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L’arcangelico
Maldoror Press
je suis seul
des aveugles liront ces lignes
en d’interminables tunnels
Tumulti
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L’arcangelico
E‐book Maldoror Press: gennaio 2011
Titolo originale: L’Archangélique (1944)
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Quest’opera è rilasciata sotto licenza Creative Commons
Attribuzione‐Non commerciale‐Non opere derivate 3.0 Italia:
http://creativecommons.org/licenses/by‐nc‐nd/3.0/deed.it
L’ARCANGELICO
con fotografie di
A LESSANDRO T OCCO
e due scritti sul corpo di
R OBERTO B ELLI e C ARMINE M ANGONE
Nota bibliografica
L’ARCANGELICO
L’Être indifférencié n’est rien apparve sulla rivista «Botteghe oscure» (XIII,
1954, pp. 14‐16). Cfr. Georges Bataille, Œuvres complètes, III, cit., pp. 367‐
376 e 558‐559.
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L’a r c angelico georges Bataille
LA TOMBEAU LA TOMBA
I I
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L’a r c angelico georges Bataille
je mens io mento
et l’univers se cloue e l’universo s’inchioda
à mes mensonges déments alle mie menzogne dementi
l’immensité l’immensità
et moi ed io
dénonçons les mensonges l’un de denunciamo l’uno le menzogne
l’autre] dell’altra]
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L’a r c angelico georges Bataille
tout est pour d’autres en paix per gli altri è tutto in pace
les mondes tournent majestueux i mondi ruotano maestosi
dans leur monotonie calme nella loro serena monotonia
horreur orrore
d’un monde tournant en rond di un mondo che gira su se stesso
l’object du désir est plus loin l’oggetto del desiderio è più lontano
je suis io sono
le monde est avec moi il mondo è con me
poussé hors du possible spinto fuori del possibile
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L’a r c angelico georges Bataille
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L’a r c angelico georges Bataille
II II
III III
Un long pied nu sur ma bouche Un lungo piede nudo sulla mia bocca
un long pied contre le cœur un lungo piede contro il cuore
tu es ma soif ma fièvre sei la mia sete la mia febbre
ô soif oh sete
inapaisable soif inestinguibile sete
désert sans issue deserto senza via d’uscita
couloir où je risd’une nuit insensée corridoio in cui rido di una notte insensata
couloir où je ris dans le claquement corridoio in cui rido allo sbattere
des portes] delle porte]
où j’adore une flèche in cui venero una saetta
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L’a r c angelico georges Bataille
IV IV
mes yeux sont l’aveugle foudre i miei occhi sono il fulmine cieco
mon cœur est le ciel il mio cuore è il cielo
où l’orage éclate dove scoppia la tempesta
en moi‐même in me
au fond d’un abîme nel fondo di un abisso
l’immense univers est la mort l’immenso universo è la morte
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L’a r c angelico georges Bataille
L’AURORE L’AURORA
tes seins s’ouvrent comme la bière i tuoi seni si schiudono come una bara
et me rient de l’au‐delà e mi ridono in faccia dall’aldilà
tes deux longues cuisses délirent le tue lunghe gambe delirano
ton ventre est nu comme un râle il tuo ventre è nudo come un rantolo
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L’a r c angelico georges Bataille
l’univers est ton cœur malade et le mien l’universo è il tuo cuore malato e il mio
battant à frôler la mort che batte per sfiorare la morte
au cimitière de l’espoir nel cimitero della speranza
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L’a r c angelico georges Bataille
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L’a r c angelico georges Bataille
il n’est rien que je ne rêve non c’è nulla che io non sogni
il n’est rien que je ne crie nulla che io non gridi
plus loin que les larmes la mort più in là delle lacrime la morte
plus haut que le fond du ciel più in là della fine del cielo
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L’a r c angelico georges Bataille
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L’a r c angelico georges Bataille
LE VIDE IL VUOTO
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L’a r c angelico georges Bataille
mon cri t’appelle dans le désert il mio grido t’invoca nel deserto
où tu ne veux pas venir dove tu non vuoi venire
mon cri t’appelle dans le désert il mio grido t’invoca nel deserto
pù tes rêves s’accompliront dove i tuoi sogni si compiranno
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L’a r c angelico georges Bataille
1 1 p oe s i e s c a rtat e
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1 1 p oe s i e s c a rtat e
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L’a r c angelico georges Bataille
1 1 p oe s i e s c a rtat e
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L’a r c angelico georges Bataille
1 1 p oe s i e s c a rtat e
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L’essere indifferenziato georges Bataille
non è nient e
I I
Chapeau Cappello
de feutre di feltro
de la mort della morte
le givre la brina
la sœur la sorella
d’un sanglot di un singhiozzo
gai allegro
la blancheur il biancore
de la mer del mare
et la pâleur de la lumière e il pallore della luce
déroberont les ossements spoglieranno le ossa
l’absence l’assenza
de la mort della morte
sourit. sorride.
II II
le corps Il corpo
du délit del reato
est le cœur è il cuore
de ce délire. di questo delirio.
III III
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L’essere indifferenziato georges Bataille
non è nient e
IV IV
L’alcool L’alcool
de la poésie della poesia
est le silence è il silenzio
défunt. defunto.
V V
VI VI
Les mots du poème, leur indocilité, Le parole della poesia, la loro indo‐
leur nombre, leur insignifiance, re‐ cilità, il loro numero, la loro insi‐
tiennent sur le cœur l’instant impal‐ gnificanza, trattengono nel cuore
pable, baiser lentement appuyé sur l’istante impalpabile, bacio posato
la bouche d’une morte, ils suspen‐ dolcemente sulla bocca di una
dent le souffle à ce qui n’est plus morta, sospendono il respiro di ciò
rien. che non è più nulla.
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L’essere indifferenziato georges Bataille
non è nient e
VII VII
effacée scialbo
vitre de mort vetro di morte
glacée gelido
ô vitre oh vetro
resplendissante risplendente
d’un éclat qui se brise d’un bagliore che s’infrange
dans l’ombre qui se fait nell’ombra che cala
je suis io sono
ce qui n’est pas ciò che non è
j’ouvre io apro
les dents mêlées i diversi denti
des morts dei morti
et les grincements de la lumière e gli stridori della luce
qui m’enivre che m’inebria
de l’étreinte dell’abbraccio
qui s’étouffe che soffoca
de l’eau dell’acqua
qui pleure che piange
de l’air mort dell’aria morta
et de l’âme de l’oubli e dell’anima dell’oblio
mais rien ma niente
je ne vois non vedo
rien nulla
je ne ris plus non rido più
car à force de rire perché a furia di ridere
je transparais diventavo trasparente.
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R oberto bel l i Carmine mangone
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come il freddo
che non sono
intravista nell’oscurità
la calma è _ l’immagine del calore
quando parlo di te
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PRIMO SEGNO _ sulla tempia destra rire con noi o ad abolire lo scambio
simbolico che essa intrattiene con
ciò che la uccide?
[ la sua immagine mi perseguita : così
inafferrabile così _ inusuale così
straripante ] Anche il corpo che vive ha una sua
intelligenza, e questa intelligenza
in un cadavere di corpo prodigioso carnale, come qualità della materia
il coraggio della salute plasma _ divinità senziente, confluisce nelle facoltà
bugiardamente reali _ di tipo superiore mentali di adattamento all’ambiente
o di modellamento della realtà –
[ non le vedono neppure le _ mie mani ossia in ciò che noi umani chia‐
che separano doni _ da miracoli ] miamo generalmente “pensiero” –
attraverso sentieri appena tracciati
e lungo i quali non esiste segnale‐
tica certa.
SECONDO SEGNO _ un po’ più sotto
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la membrana che _ mi
separa dalla lingua IL CORPO DI UNA NUOVA COMUNE. –
vibra come Ossia il fuori che si veste anche del
una _ motosega mio corpo, che ride anche sulle mie
labbra, che gronda il sangue che
pian piano il culo _ urtandomi sarà anche mio in ogni emorragia di
mi afferra come nelle _ buone cause senso.
per cui ancora sono _ mobile Devo cercare i molti che sono nel‐
l’intera operazione pare l’uno, l’algebra che sconvolge ogni
l’opinione retta della _ rapina calcolo, quel modo dell’affetto car‐
nelle banche del potere nale dove la condivisione è un inca‐
solo che qui _ non esproprio stro mutevole, una divisione
qui _ abbandono il volto indivisibile, una sottrazione senza
nell’odore _ nell’odore mancanze.
il colpo di reni _ le strisce di cuoio C’è tutta una teoria ineffabile di
lo sguardo sospeso _ l’intreccio sessi che si avvicendano e s’accop‐
garbato delle _ proporzioni notevoli piano nel farsi del pensiero – che è
del tuo gambo _ intrecciato come da intendere anche nel senso che io
la barricata dalla quale mi faccio il pensiero: lo chiavo, lo
profondamente sbarro _ ogni muco slinguo, lo inculo – in un delirio sul
ogni figura umida _ che s’accende pensiero (o del pensiero come deli‐
al momento] rio) a sfondo non meramente ses‐
cerchiato nero _ che ti getto addosso suale, bensì contro ogni “sfondo” e
convertito al ventre e per ogni carne amorosa possibile.
pagherò con il freddo _ l’ottenebramento Nonostante le ideologie e i poteri
di solo qualche _ secondo costituiti che se ne servono, il pen‐
mentre la scena ritorna _ verosimile siero non si cristallizza una volta
illuminando il senso della memoria per tutte e si dà solo nel movimento,
ossia nell’azione incessante che
non io tende a verificare il suo stesso pen‐
nessuno di noi _ ha sarsi.
senso nella Non c’è speranza per il sacro – o per
morte la legge – dov’impera la carnalità e
l’unicità qualunque dei corpi che si
avviluppano amorosamente. L’an‐
archia è l’ordine del vivente, l’om‐
bra fertile dove i semi decidono di
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ottobre/dicembre 2010
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gennaio 2011
Maldoror Press