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CARTEGGIO

Alexandre Kojve Carl Schmitt

a cura di Carlo Altini

Parigi, 2/V/55

Egregio Professore [Schmitt]!


La ringrazio per avermi cortesemente inviato il Suo brillante saggio sul
nomos1.
Ne ero venuto a conoscenza qualche tempo fa e lavevo letto sul
numero di novembre di Gemeinschaft und Politik. Averlo riletto stato
per me un utile diletto. unimpresa straordinaria riuscire a dire tutto
lessenziale in 10 pagine!
La presente edizione italiana si basa sui testi pubblicati con il titolo Der Briefwechsel
Kojve-Schmitt nel volume Schmittiana. Beitrge zu Leben und Werk Carl Schmitts, hrsg. von
Piet Tommissen, Berlin, Duncker & Humblot, 1998, Band VI, pp. 100-124. Di questo testo
esiste una traduzione inglese, che stata consultata per dovere di verifica e di confronto:
Alexandre Kojve Carl Schmitt Correspondence, edited and translated by Erik De Vries, in
Interpretation, XXIX, 2001, n. 1 (Fall), pp. 91-115.
Per la cortese autorizzazione alla pubblicazione della presente edizione italiana,
doveroso un sincero ringraziamento al prof. Piet Tommissen, agli eredi testamentari di
Alexandre Kojve e alla casa editrice Duncker & Humblot di Berlino.
Da segnalare che tutte le notazioni riportate allinterno delle parentesi quadre [] sono
del curatore della presente edizione, con leccezione del simbolo [?] che indica lilleggibilit
del manoscritto originale secondo ledizione Tommissen. Anche le note del carteggio qui
pubblicato sono da attribuire al curatore della presente edizione italiana, che solo in pochi
casi relativamente ad alcuni dati biografici (cfr. note n. 4, 20, 27, 32, 45, 47 del carteggio
qui pubblicato) ha utilizzato le notazioni del prof. Tommissen. Per motivi di uniformit
editoriale, sono stati resi in corsivo tutti i passi che nel carteggio originale sono sottolineati.
1
Cfr. C. Schmitt, Nehmen / Teilen / Weiden. Ein Versuch, die Grundfragen jeder Sozial-
und Wirtschaftsordnung vom Nomos her richtig zu stellen, in Gemeinschaft und Politik, I,
1953, n. 3, pp. 18-27; trad. it. Appropriazione / Divisione / Produzione. Un tentativo di fissare
correttamente i fondamenti di ogni ordinamento economico-sociale, a partire dal nomos, in C.
Schmitt, Le categorie del politico, Bologna, Il Mulino, 1972, pp. 295-309. Da notare che il
testo schmittiano inviato a Kojve non comprendeva la sezione dedicata alle cinque glosse al
termine nomos (cfr. trad. it. cit., pp. 309-312), visto che essa stata redatta nel 1957-58. In
questa sezione si trova, tra laltro, un breve paragrafo dedicato a Kojve, che pu essere utile
riportare: In un saggio del 18 gennaio 1957, Alexandre Kojve coni, con riferimento al
nuovo Nomos der Erde, lespressione capitalismo distributore. Egli intendeva cos dire che il
capitalismo moderno, tendenzialmente illuminato, che intento allaumento della forza di
acquisto dei lavoratori e allo sviluppo industriale dei paesi sottosviluppati, significa ormai
qualcosa di sostanzialmente diverso dal capitalismo solo appropriatore a cui si riferiva Marx.
Bisogna per ricordare a Kojve che non pu esservi nessun uomo capace di dare ci che, in
un modo o nellaltro, non abbia preso. Solo un Dio che crei il mondo dal nulla pu dare
senza prendere, e anchegli solo nellambito del mondo da lui creato a partire da quel nulla

FILOSOFIA POLITICA / a. XVII, n. 2, agosto 2003


186 Alexandre Kojve Carl Schmitt

Naturalmente avrei da esprimere alcune osservazioni in merito, ma una


lettera non il luogo pi indicato. In linea di massima, tuttavia, posso
dirmi pienamente daccordo con Lei.
Per quanto riguarda le Sue questioni ultime [] risponderei
brevemente con queste parole:
1) in s non esiste pi (certamente dopo Napoleone)
appropriazione [Nehmen] (tutti i tentativi in proposito sono falliti);
2) per noi (ossia per il sapere assoluto) esiste solo la
produzione [Produzieren]!;
3) ma per la coscienza in s (riguardo a USA/URSS) vale ancora
la spartizione [Teilen].
Lobiettivo purtroppo! una spartizione omogenea. Chi nel suo
emisfero la realizzer per primo, diventer lUltimo. Il Point IV degli
Americani2 giunger a spartire pi lentamente rispetto agli accordi tra
URSS e Cina ecc. Tuttavia, nel mondo terreno [weltliche Welt] c altro
da spartire. Per questo difficile formulare una prognosi concreta!
Con la massima stima.
Il Suo devoto [Alexandre Kojve]

Plettenberg (Vestfalia), 9/5/55

Egregio sig. Kojve,


anche se ho ricevuto le prime informazioni su di Lei sette anni or sono
(estate 1948), solo ora mi permetto di inviarle la cartolina allegata3. La Sua
lettera del 2 maggio, che mi stata inoltrata dal dott. [Roman] Schnur4, mi
ha incoraggiato a correre questo rischio. Altrimenti, dovrei temere che, una
volta vista questa cartolina, Lei mi classificherebbe tra le categorie di Lon
Bloy5. Il punto decisivo si trova a pag. 215 del Suo volume Introduction
la lecture de Hegel6. Io non so se il dott. Schnur Le abbia indicato

(op. cit., p. 312). Da notare che il saggio di Kojve a cui fa riferimento Schmitt consiste nel
testo (non pubblicato da Kojve) della conferenza Kolonialismus in europischer Sicht tenuta a
Dsseldorf presso il Rhein-Ruhr-Klub, su cui cfr. infra, lettere del 11.5.1956 e segg.
2
Il riferimento al programma di aiuti per la ricostruzione dei paesi europei e per lo
sviluppo dei paesi arretrati presentato dal Presidente degli Stati Uniti Harry Truman nel
Discorso del gennaio 1949. Da notare che una prima parte di questo programma era gi stato
approvato dal Congresso degli Stati Uniti (anche se relativamente solo alla Grecia e alla
Turchia) nel marzo 1947. Questo programma di aiuti assumer proporzioni colossali,
divenendo successivamente famoso con il nome di Piano Marshall.
3
Impossibile, attualmente, stabilire di quale cartolina si tratti, visto che essa andata
probabilmente smarrita o distrutta.
4
I contatti diretti tra Carl Schmitt e Roman Schnur risalgono con sicurezza almeno al
1951, data dei loro primi scambi epistolari (cfr. Carl Schmitt-Archiv, Hauptstaatsarchiv
Dsseldorf).
5
Si tratta dello scrittore Lon Bloy (1846-1917).
6
Cfr. A. Kojve, Introduction la lecture de Hegel. Leons sur la Phnomnologie de
lesprit professes de 1933 1939 lEcole des Hautes-Etudes runies et publies par Raymond
Queneau, Paris, Gallimard, 1947, p. 215; trad. it. Introduzione alla lettura di Hegel, Milano,
Carteggio 187

correttamente cosa significa per me la hegeliana appropriazione di Dio


[Gott-Nahme]. Molti hanno etichettato Hegel come ateo, e tutti noi
conosciamo lo spiritoso La tromba del giudizio universale di Bruno Bauer7.
Tuttavia, il Suo passo a pagina 215 avrebbe dovuto mutare lintera filosofia
fino ad oggi, se lavessero veramente ascoltato quei filosofi che, nellambito
della divisione accademica del lavoro, sono attualmente responsabili del
diritto dautore dellazienda Filosofia. Non condivido per la Sua
opinione, quando Lei sostiene che lappropriazione avrebbe cessato di
esistere dopo Napoleone, e che oggi tutto verrebbe solo prodotto
[produziert] (prodotto in senso originario) [geweidet]. Ormai, oggi, tutto
viene solo e ancora distrutto [ausgeweidet]. Il Dio terreno [irdische], che
ora solo d e non prende pi, perch crea [schafft] dal Nulla, crea il Nulla
prima di ogni altra cosa da cui egli crea, cio prende [nimmt]8.
Mi permetto di inviarle altres lestratto di un saggio composto in
unoccasione per Lei poco rilevante (si tratta della Festschrift zum 60.
Geburtstag von Ernst Jnger)9, in cui tuttavia riportata unosservazione
per la quale, in tutto il mondo contemporaneo, non riconosco giudice pi
competente di Lei, sig. Kojve.
Il Suo devoto [Carl Schmitt]

Parigi, 16/V/55

Egregio sig. Schmitt,


La ringrazio per la lettera, la cartolina di accompagnamento e il saggio
pubblicato nel volume in onore di Jnger, che ho appena terminato di leggere.
Adelphi, 1996, p. 268 un passo che sembra utile riportare: Nel teismo, lUomo diventa
autocosciente, ma lo fa nel modo della Vor-stellung. Si proietta, cio, al di fuori di se stesso,
stellt sich vor, e, non riconoscendosi pi in questa proiezione, egli crede di essere in
presenza di un Dio trascendente. Cos Hegel potr dire che la sola differenza tra la sua
Scienza e la Teologia cristiana consiste nel fatto che questultima una Vorstellung, mentre la
sua Scienza un Begriff, un concetto sviluppato. Infatti, basta sopprimere la Vorstellung, basta
be-greifen, sapere o comprendere ci che si pro-gettato, basta dire dellUomo tutto ci che il
cristiano dice del suo Dio, per avere lantropologia atea che sta alla base della Scienza di
Hegel.
7
Cfr. B. Bauer, Die Posaune des jngsten Gerichts ber Hegel, den Atheisten und
Antichristen, Leipzig, Otto Wigand, 1841; trad. it. La tromba dellultimo giudizio contro Hegel,
ateo e anticristo, Napoli, Istituto Italiano per gli Studi Filosofici, 1996.
8
Relativamente al problema del rapporto tra appropriazione, spartizione e produzione,
Schmitt critica radicalmente il modello dello Stato sociale, cio quella forma di Stato la cui
specifica funzione consiste nella redistribuzione del prodotto sociale: Questo il caso dei
paesi industrializzati in cui si assestato lo Stato amministrativo che provvede allassistenza
delle masse. Prima di poter distribuire o redistribuire il prodotto sociale, lo Stato deve
appropiarsene, sia attraverso imposte e contributi, sia mediante la distribuzione dei posti di
lavoro, sia con la svalutazione o con altri strumenti diretti e indiretti. In ogni caso le posizioni
di distribuzione o redistribuzione sono pure posizioni politiche di potere che vengono
dapprima prese e poi distribuite. Neppure qui dunque venuto meno il problema
dellappropriazione (C. Schmitt, Appropriazione / divisione / produzione, cit., pp. 311-312).
9
Cfr. C. Schmitt, Die weltgeschichtliche Struktur des heutigen Weltgegensatzes von Ost
und West. Bemerkungen zu Ernst Jngers Schrift Der Gordische Knoten, in A. Mohler
188 Alexandre Kojve Carl Schmitt

Licona Hegel vient en France10 davvero ben riuscita e sembra


abbastanza seria! Conoscendo alcuni dei Suoi scritti, di certo non lavrei
mai classificata nelle categorie di Bloy ovvio che non pu essermi
gradita lespressione commentaire existentialiste de K.. Purtroppo si
tratta per, in Francia, di un fatto usuale e generalizzato. Lunica verit
che ho cercato (e continuo tuttora a cercare) di portare a termine una mise
jour di Hegel. Sono daccordo sul fatto che si intende esistenzialista
come sinonimo di moderno, o addirittura di alla moda.
Naturalmente, Lei ha del tutto ragione: tutto ci che essenziale si
trova alla pagina 215 da Lei citata. Nel mio corso, ho parlato dellantropo-
teismo di Hegel sottolineando, tuttavia, che non si tratta solo di un Dio
mortale [sterblich], ma proprio di un Dio che muore [sterbend] (e forse gi
morto) [gestorben].
Eppure ben pochi lo hanno capito! A parte Lei, mi risulta soltanto un
inglese. In una recensione (che ho smarrito e di cui ho dimenticato anche
lautore) compariva la frase: ma il sig. Kojve umano, come tutti
noi11. Un esempio di vera ironia anglosassone e di Ver[?]zenheit.
Infatti, anche questa frase non stata compresa da nessuno (a parte il
sottoscritto). In passato le cose andavano molto diversamente. Heinrich
Heine, per esempio, lo sapeva bene. Nei Pariser Tagebcher (ho
dimenticato la pagina!) si esprime pi o meno con queste parole: Da
quando non sono pi hegeliano, le cose stanno andando meglio per me. Se
adesso qualcuno mi si presenta lamentandosi della vita e chiedendo aiuto,
gli rispondo: io non sono pi Dio! Si rivolga allistituto adatto, i cui edifici
sono provvisti di torri e campane12.
Ebbene s, ci che luomo ha affermato per millenni su Dio, in
riferimento alluomo (cio a se stesso) e in questo caso abbiamo
lesistenzialismo!! , veramente troppo. Ma cos difficile una tale
semplice comprensione, che, anche dopo il mio libro, solo pochi riescono a
comprendere. E, del resto, chi lo prenderebbe sul serio?!

(hrsg.), Freundschaftliche Begegnungen. Festschrift fr Ernst Jnger zum 60. Geburtstag,


Frankfurt a/M, Klostermann, 1955, pp. 135-167; trad. it. La contrapposizione planetaria tra
Oriente e Occidente e la sua struttura storica, in E. Jnger C. Schmitt, Il nodo di Gordio.
Dialogo su Oriente e Occidente nella storia del mondo, Bologna, Il Mulino, 1987, pp. 133-167.
10
Con tutta probabilit, il riferimento al saggio di M. Dufrenne, Actualit de Hegel, in
Esprit, XVI, 1948, n. 9, pp. 396-408 (su Kojve cfr. pp. 398-399). Meno probabile il
seguente riferimento: G. Canguilhem, Hegel en France, in Revue dhistoire et de philosophie
religieuses, 1948-49, n. 4, pp. 283 ss.
11
Con tutta probabilit, si tratta del seguente articolo: H.B. Acton, Philosophical Survey.
Philosophy in France, in Philosophy, XXIV, 1949, pp. 77-81. Meno probabile invece il
seguente riferimento: A. Duhrssen, Some French Hegelians, in Review of Metaphysics, VII,
1953, pp. 323-337.
12
Difficile stabilire con certezza lopera di Heinrich Heine a cui si riferisce Kojve: forse
si tratta di Pariser Tagebuch (Mengen, Heine Verlag, 1948), oppure di Smtliche Werke
Band XI: Franzsische Zustnde. Kunstberichte aus Paris (Hamburg, Hoffmann und Campe,
1862). Rimane tuttavia dubbio il fatto che la citazione riportata appartenga realmente a queste
opere, visto che non stato possibile individuarla.
Carteggio 189

Allepoca del mio corso (cio prima della guerra), dentro di me ho


sempre letto Stalin al posto di Napoleone, e cos ho interpretato la
Fenomenologia della Spirito per usare la Sua terminologia: Stalin =
Alessandro del nostro mondo = Napoleone industrializzato = impero
mondiale (= terreno).
Ora, io credo che Hegel avesse pienamente ragione e che la Storia
[Geschichte] sia giunta alla fine proprio dopo il Napoleone storico. In
conclusione, e in ultima analisi, Hitler stato solo una riedizione ampliata
e corretta di Napoleone (La Rpublique une et indivisible = Ein Land,
ein Volk, ein Fhrer). Hitler commise lerrore che Lei ha descritto cos
bene a pagina 166 (circa a met)13: ora, tutto ci stato superfluo, visto
che Napoleone aveva fatto, nella sua epoca, proprio come Hitler. Ma
purtroppo Hitler ci ha di nuovo pensato, con 150 anni di ritardo! Cos, la
Seconda guerra mondiale non ha portato nulla di sostanzialmente nuovo. E
la Prima stata soltanto un intermezzo.
Qual era lobiettivo di Napoleone? Superare [aufheben] lo Stato in
quanto tale, in favore della societ [Gesellschaft]. Ed era convinto di
poterci riuscire con una vittoria totale in una guerra totale. Attraverso
questa guerra totale lo Stato in quanto tale (Stato = unit territoriale in
grado di condurre guerre) viene portato a compimento [Vollendung] e
quindi superato.
Tuttavia, anche gli anglosassoni mirano (e avevano gi mirato) allo
stesso obiettivo (con maggior successo). Del resto, con il suo Regno della
libert (per fare che cosa?!), anche Marx non intendeva niente di diverso.
Chi potrebbe riuscirci? Esistono ancora Stati [Staaten] nel senso
proprio della parola, cio governi [Regierungen] che siano qualcosa di
diverso dalle amministrazioni [Verwaltungen] e Politica [Politik] (= guerra)
che sia qualcosa di pi della polizia [Polizei] (Police)? Gli Americani non
hanno mai saputo cosa significassero guerra, politica e Stato (i boys non

13
Cfr. C. Schmitt, Die weltgeschichtliche Struktur des heutigen Weltgegensatzes von Ost
und West, cit., p. 166; trad. it., p. 166. Anche in questo caso, sembra utile riportare il testo in
oggetto: Ci si domanda, infatti, quale sia oggi lattuale appello della storia. Sicuramente, non
pi identico a quello dellepoca in cui gli oceani si spalancarono. Di conseguenza, a questo
appello odierno non si pu pi dare la risposta che venne data a quel tempo. Neppure
servono qui le ulteriori prosecuzioni di questa risposta, n le disperate, ulteriori spinte verso il
cosmo di una tecnica inarrestabile, che hanno soltanto il significato di fare dellastro da noi
abitato, la Terra, una nave spaziale. Sfortunatamente, anche troppo naturale che gli uomini
reagiscano a questo nuovo appello con la vecchia risposta, dato che si dimostrata esatta e
vincente in unepoca precedente. Ed questo il pericolo: ritenendo di essere storici e
attenendosi a ci che stato vero in passato, gli uomini dimenticano che una verit storica
vera una volta sola. Vogliono ignorare che, visto dalla parte degli uomini, un nuovo appello
della storia pu essere soltanto un pre-comando e per lo pi addirittura un pre-comando
cieco. Cos diviene antistorico proprio questo attenersi alla vecchia risposta, e perci anche
troppo naturale che chi in unepoca precedente risultato vincente pi facilmente di altri non
sappia rispondere al nuovo appello della storia. Come potrebbe infatti comprendere che
anche la sua vittoria stata vera una volta sola? E chi sarebbe in grado di istruirlo in
proposito?.
190 Alexandre Kojve Carl Schmitt

cadono come soldati, ma vengono uccisi come agenti di polizia, e


naturalmente nessuno vede niente di buono in questo). (Del resto, Lei
conosce tutto ci molto meglio di me). E lEuropa in procinto di
dimenticarlo. (Mourir pour Dantzig?!). Africa, Asia? No, come Lei
afferma giustamente, la Storia non si ripete due volte e per questi paesi
troppo tardi: non ci sar pi alcuna opportunit di condurre guerre,
quando essi avranno raggiunto il famoso niveau de vie della American
way of life, che consentirebbe loro di pensare agli armamenti. La
conferenza sul disarmo inizia quindi con i migliori presupposti per avere
successo!
Quando, allindomani della guerra, sono entrato come funzionario
(commercio estero = politica estera) nel moderno Stato democratico,
ritenevo (gi da alcuni anni!) che fondamentalmente non esistesse pi
alcuno Stato. Parlamento [Parlament] e governo (ossia i prodotti politici
del passato) si controbilanciano con tale perfezione, che nessuno dei due
pu decidere [entscheiden], deliberare [beschlieen] o semplicemente fare
qualcosa. E, grazie a questa reciproca neutralizzazione del politico,
lamministrazione ha potuto compiere indisturbata il proprio lavoro, cio in
primo luogo amministrare (= organizzare la produzione originaria
[Weiden], per usare la Sua terminologia). Certamente esiste ancora un
certo tipo di politica estera. Ma, al contrario, non esiste pi la politica
interna: tutti vogliono la stessa cosa, cio niente; infatti essi sono
fondamentalmente appagati [zufrieden], anche se non soddisfatti [befriedigt]
(e llite pi insoddisfatta unlite rivoluzionaria, cio potere politico solo
se la massa inappagata). Tuttavia, a questa cosiddetta politica estera
rimasto solo uno scopo: eliminare la Politica (= guerra) dal mondo.
Apparentemente sembra che tutto sia come prima: armamenti, alleanze,
ecc. Eppure tutto cos diverso da esser notato anche dallhomme de la
rue, che non pu pi prendere tutto ci seriamente.
Quando io lho vista (e vissuta), ho compreso che lURSS solo pi
moderna degli altri paesi. Da noi si potrebbero eliminare governo e
Parlamento senza provocare il bench minimo cambiamento. E questa
abolizione stata compiuta proprio in URSS dove, al posto del vecchio
governo, la Rivoluzione non ha insediato alcun nuovo governo, bens una
nuova amministrazione.
Governo senza Parlamento fascismo (tirannide). Si cos cercato di
affermare unequivalenza tra Hitler e Stalin. stato per notato che questa
equivalenza non funziona. Si cos cercato spasmodicamente di trovare un
Parlamento russo, ma senza risultato. Ma a che cosa serve un Parlamento
se esiste un re (= Regius = Stato)?! In altre parole, a che cosa serve un
Parlamento se in ogni caso tutti se ne stanno tranquilli e non esiste alcun
pericolo rivoluzionario, che potrebbe essere gestito in forma
parlamentare (oppure con un re senza Parlamento)?
Che cosa vogliono gli eventuali russi anticomunisti? La stessa cosa
dei comunisti, cio vivere bene e in pace. Gli uni, tuttavia, ritengono
che gli altri vogliano procedere troppo velocemente (Khruschew contro
Carteggio 191

Malenkow). Ma questo non un problema politico e quindi non c


bisogno di alcuna guerra, n di alcuna rivoluzione, e nemmeno di Stati, ma
solo di unamministrazione. E questa esiste gi.
Ecco la prognosi mondiale su base hegeliana: pacificazione
[appeasement] disarmo [Abrstung] (senza indignazione [Entrstung],
per fare un calembour!) politica del Point IV (in caso contrario [?]
disoccupazione negli USA) ripartizione razionale delle materie prime e
dei prodotti industriali (= produzione originaria [Weiden] senza
distruzione [Ausweiden]) in Occidente livellamento del reddito
allinterno di ogni paese e tra i diversi paesi (underdeveloped countries).
E tra dieci o venti anni anche un non-hegeliano dovr notare che
lOriente e lOccidente non solo vogliono (dopo Napoleone) la stessa cosa,
ma addirittura la fanno. Lallineamento diventer semplicissimo.
Tutto questo come commento alla mia affermazione: non pi alcuna
appropriazione [Nehmen], ma solo produzione originaria [Weiden] (con
qualunque metodo di produzione [Produzieren], che dipende dallorario
di lavoro, che funzione delleducazione [Bildung], ossia della possibilit
di non annoiarsi a casa).
Rimane ora il Suo Terra e mare14.
Sono daccordo su tutto (non mi esprimo su ci che brilla, perch
Lei stesso lo conosce), ad eccezione della questione dellepoca [Zeit].
Questa era cos, ma ora non lo pi. E Lei stesso lo afferma, a pagina
15615.
A grandi linee si potrebbe esprimere il problema in questi termini:
Dal punto di vista economico, non esiste pi alcun oceano,
bens solo mari interni (occorreva lanacronismo romano della italica
sconsideratezza di Mussolini per credere, nel XX secolo, che il
Mediterraneo fosse ancora un fenomeno politico; oggi tutto
Mediterraneo).
Dal punto di vista strategico, terra e mare hegelianamente
superato [aufgehoben] in aria [Luft]: tuttavia, una guerra non mai
caduta dalle nuvole, e comunque nessuno ha pi il desiderio di diventare
un aggressore. E l dove tutti vogliono e possono solo difendersi, non
esiste pi Storia e dunque nessun Alessandro.
La prego di scusarmi per questa lettera lunga e confusa. Anche io
volevo per sottoporre a un giudice competente le mie considerazioni
attuali [zeitgemen Betrachtungen].
Il Suo devoto [Alexandre Kojve]

14
In questo caso Kojve non fa riferimento al saggio Land und Meer (1942; 19542) di C.
Schmitt, ma al testo schmittiano pubblicato nel volume in onore di Ernst Jnger (cfr. C.
Schmitt, Die weltgeschichtliche Struktur des heutigen Weltgegensatzes von Ost und West, cit.).
15
Cfr. C. Schmitt, Die weltgeschichtliche Struktur des heutigen Weltgegensatzes von Ost
und West, cit., p. 156; trad. it., p. 156. tuttavia probabile che in questo caso si tratti di un
refuso e che il vero riferimento di Kojve sia ancora alla pagina 166 del testo schmittiano.
192 Alexandre Kojve Carl Schmitt

26/5/55

Egregio sig. Kojve,


ho ricevuto la Sua lettera dell11/516 durante un viaggio nella Germania
meridionale; Le risponder da Plettenberg, al mio ritorno (la prossima
settimana); oggi solo questa conferma e la rassicurazione che capisco bene
lidea di K. rests human. Il fatto che il Point IV rappresenti la nostra
condizione, mi viene qui confermato quotidianamente; io rifuggo nel mio
rifugio dal sovraffollamento delle strade.
Nel contempo desidero inviarle una copia della seconda edizione del
mio innocente trattatello Land und Meer17; mi perdoni se oso sottoporle
una considerazione sulla storia del mondo raccontata a una giovane
fanciulla (mia figlia Anima)18; tuttavia, questa considerazione di fatto
presupposta nel saggio su Oriente e Occidente e, per questo motivo,
tanto pi scusabile.
La ringrazio molto per labbondanza dei Suoi spunti e riflessioni, che
mi ha fornito nellultima lettera!
Il Suo [Carl Schmitt]

Parigi, 28/V/55

Egregio sig. Schmitt,


La ringrazio per la Sua lettera e per avermi cortesemente inviato il Suo
Land und Meer.
Ho letto il volumetto con grande piacere: formulare questioni
importanti in modo semplice e chiaro il frutto di una grande arte!
Le ho gi detto che sono completamente daccordo con Lei sul passato,
per quanto riguarda gli elementi. E ora noto che le nostre opinioni sul
futuro risultano meno divergenti di quanto si potrebbe pensare
considerando il saggio in onore di Jnger.
La Sua risposta alla mia lettera di un interesse straordinario: oggi
esistono ben poche persone che sappiano ancora cosa sono lo Stato e la
Politica (e quindi la Storia), o cosa piuttosto esse fossero.
Ieri ho trascorso tutto il giorno in discussioni burocratiche con inglesi
e americani sul tema della Convertibility19: tutto ci una buona

16
Con tutta probabilit si tratta di un errore: il riferimento dovrebbe infatti essere alla
lettera di Kojve del 165.
17
Cfr. C. Schmitt, Land und Meer. Eine weltgeschichtliche Betrachtung, Leipzig, Reclam,
1942 (Stuttgart, Reclam, 19542); trad. it. Terra e mare. Una considerazione sulla storia del
mondo, Milano, Giuffr, 1986, pp. 31-83 (ora, Terra e mare. Una riflessione sulla storia del
mondo, Milano, Adelphi, 2002).
18
Anima Louise de Otero Schmitt (1931-1983), figlia di Carl Schmitt.
19
Il riferimento ai negoziati per lattuazione delle politiche di cambio monetario
previste con il Trattato di Bretton Woods del 1944.
Carteggio 193

illustrazione della contrapposizione terra-mare, cos come


dellutilizzazione anacronistica delle leons de lHistoire!
Propriamente [?] la filosofia (o la saggezza) [?] epoche, in cui il
pericolo dellanacronismo diventa attuale per la non-filosofia.
Con la massima stima.
Il Suo devoto [Alexandre Kojve]

Plettenberg, 7/6/55

Egregio sig. Kojve,


che lo Stato sia alla fine, vero; questo Dio mortale morto, non c
niente da fare; lattuale, moderno, apparato amministrativo della cura-
assistenziale [Verwaltungs-Apparatur der Daseins-Vorsorge] non
Stato nel senso di Hegel, non governo [Regierung] (non so se Lei da
Parigi ha potuto seguire la commedia grottesca da entrambe le parti
recitata in questi giorni a Gottinga a causa del Ministero dellEducazione20,
una rivisitazione in chiave parodistica dei Sette di Gottinga del 1837)21;
non pi capace di guerra e di condanne a morte; quindi non pi
creatore di storia [geschichtsmchtig]. In tutto questo Lei ha ragione. Ma io
credo che, nel prossimo stadio, i magni homines ora majores homines
dovranno confrontarsi sulla questione dei grandi spazi (Grorume);
grande spazio, ossia uno spazio di pianificazione [Planungs-Raum]
adeguato alla portata della tecnica attuale e futura. Sono convinto che, per
quanto piccola essa possa essere diventata, la nostra Terra non costituisca
ancora ununit di pianificazione [Planungs-Einheit], e non mi pronuncio
sulla possibilit che essa possa diventarlo. Io non intendo il grande
spazio come una contrapposizione ad uno spazio localizzato [Klein-Raum]
(che considero solo in retrospettiva e su un piano secondario), ma piuttosto
nel senso di unopposizione allunit del mondo senso che rende
possibile una pluralit, e con ci uninimicizia dotata di senso [sinnvolle
Feindschaft], e che fonda la capacit della storia cio contro
laccettazione che il ciclo del tempo sia giunto alla fine. Questo ci in cui
io non credo. Le cercle nest pas encore parcouru. Lattuale dualismo
mondiale (tra Oriente e Occidente, tra terra e mare) non lo scatto finale
verso lunit, cio la fine della storia [Ende der Geschichte]. Esso
piuttosto una strettoia, attraverso cui la strada conduce a nuovi magni

20
Il riferimento alla nomina, avvenuta nel 1955, di Franz Leonhard Schlter (1921-
1981) come Ministro dellEducazione nella regione Niedersachsen, incarico da cui egli fu
frettolosamente rimosso a causa delle accese rimostranze di professori e studenti
dellUniversit di Gottinga.
21
Il riferimento alla protesta dei Sette professori di Gottinga, che furono sollevati dal
loro incarico accademico a causa delle rimostranze contro il decreto del 1837, che aboliva la
Costituzione del 1833.
194 Alexandre Kojve Carl Schmitt

homines attuali. Io cerco dunque il nuovo Nomos della terra22, una geo-
nomia [Geo-Nomie]; essa non sorge dallimposizione di un signore del
mondo, nelle cui mani alcuni Premi Nobel hanno riposto il potere23; essa
sorge da una immane reciproca misurazione delle forze [Messen der
Krfte].
Io scrivo qui in modo del tutto diretto come risposta alla questione
delle Sue due lettere (datate 16/5 e 28/5), perch non posso privarla della
mia risposta. So quanto oggi sia fuorviante una tale discussione, ma
sarebbe ingiusto se io Le parlassi con esitazione. Io temo (e vedo) che
lappropriazione [Nehmen] non ancora terminata. Di recente ho
affermato (in una conversazione radiofonica per lemittente di
Francoforte)24: luomo rimane un figlio della Terra. Le invier il testo della
conversazione non appena sar pubblicato.
Nutro un grande desiderio nei confronti del Suo libro su Hegel.
Sarebbe necessario che fosse pubblicato anche in tedesco. una vergogna
che pubblicamente, in Germania, nessuno abbia notato lIntroduction la
lecture de Hegel. Cos, Lei ha modo di sperimentare la verit dellaforisma
di Goethe: Conosco gi i nostri cari tedeschi: per prima cosa tacciono; poi
criticano; infine liquidano (sic: agosto 1816, due volte a Riemer e a
Zelter)25; una bella legge dei cinque stadi. Per questo motivo ho consigliato
a un editore tedesco (Eugen Diederichs) di considerare la possibilit di
unedizione tedesca. Personalmente non mi occupo pi di tali questioni;
ma la mia gratitudine per la Sua Introduction era talmente viva, ed ancora
tale, perch io possa semplicemente tacere.
Il Suo devoto [Carl Schmitt]

22
Cfr. C. Schmitt, Der Nomos der Erde im Vlkerrecht des Jus Publicum Europaeum,
Kln, Grever Verlag, 1950; trad. it. Il Nomos della terra nel diritto internazionale dello jus
publicum europaeum, Milano, Adelphi, 1991.
23
Con tutta probabilit, Schmitt allude a George Marshall, che nel 1953 fu insignito del
Premio Nobel per la Pace.
24
Lo Hessische Rundfunk di Francoforte sul Meno trasmise, il giorno 12.4.1955, il
Gesprch ber den neuen Raum di Carl Schmitt. La stessa emittente aveva trasmesso, il giorno
22.6.1954, il Gesprch ber die Macht. Per la storia di queste trasmissioni cfr. P. Tommissen
(hrsg.), Schmittiana V, Berlin, Duncker & Humblot, 1996, pp. 170-172. Entrambi i testi sono
stati pubblicati: cfr. C. Schmitt, Gesprch ber die Macht und den Zugang zum Machthaber.
Gesprch ber den neuen Raum, Berlin, Akademie-Verlag, 1994. Per la traduzione italiana del
testo del 1954 cfr. C. Schmitt, Dialogo sul potere, Genova, il Melangolo, 1990.
25
Si tratta del filologo Friedrich Wilhelm Riemer (1774-1845) e del compositore Karl
Friedrich Zelter (1758-1832). Cfr. F.W. Riemer (hrsg.), Briefwechsel zwischen Goethe und
Zelter in den Jahren 1796 bis 1832. Band II: Die Jahre 1812 bis 1818, Berlin, Duncker &
Humblot, 1833, p. 297; Id., Mitteilungen ber Goethe: auf Grund der Ausgabe von 1841 und
des handschriftlichen Nachlasses, hrsg. von A. Pollmer, Lepzig, Insel, 1921, p. 533.
Carteggio 195

Parigi, 11 /VII/55

Egregio sig. Schmitt,


La prego di scusarmi se rispondo soltanto oggi alla Sua ultima lettera
(del 7/VI). Sono stato impegnato in viaggi e ho avuto molto lavoro in
ufficio (Sicilia, Bruxelles, Tunisia, Marocco).
Mi fa piacere riscontrare che noi abbiamo la stessa opinione sul
cosiddetto Stato moderno. Tuttavia non capisco come, malgrado ci, Lei
possa parlare di una futura contrapposizione politico-militare. Per me, il
futuro trova la sua espressione simbolica nel cappello da cowboy di
Molotow.
Ma come abbiamo gi detto un filosofo, e per giunta un filosofo
hegeliano, non pu atteggiarsi a profeta.
E inoltre attualmente esiste davvero un dualismo tra Oriente e
Occidente? Io penso piuttosto a terra e mare, invece che ai punti
cardinali. Ma, anche in questo caso, mi sembra significativo che le flotte da
guerra appartengano al passato.
Sia come sia, io aspetto con ansia i Suoi prossimi lavori.
La ringrazio molto per il Suo intervento a proposito della traduzione
del mio libro. La Kohlhammer-Verlag sembrava gi pronta, aveva scritto al
mio editore, ma da allora non ho pi ricevuto notizie, nemmeno dal
traduttore, il sig. [Iring] Fetscher.
Al contrario, oggi ho ricevuto una lettera dallAmerica mi scrive un
assistente universitario di New York, di origine israeliana (Jacob Taubes),
dicendo che le sue lezioni su Hegel la Kojve hanno suscitato un grande
interesse tra gli studenti.
Il Suo devoto [Alexandre Kojve]

Parigi, 1/VIII/55

Egregio sig. Schmitt,


La ringrazio per la Sua amichevole lettera del 25/VII26 e per avermi
inviato la ballata, tanto spiritosa quanto arguta, di Erich Strauss (a
proposito, di chi si tratta?)27. Strofe come
ilico, ctonio e sudicio
sono degne di Morgenstern28.
In modo in s comprensibile, le rivoluzioni come le guerre sono
diventate per me impossibili. Entrambe presuppongono Stati che non
esistono pi!

26
Impossibile stabilire il contesto di riferimento, visto che questa lettera risulta,
attualmente, smarrita o distrutta.
27
Si tratta di uno pseudonimo di Carl Schmitt: questa ballata fu pubblicata, proprio con
il nome di Erich Strauss, in Civis, II, 1955, n. 9, pp. 29-30.
28
Si tratta del poeta Christian Morgenstern (1871-1914).
196 Alexandre Kojve Carl Schmitt

Per riprendere la Sua terminologia, ritengo che le rivoluzioni e le


guerre non appartengano alla spartizione [Teilen], ma allappropriazione
[Nehmen]. E Lei potr accettare che io prosegua con le parole di Hegel,
secondo cui lappropriazione politica solo nella misura in cui ha luogo
intorno a questioni di prestigio e per scopi di prestigio. In caso contrario,
ci si dovrebbe chiedere se anche gli animali possano fare guerra e se la
cattura degli schiavi nellAfrica del XIX secolo debba essere considerata
una guerra. Daltro canto, Atene non avrebbe avuto molto da prendere a
Sparta (e viceversa) se non legemonia, ossia proprio il prestigio.
In ogni caso, non mi dispiace averla fraintesa (cosa di cui comunque
mi scuso). Si trattava dellunico punto su cui avevo creduto di notare una
differenza di opinione tra noi.
Di recente ho avuto un incidente dauto che mi costringe a restare a
Parigi con un braccio rotto, mentre secondo i miei progetti avrei dovuto
essere in Jugoslavia. Mi far quindi molto piacere incontrare Sua figlia. Le
scrivo proprio per questo.
Il sig. Fetscher mi ha scritto che Lei ha di nuovo parlato di me a
professori e studenti: grazie di cuore!
Il Suo devoto [Alexandre Kojve]

Plettenberg, 14/XII/55

Egregio sig. Kojve,


da alcuni mesi da agosto volevo scriverle per ringraziarla per aver
accolto a Parigi mia figlia Anima con tanta cortesia. Di questa accoglienza
mia figlia ha parlato in termini entusiastici. In questi ultimi mesi per sono
stato spesso distratto e solo oggi ho finalmente trovato liniziativa. A dire il
vero, c una questione a cui penso da lungo tempo e che desidero
sottoporle in qualit di attento lettore e studente della Sua Introduction. In
questa qualit, del tutto comprensibile che io mi occupi ardentemente del
Suo libro su Hegel, magari anche in vista di unedizione tedesca. Mi
interesserebbe anche sapere se la traduzione del dott. Fetscher procede
bene e se verr pubblicata in tempi brevi29.
Ecco la mia modesta questione: essa riguarda il concetto di nemico
[Feind] in Hegel e, in particolare, la parola Feind nel capitolo sulla
coscienza infelice [unglckliche Bewusstsein], pag. 168 in Hoffmeister,
pag. 581 della Sua Introduction (Le Moine [il Monaco], Le Prtre [il
Prete]; che cosa significano gli asterischi +++ in quel punto??)30. Si tratta

29
Cfr. A. Kojve, Hegel. Eine Vergegenwrtigung seines Denkens. Kommentar zur
Phnomenologie des Geistes, Stuttgart, Kohlhammer, 1958 (si tratta di una traduzione
parziale dellIntroduction la lecture de Hegel di Kojve).
30
Cfr. G.W.F. Hegel, Phnomenologie des Geistes, hrsg. von J. Hoffmeister, Leipzig,
Meiner, 1937, p. 168 (Smtliche Werke, Band II); trad. it. Fenomenologia dello spirito, Firenze,
La Nuova Italia, 1960, vol. I, pp. 186-187; A. Kojve, Introduction la lecture de Hegel, cit.,
p. 581; trad. it., p. 728.
Carteggio 197

dellespressione: il nemico nella sua forma pi propria [eigenste] (alcune


righe sotto: nella sua forma caratteristica [eigentmlich]). Chi questo
nemico, possibile che si manifesti gi nelle funzioni animali? Che cosa sta
cercando?
Alle pagine 89/90 del mio libretto Ex Captivitate Salus viene citato, in
unosservazione sul nemico, il seguente verso (di Theodor Dubler):
Der Feind ist unsre eigne Frage als Gestalt [Il nemico la forma del
nostro problema]31.
A proposito di questo verso, un brillante giovane tedesco, che ha
frequentato Harvard per tre anni32, mi ha detto recentemente: gli USA non
hanno un nemico perch non hanno forma [Gestalt]. Un problema
importante. Posso chiederle lo sforzo di leggere attentamente le due pagine
citate (nella sezione: La sapienza della cella)? Non so se Lei possiede il
libretto Ex Captivitate Salus. In caso contrario, sar molto lieto di inviarle
una copia.
Analogamente alla questione della possibilit di una dittatura nel
sistema della filosofia hegeliana, diventa importante proprio la questione se
in Hegel possa fondamentalmente esistere un nemico. Infatti: o si tratta
di un necessario stadio di transizione della negazione [Durchgangsstadium
der Negation], o si tratta di qualcosa di annullato [nichtig] e privo di
essenza [wesenlos]. Delle funzioni animali si tratta a pag. 168, sul fatto che
esse sarebbero qualcosa che annullato in s e per s33.

31
Cfr. C. Schmitt, Ex Captivitate Salus. Erfahrungen der Zeit 1945/47, Kln, Greven
Verlag, 1950, pp. 89-90; trad. it. Ex Captivitate Salus. Esperienze degli anni 1945-47, Milano,
Adelphi, 1987, p. 92. Il verso di Theodor Dubler tratto dalla poesia Sang an Palermo,
contenuta nella raccolta Hymne an Italien, Leipzig, Insel, 19192, p. 65.
32
Si tratta probabilmente dello studioso di scienza politica Hans-Joachim Arndt (1923-).
33
Cfr. A. Kojve, Introduction la lecture de Hegel, cit., p. 168; trad. it., pp. 209-210.
Anche in questo caso si tratta di un passo la cui rilevanza teoretica merita di essere
sottolineata: Il Desiderio animale la fame, per esempio e lAzione che ne deriva negano,
distruggono il dato naturale. Negandolo, modificandolo, facendolo suo, lanimale si eleva al di
sopra di questo dato. Secondo Hegel, lanimale, mangiando la pianta, realizza e rivela la sua
superiorit su di essa. Ma nutrendosi di piante, lanimale dipende da esse e dunque non
perviene a superarle veramente. In generale, il vuoto avido, o lIo, che si rivela mediante il
Desiderio biologico, si riempie, mediante lazione biologica che ne deriva, solo di un contenuto
naturale, biologico. LIo, o lo pseudo-Io, realizzato dalla soddisfazione attiva di questo
Desiderio, dunque altrettanto naturale, biologico, materiale quanto lo ci su cui si dirigono
il Desiderio e lAzione. LAnimale non si innalza al di sopra della Natura, negata nel suo
Desiderio animale, se non per ricadervi immediatamente con la soddisfazione di questo
Desiderio. Perci lAnimale arriva soltanto al Selbst-gefhl, al Sentimento-di-s, ma non al
Selbst-bewutsein, allAuto-coscienza; esso cio non pu parlare di s, dire: Io. E questo
perch non trascende realmente se stesso in quanto dato, cio in quanto corpo; non si eleva al
di sopra di s per poter ritornare a s; non ha distacco da s, per poter contemplarsi. Perch ci
sia Auto-coscienza, perch ci sia filosofia, occorre che ci sia trascendenza di s in rapporto a s
in quanto dato. E questo possibile, secondo Hegel, solo nel caso in cui il Desiderio si diriga
non verso un essere dato, bens verso un non-essere. Desiderare lEssere riempirsi di
questessere dato, asservirsi ad esso. Desiderare il non-Essere liberarsi dallEssere,
realizzare la propria autonomia, la propria Libert. Per essere antropogeno, il Desiderio deve
dunque dirigersi verso un non-essere, cio verso un altro Desiderio, verso un altro vuoto
198 Alexandre Kojve Carl Schmitt

Le sarei veramente grato se volesse scrivere qualche riga su questo


tema, ma non sono impaziente, perch so che Lei occupato con molti
impegni di lavoro.
Il Suo devoto [Carl Schmitt]

Di recente stato pubblicato il libro di Beyer, un redattore


(socialdemocratico) di Norimberga, che tratta lattivit di Hegel a
Bamberga come redattore; biografico, dal titolo Zwischen Phnonemologie
und Logik (Hegel come codardo)34. Se Le interessa, glielo mando.

Parigi, 4/I/56

Egregio sig. Schmitt,


La ringrazio molto per la Sua lettera del 14/XII e mi scuso per il
ritardo con cui Le rispondo: di recente mi sono recato a Tunisi per i
negoziati sullunione doganale (che hanno avuto un esito molto positivo). E
ora la volta del Marocco
Prima di rispondere alla Sua lettera, desidero augurarle un felice anno
nuovo. Avremo finalmente loccasione di incontrarci di persona?
Non ho notizie della pubblicazione delledizione tedesca del mio
vecchio libro: il dott. Fetscher non mi scrive pi da molto tempo. Non so
nemmeno se siano state superate tutte le difficolt
Il mio vecchio libro dovrebbe essere pubblicato anche in America ma,
di nuovo, non ho informazioni precise in merito35. E, per quanto riguarda
il mio nuovo libro, sono ancora fermo alla fase di progetto. In realt, ho
gi scritto circa un migliaio di pagine, ma si tratta solo di unesercitazione
propedeutica36. Non riesco pi a lavorarci da sei mesi: non ho tempo.
Malgrado ci, ci rifletto piuttosto spesso e le cose si stanno a poco a poco
chiarendo.
Non conosco il Suo Ex Captivitate Salus, ma lo leggerei volentieri,
come tutto ci che esce dalla Sua penna.
Mi interesserebbe anche il libro sul periodo trascorso da Hegel a
Bamberga, ma non voglio disturbarla ulteriormente. Di sicuro avr
loccasione di trovarlo anche qui, da qualche parte.
Ma ora la questione del nemico.

avido, verso un altro Io. Infatti il Desiderio assenza di Essere (aver fame essere privato del
nutrimento): un Nulla che annienta nellEssere, non un Essere che .
34
Cfr. W.R. Beyer, Zwischen Phnomenologie und Logik. Hegel als Redakteur der
Bamberger Zeitung, Frankfurt a/M, Schulte-Bulmke, 1955.
35
Ledizione americana sar pubblicata solo molti anni dopo: cfr. Introduction to the
Reading of Hegel, ed. by A. Bloom, New York, Basic Books, 1969 (si tratta di una traduzione
parziale delledizione francese).
36
Con tutta probabilit, si tratta dei testi che saranno (parzialmente) pubblicati postumi
con il titolo Le concept, le temps et le discours. Introduction au systme du savoir, d. B.
Hesbois, Paris, Gallimard, 1990.
Carteggio 199

Il nemico nella sua forma pi propria certamente il diavolo e, pi


precisamente, il diavolo cristiano che si manifesta proprio nelle funzioni
animali. Per Hegel (per noi o in s) queste funzioni sono annullate
perch luomo le nega, e solo in virt di tale negazione [Negation] luomo
non animale, bens propriamente uomo. Ma poich la coscienza
infelice (cio luomo religioso e, pi precisamente, il Cristo) si manifesta
come servo [Knecht] di fronte alla morte e di fronte al pericolo di vita nella
lotta per il riconoscimento [Kampf fr die Anerkennung] (della sua realt e
dignit umana), sottraendosi cos alla lotta, allora per s lelemento
animale non annullato, bens potente, ossia proprio diabolico.
Inoltre si pu affermare quanto segue:
il nemico in senso proprio il nemico mortale [Todesfeind]: egli pu
uccidere ed essere ucciso, quindi corpo e cos, se si vuole, forma. Se uno
pronto a ucciderlo (ossia se pronto a rischiare la sua propria vita),
allora il nemico annullato [nichtig] e pu (almeno come nemico) essere
annientato [vernichtet]. Se per, di fronte al nemico, uno ha paura [Angst],
il nemico diventa diabolico e quindi potente; egli il Signore di cui
uno diventa Servo (almeno nella misura in cui, di fronte a lui, non si
fugge in un altro mondo).
Lei mi chiede se possa fondamentalmente esistere un nemico in
Hegel. Come sempre: s e no.
S se e fino a quando esiste lotta per il riconoscimento, cio Storia. La
storia del mondo la storia dellostilit [Feindschaft] tra gli uomini (essa non
esiste certo tra gli animali: essi infatti lottano per qualcosa, mai per ostilit).
No se e non appena la Storia (= lotta per il riconoscimento) viene
superata [aufgehoben] nel Sapere assoluto. In ultima analisi, lostilit
solo un momento della logica, ossia del discorso umano. Il discorso
compiuto del Saggio (il Sapere assoluto) parla anche (nella Fenomenologia
dello spirito) dellostilit (passata) [vergangen]: il Saggio per non parla mai
per ostilit, n al nemico. In altre parole, lostilit viene superata, cio
annullata, nel riconoscimento reciproco; ma possibile riconoscere
[anerkennen] veramente solo un nemico (passato), cos che lostilit viene
conservata [aufbewahrt] (superata) nel riconoscimento, in ogni caso in una
forma sublimata (superata).
Fin qui Hegel. Ci si potrebbe forse chiedere se il discorso del Saggio
(di Hegel) sullostilit sar comprensibile anche tra cinquecento anni. Gi
oggi solo pochi comprendono il significato delle parole nemico, Stato,
guerra, Storia. La maggioranza semplicemente contraria a tutto
questo, anche nel caso in cui essi comprendano [verstehen] in qualche misura
di che cosa si tratta. Ma se tutto questo dovesse veramente scomparire, forse
non si comprender pi che cosa tutto questo ha significato. Inoltre, non
esister pi alcuna saggezza hegeliana. Infatti, una saggezza nel senso di
Hegel esiste solo fino a quando esiste ancora ostilit. Dopo, si parler solo
per o contro e solo semplicemente su qualcosa
Con i miei migliori auguri.
Il Suo devoto [Alexandre Kojve]
200 Alexandre Kojve Carl Schmitt

Plettenberg, 11/5/56

Egregio sig. Kojve,


comprendo bene il Suo linguaggio hegeliano, e non esiste per me
piacere pi grande che leggere le Sue considerazioni su Amleto nella Sua
lettera del 5/537. Le sono per questo infinitamente grato, proprio come per
il passo a pag. 253 della Sua Introduction38, un passo che conosco e su cui
medito da molto tempo. Tuttavia, non mi ancora del tutto chiaro il
problema del tragico [Tragische] in Hegel. Il mio breve testo Amleto o
Ecuba solo un piccolo saggio che ha per oggetto una tesi determinata
(Amleto = Giacomo, ossia lirruzione [Einbruch] del tempo storico
presente, seicentesco, nel dramma [Spiel])39. Nel testo io non potevo, e non
volevo, addentrarmi nel problema generale del tragico. Ma certamente,
nellExcursus 2, volevo proprio parlare dello Stato. In proposito, faccia
attenzione al passo di pag. 65, righe 6-12 del libro Amleto o Ecuba40! Dopo
Hegel, lo Stato mette fine alla tragedia degli eroi; Filosofia del diritto 93
e 218; 93 (diritto degli eroi: la postilla di Lasson), 359 sulla barbarie;
nel 218 si legge: Nei tempi eroici (vedi le tragedie degli antichi) ecc.41.
Dunque Shakespeare ancora un barbaro. Malgrado ci, Amleto un
intellettuale? Io trovo che lopera teatrale sia caratterizzata da una vistosa
bipartizione: la prima parte (fino alluccisione di Polonio compresa) un
opera di vendetta, la seconda parte una storia nera [Moritat]. Il fantasma
del padre appare solo nella prima parte. Che cosa significa questo? Nella
seconda parte, esso scomparso senza lasciare traccia, e inoltre non viene
pi nemmeno citato. Il tragico non si trova nellopera, bens allesterno,
nella realt [Wirklichkeit]. magnifico che Lei affermi: Giacomo I morto
solo per caso di morte naturale. Giusto.
Oggi non voglio scrivere altro, ma ringraziarla per la Sua lettera e farle
i miei migliori auguri per la Sua salute. Mi rattrista molto sapere che Lei

37
Impossibile stabilire il contesto di riferimento, visto che questa lettera risulta,
attualmente, smarrita o distrutta.
38
Cfr. A. Kojve, Introduction la lecture de Hegel, cit., p. 253; trad. it., p. 316 un
passo che utile citare: Amleto = Tragedia di Intellettuale. Le uniche Tragedie moderne
sono tragedie di intellettuali: Amleto e Faust. Questa tragedia (borghese o cristiana) , per,
una tragedia dellinazione. La Tragedia del Signore pagano invece una tragedia dellazione.
LIntellettuale pu essere tragico perch, non lavorando, assomiglia al Signore. Per,
nemmeno lotta, e in questo assomiglia al Servo ( Borghese = Servo senza Signore). Dunque:
o Tragedia dellinazione, o Commedia delloziosit pacifica, se non addirittura pacifista.
39
Cfr. C. Schmitt, Hamlet oder Hekuba. Der Einbruch der Zeit in das Spiel, Dsseldorf-
Kln, Eugen Diederichs, 1956; trad. it. Amleto o Ecuba. Lirrompere del tempo nel gioco del
dramma, Bologna, Il Mulino, 1983. Il testo pubblicato ha origine da una conferenza che
Schmitt ha tenuto a Dsseldorf il 30.10.1955.
40
Cfr. C. Schmitt, Hamlet oder Hekuba, cit., p. 65; trad. it., pp. 113-114.
41
Cfr. G.W.F. Hegel, Grundlinien der Philosophie des Rechts, hrsg. von G. Lasson,
Leipzig, Meiner, 1911; trad. it. Lineamenti di filosofia del diritto, Roma-Bari, Laterza, 1999. Il
passo del 218 continua cos: i cittadini non si ritengono offesi dai delitti, che i componenti
delle case reali commettono, luno verso laltro.
Carteggio 201

non sta bene. Da alcune settimane sto cercando di organizzare una Sua
conferenza presso il Rhein-Ruhr-Klub di Dsseldorf. Questo Club da non
confondere con il Club degli Industriali dellindustria pesante di
Dsseldorf costituito principalmente da imprenditori autonomi e
industrie di medie dimensioni, molto aperto e offre una buona tribuna,
da cui hanno parlato, per esempio, Brning (ex cancelliere del Reich, ora
negli USA), Carlo Schmid (mio omonimo, socialdemocratico)42 e altri. Il
Club mi ha proposto di chiederle la disponibilit a tenervi una conferenza
(con discussione), magari sul problema delle underdeveloped regions, o
su un altro tema (non puramente filosofico). La prego di comunicarmi in
tutta franchezza e sincerit se Lei pu veramente prendere in
considerazione questa idea, o se essa del tutto priva di senso. Per me
sarebbe una gioia particolare non solo poterle procurare una tribuna,
seppur modesta, qui in Germania, ma anche conoscerla personalmente e
avere una conversazione con Lei.
Voglia scusare questo mio tentativo di organizzare un incontro diretto,
ma sono spinto dal vivo desiderio di ringraziarla personalmente e di
proseguire la nostra conversazione; inoltre desidero far conoscere il Suo
nome in Germania, e soprattutto far valere la Sua interpretazione di Hegel
contro la mediocrit scolastica dellattuale attivit universitaria, o almeno
fare un tentativo in questa direzione. Una conferenza a Dsseldorf
desterebbe forse maggiore attenzione che una conferenza in una citt
universitaria, che oggi si trovano tutte sotto linsegna degli scambi
culturali e sono diventate covi di un ottuso conformismo.
La prego di inviarmi un breve cenno di risposta, comunicandomi se
daccordo e se quindi posso dare corso al progetto di Dsseldorf forse
per questo autunno o questinverno?
Il Suo sinceramente devoto [Carl Schmitt]

Amleto dramma, gioco, storia nera, ai confini della commedia,


con leccezione dei punti in cui irrompe il presente storico.

Parigi, 21/V/56

Egregio Professore [Schmitt],


La ringrazio per la Sua amichevole lettera dell11/V, nonch per
linvito del Club di Dsseldorf. Mi farebbe molto piacere tenervi una
conferenza. Ma, poich al momento attuale sono malato, non posso
prometterle niente di definitivo. Sarebbe forse possibile programmare
qualcosa per il mese di gennaio o febbraio del 1957?

42
Si tratta di Heinrich Brning (1885-1970), che fu Cancelliere negli anni 1930-32, prima
di emigrare negli Stati Uniti nel 1934, dove insegn ad Harvard. Oltre ad aver ricoperto
numerosi incarichi nella SPD e nel Parlamento della Repubblica Federale Tedesca, Carlo
Schmid (1896-1979) stato professore di Diritto internazionale a Francoforte.
202 Alexandre Kojve Carl Schmitt

Il tema underdeveloped countries mi sembra davvero interessante. In


questa occasione, potrei forse presentare anche la mia interpretazione
hegeliana di Marx: ci che era il proletariato nel XIX secolo, ora
diventato lunderdeveloped nel XX secolo con tutto quello che ne
consegue, nella teoria e nella prassi.
In merito al problema della tragedia in Hegel:
1) Io credo che lo stesso Hegel non abbia visto la tragedia degli
intellettuali. Malgrado ci, credo che la mia interpretazione sia ortodossa.
2) Se io comprendo Hegel in modo corretto, allora un cittadino
[Brger] sempre, de facto, anche un Bourgeois (il Signore in senso
proprio appartiene alla preistoria mitica): o come aristocratico, o come
Bourgeois (ricco o povero) in senso proprio. Se le cose stanno cos,
allora lo Stato (= qualsiasi Stato in senso proprio, che metta lautorit
[Autoritt] al posto della lotta per il riconoscimento) mette la parola fine
alla tragedia: proprio perch nello Stato non esiste un Signore in senso
proprio (pi precisamente: perch i Signori in senso proprio possono
essere solo criminali degni di condanna a morte). Io sottoscrivo tutto ci.
Tuttavia ritengo che nello Stato (e grazie allo Stato) esistano (o possano
esistere) persone che non sono Bourgeois, per il semplice motivo che
non sono cittadini. Si tratta proprio degli intellettuali (e dei monaci??)
che vivono (o almeno desiderano vivere) in una autonoma (immune)
Rpublique des Lettres. E in questa Repubblica esistono anche tragedie.
3) A mio giudizio, la Sua interpretazione della tragedia (in quanto
Storia) pu essere del tutto compatibile con linterpretazione hegeliana
(in una certa misura marxista). A grandi linee: anche nello Stato esiste
una lotta per il riconoscimento in senso proprio. Non solo tra individui,
bens tra classi (per utilizzare le parole di Marx). Quindi, esistono anche
situazioni storiche tragiche. Ora, Hegel e Marx noterebbero che queste
situazioni non sono tragiche in senso assoluto, poich da esse esiste
sempre una via di uscita rivoluzionaria (cio propriamente sanguinosa).
Il Suo devoto [Alexandre Kojve]

Vanves, 30/XI/56

Egregio Professore [Schmitt],


a suo tempo Lei aveva avuto la gentilezza di programmare una mia
conferenza a Dsseldorf. Come Lei sa, nel frattempo mi sono ammalato.
Per questo motivo non sono riuscito a inviarle la mia conferma definitiva.
Ora sembra che io potr trascorrere qualche settimana da amici in
Germania nel gennaio 1957.
Mi farebbe molto piacere poterla incontrare in tale occasione. Potremmo
forse combinare anche la conferenza di Dsseldorf? Per me potrebbe essere
particolarmente comodo tenere il mio intervento tra il 10 e il 20 gennaio43.
Ringraziandola anticipatamente, il Suo devoto [Alexandre Kojve]
43
La conferenza di Kojve al Rhein-Ruhr-Klub (Vereiningung zum Studium politischer-
Carteggio 203

Plettenberg, 5 /12/56

Egregio sig. Kojve,


mi ha fatto molto piacere la Sua lettera del 30/XI; prima di tutto
perch ho appreso che Lei si ristabilito, e poi perch esiste per me, tra
poco, la probabilit di conoscerla personalmente. Nel mese di gennaio
1957 sar a Sua disposizione: solo la sera del 21 gennaio dovr tenere una
conferenza al Politecnico di Aquisgrana. Inoltre, posso recarmi in qualsiasi
momento a Dsseldorf, o dovunque Lei desideri. Plettenberg un terribile
covo di piccole industrie ferriere, particolarmente difficile da raggiungere
in inverno; lanalogia con lesilio di Machiavelli a San Casciano non
riguarda in alcun modo la bellezza del paesaggio. Per questo motivo
potrebbe essere pi semplice incontrarci in una citt pi grande.
Mi sono tenuto in contatto con il Rhein-Ruhr-Klub. In seguito
allinterruzione dei contatti in estate non sicuro che riusciremo a
organizzare una conferenza entro la met di gennaio. Il tempo poco,
perch il programma invernale gi stato definito. In ogni caso tenter di
fare tutto il possibile. La terr comunque informata. Sarebbe per me un
vero piacere poter essere daiuto per il Suo viaggio in Germania.
Il Suo devoto [Carl Schmitt]

Plettenberg (Vestfalia), 23/12/56

Egregio sig. Kojve,


potrei avere da Lei una pronta risposta relativa alla conferenza
programmata a Dsseldorf? Il comitato del Rhein-Ruhr-Klub mi ha pregato
di chiederle il tema della relazione: potrebbe dunque mettere in relazione
le Sue idee con un tema attuale come il Canale di Suez, o la politica
coloniale francese, o argomenti simili? Il Club desidera organizzare la
conferenza per la met di gennaio ma, dato che il tempo stringe, teme di
non riuscire a richiamare molti spettatori se il tema non possiede una sua
attualit.
Sarei infinitamente lieto se la conferenza potesse aver luogo.
Naturalmente, in una citt come Dsseldorf, la maggior parte degli
ascoltatori importanti sempre impegnata; di qui la nostra preoccupazione.
Le invio il facsimile di un invito per una conferenza precedente. Potrebbe
comunicarmi con urgenza i Suoi dati personali (alcune notizie biografiche
come nella copia qui allegata), che invieremo, stampati, unitamente agli
inviti comuni?
Le chiedo scusa per tutta questa fretta! Le porgo i miei migliori auguri

wirtschaftlicher-kultureller Fragen) di Dsseldorf si terr il 16 gennaio 1957 e avr come titolo


Kolonialismus in europischer Sicht. Il testo della conferenza pubblicato in P. Tommissen
(hrsg.), Schmittiana VI, Berlin, Duncker & Humblot, 1998, pp. 126-140; trad. it. parz. Il
colonialismo nela prospettiva europea, in Adelphiana, 20 aprile 2003, www.adelphiana.it.
204 Alexandre Kojve Carl Schmitt

per il nuovo anno ormai alle porte, sperando di poterla incontrare a


Dsseldorf in gennaio!
Sempre il Suo devoto [Carl Schmitt]

Vanves, 24/XII/56

Egregio Professore [Schmitt],


La ringrazio molto per la Sua lettera che ho appena ricevuto. In
allegato Le invio alcune notizie biografiche da cui possibile tagliare ci
che non interessa.
A suo tempo, come tema, avevamo previsto la questione
Underdeveloped Countries (a proposito, come si dice paesi in via di
sviluppo in tedesco?). Mi sembra che sia un tema del tutto attuale. Si
potrebbe inoltre mettere qualcosa di attraente nel titolo. Per esempio:
Il problema dei paesi sottosviluppati (oppure?) del cosiddetto
colonialismo (e lidea euroafricana).
In qualit di funzionario, tuttavia, devo procedere con molta cautela e
trattare pi principi che questioni concrete.
Personalmente non attribuisco alcun valore al numero degli spettatori,
ma capisco che per il Club possa essere importante.
In ogni caso La ringrazio moltissimo per limpegno che sta dedicando
alla questione.
Sar per me un enorme piacere poterla conoscere personalmente e
parlare con Lei.
Con i migliori auguri di buon anno.
Il Suo devoto [Alexandre Kojve]

PS: Suppongo che il Club si prender carico delle spese di viaggio. In


caso contrario, che cosa previsto?

Vanves, 23/I/57

Egregio Professore [Schmitt],


ancora una volta desidero ringraziarla di cuore per laccoglienza
estremamente gentile e amichevole che mi ha riservato a Dsseldorf.
Spero che, prima o poi, Lei decider di venire a Parigi. La citt
davvero gradevole e bella.
In treno ho letto il libretto sul potere44, come sempre con grande
piacere. Sul contenuto, sono completamente daccordo.
Desidero cogliere questa occasione per mandare i miei pi cordiali
saluti anche a Sua figlia.

44
Cfr. C. Schmitt, Gesprch ber die Macht und den Zugang zum Machthaber, Pfullingen,
Neske, 1954; trad. it. Dialogo sul potere, Genova, Il Melangolo, 1990.
Carteggio 205

Per quanto riguarda la pubblicazione della mia conferenza, mi vedo


costretto a rinunciare: su esplicita raccomandazione dei miei superiori!
Spero che il Rhein-Ruhr-Klub comprender.
Naturalmente, scriver anche al sig. Koch45 per ringraziarlo e per
scusarmi.
Rispettosi e cordiali saluti.
Il Suo devoto [Alexandre Kojve]

Plettenberg, 31/1/57

Egregio sig. Kojve,


La ringrazio molto per la Sua lettera del 23/1! Per me di grande
importanza il fatto che Lei non sia pentito del Suo viaggio a Dsseldorf.
Anche a prescindere dal vantaggio personale che ne ho tratto, devo
innanzitutto constatare che il Suo nome ora divenuto importante per
almeno venti giovani tedeschi intelligenti. Questo mi sembra un buon
risultato. Del resto, spero che Lei voglia ripetere questo tentativo in
Germania, magari in migliori condizioni organizzative, e che lesperimento
di Dsseldorf almeno non si sia svolto in modo scoraggiante.
Adesso, appena apro un quotidiano, mi capita spesso di trovarvi
contributi al tema della Sua conferenza. Ma forse Lei si sar fatto
unimpressione delle difficolt che oggi si incontrano con un pubblico
tedesco. Il dott. Schacht mi ha scritto una lettera piuttosto lunga: era gi
partito per Monaco, dove ha festeggiato il suo ottantesimo compleanno46.
Mi dispiace che egli non abbia partecipato perch, nonostante let
avanzata, durante la discussione pone spesso osservazioni interessanti.
Anche il sig. Kaletsch del Gruppo Flick47, che ho incontrato il venerd
successivo, si detto dispiaciuto per non aver potuto assistere alla
conferenza. Egli era stato occupato dallo spiacevole caso de Menton48. Ma,
come Le ho gi detto, ritengo che i giovani che lhanno ascoltata fossero la
cosa pi importante. Dal mio libretto Dialogo sul potere Lei potr
conoscere il pessimismo abissale [abgrndigen Pessimismus] che sempre mi
coglie di fronte a chiunque partecipi al potere [Macht]. Si legge nella
Education of Henry Adams: A friend in power is a friend lost [un amico
al potere un amico perduto], ma nella Re-Education of Carl Schmitt
io aggiungerei: A foe in power is a foe doubled [un nemico al potere un
doppio nemico].

45
Si tratta di Justus Koch (1891-1962), il Presidente del Rhein-Ruhr-Klub.
46
Si tratta di Hjalmar Schacht (1877-1970), Presidente della Reichsbank nel periodo
hitleriano.
47
Si tratta di Konrad Kaletsch (1898-1978), un dirigente del Gruppo Industriale Flick.
48
Si tratta di Franois de Menthon (1900-1984), Ministro della Giustizia nel Governo
Francese negli anni 1944-1946. Di difficile comprensione risulta in questo caso il riferimento
schmittiano.
206 Alexandre Kojve Carl Schmitt

Mi dispiace che il testo della conferenza non possa essere pubblicato,


anche se il motivo del tutto comprensibile. Il fatto di averla incontrata
personalmente stato per me un grande momento nel crepuscolo della mia
vita. La lettura della Sua Introduction e delle Sue lettere diventa cos una
conversazione di immediata vitalit.
Con i migliori auguri e saluti.
Il Suo sinceramente devoto [Carl Schmitt]

Canto del vecchio mosellano 1957:


Lumanit stata ora integrata
la Mosella stata canalizzata
il sacramento rimane custodito
al laico il calice viene proibito
il caro Dio si ritrae nel profondo
nel melting pot si fonde lintero mondo
lautomazione diventa globale
al laico si offre il Veronal49.

Ad Alexandre Kojve
in ricordo della conversazione
a Dsseldorf, di fronte a un vino renano
C.S.

Vanves, 12/II/57

Egregio Professore [Schmitt],


La ringrazio molto per la divertente poesia.
Tuttavia, sembra che il buon laico non abbia bisogno del Veronal. Di
recente ho vissuto unesperienza del tutto rimarchevole in questo ambito
con i cosiddetti politici.
Forse si decider una buona volta a fare un viaggio a Parigi: mi
farebbe tanto piacere!
Cordiali saluti.
Il Suo devoto [Alexandre Kojve]

49
Gesang des alten Mosellaners 1957: die menschheit wird jetzt integriert / die mosel
wird kanalisiert / das sakrament bleibt umgebogen / dem laien bleibt der kelch entzogen /
verborgen bleibt der liebe gott / die ganze welt wird melting pot / die automatik wird global
/ dem laien recht man veronal.
Carteggio 207

Parigi, 4/IV/60

Egregio Professore [Schmitt]!


La ringrazio per avermi cortesemente inviato la Tirannia dei valori50
che io, come sempre, ho letto con grande interesse e piacere.
Spero che avremo presto loccasione per parlarne insieme.
Cordiali saluti.
Il Suo devoto [Alexandre Kojve]

(traduzione di Carlo Altini e Silvia Battelli)

50
Cfr. C. Schmitt, Die Tyrannei der Werte, Stuttgart, Kohlhammer, 1960; trad. it. La
tirannia dei valori, Roma, Pellicani, 1987.

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