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Vian e
G. Potestà
Storia
Università degli Studi di Messina (UNIME)
43 pag.
1. Gesù di Nazareth
I vangeli e altri testi dei primi cristiani costituiscono le principali fonti per la conoscenza di Gesù .
Le fonti cristiane delle origini furono prodotte sul fondamento della fede nella resurrezione di Gesù. Dal II secolo si
accesero dispute sui testi da considerarsi divinamente ispirati ; la selezione di alcuni testi portò alla formazione di un
canone biblico cristiano che rappresentò un ulteriore passaggio di selezione della memoria.
Mentre in passato si insisteva sulla diversità e sull'alterità del messaggio di Gesù rispetto a quello della società religiosa
giudaica imperniata sul rispetto della Torah , negli ultimi decenni sono emerse convinzioni opposte , tendenti a ridurre
l'originalità dell'insegnamento del maestro di Nazareth rispetto alla pluralità di esperienze e dottrine giudaiche diffuse
allora nell'area del Mediterraneo. Il cristianesimo non ha un'effettiva data di inizio , alcuni lo pongono all'indomani della
resurrezione , quindi intorno al 30 , altri nel II secolo , in quanto solo allora esso avrebbe assunto un rpofilo chiaramente
distinto e contrapposto rispetto alle altre manifestazioni di giudaismo comune.
2. Predicazione del regno e scelta dei dodici
Le convinzioni di Gesù sono sintetizzate nel Padre Nostro, la cui parole sono riportate nei vangeli. Richiesta di
penitenza e invocazione del regno improntavano la predicazione di un altro maestro , cui Gesù fu vicino : Giovanni detto
il Battista. Per Giovanni la purificazione da ciò che è maligno e impuro dipendeva da una somma di elementi : vita
ascetica e rigorosa , comportamenti retti , pratica del battesimo. Gesù iniziò il suo percorso pubblico sotto il segno di
Giovanni facendosi battezzare da lui. L'invocazione fondamentale del Padre nostro pone appunto il perdono fra gli
uomini in diretto rapporto con il perdono di Dio, Gesù mette in guardia da un'osservanza puramente formale e letterale
delle sue prescrizioni riguardanti la vita e il culto divino . Gesù predica l'imminenza del Regno . Il suo annuncio del
regno è dunque teologico . Come tale non coincide con le attese, diffuse nella società giudaica , di restaurazione politica
e nazionale del regno di Davide. Fra i discepoli , Gesù ne sceglie 12 , il numero delle tribù di Israele prima della
divisione : sono gli apostoli , coloro cioè che sono inviati perchè sia restaurata la casa di Israele , non come entità
politico-nazionale, ma come unità religiosa che riconosceva l'unico vero Dio.
3. Percorsi dell'annuncio . Morte di Gesù e fede nella sua resurrezione
In tre anni Gesù percorse con i discepoli Galilea e Giudea. Come destinatari privilegiati dell'annuncio del Regno ,Gesù
indica poveri , umili, affamati e assetati di giustizia, operatori di pace , Li chiama beati in quanto destinatari privilegiati
della promessa divina di salvezza. Le sue convinzioni sulla purificazione del Tempio e l'imminenza del Regno si
ponevano in continuità con la tradizione dei profeti ebraici, al punto che alcuni lo consideravano come uno dei profeti
redivivi, Enoch ed Elia: secondo il libro di Malachia , il profeta Elia doveva ritornare subito prima del giorno del
giudizio , per restituire unità al popolo . La sua morte rappresentò uno scacco per chi lo aveva seguito . Il ritrovamento
del sepolcro spalancato e vuoto da parte dei pochi rimastigli vicini li aprì alla convinzione che non fosse davvero morto .
Sue apparizioni confermarono i discepoli nella fede in lui e nel suo potere di purificare dai peccati in vista del giudizio
divino. Al più tardi da allora cominciò ad essere tramandata oralmente la memoria dei sui gesti e insegnamenti.
4. La comunità di Gerusalemme
La prima comunità stabile fu quella di Gerusalemme. Le sue vicende sono note grazie agli Atti degli apostoli scritti da
Luca , che voleva fornire un modello di vita , caratterizzato dalla piena condivisione di alimenti beni e ricchezze.
Almeno nei primi tempi , fra gli anni trenta e quaranta del I secolo, a Gerusalemme i nazorei , cioè i giudei credenti in
Gesù , si attengono alle prescrizioni ebraiche . I primi capi della comunità furono Pietro e Giovanni ; più tardi assunse la
guida giacomo , che si sforzò di mantenere la comunità nell'osservanza più integrale della legge . I nazorei erano
internamente premuti dagli ellenisti , seguaci giudei del Nazareno d lingua e cultura greca , che tendevano a rapportarsi
alla tradizione in termini più liberi e distaccati . L'ellenista Stefano , avendo predicato contro l'osservanza e il culto del
Tempio , fu colpito e ucciso a pietrate da alcuni giudei. Quando poi cominciarono ad accostarsi alcuni gentili esplosero
ulteriori divergenze , riguardanti in special modo la liceità della mensa comune e la pratica della circoncisione.
5. Paolo di Tarso : vita, viaggi, lettere
Nativo di Tarso in Cilicia , era un giudeo ellenista e cittadino romano. Si era formato a Gerusalemme come discepolo del
Rabbi Gamaliele . In almeno una circostanza questi aveva invitato i giudei a moderare l'aggressività nei confronti dei
seguaci del nazareno, Paolo divenne un loro persecutore . Lungo un viaggio verso Damasco subì un temporaneo
accecamento e udì la voce di Gesù , che gli chiedeva ragione del suo comportamento e lo invitava a recarsi in città .
Trasportato a Damasco , fu guarito dalla cecità in seguito all'incontro con un discepolo di Gesù di nome Anania. Subito
battezzato , si dette all'annuncio del risorto . L'episodio viene datato fra il 32 e il 35 , tornò a Gerusalemme ed entrò in
polemica con i capi dei nazorei a proposito della circoncisione. Paolo rivendicò la legittimità delle proprie idee e se ne
allontanò per diffondere altrove l'annuncio del risorto. Paolo inizialmente si rivolse ai giudei , accostandoli nei pressi
delle sinagoghe e in occasione del culto. Gli Atti lo presentano come destinato da Dio a evangelizzare i giudei della
diaspora . La loro evangelizzazione non dette risultati sperati . D'altra parte Paolo superò lo scacco riferendo a se stesso
Capitolo secondo
Il confronto con la tradizione ebraica
Capitolo terzo
Mistero divino ed esegesi gnostica
1. Misteri di salvezza
Le chiese modularono l'annuncio di salvezza , fornendo risposte e orientamenti sulla genesi dell'universo, sulle ragioni
del male e della soffernza , sul comportamento e sul destino finale degli uomini,cristianesimo si qualificava per
caratteristiche inedite :promette salvezza eterna , è rivolto senza preclusioni a etnie e ceti diversi. Quest'ultimo aspetto è
riconoscibile nella liturgia eucaristica. La partecipazione al mistero del pane e del vino presuppone l'altro sacramenti
attraverso cui si entra in comunità piena con quanti sono stati liberati dal potere di Satana. Nel rito del battesimo le
invocazioni miranti a esorcizzare il potere di Stana risultano di primaria importanza . Il sacramento e somministrato a
quanti , lungamente istruiti come catecumeni erano infine ritenuti idonei a riceverlo . Il rito era celebrato per immersione
entro una vasca con acqua corrente.
2. Scuole teologiche tra Alessandria e Roma
Capitolo quarto
La condizione dei cristiani nell'impero : da Nerone a Costantino
Capitolo quinto
Forme di vita e diffusione del cristianesimo tra IV e V secolo
6. Cristianesimo in Armenia , Georgia , Etiopia e fra i goti . Trasmissioni e versioni di testi biblici
L'ingresso del cristianesimo in Armenia è legato al nome di Gregorio l'Illuminatore . Studiò a Cesarea e li divenne
cristiano, tornato in patria agli inizi del IV secolo convertì il re Tiridate III , il cui passaggio al cristianesimo comportò
anche quello del suo popolo. Da quel momento la fede cristiana divenne un elemento costitutivi dell'identità nazionale
degli armeni. Secondo tradizioni diffuse localmente , la prima evangelizzazione della Georgia fu opera degli apostoli
Andrea e Simone lo Zelota, mentre la cristianizzazione vera e propria iniziò a seguito della conversione del re Mirian a
Capitolo sesto
Il cristianesimo religione dell'impero romano
1. L'editto di Tessalonica
L'azione di sradicamento dell'arianesimo dall'impero romano produsse risultati nel giro di pochi decenni , ma non
interessò i goti . Fu allora necessario l'intervento dell'imperatore Teodosio che nel 383 emanò l'Editto di Tessalonica ,
che innanzi tutto ribadì e rinforzò il legame tra le sorti dell'impero e quelle della chiesa , proclamando il cristianesimo
religione dell'impero e vietando ogni altra credenza religiosa. L'editto inaugurava una fase nuova nella politica religiosa
dell'impero , vescovi e membri del clero si videro riconosciuta una condizione speciale negli ambiti fiscale,giudiziario e
della leva militare. Fruirono dei vantaggi della legislazione imperiale i membri dell'ordine superiore , cioè preti e diaconi
, non invece gli appartenenti all'ordine inferiore , cioè suddiaconi , accoliti , esorcisti, ostiari, lettori. Agli edifici
ecclesiastici fu riconosciuta extraterritorialità giudiziaria e venne garantito il diritto di asilo a chi vi si rifugiava.
2. Carità imperiale e carità episcopale
Nella nuova situazione i vescovi furono legittimati per conto dell'impero a svolgere anche compiti amministrativi e
giudiziari , anche relativi alla giustizia penale. Veniva così avviato un regime che resterà inalterato fino all'età moderna :
due gerarchie , che si richiamavano rispettivamente al duplice ambito del regno e del sacerdozio. Uno degli aspetti che
pone in evidenza sostanziali differenze tra l'impero e la chiesa è quello della carità. I poveri erano molti e la crescita
numerica rendeva ormai inadeguate le tradizionali forme di assistenza . Imperatori e vescovi incarnarono le figure dei
benefattori dei tempi nuovi.
3. Ambrogio e Agostino
Ambrogio vescovo di Milano, fu in contatto epistolare con Basilio , Agostino vescovo di Ippona con Girolamo. Verso la
fine del IV secolo Milano si pone come crocevia di incontri personali ed elaborazioni dottrinali: Ambrogio vi compie un
lavoro esegetico e teologico , grazie a cui le dottrine di Origene sono introdotte nell'Occidente latino , e Agostino vi fa
sue le dottrine neoplatoniche di Plotino. LE vicende biografiche di Agostino sono narrate da lui stesso nelle
Confessioni . La sua teologia si costituì sulla spinta di polemiche e conflitti. Per la dottrina della grazia entrò in polemica
con Pelagio, monaco irlandese residente a Roma , che a suo parere attribuiva un peso eccessivo alla libera iniziativa
umana in vista della salvezza. Per Agostino, il peccato compiuto dai progenitori ha talmente corrotto la condizione
umana , che l'umanità intera è stata ridotta nella condizione di massa dannata. Solo la grazia può redimere la massa
peccatrice , attraverso percorsi e ragioni inaccessibili alla ragione umana e del tutto svincolati da qualsiasi merito , fosse
pure quello della fede. Le sue formulazioni comportavano rischi di indebolimento della funzione della chiesa in quanto
mediatrice di salvezza.
4. Ambrogio e Agostino di fronte alle tradizioni di Roma
Ambrogio e Agostino si confrontarono entrambi con le antiche tradizioni religiose e civili di Roma e le criticarono a
fondo, ponendo le basi per la liquidazione simbolica e dottrinale di quel patrimonio culturale. Ambrogio si impegnò
nella polemica riguardante l'altare della vittoria, un'antica ara collocata da Augusto in un'aula del Senato. La disputa si
Capitolo settimo
L'eredità di Costantino . Vescovi , monaci e sovrani dal V al VII secolo
Capitolo ottavo
L'espansione araba e la condizione dei cristiani nei territori islamici
Capitolo nono
Il cristianesimo nell'Europa dominata dai franchi
Capitolo decimo
Strutture ecclesiastiche , missioni e cultura tra IX e XI secolo
Capitolo undicesimo
La Chiesa romana dell'XI secolo e i suoi nemici
1. Il consolidamento del Papato , le campagne di Leone IX e la definitiva rottura con la chiesa greca
Con Leone IX la chiesa romana cominciò a organizzarsi in forme nuove , attraverso l'istituzione di sinodi pasquali
annuali nella basilica del Laterano e la stabilizzazione dell'istituto dei legati papali, il papa si adoperò per introdurre
ovunque l'ordinamento liturgico romano . La linea riformatrice di Leone si espresse sopratutto nella campana contro
simoniaci e preti concubinari. Il termine simonia indica sia la pratica di competere e vendere i sacramenti , sia la
compravendita degli uffici ecclesiastici che abilitano ad amministrarli . Leone IX cercò inoltre di contrastare i preti
concubinari , introducendo il divieto per i fedeli romani di frequentarli. Gli ambienti riformatori romani puntarono a
istituire una netta separazione fra clero e monaci da una parte e laici dall'altra . Per loro la chiesa era innanzi tutto e
fondamentalmente il suo clero , cui si volevano imporre purezza e disciplina monastica. Leone IX cercò altresì di
consolidare la potenza della chiesa romana sul territorio , contrastando l'insediamento dei normanni nel mezzogiorno.
Per la chiesa romana i normanni costituivano il nuovo interlocutore , mentre dai bizantini essa non aveva più nulla da
sperare né da temere . Morto Leone IX , a Costantinopoli tre legati, fra cui Umberto di Silva Candida , si affrettarono a
scomunicare il patriarca Michele Cerulario , che rispose scomunicandoli a sua volte (1054) sancendo la definitiva rottura
tra la chiesa orientale e quella occidentale.
2. Nicolò II , la riforma del sistema di elezione papale e il patto con i normanni
Nicolò II emise nel sinodo pasquale del 1059 un decreto sull'elezione papale mirante a regolarizzarne la procedura .
L'elezione doveva spettare ai cardinali vescovi della chiesa romana. Il decreto taceva inoltre sulle prerogative a suo
tempo riconosciute agli Ottoni e a Enrico III . Così facendo , Nicolò II attribuiva ai cardinali vescovi il ruolo decisivo
precedentemente spettante ai sovrani. Il decreto di Nicolò II nomina due gruppi : i cardinali vescovi e cardinali preti. I
primi. Oltre a governare le proprie diocesi nella provincia romana, avevano il compito di assistere il papa nei servizi
liturgici nella basilica del Laterano la domenica e i giorni festivi. I secondi erano preti titolari delle antiche chiese
romane poste all'interno delle mura e aventi funzioni di parrocchie. Per affermarsi contro la nobiltà romana , Nicolò II
fece appello alla potenza militare dei normanni. Concesse a Roberto il Guiscardo il titolo di duca di Puglia , Calabria e
in futuro con l'aiuto di Dio e di San Pietro della Sicilia e ne ottenne un giuramento di fedeltà.
3. I patarini e Alessandro II : la lotta alla simonia come lotta per l'investitura
La pataria fu un movimento composito che rifletteva la stessa stratificazione sociale di Milano ; la sua forza iniziale
dipese proprio dall'apporto di ceti differenti . Gli inizi risalgono a due chierici , il comasco Arialdo e il nobile Landolfo
Cotta . La loro volontà di riformare la vita del clero simoniaco e nicolaita assunse come obbiettivo polemico
l'arcivescovo Guido di Velate . Il conflitto contro i simoniaci si risolse con l'intervento del Papa che consegnò ad
Erlembaldo, fratello di Landolfo, il vessillo di San Pietro , affidando a lui la rappresentanza e la difesa dei propri
interessi. Facendo leva sui patarini e condividendone gli intenti moralizzatori , il papa perseguiva il suo disegno di
ridimensionamento del potere dell'arcivescovo di Milano e del ruolo del sovrano nel conferimento delle cariche
ecclesiastiche. La campagna contro la simonia del clero aveva dunque aperto la strada a una radicale messa in
discussione della prassi vigente in materia di nomine episcopali . La concessione da parte di Enrico Iv dell'anello e del
Capitolo dodicesimo
Movimenti religiosi intellettuali del XII secolo
Capitolo tredicesimo
Il secolo dei frati
1. Vicario di Cristo
Innocenzo III operò con determinazione per imprimere nuova forza al primato papale , assunse il titolo inedito di vicario
di Cristo , egli sottolineava che solamente al papa spetta quella pienezza del potere che Bernardo di Clairvaux aveva
riconosciuto alla Chiesa nel suo complesso. In quanto vicario del Signore , il papa esercita il suo primato su tutti gli altri
vescovi , le cui prerogative sotto il suo pontificato vengono ridimensionate a favore di una maggiore centralizzazione
romana. A segnalare la pienezza del potere pontificio , il papa mantenne per le cerimonie liturgiche la mitria , il
copricapo dei vescovi e degli abati , come simbolo del potere spirituale ; ma si riservò per occasioni speciali la tiara ,
propria dell'imperatore bizantino, come simbolo del potere temporale. Con l'annessione di Marittima e Campagna si
preoccupò di estendere e rafforzare i suoi domini territoriali in Italia , affermò il suo diritto di controllare gli equilibri
delle forze al potere e le eventuali ricadute sulla chiesa romana.
2. La strategia della crociata e i suoi esiti
Nel suo disegno di proteggere la chiesa da ogni sorta di nemici rientrano anche le numerose iniziative militari a cui
Innocenzo chiama i Fedeli . Le più importanti furono le crociate indette contro musulmani ed eretici, la quarta crociata
(1201-1204) avrebbe dovuto puntare sull'Egitto , i crociati furono invece condotti alla conquisa della Dalmazia.
L'occupazione della capitale e dei territori circostanti fu giustificata come necessaria per risolvere controversie
dinastiche. La conquista di Costantinopoli fu un'impresa strategicamente discutibile , poiché indebolì un pilastro
fondamentale dell'assetto del Mediterraneo e dell'oriente europeo. Dopo aver indetto la crociata , nel corso del tempo il
papa tenne riguardo ad essa un atteggiamento differenziato. La sua prima reazione alla presa di Costantinopoli fu
entusiasta , venuto a conoscenza delle circostanze della conquista , ne prese però le distanze , cercando di stimolare i
crociati a riprendere la via verso la Terra Santa. Durante il suo pontificato , gli unici risultati militarmente significativi
contro i musulmani furono raggiunti nella penisola iberica , i cui re cristiani vinsero gli Almohadi.
3. Pastorale dei laici e lotta all'eresia
Innocenzo III cercò di risolvere la duplice questione delle richieste di partecipazione dei laici e della diffusione delle
eresie ; in questa prospettiva puntò a valorizzare i laici obbedienti e quanti erano disposti a dissociasi dagli
eretici,permise ai laici fidati di esortare pubblicamente al ben , mentre vietò loro ogni forma di predicazione teologica e
dottrinale. Sul versante oppose , pose nuovi fondamenti per l'azione repressiva contro l'eresia, che definì crimine di lesa
maestà ossia un attentato all'ordinamento civile. Contro di essa si cominciava ormai a procedere per inquisizione , alle
autorità diocesane veniva cioè consentito di condurre indagini su individui sospetti senza che esistesse un formale capo
Capitolo quattordici
Il papato avignonese . Inquisitori ed eretici mistici e profeti
Capitolo quindicesimo
Tra conciliarismo e monarchia papale . Riforma , profetismo e devozione nel XV secolo
Capitolo diciassettesimo
Lotta all'eresia,disciplinamento della società l'età delle confessioni
Capitolo diciottesimo
Il << lungo '600>> delle chiese cristiane.
Capitolo ventunesimo
Le chiese , le guerre mondiali , i totalitarismi