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FILOSOFIA PATRISTICA E MEDIEVALE

Introduzione Generale
Lasciamo la filosofia antica, quindi il politeismo, Socrate, Platone e Aristotele; per
passare ad una visione del mondo diversa, si cambia paradigma. Ciò avviene per
cambiamenti al livello culturale, storico e di pensiero.

Introduzione Specifica
Il passaggio tra filosofia antica e filosofia patristica avviene quando il cristianesimo
dilaga nel mondo, da quando la figura di Gesù il Nazzareno ha creato la prima
comunità: la prima Chiesa. Dunque, il cristianesimo ha avuto un grande impatto in
vari ambiti per il cambiamento di pensiero e di visione del mondo degli uomini del
passato. La dottrina cristiana ha contribuito a rilevanti cambiamenti delle
preesistenti concezioni filosofiche greco-classiche ed ellenistiche.
I fedeli cominciano a porsi domande per comprendere la fede cristiana, anche
perché quando il ragionamento razionale e l’approccio delle fede convergono in un
punto comune, la verità si è rivelata e dunque ci si sta avvicinando a Dio Padre.
I filosofi di questo periodo cercano di comprendere i punti di contatto tra la filosofia,
la ragione, e la fede, il credo, e dunque di trovare un nuovo punto di vista per
tematiche già esistenti. Patristica deriva quindi dai ragionamenti dei padri della
Chiesa per comprendere le idee precedenti attraverso il dialogo con la religione.
Gli elementi peculiare introdotti dal cristianesimo nel mondo e nello sguardo
filosofico:
1. Monoteismo = prevalenza della presenza di un solo dio, non più entità divine.
2. Nuovo concetto della verità = la verità coincide con la rivelazione del Padre
Celeste e del suo volere consegnato agli uomini.
3. Creazionismo = la realtà è creata da Dio, un dio creatore. La causa prima, il
primo motore immobile è Dio.
4. Antropocentrismo = l’uomo al centro del mondo, lo sguardo si sposta dal
generale, dall’universo al particolare, all’uomo. L’uomo è l’apice della
creazione di Dio.
5. Morale eteronoma stabilità da Dio = alla luce del cristianesimo, le norme
sull’agire dell’uomo sono dettate dall’alto, da Dio.
6. Provvidenza divina = la storia e il tempo procedono con una finalità, con una
volontà esterna, Dio.
7. Nuovo senso della storia = ciò deriva dal fatto che Dio guarda l’uomo come
sua creazione, figlio.
Tuttavia, i principali problemi che caratterizzano la filosofia cristiana e medioevale
sono quesiti:
- La fede è qualcosa di irrazionale o è invece compatibile con la ragione?
- La ragione può essere o no di aiuto per comprendere meglio i precetti
della fede, oppure fede e ragione sono totalmente opposte?
- Quale è quindi il rapporto tra fede e ragione?
Lo studio della fede è attraverso la ragione, per comprenderla meglio; ciò fa nascere
la filosofia cristiana medioevale, che durerà fino al XIV secolo.

La Filosofia Cristiana-Medievale
Il cristianesimo sorge storicamente durante l’età ellenistica. Inizialmente, i cristiani
sono stati perseguitati, ma in seguito, con gli imperatori romani Costantino e
Teodosio, la religione cristiana viene accetta e anzi nel 529 d.C. con Giustiniano
diventa la religione ufficiale dell’impero.
Questo ampio periodo storico viene suddiviso da due filoni filosofici:
- Il periodo della Patristica, che dura fino al 750 d.C. Qui troviamo i padri
della Chiesa che difendono la religione cristiana attraverso l’apologia per
espandersi a livello di fede, si parla dunque di ortodossia, e strutturare
la dottrina della Chiesa. Avvengo periodi di concili per stabilire il
dettame cristiano. Qua citiamo sant’Agostino, che riprende molto il
filone di Platone e simili.
- Il periodo della Scolastica, che dura fino alla fine dunque 1300;
concludendosi con l’avvento dell’Umanesimo. Qui invece si cerca di
recuperare il pensiero di Aristotele e Platone per leggerli e
comprenderli attraverso la fede cristiana: avviene la divisione tra
cristiana aristotelici e cristiani platonici. Qua citiamo san Tommaso
d’Aquino, che riprende molto Aristotele.
Nota Bene: durante questo periodo i filosofi cristiani, o meglio dei teologi, fanno emergere il
concetto e pensiero di “persona umana”.

Un evento di contatto tra cristianesimo e fede cristiana è scritto nelle lettere di San
Paolo: l’incontro tra Paolo e l’areopago.
INTRODUZIONE AD AGOSTINO D’IPPONA
Su Agostino d’Ippona, ci concentreremo sulle vicende biografiche, fede e ragione. Le
parole chiave per questo personaggio sono:
- Verità
- Interiorità
- Anima
- Storia
- Male
- Memoria
- Tempo
Agostino non riduce la sua filosofia all’apologia e alle dispute, egli spicca per
aggiunte di idee e pensieri. Facciamo un passo indietro, la metafisica è materia
importante sia di Platone sia di Aristotele. Agostino d’Ippona si pone dalla parte di
Platone, mentre Tommaso d’Aquino si pone dalla parte di Aristotele, da qui nasce il
pensiero aristotelico-tomista.
BIOGRAFIA DI AGOSTINO D’IPPONA
Agostino nasce in Africa ed inizialmente non professa la fede cristiana, ma spicca la
sua dote di curiosità: aderendo a scuole di pensiero filosofiche di quel tempo, tra cui
il manicheismo, che proviene dal pensiero di Mani. Il quale aveva una determinata
visone del mondo: dal punto di vista ontologico, esistono due principi, il male e il
bene che interagiscono come principi ontologici tra di loro dando vita alle cose. In
realtà però, questo pensiero verso il mondo, non convincerà più Agostino, per una
serie di motivi. In questo senso, Agostino cerca di primo acchito a sposare la filosofia
di alcuni pensatori, ma non riesce a trovare soddisfacente niente di quei pensieri
filosofici.
Così comincia una continua lotta e viaggio verso la verità secondo Agostino. Ad un
certo punto, Agostino si ritrova a Milano a sentire una messa da parte di Ambrogio,
futuro Sant’Ambrogio e padre della chiesa come Agostino. Agostino si converte al
cristianesimo, poiché la sua inquietudine sembra aver trovato una verità. Agostino
così si fa battezzare, anche se la madre, Monica, già cristiana, ha sempre cercato di
fare entrare il cristianesimo nella vita del figlio. Agostino poi diventerà sia vescovo
sia confessore della Chiesa, andando contro le eresie. Dunque da pagano, vissuto
intorno al 476 d.C., a cristiano devoto. Egli contribuirà anche al credo cristiano
durante la sua vita.
Per riassumere, le vicende biografiche influiranno decisamente sulla sua riflessione,
che sarà ispirata sia al tramonto interiore sia dalla ricerca a lungo insoddisfatta nei
primi anni, sia dalle urgenze della sua missione, dopo aver abbracciato il sacerdozio
ed essere stato vescovo. Egli non si limita ad enunciare tesi filosofiche, soddisfatto di
elaborare teorie nuove, ma le vive drammaticamente, sicché egli è uno di quei
pensatori per i quali la filosofia è veramente il tentativo, continuamente ripetuto, di
affrontare il problema della vita e di dare un significato all’esistenza umana.
INIZIO DEL PENSIERO DI AGOSTINO D’IPPONA
Agostino, nelle sue opere, scrive in chiave cristiana tutti i pensieri filosofici che aveva
assorbito e sentito, ma anche le sue inquietudini. Agostino vivrà un po’ come una
foglia trasporta dal vento, poiché rileggerà alcune esperienze di vita prima della
conversione: Agostino crede che il suo destino fosse destinato verso al cristianesimo,
tanto da scrive la sua più grande opera filosofica e teologica, le Confessioni, una
biografia riletta da Agostino con una visione cristiana. Agostino con le Confessioni
inaugura il filosofo d’introspezione, l’uomo che guarda a sé stesso, tenendo conto
dei travagli e dei passaggi della propria vita. Forse un’anticipazione la troviamo in
Socrate, ma la prima volta, in totale pienezza, Agostino attua l’auto-riflessività,
l’uomo si esprime su sé stesso, un credente che vive nel dubbio e nella ricerca di
risposte. Citiamo allora parole chiave per Agostino:
- Confessione: Dio è il rivelatore della verità, ricercata da Agostino, che lo
confessa. Sia che avviene una confessione dei propri peccati, ciò è un
riflesso esistenziale. Quindi abbiamo sia la parte teoretica sia la parte
esistenziale. Con Agostino si apre la strada verso la conoscenza e
l’Interiorità.
- Riconoscimento: cercare qualcosa che poi Agostino riconoscerà nel
cristianesimo.
- Verità: ricercare una verità che soddisfacesse l’animo di Agostino.
- Tempo: il destino di Agostino è posto in un’epoca di travagli e dubbi, che
però saranno chiariti dal cristianesimo secondo il teologo.
FILOSOFIA AGOSTINIANA
Dunque, tutto ciò è una filosofia al confine tra due epoche, la classica e la medievale.
Il rilievo della sua opera dipende anche dal fatto che pone le basi per quel confronto
tra l’esercizio filosofico della ragione e l’annuncio di salvezza diffuso dal cristianesimo
e dalla Bibbia. Nel pensiero di Agostino, fede e ragionamento sono strettamente
unite e legate e costituiscono l’una il presupposto dell’altra, quindi un rapporto
ancillare, in quella che è l’esigenza fondamentale dell’uomo, ossia la ricerca della
verità. “Credo per comprendere e comprendo per credere”: questa citazione è un
circolo virtuoso, nel senso che la fede costruisce l’orizzonte entro cui l’attività
razionale viene esercitata e potenziata nelle sue capacità.
Agostino è il primo ad introdurre la riflessione sulla storia nella filosofia. La sua
visione della storia è in chiave escatologica (pertinenza all’interpretazione dei destini
umani e dell’universo) per cui il fine ultimo è la redenzione, assomigliare alla città di
Dio, che è paradigma per l’uomo. Se Dio è inizio, è anche fine della realtà e,
soprattutto della storia, vista come un processo in cui bene e male si fronteggiano,
anche in virtù della libera attività dell’uomo, e che rivela una razionalità intrinseca.
L’uomo è protagonista per le proprie scelte, quindi la tendenza verso il male o verso
il bene, ma l’uomo deve avere come fine ultimo il bene di Dio, la verità celeste.
Verità per Agostino
Il principio fondamentale della filosofia agostiniana è l’identificazione della Verità
(aletheia) con Dio. Questi illumina la mente degli uomini e concede loro i
presupposti e gli strumenti necessari per comprendere la realtà. Poiché Dio installa
già nell’uomo la Verità: ritornare a sé stessi e ripiegarsi nella propria Interiorità
significa aprirsi alla Verità e a Dio, citazione di riferimento della reminiscenza
platonica. Qui notiamo un’attenzione verso noi stessi, quindi un richiamo
all’Interiorità e una proposta di un’antropologia essenzialmente dualistica, come
Platone diceva che l’anima era prigione del corpo e che la realtà materiale è
sfumatura dell’idee nell’iperuranio. Dio illumina la mente umana con i presupposti
con cui l’uomo dovrà affrontare l’umanità, dunque con questo sguardo introspettivo,
Agostino esprime la teoria dell’illuminazione.
Anima per Agostino
L’anima costituisce l’essenza dell’uomo, è una sostanza di ragione, fatta per
governare un corpo, col quale è unita ma senza realizzare un’unità piena e compiuta.
Il corpo è solo uno strumento dell’anima: Spirito vs Materia, Immortalità vs
Corruzione. Agostino non vuole essere opprimente per il peccato, ma data la sua
biografia, Agostino ci dice che è il corpo che muore e perisce, mentre l’anima si può
salvare e che quindi bisogna riconoscere di esser peccatore e di cercare di migliorare
per perseguire la verità e il bene.
LE CONFESSIONI DI SANT’AGOSTINO
Bene e male per Agostino
Dio ha creato il mondo con un atto volontario e non è responsabile della presenza
del male in esso. Il male secondo Agostino, non ha un valore ontologico, ma
piuttosto si figura come privazione di bene. Dio ha creato solo il bene disponendo
tutti i beni lungo una scala gerarchica per cui quello che è giudicato un male, ciò non
è altro che un bene inferiore rispetto al Sommo bene, che l’uomo dotato di libero
arbitrio, può scegliere. Inoltre i mali, fisici o morali, fanno parte di un ordine cosmico
che, considerato globalmente, è bene. Quindi la realtà è come guardare un ricamo:
una parte è aggrovigliata mentre l’altra è ben ricamata, dunque la prima è il male
mentre la seconda è il bene; due facce della stessa medaglia. Questo aspetto è
apologetico nei confronti della fede cristiana e dunque il male è assenza di bene.
“Ama e fa ciò che vuoi”, ovvero persegui l’amore ultimo, il sommo bene e farai bene
nella tua vita.
Memoria per Agostino
Anche il tema della memoria è ritenuto molto importante, soprattutto per la
conoscenza e per la costruzione del soggetto umano. Essa è il ricettacolo che
contiene tutte le immagini derivanti dalla percezione esterna e interna (teoria
gnoseologica); e dunque aiuta a determinare la coscienza che ognuno di sé, giacché,
unendo il passato al presente, consente di progettare le azioni future: perciò essa è
anche la condizione umana.
Nel cuore della memoria sono racchiuse, da un lato, le idee innate o verità di ragione
fornite da Dio, dall’altro il desiderio infinito di una felicità piena ma mai provata, in
cui si dischiude la tensione a Dio. La memoria è come un motore verso la verità,
verso dunque al raggiungimento di Dio.
Tempo per Agostino
Famose anche le pagine dedicate alla concezione del tempo. Sembra infatti che il
tempo non ci sia, poiché il passato non vi è più, il futuro non è ancora e l’istante,
l’attimo presente, è solo il passaggio da un non più a un non ancora. Eppure
percepiamo gli intervalli di tempo, li misuriamo e quindi devono esserci e avere
qualche consistenza. Agostino nota che non ci sono presenti le cose passate e future
in se stesse, ma le loro immagini (passato) o le anticipazioni (futuro) o considerazioni
(presente) che ne facciamo.
Gli eventi dunque si misurano nell’anima, la quale dà consistenza temporale che
nella realtà esterna non si possiede. Questa distensione temporale presuppone
l’essere tutto raccolto in sé, proprio dell’eternità, e di Dio. L'unica realtà che esiste è
Dio, è colui che ha creato tutto; dunque, il tempo è apparente perché Dio è eterno.
Dio è inizio e fine della storia, ma visto che Dio è eterno, allora anche la storia è
eterna e dunque il tempo non esiste.
Tardi ti ho amato
Questo passo delle Confessioni di Agostino è un dialogo tra il teologo e Dio:
- Il teologo ammette è confessa di aver amato tardi il cristianesimo.
- Il teologo confessa il fatto che la bellezza era nel corpo delle donne, un
amore travagliato.
- Il teologo dice che Dio era dentro di lui, ma non lo sapeva: Dio era con
lui, ma lui non era con Dio.
- Le creature tenevano lontano Agostino dal cristianesimo, poiché egli
cercava negli altri Dio, la verità.
- Agostino confessa che la chiamata di Dio lo ha portato verso una nuova
vita.
- Agostino paragona la sua vita ad un buio che poi con il cristianesimo
cambia in luce.
- Agostino confessa poeticamente l’amore verso il Padre, Dio.
SPECCHIETTO DI RIFLESSIONE
Lutero nelle sue 95 tesi teologiche e dottrinali parlerà di servo arbitrio, cioè l’uomo
non si salva per opere buone, ma per illuminazione data da Dio e dunque da
predestinazione primordiale.
SEVERINO BOEZIO
Dopo Agostino la patristica proseguirà fino al 750 circa, tuttavia senza più formulare
nuove teorie nuove e originali. In Oriente si riduce a dispute teologiche di politica
ecclesiastica, che perdono quindi ogni valore filosofico. In occidente, crollano le
civiltà e la cultura romana sotto i colpi dei barbari che hanno invaso ormai tutte le
province dell’Impero. La cultura vive a spese del passato e non ci sono più nuove
elaborazioni culturali e filosofiche.
In occidente vale la pena di ricordare l’opera di Severino Boezio (480 – 525), filosofo
romano, che contribuì a far sopravvivere nel Medioevo una parte della filosofia
antica. Quello di Boezio è un platonismo eclettico: da Platone ricava il concetto di
Dio, come sommo Bene; da Aristotele, Dio come primo motore immobile; dagli
stoici, il concetto della provvidenza e del fato. Sebbene cristiano, la sua filosofia è
per lo più di impostazione neoplatonica. Boezio rappresenta nella sua persona il
passaggio dalla filosofia antica a quella medioevale: e l’ultimo filosofo romano ma
anche il primo filosofo che ci introduce nella filosofia medievale.

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