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Le città calviniste
Nelle piccole città calviniste della Svizzera, dove le organizzazioni pretendevano di
controllare la moralità privata dei fedeli, lo spirito persecutorio rischiava di diventare
più intenso di qualsiasi altra città. In cittadine come Ginevra e Zurigo, i peccati, i reati e
i cattivi costumi erano sotto l'occhio di tutti; vennero proibiti i balli, la musica, e
qualsiasi altra cosa che potrebbe portare al lusso o a una festosità troppo colorita; la
severa relazione tra padre e figlio divenne il rapporto dominante sia nell'ambito della
famiglia che in quello del governo ecclesiastico e cittadino. In quegli anni, si
incamminavano verso le città svizzere i profughi, gli esuli e i perseguitati degli altri
paesi; fra loro vi erano anche uomini che affermavano il diritto di professare
liberamente la fede, come Sebastiano Castellione che, nel 1544, Calvino fede
allontanare da Ginevra. Qualche anno più tardi le tensioni continuavano ad aumentare:
Michele Serveto, nel 1553, era ricercato dall'Inquisizione per aver pubblicato un libro
che negava il dogma della trinità; a Ginevra trovò soltanto il processo e il rogo.
I processi di Valladoil
In Spagna e in Italia la diffusione delle dottrine si limitò agli ambienti colti di alcune
città. A Venezia, a Firenze o Valladoil, le tendenze protestanti si erano sviluppate a
partire da una fonte umanistica ed erasmiana e avevano goduto di una relativa
tolleranza; tuttavia, giunse anche per loro il momento della persecuzione. Dopo
l'abdicazione di Carlo V divenne re il figlio Filippo II; a Valladoil furono scoperti alcuni
gruppi protestanti e, nel 1559, ne furono scoperti degli altri: un centinaio di persone
furono condannate e oltre trenta di essi furono messi al rogo (questo scandalo convolse
nobili, borghesi, e persino il vescovo di Toledo).
La sessualità sospetta
Nei paesi cattolici, a partire dalla metà del Cinquecento, cominciò un'epoca durante la
quale veniva soppresso tutto ciò che sembrava incompatibile con il nuovo modello
severo e ascetico di cristianità. Uno dei principali obbiettivi fu la vita sessuale; la
trasgressione sessuale diventò il modello per tutte le altre forme di trasgressione: sia il
Concilio di Trento che l'etica protestante affermarono che la sessualità era lecito
soltanto dentro il matrimonio o a fine procreativo. Il peccato della carne diventò il
peccato per eccellenza e sulla sessualità cadde una cortina di tristezza e repulsione.