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Biografia
La famiglia
Oltre alla carriera accademica, frate Francesco ascese di grado all'interno della gerarchia dell'ordine
francescano: fu nominato prima ministro della provincia francescana della Liguria (1460)[3], e poi ministro
generale dei francescani a Perugia il 19 maggio 1464[9], incarico che gestirà con dedizione e fermezza
d'animo e che manterrà fino al 1469[10] in occasione del capitolo generale che si tenne a Venezia[11],
eliminando gli individui indegni e cercando di ripristinare la moralità nei vari monasteri[12]. Tale attività
indefessa fu premiata, grazie agli elogi dell'amico cardinale Bessarione[3][9], con la nomina a cardinale di
San Pietro in Vincoli da papa Paolo II, il 18 settembre 1467[3][9]. Si disse che in tale occasione il pontefice
affermò davanti al Sacro Collegio: «ecco il Nostro successore»[13]. Dal 5 settembre 1470 fu nominato abate
di Sant'Eustachio di Nervesa nel Trevigiano[11][14].
Teologo
Francesco Della Rovere si dimostrò anche un raffinato scrittore e un acuto teologo. All'inizio degli anni '60
compose, in opposizione ai domenicani, il trattato De Sanguine Christi[15], in cui difese l'idea di Giacomo
della Marca secondo cui il sangue di Cristo versato prima della Passione non avrebbe alcun valore salvifico.
L'opera del teologo Della Rovere, però, tentava nel contempo di conciliare l'idea di Della Marca con quella
dei domenicani, i quali sostenevano che il sangue del Redentore poteva avere valore salvifico[3][N 1].
Scrisse anche altre opere, una intitolata De futuris contingentibus in una disputa con l'Università di
Lovanio; ed un'altra ancora sull'Immacolata concezione di Maria[16]. Oltre ad essere teologo, Francesco era
anche un abile predicatore e questo lo dimostrò davanti a papa Pio II, quando disputò con un suo avversario
sul valore salvifico del sangue di Cristo[17].
L'elezione al Soglio
Il pontificato (1471-1484)
Sisto IV, appena eletto al soglio pontificio, appoggiò una crociata contro l'Impero Ottomano, divenuto
estremamente aggressivo e minaccioso nei confronti dell'Europa. Pertanto, dopo aver inviato vari legati
presso gli stati europei, il pontefice affidò al cardinale Oliviero Carafa la guida di 10 galee pontificie (unite
a quelle veneziane e napoletane, per un totale di 85 triremi[4] e svariate decine di migliaia di fiorini[23]) per
attaccare il sultano Maometto II[3]. Le liti fra i coalizzati si
conclusero nella disfatta quando le milizie cristiane fallirono nella
conquista della città di Smirne che, tuttavia, fu incendiata dalle
truppe cristiane[24]. Nonostante ciò, Sisto decise di onorare le vane
imprese militari del Carafa con un festoso carnevale nel 1473[25].
La seconda crociata, bandita per ordine del papa dal frate e teologo
Pacifico da Cerano[26], fu invece dettata dalla necessità di difendere
l'Italia dalla minaccia dei Turchi, i quali avevano conquistato
Otranto l'11 agosto 1480, città sotto assedio dal 28 luglio da parte
di una flotta di 150 navi con a bordo diciottomila uomini[27]. Gli
Stati italiani, fino a quel momento impegnati in una guerra generata
dalla Congiura dei Pazzi e contro il signore di Firenze Lorenzo il
Magnifico, si riunirono prontamente in una lega militare[25][28] e
Sisto IV, dopo un iniziale pensiero di abbandonare Roma per la più
sicura Avignone[20], l'animò fermamente. La città di Otranto,
Paolo Veronese, Il Sultano Maometto assediata dalle milizie e dalla flotta guidata dal cardinale Paolo
II, olio su tela, Bavarian State Fregoso, fu liberata il 10 settembre del 1481[29].
Painting Collections. Maometto II
(1451-1481) fu l'artefice
dell'occupazione di Otranto Il Giubileo del 1475
La devozione mariana
Con la costituzione Cum praecelsa del 1476[39], Sisto IV istituì la festa (8 dicembre) dell'Immacolata
Concezione della Vergine Maria, facendo inoltre consacrare la Cappella Sistina al quest'ultima solennità[40].
Sisto IV autorizzò l'uso nel Breviario romano dell'ufficio per la solennità redatto da Bernardino de' Bustis e
da Leonardo de Nogarolis, che restò in vigore fino al 1568, quando Pio V pubblicò il Breviario riformato
all'interno della costituzione apostolica Quod a nobis postulat.[41][42] Sisto IV concesse anche l'indulgenza
che già era prevista durante l’Ottava del Corpo di Cristo.[43]
La decisione del pontefice, però, non fu accettata placidamente, in quanto si riteneva che tale peculiarità
della Madonna fosse un'eresia, per cui l'anno successivo fece disputare sull'argomento il generale
dell'ordine francescano Francesco da Brescia (a favore del provvedimento) con il domenicano Vincenzo
Bandelli[39]. Nonostante ciò, il pontefice dovette ancora intervenire nel 1483 con la costituzione Grave
minis per mettere a tacere quei predicatori che ancora osavano proclamare l'eresia dell'immacolata
concezione[44]. Inoltre, papa Sisto IV promosse anche la recita del rosario[45], preghiera che verrà
solennemente elevata a preghiera mariana per eccellenza un secolo più tardi da san Pio V. Sempre
nell'ottica della venerazione mariana, papa Sisto patrocinò la devozione verso la madre della Madonna,
sant'Anna, e verso il marito della medesima, san Giuseppe[46].
Nel 1478[48] Sisto IV abrogò gli ultimi decreti del Concilio di Costanza che avevano posto limite all'autorità
papale[49]. Davanti però alla corruzione dilagante nella corte papale, il domenicano Andrea Zamometic
(1420 ca. - 1484), un tempo amico di Sisto[50] e ora ambasciatore dell'imperatore Federico III, si ritenne
sdegnato degli scandali che ivi si perpetravano (alcuni suppongono che avesse litigato con Papa Sisto per la
mancata nomina a cardinale[51]). Fuggito da Roma, si rifugiò a Basilea ove tentò, il 25 marzo del 1482[51],
di convocare un Concilio ecumenico volto a giudicare il Papa ma quest'ultimo, ribadendo l'inappellabilità
del clero alla convocazione di un Concilio ecumenico senza il consenso del Pontefice e lanciando
l'interdetto su Basilea (1483[50]), riuscì ad avere la meglio. Arrestato, Zamometic si impiccò nella sua cella
nel 1484[51].
Sisto IV, francescano, fece molto per avvantaggiare gli ordini mendicanti (e specialmente quello da cui
proveniva). Tra le varie iniziative, il pontefice canonizzò, il 14 aprile 1482, il teologo francescano
Bonaventura da Bagnoregio, mentre l'anno precedente elevò all'onore degli altari i 300 frati francescani
martiri in Marocco[52]. Oltre alle canonizzazioni, Sisto IV approvò un certo numero di ordini religiosi, tra i
quali l'Ordine dei Minimi, quello degli Agostiniani scalzi e degli Agostiniani eremiti[30].
Papa Sisto IV durante il suo pontificato ha creato 34 cardinali nel corso di 8 distinti concistori[11].
Francia
Sisto IV continuò lo sterile dibattito con Luigi XI di Francia, che
continuò a difendere la Prammatica sanzione di Bourges (1438), in
base alla quale tutti i decreti papali riguardanti la Chiesa di Francia
dovevano essere preventivamente autorizzati dal monarca prima di
essere promulgati. La Prammatica sanzione divenne il perno
dell'indipendenza della Chiesa gallicana[53].
Spagna
Come riferisce lo storico Gaetano Moroni, papa Sisto IV fece dono a numerosi sovrani della più alta
onorificenza che un cristiano, per le sue virtù, possa aspirare, ossia la rosa d'oro. Durante il suo pontificato
Sisto IV fece dono della rosa d'oro al re di Danimarca e Norvegia Cristiano I, a Ludovico III di Mantova,
ad Eberardo V del Württemberg, al doge Andrea Vendramin, ad Ernesto di Sassonia e a Federigo da
Montefeltro[56].
«L'insuccesso per l'attuazione della crociata fu causato dagli intrighi del nepotismo, che
con Sisto IV raggiunse vertici prima mai registrati: per questo egli si trovò coinvolto in
una politica caotica che causò gravi danni allo Stato pontificio. Enorme fu il complesso
di benefici concessi ai numerosi parenti che gli venivano da due fratelli e quattro
sorelle, in una schiera di quindici nipoti per diversi gradi di parentela.»
Per comprendere le mosse politiche di papa Della Rovere, bisogna prima sottolineare l'enorme influenza
che ebbero su di lui i suoi parenti. Il suo pontificato, infatti, fu caratterizzato da una politica nepotista ancora
più tenace di quella dei suoi predecessori[N 2]. Sisto IV contava numerosi parenti: 4 sorelle, 2 fratelli e 15
nipoti[12], due dei quali (Giuliano della Rovere e lo scapestrato Pietro Riario che, morto prematuramente a
28 anni, fu sostituito da Raffaele Riario[12]) furono elevati al rango cardinalizio già dal primo concistoro; si
diedero alla carriera politica, invece, il nipote ed ex mercante di stoffe Girolamo Riario (per il quale Sisto
IV volle il dominio di Imola e di Forlì) e Giovanni della Rovere,
che fu nominato prefetto dell'Urbe[12]. Sulla politica estera di Sisto
influì in modo preponderante Girolamo Riario che, completamente
ignorante di politica e tutto intento al guadagno personale, gettò
Sisto IV in una serie di guerre infruttuose che dilapidarono le
finanze papali (che poterono essere parzialmente reintegrate grazie
ai proventi del Giubileo del 1475 e all'istituzione della dataria
apostolica)[25].
Il primo obiettivo del Riario fu la Firenze di Lorenzo il Magnifico. Il Medici, contrariato con Papa Sisto per
l'occupazione di Imola e Faenza[N 3], era in rapporti molto tesi anche per la mancata nomina cardinalizia del
fratello Giuliano[12]. Il Riario, intenzionato a crearsi un vasto principato in Toscana, prese contatti con i
Pazzi[12], banchieri avversari dei Medici per il controllo delle istituzioni cittadine ai quali Sisto IV affidò la
sua fiducia nei prestiti[59] e, forse, anche con Federico da Montefeltro[59]. Preparato il complotto, questi fu
perpetrato il 26 aprile del 1478 durante la Santa Messa nel Duomo di Santa Maria del Fiore: Giuliano
rimase ucciso, mentre Lorenzo scampò alla morte. La vendetta di Lorenzo fu esemplare: i congiurati furono
tutti giustiziati, tra cui l'arcivescovo di Pisa Francesco Salviati, che venne impiccato sulle mura del
fiorentino Palazzo della Signoria[60]. Sisto, dal momento che uccidere un ecclesiastico equivaleva a essere
scomunicati dalla Chiesa, replicò con la scomunica contro Lorenzo (la bolla Ineffabilis et summi patris
providentia del 1º giugno 1478[3]) e due anni di guerra contro Firenze. La guerra contro Firenze fu un
insuccesso, perché nessuno degli altri "cripto-congiurati" intervenne per salvare il Papa. Da questa inutile e
dispendiosa guerra, Sisto fu paradossalmente salvato dalla conquista di Otranto da parte dei Turchi nel
1480: si giunse pertanto alla pace con Firenze il 3 dicembre del medesimo anno[61].
Papa Sisto IV, spinto sempre dal nipote Girolamo Riario intenzionato a crearsi un principato nell'Italia
centrale, prese parte alla lega del 1482 in cui Venezia e Genova strinsero un'alleanza contro il re di Napoli,
la Repubblica di Firenze, il duca di Milano, e di Ferrara[62]. Nella prima fase della guerra le truppe di
Venezia attaccarono il Ducato di Ferrara, conquistando il Polesine ed arrivando fin sotto le mura della città.
Il territorio dello Stato della Chiesa fu minacciato dal re di Napoli Ferdinando I, anche se le truppe
napoletane diedero uno scarso contributo alla causa della guerra[63]. Roberto Malatesta, comandante dei
Veneziani, scese in Lazio in aiuto dei soldati pontifici. Lo scontro decisivo avvenne nell'agro romano, nella
località denominata Campomorto (vicino ad Aprilia): il 21 agosto 1482, dopo sei ore di combattimento, le
truppe pontificie costrinsero i napoletani alla ritirata[25].
La morte
(LA) (IT)
Sisto IV, le cui condizioni di salute erano peggiorate nel corso dell'ultimo anno, morì il 12 agosto del 1484 a
causa di una febbre persistente[64]. La tomba, opera del genio di Antonio del Pollaiolo[65], fu posta
inizialmente, come ricorda il von Pastor, in una cappella fatta costruire apposta nell'antica basilica
vaticana[66]. Successivamente fu trasportata nelle grotte vaticane, dove si trova tuttora[67].
Il mecenatismo di Sisto IV
La monumentalizzazione di Roma
via dei Banchi, poi via Mercatoria o Floridia o Florea: dal cosiddetto "Canale di Ponte"
giungeva fino a S. Angelo in Pescheria passando per Campo de' Fiori;
la via Papalis raggiungeva il Campidoglio e il Laterano;
la via Recta (via dei Coronari) giungeva presso la chiesa della Maddalena fino alla via
Flaminia (via del Corso) e la nuova via sul prolungamento della nuova via Sistina (via Tor di
Nona e via Monte Brianzo) raggiungeva la Basilica di Santa Maria del Popolo da lui fatta
ricostruire.
A queste si aggiungevano altre vie, come il tracciato dell'attuale via dei Pettinari che, dal nuovo ponte da lui
fatto riedificare e che da lui prese nome[40], collegava Trastevere alla via Mercatoria, i mercati di Campo de'
Fiori e Piazza Navona[73]. Papa Sisto IV fece anche ricostruire la Basilica di San Vitale nel 1475[74].
La Cappella Sistina
La sua opera di restauro dell'Urbe culminò con la ricostruzione e con la parziale decorazione della Cappella
Palatina di Palazzo Apostolico che acquisì e divenne famosa nel mondo con il nome di Cappella Sistina,
alla quale furono chiamati artisti di grido come Mino da Fiesole, Sandro Botticelli, Domenico Ghirlandaio,
Pietro Perugino, Luca Signorelli e il Pinturicchio[75]. L'opera di restauro, iniziata su una cappella palatina
attestata per la prima volta nel 1368 e affrescata a suo tempo dal Giottino e da Giovanni da Milano, iniziò
nel 1477 e ciò fu dovuto al fatto che le principali cerimonie pontificie erano officiate in tale cappella[76]. Il
ciclo di decorazioni degli affreschi ad opera degli artisti sovra citati iniziò nel 1478, per poi continuare fino
ai primi anni '80, con un rallentamento dovuto alla guerra contro Firenze[77].
«Con la bolla Ad
decorem militantis
ecclesiae del 15
giugno 1475 Sisto
rifondava (o
riorganizzava, dato che
la sua creazione va
attribuita a Niccolò V)
la biblioteca pontificia,
assicurandone inoltre,
con atto di liberalità,
encomiato ovviamente
in modo abbondante
dai letterati, l'apertura
al pubblico. L'antica
biblioteca voluta dal
Parentucelli venne
quindi restaurata ed
ampliata...Sia i lavori di
restauro, di
riorganizzazione e di
ampliamento - da tre a
quattro sale - sia la
direzione della
biblioteca vennero
affidati all'umanista
Bartolomeo Platina»
Sempre per conto di Sisto IV, il Platina scrisse il Liber de vita Christi ac omnium pontificum, in cui
descrisse la figura di Paolo II nei termini più foschi[79]. Infine, oltre ai numerosi artisti che chiamò a Roma
per abbellirla, Sisto si segnalò anche come mecenate della musica, chiamando a Roma Josquin des Prez[80]
e fondando il coro della cappella Sistina[50]. Cercò infine di porre rimedio all'eccessiva lunghezza dell'anno
giuliano rispetto all'anno tropico (di 11' e 15" per anno) tentando di riorganizzare lo stesso Calendario
Giuliano, chiamando a Roma il matematico ed astronomo tedesco Regiomontano nel 1475[81]. La questione
tuttavia rimase aperta a seguito della morte del matematico nello stesso anno.
La successione apostolica è:
Pasquinate
Contro Sisto IV furono scritte diverse pasquinate, tra le quali la più
velenosa è la seguente:
Opere
Francesco della Rovere (Sisto IV), De Sanguine Christi, Friedrich Creussner, 1474,
SBN IT\ICCU\URBE\045882. URL consultato il 30 dicembre 2019.
Onorificenze
Gran Maestro dell'Ordine supremo del Cristo
Albero genealogico
Genitori Nonni Bisnonni Trisnonni
Leonardo della
Rovere
Sisto
Leone
IV Giovanni
Monleone
Monleone
Giovanni
Monleone
Luchina Monleone[89]
Caterina Cipolla
Note
Esplicative
1. ^ La diatriba verteva sul fatto, essenzialmente, che il sangue versato durante la Passione e
caduto per terra, avendo perso il suo legame con Cristo stesso (e quindi con Dio), è degno
non di adorazione ma di sola venerazione. La tesi di Giacomo della Marca fu controbattuta
da frate domenicano Giovanni Battista «che sosteneva il contrario, cioè che il [...] sangue
versato da Cristo aveva conservato la propria natura divina» nonostante fosse caduto a
terra. Cfr. l'articolo In un'antica mezza lira la vicenda della disputa sul Preziosissimo
Sangue.
2. ^ Anche l'Audisio, p. 259, nonostante la sua partigianeria nei confronti delle condotte non
apostoliche di certi pontefici, concluse con questa chiosa la politica nepotista di Sisto IV:
«Ma ad ogni modo, il papa si facea uomo, discendendo dalla presidenza della Chiesa al
casato». Stessa opinione è espressa da Gligora-Catanzaro, p. 207 quando affermano:
«Tenne il pontificato per tredici anni e diede priorità all'attività temporale e nepotista rispetto
a quella spirituale».
3. ^ Lorenzo il Magnifico temeva un eccessivo rafforzamento dello Stato Pontificio ai danni
della Repubblica fiorentina nel versante settentrionale di quest'ultima, cosa per cui osteggiò
i piani di Sisto IV e del nipote Girolamo. Guardasi la voce Lorenzo il Magnifico e la voce del
Dizionario biografico degli italiani curata da Ingeborg.
4. ^ Secondo altri va attribuito a Sisto IV il merito di aver effettivamente istituito la Biblioteca
Vaticana, cfr. Ruysschaert, pp. 513-524.
Bibliografiche
1. ^ Sisto IV e Savona.
2. Lombardi, Enciclopedia dei Papi.
3. Lombardi.
4. Audisio, p. 258.
5. ^ Anche il Moroni, p. 65 §1 ricorda tale impegno del padre.
6. ^ Platynae historici Liber de vita Christi ac omnium pontificum..., in RIS, III, 1, a cura di G.
Gaida, 1913-1932, p. 399; von Pastor, 1925, p. 435.
7. ^ Platynae historici Liber de vita Christi ac omnium pontificum..., cit., p. 399.
8. ^ von Pastor, p. 206.
9. Kelly, p. 421.
10. ^ Cronotassi dei ministri generali dell'Ordine dei Frati Minori, su francescodolciami.it
(archiviato dall'url originale il 10 dicembre 2014).
11. Miranda.
12. Rendina, p. 590.
13. Moroni, p. 66 §1.
14. ^ Gligora-Catanzaro, p. 207.
15. ^ Francesco della Rovere, De Sanguine Christi, anni '60-edito nel 1474.
16. ^ von Pastor, pp. 208-209.
17. ^ von Pastor, pp. 206-207.
18. von Pastor, p. 201.
19. ^ von Pastor, p. 199.
20. Rops, p. 215.
21. ^ Audisio, pp. 257-258.
22. ^ Onofrio Panvinio, Vite de Pontefici, Sisto IV; Fausto M. De Reguardati, La difesa dei Sacri
Palazzi affidata da Sisto IV ad Andrea da Norcia. Un precedente sconosciuto dell'istituzione
della Guardia Svizzera; (1986) - In: Archivio della Società romana di storia patria. vol. 109
(1986) pp. 49-56.
23. ^ Audisio, p. 263.
24. ^ Moroni, p. 67 §1.
25. Rendina, p. 591.
26. ^ Cfr. la biografia curata da Andenna.
27. ^ Bolognini-Flocchini.
28. ^ Moroni, p. 71 §2.
29. ^ Storia di Otranto.
30. Moroni, p. 67 §2.
31. ^ von Pastor, pp. 258-260; p. 269.
32. ^ Infessura, p. 81.
33. ^ Guadagnini, p. 14, n. 48.
34. ^ Gaetano Moroni, Dizionario di erudizione storico-ecclesiastica, vol. 3, p. 78
35. ^ da Decimo, p. 372.
36. ^ van den Haute, P. 73 §2.
37. ^ Moroni, 57, p. 68.
38. ^ Moroni, 54, p. 160.
39. Malou, p. 24 §1.
40. Rendina, p. 592.
41. ^ Manlio Sodi e Pietro Sorci, La dottrina dell’Immacolata nelle fonti liturgiche antiche
medievali (PDF), in PATH, n. 2, Pontificia Accademia Teologica, 2004, p. 464. URL consultato il
29 dicembre 2020 (archiviato il 29 dicembre 2020).
42. ^ (IT, FR) Camilla Cavicchi, Osservazioni in margine sulla musica per l’immacolato
concepimento della Vergine, al tempo di Sisto IV, in L’Atelier du Centre de recherches
historiques, n. 22, CRH - Centre de recherches historiques, 2020, DOI:10.4000/acrh.4386,
ISSN 1760-7914. URL consultato il 29 dicembre 2020 (archiviato il 29 dicembre 2020).
43. ^ Massimo Bergonzoni, il culto mariano e immaculista della monarchia di Spagna:
l'ambasciata romana di D. Luis Crespi de Borja (1659-1661) (PDF), CITCEM – Centro de
Investigação Transdisciplinar «Cultura, Espaço e Memória», 1º dicembre 2015, p. 54, ISBN :
978-989-8351-40-1. URL consultato il 29 dicembre 2020 (archiviato il 27 luglio 2020).
44. ^ Malou, p. 24 §2.
45. ^ Moroni, 59, p. 153: «Approvarono la recita del rosario e ne riconobbero istitutore s.
Domenico molti papi, come Sisto IV nel 1481 insieme alle confraternite del ss. Rosario...».
46. ^ Audisio, p. 266.
47. ^ Rendina, pp. 593-594.
48. Kelly, p. 422.
49. ^ Potestà-Vian, p. 289 sottolineano come Sisto IV, insieme a Pio II (1458-1464), sia stato tra
i più accesi fautori della monarchia papale contro ogni forma di conciliarismo.
50. Kelly, p. 423.
51. Andrea Zamometic, su treccani.it, 11 dicembre 2014.
52. ^ von Pastor, p. 392.
53. ^ Rops, pp. 215-216.
54. ^ Gligora-Catanzaro, p. 208.
55. ^ von Pastor, p. 229.
56. ^ Moroni, p. 74 §2.
57. Bastian Biancardi, Le vite de Re di Napoli, Raccolte succintamente con ogni accuratezza,
Napoli, F. Pitteri, 1737.
58. ^ Biancardi, p. 342.
59. Palazzo Medici-Ricciardi, La congiura dei Pazzi, su palazzo-medici.it, 11 dicembre 2014
(archiviato dall'url originale il 24 settembre 2015).
60. ^ Roscoe, pp. 74-78, vol. 2.
61. ^ Roscoe, pp. 124-125, vol. 2 e Lombardi.
62. ^ Bosisio, p. 367.
63. ^ Bosisio, p. 366.
64. ^ von Pastor, p. 387.
65. ^ Bona Castellotti.
66. ^ von Pastor, pp. 387-388.
67. Rendina, p. 594.
68. ^ Cfr. il saggio di Cantatore.
69. ^ Camiz, p. 51 §1.
70. ^ Moroni, 57, p. 75.
71. ^ Si veda il testo in latino della bolla in Tomassetti-Cocquelines, pp. 273-278.
72. ^ Cantore, p. 318.
73. ^ Bascià-Carlotti-Maffei-Capolino, p. 297.
74. ^ San Vitale.
75. ^ Cappella Sistina: «...il papa Sisto IV chiamò a lavorare nella Cappella famosi pittori
fiorentini, come Botticelli, Ghirlandaio, Cosimo Rosselli e Signorelli, nonché umbri, quali
Perugino e Pinturicchio».
76. ^ de Vecchi-Cerchiari, p. 271 §1-2.
77. ^ de Vecchi-Cerchiari, p. 271.
78. ^ de Lasala-Rabikauskas, p. 233.
79. ^ von Pastor, p. 449.
80. ^ Carrozzo-Cimagalli, p. 228.
81. ^ Regiomontano.
82. ^ Kelly, p. 422:
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Voci correlate
Della Rovere
Papa Giulio II
Rodrigo Borgia
Papa Paolo II
Biblioteca Apostolica Vaticana
Congiura dei Pazzi
Girolamo Riario
Bartolomeo Sacchi, detto il Platina
Pomponio Leto
Guerra di Ferrara (1482-1484)
Martiri di Otranto
Inquisizione spagnola
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