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PLATONE

Nasce nel 427 a.C. da una famiglia aristocratica, è un discepolo i Socrate.

Viene formato per diventare un politico, ma dalla politica di Atene ebbe molte delusioni, così
lascia Atene e inizia a viaggiare.

Va a Taranto, dove conosce alcuni Pitagorici, e poi a Siracusa, dove è convinto di realizzare il suo
ideale politico.

Quando torna ad Atene fonda l’Accademia : avviava gli studenti a conoscere il bene e diventare
politici capaci di fare del bene al popolo, divenne una delle principali accademie dell’antichità.

Platone continua il lavoro che Socrate aveva lasciato, porta avanti la sua teoria (crede nella
verità).

Scrisse molte opere : 34 dialoghi,13 lettere e l’apologia di Socrate (grazie al quale sappiamo la
ne di Socrate)

Inoltre utilizza anche il Mito, dice che a volte il Dialogo è incapace di spiegare.

perchè i dialoghi? secondo lui la verità si trova solo se c’è un confronto tra più posizioni.

-> riprende l’uso del mito

-> nasce il dialogo per iscritto

-> scopre il mondo delle idee

ci sono due grandi grandi pensieri/temi nella sua loso a:

• politica

• ricerca di qualcosa che valga per tutti

L’ONTOLOGIA E LA TEORIA DELLE IDEE


Platone ha di precisare che cosa siano il bene e i valori assoluti a cui deve ispirarsi il sapiente per
promuovere il rinnovamento della società.

Questo lo porta a riconoscere l'esistenza di due piani dell'essere:

• il mondo dell'esperienza sensibile : imperfetto e mutevole

• il mondo delle idee : perfetto e immutabile

Le idee rappresentano il parametro per giudicare la realtà e hanno una propria esistenza
autonoma rispetto al pensiero umano: sono vere e proprie sostanze ideali ed eterne, poste in un
altro mondo, de nito poeticamente «iperuranio», che in greco signi ca "al di là del cielo" e quindi
"al di là delle cose sensibili".

Platone raggruppa le idee in tre grandi tipologie:

• valori —> giustizia e ingiustizia, bello o brutto ecc..

• matematiche —> forme geometriche, numeri,operazioni ecc..

• cose naturali e create dall’uomo —> idea di animali, alberi, oggetti ecc

L'universo ideale ha una struttura articolata e gerarchicamente organizzata, al cui vertice si pone
l'idea del Bene, la più perfetta di tutte, paragonata alla luce del sole: come quest'ultima è causa
della visibilità degli oggetti sensibili, così l'idea del Bene è la fonte di ogni conoscenza e
perfezione.

LA DOTTRINA DELLA CONOSCENZA


Platone fonda la conoscenza sulle idee, con criteri assoluti e stabili, riuscendo così a scon ggere
il relativismo dei so sti, uno dei suoi principali obiettivi polemici.

Nell'a rontare il problema gnoseologico il losofo ricorre innanzitutto al mito, riprendendo la


dottrina or ca della reincarnazione:

L’ anima umana, essendo di natura divina, prima di incarnarsi viveva nel mondo ideale, dove
poteva contemplare tutti gli esemplari perfetti delle cose.

Con la nascita dimentica ciò che ha appreso, ma la sua conoscenza si risveglia a contatto con le
cose sensibili, che partecipano del mondo ideale.

Per Platone, dunque, conoscere è ricordare e l'esperienza non apporta nulla di nuovo, ma ha la
funzione accessoria di sollecitare tale reminiscenza.

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LA CORRISPONDENZA TRA ESSERE E CONOSCERE
Secondo Platone ai vari piani dell'essere corrispondono speci ci gradi della conoscenza che
vanno dalla congettura e dalla credenza, aventi per oggetto il mondo sensibile, no alla ragione
matematica e all'intelligenza loso ca, che hanno come oggetto il mondo ideale.

Il grado massimo del sapere coincide con la dialettica, descritta come la tecnica loso ca per
eccellenza.

Essa permette di comprendere quali idee possono essere connesse e quali no, attraverso un
rigoroso procedimento di analisi e sintesi.

L'applicazione del metodo dialettico consente a Platone di andare oltre Parmenide, riconoscendo
che l'essere è molteplicità e relazione.
Ogni idea, infatti, non è chiusa in sé stessa, ma può entrare in rapporto con le altre in virtù dei
suoi attributi fondamentali, i cinque generi sommi: l'essere, l'identico, il diverso, la quiete, il
movimento.

L’ANIMA
Per Platone l'anima umana tende al Bene (che rappresenta il vertice del mondo ideale) in un
percorso di progressiva elevazione dal sensibile al soprasensibile.

L'anima è infatti a ne alle idee e conserva la nostalgia per la dimensione da cui proviene, che è
appunto il mondo ideale; è un vero e proprio principio spirituale, una sostanza semplice e
incorporea, prigioniera di un corpo da cui deve progressivamente puri carsi

attraverso la conoscenza.

Platone ne dimostra l'immortalità nel Fedone, mentre nel Fedro ne descrive la struttura, articolata
in tre parti in con itto tra loro: la parte razionale, che presiede al compito della conoscenza; la
parte concupiscibile, che è la sfera degli istinti e delle pulsioni; la parte irascibile, che è la sfera
delle passioni più nobili.

per illustrare questa teoria Platone utilizza:

IL MITO DELLA BIGA ALATA

L’Anima è paragonata ad una Biga alata guidata da un condottiero (che rappresenta la parte
razionale), e trainata da una coppia di cavalli ( uno bianco che rappresenta la parte irascibile e
uno nero che rappresenta la parte concupiscibile)

Se controlli i cavalli ti avvii verso il bene, se non li controlli ti avvii verso il mondo delle idee.

Ad ogni parte dell’anima corrisponde una virtù.

LA VIRTÙ
L'ideale platonico di virtù consiste nella realizzazione di un equilibrio tra le varie componenti
dell'anima individuale, le quali devono svolgere la propria funzione sotto la guida della ragione
che, a sua volta, ha come modello il Bene.

parte razionale —> saggezza

parte concupiscibile —> moderazione

parte irascibile —> coraggio

L’AMORE
due opere parlano di amore:

Nel Fedro Platone presenta l'amore come la forza che permette all'anima di elevarsi dalla bellezza
sensibile alla Bellezza ideale ed eterna, attraverso un dialogo tra Socrate ed un giovane ragazzo
di nome Fedro.

Nel Simposio, Aristofane e Socrate sono ad un banchetto e parlano d’Amore.

Il losofo spiega come amare qualcosa o qualcuno signi chi desiderare ciò di cui si sente la
mancanza.

Eros, infatti, nel mito degli Androgini, secondo Diòtima (una sacerdotessa a cui Socrate
attribuisce il discorso sull’amore), non è né un dio né un mortale, ma un demone, ossia un essere
intermedio tra i mortali e gli dèi.

Egli è, dunque, " losofo" proprio perché di natura "intermedia" tra la ricchezza e la povertà, tra la
sapienza e l'ignoranza, tra gli dèi e gli esseri umani, e pertanto amante della sapienza (vale a dire
losofo), intraprendente e sempre pronto a escogitare espedienti per ottenere ciò che non ha.

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IL MITO DEGLI ANDROGINI:
Aristofane sostiene che nessuno capisce davvero la potenza di Eros ( è tra gli dei, il più amico
degli esseri umani), per dimostrarlo racconta un mito che spiega qual era l’originaria natura
degli individui.
un tempo erano composti da due esseri uniti, si distinguevano in 3 generi:

• maschi —> 2 metà di genere maschile

• femmine —> 2 metà di genere femminile

• andrògini —> una parte femminile e una maschile.

Gli umani erano superbi al punto di ribellarsi con gli Dei, così Zeus e le divinità decidono di non
ucciderli, ma indebolirli: li fecero tagliare ognuno in due individui, cosi risultarono meno forti e
maggiori.

Da questa visione ebbe origine il sentimento d’amore: ogni metà infatti cominciò a cercare l’altra
per ricongiungersi ad essa.

LA REPUBBLICA E LO STATO IDEALE


Platone ritiene che al vertice della vita politica debbano essere posti i loso , cioè coloro i quali,
dopo un lungo e faticoso percorso di formazione, sono giunti a contemplare l'idea del Bene e
quindi sono in grado di trasferirne la perfezione nella società.

Per chiarire tale concezione egli elabora nella Repubblica un modello di Stato ideale che è
strutturato in tre classi, analoghe alle tre parti dell'anima:

• quella dei governanti: svolgono una funzione di comando, che corrisponde all'anima razionale

• quella dei guerrieri : hanno funzione di difesa militare, che corrisponde all'anima irascibile

• quella dei lavoratori : provvedere ai bisogni materiali, che corrisponde all'anima concupiscibile.

La giustizia, ossia la virtù più importante, coincide con l'armonia e l'equilibrio che si ottengono
quando tutte le componenti dello Stato svolgono il ruolo che è loro assegnato.

IL MITO DELLE STIRPI


Per chiarire il suo tema della giustizia, Platone si serve di un mito.

Il mito narra che gli esseri umani prima di venire alla luce si trovavano nelle viscere della terra.

Erano tutti fratelli, ma il Dio decide che alcuni dovessero essere destinati a governare perciò li
mescolò con l’oro, i soldati li mescolò con l’argento, mentre i contadini e gli artigiani con ferro
e bronzo ( i metalli meno nobili ).

In questo modo spiega l’appartenenza degli esseri umani alla medesima stirpe e le
di erenziazioni.

Non si esclude il fatto che dall’oro si possa generare una discendenza d’argento, per questo
l’ordine principale che il Dio diede ai governanti fu quello di curare l’educazione dei giovani, così
che si potesse capire se fossero dotati di oro, argento, ferro o bronzo.

Secondo l’Oracolo, la città sarebbe andata in rovina quando al governo ci fosse stato un politico
“fatto di ferro o bronzo”.

La morale è che gli esseri umani hanno attitudini e predisposizioni naturali di erenti.

IL MITO DELLA CAVERNA

Platone si serve del mito della caverna per esprimere tutte le componenti fondamentali del suo
pensiero le quali mettono in luce l'intera aspirazione politica della sua loso a.

È la descrizione narrativa del percorso conoscitivo del losofo, il quale, nella sua ricerca della
verità, si stacca dal mondo sensibile per raggiungere le idee e il Bene, e ritornare quindi tra gli
altri uomini per governare la città nel modo migliore.

-> La Caverna : è mondo della conoscenza sensibile


-> Gli uomini : sono i prigionieri dell'ignoranza

-> Il prigioniero che si libera: è l’ inizio dell’itinerario educativo losofo.

Quando il prigioniero esce dalla caverna vien prima abbagliato dalla luce e poi man mano riesce
a scorgere il sole e quindi il mondo delle idee.

Nonostante egli non voglia tornare nella caverna il prigioniero ormai libero costretto dal dovere
morale lo fa per salvare i suoi compagni dall'ignoranza e renderli partecipi del mondo al di fuori.

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