Eusebio
Barasso - Casciago - Luvinate - Morosolo
TAGLIA
E Anno II - n.3
Le 7 lettere
dell’Apocalisse
Esercizi spirituali serali
Barasso 1 – 5 marzo 2010
Tutti sanno cosa sono gli esercizi spirituali. Sono giorni in cui ci si
mette in ascolto dello Spirito in un modo speciale. Noi lo faremo
di sera, dal lunedì al venerdì, dalle ore 20.45 alle ore 22.30, nella …
vita corrente! Quando non è possibile lasciare gli impegni o la famiglia si
fa il possibile. Non saranno delle semplici riflessioni sulla Parola di Dio ma un piccolo itinerario
che coinvolgerà la giornata di lavoro e di studio. Nella storia della spiritualità cristiana è stato
sant’Ignazio di Loyola ad individuare un tracciato su cui, nel corso degli anni, migliaia e migliaia
di persone si sono mosse. Ecco perché sarà un gesuita, Padre Cesare Bosatra (già direttore di
Villa Mater Dei a Varese) a condurre questi giorni attraverso le pagine dell’Apocalisse, un libro
della Bibbia poco letto.
Indichiamo con un po’ di anticipo questa esperienza perché la si attenda. Siamo certi che
lo Spirito potrà lavorare bene adesso nella vita nostra e della nostra Comunità Pastorale!
LA CRISI DI UN PRETE
Nell’anno dedicato alla figura del sa- crisi del pre-
cerdote qualche spunto di riflessione anche te. Normal-
attraverso due testi (un po’ lunghi!) ma pre- mente que-
gnanti! La figura del prete possiede diversi sto tema
risvolti che toccano non solo il mondo catto- viene visto
lico ma anche il mondo laico, come si può unicamente per il profilo affettivo e sessua-
notare dalla letteratura e dal cinema. Nel le, come se la crisi del sacerdote avesse la
bene e nel male il prete è molto spesso sot- sua causa nella mancanza di una donna.
to i riflettori. Anche se in parte potrebbe essere vero, sia-
Tra le diverse cose che si possono dire mo però sul versante nelle conseguenze e
ne evidenzio una che incuriosisce sempre: la non dell’origine di una crisi. Talvolta la crisi
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avviene perché si nota la propria inutilità tre non si capisce nulla e non si vede nulla.
rispetto al mondo che sembra non essere La vera crisi è quando non si è aiutati o ac-
interessato al messaggio del vangelo. Ma compagnati in questa esperienza dolorosa.
siamo ancora alle conseguenze. Ecco perché la vera crisi in un prete è la crisi
La crisi, con i momenti di instabilità di fede: non credere che ci sia ancora il Si-
rispetto ad altri momenti più tranquilli, fa gnore con me mentre nulla funziona!
parte di periodi della vita comuni a tutti. So- Proprio qui è chiesto il salto: lasciarsi
no esperienze inevitabili, da accettare e ri- andare e rimettere tutto davanti a quel Dio
leggere però in una luce nuova. E’ sulla luce a cui si è consegnato la vita e da cui aspet-
nuova che bisognerà porre l’attenzione. Cre- tiamo una nuova nascita! Detto questo si
do che si possa fare luce quando la crisi vie- impara … a stare nella crisi, sostenuti dalla
ne letta come “le doglie di un parto”. Solo se preghiera della gente, dai rosari delle perso-
si viene aiutati a vedere la crisi così, come il ne semplici, dall’amicizia di una comunità
lungo travaglio di una donna che partorisce parrocchiale, dalla guida di un padre spiritu-
(non con il cesareo, ovviamente!) tutto, pur ale. E così si aspetta di “venire al mondo” in
con le fatiche, prende una nuova visione.
un modo nuovo!
La vera crisi del prete (ma anche di
tutti!) sta qui: non accettare di essere “nel Don Norberto
parto” di una nuova vocazione proprio men-
Approfitto di qualche Padre René Voillaume (1905 - 2003) uno degli uomini "spirituali" più
giorno di calma all'Isola importanti del Novecento, in una lettera indirizzata ai Piccoli Fratelli
Saint Gildas per scrivervi un (ndr. Uomini consacrati che si rifanno alla spiritualità di Charles de
po' a lungo prima di Pasqua,
Foucauld, fratel Carlo di Gesù) rilegge una singolare stagione di
per comunicarvi alcune os-
crisi della vita di molti in termini appunto di seconda vocazione.
servazioni che sono stato
L’argomento tocca i religiosi e i sacerdoti ma ha una apertura su
portato a fare in questi ulti-
mi mesi. Si tratta della no-
tutte le vocazioni. Il testo è nel 1960 ma non perde la sua attualità.
stra fedeltà al Signore ed
alla sua chiamata, nelle mondo, tra l'eroicità della mata che ci ha condotti al
grandi e nelle piccole cose, carità o la mediocrità, tra la noviziato.
nel mezzo del cammino per- croce o un certo benessere, Questa perseveranza è
corso nella vita religiosa, tra la santità o una onesta essenziale perché non ser-
così come ai suoi inizi. fedeltà all'impegno religio- ve a niente cominciare se
Il rischio della durata so. Anche la comunità stes- non si va fino in fondo. Fra-
per noi, come per ogni im- sa della Fraternità arriva a tel Carlo di Gesù restò fede-
presa umana, è quello di questa medesima maturità. le tutta la vita a questa divi-
una certa usura dell'ideale Di fronte alla grandez- sa familiare che gli era cara.
perseguito e dello sforzo za dell'opera che Gesù vor- «Quando si parte per fare
fatto per realizzarlo, usura rebbe realizzare attraverso i qualcosa, non si deve torna-
che ci porterebbe ad ac- suoi Piccoli Fratelli sono for- re senza averla fatta». Il
contentarci della medio- se io il solo ad aver avverti- tutto non è di abbandonare
crità nella santità. Con il to questo pericolo di cedi- la barca e le reti per seguire
passare del tempo e con la mento e quest'angoscia nel Gesù durante un certo tem-
maturità dell' età sorge la constatare ciò che noi fac- po, ma piuttosto di andare
tentazione di un compro- ciamo in concreto delle esi- sino al Calvario, di acco-
messo tra le esigenze so- genze della sua chiamata a glierne la lezione ed il frut-
prannaturali dell'amore del seguirlo attraverso il mon- to, e di andare con l'aiuto
Signore e quelle della nostra do? Imparare a superare dello Spirito Santo sino alla
personalità di uomini adulti. generosamente le tappe fine di una vita che deve
Ogni anno un maggior nu- successive della crescita del terminare nella perfezione
mero di noi giunge a questa Cristo in noi è altrettanto della divina Carità.
tappa decisiva della vita importante quanto l'aver È più importante di
spirituale, tappa in cui de- cominciato bene lasciando quanto non si pensi l'aver
ve effettuarsi un'ultima vol- tutto per seguire Gesù al ben capito la risposta del
ta la scelta tra Gesù o il momento della prima chia- Signore ai suoi apostoli che
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si meravigliavano della difficoltà della via dei mente credito ai nostri Responsabili. Non
consigli evangelici: «Agli uomini è impossibi- voglio dire che non vi siano difficoltà, ma
le, ma a Dio no; infatti, tutto è possibile a non sappiamo ancora tutto ciò che include il
Dio». Questa constatazione del Signore e mistero dell' obbedienza.
questa promessa piena di speranza non si In quanto alla castità, abbiamo for-
applicano solo all' abbandono delle ricchezze se le difficoltà comuni ai giovani, ma non
ed alla castità, ma a tutte le esigenze della abbiamo paura dell'avvenire, ed il nostro
vita religiosa, all'obbedienza, alla preghiera, cuore è facilmente riempito dall'amore che
alla carità. Noi abbiamo certo creduto a ciò portiamo a Gesù e che, finora, si è sempre
che il Signore diceva, ma senza capire fin manifestato in modo più o meno sensibile.
dove questo ci avrebbe condotti nel nostro Ad un avvertimento come quello di Gesù a
caso personale, ben concreto, né come si Pietro, non esiteremmo a rispondere subito
manifesterebbe in noi una tale impossibilità. come l'apostolo: «Signore, con te sono
Da questo punto di vista mi pare che si po- pronto ad andare in prigione e alla morte».
trebbero distinguere tre tappe nell'evoluzio- Questo non costituisce ancora un proble-
ne normale di una vita religiosa. ma per noi. Vi sono, certo, dei momenti
Nella prima tappa non abbiamo an- duri, ma passano ed il Signore è di nuovo
cora fatto l'esperienza dell'impossibilità u- accanto a noi. Il Vangelo ci appare
mana e naturale in cui siamo di vivere in ancora ricco di una quantità
accordo con l'ordine soprannaturale dei di cose che scopriamo ogni
consigli. Durante la giovinezza, vi è infat- giorno e lo studio teologico ci
ti come una corrispondenza tra la ge- fa penetrare con stupore nella
nerosità propria al temperamento di grandezza dei misteri di Dio.
questa età e la chiamata di Gesù a Siamo felici di essere stati chia-
lasciar tutto per seguirlo. Non mati da Gesù e non dubitiamo di
ci sembra che la povertà, la poter restargli fedeli.
castità, l'obbedienza, la pre- La carità ci sembra
ghiera e la carità presentino facile anche se, forse, ci si
delle difficoltà insormontabi- rimproverano dei grossi
li. D'altra parte, la pedagogia divina del Ma- difetti che pensiamo di poter vincere facil-
estro che chiama contribuirà anch'essa a mente con qualche generosa revisione di
mantenerci per un po' in un'illusione provvi- vita e con l'aiuto dei nostri fratelli. D'altron-
soria, senza la quale forse nessuno avrebbe de, nel noviziato e durante i primi anni della
il coraggio di lasciare tutto per seguire Gesù nostra vita di Piccoli Fratelli constatiamo dei
e portare la sua croce. sensibili progressi. Ma vi è ancora tutta una
Senza contare che, in questo periodo dimensione della carità che ci sfugge, e, gof-
di gioventù, le esigenze della santità ci famente, facciamo soffrire mancando di deli-
appaiono soprattutto sotto il loro aspetto catezza. La nostra carità è ancora molto u-
sensibile, stavo per dire sotto il loro aspetto mana, molto naturalmente spontanea, e
naturale di realizzazione. La povertà, sentiamo in noi dei moti di simpatia univer-
per esempio, ci apparirà come una spoglia- sale. Il divenire i fratelli di quegli uomini così
zione materiale: saremo, anzi, esigenti in diversi da noi che ci attirano in posti lontani
questo campo e per molti sarà un bisogno ci sembra semplicissimo: siamo impazienti
sensibile la cui soddisfazione procurerà loro di essere in mezzo a loro, come uno di loro.
una vera gioia. Gesù ci dilata il cuore in que- Tutto in loro ci sembra buono, simpatico e ci
sto senso, ed è proprio questo ch'Egli vuole sentiamo capacissimi di dar loro la nostra
da colui che inizia. simpatia. Non ammettiamo che li si critichi,
D'altra parte abbiamo delle idee molto e condanniamo con severità coloro che ci
personali al riguardo, perché è difficile non sembrano meno entusiasti. Il che non ci im-
averne quando si è giovani, e perché delle pedisce di essere insopportabili agli altri e di
aspirazioni naturali e spontanee ci spingono scoraggiarci alla prima difficoltà; ma non
ad essere poveri in questo o quel modo. La pensiamo spesso a questo che è ben poco
povertà materiale non ci fa paura. Lo stes- evidente per noi.
so avviene per l'obbedienza, le cui vere Quanto alla preghiera prolungata e
esigenze ci sono ancora nascoste: la vita silenziosa essa è certo ciò che, all'inizio, ci è
religiosa è ancora nuova, essa è davanti a parso, salvo eccezioni, la cosa più difficile.
noi, e finché sentiamo di aver qualcosa da Ma le grazie del noviziato ed il nostro desi-
imparare dai fratelli più anziani, siamo derio di manifestare a Gesù il nostro amore,
spontaneamente docili e facciamo facil- ci mantengono fedeli. D'altronde abbiamo
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sua croce, rischiamo sia come non essere scorag- con la convinzione, che
di cadere in un larvato giati dall'immensità della ancora dobbiamo acquisi-
scoraggiamento, sia di illu- distanza che ci separa dal- re, che una tale vita è allo-
derci abbassando il nostro la meta? Poiché questa si ra possibile con Gesù!
ideale ad un livello accet- è allontanata facciamo In questi ultimi gior-
tabile, raggiungibile, in una gran fatica a vede- ni, ho bruscamente capito
una parola, possibile. re di non aver indietreg- che la mia angoscia deriva
Ora ciò si verifica giato invece di avanzare. dal fatto che un numero
assai spesso in questa Tutto infatti avviene come sempre più grande di noi
tappa cruciale della vita arriva a questa tappa deci-
religiosa: lo scoraggia- siva. È il momento in cui,
mento oppure l'accetta- in piedi sulla superficie a-
zione semicosciente gitata del mare, comincia-
della mediocrità, perché mo a sprofondare perché
per rendere la vita religio- abbiamo paura. Paura di
sa attuabile avremo accet- che? Non è forse per ordi-
tato di fatto di introdurvi ne di Gesù che abbiamo
un surrogato. Ci cerchia- cominciato a camminare in
mo un centro di interes- queste condizioni? Non
se umano, una ragione di sapevamo. Tuttavia ogni
vita che sia, bene o male, cosa si è svolta sinora co-
conciliabile con le appa- me doveva e l'adolescenza
renze della vita religiosa o della nostra vita spirituale
con un'osservanza onesta sta finendo.
ma sommaria dei nostri Vivere secondo lo
impegni. Se invece a forza spirito, nella spogliazione
di lucidità e per restare interiore, secondo un' am-
pienamente fedeli al Si- bizione di grandezza di-
gnore rifiutiamo questo se avessimo indietreggia- staccata da noi ma che si
compromesso, lo scorag- to, e ci pare di aver fal- allarga nell'ambizione
giamento ci attende. In lito. Inoltre abbiamo sco- stessa del Cuore di Gesù,
verità, Gesù ci fa speri- perto i difetti, le imperfe- vivere nell'umiltà e nella
mentare sino in fondo ed zioni dei religiosi e dei sa- diffidenza verso noi stessi,
in modo inatteso, la im- cerdoti che ci circondano e accettando infine di non
possibilità di seguire il sentiamo chiaramente che essere nulla per noi e tutto
cammino sul quale Lui molti di loro sono a quello per Lui e per gli altri, ac-
stesso ci ha avviati! stesso punto. cettando di credere contro
Ciò che è ancor più Che serve tentare ogni speranza e di perse-
sconcertante, è il fatto che l'impossibile? Poiché per verare nella preghiera,
più saremo stati generosi noi l'essere perfetti è im- bussando forse ad una
e fedeli alla grazia, e più possibile, non ci resta porta che resterà chiusa
questo cammino ci ap- che accontentarci di u- per degli anni, e poi accet-
parirà impossibile! In- na vita onesta. Ma una tare di ripartire, in una
fatti le esigenze della po- semplice vita onesta al nuova prospettiva, verso
vertà, della spogliazione seguito di Gesù crocifisso un modo nuovo di essere
interiore, della castità, come è miseria e che delu- poveri, obbedienti, casti,
dell'obbedienza e della ca- sione! E tuttavia, se sa- caritatevoli, oranti: ecco
rità ci appaiono sotto una pessimo ciò che Gesù a- ciò che sarà questa
luce nuova, ed esse sono spetta da noi in questo nuova tappa.
più grandi di quanto aves- momento critico della no- Tuttavia non trovia-
simo immaginato. Ora, il stra vita religiosa, se sa- mo più in noi motivo di
veder aprirsi davanti a sé pessimo ciò ch'Egli attende conforto, e per evitare di
un orizzonte sempre più da una tappa che non è un scoraggiarci dovremo
infinito è una grazia inesti- regresso come noi imma- smettere di guardarci e
mabile, poiché è la prova giniamo ma una messa in saper riscoprire Gesù, che
che Gesù è presente con atto delle condizioni per non ha mai cessato di es-
la sua luce. una nuova partenza, per sere presente, ma la cui
In questo cammino, la scoperta di una vita se- presenza è ora molto di-
divenuto ora così austero, condo lo Spirito e la fede, versa da quella di prima.
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mo ricevuto. Durante la giovinezza «vi è ipocrisia, e che è dunque meglio non parlar-
infatti come una corrispondenza tra la ne più; quella che ci spinge a una facile irri-
generosità propria al temperamento di que- tazione per ogni contrarietà e a trattare ma-
sta età e la chiamata di Gesù a lasciare tut- le la gente; quella per cui incominciamo a
to per seguirlo». Pur avvertendo, anche a- diventare un po' gelosi delle nostre idee,
cutamente in certi giorni, la fatica di fare pronti persino a lasciar perdere anche valori
onore al nostro "sì", siamo portati a pensare importanti o a indebolire rapporti delicati,
che, con un po' di coraggio, ce la potremo pur di rimanere arroccati a noi stessi; quella
fare nell'oggi e anche per il futuro. Non ci che ci rende sempre più interessati alle co-
sembra che presentino difficoltà insormon- modità e ai soldi, col rischio di offrire anche
tabili gli impegni della preghiera, del celiba- una cattiva immagine della Chiesa e di dare
to sacerdotale e della castità, della comu- ai poveri l'impressione che non ci interessa-
nione e della disponibilità costante alla gen- no per nulla; o quella per cui ci do-
te che ci è stata affidata (ivi comprese le mandiamo se la nostra vita non
persone difficili o antipatiche o scostanti), poteva prendere qualche svolta
della ricerca di strade nuove per l'annuncio più interessante.
del Vangelo, dell'accettazione dei "no" 3. È evidente che, quando tenta-
deludenti che giungono magari da parte zioni o orientamenti di questo genere
di coloro per i quali ci si affatica di più, prendono piede nella nostra vita, ci
del saper accettare l'inverno e attende- troviamo in una situazione delicata.
re le imprevedibili stagioni del- Ma conviene dire che, di per sé,
la fioritura della grazia, sentire delle tentazioni non si-
dell'obbedienza al Papa e al gnifica che, da parte nostra, vi
Vescovo, della collaborazione siano già delle infedeltà gravi, né
fraterna nel presbiterio, di una che il Signore ci abbia abbandona-
significativa scelta di po- to. Impressioni e tentazioni come
vertà, della responsabilità quelle ricordate possono accom-
pastorale, della dedicazio- pagnarsi anche a una vita sacer-
ne diocesana con la prontez- dotale fedele alle esigenze della
za del missionario ad andare vocazione ricevuta. Ciò avviene, dice
là dove c'è bisogno del ministero di un pre- Voillaume, «con il tempo e con la grazia di
te, accettando imprevisti e disagi. Dio». Affermazione sorprendente perché, se
2. Le cose prendono un altro aspet- capiamo facilmente che il tempo ci possa
to dal giorno in cui si avverte, e la cosa ci condurre a questa tappa, ci pare strano che
potrebbe anche spaventare, che il clima in- la causa sia anche la grazia di Dio. Natural-
teriore del nostro vivere sta insensibilmen- mente non possiamo certo addormentarci
te, e a volte anche rapidamente, cambian- perché le tentazioni vanno vinte, anche se
do. Si può avvertire, per esempio, che la tocchiamo con mano, a nostre spese, che la
carica di entusiasmo umano che ci aveva risposta fedele alle esigenze della nostra
accompagnato per anni, lascia il posto a u- vocazione e della nostra missione apostolica
na specie di insensibilità per la vita spi- non è possibile alle nostre sole forze. Gesù
rituale, alla percezione che il Signore sia ce l'aveva detto, ma solo ora lo compren-
via via più lontano, alla tentazione di prega- diamo. La domanda vera, a questo punto,
re di meno e in modo un po' meccanico. E diventa dunque: che fare in una simile si-
ancora, può emergere, anche con prepoten- tuazione? Vi è una via d'uscita? E quale?
za, il bisogno di soddisfazioni sensibili e «Se non abbordiamo francamente
di gratificazioni affettive; possono anche questa tappa rischiamo sia di cadere in un
presentarsi serie difficoltà a proposito del larvato scoraggiamento, sia di illuderci ab-
celibato e della castità. Possono apparire bassando il nostro ideale ad un livello accet-
anche tentazioni nuove, come quella di tabile, raggiungibile, in una parola, possibi-
volerci sciogliere un poco dai grossi impegni le. Ora ciò si verifica assai spesso - nota
educativi e pastorali che ci sono stati affida- Voillaume - in questa tappa cruciale della
ti, per avere un po' di respiro e, più profon- vita religiosa». Lo scoraggiamento oppure
damente, per vivere una vita propria, alme- l'accettazione semicosciente della mediocri-
no in parte indipendente; o quella di limita- tà vengono adottati quando siamo noi stessi
re l'apertura della mente e del cuore nel a decidere fin dove è ragionevole arrivare.
rapporto e nella collaborazione con il pro- Ma in tal modo siamo già, almeno in qual-
prio Vescovo; quella di ritenere che la fra- che misura, fuori dalla vocazione e ci stiamo
ternità sacerdotale è pura poesia, se non inventando qualche surrogato umano che
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sembra darci una ragione di delle condizioni per una il Signore e per gli altri, a-
vita, cercando di nuova partenza, per la sco- pre a sperare contro ogni
"installarci" e poi di compor- perta di una vita secondo lo speranza, conduce a risco-
re il tutto un po' contraddit- Spinto e la fede, con la con- prire una preghiera perse-
toriamente, con il nostro più vinzione, che dobbiamo, ac- verante, a ripartire in una
vero cammino. Talvolta, e quisire, che una tale vita è nuova prospettiva, verso un
sarebbe molto grave, po- allora possibile con Gesù!». nuovo modo di essere preti,
tremmo poi riprendere la Questa è la vera e di vivere il celibato, di cam-
nostra vita sacerdotale sotto unica via d'uscita. Come minare nella comunione e
apparenze intatte; qualche si vede, non conduce verso nell'obbedienza, di praticare
altra volta potremmo colti- il basso, ma verso l'alto. Ed la carità. Quando ciò avvie-
vare una certa osservanza è attesa e grazia del Signo- ne, «l'adolescenza della no-
onesta dei nostri impegni, il re sulla nostra vita. stra vita spirituale sta finen-
che è certamente positivo, e «Dovremo smettere di guar- do», si sta entrando nell'età
però senza più coinvolgere darci e saper riscoprire Ge- adulta e nella piena maturi-
le profondità del nostro cuo- sù, che non ha mai cessato tà della nostra vita umana e
re. «Ciò che è ancora più di essere presente, ma la spirituale.
sconcertante - aggiunge cui presenza è ora molto
Voillaume, mostrando di diversa da quella di prima».
essere un grande conoscito- In questa terza tappa Osservazioni conclusive
re della vita spirituale - è il potremmo avere, a volte, la
fatto che più saremo stati percezione che tutta la no-
generosi e fedeli alla grazia, stra vita sia «sospesa ad un 1.Unicità della "seconda
e più questo cammino ci filo che non riusciamo a ve- chiamata"
apparirà impossibile!». dere abbastanza per poter- Si può forse aggiunge-
Ricordando le esempli- ne constatare la solidità. re che, se ogni età della vita
ficazioni elencate poco so- Come un filo di nylon esso ha una sua ricchezza e cor-
pra, a proposito delle esi- ci sembra talmente sottile e re i suoi rischi, altrettanto si
genze intrinseche alla no- trasparente da farci perdere può dire del cammino spiri-
stra vocazione e al nostro il senso di sicurezza. Come tuale. E però, la "seconda
ministero, aggiunge che «il l'alpinista preso da vertigi- chiamata" va intesa bene.
veder aprirsi davanti a sé ne, non abbiamo più il dirit- Se si lega, in buona parte, a
un orizzonte sempre più in- to di guardare verso il bas- un'età e a una concreta e-
finito è una grazia inesti- so, di seguire con lo sguar- sperienza, va in essa rico-
mabile, poiché è la prova do la parete a cui siamo ag- nosciuta una certa sua
che Gesù è presente con la grappati, sotto pena di stac- "unicità". Questa consiste
sua luce». Ma «in questo carcene e di non poter più nell' avvenimento spirituale
cammino, divenuto ora così avanzare: siamo condan- per il quale, nella vita adul-
austero, come non essere nati a guardare solo in al- ta, ci si apre a Dio, alla sua
scoraggiati dall'immensità to, oppure a non arrivare presenza, alla sua grazia
della distanza che ci separa alla meta. come al fatto decisivo per
dalla meta? Tutto infatti av- Per rendere possibile portare avanti l'avveni-
viene come se avessimo in- questa terza tappa ciò che mento spirituale intrapreso
dietreggiato, e ci pare di ci resta da scoprire e da vi- e, fino a un certo giorno,
aver fallito. Inoltre abbiamo vere è il credere che Gesù letto (almeno inconsciamen-
scoperto i difetti, le imper- ha detto la verità quando te) come possibile alle sole
fezioni dei religiosi e dei sa- ha affermato che "questo è nostre forze umane. Con
cerdoti che ci circondano e possibile a Dio"». Certo, questa ultima osservazione
sentiamo chiaramente che nella sua bellezza, questa non vorrei dare l'impressio-
molti di loro sono a quello tappa chiede una spoglia- ne di semplificare troppo le
stesso punto. Che serve zione interiore, domanda cose. In realtà, noi non di-
tentare l'impossibile? E tut- che si lascino cadere infon- ciamo mai - a parole - che il
tavia, se sapessimo ciò che date ambizioni, sospinge a cammino vocazionale e mi-
Gesù aspetta da noi in que- essere umili, suggerisce di nisteriale è possibile alla
sto momento critico, se sa- implorare da Gesù che i semplice buona volontà. E,
pessimo ciò ch'Egli attende sentimenti del suo cuore nella nostra condotta, vi so-
da una tappa che non è un diventino i nostri, porta ad no sempre dei segni di rico-
regresso come noi immagi- accettare di non essere nul- noscimento del valore deci-
niamo ma una messa in atto la per noi stessi e tutto per sivo della grazia di Dio. Ma
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tutto questo, quando è debole, un bel giorno propria, lentamente, l'indicazione del Vange-
manifesta tutta la sua insufficienza, e scop- lo su ciò che è possibile a Dio e non a noi;
pia la crisi. Segni di questa debolezza sono, oppure può creare delle condizioni sfavore-
in particolare, la scarsità o la superficialità voli, preambolo di un dramma che potrebbe
della preghiera, o anche una "gestione" non essere a lieto fine.
dell'affettività e della sessualità che sembra
dire: «So bene io come regolarmi; e, se a 4. Conoscere la crisi non vuoi dire colpa
volte mi lascio andare e arrischio, nel rap- L'osservazione precedente ha bisogno
porto con qualche persona, di violare la scel- di essere completata per evitare equivoci di
ta del celibato per il Regno di Dio, so bene interpretazione. Come ci ha ricordato Voil-
quando fermarmi». laume, il completamento consiste nel dire
che non si deve pensare alla crisi della se-
2. Rilevanza della risposta alla "prima conda chiamata, come del resto a quella del-
chiamata" la prima, come se fossero semplicemente
Vi è ancora da aggiungere che la attribuibili al fatto che si è vissuto male o si
"seconda chiamata" (quella tipica della vita sta trascinando stancamente il proprio cam-
adulta e di chi ha già vissuto anni di espe- mino. Certo, può essere così. Ma va onesta-
rienza sacerdotale o di vita consacrata) è mente constatato che tale crisi può investire
tanto più affrontabile quanto più la "prima i migliori tra i seminaristi o tra i preti giova-
chiamata", quella degli anni giovanili, è stata ni. Si tratta, per tutti, di fare i conti con la
vissuta realmente come un avvenimento propria umanità e di raggiungere una sintesi
molto coinvolgente, come invito di Dio che tra esigenze che paiono escludersi vicende-
comprende veramente il sacrificio di noi volmente.
stessi per metterci a disposizione del mini- Anche per i migliori arrivano i giorni
stero ecclesiale. In particolare, comprende nei quali tutto potrebbe "saltare". Quelli so-
anche il sacrificio del cuore con la rinuncia no momenti molto importanti: se la libertà si
all'amore del matrimonio per vivere l'amore determina nell' adesione rinnovata alla chia-
al di dentro della consacrazione totale e di mata del Signore, si compie un passo verso
una totale disponibilità alla missione. È vera- la maturità. Qualcosa deve morire, e ciò
mente molto importante la risposta alla costa molto. Ma avverrà come al seme che,
prima chiamata. Essa deve essere corag- caduto in terra, muore e, proprio attraverso
giosa, anche se non priva di tormenti, di questo passaggio, dà molto frutto.
giorni nei quali tutto viene messo in discus-
sione da qualcosa che, dentro di noi, si op- 5. La preziosità dell'aiuto reciproco
pone alla proposta di Dio e spinge verso C'è ancora almeno un punto che deve
un'altra direzione il nostro futuro. Già la pri- essere accennato. Nel processo che consen-
ma chiamata può essere, negli anni dell'ado- te di diventare adulti, gli altri possono dare
lescenza e della giovinezza, il tempo nel una mano: intendo dire quegli altri adulti
quale sperimentare con una certa drammati- con i quali ci si può confrontare e insieme ai
cità che il passo della risposta alla vocazione quali approfondire sia i valori che si svelano
è possibile solo alla potenza della grazia di soprattutto nella vita adulta, sia i motivi che
Dio e che le difficoltà - apparentemente in- possono mettere in crisi negli anni della vita
superabili richiedono di strappare a Dio la adulta, sia le scelte che stanno a dire una
forza, e poi il dono di una pace interiore, che "risolutezza" con cui si intende affrontare il
consente di passare oltre il crinale della futuro. L'aiuto vicendevole tra sacerdoti con-
montagna e di entrare in una condizione spi- siste, per esempio, in una comunicazione
rituale nuova, fatta di luce, di gioia, di inti- nella fede circa la propria esperienza spiritu-
ma risoluzione. ale e, ancor più, nella testimonianza di un
ritrovamento più profondo e reale di Dio;
3. importanz a dello stile nella consiste in una condivisione sincera di ciò
"quotidianità" che maggiormente conta nella propria vita e
E ancora, la crisi dell' età adulta, oltre di ciò che, in fondo, spiega perché nella gio-
a essere una cosa diversa a seconda di quel vinezza si è diventati preti o religiosi. Senza
che è stata la crisi della prima chiamata, è dimenticare che tante persone, anche tra i
pure caratterizzata dal modo secondo il qua- laici, possono costituire uno strumento di
le si affronta il quotidiano negli anni che Dio per la maturazione del sacerdote e o per
conducono al momento della prova e di una la sua fedeltà nel tempo.
svolta spirituale. Lo stile quotidiano degli
anni di vigilia può maturare la capacità di far
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