 In qualit di storico, lautore ha rintracciato la portata teorica, istituzionale ed esistenziale dello strutturalismo. Questo primo tomo copre il periodo dallinsorgenza del movimento fino al suo apogeo, nellanno 1966, occupandosi di figure come Lvi-Strauss, Michel Foucault, Louis Althusser, Roland Barthes... Il libro sar di sicuro interesse per il pubblico. Grazie ad unindagine meticolosa, F. Dosse mostra fino a che punto dietro alle grandi figure come Barthes, Foucault, Lacan ci fu unintera generazione che fu nutrita dallo strutturalismo, mentre era anche rimessa in discussione dal ritorno della storia e del soggetto. Il libro sar di sicuro interesse per il pubblico. Dubouchet, Paul La philosophie du droit de Hegel: essai de lecture des Principes LHerms, maggio 1995 pp. 110, F 98 Il libro si articola in due parti ben distinte: la prima consacrata alla lettura in senso stretto, la seconda riservate alle note ed al commento. E questa seconda parte segue passo a passo la prima, rispettando ovviamente il testo di Hegel. Lautore uno specialista del settore. Dummett, Michael Frege: Philosophy of Mathematics Duckworth, aprile 1995 pp. 344, UK 14.99 La filosofia di Gottlob Frege (18481925) viene da molti considerata come uno dei punti di partenza del movimento analitico moderno. Questo il secondo dei due volumi dedicati alle conseguenze della filosofia di Frege ed alla discussione sulle sue tematiche, dopo il volume Frege: Philosophy of Language. Duncan, Steven M. A Primer of Modern Virtue Ethics Univ Press America, aprile 1995 pp. 124, UK 14.95 La funzione di questo testo di essere sia unintroduzione alletica dei valori sia un tentativo di tracciare i contorni di un sistema completo delletica, in cui la virt abbia il posto centrale. Il volume cerca di dare alletica della virt il ruolo di competitrice autonoma con le altre teorie delletica. Dsing, Klaus Das Problem der Subjektivitt in Hegels Logik. Systematische und entwicklungsgeschichtliche Untersuchungen zum Prinzip des Idealismus und zur Dialektik Bouvier, aprile-maggio 1995 pp. 99, DM 120 Si tratta della terza edizione di questopera, che ha anche una nuova post-fazione. Dutt, Carsten Hans-Georg Gadamer. Eine Einfhrung Manutius-Vlg., marzo 1995 pp. 120, DM 28 Dyer, Colin Beginning Research in Psychology: A Practical Guide to Research Methods and Statistics Blackwell, maggio 1995 pp. 448, UK 8.99 Questo testo d, in modo accessibile e comprensibile, tutte le informazioni necessarie per quanto richiesto, per le materie di statistica e progettazione, dagli esami di psicologia dell Alevel allAEB, al JMB e a Londra. Eco, Umberto The Perfect Language Blackwell Publishers, aprile 1995 pp. 400, UK 19.99 Dai primi tempi bui dellumanit fino al Rinascimento si pensava che la lingua parlata nel Giardino dellEden fosse perfetta, in grado di esprimere tutte le cose possibili, mentre tutte le lingue ed i linguaggi successivi non fossero che eredi in declino di questa prima lingua. Si tratta di unindagine della storia di questidea. Edel, Susanne Methaphysik Leibnizens und Theosophie Bhmes. Die Kabbala als tertium comparationis fr eine rezeptionsgeschichtliche Untersuchung der individuellen Substanz Steiner, aprile-maggio 1995 pp. 225, DM 88 Si tratta della tesi di laurea tenuta da S. Edel presso luniversit di Francoforte sul Meno nel 94. ser agli specialisti del settore informatico che lavorano nel settore della logica, dellintelligenza artificiale e della linguistica, ai filosofi e a chi si occupa di matematica applicata. Erasmo Eloge de la follie Slatkine, aprile 1995 F 40 Un testo fondamentale del pensiero rinascimentale. Fairbairn, Gavin Contemplating suicide: The language of Ethics and Self-harm Routledge, marzo 1995 pp. 208, UK 11.99 Vengono presi in considerazione diversi apetti legati al suicidio. La parte principale del libro si occupa della ricostruzione della storia naturale del suicidio, inteso come un dolore che si arreca a se stessi, e di esaminare alcune tematiche etiche che vengono sollevate da questa azione. Fan, Changyang Sittlichkeit und Tragik. Zu Hegels Antigone-Deutung Bouvier, aprile-maggio 1995 pp. 143, DM 48 Questa presentazione storico-critica dimostra, attraverso unesemplare conoscenza ed una particolare prospettiva, che laspetto unitario, sistematico e centrale dellopera hegeliana rintracciabile sia nellattualit dellestetica di Hegel che nella sua filosofia pratica. Fassbnder, Pantaleon Zwischen Individualismus und Gemeinsinn. Die bioethische und moraltheologische Abtreibungsdebatte in den Vereinigten Staaten aus kulturethischem Blickwinkel Roderer, marzo 1995 pp. 300, DM 52 Si tratta della tesi di laurea, tenuta da Fassbender presso lUniversit di Bonn nel 1994. Fdier, Franois Regarder voir Belles lettres, maggio 1995 pp. 350, F 140 F. Fdier, il responsabile francese delle Oeuvres compltes del filosofo M. Heidegger, riunisce qui, oltre a degli esercizi di fenomenologia, sedici testi scritti tra il 1973 ed il 1993, di cui la maggior parte inedita, consacrati alla difesa del pensatore, accusato di aver sostenuto il nazionalsocialismo dal 1933 al 1945. Lautore uno specialista del settore. Fichte, J. Gottlieb Dottrina della scienza Guerini, maggio 1995 pp. 200, L. 30.000 Raccolta delle lezioni tenute a Koenigsberg nel 1807, proposte per la prima volta al lettore italiano: espongono una confutazione ante litteram dellidealismo e dellempirismo.

Edelman, Bernard La maison de Kant Bourgois, maggio 1995 pp. 180, F 70 Si tratta di una specie di favola morale, di un percorso immaginario, insolito, misero e grandioso di un filosofo, che potrebbe essere Kant: la guerra, le donne, linfanzia, leducazione e, infine, un ripiegamento malinconico su se stesso. un libro indirizzato ad un pubblico universitario. Eley, Lothar Fichte, Schelling, Hegel. Operative Denkwege im deutschen Idealismus Ars Una, aprile-maggio 1995 pp. 114, DM 58 Elliot, R. Environmental Ethics Oxford UP, aprile-maggio 1995 pp. 258, 10 Questo volume offre una selezione di alcuni degli articoli pi interessanti scritti sulletica e sullambiente negli ultimi ventanni. Epitteto Ce qui dpend de nous: Manuel et Entretiens tr. dal greco di Myrto Gondicas Arla, maggio 1995 pp. 203, F 35 Epitteto, il rappresentante della filosofia stoica, esercita un influsso profondo sulla filosofia occidentale. Viene qui ripresa la parte essenziale del suo insegnamento: il suo manuale ed una scelta dei suoi migliori colloqui. Epstein, Richard The Semantic Foundations of Logic Oxford UP, marzo 1995 pp. 412, 45 Questo testo copre tutti gli aspetti della semantica e le loro applicazioni alla logica, descrivendo la semantica formale, le tavole di verit e le trascrizioni tramite la logica. Il testo interes-

Dosse, Franois Histoire du structuralismie vol. II: Le chant du cygne: 1967 nos jour LGF, maggio 1995 pp. 542, F 65

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Figal, Gnther Sokrates C.H. Beck, marzo 1995 pp. 140, DM 19,80 Il libro caratterizzato dalla tesi, secondo la quale si potrebbe ricavare unimmagine credibile di Socrate dallopera di Platone, nella quale Platone stesso renderebbe sufficientemente chiaro quali sono gli elementi socratici e quali quelli platonici. Fischer, H.R. (a cura di) Die Wirklichkeit des Konstruktivismus. Zur Auseinandersetzung um ein neues Paradigma Carl-Auer-Systeme aprile-maggio 1995 pp. 330, DM 59 Flam, Helena Luomo emozionale Anabasi, aprile 1995 pp. 96, L. 10.000 Si elaborano i fondamenti di una visione filosofico-psicologica che tenga conto degli aspetti emozionali dellesperienza umana e non solo di quelli razionali. Florival, G. (a cura di) Dimensions de lexister Vrin, maggio 1995 pp. 266, F 255 Il senso dellesistente - il filo conduttore di queste ricerche - stato analizzato secondo quattro temi: la temporalit, lalterit, la corporalit, la differenza culturale. Il volume si rivolge agli specialisti del settore ed allambito universitario. Fougeyrollas, Pierre Vers la nouvelle pense: essai postphilosophique LHarmattan, marzo 1995 pp. 240, F 130 Disponiamo degli strumenti intellettivi necessari alla comprensione dei rivolgimenti di cui siamo pi spettatori che attori? Lautore ritiene che non sia cos e si augura linsorgere di un nuovo pensiero che aiuti ad uscire dalla situazione di confusione che caratterizza lepoca contemporanea. Furnham, Adrian - Oakley, David Why Psychology? UCL Press, maggio 1995 pp. 128, UK 7.50 Questintroduzione spiega che cosa significhi studiare e mettere in pratica la psicologia, occupandosi quindi di un campo che spesso irto di malintesi. Il volume fornisce unampia prospettiva anche sugli scopi della psicologia, mostrandone la grande diversit, ricchezza e profondit, in uno stile accessibile ed introduttivo alla materia. Gadamer, Hans Georg Verit e metodo 2. Integrazioni e sviluppi Bompiani, aprile 1995 pp. 770, L. 35.000 Raccolta di saggi che riportano le idee guida di Verit e metodo, le integrazioni essenziali e gli sviluppi successivi. Galewicz, W. et al. (a cura di) Kunst und Ontologie. Fr Roman Ingarden zum 100. Geburtstag Ed. Rodopi, marzo 1995 pp. 235, FOL 70 Si tratta di uno scritto dedicato a Roman Ingarden per il suo centesimo compleanno. Galien, Claude Lme et ses passions tr. e a cura di V.Barras, T. Birchler, A. Morand pr. di Jean Starobinski Belles Lettres, maggio 1995 pp. 240, F 130 I tre trattati etici che vengono qui presentati e tradotti costituiscono ci che resta di unopera di oltre venti libri, che, secondo il commento dello stesso Galien, manifestava le sue opinioni sulle questioni di filosofia morale. Il libro si rivolge al grande pubblico. Garewicz, J. - Haas, A.M. (a cura di) Gott, Natur, Mensch in der Sicht Jacob Bhmes und seine Rezeption. Vortrge gehalten anllich eines Arbeitsgesprches vom 16. bis 20. Oktober 1989 in der Herzog-August-Bibliothek Harrassowitz, marzo 1995 pp. 280, DM 98 Il volume raccoglie gli interventi presentati durante il convegno di studio su Bhme e la ricezione della sua concezione di Dio, natura ed uomo, tenutosi nel 1989. Garrison, Elise P. Groaning Tears E J Brill, maggio 1995 pp. 236 Questanalisi del suicidio nella tragedia greca del V secolo analizza i risvolti etici del e sul pubblico di questo genere di spettacolo ed esamina il suicidio nel contesto di opere teatrali basate su motivazioni specifiche: evitare una disgrazia, la sofferenza, il lutto e sacrificare se stessi per un bene superiore. Garver, Eugene Aristotles Rhetoric. An Art of Character Univ. of Chicago Pr., marzo 1995 pp. 328, $ 22 La retorica di Aristotele, in parte capacit professionale ed in parte attivit etica, emerge dal suo importante lavoro filosofico e rappresenta un valido contributo alle investigazioni contemporanee della natura della ragione pratica. Geldard, Richard The Vision of Emerson Element Books Ltd, aprile 1995 pp. 192, UK 4.99 Andando al di l della reputazione di importante figura in campo letterario di cui gode Emerson, questo studio cerca di affermare il suo ruolo di pensatore e filosofo americano di tutto rilievo. Il libro include gli scritti pi importanti di Emerson e delle voci esplicative della sua terminologia. Gesang, Bernward Wahrheitskriterien im Kritischen Rationalismus. Ein Versuch zur Synthese analytischer, evolutionren und kritisch-rationaler Anstze Ed. Rodopi, aprile-maggio 1995 pp. 158, FOL 48 Il libro contiene un interessante tentativo di proporre unintegrazione criteriologica del razionalismo critico, utilizzando una nuova versione della teoria della conoscenza evoluzionistica. Gilbert, Paul La simplicit du principe: prolgomnes la mtphysique Culture et verit, aprile 1995 pp. 282, F 199 Si tratta di una riflessione sul senso dellesistenza umana che, per lautore, acquisisce il suo senso nellincontro con gli altri. Gobry, Ivan Procs de culture: mise en question chrtiennes de la modernit Rgnier, maggio 1995 pp. 295, F 150 Si tratta di un saggio filosofico che si schiera per la riscoperta della cultura, prendendo le difese dellumanismo e del cristianesimo. Il libro si rivolge al vasto pubblico. Granzon, B. (a cura di) Skill, Technology and Enlightment. On Practical Philosophy Springer, marzo 1995 pp. 371, DM 74 Il volume esplora i problemi dello sviluppo di una prospettiva rispetto alla tecnologia ed alla societ, ai limiti dellIlluminismo, ai rapporti tra critica culturale ed epistemologia della conoscenza pratica e tra questa ed una concezione non elitaria dellesperienza, al ruolo delle arti come base della riflessione e rispetto a molti altri argomenti. Gorg, V. - Moser, R. (a cura di) Begegnungen mit dem Chaos. Referate einer Vorlesung des Collegium Generale der Universitt Bern Haupt, aprile-maggio 1995 pp. 93, CHF 24 Si tratta degli interventi tenuti nel corso di una lezione del Collegium Generale delluniversit di Berna. Grayling, A.C. Philosophy: A Guide Through the Subject Clarendon Press, maggio 1995 pp. 520, UK 12.99 Questo libro di testo per il livello undergraduate non serve solo come unintroduzione alla filosofia, ma anche come una guida ai principali filosofi ed alle pi importanti tematiche filosofiche. Comprende anche delle tavole riassuntive ed esplicative delle principali aree filosofiche. Green, Richard The Thwarting of Laplaces Demon: Arguments Against the Mechanistic World-view Macmillan Press, marzo 1995 pp. 224, UK 42.50 Questo testo si prefigge di mostrare come la cornice meccanicista delle idee associata alla scienza moderna distorca il nostro modo di comprendere non solo la mente umana, ma anche gli attributi fondamentali della vita stessa. Prima che ci si possa liberare di questinfluenza che modifica i fatti, bisogna modificare la nostra nozione di causalit. Groethuysen, Bernard Philosophie et histoire Albin Michel, aprile 1995 pp. 359, F 140 La maggior parte dei testi importanti di questo filosofo, che si situa allincrocio delle pi significative correnti filosofiche e sociologiche, come il marxismo, il pensiero di Max Weber e la fenomenologia. Il volume contiene testi su Diderot, Nietzsche, sul tempo, sulla 3e cycle-Recherche, ed altri. Si rivolge agli specialisti del settore. Grosseteste, Robert On the Six Days of Creation: A Translation of the Hexaemeronn Oxford UP, maggio 1995 pp. 380, UK 30 Questa traduzione del testo latino dellHexaemeronn un complemento a quella di Dales e Gieben: rende conto dellunit del sapere latino, in cui lo studio di Dio include lo studio del mondo intero. Il libro dovrebbe interessare agli studiosi ed agli studenti di filosofia medioevale, di teologia e di letteratura. Groheim, M. (a cura di) Leib und Gefhl. Beitrge zur Anthropologie Akademie Vlg., marzo 1995 pp. 300, DM 84 Il volume si sforza di trovare un fondamento filosofico al crescente interesse, evidenziatosi negli ultimi decenni, per gli ambiti fenomenologici del corpo e del sentimento. I risultati di questo lavoro interdisciplinare vengono qui riferiti dallautore. Guillaume, Anne-Marie Mal, mensonge et mauvaise foi: une lecture de Kant pref. di Jean Ladrire Presse universitaires de Namur aprile 1995 pp. 458, F 300 Il volume offre una lettura globale del corpus kantiano, da una prospettiva che si interroga su come pensare il male, che rappresenta una delle sfide della filosofia contemporanea. Al termine di questanalisi, il nucleo del male radicato risiede nellimpurit che alberga nellarbitrio umano e trova la sua espressione nella malafede, nel raccontare menzogne a se stessi. Il volume si rivolge agli specialisti del settore. Haase, Michaela Galileische Idealisierung. Ein pragmatisches Konzept de Gruyter, aprile-maggio 1995

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pp. 283, DM 164 Questa tesi di laurea, discussa dalla Haase presso la Freie Universitt di Berlino nel 93, analizza la teoria dei presupposti semplificati riguardo agli oggetti di ricerca delle scienze naturali e sociali, che sono strettamente legati allinsorgere della meccanica galileiana. Habermas, Jrgen Theorie des kommunikativen Handelns Suhrkamp, marzo 1995 DM 46,80 Si tratta dellopera in due volumi sullattivit comunicativa. Harwood, John Eliot to Derrida: The poverty of Interpretation Macmillan Press, aprile 1995 pp. 208, UK 12.99 Si tratta di un ritratto sardonico del culto dellinterprete specialista, da I.A. Richards e la Scuola di Cambridge a Jacques Derrida, fino ai suoi discepoli. Questo studio vuole dimostrare che il modernismo ed il postmodernismo sono invenzioni accademiche. Haslam, Andrew Parsons, Alexandra North American Indians Two-Can Publishing, maggio 1995 pp. 64, UK 3.99 Questo libro fa parte di una serie che intende esaminare le grandi civilt del mondo, il loro modo di considerare il nostro mondo di oggi e quindi di fare storia in una maniera particolare, da un punto di vista e da un approccio inusuali. Il libro sui Nativi americani aiuta a ricostruire i loro modi di vita, le culture e le loro credenze. Haug, W.F. (a cura di) Historisch-kritisches Wrterbuch des Marxismus vol. II: Banknoten bis Dummheit Argument, aprile-maggio 1995 pp. 400, DM 129 Questo secondo volume, che fa parte di una raccolta in dodici libri e segue quello intitolato Abbau des Staates bis Avantgarde, comprende pi di 1000 voci riguardanti il marxismo, diventate importanti per la teorizzazione marxista, con le sue diverse linee pratiche e teoriche, e per i concetti dei movimenti di liberazione sociale. Hauskeller, Michael Atmosphre. Philosophische Untersuchungen zum Begriff und zur Wahrnehmung von Atmosphren Akademie Vlg., marzo 1995 pp. 300, DM 68 In quanto percettore, lessere umano si trova sempre immerso in un mondo di importanza affettiva, e solo a partire da questa motivazione possibile il riconoscimento delloggetto. Haviland, Eric Kostas Axelos: une vie pense, une vie vecue pr. di Jean-Michel Palmier LHarmattan, maggio 1995 pp. 163, F 90 Viene qui presentata la biografia di Kostas Axelos, nato ad Atene nel 1924 ed arrivato a Parigi nel 1945. Vengono raccontate le peripezie di una vita che Axelos non ha mai vissute separate dal suo pensiero. Vengono anche forniti diversi approfondimenti sullopera poderosa ed insuperabile di questo autore greco. Il volume interesser al grande pubblico. Hay, Luise L. Puoi guardare la tua vita. Meditazioni Sansoni, maggio 1995 pp. 272, L. 25.000 Raccolta di meditazioni sulla filosofia quotidiana. Hayes, Nicky - Topley, Paula Psychology: An Introduction Workbook Longman Education, aprile 1995 UK 6.99 Questo libro pensato come un aiuto per gli studenti del corso di psicologia GCSE. Vengono infatti chiaramente spiegati gli argomenti che fanno parte delle conoscenze richieste per questo corso. Il libro pu essere utilizzato dagli studenti come un eserciziario in cui scrivere; inoltre raccoglie i testi dei compiti di esame ed alcuni quiz a cui rispondere e da poter controllare autonomamente. Heidegger, Martin Lettera sull umanismo Adelphi, maggio 1995 pp. 90, L. 10.000 Tentativo filosofico di ricostruire unetica e un umanismo dopo le rovine della Seconda Guerra Mondiale e la perdita di senso del mondo contemporaneo, dominato dalla tecnica. Heinekamp, A. - Mertens, M. (a cura di) Leibniz-Biographie vol. II: Die Literatur ber Leibniz (1981-1990) Klostermann, aprile-maggio 1995 pp. 368, DM 108 Heinzmann, Richard Thomas von Aquin. Eine Einfhrung in sein Denken Kohlhammer, marzo 1995 pp. 281, DM 34 Si tratta di una scelta di testi, presentati in versione latina e tedesca. Hekman, Susan J. Moral Voices, Moral Selves. Carol Gilligan and Feminist Moral Theory Polity Press, aprile-maggio 1995 pp. 200, 12 Questo libro una nuova ed originale messa in discussione dei problemi centrali della teoria morale. Gilligan sostiene che non esiste solo una voce vera e morale, ma due: una maschile ed una femminile. I valori morali e ci che legato ad essi in una prospettiva femminile e relazionale, dipendono dalle interrelazioni con gli altri. Hermanni, Fr. - Steenblock, V. (a cura di) Philosophie Orientierung. Festschrift zum 65. Geburtstag von Willi Oelmller Fink, marzo 1995 pp. 312, DM 78 Alla fine del XX secolo, ci si aspetta pi che un orientamento dalla filosofia. Questo volume raccoglie contributi che, sullesempio dei campi di discussione contemporanei, scandagliano le possibilit di questa disciplina. Herrschaft, Lutz Theoretische Geltung. Zur Geschichte eines philosophischen Paradigmas Knigshausen & Neumann aprile-maggio 1995 pp. 210, DM 48 Questo lavoro, seguendo il filo della discussione sulle idee della validit in Lotze, Windelband, Rickert, Brauch e Hans Wagner, traccia i contorni dei criteri della valutazione delle teorie di validit assiologiche, della logica dei principi ed obiettivistiche. Hersch, Jeanne Lo stupore filosofico. Una storia della filosofia Sansoni, maggio 1995 pp. 350, L. 30.000 La storia della filosofia occidentale delineata per grandi filoni, con la ricostruzione di ogni scuola e del pensiero di ogni pensatore. Hess, Rmi 25 livres cl de la philosophie Marabout, maggio 1995 F 48 Vengono presentati in ordine cronologico degli estratti di opere, che spingono ad approfondire tramite una lettura integrale. Tra i titoli scelti: Il banchetto di Platone, l Etica di Spinoza, la Critica della ragion pura di Kant, il Discorso sul metodo di Cartesio, ed altri. Il libro si rivolge al grande pubblico. Heuer, B. - Prucha, M. (a cura di) Der Umbruch in Osteuropa als Herausforderund fr die Philosophie Lang, aprile-maggio 1995 pp. 250, DM 80 Heuser-Kessler, M.L. Jacobs, W.G. (a cura di) Schelling und die Selbstorganisation. Neue Forschungsperspektiven Duncker & Humblot, marzo 1995 pp. 294, DM 132 Hirsch, Walter Das Drama des Bewutseins. Literarische Texte in philosophischer Sicht Knigshausen & Neumann, marzo 1995 pp. 151, DM 24 Vengono scelti drammi e romanzi dalla tradizione letteraria di quattro secoli, ai quali contrapporre le tradizioni filosofiche corrispondenti. Lautore si prefigge di dimostrare che la letteratura ed il pensiero scaturiscono da un comune moto culturale che caratterizza la loro epoca. Hffe, O. (a cura di) Immanuel Kant: Zur ewigen Frieden Akademie Vlg., marzo 1995 pp. 240, DM 29,80 In dodici contributi, raccolti in questo volume, si cerca di decifrare il testo di Kant. Esso viene interpretato in questo senso in maniera sistematica e viene rintracciata la sua portata politica, che viene anche inserita nel suo e nel nostro contesto socio-storico.

Habermas, Jrgen Vorstudie und Ergnzung zur Theorie des kommunikativen Handelns Suhrkamp, marzo 1995 pp. 608, DM 29,80 Haeffner, Mark Dictionary of Alchemy Aquarian, marzo 1995 pp. 304, UK 6.99 Si tratta di un libro che permette di comprendere la scienza e la filosofia pre-newtoniana. Il volume include sia la dimensione materialistica della trasmutazione dei metalli che la ricerca interiore tesa allilluminazione mistica. Vengono illustrate la tradizione occidentale, quelle indo-tibetane e quella cinese taoista. Hagger, Nicholas Overlord: The Triumph of Light 1944-1945 Parti I e II Element Books Ltd, maggio 1995 pp. 112, UK 12.99 Si tratta delle prime due parti di un poema epico in dodici parti che presenta gli eventi storici dellultimo anno della Seconda Guerra Mondiale, in un complesso contesto, che include anche Cristo e Lucifero. Questo volume tratta della storia dal DDay fino allattentato alla vita di Hitler il 20 luglio ed al suo risultato catastrofico. Hampshire, Stewart Innocenza ed esperienza. Unetica del conflitto Feltrinelli, maggio 1995 pp. 184, L. 35.000 Gli uomini da sempre hanno vissuto seguendo ideali di vita diversi. Non c individuo o societ moderna che possa evitare i conflitti che sorgono da interessi e doveri morali incompatibili; anzi proprio da questo conflitto ineliminabile ha origine la morale. Hannover, Ingolf Geschichte und Gerechtigkeit. Ein geschichtsphilosophischer Essay Lit, aprile-maggio 1995 pp. 56, DM 14,80 Harper, Sophie Degree Course Guide: Psychology: 1995 / 1996 Hobsons, aprile 1995 UK 4.99

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Hofmann, Alexander Bedeutungsbegriff und Bedeutungstheorie. Zur Erklrung eines Rtsels Francke, marzo 1995 pp. 231, DM 68 Finch il senso di una domanda non viene spiegato secondo il suo significato, esso deve restare misterioso; cos come una domanda possibile solo nel caso in cui assuma la forma della teoria del significato. Questo studio vorrebbe risolvere questo enigma. Hohmann, Werner L. Ferdinand Ebner. Bedenker und Ebner des Wortes in der Situation der geistigen Wende Die Blaue Eule, marzo 1995 pp. 304, DM 56 Hollinger, Robert Pragmatism: From Progressivism to Post-modernism Praeger Publishers, aprile 1995 pp. 376, UK 62.50 Questi saggi esplorano lo sviluppo del pragmatismo americano, sullo sfondo della cultura e della politica americane del XX secolo. Il libro enfatizza le interrelazioni tra gli argomenti filosofici di base sollevati dal pragmatismo come movimento filosofico. Honneth, Axel The Struggle for Recognition: The Moral Grammar of Social Conflicts Polity Press, aprile-maggio 1995 pp. 260, 39.50 Questo lavoro sostiene che la struggle for recognition (lotta per il riconoscimento) e dovrebbe essere al centro dei conflitti sociali. Honneth esamina gli argomenti proposti da Hegel e li situa sullo sfondo della concezione della vita umana come lotta per lesistenza, proposta dalla filosofia moderna. Humboldt, Wilhelm von Le dix-huitme sicle; Plan duns anthropologie compare tr. dal tedesco di C. Losfeld intr. di Jean Quilien Presses univer.de Lille maggio 1995 pp. 204, F 150 Questi due scritti del 1796 e del 1797, incompleti, costituiscono lo sviluppo di una riflessione iniziata nel 1790, sulla base dellassimilazione del criticismo, che riguarda diversi campi del sapere ed importanti dimensioni dellesperienza umana: la politica, la storia, lestetica... Essi si prefiggono di rintracciare le linee direttrici di unantropologia comparata. Il volume sar di sicuro interesse per il pubblico. Hundert, Edward M. Lessons from an Optical Illusion: On Nature and Nurture, Knowledge and Values Harvard UP, maggio 1995 pp. 288, UK 19.95 Si dice spesso che i fatti sono fatti, ma i valori sono relativi. Ma si verificano quotidianamente delle situazioni in cui queste distinzioni iniziano a diventare pi confuse. Questo nuovo bilancio del dibattito sulla natura ed il cibo esamina le ragioni di questa confusione, considerando anche settori come lintelligenza artificiale, la neurologia e la linguistica. Irrgang, Bernhard Grundri der medizinischen Ethik UTB, aprile-maggio 1995 pp. 304, DM 33,80 Il volume presenta la strumentazione delletica professionale, orientata allapplicazione, che dovrebbe aiutare, nelle situazioni-limite proposte alla medicina, a prendere delle decisioni fondate dal punto morale. Jaescke, W. (a cura di) Philosphie und Literatur im Vormrz. Der Streit um die Romantik (1820-1854) Felix Meiner, aprile-maggio 1995 DM 98 Janaway, Christopher Immages of Excellence. Platos Critique of the Arts Clarendon Pr., aprile-maggio 1995 pp. 240, 30 Platone sosteneva nel Repubblica che le forme di poesia, dramma e musica accettate tradizionalmente sono manchevoli. Questo famoso punto di vista di Platone stato rifiutato da molti pensatori. Junaway sostiene che questa opinione apparentemente ostile esprime una coerente e profonda valutazione delle arti, che invece non stata recepita come tale. Janklvitch, Vladimir Pensare la morte Cortina, aprile 1995 pp. 100, L. 15.000 Uno sguardo alla vita dal difficile margine che separa lesistenza dal nulla. Ne deriva un punto di vista sul mondo e sulle cose che affronta ogni questione con il sorridente beneficio dellironia. Jannicaud, Dominique (a cura di) Lintentionnalit en question: entre phnomnologie et recherches cognitives Vrin, marzo 1995 pp, 400, F 198 Gli specialisti delle scienze cognitive ed i filosofi di tradizione analitica intavolano, con il movimento fenomenologico, un dialogo inedito sul concetto dellintenzionalit, che oggigiorno sta avendo molto successo. I vari specialisti sono ben lungi dal cercare di unificare artificialmente i loro punti di vista. Il volume di ambito universitario. Jean de La Rochelle Summa de anima a cura di Jacques-Guy Bougerol Vrin, marzo 1995 pp. 296, F 240 Questopera, qui presentata in latino, composta da uno dei maestri della teologia, costituisce la sintesi pi importante sullanima e i suoi poteri, collocandosi alle soglie della grande scolastica di Albert Le Grand, di Bonaventura e Tommaso dAquino. Si tratta di un volume di ambito universitario. Jelden, E. (a cura di) Prototheorien - Praxis und Erkenntnis? Leipziger-Univ.-VlG aprile-maggio 1995 pp. 216, DM 40 Jolivet, Jean Philosophie mdivale arabe et latine Vrin, aprile 1995 pp. 320 Il Medioevo ha visto la presenza simultanea di due religioni universaliste: il cristianesimo e lislamismo, e di tre tradizioni culturali: quella greca, quella latina e quella araba. Questo libro esamina i loro rapporti ed alcune delle loro singole figure del XII secolo. Si tratta di un volume di ambito universitario. Jouary, Jean-Paul A che cosa serve la filosofia? Salani, maggio 1995 pp. 144, L.18.000 La filosofia? Una cosa troppo difficile che suscita ansia e preoccupazione nel lettore neofita. Considerata troppo astratta, lontana dalla vita, incomprensibile, soprattutto inutile. Questo libro vuole dimostrare che non cos: si tratta solo di presentare i problemi nel modo giusto. Jung, Werner Von der Mimesis zur Simulation. Eine Einfhrung in die Geschichte der sthetik Junius, aprile-maggio 1995 pp. 290, DM 29,80 Kaiser, Ph. - Peters, D.St. (a cura di) Organismus - Evolution - Mensch. Ein Gesprch zwischen Philosophie, Naturwissenschaft und Theologie Pustet, marzo 1995 pp. 224, DM 62 Kalogerakos, Ioannis G. Seele und Unersterblichkeit. Untersuchungen zur Vorsokratik bis Empedokles Teubner, marzo 1995 pp. 256, DM 78 Kamm, F.M. Morality, Mortality: Rights, Duties and Value vol. 2 Oxford UP Inc., maggio 1995 pp. 352, UK 37.50 Con questo secondo volume, lautrice continua il suo sviluppo di una teoria etica non consequenzialista e delle sue applicazioni ai problemi etici pratici. La Kamm esamina la distinzione tra ammazzare e lasciare che qualcuno muoia, i concetti dei diritti, delle prerogative e della supererogazione. Kmpf, Heike Tauschenbeziehungen. Zur anthropologischen Fundierung des Sybolbegriffs W. Fink, marzo 1995 pp. 194, DM 48 Partendo da una ricostruzione e dalla critica dei concetti simbolici tradizionali, questo libro cerca di far dialogare la filosofia e letnologia. Gli approcci filosofici alletnologia seguono lesempio di Ernst Cassirer, il cui concetto simbolico viene per ampliato alla dimensione interindividuale e pragmatica. Kant, Immanuel Quest-ce quun livre? pres. e tr. di Jocelyn Benoist PUF, aprile 1995 pp. 160, F 55 Lautore ed il proprietario del libro possono dire ciascuno, con lo stesso diritto, del volume: il mio libro! Ma questo diritto dellautore non un diritto sulla cosa, perch sa di cosa tratta lesemplare, ma un diritto innato sulla propria persona, di sapere quindi che nessunaltro possa far discorrere il volume con il pubblico senza il suo consenso. Si tratta di un volume di ambito universitario. Kant, Immanuel Il male radicale Mondadori, maggio 1995 pp. 100, L. 8.000 Le basi del comportamento etico a partire dalla natura eticamente valutabile delluomo, le sue regole fondamentali di condotta, il rispetto per la legge morale. Kant, Immanuel Fondazione della metafisica dei costumi Rizzoli, maggio 1995 pp. 400, L. 18.000 La prima formulazione della morale kantiana precedente alla stesura della Critica della ragion pratica. Testo tedesco a fronte. Kant, Immanuel Opus Postumum a cura di Eckart Forster Cambridge UP, aprile 1995 UK 12.95 Questo volume la traduzione dellopera pi importante di Kant, Opus Postumum, unopar che Kant stesso defin il suo capolavoro, il perno su cui ruota tutto il suo sistema filosofico. Questo lavoro doveva costituire la transizione dalle basi metafisiche della scienza naturale alla fisica. Kellerer, Christian Die Befreiung des abendlndischen Denkens Stroemfeld, marzo 1995 pp. 680, DM 48 La Befreiung des abendlndischen Denkens di Kellerer, le cui basi furono da lui formulate negli anni 30, riguarda le scienze naturali olistiche, la psicologia e la critica della conoscenza filosofica.

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Kenny, Anthony Frege: An Introduction to the Founder of Modern Analytic Philosophy Penguin, aprile 1995 pp. 240, UK 7.99 Questa biografia di Frege, il fondatore della logica moderna, mostra che, bench egli fosse poco conosciuto, ebbe un grande influsso sulla filosofia analitica, attraverso Russell, e sulla filosofia continentale, attraverso Husserl. Kertsz, Andrs Die Ferse und der Schild. ber Mglichkeiten und Grenzen kognitionswissenschaftlicher Theorien der Erkenntnis Lang, aprile-maggio 1995 pp. 242, DM 70 Keulartz, Josef Die verkehrte Welt des Jrgen Habermas. tr. dallolandese di I. v. der Art Junius, aprile-maggio 1995 pp. 240, DM 48 Kierkegaard, Sren Una recensione letteraria Guerini, aprile 1995 pp. 144, L. 22.000 La novella Due epoche, di Thomasine Buntzen, offr al filosofo-teologo danese loccasione per sviluppare complesse considerazioni esteticomorali. Kierkegaard, Sren Sul concetto di ironia in riferimento costante a Socrate Rizzoli, aprile 1995 pp. 336, L. 16.500 il parto di un accoppiamento non proprio giudizioso tra entusiasmo e ironia: entusiastico nella deduzione giovanile con cui si vota alla filosofia, ironico nel distacco che pone tra la materia e s, e tra s e il lettore. Kiesiel, Theodore The Genesis of Heideggers Being and Time Univ. of California aprile-maggio 1995 pp. 608, $ 22 Attraverso una sofferta ricerca negli archivi europei e nella corrispondenza privata di Heidegger, Kiesiel riesce a fornire un resoconto continuo dello sviluppo del filosofo nei suoi primi anni di attivit e del suo progredire verso il suo capolavoro. Klassen, Norman Chaucer on Love, Knowledge and Sight D S Brewer, maggio 1995 pp. 256, UK 29.50 Klassen fa riferimento alla filosofia naturale medioevale ed alla metafisica per chiarire luso da parte di Chaucer del motivo della vista nella sua poesia damore, quando il poeta vuole esplorare il rapporto tra amore e conoscenza. Kleingeld, Pauline Fortschritt und Vernunft. Zur Geschichtsphilosophie Kants Knigshausen & Neumann, marzo 1995 pp. 232, DM 48 Questo studio mira a stabilire quale sia la collocazione sistematica della filosofia della storia allinterno del pensiero di Immanuel Kant e ad analalizzarne i pensieri-guida. Knoell, Dieter R. Zur gesellschaftlichen Stellung der Kunst zwischen Natur und Technik. Untersuchungen zum Verhltnis von sthetik und Politik in den Kunstkonzeption der kritischen Theorie des Neopositivismus vol. II: Neopositivistische Kunsttheorie zwischen Elitekunst und Massenproduktion Olms, marzo 1995 pp. 236, DM 39,80 Kolnai, Aurel The Utopian Mind and Other Papers: a Critical Study in Moral and Political Philosophy Athlone Press, marzo 1995 pp. 288, UK 42.00 Si tratta di una critica dellutopia, cio di un modo di valutazione che si contrappone a quello del senso comune. Questo libro si rivolge a chiunque si occupi di questi valori e della natura della libert, sia essa personale, politica o filosofica. Koribaa, Nabhani Philosophes de lhumanit: Grce, Rome, Indie, Chine, Perse, Islam, Europe mdivale et moderne Publisud, aprile 1995 pp. 99, F 68 Si tratta di una presentazione dei filosofi rappresentativi delle grandi civilt che si propone di dare un panorama il pi esaustivo possibile agli studenti liceali ed universitari, ed al pubblico in generale. Kreimendahl, L. (a cura di) Aufklrung und Skepsis. Studien zur Philosophie und Geistesgeschichte des 17. und 18. Jahrhunderts. Gnter Gawlick zum 65. Geburtstag am 1. Mrz 1995. Im Verbindung mit Hans Ulrich Hoche und Werner Stube Frommann-Holzboog, marzo 1995 pp. 320, DM 184 Kreuzer, Johann Augustinus Campus, marzo 1995 pp. 150, DM 24,80 Questa introduzione rappresenta anche una spiegazione della estraneit interiore che interessa la storia del nostro pensiero. Essa non mira n ad un augustinismo al di l dei tempi n ad una storia delle idee agostiniane, quanto alla ricerca delle tracce del pensiero agostiniano che possono ancora essere interessanti e stimolanti. Kroker, E.J.M. - Dechamps B. (a cura di) Information - eine dritte Wirklichkeitsart neben Materie und Geist. Knigsteiner Forum FAZ, marzo 1995 pp. 200, DM 29,50 Il volume contiene i contributi al forum di Knigstein. Kwame, Safro Readings in African Philosophy: An Akan Collection Univ. Press America, maggio 1995 pp. 318, UK 31.50 Questantologia, che si occupa di un preciso gruppo etnico, propone una raccolta di saggi di filosofia africana. Il libro si occupa di argomenti fondamentali riguardanti la vita ed il sapere e copre le aree tradizionali e comuni della ricerca filosofica, come la metafisica, il femminismo, letica degli affari. Laruelle, Franois Thorie des trangers Kim, marzo 1995 pp. 336, F 185 Attraverso la psicoanalisi, la democrazia e la teoria di ci che straniero, il volume cerca di raggiungere una soluzione insolita alle antinomie della filosofia, attraverso la fondazione di una teoria, il cui fattore unificante luomo in quanto istanza del reale. A seconda dei materiali che essa utilizza, prende la forma di una scienza delle moltitudini umane, di una teoria democratica piuttosto che di una filosofia della psicoanalisi. Si tratta di un saggio di ambito universitario. Laycock, Steven W. Mind as Mirror and the Mirroring of Mind. Buddhist Reflections on Western Phenomenology State of New York Pr., marzo 1995 pp. 352, $ 22 Questo studio, radicato nella visione dialettica madhyamika e nella fenomenologia articolata zazen, scopre ed esamina i presupposti metodologici che danno vigore alle opere di Husserl, Sartre e Merleau-Ponty. Lautore mette seriamente in discussione alcuni degli assunti fondamentali della tradizione fenomenologica occidentale riguardanti la natura della mente. Leaman, Oliver Friendship East and West: Philosophical Perspectives Curzon Press, maggio 1995 pp. 260, UK 35 Nella filosofia contemporanea, si risvegliato linteresse per il concetto di amicizia. Questo libro offre non solo una trattazione delle idee dellamicizia presso i Greci ed i Cristiani, ma anche unindagine sullamicizia nella prospettiva islamica, ebraica, cinese, giapponese ed indiana. Lechner, Raimund Zwischen Rationalismus und Tradizionalismus. Offenbarung und Vernunft bei Jakob Frohschammer Lit, aprile-maggio 1995 pp. 480, DM 78,80 Si tratta della tesi di abilitazione allinsegnamento tenuta da Lechner presso luniversit di Monaco di Baviera nel 1993.

Lefort, Claude Ecrire lpreuve du politique Pocket, marzo 1995 pp. 398, F 44 Il volume raccoglie scritti e studi apparsi nelle diverse riviste ed opere collettive, insieme ad interventi tenuti in occasione di manifestazioni varie. Si tratta di unopera che incontrer il favore e linteresse del pubblico. Lehmann, Gnther sthetik der Utopie. Arthur Schopenhauer, Sren Kierkegaard, Georg Simmel, Max Weber, Ernst Bloch Gnther Neske, aprile-maggio 1995 pp. 294, DM 58 Lehmann, Jennifer M. Deconstructing Durkheim: A Post-post Structuralist Critique Routledge, aprile 1995 pp. 288, UK 13.99 Questo studio fornisce una coerente analisi testuale della sociologia di Durkheim, dal punto di vista dello strutturalismo critico. Lontologia sociale di Durkheim viene analizzata come una teoria sociologica della realt, guidata da unapparente tensione tra il determinismo sociale e lind i v id u al i s mo . Leibniz, Gottfried Wilhelm Lestime des apparences: 21 manuscrits de Leibniz sur les probabilits, la thorie des jeux, lsperance de la vie a cura di M. Parmentier Vrin, marzo 1995 pp. 472, F 220 Parallelamente alle ricerche teoriche (sul problema dei non, della parte e della speranza matematica), lanalisi dei giochi di moda e quella successiva sulla speranza della vita ci rivelano che qui il punto di vista non quello di un matematico, ma quello di un logico e di un teorico dei giochi ante litteram. Lopera presentata in versione bilingue latino-francese. Si tratta di un saggio di ambito universitario. Leist, Anton Wege der Moral Begrndung W. Fink, marzo 1995 pp. 320, DM 68 Il volume cerca di dare un quadro delle pi importanti posizioni teoretiche allinterno della filosofia morale contemporanea. Non si cerca tanto qui di far comparire una dopo laltra le vari posizioni, ma piuttosto di cercare di farle rientrare, come varianti, in due tipi di struttura di motivazione, di fondazione.

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Lenk, Hans Schemaspiela. ber Schemainterpretationen und Interpretationskonstrukte Suhrkamp, aprile-maggio 1995 pp. 280, DM 40 Hans Lenk cerca di sviluppare unintegrazione costruttiva allapproccio alla filosofia dei costrutti dellinterpretazione. A questo scopo, egli inserisce anche punti di vista filosoficoantropologici, neurofisiologici, che vengono utilizzati in modo teoricoconoscitivo. Leonardi, Paolo On Quine: New Essays Cambridge UP, maggio 1995 UK 40 In questa raccolta, un gruppo di accreditati filosofi offre una valutazione critica della grande portata degli scritti di Quine. Allinterno degli argomenti investigati, si trovano linterpretazione, lepistemologia, lontologia, la modalit e la verit matematica. Lindemann, G. - Wobbe, Th. (a cura di) Denkachsen, Zur theoretischen und institutionellen Rede vom Geschlecht Suhrkamp, aprile-maggio 1995 pp. 320, DM 22,80 Lerosione delle teorie totalizzanti ha coinvolto anche la ricerca delle donne. Questo porta ad una ricerca di certezze definitive, da una parte; ma, dallaltra, apre anche il campo e d, alle nuove teorie, la possibilit di emergere. Losurdo, Domenico Die Gemeinschaft, der Tod, das Abendland. Heidegger und die Kriegsideologie tr. dallitaliano J.B. Metzler, marzo 1995 pp. 366, DM 58 Losurdo riscontra questa dimensione politica nel pensiero di Heidegger, che lo porta a vedere sotto una prospettiva nuova, non semplicisticamente politica, il lavoro e la vita di Heidegger. Lowe, Jonathan Locke on Human Understanding Routledge, maggio 1995 pp. 224, UK 6.99 Questo libro guida attraverso unanalisi dellopera pi importante di Locke, il Saggio sullintelletto umano, che risulta essere unopera fondamentale per molti settori della filosofia e soprattutto per lepistemologia, la metafisica, la filosofia della mente e della lingua. Lucas, J.R. Responsibility Clarendon Press, aprile 1995 pp. 306, UK 12.99 La responsabilit un concetto-chiave del nostro modo di pensare morale, sociale e politico, che per non viene sempre capito correttamente. Lautore di questo studio discute ampiamente ed in maniera accessibile a tutti della responsabilit in diverse aree della vita umana, dai rapporti personali e sessuali alla politica. Lucrezio La nature des choses: De rerum natura tr. e a cura di Chantal Labre Arla, maggio 1995 pp. 333, F 45 Questopera, uno dei grandi libri dellumanit, inaugura, al di l di ogni ambizione strettamente scientifica, una morale del materialismo, una morale del vivente e della sua fragilit, una morale del sentimento. Lhe, Astrid von der David Humes sthetische Kritik Felix Meiner, aprile-maggio 1995 DM 86 Lyons, Williams Modern Philosophy of Mind J M Dent, marzo 1995 pp. 336, UK 5.99 Con questo libro, dal formato di pagina che consente di avere dei margini ampi per le note, leditore presenta, nellintroduzione al volume, la pi recente scuola di filosofia della mente ed include anche una bibliografia annotata, una selezione della critica ed una cronologia delle vite e del periodo in cui vissero gli autori. Lyotard, Jean Francois Anima minima. Sul bello e il sublime Pratiche, aprile 1995 Quattro saggi in omaggio a Kant. Ci si interroga sui problemi del gusto e del senso comune, sulle differenze fra bello e sublime, fino a ritrovare il sublime allorigine di ogni grande produzione artistica e del suo godimento, come sentimento o sensazione elementare, inconsapevole, anima minima, appunto. Lyotard, Jean-Franois Lenthousiasme: la critique kantienne de lhistoire LGF, marzo 1995 pp. 111, F 26 Lanalisi kantiana dellentusiasmo, suscitata dalla rivoluzione francese, che importanza d alla storia e che significato assume per noi, a due secoli di distanza? Il saggio destinato agli insegnanti ed agli studenti di filosofia ed agli storici. Lytton, Rosina Bulwer Shells from the Sands of Time Thoemmes Press, maggio 1995 pp. 272, UK 14.75 Rosina Bulwer Lytton, dopo essere stata vilipesa e considerata come la moglie folle di Edward Bulwer Lytton, attacc suo marito, utilizzando la penna, generalmente allinterno dei suoi romanzi sensazionalistici. Questa una raccolta dei suoi saggi di letteratura e filosofia. Macherey, Pierre The Object of Literature Cambridge UP, marzo 1995 s.p., UK 11.95 Questo il primo lavoro di Macherey relativo alla letteratura, dopo il suo volume intitolato A Theory of Literary Production . Continuando il progetto della teoria di Althusser, Macherey si occupa di presentare unesegesi molto coerente di testi classici della letteratura e della filosofia francesi, dal XVIII secolo fino agli anni 70. Machiavelli, Nicol Le prince - Il principe a cura di Grard Luciani Gallimard, marzo 1995 pp. 338, F 50 In questo saggio filosofico-politico, pubblicato nel 1532, Machiavelli studia le diverse tipologie di Stato, i diversi modi attraverso i quali sono state costituitie ed i diversi modi di conservarle. In questa prospettiva, vengono esaminati le qualit ed i difetti del principe. Il volume si rivolge ad un vasto pubblico. MacIntyre, Alasdair Geschichte der Ethik im berblick. Vom Zeitalter Homers bis zum 20. jahrhundert Beltz, aprile-maggio 1995 DM 32 Magnard, Pierre (a cura di) La dignit de lhomme: actes du colloque tenu la Sorbonne -Paris IV en novembre 1992 Champion, aprile 1995 F 298 Durante il Rinascimento comparve un ideale di individualit libera, con una netta valorizzazione della personalit: attraverso la sua virt, la sua forza di carattere lindividuo diventa padrone di se stesso. Non certo per caso che Pico de La Mirandola scrive un trattato sulla dignit delluomo, in cui si insiste sulla libert delluomo nel culto dovuto a Dio. I contributi al convegno sono di specialisti del settore. Mailloux, Steven Rhetoric, Sophistry, Pragmatism Cambridge UP, maggio 1995 UK 11.95 Questo testo esplora in diversi modi in cui la retorica, il sofismo ed il pragmatismo si sovrappongono, per quanto riguarda le loro implicazioni teoretiche e politiche. Il volume dimostra anche come essi contribuiscano alla formazione di una nuova concezione delle scienze umane allinterno dellaccademia e ad un dibattito pi esteso sulla politica culturale. Maine de Biran De laperception immdiate: mmoire de Berlin 1807 a cura di Franois Azouvi Vrin, aprile 1995 pp. 328, F 198 Questa nuova edizione dellopera in cui Maine de Biran discute la questione del sapere se ci sia una percezione immediata interna ed in cosa consista; essa ci confronta con unopera della maturit che dimostra molta maestria. Operando una sintesi dei suoi lavori precedenti, riassumendoli in forma concisa, Biran procede ad unanalisi rigorosa dei fatti primitivi del senso interno. Malberg, Arne Theories of Mimesis Cambridge UP, marzo 1995 pp. 230, 11 Si tratta di un resoconto sul linguaggio ed il tempo, un tracciato dei movimenti della mimesi dalla filosofia platonica della similariet alle idee moderne della diversit. Vengono discusse la teoria e la storia della mimesi attraverso analisi narratologiche di testi di Platone, Cervantes, Rousseau e Kierkegaard. Malcolm, Budd Values of Art: Pictures, Poetry and Music Allen Lane, aprile 1995 pp. 224, UK 20.00 Il libro un tentativo di spiegare la questione centrale dellestetica: perch larte valida? Il filosofo e studioso di estetica, autore di questo libro, accompagna il lettore attraverso le teorie pi importanti dellarte, esaminandole e suggerendo una sua teoria, che passa attraverso le arti visive, la letteratura e la musica. Mall, Ram Adhar Philosophie im Vergleich der Kulturen. Interkulturelle Philosophie - eine neue Orientierung Wiss. Buchges., aprile-maggio 1995 pp. 200, DM 39,80 A lato delle definizioni concettuali e contenutistiche dellinterculturalit si trova anche la pratica della filosofia nelle culture, e deve essere considerata. In questo senso, vengono brevemente presentati gli aspetti pi importanti della filosofia cinese, indiana, europea, africana e latino-americana. Marchal, Joseph Il punto di partenza della metafisica Vita e pensiero, aprile 1995 L. 72.000 Lezioni sullo sviluppo storico e teoretico del problema della conoscenza. Marquet, Jean-Franois Singularit et vnement J. Millon, aprile 1995 pp. 240, F 150 Fare uscire la storia dalla filosofia per la quale potrebbe essere come una giustapposizione ricapitolatrice - questo il compito di questo saggio. Innanzi tutto possibile ripercorrere le tappe della filosofia dalle sue origini greche fino ad oggi. poi possibile riflettere su un termine filosofico, non importa a partire da quale percorso. Si tratta di un volume di ambito universitario. Masayuki, Ninomiya La pense de Kobayashi Hideo: un intellectuel japonais au tournant de lhistoire Droz, marzo 1995 pp. 364, F 180 Si tratta di una monografia su di un intellettuale giapponese di tutto rilievo, vissuto tra il 1920 ed il 1983. Lautore uno specialista del settore.

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McClamrock, Ron Existential Cognition. Computational Minds in the World The Univ. of Chicago Pr., marzo 1995 pp. 192, $ 29 Questo libro sintetizza lo stato in cui si trovano la filosofia e la scienza cognitiva, rispetto a come la mente interagisce con il mondo per produrre pensieri, idee ed azioni. Lindagine di McClamrock ha implicazioni per la filosofia, la scienza cognitiva, linformatica e la psicologia. McCulloch, Gregory The Mind and its World Routledge, maggio 1995 pp. 264, UK 12.99 Questo libro propone unintroduzione ad una serie di controversie contemporanee che caratterizzano il campo della filosofia della mente e del linguaggio. Vengono considerati gli ultimi dibattiti che si svolgono in ambito filosofico e della scienza cognitiva riguardo alla tematica se il soggetto pensante abbia bisogno di un ambiente, in modo di essere in grado di pensare. McGuinness, Brian (a cura di) Ludwig Wittgenstein: Cambridge Letters. Correspondence with Russell, Keynes, Moore, Ramsey and Graffi Blackwell Publishers, maggio 1995 pp. 200, UK 45.00 Si tratta di una raccolta di lettere scritte tra Wittgenstein ed i rappresentanti della Scuola di Cambridge. Chi scrive a Wittgenstein non fa parte solo della sua cerchia di allievi, ma anche suo ispiratore e mentore, come, per esempio, Bertrand Russell. Meehan, Johanna (a cura di) Habermas and Feminism Routledge, aprile 1995 pp. 256, UK 12.99 I saggi contenuti in questo lavoro analizzano diversi aspetti della teoria di Habermas, a partire dalla sua teoria morale, per arrivare fino agli argomenti politici dellidentit e della partecipazione. Essi illustrano anche il significato potenziale che il lavoro di Habermas pu avere per le riflessioni femminili sul potere, le norme e la soggettivit. Mendelssohn, Harald von Sren Kierkegaard. Ein Genie in einer Kleinstadt Klett-Cotta, marzo 1995 pp. 320, DM 58 Mensching, Gnther Thomas von Aquin Campus, marzo 1995 pp. 150, DM 24,80 Con questo volume, lautore vuole proporre una nuova lettura di questo filosofo. Egli cerca di vedere Tommaso dAquino nel segno del grande Illuminismo europeo, al fine di permetterne una lettura laica. Merleau-Ponty, Maurice La nature: notes, cours du Collge de France; suivi de Rsums de cours correspondants de Maurice Merleau-Ponty Seuil, aprile 1995 pp. 380, F 149 Si tratta di un approccio al concetto di natura ed alla sua storia da parte di un filosofo, il quale eredita le sue teorie direttamente da Husserl e Heidegger. Il volume si rivolge agli specialisti del settore. Merolle, Vincenzo The Correspondence of Adam Ferguson Pickering & Chatto, aprile 1995 UK 135.00 Questa edizione della corrispondenza di Adam Ferguson contiene oltre quattrocento lettere, di cui la maggior parte inedita. Nella corrispondenza sono incluse lettere tra Ferguson e Adam Smith, tra David Hume e Alexander Carlyle e di molte altre figure dellIlluminismo scozzese. Merton, Thomas Conjectures of a Guilty Bystander Burns & Oates, maggio 1995 pp. 368, UK 10.95 In questa serie di note, opinioni, esperienze e riflessioni Thomas Merton esamina alcuni degli argomenti morali pi urgenti del suo tempo. Oltre a queste riflessioni, Padre Merton commenta il pensiero a lui contemporaneo di autori come Camus, Gandhi e Barth. Merton, Thomas The Way of Chuang Tzu Burns & Oates, maggio 1995 pp. 160, UK 6.95 Questo libro, che il risultato di cinque anni di lettura, di studio e di meditazione, descrive il pensiero di Chuang Tzu, il pi spirituale dei filosofi cinesi ed il portavoce del taoismo. Il libro illustrato con disegni tratti dal Libro della pittura Tao. Meyerson, Emile De lesplication dans les sciences, 1927 Fayard, marzo 1995 pp. 784, F 390 In quanto filosofo, Meyerson si contrappone al convenzionalismo ed al positivismo, perch sostiene che essi operano una razionalizzazione del reale. In questopera, egli testa la sua teoria della scienza attraverso dei confronti storici e filosofici. Egli mostra anche che le teorie sbagliate, rovesciate, sono interessanti quanto quelle vere. Questo volume incontrer il favore del pubblico. Miller Jr, Fred D. Nature, Justice, and Rights in Aristotles Politics Clarendon Press, aprile 1995 pp. 384, UK 40 Questo studio del testo di Aristotele si oppone allidea che il concetto dei diritti sia alieno al pensiero di Aristotele, portando a prova dellopinione di Miller la descrizione di come la teoria della giustizia di Aristotele sia in realt una pretesa di diritti individuali, che sono sia politici che basati sulla natura. Miller, David Pluralism, Justice, and Equality: Reading Spheres of Justice Oxford UP, aprile 1995 pp. 320, UK 13.99 I saggi di questo volume sostengono e sviluppano le idee centrali del precedente lavoro di Michael Walzer, Spheres of Justice. Misrahi, Robert Construction dun chteau: trait du bonheur Seuil, aprile 1995 pp. 155, F 29 Il castello la dimora dellessere? Proprio per rispondere a questa domanda stato scritto questo libro. Esso si trasforma in una proliferazione barocca di una metafora o in una costruzione onirica e architettonica di qualcosa di immaginario. Il pubblico trover questo libro molto interessante. Molnr, Gza von Goethes Kantstudien. Eine Zusammenstellung nach Eintragungen in seinen Handexemplaren der Kritik der reinen Vernunft und der Kritk der Urteilskraft Bhlaus Nachfolger Vlg., marzo 1995 pp. 358, DM 48 Moser, Paul - Trout, J.D. (a cura di) Contemporary Materialism: A Reader Routledge, marzo 1995 pp. 400, UK 16.99 Questo lavoro analizza il materialismo, in modo da riflettere limpatto cha ha avuto sul pensiero moderno nel campo della metafisica, della filosofia della mente e della teoria dei valori. Gli scritti qui raccolti forniscono il tracciato dei problemi contemporanei, delle posizioni e dei temi del materialismo. Muglioni, Jacques Auguste Comte: un philosophe pour notre temps Kim, aprile 1995 pp. 192, F 135 Lopera di Comte coniuga la riflessione filosofica, cio lo spirito dinsieme e limmensa storia i cui sviluppi rappresentano lumanit indivisibile. Come si pu uscire da questa grande crisi storica che si eternizza sotto i nostri occhi, senza che si possa intravedere, nel mondo presente e presso gli spiriti migliori, qualche soluzione di pensiero o rappresentazione positiva dellavvenire? Si tratta di un volume di ambito universitario. Mller, G. Das kritische Geschft der Vernunft. Symposium zur Ehre von Gerhard Funke Bouvier, aprile-maggio 1995 pp. 112, DM 49 Si tratta dei quattro interventi presentati durante il simposio in onore di Gerhard Funke, dedicato alla questione delluso critico della ragione nella teoria e nella prassi. Munster, Arno La diffrence comme non-indifference: thique et altrit chez Emmanuel Lvinas Kim, marzo 1995 pp. 160, F 120 Il volume contiene una conversazione con E. Lvinas, il quale - mettendo al centro del suo pensiero lepifania del viso come esteriorit che danneggia e lacera il sensibile - oltrepassa i limiti della filosofia classica: egli fonda un pensiero delletica e del significato primario che trover unespressione originale nella sua filosofia della trascendenza etica presso altri autori. Nasr, Seyyed Hossein Islamic intellectual tradition a cura di Mehdi Aminrazavi Curzon Press, maggio 1995 pp. 360, UK 35 Questo volume riunisce numerosi saggi del metafisico iraniano ed ontologista Seyyed Hossein Nasr, riguardanti la filosofia islamica e gli intricati rapporti tra la cultura persiana e le sue scuole filosofiche. Natoli, Salvatore I nuovi pagani Il Saggiatore, aprile 1995 pp. 144, L. 22.000 Una riflessione intorno alla possibilit, per luomo contemporaneo, di abitare diversamente il nostro pianeta. Neuser, Wolfgang Natur und Begriff. Zur Theoriekonstruktion und Begriffsgeschichte von Newton bis Hegel J.B. Metzler, marzo 1995 pp. 225, DM 58 Sullo sfondo di una teoria della storia dei concetti, vengono studiate diverse concezioni di conoscenza della natura che sono riscontrabili nella fisica e nella filosofia post-newtoniane. Nietzsche, Friederich Werke. Kritische Gesamtausgabe tomo 2, vol. IV: Vorlesungsaufzeichnungen a cura di F. Bormann de Gruyter, marzo 1995 pp. 637, DM 270 Questa parte delledizione completa in quattro volumi ed otto tomi delle opere di Nietzsche contiene dei testi che erano fin qui rimasti inediti, tra i quali la traduzione del libro I e di alcune parti del libro II della Retorica di Aristotele, cos come lintroduzione allepigrafica latina. Nietzsche, Friederich The Complete Works of Friedrich Nietzsche: Unfashionable Observations Vol. 2 a cura di Richard T. Gray Stanford UP (CUP), maggio 1995 pp. 280, UK 25. Viene qui presentata la traduzione inglese delle Unzeitgeme Betrachtungen (Unfashionable Observations) di Nietzsche. Il tema che collega questi quattro saggi latteggiamento di Nietzsche rispetto ai movi-

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menti principali e popolari della cultura europea, e soprattutto tedesca, a lui contemporanea. OConnor, T. (a cura di) Agents, Causes and Events. Essays on Indeterminism and Free Will Oxford UP, aprile-maggio 1995 pp. 288, 15 I saggi di questo volume raccolgono le pi importanti discussioni riguardanti le prospettive di arrivare ad un resoconto indeterministico soddisfacente della libert dazione. Oehler, Klaus Sachen und Zeichen. Zur Philosophie des Pragmatismus Klostermann, aprile-maggio 1995 pp. 270, DM 68 Gli argomenti trattati nei saggi qui riuniti coprono il periodo tra il 1968 ed il 1994, e sono stati scritti in relazione alle lezioni ed ai seminari dellautore, legati alla filosofia del pragmatismo e soprattutto intorno alla figura di Peirce. Osterman, Bernt Value and Requirements: An Enquiry Concerning the Origin of Value Avebury, aprile 1995 pp. 202, UK 35 Questa monografia analizza le origini del valore. Vengono stabiliti i suoi fondamenti concettuali e si fa riferimento alle idee di von Wright, Mackie e Lewis. Viene analizzata lapplicazione alla vita e al mondo del giudizio sul valore e viene discusso il modo di argomentare di questi autori. Papadopoulo, Alexandre Introduction la philosophie russe: des origines nos jours Seuil, marzo 1995 pp. 300, F 180 Il panorama di una filosofia nazionale che esprime i caratteri propri ai russi, il loro atteggiamento davanti alla vita ed alla morte, la giustizia e lingiustizia, la morale e la religione: da Lomonossov a Herzen, da Khomiakov e Gogol a Tolsto, da Soloiev e Dostoevsky a Berdiaev, da Bakunin a Plekhanov e Lenin, da Florensky a Soljenitsyne. Si tratta di un libro indirizzato al grande pubblico. Pappas, Nickolas Plato and The Republic Routledge, aprile 1995 pp. 208, UK 7.99 Questo testo guida il lettore attraverso La repubblica di Platone, la sua opera pi importante. Con questo volume, vengono offerti il contesto, lanalisi, il testo; ma viene anche affermata limportanza di Platone per il pensiero occidentale. Patocka, Jan Papiers phnomnologiques a cura di Erika Abrams J. Millon, maggio 1995 pp. 304, F 190 Questa raccolta di scritti, degli anni 1965-1976, propone due assi principali: quello del movimento dellesistenza e quello del movimento dellapparizione, in un confronto critico con il pensiero di Husserl, Heidegger e Fink. Da un asse allaltro, si trovano le premesse dellelaborazione della fenomenologia asoggettiva. Il volume di ambito universitario. Peckhaus, Volker Hermann Ulrici (1806-1884). Der Hallesche Philosoph und die englische Algebra der Logik Hallescher Vlg., aprile-maggio 1995 pp. 184, DM 24,80 Il volume contiene una scelta di testi di Ulrici sulla logica ed una bibliografia dei suoi scritti. Peetz, Siegbert Die Freiheit im Wissen. Eine Untersuchung zu Schellings Konzept der Rationalitt Klostermann, aprile-maggio 1995 pp. 360, DM 98 La tesi di queste analisi che lo specifico del concetto della razionalit di Schelling da vedere nella libert che costituisce la possibilit di stabilire un comportamento alterabile, che deve essere applicato, al fine di permettere la costituzione del sapere e delle modalit della conoscenza. Perloff, Majorie Postmodern Genres Univ. Oklahoma Press, aprile 1995 pp. 288, UK 14.50 Questo testo mette in risalto il valore e la portata della cultura al di l delle discipline tradizionali della vita professionale e mette alla prova i limiti delle arti letterarie, musicali, grafiche, plastiche e di performance..Nel libro si sostiene che il post-modernismo trasforma linterpretazione minando sottilmente le affermazioni generiche. Perone, Ugo Nonostante il soggetto Rosenberg & Sellier, aprile 1995 pp. 192, L. 28.000 Piana, Giovanni Mondrian e la musica Guerini, aprile 1995 pp.120, L. 16.000 Le relazioni estetico-filosofiche che legano lo stile pittorico di Piet Mondrian alle tendenze delle avanguardie musicali che gli furono contemporanee. Picavet, Emmanuel Approches du concret: une introduction lpistmologie Ellipses-Marketing, aprile 1995 pp. 158, F 95 Si tratta di unintroduzione ad alcuni dei maggiori temi della teoria della conoscenza e della filosofia della scienza. un libro indirizzato al grande pubblico. Pich, Claude Le jugement critique en appel: Kant et ses pigones Vrin, aprile 1995 pp. 248, F 198 Contrariamente alle apparenze, la facolt di giudizio al centro della Critica della ragion pura di Kant. In questopera, consacrata ai problemi di fondamenti della filosofia, ci si interroga sul senso delleclissi di questa facolt in Reinhold e Fichte, ma anche in Habermas. Si tratta di un libro di ambito universitario. Pieper, Josef Werke in acht Bnden vol. III: Schriften zum Philosophiebegriff Felix Meiner, aprile-maggio 1995 pp. 336, DM 76 Il primo volume delledizione delle opere di Pieper contiene, insieme a scritti gi pubblicati, anche delle conferenze inedite, il discorso in occasione dellabilitazione a Mnster, la conferenza introduttiva (la preparazione filosofica) e quella sulla filosofia non cristiana del periodo in cui si trovava come professore ospite negli Stati Uniti. Pietschmann, Herbert Das Ende des naturwissenschaftlichen Zeitalters Weitbrecht, marzo 1995 pp. 368, DM 39 Si tratta di un viaggio molto particolare nel pensiero delle scienze naturali. unopera fondamentale per la storia della scienza moderna. Pinto, Louis Les neveux de Zarathoustra: la rception de Nietzsche en France Seuil, aprile 1995 pp. 205, F 130 Nietzsche, tradotto molto presto, stato, per la Francia, un punto di riferimento essenziale ed poi stato ancora pi considerato negli anni 60. Per capire come Nietzsche sia diventato filosofo, bisogna ricostruire la genealogia delle diverse interpretazioni che possono essere comprese attraverso la storia sociale degli interpreti. Si tratta di un libro indirizzato a tutti i lettori, senza distinzione di sorta. Platone The Statesman tr. e a cura di Julia Annas Cambridge UP, marzo 1995 pp. 200, UK 9.95 Questa traduzione, con bibliografia, note ed introduzione, de Il Politico di Platone, la sua opera politica cos poco considerata, fondamentale per comprendere lo sviluppo del suo pensiero politico. Per certi aspetti, questopera continua i temi de La repubblica , in particolar modo limportanza della conoscenza e del sapere come requisiti per dirigire gli altri. Platone Concordantae in Platonis opera omnia pars I: Euthyphiro curavit Mauro Siviero Olms, aprile-maggio 1995 pp. 212, DM 68 Plotino Ennead III.6 a cura di D.B. Fleet Clarendon Pr., aprile-maggio 1995 pp. 544, 40 Questedizione in inglese dellopera di Plotino, con unintroduzione ed il commento, lunica versione di questo lavoro presentata da uno specialista del settore. Tutto ci che nel commento si trova in greco, tradotto e lopera presentata sotto forma di testo a fronte. Porte, Michle (a cura di) Passion des formes: dynamique qualitative smiophysique et intelligibilit, Ren Thome vol. II ENS Fontenay-Saint-Cloud aprile 1995 pp. 821, F 220 Il volume traccia lo sviluppo della filosofia e della storia delle matematiche qualitative: dallattualit di Aristotele alla nuova geometrizzazione della fisica quantitativa. Relaziona anche sulla storia e la filosofia delle scoperte e sulle vie della ricerca in tutti i campi della conoscenza. Il libro indirizzato agli specialisti del settore. Praetorius, Ina Skizzen zur feministischen Ethik M. Grnewald, marzo 1995 pp. 168, DM 29,80 Pzrywara, Erich Analogia entis metafisica Vita e Pensiero, aprile 1995 L. 87.000 La struttura originaria e il ritmo cosmico. Rai, Milan Chomskys Politics Verso, maggio 1995 pp. 160, UK 12.95 Si tratta di uno studio degli scritti politici di Noam Chomsky. Il libro unintroduzione alle idee fondamentali che sono alla base della critica dei mass media e dellordine nella nostra epoca da parte di questo intellettuale. Vengono inclusi un sommario della sua visione del futuro e della sua personale visione del socialismo libertario. Rath, Ingo W. Wenn Pan gewhrt... Platons Philosophie als mythologische Grenzerfahrung Passagen-Vlg., marzo 1995 pp. 208, S 320 Requate, Angela Die Logik der Moralitt in Hegels Philosophie des Rechts Junghans, aprile-maggio 1995 pp. 126, DM 28

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Resnik, Salomon Sul fantastico Vo. 2: Impatti estetici Bollati Boringhieri, maggio 1995 pp. 240, L. 38.000 Lesperienza estetica non prescinde mai, per sua natura, dalla sensibilit dellosservatore e dalla sua disponibilit a lasciarsi prendere dalloggetto in cui lattivit creativa dellartista si esplicata. Reynolds, Dee Symbolist Aesthetics and Early Abstract Art: Sites of Imaginary Space Cambridge UP, aprile 1995 pp. 220, UK 40.00 Si tratta di unanalisi del ruolo dellimmaginazione sia nella letteratura che nella critica dellarte. Questo testo esamina i lavori di Rimbaud, Mallarm, Kandinsky e Mondrian, ridefinisce i rapporti tra il simbolismo e larte astratta ed indica delle prospettive metodologiche per uno studio comparato della poesia e della pittura. Richir, Marc La naissance des dieux Hachette, maggio 1995 pp. 191, F 75 Da dove vengono gli dei e la loro genealogia? Il caso degli dei greci, nel percorso che va dalle leggende della fondazione delle citt fino alla tragedia, permette di cogliere un lavoro di mitologizzazione che mira a giustificare la legittimit della regalit. Ma questo legame cos complesso che il lavoro della giustificazione fallisce ogni giorno, finch verr rimesso in discussione il pensiero filosofico, insieme alla poesia tragica. Rist, J.M. Plotino. La via della realt Melangolo, maggio 1995 pp. 300, L. 28.000 Monografia di Plotino. Traccia un profilo della sua filosofia e approfondisce alcuni modi tematici ancora inesplorati: i suoi rapporti con Platone; la conoscenza delluno; la bellezza, il bello e il bene, il libero arbitrio; la felicit. Robinson, Michael D. Eternity and Freedom: A Critical Analysis of Divine Timelessness as a Solution to the Foreknowledge/free will Debate Univ. Press America, aprile 1995 pp. 266, UK 37.95 Lautore sostiene che esiste un modello del tempo divino che permette a Dio di avere la conoscenza del futuro senza che questo metta in pericolo il libero arbitrio. Il libro sostiene che la conoscenza senza limiti temporali di Dio pu essere interessata dagli avvenimenti delle creature, visto che questo un pre-requisito per la vera libert umana e per linterazione della personalit divina con la creatura. Rodi, Fr. (a cura di) Dilthey -Jahrbuch fr Philosophie und Geschichte der Geisteswissenschaften vol. IX/1994-95 Vandenhoeck & Ruprecht aprile-maggio 1995 pp. 390, DM 98 Roehr, Sabine A Primer on German Enlightenment: With a Translation of Karl Leonhard Reinholds The Fundamental Concepts and Principles of Ethics Univ. Missouri Press, maggio 1995 pp. 304, UK 36.95 Questo lavoro in grado di fornire il contesto del lavoro di Reinhold e permette quindi di apprezzarne la portata. Il volume analizza gli elementi morali, religiosi, politici e filosofici dellIlluminismo tedesco, cos come la storia del loro sviluppo ed illustra come il concetto di illuminismo di Kant non fu il solo ad influenzarne la crescita. Roetz, Heiner Konfuzius C.H. Beck, marzo 1995 pp. 133, DM 19,80 Lautore ricostruisce, sulla base di traduzioni proprie, la struttura fondamentale delletica del confucianesimo, con un risultato: nonostante laccento sulla tradizione e la societ, la sua etica si fonda sul pensiero del s e dellautonomia - con unanalogia con il pensiero occidentale. Rorty, Richard Lespoir au lieu du savoir: introduction au pragmatisme Albin Michel, aprile 1995 pp. 153, F 89 Si tratta di unintroduzione alla corrente filosofica dominante negli Stati Uniti, il pragmatismo. Secondo la filosofia pragmatica, la filosofia dovrebbe essere sgombrata dal discorso ontologico, in favore di una teoria dellazione che sarebbe il fondamento teorico della democrazia. Si tratta del primo e del secondo ciclo introduttivi. Rosen, Zvi Max Horkheimer C.H. Beck, marzo 1995 pp. 170, DM 24 Rossi, Jean-Grard Le problme ontologique dans la philosophie analytique Kim, maggio 1995 pp. 288, F 175 Il problema della legittimit della questione tra il soggetto ed il predicato serve qui da filo conduttore per una rilettura della filosofia analitica, mettendo in rilievo il problema del dualismo ontologico dei particolari e degli universali, permettendo anche di liberare gli schemi concettuali rivali. Nel periodo tra le due guerre, emerge un nuovo schema concettuale: la nozione dellavvenimento. Si tratta di un volume di ambito universitario. Rossi, Paolo Naufragi senza spettatore. Storia dellidea di progresso Mulino, maggio 1995 pp. 130, L. 15.000 La tensione essenziale tra la speranza di novit straordinarie e langoscia di imminenti catastrofi presente fin dallorigine della modernit. Alle giovani generazioni lautore augura che, senza credere nel mito del progresso unilaterale, esse possano sempre nutrire ragionevoli speranze per il proprio futuro. Rowe, Ch.J. (a cura di) Reading the Statesman. Proceedings of the 3rd Symposium Platonicum Academia-Vlg., marzo 1995 pp. 420, DM 98 Il volume presenta gli interventi tenuti nel corso del terzo Symposium Platonicum. Royle, Nicholas After Derrida Manchester UP, aprile 1995 pp. 28, UK 12.99 Questo studio su Derrida mira a spiegare che cosa Derrida a da dire su di una serie di argomenti, compresi i molluschi, la sorpresa, il sentire le voci, il pericolo assoluto, la telepatia, il riso, gli autoritratti ed i fantasmi. Il libro presenta anche una serie di interpretazioni diverse, che precedono e seguono Derrida. Russell, Bertrand La conoscenza del mondo esterno Tea, maggio 1995 pp. 234, L. 14.000 La raccolta delle conferenze tenute da Russell nel 1914 a Boston sulla natura, i limiti e le possibilit del metodo logico analitico in filosofia. Rutherford, Donald Leibniz and the Rational Order of Nature Cambridge UP, maggio 1995 UK 35 Il testo cerca di dimostrare lunit sistematica del pensiero di Leibniz, in cui convivono coerentemente la teodicea, letica, la metafisica e la filosofia naturale. Lidea fondamentale che sottosta al suo sistema quella della natura concepita come un ordine stabilito da Dio in modo da massimizzare le opportunit per lesercizio della ragione. Rutherford, P.B. The Art of Plato Duckworth, aprile 1995 pp. 256, UK 40 Questo studio un contributo allinterpretazione letteraria dei dialoghi di Platone, sulla base della loro struttura formale, della loro caratterizzazione, della lingua e del linguaggio figurato. Vengono prese in considerazione laGorgia , il Simposio, la Repubblica ed il Fedro e viene esaminata la personalit di Socrate. Sadler, Ted Nietzsche: Truth and Redemption. Critique of the Postmodernist Nietzsche Athlone Press, maggio 1995 pp. 200, UK 42 Il volume tende a controbattere alle interpretazioni dei commentatori postmoderni che, ricostruendo il rapporto di Nietzsche con Schopenhauer e Heidegger, sostengono che Nietzsche non era n un relativista n un pluralista e che egli apprezzava la verit a livello esistenziale. Sainsbury, R.M. Paradoxes Cambridge UP, maggio 1995 UK 10.95 Questa nuova edizione aggiornata di questo testo, prende in considerazione anche dei nuovi lavori sui paradossi. Vengono quindi forniti unintroduzione ad una serie di paradossi ed alle loro possibili soluzioni, insieme a delle domande che sollecitino il lettore ad occuparsi di questi argomenti e a dei riferimenti bibliografici alla letteratura sullargomento. Santiago-Otero, Horacio (a cura di) Dialogo filosofico-religioso entre cristianismo, jiudaismo e islamismo durante la edad media en la peninsula iberica Brpols, aprile 1995 pp. 507, F 325 Il volume raccoglie gli interventi, in lingua spagnola, francese ed inglese, tenuti durante il convegno internazionale svoltosi a Sao Lorenzo de El Escorial dal 23 al 26 giugno 1991 ed organizzato dalla Societ internationale pour ltude de la philosophie mdiovale. Le interferenze tra le culture cristiana, ebrea e musulmana nellelaborazione della cultura spagnola sono al centro delle relazioni degli specialisti del settore. Santoni, Ronald E. Bad Faith, Good Faith and Authenticity in Sartres Early Philosophy Temple Univ., maggio 1995 pp. 256, UK 19.95 Nel corso dellelaborazione della sua filosofia, Sartre sembra essersi occupato della malafede, la naturale predisposizione umana a sfuggire alla nostra libert e di mentire a noi stessi. Questo studio presenta unanalisi, una ricostruzione ed una differenziazione di questo argomento nelle prime opere di Sartre. Santos, Boachentura de Sousa Towards a New Common Sense: Law, Science and Politics in the Paradigmatic Transition Routledge, aprile 1995 pp. 550, UK 17.99 Considerando i tre concetti-chiave (legge, potere e scienza), Santos dimostra che ci sono stati degli spostamenti epistemologici nel campo del pensiero critico sociale ed enfatizza limpotenza della modernit nel trasformare decisamente la vita quotidiana e la pratica di vita.

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Schaub, Diana J. Erotic Liberalism: The Feminized Philosophy of Montesquieus Persian Letters Rowman & Littlefield, aprile 1995 pp. 224, UK 19.95 Il volume si occupa delle Lettere persiane di Montesquieu, sostenendo che questo racconto una critica filosofica al dispotismo, in tutte le sue forme: domestico, politico e religioso. Il libro rivela che Montesquieu pensava che lIlluminismo fosse fallito, come filosofia, perch non aveva riconosciuto che lessere umano un essere erotico. Schelling, F.W.J. ber das Wesen der menschlichen Freiheit a cura di O. Hffe - A. Pieper Akademie Vlg., aprile-maggio 1995 pp. 250, DM 29,80 Tredici autori analizzano lo scritto di Schelling del 1809, ne sondano le fonti e le affermazioni sistematiche. Il bene, il male, il problema della teodicea e della autodeterminazione umana sono al centro delle riflessioni di questi specialisti. Schipper, Lewis Introduction to Philosophy and Applied Psychology. Conversational Topics in Philosophy and Psychology: a Book of Workshops Univ. Press America, aprile 1995 pp. 394, UK 34.95 Questo testo rende accessibili agli studenti le linee fondamentali del pensiero dei grandi pensatori. Allo scopo di sottolineare la natura interattiva del processo di insegnamento e di apprendimento, il testo strutturato in workshop , che si occupano di focalizzare lattenzione principalmente sulla filosofia, con alcuni riferimenti ad argomenti correlati di psicologia. Schmid, Peter A. Ethik als Hermeneutik. Systematische Untersuchungen zu Hermann Cohens Rechtsund Tugendlehre Knigshausen & Neumann aprile-maggio 1995 pp. 300, DM 68 Il primo confronto di Cohen con letica kantiana lo porta a considerare letica come una ermeneutica del mondo umano. La filosofia della religione di Cohen si dimostra essere unestensione, in senso stretto, degli scopi sociali e politici, ma con altri mezzi. Schmidtz, David Rational Choice and Mor al Agency Princeton UP, marzo 1995 pp. 296, $ 40 razionale essere morali? Come possono coniugarsi la razionalit e la moralit, nel loro essere umane? Queste domande sono al centro dellesplorazione dei legami tra razionalit e moralit condotta da Schmidtz. Questindagine introduce ai campi della meta-etica e della teoria della scelta razionale, visto che lautore sviluppa delle concezioni legate a cosa significhi essere morali e razionali. Schnell, Martin W. Phnomenologie des Politischen W. Fink, marzo 1995 pp. 345, DM 68 Husserl e Gurwitsch concepiscono la fenomenologia come una scienza universale che mostra come ogni cosa data prenda forma per noi. Questo approccio diventa problematico nel caso dei fenomeni politici che Husserl e Gurwitsch riescono ad esprimere in modo insufficiente, per quanto riguarda il significato che loro proprio, in quanto questi autori considerano lesperienza come una sfera priva di conflitti e risanatrice. Scholtz, Gunter Ethik und Hermeneutik. Schleiermachers Grundlegung der Geisteswissenschaften Suhrkamp, aprile-maggio 1995 pp. 328, DM 24,80 Schrer, Christian Praktische Vernunft bei Thomas von Aquin Kohlhammer, marzo 1995 pp. 240, DM 59,80 Si tratta della tesi di abilitazione allinsegnamento universitario tenuta da Schrer presso luniversit di Monaco di Baviera. Schubert, Andreas Platon: Der Staat. Ein einfhrender Kommentar UTB, aprile-maggio 1995 pp. 170, DM 19,80 Il commento getta luce in modo esemplare sugli aspetti centrali di questo capolavoro di Platone. Schulte, Gnter Die grausame Wahrheit der Bibel. Eine Anthropologie unserer Vernunft und unserer Moral Campus Vlg., marzo 1995 pp. 200, DM 38 Lautore intraprende unattenta lettura dei primi libri dellAlto Testamento e rivela che essi sono una pacificazione ed una liberazione dallistinto allomicidio, sia da parte umana che divina, attraverso azioni violente ed offerte sacrificali. Schumann, Maurice Bergson ou Le retour de Dieu Flammarion, aprile 1995 pp. 140, F 90 Il libro descrive le tre tappe decisive del pensiero bergsoniano: la durata, lintuizione e limprevedibilit, a partire dalle quali oggi possibile pensare alla riconciliazione tra razionalit e fede, scienza e libert. Questo saggio anche una testimonianza personale dellautore e dei suoi incontri con i grandi scienziati di questo secolo. Il volume incontrer linteresse del pubblico. Schwarz, O. - Pechmann, A. V. Der global verstrickte Mensch. Neues Handeln aus anthropozentrischer Sicht Wiss. Buchges., aprile-maggio 1995 pp. 203, DM 39,80 Gli autori si propongono di fornire una via di uscita alla discussione sugli aspetti ecologici ed etici riguardanti la crisi della sopravvivenza nellepoca moderna che ormai, pur essendo diffusa a livello mondiale, ad un punto morto. Essi collocano al primo posto lesistenza dellantropocentrismo e, attraverso le sbalorditive scoperte degli ultimi cinquantanni (come lauto-organizzazione), arrivano a risultati sorprendenti. Searle, John The Construction of Social Reality Allen Lane, maggio 1995 pp. 256, UK 20 Questo trattato intende considerare come la realt sociale si costruisca attraverso le impressioni dei sensi: come, ad esempio, venga costruita una banconota da cinque sterline a livello sensoriale, con tutto ci che questo implica in termini di valore sociale, a partire dal pezzo di carta stampato che viene visto e toccato. Selby, Keith - Cowdery, Ron How to Study Television Macmillan Press, aprile 1995 pp. 256, UK 8.99 Con questo libro, gli studenti dovrebbero essere in grado di analizzare e discutere ogni programma o genere televisivo. Il volume contiene capitoli dedicati alle maggior parte di emissioni televisive ed aiuta anche a ricercare, preparare e presentare un progetto per gli studi sulla comunicazione ed i media, i Media and Communication Studies. Seneca La vie heureuse, La Brivit de la vie tr. dal latino di F. Rosso Arla, maggio 1995 pp. 192, F 35 Si tratta di un saggio sullincostanza dei principii, linutilit dellaffarismo, la vanit dello spettacolo politico. Questo saggio seguito dalla corrispondenza tra Cartesio e la principessa Elisabeth su la Brevit della vita. Seneca, Lucius Annaeus Naturales Quaestiones Naturwissenschaftliche Untersuchungen tr. e a cura di M.F.A. Brok Wiss. Buchg., marzo 1995 pp. 550, DM 128 Dopo molto tempo, viene qui presentata per la prima volta una traduzione in tedesco delle Naturales Quaestiones . Lo scopo che si prefigge Seneca con questopera di arrivare alla perfezione dei costumi, attraverso la conoscenza della natura e dellintelligenza divina. Shiva, Vandana Monocultura della mente. Punti di vista sulle biodiversit e sulla biotecnologia Bollati Boringhieri, maggio 1995 pp. 188, L. 22.000 Riflessione sulla protezione delle biodiversit, sulle implicazioni della biotecnologia e sulle conseguenze per lagricoltura della preminenza a livello mondiale del sapere scientifico occidentale. Sichre, Bernard Histoires du mal Grasset, maggio 1995 pp. 282, F 125 Una storia della storia del male, cos come viene illustrata da alcuni filosofi e da alcuni romanzieri. Una lunga conclusione spiega perch una storia esaustiva del male estremamente pericolosa per il suo autore. Viene anche spiegato perch tutti i filosofi che hanno voluto pensare al male sono diventati romanzieri. Il volume interesser al grande pubblico. Simplicio Simplicius on Aristotle On the Soul parti I e II, 1-4 Duckworth, maggio 1995 pp. 224, UK 35 In questo volume, il commentatore Simplicio si occupa della prima met del trattato di Aristotele DellAnima , analizzando anche ci che sopravvive in Aristotele dei suoi predecessori e dei suoi stessi rivali, per quanto riguarda la natura dellanima. Questo testo la fonte delle successive teorie neoplatoniche del pensiero e della percezione sensoriale. Socit dEtudes Kantiennes de Langue Franaise Congrs (1; 1993; Dijon). Lanne 1793, Kant: sur la politique et la religion: actes du 1er congrs de la Socit dEtudes Kantiennes de Langue Franaise a cura di Jean Ferrari Vrin, marzo 1995 pp. 272, F 120 Testimone lontano ma attento dei grandi avvenimenti dellanno 1793, Kant pubblicava questo stesso anno due opere importanti: Teoria e pratica e religione nei limiti della semplice ragione . Attraverso la ricostruzione dellorizzonte storico e dei dibattiti filosofici del tempo, questo volume presenta una serie di studi suggestivi su questi due testi di Kant. Si tratta di un libro di ambito universitario.

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Soothill, William E. Hodous, Lewis A Dictionary of Chinese Buddhist Terms Curzon Press, maggio 1995 pp. 550, UK 95.00 Il buddismo ha dominato il pensiero della Cina ed i suoi pensatori per circa mille anni si sono occupati della filosofia buddista. Questo dizionario serve da fonte di interpretazione della cultura cinese, ma anche da importante punto di riferimento per uno studio comparato degli originali sanscriti e pali. Souville, Odile Lhomme immaginatif: de la philosphie esthtique de Bachelard Lettres modernes, maggio 1995 pp. 147, F 140 Si tratta di una lettura, adatta ai nostri tempi, della teoria di Bachelard sullimmaginazione, che privilegia le immagini delle forme e delle materie, rispetto alle immagini delle forme visive. Speer, A. (a cura di) Die Bibliotheca Amploniana. Ihre Bedeutung im Spannungsfeld von Aristotelismus, Nominalismus und Humanismus de Gruyter, marzo 1995 pp. 517, DM 310 Si tratta degli interventi tenuti nel corso del simposio di ricerca sulla Biblioteca Amploniana del marzo 1993. si del mondo e di interpretarlo, impotente di fronte a questa perdita e pu agire solo se si rivolge ad un nuovo metodo di conoscenza: larte. Stein, Gertrude The Geographical History of America Performing Arts Jnls, maggio 1995 pp. 248, UK 12.50 Questo volume, pubbblicato per la prima volta nel 1936, riunisce scritti di prosa, dialoghi, meditazioni filosofiche e brevi commedie di una delle figure pi importanti di questo secolo, una scrittrice influente e caratterizzata dallinteresse per la sperimentalit linguistica. G. Stein presenta le sue opinioni sulla mente umana: che cos, come lavora e come si differenzia dalla natura umana. Steiner, George La nostalgia dellinfinito Anabasi, aprile 1995 pp. 96, L. 10.000 Viene analizzato il problema socio-culturale generato dal declino dei grandi sistemi religiosi istituzionali, il vuoto che essi decadendo avrebbero lasciato dietro di s. Stekeler-Weithofer, Pirmin Sinnkriterien. Die logischen Grundlagen kritischer Philosophie von Platon bis Wittgenstein Schningh, aprile-maggio 1995 pp. 330, DM 98 Sullivan, Shirley D. Psychological and Ethical Ideas. What Early Greeks Say Brill, marzo 1995 pp. 380, FOL 115 Sun-Joo Shin The Logical Status of Diagrams Cambridge UP, aprile 1995 UK 24.95 I diagrammi sono stati considerati troppo a lungo come utensili euristici e quindi come elementi non validi per il riscontro matematico. Questo libro si contrappone a questo pregiudizio contro la visualizzazione nella storia della logica e delle matematiche e fornisce le basi per lavorare in maniera visuale sul ragionamento naturale. Sssbauer, Alfons Intentionalitt, Sachverhalt, Noema. Eine Studie zu Edmund Husserl Alber, aprile-maggio 1995 pp. 520, DM 118 Tallis, Raymond Newtons Sleep: The two Cultures and the two Kingdoms Macmillan Press, aprile 1995 pp. 304, UK 14.99 Il volume esamina i ruoli complementari della scienza e dellarte nella vita umana. Si occupa anche dellaccusa mossa alla scienza a causa del suo vuoto a livello spirituale e di quella riguardante larte che, cercando di rispondere ai bisogni spirituali dellumanit, ignora i bisogni materiali di milioni di persone che vivono nella miseria. Teichman, Jenny Evans, Katherine (a cura di) Philosophy: A Beginners Guide Blackwell, marzo 1995 pp. 301, UK 10.99 Questo testo fornisce unintroduzione alla filosofia, cos come viene studiata nei paesi di lingua inglese. Il lettore viene guidato attraverso le questioni centrali ed importanti delle filosofia, della natura dellesistenza, del sapere, della libert, di Dio, della morale, della politica, della scienza, dei meccanismi e degli scopi della ragione e dellesistenza umane. Teichman, Jenny (a cura di) An Introduction to Modern European Philosophy Macmillan Press, aprile 1995 pp. 288, UK 14.99 Questo volume contiene dei saggi su Hegel, Kierkegaard, Marx, Nietzsche, Sartre, Simone de Beauvoir, Habermas, Foucault, tra gli altri, e sugli avvenimenti del 68. Nel libro possibile trovare anche delle descrizioni delle diverse tradizioni della filosofia europea del XIX e del XX secolo, con una rassegna di diversi punti di vista. Thiel, Christian Philosophie und Mathematik. Eine Einfhrung in ihre Wechselwirkungen und in die Philosophie der Mathematik Wiss. Buchges., aprile-maggio 1995 pp. 364, DM 49,80 Thompson, Mel Teach Yourself Philosophy Teach Yourself, maggio 1995 pp. 192, UK 5.99 Si tratta di unintroduzione, accessibile a tutti, alle questioni centrali della filosofia occidentale e a come i maggiori filosofi le abbiano esplorate. Che cosa possiamo sapere con certezza del mondo e di noi stessi? Possiamo provare lesistenza di Dio? Come sono legati il corpo e la mente? Queste sono alcune delle domande su cui ci si interroga. Tilliette, Xavier Recherche sur lintuition intellectuelle de Kant Hegel Vrin, aprile 1995 pp. 296, F 230 Come mai lintuizione intellettiva, bandita da Kant, stata reintegrata cos prontamente dai suoi migliori allievi? Perch lintuizione riabilitata divenuta cos impermeabile agli avvenimenti ed agli stati psichici, fino a non perdere il suo carattere intellettivo? Il volume propone uninchiesta nellambito dellIdealismo tedesco e del primo Romanticismo. Si tratta di un saggio di ambito universitario. Tobias, Michael A Vision of Nature: Traces of the Original World Kent State UP, aprile 1995 pp. 312, UK 35.50 Per molte centinaia di anni, gli esseri umani hanno dovuto misurarsi con lidea della natura. In questo testo, lautore cerca di rivelare limpatto estetico, psicologico e filosofico della terra sullumanit. Il libro quindi una panoramica dellestetica ecologica. Treays, Rebecca The Brain Usborne Publishing, maggio 1995 pp. 32, UK 3.99 Questo libro solleva il velo su ci che succede allinterno della mente umana. Utilizzando dei cartoni e dei diagrammi, rivela la complessit dei meccanismi biologici e psicologici del cervello. Vengono esplorati la memoria, le illusioni inconsce ed ottiche, i sogni e lo strano moldo delle percezioni extrasensoriali. Tsai Chih Chung Sunzi Speaks: The Art of War Thorsons, maggio 1995 pp. 160, UK 5.99 Viene qui presentato, sotto forma di fumetto, il classico cinese, il lavoro fondamentale di strategia militare, dal titolo Larte della guerra , che ha influenzato i leader militari, i politici e chi si occupa di affari ad alto livello. Valds, E.G. - Zimmerling, R. (a cura di) Facetten der Wahrheit. Festschrift fr Meniholf Wewel Alber, marzo 1995 pp. 512, DM 98 Van Eck, Caroline The Question of Style in Philosophy and the Arts Cambridge UP, maggio 1995 UK 32.50 I secoli XVIII e XIX testimoniano di un cambio nella percezione delle arti e della filosofia. Nelle arti questo periodo di transizione si pu collocare intorno al 1880. Questi saggi, appartenenti ad una serie in undici tomi, esaminano le circostanze, le caratteristiche e le conseguenze di questo passaggio storico. Vining, Joseph From Newtons Sleep Princeton UP, marzo 1995 pp. 368, $ 30 In unopera sorprendentemente originale, non indirizzata solamente ai procuratori legali ma anche a chi interessato al dilemma dei nostri giorni: la perdita di significato, Vining ci invita a riconsiderare la legge come una forma di pensiero unica, inseparabilmente legata ad ogni cosa del mondo che crea lidentit umana.

Spinoza, Baruch Trait de la rforme de lntendement ; suivi de Les principes de la philosophie de Descartes et de Penses mthaphysiques a cura di Roland Caillois Gallimard, marzo 1995 pp. 257, F 32 Queste opere, considerate come propedeutiche allEtica, contengono tutti gli elementi spinoziani definitivi e permettono anche di misurare la differenza tra i due tipi di pensieri: quello di Cartesio parte dalla coscienza individuale senza arrivare a ritrovare lessere di cui dubita, mentre quello di Spinoza parte dal Tutto, di cui la coscienza individuale un modo. Stachowiak, H. (a cura di) Pragmatische Tendenzen in der Wissenschaftstheorie Felix Meiner, aprile-maggio 1995 DM 298 Steffens, Andreas Poetik der Welt. Von der Erfindung des Unwahrscheinlichen. Mglichkeiten der Philosophie am Ende des Jahrhunderts EVA, aprile-maggio 1995 pp. 152, DM 32 Per via delle distruzioni causate dallessere umano, sono andati persi sia luomo che i mondi. La filosofia, come metodo per appropriar-

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NOVIT IN LIBRERIA
Visker, Rudi Michel Foucault: Genealogy as critique Verso, marzo 1995 pp. 288, 19.95 Si tratta di una ricostruzione del corpus delle opere di Foucault, dalla sua prima opera sulla follia alla Storia della sessualit. Visker offre un ritratto di Foucault come di un autore che non rientra n nella categoria relativista n in quella positivista, ma come linventore di una nuova analisi dei meccanismi moderni del controllo e dellesclusione. Voltaire Dizionario filosofico Einaudi, maggio 1995 pp.430, L.17.000 Waser, Ruedi Autonomie des Selbstbewutseins. Eine Untersuchung zum Verhltnis von Bruno Bauer und Karl Marx 1835-1843 Francke, marzo 1995 pp. 238, DM 68 Weigel, S. (a cura di) Falschenpost und Postkart. Korrespondenzen zwischen Kritischer Theorie und Poststrukturalismus Bhlau, aprile-maggio 1995 pp. 240, DM 35 In questo libro si cerca di rendere visibili alcuni percorsi di contatto: al di l della istituzione paralizzante dei lager, vengono analizzate le forme di corrispondenza tra i primi rappresentanti della teoria critica (in particolare Benjamin ed Adorno) e della teoria francese. Welsch, Wolfgang Vernunft. Die zeitgenssische Vernunftkritik und das Konzept der transversalen Vernunft Suhrkamp, aprile-maggio 1995 pp. 960, DM 148 Questo tipo di ragione dei passaggi ci d delle competenze specifiche per il mondo contemporaneo. Ci mette in condizione di passare da configurazioni di significato a dimensioni di realt diverse tra loro e di prendere in considerazione approcci differenti. Essa ci permette quindi di orientarci allinterno di basi non stabili, costituite come un insieme disordinato. Whitebook, Joel Perversion and Utopia: A Study of Psychoanalysis and Critical Theory The MIT Press, maggio 1995 pp. 368, UK 19.95 In questo contraddittorio con le critiche post-moderne della psicoanalisi, Joel Whitebook si schiera per una reintegrazione dellinvestigazione dellinconscio priva di compromessi di Freud, che non escluda gli apporti politici e filosofici della teoria critica. Whitehead, Alfred North Procs et ralit, Essai de cosmologie tr. dallinglese di D.Charles M. Elie - M. Fauchs et al. Gallimard, aprile 1995 pp. 592, F 210 Questo importante testo del filosofo e matematico inglese, apparso nel 1929, coniuga una riflessione epistemologica ed unimmaginazione metafisica audace, dialogando con Platone, Cartesio, Hume e Kant. Lopera offre una visione totale, organica e cosmologica della realt, colta nel suo divenire, dallatomo pi insignificante a Dio. Il volume si rivolge agli specialisti del settore. Wille, R. - Zickwolff Begriffliche Wissensverarbeitung. Grundfragen und Aufgaben Wissenschaftsvlg., marzo 1995 pp. 324, DM 48 Si tratta degli interventi tenuti in occasione della Begriffliche Wissensverarbeitung del febbraio 1995. Sono stati allora discussi i seguenti argomenti: lorientamento filosofico, le questioni sullapporto del sapere, di concetti e sistemi concettuali come i compiti centrali dellanalisi, della comunicazione, della richiesta di informazioni, dellacquisizione del sapere. Wipfler, Pius A. Religion des Geistes. Die Religion ohne Institution R.G. Fischer, marzo 1995 pp. 188, DM 24,80 Wittgenstein, Ludwig Lezioni 1930-1932 Adelphi, maggio 1995 pp. 170, L. 28.000 Le lezioni che il filosofo tenne a Cambridge dal 1930, periodo in cui riprese la sua ricerca filosofica e la profonda revione critica della prospettiva del Tractatus. Wohlman, Avital Mamonide et Thomas dAquin: un dialogue impossible Ed. universitaires de Fribourg aprile 1995 pp. 196, F 190 Questo studio tenta di cogliere i tratti che assume la differenza iniziale, la rottura, tra due modi diversi di concepire il rapporto delluomo con Dio: laccettazione della Legge e dei comandamenti, presso Maimonide e lapertura alla grazia redentrice, in Tommaso dAquino. Si tratta di un saggio di ambito universitario. Wokler, Robert Rousseau and Liberty Manchester UP, maggio 1995 pp. 320, UK 14.99 Questi saggi analizzano il posto assunto dalla libert nella filosofia morale e politica di Rousseau, ed anche le origini, il significato, la forza e la debolezza, la portata delle argomentazioni da lui avanzate. Wolff, Michael Die Vollstndigkeit der Kantischen Urteilskraft. Mit einem Essay ber Freges Begriffsschrift Klostermann, marzo 1995 pp. 320, DM 98 Wolff-Metternich Brigitta-Sophie von Die berwindung des mathematischen Erkenntnisideals. Kants Grenzbestimmung von Mathematik und Philosophie de Gruyter, aprile-maggio 1995 pp. 214, DM 134 Si tratta della tesi di laurea tenuta dalla von Wolff-Metternich presso luniversit di Bonn nel 1993, nella quale si sostiene che i limiti fissati da Kant per la matematica e la filosofia possono essere letti come una critica ad ogni filosofia con pretese di definitivit. Wotling, Patrick Nietzsche et le problme de la civilisation PUF, aprile 1995 pp. 384, F 198 La civilizzazione come problema e questo problema come centro organizzatore di un insieme di questioni in Nietzsche: dal pensiero dellapparenza a quello delleterno ritorno. Si tratta di un asse di riflessioni che permettono, partendo dallipotesi della volont di potenza, di chiarificare il doppio orientamento dellanalisi nietzschiana: geologica e creatrice, medica ed artistica. Si tratta di un saggio di ambito universitario. Wright, Georg Henrik von Erkenntnis als Lebensform. Zeitgenssische Wanderung eines philosophischen Logikers Bhlau, marzo, 1995 pp. 324, S 476 Georg Henrik von Wright, il successore di Wittgenstein a Cambridge ed una figura carismatica della filosofia scandinava, presenta, con questo libro, la sua autobiografia intellettuale. Yun Lee Too The Rhetoric of Identity in Isocrates: Text, Power, Pedagogy Cambridge UP, aprile 1995 pp. 288, UK 35.00 Si tratta di uninterpretazione delle opere di Isocrate, che dimostra come la retorica sia un linguaggio che lautore utilizza per crearsi unidentit politica nellAtene del IV secolo. Il libro mostra anche come il discorso di Isocrate si rivolga alle ansiet che circondano la parola scritta in una cultura che considera la parola pronunciata oralmente. Zabarella, Jacopo ber die Methoden (De methodis)/ber den Rckgang (De regressu) a cura di R. Schicker W. Fink, marzo 1995 pp. 344, DM 68 Quale impronta ha levidenza scientifica? un metodo della logica e se s, perch? Jacopo Zabarella (15331589), uno dei principali pensatori del Rinascimento, risponde a queste domande, che hanno portato alla discussione sui principi della logica in quellepoca. Zeidler, Kurt Walter Kritische Dialektik und Transzendentalontologie. Der Ausgang des Neukantianismus und die post-neukantianische Systematik R. Hnigwalds, W. Cramers, B. Bauchs, H. Wagners, R. Reiningers und E. Heintels Bouvier, marzo 1995 pp. 372, DM 98

(a cura di A.M.; trad. it. di L.T.)

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