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Patrologia e Patristica

Studio dei Padri della Chiesa. Spesso sono considerati sinonimi ma Patristica indica più la teologia, mentre Patrologia si concentra di più sull’aspetto letterario

Padri della Chiesa

In origine il termine indicava i Vescovi perché generano con l’insegnamento e i sacramenti nuovi figli alla Chiesa. Es. in Paolo: Ti prego per Onèsimo, figlio mio,
che ho generato nelle catene (Fm 10). Successivamente indica un autore ecclesiastico con determinate caratteristiche.
E’ uno scrittore ecclesiastico con le seguenti caratteristiche:
Ortodossia della Fede ,Santità di Vita, Approvazione della Chiesa, Antichità Cristiana
Non necessariamente è vescovo: Girolamo: prete,Prospero di Aquitania: laico

Dottore della Chiesa

Indica un santo con una scienza eminente che ha dato contributi innovativi alla teologia. E’ un titolo dato dal Papa o da un Concilio. Non è legato all’antichità
cristiana: sono dottori della Chiesa ma non Padri:
S. Teresa di Gesù Bambino (XIX secolo), S. Caterina da Siena (XIV secolo), S. Tommaso d’Aquino (XIII secolo).

Cronologia

I sec. - inizio del II sec.: Padri Apostolici

II – III sec.: Padri Apologisti

IV-V sec. : Epoca d’oro della Patristica

313 Editto di Milano: Costantino autorizza il culto cristiano

325 Concilio di Nicea

431 Concilio di Efeso

V-VII secolo:Decadenza
Padri Apostolici
I Padri Apostolici vivono in epoca sub-apostolica, cioè li hanno conosciuti o in maniera diretta (es. in quanto discepoli) o in maniera indiretta
Si fanno portavoci della fede apostolica nel momento in cui i primi apostoli vengono progressivamente a mancare
Clemente Romano Vita Clemente fu il terzo pontefice dopo Pietro. E’ ricordato nel Canone Romano (Lino, Cleto o Anacleto, Clemente)
Secondo una fonte leggendaria, dopo la persecuzione di Domiziano, che pretendeva di incentivare il culto degli dei pagani e di
farsi adorare come un dio, l’imperatore Nerba, dopo sommosse provocate dai Giudei, fa imprigionare Clemente in Crimea dove
viene condannato ai lavori forzati (“Ad metalla”). Durante la prigionia, Clemente converte un gran numero di prigionieri e così
viene condannato a morte e buttato nel Mar Nero legato ad un ancora.
Le sue reliquie verranno portate a Roma nel VII secolo dai santi Cirillo e Metodio e conservate nella chiesa di S. Clemente
Opere e Clemente scrive tra il 96 e il 98 una Lettera ai Corinzi. L’occasione della lettera fu il fatto che i presbiteri (gli anziani collaboratori
teologia del vescovo) erano stati deposti da un gruppo di cristiani. Così Clemente invita i Corinti alla pace e alla comunione fraterna
esortando i “ribelli” alla penitenza e alla preghiera.
Da notare che la lettera fu molto apprezzata e diffusa a Corinto e quindi implicitamente si riconosce il primato di Pietro nella
carità, il diritto cioè del vescovo di Roma di interessarsi delle vicende di tutte le chiese.
La prima parte della lettera è tutta infarcita di richiami vetero-testamentari, indicando l’origine giudeo-ellenistica dell’autore. In
questa parte vengono presentati i funesti effetti della divisione, della gelosia e dell’odio nella storia in contrapposizione ai
benefici effetti dell’umiltà e della pace.
Nella seconda parte vengono trattati temi relativi alla gerarchia ecclesiatisca, che si dimostra già nella gerarchia vescovi-
presbiteri-diaconi. Viene trattato il tema della comunione tra le diverse membra e i diversi compiti dei cristiani nella Chiesa
Didaché o Dottrina dei La Didaché o Dottrina dei 12 apostoli è uno scritto di tipo liturgico, di autore ignoto, redatto (probabilmente) negli ultimi decenni del I secolo
12 apostoli Riflette lo stato, l’ambiente e la mentalità religiosa dei cristiani del I secolo
La celebrazione eucaristica (“ringraziamento”) avveniva la sera del sabato in quanto:
 Era già considerata domenica (dopo il tramonto del sole)
 La domenica non era un giorno festivo come oggi. Fu Costantino a dargli la rilevanza di festa
Si usava il pane vero e non si conservava nel tabernacolo, ma veniva semplicemente mandata (“missa” in latino) agli ammalati
I capitoli del testo si dividono in 4 gruppi:
 Catechesi morale per coloro che si preparano a ricevere il battesimo. Vi si trovano descritte le due vie, quella della vita e quella della
morte (I cristiani in origine erano chiamati “quelli della via”)
 Istruzione liturgica, soprattutto riguardo battesimo, digiuno, preghiera ed Eucaristia
 Statuto disciplinare, con gli obblighi della comunità nei confronti dei ministri del Vangelo
 Contenuto escatologico: esortazione a stare in guardia in vista della “parusìa” imminente
Ignazio di Antiochia Vita Fu il 3° vescovo di Antiochia di Siria (oggi in Turchia) e morì martire nel 107. Eusebio di Cesarea ci narra che Ignazio fu
denunciato come cristiano (fu ad Antiochia secondo At 11,26 che per la prima volta i seguaci di Cristo furono chiamati Cristiani)
e portato a Roma. Nel viaggio, nonostante fosse oppresso dai 10 soldati della sua scorta (che lui chiama “leopardi”), riesce a
scrivere 7 lettere: da Smirne alle chiese di Efeso, Magnesia, Trolle e Roma; da Troade alle chiese di Smirne e Filadelfia, e al
vescovo di Smirne, Policarpo
Spiritualità Ignazio è una delle figure più alte e luminose della chiesa primitiva. Affronta il martirio con la coscienza e la consapevolezza del
suo destino umano e sovrumano. Il suo unico desiderio è quello di unirsi a Cristo con la morte al punto di scongiurare la
comunità cristiana, che voleva intercedere per lui, a non farlo. “Sono frumento di Dio e sarò macinato dai denti delle fiere per
divenire pane puro di Cristo. Supplicate Cristo per me, perché per opera di queste belve io divenga ostia per il Signore” (Lettera
ai Romani)
“Non voglio più vivere la vita di quaggiù. E il mio desiderio si realizzerà, se voi lo vorrete. Vogliatelo, vi prego, per trovare anche
voi benevolenza. Ve lo domando con poche parole: credetemi. Gesù Cristo vi farà comprendere che dico il vero: egli è la bocca
verace per mezzo della quale il Padre ha parlato in verità. Chiedete per me che io possa raggiungerlo. Non vi scrivo secondo la
carne, ma secondo il pensiero di Dio. Se subirò il martirio, ciò significherà che mi avete voluto bene. Se sarò rimesso in libertà,
sarà segno che mi avete odiato.” (Lettera ai Romani)
Nessun padre della Chiesa ha espresso l’anelito all’unione con Cristo e alla sua imitazione come S. Ignazio, che unisce una
duplice spiritualità:
 Spiritualità paolina: spiritualità cristocentrica, che aspira alla perfetta unione con Cristo
 Spiritualità giovannea: che si concentra sulla vita di Cristo che deve confluire in noi
Queste due correnti sfociano nella Imitazione di Cristo
Temi Nelle sue lettere,Ignazio è l’uomo dell’unità, che insiste molto su questo tema, paragonando la chiesa ad un concerto, una
sinfonia, in cui tutte le voci e gli strumenti devono essere in accordo
E’ il primo ad usare il termine “cattolico” ad indicare la Chiesa universale, diffusa in tutto il mondo
Ignazio insiste anche molto sul ruolo forte del vescovo nella comunità. E’ il primo teorico dell’episcopato monarchico. “Nessuno
senza il vescovo faccia qualcosa che concerne la Chiesa (…). Dove compare il vescovo, là sia la comunità come là dove c’è Gesù
Cristo, ivi c’è la Chiesa Cattolica”(Lettera agli Smirnesi)
Policarpo di Smirne Policarpo (“che porta molto frutto”) fu vescovo di Smirne. Ci è giunta una sola lettera scritta da lui, la lettera ai Filippesi.
Fu educato alla fede dagli Apostoli, fu discepolo di Giovanni e fu testimone del passaggio a Smirne di Ignazio di Antiochia. Girolamo ci racconta
che nel 154 fu a Roma per discutere la questione della Pasqua con il papa Aniceto.
 In Occidente la Pasqua era festeggiata sempre di domenica, quella successiva al primo plenilunio di primavera
 In Oriente era festeggiata il 14 di Nisan anche se in settimana (questione quartodecimana).
Nonostante Policarpo fosse quattordecimano non ci furono scissioni nella chiesa
Nella sua lettera ai Filippesi, Policarpo incoraggia la comunità alla costanza e alla fede nelle difficoltà e nelle persecuzioni. Pone anche l’accento
sui doveri dei vari membri delle comunità.
Il Martyrium Policarpi è la più antica passio di martiri giunta ai giorni nostri. Narra che, ad 84 anni, il proconsole lo avesse invitato all’abiura,
vista l’età avanzata, ma Policarpo gli rispose che dopo una vita a seguire Cristo non lo avrebbe abbandonato nella vecchiaia. Fu condannato al
rogo
Papia di Gerapoli Papia fu vescovo di Gerapoli, nell’attuale Turchia. Ireneo ci racconta che avesse ascoltato la predicazione di Giovanni e fosse amico di Policarpo.
Scrisse un’opera “Spiegazioni dei discorsi del Signore”, di cui rimangono pochi frammenti, citati da Ireneo ed Eusebio
I caratteri principali del testo sono:
 L’intento “esegetico”, cioè quello di analizzare i discorsi del Signore
 Il “millenarismo”: era sua convinzione che il regno di Cristo sarebbe durato mille anni.
I frammenti più famosi, citati da Eusebio nella “Storia Ecclesiastica, parlano dell’origine dei Vangeli di Marco e Matteo”:
“Matteo raccolse quindi i detti nella lingua degli Ebrei (=aramaico), traducendoli ognuno come poteva”
“Marco, divenuto interprete di Pietro, scrisse accuratamente, ma non in ordine, tutto ciò che ricordava delle cose dette o fatte dal Signore (…)”
L’epistola dello E’ presentato sotto forma di lettera, ma è un vero trattato.
Pseudo-Barnaba Il fine dell’ignoto autore (l’attribuzione a Barnaba è un puro pretesto) è di “comunicare ai fedeli una parte di quello che egli stesso ha ricevuto”
Ci sono discordie sulla datazione: per alcuni il 96-98, per altri tra il 125 e il 150
La prima parte della lettera è di carattere dogmatico e antigiudaico: la legge antica è abrogata, Dio non vuole i sacrifici antichi, ma la contrizione
del cuore e la fuga dal peccato. La seconda parte ha intento esortatorio e morale. Come per la Didaché, enuncia la dottrina delle due vie: quella
della luce e quella delle tenebre.
L’originalità dello scritto sta nella sua avversione dell’Antico Testamento. Ma è soprattutto importante la sua dottrina cristologica.
Il Pastore di Erma L’autore è Erma, uno schiavo comperato e poi liberato da una matrona di nome Rode a Roma. Diviene ricco con i commerci, poi va in rovina. Si
sposa e ha dei figli. Questi, prima apostati e discoli, si convertono successivamente.
E’ possibile che questa storia sia un finzione letteraria
Il testo è diviso in: 5 Visioni (Visiones),12 Precetti (Mandata),10 Similitudini (Similitudines)
VISIONES MANDATA SIMILITUDINES
I° visione: Erma incontra I 12 precetti contengono la Le similitudini sono i consigli di
un’anziana signora, una numerazione delle virtù da perfezione di vita. Esempio: i
matrona romana, che lo invita praticare: la fede, la carità, cristiani devono aiutare i
al pentimento, alla l’umiltà, la pazienza. e anche bisognosi.
confessione. l’elenco dei difetti: la collera. Alla conclusione, la parte che a
II° visione: gli viene consegnato noi interessa, è consigliata la
un libro in cui trascrivere. In penitenza, quello che
questo libro è preannunciata la chiamiamo sacramento della
persecuzione contro la Chiesa.
III° visione: intravede una torre
con diversi tipi di pietra. La
torre simboleggia la Chiesa in
cui vivono i santi e i peccatori,
buoni e cattivi.
IV° visione: appare un mostro
che prevede le persecuzioni
della Chiesa.
V° visione: si mostra ad Erma
l’Angelo che gli ordina di
trascrivere tutto quello che ha
visto.

Due punti sono caratteristici:


 La previsione dell’imminente fine del mondo, non tanto per il suo aspetto apocalittico, ma per la necessità di conversione ed espiazione
dei peccati
 La concessione del perdono dei peccati dopo il Battesimo (sacramento della Penitenza), che può essere permesso una sola volta dopo il
Battesimo (contro i rigoristi che dicevano che dopo il Battesimo non c’era possibilità di remissione dei peccato)
Il sacramento della Penitenza
Nella chiesa antica, il sacramento della Penitenza veniva amministrato in maniera pubblica, ed una sola volta
Dopo una confessione privata con il vescovo, il penitente veniva classificato in una delle seguenti categorie, per la penitenza quaresimale e poi
l’assoluzione a Pasqua:
 Flentes, per i peccati più gravi. Durante la Quaresima non potevano partecipare alla Messa, ma dovevano rimanere fuori a piangere i
proprio peccati (“flentes”, appunto)
 Audientes. Potevano partecipare alla Messa ma dovevano uscire dopo la Liturgia della Parola
 Stantes, i peccati meno gravi. Potevano partecipare alla Mess intera ma dovevano stare sempre in piedi
L’uso della “confessione auricolare” nasce in epoca medievale in ambiente monastico
I Padri Apologisti
Difendono la fede cristiana contro pregiudizi e calunnie da parte dei pagani (infanticidio, antropofagia, incesto, disconoscimento degli dei). Un altro fronte è
quello verso la mentalità ebraica, sia per non rimanere ancorato alle vecchie idee (circoncisione, ecc.) sia per controbattere alla cacciata dalle sinagoghe.
Primi apologisti Quadrato
Scrisse una Apologia, ormai perduta. Un brano è riportato da Eusebio di Cesarea
Aristone di Pella
Scrisse il Dialogo tra Giasone giudeo-cristiano e Papisco. Contro il giudaismo, professa che in Cristo c'è il pieno adempimento delle
profezie dell'AT. Il criterio viene anche usato da Giustino, nel Dialogo con Trifone (che non chiede il battesimo).
Melitone di Sardi
Omelie sulla Pasqua. Importante dottrina cristologica
Giustino Vita Il maggiore apologista greco. Nasce a Flavia Neapolis (Nablus in Giordania). Studia varie filosofie: stoica, peripatetica,
II sec. - morto 165 pitagorica, neoplatonica. Da platonismo passa al Cristianesimo. Si dedica all'insegnamento. Denunciato come cristiano,
subisce il martirio (Acta martyrii Iustinii et sociorum).
Opere Prima Apologia (153-155), indirizzata ad Antonino Pio. Cerca di interessare il principe, difendendo i cristiani dalle
ingiuste calunnie (I parte), illustra la vera natura del cristianesimo e il culto praticato (info su battesimo, eucarestia,
liturgia domenicale).
Non è accettabile la condanna del Solo "nome" cristiano. Critica la procedura giudiziaria seguita regolarmente verso i
cristiani, solo perché cristiani venivano messi a morte, la condanna a morte doveva essere applicata per chi realmente
avesse commesso dei reati , e non per chi era semplicemente chiamato cristiano. Non solo applicate il diritto giudiziario
a un caso reale e non a un nome. I cristiani sono colpevoli, perché sono seguaci di Cristo? Se hanno commesso dei
delitti siano puniti, ma se non hanno commesso nessun reato perché vengono condannati? Nel momento che
giudicate applicate la giusta procedura giudiziaria. Questi reati con cui vengono accusati i cristiani sono solo calunnie.
È ingiusto affermare che i cristiani sono atei
I cristiani non sono atei se non li seguono la religione ufficiale, lo fanno per una verità più profonda e spiega
all’imperatore perché i cristiani rifiutano gli dei pagani perché si rivolgono a qualcosa in più che loro hanno scoperto ,
che è una verità più profonda che li porta a rifiutare l’adorazione dei pagani per rivolgersi a quel Dio che si è incarnato
in Cristo Gesù.
Seconda apologia. In difesa di alcuni cristiani condannati a morte dal prefetto di Roma. E' indirizzata al Senato. Le
persecuzioni sono interpretate come opera di demoni, ma permesse da Dio per provare la fedeltà dei cristiani
Dialogo con Trifone. 3 parti: la legge ebraica come preparazione transitoria alla legge di Cristo; Messianicità e divinità
di Gesù; conversione dei gentili per formare il nuovo popolo di Dio.
Pensiero Conciliazione tra filosofia antica e cristianesimo. Semi di verità sono sparsi nelle varie filosofie.
La dottrina del Logos I filosofi pagani con il termine logos intendono la ragione, per Giustino il logos è Cristo. Il compito
del Logos è essere mediatore tra Dio Padre e il mondo. Dio non comunica con il mondo se non attraverso il suo
intermediario e rivela se stesso se non per mezzo suo. Il Logos è la guida che conduce a Dio. E’ il maestro per conoscere
Dio. All’origine il Logos abitava in Dio ma prima della creazione del mondo emanò e procedette da Dio e fu il logos a
creare il mondo. Ricordate il Vangelo di Giovanni 1 in principio era il verbo, quindi il mondo è stato creato per mezzo
del logos. Cristo era presente prima di diventare uomo. Poi è diventato uomo nella pienezza dei tempi, ma era già
presente in Dio e Dio ha creato tutte le cose e tutte le cose sono state create per mezzo di lui e in vista di lui, quelle
visibili e quelle invisibili. Per Giustino il logos era in Dio, il logos non è stato creato. Alcuni filosofi sostenevano che
Cristo è stato creato, ma se è stato creato da Dio, è inferiore a Dio. Il logos non è stato creato, è stato generato, è
emanato da Dio e per questo Dio stesso. Usa un immagine bellissima quella di un fuoco che si accende da un altro
fuoco e che non diminuisce la fiamma. Quel fuoco non dipende dall’altro, è generato dall’altro. Questo logos è una
persona divina in relazione con il padre, non subordinata ma in relazione con il padre. Con la dottrina del logos Giustino
avvicina la filosofia al cristianesimo. Il logos era presente anche nella filosofia greca, un seme di questo logos era già
presente nella filosofia . Non getta la filosofia greca , alcune cose della filosofia sono vere. Ogni essere umano possiede
un seme di questo logos. Non soltanto i profeti dell’antico testamento ma anche i filosofi hanno nella propria anima un
seme del logos . Non c’era il logos pieno ma un seme. La filosofia pagana e l’antico testamento hanno preparato la
venuta di Cristo. Per lui, se l'incarnazione di Cristo ha rivelato tutta la verità nella sua definitiva globalità, resta pur
sempre vero che gli spiriti più grandi del paganesimo antico, come Socrate e Platone, hanno intravisto almeno delle
verità parziali, dei «semi» del Verbo, Tra filosofia antica e cristianesimo, dunque, esiste secondo Giustino un rapporto
da parziale a totale, nella sostanziale continuità della Rivelazione della verità da parte del medesimo Verbo divino. La
teoria del logos avvicina Dio al mondo, avvicina la filosofia al cristianesimo. .
Assoluta trascendenza di Dio. Cristo come mediatore tra Dio e l'Uomo.
Per Giustino Dio non ha un nome, non può avere un nome. Dare un nome a Dio significa classificarlo e farlo diventare
una cosa. Signore, creatore, non sono nomi per Giustino sono appellativi con cui indichiamo la presenza di Dio. Anche
nell’Antico Testamento Jahvè, significa colui che è, non è un nome. Dio non ha un nome perché non è un uomo, non è
una persona finita, è una persona infinita. Come si sottolinea questa infinità di Dio? Colui che non ha nome.
L’appellativo per eccellenza che possiamo dare a Dio è Padre, perché sintetizza tutta la sua natura. Tutte le cose hanno
in Dio una paternità. Per Giustino Dio è l’essere trascendente, Dio è totalmente altro, trascende, è oltre la realtà.
AT con valore profetico. Anche i pagani erano attenti alle profezie ebraico-cristiane.
Notizie sulla domenica e sulla liturgia
Lettera a Diogneto Si sa solo che a scriverlo è stato un uomo di cultura. Non si sa chi era Diogneto, probabilmente una persona desiderosa di conoscere la
(160-200) fede cristiana in un'ottica di conversione.
Risponde a 3 domande:
1. In quale divinità ripongono fiducia i cristiani, e perché non considerano dei quelli greci e non rispettano le superstizioni dei
giudei (condanna dell'idolatria, critica del formalismo giudaico, esaltazione dei costumi cristiani)
2. Quale mutuo affetto li lega(Dio mandò il Verbo nel cuore degli uomini per redimerli)
3. Perché questa nuova via o istituzione è nata ora (Dio ha atteso che gli uomini constatassero la profondità della loro rovina
prima di redimerli)
Conclusioni principali:
1. La religione cristiana non è un ritrovato umano, o una immaginazione dell'uomo.
2. Dio è intervenuto quanto ormai l'uomo aveva davanti solo l'abisso della perdizione assoluta
Apologisti minori Taziano Filosofo. Dopo la morte di Giustino si allontanò dall'ortodossia.
Discorso ai Greci Violento attacco alla cultura greca. Affermazioni dottrinali cristiano intervallate da attacchi alla
mitologia greca
Diatessaron Testo armonizzato dei 4 vangeli
Atenagora di
Atene
Teofilo di
Antiochia
Apollinare di
Gerapoli
Milziade
Ermia
Gli inizi della letteratura eretica (II-III sec.)
Gnosticismo Con il termine di gnosticismo si vuole definire un gruppo di correnti filosofiche religiose diffuse tra il II sec. e l’inizio del III sec. Queste
correnti si diffusero nei centri culturali dell’Asia Minore, nell’aria mediterranea. Tra i fondatori ricordiamo Basilide e Valentino. Nel
1945 in Egitto in una città chiamata Nag Hammadi fu trovata una intera biblioteca gnostica. Questa scoperta ha permesso di studiare
meglio queste dottrine filosofiche, che prima erano conosciute solo indirettamente, attraverso gli scritti dei padri Apologisti.
La dottrina
Lo gnosticismo è una dottrina filosofica religiosa che si basa sul dualismo radicale. Il mondo era animato da 2 principi, da 2 divinità che
si chiamano : Dio buono, Dio cattivo. Tutto questo per giustificare il bene e il male. Per questi filosofi se c’è il bene e il male, c’è un Dio
buono che crea il bene, e un Dio cattivo che crea il male. Questo si chiama dualismo radicale. Il Dio buono è un Dio trascendente, che
sta in alto, è trascendente, è oltre l’orizzonte umano. Il Dio cattivo è presente nella materialità del mondo, per questo il mondo è
dominato dalla violenza. Il Dio del male risiede in questo mondo e per questo il mondo è imperfetto, mondo immanente. Tra questi 2
mondi non c’è conciliabilità. Sono due mondi diametralmente opposti, non si possono mai incontrare.
DUALISMO NELL’UOMO Anche nell’uomo c’è il dualismo, tra l’anima e il corpo. L’anima è prigioniera del corpo, per potersi salvare si
deve liberare dalla prigionia del corpo. La salvezza è la liberazione dell’anima dal corpo. La salvezza non è per tutti. Tutti sono creati, ma
pochi quelli che si salvano. Vediamo il modo in cui veniva vista la salvezza per gli gnostici.
Gli gnostici dividono gli uomini in 3 categorie:
1. ILICI al livello più basso, sono dominati dalla materia. Per loro non c’è possibilità di salvezza perché sono troppo legati alla
materia. Sono destinati alla morte. Vedono ma non intravedono.
2. PSICHICI vanno un po’ oltre la materia, sanno che c’è una verità, ma per loro è solo un desiderio. Hanno la possibilità di
salvezza, se si riescono a liberare dalle cose materiali. Vedono, lo intravedono come un desiderio.
3. SPIRITUALI/PNEUMATICI vivono secondo lo spirito. Sono gli eletti. Per loro la salvezza consiste nella conoscenza.
Eoni
Tra la Divinità e il mondo, esistono degli esseri intermedi, gli Eoni. Gesù è uno degli Eoni. Non ha assunto il nostro corpo. L'Incarnazione
è pura apparenza. L'insieme degli Eoni forma il Pleroma
La gnosi cristiana
Oltre alla gnosi eretica (gnosticismo) esiste una gnosi cristiana, in cui non esiste il dualismo radicale ma un desiderio di illuminazione e
conoscenza che non è appannaggio di pochi eletti, ma è possibile a tutti.
Marcionismo E' una dottrina dualistica (gnostica) in campo biblico, predicata da Marcione, che scrisse le Antitesi. L'AT è opera del Dio del Male,
mentre il NT del Dio di Gesù il Dio del bene. Il mondo è imperfetto perché il DIo del male è inferiore al DIo di Gesù.
Marcione ebbe molto seguito perché era un uomo di azione che predicava una morale molto rigida: continenza assoluta, battesimo
solo per i celibi o separati dal coniuge
Montanismo Fondato da Montano. Predica un nuovo risveglio spirituale: rigidità nella dottrina, rinuncia al matrimonio, attesa della prossima
Parusia. Sono eretici perché dicono di essere i nuovi profeti, che devono guidare la Chiesa al posto dei vescovi.
Sono rimasti solo pochi oracoli scritti.
Elementi caratteristici:
1. Profetismo (i singoli montanismi esprimono la volontà di Dio)
2. Escatologismo (millenarismo)
3. Rigorismo morale (apologia del martirio e divieto di sottrarsi alle persecuzioni, ascesi)

Ireneo di Lione Vita e opere Appartiene alla seconda generazione dopo gli apostoli in quanto discepolo di Policarpo.Nacque intorno al 130 in
(130- Asia Minore. Fu eletto nel 170 vescovo di Lione.
Adversus haereses (Contro le eresie) contro lo gnosticismo, sviluppa il tema della bontà della carne. Essendo
creazione di Dio non può essere disprezzato. L’uomo deve liberamente sottomettersi a Dio lottando contro il
male.
La dimostrazione della predicazione apostolica ci fa conoscere Ireneo come catechista. Racconta l’opera della
salvezza dopo la caduta di Adamo e vede in Maria la nuova Eva che, con la sua obbedienza, riscatta la
disobbedienza di Eva. La Chiesa diffonde il rinnovamento operato da Cristo. Nelle profezie è ampiamente
prefigurata la missione di Cristo.
Dottrina Con Cristo prende inizio l’annunzio della verità. Dopo Gesù viene diffusa dagli apostoli e dalla chiesa. Le eresie
sono novità che rompono con il tradizionale insegnamento della Chiesa. Gli eretici interpretano male le Scritture
per piegarle a loro idee preconcette.
A questi sistemi di pensiero gnostici, Ireneo contrappone la fede predicata dalla Chiesa. La tradizione è una sola,
quella predicata dalla Chiesa. Elenca i libri della Bibbia ritenuti canonici.
La ricapitolazione: Cristo ricapitola in sé tutta la storia della salvezza, nella sua incarnazione. Cristo e Maria con la
loro obbedienza hanno riparato la disubbidienza di Adamo ed Eva.
Nel disegnare l’opera di Maria nella storia della salvezza, usa il termine ricircolazione. Come nella storia della
caduta vi fu la partecipazione della prima Eva, nella restaurazione vi è la partecipazione della Nuova Eva. Per
questo principio di ricircolazione per cui ogni cosa perduta viene recuperata abbiamo: il Cristo riprende Adamo,
la croce riprende l’albero della caduta, Maria riprende Eva. Eva la donna disobbediente, Maria la donna
obbediente. Eva disobbedendo ha fatto tanti nodi intorno a una corda, Maria con la sua obbedienza scioglie
questi nodi (da questa immagine è nata la devozione alla Madonna che scioglie i nodi)
Alessandria e gli scrittori alessandrini
La scuola di Alessandria Agli inizi del III secolo, la vita della Chiesa si è evoluta. I cristiani sono aumentati di numero e sono presenti in tutte le classi
sociali, specie in quelle più evolute. Inoltre si passa dal contesto culturale giudeo a quello ellenistico. Nasce quindi l'esigenza
di un luogo dove approfondire il dibattito teologico e l'insegnamento di alto livello. Niente di strano quindi che la prima
scuola catechistica e teologica venga fondata ad Alessandria, luogo principe di cultura ellenistica e sede della famosa
Biblioteca.
In Egitto il Cristianesimo si diffuse in epoca molto precoce, ma dobbiamo aspettare la fine del II secolo perché l'insegmaneot
catechistico, prima essenzialmente privato, si trasformasse in una vera e propria scuola chiamata Didaskaleion, fondata da
Panteno, una figura semileggendaria.
Il primo vero e proprio responsabile di cui si conosce meglio la storia è il successore di Panteno, Clemente d'Alessandria, che
la diresse dal 190. I nomi più grandi della patristica orientale, Origene, Clemente, Atanasio, CIrillo, e anche Ario, uscirono da
questa scuola.
Clemente di Alessandria Vita Nato ad Atene, Tito Flavio Clemente diviene responsabile della scuola nel 190. Di famiglia pagana, viaggia
(150 ca - 215 ca) molto fino all'incontro con Panteno. Non si è sicuri che fosse prete. Andò in Esilio a Cesarea di Cappadocia
nel 202 per la persecuzione di Settimio Severo.
Opere Protrettico
Titolo di un'opera di Aristotele (pro-trepo = volgersi,indirizzarsi) è una esortazione ad accogliere la Verità
della dottrina cristiana, che conduce ad una perenne beatitudine. E' rivolto ai pagani per convertirli. Come
Paolo sull'Areopago, spiega i limiti del pensiero pagano ed indica Cristo, Verbo di Dio, come luce di Verità e
Salvatore. Se mancasse il sole, tutto sarebbe nell'oscurità e così anche l'umanità senza la luce di Cristo.
Il Pedagogo
In 3 libri, presenta Cristo come il divino Pedagogo (I libro) che invita i neoconvertiti a guarire dalle passioni
ingannevoli. Il II e III libro sono veri trattati di etica cristiana in un contesto libertino come quello di
Alessandria
Gli Stromati
Il nome ha il senso di "miscellanea", In 8 libri tratta temi vari in maniera progressiva. Da quelli per semplici
credenti a quelli per coloro che anelano alla perfezione con il distacco dai beni terreni.
Quale ricco si salverà?
Esortazione ai novelli battezzati
Dottrina Differenza tra gnosi eretica (gnosticismo) e gnosi cristiana: Ogni cristiano può raggiungere la perfezione
applicandosi
Teologia cristocentrica: Gesù, Verbo di Dio, è il centro
Battesimo come rinascita e Penitenza (una sola volta)
Difende il matrimonio, come atto di collaborazione con il Creatore
Origene Vita Nato forse ad Alessandria, figlio di un martire. Chiamato dal vescovo diviene maestro di catechesi a 18
183/185 - 252/254 anni. Visita Roma. Ritorna ad Alessandria e dirige il DIdaskaleion all'apice del suo sviluppo. Fugge a
Cesarea perché ordinato prete ad Alessandria senza il permesso del vescovo. Fonda una nuova scuola a
Cesarea . Muore (forse) a seguito delle torture subite durante la persecuzione di Decio (250).
Non è santo perché si castrò e perché l'origenismo fu molto avversato dai successori
Opere Opere di Critica testuale ed esegetiche:
Esapla
AT in ebraico, ebraico traslitterato,greco: Aquila, Simmaco, LXX, Teodozione su 6 colonne. Il testo orignale
fu perso perché mai trascritto nella sua interezza: solo alcuni libri come i Salmi o solo la colonna dei LXX. Fu
il fondatore della critica biblica testuale.
Commenti e Omelie su quasi tutti i libri della Sacra Scrittura
Scritti apologetici:
Contro Celso
Celso è un filosofo platonico che vuole confutare la dottrina cristiana. Il suo scritto è perduto. Ma lo
conosciamo perché Origene lo riscrive per intero confutando una per una le singole obiezioni.
Scritti dogmatici:
I Principi, in 4 volumi:
1. Dio (Padre), Cristo, Spirito Santo, Degradazione e caduta delle prime creature. Apocastasi (fine del
mondo con restaurazione dell'ordine iniziale). Preesistenza delle anime
2. Il mondo e le creature, Unico Dio per AT e NT. L'anima. La risurrezione: premi e castighi
3. La libertà e il libero arbitrio.
4. La Rivelazione. L'ispirazione della Scrittura. Come leggerla
Opera spesso fraintesa perché Origine non vuole tanto presentare il suo pensiero, ma una sintesi delle
differenti tesi allora in discussione ma che ne provocò la condanna.
L'Origenismo Positivo: primo ad usate il termine Uomo-Dio (Theanthropos) per indicare la stretta unione tra natura
umana e divina di Cristo e ad usare il termine Theotokos per Maria
Accuse: preesistenza delle anime. Apocatastasi come rigenerazione ciclica dell'universo e non eternità
dell'inferno. Eccessivo allegorismo nella interpretazione della Bibbia.
L'inizio della letteratura cristiana in Occidente
La letteratura in latino parte in ritardo perché la maggior parte della cultura occidentale era in greco. Lo stesso Marco Aurelio scrive in greco. Con il diffondersi
del Cristianesimo anche in ambiti dove non è conosciuto il greco sorge la necessità di una letteratura in latino. Inoltre in Occidente si preferisce accogliere in
maniera più uniforme e "passiva" dottrine consolidate piuttosto che entrare nel dibattito di dottrine in divenire.
Autori minori Minucio Felice (fine II - inizio II secolo)
Avvocato, scrive l'Ottavio, un dialogo apologetico tra tre amici in cui Minucio funge da arbitro. Più che su temi dottrinali,
tratta di temi relativi alla vita dei cristiani.
Novaziano
Il primo grande autore latino. Verso il 250, all'epoca della persecuzione di Decio diventa il principale esponente del
Presbyterium, l'organismo che gestisce la sede romana, vacante per 14 mesi a causa dell'uccisione di papa Fabiano. Sue
posizioni ultrarigide nella questione dei lapsi, provocò uno scisma quando il nuovo papa Cornelio si mostrò più permissivo.
Contrastò sulla questione Cipriano di Cartagine. Scrisse il De Trinitate, sulla fede nel Padre, nel Figlio e nello Spirito Santo, in
cui afferma che Gesù è Figlio di Dio ma è comunque affetto da un certo subordinazionismo. Altri libri: De bono pudicitiae,
De cibis iudaicis, De Spectaculis
Ippolito di Roma Vita Ippolito è un greco per lingua e per pensiero. Si oppose a Papa Callisto, perché il Papa si dimostrava troppo
170-235 indulgente nei confronti dei peccatori. Fu eletto antipapa da un gruppo di sacerdoti romani. Continuò a essere
antipapa anche dopo la morte del papa Callisto e sotto il pontificato di Fabiano e di Ponziano. Sotto
l’imperatore Massimino il Trace, nemico dei cristiani, Ippolito e il papa Ponziano furono arrestati e deportati in
Sardegna ai lavori forzati nelle miniere. Qui avvenne un avvenimento sorprendente il Papa e l’antipapa che a
Roma non andavano d’accordo, ritrovandosi condannati e prigionieri si conciliarono e morirono ambedue
martiri della fede. Il 13 agosto si ricorda San Ippolito e San Ponziano.
Opere Philosophumena o Confutazione di tutte le eresie
Dimostra che le eresie fanno più riferimento alle dottrine di filosofi pagani, ai misteri e all'astrologia, che alle
Sacre Scritture
L'Anticristo
Afferma che la venuta dell'Anticristo non è immediata
Sulla tradizione apostolica
Un testo di liturgia riferito alla consacrazione del vescovo e alla successiva messa pontificale, con celebrazione
del Battesimo. Si trova il canone più antico che si conosca. A questo si ispira la Preghiera Eucaristica II della
liturgia odierna.
Commento a Daniele
Omelie
Tertulliano Vita Tertulliano, Quinto Settimio Florente (lat. Quintus Septimius Florens Tertullianus). - Apologeta e scrittore
cristiano (sec. 2º-3º d. C.).
Figlio di un centurione che comandava le truppe romane al servizio del proconsole d'Africa, nacque a Cartagine
probabilmente tra il 150 e il 160; ricevette un'educazione classica completa, comprendente anche una buona
conoscenza del greco. Datosi presto allo studio della giurisprudenza, ne divenne assai esperto, era un avvocato
famoso dotato di una eloquenza brillante.
Come sia avvenuta la sua conversione,la ignoriamo perché mancano testimonianza dirette che la documentano.
Possiamo presumere che avvenne verso il 193 a causa della testimonianza dei cristiani. Un'intelligenza acuta e
raziocinativa come la sua, in possesso di una così vasta conoscenza del pensiero antico, non poteva non
convincersi che, di fronte al nuova Parola di Cristo, gran parte di quel pensiero diventava insostenibile. Fu
conquistato dall’ideale della carità, dall’amore, ideali assenti nel mondo pagano. I pagani erano profondamente
egoisti e se erano caritatevoli lo erano solo tra di loro e non avevano alla base della loro convivenza il
sentimento dell’amore.
L’altra motivazione è sicuramente il martirio dei cristiani, lo spettacolo meraviglioso di tante persone di ogni
età, di ogni sesso, di ogni condizione, che con indomito coraggio affrontavano serenamente i più atroci supplizi
in vista di una vita oltre la morte, disposti a imitare Cristo fino in fondo donando la loro vita (Il sangue del
cristiano è un seme). Da quanto ci informa san Girolamo, Tertulliano diventò sacerdote, ma nei suoi scritti non
ne fa mai personalmente parola, quindi è una testimonianza solo di san Girolamo.
Quest’uomo che aveva scoperto Dio, che si era convertito e forse era diventato sacerdote, a un certo punto fa
una scelta, un colpo di scena, abbandona la chiesa e passa a un movimento filosofico che prende il nome di
Montanismo. Questo movimento carismatico-profetico, fondato da Montano in Frigia (regione dell'Asia
Minore), si diffuse rapidamente in tutte le comunità cristiane del tempo e molto presto raggiunse anche
Cartagine. Questo movimento nasce come reazione alla tiepidezza della vita cristiana. Erano dei cristiani più
rigoristi, poco clementi. Tertulliano entra in rottura con la Chiesa cattolica che successivamente attacco
violentemente. E’ questo il motivo che non viene chiamata Padre della chiesa, ma Scrittore Ecclesiastico per
aver scritto quando era all’interno della chiesa cattolica dei testi formativi .
Opere Scritti apologetici:
Ad Nationes (197?). Probabilmente primo scritto cristiano in latino (Anche prima dell'Ottavio di MInucio Felice.
Confuta le principali accuse contro i cristiani e mette in luce l'immoralità dei costumi pagani.
Apologeticum
Tertulliano fa sfoggio della sua bravura di avvocato mettendo a nudo le contraddizioni della legislazione romana
relativa al trattamento della religione cristiana, I cristiani sono veramente delinquenti, come pretende
l'opinione pubblica? Allora bisogna ricercarli e condannarli, e non lasciarli stare in base a un'ambigua
disposizione dell'imperatore Traiano, emanata su richiesta di Plinio che voleva avere informazioni su come
trattarli. I cristiani sono, al contrario, brava gente? Allora non si deve condannarli per delitti che non hanno
compiuto o, peggio ancora, per il solo nome che portano! L'Apologetico, una delle opere più famose di
Tertulliano, spiega bene come si cadesse in una ben strana contraddizione. 'O i Cristiani erano colpevoli: in tal
caso perché non si dovevano ricercare? O non lo erano: perché allora si dovevano condannare?'.
Nel 197 (imperatore Settimio Severo) in Cartagine la persecuzione aveva preso a infierire. Le prigioni erano
piene di Cristiani. Tertulliano, dopo averli rincorati con lo scritto Ad martyras e avere composto il trattato Ad
nationes, per difendere la religione cristiana di fronte ai pagani, scrisse l'Apologetico, che vuole essere
un'arringa diretta ai governatori e ai giudici, i quali il diritto di difesa non concedevano ai Cristiani tradotti
davanti a loro. Quello, pertanto, che i Cristiani accusati non potevano dire, dice in questo discorso Tertulliano,
passando in rassegna la massa delle accuse a loro rivolte. Sennonché l'oratore non si limita a confutare le
accuse, a difendere gli accusati: ma le accuse ritorce, ma gli accusatori provoca e sfida, mettendo a nudo
l'assurdità della loro religione, la disonestà dei loro costumi, provando che proprio essi sono rei delle
nefandezze che attribuiscono ai Cristiani, la loro stessa impotenza, se i Cristiani un brutto giorno, invece di
rispondere alle ingiuste persecuzioni col perdono, si contassero e reagissero. E codesto fa, non invocando
l'autorità di un partito, di una dottrina filosofica ma in nome della Verità, della sua persona stessa, che espone
alla vendetta; in nome della sua altezza morale, in una parola, della sua superiorità intellettuale e spirituale.
Onde il fascino, che da questo scritto emana, e l'ammirazione, di cui fu per tutti i secoli circondato.
Indubbiamente, anche per quel che concerne le argomentazioni dell'Apologetico, ad apprezzarle al loro giusto
valore, si dovrà non prescindere dal criterio storico. Per esempio la parte che riguarda le assurdità e la
insostenibilità della religione e ideologia pagana, è certo roba sorpassata. Anche: sopra tutto nelle ritorsioni, la
logica non è sempre serrata; talora tradisce lo sforzo. Nè mancano ingenuità, come certe operazioni attribuite
ai demoni. Ma giudicato nel suo complesso, l'Apologetico è un modello di argomentazione forense. La
conclusione di Tertulliano che semenza sarebbe stato il sangue dai martiri versato, ebbe la consacrazione del
tempo futuro. Venendo a toccare della forma dell'opera tertullianea, avrebbe torto chi volesse giudicarne lo
stile e la lingua con i criteri della prosa ciceroniana e quintilianea. Egli se ne discosta molto: non tanto per
quanto concerne i costrutti sintattici, quanto per il significato assunto da molte parole, lontanissimo ormai
dall'originario, vuoi per una evoluzione naturalmente subita, vuoi per una decisa volontà dello scrittore, che a
quel significato le piega. Indubbiamente il suo scrivere risente, più che della scuola di retorica, da cui egli
proveniva, e della regione, ov'era nato, della sua forte personalità. Per questo il suo periodo torna spesso
difficile e oscuro dovuto al suo temperamento, ardente e aggressivo, sprezzatore del puro formalismo ed alla
sua fede ardente e sincera.
Scritti polemici
De praescriptione hareticorum
Usa l'argomento della "prescrizione" del diritto romano, per dimostrare che l'unica autorità a poter interpretare
le Scritture è la Chiesa, in virtù del possesso ininterrotto da secoli.
Adversus Marcionem
In 5 libri. Dimostra l'assurdità dell'idea di 2 dei, uno per l'AT e uno per il NT. Critica Marcione per la
manipolazione del Vangelo di Luca.
Adversus Praxean (Contro Prassea). In questo scritto viene usato per la prima volta il termine Trinità contro
Prassea. Tertulliano - ed è forse l'aspetto più importante della sua attività dottrinale - getta le fondamenta della
teologia trinitaria della chiesa latina. I concetti e la terminologia tecnica che egli espone nei trattati teologici
eserciteranno una grande influenza sul pensiero degli autori posteriori. La formula che definisce la Trinità come
"una natura in tre persone" rappresenta un'acquisizione definitiva. Tertulliano fu condotto ad approfondire le
questioni concernenti la divinità dalla polemica contro un certo Prassea, il quale sosteneva che in Dio vi è
solamente la monarchia, cioè l'unicità senza la distinzione delle singole persone. Questa eresia prenderà
appunto il nome di monarchianesimo, ma sarà conosciuta anche come modalismo, in quanto sostiene che il
Padre, il Figlio e lo Spirito in realtà sono soltanto dei modi dell'unica divinità.
Scritti di carattere dottrinario e morale
Ad uxorem
Unicità del matrimonio e condanna inesorabile delle seconde nozze. Il matrimonio come vivaio del genere
umano
De exhortatione castitatis
Primi sintomi della devianza montanista. Matrimonio permesso ma maltollerato. Verginità e continenza sono
beni superiori.
De monogamia
"Noi riconosciamo un solo matrimonio, come riconosciamo un solo Dio". Contro chi non permetteva il
matrimonio e contro chi ne permetteva di più.
De oratione
È soprattutto a partire dal II secolo d.C. che si producono trattati sulla preghiera, i quali prendono tutti le mosse
dal “Padre nostro”. I principali autori di tali trattati sono Tertulliano (che sul finire del II secolo scrive il trattato
De oratione), Cipriano (che nella metà del III secolo compone un De dominica oratione, ovvero Sulla preghiera
del Signore) Tertulliano: nel suo De oratione, egli sviluppa specialmente temi etici, occupandosi di come si
debba pregare, quale atteggiamento assumere nella preghiera e che cosa chiedere con essa. Tertulliano
concede ben poco spazio a problemi di carattere filosofico, con un atteggiamento attento al concreto che è
tipico della mentalità latina. Occorre tenere a mente che Tertulliano era, di formazione, un avvocato e che, nel
confutare gli eretici, sosteneva che non bisognava neppure parlare con essi, giacché hanno torto in partenza.
Egli svolge un commento esegetico di tipo morale al “Padre nostro”.
Dottrina Con T. la cristianità dell'Africa occidentale romana, che ebbe poi una parte decisiva nella storia del
cristianesimo e dell'Impero, entra nella piena luce della storia. T. dette alla teologia latino-occidentale
l'impronta della sua fede, dominata dalle questioni della vita della comunità e dai problemi etici. Così, notevole
fu il contributo di T. al problema trinitario, da lui risolto in senso antimonarchiano, con una concezione
dell'unità divina come molteplicità di ipostasi, ognuna in corrispondenza d'un dato momento dell'evoluzione
religiosa dell'umanità (e T. usava per primo, gettando i fondamenti della terminologia teologica latina, i termini
trinitas, substantia, persona).
Contro Marcione e gli gnostici, difendeva fortemente l'idea dell'unità di Dio e della sua rivelazione nelle
Scritture, compreso l'Antico Testamento. Contro gli gnostici in particolare, rigettava l'idea della salvezza come
esperienza personale del credente nell'insegnamento di Cristo, riaffermando energicamente la redenzione
attraverso l'incarnazione, morte e resurrezione di Gesù, preludio alla resurrezione dei morti e all'instaurazione
del regno. Il contributo di T. alla definizione del dogma è tutto permeato di forte realismo, contrario ad ogni
versione puramente speculativa dei valori religiosi e teologici: nella considerazione dei problemi dell'anima e di
Dio, egli portava questa sua ansia del concreto, parlando di corporeità dell'anima e di corporeità sui generis di
Dio. Aspra e robusta, l'apologetica di T. rivendicò contro la persecuzione imperiale i fondamenti stessi del
diritto romano, la giustizia e l'equità, violate dai giudici pagani, iniqui e parziali con i cristiani. Ma
l'atteggiamento di T. verso le persecuzioni non è solo di difesa e di critica, ma soprattutto di sfida: di fronte alla
battaglia egli non si trae indietro né cerca un accomodamento, bensì rivendica il pieno diritto alla vita della
nuova fede, che egli sente come ricapitolazione della spiritualità precristiana, pienamente legittima di fronte
alla filosofia, alla ragione, alla moralità e allo stesso diritto positivo.

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