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B)NFESSIONI
A GIULIA
A CURA E CON INTRODUZIONE
DI
PIERO MISCIATTELLI
II
EDIZIONE INTEGRA
PQ
4807
084C
1920
e.
ROBA
JIGI
BUFFETTI
editore in
ROMA
^^^
.
iPL-'^'^h^ (f^^o^
-K.
^t-t-
<_
^-r^
<^
GIOSU BORSI
CONFESSIONI
A GIULIA
A CURA E CON INTRODUZIONE
DI
PIERO MISCIATTELLI
EDIZIONE INTEGRA
ROMA
LUIGI BUFFETTI
le
copie
non contras-
U.
,?^
^^^
\-\,,
\^
GROTTAFERRATA
Scuola
Tipografica
Ilalo-Orienfale
" S. Nilo
,.
1920.
L'AMORE
DI
GIOSU BORSl
L'AMORE
Narra
volume
GIOSU BOKSI
DI
il
dei Colloqui
come Giosu
il
piccolo
che a
il
padre;
nipote
lu stesso
cui
dopo
tuosamente vissuta
fatte
16
dopo
18 luglio 1912,
improv-
al Borsi,
marzo del 13
manc Dino,
gli
faceva da padre.
pochi
mesi
impe-
puri-
di Dio,
i
sua
la
il
il
ri-
mensa eucari-
primo
Borsi finisse di
al
tragica
che
la
Morte
vanit,
gli
avea
Giosu Borsi
mento
di tutti
In fronte al
doveri di
uomo
e d' italiano.
<
Colloqui
dunque che
il
lume, che
in te,
non
scrisse
Luca
Vedi
sian tenebre. Se
viit
poi
il
come
illuminer
Un
fulgida lucerna
ti
>.
amore che
sommuove, a l'ini-
zio della sua vita nova, l'anima del giovine poeta, cui a-
Nascono
la
Colloqui
mo
a Dio. Essa
come
manifestazioni spon-
parse sensibili
al
cuore ed
dell'Amore secondo
la
parola
solenne promessa
fa la
Ogni mattina,
il
Borsi tocchi la
sublime di
v'ha dub-
S.
realt
Giovanni:
Colloqui
, il
maggio
1915,
immersi
Non
all'intelligenza.
nell'orribile
uomini, servi
mondo, sono
del
tor-
primo
mio Dio,
Il
ra,
cin-
queste pagine,
come da molte
loro conversione.
anime,
IX
Un
namente vissuto
defin
morto da
un mystique
lasci scrtto
la
venit -
dans
les plus
sion de la puret
cette
minute -
Per
mo
le
d'eveil qui
Si j'tais
ci.
hom-
les
villes .
on va
l'esprit
m'a donne
vi-
de
il
visibile
il
sopra
diffondere
la
lui,
pri-
messag-
svegliava in
la
Tale
anime disingannate
ogni giornata
Le Bonheur
sombres
quand pour
Dieu
ad matutinum, au Christus
mes
l'tat
Sa dent, douce
cristiano,
come
tra
si
ri-
di pri-
giardino, smaltata di
vi
susurrano,
profumi
luce vi scherza, le
fiori, la
vi
linfe
prima
di ceneri e
1
lo
fiori,
che profumi!
11
mio
spi-
imbevuto
di veleno
oggi un
mondo
vivo.
rit .
Il
veritiero
ma
il
rendere inefficacemente
di
verirlo
con
Borsi
homo novus
il
lustro d'un
piccolo
redivivo,
monumento
il
di sincerit
artifizio
spirituale
saldamente
Testamento spirituale
gevole impresa.
Il
costruito
ritrovata.
non
Ma
Colloqui
sempre
il
fu certo un'a-
al
un
Colloqui sono
Il
mondo.
consacrato nel
letterario.
all'assalto, fatto
ritor-
dai crudeli sconforti, dai rimorsi, dal martirio d'una sensibilit raffinata e
La dolorosa
ci
narrata da Giosu
intiero.
libro
Essa s'annuncia,
s'inizia, fra
re e di
amare
in
Dio
nei suoi
Borsi
alle
fanciulla che fu
veramente
<!^
madre,
per
il
nostro poeta
Colloqui*,
al fratello, ai
Colloqui^
sua Beatrice.
alla
vigilia
il
<
bene supremo,
il
interna,
dell'anima non
di partire
sublime addio
ci
riuniti
diletti,
d'una suprema
nell'invocazione
tutti
suo
fanciulla del
cuore
non ho mai
ma sai bene
<
che
suo
il
Ma-
donna,
bene che
sai
con pi frequenza
rezza.
il
Oh, Signore, tu
fermato su
si
mia nuova
amore
all'alba
ne hai fatto
vita, anzi
Come
penser ?
amore semplice
ti
lei
e pi
mio pensiero
chiedo per
lei
vivr ?
Che
Che
sar di lei?
amare
me
Di pi non
donna,
il
tranquilla.
di potersi
la patria,
al
fervido desiderio
occupa l'anima
felicit
campo
dre,
il
ma
sco-
le
morituro.
<
di
Gio-
domesalla
si
ma-
diparte
ho sempre, sempre
cos tene-
anche
attra-
kit
verso
ai
di riuscire
al
mondo
per
la giustizia,
presuntuoso, creduto
arduo e
pito
da combattere,
per
la libert,
la
fede
predestinato
com-
e designato al
terribile di
ma non
non so
mia sorte
vale la
veramente contento
se sarei
davvero
di avere scritta
il
senza
passato
invano
rim-
dedizione di
s.
< Il
ha riserbato proprio
destino
il
rapido
compiendo
il
pii
una
il
Con questo
ambito
gli
diede
rimpianto di
vita di cui gi
tra
tutti
buon
cittadino
il
fastidio e
peccato, lascio
il
la
troppo sentivo
morire per
doveri del
natali
me
il
il
disgusto.
triste
ed ac-
male
sul
bene
di tutte le
lascio la
fa
sempre
la
dove
sua volont
il
il
peso grave
finalmen-
Quanto
egli
aveva deside-
kilt
come
Il
tori di
Confessioni a Giulia
lucida ebrezza, a
notte
alta,
ammira-
agli
nel
in
quieto
uno
da
stato di
studiolo
della
uomini, in mezzo
gli
nalistica
pensiero
gine,
al faticoso
giornata
aveva ve-
mette un
uomo
di
al
non destinate
al
umana
l'intima tragedia
di quel
nobilissimo spirito, lo
verso
cio,
le
vette della
pi
gloriosa
esistenza
che
la
Il
gliere e vivere
nostro
I
Diario reca
la
cibili.
Il
sona amica
per
lui
me una
<
sola
una
tempesta
ininterrotta.
perstati
Quanti dolori
Sempre
Quante
fatiche esasperanti ed
in viaggio,
per
la serenit
Da
iscriverle,
Marmi,
Forte dei
morte della
la
mio
Per
io
me
si
il
mi sento
si
Ho
ma
altro
sciagura
c' pi pace.
to insieme. Si
pu
ci
il
fantasma
della
la
tremenda
Due mesi
polmonare, enteroraggie,
tut-
le ansie, le incertezze,
colpi
riser-
avevano
decimata,
L'avvenire per
sempre dinanzi, e
mente
11
non potr
si
che
molto tempo.
La mia famiglia
cuore
sempre sperato
protrarrebbe ancora
al
barmi
di
silenzio
me non
alleviasse alquanto,
si
a scriverle
il
alla
messaggio
dopo
10 settembre 1912,
in data
sorella,
quest'altro lagrimoso
sione
soffrire, final-
lei,
andar via
cos,
dopo aver
sofferto
XV
tanto,
dopo
Quando
Su
di
pianto
ed
gola stretta
la
certo profondamente
di
preda a
in
fatto,
frenetico.
un nodo
che cosa ho
sa
l'ho
tomba
io
ricercare solo
corporea
bellezza
la
fugace e labile
ma una
piena
la
giovent,
degna
luce
intellettual
ed
l'eterna
come
d'amore
poesia
alta
dell'Eterno Femminino.
Mentre
il
la notte
per
la salute del
<
Gentile
ma non
gli
domin sovrana
rificati
tempo
a-
sua mente;
dalla
Quando prima
(1)
Co-
come dopo
la
la
conobbe, pens
di
lui.
1919).
Volont^
XVI
romanzo, intorno
quale spese
al
La
Gentile
>
(1).
quale
nista, dietro al
Di costui
lifilo.
Finalmente
La donna ha nome
si
nasconde
si
l'autore, si
Il
titolo:
protago-
chiama Po-
ej^li
Giulia.
suo
s,
ma
per
lei,
non per
ma
no
>.
di
Borsi stesso
di ci
questo romanzo, e
il
ci
lettore
il
viene offerto
il
seguente
quale
ci
alla
detta.
La bellezza
tezza,
Bastava
geva
giasse ad ascoltare
il
minasse di proposito
(1) Il
sia
mento,
mano,
la
che s'indusia
che esa-
l'orecchio,
un
ma
Ma
la
data
il
testo della
narrazione,
di rifonderla in
che
definitiva.
si
proponeva
XVII
moto, un sorriso,
modo
il
di
Cercava invano
pi piccola
la
come
menda
vistoso,
di
in
quel minuto
la
un po' languida
vit
una
insieme, per
ed
di
ma
boliche di Alcina,
monna
non
Chiara,
ed
incognita
Chiara, la dottrina
cina,
vizio
il
Queste
>.
una particolare
la
Salmace,
la lulina,
Dafne, l'alloro
ro-
signi-
intima
realt
della
ad esso manifesta ne
il
il
l'e-
doveva incarnare
grazie dia-
dell'autore,
piaceri sensuali
fa-
la soa-
le
non
il
virt interiore
na, nell'intendimento
pompa
non possedeva
Non
brillante.
monna
madamigella
Al-
Giletta, le gra-
zie barbare.
Alcune
Borsi
chi
di queste
non ricorda
mace, a Bianca,
leta
Ma
alla
le liriche offerte
Ad
inspirato dal
dal
il
congedo
della Gentile.
il
poeta
ri<
XVIII
E intendami
m' intend'io
Nel
Congedo
l'immagine della
medesime
liricamente, con le
romanzo,
ma
sul
chi pu,
tinte
che ha nel
s'anima
Gentile
ritratto del
che
fantastico,
il
il
trono,
fini,
a crisoliti e rubini,
Su questo trono
iacinti
ei
ed a smeraldi.
sogna
di
vedere assisa
la fanciulla,
degna imperatrice.
Tutti gli altri fantasmi di
..
mondo
Per
lei
XIX
Quando
il
condo volume
il
stampe questo
se-
ventidue anni, e
gi
le
la
propria
arte.
Sempre
Borsi
nel
consape-
alla
che
di spirito
tificioso
suo
al
amico
solito
nuovo
libro
delle lettere
Son
un giudizio
il
rivolto,
Scruta Obsoleta
con sdegno,
ma
liri-
e ar-
contenuto artistico di
al
artifi-
passioncelle
il
futili
donne vane,
omaggio a
in
grande
la vita
del
l'arte
in luce di verit.
Amore
intollerabile
(1)
una parola
sacra, di cui
abuso nella
vita quotidiana,
si
fa
purtroppo un
come
nella
Primas Fons
mag-
fu
pub-
questo' volume
risalgono alla seconda met del 1903. L'autore aveva allora 15 anni.
XX
gior parte dei romanzi. Su la
falsa
ma
di-
il
donne
in
mente dai
sensi,
fioriti sentieri in
nell'ultima scena
d'una
ramente
lungo
la
il
pur sem-
di
si
manifesta talvolta
e delle
come
d'un dramma.
uomini
frode consu-
re-
si
mente
il
trovano sotto
prospera ed ingigantisce
re,
torbido, cieco,
non
sotto la
forma
che
il
il
s'
intitola
di
al
non
lo
si
concepisce se
pi grande poeta
alcune
mente assorta
l'istinto
quale nasce in
glio della
come
la
specie
d'amore
incarnare in s stessi
individui,
sembrano indicare
all'in-
somiglianza dell'antica
mondo
reale.
XXI
L'amore, che, primieramente, fu rivelato dal Cristo con
la
sua nascita,
amore
zione,
ma
Hua
di terra e di cielo, di
camera
cio
sua morte,
vita, la
di
rito,
ma
la
tempio
la
sua risurre-
corpo e
anima,
di
primo dello
il
Spi-
tempo,
soppesa
sacrificio,
il
cui
Quando
uomo
ad ospitarlo,
riesce
conde
no e s'agitano oscuramente
la palestra di
bene
in lei.
11
e del
aspre
ma
fe-
dall'amore
suscitate
cri-
dia
Vita
Nova
14) ci
d'un
tre atti
reno aspirante
la
nima umana
nel
Canzoniere
nella
Comme-
ter-
Convivio
(Ili.
Siccome
il
divino
Giosu Borsi,
al
il
Amore
tutto eterno,
ama
principio
del
suo
Diario, scrive
il
cielo
come
un'anticipazione
vita eterna
mia dopo
il
XXll
L'inspirazione
dantesca del
che
suo trapasso
intitoliamo
non
fu cercata
con
libro
ma
sorge
il
La
vita di
di
Dante
quando
pito a morte,
della Divina
cino al
la
steriosa bellezza, ci
il
mi-
soffio dell'amore
cadde
Commedia
cri-
ch'egli teneva
le
sempre
pagine
stretta vi-
il
l'ultima
battezzata
guerra
dal
vittoriosa
non muore
con
la
un fulgido esempio
la
offrendo
verit
a-
religiosa
sua morte
stra stirpe,
che
Dante,
ed a
lui sorrise,
no-
le
il
pagine del
Diario*
acquistano
XXll
autobiografico e d'arte,
ma
di mistico
le delle
tano di minare
nizzando
la
dottrine ten-
la
donna da
una
gana
l'alto
seggio ove
Cristianesimo
il
tempo
ci
stesso
l'
commuove,
blemi
dal
intimo
prosti-
un
dramma
poema,
ed
al
di quell'anima, ci stupisce,
ci
modo
si
solu
rinnovamento idea-
nefaste
dipende
principalmente
donna amata
si
uomo assume
pu giudicare
che un
Un
congiunge sempre
si
di perfezione morale.
conosciuta
segreti,
a goccia, immolargli
bizioni,
acerbe e
miei
istinti,
il
donna
riposo per
vincere in
la
nome suo
tentazioni, consacrargli
irresistibili
alla
infallibilmente la dignit
vero amore
di fronte
le
mie
tutte
am-
le
un amore
pi
in-
E non
tutto
al-
XXIV
completa
successo,
bene
il
il
sacrificio, e l'o-
immedesimare
considerai
l'
il
piaceri
voluto sacrificare
la
il
Finii
come un simbolo
veracemente,
odiare
facile
natura forte e
Imparai
altrui.
d'una
macchia
la purezza senza
un
con
indovinare
me
tutto
vivo ed incarnato
luminosa
sostanza
stesso,
Tale,
dell'amore
cri"
stiano.
non riconduce
s stesso;
simbolo di perfezione,
il
come
l'oggetto amato,
al
in
proprio io sen-
di s, fa di quell'oggetto,
sole
il
il
quale risale
al
tempo
di S.
Francesco e che
gli affetti
poema, pu
dirsi rac-
ed
pensieri
chiuso
il
legge
pivi
divini del
Amore tende
me, e
davvero,
suo
me
all'alto,
.
la
te,
Ivi si
solamente per
come vuole
cristiano.
e in te quelli
te pii
che t'amano
un
raggio
il
maglio
con ardore
infinito,
sino
l'o-
XXV
blio perfetto di s stesso, sino a l'ultimo
sacrificio. In a-
gli atti
le
le
egli riusc
tile
a Dante fu sacro
mente
della sua
giovinetta
dice che
l'Alighieri
li
stero,
Dell'eroina
inspiratrice.
ove
va presso
chiamare
si
ricco
di
se ne
adorna,
pieno
di fatalit
nome
per
periale.
steriosi,
Come
pi dolce di
che
nuovo.
Un
mi-
tutti
abbia
Borsi
11
in
un
il
pi
nomi.
dirti
amata.
Diario
pro-
Il
a fior di labbro,
nome,
cos
il
pi
un nome
im-
sensi
mi-
bello,
infiniti
potere
ha sempre per
giorno avr da
cos vi-
persona che
bello questo
di
verso la donna
qua-
gli Egiziani,
la
quaderno del
armonioso,
incomprensibili agli
virt
ma
tuo
nome
religione del
uomini volgari,
Leggiamo
dense
Parole
Nova
Vita
della
adombra quella
si
donna
della gloriosa
cos a
Gen-
della
di battaglia.
nome
il
vento:
al
campo
Come
ed
stirpe,
amore
Ogni
magico.
me un
su questo
sapore
nome
tante
XXVI
memorabili che
pensieri
mi ha ispirato, perch un
nome che
me
e di bellezza
reca la data 28
uno
dei
scriveva
ottobre
gennaio del
nel
1915,
La trascriviamo per
cartolina
la
intiero,
documenti pi preziosi
grandezza
di
fanciulla, dal
battaglia.
Cos
reminiscenze,
per
collega
si
1913.
inviata alla
di
giacch
cadere
in
sembra
ci
quell'anima:
di
28 ottobre 1915
tra
Gentile Amica,
un'ora
muovo
mio
all'assalto.
dovr ringraziare
voglio
lei
porta
il
come
il
(1)
suo
meno
adorata
che questa
nome
dirle
(1),
Oitilia,
osato,
il
che,
intrepido
coraggio di
inviarle
mondo, prima
dopo
plo-
d'an-
Signore,
il
soldato.
un
il
mio
voglio
mia
ral-
Italia, di
gentile amica,
La Venezia
il
trovo
non ho mai
saluto, l'ultimo
dare
momento
mio
nome che
stato
XXVII
ho avuto
infine,
suprema
la
che se cadr
in battaglia,
per
il
come
mente sar
sempre
voglio dirle,
il
in
gioia di conoscerla.
l'
lei.
felice in terra
in grazia sua.
prima
Mi
per
Italia,
final-
ricordi ai suoi.
Suo
Giosu Borsi.
La bellezza
sublime
del
torna ad irradiare
le
pregustato
e nostalgico, a conferirgli
un pregio
mo
che
di nobilt
che
il
l'
oblio.
In
esso l'uo-
in lui
di eterno.
La
tem-
Il
ne possiede un
oggi
sacrificio
letteratura
italiana
ci
non
altro
ove trionfa
ma
la
del senso
di liriche e
romanzi ed
le
epistolari
vi
frutti talora di
amare
acutamente
si
drammi
della psiche,
problemi complicati ed
appassionanti dell'amore,
ma
su quelle
misterioi
drammi
XXVIII
da
di
l'alto
il
ma
plicemente umana,
la
maniera dantesca,
come una
religiosa,
il
virtti
non sem-
capace di convertire,
peccatore;
di
al-
rinnovarlo inteterreno
l'affetto
e la
amare
la
bont e
la bellezza divine.
Dante,
tani accenti
sempre,
amorosi
Per
medievali
potrebbero
pienamente
moderna
ma
ri-
lon-
non rispondono
ritrovare que-
rispondere
sensibilit
alle
affettiva.
Ed
negli abissi
progressivo
affievolirsi del
perduta
sentimento cristiano
con
il
nelle
anime
la
ad un'altissima temperatura
spirituale, in
a lasciare indifferenti
tutti
una
scrit-
crisi
de-
mondo moderno
ze dell'anima.
N potremo
verso
le
disconosciute ricchez-
stupirci, a
meno
di
non essere
XXIX
leveranno
Colloqui
unicamente come un
ammirarono
quali
Nel
Diario
esuberanza di
vi tanta
come
s'avvertono, talvolta,
tici,
vita,
tanta pie-
che
di perfezione,
grandi
mis-
le
tempeste
critici
dell'amore
che non
e pedanti
gelidi
divino
ed umano.
Ma
romanzi,
virtuosit stilistiche,
non mancheranno
alle
riconoscere
di
la
bellezza
umana
di
queste confessioni.
Quando l'uomo
tenzioso, futile,
vano
s, nella solitudine,
tali
od
produrranno
pensa a
Convivio
torici.
alcuno
parlare.
s,
pi
di s
manifeste
grande
che
o dei posteri.
Non
si
concede per
li
ret-
Ed imprendendo
aggiunse
l'effetto
In quest'ultimo caso
l'Alighieri nel
sempre pre-
a discorrere pubblicamente di
due sono
l'una
infamia e pericolo
non
si
pu cessare
di
s,
e allor^
XXX
si
Io
concede per
meno
sit
ragione che
la
reo, quasi
mosse Boezio
delli
due
sentieri,
prendere un buono.
di s
medesimo a
prendere
questa neces-
suo
esilio,
scusatore
non
si
levava. L'altra
di s,
grandissima
trina
e questa ragione
a parlare di s
fu di
malo
in ottimo,
in
che per
buono,
altrui
mosse Agostino
lo
la luce.
Gi
vita, la
la
quale per pi
certo
che potessero un
il
Rousseau. Potremmo,
gerezza,
il
sarci
rio
alle
>
avemmo
analogia e fatte
le
le
rivivere
la
si
una
utilit
con
leg-
valesse a scu-
il
<
Dia-
Confessioni di
non
quale
si
lo
poteva
si
giorno veder
nelle Confessioni
in migliore e di migliore
Quando Giosu
buono
di
poich altro
ne segue
utilit
S.
medesima
Agostino. Noi
ne seguirebbe a molte
come
XXXI
un esemplare
di
di perfezione
in veste
che manifesta
la
bolezze,
morale.
chi gli
avvicina, viene a
si
giogato dalla forza persuasiva delle sue parole, e peneaperto dalla sua ro-
libro,
ghi e
Come
le Lettere di
letto e
meditato
gli scritti,
Dialo-
alla
Con quale
si
V' in que-
<
messaggi
preda
un
tracciati
alla disperazione,
fallo
imperdonabile.
la seconda virt.
nito della mistica
in
due,
Il
me
ma anche
Non
senza cagione
Guai a chi
si
arrende
<
Diario
mio timore
gli
tutt'altro
uomini, n
le cose,
io
Il
che sono
io l'arbitro del
le vittorie
temo
di
me
le ancipiti
speranza
la
fiero
mo-
temo n
cili.
per
me
mio
il
troppo
stesso.
fa-
Non
vicende del
segreto della
destino. ...
Il
mio
XXXII
avversario pi temibile sono
gurati
istinti,
con
la
io, io
con
tutti
La
le
mie debolezze
una dura
vita
miei scia-
milizia, a
immacolata
d'intenti,
di vilt, d'incertezza, e
petuamente
impone
desti, vigili, in
una specie
di perfezione astratta
voci lusinghevoli,
Esso
ma
infallibile.
Diario
molli abbandoni,
sospetti, le gelosie, le
il
libro
Il
si
uno
stile
commozioni fermate
in
pii
Nei
tre
quaderni
di
corrono
le
al
27 gennaio del
'13, si
la
per-
cio l'assoluto.
povera
XXXIIi
Che impresa
Ma
benedir sempre
pensando a
coraggio mi
di
mia
la
fatica
Che
ed
inaudito dis-
Amore beato
una missione
eroica.
Io
gno,
La
o,
diciamo pure il
uomo,
realt nel
riflesso piccolo
sogno
ma
sia la vita
la
concezione
mondo,
sici
piuttosto
il
d'un so-
non secondo
del
come
il
pu essere
eroica sar
mia salvezza
coster la
te,
Di
pendio d'energe e
vita.
secondo
alla bellezza
suprema d'un'
l'umanesimo
la
Questa
idea.
;
ove
la realt
l'essenza del-
movimenti delle
la
propria uni-
spiriti colti
la
maggior parte
XXXlV
di l d'ogni miraggio
noscono che
ciano
Ma
il
per
tutto nel
nulla.
il
mondo
credenti,
illusione,
quando
quando
rico-
strac-
quali
si
l'os-
ne
Giacomo Leopardi
l'abisso.
stesso
nella
famosa
compiutamente questo
rilev
lirica *
chi dispera,
manca
la
il
di
Borsi,
leggendo
il
suo diario.
secondo
si
chiude fra
le
profetico nell'ultimo
Il
commiato
amor
tuo, in tuo
preghiera
la
affinch
te
si
Notarti
al
nome
Ma
11
alla
sua donna
qua solo
meam.
compiuto, per
in
gli sforzi
Addio,
e lontano alla
tutto sar
degni di favorire
levavi animarti
scorgiamo nel
la
processo
lo
Il
ti
te,
mia
per
Qui inalzo
predilige,
qua ambulam
qua ad
te
XXXV
Non siamo pi
dinanzi alla
donna
terrestre
con
vanit.
II
alto mistero,
Ormai
la vittoria,
la
ecco
non volge pi
meta
la
II
vicina.
Dopo
vediamo
poeta, contemplail
capo a riguardar
pace.
Piero Misciattelli.
^^i:^i^~4x^.
il
CONFESSIONI A GIULIA
3.
- Sorsi, Confessioni.
FIRENZE,
di pensieri e di sogni,
che
mi accingo a
svelarti a
uno
troppo
ricca,
troppo,
varia e
le
sue
speranze
lusinghiere
sue incertezze,
le
suoi errori,
le
poema
infinito e
inesauribile,
perpetuamente
rin-
Et
la
tuoi occhi, e
un giorno potr mocome una chiara testimonianza del mio fedele e costante amore
per te, ebbene, questo sar un beneficio della
sorte sul quale non avr contato, tanto pi dolce
e della mia sincerit. Se
strarti
questi miei
e soave quanto
vittoria
scritti
pili
che corona
giornalieri
come
la
soldato,
il
sforzi di
un
disperando
di
causa
vincere.
Ma
miei pen-
narrandoti
le
mente
la
mia vera
vita.
Venerd, 6.
mondo
al
e di questa verit io
ti
mio ed
avrei sbito
arbitra del
ri-
mio
debbo a
te la chiara
coscienza.
T'avevo appena
intravista
il
tuo volto,
il
tuo incedere,
il
tuo sorriso,
la
tua
voce,
tuoi sguardi,
nome, come
rabili
il
tuo
immemo-
ma
il
cuore non
ha
mai
dubitato
un
il
Il
mio amore
incorruttibile, indivisi-
l'oggetto del
In certi
stato agitato
sce tanto
ti
difficile
spiegarti,
rie-
te.
assai facile
E poich mi
alle
prime apparenze
di
d'ispirarti
un amore
essermi sconciamente
zione ideale.
ebbi allora
te
desiderio impreciso,
dire,
le
ma
supremamente benefico ed
alto.
Avevo per
mavo
ti
chia-
l'ispiratrice e la
pensavo che il
unicamente per disvelare a me stesso quanto c'era
in me di buono, di prode, di bello e di nobile.
Ma quante volte, guardandoti e standoti a fianco,
sentii vacillare l'austerit dei miei propositi Quante
volte mi sentivo assalire da impazienze frementi
Quante volte mi venne la tentazione di affrettare
il destino, di
piacerti subito cos com'ero, ma!
mentendo
gari dissimulando e
Allora purtroppo
con
orpelli
avvezzo
alle finzioni,
alle
falsit,
mia vuota
un istrionmenzogne, alla
la
e luccicanti, ero
fittizi
trionfi miserevoli
dirti
me
contro
stesso,
come
chiamando disperatamente a
cora conservavo in
me
di
puro e
di onesto,
per
di sciupare e
disperdere con un gesto prematuro il meraviglioso tesoro che indovinavo in te. E mi dicevo, in-
vocandoti e parlandoti
No, Giulia, non voglio
che il tuo amore sia dovuto alle mie grazie fatue,
n a lusinghe e importunit sciocche, n a tranelli
:
d'ambasce,
di
studio, di
lotta, di
sacrifici
il
germe d'una
il
ambiziosa.
Persino
immune
non pensavo pi ne
al
d'impurit e
d'i-
premio dell'amor
mi proponevo
sempre
di amarti
in
di
silenzio,
una
puro
vita di
sacrificio per
il
bene degli
stirpe.
Che
mie
carte,
pianger
miei
tutte le
libri,
sulla
mia memoria
spesso a notte
alta
amore
taciturno
per
vizio,
ma di
e disperato,
che
m'ispirava
la
vita e le opere,
pensiero fisso,
fezione ideale.
la
E mi pareva che
gloria dell'Empireo,
sorridesse a questo
amore
con messaggi
di allegrezza e di conforto.
10
a goccia, immolargli
ambizioni,
le
miei
pi acerbe e
il
istinti,
segreti,
il
vincere in
nome suo
irresistibili tentazioni,
tutte
consacrargli
qual' la vera
completa:
la
ficio, e l'oblio
pieno di
Imparai a odiare
facili
d'una
natura
forte e
indulgenze,
per
il
il
sacri-
bene
altrui.
il
successo,
trionfi effimeri, le
che
sono il premio dei mediocri. Finii cos per immedesimare l'idea di te con quella della stirpe
alla cui gloria avrei
stesso,
considerai
ti
incarnato.
Mi parve
naturale. Pensai
me
come un simbolo
ed
di vivere in
d'essere
stato
una
vivo
vita
sopran-
designato
dalla
quale
Non
so
come
11
Non
credere che
tutti
questi pensieri ed
fortemente
come pu
esprimo.
tutto
Non
uno
sfolgorante
mo
mi
mio pensiero fosse
apparire dal
credere che
il
modo con
altri
domi-
tralasciare
il
tripudio
di
cui
grandezza.
pi
il
senso
la
di perfezione
disgusto e
zioni
la
che
ritrovano pi o
si
giovent
felicit
talvolta pigliavo
le
meno
il
mille
dispera-
attive in tutta
sentimento vago
della mia forza per una ferma volont e naturalmente m'ingannavo sul calcolo delle mie facolt;
talvolta il pi piccolo inciampo contro cui urtassi
mi faceva rotolare anche pi in basso di quel
che non sarebbe accaduto a chiunque altro;
concepivo piani vastissimi, sognavo la gloria, mi
disponevo al lavoro, ed ogni distrazione pi futile, una
gozzoviglia d'un'ora, una tresca d'un
giorno mi trascinava via con s ogni velleit. E,
quel che peggio, il vago ricordo delle mie
grandi concezioni abortite mi lasciava certi ba.
gliori ingannevoli che mi avvezzavano a confidare
12
in
me
stesso,
di pro-
durre.
Ed anche
come
come t'amo!
Sabato,
7.
tu
avere
avuto
13
suoi gorghi,
le
da scogliere contro
re stato precluso
sua poderosa
ma
giand,
corrente
ha sempre ripreso
trionfale e irresistibile.
secondo
le
le
il
suo cammino
mio amore
Il
quali la
schiumeg-
rotta
sia
si
s'
svolto
repentini,
sempre
ed ha
partecipato
mia
della
corruttibile,
pieno d'incertezza e
di perples-
Ma vince, lo sento. Se
mi considero, mi ritrovo
tanto pi maturo, consapevole e forte. Ora sono
gi in grado di giudicarmi con una severit
sit,
oggi
di
dubbi e
d'errori.
m'interrogo
Non
coscienza tutte
le
trovo
arrendevoli e
pi
nella
indulgenze
facili
lascia in
fallo
me
sempre pi cocenti e so gi
rimproverarmelo con durezza inesorabile e senza
piet. Ora le vittorie su me stesso si fanno sempre pi frequenti ed agevoli, il mio pensiero si
abbandona meno spesso alle lusinghe dei mi-
un solco
di rimorsi
raggi ingannevoli,
Sento gi in
me
che precedono
si
scoraggia
meno
lunghi
fremiti
quei
di
poco
vittorioso
il
Tu
stessa
mio modo
di sovente.
trepidanti
coronamento
devi
esser-
di parlarti, tanto
compiacevo
di
parlarti
per
parabole
bizzarre
indirette,
ed enigma-
14
tiche,
sviluppa,
si
occhi su di
ora
stenti.
miei
te e
modi
Prima
d'una
felicit
svolge,
gli
insi-
mio
due destini, il pensiero
vicendevole mi pareva un sogno
nome, d'unire
si
darti
il
nostri
fondamento
della societ.
L'uomo
vita,
solo mo-
15
struoso.
esse
ha detto
Signore
Il
hominem solum
Non
bonum
est
>
Domenica,
Stasera ho
zione per
varie
scritto
me
lettere
uggiosissima,
questa
di
noia mi
Scrivendo a te
puerile, poich in
illusione
te.
realt scrivo a
felice di
un'occupa-
delia cui
8.
queste parole,
e inviartele
me
stesso,
come
tutte le
or ora,
altre scritte
quanto cerchi
In realt per
immenso
d'illu-
sia l'amor
questo mio
querulo
accorante che un
sentimento
molto gagliardo e veemente, allorch non n
partecipato n inteso e si consuma e si agita
c' niente di pi
isolato in s stesso.
Nulla pu vivere
nutrimento
v'hanno
doni
certi altri di
mondo
al
certi
senza un qualche
amori che
piaceri, baci,
certi
altri
sacrifici,
che vivono
certi
altri
di s stesso,
la
di
di
Il
rancore,
rabbia o di
mio
sua voracit non pu
s'alimen-
parole, carezze,
si
pasce
saziarsi
16
Mi prostro dinanzi
te,
ma non
so an-
debolezze,
pi delle volte
esserti
sono
sforzi
pietosamente
che riescono
vani. Io
al
il
soffro di
mondo pu
con-
smaniosa bramosia
di
rivederti, di riascoltare la
costerna orribilmente.
Vorrei
avere
almeno
la
17
consolazione
rammentarmi a
di
il
te
pensiero
tuo
si
ogni giorno,
fissa
qualche
provo a pensare
con una tensione cos
a te cos intensamente
frenetica di nervi
la
da
costringerti a volgere a
sapere
se
sono vani o
ma non posso
questi lontani e
efficaci
amorosi.
richiami
silenti
me
Non
so nulla^
nulla.
continuo
senso
di
malessere.
Anche
in
queste
pagine che traccio si sente benissimo l'imbarazzo e r impaccio sono, in questo vagabondaggio
;
come un viandante
andare a
tentoni.
anche
godo mi
ma
po-
libert
libero.
paralizza.
Ecco perch
egli
tanto
felice
quanto
obbedisce
genio,
ai
alle leggi
sociali,
morali, naturali, al
che
si
fisse,
adatta
meglio a forme
grande quella
schematiche pre-
18
longeve. Cos di
bandonato a s
ma
il
stesso,
come una
libero.
capace
indisciplinata,
male e
troppo solo
troppo
bene.
il
Ma io mi lamento a torto. Questo amore, anche con tutte le sue pene ed angustie, anche
con le sue perplessit, pur sempre tutto per
me, la mia gioia e la mia salvezza.
Luned,
9.
nulla.
basta a farmi
che
il
felice,
mio amore
un'affermazione perfettamente
ratami da
ma
ma
scrivevo qui
raggiante.
si
nutre di
stolta, ispi-
in realt
piccola cosa
di consola-
me
quali ritorno
mi faranno sempre
altrettanti
mille
fiorire sul
tesori prezio-
volte, sicuro
che
labbro un sorriso.
19
tu
nonnulla
infiniti
tutti
squisiti,
tersi,
lucenti,
Reno
gliai nel
dalla
spalletta
d'un
ponte, per
mio
per
la
prima volta
la
il
giorno in cui
mia ode
ti
dissi
proseguii.
l
un
dirti
certo punto la
quella. Invece
memoria mi
fal-
alla
Gentile
l'aprirai
copista
guizzare per
le
innamorato.
ti
parler del
della
mia pa-
E questo mi
fa
20
uomo
cocciuto,
irrefrenabile,
Tu m'hai
volubilissimo.
modiche
mia benefica
maestra d'ogni virt migliore, tu, mia viva saggezza, tu, largitrice unica d'ogni mio bene pii
insegnato ad appagarmi anche
e discrete, a dar pregio a tutto,
di gioie
tu,
puro e pi santo.
Marted, 10.
al
nistra e
varmi. Se vero
un principio
gi
che
di
il
pentimento lacerante
io son
il
mi son lasciato cadere, delle inmi son macchiato mi tortura angosciosamente. Dio solo sa con che ferocia implacabile, con che inesorabile giustizia io mi ricopro di contumelie e di rimproveri, mi rendo
gli oblii
in cui
fedelt di cui
21
aspramente conto dei miei torti e delle mie debolezze, senza dissimularmene la gravit e la
turpitudine.
marmi,
lo
soltanto
la
che
la
la vittoria
mi
assista, e tu soc-
Giulia mia,
tua
brivido
la
di piet
tua severit mi
fa tremare,
meno
donami, Giulia,
le
ma
il
riuscir
tuo perdotanto
pi
Sono
ma
to per questo
ti
22
pessi come sono colpevole, e perci degno di
commiserazione
Se tu sapessi come ho sospirato, come ho pianto, quanti disgusti, quante
amarezze ho sopportato Se tu sapessi con quanmiei torti
ta acrimonia mi rinfaccio
E sono
gi punito, sai ? Ogni ritardo a compiere il bene
!
gi punizione a s
Io
ho
il
rimorso
di
d'essermi troppo
oggi pi lontana
stato
stesso,
espia
si
in s.
spesso
la
fuorviato e
gran
un lavoratore pi
meta.
alacre
di
vedere
Forse, se fossi
e sollecito, a que-
dopo immensi
trovato in
sospiri
23
e
non posso
senza
considerarla
raccapriccio,
Eppure nulla mi mancava ip me sovrabbondava il vigore, la forza, l'ardore, avevo lo spirito alacre, attivo e lucido, una coscienza florida.
Non c'era impresa, per quanto ardua, folle, disperata, che io non mi sentissi capace di compiere. Ero tale virtualmente, che ogni abito de
stro avrebbe fatto in me prova mirabile. Bastava
che volessi e non ho voluto. Ho preferito obbedire ai miei istinti pi pravi, sono stato un ignavo e un lussuoso, un vanitoso e un negligente.
Ma non sai, Giulia, quanto tempo ho perduto
irrimediabilmente, quanto tempo prezioso e quan:
te
energie
preclare,
magnifiche,
eccellenti,
gono
sori,
le
che erano
tuoi,
consacrare e serbare
che
a te
Mi ventanti te
avevo promesso
sola, sono andati
ti
ho
di
di-
spersi in tante
momento
di
a ciondolare
nell'ozio per la
mi hanno
colpito,
miei
lutti
famigliari, le inii
rovesci, invece
me
24
nell'onta. Ecco,
come ho
immagini
nuanti, disonorevoli
no compiaciuto di successi
schi, mi sono appagato di
di
rinchiudermi in
dine,' in
nefico.
lesca,
di piacere
Mi
so-
feconda
un'austera e
un lavoro
effimeri e ciarlatane-
solitu-
Ho obbedito alla mia lascivia pi animami sono insozzato nelle volutt pi impu-
menzognere
la
loro
Non
bassezza.
una specie
di
credere che
meno
di quel
che
che
basterebbero
tua collera e
merito
la
non
te
il
tuo
li
narro
perch
ti
troppo venero
adoro, troppo ho p
mie sozzure e
delle
una sola
delle
mie miserie.
il
intollerabile di
cos, per
potenza
essere
mille volte pi
espiatrice.
Giulia,
non
25
voglio
farti
lare
proponimenti
ma
voglio trovare
presuntuosi e magniloquenti,
la
ma
la virt,
te solo
Mercoled,
Ieri
saldo,
e oggi
ho molto
letto e
in
dirti
Dia-
il
mio
consolanti
risolute e
V'
meditato
non so
11.
quegli
mio
al
pro-
tanta
scritti
ciati
alla
un
per
me
fallo
scrivendo
S,
nanzi a
ero
speranza
de
solo. Ieri
disperazione,
la
seconda
Giulia, io
te, di
virt.
preda
cagione
Guai a chi
ho bisogno
in
disperare
si
la
arren-
di umiliarmi,
di-
26
ho
e sfolgorante di
tutti
segni
della beatitudine,
fermato qua e
neppure
turpi
l alle piti
l'eternit
ma
ritardo,
pochi
mi sono
appetiti,
lorde bettole.
vero
con fede
con ansia rinnovata. Coraggio, coraggio Longa via est: propera! Per troppo tempo sono stato un ingrato
e uno sconoscente, ho dispregiato
doni pi
opulenti che il destino mi ha elargito. Ora ti
frettarmi
rinvigorita
perch
pena
il
tuo
cuor mio,
Giulia
imperiale beneplacito
benedetta,
mi
ordini,
sempre la mia
lunga e abominevole codardia. Come son felice
d'amarti
morte, di
la
Una
letizia
umano, amo
per
vincere
la virt,
amando
amo
la
te
mia
amo
il
genere
patria, la
fede
l'infuori di te tutto
sei
il
imperfetto
e perituro,
Ma
da noi ritorca
il
viso
non
ha.
non
sahr.
tu
fer-
27
te,
adora? Nessun
nessun palpito segreto e
misterioso ti fa tremare il core?
If I love you, what is that to you ? We
say so, because we feel that what we love is
not in your will but above it. It is the radiance
of you, and not you. It is that which you know
not in yourself and can never^ know (Emertutto tuo,
presentimento
ti
ti
agita,
son).
(1)
Gioved, 12.
Ieri
t'ho
t'ho spedito
spedito
il
quest'anno
di
la
mia Barcarola.
programma
in
Stasera
Orsammichele.
Domattina
appena comparir,
ti
far avere
il
mio
ti
Poi,
articolo
(1)
cos
28
SU santa Caterina.
cos conto di
farti
d'aver
terminato
mia
attivit.
Crismiti
Quanto mi tarda
avere.
il
avere di
te
o che
Non vedo
l'ora
mio lavoro
lento e
grande pazienza,
ma
certe
una
mi afferrano
volte
me
sforzarmi, abusare di
Adesso
il
ai
Crismiti s'
Califfato
terzo
nel
secolo
dell'Egira.
Domani
orientaliste all'istituto di
Studi
supe-
giorno
alla
Nazionale e
raccolto tutto
il
alla
Marucellana,
poi,
ripi-
glier allegramente
il
ho
Forse
tante speranze.
intollerabili.
ed
opprime come un tedioso sgobbo scolaresco.
Eppure non pu essere altrimenti. Anche monumenti pi maestosi sono stati costruiti pietra per
pietra, mattone per mattone, con tanti piccoli
nuante, piccolo, minuzioso, gretto. Esaspera
29
gesti faticosi,
ogni
nare
pi
uomo
poco a poco
giornaliero,
esse m'hanno
aiutato
stanchezza e di conforto
immondo
di peccati e di
Ogni
Io
debolezze,
pi
perch da
con
te
sola
un attimo di
sono un ricettacolo
vincere
attingo
ma
fra questi
il
dominio.
sento
risoluto
istinto d'in-
benedetta!
cui
Come
sarei
misero e meschino,
e spregevole senza di
te,
rosa, dispensatrice di
bene e
il
mio cuore
quello
che
si
moltiplica per
varr,
come
sarei inetto
T'amo ed
gratitudine. Tutto
poco o molto,
sar tuo, lo
30
riconosco e lo proclamo
fin
d'ora tuo
dono
in-
sperato.
Venerd,
Che
per
tata
me
gi
13.
diven-
ogni
sera
vagabondaggi capricciosi
ma
della
tasia inebriata e
innamorata,
un
significato e
doppi
l'atto
il
mia
a
che
vale, la fede
con
fan-
attribuisco loro
cui
si
mille
Non
compie,
per
te
ad avere
pi
un
i
culto,
suoi
riti
11 mio amore
una religione che comincia
giornalieri
un moto vago ed
costanti.
Non
una
serie
inafferrabile,
inespresso
come
se
non
esistesse,
nasce
cui
si
e
ri-
31
Giulia,
debbo
Giulia,
Dante dice:
Veramente, n forse tu t'arretri
Movendo l'ali tue, credendo oltrarti,
Orando, grazia convien che s'impetri
Soltanto adesso
mi
appare
tutta la
(i).
sublime
parola anche
possono
si
Io
dischiude
ti
voli
fuorviarsi.
e adorabile.
il
prego e
ti
catecumeno.
ad esprimermi,
strato e raccolto,
e fremente d'amore.
medesimo
in te.
Son
tutto
Ah, perch
cosa
tua,
mi im-
come
vorrei?
(1)
Paradiso,
XXXII,
145.
concepisco
32
altra felicit
alla
sua legge.
mia
il
peso
di
questa tene-
balbettando
il
tuo nome,
in
lacrime
sguardo benigno.
Come
Non posso
pi,
d'uno
non posso
pi.
mi
mia ragione si smarrisce.
Cara Oh, mia cara Oh, mia diletta, delizia
mia unica! Come sei bella! La tua bellezza
quasi una delicata efflorescenza del tuo spirito
E' troppo.
sento impazzire,
far a
la
squisito
Dio mio,
vivere?
gentile,
l'immagine
sensibile
d'una
il
destino che
ti
volle
far
il
tuo sorriso
mia
ed
beatitu-
mia luce, pensier mio trepidante ed unico, mia sempiterna, gaudiosa e sedine,
cura
mia
gloria,
felicit.
Sabato, 14.
Oggi
per
me una
Uno spasimo
giornata
tempestosa
mi tiene e mi
opprime. Sono scontento di me^ trascorso da
fremiti collerici. Mille incertezze mi ondeggiano
tristissima.
irrequieto
33
nell'animo e
il
pensiero di
la
vita
te,
In
che me le ispira,
questo momento
come una
avvenire mi appare
per-
struggimenti
Mi sento
fortissimo, invincibile.
Mi pare che un
nel pugno
stringere
ma
BoBsi, Confessioni.
e pazzesche,
34
cieca e assoluta.
Non
esteriore, anzi
mio
prode
mi
desidera,
li
Soltanto
coli.
il
attirano.
cerca,
li
invoca,
li
imprese ardue,
le
Odio
le
timore
tutl'altro: io
temo
uomini, n
gli
istinto
vittorie
temo
le
troppo
di
me
cose, n
osta-
gli
cimenti
facili.
aspri
mio
Il
Non
stesso.
ancipiti
le
vi-
mio valore
di
combattente,
allora
sarei
fin
sario pi temibile
sciagurati
istinti,
d'incertezza, e
petuamente
impone
la
necessit d'essere
desti, vigili, in
arme.
Io
temo
di
per-
non
un
degno dell'amore
amore operoso e coraggioso, attivo e benefico,
costante e infallibile. Esso una specie di perfeche
esser sempre
tendo disperatamente,
ma
che
nutro,
sogno,
cui
35
raggiunto.
dall'avere
esempio, mi sembra
momento, per
questo
In
star qui
di
perdermi
in
mi
di
volta
Mi odio
me una
cor-
invincibile
namente
te.
me
altrettanto
grande quanto
si pu uma-
soffrire.
Domenica,
Anche oggi ho
di risposta alla
musica e
Che
pensi di
dilaniano
il
me?
cuore,
Il
ti
mille timori
immaginare
almeno per un senso
cenno
mi
intollerabili.
Se
Mille angosciosi
tu potessi
certo che
alla
15.
quanto
mi fai soffrire,
femminile son
a togliermi da questo
di
affretteresti
piet
pi
mio
Non
il
strazio in
resisto pi.
preferibile
questo
36
notte alta.
Ho
questo quaderno e
brile e
forsennato
pormi
per
al
lavoro
respiro.
far
Mi sento
affer-
affannosa.
Come
pi febcos
istordirmi.
anelante ed
mia terribile ticon una furia tremante e convulsa, t'invoco con una insistenza
dolente e supplichevole. Vedi la mia vertigine,
contempla la mia miseria^ ascolta il mio terribile
ululato, il pianto del mio cuore,
miei sospiri,
e silenzioso, mia inaccessibile,
ranna! Ti tendo
le
braccia
smarrito ed esanime.
menza per
vivere.
al
lavoro, che
non
la
pace
tezza, se
mi
dia
la
spossa-
Luned, 16.
dei
Crismiti,
quella
del
Fumo.
37
nando
dalla biblioteca
un angolo
pregare.
con
Ho
per
sarmi e comunicarmi
presso
alla
tomba
Presto voglio
dei miei cari.
Croci,
l,
sogno
la
di rifarmi l'anima,
confes-
perch sento
che
Ho
alle
bi-
ho bisogno
sto
male,
che brancolo nel buio, che mille pesi mi opprimono, che soffoco. Cos solo, amarti cos
solo, in mezzo a tante incertezze, quasi senza
speranza, per me una tortura indicibile, che
Ho un
mente come un chiodo,
quello di rivederti al pi presto. Oh, s, voglio
rivederti, Giulia. Aspetto di avere una scusa qualunque per venire a Roma, magari un giorno
sorte, di
solo pensiero
fitto
nella
38
solo,
magari poche
derti,
parlarti, di
ore
ripeterti
strartelo, di dissipare
Giuro a
me
soltanto,
pur
che t'amo,
di
di
tuoi sospetti, se
volta
rive-
dimone hai.
non
la-
ti
imposto un reciso
dilemma. Voglio, voglio che tu mi ami, Giulia!
Senza questa certezza la vita non ha pregio per
che pensi
di
me, senza
averti
il
tuo
cor
speranza abbarbicata
in
me.
gentile
radice
e
di
che
Stolto, stolto
mi
che
patire
ameresti
e tribolare.
compenso a tanto
mio sitibondo e
amor
Oh,
subito, per
sacrificio e all'oblio
alla
prepotenza,
alla
alla
completo
altro e pi
d'ogni
rassegnazione,
di s,
avido
al
fino
pervicacia e all'indiscrezione,
mia libert, esso mescola in s ogni dissonanza ed ogni contrasto. E non poterlo esprimere In tutte queste pagine che ho gi tracciato
vit e
39
non ne
potresti
vedere
una
ombra
pallida
Non rammento
d'aver mai
fatto in vita
Io
balbetto
con ansia
S,
mio amore
il
immaturo ed
indicibile e trepidante
al
il
aspetto
io
giorno
soccorso
in cui
irrisorio
persuasiva,
folta
io
di
miste-
spero inutilmente
se-
come
quella di
pensieri strazianti mi
muovon
guerra implacabile?
il
tuo silenzio
sia la
40
spiegarmi, di cui
non conosco
mio conto.
Perch non mi
narti sul
biti?
me?
detto di
incertezza mi
turba
S,
rassere-
Ma
mi
uccide,
la
Vorrei
causa.
la
ogni
toglie
serenit,
mie forze.
tutte le
Marted,
17.
trovano
la
ma
che certamente
qualcosa di
non
mio lavoro, ho passato
sono soddisfatto
tutta la mia giornata
so,
del
speso proficuamente
il
tutto
il
mio dovere,
al
e tutto questo
mio
ti
mi d
fedelmente
parlo troppo di
me
d'avere
e d'aver fatto
basta! Io
stesso.
l'idea
obbedito
io...
Ma
Questo
Non faccio
di
sento
tavolino,
mio tempo
altro
che parlare
di
sulle
41
non son
nulla,
non sono
tripudi.
che
altro
Invece
un tuo
miei giorni
servo inutile e indegno, che passo
a pavoneggiarmi allo specchio, invece di servire
i
di
Tornavamo
io
ti
dicevo per
ispirati
da
te.
con
prima volta
Quando
Ivi
giunsi
io regno, e
ai
altra
miei
versi
Pracchia.
gente
ed
ottonari
che dicono
son tiranno
col
tu,
orecchio distrattamente,
dirmi che
insomma
non
di
>,
prestarmi appena
io
E ancora mi accorgo
lora^ di
stesso
d'essere
il
il
medesimo
d'al-
dare importanza
alla
42
che adorare
mio sguardo
te,
Te voglio lodare, in te
Oh, se potessi a poco
inebriato.
rapirmi, obliarmi in
te.
tutto
l'esser mio,
angusti
della
e sminuzzata, affluirebbe e
si
accoglierebbe in un
Quando
parli, tu sorridi
sempre.
Che
Tutte
le
vivida armonia in
ma gentile!
me
le
te,
43
meravglia
un
come
gelica. Al tuo
confronto ogni
grossolana e volgare.
reggere
al
Non
paragone con
c'
la
sovrumana, an-
cosa rozza,
musica che possa
altra
tua
vago
e fugace
armonia snella che possa
paragonarsi a quella del pi rapido e impensato
dei tuoi gesti. La tua sola vista la pi prelibata
delle consolazioni. L'anima dell'uomo tende invano all'assoluto. Ogni cosa che lo circonda imperfetta, ha la sua macchia, il suo difetto, la sua
tara, la sua magagna. Questa rosa vellutata e ricca
ha un petalo risecchito e una lumaca strisciando
su di lei l'ha insozzata della sua sbavatura. Questo
diamante grosso come un uovo d piccione,
sfaccettato con una simmetria perfetta: attesta nel
modo pi eloquente la grandezza d Dio, il supremo
geometra; ma no, ecco qui una piccola scheggiatura che lo guasta. Che silenzio profondo mi
dei tuoi sorrsi,
non
circonda stanotte!
done
ai
gorgheggi
che quasi
ai
c'
Che
di quest'usignolo!
miei piedi
Ed ecco
44
minciano
il
loro gracidio.
Ma
tu
siderio
sempre inassopito
soluta,
fondo all'anima di tutti noi come un bisogno istintivo, come un presentimento della beatitudine immortale alla quale Iddio ci ha destinati. Giulia, tu
sei divina e l'ammirazione che io tributo alla tua
perfezione sconfinata e assoluta, senza restrizioni
e senza tara. Allorch
a
te,
ti
miei sguardi o
di
circoscrivere
fezione.
vigile e sottile.
parli,
parlato,
sfiorare
ti
tu vivi, pensi,
ti
muovi,
gestisci,
sorridi.
ti
rivedr
prenderlo e gustarlo.
la
mia sorte
nistra,
la
e dir di
futura, la pi sciagurata, la
non
pi
si-
la vita
45
chiudo
in
me
la
tua immagine,
sono gi ricco
di
Mercoled, 18.
ben lungi
dall'es-
te.
Io
le sue chiaroveggenze ed io
conosco, Giulia, e t'amo perch ti conosco. In
realt io ho sempre pensato che la bellezza sia
ti
come
come
le
sare a
un errore
rata e
Anche
la
bellezza ha
suoi anal-
io
penso che
la
tua
anima
altrettanto
non pu racchiudere
legiata,
il
in s
privi-
la vita
46
sima penetrazione squisita, una chiarezza perspicua e cristallina di concetti, una visione giusta e
vera. La tua intelligenza rapida, sottile, vivida,
precisa. Non t'ho mai sentito esprimere un pensiero frivolo, non t'ho mai sentito pronunziare una
frase sciocca. Hai una mente seria e pensosa, ir-
una maturit
queste son
me
Tu
credi,
l'hai
pigro
ho osato
minare
Non
guardarti.
ci
cosa sono
dicarti? Io
sia
io,
non
siderarti per
ti
giudico, t'amo.
soppesare
il
il
tuo valore,
diritto di giu-
poi, nel
le
con-
tue virt
mi pare che ci sarebbe stato un moto di diffidenza quasi oltraggioso per te, come nel soppe-
47
Tu
sei
indiscutibilmente
perfetta, sei
discussioni,
lato,
falsa.
perfetta
non ammette
incertezze di
guardarla
ti
vie
spiegher,
sia tutto
Coeurs profondes,
comme
Dieu
une prparation
l'a faite;
il
la
la premire
tombeau. Alors
commence
esprits sages,
c'est
prenez
la
rhomme
ti
vano ed
il
lui
vraie,
commence pour
marche de
l'intrieur
du
distinguer
le dfinitif.
Le
dfinitif,
songez ce mot. Les vivants voient l'infini le dne se laisse voir qu'aux morts. En attendante aimez et souffrez, sperez et contemplez.
Malheur, hlas qui n'aura aim que des corps,
des formes, des apparences! La mort lui tera
;
finitif
48
tout.
Tchez
'^'aimer des
mes, vous
les retrou-
verez (Hugo).
Gioved, 19.
certi
dubbi
gionevoli e logici,
stati
riflessioni,
li
pidazione,
alla fine
ma mi
sorregge
qualche perplessit
pi di pace.
E adesso
Ecco il dubbio
un benedetto cervello
:
la
speranza
di
meno
di trovare
un po'
che il
lato pi astruso e difficile, il pi complesso ed
insolito. Tu ami questa donna, non vero ? Tu
ami questa Gentile ? Ebbene, perch vuoi sule
altro
49
amore
lato
il
soprannaturale
e romanzesco?
Perch
ti
precipiti a testa
mondo ambiguo
chiusi nel
delle figurazioni
ritualiste,
bassa e
ad
occhi
delle astrazioni
simboliche,
spi-
delle
al-
una
fanciulla che
fa-
quadro allegorico
sia
il
una ostinazione
di
natura
tutta libresca,
terario
modo
parola in
senza dar
la
BoRsi, Confessioni.
te,
50
riempi di
fitta
per
esempio, tu
accumuli
offri
a te stesso
e intanto
quello che
i
fai,
ti
lontana,
ignora
ro-
basti,
perfettamente
po',
Gio-
assumendo dinnanzi
ghiera e
plastica
attitudine
ti
consoli di questa
a te stesso
del
la lusin.
giovine
senza
non potere pi
vivere
di te?
Il
51
malsana
gioia
di
Ma non
osar neppure,
poco dopo
di
E poich
dicembre.
tu continuavi in quelle
stupide
tue
voglia di
non
ricominciare ? Perch
dirtelo ?
Quella sera io temo che tu abbia in ultimo dissipato anche quel po' di turbamento e
ispirarle
Che
requisitoria inesorabile,
non
di
con
com-
le
tue
vero, Giu-
il
fatto
stesso
52
con
spalle al
le
di
mettermi
incalzarmi e di
cos risolute
quanto il mio
amore s' fatto grande e forte. Questo amore si
immedesima tanto con la vita e le vicende del
mio spirito, che ne assume fedelmente le mutevoli colorazioni e l'aspetto. Esso una cosa sola
con la mia virt, con la mia forza, con la mia
fede, con la mia vita. Quando mi sbocci nell'animo, fecondato dalla tua presenza, quel germe
d'amore che Iddio vi aveva posto, esso trov
prova
e stringenti, la migliore
tutto
il
terreno
ingombro
di
erbacce, di ortiche,
di
La sua
vita fu
Oggi
il
succo
vepri, loglio,
ortiche,
morto e
distrutto.
s,
per
destinato
vitale
in
la
Oggi
propria
al
fiore
rimproveri
co-
mi sento
guarire a
quando ho
Io
mi sento
guarire,
altro.
Se
53
non
questa per
me
il
pensieri
sosi e gravi.
te
Giulia,
Perch me ne
il
tuo affetto e
la
54
della
dell'amor
da
te fin
Non
mentire fino
punto
al
ingannarci
di
noi
che
stessi,
lo sono sempre stato un parolaio, un ciancivendolo insigne. Sai che torrente, che profluvio
di soffici e infronzolate
riversare su di
Sai in quanti
lusingare
la
menzogne
avrei
ingenua?
innocente, pura ed
te,
modi
avrei
cercato
tentare
di
potuto
e
che non mi
me
nelle
con
te,
me un
gioco
Ma
facilissimo.
non
vanitosa,
non
inutile.
altre,
Indovinavo che
che non
pettegola,
ai
eri
cu-
non sensuale,
tuoi occhi, se
con tutte le
benedetto
per
un
te,
per
amore
mio
altre. Al
pensiero
nessun
istinto, non ho mai mescolato
avessi tentato di metterti alla pari
profano e irrispettoso.
Ho
accolto
la
tua
mi-
55
magine
nel sacrario pi
geloso
inaccessbile
sempre.
questi sospetti
piombavo
nelle pi
mi abbandonavo ai
miei istinti pi perversi con una specie di rabbia amara ed accanita; poi tornavo in me, contemplavo la mia rovina come un demente, corroso
nere e torve
dai rimorsi,
disperazioni,
allibito
dallo
spavento, annientato
dallo scoraggiamento.
di di-
sarebbe passato
il convoglio
da Pracchia mi opprimeva e mi confondeva ed
io mi agitavo come se sentissi posato su di me
il
tuo sguardo collerico e saturo di severi rimsgusto. L'idea che
il
momento
sentii
la
tua
divina.
56
al cuore! Ebbi un momento di vertinon credevo a me stesso. Pensai in un
lampo ad un benigno avvertimento del cielo, mi
che colpo
gine,
confuso:
Mia
il
me. Tu mi parlavi
sorella....
fidanzata....
sentivo in
-e
intanto
tu,
dinanzi
mia
gioia,
Oh,
mi
dava
preCielo
ancora un segno della sua
il
dilezione per me. Tutto non era perduto. Potevo
rifarmi. Potevo riconquistarmi ancora. Una festosa
fanfara di speranze rinnovate mi squillava nel
cuore. Ah, no, non possibile il dubbio t'amo,
Giulia, t'amo pi d'ogni cosa al mondo, d'un
tu libera, sorridente, bella, dolce, squisita!
amore
surabile, e tanto
il
amo
te
incommen-
miei errori,
miei
falli,
le
57
tue
blandito dalle
facendoti
carezze,
partecipe
di tutte le
mie
lotte vittoriose
Voglio far
te.
donna
mondo.
come un semi-
di te la
gloriosa
pi altera, pi felice, pi
del
in
pr' della giustizia, della virt, della fede, della bellezza, di tutto
quanto ha
che naturalmente
ti
il
mondo
dono
te,
di nobile e di
come
di
cosa
perviene, Giulia.
Venerd, 20.
Forse
io
la
Ma
che
mia baldanza
se
le
mie speranze sieno legittime o no, ma pure, interrogando me stesso, trovo gi tante ragioni
di sicurezza e di tranquillit, che la mia presunzione fausta e lieta non mi sembra, no, non mi
sembra troppo temeraria. Da qualche tempo a
trovavano pi agevole
il
58
me, trovavano pi
lanza.
si
Ora invece so
travestono in
lusinghiero
strisciando
quando
riconoscerli anche
modo
seducente
quando tentano
di
come
vore dell'oscurit,
fa-
Venire
fitto
al
s,
nei
piuttosto la morte
dirti
mi riesce
intollerabile.
S,
il
che la disfatta.
che sono sconvago barlume
in grazia
tua conosco
il
conservazione.
Ma
avendo
te
per giule
forze.
59
tornei cavallereschi
si
com-
gli
bisogna vedere
il
mento mortale,
di
ogni campione.
sguardo
di
quella
Tutto
compassione,
che
furia
preferibile
di
animavano
a un tuo
disprezzo o di scher-
rire.
Ma
Sabato, 21.
Sono appena
al
Eppure mi accorgo
sue pagine.
che scrivo su
diciassette giorni
termine delle
non aver
di
fitta
scrittura
come un
piccolo
preambolo
misero ed incompiuto.
non
tivo infelice,
mi
sodisfazione. Ecco:
il
pi piccolo
mio amore
rato, vi sono
senso
di
trabili,
laghi
immensi e profondi
non
vede
la riva opposta,
le
si
cui vette
si
che
il
nulla
perdono
nelle
dalla
impenecui
riva
montagne eccelse
nubi. Io stesso non
60
ne conosco l'estensione e
tutto
ho
che
quello
derarlo
come
tentativi
d'esplorazione.
sono
Io
ho
Mille volte
intravisto tra le
fonde un sentiero
ma
capivo
che
quel
sentiero
superbo, gonfio
risalirlo,
mi
di
accinto a
sarei
ma
non
continente
immensa
vastit,
capivo che
un lunghissimo viaggio
per
soltanto
mirabile
ma anche
per
la
poi questo
la
variet
sua
delle
sue contrade lussureggianti, gremite di fiori singolari e bellissimi, di cui ciascuno meriterebbe
d'esser considerato foglia a foglia.
possibile
farti
Come, come
in
questo
momento me
stanza una
Soltanto
condizione
L'uomo dispone
nell'amore.
essenziale
dell'amore.
61
La sua mente e
limitatissimo.
rere
Io
hanno un potere
suoi muscoli
L'uomo
spazio
l'altro della
che
intercede
tra
un punto e
deve met-
egli
centinaia
costruire
una
di
Iddio, diceva
ci vende li
Vuoi essere uno
Leonardo,
schermidore invicibile
? Stai
il
giornata a pestare
la
lini
medesima
la tastiera,
scala,
il
medesimo
un economista
infallibile,
filosofo illuminato,
della tua
uno
un dotto
statista
un poeta sublime
insigne,
sagace,
?
un
Consuma
62
trattati,
rinchiuditi in
una solitudine
le
vizio e
il
ascetica, arida
delitto
richie-
vincere
le
e sacrifici,
prime mosse,
et sciagurata tutto
mediocre e
male e
bene,
il
pensieri, perch
e sminuzzati.
e
l'arte
tutti
superficiale,
la dottrina,
gli
sono
sforzi
cos dell'amore
gli affetti
esso
il
i
incostanti
si
consuma
si
giunge
al
disgusto e
alla saziet
tutte le
ruttibile,
rose.
lia.
Ora
Io voglio
un'anima
che quest'amore mi
cosiffatta,
faccia
Giu-
sacro,
menta
63
Domenica^ 22.
Stasera
ho
le
Ho
scrivere, lettere
improvvisi da levarmi di
tidi
Eppoi
avrei forse
libro, se
modo
ad ogni passo
il
Sisifo
di
lavorare
di
all'Inferno.
intorno
al
libri,
Marucelliana a riportare
alla
non
da sbrigare,
da rispondere, fastorno, che le mie
Crismiti e
faccende
tante piccole
da
articolucci
ai
varii libri
a cer-
altri.
di
lista
interminabile
gli
ho
di
chiesto,
che
in
Capisci ?
se
per
le
in prestito.
questo momento,
Non
cose di
L'ha
il
Corradini
Roma.
Roma, dove,
questo basso mondacelo andassero
contento
beato
di
lui,
essere a
gli
64
dal perdermi
codeste
in
te,
Quanto tempo
E ho
pare un secolo
vedrei,
non
che
ti
ad un lavoro ingrato e
faticoso,
Roma
Dio
vedo Mi
parlerei.
ti
ad arrabattarmi
sciocchezze. Io
risibili
ti
il
un messag-
piedi.
Non
il
connetto pi,
o quattro giorni,
ti
rivedr.
Non
so per-
ma un animo mi porge che questo prossimo inNon so n sperare n temere, ma quest'ansia, questa trepida-
ch,
mozza
il
respiro.
Luned, 23.
il secondo anniversario della mormio padre. La sera del 22 dicembre, due
anni or sono, tu eri in casa mia, dove ti donavo
Ricorre oggi
te di
la
65
nuit. Tutta la
mia
vita sovvertita,
con
mille pro-
ho
sentito
il
bisogno
Tornando
di lavorare, d'affer-
Sono corso
alla Bi-
Ho studiato faticosamente grandi volumi deAnnali delV Islam del Caetani. Il VI, che l'ultimo pubblicato, in quasi cinquecentocinquanta
grandi pagine in quarto grande, considera soltanto un anno del califfato di Omar, il 23 dell'Egira. E nota che il grande orientalista, dopo aver
premesso che spera di lavorare ancora vent'anni
alla sua opera gigantesca, aiutato da un esercito
di dotti, calcola di poter giungere appena all'anno
132 dell'Egira, e quando avr compiuto questo
miracolo rimarranno ancora inesplorati ed intatti
ben otto secoli di storia islamica, dal principio
ore.
gli
Aggiunge che
dove
7.
egli
riconosce
BoRsi, Confessioni.
di
il
egli
suo lavoro,
al-
66
cune
giuridiche, amminis-
che
trative e religiose
il
vi
pertengono. Questo
si
di pi
quanto
lavoro dell'uomo, se
sia
misero
suoi sforzi
Eppure
veda sotto
modo,
una luce
quanto
egli stesso
falsa e malsicura.
smiti anche
un quadretto animato
li
In certo
miei Cri-
della civilt
un sicuro presentimento di tutto un indirizzo spirituale ora appena in germe. Ma queste sono quisquilie letterarie ed io ho ben altro per il capo.
Oggi leggendo la storia di Maometto, di Abu Bekr
e di Omar, l'esempio dell'opera compita da loro
mi esaltava in un modo incredibile e incitava energicamente gli impeti pi risoluti della mia ambizione. Ah, Giulia, se tu sapessi quali intuizioni divinatorie
dirti
mi balenano
allo
Se potessi
spirito!
se tu potessi
comprendere quanto debbo a te delle mie sfolgoranti visioni, che mondo mi hai illuminato! Credo
che ne rimarresti esteref atta e rapita. Ma tu non sai,
non sai, ed io non oso dirti nulla Dio eterno e be!
d'annebbiato
il
confuso,
conforta
ciba
di
67
speranza buona
la
mia
folle temerit.
Tu
in gloria e in felicit, e
la fatica
il
per
me
sai
che
compir
convertir
si
serber l'amore,
rischio.
Marted, 24.
e purificata
pensieri
le
mie parole
male
pace,
ma
fatto,
per lo
per
riconquistare
meno un
po'
non
dico
la
di franchezza.
me
te
sarebbe
una
non
saprei tollerare
dissimulazione
tra
una
68
non
silenzio
saprei
questo amore,
tenertelo nascosto.
l'inganno
di
sarebbe
mo
d'
Dio, cos
per
rovina
di
un uomo
Sento che
la
pio
fronte
di
mio animo
di
al
tribunale
fronte
di
te
la
come l'uomo
il
pio
sente
la
necessit
confessarmi a
sublime
di
confes-
di
questo ammirabile
questa
te
per
l'essenza
rito cattolico.
Se tacessi o se negassi
ci che confessi,
la
colpa tua: da
Ma
giudice sassi!
quando scoppia
rivolge s contro
il
taglio la rota.
Fede e compunzione, amore e leale franchezza sono una cosa sola, e come imperfetta una
fede a cui la compunzione manchi, cos misero, indegno, nullo, un amore menzognero e
dissimulatore. Ed ecco perch questo mio albo
mi giova e in lui trovo una cagione di remora
al mal fare. Giulia mia divina, questo amore
69
la
mia religione,
la
salute del
mio
Certe
spirito.
volte
Esso veramente
immortale perch
eterno,
fine
mie qualit innate e fondamentali, con quel nucleo di doti divine che l'eterno Creatore mi ha destinato creandomi a sua
simiglianza. Esso unico. Come non aveva in
s alcun germe di corruzione, cos non ne tollera l'intrusione adesso che ha acquistata tanta
coscienza di s. Tutti
falsi amori periscono e
si consumano perch accettano la falsit, l' incostanza, e trovano il loro fondamento in cose perimiei
istinti,
con
le
ture e passeggere,
come
sensi, la vanit, la
la
to
da Dio.
L'ora in cui scrivo queste parole un'ora di
luminate. Forse tu
sorta in
nato
il
in
questo
un pensiero sereno
momento
9
pio.
sei
Stasera
il-
as-
riscat-
70
mondo. Chiss
le
colpe e
miserie del
le
in
lieto,
sagi e di aspettazione,
credo
una
vigilia.
io, io
sento di avere in
me come
che
che
ancora
silenzio, e in
ma mia
si
dilata e
si
l'ani-
mondo. Sento
71
Che prodigio
questo? In questo
momento
un mondo
irreale,
mi sembra ancora
soprannaturale. Quest'ora solenne, questo grande
ed augusto silenzio appena rotto da un confuso
di vivere in
te,
pensieri e
sogni espressi
d'ieri,
un
entrata
ti
benedica, figliuolo
assista.
mio,
speriamo
che
ci
alzato e
cosa
grado
di
un minuto
fa,
di descrivertela, tanto
n
uno
e sublime,
cui
due anime
momenti
compenetrano
di quei
si
palpitano
al-
l'unisono.
Mi diceva:
ci
assiste.
steriosa
ma
spiegare,
pensieri che
di star
Ho
a mettermi in pensiero.
contro
la
e poi
il
anche
tutto
Dio non
ci
sericordioso, perdona
peccati,
ci
legge
nel cuore.
Ho
ma non
semplicit convincente e
di
quelle
indicibile.
non
poterti
dir
sua
cos se ne
nulla di
Ed
quel
che sento, Giulia. M' parso come se avessi chiamato io mia madre per chiederle il suo parere
sopra una mia idea segreta e che essa mi avesse
letto tutto nel cuore meglio che se glielo avessi
espresso in parole e m'avesse risposto punto per
punto. Di fronte a questo miracolo io rimango
sospeso ed attonito, ma come agitato da una
73
come
anche
come
di
aver sentito
la
la
Mi pare
Ti sento ancora
nanzi a me.
se chiudo
gli
questo, questo
occhi
il
ti
vedo
di-
del creato, fa di
un esecutore
me un
veggente, un combattente,
privilegiato, per
quanto indegno
la
te
;
da
sola io
te sola
te io
alfine
tutta
gatorio, su per la va
la
della
redenzione, sentiva
il
74
E questa
gi
io
sono
sulla
buona
scongiurer
il
Non mi
sollevi
il
mio forsennato ed affannoso richiamo, magari che senti soltanto una leggera scossa inespli-
sto
cabile e
sapere bene
ne morrei
il
senza
di gioia.
Ma
Una
sola necessit
incombe
sulla
mia
assoluta e inevitabile
la
vita, quel-
di
amore
mia
la sostanza, la ragione, lo
vita,
questo amore
la
mia
scopo
della
vita stessa.
FIRENZE,
Domani
cost
venerd
mattina
ti
alle
otto
Roma, sar
prime
nelle
non
Sono beato
parole.
e la
mia
felicit
mi stordisce.
netta,
calda,
il
palpitare
mio cuore
ro oppresso e
la
gola
stretta.
corsa,
ho
il
respi-
Ti rivedr, Giulia.
reggermi
per
non
cadere,
balbetter,
non
sa-
76
pr che
dirti,
la
pi magra e sciagurata
mondo. Non importa. Ho una
far
figura di questo
solato ed ottuso
ad
assaporarmi
Stasera
di
beatitudine.
vivere senza
Come
di te.
questa
specie
possa fare
esistenza lontano da
te,
in
trascorrere
una
citt
la
diversa,
mia
come
ai
uno
di
quali
il
mio raziocinio
meno
si
ribella e
rimane per-
meravigliato se vedessi
un morto passeggiare. Ma ecco la verit io, lontano da te, non vivo. Faccio finta di vivere, fino al
punto di trarre in inganno tutte le persone che
frequento e con cui discorro, ma a me non la
si fa, a me non mi riesce di darmelo ad intendere.
La mia vita un assurdo in termini, un letargo
automatico, un'agitazione senza senso comune.
Ora che son vicino al momento di rivederti, mi
:
sento
come
de
risvegliarsi. Soltanto
tu
il
mi
felice.
lo
sei
in quell'agitata
indispensabile.
Mio bene
mi struggo per
con
te
posso vivere,
Soltanto venerd
sar
77
tenerezza indicibile.
Ma come
fai
ad esser cos
infinita?
chi devi
il
dono
di
codesta leggiadria
capire
vigore dei
il
miei
propositi,
la
salda
il
vita!
la
Come
affabile! Giulia,
adorarti
in
che
ginocchio.
fai.
Gioved, 26.
Io
non vivo
gi stata per
che mi
devo
si
certe
l'equilibrio
me un
diceva,
arie
delle
sogno.
Non
capivo quel
78
sibile.
Ho
far
questo punto le idee mi si confondono, perch non posso prevedere quel che sar di me. Ho
me
ma non
chiesto a
stesso se
albi,
ti
ho
non posso
detto a mia
vivere senza di
di
per
l.
conquistarmi
Roma
il
tuo affetto,
a chiederti in isposa
d'animo
indicibile,
come
soffocato dalla
commo-
chiacchierare
il
il
il
mio
pi tenue e
il
del Seicento,
non rammento
ter-
una mosca che gli era caduta nel calamaio. Ebbene, ecco qua due temi magnifici Primo
zine sopra
79
la donna che
amate. Secondo: Voi avete confessato a vostra madre il vostro amore ed essa vi ha risposto
lodandovene, con esortazioni e consigli amorevoli,
e vi ha promesso di benedirlo col suo santo
consenso . Argomenti magnifici che si preste
Voi
siete in
procinto di rivedere
particolari descrit-
non
sforzami e lambiccarmi un
po' il cervello e forse riuscirei a racimolare qua
e l tra le vecchie ciarpe retoriche ammucchiate
nelle soffitte della mia cultura cartacea, tanto da
mettere insieme una cicalata passabile, ma una
cosa a cui non posso pensare senza sdegno. Ah,
tivi,
pugni
in
questo momento!
non
di
saperti
non
80
sieri,
non
offuscati,
non
resi
grossolani,
non
al-
dorr pi
di tanti
volo.
Ho
detto
che voglio
pazienza
dunque
mia. Vedi in
perch la fretta comincia ad angu-
farti
si,
a mia
che
buon vo-
gano ancora
me
di
che
al
che sono
tocca a me.
telo,
vaneggiare, cin-
cisciiiare e arrabbattarsi
citrulli
ciarlare,
miei contemporanei.
E adesso vengo
Adesso
a vederti per
dir-
ROMA,
Venerd, 27.
grazia e d'arguzia.
Ho
abbarbagliati di te e negli
ancora
gli
orecchi
occhi
mi
tutti
perdura
con
te,
l'avrai osservato,
vato.
Mio Dio,
piacessi
un poco.
amo, e ne
vedevo dai
dal
tutta la
modo
sei
Si,
lieta,
si,
il
di parlare, dai
bene quanto ti
mio amore t' caro. Lo
lo senti
modo
d'inclinare
il
viso,
al-
zavi
8.
il
Bossi, Confessioni.
a^
della tua
scuola.
comunione
al
di
istituita
una
gemme
Oggi ho
gi avuto
un lavoro
delicato e imponderabile,
degno
delle
83
tue
manine
fatate,
seduto presso a
io
te
per
ri-
alla
il
mio intimo giubilo, sono andato sull'Avenpassando dal Campidoglio, rasentando il Foro
e il Palatino. Lass tutto era deserto e silenzio.
Mi sono fermato alla piazzetta di fronte al Priorato di Malta e mi sono seduto in una di quelle
panchine a ridosso del muro del convento di
Sant'Anselmo. Quivi son rimasto un'ora, immemore, senza pensieri, con gli occhi fissi alle stelle,
come immerso nella corrente placida d'una gioia
fluida e agevole. Ero beato, Giulia, ed ero solo
a godermi quella erma gioia senza turbamenti,
gioia solenne e consapevole a cui partecipavano
in festa tutte le forze del mio spirito: istinto, ragione, sentimento, intuito. E domani ti vedr ancora, ti vedr ancora Come mi sembrer lungo
questo tempo!
glio
tino
Sabato, 28.
Quando
poi tua
madre ha
84
mivi, mi son sentito morire per il timore di
dovere andarmene senza averti riveduta. Adesso ti
racconto una cosa. Sul principio sono rimasto
un poco solo con tua madre: abbiamo parlato
un po' di matrimonio, di famiglia, di amor materno. A un certo punto io ho detto:
Ah, Signora, ella pu essere felice d'avere due figlie,
cos
serie,
giudiziose, cos
buone!
Dopo questa frase venuto tra noi
un silenzio alquanto prolungato, non d'imbarazzo
o perch fossimo a corto d'argomenti, una pausa
di natura tutta speciale. Non so come mi son
trattenuto dal balzare in piedi e mettermi a gri-
come un ossesso
dare
la
sua Giulia
Ed
L'amo, e voglio
renderla felice
Non
io l'amo, signora,
farla mia, e
voglio
perch mi
ma
labbra.
fin
sulle
meno quanto
quanto te del mio amore, prima di tutto
perch credo se ne avvedrebbe anche un cieco
sordo, e poi perch tu avrai fatto certamente il
tuo dovere di informare tua madre a puntino
di quanto te ne ho detto. Per esempio, come mi
me
con
lesse
te la lettera
il
che
ti
scrissi a
Roma, essa
Viadana. Eb-
bene, curiosa
mai
quando venni
85
Io
di
conto mio.
si possono essere fatti sul
Immagino su per gi che mi tengano in conto
d'un buon figliolo, un po' sventato, un po' stravagante, d'un certo ingegno, ma supremamente ingenuo e perfettamente alieno dalla vita pratica e
positiva; tutto sommato, il peggior partito cheti
possa capitare, almeno per adesso; eppure n
opinione
m'importa
di
zione, n farei
di
ed
esteriore,
come
che pure
tutti
sogliono considerare
non concede
rilevantissime,
in
altri
del resto
questi quaderni.
Stasera partir di
di
come
non aver
fatto
qua
un viaggio
infruttuoso!
Ho
l'i-
86
stino. Tutto
dipende da
me
Dante, finire
Devo preparare
Crismiti,
commedie
citazione delle
la
prepararmi
assai
lettura
alla
re-
Penser a
l'orologio
te,
ti
settecentesco,
mander Shakespeare,
il
Diadest,
qualche
che
per
me
il
resto
Giulia mia.
Torno
al
lavoro.
FIRENZE, Domenica,
29.
87
tra parentesi
non mi
quanto
luminosa, e per
mi sforzi
vuoto e di
smarrimento.
triste
sauribile.
vivere lontano da
te,
mio tesoro
ma,
presso a
per vivere
ine-
credi,
magari soltanto per vederti di lontano, io accetterei anche la vita pi oscura e mediocre,
te,
pi lusinghieri e
felicit
occhi.
quando mi
sguardo mentre
ti
salivi
tutti
Non
ambiziosi.
averti
di
c'
sogni
miei
mondo
al
dinnanzi
agli
alquanto con
seguii
verso
il
lo
avendo
Tritone,
Non
senso
puoi figurarti n
di gioia
io
sapr mai
il
dirti
il
tuo snel-
Come
cunch
tutto
in
di studiato.
essere sgradevoli, e
Ma
tu puoi es-
ta,
88
meno
di indovinare
interiore inpeccabile
un
si
equilibrio e un'armona
capisce che in
te pensieri
pidante,
e vero che
ti
ho ben
fissa
viva nel
ma
inesauribile e
gelosamente.
Ma
consoler
nuziale.
un po'
Sar
prima poesia
la
la mia ode
che scriver
vagheggiare
lirica
dopo
tina
ti
il
congedo
spedisco
il
Dladest.
Ho
gi trovato sette
ma l'ho
la
mi manca
il
89
Luned, 30.
Non
le
pire
tre
buono
tre
forme classiche tiper nozze, di cui il primo sarebdi andatura molto snella, in set-
carmi nuziali
piche di canti
tre
be uno scolio
tenari o in ottonari, di intonazione anacreontica;
il secondo un epitalamio condotto come un coro
amebeo
di fanciulle
giovani,
di
terzo
il
un
del
il
migliore,
dir che
il
giuste
mondo
pi
nobile
palpito
te.
il
nozze;
rinnova
si
nel
si
primo
perpetua
delle
poste
ai
sogni e
al
il
valore civile
nodo
umano
matrimoniale,
dal
del
sacro
sar
per
ma
sar
cri-
le
forme
stilistiche
paganeggiante,
schema
teocritea e catulliana;
si
fonder. L'epitalamio
e apparir d'ispirazione
90
nei
tratti,
nostro
al
tempo
resto, ho idea di
componimenti quando
saranno compiuti; per adesso sono appena ab-
nella
un po' qui
analizzare
Del
sostanza.
i
tre
il
ma
tato,
Son
tutti
tuoi, Giulia,
zati
mia
vita
te,
ispirati
che non
quali son
sono scritti per te sola, indirizda te. Ma gi, che cosa v' nella
sia tutto
te,
vvo per
te, io
91
essa
pur sempre
riflesso
riconduce a
te
T'invoco,
sogno,
te,
ti
per contrasto,
il
che
lo
pervade,
vita
il
male mi
bene per
affinit.
ti
direttamente o indirettamente, in
diversi, tu sei la
Il
senso
riposto
modi
mille
mio mondo,
del
che
la
lo
luce
anima.
Marted, 31.
insistenti,
Il
fu-
felicit
in
cendevole. Gi sento
il
felicit
comune
e vi-
dersi
la
tua
ci
compagna
aspetta.
diletta,
Sono
la
io, la
tua Giu-
92
Vengo
sicura.
per rallegrare
la
mio fedele, mio prode, mio caro compagno, mio sposo. Ti ascolto, ti comprendo.
Nulla al mondo mi pi caro di te. 11 tuo amore
mi ha vinta.
Ah, Giulia^ non posso pi oltre smarrirmi in
questa immaginazione troppo inebriante. Sento
che tutta l'anima mia vi si consuma e vi si dis-
tue pene,
solve ed io indietreggio
come
spaventato, tutto
Ma
ma
Se io
volessi qui indugiarmi e rintracciare e seguire ad
una ad una le infinite dolcezze, le gioie interminabili e sempre nuove che la vita coniugale
riserba a due nature ricche e complesse come
sono le nostre, avrei trovato per la mia immaginazione un pascolo veramente inesauribile. Dai
primi giorni all'estrema vecchiezza, attraverso una
piena e consapevole maturit, pensa quanti quadri
pensa,
bene!
le
dipingere!
primi tempi, quelle sacre e sublimi della maternit e della paternit, e poi tutte quelle
con s
la
diuturna dimestichezza,
la
che porta
placida fidu-
muni
co-
intenti e propositi,
potrebbe
offrire alla
in
93
istintivo
ripulsa
di
di timore.
mondo
del
il
di
ritto
il
di-
l'es-
Per adesso io
altro
che amarti;
ma
desiderare l'amor
pi ancora, considerarlo
come
tuo,
per me.
fa
o,
gi vivo e vegeto,
gloria
lustro e
bla-
il
miei
nei
tornei.
Da
pochi
istanti spirato
formulo
in
core per
me
stesso
bordinato, lo
sento,
Il
quello di amarti
resto
non m'im-
il
all'esaudimento
di
questa
grazia suprema.
Mercold,
gennaio 1913.
lersera
Crismiti e intorno
smiti, al
C4
un punto
sui libri.
ma ho
toppo:
Oggi
la
necessit di studiare
vorare
ai
Carmi.
11
il
giorno per
la-
compiuto; a terminare il secondo, che V Epitalamio, mi manca poco pi d'una ventina di versi,
che completer prima di coricarmi. Entro domani
spero d'aver finito anche il terzo, che Vlmeneo,
e cos son certo di giungere in lempo a darli
alle stampe per il giorno stabilito. Non avrei mai
sperato di ritrovare in me tanta spontanea facilit
al
comporre
e, tutto
ogni
virt, moltiplicare
l'anima a dare
il
Gioved, 2.
ho
riletto
due
95
non posso
un
capire
come
ab-
compiacermene. Adesso
istante
Ho
burbanzosi e pretenziosi.
i
Catullo,
colorito
cos
onesto e squisito,
il
vario,
il
cos
Parini,
mio d'Elena
Teocrito, e
di
gognare
di
me
stesso.
Non
che
sia tutto
scritto.
ripro-
Son pur
Tutto
mondo
al
or languisce or
brilla
pon
il
ciel
moto
in
dopo
la
l'Aprile in fuga
piova,
il
verno.
alterno
rinnova,
si
Tidea
agile. Tutto
il
prin-
d'una melodia gi
una
certa compattezza
%
verbale, c' semplicit e sobriet.
ben
tina
costruita:
Ogni
li
pispigliare
tamente
cupo
il
conviene
gentile scrollarsi
alle grotte e
L'abitudine
chiusa, per
delle
come
nido,
al
fiori,
ai
il
ordina-
ruggire
l'immenso fragore
alle foreste.
rime
invece
una specie
alternata
di
che
piacevole sbadataggine e
Ma
vanno bene
al
son
questi
verseggiatore
e,
conferisce
tutti
rilievi
allo
che
Invece
come un
m' venuto
particolare veristico.
tutto
in
un componimento
minima
fiori
energia.
a cui
II
la
alludono
reminiscenza teocritea,
le
fanciulle
una buona
arrotondata e rinfrescata
97
ma anche
intenzioni.
Figurati, Giulia
dere in
s, chiuso, intenso,
le
doveva racchiu-
quell'epitalamio
sobrio e simmetrico,
triste, sacrificio,
abnegazione.
plina,
la
primavera.
Ora
battaglia, disci-
matrimonio ha la sua
esso il dovere da
Il
compiere,
sono
finiti
ma con
esso
giovanili
dolci incanti
dei
il
coniugio
Da
quelle parole
del
nobilissima e santa.
l'idea
ed espresso gi
sto,
in tutti
appunto perch
pi nulla di
la
nuovo da
che
complete
la civilt
di lari
dei
figli
l'ultimo
dove
verecondi.
Il
dire, io
come
alle
si
tre
avrei
voluto in
forme
Il
tipiche,
concetto
nozze, accennato
concetto che
l'educazione
semicoro delle
y.
poesia nuziale.
di
dovuta
gi nello scolio,
BoBsi^ Confessioni.
fanciulle,
come
l'altro
nel-
che
98
e regina, sar
com' stentata
una
lirica
robusto,
sintetico e
pido,
in sei
manchevole.
un'espressione
dato
uno
buona,
scorcio
mi
versi,
ma
ra-
ha
La virt che
sono un diva-
al tutto di
quei
tratti
energici
in
un
ma
terzo carme,
lo
far di meglio.
Son proprio
costernato, specialmente
na, di cui
son cos
Dove sono
che
le
soffro.
tutti
al
desio, e ne
Venerd, 3.
Leopardi
il
Ah, tu non
sai,
Dimmi^,
99
hai tu presente la
Ebbene,
ti
canzone
dir adesso
Alla
come
io
sua donna ?
l'ho intesa,
il
segno e
la
sospiri
quali
Giulia immortale e miracolosa, o creatura predestinata del Cielo per consiglio eterno.
Leopardi
t'ha
amata. Sei tu
amore da
la
Giacomo
gli
nascondendogli il viso.
Quando egli disper d'incontrarti viva, indovin
pure che la sorte ti preparava agli avvenire. E
ispirasti
diceva
lungi,
Ah,
S,
beato, beato, o
sciagurato maestro
viva, io
mio
Giulia,
tristissimo, o mio
da che t'ho incontrata
to divinatore,
di gioia
mio, se
m'inondasse
ttt
sei
tutto
l'essere.
maestro,
cpoSeXv Xet{i()va, tu
non
hai pi ragione
d'invi-
dove
t'accorgi di
alta specie
100
riconosci,
e tu la
questa
In
tutti
ho
lei
ritrovato
eterna,
l'idea
poeti, rivestita di
forma
sospiro di
sensibile.
Essa
la
do
viva, per
tutti
brevi e
tristi
mon-
del tuo
anni
tua et fu cos
la
le
anime
arcano presentimento. Ed
io,
in attesa,
io felicissimo,
io,
riconosciuta per
mondo
Eccola,
come un
riconoscetela
tutti,
il
di gridare
adoratela,
la
vostra
perfezione
gloria
(1)
ed essa
(1).
vi
lei
incarnata
con
fatta
tutta la vostra
Cercate assiduamente
in voi tutto
quel
lO
poco
la
vostro che pi
di
ricorda,
quello
cercate di sviluppare e
Regolate
il
far
ritmo
vostro
rassomiglia e che pi
le
soltanto amate
ritmo
inimitabile
vostra signora,
la
suprema e inappellabile
essa
Stamani mi son
compiuti.
Anche
senza gusto,
Sabato,
cuore, a portare
con amore.
fiorire
sul
voi
in
4.
ma
alla tipografia
la
come
la
sto,
condo
che
sia
stampata
se-
un opuscoletto
stampato in rosso e
nero e su carta ruvida, una cosuccia insomma
col nastrino color crema,
pretenziosa e volgaruccia,
come
componimenti
che racchiude.
cadute
102
di trepidazione e
di
sgo-
in-
agognata e
Se dell'eterne idee
provar
s'
fra'
vestita,
caduche spoglie
gli
mondi innumerabili
t'accoglie,
103
discesa in terra e
sibii
ti
intangibile
sei
fu-
dunque,
non dico degli orrori e delle manchevolezze, ma
certo delle pene e degli affanni che la vita destina ad ogni creatura umana. Talvolta la mia ragione m'ha susurrato che io m'illudo, che sogno, che vaneggio. Uno spirito malvagio, armato
di tutti gli artifici della logica, ha tentato di innerea. Sei
e partecipi
orrido sospetto,
ma sempre
universale.
Non dalla
Non dall' einconciliabili. Non
una
queste
due
cecit
io4
Dio mio, come mi soffermerei su questo conQuante cose vorrei dire su queMa non voglio divagare e procedo innanzi
sto
senza indugio. Io credo, dunque. Io credo che
cetto volentieri
non
tu Giulia,
assumere
tale, perfetta,
me
senza
mia misera,
sibile alla
uomo
ristretta e relativa
mente
di
factum
est . Cristo fu
uomo,
fu mortale, fu ten-
redimere
mondo, n poteva
evitare la passione
per
il
rag-
il
il
sommo
Valor
gli si
dispieghi
vano.
l'imago
Ma
al
cerchio, e
non cran da
si
convenne
vi s' indova
proprie penne .
come
ci le
105
come
rabile,
tuo corpo
ado-
umano
dell'anima
tua,
questo involucro
salir in cielo
Se
io
rei
Ma
ormai sento
di es-
salta in
sai
ti
rigo.
anzi
perfettamente
106
di gi. Essi
rappresentano
il
giunto. Basta.
Domenica,
lersera nel coricarmi ebbi
non so bene,
confuso,
ma
5.
un momento o un'ora,
Ne ho un ricordo
di estasi divina.
dolcissimo.
Non
saprei
dirti.
Un
il
at-
buon
il
piccolo Crocifisso che appeso
mio capezzale e m'ero disteso aspettando il sonno e pensando, come sempre faccio,
intensamente e fissamente a te. Ogni sera il torpore mi conquista a poco a poco ed io vi annego dolcemente, disperdendo insieme in me l' a-
Dio, baciato
presso
il
ma
sarei pi proprio
esaltazione estatica,
il
107
come una
tigine e sentivo,
me
chiuder
gli
d'un bellissimo
gliare,
cordi pi n
la
libro letto di
materia n
cui
l'argomento,
non
ri-
ma
di
il
godimento che ne ho
che in quel momento non ho
pi sentito alcun legame col mio corpo, che tutto
il
mondo materiale dal cui peso compatto e irremovibile sempre oppressa l' anima mia, in quel
momento si dissolse, sprofond, scomparve: ma
Posso
ritratto.
dire
non desidero
altro
me sempre
pisco che
ridire!
si
desiderarli, e
Ma
ca-
Ed
io
nabisso
Sento
in
la
i-
me
facciano
pi intensi e pi frequenti.
non basta
Ora
Modicum,
et
vos
vi-
debltis
FIRENZE,
Ho un
soltanto,
ho saputo, grazie
la
cato d'intenzione
questo
al
cielo,
Non
vincere.
per
me
ne dolgo, e
ira,
come
il
la
pi
sento
resto
assai
comune
dico,
e lo
con
modo
stato chiaramente
io
so
purtroppo,
pi
lusinghiero,
promesso.
e
Non
ti
aspetstato
come mi
era
meravigliare
disgraziatamente
per
mia
no
nefanda esperienza personale, quanto il pudore
sa virt rara in una donna. Or dunque io rimasi lungamente
di
in forse se fosse
o no
il
caso
il
mio
peccato
un
l'aver potuto,
cos stolto,
sia
indegno e
come
possibile
l'ho tanto
che a un
bene conpunto
certo
qualche
stesso
non
stata per
me
senza
profitto,
come
anche l'animo
Ad
onta
di
Ili
tutti
no
rabbiosi che
risoluti e
mi
io
andavo
in-
menzodeliberato
perfettamente
a non
che
ero
gnera, e
dare ascolto ai miei buoni proponimenti. Mi
dignazione era
formale,
tutta
dissimulavo accuratamente
austeri,
chiudevo
gli
fittizia
argomenti pi
tutti gli
e malfido
traditore
poche ore
che infine
t'ero
di
mi
lotta
dicevo
fe-
infedelt
futile
da tanta
in anticipo
virt.
Mi dicevo persino
ero
certi
piccoli
trascorsi
giovanili
pu
se ne
ai
cos
vi
comodamente addossare
buon
sono, scusabili,
partecipa
diavolaccio
di
corpo,
questo
questa
la
se
colpa
povero
specie
di
colpe e
le
responsabilit delle
nostre
monel-
E dimenticavo, e volevo
che appunto perch il corpo
un servo, siamo noi
responsabili delle sue azioni e bisogna avere la forza e l'energia di
comandarlo, dominarlo, costringerlo all'obbe-
lerie
discolaggini.
anzi dimenticare,
diritto
romano
era
112
il
delie
come
litti
stava a
danni causati
nostro corpo,
ci
suoi
istinti
il
non
noi
stibili. -
tore
data
La
vista, legarla.
non sono
nate a s stesse
in
sai che
abbando-
grado
di
rico-
che non
- dice
lecito toccare. -
peccatore - se
il
Che colpa ne ho
miei
m'hanno
istinti
come non
sai - gli
si
io
risponde - che
il
Ma
corpo
Ma
iersera,
il
tutti
me
li
ripetevo
rimorso
che
umano
di
baldanza
d'incoraggiamento,
113
maJe sento
in
me
gravit.
la
un
anzi
ci
vit.
Mi sono
salvato, e stasera
umiliazione e
fallo e la
la
mia
vergogna
completa,
vilt
basta a ridarmi
la
non ho
l'estrema
di narrarti qui
ma
mio
non
il
questo
desi-
desi-
derio
della
colpa
che
il
solo
non
inutile
cato,
il
desiderium
il
suo
oblatione
codesto
mi confesso a
non meno
in
te
d'un vero
scellerato e odioso di
tutti
pecgli
altri
10.
gi compiuti. S,
Borsl, Confessioni.
114
istinti.
Marted,
Ah,
voluto
opposto
la
quello
che
vagheggiava
come
Se
sia
troppa indulgenza
propri errori. Si direbbe che essa abbia
imporsi precisamente un esemplare di
coscienza
Dante
11
giovent d'oggi
infetta la
verso
7.
t'
voialtre
picciol fallo
amaro morso!
veri gest,
ci
portamenti
corretti, garbati,
uno
sguattero.
Copriamo
di
dileggi
spietati
modo
pi atroce
la
vostra arrendevolezza
delle
medesime
la
nel
ci
pas-
115
sion che
abbiamo potuto
dendo
vostra innocenza e
la
per qesto
vi
credula
vostra
la
non
franche
salvate,
ci
di
non
Fra noi
tutte le
mostriamo ridendo
le
indugiamo a descrivervi,
le
abbiamo
profferito in quel
vostre
momento
braccia,
mente
frattanto
ci
le
piedi.
stima,
di
freghiamo
acciuffiamo
vi
mille giura-
tutte
spiattellarci
calorosa-
di
fastidio
ci
capita
e
tra
pensosi,
soli,
di voi,
equivoco,
tra
le
scarpe sull'orlo
focante
il
fumo
nostre pipe.
delle
Eppure
nostre
tutte
sigarette
queste
cose
delle
non
le
facciamo per cattiveria, per perversit. Le facciamo senza annettere loro la minima importanza,
per leggerezza, per un certo atteggio di disinvoltura e di spavalderia.
In
fondo siamo
coraggio, spesso
vi
tutti
lealt,
amiamo sinceramente
di
con
116
l'anima
tutta
tutto
il
saremmo
pronti
sacrificarvi
nostra
la
vita.
Ecco
ci
manca: una coscienza rigida e
Siamo troppo indulgenti con noi stessi.
Ci diciamo - E perch non dovremmo far cos,
quello che
austera.
momento che
dal
paura
cos fanno
di
cos pi degli
altri.
ciato di
io,
vedi, io
sfrontato
pi
il
ho sempre bestemmiato
mi sono millantato pi degli
malinconia,
di
puriil
stato
sono
tutti,
gni altro,
manca
ingenui. Ci
gli
Ed
zanti
Abbiamo
tutti? -
sfac-
d'o-
altri,
ho
di tutti quel
ribrezzo e
di
pi
di indigna-
un pensiero no-
vedermi
Generalmente si crede che io
voglia scherzare e la mia seriet suscita un'ilarit
bile,
virtuoso e severo,
ho
lo strazio di
frainteso e deriso.
vivissima,
come
scherzi. -
Ah,
Proprio
Che
rai
lui!
il
che
Ah,
faccia tosta
sei
!
Ma
burlone,
di'
un po'
impagabile!
un coro
tre
Che sfacciato!
Quando mettesettimane
come un
rin-
certosino,
di
117
tutto questo tempo? Com' che
vede pi? Chiss che ripeschi! Chiss
che imbrogli! Guarda come sei smunto, furfante! Amico, riguardati. Non ti sprecare tanto.
A proposito vieni con noi dal Paoli stanotte ?
Sai, c' la tale. Si fa un po' di baccano. Se
manchi tu manca il meglio. Che dici? Hai studiato? Non ti sei mosso di casa? Poverino!
Mettetegli un ditino in bocca, povero innocente
E della biondina che ne hai fatto? O quella
che hai
non
ti
fatto
si
brunetta?
la
signora tale?
gli
La purezza,
altri
di
signora
loro
la virt,
il
sgomento che
tal'altra?
tutti
felicis-
difetti,
magari
l'austerit
sono come
senso pi
O la
uomini son
mani-
altrettanti taciti
disagio e un vago
di
buoni
costringono a
fastidio.
non
core
si
istintivo,
lia,
il
d'oro, quel
sogno santo e
su-
118
modello
il
di fortezza,
uomo
come
quello
della
spiriti forti
cos nel
un numero
di tutto
vili
noscono
che ora
dall'
virt
genere
vizio.
questa
un
Il
del
composto di pochi
bene e cos nel male, e poi
fanno sopraffare
sarebbe
costanza, di probit, di
di
umano
si
te,
esemplare,
Anche l'esempio
castit, di severit.
contagioso
parere un
di
dunque
che
la
ormai
assetata di virt:
l'Italia
lezza, la vilt,
il
scontenti
il
ed
esausti.
vizio, la
futili
tutti, tutti
debo-
godimenti,
ne sono
Dappertutto
sazi
vedono
sorto
un uomo abbastanza
eloquente, persuasivo,
che scagli
sulle moltitudini
il
il
risoluto
grande
re-
pronto a pagare
quello,
Prima sar
tutti,
solo,
pagare
poi mi
tutti,
io col
voglio io
mio sangue.
seguiranno
dieci,
poi
119
tutti,
mio
animati dal
degno
di te.
Mercold,
le
se tu
che
potessi conoscere
me
le
hanno
co-
quel giorno,
8.
parole che ho
e pi
sentimenti
ancora
impetuosi
ma
che
in
gran parte
di
speranza
li
ma
fa pensosi,
certe volte la
Son
molti
quelli
alla
120
li
specialmente
uno
convinca, che
li
giovani,
seguo
che hanno gi
ed entusiasta ed impa-
quelli
di
lontano
le
tono
sui libri, e
ciascuno sfiora
sta per colpire
una
le
controversie
che
radunanze,
nd
si
tutti
quei
la verit,
il
combat-
congressi,
dibattiti complicati,
trascini,
li
punto
frase approssimativa.
che
vi si
accosta,
che
allora
mi scuotono
rei io
Ma
non
cisa
sorta,
pi vigorosa. Intorno a
me
si
gi
fati-
121
un giorno o
l'altro
inconsapevole.
nulla,
senza saperlo
il
Tu non
sai,
non
sai,
non indovini
mio scopo,
il
la
consigliera della
mio segnacolo,
il
luce e l'anima,
l'
mio
tu
che
sei
vessillo,
ispiratrice e la
mia vita,
ma perch ancora non sai nulla? Io t'ho gi
detto d'amarti, io, con queste mie labbra, eppure
diletta,
tu
non
sai
niente
di
mondo
quel
mento
biguo errante
le
indicibile
sulle
labbra.
con un moto avido, appassionato e fremente, pi che amoroso, supplichevole, e tu, mia
verso di
te
122
donna,
sembravi ascoltarmi
candida
divina,
in un'attitudine indicibilmente
quel
volto
reclinato
sul
petto
dovevo
come un idolo o fremente come una creaumana ? Certo eri bellissima. Certo compendiavi in te tutta la bellezza del mondo e si sasibile
tura
te sola si
te.
Tutto
il
la
resto
me
lare, e in
il
ed estranea. T'amo,
mondo, con
gridarlo
al
123
ed
mio affanno.
il
pensando a
Tutto,
te,
mi parr
agevole e leggero.
Gioved, 9.
sei
il
e presente. Ti parlo,
ti
chiamo, t'invoco.
faccio altro
Il
tuo
animo. Io
che sussurrarmelo continuamente
a fior di labbra,
Giulia,
Giulia,
bello questo
vole, soave!
pi dolce di
tutti
il
pi bello,
i
nomi.
il
nell'
pi armonioso,
un nome
in s
Com'
Giulia.
liquido, scorre-
infiniti
il
imperiale.
sensi miste-
riosi e solenni,
nome
me
tutti
pensieri
nome che
si
col-
amo
in te, tutto ci
mente, tutto di
te
ed
invitto,
sono
tutt'
poderoso e smisurato,
ora attonito e sbigottito
di cui
come
io
stesso
d'
un pro-
124
enorme tra me e l' amore che ospito. Mi par d' esnon so, come un povero lazzaro che accogh'e
un re di corona nella sua catapecchia. Sono come
un mendicante con istinti da gran signore. Sono
altero d'amarti e nello stesso tempo mi sento sgosere,
come un monello
trasandato, scarmigliato,
Esso
cre-
prepotente,
soverchiatore,
m' accorgo
da
spronato
il
voglie
tuo servo,
ogni dominio,
lui
ma
di offrirti
gno
di porla
dinnanzi a
te in
cente.
Tutta
la
mia
vita giornaliera
serie di battibecchi e
non
di
non
contese fra
me
e me,
chiacci, tenermi
il
125
sta rissa
perpetua assiste
come
testimone
la
tua
si
ammansa,
si
addolcisce e
si
si
acqueta
come
passaggio
senza di
te
man-
di
Orfeo.
Tu
tutte le
per
me
cose che
ti
126
Con
l'immaginazione
io
ti
al
un po' d'ordine
Sono sgomento,
in
sgo-
mento.
Venerd, 10.
me un
ma
che dico ? una consolazione imparegcon te, confimiei pensieri, ogni sera, in questo
qui
Che
so-
127
gno, che beatitudine, che deh'zia! l'amore senza le sue amarezze, suoi disgusti, le sue nausee,
i
sue
le
piccole debolezze.
l'amore
spogliato
un amore
argomenti
inesauribili. Intendi,
di soliloquio
me E
letterario, ve-
no
e,
ella
me,
le
di
ma
in vista del
le
vedr,
commossa, turbata
perch no? anche ammirata). Insomma a poco
a poco,
di scritto
nel coprire
mi ha cominciato
mi son chiesto se in
questi scritti sono sempre e scrupolosamente e
compiutamente sincero con me stesso e con te.
Ho dovuto rispondermi apertamente di no. Talvolta scrivo, cos, perch so scrivere, perch bene
o male posso cavarmela. Parlare d'amore la
cosa pi facile di questo mondo, per chi ha la
sieri,
di scrupoli, di
ad invadere. Prima
sospetti,
di
tutto
sto
128
diato e
zioni,
cami ed arzigogoli,
Io so
gli
tutte
in
le
l'et,
d varia-
trilli,
come
si
esprimono
paesi del
in fatto
ri-
lingue, in tutte
mondo.
d'amore cos
come
selvaggi
Pomot, gli indiani pelli rosse del Farbeduini nomadi dell'Arabia Petrea. Ho let-
delle sole
West,
tini,
Cinquecento, il Seicento,
Romantici, tutta la produzione odierl'Arcadia,
nissima e poi ho una discreta cultura anche
sco
il
Quattrocento,
il
nei
campi
delle letterature
inglese,
francese,
una
raccogliere
pratica
Se potessi
amorosi che ho dis-
strabiliare.
gli epistolari
tutti
seminato qua e
da
te-
ho
una ventina di
nove elzeviro, d'un duecento cinquanta o trecento pagine l'uno a un bel circa. E figurati che
son tutte bugie, le quali per aver dunque almeno
l'aspetto vago e approssimativo del vero, mi son
costate un'abilit letteraria dieci volte maggiore
che se avessi avuto
in
cuore
la
pi
razza d'esercizio
ho dovuto
impercetti-
dunque che
129
me
scrivere
Una cosa da
tutto
perch
sincero
nulla. Ti
prima
dicevo questo
di
in
come quando
me
inferocisco contro
stes-
so
pallida idea di
Or dunque,
mi
nasce
il
fierissimo
sospetto che
non
albi
faccio
altro
che continuare
per necessit,
la
mente
allora
il
cuore,
ripiglia
scrivo
il
come
puro e
traccia
130
un po'
parrucchino,
di cipria sul
aggraziati
al
giab,
tempo, e m'ac-
miei fiocchettini
la
ma-
complimenti
gala e facendo
a tutte
le
Ogni
di
tutti
me
accade
righe e di
non
dire in proposito, la
mia
m'imporrebbe
tronchi,
liane, a tutte le
esprimere un concetto in
sincerit
salamelecchi
di
tre
non
Tre righi
Non
dire altro.
Ma
mentre
ieri-
soli,
Bisogner
va.
E allora
che aggiunga qualche altra cosellina.
panna
far
la
a
divagare,
mi metto a fiorettare, a
montata, giuoco,
i
cui risultati
siasi
tore.
come
son capaci
ti
ho
detto, facilissimo e
di trarre in
inganno qual-
l'artificio
di
mi
arresto
dubbi atrocissimi.
ho un argomento vastissimo sotto
che richiederebbe volumi di
argomento
mano, un
mille
Altre volte
sciplinato
un fervore misurato
come potrebbe
richiederne
e di
un'opera
131
d'arte di
triste,
lettera
da
scrivere, sar
non
ti
in
infilo
ripeto,
siero di
di preciso.
la
di-
frase
vorrei.
d sempre
poi,
Il
pen-
al
mio
salti, di
pianti, d'esclamazioni, di
trapassi, di grida, di
legame
una tempesta
dipinta piuttosto male
e senza alcun
non
vera,
c'
in
pagine
una tempestina
una piccola tela, che
c'
proveri
132
nascondo, quante circostanze che farebbero aruna statua, che costerebbero a me tanti
rossire
vanit,
sacrifici di
ti
dentro! Per
dissimulo qui
nelle
narrato
la
parte e
le
evidenza
tutta la
farmi
un merito
avvilito.
cisa
In
sia
chiacchiere.
Temo
lunga serie
d'illudermi su
per
della
questo
che tutto
proposito
me
che l'avvenire mi
riserbi
una
Ho
paura
stesso, sulla misura delle mie
la
vittima di tutte
mie esaltazioni vanitose e vacue, della mia fantasia presuntuosa e puerile. Ma che faccio? Ma
perch sto qui a scribacchiare queste melensagle
11.
larmi
quest'amore per
me come
un'ossessione
fre-
mia diletta, mia idolatrata, mia ambita Giulia! Ah, che vocativi teneri ed appassionati vorrei
trovare in fondo al mio cuore per te, idolo mio,
mio tesoro, mio bell'angelo tutelare Senti ieri
l'altro sera ed anche ieri sera ho avuto dal cielo
la grazia di due estasi come quelle di cui ti
scrivevo alla fine del quaderno precedente. Ierisera meno, appena un barlume incipiente, perch
l'aspettavo con ansia e quando me ne sentii conquistare ebbi una specie di soprassalto che bast
a distrarmi. Comincio a credere alla verit di quello che insegna un certo filosofo spiritualista americano, Prentice Mulford, in un suo libro che
ho letto, intitolato Le forze che dormono in noi .
L'abitudine salutare della preghiera prima di coricarmi d al mio spirito una tranquillit e una
placidezza molto propizia agli slanci dell'anima.
Anche se sono stanco e crucciato o inquieto, nell'atto d'inginocchiarmi, di farmi il
segno della
Croce e di pronunziare le parole semplici e sublimi del Pater noster, dtWA ve Maria e del Gloria
Patri,
miei nervi si distendono, la mia irrequietezza si placa. Cos, quando mi rialzo per baciare
il Crocifisso, una calma sorridente e soave mi donetica,
134
l'anima mia
scienza di
impetuosamente verso di
perdo la come, mi sento come sospeso e cullato.
Ma come
te.
un
slancia
si
ma non
lora,
cos,
affatto.
ste parole
la
una
trasco-
coscienza
Parlo di estasi, di
maniera.
ma non
vertigine, ma que-
di
me,
non dicono
nulla, sono simboli convenDel resto, che importa descrison mica qui per fare un'esercitazione
zionali e inesatti.
vere ?
Non
letteraria!
tre estasi a
di rilevare
distanza di quattro o
cinque
che
giorn'
Dio
me come
sulla terra^
via del
il
e questa esaltazione
d'amore
la
cos, necessario.
135
Io
guenza
di
questa certezza
conse-
in
amarti ? Se tu
se tu fossi
non
fossi per
me
che
la bellezza, tutto ci
una
mondo ha
il
d'impec-
cabile,
qualsiasi creatura
avrei
mia vita? Se io
una creatura impastata di male
sacrarti tutta la
ma
circoscritta, peritura,
per
me n
n meno
pi
ti
concepissi
come
e di bene, limitata,
allora
tu
non
varresti
ho conosciuto, che ho anche avuto. Tutte le donne che ho conosciuto, avevano loro difetti, ma
loro pregi questa era vanitosa, ma era
anche
bellissima; quella era sciocca, ma era buona;
quest'altra era perfida, ma era uno spirito adorno
e incantevole. Tutte le donne su per gi si valgono, cio tanto vale averle o non averle, ceri
carle o fuggirle
ti
diverte, la terza
ti
fa deliziosamente soffrire, la
quarta pu soddisfare
tutte le
immancabilmente col
voli,
stancano,
riuscirti
insopportabili, tutte
disinganno. Per
ti
me sono
uggiose, stucche-
preparano un diverso
state tutte
come
altret-
stanca
la
fama, stanca
il
benessere, stanca
la
glo-
l36
ria,
il
stanca
la ricchezza,
stanca
la bellezza,
la
stanca
scienza.
mondo. Ora
io
una creatura di questo mondo, una donna solamente bella, graziosa, gentile, saggia, intelligente,
arguta, allora mi allontanerei da te scoraggiato
e sfinito, per me la vita non avrebbe pi ragion
d'essere, morrei, mi pianterei un pugnale nel cuore con le mie mani, perch sarei certo che ogni
sforzo per averti
quanto
gli
conquistare
sforzi
altri
sarebbe
sprecato
che ho gi
varrebbe
per
fallaci
No, no, perch io t'ami devi esnon devi essere una creatura di questo
mondo, devi unire e compendiare in te tutte le
virt supreme e perfette. Anche su questo, inutile dirlo, avrei troppe cose da
aggiungere. Fa
e manchevoli.
sere tutto,
parole
tracciate,
disperati
non sono
sforzi atroci e
137
Domenica,
72.
Non so se tu ranimenti, Giulia, che fin dai primi tempi del nostro incontro io concepii e cominciai una vasta opera intitolata La Gentile. Vi ho
lavorato intorno per quasi due anni e conservo
ancora
sa,
tra le
di
un'enorme quantit
esdi
d'
essere ancora
troppo immaturo per un cos ampio sforzo. Adesso te ne dir qualche cosa, perch spero che
questo mi aiuti ad esprimerti qualche barlume
del
era
fica,
in parte
significare
uelle della
umano. Con
azione di
tutte
mia
te,
le
larghi
tratti,
narrata, talvolta
vi
talvolta in tutti
Icolari, talvolta
renti
spirito,
ordinatamente
pi minuziosi parin
una
serie di e-
all'
indietro.
un raQue-
eventi, le
avventure,
le
peripezie,
le
gioie,
136
dolori, pi
svariati,
ora ricercando
il
molti amori tutti fallaci e indegni per una ragione o per un'altra, s' imbatte in una donna che
ama. Da allora incomincia la dolorosa e difficile
resurrezione del suo spirito, resurrezione che av-
po
gnerebbe che
ti
esponessi
la
immenso
com-
Per
la densit del
E che opera
politica.
la
pi
un
rebbe
significato proprio e
d'arte
la
pi
mondo.
diversa,
letterarii prosastici
tutti
139
di
personaggi
gran
diversissimi e tutti di
rilievo,
di caratteri
si
sarebbero
comiche
Vi avrei
italiana.
rigide leggi
bizzarrie, aneddoti,
tutto
governato dalle
e-
di
quilibrio impeccabile.
gioia e di palpiti
di
il
ai
dieci, ai venti,
ai
Ma ho
gi det-
sogno. Domani
trent'anni
ti
preme porre
riguardo
sono stanco
Giulia, questa
impresa
impresa
formidabile.
Luned, 13.
tempo
di tornare a
l'ozio pi ignobile
sui
letterarii,
per ora
quali
ho
d'un
artista
indugiandosi
sui suoi
disastroso
trascorre
e propria
sterilit
ed impotenza.
Il
vero grande
140
non
dice
mai far
ma
un
biglietto di
ho fatto . Oggi
dunque m' giunto
genitori accompa-
gnato da un cartoncino pi piccolo di tua sorella, dov'erano tracciate queste quattro parole:
stato fatto di
tuoi
proposito.
hanno stimato
Molto probabilmente
che inopportuno di
i
tutt' altro
tuoi
li
altamente. Io
141
non d,
parer
Sono
seriet.
nesssun affidamento di
un tipo alquanto fantastico
loro,
inoltre
poco adatto
e stravagante,
fatti.
mio avvenire
io
dinanzi a
vita,
alla
e aspettarmi alla
parlo del
la
Fran-
datti a rassicurare la
gente
sull'
sul
assennatezza de'
equilibrio
perfetto
fo concepire di
me
ai
miei simili,
ma
anzi l'ap-
approvo
tuoi, mi piace la loro
prudenza, ammetto le loro giuste apprensioni, e
provo.
cos
verbi-grazia, son
uno
dire,
di quegli
colatore,
pertinace,
lavoratore
instancabile,
ho
affabile,
socievole, untuoso;
hanno un po'
l'aria di
tutti
proteggermi,
amandomi
il
che
lusin-
142
cora
d'
di
me
prima
cherubino
affettuoso
Domanda
questo mondo.
ne pensi
pi
d'
di
ogni
altra
cosa
ti
sar
le ricchezze,
benessere,
il
la
fortuna, la potenza,
fama, anche
la gloria
ti
Dio? Di
di
me
ti
tutto indifferente.
Domani
rebbe
di amarti.
mo bambino,
(1)
Dino,
il
(1)
Se non
potrei diventare
non m'impedimadre e il
avessi mia
le veci di
padre
143
frate
mondo,
pi
prossimo a Dio. Purtroppo, non sar cos. Purtroppo, e lo dico con supremo fastidio, purtroppo verr presto il giorno in cui si parler
di me, mi si vedr sempre pi potente e temuto,
purtroppo avr ricchezze ed onori anche troppi,
ed allora, se tu non sarai gi perduta per me,
allora
tuoi
dersi sul
saranno
mio conto,
felici
di
rimanere
me,
di ricre-
stupefatti di fronte
forse
Come
io
miracolo.
all'inaudito
di darti a
chiss?
Forse
sono un uomo,
cio una creatura impastata d' anima e di corpo,
cos la mia vita non deve essere soltanto un sogno,
ma anche una realt. Io ho sempre pensato che
d'ogni uomo sia la vita d'un
la vita mortale
sogno, o, diciamo pure, il riflesso piccolo d'una
grande realt. Forse, anzi certamente, come la
mia anima deve tendere all'idea di cui tu sei
un'incarnazione, cos il mio corpo deve tendere
bene che sia cos.
te,
sia
alla tua
conquista,
al
suali,
viviamo un po'
perch tu non
sei
soltanto un'idea
su
sola,
pratici,
siamo u-
ma una
ogni
pensi tu di
modo
filo-
discorrendo.
che cosa
di
me
144
ti
addolora, che so?
un enigma per me, Giulia Io di te non
so niente, pur sapendo quel che tu stessa non
immagini neppure vagamente di te.
Stasera son contento di quel che ho scritto
in quest'albo. Son discorsi sconnessi e incomprensibili, quasi citrulli nell'apparenza. Io solo posso
Ah, tu
sei
capirli,
me
solo.
Marted,
Torniamo
alla Oentle. In
essa
dunque
14.
io de-
sima,
tempo
d'aspetto.
f rescoccia,
stesso,
di carattere,
Ve
Ve
un po'
al
145
una
giovinetta, frivola
L'amore con
bella.
ed etereo, tutto
ma
sacrificio, tutto
Ve
candore.
n'era
sangue patrizio,
letterata, coltissima, un po' matura; pretensiosa, smorfiosa, uggiosa, per quanto
buona di cuore e ancora piacevole di persona.
Ve n'era una sesta bella, e pi che bella eccitante,
spiritosa,
di nascita, di
capace d'ispirare
vivace,
tutte
le
per-
che
di
ri-
fi-
gure una sola campeggia trionfale, sublime, perquella ispiratami da te. Allorch
fetta, vittoriosa,
il
protagonista
di rivolgere
do ormai
ama
a tutta
fatto
la
questa Gentile,
sua
vien fatto
uno sguar-
di quelle
gli
vita trascorsa
l'incarnazione
nomi,
le
date,
come una
ammaestramenti, come
luo-
vita alle-
se tutte
do
vita
assume per
come
abbandona
il
lui l'aspetto di
naturale,
di
si
cauto e
12.
vigile, si
osserva, osserva
Borsi, Confessioni.
ma
si
fa
i46
ad
grandezze,
ture, le vittorie, le
sue colpe,
alle
vizio, quest'altra
za,
quest'altra
tutte
sue
il
alle
vittorie.
miserie, le colpe
sue miserie,
alle
Questa donna
gloria.
la
le
sue sventure,
alle
sue grandezze,
il
sono
E pensa,
Giulia,
che
manziere che
del sogno,
trighi,
si
campi
sottigliezze scolastiche,
sono
tutte vere,
giungevo a
vinazione e di preveggenza.
me
amo
io pos-
se tu sapessi,
ti
vista,
Da che
rimango
stupefatto.
Ah,
dirti tutto
147
te la certezza asso-
luta di quel
che
io credo, della
tu sapessi
sposto
il
dovresti crederlo?
dunque che
Tu
tutto al
sei pia,
mondo
non
vero?
Tu
sai
da una
mente imperscrutabile di
Dio ci governa tutti secondo suoi fini incogniti.
Nulla al mondo casuale e fortuito tutto, anche
volont
infinita,
che
la
la
caduta ondeggiante,
lenta,
il
errabonda, capriccio-
grandi per
il
o comincia la conoscenza
he noi sappiamo del mondo
delle cose e
il
Da
poco
more non
perisce,
anime
spiriti privilegiati la
come
per
certi
il
sistema del
mondo
148
parlava di
perfetti,
avevano
di effimero e di
manchevole.
Ma
dimmi,
non vero questo che io dico. Ma dimnon vero che il nostro fragile bene di
Giulia, se
mi se
quaggi certamente l'accettazione d'un altro bene completo, cos come la terra, impercettibile
frammento del mondo, attesta l'universo. Noi non
possiamo misurare Torbita immensa del pensiero
divino, di cui
trettanto esigua
particella, al-
ma
noi
Merco Idi,
15.
il
abbandonare queste
mio spirito miserrimo
assalti
per conquistare
la verit
si
tribola.
mi spos-
149
ai miei polmoni. Amica mia, voglio dirti
che lavoro, che ho tante cose da fare. Tra pochi
giorni comincer a pubblicarsi una rassegna bibh'o-
adatta
e la diso-
la perfidia
dipende
mia fermezza e dalla mia risolutezza. Purtroppo una lotta a cui sono mescolati volgadalla
cose contro
disprezzo e
la
le quali
pi invincibile
nutro
intrighi leil
pi vivo
Sono
avversione.
(^)
primi
del
lettura dantesca.
di
sta
Gennaio
speranza mi
(1)
Ettore Romagnoli.
con mio
della
fine
Roma, ma que-
infinito
rammarico,
15J
mi par
d' essere
Ah
di
solitudine in
veramente il mio
forza della mia vita.
tu sei
mio sostegno, la
Questo amore che mi consuma e si divora in s
stesso, che io debbo alimentare sempre a mie
spese, senza mai un attimo di contraccambio, con
le sole risorse del
mio spirito, sempre solo, e
sempre incerto, sempre pauroso di disperdere
sole,
il
invano
tutto
il
un amore
credimi,
ascoltarti,
te in cui
151
danza che
vorrei.
Da
certi piccoli
combattimenti
esco talvolta amareggiato e malconcio. Sono giovine, ho ventiquattro anni e disgraziatamente non
come
il
leone e
come
la lupa.
Ma vedi,
anche questo pensiero mi spaventa. Quasi mi pare di prepararmi le mie scuse e, parlando cos, di cercare una giustificazione e un' indulgenza colpevoli. Ma come sarei pi forte presso di te! Giulia, Giulia mia, come saprei amarti!
Ah, tu non sai che immensi tesori di affetto, di
tenerezza d'ardore ho qui racchiusi nel mio petto
Gioved, 16.
Si,
Giulia, io
racchiuda
in s
succhi
pi opulenti e fecondi
Nessuno sa quanto
uomo
al
Non
valermi, lo sento,
152
Sento che se un giorno potessi aprire tutti vardell'amor mio, potrei riversarne ed espanderne tanto da imbeverne l'universo intero.
Giulia, io mi sento capace di soffocarti di
i
chi
di
felicit,
beata del
fare di te la donna pi
mondo. Se un giorno mi
altera,
pi
sar con-
cesso di amarti da
sento che
oltrepasserei
il
ti
tutti
darei
pi
il
del
limiti
pi inesauribile,
il
tenero,
potere
il
pi
pi squisito,
il
pi gagliardo
questo
tra le
mie braccia,
rifugiarti
qui sul
mio
petto,
temerario desiderio.
luta del
Tu
modi
e leggeri, ricchi e
saldi
fini.^
il
mio soglio
153
crisliti
o rubini,
a jacinti ed a smeraldi,
non essere mai pi spodestata per tutta l'eterMia regina! Mia gioia unica! Mia diietta! Mio
sogno! Mia vita! Come saprei amarti! orribile
che io sia qua solo ed inutile, a consumarmi nello
di
nit.
spasimo e
Il
Verterd^ 17
Che
orrore
Io
il
coraggio
di
nami
il
momento
della
degno
di scrivere
il
tuo
nome Ma
ma come ho
in-
perch debbo
potuto
obliarmi e lasciarmi vincere cos facilmente? Qualti esprimevo qui, il mio rimorso per
una semplice intenzione. Mi accorgo ora che il
rimorso non basta a salvare. Si pu essere corrosi dai rimorsi e ricadere. Invece bisogna pentirsi e questo io non ho saputo. Ed ora la sconto.
che giorno fa
154
Mi
sta bene.
Lo
merito. S,
rimorso come
al
si
cani
ai
che soffra,
pento e sento gi che questo pentimento salutare. Giulia, t'ho offesa. Ecco, te lo dico: ho passato parte della notte fra le braccia d'una donna.
Ma
ti
cellare la
tutto
il
come un
cencio, e
alla
libri,
Nazionale, son
e poi,
appena
torrin-
155
casato,
non ho
divano
all'altro,
che trascinarmi da un
senza forza, e mi assopivo pesanfatto altro
temente
Sabato, 18.
Privo di
te,
jiisperato, rinchiuso in
me
156
un giorno mai
un pensiero che mi
fa
nascere
il
pi,
desiderio d'uno
pen-
tura, e
quelle gioie
vent.
Si,
nabili e
lo
un po'
so,
fretta tutte
questi
non bastano
pensieri
sono imperdo-
a giustificarmi, se pure
non
aggravano
la
prensibile.
il
la
la
m'indusse a
il
tempo avr
15?
infatti
stizza,
me
Ieri, sta-
come se non esistesse. S, lo so, Giulia, tutto quenon basta a diminuire la gravit del mio fallo.
Ma^ credimi, non dico queste cose per iscusarmi.
Credimi, da due giorni non vivo pi dalla pena,
sto
stato in cui
meno
al-
mi
prova soltanto come tu mi sia indispensabile, come tu sola puoi essere la mia salvezza e il mio
angelo tutelare. Ma quando verr quel giorno,
quando, quando? Io interrogo ansiosamente il destino ignoto e
netrabile.
Forse tutto
si
silenzio impe-
mi
15S
la
mia
ma pu
vita;
come pu
ricominciare da capo,
accada e che
tempo
io
Quando questo
tutto
questa mediocrit,
in
debba
questa incertezza.
in
che uno scoppio pur che sia, un combattimento accanito, sanguinoso, funesto, ma insomma,
altro
qualcosa, respirare
la
polvere e
il
sangue, procom-
Domenica,
Oggi
stione,
che
tutt'altro
facile
mondo
combattenti del
si
19.
dividono
in
grandi
pi cate-
sono
precursori, vi sono gli apostoli,
sono gli uomini d'azione.
primi son quelli
che prevedono da lungi un moto, un indirizzo
d'idee, uno stato d'animo delle moltitudini. Gegorie. Vi
vi
neralmente
la
dolorosa. Essi
muoiono prima
o almeno misconosciuti.
nome
di
cipia Anch'essi
sono
vedere
sono poi
il
prin-
obliati del
secondi danno
imprese,
ai prin-
150
moto che
un
poi
sono
profeti,
gli
non per
ciso, se
via
d'intuizioni e di divinazioni,
n dell'importanza n dei
zione.
terzi
maggior dose
adattamento.
preti,
a-
Sono
seguaci,
organizzatori,
gli
della loro
resultati
condottieri.
11
loro
in-
contingente. Per
la
cursore san Giovanni, fu profeta Ges, fu operatore san Paolo. Per la civilt islamitica lo stesso
rapporto
il
il
si
dipendenza
e
l'Alfieri
fu profeta
ebbe
tra
italiana
ribaldi,
gli
La fama
grinaggi,
di
muove
le
le trascina.
le genti.
tito
Un
ritrae
lui
le
turbe, le spinge
ai pelle-
Intorno
alla
sua capanna
da questo entusiasmo,
lo
si
raccolgono
aumen-
160
ta,
ne ricava proventi,
mercanteggia, lo
lo
la
sitiva,
utile,
umana, accoglie
corruzione e
non
accresce,
si
si
indulculto,
fa pratica, po-
fa potente
pi rigida e assoluta,
si
fa
si
le fasi
e ricca,
accomodante
il
suo primo
inizio.
tarsi del
io
pale virt
vinazione, che
come
il
dono
presupposto
In
storia
la
del
Ora
isti-
intra-
spie-
adat-
spirito.
il
mio
di
pen-
princi-
della didi
tutto
il
suo sistema, specialmente la rigidezza dogmatica dei principii. Egli deve essere assoluto, reciso, intransigente, con s e con gli altri. Egli
non deve mai recedere d'un sol passo, non deve
mai adattarsi alle circostanze, non accettare transazioni o vie di mezzo. Egli deve accettare la
morte,
il
martirio^
il
sacrificio.
Egli l'incarna-
zione perfetta della sua idea. Invece l'uomo d'azione pi scaltro, ha virt politiche. Egli non
vola,
cammina
sulla terra.
Se
la
via tortuosa.
161
ostacoli,
L'uomo
di lui.
di
ce,
come
il
secondo
ne l'uomo
di
mondo
nel
primo
11
al
utile,
necessario
pi effica-
secondo,
al
pensiero rimarrebbe
delle astrazioni e
eternamente
non discenderebbe
lare
do,
la
noncuranza
l'amore e
tano
-dei
del
suoi problemi,
umana a
come
Paradiso,
il
finisce coH'annul-
mondo,
il
desiderio
interessi
di
BoRsi
Confessioni.
il
troppo
vincere,
di
mondani sono
visione,
creatura
la
quistare
amore
il
Il
alla terra
162
rivestita.
Eterno
(').
Ahim, a questa domanda oggi non so rispondere pi con quella risolutezza e quella chiarezza d'un terripo. Oggi non so pi quel che mi
giover fare. Oggi non so pi bene accarnare
i
non
ah,
vive sotto
il
cielo
non
deliberare,
so,
non
so,
non
so nulla.
Luned, 20.
Ho
Son
l'anima
nell'amore che
tanta fede
certo che
mio
istinto
la
donna
conoscere
(1)
del Borsi.
te.
E' questo
Congedo
nutro per
fa balenare nel-
la chiave
mi
la
cio che
il
il
che chiude
163
dagli Del
il
dono
periglioso di
Pandora
col suo
e Maria.
la
punse
(').
sa-
Non
questo
fu la nostra rovina.
Vergine benedetta,
che il pianto d'Eva
Cos parla
il
in allegrezza torni.
Vedi TAnticlaudiano
la
mistica
an-
(1)
4.
164
Heva enlm luxit, Maria exultavit , e poi:
Hevae plantiim Mariae cantus cxclusit . E
Chiesa nell'inno
Quod Heva
more incarnano
Se
ti
narrassi
tutte le tue
tristis
l'
avverte che
ci
la
Donna
la
A-
l'
in te sola.
tutti
abstulit
almo germine.
uomo ha
perch confido
la
tu redds
Forse ogni
et
Sono
miei dolori,
ti
farei
piangere
fa,
prima d'aprire questo quaderno, ho avuto un momento di disperazione, perch ero colpito da un
dolore che mi pareva ingiusto e immeritato ed
era tanto pi insostenibile e orrendo, in quanto-
volte mi stringo
procedano senza
muovere un passo, senza fare un gesto. Dico
inutile, vada come vuole andare, che m'importa?
Sono momenti pi orribili per me. Ma ecco che
adesso son con te, sono felice, sereno, fiducioso.
Ti amo, spero, attraverso una plaga fiorita e prin
che
gli
eventi
165
in
per me,
la verit.
Tu
Tu
sei tutto
indispensa
Ho
sto
amore
bile alla
dire essere
mia Giulia, mia cara bella adosono tuo, t' amo e nulla al
mondo perfetto se non il mio amore e te.
dal cielo. Giulia,
Marted, 21.
gue per
strazio inenarrato.
uno
ravamo
stre
col
mio san-
meno
Massimo, e
ci
nar-
angosce.
Stretti
l'uno
al
braccio dell'altro,
diguazzando nella mota delle strade deserte, parlavamo con voce equanime e serena, da quei filosofi coraggiosi che siamo entrambi, senza lagnarci^ senza querimonie imbelli, con l'impassi-
166
due giudici al disopra delle passioni umane. Oh, se il mondo ci avesse ascoltati, quel
bilit di
mondo
che
dera due
sa
come
ci
letterati
all'intrepida
spaventosi problemi
il
sobborgo
ci
consi-
ci
le
assuefatte
pi
non
tempo
siamo
contemplazione dei pi
dell'
essere
lasciati
Ma
cos
che
in
Presso
mezzo
al
parcamente e stringendoci
mani. Eppure ognuno di noi sapeva
fango, sorridendoci
con forza
le
anche
tu,
contemplatore,
co-
busto e sprezzante, curvo sul tuo tavolino burocratico, e tu, Emilio, filosofo
Pericle,
degno
del
tempo
nel
di
la-
vostro disde-
per essere
mia
gloria.
me, falange
tutti
gli
Anch'
splendida e vittoriosa,
istrumenti e
partecipi
io soffro, anch' io
della
sono legato
167
Ho
sca cos.
che
vi far
la
al
mia
Cielo
Non
Giulia, io,
il
Ma
volo.
voglio che
fini-
ho questa donna
la
regina di noi
tutti.
S,
fatica, lo strazio,
prestabilito per la
per
te,
il
dolore, ben venga la
spasimo Tutto disposto e
mia vittoria suprema. Giulia,
lo
per te!
Mercoled, 22.
lettera del
mio
braio
ai
d'
un mese,
Ettore,
al
suo
mese fecondo di
Adesso lavoro a corpo morto
eventi e bellissimo.
fastidi.
Ho
di
la
mia
Frattanto in otto
lettura dantesca,
158
cel
cessit che
pure per ispendere quel tempo a comuna buona azione. Chi lavora prega, ma
di dirle, sia
piere
il
Anche
il
al
lavorare e Y operare
ma
modo
vai
di
compia-
meglio pregare
ma non
cos
169
Rachele, che
mai non
smaga
si
giorno
Ma
da suo mira-
chiss? mentre
il
bisogno di
Genesi e la Commedia, e
mi sono immerso per oltre un'ora nello studio.
Ora torno a queste pagine dopo aver navigato
miei dubbi: Dovr anin pieno mistero. Ecco
ch'io servire Laban per sette anni, come Giacobbe?
la
M'
d'avere indovinato.
nato un pensiero e
Ma
lo
che
si
disperdeva
il
dora.
penso
vento,
Non
ten-
Non
tentare
il
mistero.
Gioved, 23.
delle
seconda scatoletta di cartone e questa era avun foglio che portava il bollo della posta,
recava un indirizzo scritto da una mano estranea,
ma questo indirizzo era ripetuto sul coperchio
volta in
170
l'ho confrontato
un tuo biglietto
di visita, che m'inviasti da Sestola il 24 agosto di
due anni or sono per ringraziarmi d'averti inviato
un numero eW Acropoli, ed identico, ha le stesse caratteristiche grafiche. In quello il mio nome
era scritto cos: Giosu , ed in questo
scritto
Giosu e la differenza dell'elevazione
del O dipende dallo spazio. E cos il mio casato nel primo era scritto Borsi e nel secondo
Borsi . Anche la parola
Firenze
nell'uno
all'indirizzo di
era scritta
Firenze
e nell'altro
Firenze
en-
trambe sottolineate nel medesimo modo. C'qualche diversit, come per esempio nei due F
di Dottor , che erano scritti diversamente nella
parola
vo
teristico
re,
Direttore
che era
il
Nuovo
scritto
ricciolo del
Nuo-
D maiuscolo,
il
vu, rer-
che quest'indirizzo
tresti dire,
di stamani scritto da te. Tu poamor mio, che non capisci come mi possa
occupare
di
questa naturalissima
futilit. Futilit,
Ma
tu non sai, amica mia, che imporenorme abbia per me questo evento. Sai tu
che cosa significa per me? Che tu per un istante
hai pensato a me. Ecco qui la prova evidente,
osi dire?
tanza
irrefutabile.
Borsi,
Mentre
Nuovo
tu
Giornale
scrivevi
,
dottor
Giosu
171
Immagino che
una
fila,
da spedire, che
tu
tu
ti
ne avessi davanti
ti
rivedo nell'atto di
vere,
nome
sia as-
uno
che particolare,
Da
tutti
di
te,
dei primi,
ricostruisco
il
mio
cos mi
con
scri-
di baci
qualvita.
que-
sta
le
con
le
labbra
le
Io vi
ho
ricercato
ma
te
povera
me
e una busta a
alla
mia
biglietto
no, poi
1912,
due
mio
pi che suf-
scritture
al-
172
mai avuto
il
genere umano,
tra
le
scienze spe-
Vedremo,
ve-
as-
dremo.
Ieri
sai
Ne sono contentissimo. Ed ho
troppo da fare, ma ne sono arciconten-
proficuamente.
molto,
tone.
Venerd, 24.
l'av-
vocato mi ha telegrafato per dirmi che la citazione legale contro il mio antico socio stata
distesa in buoni termini. Ancora una diecina di
giorni o
decisiva.
fortuna,
poco
pi, e poi si
impegner
capire che
non me ne do
L'importante
la
il
la battaglia
Il
tu,
il
refrigerio
1i73
dell'anima mia.
Non
sapr mai
dirti
quanto mi
te la
ineffabili
le tinte
Or
festose questo
grigio
di mil-
e morto orizzonte.
Istorie e favole , e
mi
assaliva un senso d'invidia per quel mio meraviglioso e lodabile amico, che ha gi potuto dare
il
suo nome a un'opera cos bella e stupenda.
Anch'io vorrei affrettarmi a terminare miei Cristniti e il mio poema satirico, e mi addolora
i
il
sta-
r lontano pi di un mese. Cos dovr tralasciare il mio lavoro per chiss quanto tempo,
e non avr modo di dedicarvi neppure un po'
di studio, perch questi sei giorni non mi baste-
174
Non
sai,
non
sai
nulla, e
mi culla
in
compiacenza e
rammarico, e
una perplessit squisita. Vorrei che
singolare, tra di
di
Mi par
presso
di vegliare
quello di destarti
so a
te,
di
E gioisco e mi tormento,
mi raffreno con un piacere che ha qualcosa di
convulso e di aspro.
Torno
sempre in
al
lavoro.
fretta e
In
me
questi
ne duole.
giorni
ti
scrivo
175
Sabato, 25.
Sebbene
sero
come
giornali di
certa la notizia
della
pace conclusa,
non potevo adattarmi a crederla. Ero certo, certo, che non poteva finire cos. Infatti, con molto
io
stupore degli
altri
da
sommossa
dicevo
l'altro
ieri
che
il
febbraio
bano
oltre
ire
sono veramente
modo
stranissimi
Ma
mi
certi ris-
contur-
non posso pi
dilungarmi su questo. Troppe cose avrei da
in
e forse
indicibile.
no,
ton quella incompiutezza e inefficacia che comporta la parola umana, parrebbero ridicoli, sogni
da ragazzo. Guarda, per non cedere alla tentazione di parlare, preferisco chiudere questo quaderno. In questi giorni, del resto, mi pi volte
di non scriverti pi, prima che non
sopraggiunto qualche evento solenne e inatteso. Ma no, preferisco scrivere ancora ogni giorno, sia pure poche frasi monche e incomprensibili.
venuta l'idea
sia
176
Domenica, 26.
Stanotte
tenuto tutto
gno empio
ho
il
fatto
un sogno
orribile,
e maligno e
che mi ha
tristezza, so-
profanatore, certamente
so pi quali impedimenti e
fastidi
che
si
frap-
accettato d'ingannare
malizia.
177
Questo mi sconcertava
e sentivo
Pure m'industriavo
nostra intimit, in un
di
modo
trarre
mio pro-
partito
dalia
ipocrita e libertino.
ti
giungere a
un modo pi
leale ed onesto,
mi avrebbero respinto
per le mie condizioni dolorose e malsicure, che
pure non erano mia colpa. E stavo per sopraggiungere qualche acconcia protesta d'amore, quando tu mi rassicurasti con un sorriso malizioso e
di
te in
e soggiungevo che
tuoi
lusinghiero, dicendomi
nulla
con molti
sospiri vicendevoli e
ritrovarci presto.
Appena
solo,
sogno ha du-
il
ci
separassimo
con promesse di
io mi sentivo su-
me
cevo a
di-
lei,
accortamente
14.
Bobbi
il
saputo trarre
Confessioni,
Ma
non
178
Se ho potuto
inviolato.
trovare
altre
le
donne
te,
altre volte
desiderare di
maliziose, indocili,
lusin-
gatrici e
che grazia, non tollero oggi di attribuire a te, neppure in sogno, alcuna di queste piacevoli e tristi
disposizioni
al
raffigurarti severa,
sa a coteste
me
tristi
e miserevoli
sogno senza
immagini
dife-
umilianti,
e con
tua
la
lordo, verso
il
turpe.
ha bisogno
cermi,
ma
di
tornare invincibile.
uno
gli
spirito
tenebroso,
in-
do sono
dura,
il
pien di
a svelarmi
(1)
sonno
(')
ma
il
sonno non
via verace.
Dante. Inferno,
I.
11,
17Q
Luned, 27.
alla fine di
Non
questo terzo
queste
di tralasciare
te
cose ho tralasciato
di trattare
come un
ri)
mondo
Quan-
infinito.
in
me
stesso,
il
valo-
180
re e l'ingenza! Quante purtroppo ho qui sconciamente tradito e stravolto, immiserito e mascherato, cos da renderle pressoch irriconoscibili
non pure ad altri che le potesse leggere, ma an-
che a
me
che per
stesso,
un attimo
me
altro le
ho
sentite pal-
Ma non me
ne dolgo e
con dolore e con rimpianto,
come un cavaliere molto prode che lascia una
lizza dove non ha potuto dar tutta la prova del
pitare
in
lu.
Non
tutto quel
assai pi fortemente,
mia
Giulia,
perfetta
e su-
tanto
ch
si
muoversi importa.
il
spera di vincere,
bene. Morire
vittoria ambita.
ternit e
non
il
Dunque
Tu non
amo, ma lo saprai. Tu non immagini di quali miracoli sono capace, ma lo vedrai e
bentosto. Quanto, quanto ti amo Non c' amore
sai
quanto
ti
al
mondo che
io
mi son
invitta,
fatto tuo
181
mio
mondo, o
io m'inebrio nel
instancabile richia-
mo, o bellezza
del
benedico il Signore, poich tu sei la viva e luminosa prova di quanto egli sappia maravigliosamente operare, o tu, dotata d'ogni miglior grazia,
otu, improntata della eccellenza divina, o tu, chiaro
vestigio della potest di Dio, mi ragioni di Lui,
tu mi richiami a Lui e servendo te servo Lui, in
tutta armonia e con pace di tutto il mio spirito.
Addio, Giulia mia benedetta. Io sono qua solo e
lontano alla mia guerra, ai miei rischi. Ma tutto
sar compiuto, per te, per amor tuo, in tuo nome
e a tua gloria sempiterna. Qui innalzo la preghiera
al nostro Signore, che t'ama e ti predilige, affinch
si degni di favorire gli sforzi che io compio per
Notam fac mihi vlam, in qua ambulem: quia ad
animam meam
te levavi
(1)
Fa che conosca
perch a
te inalzai
la
(*).
via,
l'anima mia
FINE
nella quale
.
io
cammini
AVVERTENZA.
Crediamo doveroso di far osservare al lettore
cattolico che in alcuni passi, come alle pagine
98-104, 156, 158-164, l'autore trascorso in
alcune frasi e proposizioni che la sua coscienza
di cristiano, ossequente alle verit insegnate dalla
pi, tardi, senza dubbio, rifiuo modificate. Non bisogna dimenticare che
Giosu Boj'si quando scriveva, giovanissimo, que-
Chiesa, avrebbe,
tate
sto
Diario
era proprio
all'inizio della
sua
nelle
dottrine
teologiche
M.
LUIGI BUFFETTI
EDITORE IN ROMA
VllOVCntU
Discorsi ai giovani di
dolfo Betj^azzi. L.
Ro-
6.
Un
Italiano in
Adolfo Rossi
Italiani in
avventure
di
(terza edizione). L.
Spagna.
di
3,50.
Tipi, scene,
Bernardo Chiara. L.
IjISCU* Romanzo
Pazzi. L.
America
4.
umoristico di Giovanni
2.
Ghermita
al
Pietro Casu. L.
Maddalenna.
cuore
Romanzo
di
5.
Romanzo
di
2.
Edvige