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Studio dei Padri della Chiesa. Spesso sono considerati sinonimi ma Patristica indica più la teologia, mentre Patrologia si concentra di più sull’aspetto letterario
In origine il termine indicava i Vescovi perché generano con l’insegnamento e i sacramenti nuovi figli alla Chiesa. Es. in Paolo: Ti prego per Onèsimo, figlio mio,
che ho generato nelle catene (Fm 10). Successivamente indica un autore ecclesiastico con determinate caratteristiche.
E’ uno scrittore ecclesiastico con le seguenti caratteristiche:
Ortodossia della Fede ,Santità di Vita, Approvazione della Chiesa, Antichità Cristiana
Non necessariamente è vescovo: Girolamo: prete,Prospero di Aquitania: laico
Indica un santo con una scienza eminente che ha dato contributi innovativi alla teologia. E’ un titolo dato dal Papa o da un Concilio. Non è legato all’antichità
cristiana: sono dottori della Chiesa ma non Padri:
S. Teresa di Gesù Bambino (XIX secolo), S. Caterina da Siena (XIV secolo), S. Tommaso d’Aquino (XIII secolo).
Cronologia
V-VII secolo:Decadenza
Padri Apostolici
I Padri Apostolici vivono in epoca sub-apostolica, cioè li hanno conosciuti o in maniera diretta (es. in quanto discepoli) o in maniera indiretta
Si fanno portavoci della fede apostolica nel momento in cui i primi apostoli vengono progressivamente a mancare
Clemente Romano Vita Clemente fu il terzo pontefice dopo Pietro. E’ ricordato nel Canone Romano (Lino, Cleto o Anacleto, Clemente)
Secondo una fonte leggendaria, dopo la persecuzione di Domiziano, che pretendeva di incentivare il culto degli dei pagani e di
farsi adorare come un dio, l’imperatore Nerba, dopo sommosse provocate dai Giudei, fa imprigionare Clemente in Crimea dove
viene condannato ai lavori forzati (“Ad metalla”). Durante la prigionia, Clemente converte un gran numero di prigionieri e così
viene condannato a morte e buttato nel Mar Nero legato ad un ancora.
Le sue reliquie verranno portate a Roma nel VII secolo dai santi Cirillo e Metodio e conservate nella chiesa di S. Clemente
Opere e Clemente scrive tra il 96 e il 98 una Lettera ai Corinzi. L’occasione della lettera fu il fatto che i presbiteri (gli anziani collaboratori
teologia del vescovo) erano stati deposti da un gruppo di cristiani. Così Clemente invita i Corinti alla pace e alla comunione fraterna
esortando i “ribelli” alla penitenza e alla preghiera.
Da notare che la lettera fu molto apprezzata e diffusa a Corinto e quindi implicitamente si riconosce il primato di Pietro nella
carità, il diritto cioè del vescovo di Roma di interessarsi delle vicende di tutte le chiese.
La prima parte della lettera è tutta infarcita di richiami vetero-testamentari, indicando l’origine giudeo-ellenistica dell’autore. In
questa parte vengono presentati i funesti effetti della divisione, della gelosia e dell’odio nella storia in contrapposizione ai
benefici effetti dell’umiltà e della pace.
Nella seconda parte vengono trattati temi relativi alla gerarchia ecclesiatisca, che si dimostra già nella gerarchia vescovi-
presbiteri-diaconi. Viene trattato il tema della comunione tra le diverse membra e i diversi compiti dei cristiani nella Chiesa
Didaché o Dottrina dei La Didaché o Dottrina dei 12 apostoli è uno scritto di tipo liturgico, di autore ignoto, redatto (probabilmente) negli ultimi decenni del I secolo
12 apostoli Riflette lo stato, l’ambiente e la mentalità religiosa dei cristiani del I secolo
La celebrazione eucaristica (“ringraziamento”) avveniva la sera del sabato in quanto:
Era già considerata domenica (dopo il tramonto del sole)
La domenica non era un giorno festivo come oggi. Fu Costantino a dargli la rilevanza di festa
Si usava il pane vero e non si conservava nel tabernacolo, ma veniva semplicemente mandata (“missa” in latino) agli ammalati
I capitoli del testo si dividono in 4 gruppi:
Catechesi morale per coloro che si preparano a ricevere il battesimo. Vi si trovano descritte le due vie, quella della vita e quella della
morte (I cristiani in origine erano chiamati “quelli della via”)
Istruzione liturgica, soprattutto riguardo battesimo, digiuno, preghiera ed Eucaristia
Statuto disciplinare, con gli obblighi della comunità nei confronti dei ministri del Vangelo
Contenuto escatologico: esortazione a stare in guardia in vista della “parusìa” imminente
Ignazio di Antiochia Vita Fu il 3° vescovo di Antiochia di Siria (oggi in Turchia) e morì martire nel 107. Eusebio di Cesarea ci narra che Ignazio fu
denunciato come cristiano (fu ad Antiochia secondo At 11,26 che per la prima volta i seguaci di Cristo furono chiamati Cristiani)
e portato a Roma. Nel viaggio, nonostante fosse oppresso dai 10 soldati della sua scorta (che lui chiama “leopardi”), riesce a
scrivere 7 lettere: da Smirne alle chiese di Efeso, Magnesia, Trolle e Roma; da Troade alle chiese di Smirne e Filadelfia, e al
vescovo di Smirne, Policarpo
Spiritualità Ignazio è una delle figure più alte e luminose della chiesa primitiva. Affronta il martirio con la coscienza e la consapevolezza del
suo destino umano e sovrumano. Il suo unico desiderio è quello di unirsi a Cristo con la morte al punto di scongiurare la
comunità cristiana, che voleva intercedere per lui, a non farlo. “Sono frumento di Dio e sarò macinato dai denti delle fiere per
divenire pane puro di Cristo. Supplicate Cristo per me, perché per opera di queste belve io divenga ostia per il Signore” (Lettera
ai Romani)
“Non voglio più vivere la vita di quaggiù. E il mio desiderio si realizzerà, se voi lo vorrete. Vogliatelo, vi prego, per trovare anche
voi benevolenza. Ve lo domando con poche parole: credetemi. Gesù Cristo vi farà comprendere che dico il vero: egli è la bocca
verace per mezzo della quale il Padre ha parlato in verità. Chiedete per me che io possa raggiungerlo. Non vi scrivo secondo la
carne, ma secondo il pensiero di Dio. Se subirò il martirio, ciò significherà che mi avete voluto bene. Se sarò rimesso in libertà,
sarà segno che mi avete odiato.” (Lettera ai Romani)
Nessun padre della Chiesa ha espresso l’anelito all’unione con Cristo e alla sua imitazione come S. Ignazio, che unisce una
duplice spiritualità:
Spiritualità paolina: spiritualità cristocentrica, che aspira alla perfetta unione con Cristo
Spiritualità giovannea: che si concentra sulla vita di Cristo che deve confluire in noi
Queste due correnti sfociano nella Imitazione di Cristo
Temi Nelle sue lettere,Ignazio è l’uomo dell’unità, che insiste molto su questo tema, paragonando la chiesa ad un concerto, una
sinfonia, in cui tutte le voci e gli strumenti devono essere in accordo
E’ il primo ad usare il termine “cattolico” ad indicare la Chiesa universale, diffusa in tutto il mondo
Ignazio insiste anche molto sul ruolo forte del vescovo nella comunità. E’ il primo teorico dell’episcopato monarchico. “Nessuno
senza il vescovo faccia qualcosa che concerne la Chiesa (…). Dove compare il vescovo, là sia la comunità come là dove c’è Gesù
Cristo, ivi c’è la Chiesa Cattolica”(Lettera agli Smirnesi)
Policarpo di Smirne Policarpo (“che porta molto frutto”) fu vescovo di Smirne. Ci è giunta una sola lettera scritta da lui, la lettera ai Filippesi.
Fu educato alla fede dagli Apostoli, fu discepolo di Giovanni e fu testimone del passaggio a Smirne di Ignazio di Antiochia. Girolamo ci racconta
che nel 154 fu a Roma per discutere la questione della Pasqua con il papa Aniceto.
In Occidente la Pasqua era festeggiata sempre di domenica, quella successiva al primo plenilunio di primavera
In Oriente era festeggiata il 14 di Nisan anche se in settimana (questione quartodecimana).
Nonostante Policarpo fosse quattordecimano non ci furono scissioni nella chiesa
Nella sua lettera ai Filippesi, Policarpo incoraggia la comunità alla costanza e alla fede nelle difficoltà e nelle persecuzioni. Pone anche l’accento
sui doveri dei vari membri delle comunità.
Il Martyrium Policarpi è la più antica passio di martiri giunta ai giorni nostri. Narra che, ad 84 anni, il proconsole lo avesse invitato all’abiura,
vista l’età avanzata, ma Policarpo gli rispose che dopo una vita a seguire Cristo non lo avrebbe abbandonato nella vecchiaia. Fu condannato al
rogo
Papia di Gerapoli Papia fu vescovo di Gerapoli, nell’attuale Turchia. Ireneo ci racconta che avesse ascoltato la predicazione di Giovanni e fosse amico di Policarpo.
Scrisse un’opera “Spiegazioni dei discorsi del Signore”, di cui rimangono pochi frammenti, citati da Ireneo ed Eusebio
I caratteri principali del testo sono:
L’intento “esegetico”, cioè quello di analizzare i discorsi del Signore
Il “millenarismo”: era sua convinzione che il regno di Cristo sarebbe durato mille anni.
I frammenti più famosi, citati da Eusebio nella “Storia Ecclesiastica, parlano dell’origine dei Vangeli di Marco e Matteo”:
“Matteo raccolse quindi i detti nella lingua degli Ebrei (=aramaico), traducendoli ognuno come poteva”
“Marco, divenuto interprete di Pietro, scrisse accuratamente, ma non in ordine, tutto ciò che ricordava delle cose dette o fatte dal Signore (…)”
L’epistola dello E’ presentato sotto forma di lettera, ma è un vero trattato.
Pseudo-Barnaba Il fine dell’ignoto autore (l’attribuzione a Barnaba è un puro pretesto) è di “comunicare ai fedeli una parte di quello che egli stesso ha ricevuto”
Ci sono discordie sulla datazione: per alcuni il 96-98, per altri tra il 125 e il 150
La prima parte della lettera è di carattere dogmatico e antigiudaico: la legge antica è abrogata, Dio non vuole i sacrifici antichi, ma la contrizione
del cuore e la fuga dal peccato. La seconda parte ha intento esortatorio e morale. Come per la Didaché, enuncia la dottrina delle due vie: quella
della luce e quella delle tenebre.
L’originalità dello scritto sta nella sua avversione dell’Antico Testamento. Ma è soprattutto importante la sua dottrina cristologica.
Il Pastore di Erma L’autore è Erma, uno schiavo comperato e poi liberato da una matrona di nome Rode a Roma. Diviene ricco con i commerci, poi va in rovina. Si
sposa e ha dei figli. Questi, prima apostati e discoli, si convertono successivamente.
E’ possibile che questa storia sia un finzione letteraria
Il testo è diviso in: 5 Visioni (Visiones),12 Precetti (Mandata),10 Similitudini (Similitudines)
VISIONES MANDATA SIMILITUDINES
I° visione: Erma incontra I 12 precetti contengono la Le similitudini sono i consigli di
un’anziana signora, una numerazione delle virtù da perfezione di vita. Esempio: i
matrona romana, che lo invita praticare: la fede, la carità, cristiani devono aiutare i
al pentimento, alla l’umiltà, la pazienza. e anche bisognosi.
confessione. l’elenco dei difetti: la collera. Alla conclusione, la parte che a
II° visione: gli viene consegnato noi interessa, è consigliata la
un libro in cui trascrivere. In penitenza, quello che
questo libro è preannunciata la chiamiamo sacramento della
persecuzione contro la Chiesa.
III° visione: intravede una torre
con diversi tipi di pietra. La
torre simboleggia la Chiesa in
cui vivono i santi e i peccatori,
buoni e cattivi.
IV° visione: appare un mostro
che prevede le persecuzioni
della Chiesa.
V° visione: si mostra ad Erma
l’Angelo che gli ordina di
trascrivere tutto quello che ha
visto.
Ireneo di Lione Vita e opere Appartiene alla seconda generazione dopo gli apostoli in quanto discepolo di Policarpo.Nacque intorno al 130 in
(130- Asia Minore. Fu eletto nel 170 vescovo di Lione.
Adversus haereses (Contro le eresie) contro lo gnosticismo, sviluppa il tema della bontà della carne. Essendo
creazione di Dio non può essere disprezzato. L’uomo deve liberamente sottomettersi a Dio lottando contro il
male.
La dimostrazione della predicazione apostolica ci fa conoscere Ireneo come catechista. Racconta l’opera della
salvezza dopo la caduta di Adamo e vede in Maria la nuova Eva che, con la sua obbedienza, riscatta la
disobbedienza di Eva. La Chiesa diffonde il rinnovamento operato da Cristo. Nelle profezie è ampiamente
prefigurata la missione di Cristo.
Dottrina Con Cristo prende inizio l’annunzio della verità. Dopo Gesù viene diffusa dagli apostoli e dalla chiesa. Le eresie
sono novità che rompono con il tradizionale insegnamento della Chiesa. Gli eretici interpretano male le Scritture
per piegarle a loro idee preconcette.
A questi sistemi di pensiero gnostici, Ireneo contrappone la fede predicata dalla Chiesa. La tradizione è una sola,
quella predicata dalla Chiesa. Elenca i libri della Bibbia ritenuti canonici.
La ricapitolazione: Cristo ricapitola in sé tutta la storia della salvezza, nella sua incarnazione. Cristo e Maria con la
loro obbedienza hanno riparato la disubbidienza di Adamo ed Eva.
Nel disegnare l’opera di Maria nella storia della salvezza, usa il termine ricircolazione. Come nella storia della
caduta vi fu la partecipazione della prima Eva, nella restaurazione vi è la partecipazione della Nuova Eva. Per
questo principio di ricircolazione per cui ogni cosa perduta viene recuperata abbiamo: il Cristo riprende Adamo,
la croce riprende l’albero della caduta, Maria riprende Eva. Eva la donna disobbediente, Maria la donna
obbediente. Eva disobbedendo ha fatto tanti nodi intorno a una corda, Maria con la sua obbedienza scioglie
questi nodi (da questa immagine è nata la devozione alla Madonna che scioglie i nodi)
Alessandria e gli scrittori alessandrini
La scuola di Alessandria Agli inizi del III secolo, la vita della Chiesa si è evoluta. I cristiani sono aumentati di numero e sono presenti in tutte le classi
sociali, specie in quelle più evolute. Inoltre si passa dal contesto culturale giudeo a quello ellenistico. Nasce quindi l'esigenza
di un luogo dove approfondire il dibattito teologico e l'insegnamento di alto livello. Niente di strano quindi che la prima
scuola catechistica e teologica venga fondata ad Alessandria, luogo principe di cultura ellenistica e sede della famosa
Biblioteca.
In Egitto il Cristianesimo si diffuse in epoca molto precoce, ma dobbiamo aspettare la fine del II secolo perché l'insegmaneot
catechistico, prima essenzialmente privato, si trasformasse in una vera e propria scuola chiamata Didaskaleion, fondata da
Panteno, una figura semileggendaria.
Il primo vero e proprio responsabile di cui si conosce meglio la storia è il successore di Panteno, Clemente d'Alessandria, che
la diresse dal 190. I nomi più grandi della patristica orientale, Origene, Clemente, Atanasio, CIrillo, e anche Ario, uscirono da
questa scuola.
Clemente di Alessandria Vita Nato ad Atene, Tito Flavio Clemente diviene responsabile della scuola nel 190. Di famiglia pagana, viaggia
(150 ca - 215 ca) molto fino all'incontro con Panteno. Non si è sicuri che fosse prete. Andò in Esilio a Cesarea di Cappadocia
nel 202 per la persecuzione di Settimio Severo.
Opere Protrettico
Titolo di un'opera di Aristotele (pro-trepo = volgersi,indirizzarsi) è una esortazione ad accogliere la Verità
della dottrina cristiana, che conduce ad una perenne beatitudine. E' rivolto ai pagani per convertirli. Come
Paolo sull'Areopago, spiega i limiti del pensiero pagano ed indica Cristo, Verbo di Dio, come luce di Verità e
Salvatore. Se mancasse il sole, tutto sarebbe nell'oscurità e così anche l'umanità senza la luce di Cristo.
Il Pedagogo
In 3 libri, presenta Cristo come il divino Pedagogo (I libro) che invita i neoconvertiti a guarire dalle passioni
ingannevoli. Il II e III libro sono veri trattati di etica cristiana in un contesto libertino come quello di
Alessandria
Gli Stromati
Il nome ha il senso di "miscellanea", In 8 libri tratta temi vari in maniera progressiva. Da quelli per semplici
credenti a quelli per coloro che anelano alla perfezione con il distacco dai beni terreni.
Quale ricco si salverà?
Esortazione ai novelli battezzati
Dottrina Differenza tra gnosi eretica (gnosticismo) e gnosi cristiana: Ogni cristiano può raggiungere la perfezione
applicandosi
Teologia cristocentrica: Gesù, Verbo di Dio, è il centro
Battesimo come rinascita e Penitenza (una sola volta)
Difende il matrimonio, come atto di collaborazione con il Creatore
Origene Vita Nato forse ad Alessandria, figlio di un martire. Chiamato dal vescovo diviene maestro di catechesi a 18
183/185 - 252/254 anni. Visita Roma. Ritorna ad Alessandria e dirige il DIdaskaleion all'apice del suo sviluppo. Fugge a
Cesarea perché ordinato prete ad Alessandria senza il permesso del vescovo. Fonda una nuova scuola a
Cesarea . Muore (forse) a seguito delle torture subite durante la persecuzione di Decio (250).
Non è santo perché si castrò e perché l'origenismo fu molto avversato dai successori
Opere Opere di Critica testuale ed esegetiche:
Esapla
AT in ebraico, ebraico traslitterato,greco: Aquila, Simmaco, LXX, Teodozione su 6 colonne. Il testo orignale
fu perso perché mai trascritto nella sua interezza: solo alcuni libri come i Salmi o solo la colonna dei LXX. Fu
il fondatore della critica biblica testuale.
Commenti e Omelie su quasi tutti i libri della Sacra Scrittura
Scritti apologetici:
Contro Celso
Celso è un filosofo platonico che vuole confutare la dottrina cristiana. Il suo scritto è perduto. Ma lo
conosciamo perché Origene lo riscrive per intero confutando una per una le singole obiezioni.
Scritti dogmatici:
I Principi, in 4 volumi:
1. Dio (Padre), Cristo, Spirito Santo, Degradazione e caduta delle prime creature. Apocastasi (fine del
mondo con restaurazione dell'ordine iniziale). Preesistenza delle anime
2. Il mondo e le creature, Unico Dio per AT e NT. L'anima. La risurrezione: premi e castighi
3. La libertà e il libero arbitrio.
4. La Rivelazione. L'ispirazione della Scrittura. Come leggerla
Opera spesso fraintesa perché Origine non vuole tanto presentare il suo pensiero, ma una sintesi delle
differenti tesi allora in discussione ma che ne provocò la condanna.
L'Origenismo Positivo: primo ad usate il termine Uomo-Dio (Theanthropos) per indicare la stretta unione tra natura
umana e divina di Cristo e ad usare il termine Theotokos per Maria
Accuse: preesistenza delle anime. Apocatastasi come rigenerazione ciclica dell'universo e non eternità
dell'inferno. Eccessivo allegorismo nella interpretazione della Bibbia.
L'inizio della letteratura cristiana in Occidente
La letteratura in latino parte in ritardo perché la maggior parte della cultura occidentale era in greco. Lo stesso Marco Aurelio scrive in greco. Con il diffondersi
del Cristianesimo anche in ambiti dove non è conosciuto il greco sorge la necessità di una letteratura in latino. Inoltre in Occidente si preferisce accogliere in
maniera più uniforme e "passiva" dottrine consolidate piuttosto che entrare nel dibattito di dottrine in divenire.
Autori minori Minucio Felice (fine II - inizio II secolo)
Avvocato, scrive l'Ottavio, un dialogo apologetico tra tre amici in cui Minucio funge da arbitro. Più che su temi dottrinali,
tratta di temi relativi alla vita dei cristiani.
Novaziano
Il primo grande autore latino. Verso il 250, all'epoca della persecuzione di Decio diventa il principale esponente del
Presbyterium, l'organismo che gestisce la sede romana, vacante per 14 mesi a causa dell'uccisione di papa Fabiano. Sue
posizioni ultrarigide nella questione dei lapsi, provocò uno scisma quando il nuovo papa Cornelio si mostrò più permissivo.
Contrastò sulla questione Cipriano di Cartagine. Scrisse il De Trinitate, sulla fede nel Padre, nel Figlio e nello Spirito Santo, in
cui afferma che Gesù è Figlio di Dio ma è comunque affetto da un certo subordinazionismo. Altri libri: De bono pudicitiae,
De cibis iudaicis, De Spectaculis
Ippolito di Roma Vita Ippolito è un greco per lingua e per pensiero. Si oppose a Papa Callisto, perché il Papa si dimostrava troppo
170-235 indulgente nei confronti dei peccatori. Fu eletto antipapa da un gruppo di sacerdoti romani. Continuò a essere
antipapa anche dopo la morte del papa Callisto e sotto il pontificato di Fabiano e di Ponziano. Sotto
l’imperatore Massimino il Trace, nemico dei cristiani, Ippolito e il papa Ponziano furono arrestati e deportati in
Sardegna ai lavori forzati nelle miniere. Qui avvenne un avvenimento sorprendente il Papa e l’antipapa che a
Roma non andavano d’accordo, ritrovandosi condannati e prigionieri si conciliarono e morirono ambedue
martiri della fede. Il 13 agosto si ricorda San Ippolito e San Ponziano.
Opere Philosophumena o Confutazione di tutte le eresie
Dimostra che le eresie fanno più riferimento alle dottrine di filosofi pagani, ai misteri e all'astrologia, che alle
Sacre Scritture
L'Anticristo
Afferma che la venuta dell'Anticristo non è immediata
Sulla tradizione apostolica
Un testo di liturgia riferito alla consacrazione del vescovo e alla successiva messa pontificale, con celebrazione
del Battesimo. Si trova il canone più antico che si conosca. A questo si ispira la Preghiera Eucaristica II della
liturgia odierna.
Commento a Daniele
Omelie
Tertulliano Vita Tertulliano, Quinto Settimio Florente (lat. Quintus Septimius Florens Tertullianus). - Apologeta e scrittore
cristiano (sec. 2º-3º d. C.).
Figlio di un centurione che comandava le truppe romane al servizio del proconsole d'Africa, nacque a Cartagine
probabilmente tra il 150 e il 160; ricevette un'educazione classica completa, comprendente anche una buona
conoscenza del greco. Datosi presto allo studio della giurisprudenza, ne divenne assai esperto, era un avvocato
famoso dotato di una eloquenza brillante.
Come sia avvenuta la sua conversione,la ignoriamo perché mancano testimonianza dirette che la documentano.
Possiamo presumere che avvenne verso il 193 a causa della testimonianza dei cristiani. Un'intelligenza acuta e
raziocinativa come la sua, in possesso di una così vasta conoscenza del pensiero antico, non poteva non
convincersi che, di fronte al nuova Parola di Cristo, gran parte di quel pensiero diventava insostenibile. Fu
conquistato dall’ideale della carità, dall’amore, ideali assenti nel mondo pagano. I pagani erano profondamente
egoisti e se erano caritatevoli lo erano solo tra di loro e non avevano alla base della loro convivenza il
sentimento dell’amore.
L’altra motivazione è sicuramente il martirio dei cristiani, lo spettacolo meraviglioso di tante persone di ogni
età, di ogni sesso, di ogni condizione, che con indomito coraggio affrontavano serenamente i più atroci supplizi
in vista di una vita oltre la morte, disposti a imitare Cristo fino in fondo donando la loro vita (Il sangue del
cristiano è un seme). Da quanto ci informa san Girolamo, Tertulliano diventò sacerdote, ma nei suoi scritti non
ne fa mai personalmente parola, quindi è una testimonianza solo di san Girolamo.
Quest’uomo che aveva scoperto Dio, che si era convertito e forse era diventato sacerdote, a un certo punto fa
una scelta, un colpo di scena, abbandona la chiesa e passa a un movimento filosofico che prende il nome di
Montanismo. Questo movimento carismatico-profetico, fondato da Montano in Frigia (regione dell'Asia
Minore), si diffuse rapidamente in tutte le comunità cristiane del tempo e molto presto raggiunse anche
Cartagine. Questo movimento nasce come reazione alla tiepidezza della vita cristiana. Erano dei cristiani più
rigoristi, poco clementi. Tertulliano entra in rottura con la Chiesa cattolica che successivamente attacco
violentemente. E’ questo il motivo che non viene chiamata Padre della chiesa, ma Scrittore Ecclesiastico per
aver scritto quando era all’interno della chiesa cattolica dei testi formativi .
Opere Scritti apologetici:
Ad Nationes (197?). Probabilmente primo scritto cristiano in latino (Anche prima dell'Ottavio di MInucio Felice.
Confuta le principali accuse contro i cristiani e mette in luce l'immoralità dei costumi pagani.
Apologeticum
Tertulliano fa sfoggio della sua bravura di avvocato mettendo a nudo le contraddizioni della legislazione romana
relativa al trattamento della religione cristiana, I cristiani sono veramente delinquenti, come pretende
l'opinione pubblica? Allora bisogna ricercarli e condannarli, e non lasciarli stare in base a un'ambigua
disposizione dell'imperatore Traiano, emanata su richiesta di Plinio che voleva avere informazioni su come
trattarli. I cristiani sono, al contrario, brava gente? Allora non si deve condannarli per delitti che non hanno
compiuto o, peggio ancora, per il solo nome che portano! L'Apologetico, una delle opere più famose di
Tertulliano, spiega bene come si cadesse in una ben strana contraddizione. 'O i Cristiani erano colpevoli: in tal
caso perché non si dovevano ricercare? O non lo erano: perché allora si dovevano condannare?'.
Nel 197 (imperatore Settimio Severo) in Cartagine la persecuzione aveva preso a infierire. Le prigioni erano
piene di Cristiani. Tertulliano, dopo averli rincorati con lo scritto Ad martyras e avere composto il trattato Ad
nationes, per difendere la religione cristiana di fronte ai pagani, scrisse l'Apologetico, che vuole essere
un'arringa diretta ai governatori e ai giudici, i quali il diritto di difesa non concedevano ai Cristiani tradotti
davanti a loro. Quello, pertanto, che i Cristiani accusati non potevano dire, dice in questo discorso Tertulliano,
passando in rassegna la massa delle accuse a loro rivolte. Sennonché l'oratore non si limita a confutare le
accuse, a difendere gli accusati: ma le accuse ritorce, ma gli accusatori provoca e sfida, mettendo a nudo
l'assurdità della loro religione, la disonestà dei loro costumi, provando che proprio essi sono rei delle
nefandezze che attribuiscono ai Cristiani, la loro stessa impotenza, se i Cristiani un brutto giorno, invece di
rispondere alle ingiuste persecuzioni col perdono, si contassero e reagissero. E codesto fa, non invocando
l'autorità di un partito, di una dottrina filosofica ma in nome della Verità, della sua persona stessa, che espone
alla vendetta; in nome della sua altezza morale, in una parola, della sua superiorità intellettuale e spirituale.
Onde il fascino, che da questo scritto emana, e l'ammirazione, di cui fu per tutti i secoli circondato.
Indubbiamente, anche per quel che concerne le argomentazioni dell'Apologetico, ad apprezzarle al loro giusto
valore, si dovrà non prescindere dal criterio storico. Per esempio la parte che riguarda le assurdità e la
insostenibilità della religione e ideologia pagana, è certo roba sorpassata. Anche: sopra tutto nelle ritorsioni, la
logica non è sempre serrata; talora tradisce lo sforzo. Nè mancano ingenuità, come certe operazioni attribuite
ai demoni. Ma giudicato nel suo complesso, l'Apologetico è un modello di argomentazione forense. La
conclusione di Tertulliano che semenza sarebbe stato il sangue dai martiri versato, ebbe la consacrazione del
tempo futuro. Venendo a toccare della forma dell'opera tertullianea, avrebbe torto chi volesse giudicarne lo
stile e la lingua con i criteri della prosa ciceroniana e quintilianea. Egli se ne discosta molto: non tanto per
quanto concerne i costrutti sintattici, quanto per il significato assunto da molte parole, lontanissimo ormai
dall'originario, vuoi per una evoluzione naturalmente subita, vuoi per una decisa volontà dello scrittore, che a
quel significato le piega. Indubbiamente il suo scrivere risente, più che della scuola di retorica, da cui egli
proveniva, e della regione, ov'era nato, della sua forte personalità. Per questo il suo periodo torna spesso
difficile e oscuro dovuto al suo temperamento, ardente e aggressivo, sprezzatore del puro formalismo ed alla
sua fede ardente e sincera.
Scritti polemici
De praescriptione hareticorum
Usa l'argomento della "prescrizione" del diritto romano, per dimostrare che l'unica autorità a poter interpretare
le Scritture è la Chiesa, in virtù del possesso ininterrotto da secoli.
Adversus Marcionem
In 5 libri. Dimostra l'assurdità dell'idea di 2 dei, uno per l'AT e uno per il NT. Critica Marcione per la
manipolazione del Vangelo di Luca.
Adversus Praxean (Contro Prassea). In questo scritto viene usato per la prima volta il termine Trinità contro
Prassea. Tertulliano - ed è forse l'aspetto più importante della sua attività dottrinale - getta le fondamenta della
teologia trinitaria della chiesa latina. I concetti e la terminologia tecnica che egli espone nei trattati teologici
eserciteranno una grande influenza sul pensiero degli autori posteriori. La formula che definisce la Trinità come
"una natura in tre persone" rappresenta un'acquisizione definitiva. Tertulliano fu condotto ad approfondire le
questioni concernenti la divinità dalla polemica contro un certo Prassea, il quale sosteneva che in Dio vi è
solamente la monarchia, cioè l'unicità senza la distinzione delle singole persone. Questa eresia prenderà
appunto il nome di monarchianesimo, ma sarà conosciuta anche come modalismo, in quanto sostiene che il
Padre, il Figlio e lo Spirito in realtà sono soltanto dei modi dell'unica divinità.
Scritti di carattere dottrinario e morale
Ad uxorem
Unicità del matrimonio e condanna inesorabile delle seconde nozze. Il matrimonio come vivaio del genere
umano
De exhortatione castitatis
Primi sintomi della devianza montanista. Matrimonio permesso ma maltollerato. Verginità e continenza sono
beni superiori.
De monogamia
"Noi riconosciamo un solo matrimonio, come riconosciamo un solo Dio". Contro chi non permetteva il
matrimonio e contro chi ne permetteva di più.
De oratione
È soprattutto a partire dal II secolo d.C. che si producono trattati sulla preghiera, i quali prendono tutti le mosse
dal “Padre nostro”. I principali autori di tali trattati sono Tertulliano (che sul finire del II secolo scrive il trattato
De oratione), Cipriano (che nella metà del III secolo compone un De dominica oratione, ovvero Sulla preghiera
del Signore) Tertulliano: nel suo De oratione, egli sviluppa specialmente temi etici, occupandosi di come si
debba pregare, quale atteggiamento assumere nella preghiera e che cosa chiedere con essa. Tertulliano
concede ben poco spazio a problemi di carattere filosofico, con un atteggiamento attento al concreto che è
tipico della mentalità latina. Occorre tenere a mente che Tertulliano era, di formazione, un avvocato e che, nel
confutare gli eretici, sosteneva che non bisognava neppure parlare con essi, giacché hanno torto in partenza.
Egli svolge un commento esegetico di tipo morale al “Padre nostro”.
Dottrina Con T. la cristianità dell'Africa occidentale romana, che ebbe poi una parte decisiva nella storia del
cristianesimo e dell'Impero, entra nella piena luce della storia. T. dette alla teologia latino-occidentale
l'impronta della sua fede, dominata dalle questioni della vita della comunità e dai problemi etici. Così, notevole
fu il contributo di T. al problema trinitario, da lui risolto in senso antimonarchiano, con una concezione
dell'unità divina come molteplicità di ipostasi, ognuna in corrispondenza d'un dato momento dell'evoluzione
religiosa dell'umanità (e T. usava per primo, gettando i fondamenti della terminologia teologica latina, i termini
trinitas, substantia, persona).
Contro Marcione e gli gnostici, difendeva fortemente l'idea dell'unità di Dio e della sua rivelazione nelle
Scritture, compreso l'Antico Testamento. Contro gli gnostici in particolare, rigettava l'idea della salvezza come
esperienza personale del credente nell'insegnamento di Cristo, riaffermando energicamente la redenzione
attraverso l'incarnazione, morte e resurrezione di Gesù, preludio alla resurrezione dei morti e all'instaurazione
del regno. Il contributo di T. alla definizione del dogma è tutto permeato di forte realismo, contrario ad ogni
versione puramente speculativa dei valori religiosi e teologici: nella considerazione dei problemi dell'anima e di
Dio, egli portava questa sua ansia del concreto, parlando di corporeità dell'anima e di corporeità sui generis di
Dio. Aspra e robusta, l'apologetica di T. rivendicò contro la persecuzione imperiale i fondamenti stessi del
diritto romano, la giustizia e l'equità, violate dai giudici pagani, iniqui e parziali con i cristiani. Ma
l'atteggiamento di T. verso le persecuzioni non è solo di difesa e di critica, ma soprattutto di sfida: di fronte alla
battaglia egli non si trae indietro né cerca un accomodamento, bensì rivendica il pieno diritto alla vita della
nuova fede, che egli sente come ricapitolazione della spiritualità precristiana, pienamente legittima di fronte
alla filosofia, alla ragione, alla moralità e allo stesso diritto positivo.