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Prof. Mello
Il prof. Alberto Mello è un monaco di Bose. Insegna allo Studio Biblico Francescanum, alla
università Salesiana e in altre università.
Parlo di una tradizione estranea alla mia, una tradizione che conosco perché me la hanno detta
altri. Ma da cristiano posso fare da ponte fra le due realtà: il mondo ebraico e il mondo cristiano.
Nelle prime due lezione cercheremo di rispondere ad una domanda preliminare: cosa
giustifica il nostro interesse per l’ebraismo?
Gli studiosi di Nuovo Testamento risponderanno che Gesù era ebrea e viveva in un ambiente
ebraico. La conoscenza dell’ambiente allora è necessario per capire i Vangeli. Ma il nostro interesse
non è solo di tipo archeologico ma attuale.
A partire dall’evento Cristo fino al 70 (distruzione del tempio) l’ebraismo è una realtà
complessa con molte correnti: i farisei, gli esseni, i giudeo cristiani … Fino al 70 il fattore coesivo
era dato dalla pratica liturgica, dalla frequentazione del tempio Gerusalemme. Gli apostoli, Paolo, si
recano nel Tempio.
Dopo il 70 restano i giudei cristiani ed i farisei. Ma a seguito dello scisma cristiani ed ebrei
sono ora molto lontani. Ora il ritorno al primo secolo può essere un itinerario a ritroso, filologico
fino a ritrovare l’origine comune. Percorso a ritroso che può essere percorso anche dagli ebrei.
Ad oggi a seguito dello scisma gli ebrei hanno perso Gesù mentre i cristiani hanno perso
l’ebraismo. I cristiani di oggi sono cristiani gentili. Dunque se gli ebrei volessero oggi recuperare
Gesù dovrebbero chiedere agli ebrei e i cristiani per l’ebraismo devono chiedere agli ebrei di oggi.
In italiano è possibile distinguere fra ebrei e giudei, distinzione non riportabile in altre lingue.
Giudeo è termine un poco deteriore, dispregiativo. Ecco che allora io preferisco usare ebreo e
ebraismo.
Gesù era un giudeo proveniente dalla Galilea. Non v’è allora differenza fra dire Galileo e
giudeo, ebreo.
In questo sviluppo storico nel IV secolo il cristianesimo è divenuto religione di stato. Allora vi
erano il cristianesimo non più di matrice ebraica e il fariseismo. Non è sopravvissuto l’essenismo, i
sadducei …Perché?
Se l’ebraismo è sopravvissuto nella corrente farisaica allora essa deve avere un certo merito,
caratteristiche intrinseche che le hanno permesso di configurarsi ad un ambiente nuovo, ad una
situazione storica nuova.
Spesso l’interesse del cristianesimo nell’ebraismo è il parallelismo: monumento di ciò
è”commentario del nuovo testamento in base al Talmud e al midrash”, di Stemberger e Stack. Ma è
una parallomania, una mania del parallelismo, una estrapolazione dei testi ebraici dal loro contesto.
Le parabole di Matteo (le dieci vergini, gli operai dell’ultima ora …) hanno riferimenti
rabbinici assai vicini. Ma occorre vedere i testi nel oro contesto per poi, compresi, creare i rapporti.
Ma quali sono i motivi di interesse per l’ebraismo da parte dei cristiani. Due motivi evidenti:
- midrash, lettura della torah secondo la tradizione.
- liturgia ebraica.
L’interesse per l’ebraismo da parte dei cristiani può essere anche non ben accetta: perché
interessarsi se poi non la pratica. Un aspetto del midrash è la sua ricerca del modo di mettere in
pratica al Torah. Il midrash è molto libero nel suo fondamento scritturistico. Esso è simile nei
presupposti alla esegesi patristica. Essa è libera, nella sua lettura allegorica e cristologica. Allo
stesso modo lavora il midrash. Ma è espressione di una cultura che cerca di praticare la Torah,
concretamente.
In questa lezione vogliamo vedere come nasce e si sviluppa il genere del Midrash, quali sono i
rabbini più importanti e voglio dare una visione anche geografica di questo fenomeno. Il midrash è
un metodo di interpretazione delle scritture, ma anche il nome di alcune opere midrashiche,
midrashim. Parleremo anche di queste opere in modo che possiate orientarvi fra di esse. Citerò le
opere più importanti con le date di redazione, non di scrittura. Il midrash è una tradizione orale che
ad un certo momento è stato deciso di mettere per iscritto.
Il midrash fa parte della Torah orale. In maniera sintetica ho individuato 4 percorsi
dell’ebraismo storico. Ce ne sono di più, perché la storia non è mai semplice, ma così possiamo
schematizzare bene il fenomeno, che si svolge nella diaspora ebraica:
1) Percorso verso est. La diaspora ebraica nel mondo mediterraneo è iniziata prima del 70
d.C. Solitamente e in modo errato noi cristiani pensiamo che essa sia il frutto della
distruzione di Gerusalemme ed associamo alla diaspora un significato negativo: gli ebrei
sono stati puniti e dunque dispersi per aver rifiutato Gesù. Ma i farisei avevano una visione
universalistico già al tempo di Gesù si è detto “Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che
percorrete il mare e la terra per fare un solo proselito e, ottenutolo, lo rendete figlio della
Geenna il doppio di voi (Mt 23,15).” Dunque i farisei avevano questo zelo “missionario!”
Gli ebrei avevano già al tempo di Gesù una visione universalistica. Già prima del 70 già gli
ebrei erano ben presenti a Roma e ad Alessandria. Paolo affronta il problema della
coesistenza fra cristiani ed ebrei convertiti nella sua lettera ai Romani: voi Romani non
siate superbi … In Alessandria vi era una fiorente comunità ebraica, della quale si è
conservata soprattutto le opere di Filone. Vi è poi il capolavoro della esegesi antica che va
sotto il nome di LXX: la traduzione della Bibbia ebraica in Greca. È il primo modello di
interculturalità: la scrittura diviene disponibile anche ai non ebrei. L’ebraismo ellenistico
alessandrino si è spento ad Alessandria, prima della caduta del Tempio. Le ragioni non si
conoscono con precisione. Ma è sopravvissuto in ambito cristiano, Filone è stato
considerato in qualche modo un padre della Chiesa. La tradizione della bibbia dei LXX è
stata tramandata dai cristiani, i manoscritti sono cristiani. Nel 70 Gerusalemme vi èla
distruzione del Tempio, circa la metà della popolazione è deportata a Roma e nelle Puglie,
soprattutto. Questi diventeranno, soprattutto poi nel medioevo, centri ebrei importanti. Il
nucleo principale della vita ebraica resta la Palestina, ma con lo spostamento del suo centro
in Galilea. Questo perché, nel135con la rivolta giudaica, Adriano rade al suolo
Gerusalemme e ne fa una città pagana: Aelia Capitolina. Resta qualcosa vicino alle porte.
Ma il grosso del giudaismo rabbinico si sposta al nord: Sefforis, Tiberiade … Dalla Galilea
nascono le prime opere rabbiniche scritte:
in primis la Misna, la ricapitolazione di tutta la legge orale rabbinica. Essa è redatta verso
il 200 da Rabbì Jeuda il Principe. Vengono trascritte alcuno opere midrashiche e il Talmud
gerosolimitano. Questi era un Talmud palestinese. Nel III e IV sec. i maestri ebrei si
spostano sempre più verso Oriente. Verso Est, verso Babilonia. Centro ebraico fin dalla
distruzione del Tempio. Colà la maggioranza degli ebrei non era rientrata al decreto di
Sintesi estrema ma in questo modo vi è anche una base storica a quanto diremo in seguito.
Gli ebrei del nuovo mondo vengono dal Portogallo inizialmente. L’ebraismo che si espande a
est trova nell’800 dei problemi, sia in Polonia che in Russia (pogrom russi, stermini di massa).
L’ebraismo polacco e russo allora emigra negli Stati Uniti principalmente. Nasce un ebraismo più
Ebraismo normativo
Consideriamo quelle basi comuni a tutto l’ebraismo, a prescindere dalla loro differenziazione.
La Mishna è stata redatta attorno al 200 da Rabbi Jeuda, detto il Principe. Essa era stata
ripetuta per secoli oralmente.
Le grandi figure della Mishna sono Hillel e Smammai. Essi sono due rabbini contemporanei di
Gesù. Siamo dunque attorno al 30 d.C.
Discepolo di Hillel e Shammai è Jochanan ben Zakkai. Le due interpretazioni di Smammai e
Hillel furono considerate entrambe valide, ma verso il 70 si decise di seguire la strada di Hillel.
Nell’ebraismo però l’affermazione di una linea non cancella l’altra.
Jochanan era a Gerusalemme, era di origine Galilea, all’assedio si finse morto per uscire da
Gerusalemme (i funerali erano consentiti) e si fece portare da Vespasiano cui chiese la possibilità di
insegnare in un luogo. Gli fu concesso Javne, sulla costa mediterranea. Si ricostruisce l’ebraismo
rabbinico.
Discepoli di Jochanan sono
Eli’ eger Jehoshua
Aquila 135
Meir
Jehudai
Ma la linea del “principe” si trasmette da Hillel a Gamaliele a Jehuda.
La Mishnà comprende 63 trattati. Essi sono commentati nel Talmud.
La Mishnà comprende 6 trattati, il primo è
1. Zera’im Sementi. Le leggi agricole sono applicate solo in terra di Israele, dunque esso è
commentato solo nel Talmud di Gerusalemme.
Berakhot, benedizioni. È la preghiera. Esso è commentato nel Talmud Babilonese
2. Mo’el Feste
Shabbat, pesaci,
3. Nashim Donne. L’ordine si occupa del matrimonio con tutto quello che comporta. Si tratta
in pratica del diritto matrimoniale.
4. Neziqin Danni. È l’ordine penale. Se faccio un danno come lo devo ripagare. È in pratica il
diritto civile e penale.
Trattato Sanhedrin. Sul processo in caso di possibile condanna a morte. Come si riuniva il
sinedrio.
Avot è un trattato mistico. Padri del mondo. Ovvero sono i padri del mondo ebraico. I
mondo sta sulla Torah, sul culto e sulle opere di misericordia, ovvero studio preghiera e
misericordia.
5. qodashin, cose sante ovvero sacrifici
6. Toharoth ovvero Purità. Ad esempio sull’impurità dei recipienti, vi è una polemica su di
essa nel NT. Tutti argomenti assai interessanti per comprendere il vangelo. Ad esempio si
parla della impurità della lebbra …
Jadain, sulla purità delle mani, ma in realtà è un trattato sulla canonicità della scrittura.
Difatti una cosa santa rende impure le mani, la cosa santa non si può manipolare con mani
impure. La santità dice l’impurità, evidenzia il santo quanto uno è impuro. Levitino, i
sacerdoti devono distinguere il sacro da profano, l’impuro da puro e non viceversa. Il
profano è manipolabile, il santo no. Esempio del sangue. Tutta l’economia sacrificale è sul
sangue. Il sangue è vita e non c’è espiazione senza il sangue. Ma se tocchi il sangue esso
rende impuro.
Halakhà Haggadà
H l Kh camminare ngd
Norma di condotta annunciare
Ovvero tutto ciò che non si può definire Haggadà, in pratica tutto quello che non è
Serve per camminare Halakhà
La Mishnà è quasi tutta
Halakà
La halakhà è una norma in continua evoluzione, aggiornando le norme bibliche al tempo corrente. È
un camminare camminando.
Midrash
Halakha Haggadà
Midrash che dicecome fare midrash omiletica
Midrash esegegedico
Periodo mishnico periodo talmudico
4 opere esegetiche del periodo mishnico
Mekilta (misure) su Esodo
Sifrè Esodo da cap 12 Genesi Rabbà
Sifrè (libri) sui Numeri Levitino Rabbà
Sifrè Dt Lamentazioni Rabbà
Sifrè Lv Pesiqta midrashim sulle Feste
Non si commenta la Genesi perché essa è racconto, haggadà,come pure i primi 11 capitoli di Esodo.
Torà Mishnà
Profeti Midrashim
Scritti Talmudim
“Mosè ricevette Torah dal Sinai (luogo della ricezione, ma dicendo così indica che Sinai è
metonimo di Dio) e lui la trasmise …
Spiegazione
Il primo esempio di lettura sinagogale è il cap 8 di Neemia.
Il traduttore (targum) non può tradurre alla lettera (sarebbe un plagio) ma non può metterci del
suo (non può traviarlo). Allora si faceva così: uno leggeva e il traduttore, senza vedere il testo,
traduceva (in aramaico) il testo.
Neemia 8,8 è forse il primo esempio di targum(izzazione).
Il targum cerca di evitare gli antropomorfismi della scrittura: Dio appare ad Abramo e mangia
il capretto. Ma come? Chi è Dio? Un uomo che mangia. Il targum già fa delle parafrasi in modo da
evitare tale antropomorfismo. Usa a volte delle parafrasi, ad esempio il Regno di Dio per Dio. Un
tema non così forte nella Torà ma evidente nel Targum.
Gn 3,22
Il Signore Dio disse allora: "Ecco l' uomo è diventato come uno di noi, per la conoscenza del
bene e del male. Ora, egli non stenda più la mano e non prenda anche dell' albero della vita, ne
mangi e viva sempre!".
Ci sono due difficoltà teologiche:
- l’uomo è diventato come noi
- usa il plurale noi. Noi chi?
Il Targum di Honcheros dice “come uno di noi” ovvero “come unico al mondo”. La
somiglianza con Dio è nella unicità di ogni uomo. Il targumista con pochissimo movimento della
parola riesce a modificare il significato della riga risolvendo il problema teologico.
Il Targum di Gerusalemme, “l’uomo è unico nel suo mondo come io sono unico nel mio
mondo”. Dunque tutta l’interpretazione successiva di questo versetto è determinata dal targum. Il
targum è un midrash in nuce.
Mello 14_03_06
Midrash deriva dal verbo D r Sh che significa ricerca, come inchiesta ad esempio criminale
oppure amorosa.
1) Dt 13,15 – 16, si tratta di una inchiesta criminale, che deve essere accorta e approfondita.
Deuteronomy 13:15-16 15 tu farai le indagini, investigherai, interrogherai con cura; se troverai che la cosa è
vera, che il fatto sussiste e che un tale abominio è stato realmente commesso in mezzo a te, 16 allora dovrai
passare a fil di spada gli abitanti di quella città, la voterai allo sterminio, con quanto contiene e passerai a fil
di spada anche il suo bestiame.
2) Ez 34,6 Ezekiel 34:6 6 Vanno errando tutte le mie pecore in tutto il paese e nessuno va in cerca di
loro e se ne cura. È anche quella ricerca spinta dai sentimenti, amorosi o d’odio. Il senso affettivo
essere ricercato indica l’importanza che si da ad una persona. Anche la ricerca dell’incontrocon
Dio: Sal 24,6. In questo senso il verbo D R SH è parallelo al verbo B Q SH, che significa il
desiderare e il volere. In ebraico generazione è DOR, dice il testo dor dorhav, generazione che
cerca.
Nel salmo 38,13 si può desiderare sia il bene che il male.
Nel periodo pre esilico è usato per la ricerca di Dio: si dice comunemente cercare Dio, Amos
5,5. La ricerca di Dio era al tempo andare ad un santuario e chiedere un responso, una parola. Era
cercare una parola per la vita. Rebecca incinta di due figli va a cercare Dio, cioè va da un sacerdote
per un oracolo che le dica il significato dell’avvenimento.
Ma nel periodo post esilico, quando con Esdra nasce il testo canonico. Esdra deve aver portato
da Babilonia un corpus, probabilmente approvato dall’imperatore di Babilonia, che poi ha
pubblicato a Gerusalemme. Allora ricercare è ricercare nella Torà.
Ezra 7:8-10 8 Egli arrivò a Gerusalemme nel quinto mese: era l' anno settimo del re. 9 Egli aveva
stabilito la partenza da Babilonia per il primo giorno del primo mese e il primo del quinto mese arrivò a
Isaiah 34:16 16 nessuno si farà attendere. Cercate (ricercate) nel libro del Signore e leggete: nessuno
di essi vi manca, poiché la bocca del Signore lo ha comandato e il suo spirito li raduna.
In questo II Isaia la connotazione è oramai fissata, lidrosh è ricercare su di un testo.
Non si tratta solo di uno studio, ma resta la connotazione amorosa. È una ricerca amorosa nel
testo.
Sukkah 41a
Da dove sappiamo che si deve fare memoria del Tempio(ancor Oggi, dopo la sua distruzione)?
Rabbì Jochanan dice: Dal passo della scrittura che dice “Poiché io rinnoverò la tua carnee ti guaritò
dalle tue ferite, oracolo del Signore, poiché ti hanno chiamata l’Abbandonata; essa è Sion, ma nessuno la
ricerca (doresh)” (Ger 30.17). Dal fatto che sta scritto: “nessuno la ricerca” si deduce che è richiesta dalla
ricerca (derishah).
Dobbiamo dimenticare il tempio ora che non c’è più? Questa è la questione retorica che serve
a spiegare:
Rabbì Jochanam si basa su di un testo di Geremia:
Sion nessuna la ricerca, nessuno ha cura di Sion, nessuno se ne prende a cuore. Se ne deduce
allora che la ricerca è richiesta. Cioè l’oblio è riprovevole allora bisogna ricercarla.
Nel periodo pre esilico, lidrosh Adonai è cercare una parola, cercare il Signore in una parola,
nel periodo post esilico significa cercare il Signore nella Scrittura.
Il temine midrash si incontra due volte nel canone ebraico, tre se si considera il canone
alessandrino.
Due volte in 2 Cronache
2 Chronicles 13:22 22 Le altre gesta di Abia, le sue azioni e le sue parole, sono descritte nella
memoria (midrash) del profeta Iddo.
2 Chronicles 24:27 27 Quanto riguarda i suoi figli, la quantità dei tributi da lui riscossi, il restauro del
tempio di Dio, ecco tali cose sono descritte nella memoria (midrash) del libro dei re. Al suo posto divenne re
suo figlio Amazia.
Sono due casi curiosi perché apparentemente si riferiscono ad opere extra bibliche: memoria
del profeta Iddo e nella memoria del libro dei Re. Esistevano al tempo del cronista delle opere
midrashiche. La prima importante opera midrashiche è proprio il libro delle cronache che è una
rilettura del libro dei Re. Ovvero la memoria (midrash) del libro dei re è una buona definizione del
Libro delle cronache.
Siracide, estratti importanti del Siracide sono stati ritrovati nella Ginizzà del Cairo.
Ritrovamento fatto da Solomon Shechter che ha scritto un bel libro, Some aspects of Juish teology.
Fu il primo a parlare di una teologia ebraica.
ICE
Sirach 51:23 Avvicinatevi, voi che siete senza istruzione, prendete dimora nella mia scuola.
Scuola nella LXX in greco, ma nel testo ebraico ritrovato si dice bet midrash, casa di studio.
La scuola della Torà ancor oggi è la bet midrash. Il testo del II secolo attesta un luogo specifico
dove ristudia la scrittura e si chiama midrash.
Il midrash è un genere biblico, ispirato in qualche modo. Questo è un risultato di una
ricercatrice, Renè Bloch, voce Midrash in DBS.
Viste le radici bibliche cerchiamo di definire il midrash rabbinico.
D R SH radice Mi D R Sh, è ciò che il SENSO RICERCATO
Ascoltare è SMA, MiShMà è ciò che si sente ovvero è il SENSO OVVIO
Vi sno delle regole però che mettono dei limiti alla ricerca, altrimenti si potrebbe dire una cosa
e il suo contrario.
Le Regole,
7 Regole di Hillel (II secolo)
13 regole di Rabbì Ismael (III e IV secolo)
Sono l’apprensione ebraica di regole ermeneutiche presenti nel mondo ellenistico.
ne parla S. Liebermann nel suo Hellenism in Jewish Palesatine,
Sono regole logiche.
Sono regole per determinare l’Halakà, ovvero il comportamento pratico, e per questo occorre
che le regole siano ben fissate.
I regola “Kal wachomer”, leggero e pesante. È un ragionamento a minori ad maius. Da una
cosa piccola a una cosa grande: se una regola vale in un caso piccolo a maggior ragione vale in un
caso ben più grande.
Una regola presente nell’evangelo, Mt 7,11; 6,25-26; 10,29-31.
Matthew 7:11 11 Se voi dunque che siete cattivi sapete dare cose buone ai vostri figli, quanto più il
Padre vostro che è nei cieli darà cose buone a quelli che gliele domandano!
Matteo è quello che conserva forse più l’ambiente palestinese.
II regola o criterio, l’analogia rabbinica. Il concetto èun po’ diverso dal nostro. Essa è il fatto
che in due passi diversi si trovi la stessa espressione o vocabolo. In ragione di questa ripetizione si
stabilisce una analogia fra i due testi. Per Mello questo criterio è applicato nel vangelo, in un punto
cruciale:
in Dt 6 si ha … e amerai …il Signore tuo Dio
in Lv 19 si ha ancora …e amerai… il prossimo tuo
Rabbì Aqiba, se dice due volte scomunicata essa sarà scomunicata in questo mondo e nel
mondo che viene.
Rabbì Ishmael: porta ad assurdum, poco prima si usa il verbo scomunicare, allora la
scomunica è in tre mondi diversi? È assurdo. La verità è che la Torà usa il linguaggio degli uomini.
A. J. Heschel, rabbino riformato americano discendente di una famiglia hasidica. Ha scritto il
libro Torà min ha-shamajirm, impostato sulla differenza fra le due scuole, Aqiba e Ishmael.
Entrambe le scuole sono importanti, dicendo le due qualcosa di vero ed essenziale.
Mello 21/03/06
Il principio fondamentale è che la Torà si interpreta da sola.
L’ordine segue la liturgia, ovvero la lettura della Torà, ciclo triennale (in …), ciclo annuale in
…
La omelia inizia sempre considerando l’apertura del salmo e non va oltre. Si commenta solo
l’inizio del salmo. Si possono avere più aperture ma non si va avanti nel commentare il testo.
L’inizio solo della pericope non il resto.
Oggi non si fa più l’omelia sinagogale, in genere.
Alberto Mello Introduzione al Midrash 15/17
Petichà ovvero apertura, Patach aprire.
Può significare tre cose:
1. l’inizio della omelia. Il rabbi XY ha aperto tal modo.
2. inizio della liturgia della parola. La liturgia ebraica antica inizia con la lettura della Torà
(parashà, porzione settimanale della torà), segue la Aftarà (i profeti, significa chiusura, era
la chiusura della liturgia della parola)
3. Passo che apre la parashà. Da considerare come il significato principale della apertura.
Tale passo in genere è preso dagli scritti (Ketubim, Salmi, proverbi … essi non sono letti
in sinagoga ma sono recuperati in questa parte). Così l’articolazione del canone ebraico è
ripreso.
Pag 53
Lamentazioni Rabba.
È una omelia su l’inizio, apertura, di Lamentazioni.
Si considera Ger 15,17, è il testo lontano che serve da interpretazione al testo attuale.
Lam 1,1 è in testo su cui si ha l’omelia. Ma all’inizio non lo si cita neanche, ma si apre con un
testo diverso, quello che servirà ad illuminare Lam 1,1. La comunanza è solo di una parola, badad.
L’omelia era l’introduzione alla lettura della Torà, dunque in se non è estesa. Può essere
semplice, se considera un solo testo illuminante, o complessa se considera più testi.
Brano 14
Il rabbì usa come apertura (per commentare la Torà) il testo Qo 12,11.
Il maestro costruisce un discorso intessendolo su “il pungolo”. Pungoli che indicano la strada,
come il pungolo indirizza la giovenca. Ma se le parole della Torà crescono e si moltiplicano che via
dare? Ma l’origine delle parole è unica, da Dio. Se da Dio vi deve essere una unità. E dio disse tutte
queste parole dicendo:Io sono il Signore tuo Dio … Es 20,1. Ecco il testo da commentare. Allora
tutto va considerato.
L’effetto retorico vuole creare suspance, perché non si sa all’inizio dove va il discorso.
L’abilità è proprio quella di catturare l’attenzione della assemblea.
Il testo 14 rispecchia bene una omelia da vivo, perché altrove le omelie non sono raccontate
così, ma quasi stenografate, per non perderne il contenuto.
Nel caso di aperture complesse abbiamo una charizà, collana. Una collana di testi scritturistici,
una collana di perle. Vi sono due motivi che giustificano la collana: per accrescere la suspance ma
anche per (ragione teologica) ricreare l’unità di tutta la scrittura, e in particolare l’unità dalla tanak,
articolata in torà, profetie scritti.
Vediamo il testoa pag. 45.
Abujà era il padre di Elishà ben Abujà. Divenne poi un eretico. Se si mantiene una tradizione
che viene da lui significa che è una tradizione autentica.
Durante una festa di circoncisione due maestri di Javne sono invitati. Durante la festa che
segue la cerimonia i maestri si mettono in disparte per parlare della Scrittura. Un fuoco scende su di
loro spaventando il padrone di casa. Loro stavano facendo una collana considerando torà,profeti e