Sei sulla pagina 1di 14

Introduzione

La figura di Platone dal punto di vista filosofico è immensa. Egli insieme ad


Aristotele influenzò profondamente tutta la storia del pensiero essendo l'
ispiratore  del pensiero idealista  che fu ripreso nel bene e nel male ovvero
sia da coloro che vi aderirono e lo modificarono sia da coloro che lo
confutarono. Ogni grande filosofo si è quindi confrontato con il pensiero di
Platone che influenzò quindi tutta la storia della filosofia fino ai giorni nostri.

Oltre che filosofo fu grande artista: era senz' altro dotato di una grande
immaginazione e di uno spiccato senso estetico: la sua prosa è considerata
forse tra la migliori in lingua greca. Il suo stile è elegante, ironico, suggestivo.

I soggetti più importanti della filosofia di Platone sono:


  
- L' esposizione della filosofia di Socrate

- La teoria delle idee ( e il dualismo platonico)

- La dottrina dell' immortalità dell' anima della Reminiscenza

- L' eros platonico

- La concezione politica (dello Stato Ideale) 

- La Cosmologia

 
Vita

Platone nasce ad Atene nel 427 a. C. da una ricca famiglia aristocratica. Vive
un periodo di crisi che segna il tramonto dell' età d' oro di Pericle, il
fallimentare esperimento aristocratico dei Trenta tiranni e l' avvento di una
democrazia conservatrice che per salvaguardare le tradizioni condanna a
morte Socrate nel 399 a. C.

La morte di Socrate è un avvenimento traumatico per Platone non tanto per


la perdita del maestro quanto per il motivo della condanna: empietà e
corruzione dei giovani. Ma come ? Socrate che per Platone era il grande
educatore dei giovani in quanto insegnava loro a ragionare con la propria
testa, viene condannato come il loro corruttore ?

Platone ai tempi poco più che trentenne condanna quindi tutta la politica del
suo tempo e giunge quindi a pensare che la crisi politica di Atene sia in realtà
una crisi intellettuale dovuta al fatto che coloro che governano non siano
adatti a governare, e giunge a pensare che il genere umano non si sarebbe
mai liberato dal male se i reggitori dello stato non fossero diventati prima
filosofi.

La morte di Socrate quindi spinge Platone a filosofare esponendo in un primo


momento le dottrine dell maestro e concentrandosi poi su quello che sarebbe
dovuto essere lo stato perfetto e giusto.

Il dialogo e  il mito

Platone è il primo filosofo dell' antichità di cui ci sono pervenute tutte le opere
che contano di 34 dialoghi e 13 lettere. Inizieremo ad analizzare la sua
dottrina partendo dai cosidetti dialoghi socratici.

Platone fu discepolo di Socrate ed è dagli scritti di Platone che deriva infatti


gran parte della nostra conoscenza su Socrate. Per Platone la filosofia inizia
con Socrate così come per Aristotele inizia con Talete.
Il suo pensiero deve molto anche a Pitagora, a Parmenide e ad Eraclito, ma
si distanzia molto dai cosidetti fisici e in particolare da Democrito che non
viene mai citato da Platone. Diogene Laerzio ci dice che lo odiava così tanto
da non volerlo neanche nominare.

Ma torniamo ai nostri dialoghi socratici. Fedele all' insegnamento del maestro


Platone inizia a comporre delle opere in forma dialogica in cui diversi
personaggi argomentano sostenendo tesi differenti: uno di questi personaggi
è quasi sempre Socrate. Il titolo della maggior parte dei dialoghi riprende il
nome dell' interlocutore di Socrate e abbiamo così il Fedone, il Lachete, il
Gorgia, Il Protagora, Il Teeteto, Il Parmenide, Il Timeo ecc.

Alcuni dialoghi invece hanno un nome proprio: l' Apologia,


Il Simposio, La Repubblica. I più famosi sono senz' altro La Repubblica e il
Simposio. La Repubblica è ritenuta anche l' opera più importante che Platone
abbia scritto. Ma questo è vero per noi oggi, fino all' ottocento infatti l' opera
più importante di Platone era considerata il Timeo.

I dialoghi socratici sono dunque conversazioni filosofiche guidate da Socrate.


Platone vuole dire agli ateniesi che Socrate non se n' è andato: è ancore qui
e ancora pone strane domande, ancora coglie in fallo gli interlocutori con i
suoi argomenti. Ovviamente questi dialoghi difendevano la sua reputazione e
dimostravano che egli era stato ingiustamente condannato: egli era il grande
educatore dei giovani non il grande corruttore.

Mantenere vivo lo spirito di Socrate significava per Platone continuare la


strada che Socrate aveva percorso. Il primo risultato di ciò è un certo numero
di dialoghi detti giovanili: L' Apologia, Il Critone, L' Eutifrone, Il Lachete, Il
Carmide, Il Protagora e il Gorgia. Questi dialoghi presentano Socrate che
discute di probemi morali e si pensa siano molto vicini a ciò che Socrate
pensava realmente.

In seguito visto che fare filosofia in maniera socratica significa pensare con la
propria testa, Platone fedele anche a questo insegnamento perviene
gradualmente a sviluppare le proprie idee e vi è una sorta di evoluzione della
figura di Socrate vista da Platone. Per bocca di Socrate Platone esprime il
proprio pensiero in una serie di dialoghi detti intermedi: Il Menone, il Fedone,
Il Simposio, La Repubblica.

Nell' ultima fase del suo pensiero Platone quasi sembra criticare se stesso e
la sua dottrina viene messa a dura prova nel Parmenide. Infine elabora una
teoria cosmologica nel Timeo.

Accanto alla forma dialogica Platone fa largo uso dei miti ovvero racconti
fantastici attraverso cui vengono esposti  concetti e dottrine filosofiche.
Platone si serve del mito per comunicare in modo piu semplice e accessibile
le sue dottrine. Se ne serve anche per poter parlare di realta che trascendono
i limiti della ragione. L' uso del mito rende a volte di difficile interpretazione la
filosofia platonica conferendole un carattere suggestivo e inconfondibile.

Tra i miti più famosi, ricordiamo il mito dell' androgino, il mito della caverna, e
il mito del demiurgo. 

Platone all' Accademia tenne anche dei corsi intorno al Bene ai suoi disepoli
senza mai darne però forma scritta. Anche della dottrina delle Idee, che può
essere ritenuta il nucleo sostanziale del suo pensiero, non diede mai una
forma compiuta, ma essa appare sullo sfondo e quasi come sottintesa in
diversi dialoghi (Cratilo, Fedone, La Repubblica),

La Teoria delle Idee

la realtà vera non è il mondo che è oggetto della sensazione, mutevole e


imperfetto, ma una realtà immutabile e perfetta, che può essere colta solo dal
pensiero: il mondo intelligibile ovvero il mondo dei modelli primi o archetipi di
tutte le cose. 

Tale realtà deve esistere, altrimenti non si spiegherebbe perché noi pensiamo
in base a delle categorie di perfezione e di stabilità, non si spiegherebbe
insomma perché abbiamo in noi una conoscenza, un sapere immutabile e
perfetto (quale la matematica o la filosofia).

 Tale mondo intelligibile non va inteso come semplice concettualità


puramente mentale, ma al contrario esso è vera realtà: assoluta, stabile e
perfetta (Cratilo), immutabile (Fedone), essere in senso pieno (Repubblica).

 Semmai è il mondo sensibile e materiale ad essere una realtà imperfetta e


relativa, ombra e copia delle Idee; il mondo delle Idee è strutturato in modo
gerarchico e piramidale con al vertice l' idea di bene, alla base le idee delle
cose sensibili.

Genesi della teoria delle idee

Platone giunge ad elaborare la teoria delle idee partendo dal concetto di


scienza. Per scienza si intende una conoscenza perfetta stabile ed
immutabile. Un tal tipo di conoscenza deve per forza esistere come
testimonia l' esistenza della matematica e della filosofia stessa.

Il problema è quale debba essere l' oggetto di questa conoscenza. Certo


secondo Platone l' oggetto della scienza non può essere il mondo sensibile
perché esso, come ci insegna Eraclito, è in perpetuo mutamento;  e come
posso io conoscere in modo stabile e perfetto qualcosa che essendo in
divenire, ora è in un modo poi è in un altro ? 

Quindi se esiste la scienza che per sua natura è perfetta stabile ed


immutabile allora essa dovrà avere un oggetto con le medesime
caratteristiche e questo non può che essere il mondo delle idee. 
Del mondo sensibile quindi non può esservi vera scienza ma soltanto
opinione. L' opinione è un tipo di sapere mutevole ed imperfetto così come lo
è il suo oggetto.

Platone stabilisce dunque un dualismo gnoseologico (opinione/scienza) e un


dualismo ontologico (mondo delle idee/mondo sensibile). Dal primo deriva il
secondo.

Si noti come nella elaborazione di questa teoria Platone si ispiri ad Eraclito e


Parmenide o meglio come la sua filosofia sia una sintesi del pensiero di
questi due grandi filosofi che lo hanno preceduto.

Infatti se il mondo sensibile è caratterizzato dal divenire eracliteo, il mondo


delle idee si ispira all' essere eterno ed immutabile di Parmenide. Con una
differenza sostanziale però: l' essere di Parmenide è unico mentre le idee
sono molteplici. Inoltre per Parmenide il nostro mondo è apparenza illusoria
per Platone invece possiede una specifica realtà che si situa tra essere e non
essere. La realtà non è ciò che non è ma ciò che può essere o non essere.

Gerarchia delle idee

Le idee sono di vario tipo e presentano una struttura gerarchica o piramidale.


Al vertice della piramide troviamo l' idea di bene.
Platone non da mai esplicita definizione di che cosa sia il bene e questo
dovrebbe farci pensare che esso sia stato oggetto delle cosidette dottrine
tramandate oralmente.

Talora il bene è stato identificato con Dio ma questa interpretazione, di


matrice cristiana, non trova conferma vista l' assenza nella filosofia platonica
del concetto di un Dio creatore.

Il Bene poi non crea le idee che sono eterne ma si limita a comunicare loro la
perfezione, le organizza secondo un ordine razionale e ne permette l'
esistenza.

Platone nel mito della caverna lo paragona al sole che grazie alla sua
presenza rende possibile la vita delle cose materiali.

Scendendo nella piramide abbiamo le idee-valori corrispondendi a principi


etici ed estetici (giustizia, coraggio, bellezza ecc.) Poi le idee matematiche
(uguaglianza, quadrato, cerchio ecc.) Nella realtà infatti non troviamo mai il
quadrato o il cerchio perfetto ma solo copie approssimative di essi.

Poi abbiamo le idee di cose naturali come l' umanità. Per Platone viene prima
ontologicamente l' umanità dell' uomo singolo, ovvero se esso esiste è
perché esiste l' idea di umanità che è il suo modello perfetto.

Ma ciò è vero in generale per tutte le cose che dice Platone esistono solo per
partecipazione. Esse in quando copie o modelli partecipano solo alla
perfezione delle idee.

Infine abbiamo le idee delle cose artificiali che sono per così dire il tallone di
Achille di tutta la teoria Platonica (letto, sedia, tavolo, sporcizia). Ma come
può esistere una sporcizia ideale ? La difficoltà di ammettere idee di questo
genere porterà Platone, nell' ultima fase del suo pensiero, a rivedere in modo
critico la sua teoria. Cio avviene in particolare nel Parmenide dove Platone
sembra riconoscere la superiorità del filosofo eleatico che sosteneva l' unicità
dell' essere.
L' Eros platonico e la reminiscenza

Alla teoria dell' Eros sono dedicati due degli artisticamente migliori dialoghi
platonici: il Simposio e il Fedro.

Il Simposio si concentra principalmente sull' oggetto dell' amore (La Bellezza)


e mira a stabilire una struttura gerarchica all' interno di essa.

Il Fedro invece si sofferma di più sul soggetto dell' amore ovvero su colui che
ricerca, desidera ed aspira alla bellezza.

Nel S. i diversi interlocutori descrivono i caratteri dell' amore. Si inizia col


distinguere l' eros volgare (amore rivolto ai corpi) dall' eros celeste (amore
rivolto alle anime).

Aristofane racconta il mito dell' Androgino. Essere primitivo perfetto metà


uomo e metà donna.
Gli dei invidiosi di tale perfezione vollero dividerlo in due metà una maschile e
l' altra femminile. Da allora una metà va alla ricerca dell' altra per ricostituire l'
essere primitivo.

Ciò ben esprime una delle caratteristiche fondamentali dell' amore ovvero il
suo essere mancanza: l' amore desidera qualche cosa che non ha ma di cui
ha bisogno.
L' amore quindi non possiede la bellezza ma la desidera: è come il filosofo
che non ha la sapienza ma aspira a possederla. La bellezza e quindi il fine, l'
oggetto dell' amore.

La bellezza ha diversi gradi a cui l' uomo può sollevarsi attraverso un lento
cammino.
Dapprima l' uomo è attratto dalla bellezza di un corpo. Poi si accorge che la
bellezza è uguale in tutti i corpi. Poi viene la bellezza dell' anima, la bellezza
delle istituzioni e delle leggi, la bellezza delle Scienze ed infine la bellezza in
sé, che è eterna, immutabile, fonte e modello di ogni altra bellezza.

Come l' anima giunge a contemplare la bellezza ideale è argomento


affrontato dal Fedro. In cui si parla appunto della bellezza dal punto di vista
soggettivo ovvero del soggetto che la contempla che in questo caso è l'
anima.

Per Platone l' anima è tripartita ovvero comprende tre parti: razionale,
irascibile, concupiscibile. Essa alla morte del corpo prima di reincarnarsi
staziona in una zona intermedia tra i due mondi. Cio che accade in questa
zona viene raccontato da Platone attraverso un mito.
Platone paragona l'anima a una biga trainata da cavalli alati.

Essa è composta da tre elementi: un auriga e due cavalli, uno bianco e uno
nero.
L'auriga rappresenta l'elemento razionale, mentre i cavalli quelli irrazionali:
ciò significa che la nostra anima è per Platone costituita da elementi razionali
ed irrazionali. Dei due cavalli, uno, di colore bianco, è un destriero da corsa
ubbidiente e con spirito competitivo, l'altro, nero, è tozzo, recalcitrante ed
incapace.

Compito dell'auriga è riuscire a dominarli grazie alla sua abilità e alla


collaborazione del bianco. Il nero si ribella all'auriga (la ragione) e
rappresenta le passioni più infime e basse, legate al corpo. Il bianco
rappresenta le passioni spirituali, più elevate e sublimi. Significa che non tutti
gli aspetti irrazionali sono negativi e che è comunque impossibile eliminarli.

E' una metafora efficace perchè è vero che guida l'auriga, ma senza i cavalli
la biga non si muove: significa che le passioni sono fondamentali per la vita.
Sta anche a significare che soltanto alla parte razionale, in quanto dotata di
sapere, spetta il governo dell'anima.

Lo scopo è arrivare all'altopiano dell'iperuranio. Le bighe delle anime umane


hanno seri problemi perchè si creano ingorghi ed i cavalli neri tendono a
volare nella direzione opposta, verso il basso. Accade spesso che le ali dei
cavalli si spezzino e la biga precipiti sulla terra.

Questa è la reincarnazione una volta arrivato sulla terra, l'uomo non si ricorda
più dell'altra dimensione, e il risveglio del ricordo di essa avviene tramite la
contempazione della bellezza corporea. Essa risveglia in noi il ricordo della
bellezza ideale.
Questo meccanismo per cui conoscere è ricordare è detto reminiscenza.
Esistono per Platone delle idee innate che derivano dal contatto temporaneo
dell' anima col mondo delle idee.
(Esempio dello schiavo di Menone che grazie all' intervento maieutico di
Socrate ricorda il teorema di Pitagora)

A seconda di quanto un' anima abbia contemplato il vero mondo essa si


reincarnerà in un uomo più o meno saggio.

La bellezza è una delle tante idee e filtra facilmente nel mondo sensibile
perchè tutti la possono cogliere attraverso la vista. Secondo Platone per gli
occhi degli innamorati intercorre un fluido che scorre fino al punto dove le ali
dei cavalli s'erano spezzate cosi' che si ricreano e si può tornare alla
dimensione primordiale.
L 'amato vede negli occhi di chi lo ama se stesso perchè vede riflessa la
propria bellezza. Se uno ama veramente una persona questa ai suoi occhi è
bella anche se è oggettivamente brutta.
La Repubblica

La Repubblica è l' opera più importante di Platone perché raccoglie i risultati


fondamentali di dialoghi precedenti. Platone nella R. esprime la sua
concezione politica volta a determinare qule debba essere lo stato ideale.
Secondo Platone lo stato dei suoi tempi non è uno stato giusto. Quindi il fine
fondamentale della R. è quello di determinare quale sia lo stato giusto o
quando lo stato può dirsi giusto.
Tutta la repubblica ruota quindi intorno al problema della Giustizia.
Visto che e piu semplice cercare le cose nel grande che nel piccolo, allora la
ricerca della Giustizia deve partire dallo Stato per poi arrivare al singolo
individuo attraverso un processo deduttivo. (Es. del debole si vista).
Lo stato ideale deve essere costituito da tre classi sociali:

governanti -----> saggezza


guerrieri -----> coraggio
cittadini -----> temperanza

Lo stato (grande corpo) deve essere strutturato come il singolo individuo la


cui anima è tripartita

-parte razionale che ragiona e domina gli impulsi


-parte irascibile che lotta per ciò che la ragione ritiene giusto.
-parte concupiscibile che tende a soddisfare gli impulsi materiali.

Ciascun individuo dovrà essere assegnato ad una classe a seconda della


parte dominante della sua anima. Gli individui sono diversi per natura a
seconda del metallo che è mescolato nella loro anima, come narra un mito di
origine fenicia: il mito delle stirpi.

Lo stato deve quindi per forza essere diviso in classi perché in uno stato ci
sono compiti diversi che devono essere svolti da individiui diversi.

Gli individui razionali sono adatti a governare, quelli impulsivi a difendere lo


stato e quelli più soggetti ai desideri del corpo al lavoro manuale. Contro la
visione aristocratica dominante Platone afferma che gli uomini si distinguono
tra di loro non per nobiltà di nascita ma per attidutini naturali.
Quindi lo stato è giusto quando ciascun individuo al suo interno svolge un
compito che è consono a quelle che sono le sue attitudini naturali. Quando
ciascuno svolge l' attività per cui è portato secondo le sue naturali
inclinazioni.

Ma chi decide questo ?

Cit.: il Dio ordina ai magistrati di sorvegliare i bambini, di stare ben attenti al


metallo che si trova mescolato nella loro anima.

Qundi sono i filosofi ad assegnare gli individui alle diverse classi a seconda
delle loro diverse inclinazioni. Ma attenzione le classi platoniche sono diverse
dalle caste dell' induismo (sacerdoti, guerrieri ed intoccabili) in quanto vi è
mobilità sociale tra una classe e l' altra in caso di errore.

Errore possibile ma difficile perché Platone per far quadrare le cose ricorre all'
eugenetica e al comunismo.

Eugenetica: Platone per ottenere delle classi pure dice che i filosofi
dovrebbero fare in modo che le unioni e gli accopiamenti tra uomo e donna
avvenisssero solo all' interno della medesima classe. CIT: Le unioni tra uomo
e donna sono sabilite dallo stato in vista della procreazione di figli sani.

Comunismo platonico: le prime due classi vista la loro importanza devono


possedere ogni bene in comune anche le donne. I govrernanti possono
essere felici come la classe che produce che a sua volta non è esclusa dal
possesso ?

Abolizione della famiglia per permettere la mobilità sociale e la perfetta


eguaglianza tra uomo e donna.

Queste 2 condizioni rendono possibile uno stato secondo giustizia sempre


solo però se il governo è nelle mani dei filosofi.
Delle diverse forme di stato (Aristocrazia, Oligarchia, Democrazia, Monarchia
e Tirannide).
La migliore secondo Platone è una oligarchia i cui pochi a governare siano
filosofi. Perché ?

Perché il solo il filosofo ha autentica conoscenza del mondo vero. Il filosofo


conosce le idee ovvero i modelli eterni ed immutabili di tutto ciò che esiste.
Se ad esempio si deve realizzare uno stato giusto bisogna conoscere quale
sia la vera giustizia.

All' inizio il filosofo riceve una educazione comune con quella delle altri classi,
basata sulla musica e la ginnastica. Poi dovrà proseguire il suo itinearario
affrontando lo studio della matematica e della folosofia.
Importanza della matematica. Qui non entri chi non è matematico.

La matematica è importante perché propedeutica alla filosofia. Gli enti della


matematica (numeri, figure geometriche ecc.), riproduco l' ordine e la
proporzione del mondo dell' essere. Fanno da ponte tra i due mondi. La
matematica come arte del calcolo consente di correggere tramite la misura le
apparenze dei sensi.

Mito della caverna. Rappresenta il cammino dell' uomo che si solleva dall'
opinione alla scienza.

Simbologia:

Caverna = mondo sensibile


Prigioneri = uomini
Ombre = cose sensibili
Catene = inclinazioni sensibili
Fuoco= filosofie precedenti
Oggetti riflessi nell' acqua = enti matematici
Le cose presenti all' esterno: idee
Il sole= bene. Come il sole ci fa vedere le cose, il bene ci fa comprendere le
idee.
L' uomo che si libera = il filosofo o Socrate.
Critica dell' arte imitativa e della poesia.

L' arte imitativa è di un grado più lontana dalla realtà: copia di copia.

La poesia stimola la parte irrazionale ed emotiva dell' anima incoraggiando


per immedesimazione atteggiamenti condannabili razionalmente.

Platone esalta invece l' arte creativa che attinge il suo modello dal mondo
delle idee.

Potrebbero piacerti anche