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Storia=

1. FATTI DEL PASSATO


2. RACCONTO
3. DISCIPLINA
metodo scientifico: tale che stesse fonti stesse conclusioni
Lo storico svolge 4 FASI/IL METODO=
1. INVESTIGAZIONE/REPERIMENTO DELLE FONTI Allo storico tocca fare
indagini, sa dove e cosa chiederà alle fonti: domande giuste.
2. ANALISI
3. SCENOGRAFIA contestualizzare per non cadere negli anacronismi o
per evitare di esaltare/abbassare la rilevanza di un episodio alla luce
di un altro contesto
4. NARRAZIONE Raccontare che suppone: TALENTO LETTURA CAPACITÀ
COMUNICATIVE.
Facendo Storia della Chiesa ci occupiamo della Chiesa
non è necessaria la fede
ma non deve esserci neanche un pregiudizio a favore o contro,
piuttosto non si può fare a meno dei PRESUPPOSTI.
Doti dello storico=
1. IMPARZIALITÀ
2. CORRETTA ERMENEUTICA
3. CONOSCERE LA STORIOGRAFIA sull’argomento
4. CONOSCERE LE FONTI Le fonti si trovano per lo più in
ARCHIVIO.
STRUMENTI
1. CRONOLOGIA
2. GEOGRAFIA perché la geografia incide sulla mentalità e sui costumi.
3. DISCIPLINE AUSILIARIE
4. STORIA GENERALE
LIMITI
SI CONFONDE CON LA CRONACA cioè la narrazione senza andare a fondo
NECESSITÀ DELLE FONTI
SUPPONE LIBERTÀ INTERIORE dello storico
APPROSSIMAZIONE
LA SI APPRENDE ESERCITANDOLA
SI PARTE SEMPRE DA ZERO
VERIFICA FINALISTICA non ha gli strumenti per verificare l’esistenza di un
Fine più grande dello svolgersi storico.
IL GRANDE SCISMA D’OCCIDENTE
(1378-1415)
LA CATTIVITÀ AVIGNONESE
Inizio 1300 i papi, su pressione francese, furono spostati ad Avignone, un
territorio pontificio in Francia. Da questa presenza fisica i francesi
ottennero vantaggi.
FINE DELLA CATTIVITÀ – INIZIO DELLO SCISMA
Nel 1376 papa GREGORIO XI decide di rientrare a Roma. Il papa muore
poco dopo, per cui nel 1378 si avvia il conclave con i 16 cardinali che
erano a Roma, di cui 11 francesi, in un clima infuocato dalle pressioni del
popolo. Viene eletto URBANO VI il cui comportamento non fu equilibrato:
da persona mite che era si dimostra severo.
A causa di questo, dopo 5 mesi, i cardinali francesi decidono di riunirsi
segretamente, destituendo Urbano VI ed eleggendo Roberto di Ginevra
ossia CLEMENTE VII, che risiederà ad Avignone. Quindi ci troviamo nel
cosiddetto PERIODO DELLE DUE UBBIDIENZE: quella romana e quella
avignonese. No anti-papa, perché non è illegittimo.
UBBIDIENZA ROMANA ͢ Urbano VI, Bonifacio IX, Innocenzo VII e Gregorio
XII.
UBBIDIENZA AVIGNONESE Clemente VII e lo spagnolo Benedetto XIII.
Per risolvere tre soluzioni:
1. VIA CESSIONIS che i due papi si dimettano.
2. VIA COMPROMISSIONIS ricorrere ad un giudice che emetta una
sentenza circa l'invalidità dell’elezione di Urbano VI a causa delle
pressioni della folla.
3. VIA CONCILII convocare un Concilio per dimettere il papa eretico,
scelta più valicabile dal punto di vista disciplinare ma dal punto di
vista teologico meno perché il Concilio doveva essere convocato dal
papa, poi comunque non aveva l’autorità per giudicare un papa.
IL CONCILIO DI PISA (1409)
Il Concilio però poteva solo emettere un giudizio teologico nei confronti
del papa solo quando ritenuto eretico, ma in questo caso nessuno dei due
lo era, ma al massimo scismatici. Tuttavia di comune accordo, i cardinali e
i padri diedero al termine eretico un significato più ampio introducendo
anche l’accezione di scismatico.
I due Papi vengono deposti. Viene eletto Papa ALESSANDRO V, che muore
poco dopo e gli succede GIOVANNI XXIII che ebbe un ampio consenso.
Giovanni XXIII però era ritenuto dissoluto dalle aree francesi e italiane che
tornarono a dar fiducia ai precedenti papi. Ora si profilano quindi 3
UBBIDIENZE:
TEDESCA, che approva GIOVANNI XXIII;
FRANCESE fedele al PAPA AVIGNONESE;
ITALIANA in buona parte fedele al PAPA ROMANO.
IL CONCILIO DI COSTANZA (1414-1418)
Non essendo capace la Chiesa è il potere politico, con l’Imperatore
Sigismondo, a prendere in mano la situazione imponendo a Giovanni XXIII
e ai vescovi e cardinali europei, di convocare un nuovo Concilio in area
tedesca così da controllarlo.
L’obiettivo della convocazione è Pace ed esaltazione e riforma della chiesa
e la tranquillità del Popolo cristiano:
RIFORMA CAUSA FIDEI questioni eucaristiche sostenute da teologi dell’est
Europa che vennero giustiziati ma comunque venerati.
RIFORMA CAUSA REFORMATIONIS un elenco di 18 temi di riforma della
Chiesa non tutti presi in considerazione negli anni a seguire.
RIFORMA CAUSA UNIONIS i padri chiedono la dimissione forzata di tutti e
tre i papi: Giovanni XXIII fugge dal Concilio, l’Imperatore ordina di
catturarlo e viene accusato dai padri conciliari delle peggiori cose
definendolo quasi criminale fino a deporlo per essere simoniaco e
scismatico.
I padri così scrivono il documento che legittima il loro intervento e
dichiara il Concilio superiore al Papa HAEC SANCTA SINODUS redatto dal
cardinale Zabarella il 6 aprile del 1415.
Il Concilio non è convinto che questo documento abbia un vero
fondamento teologico e quindi convocato Gregorio XII questi sceglie di
dimettersi a patto che nei documenti del Concilio sia scritto che sia stato
lui a convocarlo come Papa legittimo.
Benedetto XIII non sceglie di dimettersi e quindi viene deposto.
Prima di eleggere il nuovo pontefice, il Concilio voleva attuare una
Riforma della Chiesa e quindi viene promulgato il decreto FREQUENS
(1417) che sancisce:
LA SUPERIORITÀ DEI CONCILI RISPETTO AL PAPA
CHE VENGANO CONVOCATI CON UNA CADENZA NON SUPERIORE AI 10
ANNI
SOPPRIMEVA ALCUNI DIRITTI PAPALI
Allora viene eletto papa l’ultimo membro della famiglia romana Colonna
con il nome di MARTINO V il quale approvava i nuovi decreti della
Riforma.
Il documento Haec Sancta Synodus che stabiliva l’autorità del Concilio
superiore al Papa, che valore ha? Ci sono 2 ANALISI secondo cui non c’è
questa superiorità:
VALUTAZIONE STORICA assenza di citazioni della Scrittura, di pene
ferendae sententiae e di linguaggio specifico.
VALUTAZIONE TEOLOGICA siccome il concilio non è un soggetto teologico,
non avendo l’approvazione e il voto del papa, allora non è da ritenere
valido.
IL CONCILIO DI BASILEA
La superiorità del Concilio rispetto al Papa verrà riconosciuta come verità
di fede con il Concilio di Basilea 1431, convocato da Martino V ma tenuto
da Eugenio IV. Furono confermati i decreti di Costanza Haec Sancta
Synodus.
Il papa tentò di trasferire l’assemblea a Bologna per poterla controllare
meglio ma non ci riuscì. La riprese alla fine del 1437 trasferendola a
Ferrara, poi a Firenze, da Cosimo de’ Medici. La maggior parte dei padri si
oppose a questo trasferimento e dette luogo ad un nuovo scisma, durato
dal 1438 al 1449: Eugenio IV venne scomunicato e deposto, venne eletto
Felice V. Nel 1449 Felice V abdicò e i padri elessero NICOLÒ V e tutto
sembrò finito.
PROBLEMI RELATIVI AL CONCILIO DI COSTANZA
STERILITÀ DELLA DEFINIZIONE DEL PRIMATO DEL PAPA, fatta a Firenze
nel 1439 avrebbe dovuto rappresentare una sconfitta delle tesi
conciliariste e invece passò del tutto inosservata. Tutta la storia della
Chiesa dal 1400 al 1800 si svolse come se il primato pontificio non fosse
mai stato definito.
CONSEGUENZE DELLO SCISMA D’OCCIDENTE la tendenza di molti sovrani
di strappare alla S. Sede il maggior numero possibile di concessioni
rafforzando così il desiderio di creare chiese nazionali, una delle principali
cause della rivoluzione protestante.
FRANCIA nel 1438 viene pubblicata la PRAMMATICA SANZIONE con cui si
dava forza di legge statale a molti decreti di Basilea (teoria conciliare,
divieto di appello a Roma come ultima istanza, limitazione dei diritti della
S. Sede su suolo francese);
GERMANIA i lamenti contro Roma prendono forma nei GRAVAMINA
NATIONIS GERMANICAE, del 1450 dell’arcivescovo di Magonza. I principi
cominciarono ad usurpare la giurisdizione della Chiesa nei loro territori
imponendo tasse sui beni ecclesiastici.
INGHILTERRA la diffidenza verso Roma si sviluppa a partire dal periodo
avignonese, poiché gli inglesi vedono il papa come uno strumento nelle
mani del sovrano francese. Vari decreti del 1300 negano al papa il diritto
di nomina ad uffici ecclesiastici inglesi, proibiscono l’appello a Roma e
l’introduzione di bolle papali. Nel 1400, nonostante la condanna,
riscuotono simpatie le idee di Wicleff, contrarie alla visibilità della Chiesa
e al primato, e per molti aspetti affini alle tesi di Lutero.
SPAGNA l’unità religiosa è alla base dell’unità nazionale e per questo
nasce L’INQUISIZIONE SPAGNOLA, sotto il controllo dello Stato. Così la
Chiesa perde la sua libertà anche in uno Stato profondamente cattolico.
UN CORPO E DUE ANIME
LA MONARCHIA PAPALE NELLA PRIMA ETÀ MODERNA
Con la fine del Grande Scisma la Santa Sede entra in un nuovo clima e il
papato si presenta con una nuova identità in quanto conosce anche lui la
trasformazione politica che interessa l’Italia cioè il passaggio dai COMUNI
alle SIGNORIE, istituto giuridico comunale dove il potere è affidato nelle
mani di alcune famiglie, come i Medici a Firenze, e nel momento in cui il
potere del signore è affermato, questi cerca di affrancarsi e di acquisire il
dominio politico in maniera autonoma diventando un PRINCIPATO.
Il papato conosce DUE GRANDI PROCESSI DI TRASFORMAZIONE:
SI DIVENTA PAPA O SE SI È APPARTENENTI AD UNA FAMIGLIA
IMPORTANTE O SE SI HA ALLE SPALLE FAMIGLIE PROPRIETARIE DI BANCHE.
Tutto questo fino alla Rivoluzione Francese dopo la quale si diventa papa
se si appartiene a famiglie borghesi; solo dalle fine dell’800 potranno
accedere anche appartenenti a famiglie umili.
IL PAPATO ABBANDONA LA LINEA DI ESSERE UNA FIGURA UNICAMENTE
RELIGIOSA, che ha comunque incidenze in ambito politico, E ASSUME
FUNZIONI PRETTAMENTE POLITICHE, principesche-regali, proprie di un
sovrano. Nasce dalla fine del ‘400 il SOVRANO PONTEFICE. Ciò modifica
l’identità della Chiesa Cattolica. Con Nicolò V e Pio II.
Grandi conseguenze sono:
I SUDDITI PAPALI DEVONO ANCHE CONDIVIDERE LA RELIGIONE DEL PAPA
che detiene la potestà religiosa e civile.
OGNI PECCATO DIVENTA REATO
LA RELIGIONE ASSOLVE PREROGATIVE PRETTAMENTE STATALI
CAMBIA IL RITUALE DI AVVICINAMENTO AL PAPA NELLE VISITE POLITICHE
con un protocollo particolare e con la creazione dell’incarico del
Segretario di Stato.
ROMA DIVENTA CITTÀ DEL SOVRANO
USO DEL POTERE SPIRITUALE COME STRUMENTO DI GOVERNO POLITICO
PREOCCUPAZIONE PER QUESTIONI POLITICHE più che religiose.
Le tappe e i tentativi più segnanti la perdita di questo potere sono:
1799 e 1809 per mano di Napoleone
1848 con Giuseppe Mazzini
20 settembre 1870 con la breccia di Porta Pia
Il 15 febbraio del 1929 viene però restituito con i Patti Lateranensi. Invece
la SPOGLIAZIONE della autorità politica e l’accrescimento di quella
religiosa, comincia con Giovanni XXIII per arrivare a Francesco.
NOMINA UN VICARIO un vescovo che si occupi del governo pastorale.
Vorrà che i cattolici assumano degli indirizzi politici, soprattutto nell’800,
in modo particolare:
NO ALL’UNITÀ D’ITALIA
RIFIUTARSI DI PARTECIPARE ALLE ELEZIONI dopo l’Unità
I Vescovi assumono le pratiche del pontefice come il palazzo episcopale al
pari di quello apostolico, la presenza di un tribunale che giudicasse clero e
laici, il vestiario e così via, accettati dai sovrani delle altre nazioni.
IL RINNOVAMENTO E LA RIFORMA
LA RIFORMA DEI LAICI
DAL BASSO non per motivi religiosi ma politici, perché l’uomo italiano
medievale è dinamico, produttivo, crea corporazioni, cioè le basi per le
CONFRATERNITE composte da persone che hanno STESSI FINI E OBIETTIVI:
MOTIVO PERSONALE vivere con radicalità la vita cristiana attraverso i
sacramenti e la preghiera.
FINALITÀ DI APOSTOLATO salvezza delle anime per coloro che entrano in
contatto con una confraternita. In base a questo le Confraternite si
dividono in:
CONFRATERNITE DI CULTO hanno come fine l’incremento della vita
spirituale della persona, infatti si dedicano alla FORMAZIONE
PERMANENTE, al CATECHISMO, alla PENITENZA e alla LITURGIA. In
questo tipo però si rischiava di ritualizzare la fede, e di ridurre la propria
attività solo a processioni.
CONFRATERNITE DI CARITÀ dedite oltre che alla formazione
all’APOSTOLATO SOCIALE, infatti nel nord Italia, i santi sono operatori
sociali.
Le più importanti:
Compagnia della Dottrina Cristiana che riuniva laici e chierici per
insegnare la catechesi;
Oratorio del Divino Amore, fondato a Genova per una vita cristiana più
intensa.
Nella Riforma dal basso ruolo importante le DONNE, infatti fenomeno
delle SANTE VIVE, cioè riconoscimento di sante da vive, in quanto dicono
di avere doni straordinari, mistici o di chiaroveggenza. I due doni più
diffusi:
1. LE STIGMATE
2. IL PROFETISMO dicono di avere da Dio la missione di stabilizzare un
regime politico in una nazione o di incardinare una dinastia.
Le donne quindi piano piano si coalizzano per essere protagoniste attive
dell’apostolato, ma nel 1577 Pio V ordina che le religiose siano solo in
clausura, a loro è negato l’apostolato; solo nell’800 nasceranno le
CONGREGAZIONI che consentiranno alle donne di vivere l’apostolato.
Nascono le FALSE SANTE, fenomeno diffuso a cui la Santa Sede presterà
molta attenzione, le cui cause erano ritrovate o nell’intervento del diavolo
o come modo per guadagnare denaro o, successivamente, come isteria.
LA RIFORMA DEL CLERO E DEL MONDO ECCLESIASTICO
In modo autonomo rinnovamento della vita religiosa. Si tratta di nuove
forme sia clericali sia monastiche che hanno diversi OBIETTIVI:
 FAVORIRE LA CRESCITA SPIRITUALE DI QUALSIASI PERSONA e
all’interno delle comunità, dotandosi di una REGOLA, nascono gli
Ordini Regolari.
 ORGANIZZARE UN APOSTOLATO PIÙ SISTEMATICO E ORGANICO
 DICHIARARE IL PROPRIO LEGAME CON ROMA
I NUOVI ISTITUTI HANNO ORIGINE LAICALE. Sono infatti in stretto
rapporto con associazioni di laici e si allontanano dalle forme di vita
monastica per esercitare più facilmente l’apostolato: non indossano
l’abito, si limitano all’ufficio privato, amministrano i sacramenti, hanno
una forte centralizzazione. Questi sono i caratteri dei CHIERICI REGOLARI,
cioè sacerdoti dediti all’apostolato che però scelgono la vita religiosa; tra
essi ci sono:
ORATORIANI con FILIPPO NERI
GESUITI con IGNAZIO DI LOYOLA nascono come famiglia religiosa per dare
insegnamento ai ceti più poveri; iniziano a occuparsi poi dei ceti più
abbienti. Ignazio comincia ad occuparsi poi in maniera sistematica della
spiritualità della persona.
CARMELITANI con GIOVANNI DELLA CROCE
Il processo rinnovatore si è caratterizzato per essere una spalla al papato.
In un momento di crisi papale ed ecclesiologica, Roma fu popolata di santi
di un certo calibro.
LA RIFORMA DELL’ARCHITETTURA
La Santa Sede propone un’edilizia ecclesiastica per veicolare il messaggio
della grandezza e bellezza della Chiesa, ben diversa da quella che è uscita
dalle macerie del conciliarismo.
Questi movimenti di cambiamento toccano anche altre zone come la
Germania in modo particolare con Lutero che si inserisce in questo
contesto di riforma ecclesiale. Non è Lutero che ha fatto la riforma
ecclesiastica ma è nata prima, si è sviluppata e poi ha preso una strada
diversa, per cui abbiamo la riforma ecclesiastica, la Riforma protestante poi
due tipi di riforme:
LA RIFORMA ECCLESIASTICA GIÀ AVVIATA
LA CONTRORIFORMA TESA AD ARGINARE IL PROBLEMA DI LUTERO
LUTERO E LA RIFORMA PROTESTANTE
La Riforma Protestante si innesta nella Riforma della Chiesa in generale,
infatti negli anni 1512-1517 si stava celebrando il Concilio Lateranense V.
Questo concilio ci dice DUE COSE:
LE RISPOSTE A LUTERO NASCONO PRIMA DI LUTERO
LUTERO HA SCATENATO LA RIFORMA CATTOLICA CHE GIÀ SI STAVA
MUOVENDO
Mancavano però figure che lo attuassero così passò in secondo piano; a
Trento invece saranno proprio i vescovi ad attuare i punti.
In questo senso non è corretto parlare di Riforma e Controriforma. Non è
Lutero ad aver fatto la Riforma ma la Riforma ad aver creato Lutero,
Lutero non determinò il sorgere della rivolta ma ne accelerò i tempi, a
differenza di tutti gli altri teologi del suo tempo.
Possiamo dire certamente che Lutero non aveva intenzione di riformare la
Chiesa, in quanto non aveva né intenzioni scismatiche né un piano
organico di ciò che faceva, ma tentava solo di ripristinare certi valori
evangelici perduti; attraverso DUE GRANDI PROCESSI:
PROCESSO DI ALFABETIZZAZIONE BIBLICA cercando di rendere la Scrittura
più fruibile alle genti, traducendola nelle lingue nazionali volgari. La
reazione della Santa Sede, pur non avendo come obiettivo l’impedire
l’accesso delle masse alla Bibbia, finì per rallentare comunque l’accesso
dei cristiani ai testi evangelici. Dopo Trento infatti la Chiesa Cattolica si
dimostrò ostile all’avvento delle lingue volgari mantenendo l’uso geloso
del latino, quando Lutero aveva spalancato le porte all’uso delle lingue
volgari. Il problema era OSTACOLARE LUTERO.
PROCESSO DI INDOTTRINAMENTO E DI ACQUISIZIONE DELLE VERITÀ DI
FEDE fondamentali.
La sua intenzione era di rievangelizzare la Chiesa. Non stupisce quindi la
reazione delle autorità ecclesiastiche e dell’imperatore stesso alla vista di
questo rinnovamento. Solo più tardi, con Trento (1545), la Chiesa Cattolica
avvierà un processo di risposta e riforma interna.
CARATTERISTICHE DELLA RIFORMA
TRE CARATTERISTICHE:
È STATA UNA RIFORMA EUROPEA perché ha avuto 4 EPICENTRI
IMPORTANTI:
WITTENBERG dove Lutero presentò i temi della Riforma.
ZURIGO con CALVINO
STRASBURGO con BUCERO, discepolo di Lutero da cui però si allontanò.
GINEVRA in cui non c’è stato un personaggio particolare ma più
riformatori minori.
È STATA UNA RIFORMA MULTIFORME cioè tutti coloro che dopo Lutero
hanno contribuito, avevano una base comune di fede, cioè i TRE CARDINI,
ma su tante altre questioni non avevano la stessa visione. Ci furono quindi
pluralità dottrinali che non furono in grado di redigere un’unica
confessione.
È STATA UNA RIFORMA POLITICA sancisce la fine degli stati medievali e
ponendo la nascita dello stato moderno. Se nel Medioevo il potere viene
da Dio ed è distribuito al Papa che lo conferisce all’Imperatore e ai sotto-
governanti, ora il potere viene dato da Dio direttamente al RE. La vita
politica non è più affare del Papa per cui vi è la separazione tra Stato e
Chiesa. L’Età Moderna è l’età dei Re. Si pone in essere la nascita
dell’Assolutismo e del Nazionalismo.
Inizia un lungo arco di tempo caratterizzato da una guerra civile europea,
che interessa prima Francia e Germania, poi diventa di tipo commerciale e
coloniale. Con la Rivoluzione Francese invece si arriverà alla concezione
che il potere non viene dall’alto ma dal basso.
LA VITA
Di famiglia contadina, studiò filosofia ed entrò negli AGOSTINIANI
diventando sacerdote nel 1507. L’anno successivo andò a Wittenberg a
insegnare etica, dogmatica ed esegesi. Nel 1510 fu inviato a Roma
dall’ordine e più tardi cominciò ad esporre la sua impressione fortemente
negativa della Chiesa Romana. Tra il 1515 e il 1517 cominciò la
formulazione della sua dottrina influenzata da una crisi spirituale e dalla
sua formazione teologica.
Dopo un periodo sereno Lutero cadde in uno stato di inquietudine,
temendo di non potersi liberare dal peccato e di appartenere alla cerchia
dei dannati. Probabilmente contribuirono a creare quest’angoscia:
l’eccessivo lavoro, la propensione familiare alla malinconia, il suo essere
esigente con sé stesso, ma anche l’occamismo di cui era imbevuto e anche
l'appartenenza agli Agostiniani. In quanto:
AGOSTINO NON ERA SISTEMATICO
AGOSTINO VEDEVA TUTTO BIANCO O NERO perché formato dai
Manichei, e in merito alla Grazia aveva detto tutto e il contrario di tutto.
L’ansiosa ricerca di una via di salvezza non venne consolata dall’allora
vicario generale dell’ordine.
Nello stesso tempo Lutero approfondì anche la mistica tedesca,
desumendone l’idea dell’assoluta nullità dell’uomo di fronte a Dio e
dell’abbandono passivo a Lui. Più tardi Lutero attribuì un’importanza
decisiva ad una illuminazione che avrebbe avuto improvvisamente
meditando su Rm 1,17: “La giustizia di Dio si rivela nel Vangelo dalla fede
alla fede, come sta scritto: il giusto vivrà di fede”.
“Giustizia”, non alludeva all’intervento “vendicativo” di Dio ma all’atto con
cui il Signore copre i peccati di quanti si abbandonano a Lui attraverso la
fede. Si parla quindi di una giustizia salvifica. Questo concetto non era
nuovo ma Lutero lo esasperò negando in maniera assoluta l’utilità della
libera cooperazione dell’uomo alla grazia, riconoscendo nella grazia un
dono del tutto gratuito e del tutto indipendente dall’agire dell’uomo:
Lutero pensava che bastasse abbandonarsi all’azione salvifica di Dio,
bastava credere per salvarsi.
Diceva di non volersi allontanare dalla Chiesa.
I punti essenziali della sua teologia:
1. SOLA SCRITTURA attacca la Scolastica decadente del suo tempo, per
questo ha voluto mettere la Scrittura al centro ma ne è andato oltre:
per lui, non solo essa contiene tutte le verità rivelate da Dio ma
s’interpreta da se stessa, senza Tradizione e Magistero.
2. GIUSTIFICAZIONE MEDIANTE LA SOLA FEDE In Lutero prevale il
concetto di “giustizia intrinseca” (autentico rinnovamento interiore,
ontologico) e non di “giustizia estrinseca” (legale, non accompagnata
da un rinnovamento interiore). La natura umana dopo il peccato
originale è intrinsecamente corrotta, l’uomo ha perso la sua libertà,
per cui ogni sua opera (anche buona) è necessariamente peccato.
Dio in questo senso dona gratuitamente all’uomo la salvezza e il
perdono dei peccati però per Lutero le opere buone non hanno
alcun valore in questo processo, al contrario della Chiesa Cattolica
che insiste sulla necessità delle opere buone in quanto ci
dispongono all’accoglienza della salvezza, che è sempre dono
gratuito di Dio. Lutero non ammette che le opere buone siano un
mezzo per arrivare a Dio; che poi la salvezza sia realmente gratuita, è
un punto in cui Lutero e i cattolici sono d’accordo.
3. SOLA GRAZIA poiché tra l’uomo e Dio si dà un rapporto immediato
Lutero rifiuta ogni mediazione umana esterna. Così non ammette la
gerarchia della Chiesa che intende come una comunità spirituale di
anime unite in una sola fede in Cristo sopra la terra; e la dottrina del
Primato.
A partire da questi punti si possono individuare TRE CAPISALDI della sua
figura:
1. Lutero è un PREDICATORE ed ESEGETA, la Bibbia è al centro, in modo
particolare trova pace nella verità evangelica secondo cui la
“giustizia” di Dio non giudica il peccatore ma lo “giustifica”.
2. Tra il 1517 e il 1520 piccoli scritti: DISPUTA CONTRO LA TEOLOGIA
SCOLASTICA (1517), 95 TESI SULLE INDULGENZE, 40 TESI SULLA
DISPUTA DI HEIDENBERG. Lutero radicalizza le critiche alla Scolastica
a partire dalla TEOLOGIA DELLA CROCE come via di salvezza e
fondamento della conoscenza di Dio. Per Lutero la scolastica
insegnata da Tommaso non è utile per conoscere Dio ma per
conoscere Dio bisogna partire da un “Venerdì Santo della ragione”.
Non esiste un'intelligenza della Fede. Lutero però ha torto.
3. RAPPORTO CON LA FIGURA DEL PAPA e con la Chiesa. Per Lutero
deve esistere una Chiesa senza Papi e vescovi, una forma non
gerarchica. Mentre nei secoli precedenti Papi e vescovi erano
contestati per questioni morali, Lutero ora li contesta dal punto di
vista teologico: il papato è un'istituzione tirannica che si arroga
poteri esorbitanti usurpati a Cristo e alla comunità cristiana. Per
Lutero la Chiesa è un fatto solo SPIRITUALE dimenticando però la
dimensione divina-umana della Chiesa; è vero che la Chiesa non è
fatta solo da quelli che vi partecipano ma è vero anche che è fatta da
coloro che vi partecipano.
I protestanti della prima ora lo hanno definito “Nuovo Mosè”, nuovo
profeta, i cattolici invece Peccatore, traditore.
Il TERMINE “PROTESTANTE” nasce nella Dieta (assemblea) di Spira nel
1529, in cui un gruppo di principi tedeschi dichiarano di aderire alla
Riforma, i principi sposarono la sua causa “Pro-Tesis”, cioè PRO-
TESTIMONIANZA da cui “pro-testante”.
La sua figura è rimasta intoccata dai cattolici fino a Giovanni Paolo II,
perché ci si è occupati più di Lutero dal punto di vista teologico che dal
punto di vista storico. Ora viene rivalutato come uomo di profonda
religiosità, caritatevole verso i poveri, dotato di autentico senso del
peccato. Nota negativa è che era incline al soggettivismo che lo spinse ad
una interpretazione unilaterale delle Scritture e al rifiuto delle direttive
ermeneutiche dei Padri e del Magistero.
LA QUESTIONE DELLE INDULGENZE
Fu l’occasione per manifestare apertamente le proprie idee, nella
predicazione delle indulgenze a Wittenberg. Dal 1507 Giulio II (Giuliano
Della Rovere) inizio costruzione della nuova basilica di San Pietro e aveva
concesso un’indulgenza a chi offriva elemosine. Iniziativa ripetuta da
Leone X (Giovanni de Medici).
In Germania la situazione si complicava per un’altra questione. Alberto di
Brandeburgo era stato nominato vescovo di Mainz. Il vescovo di tale
diocesi aveva il diritto di partecipare all’elezione imperiale ma, per entrare
in possesso di questo diritto, doveva versare alla Santa Sede una grossa
somma di denaro, che allora non aveva. La difficoltà venne risolta dalla
famiglia Fugger che offrì al vescovo la somma necessaria. Subito il vescovo
si mise a predicare l’indulgenza e le elemosine sarebbero andate in parte
a Roma e in parte ai Fugger. A Magdeburgo, diocesi retta in precedenza da
Alberto, la predicazione venne svolta dal domenicano Tetzel che non
sempre fu ortodosso: egli insegnò giustamente che l’indulgenza è una
remissione della pena e non della colpa ma, a proposito della distinzione
tra indulgenza per i vivi e per i defunti, affermò che lo stato di grazia, di
confessione ed il dolore per i peccati erano necessari per conseguire
l’indulgenza per sé stessi, non per applicarla ai defunti. Reagendo a
questi abusi, Lutero inviò una lettera sia ad Alberto sia al suo ordinario,
insieme alle 95 tesi sulle indulgenze, invitandoli ad una discussione.
Per Lutero, l’indulgenza è solo la remissione della pena canonica inflitta
dalla Chiesa, non della pena da scontarsi nella vita futura, non può essere
applicata ai defunti e non esiste il “tesoro della Chiesa” derivante dai meriti
di Cristo e dei santi.
Nel 1518, davanti alla crescente diffusione delle tesi in Germania, Leone X
le fece esaminare e intimò a Lutero di presentarsi a Roma; ne venne
dispensato per intercessione di Federico di Sassonia ma venne comunque
interrogato ad Augusta dal Card. Caietano. Il cardinale voleva far
consegnare il frate all’autorità ecclesiastica ma Lutero era protetto da
Federico. L’anno dopo avvenne una disputa pubblica tra Lutero e Johannes
Eck, che difendeva la posizione tradizionale, apparve chiaro che la lotta
non verteva su abusi morali ma sulla stessa costituzione della Chiesa. NEL
1520 venne promulgata la bolla EXSURGE DOMINE SI INTIMAVA A
LUTERO DI RITRATTARE MOLTE TESI. In quel periodo Lutero diede alle
stampe i suoi 3 libri.
Nell’ottobre dello stesso anno, Lutero rinnovò l’appello ad un concilio
ecumenico con cui porre fine ai Gravamina nationis Germanicae (libello
Adversus execrabilem Antichristi bullam) e bruciò pubblicamente sia
l’Exsurge che i libri del Diritto Canonico.
IL 3 gennaio 1521 la bolla DECET ROMANUM PONTIFICEM SCOMUNICÒ
LUTERO E I SUOI SEGUACI. Data la stretta alleanza tra Stato e Chiesa, il
provvedimento poteva essere efficace solo se accettato dall’autorità
civile, che venne discusso alla DIETA DI WORMS, a cui prese parte lo
stesso Lutero che, dopo aver difeso le sue idee, venne bandito dall’impero
per volere di Carlo V, tuttavia egli era ancora sotto la protezione di
Federico di Sassonia, il quale lo salva, rapendolo e portandolo nel suo
castello di Wartburg, dove rimane dieci mesi in un lavoro intenso e
continuo di composizione di vari scritti e di traduzione in tedesco della
Bibbia; scrive:
 Alla Nobilità Cristiana Della Nazione Germanica
 De Captivitate Babylonicae
 De Libertate Christiana
 De Servo Arbitrio e Del Papato Romano
La risposta fu carente. Solo nel 1542 si argina questa avanzata con
l’INQUISIZIONE ROMANA, eretta da PAOLO III che cambia la vita della
Chiesa europea.
È uno strumento di repressione per difendere l’ortodossia della fede
cattolica, nata nel IX e sviluppatasi; affidata dal XII ai DOMENICANI
(contro le eresie) e FRANCESCANI (non con l’intento propriamente di
condannare).
Nel 1542 nasce l’Inquisizione Romana, una nuova Congregazione
(organismi, tribunali, che coadiuvano il governo del vescovo di Roma),
cioè un gruppo di cardinali che si riunisce ogni settimana per affrontare
questioni dottrinali. La Congregazione prende il nome di Sant’Uffizio
Dell’inquisizione Romana o semplicemente Sant’Uffizio. A partire dal 1908
Pio X ne cambia il nome in solo Sant’Uffizio, dal 1965 invece è
Congregazione per la Dottrina della Fede.
Dal punto di vista storiografico, del Sant’Uffizio non si sa molto in quanto
la Santa Sede non ha sempre consentito di studiare l’Archivio Segreto
Vaticano aperto solo nel 1800. Non sono però aperti i documenti del
tribunale del Sant’Uffizio. Ecco quindi che la conoscenza di questa
Congregazione è problematica in quanto i suoi documenti sono penali e se
divulgati costituiscono materiale infamante per le persone inquisite.
Il Sant’Uffizio è stato studiato in TRE MODI:
1. TRAMITE VOCI E LEGGENDE che hanno dato vita a libri (Leggenda
Nera), storia fondata piuttosto sulle fonti medievali dell’Inquisizione.
2. FONTI IN GIRO PER ROMA E PER L’EUROPA perché Napoleone le
aveva fatte trasportare a Parigi. Solo con Monsalvi nel 1815 l’archivio
ritornò al suo posto ma alcune andarono perdute, tra queste
processi molto importanti come quello a San Giuseppe da
Copertino.
3. APERTURA DELL’ARCHIVIO dal 1998. Tutto ciò che è pubblicato prima
del 1998 può essere tranquillamente tralasciato.
La parola «Inquisizione»= una modalità tecnica di un processo Operativo
Inquisitoria. Un Processo penale può procedere secondo due modelli:
1. OPERATIVO ACCUSATORIO= ha una struttura tripartita con GIUDICE,
ACCUSA e DIFESA dove il Giudice non ha alcun legame con l’accusa,
per cui l’accusa si trova sullo stesso piano della =difesa. La sentenza
viene emessa alla fine del dibattimento da parte del Giudice.
2. OPERATIVO INQUISITORIO= ha una struttura bipartita =l’ACCUSA è
allo stesso tempo GIUDICE che emette la sentenza non sul
dibattimento ma sull’istruttoria. L’aspetto utile è che non ci sono
tentativi che possano mandare a vuoto l’inchiesta, quindi il
procedimento è molto veloce.
La Santa Sede adottò quindi questo ultimo modello e lo raffinò in quanto,
l’idea che c’è alle spalle, è che il giudice, la Chiesa, non si sbaglia. Il limite
però è quello di negare i diritti dell’accusato e di danneggiarlo perché
senza la difesa nasceva la possibilità di accusare un innocente o assolvere
un colpevole. Con il tempo crebbe la paura nei confronti di questa
congregazione così che in ambito teologico si tenderà sempre ad
autocensurarsi piuttosto che fare una ricerca libera.
Un processo si svolgeva in QUATTRO TAPPE, che si svolgevano in giorni
ben definiti, con QUATTRO TIPI DI SENTENZA.
 DENUNCIA poteva essere teologica, nel caso di opere ritenute
eretiche, o non teologica= disciplinare. Erano anonime o firmate
con uno pseudonimo e nel primo caso non venivano prese in
considerazione. Si resero conto però che una denuncia, anche se
firmata, non era sempre attendibile, per cui in età moderna chi
denunciava veniva convocato e interrogato per capire i motivi della
denuncia.
 CONGREGAZIONE PARTICOLARE la denuncia è presa in analisi da un
gruppo di funzionari del dicastero che può decidere qualsiasi cosa
sotto la guida dell’Assessore del Sant’Uffizio.
 PARERE DEL CONSULTORE STABILE se il caso è ritenuto attendibile, il
fascicolo è affidato ad un teologo, un consultore stabile del
dicastero, chiamato a redigere il VOTO, un documento in cui esprime
il parere circa le misure disciplinari o teologiche. Il Voto può
ripassare alla Congregazione Particolare o andare alla Congregazione
dei Consultori.
 CONGREGAZIONE DEI CONSULTORI NON STABILI riunione in cui il
consultore stabile con i consultori non stabili, discutono del Voto. In
modo collegiale esaminano i documenti e il caso, ma formula e
sottopone ai cardinali una proposta di sentenza che nel 70% delle
volte, i cardinali copiano integralmente.
 CONGREGAZIONE DEI CARDINALI i cardinali (max 7) spesso non
sono competenti di teologia, perché per lo più canonisti, e quindi si
affidano alle proposte scritte dai consultori. I cardinali devono
emettere una sentenza collegiale da comunicare al Papa, il problema
è che non sempre i cardinali hanno lo stesso punto di vista, per cui
prevale un gruppo di maggioranza. Le pene erano comminate in
base a quelle dei casi passati. Nelle sentenze in molti casi decidono
di non decidere lasciando la decisione al Prefetto, il Papa.
 SENTENZA PAPALE al Papa giungeva la sentenza da parte dei
cardinali, al quale spettava prendere la decisione finale e in alcuni
casi riformulare tutta la sentenza come nel caso di Pio XI. Dopo la
firma del Papa la sentenza diventava esecutiva.
I reati sono per lo più:
 ERESIA in modo particolare quelle Protestanti. Nel momento in cui
sono nate le chiese confessionali si ritiene che l’eretico eserciti una
funzione antistatale causando divisioni all’interno.
 SUPERSTIZIONE come chi simulava di avere doni mistici o
soprannaturali. Roma però era interessata solo delle questioni
dottrinali, mentre la “periferia” era interessata a questioni di
superstizione e pseudo santità. Anche in questo caso le condanne
erano fisiche come la tortura.
 REATI SPECIFICI ASSEGNATI ALLA COMPETENZA DEL TRIBUNALE
 REDAZIONE INDICE DEI LIBRI PROIBITI
La differenza con le accuse Latae Sententiae è che queste comportano la
scomunica senza alcuna sentenza, senza alcun processo, ma già per il fatto
di aver commesso quella certa azione/reato.
Nei confronti dei preti invece, le sanzioni comminate potevano essere:
 RITIRO DEL LIBRO in caso di eresia.
 SOSPENSIONE DEL MINISTERO
 SCOMUNICA
Tra i casi più importanti ci fu quello di Giordano Bruno, scomunicato e
condannato a morte e Galileo.
IL TRIBUNALE DELLA SANTITÀ E LA CONGREGAZIONE DEI RITI
Nel 1588 papa Sisto V creò la Curia Romana dando vita a diverse
congregazioni tra cui quella che sarà la Congregazione per le cause dei
Santi.
Per il popolo cristiano ciò che è decisivo sono i modelli di santità e le
spiritualità, a differenza dei protestanti (la dottrina e i dogmi).
I santi però NON VANNO CONSIDERATI COME MODELLI, sono inimitabili
perché fanno parte di un altro periodo storico, per cui assumeremmo un
modello anacronistico. Piuttosto sono INTERCESSORI o TESTIMONI,
propongono uno stile che posso seguire nella mia vita.
Dopo Lutero i modelli di santità insistono molto sul merito (se fai questo
ricevi la salvezza) a differenza di quello che diceva Lutero secondo cui il
merito personale è irrilevante in ordine al dono che Dio fa.
I modi con cui si diffondono questi modelli sono:
I CATECHISMI quelli delle diocesi e non universale.
LIBRI DI SPIRITUALITÀ di due tipi:
TRATTATI: piccoli e chiari.
AGIOGRAFIE cioè LE VITE DEI SANTI ancor più importanti dei primi, da cui
si conosce meglio la teologia piuttosto che dai documenti magisteriali.
Per verificare questi modelli di santità la Chiesa cattolica istituisce un
tribunale con il compito di distinguere la vera dalla falsa santità.
La Chiesa in venti secoli non ha mai scritto documenti sulla santità, lo ha
fatto Papa Francesco con la Gaudete et Exultate secondo cui la santità
consiste non nel vivere i dieci comandamenti ma le beatitudini.
FASI PROCESSO DI BEATIFICAZIONE E CANONIZZAZIONE
Oggetto di tutto il processo è la VIRTÙ EROICA. La Chiesa si trova difronte
come definire una persona santa? L’idea tomistica propone di esaminare
la spiritualità secondo:
 TRE VIRTÙ TEOLOGALI
 QUATTRO CARDINALI prudenza, fortezza, giustizia e temperanza.
 TRE CONSIGLI EVANGELICI
La normativa chiedeva che fossero esercitate in “grado eroico”. Sappiamo
però che i santi non sono eroi. Si diffusero idee errate:
 SANTITÀ COME PERFEZIONE
 SANTITÀ COME SUPERIORITÀ MORALE
 SANTITÀ COME CONQUISTA PERSONALE
 SANTITÀ COME ELEZIONE
Prospero Lambertini (poi arcivescovo di Bologna e infine pontefice con il
nome di Benedetto XIV) pubblica l’Opus Magnum nel quale sistematizza
le procedure per la beatificazione e canonizzazione.
Il processo è definito PREMIALE, perché si introduce un premio. In questo
caso non si fa riferimento ad un reato ma al ricordo della Fama di Santità,
cioè una notizia stabile e permanente nel tempo.
FASE LOCALE Il processo è avviato dal Vescovo locale e si sviluppa in DUE
FASI:
ISTRUTTORIA (Vox Populi Dei) cioè raccogliere le testimonianze della fama
di santità del candidato chiamato “SERVO DI DIO”. I testimoni sono
interrogati riguardo l’esercizio eroico delle virtù. Tra i testimoni non
possono comparire parenti stretti e il confessore che violerebbe il sigillo
sacramentale. Sono invece inclusi i testimoni a favore e soprattutto quelli
contro perché dicono gli aspetti in cui il servo di Dio è cresciuto e i suoi
limiti.
RACCOLTA DELLA DOCUMENTAZIONE cioè degli scritti del servo di Dio che
vanno esaminati dal teologo super scriptis che redige un parere riguardo i
testi.
Fatto ciò tutte le informazioni e il materiale è mandato a Roma per capire
se le informazioni sono esaustive.
FASE APOSTOLICA (Vox Ecclesiae) in cui si emette una sentenza. Addetti a
ciò sono i 9 CONSULTORI che elaborano la POSITIO (arringa più appendice
di testimonianze e documenti) che viene inviata ai Cardinali. A loro tocca
esprimere il parere che nel caso in cui sia positivo, il servo di Dio è
dichiarato “Venerabile”.
Perché ci sia la beatificazione occorre il RICONOSCIMENTO DEL
MIRACOLO (Vox Dei) predisponendo che sia venerata solo nella propria
diocesi.
CANONIZZAZIONE se la fama di santità permane nel tempo e se esiste un
2 miracolo, la causa passa al papa che estende il culto a tutta la chiesa
cattolica.
NORME PER IL MIRACOLO
Primo requisito è la notizia dopo di che si istruisce un processo che verte
sempre sulla guarigione da una patologia e richiede DUE ELEMENTI:
1. CLINICO cioè la guarigione dalla malattia deve essere COMPLETA,
DURATURA e deve essere ISTANTANEA o come tempistica o nelle
modalità. In questo caso la commissione medica predisposta fa
riferimento ai referti clinici. Dio compie solo i miracoli “possibili”,
che rispettano comunque la fisicità, cioè se manca l’occhio non può
ridonare la vista.
2. TEOLOGICO che consiste nell’invocazione del Servo di Dio, se si
pregano più persone il miracolo è attribuito al più pregato.
ALCUNE PRECISAZIONI
Sulla storia del processo di canonizzazione possiamo dire che ha causato
due effetti:
RAFFORZAMENTO AUTORITÀ DEL VESCOVO DI ROMA perché con i
processi così regolamentati, il vescovo di Roma è diventata la figura
episcopale che presiede al riconoscimento autentico della Santità. In
questo senso, le messe di canonizzazione, sono momenti in cui l’autorità
del vescovo di Roma risulta importante agli occhi di tutti i partecipanti laici
e consacrati.
RISCHIO DI CONFONDERE L’EVENTO DELLA SANTITÀ CON L’ACQUISIZIONE
DELLA SANTITÀ perché la santità, teologicamente, non equivale
all’esercizio eroico della virtù, cosa intesa invece a livello canonico. Se così
fosse si cadrebbe nel pelagianesimo, cioè grazie alle mie azioni acquisisco
la santità. Piuttosto è la santità a permettere un comportamento virtuoso.
IL CONCILIO DI TRENTO 1545-1563
Nonostante il diffuso desiderio, alla sua convocazione si opposero molte
difficoltà sia da parte cattolica che protestante:
 Lutero si era appellato ad un Concilio che lo giudicasse, non il papa.
 Tutti gli stati tedeschi, cattolici e protestanti, chiesero un Concilio in
terra tedesca, che fosse universale, libero, sotto la direzione
dell’imperatore e cristiano, anche con dei laici.
 Adriano VI aveva fatto promettere al suo legato, alla Dieta di
Norimberga, la convocazione di un concilio, ma il suo successore
Clemente VII (de Medici), forse per paura di una rinascita della
teoria conciliare cercò pretesti contro le rinnovate istanze di Carlo V
di un concilio.
 Scoppiarono diverse guerre tra gli Asburgo e la Francia che non
permettevano il pacifico transito dei vescovi.
Il motivo per cui fu rinviato furono proprio queste guerre. PAOLO III
(FARNESE)1 tentò di riunire l’assemblea nel 1536, a Mantova, ma a causa
di un nuovo conflitto si rinviò al 1538 nella neutrale Vicenza. A causa della
guerra pochi vescovi poterono raggiungere la città così il Concilio fu di
nuovo rinviato.
Si scelse successivamente Trento, perché era parte della Germania ma su
suolo italiano, così da essere facilmente raggiunta dai vescovi italiani e dal
papa, così che potesse controllarne i lavori; nel 1542, ma ancora una volta
la guerra lo impedì.
Solo quando Carlo V e Francesco I firmarono una tregua nel 1544, con la
bolla Laetare Jerusalem, si indisse l’apertura del Concilio 1545;
l’assemblea fu riunita a dicembre con soli 25 vescovi (solo dopo
giungeranno altri vescovi fino ai circa 225 presenti).
Si svolse in due chiese, una dove i vescovi discutono e l’altra dove vi è
l’approvazione.
È finito tra il ’62 e il ’63, ma È DURATO POCO perché i lavori sono stati
interrotti due volte per un lungo periodo a causa della morte dei papi, o
meglio non sempre i loro successori erano concordi alla riapertura dei
lavori, creando così discontinuità. Il papa convoca il Concilio ma non lo
guida mai direttamente, inviano piuttosto dei legati pontifici a presiedere
le assemblee; solo nel Vaticano I e II saranno i papi stessi a guidarlo.
Possiamo quindi parlare di TRE FASI:
1. (1545-1547) guidato da Paolo III.
2. (1551-1552) guidato da Giulio III.
3. (1561-1563) guidato da Pio IV che ne riaprì i lavori.
Il Concilio ha avuto grandi risvolti dal punto di vista:
DOTTRINALE riguardo la questione luterana.
DISCIPLINARE la vita del clero e dei laici in Europa.
NASCONO GLI ARCHIVI DIOCESANI che diventano uno spartiacque tra la
storia medievale e la storia moderna. Degli Archivi diventano
fondamentali, come fonti storiografiche:
IL FONDO DELL’ANAGRAFE SACRAMENTALE che conserva tutti i certificati
dei sacramenti.

1 È il papa che istituì l’INQUISIZIONE ROMANA, istituì il “Consilium De


Emendanda Ecclesia” per riflettere sugli abusi e sulla corruzione della
Chiesa ed elaborare proposte di riforma, approvò i Gesuiti e infine
convocò il Concilio di Trento.
IL FONDO DELLE VISITE PASTORALI in cui sono registrate le informazioni
che i vescovi acquisivano nelle visite parrocchiali: ispezioni del pastore dei
luoghi e suppellettili, registri e del clero. Nell’800 si inseriscono ispezioni
anche spirituali nei confronti del clero.
IL FONDO DEGLI ARCIVESCOVI corrispondenze con autorità politiche.
IL FONDO DELLE MONACHE rapporto tra vescovo e monache.
IL FONDO DELLE CONGREGAZIONI LAICALI comunicazioni al vescovo
riguardo l’amministrazione dei beni e le elezioni.
IL FONDO DELLE PARROCCHIE decreto di erezione, rapporto tra vescovo e
parroco e informazioni pastorali.
IL FONDO PATRIMONIALE per far vivere i preti che si dedicano solo
all’apostolato. Prima per essere ordinati TRE REQUISITI, che andavano poi
nel Fondo Patrimoniale:
 ATTITUDINI SPIRITUALI
 REQUISITI CULTURALI
 DIMOSTRARE CON UN ATTO NOTARILE DI POSSEDERE BENI
ECONOMICI chi non possedeva beni godeva della promessa di nobili
e facoltosi che garantivano la sopravvivenza del prete.
Con l’Unità d’Italia la Chiesa acquisì una quantità di beni immensa che
furono detratti dallo Stato soprattutto ai religiosi. Solo con Mussolini si
cominciò la restituzione di quei beni con quello che sarà l’8xMille.
SVOLGIMENTO DEI LAVORI
I vescovi, non tutti teologi, portavano con sé gruppi di teologi che
scrivessero i documenti.
TRE FASI
1. COMMISSIONE TEOLOGICA dopo le bozze, i teologi si riunivano in
assemblea plenaria in cui discutevano ed emendavano i documenti
che passavano poi ai vescovi.
2. CONGREGAZIONE GENERALE i vescovi li esaminavano; quando ci
fosse stata l’unanimità passava all'approvazione solenne.
3. CONGREGAZIONE SOLENNE i vescovi stessi leggono il testo e lo
approvano solennemente. Solo alla fine del Concilio i documenti
venivano approvati anche dal Papa.
DISPUTA DEGLI ARGOMENTI
Il Papa voleva soffermarsi solo su ARGOMENTI DOTTRINALI ma Carlo V
minacciò di non far procedere il Concilio se non avessero preso in
considerazioni ARGOMENTI DISCIPLINARI. A quel punto un
compromesso: A OGNI DECRETO DOGMATICO SAREBBE CORRISPOSTO UN
DECRETO DISCIPLINARE.
I padri ritennero che non bastava controbattere alle tesi di Lutero ma
occorreva condannarle. Si scelse allora un racconto positivo delle verità
(DECRETO) seguito da condanna delle eresie (CANONI).
PRIMA FASE (1545-1547)
I protestanti reagirono negativamente al Concilio, nonostante lo volessero,
Lutero pubblicò un opuscolo contro il papato. I rallentamenti non furono
causati da queste agitazioni esterne ma da difficoltà interne di una
mancanza di un regolamento: si scelse di dare suffragio deliberativo a
vescovi e superiori generali, mentre i vescovi tedeschi, che partecipavano
tramite un rappresentante, avevano solo voto consultivo.
Si discusse anche su quale formula premettere ai decreti in modo da
evitare il conciliarismo; si scelse la formula “oecumenica et generalis” a
“universalem ecclesiam repraesentans”.
Marzo 1547 il Concilio venne trasferito a Bologna per la peste scoppiata a
Trento ma soprattutto nella speranza di sottrarsi all’ingerenza imperiale e
di trattare con più facilità i punti dottrinali. A Bologna continuò il lavoro
dei teologi ma non venne promulgato nessun decreto; anzi 1549 il papa
sospese il concilio a causa della forte opposizione dell’imperatore. Il
trasferimento a Bologna fu un grande errore perché interruppe i lavori
proprio nel momento in cui i protestanti erano stati sconfitti da Carlo V a
Muhlberg contro la lega smalcaldica (aprile 1547).
DECRETI APPROVATI
1. DECRETO SULLA SCRITTURA E TRADIZIONE VIVA DELLA CHIESA che
“il concilio accoglie e venera con uguale senso e rispetto”. Lo
schema preparatorio affermava che la Rivelazione è contenuta
“parte nelle Scritture, parte nelle Tradizioni non scritte”, per rifiutare
il Sola Scriptura di Lutero. Nel documento finale si toglie “parte… e
parte” perché sembrava che la Scrittura non contenesse tutta la
Rivelazione. Le Fonti quindi sembravano due, all’interno della
Tradizione troviamo la Fonte Bibbia. Dopo i cattolici davano grande
attenzione alla Tradizione tralasciando lo studio della Bibbia, per non
cadere nella fazione protestante, mentre i protestanti si occupavano
enormemente della Bibbia.
2. DECRETO SUL CANONE DELL’AT e NT
3. DECRETO SULL’AUTENTICITÀ DELLA VULGATA non in senso filologico
ma in senso dogmatico, cioè non sono presenti errori dogmatici.
4. DECRETO SUL PECCATO ORIGINALE secondo Lutero l’uomo dopo il
peccato era del tutto compromesso. Il Concilio sostenne che
consisteva nella colpa commessa dal primo Adamo ma senza
approfondire. Questa colpa consiste in DUE FATTORI
 FORMALE ASSENZA DELLA GRAZIA DI DIO che si è trasmessa per
generazione a tutti gli uomini; solo con il battesimo si cancella
questa colpa.
 MATERIALE LA CONCUPISCENZA quella tendenza al male che non
costituisce un peccato. Questa rimane nei battezzati. Dopo Trento
però nessuno ha chiarito in cosa consistesse unici a spiegarlo sono
stati due gesuiti della Gregoriana verso la fine del '900.
5. DECRETO SULLA GIUSTIFICAZIONE documento straordinario del
Concilio di Trento, risponde alla tesi di Lutero secondo cui l‘uomo
dopo il peccato è strutturalmente corrotto e solo agli occhi di Dio
risulta santo. Lutero infatti si chiede come mai dopo il battesimo si
continua a peccare, e la spiegazione è che Dio li guarda come figli
ma loro rimangono compromessi. Lutero però non ha capito la
natura del sacramento che presuppone la collaborazione dell’uomo,
e non sono una magia: potrai ricevere tutti i sacramenti che vuoi, da
soli non ci cambiano ma occorre la nostra collaborazione. Il Concilio
invece dà una definizione geniale, affermando che l’uomo dopo il
peccato si trova in questa duplice situazione:
 SPOGLIATO DEI DONI SOPRANNATURALI come il dono di uno stato
di grazia o il dono dell’immortalità.
 FERITO NEI SUOI ELEMENTI NATURALI cioè la sua libertà è
indebolita ma non distrutta. Il Concilio però non spiega come la
libertà si indebolisce; Tommaso diceva quando manca la conoscenza
e la volontà, Freud che è indebolita dall’Inconscio.
6. DECRETI DI DEFINIZIONE DEI SACRAMENTI DELL’INIZIAZIONE
CRISTIANA
7. DECRETI DI RIFORMA SULLA PREDICAZIONE
8. DECRETI SULL’OBBLIGO DI RESIDENZA
9. DECRETI SUL DIVIETO DI CUMULO DI BENEFICI
SECONDA FASE (1551-1552)
Alla morte di Paolo III succede Giulio III che riapre il concilio 1551.
Nell’ottobre giunsero a Trento delegati protestanti tedeschi. Si sperò in un
dialogo ma non fu così perché questi delegati non volevano alcun contatto
con i legati pontifici e avanzarono pretese che avrebbero paralizzato il
concilio:
I padri conciliari liberati dal giuramento di fedeltà al papa.
Proclamazione della superiorità del concilio sul papa.
Annullare i decreti già approvati quindi ricominciare dall’inizio.
Queste pretese furono respinte ma i principi decisero di invadere la
Germania avvicinandosi a Trento. I padri decisero la sospensione del
concilio per due anni e scapparono da Trento.
DECRETI APPROVATI
DECRETO DI DEFINIZIONE DEI SACRAMENTI DELL’INIZIAZIONE CRISTIANA
(EUCARESTIA - UNZIONE DEGLI INFERMI - PENITENZA)
DECRETI DISCIPLINARI SULL’AUTORITÀ EPISCOPALE si delineano i caratteri
del pastore, dei vescovi, ma non si accenna ad alcuna strategia pastorale
perché non c’era libertà di religione.
DECRETI DISCIPLINARI SUI COSTUMI DEI CHIERICI
DECRETI DISCIPLINARI SULLA COLLOCAZIONE DEI BENI
TERZA FASE (1561-1563)
Dopo Giulio III papa Marcello II che muore poco dopo poi Paolo IV Carafa.
Con lui a Roma serpeggiava il terrore, le carceri si riempivano e la città
spopolò, oltre che cominciare una guerra contro la Spagna. Non si curò di
riaprire il concilio ma tentò di attuare direttamente la riforma della curia,
usando però un rigore. L’Inquisizione ebbe nuovo impulso tanto che
accusò anche Giovanni Morone di avvicinamento ai protestanti.
Dopo Paolo IV Pio IV Medici con cui si riapre il Concilio nel 1561. Nominò
legato pontificio il cardinale Morone che salvò il concilio. Con lui furono
approvati numerosi decreti di minor importanza dogmatica ma che
ebbero un impatto maggiore sulla vita della Chiesa. Il 4 dicembre del 1563
lo stesso Morone dichiarò chiusa l’assemblea e nel 1564 Pio IV con la bolla
BENEDICTUS DEUS, confermò i decreti.
DECRETI APPROVATI
COMUNIONE SOLO NELLA SPECIE DEL PANE contro la convinzione di
Lutero per la quale la comunione vale solo nelle due specie ma Cristo è in
modo globale sia nel pane sia nel vino.
IMPOSIZIONE DEL LATINO NELLA LITURGIA in risposta a Lutero che
introdusse la lingua volgare. Lutero aveva ragione.
PERMANENZA DEI VESCOVI NELLA PROPRIA DIOCESI in Italia era
abitudine che vivessero nella capitale del loro regno governando la diocesi
tramite il Vicario Generale. Il problema era che le diocesi erano allo
sbando. Unico mezzo efficace per risolvere la questione era dichiarare che
l’obbligo di residenza fosse un comando divino. Il Papa mediò la situazione
dicendo che l’obbligo di residenza non poteva passare come obbligo di
diritto divino ma ecclesiastico. Chi non l'avesse rispettato avrebbe subito
la privazione dei redditi.
L’origine dell’episcopato
L’origine dei poteri
Negli ultimi due mesi il concilio affronta questioni poco importanti:
OBBLIGA LA PRESENZA DEI SEMINARI NELLE DIOCESI, affidati alla cura
del vescovo. Il primo in assoluto a Milano prima di Trento diventando
modello per tutta Europa. Ma non è Trento a istituirli perché nascono nel
1480, e Trento non elaborò una ratio educativa né spirituale né le materie
che sarà elaborata solo alla fine del 1700 prevedendo:
MATERIE UMANISTICHE e soprattutto il LATINO
TEOLOGIA LITURGICA
SACRA ORATORIA
saper dire la messa
Questo evidenzia che l’approccio dato era di tipo prevalentemente
cultuale.
Si poteva diventare sacerdoti se si aveva una buona condotta morale e un
buon patrimonio. Se non si aveva tale patrimonio, bisognava trovarsi un
benefattore oppure ricorrere a un falso in bilancio e celebrando messe a
pagamento.
STABILÌ LE VISITE PASTORALI prima ogni 3 poi ogni 5 anni
prevalentemente ispettiva. Avrà invece una connotazione spirituale con il
Vaticano II.
DIVIETO DI CUMULO DI BENEFICI anche per i cardinali, provocando
proteste.
INTRODUZIONE DEI SINODI
CONFERIMENTO DELLE PARROCCHIE AI PIÙ IDONEI prima di Trento non
esistevano ma vennero istituite nel XVI secolo con lo scopo di celebrare il
culto, offrire la formazione cristiana e la carità. Attorno alla parrocchia
gravitano poi altri preti e religiosi.
APPROVAZIONE DI DUE DECRETI SUL MATRIMONIO
L’INDISSOLUBILITÀ SACRAMENTALE
DICHIARATI NULLI I MATRIMONI CLANDESTINI cioè celebrati solo con lo
scambio del consenso tra gli sposi ma senza testimoni e documenti scritti.
Da questo momento si introduce l’ANAGRAFE SACRAMENTARIA per i
sacramenti.
LE INDULGENZE Dopo Trento:
MONITORAGGIO DELL’USO DELLE INDULGENZE
SVILUPPO DI UNA TEOLOGIA RIGUARDO IL CULTO
Non viene toccata la riforma della Curia che il Papa riserva a sé.
LE TENDENZE POSTCONCILIARI
L’imperatore voleva la vittoria del cattolicesimo e il consolidamento degli
Asburgo e il Concilio era un mezzo e il Papa temeva queste ingerenze. Se
all’inizio si poteva ancora sperare in una riconciliazione, dopo che le
richieste dei protestanti furono respinte, si perse ogni speranza: il
cattolicesimo non poteva scendere a compromessi, pena la sua
distruzione. Non per questo cessarono le divergenze tra i fautori
dell’origine divina dei poteri episcopali e coloro che vi si opponevano
perchè un attentato al primato romano.
Inoltre, il Concilio evitò sul problema se la distinzione fra vescovi e
sacerdoti derivasse da Cristo o fosse frutto di un processo storico
(questione irrisolta anche dal CVII), come irrisolto rimase il primato
pontificio, ma almeno implicitamente ne ha ammesso l’esistenza,
riconoscendo al papa il diritto di interpretare e di confermare le
deliberazioni del concilio stesso. Si fece riferimento ai ministri ordinati ma
non si fece alcun riferimento alla Chiesa, senza definizione né documento.
Nè ai laici con l’accusa di clericalismo medievale.
SIGNIFICATO DEL CONCILIO
Trento offrì una definizione sulle questioni dell’epoca, per questo per circa
tre secoli non vennero celebrati altri Concili.
È vero che il Concilio non è riuscito a ristabilire l’unità ma la causa fu un
irrigidimento dei protestanti che andavano sempre più chiarendo la loro
dottrina. L’importanza del Concilio deriva piuttosto dall’influsso per i
successivi secoli; in particolare è da riconoscere:
L’aver messo in evidenza la forte capacità di ripresa della Chiesa.
L’aver rafforzato la propria dottrina e disciplina.
L’aver aperto una nuova epoca della Chiesa.
ASPETTO DOGMATICO
“Il santo sinodo si è prefisso soprattutto di condannare i principali errori
degli eretici dei nostri tempi e di trasmettere e insegnare la vera e
cattolica dottrina”. Anche dopo l’Exurge Domine non si capivano
chiaramente gli errori di Lutero sia perché potevano essere mescolati con
tesi ortodosse sia perché lo stesso Lutero negli anni seguenti aveva
continuato a chiarire.
Era necessaria una condanna e quindi una chiara esposizione della
dottrina cattolica. I teologi tridentini hanno fatto uso per esporla della
Scrittura e dei Padri e così sono nati i catechismi post-tridentini.
SI AFFERMA LA NECESSARIA MEDIAZIONE DELLA CHIESA corpo mistico di
Cristo e organismo giuridico il quale differenzia i laici dall’episcopato,
anche se tutti sono uniti dalla comune dignità battesimale. Viene ribadito
anche il valore oggettivo dei sacramenti, indipendente dalla santità di chi
li conferisce: se per Lutero erano solo Battesimo ed Eucarestia, per Trento
se ne contavano 7.
SI INSEGNA LA NECESSITÀ, nella giustificazione, SIA DELLA GRAZIA SIA
DELLA NOSTRA COOPERAZIONE. Viene respinto il pessimismo
protestante, dichiarando che l’uomo è macchiato dal peccato originale ma
la natura umana non è totalmente corrotta e il libero arbitrio è solamente
indebolito. Si distingue tra peccato e concupiscenza.
ASPETTO DISCIPLINARE
L’intera riforma si ispira al principio salus animarum suprema lex est, non
la sistemazione economica di alcuni privilegiati. Nel medioevo vescovi,
abati e parroci spesso affidavano ad altri la cura pastorale trattenendo per
sé i proventi. Il Tridentino stabilisce che il diritto di percepire un reddito
può essere solo conseguenza della cura pastorale. Il vescovo diventa il
centro della cura d’anime nella diocesi ed è per questo che si inserì
l’obbligo della residenza e la proibizione del cumulo dei benefici. È
investito di varie mansioni:
VISITE PASTORALI ispezionare le parrocchie e fare l’inventario, verificare
lo stato di conservazione dei luoghi, ispezionare l’anagrafe sacramentale,
visitare le persone;
PRESENTARE UNA RELAZIONE A ROMA SULLO STATO DELLA DIOCESI la
Relatio a divina apostolorum, con la quale riceveva delle indicazioni dalla
Congregazione del Concilio.
Perché le leggi tridentine fossero applicate, era necessario che gli Stati
cattolici dessero il loro permesso, concesso dopo varie trattative. I Paesi
riformati e quelli ortodossi non pensarono minimamente.
Solo i tre immediati successori di Pio IV promossero energicamente
l’attuazione della riforma:
PIO V (Antonio Ghislieri) si distinse sia per la lotta contro le eresie sia per
la riforma del messale e del breviario.
GREGORIO XIII (Ugo Boncompagni) si distinse per l’incremento dei
seminari e per aver reso le nunziature stabile strumento della riforma.
SISTO V (Felice Peretti) si distinse per la riforma dell’amministrazione
centrale della Chiesa, affidata a 15 congregazioni, e per l’obbligo delle
visite ad limina ogni 3 anni per i vescovi italiani, greci e dalmati e ogni 10
anni per i vescovi d’oltreoceano. Questa centralizzazione, anche se
metteva in pericolo quella collaborazione tra centro/pontefice e
periferia/vescovi che aveva assicurato il successo di Trento, era il più
efficace contrappeso allo strapotere degli Stati assoluti. Affrontò lui la
riforma della Curia favorendo un accentramento papale.
Sia nel cattolicesimo che protestantesimo si riscontra dalla fine del
Cinquecento un indebolimento dello slancio iniziale e un prevalere
dell’indirizzo conservatore. I concili provinciali previsti ogni 3 anni non
furono celebrati quasi mai, venne tollerato il cumulo dei benefici
soprattutto in Germania, dove gli interessi della Chiesa sembravano
coincidere =con quelli della casa di Baviera, si moltiplicarono le
commende e solo lentamente le diocesi decisero di erigere il proprio
seminario. Nonostante questo, la Chiesa post-tridentina ha assolto una
funzione storicamente positiva.
APPLICAZIONE DEL CONCILIO
In risposta antiprotestante nasce lo Stato Vaticano con il quale la Chiesa di
Roma ha accentrato il controllo della Chiesa universale. Prima di questa
nascita, la Chiesa di Roma lancia TRE SEGNALI:
UNO: PUBBLICAZIONE DI TRE TESTI in modo da veicolare l’idea che tutti
quanti, vescovi e preti, dovevano far riferimento a Roma (CATECHISMO
TRIDENTINO - IL BREVIARIO ROMANO - IL MESSALE ROMANO).
SOLO ROMA POTEVA DARE INDICAZIONI
DESTINATARIO ERA TUTTO IL MONDO CATTOLICO
IL CONTENUTO rifletteva la mentalità romana preoccupata ad arginare il
protestantesimo.
Tramite questi tre testi si è quindi attuato il processo di tridentizzazione
fino al CVII.
DUE: ROMA RISISTEMA LA SANTA SEDE E ORGANIZZA TRIBUNALI E
DICASTERI CHE HANNO IL COMPITO DI AIUTARE IL PAPA infatti i cardinali
perdono potere, con il solo compito di eleggere il Papa, e sono sostituiti
da 15 Congregazioni: 6 hanno il compito di aiutare il Papa dal punto di
vista politico, le altre 9 dal punto di vista pastorale e spirituale. In questo
modo verticalizzazione della Chiesa con il potere concentrato per lo più
nel Papa, in modo da evitare ulteriori scismi come quello protestante.
LA CONGREGAZIONE CONCILIARE che verificava che venissero attuate le
indicazioni di Trento tramite
VISITATORI APOSTOLICI creavano un problema pratico, cioè trovare tanti
preti e un problema teologico, cioè un prete che doveva esaminare un
vescovo. Per superare
VISITA AD LIMINA
RELATIO AD LIMINA ogni 3 anni doveva inviare a Roma un rapporto sulla
propria diocesi.
CONGREGAZIONE DEI RITI
CONGREGAZIONE DEI VESCOVI
CONGREGAZIONE DEI RELIGIOSI
CONGREGAZIONE DI PROPAGANDA FIDEI Aveva nelle terre di missione
poteri quasi papali.
Nasce la TEOLOGIA DELLE MISSIONI:
PER I NON CRISTIANI portata avanti da Gesuiti e Cappuccini in Africa e
Asia; solo i Gesuiti in America. Il contenuto non è lo stesso a causa della
loro formazione: i Cappuccini propongono una rigida osservanza mentre i
Gesuiti promuovono un processo di inculturazione più sottile. La
differenza è dovuta al fatto che i Cappuccini non studiavano.
PER I POPOLI CRISTIANI NON CATTOLICI con l’Apologetica.
PER I POPOLI NON CREDENTI a partire dal Vaticano II.
CONGREGAZIONE DELL’INDICE che ha il compito di stilare l’elenco dei libri
dottrinalmente infetti.
TRE: istituzione della SEGRETERIA DI STATO cioè il Papa non deve far più
politica ma questa è affidata ad un cardinale Segretario di Stato. In alcuni
casi il papa nomina il segretario di stato ma è lui stesso a gestire la
politica, come Pio XII e Paolo VI. Inoltre i papi decidono di non governare
mai la diocesi di Roma, demandandola al cardinale Vicario. Anche in
questo caso ci sono stati casi in cui il papa ha sottolineato il suo essere
vescovo di Roma.
Sisto V si è dedicato anche all’urbanistica romana: l’edificazione di nuove
chiese e strutture, la restaurazione di palazzi, perché chi arrivasse a Roma
potesse vedere non solo una bella città, ma una città sacra, sede di un
capo di stato.
Dopo il 1521 fu proibito ai laici di avere accesso ai manuali di teologia e
alla Bibbia. Era proibito avere in casa un testo biblico scritto in lingua
corrente. Questo per impedire la libera interpretazione voluta da Lutero
ma ha avuto ricadute molto gravi tanto che molti laici hanno avuto
pochissimo contatto con la Bibbia. La lettura fu proposta ai laici solo
quando vennero fondati gli istituti di scienze religiose dopo quattro secoli.
Impedire il contatto con la Bibbia è stato molto forte; Lutero aveva
ragione quando sosteneva che la Rivelazione è stata donata a tutti e tutti
dovrebbero essere nelle condizioni di leggerla. Il fatto che la teologia sia
stata preclusa ai laici provocò:
PROBLEMA DEL PONTE la teologia che si sviluppò era accademica cioè
non aveva contatto con la gente.
LA TEOLOGIA MORALE HA RISENTITO DEGLI INTERESSI DI CHI LA FACEVA
per cui ha avuto un impianto più cultuale e sessuale quando invece i temi
importanti erano altri. I protestanti invece si soffermavano su temi molto
più vicini ai laici cioè il vivere la vita alla luce del Vangelo.
LE MISSIONI
POPOLI NON CRISTIANI
POPOLI CRISTIANI NON CATTOLICI
POPOLI NON CREDENTI ('800)
USO DELLA FORZA
USO DELLA PERSUASIONE
Solo con la società secolare entra la metodologia dell’essere accanto.
Dietro DUE MODELLI CONTRAPPOSTI:
MODELLO GERARCHICO cioè si pone su un piano superiore rispetto agli
indigeni o popoli pagani che devono accogliere la predicazione; se non la
accolgono sono costretti con l’uso della violenza.
MODELLO DI UGUAGLIANZA cioè il predicatore si pone sullo stesso piano.
Nessuno ha quindi il diritto di usare violenza essendo tutti gli uomini
immagine di Dio.
Le aree evangelizzate sono:
AFRICA dai portoghesi.
AMERICA spagnoli.
AFRICA, AMERICA ed ASIA gesuiti.
I gesuiti non usano né forza né persuasione ma valorizzano
l’INCULTURAZIONE, cioè tener conto della cultura dei popoli.
Nel momento in cui si stabilizza la situazione confessionale europea, le
missioni in Europa cambiano, non sono più confessionali o di conversione
dei popoli pagani, ma sono ETICHE.
ENTRANDO NELL’ETÀ MODERNA
La crisi religiosa cambia l’assetto politico dell’Europa, decadono:
IL PAPA come soggetto religioso europeo
L’IMPERTATORE come soggetto politico europeo
LA RES PUBLICA CRISTIANA
Si passa all’età dei re. Le due autorità non esistono più in due figure ma
nella stessa: il re. L’accentramento è favorito dalla necessità, soprattutto
nei paesi protestanti, di una organizzazione e di una autorità che desse
stabilità. Prima era il papa a dare potere politico ai re ora vige il DIRITTO
DIVINO DEI RE per cui il potere politico viene da Dio e non solo per
discendenza: era Dio ad aver scelto e benedetto quella particolare
discendenza.
La teologia del diritto divino nasceva già prima, ne troviamo testimonianza
in Rm 13,1-2. Questo diritto è incontestato fino alla Rivoluzione Francese.
CONSEGUENZE RELIGIOSE:
1. La figura del Papa ha perso autorevolezza. I re sono ora custodi della
chiesa e nominano i vescovi tra quelli più preparati dell’aristocrazia e
difendono l’ortodossia.
2. Nasce il MINISTERO DEGLI AFFARI ECCLESIASTICI validi
rappresentanti scelti da lui.
3. NASCONO LE CHIESE NAZIONALI
4. NASCONO NUOVE FORME DI RELIGIOSITÀ E DEVOZIONE

Ogni re è imperatore del suo regno, nasce l’ASSOLUTISMO:


ASSOLUTISMO PURO Luigi XIV in cui prevale la concezione dello stato
come proprietà privata del sovrano.
DISPOTISMO ILLUMINATO ‘700 in cui i sovrani negano ogni libertà politica
ma si prendono maggior cura dei sudditi.
RESTAURAZIONE una sorta di compromesso tra vecchio e nuovo.
L’educazione religiosa nell’età moderna avviene in DUE MODI:
IMPOSIZIONE RELIGIOSA con il Sant’Uffizio e i vescovi.
PERSUASIONE.
ASPETTO POLITICO
Il sovrano è “sciolto” da ogni altra autorità politica e religiosa, abbiamo
detto che il potere viene direttamente da Dio, per cui il sovrano assume
anche uno status sacro.
L’Europa si divide per regni prendendo fisionomia simile a come la
conosciamo noi oggi. Nasce la consapevolezza di nazionalità. In Italia ci
sono una pluralità di regni.
ASPETTO SOCIALE
Al re sono sottoposti i relativi regni su cui ha potere di vita e di morte,
composti da quattro classi:
NOBILI e ALTO CLERO
BASSO CLERO
SUDDITI, il popolo escluso dalla vita politica, e non ha neanche i diritti
essenziali. Deve UBBIDIENZA CECA AL SOVRANO, prassi che poi verrà
contratta dalla Chiesa nei confronti dei vescovi.
L’assolutismo =DISUGUAGLIANZA TRA LE CLASSI non solo su diversi diritti
e doveri, ma sui PRIVILEGI da cui sono esclusi la maggior parte del popolo,
costretta a vivere in condizioni economiche durissime. Godono dei
privilegi i nobili, con lo scopo di poterli controllare e renderli impotenti:
PRIVILEGI SOCIALI come accesso ad alcune cariche o collegi appositi per i
figli.
PRIVILEGI GIURIDICI “fedecommesso” cioè decidere a chi andrà il
patrimonio dopo la morte del proprio erede, che si tradurrà nel
“maggiorascato” cioè far sì che il patrimonio passi sempre al discendente
primogenito maschio in modo da mantenerlo intatto. Un tribunale
speciale in cui venivano giudicati da loro pari, e pene speciali.
PRIVILEGI ECONOMICI erano esentati dalle tasse.

Tutta questa disuguaglianza sociale urterà ben presto con la mentalità del
‘700 più rispettosa della dignità umana e dell’uguaglianza, ponendo fine
all’assolutismo.
ASPETTO ECONOMICO
Nonostante l’intensa attività commerciale e lo sviluppo industriale, con
annesso aumento della ricchezza, i governi sono sempre in gravi difficoltà
economiche per cui sono costretti a forti pressioni fiscali portando il
popolo alla rovina. Aumentano quindi sempre più le sommosse per il
pane da parte dei poveri.
Tutte le grandi potenze cercano di conquistare il predominio nel
commercio mondiale, che arriva alle coste americane e ai paesi asiatici.
RAPPORTO CON LA CHIESA
Tra i due poteri cambiano gli equilibri. Mentre durante il medioevo
l’equilibrio era verticale, nell’età moderna POTERE POLITICO E RELIGIOSO
SI TROVANO SULLO STESSO PIANO. La società civile tende ad assumere
tratti sacri, viceversa la Chiesa tratti della società civile. In questo modo
tutto ciò che è proibito/permesso dalla Chiesa diviene proibito/permesso
dallo Stato.
A livello generale c’è uno stretto rapporto, non a livello del singolo regno
in cui l’autorità suprema rimane il re in virtù del PRINCIPIO DI
TERRITORIALITÀ, secondo cui colui che gode di un'autorità in una
giurisdizione, diventa la massima autorità in tutti gli ambiti in quel
territorio anche dal punto di vista religioso.
APPLICAZIONI POSITIVE
 DIRITTO DIVINO DEL RE fondamento teologico in Rm 13,1-2. Si
giustificò la monarchia come la sola forma di governo voluta da Dio
e superiore a qualsiasi altra.
 L’UNITÀ POLITICA SI FONDA SULL’UNITÀ RELIGIOSA la Res Publica
cristiana del medioevo è crollata, ci si trova davanti a un panorama
di diverse confessioni. L'intento è di salvare l’unità religiosa che si
riteneva potesse far da collante. Chi non avesse seguito la religione
di stato sarebbe stato privato dei diritti.
 LA RELIGIONE CATTOLICA È RELIGIONE DI STATO perchè vera
confessione.
 I VESCOVI NEI REGNI SONO DI NOMINA REGIA perchè la Chiesa è
nel regno, riceve favori e protezione.

 DOVERE DEL RE DI REGOLARE, DIFENDERE E PROMUOVERE LA


RELIGIONE
Affinché i sudditi l'osservino.
Si perseguitano gli eretici
I peccati sono considerati reati con pena
 LE LEGGI CIVILI CORRISPONDONO ALLE CANONICHE E VICEVERSA
 USO DELLA FORZA PER IMPORRE LA FEDE
 ORGANIZZAZIONE CRISTIANA DEL LAVORO appartenere alla
corrispondente corporazione o università, preclusa a chi non
apparteneva ad una famiglia che non fosse già nel giro. Per eliminare
la concorrenza e difendere i diritti degli iscritti.
 AFFIDAMENTO ALLA Chiesa DELL’ISTRUZIONE anche per il popolo.
Nonostante ciò molta analfabetizzazione E DELLA SANITÀ
 IMMUNITÀ E PRIVILEGI PER LA CHIESA:
ESENZIONE DALLE TASSE SUI BENI IMMOBILI
DIRITTO A ESIGERE LA DECIMA
DIRITTO D’ASILO PER I FUORILEGGE
FORO ECCLESIASTICO
TASSA CHINEA che la Santa Sede chiede ai sovrani come atto di
vassallaggio. Negli anni i sovrani si rifiutano di versarla, la Santa Sede si
irrigidiva sempre più facendo passare questa tassa come di diritto divino.
Pio IX nel 1855 rinunzierà.
Questo panorama fa capire come la Chiesa rivendicava una giurisdizione
non solo religiosa ma anche temporale. Gli Stati moderni non potevano
ammettere altre autorità. Nel ‘700 i re cominceranno a privare la Chiesa di
questi privilegi e a controllarne tutte le attività.
Il GIURISDIZIONALISMO diventa sempre più sistematico per fare in modo
che il re fosse l’unica autorità dello Stato e che la Chiesa fosse esclusa.
APPLICAZIONI DI CONTROLLO DA PARTE DELLO STATO
IUS MAIESTATIS di regolare l’amministrazione dei beni, la nomina dei
vescovi, la disciplina e il culto.
IUS PROTECTIONIS
IUS REFORMANDIS
IUS INSPECTIONIS
IUS ESCLUSIVAE di veto (Pio X lo proibì). I sovrani cercheranno di spingere
i papi a nominare CARDINALI NAZIONALI, per favorirne poi l’elezione a
pontefice, in quanto avrebbe permesso un controllo sulla Chiesa, sull’Italia
e sull’Europa. Ci furono diverse lotte finché non si giunse all’accordo di
nominare SOLO PAPI ITALIANI perché l’Italia aveva scarsa importanza.
IUS EXEQUATUR approvazione degli atti pontifici, definizioni dogmatiche,
l’invito di predicatori, gli orari delle funzioni.
REGIO PLACET consenso alla promulgazione e all’esecuzione degli atti
episcopali.
JUS DOMINII EMINENTIS tasse sui beni ecclesiastici e amministrarli
durante la sede vacante.
LE COMMENDE un monastero o una chiesa affidati ad un ecclesiastico o
laico, che diveniva “abbate commendatario”. Questi a sua volta li affidava
a un suo rappresentante; spesso però i monasteri finivano impoveriti e
decadenti spiritualmente.
MINISTERO DEGLI AFFARI ECCLESIASTICI.
La Chiesa a sua volta si difende da queste ingerenze dei regni inviando i
NUNZI APOSTOLICI. Solo con la Rivoluzione Francese si porrà fine al
giurisdizionalismo per fare spazio alla separazione totale delle due sfere.
Molti cattolici laici accettarono con entusiasmo questo cambiamento.
LA VITA INTERNA NELL’ASSOLUTISMO
L’uomo vive una vita agricola che scandisce anche il vissuto religioso, in
Italia tutta la cultura è cultura religiosa, diversamente in Francia e
Germania, laicizzate.
Dal ‘600 inizia la distinzione tra clero e laici sottolineando che il prete è un
alter Christus.
La talare simbolo di uno stato sociale più elevato.
Il bacio della mano in virtù del munus che il sacerdote ha di consacrare
pane e vino.
L’appellativo Reverendo, con tutti poi gli appellativi per gli alti gradi.
L’ORGANIZZAZIONE
In CITTÀ punto di riferimento è la Cattedrale parrocchia con soggetti:
L’ARCIDIACONO a capo del capitolo, gestiva l’economia e le diocesi fino
all’800.
IL VICARIO GENERALE governa insieme all’Arcidiacono perché i vescovi
non erano presenti in diocesi ma alla corte del re.
NON C’È PASTORALE ma CULTI alla Madonna e ai Santi di intercessione e
di modello. La parrocchia nasce dopo l’Unità d’Italia quando verrà meno il
capitolo.
Le nomine TRE NATURE
NOMINE REGIE per i vescovi
NOMINE EPISCOPALI per la diocesi
NOMINE CITTADINE dall’Arcidiacono.
LE PARROCCHIE DI PAESE: erano più dediti all’agricoltura. Le città anche
alla pesca e al commercio. I preti allora celebravano le messe la mattina
prima che i contadini andassero a lavoro, mentre la sera conferivano la
benedizione per la conclusione della giornata.
LE FONTI:
 VISITE PASTORALI
 RELATIO AD LIMINA
 ATTI PATRIMONIALI
 ANAGRAFE SACRAMENTALE
 LETTERE PASTORALI
 CATECHISMI
 PROCESSI DI BEATIFICAZIONE
 ARCHIVI DIOCESANI
Gli studi di storia impostazione:
LIBERALE – MARXISTA (Gramsci, Croce, De Santis) concorde nel ritenere
che l’età tridentina abbia provocato, per l’Italia, uno STATO DI
DEPRESSIONE CULTURALE, MORALE, POLITICA. Trento si sarebbe imposto
in modo assoluto soffocando la creatività culturale. La confessione è vista
come DOMINIO DELLE COSCIENZE e PLAGIO. Riguardo la Controriforma
sostengono che le difficoltà non furono dovute alla gerarchia ecclesiastica
ma all’egoismo di tutte le classi sociali.
CATTOLICA (De Rosa) ritiene che il processo di “tridentinizzazione” abbia
aiutato a distinguere tra fede, superstizione, magia, folklore attraverso la
diffusione dei catechismi.
ASPETTI POSITIVI
MASSICCIA PARTECIPAZIONE AI RITI
NUOVI ISTITUTI DI VITA CONSACRATA (‘600 - ‘700)
SCOLOPI di Giuseppe Calasanzio, che si preoccupava degli adolescenti
romani delle classi disagiate.
RINNOVAMENTO DEI CISTERCENSI
LAZZARISTI di Vincenzo De Paoli con missioni popolari.
PASSIONISTI di Paolo della Croce.
FRATELLI DELLE SCUOLE CRISTIANE aiuto intellettuale dei poveri.
CONGREGAZIONE DEL SS. REDENTORE di Alfonso Maria de Liguori.
NASCE LA DEVOZIONE AL CUORE DI GESÙ
CHIESA ASSE PORTANTE DELLA VITA QUOTIDIANA
PRODUZIONE DI CATECHISMI LOCALI SCRITTI DA VESCOVI, SACERDOTI E
TEOLOGI di Bellarmino e di Casati verranno presi in considerazione da Pio
X.
LE CONFRATERNITE luogo di formazione, d'impegno spirituale, di
apostolato e carità.
NUOVI MODELLI DI SANTITÀ
FRANCESCO DI SALES
GIUSEPPE DA COPERTINO
VINCENZO DE’ PAOLI
VERONICA GIULIANI
BENEDETTO LABRE
EDILIZIA RELIGIOSA RINNOVATA
NASCONO I PRIMI MANUALI DI STUDIO DEL MISTICISMO
ASPETTI AMBIVALENTI
CHIESA, VESCOVI E PRETI PUNTI DI RIFERIMENTO aiuto economico, dai
soprusi, soprattutto per i meno abbienti.
LA CHIESA ASSUME IL CARATTERE DI ISTITUZIONE e IL PRETE DIVENTA
UN UFFICIALE PUBBLICO CIVILE con il compito di erogare gli atti
battesimali, matrimoniali e di morte e sepoltura.
IL TEMPO RELIGIOSO È IL TEMPO CIVILE E VICEVERSA il suono delle
campane scandisce i momenti della giornata.
ASPETTI NEGATIVI
LA CHIESA È MOLTO RICCA:
 VESCOVI E CARDINALI PROVENGONO DA FAMIGLIE ARISTOCRATICHE
 L’AUTORITÀ POLITICA CONFERISCE A VESCOVI E PRETI LA POSSIBILITÀ
DI IMPORRE TASSE O AVERNE PROVENTI
 DONAZIONI
Si assiste ad una forma di trionfalismo della Chiesa (Cattedrali
grandissime, i cardinali e i papi avevano una corte con un numero elevato
di sudditi, sulla stessa scia li seguirono i vescovi; Gregorio XIII costruì il
Quirinale come seconda reggia papale). Solo pochi ecclesiastici autentici
nutrivano l’amore per la povertà e alzavano la voce contro gli abusi.
SOCIETÀ DIVISA TRA PRIVILEGIATI E POVERI
SACERDOZIO VISTO COME SISTEMAZIONE per cui vi è un aumento
spropositato del clero. Per la maggior parte i sacerdoti erano nulla facenti
e oziavano.
CASI DI PRETI IGNORANTI
CONSACRAZIONI FORZATE soprattutto di donne, da parte dei genitori.
CASO GALILEO
Riguardo i LAICI:
ACCESSO ALLE SCRITTURE IN VOLGARE SOLO NEL 1757
MESSA IN LATINO E MAI SPIEGATA
FORTE PAURA DEL DEMONIO
Tutto ciò porterà ad una “scristianizzazione” e ad una fede fragile.
LA TOLLERANZA SVILUPPO E LENTA DIFFUSIONE
Durante l’assolutismo non esiste tolleranza religiosa, non c’è libertà di
culto ma il sovrano impone la religione di stato.
ANTICHITÀ La religione aveva un forte legame nazionale; il capo di Stato
era anche l’autorità religiosa che imponeva la religione.
MEDIOEVO La politica è fondata sull’unità religiosa entrambe derivanti da
Dio. In questo periodo la Chiesa non obbliga i pagani ma forza gli eretici a
volte con la forza. In questo periodo quindi l’INTOLLERANZA ERA
COMUNE.
ETÀ MODERNA Con la frattura provocata dal protestantesimo, siamo in
presenza di più confessioni cristiane.
Tollerare le altre confessioni era ritenuto:
DELITTO CONTRO LA VERITÀ in quanto tollerare avrebbe significato
mettere sullo stesso piano verità ed errore.
DELITTO CONTRO LA CARITÀ in quanto significa non opporti al pericolo
della dannazione eterna di tante anime.
DELITTO CONTRO LA SOCIETÀ in quanto con il pluralismo religioso viene
meno l’unità della nazione essendoci ancora questo nesso tra le due.
PACE DI AUGUSTA del 1555 ad ogni principe spetta la difesa della
religione del proprio territorio.
3 RICADUTE:
1. I POPOLI CRISTIANI SI DIVORANO A VICENDA si tratta di lotte
internazionali. Queste lotte terminano con il TRATTATO DI
VESTFALIA.
2. IL CRISTIANESIMO NEGA LA LIBERTÀ RELIGIOSA.
3. IL CRISTIANESIMO DIVENTA STRUMENTO IRRISOLVIBILE DI
CONVIVENZA SOCIALE
A favore della tolleranza:
 INDIFFERENTISMO DOGMATICO cioè mettere da parte le differenze
dottrinali trovando punti in comune. Trionfa con l’Illuminismo.
Essendo solo la ragione criterio sicuro di verità e ciò che la superava
era ritenuto falso, allora tutte le religioni sono vere quando
accolgono elementi di cui la ragione può dimostrare la verità. In
questo senso la mente non può dire quale sia la religione più vera.
La Chiesa si irrigidì e divenne intransigente.
 LA NECESSITÀ DI UNA CONVIVENZA PACIFICA SECONDO IL
PRINCIPIO DEL MALE MINORE erano ormai continue le lotte
politiche con carattere religioso.
 LA DISSOCIAZIONE TRA UNITÀ RELIGIOSA E POLITICA Ci si avvia così
al riconoscimento di diritti civili e politici per non cattolici. L’Europa
deve espellere dalla vita dello stato la religione. Si passa così ad un
impianto laico e secolarizzato.
 DIFESA DELLA DIGNITÀ UMANA E DELLA LIBERTÀ DI COSCIENZA
non è lecito moralmente forzare una persona all’osservanza di una
certa fede. In questo modo la tolleranza diventa essenziale della
civiltà moderna, e riuscirà presto a trionfare.
I passi concreti comprendono lotte, editti, ripensamenti:
EDITTO DI NANTES 1598 riconosceva ai calvinisti francesi libertà di culto,
pieni diritti civili e politici, affidamento di alcune fortezze del regno.
PACE DI VESTFALIA 1648 alla fine della GUERRA DEI 30 ANNI che scoppiò
nel 1618 tra francesi cattolici e Asburgo protestanti. Questa sancì la fine
del predominio asburgico in Europa assicurando invece l’egemonia
francese, in più affermò alcune decisioni verso la tolleranza, se pur
provvisorio, ossia:
 UGUAGLIANZA DI DIRITTI FRA CATTOLICI, LUTERANI E RIFORMATI
 IL PRINCIPE NON PUÒ IMPORRE AI SUDDITI LA PROPRIA
RELIGIONE
 È PERMESSO IL CULTO DOMESTICO AI DISSIDENTI
 ABOLITA LA GIURISDIZIONE DELLE AUTORITÀ CATTOLICHE IN STATI
PROTESTANTI
 LA PATENTE DI TOLLERANZA DI GIUSEPPE II 1781 riconosce
l’uguaglianza tra cattolici e non cattolici e libertà di culto e una
limitata attività educativa a protestanti e ortodossi.

L’ATTEGGIAMENTO DELLA CHIESA


I LAICI sono favorevoli alla tolleranza.
I TEOLOGI fanno fatica.
ROMA sempre ostile. Tollerare significava stesso piano verità ed errore.
CONCLUSIONI
800 libertà religiosa, dono dato dagli illuministi. I cittadini votano per cui
se hanno libertà politica possono godere anche di quella religiosa.
La nuova società poggerà sui gemelli opposti dell’Ancién Regime
(MONARCHIA E RELIGIONE) ora DEMOCRAZIA E SECOLARIZZAZIONE.
800 la Chiesa cercherà di recuperare terreno con dogmi e i Concili
Vaticani. Il CVI DUE DOGMI:
INFALLIBILITÀ
PRIMATO
IL GIANSENISMO
LE CAUSE
REAZIONE AL LASSISMO TEORICO E PRATICO del 600 ma anche
ESASPERAZIONE DELLE CONTROVERSIE SULLA GRAZIA.
LASSISMO PRATICO
Costumi corrotti dei fedeli e vita tiepida di molti ecclesiastici dell’ancien
règime.
LASSISMO TEORICO
Moralisti del 600 passati prima alla casistica e poi al lassismo dal punto di
vista della Teologia Morale.
500 un'importante conquista della teologia morale fu stabilire la liceità o
meno di un’azione. Si sviluppano così i cosiddetti SISTEMI MORALI:
IL PROBABILISMO per cui non si può imporre una norma non certa.
LA CASISTICA analisi di singoli casi concreti.
LE CONTROVERSIE SULLA GRAZIA
Il Concilio di Trento non affrontò il tema della libertà dell’uomo dopo il
peccato originale. L’uomo può compiere azioni buone dopo il peccato ma
per essere salvifiche occorre l’intervento della Grazia.
BAIO
NEGAVA LA CONDIZIONE SOPRANNATURALE DELL’UOMO NEL PARADISO
TERRESTRE. CORRUZIONE TOTALE DOPO IL PECCATO con la perdita della
libertà e impossibilità di resistere alla Grazia.
SOSTENEVA LA DUPLEX DELECTATIO (il duplice amore), al quale l’uomo è
soggetto, cioè non è libero né davanti alla Grazia né davanti al peccato
perché entrambi lo costringono rispettivamente al bene e al male. Baio
ammette solo la libertà da un obbligo esterno.
Baio fu condannato sia da Pio V sia da Gregorio XIII.
CONTROVERSIA TRA DOMENICANI E GESUITI
BANEZ domenicano sosteneva l’efficacia della Grazia nella sua natura
intrinseca e nella sua predeterminazione fisica che la accompagna.
MOLINA gesuita vede la Grazia come il libero consenso dell’uomo previsto
da Dio, indipendente dalla decisione di voler conferire questa grazia, in
quanto conosce già gli atti che l’uomo compirebbe.
Paolo V (Camillo Borghese), dopo numerose sedute di discussione,
impose di non affrontare più dibattiti sulla grazia.
I PRINCIPALI ESPONENTI
GIANSENIO di grande intelligenza, grande conoscitore delle opere di
Agostino, e vescovo di Ypres. L’opera fondamentale è l’AUGUSTINUS in
TRE VOLUMI affronta:
LA CONTROVERSIA CONTRO IL PELAGIANESIMO
NEGA LA POSSIBILITÀ DELLO STATO DI NATURA PURA (prima del
peccato).
LA SUA CONCEZIONE SULLA GRAZIA EFFICACE
JEAN DU VERGIER ABATE DI SAINT-CYRAN amico di Jansen, i due si
completavano: Jansen era l’uomo di pensiero mentre Du Vergier l’uomo
d’azione infatti è il vero fondatore del Giansenismo francese. Fu
osteggiato dal cardinale Richelieu preoccupato che questa nuova corrente
potesse provocare reazioni come quelle degli Ugonotti, debellate con
difficoltà, e fu arrestato nel 1638. Rimase in carcere fino alla morte del
cardinale per morire pochi mesi dopo. Nel frattempo però il suo seguito
crebbe.
ANTOINE ARNAULD collaboratore di Du Vergier e continuatore del
giansenismo che difese dai continui attacchi, attraverso la dissimulazione.
Opera De la frequente communion, l’Eucarestia non è un rimedio per chi è
debole ma un premio per i santi.
I PRINCIPI
Sono TRE/esponente:
ASPETTO DOGMATICO (PESSIMISMO) / JANSSEN riprendendo la
posizione di Baio e rifacendosi ad Agostino:
NEGA IL CARATTERE SOPRANNATURALE ORIGINARIO DELL’UOMO
L’UOMO DOPO IL PECCATO HA PERSO LA SUA LIBERTÀ, quindi la volontà
segue necessariamente la grazia che le viene offerta oppure la
concupiscenza.
NEGA LA GRAZIA SUFFICIENTE E AMMETTE SOLO LA GRAZIA EFFICACE che
non è sempre concessa, in alcuni casi l’uomo è lasciato al peccato, e
sarebbe concessa solo ad alcuni. Ne deriva una centralità della Grazia
senza la quale la salvezza non è possibile.
ASPETTO MORALE (RIGORISMO) / ARNAULD
ATTEGGIAMENTO DI TIMORE E PAURA DI FRONTE A DIO e non di amore,
in quanto Egli è fautore della nostra sorte.
RIGORISMO MORALE contro il Probabilismo, Lassismo e Molinismo
gesuita, affermava che non bisogna fare la comunione in modo frequente
in quanto premio e farmaco a cui ci si può accostare solo in determinate
condizioni. Visione negativa dei peccatori, l’assoluzione dopo una lunga
penitenza; disprezzo della natura umana corrotta; diffidenza verso
famiglia e amici.
ASPETTO DISCIPLINARE / SAINT-CYRAN si svaluta l’autorità del Papa per
aumentare quella dei vescovi e dei parroci, attribuendo l’infallibilità a
tutta la Chiesa.
Il giansenismo francese e italiano esponenti riconducibili a DUE
CATEGORIE:
RIFORMATORI, > Italia, promossero uno sviluppo senza andare contro la
Chiesa.
RIBELLI che andarono contro il sistema ecclesiastico.
A volte i ruoli però si inter-cambiavano.
LE CONTROVERSIE IN FRANCIA
PRIMA FASE – XVII SECOLO
CINQUE TESI DELL’AUGUSTINUS:
1. Alcuni comandamenti di Dio sono impossibili da osservare per la
mancanza della grazia necessaria.
2. Alla grazia interiore, nello stato della natura decaduta, l'uomo non
può resistere.
3. Per acquisire merito o demerito non si richiede la libertà dalla
necessità interna, ma soltanto la libertà dalla costrizione esterna.
4. I semipelagiani sbagliarono insegnando che la volontà umana può
resistere alla grazia o assecondarla.
5. È un errore semipelagiano affermare che Cristo è morto per tutti.

1642 Congregazione dell’Indice condannò l’Augustinus, ma ebbe l’effetto


opposto cioè aumentò la sua portata. Negli anni altre BOLLE DI
CONDANNA a cui sono susseguite risposte dei giansenisti:
IN EMINENTI di Urbano VIII 1643 condanna le cinque tesi per la
violazione del precetto di Paolo V e per l’affinità alle dottrine di Baio. La
risposta fu negare questa affinità e di ritenere falsa la bolla.
CUM OCCASIONE di Innocenzo X 1653 condannò come eretiche le tesi. La
risposta di Arnauld attraverso la DISTINZIONE TRA QUAESITIO IURIS E
QUAESITIO FACTI.
AD SANCTAM BEATI PRETI SEDEM di Alessandro VII 1656 è una sorta di
risposta al cavillo di Arnauld che ancora una volta continua a difendere le
tesi insieme a 4 vescovi e le monache di Port-Royal.
1656-57 Pascal pubblicò un testo anonimo a favore del Giansenismo e
contro casistica e probabilismo.
Vescovo di Parigi 1664 INTERDETTO il monastero di Port-Royal,
trasferendo molte monache.
Alessandro VII 1665, spinto da Luigi XIV, ripeté l’ordine ai vescovi di
sottoscrivere il FORMULARIO DI ADESIONE ALLA CONDANNA. Clemente IX
raccolse i risultati di questa adesione riuscendo a mettere finalmente pace
nel 1669 PAX CLEMENTINA, se pur alcuni vescovi prestarono il silenzio
ossequioso.
SECONDA FASE – XVIII SECOLO – CLEMENTE XI
Questione circa la LICEITÀ DEL SILENZIO OSSEQUIOSO cioè se fosse
possibile assolvere un ecclesiastico che accettasse solo esternamente le
interpretazioni della Chiesa contro il Giansenismo. Alcuni vescovi e 40
dottori della Sorbona risposero affermativamente.
Clemente XI, sollecitato ancora da Luigi XIV bolla VINEAM DOMINI 1705
respingeva il cavillo del Silenzio Ossequioso rivendicava il diritto di
condannare non solo le dottrine ma anche gli uomini che le difendevano.
Ancora una volta lotta sostenuta dal monastero di Saint-Royal; nuovo
interdetto 1707, il Re nel 1709 ordinò l’occupazione militare e la
distruzione del monastero. Ciò non bastò per spegnere il movimento.
Il Giansenismo ora guidato da PASQUIER QUESNEL, che ha preso le redini
da Arnauld. Opera Reflexions Morales sui Vangeli approvata oltretutto
dallo stesso vescovo di Parigi. L’opera fu proibita con diverse bolle non
accettate dal vescovo fino al 1713 Clemente XI promulga la bolla
UNIGENITUS, che proibisce l’opera e ribadisce la condanna per le tesi
gianseniste. Il vescovo di Parigi e altri resistettero ancora, sfruttando la
debole monarchia di Filippo d’Orleans, creando una spaccatura tra
APELLANTI, che rifiutavano la bolla, e coloro che la accettavano. Clemente
XI rispose nel 1718 con l’ulteriore bolla PASTORALIS OFFICII con la quale
scomunicò gli appellanti; il governo stesso poi registrò la bolla Unigenitus
come legge di Stato, in modo da spegnere definitivamente questo
movimento. In questo modo nel 1728 si spengono gli ultimi focolai di
resistenza.
IL 700 RELIGIOSO ITALIANO – IL GIANSENISMO ITALIANO
In Italia il Giansenismo si diffuse mentre in Francia era ormai in declino,
quello italiano sfuma il carattere dogmatico ma mantiene quello rigorista
e riformatore.
I caratteri:
NON TOCCA PROBLEMI TEOLOGICI
ANTICURIALISMO cioè molti preti, vescovi e laici scrivono libri che
pongono obiezioni verso la Santa Sede INVASIVA e AUTORITARIA.
REGALISMO ovvero difesa del re dalle ingerenze del potere religioso. Ci
troviamo nella fine dell’Ancien Regime, per cui i due poteri si scontrano.
CONTESTAZIONE STILI LITURGICI IN VIGORE i giansenisti italiani sono
prevalentemente liturgisti per cui propongono una RIFORMA LITURIGICA:
MIGLIORAMENTO DELLA QUALITÀ con la lingua volgare e abolizione delle
messe private.
EDUCAZIONE DEL POPOLO ALLA PREGHIERA vengono elaborati
FORMULARI DI PREGHIERA sulla CARITÀ. La preghiera inoltre educa il
popolo.
STORICITÀ DELLE PRATICHE RELIGIOSE capire se sono storicamente
fondate, ma soprattutto vogliono proporre un CULTO PIÙ PURO E
INTIMO.
LA QUALITÀ DELLE OMELIE per questo vengono scritte e pubblicate.
PROMOZIONE DELLA FORMAZIONE DEI CANDIDATI AL SACERDOZIO nel
‘700 si assiste ad una fase di elaborazione dei processi formativi. Si va a
tentoni. Con il tempo la formazione si orienta ad un modello di prete che
si occupa del sociale e così via fino alla politica e all’umanità:
NASCONO I PRIMI MANUALI DI TEOLOGIA
ATTENZIONE ALLE NUOVE SCIENZE
REGOLATA DEVOZIONE LUDOVICO ANTONIO MURATORI

IL SINODO DI PISTOIA 1786


Il giansenismo toscano decise di riunirsi in un Sinodo, diretto da Scipione
de’ Ricci, che vide la partecipazione di 250 sacerdoti. Lo scopo era quello
di arrivare a formare una Chiesa nazionale giansenista indipendente da
Roma, come rivincita al duro colpo subito dalla bolla Unigenitus.
Il sinodo portò a:
 CELEBRAZIONI IN LINGUA VOLGARE E MAGGIOR PARTECIPAZIONE
DEL LAICATO
 SOPPRESSIONE ALTARI LATERALI
 RIFORMA DEL BREVIARIO e SOPRESSIONE STIPENDI PER LE MESSE
 PROPOSTE ANTICURIALI E ANTIROMANE
 CONDANNA DELLA DEVOZIONE AL SACRO CUORE
 PROPOSTA DI CONTROLLO DELLO STATO SULLA CHIESA
 DIMINUIZIONE RUOLO DEL PAPA
Il Concilio nazionale di Firenze 1787 andò solo a riconfermare questi
provvedimenti ma non riuscì a estenderli sul territorio nazionale, ma la
Santa Sede 1794 con la bolla Auctorem Fidei condannò e censurò le
deliberazioni di Pistoia. Allora il vescovo di Pistoia si recò da Pio VII e gli
consegnò l’abiura da lui firmata, così accettava solo formalmente di
sottomettersi al papa ma non rifiutava le sue idee (ancora silenzio
ossequioso).
Ad un primo sguardo però sembrerebbe che il Vaticano II abbia poi preso
in considerazioni alcuni punti del Sinodo di Pistoia, questo però non è da
considerare come una ritrattazione.

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