Fedro (dialogo)
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Il dialogo platonico Fedro posteriore alla Repubblica, a cui viene fatto riferimento nell'opera, e presenta notevoli affinit tematiche con il Simposio. La sua stesura pu essere ricompresa nell'ultima fase della produzione platonica. I personaggi presenti fanno propendere per un'ambientazione immaginata tra il 420 e il 410 a.C. [1]
Indice 1 Struttura e tematica dell'opera 2 Eros come mania divina. Il mito della biga alata 3 Il valore della vera retorica: synopsis e diairesis 4 Conclusione dell'opera. Prevalenza dell'oralit 5 Note 6 Voci correlate 7 Altri progetti 8 Testo del dialogo
Fedro
Titolo originale Altri titoli Sull'amore
Platone IV secolo a.C. dialogo filosofico greco antico Socrate e Fedro Dialoghi platonici, III tetralogia
Il dialogo riguarda l'uso e il valore della retorica in connessione con l'educazione e la filosofia: sullo sfondo, a fornire il fondamentale inquadramento concettuale, permane il sistema delle idee e il metodo corretto per pervenire alla conoscenza della verit e per comunicarla. Fedro, un giovane ateniese appassionato dell'arte del discorso, incontra Socrate e con lui inizia a discorrere di retorica, mentre i due si recano fuori di Atene, nella valle dell'Ilisso, a est della citt. Il luogo offre a Platone lo spunto per produrre una delle descrizioni ambientali pi belle di tutta la letteratura greca. In questo scenario di grande tranquillit e bellezza, Fedro racconta a Socrate di aver appena ascoltato un discorso, di cui ha la copia con s, che l'oratore Lisia ha composto sull'amore, in particolare sull'opportunit di concedere i propri favori a chi non innamorato, piuttosto che a chi lo sia. Socrate ascolta il discorso lisiano che Fedro legge e lo trova apprezzabile dal punto di vista della tecnica oratoria, ma scorretto nei presupposti metodologici e la tecnica perde di valore se non sorretta dalla saggezza del pensiero.
Socrate, a capo coperto, compone quindi un suo discorso su eros, assumendo lo stesso punto di vista di Lisia, ossia su quanto sia preferibile concedersi a chi non innamorato, ma partendo da una base filosofica che a Lisia mancava, consistente nella preliminare distinzione tra ci che bene e ci che procura piacere. I tipi di rapporti
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presi in considerazione sono in gran parte quelli tra un giovane e un uomo dell'alta societ, che fungeva da suo precettore e lo avviava alla vita sociale. Si tratta di relazioni comunemente approvate all'epoca, nell'ambito dei codici taciti della Pederastia. L'amore di cui Socrate tratta in questo discorso sul modello lisiano costituisce solo uno degli aspetti di eros, la mania umana tendente al piacere. L'intento del filosofo, tuttavia, non quello di contrapporsi a Lisia sul suo stesso piano: egli ha composto il discorso sull'amore umano, che tende al piacere e che trova maggior soddisfazione e interesse nel concedersi a chi non innamorato, solo per dimostrare come, dal punto di vista tecnico, si possa elaborare una forma retorica migliore, corretta per deduzione di principi e densa di significato. Ma non questo aspetto di eros che pu interessare chi tenda alla vera conoscenza. necessaria, dunque, una palinodia, ossia un nuovo canto in onore di eros, che ne sviluppi ed esponga la vera essenza. Il dialogo presenta, a questo punto, un terzo discorso, che costituisce il nucleo filosofico dell'opera e si iscrive nella metafisica delle idee che Platone andava disegnando nelle sue opere, ma che soprattutto esponeva e approfondiva nelle lezioni orali all'interno dell'Accademia.
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altre anime riescono a cogliere solamente una fugace impressione. E tuttavia questo brevissimo istante di conoscenza risulta fondamentale perch lascia nell'anima il ricordo delle idee, una traccia della verit che pu essere recuperata pienamente, attraverso l'anamnesi e la sollecitazione del ricordo, se l'uomo indirizza la propria conoscenza verso l'essere. Tramite verso le idee e l'uno eros, la divina mania, che spinge l'anima verso ci che bello, perch la bellezza costituisce tratto fondamentalmente concatenato all'uno. La tensione verso un corpo bello aiuta a recuperare, nel profondo dell'anima, il ricordo dell'idea del bello: quando eros libero di manifestarsi nell'incontro tra due amanti, la sua potenza esplode, pervade il corpo e l'anima di chi innamorato, rende viva e splendente l'immagine della bellezza che rigenera a sua volta il ricordo, breve ma intenso, delle idee eterne e immutabili nella pianura della verit. Il filosofo colui che conosce il vero significato e la vera funzione di eros, perch consapevole del legame esistente tra eros, bellezza e verit.
Ma Platone va molto oltre, giungendo a negare piena validit a qualunque discorso scritto, attraverso l'aneddoto, costruito artificiosamente, di Theuth e Thamus, narrato a Fedro da Socrate, verso la fine del dialogo. Theuth, dio egizio delle arti e dei mestieri, dalla brillante intelligenza, corrispondente al greco Ermes, si presenta al faraone Thamus, magnificandogli l'utilit prodigiosa della sua ultima invenzione, la scrittura, capace di fissare in eterno le conoscenze umane: Thamus, tuttavia, rifiuta il dono, sostenendo che la forma scritta in realt nemica della vera conoscenza, perch il discorso vero quello comunicato oralmente, capace di incidersi nell'anima di chi ascolta, mentre la parola scritta rimane fissata in una perenne e muta immobilit. Al di l dell'aneddoto, Platone afferma, attraverso Socrate, che solo la comunicazione diretta tra maestro e
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allievo capace di innalzare l'anima dello studente verso la vera conoscenza e, nel sostenere il valore della parola orale quale unico mezzo in grado di penetrare nell'anima di chi ascolta, di riflesso nega validit a tutti i suoi stessi scritti, quasi che tutti i dialoghi a noi pervenuti non siano altro che un semplice supporto mnemonico e una pallida copia dell'essenza del pensiero filosofico, cui avevano accesso solo gli studenti al pi alto grado all'interno dell'Accademia. Dopo la celebrazione dell'oralit, alla quale il sapiente affida la sua conoscenza, il dialogo si chiude con la preghiera che Socrate rivolge a Pan e alle altre divinit del luogo in cui si trovano lui e Fedro che sempre la bellezza alberghi in lui e lo faccia agire in accordo con la sua essenza.
Note
1. ^ Cfr. Livio Garzanti, Amare Platone: una lettura del Fedro, Garzanti Libri, 2006
Voci correlate
Amore platonico Eros greco antico Logocentrismo Hypomnemata Omosessualit nell'Antica Grecia Sessualit nell'antica Grecia Storia della sessualit Thumos
Altri progetti
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