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PLATONE E I MITI

Nei suoi dialoghi, Platone fa uso dei MITI, cioè racconti fantastici che hanno lo scopo di
spiegare concetti filosofici.
I miti hanno una duplice funzione:
-divulgativa= stratagemma didattico per illustrare un argomento difficile e mantenere
l’attenzione dell’interlocutore.
-allusiva=nei confronti di alcuni argomenti che vanno al di là dell’indagine razionale e
richiedono l’uso di immagini.

PLATONE E L’ANIMA
Platone individua un DUALISMO NELL’UOMO: l’uomo era diviso in anima e corpo.
L’uomo è segnato da un dualismo che vede contrapposti anima e corpo come due entità
distinte e separate.

IL MITO DELLA BIGA ALATA


È un mito contenuto nel Fedro, in questo mito Platone ci parla dell’anima.
Ci sono quattro elementi che rappresentano rispettivamente:
BIGA(carro)= anima
AURIGA=parte razionale dell’anima
CAVALLO BIANCO= desiderio, coraggio, passioni disinteressate
CAVALLO NERO= passioni legate al soddisfacimento dei piaceri fisici

Dopo la morte del corpo, la biga alata (l’anima) sale verso il cielo, il mondo delle idee
( l’iperuranio). Mentre il cavallo bianco è docile verso l’auriga e si lascia condurre
facilmente, quello nero, invece, vorrebbe riscendere verso la Terra per incarnarsi in un
altro corpo per soddisfare le proprie passioni. Infatti le passioni per essere soddisfatte
hanno bisogno di un corpo.
La gestione di questo carro è molto difficile. Il cavallo nero potrebbe prendere il
sopravvento facendo precipitare l’anima di nuovo sulla Terra reincarnandosi. Secondo la
legge di Adrastea, l’anima che fortunatamente avrà potuto osservare più idee nel mondo
dell’iperuranio si incarnerà nel filosofo. Mentre, le anime che hanno visto meno si
incarneranno via via in uomini sempre meno sapienti.
Da questo mito possiamo ricavare un’ulteriore riflessione: l’anima è caratterizzata da un
dualismo.
L’anima è divisa in
PASSIONI simboleggiate dai cavalli
legate al corpo,
alla individualità, alla particolarità
Es. Sensazione soggettiva del piacere (mangiare una pizza etc)
RAZIONALITÀ
Simboleggiata dall’auriga
Legate alle idee, all’universalità
Es. Ciò che è dimostrato razionalmente, come il teorema di Pitagora, ha una validità
universale, oggettiva
Liberarsi dalle passioni vuol dire liberarsi dalla particolarità. Il corpo rappresenta per
questo motivo la particolarità e l’individualità. La Ragione, invece, consente di raggiungere
la dimensione dell’universalità e quindi delle idee.
In ultima analisi, conoscere significa distaccarsi dalle passioni del corpo.

L’IMMORTALITÀ DELL’ANIMA
L’immortalità è un principio fondamentale della teoria platonica.
La teoria della reminiscenza dimostra che le idee dobbiamo averle conosciute in una vita
precedente. Questo argomento non dimostra che l’anima sia immortale, ma solo che è
vissuta precedentemente.

LA VITA TERRENA

La vita è un processo di purificazione


Conoscere significa spogliarsi dalle passioni del corpo per raggiungere la conoscenza
intellettiva delle idee.
Vivere vuol dire prepararsi alla morte (che non è da temere)
La morte rappresenta il coronamento di questo processo di purificazione. Rappresenta la
guarigione dalla malattia che lega l’anima e il corpo. Quindi la guarigione è rappresentata
proprio dalla morte, come l’inizio di una nuova vita.

QUANDO CONOSCIAMO LE IDEE?


Attraverso la teoria della reminiscenza Platone sosteneva che l’anima conoscesse le idee
nel passaggio da un corpo all’altro. Anima esce dal corpo e va nell’Iperuranio entrando in
contatto con le idee e che si ricorda delle idee, anche se in modo sfocato, una volta
entrata nel nuovo corpo.
PROVE SULL’IMMORTALITÀ DELL’ANIMA
Se l’anima trasmigra da un corpo all’altro allora l’anima è immortale. Nel Fedone, Platone
sostiene l’immortalità dell’anima e in questo scritto propone 3 prove per dimostrare la sua
tesi.
1. Prova dei contrari: Tutto si origina dal proprio contrario ossia il caldo si
origina dal freddo, il sonno dalla veglia e via dicendo. Allo stesso tempo, secondo questa
teoria, la morte origina dalla vita e la vita si genera dalla morte e in questo senso l’anima
rivive dopo la morte del corpo fisico.
2. Prova della somiglianza: Le anime con le idee sono simili ed essendo eterne
le idee, sono eterne di rimando anche le anime. Le anime e le idee sono semplici e,
contrariamente a ciò che è composto e che quindi si può distruggere, le cose semplici non
possono essere né create né distrutte.
3. Prova della vitalità: L’anima partecipa all’idea di vita perché è un soffio vitale
e per questo motivo non può avere in sé l’idea della morte che è l’idea opposta della vita.

DESTINO DELL’UOMO

La teoria dell’immortalità è stata utile a Platone per spiegare come l’uomo riesca a
conoscere le idee ma, allo stesso tempo, è stata utile per risolvere il problema legato al
destino dell’uomo.
“Il destino viene stabilito direttamente dall’anima quando era nel mondo delle idee.”

Quindi è l’anima che sceglie precedentemente prima di entrare nel corpo che destino avrà.
Per spiegare questa sua teoria utilizza, nello scritto Repubblica, il mito di Er.

Er era morto durante una battaglia ed era resuscitato dopo 12 giorni riuscendo così a
raccontare agli altri uomini che cosa li attende dopo la morte. È proprio durante questo
racconto che Er sostiene che le anime devono scegliere il proprio destino poco prima della
reincarnazione, quindi poco prima di entrare nel nuovo corpo. Ogni anima sceglie il
modello di vita che vuole incarnare evitando il peccato e l’infelicità, anche se la scelta è
influenzata dalle pregresse esperienze fatte dall’anima nelle sue vite passate. Er racconta,
per esempio, che Ulisse che ha sicuramente avuto una vita particolarmente travagliata,
sceglie un destino più modesto e meno ambizioso. In questo senso, quindi, Platone
sostiene che l’uomo scelga il suo destino pur comunque guidato dalle sue esperienze
pregresse nelle vite precedenti.

L’AMORE E LA BELLEZZA ( I DUE SCRITTI)


SIMPOSIO: Si focalizza sull’amore, ossia sulla bellezza stabilendo una gerarchia di gradi
FEDRO: Si focalizza sull’amore nella sua soggettività che aspira a raggiungere il mondo
delle idee, dove c’è l’idea di bellezza

IL SIMPOSIO

L’amore è alla ricerca di qualcosa che gli manca, che non possiede e di cui ha bisogno
L’amore è quindi frutto di una mancanza
Secondo il mito, l’amore è figlio di:
⁃ Penìa (Povertà)
⁃ Pòros (qualcosa di abbondante, ingegnoso)

Per questo motivo non è un Dio, ma un demone, ossia un essere per metà uomo e per
metà divino e quindi, al contrario degli dei che sono sapienti di natura, il demone vuole
raggiungere quella sapienza che non ha e per questo motivo è un filosofo (amante della
sapienza).

L’amore non possiede la bellezza, perciò la vuole possedere, perché la bellezza è il bene
che porta alla felicità. La bellezza è l’oggetto dell’amore, il fine a cui l’amore tende.

I GRADI DELLA BELLEZZA


La bellezza risiede nell’iperuranio
BELLEZZA PURA
BELLEZZA DELLE SCIENZE
BELLEZZA DELLE ISTITUZIONI E DELLE LEGGI
BELLEZZA DELL’ANIMA
BELLEZZA DEL CORPO
L’ultimo gradino spetta alla bellezza in sé stessa, all’idea di bellezza che sta nell’iperuranio
e che è immortale perché eterna, superiore quindi ad ogni cosa, alla morte e al divenire,
perfetta in quanto idea, sempre uguale perché eterna ed è l’oggetto della filosofia.
L’AMORE PLATONICO
L’amore dal medioevo fino ai giorni nostri viene inteso come un’amore spirituale e non
carnale.
Per Platone invece l’amore Non esclude l’eros che fa parte dei nostri sensi, è dentro di noi.
Ci spinge anche verso un innalzamento, verso la salita di quei gradini che ci portano a
vedere l’amore in modo più completo dove non vi è soltanto l’amore come sentimento tra
uomo e donna, ma come strumento per acquisire una conoscenza superiore, ossia l’idea
di bellezza a cui l’amore tende

LA TEORIA DELLO STATO IDEALE (OPERA REPUBBLICA)


Platone, a partire dalla domanda, qual è l’obiettivo di una comunità e come può esserci
una sana giustizia, elabora la teoria dello Stato ideale:
Per comprendere questa teoria, dobbiamo partire da due presupposti
1. In una società vi sono tre compiti base da svolgere:
⁃ PRODURRE
⁃ DIFENDERE E COMBATTERE
⁃ GOVERNARE
2. In uno Stato ideale si realizzi l’idea di giustizia
⁃ REALIZZARSI DEL BENE
⁃ ORDINE IN CUI TUTTO SIA AL PROPRIO POSTO NATURALE
Questo due presupposti formano lo stato ideale in cui l’ordine sociale rispecchia l’ordine
naturale della giustizia
In sostanza, i ruoli nella società devono essere assegnati in base alla predisposizione
naturale degli uomini
Svolgere mansioni in base alla parte predominante dell’anima (Platone qui si ricollega alla
sua teoria dell’anima)
⁃ Chi ricopre il ruolo di governante ha un’anima razionale, una natura aurea
che lo porta ad essere saggio e a prendere decisioni razionali per il bene comune
⁃ I guerrieri hanno un’anima irascibile e una natura argentea che li porta ad
essere coraggiosi e a combattere per la città e non per se stessi
⁃ I produttori hanno un’anima concupiscibile, una natura bronzea che li porta
ad essere delle persone temperate, qualità che li induce a limitarsi e a produrre i beni di
cui tutti gli altri hanno necessità

Per giustificare questa tripartizione, Platone ricorre al mito delle stirpi, secondo il quale
ogni uomo è forgiato con uno specifico materiale: il bronzo, l’argento o l’oro. Chi ha una
natura bronzea è inferiore agli altri, chi ha una natura aurea ha una natura superiore.
ALTRE INDICAZIONI SULLO STATO IDEALE

LE FORME DEGENERATE DELLO STATO


Le "forme degenerate dello Stato" sono descritte da Platone nella sua opera "La
Repubblica". Platone sostiene che lo Stato ideale deve essere governato da filosofi che
possiedono la conoscenza della verità e della giustizia, ma riconosce che nella pratica
questo ideale è difficile da realizzare.

Platone individua quattro forme di Stato degenerate:


 Timocrazia (governanti al comando basato sull’onore): questo tipo di Stato è
governato dai guerrieri e si basa sulla gloria militare, sul potere e sull’onore. L’uomo
a cui corrisponde questo Stato è un uomo ambizioso che vuole comandare ed è
diffidente nei confronti dei sapienti. I cittadini diventano avidi di guadagno e di
successo personale, perdendo di vista l'interesse collettivo e la giustizia.
 Oligarchia (governo dei ricchi): in questo tipo di Stato, il potere è detenuto da pochi
individui ricchi e influenti. La ricchezza diventa la principale fonte di potere politico,
e il benessere della comunità viene trascurato.
 Democrazia: in una democrazia, il potere è detenuto dal popolo. Tuttavia, Platone
sostiene che in una democrazia le masse diventano facilmente influenzabili e
guidate dai demagoghi, che promettono loro ciò che vogliono sentire, senza curarsi
della verità e della giustizia.
 Tirannia: la tirannia è la forma più corrotta di governo, in cui il potere è concentrato
in un singolo individuo che agisce solo per il proprio interesse. Il tiranno governa
con la forza e la paura, e non rispetta la legge o la giustizia. che è la forma
patologica più dura perché il tiranno usa la forza e si circonda di persone cattive e
spregevoli. Nella tirannide manca completamente la felicità proprio perché la
giustizia non c’è proprio più.
Platone sostiene che ogni forma di governo degenera in quella successiva, finché non si
arriva alla tirannia. L'unica soluzione per prevenire la degenerazione dello Stato è
l'educazione filosofica, che permette ai governanti di comprendere il vero significato della
giustizia e della verità e di governare in modo virtuoso.

LA TEORIA DELLO STATO DI PLATONE


La teoria dello Stato di Platone è sostanzialmente antidemocratica perché, secondo il
filosofo, dare la libertà a tutti i cittadini può esporre a numerosi rischi, tra cui quello di non
garantire la giustizia che è la condizione fondamentale perché lo Stato esista. Questa sua
posizione deve, però, essere inquadrata nel contesto socio-culturale e politico dell’epoca.
Innanzitutto, Platone critica fortemente sia i sofisti sia tutti i politici dell’epoca che avevano
promosso la democrazia. Quest’ultima non aveva portato ad una stabilità politica e
sociale, ma ad una forte insicurezza e a uno scontro tra i nobili (i cosiddetti àristoi) e il
popolo (il dèmos) causato da diverse concezioni sulla vita e sulla giustizia. Da qui si
sviluppa la teoria dello Stato di Platone, secondo cui ognuno ha il proprio compito da
svolgere e deve stare al suo posto se vuole che lo Stato funzioni. Inoltre, non tutti possono
fare politica e guidare il paese. Quindi lo Stato ideale di Platone non è uno stato
aristocratico tradizionale che viene guidato dagli aristocratici che sono tali per diritto di
nascita, ma nello Stato ideale di Platone, guidano i “migliori”, che non è detto che siano
aristocratici per nascita, ma devono essere guidati dalla virtù della saggezza. Lo stato di
Platone è quindi una forma di sofocrazia, ossia il governo dei sapienti o anche di
noocrazia, ossia il governo dell’intelligenza. In definitiva, mentre la teoria politica di Platone
può essere interpretata come antidemocratica, va sottolineato che il suo obiettivo ultimo
era la realizzazione del bene comune e il governo virtuoso.

LA CONOSCENZA
Per Platone, si può conoscere solo ciò che è, mentre non si può conoscere ciò che non è.
CITAZIONE: “Ciò che assolutamente è, è assolutamente conoscibile; ciò che in nessun
modo è, in nessun modo è conoscibile”. (Repubblica V, 477a).
Distinguiamo da un lato L’ESSERE che rappresenta la scienza, al centro L’OPINIONE e
dall’altro lato IL NON ESSERE che rappresenta L’IGNORANZA.
Platone suddivide la conoscenza in due gradi:
 CONOSCENZA SENSIBILE suddivisa a sua volta nella CONGETTURA (ovvero
l’immaginazione) e la CREDENZA.
 CONOSCENZA RAZIONALE suddivisa a sua volta in RAGIONE SCIENTIFICA
(ovvero la matematica) e L’INTELLIGENZA FILOSOFICA.
Si creano così 4 gradi della conoscenza a cui corrispondono 4 gradi della realtà:

1) Congettura: ha come oggetto le immagini o le ombre delle cose che sono


impressioni
superficiali e slegate degli oggetti.

2) Credenza: ha per oggetto la percezione delle cose così come ci appaiono

3) Ragione scientifica: si occupa delle idee matematiche

4) Intelligenza filosofica: si occupa delle idee-valori

LA MATEMATICA
La matematica era fondamentale all’interno del sistema educativo, nonostante non fosse
superiore alla
Filosofia in quanto:
ERA ANCORATA AL MONDO SENSIBILE perché le sue teorie partono dalle cose
osservate, percepite nel mondo sensibile, come nel caso del punto e della virgola.
Ma nello stesso momento RIUSCIVA A SVINCOLARSI DAL MONDO SENSIBILE per
trovare ipotesi che andavano oltre questo mondo.
La filosofia resta comunque superiore perché si eleva verso il mondo delle idee e inoltre si
occupa dei problemi della società nella quale l’uomo vive.
Appurato che la matematica è inferiore alla filosofia, essa è però fondamentale nel sistema
educativo di Platone perché consente il passaggio da una conoscenza sensibile a una
conoscenza razionale attraverso i metodi di misura. È proprio grazie ai metodi di misura
che l’uomo può svincolarsi dalle credenze e dalle percezioni soggettive per trovare una
risposta oggettiva e scientifica.
Es. Alla domanda: «Quella cosa è grande o piccola?»
Ognuno potrebbe rispondere in modo diverso a seconda dei parametri soggettivi.
Dunque è solo grazie a un metodo di misura (distanza, volume, peso) che si può avere
una risposta oggettiva.
LE 4 DISCIPLINE FONDAMENTALI DELLA MATEMATICA
Le quattro discipline fondamentali della matematica sono L’ARITMETICA (rappresenta
l’arte del calcolo), LA GEOMETRIA (la scienza degli enti immutabili), L’ASTRONOMIA (la
scienza dei cieli e del movimento) e la MUSICA (la scienza dell’armonia).
Queste quattro discipline sono fondamentali per un filosofo, perché lo preparano alla
scienza suprema, che è la dialettica, ossia la scienza delle idee.
IL MITO DELLA CAVERNA TRAMA
Il mito della caverna è un'importante allegoria filosofica proposta da Platone nel suo libro
"La Repubblica". La storia descrive un gruppo di prigionieri che sono tenuti imprigionati
all'interno di una caverna, legati in modo da non potersi girare, con il viso rivolto verso una
parete. La luce che li illumina proviene da un fuoco che arde alle loro spalle, il quale
proietta sulla parete delle ombre di oggetti e persone che passano davanti al fuoco.
Poiché i prigionieri non possono vedere altro che le ombre, essi credono che le ombre
siano la realtà e non si rendono conto che ci sono oggetti e persone reali al di fuori della
caverna. Un giorno uno dei prigionieri riesce a liberarsi e a uscire dalla caverna.
Inizialmente, la luce accecante fuori dalla caverna lo confonde, ma poi si abitua alla luce
del sole e vede per la prima volta il mondo esterno e la vera natura degli oggetti. Tornato
dentro la caverna, cerca di comunicare la verità ai suoi compagni prigionieri, ma essi non
lo credono, pensando che sia impazzito.
Il mito della caverna rappresenta una metafora della condizione umana e della
conoscenza umana. Secondo Platone, l'umanità è come i prigionieri all'interno della
caverna, che vedono solo le ombre della realtà e non la realtà stessa. La vera
conoscenza, secondo Platone, può essere raggiunta solo attraverso la filosofia, che ci
consente di vedere la realtà così come essa è, al di fuori delle ombre che vediamo nella
caverna.

Nel mito della caverna di Platone, gli oggetti hanno un significato simbolico.
 In primo luogo, la CAVERNA rappresenta il mondo delle apparenze, delle illusioni e
della falsa conoscenza, dove gli uomini si trovano imprigionati, incapaci di vedere la
verità. Quindi rappresenta il mondo delle cose ovvero il NOSTRO MONDO.
 Il FUOCO che illumina la caverna rappresenta la fonte di luce che permette agli
uomini di vedere solo le ombre delle cose e non la realtà in sé ed è stato il principio
fisico attraverso il quale i primi filosofi aveva cercato di spiegare le cose
 Le OMBRE DELLE STATUETTE rappresentano quindi le apparenze che l'uomo
percepisce e che spesso confonde con la realtà. (immaginazione)
 Gli SCHIAVI rappresentano la condizione umana di coloro che sono ignoranti e
non hanno accesso alla conoscenza. Quindi rappresentano l'ignoranza e la
mancanza di accesso alla verità
 Le STATUETTE rappresentano le cose del mondo sensibile (CREDENZA)
 LO SCHIAVO LIBERATO rappresenta la filosofia e la conoscenza. Lo schiavo
liberato rappresenta quindi l'individuo che è in grado di vedere la realtà al di là delle
illusioni e che ha raggiunto una comprensione più profonda del mondo. Il suo stato
di libertà simboleggia la sua capacità di guardare la realtà in modo oggettivo e di
pensare in modo autonomo. In questo senso, lo schiavo liberato rappresenta anche
la liberazione dall'ignoranza e dalle false credenze.
 Catene: ignoranza, passioni terrene. Secondo Platone, le catene rappresentano le
influenze che il mondo sensibile esercita sull'anima umana, impedendo all'uomo di
accedere alla verità e alla conoscenza del mondo delle idee. Per Platone, le catene
simboleggiano l'ignoranza, l'errore, l'opinione e la percezione sensibile, che
impediscono all'uomo di raggiungere la vera conoscenza.
 Cose riflesse nell’acqua: idee matematiche. In sintesi, per Platone le cose riflesse
nell'acqua rappresentano la conoscenza superficiale e illusoria che si acquisisce
attraverso i sensi, in contrasto con la vera conoscenza che si acquisisce attraverso
l'intelletto.
 Sole: idea di bene. per Platone il sole rappresenta la fonte della verità e della
conoscenza, che consente all'uomo di accedere al mondo delle idee e di
comprendere la realtà ultima delle cose.

 Contemplazione: filosofia. La contemplazione, quindi, è un'attività che consente


all'uomo di abbandonare il mondo delle apparenze sensibili e di accedere al mondo
delle idee, dove si trova la verità. Per Platone, la contemplazione è il più alto grado
di conoscenza che l'uomo può raggiungere e rappresenta il culmine del percorso
filosofico.

 Scendere nella caverna: dovere del filosofo di educare e far conoscere il mondo
delle
idee agli schiavi. L'uscita dalla caverna rappresenta il passaggio dalla falsa
conoscenza alla vera conoscenza.
 Uccisione: Socrate. Per Platone, l'uccisione rappresenta l'estremo atto di ingiustizia
e di violenza contro un essere umano, in quanto implica la privazione della vita e
della possibilità di perseguire la conoscenza e la virtù.

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