Documenti di Didattica
Documenti di Professioni
Documenti di Cultura
L’opera di Agostino (riferimenti approfonditi alle pp. 586-587) è molto vasta ed è tutta improntata alla teoria del sacro
furto e che sostiene nella sua opera “De doctrina cristiana”. Le sue due opere principali sono le “Confessiones” e “De
civitate dei”.
1
Agostino è perfetta, perché è umana, l’unica città ideale perfetta è la città di Dio. La città degli uomini sarà quanto più
perfetta quanto più assomiglierà alla città di Dio che ne costituisce il modello, per cui la città umana deve essere
costruita sul modello di quella di Dio. La città di Dio è il paradiso e si diffonde tra gli uomini solo nella misura in cui gli
uomini amano Dio e il prossimo. Secondo Agostino gli uomini dovrebbero sentirsi cittadini del cielo e sulla Terra
dovrebbero considerarsi dei pellegrini in viaggio verso la loro patria che è nei cieli.
LA CATEGORIA DEL TEMPO IN AGOSTINO (pp. 604-605 – leggere e studiare il testo in traduzione):
All’interno del De Civitate Dei, come anche nelle Confessiones, Agostino introduce riflessioni molto attuali sulla
concezione del tempo, concezioni che verranno poi riprese da tutti i filosofi agostiniani fino poi ad arrivare alle
concezioni del tempo di Bergson. Per Agostino il tempo è una categoria totalmente umana e relativa, Dio non ha la
categoria del tempo, perché ha come categoria quella dell’eternità, per cui la categoria del tempo è ascrivibile
solamente alla creatura, all’uomo. Riprende alcune osservazioni che Seneca aveva espresso nel De brevitate vitae: il
tempo non è quantitativo ma qualitativo, il tempo è il significato che noi imprimiamo alla vita. Agostino ritiene che il
tempo sia una categoria dello spirito, nel nostro spirito il passato, il presente e il futuro sono una categoria non della
realtà ma del nostro spirito. Il tempo è una dimensione dell’anima, del soggetto. Il tempo non esiste oggettivamente
perché si divide in tre parti:
- passato → non esiste in quanto non è più → è la memoria.
- presente → è l’attimo dopo il passato ma che diventa già passato nel momento in cui trascorre; se così non
fosse sarebbe eternità → è la percezione, l’intuizione.
- futuro → non esiste in quanto non è ancora → è l’aspettativa, l’attesa.
L’uomo ha attribuito alle cose il suo modo di essere temporale, che invece caratterizza solo lui soltanto. Dio è fuori dal
tempo, che esiste solo in relazione alla limitatezza dell’uomo. Perché invece il tempo di Dio è quello dell’eternità.
Nell’analisi del tempo Agostino introduce la nuova dimensione psicologica, assente negli altri filosofi che lo avevano
preceduto che si erano concentrati solo sull’aspetto naturale del tempo inteso come ciclo delle stagioni e del cosmo.
Questa scoperta interrompe una intera tradizione di pensiero e ne fonda una nuova, tuttora presente, dove l’unico
tempo esistente è quello pensato, quello esperito dalla coscienza dell’individuo.
Agostino dunque arriva a delle conclusioni straordinariamente moderne che sembrano proprio anticipare alcune
concezioni della filosofia novecentesca perché anticipano l’idea di un tempo fluido, in cui passato, presente e futuro
sono compresenti alla coscienza e allo spirito dell’uomo. Dunque è una concezione del tempo, moderna, attuale, che
verrà ripresa dalla filosofia novecentesca e che verrà poi utilizzata in tutte le tecniche narrative prima dei romanzi, poi
dei film, poi delle serie, cioè flashback, analessi, prolessi, spostamento, commissione di tempi, una concezione di tempo
non oggettivo ma soggettivo, sul modello di quello senecano, il tempo di Agostino non è il tempo meccanico
dell’orologio, è il tempo della coscienza, dell’io. È il tempo dei romanzi di Svevo, quello della Coscienza di Zeno: Svevo
ovviamente aggiunge la malattia, la psicoanalisi, Freud, ovvero temi e riferimenti figli della sua epoca delle incertezze a
cui Agostino chiaramente non poteva accedere, ma di cui rimane comunque un anticipatore.