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AS 2010/2011

Matteo Piras 3F Abe e il suo destino AS 2010/2011

Gianluca era un ragazzo di 17 anni che, nato da una famiglia di contadini nullatenenti, venne cresciuto con
dei valori e con l’aspirazione di diventare una persona importante e con un lavoro stabile che gli permettesse
di migliorare le sue condizioni di vita assieme a quelle della famiglia.

Il ragazzo, per l’impossibilità economica familiare, studiò solamente fino alla terza media e si dedicò così al
lavoro di pizzaiolo, per poter così portare del denaro in casa. Anche se Gianluca lavorava nella società dello
zio, riceveva una paga minima , anche a causa dello zio.

Sin da bambino, quando non doveva aiutare il padre nei lavori domestici, per svagarsi andava in paese a
giocare al pallone. Gianluca mostrava un buon gioco di gambe, tant’è che venne subito scelto in una piccola
squadra della sua città. Al ragazzo piaceva giocare, ma date le circostanze, il calcio rimaneva solo un piccolo
hobby con cui si sarebbe potuto divertire, senza pensare ad altro.

Un giorno gli apparve di fronte un’occasione enorme, lo convocò la prima squadra del suo paese per giocare
un’amichevole contro il Fulham. Gianluca sapeva che questa sarebbe potuta essere l’occasione che avrebbe
determinato il suo destino, così trasformò la sua paura di fare una partita deludente in motivazione per
poter fare una partita eccellente. La partita del ragazzo fu un gran successo, infatti riuscì a mostrare tutte le
sue qualità segnando anche una doppietta e, il giorno stesso, un osservatore della squadra avversaria gli
chiese di fare un provino per il Fulham, il ragazzo, in un primo momento colto dall’entusiasmo, accettò la
proposta, ma non calcolò che il padre e la madre erano contrari per il fatto che bisognava mandare avanti la
famiglia e che era meglio “rimanere con i piedi per terra” e non sognare, come stava già facendo. Ma,
nonostante la contraddizione dei genitori, Gianluca raccimolò dei soldi e, senza dire niente a nessuno, partì
verso la città dove avrebbe dovuto fare il provino.

Il ragazzo fece il suo provino e la squadra lo scelse subito, presentandoli un contratto di 3 anni on una buona
paga, grazie alla quale avrebbe tranquillamente potuto aiutare la sua famiglia.

Dopo alcuni anni divenne uno dei calciatori più bravi e più pagati al mondo, tanto che la famiglia potè
migliorare le sue condizioni di vita e aprire un’azienda tanto desiderata dal padre.

Gianluca capì che sarebbe stato lui artefice del proprio destino durante la partita contro il Fulham, se per
esempio non avesse partecipato oppure se non avesse colto l’occasione, giocando male, l’oservatore non si
sarebbe presentato e il ragazzo, con tutta probabilità, avrebbe praticato un mestiere meno redditizio.

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