Sei sulla pagina 1di 12

Comunità Pastorale s.

Eusebio
Barasso - Casciago - Luvinate - Morosolo

TAGLIA
E Anno II - n.3

INCOLLA Gennaio 2010

Le 7 lettere
dell’Apocalisse
Esercizi spirituali serali
Barasso 1 – 5 marzo 2010
Tutti sanno cosa sono gli esercizi spirituali. Sono giorni in cui ci si
mette in ascolto dello Spirito in un modo speciale. Noi lo faremo
di sera, dal lunedì al venerdì, dalle ore 20.45 alle ore 22.30, nella …
vita corrente! Quando non è possibile lasciare gli impegni o la famiglia si
fa il possibile. Non saranno delle semplici riflessioni sulla Parola di Dio ma un piccolo itinerario
che coinvolgerà la giornata di lavoro e di studio. Nella storia della spiritualità cristiana è stato
sant’Ignazio di Loyola ad individuare un tracciato su cui, nel corso degli anni, migliaia e migliaia
di persone si sono mosse. Ecco perché sarà un gesuita, Padre Cesare Bosatra (già direttore di
Villa Mater Dei a Varese) a condurre questi giorni attraverso le pagine dell’Apocalisse, un libro
della Bibbia poco letto.
Indichiamo con un po’ di anticipo questa esperienza perché la si attenda. Siamo certi che
lo Spirito potrà lavorare bene adesso nella vita nostra e della nostra Comunità Pastorale!

LA CRISI DI UN PRETE
Nell’anno dedicato alla figura del sa- crisi del pre-
cerdote qualche spunto di riflessione anche te. Normal-
attraverso due testi (un po’ lunghi!) ma pre- mente que-
gnanti! La figura del prete possiede diversi sto tema
risvolti che toccano non solo il mondo catto- viene visto
lico ma anche il mondo laico, come si può unicamente per il profilo affettivo e sessua-
notare dalla letteratura e dal cinema. Nel le, come se la crisi del sacerdote avesse la
bene e nel male il prete è molto spesso sot- sua causa nella mancanza di una donna.
to i riflettori. Anche se in parte potrebbe essere vero, sia-
Tra le diverse cose che si possono dire mo però sul versante nelle conseguenze e
ne evidenzio una che incuriosisce sempre: la non dell’origine di una crisi. Talvolta la crisi
2

avviene perché si nota la propria inutilità tre non si capisce nulla e non si vede nulla.
rispetto al mondo che sembra non essere La vera crisi è quando non si è aiutati o ac-
interessato al messaggio del vangelo. Ma compagnati in questa esperienza dolorosa.
siamo ancora alle conseguenze. Ecco perché la vera crisi in un prete è la crisi
La crisi, con i momenti di instabilità di fede: non credere che ci sia ancora il Si-
rispetto ad altri momenti più tranquilli, fa gnore con me mentre nulla funziona!
parte di periodi della vita comuni a tutti. So- Proprio qui è chiesto il salto: lasciarsi
no esperienze inevitabili, da accettare e ri- andare e rimettere tutto davanti a quel Dio
leggere però in una luce nuova. E’ sulla luce a cui si è consegnato la vita e da cui aspet-
nuova che bisognerà porre l’attenzione. Cre- tiamo una nuova nascita! Detto questo si
do che si possa fare luce quando la crisi vie- impara … a stare nella crisi, sostenuti dalla
ne letta come “le doglie di un parto”. Solo se preghiera della gente, dai rosari delle perso-
si viene aiutati a vedere la crisi così, come il ne semplici, dall’amicizia di una comunità
lungo travaglio di una donna che partorisce parrocchiale, dalla guida di un padre spiritu-
(non con il cesareo, ovviamente!) tutto, pur ale. E così si aspetta di “venire al mondo” in
con le fatiche, prende una nuova visione.
un modo nuovo!
La vera crisi del prete (ma anche di
tutti!) sta qui: non accettare di essere “nel Don Norberto
parto” di una nuova vocazione proprio men-

LA SECONDA CHIAMATA di René Voillaume

Approfitto di qualche Padre René Voillaume (1905 - 2003) uno degli uomini "spirituali" più
giorno di calma all'Isola importanti del Novecento, in una lettera indirizzata ai Piccoli Fratelli
Saint Gildas per scrivervi un (ndr. Uomini consacrati che si rifanno alla spiritualità di Charles de
po' a lungo prima di Pasqua,
Foucauld, fratel Carlo di Gesù) rilegge una singolare stagione di
per comunicarvi alcune os-
crisi della vita di molti in termini appunto di seconda vocazione.
servazioni che sono stato
L’argomento tocca i religiosi e i sacerdoti ma ha una apertura su
portato a fare in questi ulti-
mi mesi. Si tratta della no-
tutte le vocazioni. Il testo è nel 1960 ma non perde la sua attualità.
stra fedeltà al Signore ed
alla sua chiamata, nelle mondo, tra l'eroicità della mata che ci ha condotti al
grandi e nelle piccole cose, carità o la mediocrità, tra la noviziato.
nel mezzo del cammino per- croce o un certo benessere, Questa perseveranza è
corso nella vita religiosa, tra la santità o una onesta essenziale perché non ser-
così come ai suoi inizi. fedeltà all'impegno religio- ve a niente cominciare se
Il rischio della durata so. Anche la comunità stes- non si va fino in fondo. Fra-
per noi, come per ogni im- sa della Fraternità arriva a tel Carlo di Gesù restò fede-
presa umana, è quello di questa medesima maturità. le tutta la vita a questa divi-
una certa usura dell'ideale Di fronte alla grandez- sa familiare che gli era cara.
perseguito e dello sforzo za dell'opera che Gesù vor- «Quando si parte per fare
fatto per realizzarlo, usura rebbe realizzare attraverso i qualcosa, non si deve torna-
che ci porterebbe ad ac- suoi Piccoli Fratelli sono for- re senza averla fatta». Il
contentarci della medio- se io il solo ad aver avverti- tutto non è di abbandonare
crità nella santità. Con il to questo pericolo di cedi- la barca e le reti per seguire
passare del tempo e con la mento e quest'angoscia nel Gesù durante un certo tem-
maturità dell' età sorge la constatare ciò che noi fac- po, ma piuttosto di andare
tentazione di un compro- ciamo in concreto delle esi- sino al Calvario, di acco-
messo tra le esigenze so- genze della sua chiamata a glierne la lezione ed il frut-
prannaturali dell'amore del seguirlo attraverso il mon- to, e di andare con l'aiuto
Signore e quelle della nostra do? Imparare a superare dello Spirito Santo sino alla
personalità di uomini adulti. generosamente le tappe fine di una vita che deve
Ogni anno un maggior nu- successive della crescita del terminare nella perfezione
mero di noi giunge a questa Cristo in noi è altrettanto della divina Carità.
tappa decisiva della vita importante quanto l'aver È più importante di
spirituale, tappa in cui de- cominciato bene lasciando quanto non si pensi l'aver
ve effettuarsi un'ultima vol- tutto per seguire Gesù al ben capito la risposta del
ta la scelta tra Gesù o il momento della prima chia- Signore ai suoi apostoli che
2
3

si meravigliavano della difficoltà della via dei mente credito ai nostri Responsabili. Non
consigli evangelici: «Agli uomini è impossibi- voglio dire che non vi siano difficoltà, ma
le, ma a Dio no; infatti, tutto è possibile a non sappiamo ancora tutto ciò che include il
Dio». Questa constatazione del Signore e mistero dell' obbedienza.
questa promessa piena di speranza non si In quanto alla castità, abbiamo for-
applicano solo all' abbandono delle ricchezze se le difficoltà comuni ai giovani, ma non
ed alla castità, ma a tutte le esigenze della abbiamo paura dell'avvenire, ed il nostro
vita religiosa, all'obbedienza, alla preghiera, cuore è facilmente riempito dall'amore che
alla carità. Noi abbiamo certo creduto a ciò portiamo a Gesù e che, finora, si è sempre
che il Signore diceva, ma senza capire fin manifestato in modo più o meno sensibile.
dove questo ci avrebbe condotti nel nostro Ad un avvertimento come quello di Gesù a
caso personale, ben concreto, né come si Pietro, non esiteremmo a rispondere subito
manifesterebbe in noi una tale impossibilità. come l'apostolo: «Signore, con te sono
Da questo punto di vista mi pare che si po- pronto ad andare in prigione e alla morte».
trebbero distinguere tre tappe nell'evoluzio- Questo non costituisce ancora un proble-
ne normale di una vita religiosa. ma per noi. Vi sono, certo, dei momenti
Nella prima tappa non abbiamo an- duri, ma passano ed il Signore è di nuovo
cora fatto l'esperienza dell'impossibilità u- accanto a noi. Il Vangelo ci appare
mana e naturale in cui siamo di vivere in ancora ricco di una quantità
accordo con l'ordine soprannaturale dei di cose che scopriamo ogni
consigli. Durante la giovinezza, vi è infat- giorno e lo studio teologico ci
ti come una corrispondenza tra la ge- fa penetrare con stupore nella
nerosità propria al temperamento di grandezza dei misteri di Dio.
questa età e la chiamata di Gesù a Siamo felici di essere stati chia-
lasciar tutto per seguirlo. Non mati da Gesù e non dubitiamo di
ci sembra che la povertà, la poter restargli fedeli.
castità, l'obbedienza, la pre- La carità ci sembra
ghiera e la carità presentino facile anche se, forse, ci si
delle difficoltà insormontabi- rimproverano dei grossi
li. D'altra parte, la pedagogia divina del Ma- difetti che pensiamo di poter vincere facil-
estro che chiama contribuirà anch'essa a mente con qualche generosa revisione di
mantenerci per un po' in un'illusione provvi- vita e con l'aiuto dei nostri fratelli. D'altron-
soria, senza la quale forse nessuno avrebbe de, nel noviziato e durante i primi anni della
il coraggio di lasciare tutto per seguire Gesù nostra vita di Piccoli Fratelli constatiamo dei
e portare la sua croce. sensibili progressi. Ma vi è ancora tutta una
Senza contare che, in questo periodo dimensione della carità che ci sfugge, e, gof-
di gioventù, le esigenze della santità ci famente, facciamo soffrire mancando di deli-
appaiono soprattutto sotto il loro aspetto catezza. La nostra carità è ancora molto u-
sensibile, stavo per dire sotto il loro aspetto mana, molto naturalmente spontanea, e
naturale di realizzazione. La povertà, sentiamo in noi dei moti di simpatia univer-
per esempio, ci apparirà come una spoglia- sale. Il divenire i fratelli di quegli uomini così
zione materiale: saremo, anzi, esigenti in diversi da noi che ci attirano in posti lontani
questo campo e per molti sarà un bisogno ci sembra semplicissimo: siamo impazienti
sensibile la cui soddisfazione procurerà loro di essere in mezzo a loro, come uno di loro.
una vera gioia. Gesù ci dilata il cuore in que- Tutto in loro ci sembra buono, simpatico e ci
sto senso, ed è proprio questo ch'Egli vuole sentiamo capacissimi di dar loro la nostra
da colui che inizia. simpatia. Non ammettiamo che li si critichi,
D'altra parte abbiamo delle idee molto e condanniamo con severità coloro che ci
personali al riguardo, perché è difficile non sembrano meno entusiasti. Il che non ci im-
averne quando si è giovani, e perché delle pedisce di essere insopportabili agli altri e di
aspirazioni naturali e spontanee ci spingono scoraggiarci alla prima difficoltà; ma non
ad essere poveri in questo o quel modo. La pensiamo spesso a questo che è ben poco
povertà materiale non ci fa paura. Lo stes- evidente per noi.
so avviene per l'obbedienza, le cui vere Quanto alla preghiera prolungata e
esigenze ci sono ancora nascoste: la vita silenziosa essa è certo ciò che, all'inizio, ci è
religiosa è ancora nuova, essa è davanti a parso, salvo eccezioni, la cosa più difficile.
noi, e finché sentiamo di aver qualcosa da Ma le grazie del noviziato ed il nostro desi-
imparare dai fratelli più anziani, siamo derio di manifestare a Gesù il nostro amore,
spontaneamente docili e facciamo facil- ci mantengono fedeli. D'altronde abbiamo

3
4

ricevuto delle grazie di lu- portati, istintivamente e In una parola, en-


ce e ci pare che, con un senza neppur vedervi triamo progressivamente
po' di buona volontà, man- qualcosa di male, a con- in una fase nuova della
terremo facilmente questa durre una vita un po' più nostra vita, scoprendo, a
prova d'amore che voglia- indipendente, senza tener nostre spese, che le esi-
mo dare al Signore. Siamo conto dei nostri Responsa- genze della vita religiosa
facilmente commossi per bili. L'apertura ci sembra sono impossibili. Speri-
la sofferenza degli uomini meno necessaria, la cari- mentiamo che la povertà
e per il male che ci circon- tà più difficile. L'adatta- non dev'essere solo mate-
dano e che vogliamo por- mento ad un altro popolo riale, ma deve giungere al
tare davanti al Signore ci lascia talvolta scoraggia- distacco da noi stessi e da
nella preghiera. Vi trovia- ti, e vediamo soltanto più ogni azione interessante.
mo un aiuto e temiamo, dei difetti che ci infastidi- La castità integrale,
talvolta, che una mancan- scono là dove prima trova- l'obbedienza con tutte le
za di contatto con gli uo- vamo tutto buono: co- sue conseguenze, la carità
mini tolga una delle ragio- minciamo a criticare, fino al dono totale di noi
ni sensibili che ci spingono con facilità, non riusciamo stessi agli altri, tutta una
ad una maggiore generosi- a parlare correntemente la vita centrata sul valore
tà nell' orazione. lingua e neppure a capire contemplativo dell'adora-
Sì, ci pare che con a sufficienza. La povertà ci zione: stiamo sperimen-
un po' di coraggio po- diventa pesante. Tenia- tando che tutto ciò è im-
tremo essere fedeli a mo di più alle nostre idee. possibile, che supera le
tutte queste esigenze della nostre forze ed è contrario
vita di un Piccolo Fratello allo sviluppo naturale dei
scoperte durante il novi- nostri istinti e della nostra
ziato e nei primi anni di personalità. Sì, è impossi-
vita in Fraternità. In ogni bile! Gesù ce l'aveva
caso, ed anche nei giorni detto, ma ora tutto ciò
bui, - poiché ve ne sono - appare sotto una luce
tutto questo non ci è anco- nuova e proprio nel mo-
ra apparso radicalmente mento stesso in cui Gesù è
impossibile, come l'ha pre- lontano e quasi sensibil-
detto il Signore. Difficile sì, mente assente dalla no-
impossibile, veramente no, In certi giorni rimpiangia- stra vita! Umanamente
con un po' di coraggio! mo di non poter mangiar Egli non c'è più. Né pos-
Ora, con il tempo e meglio e di non sentirci un siamo più contare
con la grazia di Dio, a po- po' più liberi. Infine vor- sull'entusiasmo giova-
co a poco, insensibil- remmo fare della nostra nile che gli anni hanno
mente, tutto cambia. vita qualcosa di più inte- smorzato in noi. Questa
L'entusiasmo umano lascia ressante! E sempre il Si- impossibilità non ci è forse
il posto ad una specie di gnore tace, silenzioso, e apparsa di colpo ed in mo-
insensibilità per le real- non ci prodiga più le do altrettanto brutale per
tà soprannaturali, il Si- gioie sensibili dell'intimità, tutti i punti, ma, più o me-
gnore ci sembra via via quelle gioie che ci rende- no consciamente, essa di-
più lontano ed in certi vano così facile il conside- verrà per noi un'evidenza.
giorni una certa stan- rare tutto con ottimismo. Né osiamo forse confes-
chezza ci prende e siamo Arrivare a sentire sarlo troppo a noi stessi,
più facilmente tentati ad tutto ciò è normale, senza perché ciò ci obblighereb-
accettare di pregare meno che vi sia stata infedeltà be a prendere nettamente
o di farlo in modo mecca- grave da parte nostra né posizione.
nico. La castità ci presenta abbandono da parte del Che fare, allora? Co-
delle difficoltà che non Signore. Anche se siamo me uscirne? Se non ab-
avevamo considerate: al- stati fondamentalmente bordiamo francamente
cune tentazioni sono nuo- fedeli alle esigenze della questa tappa, questa pre-
ve; sentiamo in noi come nostra vita religiosa, dob- sa di coscienza dell'impos-
una pesantezza e cerchia- biamo arrivare, più o me- sibilità radicale per le forze
mo più facilmente delle no, a provare queste di- umane di vivere una vita
soddisfazioni sensibili. verse impressioni o ten- religiosa soprannaturale e
D'altra parte saremmo tazioni. di servire il Cristo con la

4
5

sua croce, rischiamo sia come non essere scorag- con la convinzione, che
di cadere in un larvato giati dall'immensità della ancora dobbiamo acquisi-
scoraggiamento, sia di illu- distanza che ci separa dal- re, che una tale vita è allo-
derci abbassando il nostro la meta? Poiché questa si ra possibile con Gesù!
ideale ad un livello accet- è allontanata facciamo In questi ultimi gior-
tabile, raggiungibile, in una gran fatica a vede- ni, ho bruscamente capito
una parola, possibile. re di non aver indietreg- che la mia angoscia deriva
Ora ciò si verifica giato invece di avanzare. dal fatto che un numero
assai spesso in questa Tutto infatti avviene come sempre più grande di noi
tappa cruciale della vita arriva a questa tappa deci-
religiosa: lo scoraggia- siva. È il momento in cui,
mento oppure l'accetta- in piedi sulla superficie a-
zione semicosciente gitata del mare, comincia-
della mediocrità, perché mo a sprofondare perché
per rendere la vita religio- abbiamo paura. Paura di
sa attuabile avremo accet- che? Non è forse per ordi-
tato di fatto di introdurvi ne di Gesù che abbiamo
un surrogato. Ci cerchia- cominciato a camminare in
mo un centro di interes- queste condizioni? Non
se umano, una ragione di sapevamo. Tuttavia ogni
vita che sia, bene o male, cosa si è svolta sinora co-
conciliabile con le appa- me doveva e l'adolescenza
renze della vita religiosa o della nostra vita spirituale
con un'osservanza onesta sta finendo.
ma sommaria dei nostri Vivere secondo lo
impegni. Se invece a forza spirito, nella spogliazione
di lucidità e per restare interiore, secondo un' am-
pienamente fedeli al Si- bizione di grandezza di-
gnore rifiutiamo questo se avessimo indietreggia- staccata da noi ma che si
compromesso, lo scorag- to, e ci pare di aver fal- allarga nell'ambizione
giamento ci attende. In lito. Inoltre abbiamo sco- stessa del Cuore di Gesù,
verità, Gesù ci fa speri- perto i difetti, le imperfe- vivere nell'umiltà e nella
mentare sino in fondo ed zioni dei religiosi e dei sa- diffidenza verso noi stessi,
in modo inatteso, la im- cerdoti che ci circondano e accettando infine di non
possibilità di seguire il sentiamo chiaramente che essere nulla per noi e tutto
cammino sul quale Lui molti di loro sono a quello per Lui e per gli altri, ac-
stesso ci ha avviati! stesso punto. cettando di credere contro
Ciò che è ancor più Che serve tentare ogni speranza e di perse-
sconcertante, è il fatto che l'impossibile? Poiché per verare nella preghiera,
più saremo stati generosi noi l'essere perfetti è im- bussando forse ad una
e fedeli alla grazia, e più possibile, non ci resta porta che resterà chiusa
questo cammino ci ap- che accontentarci di u- per degli anni, e poi accet-
parirà impossibile! In- na vita onesta. Ma una tare di ripartire, in una
fatti le esigenze della po- semplice vita onesta al nuova prospettiva, verso
vertà, della spogliazione seguito di Gesù crocifisso un modo nuovo di essere
interiore, della castità, come è miseria e che delu- poveri, obbedienti, casti,
dell'obbedienza e della ca- sione! E tuttavia, se sa- caritatevoli, oranti: ecco
rità ci appaiono sotto una pessimo ciò che Gesù a- ciò che sarà questa
luce nuova, ed esse sono spetta da noi in questo nuova tappa.
più grandi di quanto aves- momento critico della no- Tuttavia non trovia-
simo immaginato. Ora, il stra vita religiosa, se sa- mo più in noi motivo di
veder aprirsi davanti a sé pessimo ciò ch'Egli attende conforto, e per evitare di
un orizzonte sempre più da una tappa che non è un scoraggiarci dovremo
infinito è una grazia inesti- regresso come noi imma- smettere di guardarci e
mabile, poiché è la prova giniamo ma una messa in saper riscoprire Gesù, che
che Gesù è presente con atto delle condizioni per non ha mai cessato di es-
la sua luce. una nuova partenza, per sere presente, ma la cui
In questo cammino, la scoperta di una vita se- presenza è ora molto di-
divenuto ora così austero, condo lo Spirito e la fede, versa da quella di prima.

5
6

Tutta la nostra vita ci sembrerà sospesa ad Piccolo Fratello è umanamente impossibile,


un filo che non riusciamo a vedere abba- che Dio doveva trovare il modo di farcelo
stanza per poterne constatare la solidità. capire, e che tuttavia essa è possibile a Dio,
Come un filo di nylon esso ci sembra tal- nella fede e nella carità divina. In una paro-
mente sottile e trasparente da farci perdere la dobbiamo morire con Gesù e rivivere con
il senso di sicurezza che avevamo agli inizi Lui. Tutta la vita religiosa consiste in que-
della nostra vita religiosa. Come l'alpinista sta morte e questa vita, ma noi non im-
preso da vertigine, non abbiamo più il dirit- maginavamo che ciò si attuasse così!
to di guardare verso il basso, di seguire con Una volta impegnati su questo nuovo
lo sguardo la parete a cui piano, una luce nuova ci
siamo aggrappati, sotto pe- mostrerà delle nuove esi-
na di staccarcene o di non genze nella pratica dei con-
poter più avanzare: siamo sigli di Gesù, di cui dobbia-
condannati a guardare mo continuare la realizza-
solo in alto oppure a non zione con una generosità
arrivare alla meta. anch'essa rinnovata in
Per rendere possibile quanto non più appoggiata
questa terza tappa ciò che a nessun entusiasmo sensi-
ci resta da scoprire e da vi- bile.
vere è il credere che Gesù Ad ogni modo, se vo-
ha detto la verità quando gliamo continuare ad avan-
ha affermato che «questo è zare dobbiamo darci con
possibile a Dio». tutto il nostro spirito alla
Un gran numero di noi povertà, alla castità, all'ob-
è a questo punto; ne sento bedienza ed alla preghiera
il rischio e vorrei che una preghiera intensa in vista di un accrescimento continuo dell'a-
di tutti noi ci preservasse dall'altro perico- more. È la nostra volontà che dobbiamo
lo: quello di una vita religiosa falsificata donare di nuovo; lo sforzo degli inizi della
sotto delle apparenze intatte. Quanti tra noi nostra vita religiosa dev'essere rinnovato,
si "installeranno" così? È un segreto che Ge- perché l'amore risiede nella nostra libera
sù solo conosce, ed io preferisco non pen- volontà, e questa ci appartiene integral-
sarci perché non mi riesce di accettare che mente e deve essere pervasa dalla vita che
qualcuno di noi sia tra questi ritardatari...; l'umanità di Gesù ci comunica. Ma questo
e tuttavia la legge dei grandi numeri non lavoro di disciplina, in questa seconda ripre-
dovrebbe entrare in gioco? Mi rifiuto di am- sa, toccherà delle zone più profonde e
metterlo quando penso successivamente a più essenziali del nostro spirito. È difficile
ciascuno di voi, poiché ognuno è stato chia- paragonarlo a quello degli inizi, poiché i
mato e, dopo tutto, resta libero di fronte al nostri bisogni, i nostri desideri, i nostri istin-
Signore, libero di ridirgli il suo "sì" all'i- ti profondi hanno ora un oggetto diverso. La
nizio di questa nuova tappa. conoscenza di noi stessi ci ha inoltre rivelati
La libertà dell'amore non è forse capa- degli ostacoli e delle radici più profonde.
ce di vincere "la legge dei grandi numeri"? Non dobbiamo giudicarci a vicenda, ma cer-
Ma soprattutto vorrei che foste persuasi che care di capire. Non sarebbe bene per un no-
questo scoraggiamento della nostra vita spi- vizio voler vivere come un religioso di età
rituale, di cui sentite la tentazione o forse matura, né per un professo perpetuo voler
anche la seduzione nel vostro intimo, non è vivere di nuovo come un novizio. Ed è bene
il segno della fine di qualcosa di generoso, così, purché ognuno si sia donato senza re-
ma, invece, il segno di una nuova chia- ticenze, eviti le illusioni proprie alla sua
mata del Signore. Una tappa è superata; età spirituale, e realizzi l'appello alla ri-
ne resta un' altra che sarà decisiva. Non nuncia totale così come il Cristo non cessa
dobbiamo mai dirci delusi della vita religio- di rivolgercelo.
sa, ma essere piuttosto abbastanza umili
per confessarci vinti dal Cristo umiliato e
crocifisso, e per accettare di iniziare un
nuovo cammino, quello dello spirito, della
fede e di un amore forte e senza illusioni.
Il cambiamento di piano, il trasferi-
mento di regime consiste nell'aver final-
mente compreso che una vita religiosa di

6
7

UN VESCOVO SAGGIO COMMENTA


di Mons. Renato Corti

Sappiamo che la prima Intervento fatto ra immersione nel mistero


risposta alla vocazione può ai preti della diocesi di Novara di Dio con l'esperienza della
essere difficile; spesso, pe- preghiera; significa disponi-
rò, non lo è nemmeno mol- bilità a vivere la carità fino a
to. Lo è invece quasi sem- seguire Gesù sul Calvario.
pre la risposta che va data Per omogeneità (non totale)
alla vocazione nel tempo in il testo di Voillaume può ap-
cui essa viene visibilizzata plicarsi anche alla vita sa-
con l'esercizio del ministero. cerdotale.
Voillaume ha parlato di una Mi sono chiesto da
seconda chiamata, che non quale motivazione Voillau-
è propriamente un'altra ri- me è stato spinto a rivolge-
spetto alla prima, ma è il re ai suoi "fratelli" una co-
ritrovamento della prima presente nella preghiera di municazione su questo pre-
e unica vocazione a un livel- Gesù nell'ultima cena: "Che ciso tema. Egli stesso dà la
lo di maturità maggiore, nessuno si perda!"». Ma non risposta: constata che, in
passando attraverso il cro- è solo questione di non per- una Fraternità nata circa
giuolo di molte vicende di- dersi; si tratta di far nostro venticinque anni prima, è
stese sugli anni spesi in il respiro dei santi e di farlo, avvertibile un rischio. Lo
missione. in particolare, negli anni e esprime così: «Il rischio del-
Del fatto che la nostra decenni della vita adulta la durata per noi, come per
vita di preti si caratterizzi disponendoci, con tutti i ogni impresa umana, è
come travaglio non ci dob- profeti e gli apostoli, a una quello di una certa usura
biamo scandalizzare, dato graduale purificazione e dell'ideale perseguito e dello
che anche gli uomini di Dio a una crescita reale. sforzo fatto per realizzarlo,
dell'Antico e del Nuovo Te- Vorrei affrontare il te- usura che ci porterebbe ad
stamento lo hanno cono- ma invitandovi soprattutto a accontentarci della medio-
sciuto (penso ad Elia, a Ge- confrontarvi con un maestro crità nella santità».
remia, a Pietro, a Paolo) in dell' educazione spirituale: Aggiunge un'osserva-
forme e in misure tutt' altro René Voillaume. La riflessio- zione che non ci deve sfug-
che trascurabili. Si tratta di ne di Voillaume ha come gire: «Con il passare del
un cammino che può vedere tema la «fedeltà al Signore tempo e con la maturità
meravigliose evoluzioni e ed alla sua chiamata, nelle dell'età sorge la tentazione
tremende involuzioni. Perciò grandi e nelle piccole cose, di un compromesso tra le
«ogni sacerdote deve rima- nel mezzo del cammino per- esigenze soprannaturali
nere molto vigilante per non corso nella vita religiosa, dell'amore del Signore e
illudersi vanamente sul pro- così come ai suoi inizi». Il quelle della nostra persona-
prio futuro e sulla fecondità colloquio che viene svolto lità di uomini adulti». Biso-
del proprio ministero. Nel con i Piccoli Fratelli del Van- gna dunque chiarire a se
contesto attuale, poi, se la gelo è direttamente ispirato stessi che la risposta piena
vita di ogni cristiano è insi- dalla fede cristiana e da un' a Dio non è semplicemente
diata, lo è pure - in certa esperienza umana nella un sogno irrazionale della
misura - anche quella del quale Dio, il Dio cristiano, si giovinezza, ma che può es-
prete: il mondo (e soprat- è affacciato e ne è diventato sere la determinazione più
tutto il nemico dell'uomo, il centro reale con la profonda di chi ormai sta
che è Satana) sa bene che "vocazione" a una vita total- percorrendo la tappa della
se si neutralizza il prete, il mente dedicata a lui e al vita pienamente adulta.
resto diventa più agevole e suo Regno in quella forma Il rischio ora indicato
che, al contrario, la presen- di vita che viene chiamata non è dunque di poco conto.
za di un prete santo diven- "vita consacrata". Vita con- Quando emerge siamo chia-
ta un sicuro ostacolo al re- sacrata significa cammi- mati a mettere a fuoco a-
gno delle tenebre. E però, la nare sui sentieri dei consigli spetti decisivi della nostra
mia preghiera di ogni giorno evangelici di povertà, ubbi- vita di fede e di vita consa-
contiene l'intenzione già dienza, castità; significa ve- crata: si tratta di « effettua-

7
8

re un'ultima volta la scelta Questo interrogativo questione della maturità


tra Gesù e il mondo, tra l'e- mi colpisce perché è dettato spirituale in senso propria-
roicità della carità e la me- non tanto dal pessimismo mente teologico. E lo fa an-
diocrità, tra la croce e un quanto da uno sguardo pe- che per un motivo molto
certo benessere, tra la san- netrante ai doni di Dio e ai semplice e concreto: sta
tità e una onesta fedeltà sentieri sui quali egli ci ha scrivendo a persone che si
all'impegno religioso». Que- condotti. Perciò lo faccio sono consacrate a Dio e che
ste alternative rilevantissi- mio e lo indico - senza pes- dunque stanno vivendo
me riguardano evidente- simismo e conoscendo per un'esperienza non pura-
mente anzitutto la respon- via diretta molte meraviglio- mente naturale, ma sopran-
sabilità che ciascuno di noi naturale, avendo come fon-
ha nei confronti di se stes- damento la grazia della vo-
so, del dono ricevuto da Dio cazione e poi quella della
e della risposta che si inten- consacrazione religiosa (se
de rinnovare a lui. non addirittura quella del
Ma Voillaume aggiun- sacramento dell'Ordine). A
ge un'osservazione che pure tutte queste persone Voil-
mi sembra preziosa: «Anche laume offre la stimolazione
la comunità stessa della di una riflessione spirituale
Fraternità arriva alla mede- molto onesta e acuta, dalla
sima maturità». Pure per il quale ognuno di noi può
presbiterio noi potremmo sentirsi profondamente in-
dire - oltre che per il singolo terpretato.
sacerdote, il cammino nel se testimonianze di santità Consideriamo dunque,
tempo può significare deca- sacerdotali presenti nelle con la sua guida, le tappe
denza e può essere risposta varie diocesi - alla nostra della nostra sequela di Cri-
coraggiosa e piena, e ciò lo coscienza sacerdotale per- sto. Voillaume la illustra
si può cogliere da mille par- ché leggiamo con verità la scavando in un versetto del
ticolari, da uno stile diffuso, nostra esperienza di cristia- Vangelo: «È più importante
da giudizi positivi o negativi ni e di preti e impariamo «a di quanto non si pensi l'aver
che si colgono tra la gente superare generosamente le ben capito la risposta del
di fede, tra coloro che stan- tappe successive della cre- Signore ai suoi apostoli che
no vivendo grandi sofferen- scita del Cristo in noi», dato si meravigliavano della diffi-
ze, da chi è in ricerca di Dio. che questo cammino «è al- coltà della via dei consigli
Mi impressiona il fatto trettanto importante quanto evangelici: ''Agli uomini è
che, a proposito di una Fra- l'aver cominciato bene la- impossibile, ma a Dio no;
ternità che noi siamo abi- sciando tutto per seguire infatti, tutto è possibile a
tuati a pensare come luogo Gesù al momento della pri- Dio". Questa constatazione
di straordinaria dedizione a ma chiamata. Questa perse- del Signore e questa pro-
Dio, come appunto quella veranza è essenziale perché messa piena di speranza
dei Piccoli Fratelli, Voillaume non serve a niente comin- non si applicano solo
confessa di essere invece ciare se non si va fino in nell'abbondanza delle ric-
angosciato perché teme fondo. Il tutto non è di ab- chezze - a proposito delle
che non si affronti bene la bandonare la barca e le reti quali Gesù diceva che è più
prova inevitabile del tempo per seguire Gesù durante facile che un cammello passi
della maturità. Dice: «Di un certo tempo, ma piutto- per la cruna di un ago, che
fronte alla grandezza dell'o- sto di andare sino al Calva- un ricco entri nel Regno di
pera che Gesù vorrebbe re- rio, di accoglierne la lezione Dio - ma a tutte le esigenze
alizzare attraverso i suoi ed il frutto, e di andare con della vita religiosa». Quali
Piccoli Fratelli sono forse io l'aiuto dello Spirito Santo tappe della vita spirituale
il solo ad aver avvertito sino alla fine di una vita che sono dunque indicate da
questo pericolo di cedimen- deve terminare nella perfe- questa parola di Gesù?
to e questa angoscia nel zione della divina Carità». 1. La prima tappa è
constatare ciò che noi fac- All'osservazione fatta quella nella quale «non ab-
ciamo in concreto delle esi- fin qui vorrei aggiungerne biamo ancora fatto l'espe-
genze della sua chiamata a un'altra, prima di lasciare rienza dell'impossibilità u-
seguirlo attraverso il mon- emergere le tappe spirituali mana e naturale» di vivere
do?». che conducono alla maturi- in accordo con il dono divino
tà. Voillaume affronta la della vocazione che abbia-

8
9

mo ricevuto. Durante la giovinezza «vi è ipocrisia, e che è dunque meglio non parlar-
infatti come una corrispondenza tra la ne più; quella che ci spinge a una facile irri-
generosità propria al temperamento di que- tazione per ogni contrarietà e a trattare ma-
sta età e la chiamata di Gesù a lasciare tut- le la gente; quella per cui incominciamo a
to per seguirlo». Pur avvertendo, anche a- diventare un po' gelosi delle nostre idee,
cutamente in certi giorni, la fatica di fare pronti persino a lasciar perdere anche valori
onore al nostro "sì", siamo portati a pensare importanti o a indebolire rapporti delicati,
che, con un po' di coraggio, ce la potremo pur di rimanere arroccati a noi stessi; quella
fare nell'oggi e anche per il futuro. Non ci che ci rende sempre più interessati alle co-
sembra che presentino difficoltà insormon- modità e ai soldi, col rischio di offrire anche
tabili gli impegni della preghiera, del celiba- una cattiva immagine della Chiesa e di dare
to sacerdotale e della castità, della comu- ai poveri l'impressione che non ci interessa-
nione e della disponibilità costante alla gen- no per nulla; o quella per cui ci do-
te che ci è stata affidata (ivi comprese le mandiamo se la nostra vita non
persone difficili o antipatiche o scostanti), poteva prendere qualche svolta
della ricerca di strade nuove per l'annuncio più interessante.
del Vangelo, dell'accettazione dei "no" 3. È evidente che, quando tenta-
deludenti che giungono magari da parte zioni o orientamenti di questo genere
di coloro per i quali ci si affatica di più, prendono piede nella nostra vita, ci
del saper accettare l'inverno e attende- troviamo in una situazione delicata.
re le imprevedibili stagioni del- Ma conviene dire che, di per sé,
la fioritura della grazia, sentire delle tentazioni non si-
dell'obbedienza al Papa e al gnifica che, da parte nostra, vi
Vescovo, della collaborazione siano già delle infedeltà gravi, né
fraterna nel presbiterio, di una che il Signore ci abbia abbandona-
significativa scelta di po- to. Impressioni e tentazioni come
vertà, della responsabilità quelle ricordate possono accom-
pastorale, della dedicazio- pagnarsi anche a una vita sacer-
ne diocesana con la prontez- dotale fedele alle esigenze della
za del missionario ad andare vocazione ricevuta. Ciò avviene, dice
là dove c'è bisogno del ministero di un pre- Voillaume, «con il tempo e con la grazia di
te, accettando imprevisti e disagi. Dio». Affermazione sorprendente perché, se
2. Le cose prendono un altro aspet- capiamo facilmente che il tempo ci possa
to dal giorno in cui si avverte, e la cosa ci condurre a questa tappa, ci pare strano che
potrebbe anche spaventare, che il clima in- la causa sia anche la grazia di Dio. Natural-
teriore del nostro vivere sta insensibilmen- mente non possiamo certo addormentarci
te, e a volte anche rapidamente, cambian- perché le tentazioni vanno vinte, anche se
do. Si può avvertire, per esempio, che la tocchiamo con mano, a nostre spese, che la
carica di entusiasmo umano che ci aveva risposta fedele alle esigenze della nostra
accompagnato per anni, lascia il posto a u- vocazione e della nostra missione apostolica
na specie di insensibilità per la vita spi- non è possibile alle nostre sole forze. Gesù
rituale, alla percezione che il Signore sia ce l'aveva detto, ma solo ora lo compren-
via via più lontano, alla tentazione di prega- diamo. La domanda vera, a questo punto,
re di meno e in modo un po' meccanico. E diventa dunque: che fare in una simile si-
ancora, può emergere, anche con prepoten- tuazione? Vi è una via d'uscita? E quale?
za, il bisogno di soddisfazioni sensibili e «Se non abbordiamo francamente
di gratificazioni affettive; possono anche questa tappa rischiamo sia di cadere in un
presentarsi serie difficoltà a proposito del larvato scoraggiamento, sia di illuderci ab-
celibato e della castità. Possono apparire bassando il nostro ideale ad un livello accet-
anche tentazioni nuove, come quella di tabile, raggiungibile, in una parola, possibi-
volerci sciogliere un poco dai grossi impegni le. Ora ciò si verifica assai spesso - nota
educativi e pastorali che ci sono stati affida- Voillaume - in questa tappa cruciale della
ti, per avere un po' di respiro e, più profon- vita religiosa». Lo scoraggiamento oppure
damente, per vivere una vita propria, alme- l'accettazione semicosciente della mediocri-
no in parte indipendente; o quella di limita- tà vengono adottati quando siamo noi stessi
re l'apertura della mente e del cuore nel a decidere fin dove è ragionevole arrivare.
rapporto e nella collaborazione con il pro- Ma in tal modo siamo già, almeno in qual-
prio Vescovo; quella di ritenere che la fra- che misura, fuori dalla vocazione e ci stiamo
ternità sacerdotale è pura poesia, se non inventando qualche surrogato umano che

9
10

sembra darci una ragione di delle condizioni per una il Signore e per gli altri, a-
vita, cercando di nuova partenza, per la sco- pre a sperare contro ogni
"installarci" e poi di compor- perta di una vita secondo lo speranza, conduce a risco-
re il tutto un po' contraddit- Spinto e la fede, con la con- prire una preghiera perse-
toriamente, con il nostro più vinzione, che dobbiamo, ac- verante, a ripartire in una
vero cammino. Talvolta, e quisire, che una tale vita è nuova prospettiva, verso un
sarebbe molto grave, po- allora possibile con Gesù!». nuovo modo di essere preti,
tremmo poi riprendere la Questa è la vera e di vivere il celibato, di cam-
nostra vita sacerdotale sotto unica via d'uscita. Come minare nella comunione e
apparenze intatte; qualche si vede, non conduce verso nell'obbedienza, di praticare
altra volta potremmo colti- il basso, ma verso l'alto. Ed la carità. Quando ciò avvie-
vare una certa osservanza è attesa e grazia del Signo- ne, «l'adolescenza della no-
onesta dei nostri impegni, il re sulla nostra vita. stra vita spirituale sta finen-
che è certamente positivo, e «Dovremo smettere di guar- do», si sta entrando nell'età
però senza più coinvolgere darci e saper riscoprire Ge- adulta e nella piena maturi-
le profondità del nostro cuo- sù, che non ha mai cessato tà della nostra vita umana e
re. «Ciò che è ancora più di essere presente, ma la spirituale.
sconcertante - aggiunge cui presenza è ora molto
Voillaume, mostrando di diversa da quella di prima».
essere un grande conoscito- In questa terza tappa Osservazioni conclusive
re della vita spirituale - è il potremmo avere, a volte, la
fatto che più saremo stati percezione che tutta la no-
generosi e fedeli alla grazia, stra vita sia «sospesa ad un 1.Unicità della "seconda
e più questo cammino ci filo che non riusciamo a ve- chiamata"
apparirà impossibile!». dere abbastanza per poter- Si può forse aggiunge-
Ricordando le esempli- ne constatare la solidità. re che, se ogni età della vita
ficazioni elencate poco so- Come un filo di nylon esso ha una sua ricchezza e cor-
pra, a proposito delle esi- ci sembra talmente sottile e re i suoi rischi, altrettanto si
genze intrinseche alla no- trasparente da farci perdere può dire del cammino spiri-
stra vocazione e al nostro il senso di sicurezza. Come tuale. E però, la "seconda
ministero, aggiunge che «il l'alpinista preso da vertigi- chiamata" va intesa bene.
veder aprirsi davanti a sé ne, non abbiamo più il dirit- Se si lega, in buona parte, a
un orizzonte sempre più in- to di guardare verso il bas- un'età e a una concreta e-
finito è una grazia inesti- so, di seguire con lo sguar- sperienza, va in essa rico-
mabile, poiché è la prova do la parete a cui siamo ag- nosciuta una certa sua
che Gesù è presente con la grappati, sotto pena di stac- "unicità". Questa consiste
sua luce». Ma «in questo carcene e di non poter più nell' avvenimento spirituale
cammino, divenuto ora così avanzare: siamo condan- per il quale, nella vita adul-
austero, come non essere nati a guardare solo in al- ta, ci si apre a Dio, alla sua
scoraggiati dall'immensità to, oppure a non arrivare presenza, alla sua grazia
della distanza che ci separa alla meta. come al fatto decisivo per
dalla meta? Tutto infatti av- Per rendere possibile portare avanti l'avveni-
viene come se avessimo in- questa terza tappa ciò che mento spirituale intrapreso
dietreggiato, e ci pare di ci resta da scoprire e da vi- e, fino a un certo giorno,
aver fallito. Inoltre abbiamo vere è il credere che Gesù letto (almeno inconsciamen-
scoperto i difetti, le imper- ha detto la verità quando te) come possibile alle sole
fezioni dei religiosi e dei sa- ha affermato che "questo è nostre forze umane. Con
cerdoti che ci circondano e possibile a Dio"». Certo, questa ultima osservazione
sentiamo chiaramente che nella sua bellezza, questa non vorrei dare l'impressio-
molti di loro sono a quello tappa chiede una spoglia- ne di semplificare troppo le
stesso punto. Che serve zione interiore, domanda cose. In realtà, noi non di-
tentare l'impossibile? E tut- che si lascino cadere infon- ciamo mai - a parole - che il
tavia, se sapessimo ciò che date ambizioni, sospinge a cammino vocazionale e mi-
Gesù aspetta da noi in que- essere umili, suggerisce di nisteriale è possibile alla
sto momento critico, se sa- implorare da Gesù che i semplice buona volontà. E,
pessimo ciò ch'Egli attende sentimenti del suo cuore nella nostra condotta, vi so-
da una tappa che non è un diventino i nostri, porta ad no sempre dei segni di rico-
regresso come noi immagi- accettare di non essere nul- noscimento del valore deci-
niamo ma una messa in atto la per noi stessi e tutto per sivo della grazia di Dio. Ma

10
11

tutto questo, quando è debole, un bel giorno propria, lentamente, l'indicazione del Vange-
manifesta tutta la sua insufficienza, e scop- lo su ciò che è possibile a Dio e non a noi;
pia la crisi. Segni di questa debolezza sono, oppure può creare delle condizioni sfavore-
in particolare, la scarsità o la superficialità voli, preambolo di un dramma che potrebbe
della preghiera, o anche una "gestione" non essere a lieto fine.
dell'affettività e della sessualità che sembra
dire: «So bene io come regolarmi; e, se a 4. Conoscere la crisi non vuoi dire colpa
volte mi lascio andare e arrischio, nel rap- L'osservazione precedente ha bisogno
porto con qualche persona, di violare la scel- di essere completata per evitare equivoci di
ta del celibato per il Regno di Dio, so bene interpretazione. Come ci ha ricordato Voil-
quando fermarmi». laume, il completamento consiste nel dire
che non si deve pensare alla crisi della se-
2. Rilevanza della risposta alla "prima conda chiamata, come del resto a quella del-
chiamata" la prima, come se fossero semplicemente
Vi è ancora da aggiungere che la attribuibili al fatto che si è vissuto male o si
"seconda chiamata" (quella tipica della vita sta trascinando stancamente il proprio cam-
adulta e di chi ha già vissuto anni di espe- mino. Certo, può essere così. Ma va onesta-
rienza sacerdotale o di vita consacrata) è mente constatato che tale crisi può investire
tanto più affrontabile quanto più la "prima i migliori tra i seminaristi o tra i preti giova-
chiamata", quella degli anni giovanili, è stata ni. Si tratta, per tutti, di fare i conti con la
vissuta realmente come un avvenimento propria umanità e di raggiungere una sintesi
molto coinvolgente, come invito di Dio che tra esigenze che paiono escludersi vicende-
comprende veramente il sacrificio di noi volmente.
stessi per metterci a disposizione del mini- Anche per i migliori arrivano i giorni
stero ecclesiale. In particolare, comprende nei quali tutto potrebbe "saltare". Quelli so-
anche il sacrificio del cuore con la rinuncia no momenti molto importanti: se la libertà si
all'amore del matrimonio per vivere l'amore determina nell' adesione rinnovata alla chia-
al di dentro della consacrazione totale e di mata del Signore, si compie un passo verso
una totale disponibilità alla missione. È vera- la maturità. Qualcosa deve morire, e ciò
mente molto importante la risposta alla costa molto. Ma avverrà come al seme che,
prima chiamata. Essa deve essere corag- caduto in terra, muore e, proprio attraverso
giosa, anche se non priva di tormenti, di questo passaggio, dà molto frutto.
giorni nei quali tutto viene messo in discus-
sione da qualcosa che, dentro di noi, si op- 5. La preziosità dell'aiuto reciproco
pone alla proposta di Dio e spinge verso C'è ancora almeno un punto che deve
un'altra direzione il nostro futuro. Già la pri- essere accennato. Nel processo che consen-
ma chiamata può essere, negli anni dell'ado- te di diventare adulti, gli altri possono dare
lescenza e della giovinezza, il tempo nel una mano: intendo dire quegli altri adulti
quale sperimentare con una certa drammati- con i quali ci si può confrontare e insieme ai
cità che il passo della risposta alla vocazione quali approfondire sia i valori che si svelano
è possibile solo alla potenza della grazia di soprattutto nella vita adulta, sia i motivi che
Dio e che le difficoltà - apparentemente in- possono mettere in crisi negli anni della vita
superabili richiedono di strappare a Dio la adulta, sia le scelte che stanno a dire una
forza, e poi il dono di una pace interiore, che "risolutezza" con cui si intende affrontare il
consente di passare oltre il crinale della futuro. L'aiuto vicendevole tra sacerdoti con-
montagna e di entrare in una condizione spi- siste, per esempio, in una comunicazione
rituale nuova, fatta di luce, di gioia, di inti- nella fede circa la propria esperienza spiritu-
ma risoluzione. ale e, ancor più, nella testimonianza di un
ritrovamento più profondo e reale di Dio;
3. importanz a dello stile nella consiste in una condivisione sincera di ciò
"quotidianità" che maggiormente conta nella propria vita e
E ancora, la crisi dell' età adulta, oltre di ciò che, in fondo, spiega perché nella gio-
a essere una cosa diversa a seconda di quel vinezza si è diventati preti o religiosi. Senza
che è stata la crisi della prima chiamata, è dimenticare che tante persone, anche tra i
pure caratterizzata dal modo secondo il qua- laici, possono costituire uno strumento di
le si affronta il quotidiano negli anni che Dio per la maturazione del sacerdote e o per
conducono al momento della prova e di una la sua fedeltà nel tempo.
svolta spirituale. Lo stile quotidiano degli
anni di vigilia può maturare la capacità di far

11
12

LOREDANA, SILVANO, KIM-ANDREA:


IL PASSATO NON SI CAMBIA
Nonna Graziella assestò una gomitata sempre si tratti di sigarette. Nonno Emilio
così violenta al marito, il nonno Emilio, che talora sorride quasi soddisfatto, con l'aria di
questi indietreggiò di mezzo metro, rischian- chi aveva capito tutto fin da quel giorno
do perfino di cadere, quasi fosse stato colpi- all'aeroporto, dieci anni prima. Tutti vedono
to dal gancio micidiale di un pugile sul ring. gli occhi a mandorla di Kim-Andrea. Solo
Povero nonno Emilio! Beh... povero mica Kim, però, riesce a guardare dietro a quegli
tanto! La battuta che si era lasciato scappa- occhi. In realtà Kim-Andrea vede e ricorda
re certo non era stata delle più felici. poco di Kim. Ha dimenticato volentieri; e
Mese di maggio di dieci anni fa; aero- quel poco che ricorda gli basta: abbandono e
porto della Malpensa; ore 17.55; volo da violenza; e ancora abbandono e tanta solitu-
Tokyo. Oltre le transenne ecco spuntare il dine; e gente che grida, urla, si dispera... A
viso un po' affaticato, ma sorridente scuola gli insegnanti avevano detto a Lore-
e perfino fiero, di Loredana, figlia dana e Silvano che Kim-Andrea sa-
di Graziella ed Emilio, del marito rebbe stato un adolescente
Silvano e del nuovo arrivato: il "difficile". E così pare che sia.
piccolo Kim, passo deciso e per Loredana e Silvano ogni
nulla intimorito dallo sbarco nel tanto si guardano con un po' di
vecchio continente, viso tondo e, sconforto e pensano alla fatica
giustamente, occhi a mandorla. che fanno con quel figlio che
E nonno Emilio: “Oh Signur… a- pure avevano tanto desiderato
dess ghem un neùd che 'l par e per il quale, comunque, non
Gengis-Khan!”. Da qui la reazione esiterebbero a dare la vita. Si
di nonna Graziella. Kim: sei anni, sentono un po' falliti. Ma si sba-
coreano del nord. Sarebbe stato gliano. Hanno salvato la vita ad
Kim-Andrea e, soprattutto, sarebbe stato il un essere umano. L'hanno salvata
nuovo figlio di Loredana e Silvano. letteralmente; ma ancora di più: hanno re-
Sono passati dieci anni, dunque. Kim- stituito a quella vita umana la dignità che
Andrea oggi di anni ne ha sedici; è alto più spetta di diritto ad ogni vita umana. E le
di suo padre e fa strage di cuori presso le hanno regalato un futuro.
ragazze del liceo scientifico "Alessandro Però non possono cambiare la storia.
Manzoni". A giudicare dal profitto scolastico Non possono tornare indietro nel tempo e
pare che lo frequenti soltanto per far strage portare via quel bambino indifeso dal tempo
di cuori. Veramente di stragi ne ha fatte al- della miseria, dell'ingiustizia, della violenza.
tre nella sua pur giovane vita: strage di gio- C'è un pezzo di vita che è stato sottratto alla
cattoli negli anni delle elementari (chissà loro cura e alla loro azione educativa. Lo
perché le sue macchinine viaggiavano rigo- sanno: è ovvio che sia così. Eppure, è come
rosamente senza ruote e senza portiere); se nel cuore volessero occuparsi del passato
strage di biciclette negli anni delle medie del loro figlio. E non riuscendoci provano u-
inferiori (l'ultima era talmente malridotta na rabbia illogica, ma ugualmente lacerante.
che non era neppure immediato capire che Il presente e il futuro, sì. Il passato, no. La
era stata una bicicletta); strage di motorini generazione (perché di ciò si tratta) di un
negli anni delle superiori (ne ha fracassati figlio adottivo è difficilissima, perché fa toc-
tre, in modo irrimediabile, in meno di due care con mano ciò che tutti i genitori
anni); attualmente fa strage di specchietti (adottivi e non) dovrebbero riconoscere: che
retrovisori delle auto in sosta (e viene il so- un figlio non lo "fabbrichi" e che, eppure ti
spetto orrendo che lo faccia apposta). Il cu- assomiglia, in realtà non è tua proprietà;
stode dello stabile, con una vena di razzi- che, perciò, in lui qualche cosa ti sfugge e ti
smo, lo chiama "Terrore Giallo". sfuggirà sempre; e che la cosa più grande
Il guaio è che Loredana e Silvano con- che puoi fare è donargli il desiderio di vivere
cordano con il soprannome. E c'è dell'altro: e la speranza che, anche domani, un grande
Kim-Andrea non ne vuol sapere di obbedire; sole rosso sarà in cielo a illuminare le vie
il suo linguaggio pare da bassifondi; in ca- degli uomini e delle donne del mondo.
mera sua talora c'è una cortina di fumo e
Don Stefano Guarinelli
Loredana e Silvano sono convinti che non
Da Tra moglie e marito, Ancora

12

Potrebbero piacerti anche