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Filosofia e cultura
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Pagina II
www.lanuovaitalia.it
ISBN 978-88-22159-13-7
Propriet letteraria riservata
2007 RCS Libri S.p.A., Milano
1a edizione: febbraio 2007
Ristampe
2007
2008
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2010
2011
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Pagina III
Antonello La Vergata
Paolo Rossi
Carlo Altini
Roberto Bond
Paola Giacomoni
apparati didattici di
Patrizia Becherini
a cura di
Antonello La Vergata
Franco Trabattoni
Filosofia
e cultura
2
La Nuova Italia
Let moderna
4-09-2007
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Roberto Bond professore associato di Storia del pensiero scientifico allUniversit della Calabria. I suoi studi riguardano i rapporti tra scienza e filosofia tra Cinque e Seicento e lipotesi di Gaia. Fra le sue principali
pubblicazioni: Introduzione a Telesio, Roma-Bari, Laterza, 1997; Lonnipresenza di Dio. Saggio su Henry More,
Soveria Mannelli, Rubbettino, 2001; Blu come unarancia. Gaia tra mito e scienza, Torino, Utet Libreria, 2006.
Stefano Brogi ricercatore presso lUniversit di Siena, sede di Arezzo, dove insegna Storia della filosofia. Si occupato soprattutto della cultura filosofica e religiosa dellet moderna. Fra le sue pubblicazioni: Il cerchio delluniverso. Libertinismo, spinozismo e filosofia della natura in Boulainvilliers, Firenze,
Olschki, 1993; Teologia senza verit. Bayle contro i rationaux, Milano, Franco Angeli, 1998; I filosofi e
il male. Storia della teodicea da Platone ad Auschwitz, Milano, Franco Angeli, 2006.
Giovanni Cristani dottore di ricerca in Filosofia allUniversit di Bologna e docente di Storia e Filosofia nella scuola secondaria superiore. Le sue ricerche vertono sul pensiero filosofico e scientifico
settecentesco. Ha pubblicato una monografia su DHolbach e le rivoluzioni del globo. Scienze della Terra
e filosofie della natura nellet dellEncyclopdie, Firenze, Olschki, 2003.
Giuseppe Ferrari dottore di ricerca in Filosofia allUniversit di Modena e docente di Storia e Filosofia nella scuola secondaria superiore. Si occupa di storia della Riforma protestante e di etica
ambientale. Ha curato il volume Martin Lutero. I concili e la chiesa, Claudiana, Torino, 2002.
Claudio Fiocchi assegnista presso la cattedra di Storia della filosofia medievale allUniversit degli Studi
di Milano. Si occupa del pensiero etico e politico medievale. Ha pubblicato: Mala potestas. La tirannia nel
pensiero politico medievale, Bergamo, Lubrina, 2004; Libert a confronto, Milano, Cuem, 2006.
Paola Giacomoni professore associato di Storia della Filosofia allUniversit degli Studi di Trento. Si
occupa di storia delle idee, dei rapporti tra filosofia, scienze e letteratura, di filosofia classica tedesca tra
Ottocento e inizi Novecento. Ha pubblicato, tra laltro, Formazione e trasformazione. Forza e Bildung in W.v.
Humboldt e il suo tempo, Milano, Franco Angeli, 1998; Le forme e il vivente. Morfologia e filosofia della natura in
J.W. Goethe, Napoli, Guida, 1993; Classicit e frammento. Georg Simmel goethiano, Napoli, Guida, 1995; Il labirinto della natura. Paesaggio montano e sublime naturale in et moderna, Milano, Franco Angeli, 2001.
Chiara Giuntini professore ordinario di Storia della filosofia allUniversit di Udine. Le sue ricerche vertono su vari aspetti del pensiero europeo dal Seicento allOttocento, in particolare le correnti del deismo
e del libero pensiero, le tradizioni dellempirismo, della psicologia dellassociazione e della filosofia della
mente nella cultura britannica. Fra le sue principali pubblicazioni: Panteismo e ideologia repubblicana. John
Toland, 1670-1722, Bologna, il Mulino, 1979; Scienza e societ in Inghilterra, dai Puritani a Newton, Torino,
Loescher, 1979; La chimica della mente. Associazione delle idee e scienza della natura umana da Locke a Spencer,
Firenze, Le Lettere, 1995.
Patrizia Becherini insegnante di storia e filosofia nei licei in provincia di Livorno. Svolge attivit di formazione.
autrice del manuale di didattica Insegnare oggi, Firenze, La Nuova Italia, 2005.
IV
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Pagina V
Indice
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Sintesi
34
35
Letture
1. Leonardo Bruni Che cosa studiare per
36
2.
Let moderna
3.
QUADRO STORICO
1.
2.
3.
4.
Le coordinate
Un mondo nuovo
Il secolo di ferro
La parabola dellassolutismo
Let delle rivoluzioni e la fine dellAncien
Rgime
Concetti Mercantilismo. Ancien Rgime.
Giurisdizionalismo
2
2
4
6
8
4.
5.
8
13
1.
16
Luoghi e generi. Dal Quattrocento al Seicento 16
Luoghi e generi. Il Settecento
18
LA FILOSOFIA
1.
2.
LUmanesimo
Caratteri dellUmanesimo
La nascita dellUmanesimo
Protagonisti Quattro grandi umanisti
3.
4.
5.
6.
7.
8.
9.
10.
11.
12.
LUmanesimo settentrionale
Erasmo da Rotterdam
Protagonisti Erasmo da Rotterdam
13.
Leredit dellUmanesimo
raggiungere leccellenza
36
Lorenzo Valla Critiche allo stoicismo e
allepicureismo
37
Leon Battista Alberti Luomo nato per usare
i beni terreni, impegnarsi nelle opere
ed essere felice
38
Leonardo Bruni La gloria di Firenze
39
Erasmo da Rotterdam La vita come una
commedia
41
20
20
21
21
22
23
25
25
25
27
28
2.
3.
Aristotelismo e naturalismo
in Pietro Pomponazzi
La nuova concezione delle arti e
delle tecniche
4.
5.
29
30
Indice
42
43
45
46
48
50
59
61
Letture
1. Niccol Cusano Linfinito, la conoscenza
63
e la dotta ignoranza
30
31
32
32
33
42
51
51
52
53
55
56
57
28
Il Rinascimento
Platonismo, ermetismo e
dignit delluomo
63
64
65
66
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Pagina VI
2.
1.
2.
1.
70
Riforma protestante
e Riforma cattolica
Lutero
2.
3.
5.
6.
4.
5.
75
78
78
79
80
81
81
82
Zwingli
Calvino e la Riforma a Ginevra
3.1 La teologia di Calvino
3.2 Etica e societ
4.
3.
74
74
74
Sintesi
88
89
1.
2.
3.
1.
92
93
94
4.
118
Letture
1. Niccol Machiavelli Come evitare di
120
96
98
VI
120
121
122
124
124
Tommaso Campanella
4.1 Vita e opere
4.2 Fisica e metafisica
Storie Tommaso Campanella e il supplizio
della veglia
4.3 Religione naturale e cristianesimo
95
Indice
5.
ANALISI DI UN PROBLEMA Lo spirito critico
117
Letture
91
1. Lutero Cristo nostra giustizia
91
2. Lutero Promuovere listruzione e la scuola 91
3. Calvino Il consolante pensiero della
predestinazone
4. Calvino Unit e libert nella Chiesa
5. Gli anabattisti contro la violenza e lo Stato
6. Il concilio di Trento approva la Vulgata
e la vigilanza sui commentari biblici
7. Dichiarazione congiunta cattolico-luterana
sulla dottrina della giustificazione (1999)
Sintesi
perdere potere
84
106
107
Jean Bodin e il potere assoluto del sovrano 108
Storie I monarcomachi
108
Ripensare la societ: lutopia
109
4.1 LUtopia di Tommaso Moro
110
4.2 La Citt del Sole di Tommaso Campanella 111
Approfondimenti La teocrazia universale
111
Storie Brevissima storia delle utopie
112
Il giusnaturalismo e i fondamenti della
comunit politica
113
Protagonisti I giusnaturalisti
113
2.
3.
4.
5.
82
83
85
86
87
130
131
133
133
134
135
136
138
138
139
139
142
143
144
Sintesi
146
148
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Pagina VII
Letture
149
1. Enrico Cornelio Agrippa Il mago e la magia 149
2. Bernardino Telesio La costanza e
3.
4.
5.
6.
1.
2.
3.
4.
5.
6.
7.
7.
8.
La rivoluzione copernicana
Copernico
La fine di un mondo
Tycho Brahe e la distruzione delle sfere
celesti
Keplero
La concezione delluniverso in Bruno e
Campanella
Innumerevoli mondi in uno spazio infinito
Newton
Protagonisti Isaac Newton
Concetti Linerzia
Approfondimenti La fama di Newton
167
168
168
169
170
171
Sintesi
174
175
Letture
1. Georg Joachim Rheticus La maggiore
177
192
193
Sintesi
194
194
Letture
196
196
197
199
200
1.
2.
3.
4.
159
159
161
163
164
1.
2.
Il testo dellabiura
La natura e la Scrittura
Roberto Bellarmino La tesi del SantUffizio
La verit copernicana
3.
4.
5.
6.
semplicit
2.
3.
4.
5.
1.
2.
177
Tycho Brahe La negazione delle sfere celesti 178
Keplero I cinque solidi regolari e
la struttura geometrica delluniverso
178
Giordano Bruno Universo infinito e
innumerevoli mondi
179
Isaac Newton Definizioni, assiomi o
leggi del moto
180
Galilei
La vita e le opere
Nuovi strumenti e nuove stelle
182
182
184
3.
4.
5.
6.
185
La verit della Scrittura e la verit della
scienza
186
Ipoteticismo, realismo, libro della natura 188
Concetti Qualit primarie e secondarie
188
Le maree: la prova fisica della verit
copernicana
190
Sensate esperienze e certe dimostrazioni 191
VII
sapere
3. Francesco Bacone Gli idola
4. Francesco Bacone Dedalo o le arti
meccaniche
5. Gottfried Wilhelm Leibniz Necessit della
collaborazione tra i dotti e i meccanici
ANALISI DI UN PROBLEMA La ricerca scientifica
1.
2.
3.
4.
Cartesio
Vita e opere
Lalbero della conoscenza
La morale provvisoria
La conoscenza e il metodo
Concetti Il razionalismo
Indice
202
202
203
203
204
204
206
208
209
210
211
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213
214
215
217
218
219
219
219
220
221
222
224
228
229
230
230
231
232
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5.
6.
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Pagina VIII
7.
8.
235
237
237
238
239
239
240
242
242
244
245
246
1.
2.
3.
4.
5.
6.
7.
250
Sintesi
307
Sintesi
251
309
253
Letture
Letture
255
255
257
260
261
311
311
312
314
316
La morale provvisoria
Il cogito
La corporeit
La favola
Hobbes
Vita e opere
La filosofia naturale
Problemi Una passeggiata contro il cogito
Lantropologia
La filosofia politica
Approfondimenti Diritto naturale e legge
naturale in Hobbes
Approfondimenti Il Leviatano
5.
303
Spinoza e lo spinozismo
8.
1.
2.
3.
4.
3.
4.
294
294
295
295
296
298
300
301
302
305
306
306
1.
2.
3.
4.
1.
2.
9.
Spinoza
Vita e opere
1.
2.
Dopo Hobbes
Sintesi
282
283
Locke
Vita e opere
La teoria liberale dello Stato
Concetti Liberalismo
Approfondimenti Il lavoro come fondamento
della propriet privata
268
268
270
271
273
275
276
277
280
Dio
Il pregiudizio finalistico
I miracoli
Il diritto alla libert
3.
4.
318
318
319
319
320
321
322
323
325
325
327
329
331
332
Sintesi
333
Letture
335
1.
2.
3.
4.
5.
Letture
337
337
339
342
5.
285
La concezione della filosofia
285
La sensazione come fonte della conoscenza 285
Lantropologia negativa
287
La creazione dello Stato
290
Il significato della parola Chiesa e
i rapporti tra potere civile e potere ecclesiastico 292
Indice
1. La societ politica
2. La tolleranza
3. Le idee e lesperienza
ANALISI DI UN PROBLEMA La tolleranza
VIII
344
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1.
2.
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Pagina IX
Il meccanicismo
Il meccanicismo: un metodo e
una filosofia
Macchine, animali, uomini
348
350
351
351
352
354
Sintesi
3.
4.
1.
2.
3.
4.
Meccanicismo e cristianesimo
6.
7.
Sintesi
411
355
412
Letture
1. Cartesio La macchina del mondo:
357
357
Leibniz
Vita e opere
La caratteristica universale
Ritornare al passato e confutare Cartesio
Le monadi
La teoria dellinnatismo e il ruolo
dellesperienza
Le verit di ragione, le verit di fatto e il
principio di ragion sufficiente
Dio, i mondi possibili e il migliore
dei mondi possibili
5.
Letture
414
1. Blaise Pascal La scommessa
414
2. Pierre Bayle I diritti della coscienza errante 415
3. John Toland Una religione senza misteri 418
4. George Berkeley Una nuova dimostrazione
359
dellesistenza di Dio
5. George Berkeley I vantaggi
dellimmaterialismo
6. Lateismo e il materialismo di un testo
clandestino
362
362
363
365
367
369
372
1.
2.
3.
374
4.
375
376
377
5.
6.
Sintesi
378
380
Letture
382
382
384
386
389
La caratteristica universale
La fonte del male
Le monadi
I corpi sono fenomeni ben fondati
2.
3.
355
1.
2.
3.
4.
1.
8.
9.
4.
402
404
405
408
5.
348
Dio e il male
Finalismo e materialismo
Concetti Deismo
371
391
392
393
393
396
398
IX
7.
Indice
422
423
Hume
La vita e le opere
La natura umana e le leggi della mente
Lo scetticismo e il mondo della vita
425
426
426
429
Problemi Le cause dellazione e la libert umana 431
Le passioni e la vita morale
431
Problemi La morale sessuale
434
I criteri del giudizio estetico
434
Il problema della religione
435
Problemi Il problema del suicidio
436
Leredit di Hume
438
Sintesi
440
441
Letture
444
444
445
446
448
449
1.
2.
3.
4.
5.
1.
2.
419
Il concetto di causa
Lidea dellio
La simpatia
La societ e le virt artificiali
Il teismo razionale
451
452
453
3.
4.
5.
6.
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Pagina X
455
457
459
Sintesi
463
464
Letture
1. Bernard Mandeville La virt e lorigine
465
della societ
Letture
1.
465
472
472
475
Sintesi
479
480
Letture
1. Tommaso Ortiz Immagini negative
481
3.
1.
2.
3.
4.
4.
7.
8.
9.
10.
11.
12.
493
493
498
Sintesi
499
500
Indice
509
509
511
512
513
514
515
Filantropia e divulgazione
522
489
489
490
491
505
506
507
LEnciclopedia
524
La dimensione politica dellIlluminismo:
riforme, progresso, utopia
526
8.1 Montesquieu
527
Protagonisti Montesquieu
528
8.2 La vocazione riformatrice dellIlluminismo 530
8.3 Utopie politiche
532
La storia e il progresso
533
LIlluminismo tedesco
534
LIlluminismo italiano
535
Leredit dellIlluminismo
536
Sintesi
538
539
Letture
542
1. J. Offroy de la Mettrie Lanima e il pensiero 542
2. Ch.-L Montesquieu La libert politica
e la separazione dei poteri
543
3. J.-B. Le Rond dAlembert Arti liberali
e arti meccaniche
543
4. Denis Diderot Le ipotesi e le congetture 545
5. Denis Diderot Critica del cristianesimo 545
6. E. Bonnot de Condillac La statua di marmo 546
5.
La tolleranza
Approfondimenti Voltaire e le vittime
dellintolleranza religiosa
481
Bartolom de Las Casas Il selvaggio debole
e mansueto
482
Michel de Montaigne Nuovi popoli,
nuove culture
483
Jean-Jacques Rousseau Il buon selvaggio 485
Denis Diderot Leros liberato
487
Vico
La vita e le opere
Il De ratione e la polemica anticartesiana
Lantica sapienza italica
Il deismo di Voltaire
Approfondimenti Candido
dei selvaggi
4.
5.
6.
3.
LIlluminismo
Ragione ed esperienza
Protagonisti Voltaire
2.
5.
2.
502
461
1.
2.
501
501
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Pagina XI
1.
2.
3.
Rousseau
Vita, opere e personalit
Il Discorso sulle scienze e le arti
Lorigine della disuguaglianza
Il contratto sociale
555
555
559
561
La volont generale
Religione civica e religione naturale
Leducazione dellindividuo
Leredit di Rousseau
568
569
571
572
572
575
576
577
Sintesi
579
580
5.
6.
7.
8.
1.
2.
1.
3.
4.
2.
La Rivoluzione francese
2.1 La virt repubblicana
2.2 Robespierre
2.3 Conseguenze durature
Concetti Giacobini, girondini e altro.
Terminologia rivoluzionaria
612
Letture
614
614
615
615
616
619
622
626
626
629
630
633
635
637
638
Sintesi
640
641
Letture
1. Isaac Newton Il rifiuto delle ipotesi
2. Voltaire Vortici cartesiani e gravitazione
642
642
newtoniana
642
3. G. L. Leclerc de Buffon Il rifiuto della
geologia biblica e il richiamo ai processi
quotidiani di trasformazione
644
4. Denis Diderot La materia vivente
645
5. Antoine-Laurent Lavoisier La nomenclatura
chimica e la nuova definizione
di elemento
645
595
596
1.
2.
3.
4.
605
XI
5.
595
595
597
599
600
601
601
603
611
582
Incivilimento e corruzione dei costumi
582
Luomo nello stato di natura
584
Lorigine della propriet e il contratto iniquo 586
Il contratto sociale
589
La volont generale e i diritti dei cittadini 591
La professione di fede del vicario savoiardo 593
La Rivoluzione americana
e la Rivoluzione francese
La Rivoluzione americana
Sintesi
Letture
1.
2.
3.
4.
5.
6.
605
606
607
4.
Kant
La vita e le opere
Gli scritti precritici?
La svolta del 1770
Un nuovo inizio. La Critica della ragion pura
Concetti Empirico/Puro
Indice
647
648
649
651
653
653
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5.
6.
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Pagina XII
654
657
658
663
667
668
671
674
676
677
680
681
682
683
684
684
Sintesi
686
690
7.
La politica e la storia
Storie Kant e il dibattito sullIlluminismo
Concetti Luso pubblico della ragione
Problemi Kant e la libert nello Stato
8.
Indice
Letture
693
1. I giudizi sintetici a priori
693
2. La rivoluzione copernicana della filosofia
kantiana
696
3. Estetica e analitica trascendentali
698
4. La deduzione trascendentale delle categorie 701
5. Le idee della ragione
703
6. La libert come chiave di volta del sistema 705
7. Virt e felicit
707
8. Bello e sublime
709
9. Il Newton del filo derba
712
10. Linsocievole socievolezza
712
ANALISI DI UN PROBLEMA La virt
714
718
1.
2.
3.
4.
XII
Il bello neoclassico
Il pittoresco
Il sublime
Verso il Romaticismo
718
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720
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Let moderna
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Quadro storico
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LE COORDINATE
politica
t La flotta
portoghese,
protagonista della
colonizzazione
doltreoceano,
in un dipinto
del XVI secolo.
Il tempo
Tradizionalmente let moderna si fa
iniziare nel 1492, anno del viaggio
transoceanico di Colombo. Tuttavia
negli ultimi cinquanta anni gli storici
hanno proposto anche altre date,
legate a prospettive storiche diverse.
In particolare, dal punto di vista
della storia politica viene
sottolineata limportanza del 1453,
anno in cui termina la guerra dei
Centanni e si formano le prime
monarchie nazionali moderne in
Francia e in Inghilterra; il 1453
anche lanno in cui i Turchi
Ottomani conquistano
Costantinopoli, determinando la
caduta dellImpero bizantino.
Let moderna si chiude con la
rivoluzione francese del 1789, che
segna la fine dellAncien Rgime.
Durante il decennio rivoluzionario,
dal 1789 al 1799, si delineano le basi
ideologiche e sociali dellEuropa
contemporanea.
Let moderna pu essere suddivisa
in alcune fasi:
1453-1550: il Rinascimento,
Let moderna
Gli spazi
Let moderna inizia con i viaggi di
esplorazione dellOceano
Atlantico, del quale fino ad allora
erano state percorse solamente le
coste, e la scoperta dellAmerica
nel 1492. Con la colonizzazione
dellAmerica, lEuropa diventa il
centro economico del mondo. Nel
corso del Cinquecento il baricentro
dei traffici commerciali si sposta
dal Mediterraneo allAtlantico, e
quindi al mare del Nord.
Alla met del Seicento il baricentro
dellEuropa si sposta dal
Mediterraneo alla valle del
Reno, che diviene il nuovo fulcro
della potenza politica e militare.
Anche la geografia economica
europea cambia: alla depressione
dellarea meridionale del continente
corrisponde la fioritura dei grandi
circuiti commerciali del nord, con le
citt di Amburgo, Anversa,
Amsterdam, Bordeaux, Francoforte,
Genova, Ginevra, Londra,
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GROENLANDIA
ALASKA
S S O
R U
R O
P E
M
I
Baia di
Hudson
Montreal
Quebec
New York
OCEANO
AT L A N T I C O
NUOVA SPAGNA
Citt del
Messico
OCEANO
PA C I F I C O
CUBA
ISOLE
HAITI ANTILLE
Caracas
Bogot
GUYANA
NUOVA
GRANADA
Lima
BRASILE
PER
CILE
Santiago
MA
I M P E R O OT TO
NO
IM
RO
Bombay
GAMBIA
Goa
Calcutta
Madras
Ceylon
Macao
GIAPPONE
MOZAMBICO
MADAGASCAR
PA C I F I C O
Manila
FILIPPINE
SUMATRA
Batavia
GIAVA
ANGOLA
MOLUCCHE
OCEANO
INDIANO
Buenos Aires
SE
NE
Pechino
OCEANO
SENEGAL
Rio de Janeiro
PE
CI
AUSTRALIA
POSSEDIMENTI COLONIALI:
Portoghesi
Spagnoli
Francesi
La lingua
Fino alla met del Seicento la lingua
della cultura e della scienza
continua ad essere il latino, a cui
per si vanno affiancando sempre
pi le varie lingue nazionali.
A partire dalla met del Seicento, il
francese, grazie al predominio
politico-culturale della Francia,
diviene la lingua egemone della
cultura europea. Il latino
continua a dominare negli ambiti
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Quadro storico
Olandesi
Inglesi
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Un mondo nuovo
Lo spartiacque tra il Medioevo e let moderna segnato da alcuni fenomeni importanti che
avvengono nellarco di novantanni, tra il 1453 e il 1543: a) le esplorazioni geografiche; b) la
formazione dello Stato moderno; c) linvenzione della stampa, che consente lallargamento e la circolazione della cultura; d) la Riforma protestante e la rottura dellunit della
cristianit occidentale; e) la rivoluzione copernicana, che porta a una nuova concezione
delluniverso.
La stampa
Linvenzione della stampa segna una rivoluzione nella comunicazione perch permette la
riproduzione rapida di molti esemplari dello stesso testo. il tedesco Johannes Gutenberg (1400
ca.-1468) che nel 1462 stampa il primo libro, una Bibbia in latino.
Let delle
scoperte
geografiche
(1420-1536)
Il Cinquecento,
secolo della
colonizzazione
Mentre il Quattrocento il secolo delle grandi scoperte, il Cinquecento il secolo della colonizzazione, ossia del dominio, militare, economico e ideologico, delle potenze europee sui Paesi colonizzati. LEuropa diventa il centro economico del mondo. Il Nuovo mondo viene
spartito tra Spagna e Portogallo. La Chiesa autorizza la presa di possesso delle nuove terre per
la salvezza delle anime dei popoli barbari, affinch siano vinti e ricondotti alla fede (bolla
Inter Coetera del 1493 e trattato di Tordesillas del 1494).
Il colonialismo
Con la colonizzazione nasce lideologia e la pratica del colonialismo: gli europei assoggettano
intere popolazioni, che considerano incivili e quindi inferiori, con il duplice scopo di civilizzarle e di sfruttarle economicamente: Quando si parla delle terre scoperte da Colombo, si
dovrebbe dire che sono un mondo nuovo, tanto sono lontane, senza traccia di costumi civili
n di religione alcuna, affermava lo storico e geografo italiano Pietro Martire dAngheria
(1459-1526).
Il sistema
mondiale
delleconomia
moderna
Con la scoperta dellAmerica e lo sfruttamento delle risorse del nuovo continente, ha origine il
capitalismo mercantile e finanziario, il cosiddetto protocapitalismo. Leconomia
europea viene a trovarsi al centro di un sistema molto articolato, che lo storico statunitense
Immanuel Wallerstein (1930-) ha chiamato il sistema mondiale capitalistico, basato sulla
subordinazione geografica, economica, sociale e politica fra aree centrali (lEuropa) e aree periferiche (le colonie). Nella stessa Europa il baricentro dei traffici si sposta dal Mediterraneo allAtlantico e quindi al mare del Nord: Venezia perde il suo primato commerciale,
dato dai traffici con lOriente, a favore di Anversa, nel cui porto confluiscono le merci importate dalle Americhe e che diventa il pi importante mercato del mondo.
Una cesura
storica
Let moderna
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Le monarchie
nazionali
Anche dal punto di vista politico avviene un cambiamento radicale, che investe principalmente
lEuropa occidentale: la nascita e il consolidamento dello Stato moderno. Con la crisi dei
due poteri universali (il Papato e lImpero), in Francia, in Inghilterra e nella penisola iberica si
rafforzano le monarchie nazionali. In questo periodo si afferma la credenza nel diritto divino dei re. Lo Stato considerato una propriet personale del sovrano (concezione dello Stato
patrimoniale), che accentra nelle sue mani il potere legislativo e quello esecutivo, esercitando
il monopolio della forza legittima (la sovranit).
In Francia la nascita dello Stato moderno il risultato del consolidamento del potere centrale
con la casata regnante dei Valois, in seguito alla guerra dei Centanni e alla spartizione del
potentato della Borgogna (1477). In Inghilterra, dopo un lungo periodo di conflitti, iniziato con
la guerra dei Centanni con la Francia e proseguito con la guerra delle Due Rose (1455-1485) tra
i Lancaster e gli York, la monarchia si rafforza con Enrico VII, che si proclama re nel 1485 e d
inizio alla dinastia dei Tudor. In Spagna il matrimonio tra Isabella di Castiglia e Ferdinando di
Aragona (1469) unifica i regni della penisola iberica in una sola grande nazione. Viene inoltre
completata la Reconquista, con la cacciata dei mori da Granada (1492), ultimo califfato arabo,
quattro mesi dopo lespulsione degli ebrei dal territorio spagnolo. In questi tre Paesi i sovrani
impongono il proprio dominio alle alte gerarchie feudali, anche se queste conservano ancora a
lungo il diritto di condizionare la corona attraverso strumenti come gli Stati generali in Francia,
il Parlamento in Inghilterra e le Cortes in Spagna.
Le strutture
dello Stato
moderno
Il consolidamento del potere dei sovrani avviene attraverso nuove strutture organizzative
centralizzate: una burocrazia gestita attraverso funzionari statali; un sistema fiscale; una
legislazione tendenzialmente uniforme, applicata dalle corti di giustizia; un esercito permanente, che garantisce la stabilit del potere e la difesa dagli attacchi esterni.
Nuove armi
e nuove guerre
La Riforma
protestante
Con la Riforma inaugurata dal monaco agostiniano Martin Lutero (1483-1546) nel 1517, si
produce una frattura allinterno della cristianit. La contrapposizione religiosa si trasforma in un contrasto politico e militare tra i principi tedeschi che sostengono le teorie protestanti
e gli Stati cattolici, guidati da Carlo V dAsburgo, re di Spagna dal 1516 e imperatore dal
1519. La guerra termina con la pace di Augusta (1555), che sancisce per i principi tedeschi la
libert di scelta confessionale tra cattolicesimo e luteranesimo, mentre i sudditi devono aderire
alla religione del principe oppure emigrare.
La Controriforma e la
Riforma
cattolica
La fine
dellunit della
cristianit
Stato
e religione
Tutti gli Stati nazionali europei dal Quattrocento al Cinquecento mantengono un forte legame con
le gerarchie ecclesiastiche locali, i vescovi e gli arcivescovi. Tuttavia lo Stato moderno tende ad
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Quadro storico
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u Jacob Fugger II, detto il Ricco, raffigurato in questo acquerello del 1517
insieme al suo capo-contabile, uno dei primi banchieri europei. Limpero
economico della famiglia Fugger era infatti cos vasto che essi divennero in
breve tempo i finanziatori della casa dAsburgo.
affrancarsi dallingerenza del Papato romano, tanto che in
Inghilterra, Danimarca e Svezia sono gli stessi re a introdurre la Riforma. Il processo porta alla costituzione di Chiese
nazionali indipendenti in ambito sia protestante (anglicanesimo in Inghilterra) sia cattolico (gallicanesimo in Francia). Nelle
monarchie nazionali il re controlla la Chiesa e il clero nazionale
sottomesso alla Corona.
Il sistema dei
ceti e il potere
della borghesia
1543:
la rivoluzione
copernicana
Nel 1543 lastronomo polacco Niccol Copernico (1473-1543) pubblica Sulle rivoluzioni degli
orbi celesti (De revolutionibus orbium coelestium), che espone la teoria eliocentrica: al centro delluniverso non c pi la Terra, ma il Sole. una rivoluzione non soltanto sul piano scientifico,
ma anche culturale e religioso: luomo non pi al centro delluniverso.
Il secolo di ferro
Il tramonto
dellimpero
Con labdicazione nel 1556 di Carlo V dAsburgo, re di Spagna dal 1516 e imperatore dal 1519,
e la divisione dei suoi territori, tramonta definitivamente lultimo sogno universalistico. La pace
di Cateau-Cambrsis (1559), che pone fine alla conflittualit franco-asburgica, sancisce il primato internazionale della Spagna e segna la fine dellindipendenza italiana.
Le guerre
di religione
I contrasti religiosi divampano, non soltanto tra protestanti e cattolici, ma anche tra le Chiese
riformate; le varie confessioni (cio le comunit legate alla stessa fede), infatti, si irrigidiscono
assai presto nei loro dogmi, giungendo a manifestazioni di estrema intolleranza. Tra le confessioni protestanti, il calvinismo, nato a Ginevra con Giovanni Calvino (1509-1564), si diffonde in molte altre nazioni europee: in Scozia nel 1560 John Knox riesce a farlo accettare dal Parlamento; nel 1566 la Confessio Belgica riunisce
tutti i calvinisti dei Paesi Bassi; la Polonia meridionale e la Transilvania diventano roccaforti
delle congregazioni calviniste. I contrasti religiosi portano nella seconda met del Cinquecento
alla lunga serie delle guerre di religione, che
inizialmente colpiscono la Francia e i Paesi Bassi, e nel Seicento dilagano nellintera Europa.
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Nella seconda met del Cinquecento la Francia devastata dalle guerre civili, che prendono
lavvio nel 1559 da una crisi dinastica e contrappongono cattolici e ugonotti (calvinisti francesi:
il termine deriva dal tedesco eidgenossen, confratelli, confederati). Questo periodo turbolento si chiude con leditto di Nantes (1598) promulgato da Enrico IV di Borbone: viene concessa la libert di culto agli ugonotti, pur con alcuni limiti, in varie citt. Leditto costituisce un atto
di tolleranza rivoluzionario per quei tempi.
Unepoca
di intolleranza
La vita interna degli Stati infatti dominata dallintolleranza religiosa e politica. La Chiesa
della Controriforma instaura un clima repressivo. Ne fanno le spese anche liberi pensatori come
Giordano Bruno (1548-1600), arso vivo in seguito a una sentenza del tribunale della Santa
Inquisizione romana, e scienziati come Galileo Galilei (1564-1642), costretto ad abiurare le
sue scoperte rivoluzionarie in campo astronomico.
La Spagna
di Filippo II
Lascesa
di Olanda
e Inghilterra
La guerra
dei Trentanni
Lascesa
della Francia
Dalla guerra esce come potenza dominante la Francia, mentre il ramo spagnolo degli Asburgo
si avvia a un tramonto lento ma inesorabile. Gradualmente il mondo tedesco, frammentato e
permeato da pregiudizi religiosi, assume un ruolo di secondo piano, politico e culturale.
La firma del trattato traccia una cesura tra due epoche: segna la fine delle guerre di religione
con il riconoscimento dellesistenza di diverse confessioni allinterno di uno stesso
Paese; sancisce il principio per cui ogni Stato libero e sovrano; infine stabilisce tra i
diversi Stati una politica di equilibrio per impedire che uno di essi acquisti tanta potenza da
imporsi sugli altri. Con il trattato di Westfalia lo Stato moderno acquista un pieno statuto giuridico internazionale. Il processo di consolidamento compiuto, almeno nei pi importanti
Paesi europei.
La guerra civile
in Francia
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La stagnazione
economica
A partire dal 1620 si verifica una grave crisi economica, che durer fino al 1740. Ai saccheggi e alle devastazioni della guerra vanno ad aggiungersi ripetute carestie ed epidemie di peste, che travagliano lEuropa
per tutto il secolo, con gravi conseguenze: decremento
demografico; crisi del settore agricolo; generalizzata
depressione delle attivit produttive.
Conflittualit
sociale
Il crescente impoverimento delle masse genera forti tensioni sociali, pi o meno manifeste. Il clima dellepoca
sembra caratterizzato da un generale senso di smarrimento. un mondo che ha messo in discussione certezze
che sembravano consolidate e riferimenti tradizionalmente acquisiti: le forme del potere religioso e politico, cos
come le strutture sociali, sono radicalmente cambiate.
Il consolidamento
di Olanda
e Inghilterra
La parabola dellassolutismo
Due modelli
di Stato
Nella seconda met del Seicento si compie il consolidamento dello Stato assoluto. Lesempio tipico la Francia, ma il processo avviene anche in Prussia, Russia, Danimarca e Svezia.
Contemporaneamente, per, si afferma in Inghilterra il modello della monarchia parlamentare costituzionale.
La prima
rivoluzione
inglese
(1642-1649)
Con Giacomo I Stuart (1566-1625), fautore di una svolta assolutistica, in Inghilterra la corona deve
lottare con il Parlamento per la supremazia politica: gli Stuart, cattolici, difendono gli interessi della
vecchia aristocrazia feudale, mentre il Parlamento rappresenta laristocrazia pi dinamica e la borghesia pi ricca di orientamento protestante, dominante
nel Paese. Scoppia una guerra civile tra i Realisti e i
Parlamentaristi, capeggiati da Oliver Cromwell (15991658). Nel 1649 Cromwell, a capo dellesercito, sconfigge
le truppe reali, fa processare, condannare e decapitare
Carlo I Stuart. Latto sancisce la crisi dellidea dellorigine divina del potere monarchico. Cromwell fa proclamare la repubblica e, nel 1653, acquisisce il titolo di
Lord Protettore di Inghilterra, Scozia e Irlanda. Alla sua
morte viene restaurata la monarchia degli Stuart.
La gloriosa
rivoluzione
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Lassolutismo
monarchico
francese
La nobilt di spada, in cambio della rinuncia allesercizio diretto del potere politico, ottiene tutti i privilegi di
classe: propriet terriera, esenzione dalle imposte, giurisdizione speciale. Lamministrazione viene centralizzata e affidata a una nuova burocrazia attinta dal
ceto medio borghese (gli intendenti).
Luniformit
religiosa
Nel 1685 Luigi XIV revoca leditto di Nantes al fine di eli- i Hyacinthe Rigaud, Ritratto di Luigi XIV,
minare centri di potere diversi da quello dello Stato: una 1701 (Parigi, Museo del Louvre).
fede, un re, una legge (un roi, une foi, une loi) recitava
Jacques-Bnigne Bossuet, predicatore di corte di Luigi XIV, nel 1670. Vengono abolite le concessioni agli ugonotti, proibito il culto protestante e rafforzata la chiesa gallicana. Con lesodo dei calvinisti la Francia perde manodopera specializzata, maestranze preziose e capacit imprenditoriali
vitali, con ingenti danni alleconomia.
La politica
economica
Nello Stato assoluto potenza politica, ricchezza economica e forza militare sono indissolubilmente legate, dal momento che necessario mantenere una corte numerosa, un esercito permanente e un corpo burocratico e diplomatico stabile. Per incrementare la ricchezza, lo Stato controlla, dirige e regolamenta dallalto le attivit economiche.
Il
mercantilismo
Tra Seicento e Settecento, nella politica economica della Francia come degli Stati dellEuropa
occidentale si afferma il mercantilismo: lo Stato interviene per potenziare e proteggere le attivit produttive e commerciali, al fine di rendersi il pi possibile indipendente dallestero. Questa
politica economica al servizio di una politica di potenza che non esita a usare la guerra per
lallargamento dei confini e la difesa contro le mire espansionistiche di altri Stati.
La politica
estera
Nellet di Luigi XIV culmina lascesa coloniale della Francia, iniziata dopo il 1648. LEuropa
scossa dalle tensioni provocate dalle mire egemoniche del re. Dal 1666 al 1713 la Francia in
stato di guerra quasi permanente.
I rapporti
internazionali
Nel 1713 il principio dellequilibrio viene espressamente richiamato nel trattato di Utrecht,
uno dei trattati a conclusione della guerra di successione spagnola (1701-1713). Per la prima
volta un accordo internazionale si propone esplicitamente lobiettivo di assicurare la pace
europea attraverso lequilibrio delle forze. Lopposizione alla supremazia dello Stato pi forte
regola i giochi delle alleanze. Di conseguenza si sviluppa unintensa attivit diplomatica.
Nuovi equilibri
La prima met del Settecento insanguinata da altre due guerre scatenate da questioni
dinastiche, che in realt sono determinate da ambizioni di conquista: la guerra di successione
polacca (1733-1738) e la guerra di successione austriaca (1740-1748). La pace di Aquisgrana,
del 1748, segna il definitivo tramonto della Spagna e laccantonamento delle ambizioni di
potenza della Francia, laffermazione della Russia e della Prussia (divenuta regno nel 1701), ma
soprattutto il rafforzamento dellInghilterra, che amplia i suoi domini coloniali. A consolidare la potenza inglese contribuisce anche lunione delle corone di Inghilterra e Scozia nel
Regno Unito di Gran Bretagna, avvenuta nel 1707.
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Quadro storico
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Nuove alleanze
Il dispotismo
illuminato
Nella seconda met del Settecento inizia il processo che in forme diverse porter dallo Stato
assoluto allo Stato liberale dellOttocento. Momento importante di questa transizione lo sviluppo in Europa, tra gli anni Quaranta e gli anni Ottanta del Settecento, dellassolutismo
illuminato, che ha come protagonisti Federico II di Prussia, Maria Teresa e Giuseppe II dAsburgo, Caterina II di Russia. Questi sovrani, detti illuminati, attuano una serie di riforme
volte alla modernizzazione delleconomia e delle istituzioni dello Stato e alla laicizzazione della cultura. LAncien Rgime viene rinnovato eliminando le residue strutture economico-sociali feudali.
Le riforme
Le riforme hanno come obiettivo soprattutto la riduzione dei privilegi locali e delle giurisdizioni
particolari, in vista della centralizzazione dello Stato, che avviene attraverso un apparato
amministrativo efficiente e unitario. Vengono rafforzate le strutture burocratiche e militari,
sono aboliti i privilegi della nobilt e del clero, soprattutto in campo fiscale. attaccata la
propriet terriera ecclesiastica e si afferma il giurisdizionalismo, ossia lestensione della giurisdizione dei sovrani al campo religioso, che ha come effetto anche lespulsione dei gesuiti dai
vari Stati. Le cariche pubbliche vengono aperte a tutti e viene concessa libert di commercio. In
campo sociale, a seconda degli Stati, sono abolite la pena di morte e la tortura, favorite la tolleranza religiosa e la libert di stampa attraverso labolizione della censura, istituite scuole statali.
Il
rafforzamento
della borghesia
Mentre nella Prussia e nella Russia illuminate la nobilt conserver ancora per lungo tempo i
suoi privilegi esclusivi, nellEuropa occidentale si rafforza la borghesia, che rivendica sempre
pi un ruolo attivo nello Stato.
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Le rivoluzioni
borghesi
Dalla terra
ai mari
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I progressi
scientifici
e lo sviluppo
delle scienze
applicate
Nel Settecento sono numerose le scoperte scientifiche e le invenzioni, che vengono divulgate grazie alle pubblicazioni delle accademie scientifiche (come la Royal Society di Londra, nata
nel 1660 per promuovere la ricerca, o la francese Acadmie des sciences del 1666) e, a partire dal
1751, allEnciclopedia delle arti e dei mestieri, curata dagli illuministi Diderot e dAlembert. La divulgazione accelera il progresso scientifico e favorisce la nascita e lo sviluppo di nuove
tecnologie. La tecnologia, fino ad allora basata soprattutto sulla pratica, usufruisce sempre
pi delle acquisizioni e dei metodi della scienza. Si sviluppano le scienze applicate.
La ripresa
delleconomia
Dopo la met del secolo in molte regioni leconomia riprende quota, grazie a condizioni che si
erano venute sviluppando gradualmente, soprattutto in Inghilterra e in Olanda: lallargamento
delleconomia monetaria, lestensione del settore manufatturiero, lo sviluppo di banche, borse e
grandi societ commerciali. Nello stesso periodo i miglioramenti nellalimentazione, la diminuzione delle epidemie e delle carestie, la cessazione delle guerre e laumento delle nascite provocano un incremento demografico: da questo momento la crescita della popolazione in Europa non subir pi flessioni.
La rivoluzione
industriale
Da questo straordinario insieme di fattori positivi scaturiscono profonde trasformazioni economiche e sociali, che portano al fenomeno definito rivoluzione industriale, ossia quel complesso di innovazioni tecnologiche che, sostituendo allabilit umana le macchine e alla fatica
di uomini e animali lenergia inanimata, rendono possibile il passaggio dallartigianato alla
manifattura, dando cos vita a uneconomia moderna, come viene definita dallo storico
David S. Landes (Prometeo liberato, 1993).
Lindustrializzazione
in Inghilterra
Lorigine di questo processo, che avviene dal 1750 al 1850 circa con velocit
diverse a seconda degli Stati, in
Inghilterra. A favorirne lavvio furono
varie condizioni favorevoli: conoscenze scientifiche e tecniche allavanguardia; lincremento demografico, che rende disponibile una notevole
quantit di manodopera e provoca
laumento della domanda interna e di
beni di vario genere; cambiamenti
radicali nel modo di produzione agricolo (la cosiddetta rivoluzione agraria) con conseguente crescita della produttivit della terra; una classe
imprenditoriale con disponibilit di
capitali; un grande sviluppo commerciale estero (Londra al centro
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degli scambi internazionali e del sistema finanziario e creditizio mondiale); lo sviluppo delle
vie di comunicazione, che rendono pi agevole e meno costoso il trasporto delle materie prime e delle merci; il dominio sociale della classe e della mentalit borghese, con i suoi valori del lavoro e del profitto.
Nuovi
strumenti
di produzione
e nuove forme
di energia
In campo agricolo sono utilizzate nuove macchine. Limpiego del ferro al posto del legno consente una maggiore durata dei macchinari. Il carbone ricavato dalla legna viene sostituito dal
carbon fossile e dal coke. Lacqua, utilizzata in un primo tempo come forza motrice, viene
soppiantata dal vapore. Proprio la scoperta del vapore come fonte di energia, nel 1774, con la
macchina a vapore di Watt, che trasforma lenergia del carbone in energia meccanica,
apre una nuova fase del processo di industrializzazione. Vengono inventate macchine per filare
e per tessere, che trasformano radicalmente i processi produttivi: dal 1778 vengono organizzate
le prime filande su base industriale. Il vapore utilizzato anche nelle fonderie e nel settore minerario, per lestrazione dellacqua e dei minerali dai pozzi. Ma gli impieghi pi rivoluzionari della forza vapore si avranno nel XIX secolo nel settore dei trasporti con i treni e le navi.
La Rivoluzione
americana
Oltreoceano avviene il primo sovvertimento dellAncien Rgime, con la Rivoluzione americana, che nasce dalla richiesta di autonomia politica ed economica delle colonie nei confronti della madrepatria inglese e porta alla nascita degli Stati Uniti nel 1783. Nella Dichiarazione
dindipendenza del 1776 si affermano la sovranit popolare e i diritti naturali inalienabili delluomo: il diritto alla vita, alla libert, alla propriet e anche il diritto alla ricerca della
felicit. Il principio della separazione dei poteri alla base della Costituzione del 1787.
La Rivoluzione
francese
u Il dipinto
rappresenta levento
simbolo della
Rivoluzione
francese: la presa e
la distruzione della
Bastiglia da parte
del popolo, il 14
luglio 1789.
Let moderna
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Dal 1795 inizia let del Direttorio. Napoleone Bonaparte (1769-1821), alla testa di un esercito
di volontari, guida, a partire dal 1796, una serie di campagne militari allo scopo di estendere
allintera Europa i principi di libert e uguaglianza affermati dalla Rivoluzione francese. Con il
colpo di Stato del 1799 pone fine allesperienza rivoluzionaria e inizia un regime autoritario,
consacrato nel 1804 con lautoproclamazione a imperatore dei francesi.
Il Codice civile
napoleonico
Limportante eredit lasciata da Napoleone il Codice civile, promulgato nel 1804 e imposto
a tutti i Paesi occupati dalla Francia, che ha consentito lapplicazione dei valori sociali e civili
della Rivoluzione: lintangibilit
della propriet privata, la
libert individuale entro i limiti
della legge, luguaglianza di tutti
i cittadini di fronte alla legge, la
laicit dello Stato. Napoleone
stesso affermer: La mia vera gloria non nelle vittorie militari, ma
nel Codice.
Napoleone
Bonaparte
Mercantilismo
concetti
Ancien Rgime
Con lespressione Ancien Rgime ci si
riferisce al modello politico che caratterizza let moderna, in cui centro e fulcro dello Stato la persona
del re. Lespressione fu coniata allepo-
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Quadro storico
o stati: clero, nobilt e terzo stato (la borghesia, fatta di grandi burocrati, professori, avvocati, mercanti e
imprenditori, artigiani e piccoli commercianti). La disuguaglianza tra le
classi radicale, riconosciuta e teorizzata, a tal punto che la rigida stratificazione della societ in classi corrisponderebbe a unintrinseca differenza di
dignit personale fra gli individui.
Giurisdizionalismo
Questa dottrina politica, che si sviluppa tra il Seicento e il Settecento nei
Paesi cattolici, sostiene la separazione
tra il potere dello Stato e quello della
Chiesa, con la preminenza del potere
laico rispetto a quello curiale ecclesiastico. Influenza lopera dei sovrani illuminati, che aboliscono i principali privilegi ecclesiastici e limitano il potere
della Chiesa al campo spirituale. La
politica giurisdizionalista proseguir
nellOttocento anche nei Paesi in cui
la Chiesa ha ancora grandi poteri, come il Regno di Sardegna e, dal 1861, il
Regno dItalia.
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Letteratura
Letteratura
Arte
1581 Gerusalemme
liberata di Tasso
(prima edizione)
1516
Orlando furioso
di Ludovico
Ariosto
1558 Galateo
di Giovanni
della Casa
1592-93
Dottor Faust
di Marlowe
Arte
1420-1436
Brunelleschi,
cupola del Duomo
di Firenze
Politica
1559 Indice
dei libri proibiti
Politica
1545-1563
Concilio di Trento
1519 Carlo V
imperatore
1400
1450
1598 editto
di Nantes
1500
1550
16
Scienza
1571 sconfitta
dei Turchi
a Lepanto
Scienza
Filosofia
Filosofia
Let moderna
14
1580 Saggi
di Montaigne
16
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1705 Favola
delle api
di Mandeville
1667
Il paradiso perduto
di Milton
1729 Passione
secondo S. Matteo
di Bach
1781 Incubo
di Fssli
1764 Storia
dellarte dellantichit
di Winckelmann
1753
La locandiera
di Goldoni
1793 Morte di
Marat di David
00
1789 inizia la
Rivoluzione francese
1713 trattato
di Utrecht
1689 Bill of Rights
e incoronazione di
Guglielmo III dOrange
1794 reazione
termidoriana
e fine
di Robespierre
1650
1649 Carlo I
viene giustiziato.
Cromwell
proclama la repubblica
1700
1750
1643 barometro
a mercurio
di Torricelli
1628 De motu
cordis di Harvey
1620 Novum
Organum
di Bacone
1780 George
Washington eletto
primo presidente
1804-1814
Napoleone
imperatore
dei francesi
1815 sconfitta
di Napoleone
a Waterloo
1789 Trattato
elementare
di chimica
di Lavoisier
1690 Saggio
sullintelletto umano
di Locke
1651 Leviatano
di Hobbes
1800
1688 Gloriosa
rivoluzione in Inghilterra
1616 primo
processo a
Galileo Galilei
1793-1794
Periodo
del Terrore
1762 Contratto
sociale
di Rousseau
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Quadro storico
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t Laffresco La
scuola di Atene,
commissionato a
Raffaello dal papa
Giulio II nel 1508,
testimonia la
rinascita e il
ripensamento
della filosofia antica
nella cultura
rinascimentale.
Al centro del dipinto
ci sono Platone (che
ha le sembianze di
Leonardo da Vinci e
ha in mano il Timeo)
e Aristotele
(rappresentato
secondo lideale
delluomo di corte).
Aristotele ha in
mano lEtica
nicomachea, tradotta
dal greco
dallumanista
Leonardo Bruni.
La filosofia
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I generi filosofici
Con la filologia umanista vengono
recuperati molti testi antichi e si
traducono dal greco opere
conosciute soltanto attraverso
traduzioni latine. Leonardo Bruni
traduce lEtica nicomachea (14161417) e la Politica (1435-1438) di
Aristotele. Tra il 1463 e il 1469
Ficino lavora alla versione latina
dellopera completa di Platone,
pubblicata nel 1484.
La stampa produce una vera e
propria rivoluzione culturale. Si
diffonde luso delle illustrazioni (di
botanica, zoologia, anatomia),
Let moderna
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Moro, Bacone,
Hobbes, Locke, Newton
Leibniz
Amsterdam
Frauenburg
o I principali
centri culturali
europei dal Quattro
al Seicento.
Hannover
Londra
Copernico
Spinoza, Cartesio
Keplero
Praga
Parigi
Bruno, Campanella,
Pascal, Malebranche
Bordeaux
Ficino, Machiavelli,
Galilei,
Montaigne
Firenze
Bruno
Napoli
Cosenza
Telesio, Campanella
comunit internazionale di
scienziati; ne sono testimonianza i
nutriti epistolari dellepoca.
Dalla met del Cinquecento in poi i
testi filosofici vengono scritti sia in
latino, sia nelle lingue nazionali;
spesso le opere vengono tradotte dal
volgare in latino e viceversa.
Con i Saggi (Essais) di Michel de
Montaigne, usciti nel 1580 e nel
1588, nasce un genere che, accanto
al trattato, avr molta fortuna nei
secoli successivi: il saggio, attraverso
il quale lautore espone le sue
riflessioni su un solo argomento o su
vari in forma non sistematica.
Tra Cinquecento e Seicento si
sviluppa anche il genere letterario
dellutopia, che critica la societ del
tempo e delinea una societ giusta. Il
capostipite Utopia (1516) di
Tommaso Moro.
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La filosofia
La filosofia
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Let moderna
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o I principali
centri culturali
europei
del Settecento.
Edimburgo
Hume
Knigsberg
Kant
Encyclopdie,
Voltaire, Rousseau
Parigi
Rousseau
Ginevra
Milano
Montesquieu
Verri, Beccaria
Vico
Napoli
Bordeaux
o Nel Settecento si
discuteva
liberamente di
cultura e di politica
nei caff, oltre che
sulle pagine dei
giornali e nei salotti
alla moda.
Nellimmagine,
linterno di un caff
in una stampa
inglese.
il dialogo e lentretien
(colloquio), che riproducono nella
scrittura la forma dialogica del
dibattito delle idee;
la lettera, per esempio la Lettera
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La filosofia
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CHI ?
DOVE ?
'300
CHI?
DOVE?
COSA?
retorica e
morale
vs
logica e
teologia
Introduzione
LUmanesimo
I
filosofi del tardo Medioevo sono, nella maggior parte dei casi, professori universitari.
Sono, per usare unespressione moderna, intellettuali di professione. Spesso appartengono a
un ordine monastico, o fanno a qualche titolo
parte del mondo ecclesiastico. Insegnano nella facolt
delle arti e in quella di teologia. Leggono e commentano i
testi di Aristotele, che sono la base della fisica e della
metafisica, e le Sentenze di Pietro Lombardo. Fanno uso di
un linguaggio estremamente tecnico e complesso.
Nella seconda met del Trecento per, soprattutto in Italia, nasce una nuova classe intellettuale, meno legata
alle universit. Si tratta di funzionari politici, cancellieri,
segretari, che compiono una scelta culturale diversa
rispetto ai professori universitari. Prediligono infatti gli
studia humanitatis, cio lo studio degli autori classici,
spesso andando a scovarne le opere in archivi, monasteri e
biblioteche e rendendo disponibili scritti che non venivano
letti da secoli. La loro preferenza va alla retorica, piuttosto che alla logica, allo studio della morale piuttosto che
alla teologia. Alla vita contemplativa e di studio chiusa
Caratteri dellUmanesimo
Dalla seconda met del Trecento si svilupp, prima in Italia e poi nel resto dEuropa, un importante movimento culturale che impose una nuova visione del mondo e delluomo: lUmanesidove nasce? Italia
mo. Gli intellettuali che ne fecero parte contestarono con forza la cultura allora dominante nelle universit. Gli umanisti (humanistae in latino) si interessarono agli autori dellantichit, soprattutto a quelli che il Medioevo aveva conosciuto meno: Cicerone, Tito Livio, Sallustio, Seneca,
studia humanitatis:
studio degli autori antichi
Stazio, Lucrezio, Platone. Si dedicarono ai cosiddetti studia humanitatis, come veniva chiamato
(filos., storia, letter., retorica)
il patrimonio letterario ereditato dallantichit in contrapposizione allo studio della teolovs
gia. Non si tratta di una contrapposizione rigida, perch molti umanisti si occuparono di questudio della teologia
stioni teologiche; piuttosto un orientamento che mette laccento sul valore delluomo, sulla
sua
capacit di compiere grandi opere e di sollevarsi al di sopra della barbarie, per raggiungere
accento sul VALORE dell'UOMO
risultati degni della sua natura particolare di creatura dotata di intelletto e di libert, grazie ai
e la sua DIGNITA'
quali in grado di modificare il mondo in cui vive. Gli studia humanitatis riguardano discipline
che ancora oggi chiamiamo umanistiche: letteratura, filosofia, storia, retorica Lettura 1 .
Nelle opere degli antichi gli umanisti ricercano sia modelli letterari, soprattutto un latino pi
puro e raffinato di quello in uso negli ambienti universitari, sia modelli morali di comportamento da proporre ai contemporanei.
Gli studia
humanitatis
Il rapporto
con il passato
rifiuto del Medioevo: secoli bui
recupero dell'antichit: modello
da imitare (APICE della Civilt)
Per gli umanisti fondamentale il rapporto con il passato. Con un colpo solo cancellano i lunghi
secoli del Medioevo, che considerano barbarici e decadenti e nei quali ritengono che sia andato perso il valore letterario e morale dellantichit. Giudicano necessario tornare al momento doro dellumanit, cio allantichit classica, modello da imitare e da riproporre nel mondo attuale.
Let moderna
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DOVE?
scholae
vs
impegno
pubblico
MEZZO?
Filologia
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Lo studio
delle lettere
e la vita attiva
Umanista: non un letterato
un intellettuale impegnato nella societ
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Allimitazione letteraria si associa limitazione delle virt e dei valori delle grandi personalit del
mondo romano e greco. LUmanesimo ha un forte orientamento civile e politico: guarda
alluomo calato nella storia, nel compimento di imprese che ne esaltano le capacit. Gli umanisti non sono solo letterati: sono intellettuali spesso impegnati in funzioni politiche e vedono
nella storia un campo di azione e di realizzazione delluomo. Assegnano alle lettere compiti
civili, pedagogici, politici, di critica della societ. A se stessi affidano il ruolo di mediatori tra
un passato in cui luomo ha raggiunto lapice delle sue capacit e il presente in cui luomo pu e
deve rinnovare la propria grandezza.
La nascita dellUmanesimo
Perch in Italia
LUmanesimo nasce in Italia. Le ragioni sono molte. Innanzitutto, in Italia si era sviluppata la
Intellettuali
e funzionari
politici
Gli umanisti furono spesso funzionari al servizio di un signore, scrivevano lettere ufficiali e compivano ambasciate. Alcuni furono al servizio della Repubblica di Firenze, come Coluccio
Salutati (1331-1406) e Leonardo Bruni (1374-1444); altri operarono
presso la curia pontificia: lo stesso Bruni, ma anche Pietro Paolo
protagonisti
21
i Petrarca in un
affresco di Andrea del
Castagno del 1450
(Legnaia,Villa Carducci).
Leonardo Bruni (1374-1444), nato ad Arezzo, fu per diversi anni al servizio del Papato e nel 1414 raggiunse papa Giovanni XXIII al concilio di Costanza. Fu per molti anni segretario della Repubblica di Firenze. Scrisse numerose opere, tra cui la Storia di Firenze (Historia Florentina),
iniziata nel 1415, e lElogio della citt di Firenze (Laudatio
Florentinae urbis, 1403-1404), tradusse la Politica e lEtica
nicomachea di Aristotele, gli Economici pseudo-aristotelici,
il Fedone, il Gorgia, il Fedro e lApologia di Platone.
Leon Battista Alberti (1404-1472) fu un grande uomo di
lettere e un importantissimo architetto. Lavor presso la curia pontificia, a Firenze e presso i Gonzaga a Mantova. Allopera letteraria affianc lattivit di architetto: a Roma, nella
risistemazione urbanistica della citt, a Firenze, a Mantova e
a Rimini, dove tracci il disegno del Tempio malatestiano.
LUmanesimo
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La prima generazione degli umanisti si colloca nella prima met del Quattrocento. I loro punti
di riferimento sono per Francesco Petrarca (1304-1374) e Coluccio Salutati, cio intellettuali del Trecento che si erano distinti sia nellimpegno letterario sia in quello politico. Erano stati
pionieri del recupero dei testi antichi, erano andati nelle biblioteche e nei monasteri alla ricerca di opere scomparse e contenute in manoscritti da tempo dimenticati. Salutati ritrov le
Lettere ai familiari (Familiares) di Cicerone. Anni dopo Poggio Bracciolini trov a Cluny, in Francia, due orazioni di Cicerone; nel monastero
di San Gallo (oggi in Svizzera) recuper la Retorica di Quintiliano. Vennero poi ritrovati altri scritti di Cicerone, come Sulloratore (De
oratore). Queste e altre letture fecero maturare
la consapevolezza della differenza di civilt
tra il mondo antico e il presente, ma fecero nello stesso tempo emergere un desiderio
di emulazione e recupero della grandezza passata.
Il modello
di intellettuale
umanista
Alla ricerca
delle opere
degli antichi
Durante il Medioevo erano stati pochi gli intellettuali in grado di comprendere e tradurre la lingua di Platone e Aristotele. In Italia tra la fine del Trecento e i primi del Quattrocento giunsero
a pi riprese intellettuali bizantini che insegnarono il greco, alcuni su invito degli umani-invitati da umanisti
sti, altri al seguito dellimperatore Giovanni Paleologo durante il concilio di Ferrara nel 1438
-concilio di ferrara
(che prosegu il concilio iniziato a Basilea nel 1431) e quello di Firenze nel 1439 (in cui si tent la
-concilio di firenze
riconciliazione tra la Chiesa occidentale e la Chiesa greca, divise da secoli), altri ancora dopo la
-dopo caduta di Costantinopoli
presa di Costantinopoli (1453) da parte dei turchi. Il primo fu Manuele Crisolora (1350permise la diffusione e la cono- 1415), che insegn a Firenze e a Pavia. Negli anni successivi arrivarono Giorgio Gemisto
scenza del GRECO, fondamenta- (1355-1452), detto Pletone (parola greca dallo stesso significato di Gemisto, cio pieno, ma
le per leggere Platone e Aristotele dal suono simile a quello di Platone); Giorgio Trapezunzio (1395-1484), traduttore dal greco;
Giorgio Scholaris (1405-1472 ca.), detto Gennadio; Teodoro Gaza (1411-1475), giunto in
Italia per il concilio di Ferrara e rimastovi come insegnante e traduttore; Giovanni Argiropulo
(1410-1491), insegnante di greco e traduttore; Giovanni Bessarione (1403-1472), gi vescovo
di Nicea e poi cardinale.
Larrivo
degli intellettuali
bizantini in Italia
Let moderna
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La polemica
sul primato
tra Platone
e Aristotele
Gli intellettuali bizantini diedero vita a una polemica sul primato di Aristotele o Platone,
una discussione che contribu allo studio di questultimo. Nellimpero bizantino, infatti, la
conoscenza di Platone non era venuta meno, a differenza di quanto era avvenuto in Occidente. Pletone e Bessarione affermavano il primato di Platone, perch alcune sue tesi apparivano vicine alle dottrine cristiane riguardanti la trascendenza di Dio, limmortalit dellanima, la
Trinit. Gennadio, Trapezunzio, Gaza sostenevano invece il primato di Aristotele. A Trapezunzio, in particolare, Platone e i suoi seguaci parevano lontani dal cristianesimo, mentre era in Aristotele, al contrario, che si potevano rinvenire dottrine come quella dellimmortalit dellanima.
Non mancarono i tentativi di conciliare Platone e Aristotele: Bessarione mostr come in
entrambi ci fosse un finalismo universale. Anche Giovanni Argiropulo, che tradusse e comment alcune opere di Aristotele, tent di conciliarne il pensiero.
Nuove
traduzioni
4
La filologia
come ricerca
della verit
di un testo
In sintesi
Umanesimo e filologia
Con lUmanesimo nasce e si sviluppa la filologia v. riquadro a p. 25 . Gli umanisti cercarono
di trovare e ricostruire il testo originale delle opere antiche, di capire il significato di parole che nel tempo erano state usate in modo diverso. Ma la filologia non fu solo espressione di
erudizione e di amore del passato: nella battaglia culturale in cui gli umanisti si impegnarono, la
filologia divenne uno strumento funzionale alla ricerca della verit delle tesi esposte nelle opere.
Per fare questo, occorreva tenere conto che un testo era stato scritto in un certo periodo storico,
quando vigevano certi usi linguistici e non altri, quando erano circolanti alcune tesi filosofiche e
non altre. Per gli umanisti la comprensione della verit del testo presuppone la comprensione del contesto delle idee e della lingua utilizzata; in caso contrario, la comprensione di un testo falsata. Perci la filologia uno strumento fondamentale per la ricostruzione
del sapere degli antichi.
Umanesimo e filologia
accedere
con
lUmanesimo
nasce
la FILOLOGIA
che consente di
comprenderne
la verit
collocandoli nel contesto delle idee
e della lingua utilizzata
nel periodo storico in cui furono scritti
la filologia sviluppa
la consapevolezza storica
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LUmanesimo
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i Allievi di Raffaello, La donazione di Roma, 1517-1524 (Roma, Palazzi Vaticani, Sala di Costantino). L'imperatore Costantino inginocchiato
davanti a papa Silvestro nellatto di offrire la citt di Roma, simboleggiata da una statuetta dorata.
La confutazione
della Donazione
di Costantino
La filologia umanistica diede prova di s in un caso molto importante. Lorenzo Valla (14051457) v. pp. 25-26 dimostr nel 1440 che la cosiddetta Donazione di Costantino era un
documento fasullo. Secondo questo testo, limperatore romano avrebbe donato al Papato
lintero Impero romano dOccidente. Per secoli la Chiesa aveva fatto valere questo documento
come prova del suo primato sul potere temporale dei sovrani. Valla dimostr che il testo non
poteva risalire allepoca di Costantino, perch vi erano usati termini burocratici (come la parola
strapo) che non si riferivano allepoca di Costantino. Inoltre il testo dava per scontata la
supremazia di Roma sulle altre Chiese, che allepoca non si era ancora realizzata.
Filologia e
diritto romano
Anche il Codice giuridico giustinianeo v. vol. I, p. 491 , che continuava a essere preso come
riferimento per la legislazione corrente, fu oggetto di indagine: il giurista Andrea Alciato (14921550), che diede vita allUmanesimo giuridico, adott una prospettiva filologica e storica per
giungere a una corretta comprensione delle parole utilizzate nellopera.
Filologia
e Scritture
Non rimasero immuni dallo studio dei filologi nemmeno le Sacre Scritture. Il fiorentino Aurelio Brandolini (1445-1497) rifiut il tradizionale sistema di lettura allegorica, che interpretava
gli eventi biblici come segni di verit teologiche e morali, e tratt lAntico Testamento come una
cronaca di eventi storici, suscettibile di analisi, correzioni e integrazioni. Sulla base delloriginale greco, Lorenzo Valla corresse il testo allora circolante del Nuovo Testamento, intervenendo in
questioni dottrinali. Di fatto, la filologia si arrogava il diritto di correggere alcuni principi comunemente accolti del cristianesimo.
Il valore
della retorica
Venne inoltre rivalutata la retorica, in contrapposizione alla grammatica e alla logica, le altre
due arti del trivium v. vol. I, p. 459 . Nel tardo Medioevo era studiata soprattutto dai funzionari
dei comuni e delle corti che dovevano scrivere documenti e discorsi. Per gli umanisti la retorica
ha un valore positivo: non infatti uno strumento per manipolare la volont degli uomini, ma
un mezzo per comunicare in modo pi chiaro ed efficace, importantissimo per la convivenza. Perci anche in grado di mostrare che ogni discorso, orale o scritto, vincolato alle
condizioni storiche e agli usi linguistici in cui viene formulato. Da tali convinzioni discese un
atteggiamento critico verso le dispute dialettiche e la logica delle universit, che
apparivano troppo astruse, lontane dal discorso comune.
trivium:
- retorica
-grammatica
- logica
Let moderna
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Filologia
collegamenti
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Umanesimo e universit
Critiche
alla cultura
delle
universit
LUmanesimo non pose fine alla cultura delle universit e allo studio di Aristotele secondo i
metodi del tardo Medioevo: la nuova cultura umanistica e la vecchia cultura universitaria convissero, anche se in forte polemica tra loro. Nella cultura dellUmanesimo era, infatti, forte lesigenza di cercare nei testi degli antichi qualcosa che fosse utile per la vita contemporanea: verit
che riguardassero luomo, la sua condotta e la sua felicit. Aristotele, ma soprattutto laristotelismo, furono spesso i suoi bersagli polemici. Gli umanisti rifiutarono la logica barbara dei britanni, cio la logica praticata nelle universit e fortemente influenzata da autori
inglesi come Guglielmo di Ockham, giudicarono assurdo lossequio verso Aristotele, esclusero
dai loro interessi lo studio della fisica, cos sviluppato nelle universit, che per loro era soltanto
un assurdo esercizio terminologico. Considerarono inutili e astratte le polemiche dottrinali e le
infinite discussioni che si svolgevano nelle aule universitarie. Sono posizioni di cui si era gi fatto
portavoce Petrarca alla met del Trecento: lUmanesimo le fece proprie.
Limiti
di Aristotele e
fraintendimenti
dei suoi
interpreti
Bruni sostenne che Aristotele era stato tradito dalle traduzioni latine e reso estraneo a
se stesso. Inoltre, a suo dire, il latino che si usava era talmente imbarbarito che il vero latino
era ormai ignorato. Vi erano aristotelici che non facevano altro che elaborare trappole sofistiche, ripetere formule incomprensibili, sostenendo di conoscere tutto lo scibile. Lo stesso Aristotele, sosteneva Petrarca, era solo un uomo, quindi non aveva potuto capire certe verit. Anche
Valla ridimension limportanza di Aristotele, perch non si era impegnato disse nelle
opere civili che rendono grandi gli uomini. assurdo affermava inoltre che i teologi si mettano a venerare Aristotele come un Dio e dimentichino i Padri della Chiesa.
Umanisti
nelle universit
Tuttavia non bisogna esagerare il contrasto. Infatti, molti umanisti, come Guarino da Verona
(1364-1460), Paolo Vergerio e Vittorino da Feltre (1373-1446), insegnarono nelle universit
discipline come grammatica, retorica e filosofia morale.
6
Critiche
alla filosofia
LUmanesimo
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perduto loriginario amore per la sapienza e si trasformata in una sorta di professione, degenerata nel commento dei testi altrui e nelluso di un linguaggio barbaro e
rozzo. Occorre volgersi ad altri modelli, come Cicerone e Platone, che hanno coltivato
insieme lamore per il sapere e quello per lo stile letterario. Valla rimprovera ai suoi contemporanei di essere prigionieri di Aristotele e di ignorare gli altri autori. Ci non significa un rifiuto
della ragione filosofica, ma della maggior parte dei modi in cui si storicamente realizzata. La
condanna di Valla colpisce molti filosofi precristiani (salva Pitagora, Platone e Cicerone) e i loro
epigoni contemporanei, tanto quanto i filosofi del Medievo.
La riforma
della filosofia
Il progetto che Valla intende realizzare una potatura: si tratta cio di togliere ci che in
eccesso, nella filosofia e nella logica. Le trattazioni correnti, piene di distinzioni sofisticate, come
mette in luce nelle sue Dispute dialettiche (Dialecticae disputationes, 1440), gli paiono assurde e
dannose. Valla intende ricostruire la dialettica e, successivamente, la metafisica, la fisica e letica,
superando quello che giudica il vuoto tecnicismo delle formulazioni scolastiche e luso improprio di neologismi che provocano solo confusione. A suo avviso, preferibile tornare al linguaggio naturale usato dai dotti, cio un linguaggio pi vicino a quello corrente e sottoposto alle regole della correttezza e delleleganza.
Lattacco
al linguaggio
della scolastica
necessario ricondurre la dialettica alla retorica. Questultima pu trattare gli stessi temi
della filosofia, ma con un linguaggio al tempo stesso pi chiaro ed elegante. Questa operazione deve essere accompagnata da uno sfoltimento della terminologia scolastica, inutilmente complicata dai maestri universitari. Valla sottopone a una critica serrata il linguaggio
tecnico della logica e della metafisica, sulla base di criteri grammaticali e di correttezza linguistica: termini come ens (ente) o haecceitas v. vol. 1, pp. 547-548 sono oscuri e barbari, anzi sono
in gran parte sciocchi. Dalluso incolto della lingua sarebbero sorti termini a cui non corrisponde nulla. Al termine ens, giudicato troppo astratto e privo di vero significato, Valla preferisce il pi concreto res (cosa). Le sue critiche raggiungono anche la fisica, dove riduce il numero
degli elementi: conservando aria, acqua e terra ed escludendo il fuoco, che secondo lui nasce
dallo scontro tra i corpi.
Una teologia
libera
dalla filosofia
Neppure la teologia viene risparmiata dalla critica per luso di concetti filosofici. Valla rifiuta le
dispute teologiche tipiche delle universit e propugna una teologia che esponga la Bibbia
secondo i metodi degli studia humanitatis. Rimprovera Agostino e Tommaso, i quali
avrebbero commesso errori, non conoscendo il greco in cui scritta la Rivelazione. Rimprovera
a Severino Boezio e Giovanni Damasceno di aver parlato da filosofi in teologia, introducendo la
metafisica e la dialettica in un ambito dal quale dovevano restare fuori e fornendo cos un pessimo esempio agli autori successivi. Per Valla, lo studio della Bibbia deve essere condotto senza
lausilio della filosofia aristotelica e delle sue interpretazioni universitarie. La teologia, come
forma di sapere superiore, non ha bisogno della filosofia. Questo uso indebito non ha fatto
altro che generare eresie.
Letica cristiana
contro
aristotelismo,
stoicismo
ed epicureismo
Il recupero dei classici non esaltazione acritica delle idee e delle figure del passato. Latteggiamento critico si estende anche alletica degli antichi. Nellopera Il vero e il falso bene (De vero falsoque bono, rielaborazione terminata nel 1441 di un dialogo scritto una decina di anni prima),
Valla condanna lo stoicismo e lidea dellautosufficienza del saggio, la dottrina epicurea di Dio e
dellanima, laristotelismo e la dottrina troppo astratta del giusto mezzo. Le tesi di queste filosofie gli paiono insufficienti e contraddittorie. La filosofia non pu pretendere di sostituirsi
alla visione cristiana del mondo. Valla manifesta simpatia per lepicureismo morale che
indica uno scopo per le azioni e le virt umane, il piacere, e non considera assurdamente autosufficiente la virt, come facevano gli stoici. Ripropone la morale cristiana, ma finalizzata
allottenimento della felicit nella vita futura Lettura 2 , e chiama questa felicit con la
parola latina voluptas (mentre nel latino medievale si usa pi spesso beatitudo): non si tratta per
del piacere fisico (come da molti nel Medioevo e in et umanistica veniva inteso il piacere di cui
parlava Epicuro), ma del godimento di Dio.
Let moderna
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LUmanesimo civile
Primato
delle discipline
umanistiche
Per Salutati le discipline umanistiche sono di maggior valore rispetto a quelle fisiche. Infatti i principi sui quali si basano si trovano negli uomini stessi e non fuori: contengono la ragione naturale, che ogni uomo in grado di vedere. Invece, le discipline fisiche
come la medicina sono prive di un saldo fondamento: i loro principi, se viene meno lesperienza, sono incerti e possono ingannare. Inoltre lo studio del diritto e gli studia humanitatis mantengono un legame con il divino,
in quanto la legge naturale stata
impressa nei cuori degli uomini proprio da Dio, mentre le discipline fisiche sono incapaci di cogliere il divino. Il diritto viene rivalutato anche
perch si occupa della vita associata
degli uomini, a differenza delle
discipline scientifiche.
Il contrasto
tra vita attiva
e vita
contemplativa
Bruni
e la ricchezza
Bruni molto pi deciso di Salutati nel sostenere il primato della vita attiva e nel condannare le
forme di vita contemplativa. Questa valorizzazione della vita civile si estende sia allimportanza della ricchezza come fattore che premia lattivit e come elemento di grandezza di una
citt, sia alla realizzazione di un vincolo di amicizia tra i cittadini. Bruni si ispir allEtica nicomachea e alla Politica di Aristotele, che tradusse dal greco.
Rivalutazione
della vita
contemplativa
LUmanesimo
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Luomo e il fato
La fiducia nelle capacit delluomo di raggiungere la virt e leccellenza si fa progressivamente
strada nella cultura umanistica e sar uno dei tratti caratterizzanti della civilt del Rinascimento
v. pp. 48-50 . Luomo dotato di virt ritenuto capace di superare i molteplici ostacoli della
fortuna, un termine che allepoca non aveva un valore positivo, ma indicava piuttosto gli
eventi imprevisti che potevano opporsi ai progetti umani. La contrapposizione tra la virt degli
uomini e i beffardi disegni della sorte un tema ricorrente nella cultura umanistica. Era ereditata
dalla cultura romana, nella quale Fortuna era una divinit incostante, pronta a portare gli uomini
in un istante dal successo alla miseria e viceversa. Per gli antichi romani, per, Fortuna poteva
essere domata dalluomo di virt, una tesi che gran parte degli umanisti, come Petrarca, Salutati
e Bruni, fa propria. La lotta contro la sorte ritenuta una caratteristica dei grandi uomini. Grazie alla virt luomo pu avere la meglio sulla Fortuna e raggiungere leccellenza.
Il potere
della fortuna
Il tema della fortuna giustifica la presenza di alcune riflessioni pessimistiche nel pensiero umanistico. il caso di Poggio Bracciolini, che nella Miseria della condizione umana (De miseria humanae conditionis, 1455) sottolinea il potere del fato sulle vicende umane e si chiede per quale
ragione, se non per un destino incostante e malvagio, pu essere terminata una grande civilt
come quella romana.
Alberti e
luomo virtuoso
Novit
dellUmanesimo
9
La libert
repubblicana
Virt
contro fortuna
Attraverso riflessioni come queste si fanno largo nella cultura dellUmanesimo temi in contrasto
con quelli tradizionali della cultura cristiana: il motivo della fortuna e della responsabilit
umana, che relegano in secondo piano quello della Provvidenza; la considerazione positiva
della ricerca degli onori e della virt civica, condannate dalla Chiesa come forme di
vanit; la fiducia nelle capacit delluomo e la valorizzazione delle opere, in contrasto con limmagine delluomo debole, fragile, incapace, che emergeva spesso dalla letteratura religiosa.
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regime repubblicano permette a tutti di partecipare alla vita politica e di controllare i governanti. Come dice Bruni, i cittadini sono in questo modo liberi e uguali davanti alla legge e
hanno la piena possibilit di sviluppare le proprie attitudini e la virt. Tale considerazione si
accompagna a unesaltazione di Firenze, che eccelle tra le citt italiane proprio grazie alla
sua libert Lettura 4 . Gli umanisti temono la decadenza della virt civica, lallontanamento dei cittadini dalluso delle armi che garanzia contro la tirannia, con il conseguente
ricorso a milizie mercenarie.
Esaltazione
della Roma
repubblicana
Anche in politica il recupero del passato uno dei motivi ricorrenti. Alla Roma imperiale a cui
si richiamava limpero romano germanico (ancora presente), in et umanistica si sostituisce la
valorizzazione della Roma repubblicana. In Salutati e Bruni questa esaltazione si lega alla
difesa della libert di Firenze, che viene presentata come lerede dei valori della repubblica
romana. Salutati stabilisce una sorta di equazione tra Roma antica, Firenze moderna e libert.
Bruni sottolinea il legame tra la vitalit di una citt e il suo orientamento repubblicano. La forma di governo imperiale invece additata come causa della decadenza dei valori.
I caratteri
del principe
Quando per in Italia si pass dai regimi repubblicani a quelli signorili, gli scritti degli umanisti
mutarono soggetto: Bartolomeo Sacchi (1421-1481), detto Platina, che lavor al servizio del
Papato, Giovanni Pontano (1429-1503), letterato e uomo politico operante a Napoli, il dalmata
Francesco Patrizi (1529-1597), professore di filosofia a Ferrara e a Roma, scrivono opere dedicate alleducazione e alle virt del principe. Tratteggiano lideale politico del principe impegnato nella ricerca della gloria, della fama e dellonore. Il principe deve essere un uomo di
grande virt, in grado di dominare la fortuna mutevole e ingannevole. La virt dunque la capacit in cui luomo esprime il meglio di se stesso. Gli umanisti sostengono che luomo
virtuoso possiede sia le virt cardinali della tradizione (prudenza, temperanza, fortezza e giustizia) sia le virt cristiane (fede, speranza, carit). A queste si aggiungono virt specifiche del principe, come la liberalit e la clemenza. Tale ideale verr criticato da Niccol Machiavelli, che
mostrer le conseguenze dannose delle virt intese in questo modo v. pp. 104-105 . Ma nel
frattempo i tempi erano cambiati: le signorie italiane faticavano a superare una dimensione
locale, mentre in Europa si affermavano gli Stati nazionali. Al loro interno, inoltre, si rivelavano
spesso deboli, travagliate da dissidi e soggette allinfluenza di potenze straniere.
storie
Girolamo Savonarola
e la crisi dellUmanesimo
Molti temi dellUmanesimo vennero presi di mira a
Firenze nello scorcio del secolo. Sul finire del Quattrocento, infatti, il frate domenicano di origine ferrarese Girolamo Savonarola (1452-1498) insistette sulla necessit di una riforma dei costumi. Quando Piero dei Medici venne cacciato da Firenze, il
frate divenne un punto di riferimento per la citt: invit alla
penitenza e prospett la minaccia della punizione divina;
critic linfluenza degli autori pagani nella cultura del tempo. Non pochi intellettuali, tuttavia, si legarono a lui, vedendovi un nuovo Socrate, anzi una guida ispirata da Dio
per una nuova vita. Savonarola inser nelle sue prediche un
elemento nuovo, la riforma della cristianit guidata da
Firenze, che sarebbe stata una sorta di nuova Roma.
Tuttavia, lopposizione del Papato e la perdita del consenso di molti concittadini segnarono la fine di Savonarola.
Scomunicato, arrestato e condannato a morte, fu impiccato e poi arso in Piazza della Signoria.
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LUmanesimo
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Coltivare
la virt
Linsistenza sul valore degli studia humanitatis, sulla figura del buon cittadino, e poi dellottimo
principe, spinge gli umanisti a riflettere sulla formazione del carattere degli uomini. Bruni ritiene che alla base della formazione delluomo debbano esservi lo studio dei classici, la letteratura
e la filosofia, che fanno nascere lamore per la virt. Coltivare la virt e applicarla nella vita
costituivano un principio fondamentale per gli umanisti. In questottica Leon Battista Alberti
(1404-1472), nei Libri della famiglia, esalta la masserizia, la cura della propriet terriera e della casa padronale, come un ambito in cui si sviluppa la virt della moderazione. Nella riflessione di Alberti si intrecciano laspetto etico e quello economico: nello spiegare come vadano
gestite le ricchezze della casa, ripropone il tema stoico dei beni materiali come indifferenti:
non conta il possesso ma luso che se ne fa. Perci sia lavarizia sia lo sperpero vanno condannati. La ricerca del profitto invece lodata, ma deve essere prudente e mai disgiunta dallonest. Virt e razionalit devono dunque essere componenti dellagire umano in ogni ambito,
anche in quello economico Lettura 3 .
Le scuole
degli umanisti
La pedagogia dellUmanesimo assume come scopo il pieno sviluppo delluomo. Perci nascono
scuole per la formazione dei giovani, orientate prevalentemente allo studio della cultura classica
e della retorica v. riquadro . In un secondo tempo gli umanisti sottolineano anche limportanza delleducazione fisica, per impedire al corpo di perdersi nelle mollezze e per allenarsi alle
durezze della vita. Il pubblico a cui queste scuole si rivolgono costituito in prevalenza da giovani delle classi abbienti: nobili, grande borghesia, figli di notai e funzionari pubblici.
Vergerio:
un nuovo tipo
di educazione
Secondo Pier Paolo Vergerio, che insegn logica a Firenze e Roma prima di entrare al servizio
del Papa e poi di re Sigismondo di Ungheria, listruzione impartita al giovane a garantire il
raggiungimento della virt e della sapienza. Nei Nobili costumi (De ingenuis moribus, 1400-1402),
opera che ebbe larga circolazione in Europa, spiega che si deve mirare non a unistruzione specifica, come allepoca erano quelle del futuro ecclesiastico e del futuro nobile, ma a raggiungere leccellenza universale, dedicandosi sia alle lettere sia alle armi.
Fiducia nelle
capacit umane
Utilit
della retorica
storie
Tra le scuole pi famose vi furono quella di Vittorino da Feltre (1373-1446), a Mantova, e quella
di Guarino da Verona (1364-1460), a Ferrara.
Entrambi erano stati allievi di un altro pedagogista, Giovanni di Conversino (1343-1408).
La scuola di Guarino era dedicata soprattutto allo
studio del mondo classico, al latino e alla retorica.
Agli studi umanistici si affiancava lesercizio fisico: la caccia,
il nuoto, la ginnastica, la danza, che assicuravano lo sviluppo armonico di tutte le capacit delluomo.
La Casa gioiosa, la scuola che Vittorino apr nella villa Zoio-
Let moderna
uPisanello, Medaglia di
Vittorino da Feltre, 1447
(Londra, British Museum).
sa di Mantova, era dedicata soprattutto alla retorica e alla filosofia. Oltre che ai
figli del duca di Mantova, la scuola
era aperta a giovani promettenti, anche con scarsi mezzi
economici. Allo studio dei classici (anche greci) si affiancavano lesercizio fisico, la pittura, il canto. Venivano lette
anche le Sacre Scritture.
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Diffusione
dellUmanesimo
nellEuropa
settentrionale
La diffusione
della
nuova cultura
attraverso
la stampa
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LUmanesimo settentrionale
Nellarco di qualche decennio la cultura umanistica si diffuse oltralpe, in Francia, in Germania,
in Inghilterra. Il cosiddetto umanesimo settentrionale non fu una semplice copia di quello italiano: ne eredit alcuni temi e alcuni caratteri tipici, come la valorizzazione degli studia humanitatis e la critica al sapere delle universit, ma sotto altri aspetti, come nel pensiero politico, ebbe
caratteri specifici. Allorigine dellUmanesimo settentrionale vi furono i soggiorni di insegnamento degli intellettuali italiani allestero, soprattutto alla Sorbona di Parigi, a Oxford e Cambridge, durante i quali essi trasmisero nuove tecniche di lettura dei testi antichi. Inoltre, dal resto
dEuropa, come gi nel Medioevo, arrivavano in Italia molti studenti, soprattutto per apprendere il diritto romano, e questi entrarono in contatto con le nuove tendenze. Cos avvenne nel caso
di Rudolf Bauer (latinizzato in Agricola, 1443-1485), che dallo studio del diritto pass a quello
dei classici e, tornato in Germania, fu uno dei promotori della nuova cultura.
La diffusione della cultura umanistica fu favorita da
una novit tecnologica: linvenzione della stampa. Il
primo libro stampato fu la Bibbia, a opera del tedesco
Johannes Gutenberg (1400 ca.-1468) negli anni tra il
1452 e il 1456. Grazie alla stampa divenne possibile riprodurre un testo in molti esemplari, rendendone pi facile e
rapida la lettura. Vennero ben presto stampati e distribuiti
sia i classici della letteratura latina sia le opere degli umanisti. In pochi decenni nacquero tipografie in molti paesi.
Tra le pi importanti vi fu quella che lumanista italiano
Aldo Manuzio (1450-1515) apr a Venezia. Manuzio diede alle stampe opere greche e latine, pubblic Dante,
Petrarca, scritti in volgare e testi di autori contemporanei.
Per le scelte editoriali, la formazione, i contatti e le collaborazioni, divenne un punto di riferimento per gli
intellettuali di tutta Europa.
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Bud e il
diritto romano
Reuchlin
e la Bibbia
Anche la Bibbia venne letta per comprenderne il senso alla luce del contesto storico in cui era
stata redatta. Venne messa in discussione anche la correttezza del testo: il tedesco Johannes
Reuchlin (1455-1522) dimostr che la versione corrente della Bibbia si basava su trascrizioni
greche che avevano interpretato in modo erroneo loriginale ebraico. Ci indusse a uno studio
filologico dei testi e a unanalisi dei contenuti, che costituirono uno dei fenomeni allorigine della Riforma protestante v. pp. 75-77 .
Il pensiero
politico
Nel pensiero politico, lUmanesimo settentrionale non abbracci il tema della libertas tanto caro
a Coluccio Salutati e a Leonardo Bruni, ma si concentr sulla virt del principe o sulla formazione dei suoi cortigiani e collaboratori. Questo si spiega anche con le diverse istituzioni politiche: Inghilterra e Francia erano rette da un regime monarchico; la Germania era divisa
tra principati sottoposti a un imperatore elettivo. Si sottolineava soprattutto il rapporto tra
sapere e azione politica: luomo di cultura doveva essere coinvolto nel governo perch, grazie
alle sue conoscenze, collaborasse per migliorarne lazione.
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Erasmo da Rotterdam
Il pi importante tra gli umanisti dellEuropa settentrionale fu lolandese Erasmo da Rotterdam (1466-1536). In Erasmo il valore degli studia humanitatis si salda con limpegno nella
riforma della morale e dei costumi nella societ, a partire da un recupero dei principi
originari del Vangelo. In ambito teologico, Erasmo abbraccia una visione positiva del
libero arbitrio, grazie al quale luomo ha la capacit di creare le condizioni con cui ricevere la
grazia divina. Rifiuta le sottili discussioni del mondo universitario, che giudica sterili e anzi dannose, per sottolineare invece la necessit di un ritorno ai testi e allo spirito originario del cristianesimo. La sua idea della libert umana richiama la posizione di Pelagio (IV-V secolo), per la
rivalutazione delle capacit umane e del libero arbitrio rispetto alla grazia di Dio v. vol. I, pp.
461-462 , e questo gli verr rimproverato da Lutero v. p. 79 .
Ledizione
del Nuovo
Testamento
Erasmo pubblic una nuova edizione, filologicamente rigorosa, del Nuovo Testamento
(1516), su cui si basano ancor oggi le traduzioni moderne del Vangelo. Questopera, che gli diede grande fama, faceva parte di un progetto generale di ritorno al cristianesimo delle origini.
La critica
della societ
Erasmo fermo nel denunciare i mali del suo tempo. In uno scritto dal titolo provocatorio, lElogio della follia, tutto giocato sul registro dellironia e del paradosso, mette in luce gli errori dei
teologi, dei mercanti, dei monaci, dei nobili, dei giureconsulti e di ogni altra classe o gruppo
sociale. Follia stessa, una sorta di personaggio divino, che critica i comportamenti quotidiani
di chi discute di anticaglie filosofiche, si affanna alla ricerca di denaro, pratica forme puramente
esteriori di religiosit senza una vera adesione al cristianesimo. Come in una sorta di rappresentazione teatrale, la realt quotidiana si rivela follia, anche quando appare come saggezza Lettura 5 . Secondo Erasmo, esiste per unaltra follia, ben diversa: quella degli apostoli e di Cristo stesso, che si fece mettere in croce per salvare lumanit.
Riformare
la Chiesa
dallinterno
Il recupero in chiave cristiana dei temi e dei metodi dellUmanesimo port Erasmo nel pieno del
dibattito sulla riforma della Chiesa, ma in polemica con le posizioni dei protestanti. Erasmo
infatti propugnava una riforma della Chiesa dallinterno, per recuperare i valori evangelici originari contro il formalismo dei riti e lintellettualismo delle dispute dottrinali.
protagonisti
Fiducia
nelluomo
Erasmo da Rotterdam
Nato a Rotterdam nel 1466, prima canonico agostiniano e poi prete, studi a lungo teologia e frequent luniversit di Parigi. Si trasfer in Inghilterra e
a Oxford inizi a studiare il greco. Dopo un soggiorno nei Paesi Bassi e in Italia, prima a Bologna, poi a
Venezia e a Roma, torn in Inghilterra, dove perfezion la conoscenza del greco. Durante la guerra
con la Francia fugg per andare in Germania, dove divenne
consigliere di Carlo dAsburgo, futuro imperatore, e inizi a
interessarsi al pensiero di Lutero e della Riforma, prendendone per distanza. Durante gli ultimi anni, in seguito alle
vicende politiche, cambi pi volte residenza. Mor a Basilea
nel 1536.Tra le sue opere pi importanti vanno segnalati: i
Proverbi (Adagia, 1508), Elogio della follia (Encomium Moriae,
1511), Istruzione del principe cristiano (Institutio principis Christiani. 1516), Il lamento della pace (Quaerela pacis, 1517).
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Leredit dellUmanesimo
LUmanesimo ha reso disponibili opere dellantichit classica che lEuropa occidentale
aveva dimenticato o non aveva mai conosciuto, e ha messo a punto un metodo filologico per
leggere queste opere. Il recupero, la ricostruzione, la traduzione dei testi antichi si lega a un altro
importante lascito: il senso storico, con cui gli umanisti sottolineavano la distanza che separa
il mondo contemporaneo dallantichit classica. Ma soprattutto lUmanesimo ha sviluppato un
orientamento di pensiero che pone in primo piano i problemi della convivenza civile e della comunicazione.
Umanesimo
e umanismo
Questa prospettiva avr ampio sviluppo nei secoli successivi. In senso lato, perci, accanto
allUmanesimo storico si pu individuare un umanesimo come atteggiamento generale verso
luomo, le sue possibilit, la sua dignit, di contro a tutte le dottrine filosofiche, religiose o politiche che lo mortificano o disconoscono la sua dignit. Per questa forma di umanesimo stato
coniato il termine umanismo. Da questo orientamento particolare deriva la distinzione presente ancora oggi tra due ordini di studi: gli studi umanistici e gli studi scientifici: i primi
rivolti allo studio delle espressioni letterarie, filosofiche, artistiche delluomo; i secondi allo studio del mondo naturale.
LUmanesimo
e la nascita
della scienza
moderna
Letture consigliate
Umanesimo
e senso storico
R.H. Bainton, Erasmus of Christedom, New York, C. Scribners sons, 1969; trad. it. di A. Biondi, Erasmo
della cristianit, Firenze, Sansoni, 1989.
S.I. Camporeale, Lorenzo Valla: umanesimo, Riforma e Controriforma: studi e testi, Roma, Edizioni di storia
e letteratura, 2002.
D. Cantimori, Umanesimo e religione nel Rinascimento, Torino, Einaudi, 1975.
D. De Rosa, Coluccio Salutati: il cancelliere e il pensatore politico, Firenze, La Nuova Italia, 1980.
G. Di Napoli, Lorenzo Valla: filosofia e religione nellumanesimo italiano, Roma, Edizioni di storia e
letteratura, 1971.
E. Garin, Lumanesimo italiano: filosofia e vita civile nel Rinascimento (1952), Roma-Bari, Laterza, 1994.
C. Vasoli, Umanesimo e Rinascimento, Palermo, Palumbo, 1969.
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LUmanesimo
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Sintesi
Una nuova visione del mondo e delluomo LUmanesimo un movimento culturale che ha promosso
una rivalutazione delle capacit delluomo e della sua attivit nel mondo. Si sviluppato dalla seconda met del
Trecento nellItalia centro-settentrionale e poi nellEuropa del Nord (Umanesimo settentrionale). Gli intellettuali
che ne animano le vicende muovono dalla contestazione della cultura dominante nelle universit e coltivano gli studia humanitatis (poesia, letteratura, filosofia, storia, retorica), ispirandosi ai modelli della classicit
e scrivendo in un latino pi puro e raffinato rispetto a
quello in uso a quel tempo.
LUMANESIMO ITALIANO
Vita civile e storia Gli umanisti sono di frequente intellettuali impegnati nella pubblica amministrazione dei
Comuni, o funzionari al servizio dei signori con compiti
diplomatici o pedagogici; coltivano lideale della vita
activa, contrapposto a quello della contemplazione.
Linteresse degli umanisti per la storia antica animato
spesso dalla tensione verso le vicende della vita pubblica
a loro contemporanea. Per questo la storia greca e soprattutto quella romana sono considerate custodi di
modelli di virt civili da imitare.
La ricerca delle opere antiche Gli umanisti hanno
il merito di aver riscoperto testi dellantichit classica scomparsi o del tutto dimenticati, come le opere di Cicerone, Lucrezio e Quintiliano, scoperte da Petrarca, Valla
e Bracciolini. Lo studio dei classici suscita negli umanisti il
sentimento dellemulazione intellettuale e stilistica.
Platone e Aristotele Larrivo in Italia degli intellettuali bizantini porta alla riscoperta dei testi di Platone. Si
cominci a leggere le opere di Platone e Aristotele in lingua originale e a tradurle dal greco. Si riaccende la disputa sul primato di Platone o Aristotele, dei quali
si valuta laffinit con il cristianesimo. Aristotele, e pi precisamente laristotelismo scolastico, sono oggetto di
una violenta polemica antiaccademica condotta dagli
umanisti dentro e fuori le universit.
Filologia Gli umanisti danno vita a una nuova disciplina, la filologia, scienza che mira a ristabilire lautenticit dei testi. La filologia studia il loro contesto linguistico e intellettuale ricercandone la lezione pi vicina
alloriginale, e ha svariati campi di applicazione, tra cui
la teologia e il diritto.
Lorenzo Valla: la riforma della filosofia Tra gli
umanisti spicca Lorenzo Valla, il quale auspica una riforLet moderna
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Virt e fortuna Lideale della vita attiva e il culto delle virt civili conducono gli umanisti pi eminenti (tra cui
Poggio Bracciolini e Leon Battista Alberti) a una decisa
opposizione alle teorie fatalistiche. La virt consiste
nellazione etica nelle citt e nelle relazioni umane. La volont delluomo in grado di opporsi al fato,
spezzare i lacci della fortuna e costruire un mondo retto
sulla libert e lonest.
LUMANESIMO SETTENTRIONALE
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Per studiare
V F
filosofia
perch ...............................................................................
....................................... .
............................................................................................
V F
svalutata dagli umanisti
perch ...............................................................................
............................................................................................
a
b
c
d
pirronismo
stoicismo
epicureismo
manicheismo
logica
dialettica
retorica
teologia
V F
umanisti a quello della teologia
perch ...............................................................................
............................................................................................
V F
il rapporto con il passato
perch ...............................................................................
............................................................................................
settentrionale?
V F
il primo umanista
perch ...............................................................................
............................................................................................
Per riflettere
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LUmanesimo Letture
LETTURA
1. Leccellenza intellettuale.
2. Fanciullezza.
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e quelli Su lira di Dio e Sulla creazione delluomo. Tu leggili, ti prego, se ami le lettere, e ti imbeverai
della loro dolcezza come di nettare e di ambrosia. Se poi ce ne sono tradotti di scrittori greci, come
Gregorio Nazianzeno, o Giovanni Crisostomo, o Basilio il Grande, a mio parere dovresti leggerli:
purch il traduttore li abbia trasportati in latino, e non li abbia piuttosto sconvolti. Se invece si
diletta di scritti secolari, la donna prenda Cicerone: che uomo, o Dio immortale! Di quanta fecondia! Di quanta ricchezza! Come perfetto nelle lettere! Come eccezionale sotto ogni aspetto! Subito dopo di lui ci sar Virgilio, gloria e delizia delle nostre lettere. E poi Livio e Sallustio e altri ancora, poeti e scrittori, verranno dietro in ordine di successione. Di questi autori in primo luogo si
imberr e alimenter, e ogni volta che debba parlare o scrivere star sempre attenta a non usare
parola alcuna che non abbia prima trovato in qualcuno di costoro. Talvolta le sar anche utile leggere ad alta voce. Infatti, non solo nella poesia ma anche nella prosa ci sono certi ritmi e quasi una
musica, percepiti e riconosciuti dalle orecchie, e alcune flessioni e gradazioni, di modo che la voce
ora si abbassa ora si alza; ed ancora membri e incisi e periodi fra s collegati con meravigliosa
armonia: caratteristiche evidenti soprattutto nei migliori scrittori. Nel leggere ad alta voce tutto
ci, lo percepir meglio e ci abituer le orecchie come ad una certa armonia, che poi nello scrivere
avvertir ed imiter. Da una tale lettura imparer a pronunziare col loro tempo esatto le parole, e
a non affrettarsi quando si deve indugiare, e a non indugiare quando si deve affrettarsi.
[L. Bruni, A Battista Malatesta (1424), in Opere letterarie e politiche, a cura di P. Viti, Torino, Utet, 1996, pp. 251-255]
LETTURA
Ne Il vero e il falso bene, Lorenzo Valla critica tanto gli stoici quanto gli epicurei. I primi perch hanno ritenuto che la virt fosse autosufficiente, i secondi perch hanno pensato che il sommo bene fosse il
piacere, ma in questo mondo. Valla rivaluta la morale cristiana che stabilisce un premio, il piacere, ma
lo colloca nei cieli.
uindi, per dare finalmente la mia sentenza, dico cos. Poich i filosofi che hanno predicato
lonest hanno voluto che non ci fossero premi, o solo incerti e vani, dopo questa vita che
viviamo, e hanno posto il sommo bene nellonest, mentre gli Epicurei lhanno posto nel piacere,
pur condannando gli uni e gli altri, mi pronuncio io favore degli Epicurei (non in tuo favore Vegio
n contro di te, Catone1, che siete obbligati dal sacramento di unaltra milizia), e contro gli Stoici,
che condanno per due ragioni: una perch affermano che la virt il sommo bene, laltra perch
hanno mentito, seguendo una vita diversa da quella che professano, lodatori delle virt e amanti
dei piaceri, anche se meno degli altri. Amanti, in ogni caso, della gloria che inseguivano con le
mani e coi piedi. [] Se qualcuno mi chiedesse quale sia stata la prima origine e causa di quella
falsa onest e delle false virt, io penso che ci fu in principio un modo di servire alle cose divine
diverso da quello di comportarsi nei confronti delle cose umane, e gli uomini chiamarono quello
onest e virt, questo utilit. Ma dopo che, lirrompere delle false religioni e per il prevalere dei
vizi, la considerazione delle cose divine cadde in dimenticanza e si restrinse a pochi, rimasero soltanto i nomi delle virt che conservano ancora qualcosa dellantica maest, quando non cadde del
tutto la memoria dei fatti e detti antichi degni di lode: ma tuttavia quasi ombra senza corpo. Queste virt derivate, non sapendo a che cosa riferirle, alcuni, commossi dal loro splendore, dissero che
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erano da desiderarsi per se stesse, in quanto aliene dalle cose terrene, come lo erano state, e tra
costoro i principali furono gli Stoici; altri invece stimarono fossero desiderabili a cagione delle utilit, oltre alle quali nullaltro vedevano, e questi sono in primo luogo gli Epicurei, coi quali daccordo la massima parte dei Gentili2, la quale stim pure che per le stesse utilit fossero da adorarsi
gli dei. Invece la nostra onest, per noi che siamo Cristiani, ci stesso che ho detto esser stata prima e precedentemente, desiderabile non per s, in quanto dura, aspra, difficile, n per i vantaggi,
che sono terreni, ma in quanto costituisce un gradino a quella beatitudine, della quale lanimo o
lanima, liberata da queste membra mortali, fruisce accanto al creatore delle cose, dal quale
venuta. Questa beatitudine chi dubiterebbe di chiamarla, o chi potrebbe chiamarla meglio che
piacere? Con questo nome la trovo chiamata anche, come nella Genesi: paradiso del piacere3,
pure in Ezechiele: pomi ed albero del piacere4 e con espressioni simili quando parla dei beni
divini; e nei Salmi: li berrai dal torrente del piacere5. [] Da ci bisogna intendere che non lonest ma il piacere sia desiderabile per s stesso, tanto da quelli che vogliono essere dilettati in questa vita quanto da quelli che vogliono essere dilettati nella futura. Poich esso duplice, luno ora,
in terra, laltro poi, nei cieli (dico i cieli secondo lusanza nostra, non degli antichi, che hanno pensato ci fosse un cielo solo); luno padre dei vizi, laltro delle virt. Dir pi esplicitamente che tutto ci che si fa non per la speranza di quel piacere futuro ma per la speranza di questo piacere presente, peccato, e non solo nelle cose di rilievo, come quando costruiamo delle case, compriamo
delle terre, ci dedichiamo alla mercatura, contraiamo matrimonio, ma anche nelle cose minime,
come quando mangiamo, dormiamo, camminiamo, parliamo, desideriamo. Per tutte queste cose
che ci sono proposti e un premio e una pena; perci dobbiamo evitare questo piacere se vogliamo
fruire di quello. Di ambedue non possiamo fruire, poich sono contrari tra loro quanto il cielo e la
terra, lanima e il corpo. Ma questo nostro piacere piuttosto incerto e fallace, mentre quello
sicuro e stabile6: n manca in questa vita un piacere probabile, ed il maggiore quello che viene
dalla speranza della futura felicit, quando la mente cosciente del giusto e lanimo assiduo nel considerare le cose divine si dipinge i promessi onori e in qualche modo li fa presenti a s stesso, tanto
pi lieto ed alacre quanto pi numerosi candidati e competitori agli stessi avr veduto.
[L. Valla, Del vero e il falso bene (1441), in Scritti filosofici e religiosi, a cura di G. Radetti,
Firenze, Sansoni, 1953, pp. 197-200]
2. Cio i pagani.
3. Genesi 2, 8 e altrove. Valla interpreta lespressione biblica giardino dellEden,
6. Torna in Valla la tradizionale contrapposizione tra i beni del nostro mondo, effimeri e quindi falsi, e i beni della vita celeste.
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essere felice1. Ma questa felicit da tutti non conosciuta, anzi da diversi diversa stimata. Alcuni
reputano felicit avere bisogno di nulla, e questi cercano le ricchezze, le potenze e amplitudine.
Alcuni stimano a felicit non sentire incarico o dispiacere alcuno, e questi si danno alle delizie e
volutt. Alcuni altri pongono la felicit in luogo pi erto e pi difficile a giugnervi2, ma pi onesto e pi sopra i lascivi appetiti, in essere onorati, stimati dagli altri uomini, e questi intraprendendo le fatiche e gran fatti, le vigilie e virili essercizii. Forse di questi ciascuno pu aggiugnere
non molto discosto dalla felicit adoperandosi con virt, usando le cose con ragione e modo. E
cos adoperando laltre cose insieme a s stessi con temerit e sanza ordine, gli segue molto errore, e tanto pi a lungi si truova addutto errando quanto di s e de doni dIddio peggio meriter
con vizii e impiet. Questo sar quando el vizioso verr n suoi presi essercizii3 pi o manco che
non richiede e patisce lonest e ragione. Volere con avarizia, con brutte arti arricchire; volere
con vizii essere onorato; volere n lascivi ozii non sentire gravezza alcuna, a me pare sia non
altro che disporsi a male usare le cose per nuocere agli uomini, dispiacere a Dio in quel modo ed
essere infelice e misero, la qual cosa molto si debba da ciascuno non in tutto insensato fuggire e
molto pi da coloro i quali vorranno rendere la sua famiglia felice. Cerchino adunque costoro in
prima per s essere felici, poi procureranno la felicit de suoi; e, come dissi, la felicit non si pu
ottenere sanza essercitarsi in buone opere, giuste e virtuose. Sono lopere giuste buone quelle
che non solo nuociono a niuno, ma giovano a non pochissimi. Sono lopere virtuose quelle nelle
quali si truova niuna suspizione n congiunzione di disonest4, e quelle saranno ottime opere, le
quali gioveranno a molti, e quelle fieno virtuosissime le quali non si potranno asseguire sanza
molta virilit e onest. Se pertanto noi abbiamo a prendere essercizio virile e onestissimo, a me
pare si doverr molto bene, innanzi che noi ci dedichiamo ad alcuno fermo essercizio, ripensare
molto ed essaminare con quale ci sia pi facile giugnere verso alla felicit. Ogni uomo non si
truova abile a cos facilmente essere felice. Non fece la natura gli uomini tutti duna compressione5, duno ingegno e duno volere, n tutti a un modo atti e valenti. Anzi volse6 che in quello in
quale io manco, ivi tu supplisca, e in altra cosa manchi la quale sia apresso di quellaltro. Perch
questo? Perchio abbia di te bisogno, tu di colui, colui duno altro, e qualche uno di me, e cos
questo aver bisogno luno uomo dellaltro sia cagione e vinculo a conservarci insieme con publica amicizia e congiunzione. E forse questa necessit fu essordio e principio di fermare le republice7, di costituirvi le leggi molto pi che come diceva... fuoco o dacque essere stato cagione di
tanta fra gli uomini e s con legge, ragione e costumi colligata unione de mortali.
[L.B. Alberti, I libri della famiglia (1433-1441), a cura di R. Romano, A. Tenenti,
F. Furlan, Torino, Einaudi, 1994, pp. 164-166]
1. Si pu stabilire cos: luomo stato fatto dalla natura adatto a usare le cose e a
diventare felice.
2. Raggiungerla.
3. Imprese.
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uale citt, dunque, potrebbe essere pi illustre, pi nobile, pi ricolma della gloria degli antichi padri? O quale fra le pi potenti citt potrebbe essere paragonata a questa nostra in tale
genere di lode? Degni di ammirazione anche i nostri antenati, che prendendo per mano questa
citt, la organizzarono e la governarono in modo da non distaccarsi affatto dalla virt di coloro da
cui ebbero origine: i quali, ordinata la repubblica con santissime leggi, la guidarono con tale sapienza da essere di esempio di ben vivere a tutte le altre genti, e da non aver bisogno di ricercare essi
esempi da altri. Inoltre, con impegno continuo, lautorit e il potere o se li conservarono o li accrebbero in maniera che, per quanto resta a memoria di uomo, Firenze non cess mai di essere la principale citt dellEtruria1. Degni di lode sono ancora i cittadini che si trovano al governo nei nostri
tempi, i quali la potenza della citt, ricevuta dai padri, lhanno ancor pi accresciuta, aggiungendo
al nostro dominio, col valore e con le armi, Pisa e alcune altre grandi citt. Ma ora non il tempo di
ricordare guerre e battaglie e serie di imprese: esse richiederebbero una diffusa trattazione e la fatica e limpegno non di un solo giorno ma di molti anni. Lasciando, dunque, da parte, o rimandando,
le vicende esterne, soffermiamoci nellosservare e nel contemplare il corpo stesso, per cos dire, della citt. Noi abbiamo una forma di governo dello Stato attenta il pi possibile alla libert e alla
parit dei cittadini: e questa forma di governo, poich completamente uguale per tutti, si dice
popolare. Noi non sopportiamo nessuno come padrone; noi non siamo sottoposti al potere di
pochi2. Uguale per tutti la libert, la quale ubbidisce soltanto alla legge, senza timore di alcuno.
Uguale per tutti la speranza di raggiungere onori e di elevarsi, purch ci sia limpegno, lingegno e
un modo di vivere saggio e meditato. Virt ed onest ricerca la nostra citt nel suo cittadino. Chiunque possiede tali doti, lo giudica abbastanza idoneo a governare lo Stato. Ma la superbia e larroganza dei pi potenti le odia tanto che nei confronti di questo genere di uomini ha fissato leggi pi
numerose e pi dure che nei confronti di alcun altro, tanto che ha costretto i superbi, dopo che furono domati e stretti, per cos dire, dalle adamantine3 catene delle leggi, ad abbassare finalmente il
collo e ad umiliarsi anchessi fra la gente comune: sicch, ormai, il passaggio dalle pi elevate famiglie alla plebe viene concesso come un grandissimo beneficio. Questa vera libert, questa uguaglianza fra i cittadini: di nessuno temere le forze, di nessuno loffesa; esserci per i cittadini pari diritti
fra di loro, pari possibilit di andare al governo dello Stato. Ora, tutto questo non ci pu essere l
dove uno solo, o pochi, sono al potere. Infatti, quelli che preferiscono la monarchia, sembra che nel
re soltanto trovino quella capacit che non ammettono esserci stata mai in alcun altro. Ma chi ci fu
mai fra i re che tutto abbia fatto per il bene dei sudditi, e niente abbia desiderato per s allinfuori
della nuda gloria del nome? Ne deriva che la lode della monarchia come vana e umbratile e non
limpida e duratura. Ai re, anzi, dice lo storico4, sono pi sospetti i buoni che i cattivi, e a loro la virt
degli altri fa sempre paura. Non molto diversamente avviene in un regime oligarchico. Perci, solo
la forma popolare di governo dello Stato resta legittima: una forma nella quale ci sia vera libert, in
cui ci sia assoluta uguaglianza di diritto per tutti i cittadini, in cui lamore per le virt possa fiorire
senza sospetto. davvero meraviglioso quanto questa facolt di raggiungere onori e la possibilit di
conseguirli, offerte ad un popolo libero, siano capaci di eccitare limpegno dei cittadini. Se si
mostra, infatti, la speranza di raggiungere onori, gli uomini si sollevano e si innalzano; ma se quella
non c si lasciano andare allinerzia. Cos, nella nostra citt, dato che offerta questa speranza e
facolt, non c affatto da meravigliarsi che eccellano gli ingegni e si affermino le attivit.
[L. Bruni, Orazione funebre per Nanni Strozzi, in Opere letterarie e politiche, cit., pp. 715-719]
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durissime.
4. Sallustio, La congiura di Catilina, 7.
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2. Svarioni, errori.
la carriera di attrice.
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Introduzione
Il Rinascimento
T
ermini come Medioevo, Rinascimento o Modernit sono utili perch semplificano il riferimento a determinate epoche
storiche. Tuttavia, per evitare che finiscano col
diventare fuorvianti, il loro uso deve essere
accompagnato dalla consapevolezza che non
sono mai esistite epoche unitarie, con unessenza facilmente individuabile e descrivibile. In particolare, lepoca rinascimentale racchiude una variet di orientamenti
e posizioni tali da rendere disperato qualunque tentativo di sintesi. Questo capitolo si limita quindi a descrivere alcuni tra i numerosi, diversi e a volte contraddittori
aspetti culturali del periodo che chiamiamo Rinascimento, e che abbraccia i secoli XV e XVI.
Nella seconda met del Quattrocento e nel Cinquecento ebbero straordinaria diffusione il platonismo e
lermetismo, anche se non venne meno laristotelismo, che anzi continu a essere dominante nelle universit. Ci fu, grazie al filosofo Marsilio Ficino, la
riscoperta di Platone, che fu tradotto e commentato,
ma interpretato fondamentalmente in chiave neoplatonica. Nellambito del neoplatonismo, furono di grande
rilevanza gli scritti del filosofo e teologo tedesco Niccol Cusano, importante per le sue riflessioni sul concetto di infinito e sul tema della tolleranza religiosa.
Questo periodo fu il tempo dei maghi. Il mondo
magico fu non ai margini, ma al centro della grande
cultura europea. Gli scritti magico-ermetici, a lungo
attribuiti al mitico Ermete Trismegisto, costituirono
allepoca veri e propri successi editoriali. Anche allora,
come oggi, la magia era legata al mondo della superstizione, ma, a differenza di oggi, non era affatto confinata al sapere popolare: infatti, fu al centro degli inte-
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Il ritorno
di Platone
in chiave
neoplatonica
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corpus platonico, aggiungendo commenti, introduzioni e riassunti. Lopera completa di Platone fu pubblicata nel 1484. Ficino, comunque, non tradusse soltanto Platone, ma anche Plotino, oltre a Porfirio, Giamblico e Proclo v. vol. I, pp. 378-385 e 385-388 . importante ricordarlo per capire un aspetto fondamentale del ritorno di Platone: nonostante la possibilit
di leggere direttamente, o in fedeli traduzioni latine, tutti i testi platonici, il Platone rinascimentale continu a essere interpretato in chiave fondamentalmente neoplatonica.
1.1
La dotta
ignoranza
Cusano, Ficino,
Pico
Il Rinascimento
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La conoscenza
congetturale
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Dio, luomo
e luniverso
La distruzione
della vecchia
cosmologia
La tolleranza
religiosa
Nelle opere pi propriamente religiose, le dottrine di Cusano portano a una difesa della tolleranza religiosa. Le riflessioni cusaniane, come quelle contenute nellimportante testo sulla Pace della
fede (De pace fidei), scritto nel settembre del 1453, sono una risposta al problema del rapporto tra
mondo cristiano e mondo islamico: la caduta di Costantinopoli a opera dei turchi, che segn la
fine dellImpero romano dOriente, era avvenuta pochi mesi prima (maggio del 1453). Cusano fu
tra coloro che pensavano che lunico modo per salvare la cristianit fosse la ricerca di un dialogo con i musulmani, nella speranza di una loro conversione o quanto meno di una convivenLet moderna
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1.2
Il dominio di Ermete
Il Corpo
ermetico
e il Picatrix
Il cosiddetto platonismo del Rinascimento fu un fenomeno molto complesso, in cui confluirono elementi diversi. Platone, infatti, fu interpretato soprattutto alla luce degli scritti ermetici, anche questi tradotti da Ficino. Si chiamano cos perch attribuiti fino al XVII secolo al
mitico Ermete Trismegisto, figura leggendaria nata dallidentificazione del dio greco Hermes e di quello egiziano Toth, detto appunto Trismegisto (tre volte grande). Questi scritti, a
lungo ritenuti antichissimi ed espressione delloriginaria rivelazione divina, risalgono in realt
al II-III sec. d.C., sono stati composti da pi autori e sono una combinazione di platonismo e
stoicismo v. vol. I, p. 359 . La loro antichit fu radicalmente messa in discussione soltanto nel
1614 dal filologo Isaac Casaubon (1559-1614), nato a Ginevra da genitori protestanti. Casaubon sostenne che gli scritti attribuiti a Ermete erano opera di autori cristiani e non contenevano dottrine di un antico Egiziano: si basavano invece in parte sugli scritti di Platone e in parte
su testi sacri cristiani. Quello che chiamato Corpo ermetico (Corpus hermeticum) oggi un insieme di diciassette brevi trattati, in lingua greca, a cui si aggiunge lAsclepio (Asclepius), del quale
si conserva soltanto la versione latina. A questi testi, di argomento teologico e filosofico, si
aggiungono quelli pi specificamente di argomento magico, alchimistico e astrologico,
per la maggior parte tramandati ancora una volta sotto il nome di Ermete. Ma bisogna ricordare anche il celebre manuale di magia e astrologia noto col nome di Picatrix (composto nella
Spagna araba alla met dellXI secolo), che, sebbene non attribuito a Ermete, a Ermete si
richiama insistentemente, e che fu ben noto a Ficino: non fu mai stampato, ma durante il XV
e il XVI secolo ebbe grande diffusione manoscritta. Senza dubbio, la rinascita dellermetismo
teologico rafforz linfluenza dellermetismo magico-astrologico. Linteresse per la magia
fu comune, oltre che a Ficino e a Pico, ad altri grandi filosofi dellepoca, come Bruno e Campanella v. pp. 133-143 .
Ermete prima
di Platone
Durante il Rinascimento si era convinti che Ermete Trismegisto fosse una persona realmente
vissuta in tempi antichissimi e autore degli scritti di cui si detto cos, infatti, avevano ritenuto i
principali Padri della Chiesa, come Lattanzio e Agostino. Agostino, ad esempio, aveva affermato che Ermete era vissuto molto prima dei filosofi greci e poco dopo Mos. Per capire la grande influenza esercitata dallermetismo nella cultura del Rinascimento utile ricordare un
aneddoto. Ficino aveva ricevuto lincarico di tradurre le opere platoniche da Cosimo dei Medi45
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1.3
ci. Ma nel 1463 Cosimo gli fece sapere che prima degli scritti di Platone avrebbe dovuto tradurre gli scritti di Ermete. Ficino si mise subito a
lavorare: tradusse il Corpo ermetico (che allora comprendeva quattordici trattati), pubblicandolo nel
1471. Come ha scritto una grande
studiosa dellermetismo rinascimentale, linglese Frances A. Yates
(1899-1981), una situazione
straordinaria: ci sono, disponibili, le
opere complete di Platone, ed esse debbono aspettare che Ficino abbia tradotto, sia pure velocemente, Ermete. Il motivo che sia Cosimo sia Ficino credevano, dalla testimonianza dei Padri della Chiesa, che Ermete fosse molto pi antico di Platone. E maggiore antichit significava, per Ficino e per gran parte dei suoi contemporanei, maggiore vicinanza alla Verit.
Ha scritto ancora la Yates: Il rispetto rinascimentale per tutto ci che fosse antico, originario,
remoto, e quindi pi vicino alla verit divina, portava come conseguenza che il Corpus hermeticum venisse tradotto prima della Repubblica o del Simposio platonici. Cos avvenne.
La profonda influenza che Ficino esercit sulla cultura del tempo dovuta allattivit di traduttore di cui si detto. Fu in stretti rapporti con Cosimo dei Medici, signore di Firenze, che voleva
far rivivere lantica Accademia platonica, e si impegn nel recupero della grande tradizione platonica. Ficino la considerava una vera e propria missione, e non per caso si consider uno strumissione di Ficino (data dalla
divina provvidenza):
mento della provvidenza divina. Bisognava ricomporre la divisione che si era consumata
- recupero di Platone
tra filosofia e religione. Fra i popoli antichi, gli stessi uomini erano stati al contempo filosofi e
- ricomposizione della separazione sacerdoti. Pi tardi, invece, filosofia e religione si erano separate, col risultato che la religione era
tra filosofia e religione
stata contaminata dallignoranza e la filosofia dallempiet. Infatti, gli aristotelici, cio quasi tutla filosofia di Platone una
ti i filosofi, rifiutavano la religione considerandola una favola da vecchiette. Per Ficino, la
FILOSOFIA RELIGIOSA
suprema importanza della dottrina platonica consisteva nel suo essere una filosofia religiosa (pia philosophia): la religiosit era il tratto distintivo che faceva delluomo lessere pi perfetto del creato. In particolare, Ficino ravvisava una grande affinit tra la vera filosofia,
quella platonica, e la vera religione, quella cristiana. La sua opera maggiore si intitola,
significativamente, Teologia platonica (Theologia platonica, scritta negli anni 1469-1474 e pubblicata nel 1482), ed dedicata al problema dellimmortalit dellanima, che, nel suo pensiero, fa
tuttuno con il problema dellesistenza di Dio. Le traduzioni e i commenti di Ficino avrebbero
dovuto distogliere gli aristotelici dal considerare la religione una favola.
Una filosofia
religiosa
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Una perenne
rivelazione
IL cammino umano una perenne
RIVELAZIONE DEL VERBO DI
DIO:
il primo della catena ERMETE
da qui di giunge a PLATONE
poi al NEOPLATONISMO
e al CRISTIANESIMO
da questa catena sequenziale
escluso ARISTOTELE
I cinque gradi
dellessere
IL MONDO E' UNA TOTALITA'
UNITARIA, suddivisa in gradi
1) Dio
2) angelo
3) ANIMA (congiunge) COPULA
4) qualit
DEL MONDO
5) corpo
(immortale)
VERITA'=
da Dio deriva la molteplicit
e a Dio essa deve tornare
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Lattivit con cui lanima assolve la sua funzione mediatrice lamore. Le dottrine dellanima
mediatrice e dellamore caratterizzano il platonismo rinascimentale. Nel De amore (1484-1485)
ficiniano la teoria delleros platonico, inteso come forza grazie alla quale luomo si eleva
l'amore la forza cosmica che lega allAssoluto, viene inserita in una cornice cristiana. Lamore consente lascesa delluoil tutto.
mo a Dio, e lascesa possibile perch lanima ama gi nei corpi lombra di Dio, negli animi
consente l'ascesa a Dio (come in la similitudine di Dio, negli angeli limmagine di Dio e in Dio tutte le cose. Lamore la
Platone consente l'ascesa alle idee)
forza cosmica che lega il tutto: il mondo intero un organismo le cui membra, opera dello
Lanima
e lamore
In sintesi
GRADI DELLESSERE
ANIMA
qualit
corpo
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lANIMA
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stesso supremo artefice, sono legate da una scambievole carit, in modo che lamore pu essere
opportunamente definito nodo perpetuo e legame
del mondo.
Animazione,
magia
e astrologia
ILOZOISMO
Il rifiuto
del fatalismo
astrologico
errori del fatalismo:
1) toglie a Dio la provvidenza e
la sua sovranit sull'universo
2) toglie agli angeli la giustizia
3) nega agli uomini la libert
1.4
La concordia
universale
recupera l'idea di Ficino di una
catena sapienziale che inizia con
Ermete.
ma include anche ARISTOTELE
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Il convegno
del 1487
Pico cos coltiv il progetto di un convegno, che avrebbe dovuto tenersi a Roma nel 1487, in cui
proclamare solennemente la concordia dottrinale, cio la convergenza di fondo sia delle
diverse correnti filosofiche o teologiche, sia delle diverse fedi o religioni. A tal fine, lanno precedente aveva pubblicato le celebri Tesi (Conclusiones sive Theses DCCCC), una raccolta di
novecento proposizioni, ricavate da fonti arabe, platoniche, aristoteliche, ermetiche e cabbalistiche, in cui sosteneva tra laltro la concordanza tra Platone e Aristotele, Avicenna e Averro, Tommaso e Duns Scoto. Come discorso inaugurale al convegno, Pico aveva preparato laltrettanto
celebre Orazione (rimasta senza titolo e in seguito intitolata De hominis dignitate). Ma lintervento
del papa Innocenzo VIII fece fallire il progetto, e lorazione rimase inedita. La commissione voluta dal papa analizz le Tesi, giudicandone alcune eretiche o sospette di eresia. La difesa di
Pico (lApologia), pubblicata nel 1487, riusc soltanto a irrigidire il papa, che istitu un tribunale di
inquisizione per eresia. Pico si rifugi cos in Francia e, grazie allintervento di Lorenzo il Magnifico, riusc a ottenere il permesso di risiedere a Firenze, dove rimase dal 1488 fino alla morte.
TESI: raccolta di
900 proposizioni tratte da varie
fonti che indicano
la convergenza delle
diverse filosofie e religioni
La dignit
delluomo
La cabbala
LOrazione sulla dignit delluomo uno dei testi pi importanti del Rinascimento. Pico
si richiama alla definizione, contenuta nellAsclepio ermetico, delluomo come grande miracolo e individua il carattere peculiare delluomo nel fatto che lunico essere del creato ad avere
una natura indeterminata: soltanto luomo ha la possibilit di scegliere la propria natura, di
essere ci che vuole. Alluomo non stato assegnato un posto determinato, n un aspetto
suo proprio, n una prerogativa sua propria, affinch li ottenesse per libera scelta. Luomo
pu degenerare nelle cose inferiori, scendere dalla razionalit al livello di unesistenza
esclusivamente vegetativa o sensitiva, o al contrario rigenerarsi nelle cose superiori, ascendere al livello di unesistenza puramente intellettuale. La grandezza, il miracolo e la dignit
delluomo consistono quindi nel fatto che, unico tra gli esseri di tutto il creato, egli artefice
di se stesso. Luomo un camaleonte, pura libert Lettura 3 .
In sintesi
La dignit delluomo
pu ascendere a unesistenza
puramente intellettuale
pu abbassarsi a unesistenza
esclusivamente vegetativa o sensitiva
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Il Rinascimento
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La polemica
antiastrologica
i Ritratto di
Giovanni Pico della
Mirandola, del XVI
secolo, attribuito a
Michelangelo
Buonarroti (Firenze,
Uffizi).
2
La mortalit
dellanima
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Coerentemente con questa impostazione, Pico, che distingueva tra falsa scienza astrologica e
astronomia (o astrologia matematica), condusse una polemica molto aspra contro il determinismo astrale e contro la conseguente negazione della libert umana. Questa polemica culmin nelle Dispute contro lastrologia divinatrice (Disputationes adversus
astrologiam divinatricem), pubblicate postume (1496). Come Ficino, e
come del resto tutti i suoi contemporanei, Pico non negava affatto che
il mondo celeste esercitasse un influsso su quello sublunare. Ma con
ci intendeva semplicemente sostenere lesistenza di una causalit
universale e uniforme dovuta alla luce, al calore e al movimento degli
astri: considerati nei loro movimenti regolari e uniformi, gli astri
sono cause fisiche universali. Sono non cause dirette dei fenomeni,
ma cause distanti: gli eventi particolari, le vicende della vita umana
individuale e collettiva non possono essere prodotti da queste cause
universali, ma da cause prossime che operano nel mondo sublunare stesso. Secondo lastrologo, la grandezza di Aristotele causata dal
cielo, dalla configurazione stellare sotto cui Aristotele nato. Pico
risponde risolutamente: Io lo nego. Non tanto per il banale motivo
che molti altri uomini sono nati sotto gli stessi segni pur non essendo
Aristotele, quanto per il fatto che, oltre al cielo che causa universale,
ci sono cause prossime proprie di Aristotele, da cui dipende la sua
grandezza. Lingegno non gli proviene dallastro, ma da Dio, e il corpo non gli deriva dal cielo ma dai suoi genitori. Gli astrologi commettono un duplice errore:
infatti, fanno dipendere dal cielo molte cose che non ne dipendono e pretendono di avere capacit di previsione. Come ha affermato lo storico della filosofia Eugenio Garin (1909-2004), il testo
antiastrologico di Pico fu un gran fatto culturale, soprattutto perch sollecitava a rendersi
conto che lastrologia, che permeava dei suoi concetti il costume e la vita intera, era non tanto
una tecnica della previsione, quanto una concezione generale della realt e della storia. Questo
testo era un grande richiamo alla ragione e alla libert delluomo, e un atto di fede nelle
possibilit della critica e dellindagine storica. Il dibattito sullastrologia finiva col collocarsi accanto allaltro grande dibattito rinascimentale, quello sullanima e sulla sua immortalit,
al quale presero parte da un lato Ficino e dallaltro il maggior esponente dellaristotelismo rinascimentale, Pietro Pomponazzi.
50
ASTRI:
cause
distanti e
universali
(luce,
calore,
moviment)
cause
prossime
(operano
nel mondo
sub-lunare)
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zi sostiene che la tesi mortalista pi conforme alla ragione, allesperienza e ai testi di Aristotele. Lanima intellettiva delluomo superiore allanima sensitiva degli animali, in quanto capace di conoscere il soprasensibile. Questa capacit, tuttavia, non dimostra la separatezza dellanima rispetto al corpo, dato che, per conoscere, lanima ha in ogni caso bisogno delle immagini che dipendono dai sensi, dunque dal corpo.
Fede e ragione
Pomponazzi sostiene quindi la tesi della separazione tra fede e ragione, giudicate ambiti distinti
e incomunicabili. Limmortalit dellanima un articolo di fede: soltanto in quanto articolo
di fede deve essere creduta, e pu essere creduta anche dal filosofo che, per via razionale, lha giudicata meno probabile della tesi opposta. Viene cos in qualche modo riproposta la celebre dottrina
della doppia verit, attribuita allarabo Averro (1126-1198) e ai cosiddetti averroisti latini v.
vol. I, pp. 582-586 e 634-636 , secondo la quale una tesi pu essere contemporaneamente vera in
teologia e falsa in filosofia, e viceversa. Lobiettivo di Pomponazzi affermare lautonomia della
filosofia dalla religione. Il filosofo pu liberamente indagare la realt con i suoi strumenti, senza
doversi subordinare allautorit della religione.
La morale
naturale
La tesi della mortalit dellanima sembra comportare il pericolo di immoralit, ma per Pomponazzi questa tesi non scalza i fondamenti della morale. La virt premio a se stessa. Nel virtuoso, che ricompensato dalla sua virt e dalla felicit, tutto armonico: egli non teme
niente, non spera niente, invece costante nella prosperit e nelle avversit. Il vizio, invece,
punizione a se stesso. Non c niente di pi infelice e funesto del vizio. Nel vizioso tutto
disarmonico: egli non fedele a nessuno, neppure a se stesso, non sereno. Non quindi
necessario supporre premi o pene in una vita futura.
La religione
come favola
Sicuramente questo non necessario per i filosofi: Ci sono, infatti, uomini onesti e di natura cos
ben formata che sono spinti alla virt soltanto dalla nobilt della virt e si ritraggono dai vizi soltanto per la loro sconcezza. Ma questi uomini sono unesigua minoranza. Per la massa stato necessario parlare di premi eterni e, soprattutto, di pene eterne in grado di incutere davvero paura, dato che gli uomini, se fanno il bene, lo fanno per paura di una pena eterna pi che per la speranza di una ricompensa eterna. Non sono quindi da biasimare coloro che, essendo consapevoli
dellinclinazione umana al male e avendo come obiettivo il vantaggio comune, hanno decretato che lanima immortale senza curarsi della verit, ma preoccupandosi soltanto della rettitudine, allo scopo di indurre gli uomini alla virt. Non sono cio da biasimare i politici, medici delle
anime, che si sono serviti delle religioni, che sono favole, per governare i popoli.
Il determinismo
della natura
La tesi delle religioni come favole per governare i popoli ribadita nello scritto Sugli incantesimi (De incantationibus), composto nel 1520, ma inedito. In questopera Pomponazzi concepisce
la natura come ordine necessario e regolare, da cui dipendono tutti i fenomeni, per spiegare i quali non occorre ipotizzare cause sovrannaturali. La credenza nei miracoli soltanto la
conseguenza dellignoranza delle cause naturali. Secondo Pomponazzi, tutti gli avvenimenti,
comprese le azioni umane, sono determinati dagli influssi astrali: losservazione degli astri
consente dunque la conoscenza di cose mirabili e stupefacenti, e lastrologia permette la
conoscenza non soltanto del futuro, ma anche del presente e del passato. Dalle congiunzioni
astrali dipende anche la storia delle religioni: il cristianesimo, come ogni altro evento e accadimento, ha avuto un inizio e avr una fine.
3
3.1
Vile
meccanico
Il Rinascimento
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QUADRIVIUM
collegamenti
Arte e scienza
1:55
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tica distinzione, o meglio contrapposizione, tra arti liberali (grammatica, dialettica, retorica,
geometria, aritmetica, astronomia, musica) e arti meccaniche (ad esempio medicina, architettura, pittura) viene messa in discussione, in vista non tanto di un suo superamento quanto dellinclusione di alcune arti, come la pittura, nel novero delle arti liberali. Per secoli le arti meccaniche sono state presentate come forme inferiori di conoscenza, come attivit indegne di un uomo
libero. Ancora nel Seicento vile meccanico un insulto: in un celebre passo dei Promessi sposi
proprio questa loffesa che il prepotente rivolge, provocandolo a duello, colui che diventer
Fra Cristoforo.
Nel Trecento larte era considerata come unabilit manuale e allartista si dava del tu come ai
domestici. Quasi tutti gli artisti del primo Quattrocento provengono da ambienti artigiani, contadini e piccolo-borghesi: Paolo Uccello (1397-1475) figlio di un barbiere, Andrea del Castagno (1421-1457) di un contadino. Ma a partire dal Quattrocento gli artisti non vengono pi
considerati come semplici artigiani, ma come intellettuali, e i loro trattati non assomigliano a
quelli dei loro predecessori. Gli scritti tecnici medievali contengono dettagliate istruzioni sul
modo di lavorare, sono ricchi di ricette e precetti, ma non contengono la teoria. Come rilev lo
storico dellarte tedesco Erwin Panofsky (1892-1968), i trattati medievali di architettura si limitano a fornire esempi di progetti e costruzioni, ma non mettono a disposizione del lettore una
teoria dellarchitettura, concetti generali sulla cui base egli possa affrontare i problemi non
previsti dallautore. Questo era invece il fine che si proponeva il grande umanista Leon Battista Alberti (1404-1472), filosofo e architetto, che diede inizio a una concezione scientifica
dellarte secondo cui la matematica, come teoria delle proporzioni e teoria della prospettiva
v. riquadro , a fondamento dellopera tanto del pittore quanto dello scienziato. Nel trattato sulla pittura (De pictura, 1435) afferma che il pittore deve essere dotto in tutte le arti liberali, e
in primo luogo deve conoscere la geometria, e nel trattato sullarchitettura (De re aedificatoria,
1452) lelogio della figura dellarchitetto e ingegnere diventa un elogio della tecnica, capace di
spostare enormi masse dacqua, di traforare i monti, di prosciugare le paludi. Alle stesse conclu-
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esaminano i fenomeni della visione, enunciandoli sotto forma di leggi, senza affrontare mai i problemi della rappresentazione artistica. Nel Rinascimento, da scienza della
visione la prospettiva diventa scienza della rappresentazione artistica. La conoscenza delle leggi della visione continua ovviamente a essere considerata fondamentale, ma il
riferimento a queste leggi serve soltanto come introduzione ai trattati prospettici, ricchi di esempi che illustrano
regole e procedimenti della prospettiva.
La prima formulazione della prospettiva si deve allarchitetto e scultore fiorentino Filippo Brunelleschi (13771446), celebre per i suoi progetti, come quello della cupola
del Duomo di Firenze. Ma la teorizzazione si deve al letterato e architetto Leon Battista Alberti (1404-1472), che fu
anche il primo autore ad affrontare il tema, centrale nel
Rinascimento, della citt ideale.
Sono particolarmente significativi, da questo punto di vista, i
trattati dellarchitetto senese Francesco di Giorgio Martini
(1439-1502), in cui delineata una concezione antropomorfica della citt, modellata sulla forma del corpo umano. La
citt si pone come macrocosmo che presenta precise corrispondenze col microcosmo (v. riquadro a p. 128): la piazza
corrisponde al ventre, il tempio al cuore, la fortezza al capo.
Nellambito della prospettiva, oltre agli scritti di Alberti
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sioni arriv anche il celebre pittore Piero della Francesca (1420 ca.-1492) nel trattato sulla
prospettiva (De perspectiva pingendi, 1475 ca.).
Le botteghe
3.2
Un uomo
poliedrico
identificando prospettiva e ottica, vi sono tante prospettive quante sono (e sono infinite) le condizioni del vedere: si
pu, ad esempio, mettersi davanti o sopra o al centro delle
cose, guardarle secondo angoli e inclinazioni diverse; considerando invece la prospettiva come una rappresentazione razionale del reale o un concetto, questa pluralit
non pi possibile. Secondo Argan, il sistema prospettico del Quattrocento consiste dunque nella riduzione
allunit di tutti i possibili modi di visione: il punto di stazione ideale quello frontale, cio quello che pone come
contrapposti, ma paralleli, il soggetto e loggetto.
i Veduta di citt ideale, di Anonimo fiorentino, o Luciano Laurana, 1480-1490 (Urbino, Galleria Nazionale delle Marche).
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Teoria e pratica
Necessit
e armonia
della natura
La pittura
come scienza
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Leonardo, che conosceva poco il latino e per niente il greco, si definiva provocatoriamente
omo sanza lettere, e contro i letterati, recitatori delle altrui opere, difendeva la legittimit di trattare svariati argomenti nonostante la sua ignoranza dei testi letterari: la verit si
scopre con lesperienza, non con laltrui parola. lesperienza la fonte della conoscenza (la sapienza figliola della sperienza): Se tu dirai che le scienze, che principiano e
finiscono nella mente, abbiano verit, questo non si concede, ma si nega per molte ragioni;
e prima, che in tali discorsi mentali non accade esperienza, senza la quale nulla d di s certezza. Ma allo stesso tempo polemizza con i puri empirici affermando che la natura
piena dinfinite ragioni, che non furon mai in isperienzia. Non vi scienza senza sapere
matematico: Nessuna umana investigazione si pu dimandare [denominare] vera scienza,
se essa non passa per le matematiche dimostrazioni; affidarsi alla pratica senza la scienza sarebbe come pretendere di guidare una nave senza timone o bussola. Leonardo affermava cos la tesi del necessario congiungimento di teoria e pratica.
Lesperienza e la matematica rivelano il carattere oggettivo della natura, che consiste nella sua necessit. Questa infatti maestra e
tutrice della natura, freno e regola eterna: O mirabile Necessit, tu con somma ragione constrigni tutti li effetti a partecipare
delle lor cause, e con somma e inrevocabile legge ogni azione naturale colla brevissima operazione a
te obbedisce. La natura coincide
con la necessit matematica. Comprendere la natura significa comprendere quella proporzione
che si trova nei numeri e nelle misure, ma anche nei suoni, pesi,
tempi, spazi. E la natura regolata dalle stesse leggi che regolano gli
organismi viventi, compreso luomo, che un mondo minore, un
piccolo mondo. Anche le emozioni sono trattate da Leonardo in
modo rigorosamente naturalistico.
Tutti gli ambiti naturali, dal corpo
umano alle ramificazioni degli alberi, manifestano leggi proporzionali e armoniche.
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re, siti, piante, animali, erbe, fiori. La riproduzione del mondo naturale presuppone vaste
conoscenze matematiche, anatomiche, naturalistiche. La pittura quindi scienza e legittima figlia di natura perch partorita da essa natura; anzi, meglio sarebbe definirla nipote di natura, perch tutte le cose evidenti sono state partorite dalla natura, dalle quali
cose nata la pittura, la quale in definitiva parente di Dio.
3.3
Potendo ricreare la natura, il pittore appare dotato di poteri divini e signore dogni sorta di gente e di tutte le cose. Tutto in suo potere: se desidera vedere bellezze che lo innamorino o vedere cose mostruose che spaventino, ugualmente libero di generarle; cos
come libero di generare siti deserti, di vedere dalle basse valli gli alti monti, o dagli
alti monti le basse valli. Quindi, conclude Leonardo, ci che nelluniverso per
essenza, presenza o immaginazione, esso [il pittore] lo ha prima nella mente, e poi nelle
mani, e quelle sono di tanta eccellenza, che in pari tempo, generano una proporzionata
armonia in un solo sguardo qual fanno le cose.
Il pittore come
signore
del mondo
Elogio
della tecnica
Nel corso del Cinquecento molti autori di testi filosofici, letterari e scientifici attribuiscono grande rilevanza alle opere, alla ricerca empirica, allosservazione diretta delle cose. Sostengono che i dotti devono rinunciare al loro tradizionale disdegno per il lavoro manuale, la pratica, le operazioni, e abbandonare una visione meramente contemplativa della conoscenza.
Secondo il filosofo spagnolo Juan Luis Vives (1492-1540), il dotto non deve vergognarsi di
entrare nelle officine ponendo domande agli artigiani e cercando di rendersi conto dei dettagli
della loro opera; i contadini e gli artigiani conoscono la natura molto meglio di tanti rinomati
filosofi. Secondo il celebre scrittore francese Franois Rabelais (1483/1494-1553), lo studio
dellopera degli artigiani indispensabile a uneducazione completa.
Lanatomia
e la pratica
dellautopsia
Lanatomista fiammingo Andrea Vesalio (15141564) autore di uno dei grandi testi della nuova
scienza: La fabbrica del corpo umano (De humani
corporis fabrica, 1543). Laspetto pi importante
di questo testo, che occupa un posto di primo piano nella storia dellanatomia, consiste nel rifiuto
della tradizionale separazione, nella medicina, tra teoria e pratica. Questa separazione
la causa principale della decadenza della teoria
stessa. Larte medica, afferma Vesalio, ha conosciuto una deplorevole divisione. oggi di moda un odioso sistema per cui una persona esegue il sezionamento del corpo umano e unaltra
ne descrive le parti. La persona che si limita a
descrivere appollaiato su un alto pulpito come
una cornacchia e, con fare molto sdegnoso, ripete fino alla monotonia notizie su fatti che non ha
osservato direttamente, ma che ha appreso a memoria da libri di altri o dei quali tiene una descrizione davanti agli occhi. E la persona che esegue il sezionamento non ha la capacit di spiegarlo agli allievi, dato che ignora larte del parlare. Il risultato che ogni cosa viene insegnata male, i giorni vengono sciupati in questioni assurde, e si insegna confusamente agli allievi meno di quanto un macellaio, dal suo bancone, potrebbe insegnare al dottore.
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I trattati tecnici
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La letteratura quattrocentesca e cinquecentesca ricchissima di trattati tecnici, che hanno la forma a volte di veri e propri manuali, a volte di
sparse riflessioni sui procedimenti
delle varie arti. Questi trattati, che
contengono unappassionata difesa
delle arti dallaccusa di essere indegne e vili, hanno dato un contributo molto importante allincontro
tra sapere scientifico e sapere
tecnico-artigianale e alla nascita
della cooperazione tra scienziati e
tecnici. Possiamo qui ricordare il
trattato di metallurgia (Pirotechnia,
1540) del tecnico minerario senese
Vannoccio Biringuccio (14801539), che fu il primo libro a stampa
su questo argomento; il trattato di
mineralogia (De re metallica, 1556)
del medico tedesco Georg Bauer
(Giorgio Agricola, 1494-1555); il
trattato di meccanica (Mechanicorum liber, 1577) del matematico
Guidobaldo del Monte (15451607); il trattato sulle macchine (Le
diverse et artificiose machine, 1588) del
matematico e ingegnere militare
Agostino Ramelli (1531-1600 ca.).
Conoscenza
delluomo
e conoscenza
di s
Gli scritti del filosofo francese Michel de Montaigne (1533-1592) mostrano in modo esemplare la profonda eterogeneit del pensiero del Rinascimento. In polemica con il neoplatonismo di questo periodo, Montaigne capovolge il tema della dignit delluomo e sostiene che
invece necessario parlare di miseria naturale delluomo.
Sono uomo e ritengo che nulla di ci che umano mi sia estraneo: questa sentenza del commediografo latino Terenzio (195 a.C.-159 a.C.), incisa con altre su una delle travi della biblioteca di Montaigne, che fu magistrato e sindaco di Bordeaux, condensa la riflessione filosofica dei
suoi Saggi (Essais, 1580-1588). Al centro di questopera troviamo il tema della conoscenza
delluomo attraverso la conoscenza di s. Montaigne convinto che ogni uomo porti in
s la forma intera della condizione umana, e per questo ne tenta una descrizione attraverso la
descrizione di se stesso, esemplare assai mal formato, senza nessuna pretesa di formare
luomo dicendo come dovrebbe essere. In Montaigne dunque preminente lintento non di
educare, ma di osservare e analizzare la condizione umana.
I Saggi
Montaigne inaugura il genere letterario del saggio, che si presenta come confessione
autobiografica e permette di affrontare gli argomenti in modo problematico. La parola francese essai significava esercizio, prova, tentativo. A questo stile non sistematico di scrittura corrisponde una forma precisa di pensiero che mira alla variet, senza freno e in modo
tumultuoso, che nega ogni certezza e rifiuta il dogmatismo: il mio stile e la mia mente
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Che cosa so? (Que sais-je?): a questa domanda Montaigne, che aveva letto con cura gli Schizzi pirroniani di
Sesto Empirico v. vol. I, pp. 363-364 , affida il compito
di esprimere il suo fondamentale atteggiamento scettico. Questa domanda rappresenta la presa di coscienza di unignoranza forte e magnanima, che lascia alla
realt i suoi misteri, nei confronti dei quali la ragione si
rivela fragile e impotente: se le forze umane fossero
abbastanza salde e capaci per afferrare la verit con i
nostri propri mezzi, ci sarebbe almeno una cosa creduta da tutti; accade invece che tutto sia dibattuto e controverso. Dato che luomo non pu andare oltre le apparenze, non resta che attenersi ai fatti cos come si offrono nella loro immediatezza. Dobbiamo quindi rifiutare i pregiudizi e la superstizione e non temere di far
professione della nostra ignoranza.
Saggezza e
miseria
delluomo
Alla convinzione dellimmutabilit e della prevedibilit della condotta umana Montaigne contrappone lesigenza di una conoscenza concreta delluomo, visto come pieno di incoerenze e
contraddizioni. La filosofia ha la prerogativa di mescolarsi ovunque, insegna a vivere,
saggezza che non aspira allimperturbabilit degli stoici, ma accetta senza imbarazzo la sua
mediocrit e la miseria delluomo, contrapposta alla dignit delluomo di cui parlavano
gli umanisti. Montaigne descrive i difetti e le debolezze delluomo, che ondeggiante e vano,
per costringerlo a conoscersi e ad accettare senza riserve la propria natura, occultata dalleducazione e dalla cultura.
La critica allantropocentrismo
In uno dei saggi pi importanti, lApologia di Raymond Sebond, Montaigne equipara listinto
animale alla ragione umana Lettura 5 . Cerca di guarire luomo dalla sua malattia
naturale, cio dalla presunzione di sapere: luomo, la pi calamitosa e fragile di tutte le
creature e al tempo stesso la pi orgogliosa, un mistero a se stesso; e chi non comprende se
stesso che cosa pu comprendere?. La ragione di cui si vanta, infatti, non una guida infallibile, ma presta verosimiglianza a fatti diversi: un vaso a due manici, che si pu prendere a
sinistra e a destra, una spada a doppio taglio e pericolosa, una tintura data in ugual
misura, o quasi, a tutte le nostre opinioni e usanze, di qualsiasi specie siano. Con limmaginazione e per vanit luomo si pone il cielo sotto i piedi e si attribuisce prerogative divine,
nonostante percepisca con chiarezza di essere una creatura attaccata e inchiodata alla peggiore, alla pi morta e putrida parte delluniverso, allultimo piano della casa e al pi lontano dalla
volta celeste.
La critica della presunzione delluomo comporta una rivalutazione degli animali. Questi sono
i fratelli e compagni delluomo: come possiamo affermarne la bestialit? In realt non facciamo altro che separare arbitrariamente noi stessi dalla folla delle altre creature, compresi gli
uomini del Nuovo Mondo che consideriamo barbari e selvaggi: in realt, ognuno chiama barbarie quello che non nei suoi usi v. pp. 473-474 . A Montaigne si ispirer la disputa sullanima
degli animali che percorrer tutto il Seicento e giunger fino allIlluminismo v. p. 515 .
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Leredit del
Rinascimento
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Letture consigliate
che alcuni stili di pensiero, emersi durante il Rinascimento, hanno avuto per la cosiddetta
modernit. Tra questi spicca la nuova concezione delle arti e delle tecniche, che avr
una rilevanza capitale per la nascita della scienza moderna e del modo con cui, anche nel mondo contemporaneo, viene considerata la scienza. A partire dal Quattrocento, in una discussione
che si protrarr in modo intenso fino al Settecento, troviamo unenergica difesa delle arti meccaniche dallaccusa di essere indegne di un uomo libero e un altrettanto energico rifiuto di far
coincidere la cultura con le arti liberali. Questo implicava labbandono della concezione
della scienza come disinteressata contemplazione della verit. Nei trattati tecnici e nelle opere dei filosofi naturali si sostiene che il sapere pubblico e collaborativo, si costruisce nel
tempo grazie a diversi contributi individuali, ha come fine il raggiungimento di risultati che
devono diventare patrimonio non dei singoli, ma della collettivit. Affonda qui le sue radici la
moderna idea di progresso. Tutti questi temi, affermatisi al di fuori della cultura accademica, saranno portati a consapevolezza filosofica dai grandi protagonisti della rivoluzione scientifica v. pp. 159 e segg. .
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