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Matteo Piras

I.I.S. G.Brotzu

A.S. 2011/2012

Il Cristianesimo e la Filosofia

1. Lavvento della filosofia cristiana 2. Caratteri e novit del messaggio cristiano 2.1. La nuova parola 2.2. Le lettere paoline 2.3. Il quarto vangelo 3. I caratteri della patristica 4. Gli apologisti cristiani e gli gnostici 4.1. Giustino: lelaborazione filosofica della fede 4.2. Lo gnosticismo 4.3. Tertulliano: la condanna della filosofia

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1. Lavvento della filosofia cristiana.


Lavvento del cristianesimo determin un nuovo indirizzo per la filosofia. Ogni religione consiste nellaccettare una rivelazione senza chiedersi troppi perch. Luomo deve quindi accettare una verit testimoniata dallalto, egli tende a chiedersi il significato di questa verit oltre a come possa intenderla. Questa esigenza pu trovare una risposta solo grazie alla filosofia, con la quale luomo religioso potr avvicinarsi alla verit rivelata. Cos, dalla religione cristiana nasce la filosofia cristiana, che si serve della filosofia greca per far fronte a questa esigenza, ma a differenza di essa, la filosofia cristiana non ha lo scopo di scoprire nuove verit, ma solo di trovare la via migliore per portare luomo alla comprensione della verit rivelata da Cristo. Per luomo ha gi segnati i suoi limiti, poich grazie alla ragione non pu capire il significato della rivelazione di cristo, infatti solo i Concili possono andare oltre, ma anche loro cercano solamente di chiarire quelle verit gi note sin dallinizio.

2.Caratteri e novit del messaggio cristiano.


La nuova parola
La predicazione di Cristo un profondo innovamento della religione ebraica. Essa insegna la credenza di un Dio unico, puro spirito e garante dellordine morale nel mondo degli uomini, che aveva eletto il suo popolo, ma che era in grado di punirlo inesorabilmente se ci fossero state mancanze morali e per le sue aberrazioni religiose. Inoltre si sarebbe servito di esso per regnare sul mondo. Questultimo rinnovamento si sarebbe dovuto verificare attraverso lopera di un messia, cui si ricollega Ges Cristo, che per estende lannuncio profetico a tutti gli uomini di <<buona volont>>. Inoltre Cristo chiede un rinnovamento spirituale che deve svilupparsi nella coscienza dellindividuo e di spezzare ogni legame terreno e affidarsi totalmente a Dio, che fonte di amore e che ci ha creato per dare amore agli altri. Si contrappone cosi alla legge ebraica dellAntico Testamento <<occhio per occhio, dente per dente>>. Infine dice che luomo si debba abbandonare a Dio in attesa di raggiungere il suo regno, ma quest attesa non deve essere inerte, ma attiva e preparatoria. Infatti, Cristo si rivolge a coloro che soffrono, poich coloro che sono soddisfatti non hanno nulla da chiedere alla vita.

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Le lettere paoline
Le lettere di Paolo di Tarso, scritte a varie comunit cristiane, servirono per dare ammonimenti, consigli e prescrizione rituali, ma anche come punti di riferimento per le dispute teologiche e per le interpretazioni filosofiche degli scritti evangelici. Esse trattano: - Della tesi della conoscibilit naturale di Dio: egli conoscibile attraverso le sue opere, quindi non conoscerlo una vera e propria colpa; - Della dottrina del peccato originale e laffermazione della possibilit per luomo di riscattarsi da tale condizione mediante la fede di cristo; - Del concetto della grazia come azione salvifica di Dio attraverso Cristo; - Del contrasto tra la vita secondo la carne la vita secondo lo spirito; - Dellidentificazione del regno di Dio con la Chiesa, infatti essa il corpo di Dio. Inoltre nelle lettere paoline domina il concetto di vocazione, attraverso cui opera la grazia divina in ciascun individuo, offrendoli quindi uninnata capacit nello svolgere qualcosa. Infatti, in ogni individuo vi una diversa vocazione e, perch vi sia armonia tra i membri della comunit necessaria l agape, ovvero larmonia, intesa meglio col termine latino caritas.

Il quarto vangelo
Nei vangeli sinottici (di Matteo, di Marco, di Luca) la predicazione di Cristo legata alla sua persona e al suo comportamento. Il vangelo di Giovanni invece, costituisce il primo tentativo di intendere filosoficamente la figura di Cristo e il principio del suo insegnamento. Nel vangelo, infatti, Cristo inteso come Lgos e funziona da mediatore tra Dio e il mondo. Inoltre riconosce che Cristo figlio di Dio e gli attribuisce il ruolo di salvatore di tutti gli uomini. Ritiene inoltre che luomo debba affrontare una rinascita spirituale, che si presenter durante la sua vita carnale.

3. I caratteri della patristica.


Il cristianesimo, per far fronte a sbandamenti e a polemiche, si present come massimo esponente del pensiero filosofico greco, cui fino ad ora non si era ancora arrivati.

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Cos andarono a unirsi filosofia e religione. Per nei primi secoli d.C., la religione cristiana fu soggetto di ricerca di molti filosofi che cercarono di interpretarla attraverso la filosofia greca o attraverso la religione cercarono di interpretare la filosofia. Questo periodo di elaborazione dottrinale venne chiamato patristica, infatti i padri della Chiesa sono coloro che hanno contribuito allelaborazione dottrinale del cristianesimo. Let della patristica, per la Chiesa greca si termina nel 754 circa, mentre per la Chiesa latina si finisce nel 735. Essa pu essere divisa principalmente in tre periodi: - Il primo, che arriva al 200 circa, dedicato alla difesa del cristianesimo; - Il secondo, che va dal 200 al 450 circa, dedicato alla formulazione dottrinale delle credenze cristiane; - Il terzo, dal 450 fino alla fine della patristica, dedicato alla rielaborazione e sistemazione delle dottrine gi formulate.

4.Gli apologisti cristiani e gli gnostici


I primi scrittori che affondarono problemi filosofici furono i padri del II secolo, detti apologisti, perch scrivono in difesa (= apologha) del cristianesimo. Infatti, in questo periodo i cristiani sono soggetti alla satira delle plebi e degli scrittori pagani. Le pi antiche apologie di cui si abbia notizia sono quella presentata da Quadrato, discepolo degli apostoli, allimperatore Adriano e quella del filosofo Marciano Aristide rivolta allimperatore Antonino Pio. In questultima lo scrittore afferma che soltanto il cristianesimo la vera filosofia, egli fa uso anche dei concetti platonici affermando che Dio fa in modo di muovere tutto sia nei cieli che in terra.

Giustino: lelaborazione filosofica della fede.


Quella di Giustino la prima figura di padre apologista, e per questo considerato il padre della patristica. Giustino nacque da genitori pagani e frequent vari esponenti delle maggiori scuole filosofiche, dove pot imparare le dottrine platoniche; ci che cercava nella filosofia, lo trov nel cristianesimo, cui difese come unica vera filosofia.
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Giustino scrisse tre opere: il Dialogo con Trifone giudeo e due Apologie. La prima diretta allimperatore Antonino Pio e si riferisce a un dialogo tra Giustino e Trifone, dove vuole dimostrare che la predicazione di Cristo completa linsegnamento del Vecchio Testamento. La seconda, invece, un supplemento della prima ed stata redatta in occasione della condanna di due cristiani, solo perch si professarono tali. Giustino afferma che il cristianesimo era ci che tutti i precedenti filosofi stavano cercando, infatti, loro arrivarono a intravedere la verit, ma non la videro completamente. Giustino dice che in loro vi erano quindi dei semi di verit, che non erano pienamente intesi. Egli utilizza la dottrina delle ragioni seminali per dimostrare che il cristianesimo la massima espressione della filosofia greca.

Lo gnosticismo.
Nel II secolo d.C. vi la propagazione di numerose sette, che come punto dincontro tra di loro hanno la conoscenza (in greco gnsis, da cui deriva il termine gnosticismo) come via per raggiungere la salvezza religiosa. Per le origini dello gnosticismo, non sono del tutto chiare, per stato rintracciato nelle filosofie greche e nei pensieri orientali favorevoli alla concezione dualistica, secondo la quale nelluniverso vi sono due opposti principi. Gli gnostici cercarono di assimilare e strumentalizzare la dottrina cristiana, questo spiega come mai il mondo degli gnostici popolato da entit astratte, come ad esempio gli <<eoni>>, posti in una gerarchia al cui vertice vi Dio e che nel suo insieme costituisce il pleroma; il demiurgo e la materia. Inoltre essi ritengono che la fede sia soltanto una scelta provvisoria, preparatoria alla conoscenza intellettiva, necessaria per raggiungere la salvezza divina. Tertulliano: la condanna della filosofia A differenza degli apologisti orientali, i quali ritenevano che la dottrina cristiana fosse lunica vera filosofia, quelli occidentali, cercarono di intendere il cristianesimo attraverso la sapienza pagana; questo carattere presente nel maggior esponente dellapologetica latina: Tertulliano. Tertulliano nacque da genitori pagani, si convert al cristianesimo e, in seguito, fu ordinato sacerdote. Egli polemizz contro la sua nuova fede e in seguito fond una sua setta: i tertullianisti.

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Lattivit letteraria di Tertulliano vastissima, ma esclusivamente polemica. Egli tratta principalmente la filosofia, ritenuta fonte di eresia e rintracciabile nel pensiero greco. Inoltre lo scrittore ritiene che bisogni cercare la dottrina di Cristo finch non la si trovata, ovvero finch non si giunti a credere in essa.

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