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Ogni filosofo ellenista cerca di trovare un modo per vivere bene, con pochi amici (anche
allievi) . Il loro scopo non è più il bene della società, nemmeno teoretico.
Vogliono vivere bene a livello personale.
Questo cambiamento era iniziato con Aristotele. filosofia disinteressata)
Con le 3 scuole,
● Epicurea epicureismo
● Stoica stoicismo
● Scettica scetticismo
i filosofi tendono a isolarsi dal mondo, a cercare la maniera migliore per essere tranquilli e
sereni. Lo scopo è indicare all’uomo come essere felice.
EPICUREISMO:
Uomo raffinato, sereno (perché aveva trovato la sua filosofia di vita), con un grande
self-control. Le sue opere sono andate tutte perdute, c’è un grande filosofo che lo ha
studiato, Lucrezio. Lo dobbiamo a Lucrezio, che scrive “De rerum Natura” (intorno alla
natura delle cose) dove espone il pensiero di Epicuro.
Lo scopo fondamentale della sua filosofia è liberare l’uomo dalle sue maggiori pure, da
cioè ciò che lo preoccupa= renderlo felice.
Secondo Epicuro la filosofia per eccellenza che può aiutarlo a raggiungere questa
finalità è proprio l’Atomismo di Democrito, considerata la filosofia più giusta per essere
felici.
Atomismo
● Nella fisica, il clinamen è importante perché evita che la fisica proposta da lui (quindi il
mondo) sia assolutamente tutto deterministico, necessario, meccanicistico ma bensì
libero… (si stacca da Democrito). Ammorbidisce un po’ la visione dell’esistenza.
(Determinismo= tutto è necessario, tutto è spiegabile attraverso delle leggi meccaniche,
sempre uguali, che si ripetono, tutto è spiegato con leggi di questi mondo, (anti finalistico),
tutto è chiaro, anche gli eventi futuri perché si sa già le leggi che DETERMINANO
l’esistenza)
● Ma se è importante in fisica, è ancora più importante nell’etica: nell’etica introduce la
possibilità della libertà dell’ agire umano.
L’uomo è libero nelle sue scelte e nelle sue azioni, l’uomo è libero di rompere le leggi
del fato, del destino, che non ama e quindi lo cambia.
Fisica ed etica di epicuro sono strettamente collegati. L’uomo è sì soggetto al suo destino
ma è anche libero di cambiarlo. Destino= vivere per qualcosa che è già stato scritto dal
quale non ci si può sottrarre.
All’epoca si diceva che esistesse questa forza, il fato, che è già scritto, a chi non ci si può
sottrarre. Epicuro dice che non crede che tutto sia stato scritto. Epicuro non è fatalista, cioè
non crede/o crede in parte nel destino.
Non siamo ancora nella cultura rinascimentale, lui ha un passo avanti.
Lui rompe con questa necessità legata al destino e alla sottomissione dell’uomo.
1. paura della morte (non di cosa c’è dopo ma del momento in cui arriva)
2. Paura degli dei
3. Paura di non essere felici
4. Paura del dolore fisico
Alla base di queste paure c’è l’atomismo, usato per spiegare agli uomini che la 1 e la 2
sono infondate, non esistono.
Alla base di ciò c’è l’atomismo. L’anima è fatta di atomi come tutti gli enti, quindi anch'essa è
sottoposta alla stessa legge di decomposizione alla quale è sottoposto il corpo, detto meglio
l’anima va in contro alla SCOMPOSIZIONE (scomposizione di atomi.) COLLEGAMENTO
ARISTOTELE L’anima muore esattamente con il corpo, l’anima è mortale, perché entrambi
sono fatti di atomi.
Quindi, con la scomposizione dell’anima non c’è più la possibilità di provare dolore, perché
viene meno ogni forma di sensazione, ogni sensazione viene meno. Quindi la morte
secondo Epicuro è privazione di dolore, proprio perché anche l’anima muore e ogni
sensazione finisce.
Secondo Epicuro è da stolti temere la morte perché quando essa arriverà non
proveremmo più nulla, nessun dolore.
L’ETICA
Cosa intende lui per felicità? Come essere felici? Tema comune alle filosofia ellenistiche.
Epicuro c’era di dimostrare com’è essere felice e come evitare l'infelicità, la felicità per
Epicuro coincide con il piacere.
● Non è il piacere smodato dei sensi, volgare. Non essendo tutto questo, la sua filosofia
non può essere definita come edonismo (da edoné= piacere dei sensi), noi non ne
abbiamo ancora fatte.
● Quella di Epicuro non è da definirsi tale, possiamo definirla invece con un altro
termine, eudemonismo. Eudaimonia= felicità
Eudemonismo vuol dire proprio felicità lui va alla ricerca di questa forma di felicità che
possa rendere tranquillo e sereno l’uomo, non è un piacere sensibile e volgare.
Secondo Epicuro l’uomo saggio, è colui che cerca il piacere e che tenta in tutti i modi di
sfuggire ad ogni forma di dolore. Questo piacere non è un piacere egoistico (nel momento in
cui io vado alla ricerca del mio piacere sto usando gli altri e quando ho finito di usarli ci
rimangono male, li danneggio), individualistico, non danneggia gli altri, mira alla solidarietà
degli uomini.
L’uomo saggio secondo Epicuro è l’uomo virtuoso. La virtù per lui significa proprio ricercare
questo tipo di piacere, non egotistico.
L’uomo virtuoso, di fronte a tutte le sensazioni che turbano del mondo esterno, deve agire
accogliendo, solo quelle sensazioni che danno un piacere moderato, riuscendo quindi a
non strafare, a non esagerare mai nella vita. Equilibrio (Democrito).
Secondo Epicuro bisogna soddisfare tutti quei bisogni che l’uomo sente, il cui
soddisfacimento non comporta dolore, inquietudine. Questi dolori vanno soddisfatti solo
se non creano turbamento nell’animo.
Il piacere, non abbiamo ancora detto come lo intende Epicuro, abbiamo solo detto che è
un piacere non egoistico che non crea dolore.
Per Epicuro è un piacere da intendere in senso negativo, ha una concezione negativa del
piacere. Si intende che nel perseguire il piacere bisogna negare tutti quei bisogno che mi
comportano stress. Negativo nel senso di negare, evitare. Epicuro dice “ ma chi te lo fa
fare, già al pensare di realizzarlo ti turba, non lo fare, tieniti lontano”. Quindi negare tutto
ciò che mi crea stress, vuol dire stare lontani dalle paure. Filosofia negativa, che nega e si
tiene lontana da tutto ciò che è piacere cinetico.
Perché sono sinonimi? Essere moderati significa calcolare bene ciò che mi fa bene, e
quindi poi sono felice. Ma chi permette di calcolare bene ciò che mi fa bene o no? La
ragione, che è alla base. È l’uomo saggio tramite la ragione che riesce a scindere e di
conseguenza raggiungere Aponia e Atarassia.
In tutto questo lui ci dà anche un altro aiuto, stila una sorta di tavola dei bisogni per poter
raggiungere le due condizioni.
● Naturali e necessari mangiare, dormire,
● Naturali e non necessari mangiare troppo, dormire troppo, pensiamo noi. Eccessi in
generale
● Non naturali e non necessari dico secondo me cosa sono. (la scuola ahahahah) Bisogna
percepire solo quelli naturali e necessari.
Per Epicuro i Bisogni non naturali e non necessari sono: ricchezza, potere, onore,
gloria e fama. (stessa critica che ha fatto Aristotele circa)
L’uomo saggio è colui che riesce a realizzare la morale epicurea, colui che non perde
la pazienza. In medio stat virtus come diceva Aristotele.
Tutto ciò che abbiamo detto di Epicuro ci porta a dire che è un razionalismo
morale,(Democrito, Socrate, Platone Aristotele. Si ritrova laddove abbiamo quelle filosofie
che basano la scelta umana e quindi le scelte sulla ragione, unica guida. Tutti i filosofi che
abbiamo visto fino ad ora sono razionalisti morali, anche Parmenide non è sbagliato però è
più un razionalismo teoretico che etico.
Le filosofie ellenistiche non trattano temi politici, ma questo non vuol dire escludere il
rapporto con gli altri, l’amicizia è ammessa solo con pochi. Purtroppo abbiamo poche
testimonianze ma l'amicizia era presente nella sua filosofia.
Lui scrive
“è più piacevole fare il bene anziché riceverlo”
(Collegamento con Socrate con quella frase dell’ingiustizia)
STOICISMO:
Anassagora no perché qui non abbiamo parlato di divino (infatti il nous di anassagora è
esterno al mondo=TRASCENDENTE). Parleremo di nuovo del divino, ma non inteso
come intelligenza divina di Anassagora.
La concezione del destino secondo gli stoici
Destino: legge razionale necessaria che tutto governa e che stabilisce l’ordine
delle cose e la successione degli eventi in questo mondo. (alcuni sono causa e
alcuni effetto) C’è un chiaro riferimento al logos di Eraclito.
Questa legge razionale necessaria che fa in modo che nel mondo tutto ciò che accade
debba accadere (tutto ciò che avviene nel modo avviene in quel modo e non può avvenire in
un altro)
Gli stoici arrivano a una conclusione= tutto ciò che accade nel mondo di buono/di
cattivo, di favorevole/di sfavorevole, di positivo/di negativo vada accettato perché fa
parte di questo disegno razionale necessario e non può essere assolutamente
modificato.
Quindi l’uomo che vive in questo mondo deve accettare tutto ciò che accade, anche ciò
che considera negativo/ cattivo che avviene nella vita di ciascuno di noi.
Anche se fa accadere delle cose che a noi sembrano cattive, queste cose accadono
perchè subito dopo deve arrivare il bene (è un momento necessario di questa struttura
razionale) Il negativo è necessario perché subito dopo arrivi il positivo=DUALISMO TRA
BENE E MALE. (il bene esiste se c’è il male, concezione ripresa da Eraclito.
C’è sempre una concatenazione/alternanza di bene e male. La tempesta prima
del bene è un passaggio/momento necessario.
Gli stoici interpretano il negativo come un momento razionale che va comunque vissuto.
L’etica stoica è basata sulla ragione (così come Socrate, Democrito, Platone, Aristotele,
Epicuro), ma con gli stoici questo riferimento alla ragione è costante, ancora + evidente
perché non c’è spazio per nessun’altra facoltà umana, solo la ragione. Razionalismo
assoluto estremo etico. Etica stoica= affidarsi alla ragione e accettare il destino,
struttura razionale del mondo. Fonte di tutto questo che stiamo dicendo= Diogene
Laerzio
Etica del dovere ( Cosa vuol dire dovere secondo gli stoici? quando si compie un’azione
doverosa?) Secondo gli stoici un’azione doverosa è quella che viene
consigliata/dettata/avvalorata/prescritta dalla ragione.
Le azioni doverose sono tutte quelle azioni che la nostra ragione ci detta
di compiere. Le azioni non doverose saranno quelle che la ragione ci
sconsiglia di compiere.
Gli stoici dicono che le emozioni non servono a nulla e l’uomo non deve lasciarsi
sopraffare dalle emozioni, ma deve frasi guidare sempre dalla ragione
Individuano 4 fondamentali emozioni da cui derivano tutte le altre:
Per gli stoici le emozioni sono malattie che colpiscono lo stolto perché il sapiente è
immune a queste emozioni dato che si affida sempre e solo alla ragione.
L’uomo felice secondo gli stoici è colui che si affida alla ragione, che vive secondo la sua
natura (ragione), che non si affida ai sensi, che compie sempre il suo dovere (=dovere di
essere razionale), che accetta il destino senza provare a cambiarlo perchè tentare di
farlo crea afflizione, ansia turbamento= UOMO SAGGIO. E’ colui che raggiunge lo stato
di APATIA, felicità. La felicità secondo gli stoici è APATIA. (apatico=stoico) A-pathos=
senza emozione
Un uomo saggio così come l’abbiamo descritto è un uomo libero perché non si fa
condizionare dall’esterno/dall’autorità/dalla tradizione.
L’unica forma di libertà è questa, tutto il resto (voglia di fama onore…) è
essere schiavi. Le emozioni ti portano a farti condizionare dagli eventi
esterni.
Lo schiavo è lo stolto: colui che si lascia andare alle emozioni, che non accetta il proprio
destino ma cerca di cambiarlo, che non vive secondo la propria natura e non utilizza la
ragione. Secondo gli stoici, il tentativo di modificare il corso degli eventi è vano perché sono
eventi necessari che l’uomo non potrà mai modificare. Per questo loro dicono “va bene fallo
ma sappi che non sarai mai felice perchè è impossibile.”
Il Dio degli stoici è qualcosa in più rispetto a tutte le divinità precedenti: è un Dio
provvidenza che provvede al mondo e non è ancora un Dio che crea (per ora non c’è
ancora il senso del peccato). Tutte le divinità sono pensanti. Anche in Socrate c’era questa
concezione di panteismo e provvidenza, non era però così dichiarato perché non abbiamo
tante notizie rispetto agli stoici.
SCETTICISMO:
Pirrone di Elide (Elide=regione nel cuore della Grecia, nel Peloponneso dove c’è la città di
Olimpia) ritiene che questa verità assoluta non esista e dice anche “Ciò che l’uomo conosce
è soltanto rappresentato dalle cose che appaiono”.
Anche lui ritiene che il mondo in cui viviamo sia il mondo delle apparenze e la conoscenza
umana si riduce a quello.
È una conoscenza soggettiva come in Protagora e Gorgia.
Varia da soggetto a soggetto (è relativa) e come tale non vale come conoscenza assoluta=
è una conoscenza probabile e variabile.
Inoltre nessuna di queste conoscenze può essere considerata superiore alle altre, hanno
tutte lo stesso valore perché sono tutte probabili/non certe.
L’uomo sapiente è colui che è consapevole di tutto quello che abbiamo appena detto e
assume un atteggiamento (nei confronti della conoscenza e dell’azione) che si basa sull’
epoché= l’unico atteggiamento possibile che il sapiente può assumere nei confronti del
mondo, della conoscenza, delle sue azioni e dei suoi comportamenti
Epoché= sospensione/fermata
Atteggiamento dell'epochè: sospendere il proprio giudizio sul mondo/sulle conoscenze
umane/sulle azioni.
I filosofi successivi oltre a parlare di epoché parleranno anche di afasia= perdita
della voce. Per gli scettici, l’unico atteggiamento possibile è l’epochè e l’afasia.
Grazie all’epoché (sospensione di ogni giudizio) e grazie all’afasia (silenzio su tutto) l’uomo
saggio riesce a raggiungere l’atarassia=l’assenza di turbamento nell’animo/felicità interiore.
Tutto ciò vale sia nelle verità teoretiche che in quelle pratiche.
Non esistono valori assoluti ma anche in campo morale tutto è relativo (relativismo dei
sofisti) e permane il dubbio ineliminabile.
Nell’acqua del lago si riflette la villetta e la parte bassa è molto buia, la casa è
immersa nell’oscurità mentre il cielo è azzurro e chiaro: contrasto buio-cielo.
Quest’opera esprime il senso del cristianesimo e della filosofia cristiana= contrasto del
bene (luce del cielo=verità=Dio) e del male (buio della terra=errore=peccato).
Platone per qualche aspetto anticipa infatti la religione cristiana con la sua seconda
navigazione perché il suo dualismo ontologico verrà ripreso dai filosofi cristiani.
Per Aristotele sarebbe tutto illuminato (mio pensiero)
Nello scetticismo non possiamo parlare dì dualismo perché lo scetticismo nega che esista
una realtà superiore/una verità assoluta anche che anche se esistesse sarebbe
inafferrabile dall’uomo. Nello scetticismo c’è anche Plotino (si rifà a Platone ed è
rappresentante del neoplatonismo) che parla del mondo del male e del mondo della verità.
Mondo del male è sempre buio mentre il paradiso è un luogo angelico/lucente/chiaro. Il
male diventa condannabile con la filosofia cristiana perché assume la forma del peccato
ed è considerato un male compiuto volontariamente dall'uomo.
Quest’opera di Magritte è quella che meglio esprime il dualismo ontologico che
troviamo nel platonismo, nel neoplatonismo e nel cristianesimo.
I filosofi cristiani si limitano a interpretare quello che Gesù Cristo dice, non
propongono una loro verità ma la verità rivelata c’è già: è quella rivelata da
Gesú Cristo.
LA FILOSOFIA CRISTIANA
La nuova religione e quindi tutti i suoi seguaci cioè i Cristiani si presentano come una
società nuova rispetto all'ordine esistente. Si rifiutano di onorare gli imperatori e le divinità
pagane e accolgono volentieri i più deboli della società i servi, schiavi… I Cristiani non
accettano la vita mondana dei Romani e questo provoca una repressione violenta, sono
perseguitati fino all’ultima persecuzione del 303 d.C voluta da Diocleziano. ( Questa ultima
persecuzione segna il declino dell’impero romano perché fu l’ultima e contemporaneamente
si sta diffondendo sempre di più l’autorità della Chiesa Cristiana, che diventa talmente forte
che anche le stesse autorità politiche (imperatori) scendono a patti con essa)
Arriviamo quindi direttamente all'editto di Costantino siamo nel 319, con il quale la nuova
religione riceve un riconoscimento possiamo dire ufficiale quindi viene riconosciuto in
maniera ufficiale religione dell'impero.
380 Teodosio interviene in questa questione e il Cristianesimo diventa l’UNICA religione
dell’impero.
Di cosa si occupa? Questi filosofi cristiani cercano di capire come avvicinarsi alla nuova
verità rivelata e come comprenderla nel suo significato più profondo e autentico.
Solo la ricerca filosofica può affrontare questo problema, la ricerca filosofica viene applicata
dall’uomo medievale che ha il bisogno di avvicinarsi alla verità rivelata da Gesù.
Affronteremo la filosofia cristiana non partendo da queste grandi figure, quindi non dal loro
pensiero, ma partendo dalle tematiche e all'interno di ogni tematica ovviamente faremo
riferimento anche a questi filosofi e ad altri che ancora non abbiamo detto.
Concetti fondamentali
➤Concetto di Fede
La fede è il credere e aderire in maniera totale alla verità rivelata
➤Concetto di Volontà
l’uomo non è solo intelletto ma anche dotato di volontà consapevole, quindi l’uomo è una
persona cosciente e consapevole che sceglie la propria condotta di vita e quindi
responsabile delle sue azioni, può sbagliare ma anche con consapevolezza. Tutto questo ci
porta al terzo concetto
➤Concetto di Peccato
l’uomo compie il male volontariamente, il male non è più frutto dell’ignoranza ma è frutto di
una scelta consapevole da parte dell’individuo, che peccando si ribella alla legge divina in
maniera consapevole di doverne rendere conto a Dio dopo la morte.
➤Concetto di Interiorità
Si diffonde una nuova morale basata su valori interiori. La religione è una religione vissuta
anche a livello interiore, soprattutto il cristinesimo delle origini.
Con questa nuova visione lineare del tempo della storia si tende a sminuire l'esistenza
terrena e a darle poca importanza, a sostenere il non attaccamento ai beni terreni perché
appunto la vera vita è quella che si vivrà nell'aldilà subito dopo la morte.
Questa visione subordina l’attivismo in questa vita alla sfera ultraterrena: l’uomo cristiano è
proteso verso la trascendenza, egli vede nel mondo il luogo della pena, del peccato, della
fatica, dove è chiamato a vivere umilmente e cristianamente (deve umiliare passioni,
ricchezze, istinti, beni materiali) guardando all’aldilà al fine di ottenere la salvezza eterna.
Vangelo secondo Luca “Chi si umilia sarà esaltato”. Più grande sarà la sofferenza in questo
mondo maggiore sarà il premio dopo la morte.
Solo alla fine del Medioevo cambierà questa concezione, grazie a 3 eventi socio-culturali
(cultura umanistico rinascimentale, riforma protestante, rivoluzione scientifica di Galileo).
Questi eventi porteranno e rivalutare l’uomo nel mondo, l’uomo è artefice del proprio destino.
La scienza rivela all’uomo le forze della natura.
E’ uno dei problemi fondamentali della scolastica ma è già stato affrontato da Agostino, il più
importante padre della Chiesa.
Lui dice che fede e ragione sono strettamente legate e collaborano, questo concetto è
espresso da due sue famose frasi.
➤ “credi per capire”, vuol dire che per capire e trovare la verità è necessario credere,
avere fede, perché è la fede che illumina il cammino della ricerca della verità.
➤ “capisci per credere", vuol dire che ciò in cui crede vuole anche essere compreso
dall’uomo, per avere una fede salda, è necessario per l’uomo anche comprendere.
Ci si chiede se ci sia un contrasto tra fede e ragione, se, trattando fede e ragione due ambiti
diversi, non si incontreranno mai, oppure se invece ci possa essere una collaborazione tra le
due.
Dopo aver visto come si esprime Agostino nella patristica e Anselmo nella scolastica,
vediamo il pensiero di Tommaso, che diventerà San Tommaso.
Secondo lui la ragione sola non basta per raggiungere alcun tipo di verità, essa si subordina
quindi alla fede. Pur essendole subordinata, essa può servire alla fede in tre modalità
diverse
➤ Per capire i preamboli della fede: quelle verità la cui dimostrazione è necessaria alla fede
stessa. Non si può credere a quello che Dio ha rivelato senza credere, sapere che Dio
esista. La ragione aiuta quindi a dimostrare l’esistenza di Dio. L’esistenza di Dio è quindi uno
dei preamboli della religione.
➤Aiuta ad essere più chiari i misteri di fede, le verità di fede, mediante per esempio l’utilizzo
di similitudini, analogie, che aiutano l’uomo a rafforzare la sua fede.
➤La ragione aiuta a difendere la fede contro le obiezioni che le vengono mosse. Essa
combatte tutte le argomentazioni che sono contrarie alla fede stessa.
Anche per Tommaso quindi tra fede e ragione c’è collaborazione e armonia. Esse non
saranno mai in contrasto perché anche la ragione è un prodotto di Dio, e quindi Dio non
potrà mai contraddire sé stesso.
➤Questi concetti generali esistono soltanto nella mente come conceptus mentis, sono solo
contenuti della mente umana, oppure c’è anche nella realtà, al di fuori della mente, qualcosa
che corrisponda ad essi?, in altre parole, sono concetti che esistono solo a livello logico
oppure c’è un rapporto tra i miei pensieri e la realtà esterna?, c’è questa corrispondenza tra
quello che io penso e la realtà esterna al mio pensiero?
Esistono solo a livello logico o anche a livello ontologico?
Le risposte a questa questione sono moltissime, noi ne individuiamo tre principali più una
quarta:
➜ La scuola di Chartres
Essa sorge alla fine del X secolo proprio a Chartre ed è ispirata alla scuola platonica, è una
delle più importanti scuole della scolastica e qui si afferma la posizione del realismo estremo
e trascendente.
➜ Scoto Eriugena
Vissuto tra l'815 e l'877
Grande teologo, monaco cristiano e filosofo Irlandese, uno dei più grandi filosofi dell'alto
medioevo.
➜ Guglielmo di Champeaux
Siamo in Francia, un teologo, filosofo e vescovo cattolico francese.
Siamo nella seconda fase della scolastica, circa XIII secolo. Molti sostenitori del realismo
estremo trascendente con il passare del tempo passarono al realismo moderato.
Secondo questi filosofi gli universali sono IN RE, all'interno delle cose, immanenti sotto
forma di forme intrinseche, essenze delle cose stesse. Hanno quindi questa realtà
immanente e operano all'interno delle cose. Questa posizione si rifà assolutamente alla
filosofia di Aristotele.
Quindi rispetto alla posizione precedente in cui gli enti di questo mondo sono solo delle
copie, questa soluzione conferisce agli enti un'importanza, in quanto ogni ente sarebbe
portatore di questa essenza universale.
Uno dei grandi rappresentanti di questa posizione è Tommaso d'Aquino, che dà all'interno
del realismo moderato un'interpretazione particolare. Sostiene infatti che l'universale è IN
RE, nelle cose come essenza, sostanza, forma della cosa stessa, ma poi nel suo realismo
moderato aggiunge altre riflessioni. Dice che oltre ad essere IN RE, è anche:
➜ POST REM, cioè dopo la cosa, come concetto che viene elaborato dalla mente umana
dopo aver fatto esperienza. Dopo aver fatto esperienza la mente umana elabora il concetto
dell'universale.( E, nella mente divina, proprio come modello di cui si serve Dio per generare
tutte le cose di questo mondo. ( Cosa che aggiunge rispetto ad Aristotele)
➜ ANTE REM, cioè prima della cosa, nella mente divina, proprio come modello di cui si
serve Dio per generare tutte le cose di questo mondo.(cosa che aggiunge rispetto ad
Aristotele)
Questo pensiero di Tommaso è un po' una sintesi tra realismo estremo trascendente e
realismo moderato.
Secondo questa dottrina, gli universali esistono soltanto come concetti nella mente umana.
Secondo i sostenitori di questa dottrina gli universali esisterebbero soltanto in
intellectu=solo come entità astratte, contenuti della nostra mente.
La loro esistenza logica è mantenuta mentre è negata quella ontologica.
Come concetti della nostra mentre, avrebbero la funzione di riferirsi a più cose tra loro simili,
in quanti concetti generali.
Secondo questa posizione gli universali hanno soltanto un valore logico-gnoseologico: sono
contenuti della mente umana dei quali noi ci serviamo per poter conoscere e individuare gli
enti di questo mondo (albero, uomo…)
Questa posizione, negando la realtà degli universali a livello ontologico quindi sotto forma di
essenze, non fa altro che mettere in discussione la stessa possibilità per l’uomo di fare
metafisica.
Quand’anche esistessero gli universali a livello ontologico non sarebbero conoscibili
all’uomo.
Il nominalismo moderato nega la possibilità all’uomo di occuparsi di metafisica.
(grande intuizione che verrà ripresa da filosofi dell’età moderna)
Tra realismo estremo e realismo moderato ci sono stati tentativi di riconciliare queste due
posizioni, ci sono stati cambi di posizione.
Sicuramente tra il realismo (sia estremo che moderato) e nominalismo (sia estremo che
moderato) non c’è possibilità di conciliazione perché appunto il nominalismo nega
completamente la possibilità ontologica degli universali.
➤prova a priori/ontologica
La prova A PRIORI sarà detta più tardi da filosofi successivi PROVA ONTOLOGICA.
Questa prova porta a dimostrare Dio indipendentemente dall’esperienza e viene esposta nel
Proslogion (=discorso rivolto ad altri).
Nel Proslogion, Anselmo espone l’argomento ontologico/ argomento della prova a priori.
Questa prova parte dal concetto di Dio come essere sommamente perfetto per giungere a
dimostrarne l’esistenza. Parte da un’idea della mente umana, cioè Dio come essere
perfettissimo. E’ una prova che Anselmo utilizza soprattutto per chi non crede nell’esistenza
di Dio.
Alla base di questo argomento ontologico c’è un’idea di fondo: ciò che esiste soltanto nella
mente dell’uomo, e quindi solo a livello logico, è assolutamente inferiore rispetto a ciò che
esiste anche a livello ontologico, quindi anche nella realtà.
Ecco perché lui arriva a dire che qualsiasi ente della realtà sarebbe superiore a Dio se noi
negassimo la sua stessa esistenza.
Ci saranno tantissime critiche mosse contro questa prova ontologica perché per loro non
sarà possibile passare da livello logico a livello ontologico.
Si possono avere delle idee e dei concetti nella mente ma non per questo tutto ciò che noi
pensiamo esiste nella realtà. (Babbo Natale)
Molti gli diranno anche che se arriva a dimostrare l’esistenza ontologica di Dio mediante
questo tipo di prove è perché lui già crede in Dio a prescindere da qualsiasi altra
dimostrazione.
TOMMASO
➤prova dei gradi di perfezione= partendo dall’osservazione delle cose di questo mondo.
Se nel mondo c’è il più e il meno di tutto (più e meno bello/vero…) ma non esiste la bellezza
perfetta/ la verità perfetta… , allora ci sarà colui che è TUTTO al massimo grado/ la
perfezione assoluta.
La prova dei gradi di perfezione risale a Dio inteso come perfezione massima.
In tutte le prove c’è sempre Dio come causa efficiente di tutto= si risale sempre a Dio che
causa/crea, è un’intelligenza ordinatrice da cui tutto deriva.
Nella quinta prova è anche causa finale.
Il ragionamento alla base di queste prove consiste nel partire sempre dall’esperienza, nel
partire da un dato sensibile che non ha la spiegazione/ la causa/ il movimento in sé stesso,
per poi risalire a quell’unico ente da cui tutto deriva.
In tutte le prove è sempre applicato il principio di causalità: Dio sia inteso come causa
efficiente all’origine di tutto o come causa finale alla fine di tutto.
In tutte e 5 le vie si giunge sempre ad un ente trascendente: oltre e superiore al mondo nel
quale viviamo.