Sei sulla pagina 1di 4

Angioni Federica VF

Le galassie e l'Universo

1. Le galassie nell'Universo Le galassie sono sistemi formati da miliardi di stelle, polveri e gas, tenuti insieme dalla forza di gravit. Ogni galassia quindi un sistema autogravitante distante milioni di anni luce da quelli circostanti. Anche se sono molto grandi, difficilmente le galassie sono osservabili a occhio nudo a causa della loro distanza dalla terra; si riconoscono a occhio nudo solo la galassia di Andromeda e le due Nubi di Magellano, mentre tutte le stelle che possiamo vedere appartengono alla nostra Galassia, la Via Lattea. Le galassie sono corpi molto complessi che possono avere forma e dimensioni molto diverse, e all'interno di una stessa galassia posso coesistere stelle in fasi evolutive diverse. Nel grande spazio fra una stella e l'altra si trovano particelle di gas rarefatti e polveri cosmiche, costituite di atomi, ioni e molecole di varia natura, che formano il mezzo interstellare; pu capitare che tali particelle si addensino creando nubi molecolari, nubi di idrogeno atomico, nubi di gas ionizzati o nubi polverose, che rendono pi difficile l'osservazione delle stelle pi lontane e del cielo. Le galassie distano l'una dall'altra 2 o 3 milioni di anni luce e in alcuni casi sono abbastanza vicine da risentire di una reciproca attrazione gravitazionale. Si formano cos sistemi pi ampi, detti ammassi di galassie. La Via Lattea, assieme ad Andromeda, alle Nubi di Magellano e a una ventina di altre galassie, fanno parte di un ammasso chiamato Gruppo Locale. Gli ammassi spesso sono organizzati in sistemi pi complessi: i superammassi. LA CLASSIFICAZIONE DELLE GALASSIE Le galassie vengono classificare in base alla forma e alle dimensioni. In base alla forma si possono distinguere tre tipi principali di galassie: Galassie ellittiche: si presentano come chiazze di luce a forma di sfera o uovo, in cui le stelle sono distribuite in modo abbastanza regolare e la densit stellare molto elevata. La maggior parte delle stelle sono stelle rosse in fase avanzata e a causa dell'assenza di nebulose di gas molto improbabile che si formino stelle nuove. La massa di queste galassie pu variare; Galassie a spirale: presentano un rigonfiamento al centro, nel quale sono presenti le stelle pi vecchie, circondato da un alone sferoidale e da un disco appiattito in rotazione. Il disco appiattito composto da stelle in formazione e stelle giovani, polveri e gas, da cui si originano bracci a spirale. Dimensione e massa variano; Galassie irregolari: non hanno una forma geometrica definita, solitamente la forma quella di una nebulosa allungata, e sono poco frequenti. In queste galassie sono presenti stelle molto giovani e numerose quantit di gas e polveri, distribuite disordinatamente; di conseguenza intensa l'attivit di formazione di nuove stelle. A prescindere dalla forma, alcune galassie presentano particolari caratteristiche. Le galassie definite attive emettono radiazioni nel campo del visibile o dell'infrarosso o dell'ultravioletto. Queste emissioni cos intense non possono essere attribuite solo alle stelle delle galassia, per cui si pensa che nelle galassie si verifichino particolari fenomeni esplosivi e turbolenti. Secondo alcuni studiosi, l'attivit delle galassie attive dipende dalla presenza al centro di un buco nero: la caduta di materia nel buco nero provocherebbe l'emissione di energia e onde radio, e un'intensa variazione di luminosit. Tra le galassie attive vanno incluse le radiogalassie che emettono radiazioni molto intense nel campo delle onde radio e presentano fenomeni turbolenti come getti di materia. Le radiogalassie sono spesso galassie ellittiche. Galassie attive sono anche i quasar, ovvero corpi molto luminosi situati ai limiti dell'Universo osservabile. Essendo visibili nonostante una cos grande distanza, i quasar devono avere una luminosit enorme e di natura sconosciuta. 2. Le galassie in movimento Ogni galassia presenta un moto di rotazione intorno al suo nucleo centrale e un moto di traslazione, insieme alle altre galassie che fanno parte dello stesso ammasso. Poich la distanza tra le galassie relativamente ridotta, nel loro moto di traslazione, le galassie possono entrare in collisione; tali collisioni galattiche, per, non implicano una vera interazione tra le stelle, le quali sono molto distanti l'una dall'altra. Le collisioni, invece, coinvolgono il materiale interstellare, e quindi polveri, gas e nebulose. Gli effetti delle collisioni possono essere vari: le galassie possono deformarsi, disgregarsi parzialmente, o fondersi, producendo movimenti di materia e formazione di nuove stelle nelle zone di contatto. La forza responsabile del moto delle galassie la forza gravitazionale. Tuttavia, essendo il moto delle galassie troppo veloce
ASTRONOMIA E ASTROFISICA

Angioni Federica VF

Le galassie e l'Universo

rispetto ai valori ottenuti applicando la forza di gravit, si supposta la presenza di una quantit di materia maggiore di quella osservata; questa materia, definita materia oscura, non pu essere osservata poich non assorbe e ne emette radiazioni. Secondo alcuni studiosi, la materia oscura potrebbe essere composta da miriadi di stelle poco luminose e di piccola massa, oppure da buchi neri; secondo altri, potrebbe invece essere composta da neutrini, ossia particelle di piccolissima massa prive di carica. Si tratta, comunque, di ipotesi, per cui il problema della massa mancante ancora aperto. 3. La nostra galassia: la Via Lattea La nostra galassia una galassia a spirale e ha la forma di un disco molto appiattito, con diversi bracci; proprio per questa forma, le stelle appaiono concentrate lungo il piano principale della Galassia. La Via Lattea contiene circa 100miliardi di stelle, ha un diametro di circa 100mila al e uno spessore medio di 5mila al. Nella zona centrale presente un rigonfiamento, detto il nucleo galattico, nel quale probabilmente presente un buco nero, e nel quale la densit stellare molto elevata (si tratta di stelle molto vecchie), mentre polveri e gas scarseggiano. Oltre il nucleo si estende il disco galattico, dal quale partono alcuni bracci, tra cui il Braccio di Orione, dove si trova il Sistema Solare; nei bracci, inoltre, sono presenti molte nebulose; nel disco sono presenti stelle relativamente giovani e stelle in via di formazione. Intorno al disco si osserva un alone quasi sferico, costituito da stelle vecchie, molto spesso raggruppate in ammassi. Il Sole si trova in posizione periferica nel braccio di Orione, dove si formano numerose stelle di seconda generazione. La posizione del Sistema Solare nella nostra Galassia particolarmente favorevole: in questa regione la densit stellare abbastanza bassa, per cui i grandi spazi vuoi proteggono il Sistema solare dagli effetti di collisioni o altri eventi catastrofici che coinvolgono altre stelle; inoltre la nostra una zona ricca di elementi chimici pesanti senza i quali la vita sulla Terra non si sarebbe potuta sviluppare. Nella Via Lattea si osservano molti ammassi stellari, insiemi di stelle generati da una stessa nube che si muovono in modo compatto. Esistono due tipi di ammassi: Ammassi aperti: hanno una forma irregolare e posso contenere da poche decine a migliaia di stelle, disperse in uno spazio molto ampio. In questi ammassi la materia stellare molto abbondante, e sono presenti stelle giovani (e quindi stelle con un alta percentuale di elementi chimici pesanti). Tra questi ammassi ricordiamo le Pleiadi (circa 500 stelle giovani e calde), le Iadi (circa 200 stelle di colore rossastro) e il Presepe (un ammasso poco luminoso che dista dalla Terra 525 al) Ammassi globulari (nella nostra galassia sono noti circa 150 ): sono molto densi, ovvero contengono un numero molto elevato di stelle in uno spazio relativamente ridotto. La maggior parte di essi sono composti da giganti rosse (e quindi stelle di prima generazione prive di elementi pesanti), mentre scarseggia la materia interstellare. Nella Via Lattea, le stelle si muovono intorno al centro galattico ciascuna su una propria orbita, con velocit diversa dalle altre. Il Sole con il Sistema Solare si muove a circa 250 k/s e completa un giro in circa 200milioni di anni; l'intera Galassia si muove nel suo ammasso con una velocit di circa 500 k/s. Mediante lo studio dei movimenti nella nostra Galassia, si scoperto che anche in essa presente una grande quantit di materia oscura. 4. Il red shift delle galassie e la scoperta dell'espansione dell'Universo Le galassie producono spettri di assorbimento le cui righe sono sempre spostate verso il rosso. Tale fenomeno, definito red shift, viene spiegato attraverso l'effetto Doppler, e indica che le galassie si stanno allontanando dalla nostra Galassia. Si dimostrato che lo spostamento delle righe spettrale e tanto pi marcato quanto pi la galassia lontana dal Sistema Solare, e che le galassie pi lontane si allontanano pi velocemente. Il movimento di allontanamento delle altre galassie detto moto di recessione e la relazione tra tale moto e la distanza della galassia dalla Terra espressa dalla legge di Hubble: v= Hd (H = costante di Hubble) Utilizzando tale legge, inoltre, si pu verificare che l'allontanamento rilevato uniforme a prescindere dalla direzione presa in considerazione, per cui sembra quasi che la nostra Galassia si trovi al centro del sistema in espansione. Tuttavia, non essendo la Via Lattea al centro dell'Universo, si deve ritenere che il fenomeno di allontanamento interessi tutto l'Universo, per cui le galassie si allontanano non solo dalla nostra Galassia, ma si allontanano le une dalle
ASTRONOMIA E ASTROFISICA

Angioni Federica VF

Le galassie e l'Universo

altre. Dalla scoperta di Hubble si deduce, infine, che le dimensioni dell'Universo stanno aumentando: esso dunque, in continua espansione, e la rapidit con cui si espande espressa dalla costante di Hubble, il cui valore , comunque, muta nel tempo. 5. Le ipotesi cosmologiche Per spiegare l'origine dell'Universo sono state formulate due ipotesi cosmologiche fondamentali, in base alle quali sono stati elaborati due modelli della struttura dell'Universo: Ipotesi dello stato stazionario. Secondo tale ipotesi l'Universo uniforma nello spazio e nel tempo, per cui non ha un inizio preciso e non muta nel tempo. Per spiegare il moto di recessione, gli studiosi che sostengono tale ipotesi ammettono la formazione continua di nuova materia: nuove galassie prendono il posto delle galassie che si sono allontanate, facendo in modo, quindi, che l'Universo mantenga la stessa densit. Tale ipotesi, comunque, non ebbe grande successo un quanto viola il principio della conservazione della materia; Ipotesi del big bang. Secondo tale ipotesi l'Universo si formato in seguito a un'esplosione, a partire da una singolarit con densit e temperatura infinite. L'esplosione primordiale avrebbe generato non solo tutta la materie presente nell'Universo, ma anche le quattro forze fondamentali (forza gravitazionale, elettromagnetica, di interazione nucleare forte, di interazione nucleare debole), lo spazio e il tempo. Dall'esplosione, inoltre, avrebbe preso avvio l'espansione che ancora continua. 6. L'origine dell'Universo secondo la teoria del big bang Il modello che i cosmologi utilizzano per descrivere le modalit di creazione della materia e le evoluzione dell'Universo dopo il big bang detto modello standard. Secondo tale modello il momento in cui si originato l'Universo detto tempo zero (15-20 miliardi di anni fa). Gli studiosi sono riusciti a ricostruire teoricamente quanto accaduto a partire da 10^ -43 s dopo il tempo zero, mentre impossibile sapere cosa sia accaduto tra 0 e 10^ -43 s. Durante tale intervallo, denominato era di Plank, l'Universo era una singolarit, ovvero un sistema che non pu essere descritto con leggi fisiche e per il quale impossibile parlare di tempo e spazio. Al termine dell'era di Plank l'Universo doveva avere dimensioni infinitesimali, una temperatura di 10^33 K e le forze fondamentali erano riunite in un unica superforza. Successivamente l'Universo inizi a espandersi a velocit rapidissima e in meno di 1s cominciarono a formarsi le particelle della materia pi semplici, mentre la densit e le temperatura diminuivano vertiginosamente: poco pi di 1 secondo dopo il big bang la temperatura era scesa a 10miliardi di kelvin ed erano presenti protoni, elettroni, neutroni e fotoni, mentre la densit era 380mila volte superiore a quella dell'acqua. Nei tre minuti successivi la temperatura scese a valori dell'ordine di 1 miliardo di kelvin e iniziarono le prime reazioni di fusione nucleari tra protoni: si formarono cos nuclei atomici di deuterio, di elio e piccole percentuali di elementi pi pesanti. Questa fase di nucleosintesi non dur a lungo: 4 minuti dopo il big bang l'Universo divenne troppo freddo per innescare nuove fusioni nucleari e la sua composizione non pot modificarsi ulteriormente. Nei 300mila anni successivi prosegu l'espansione, conseguente all'esplosione iniziale, ma a una velocit minore rispetto alla fase iniziale. Dopo 300mila anni, la temperatura si ridusse fino a circa 3mila kelvin, tanto da permettere la formazione di atomi. L'Universo a questo punto divenne trasparente e le radiazioni luminose cominciarono a muoversi liberamente percorrendo lunghi tragitti. Con il trascorrere del tempo la temperatura diminu ulteriormente. 2-3 milioni dopo il big bang cominciarono a formarsi le nebulose di gas, e in esse si avviarono processi di condensazione che culminarono nella formazione delle protogalassie. Le prove a favore del big bang Attualmente le prove che sostengono la teoria del big bang sono tre. La prima prova il red shift, ovvero il moto di recessione delle galassie. La seconda prova l'analisi delle percentuali di idrogeno e elio nell'Universo attuale. La materia appare costituita per il 75% da idrogeno e per circa il 25% da elio; se non si fosse verificato il big bang, tutto l'elio presente nell'Universo deriverebbe dalle reazioni nucleari delle stelle. Tuttavia la quantit di elio attualmente presente nell'Universo risulta troppo elevata rispetto alle previsioni e uniforme ovunque: ci in accordo
ASTRONOMIA E ASTROFISICA

Angioni Federica VF

Le galassie e l'Universo

con l'ipotesi che l'elio si sia formato nell'Universo primordiale, prima della nascita delle stelle e delle galassie. La terza prova, nonch la pi convincente, l'esistenza della radiazioni cosmica di fondo, scoperta da due studiosi che eseguivano ricerche finalizzate a misurare l'intensit delle onde radio emesse dalla nostra galassia. Durante le loro ricerche captarono un rumore persistente che, inizialmente, li indusse a correggere il loro strumento di lavoro, poich credevano che questo fosse difettoso. Tuttavia si accorsero ben presto che questo rumore persisteva e proveniva uniformemente da tutte le direzioni del cielo: in realt si trattava di radiazioni elettromagnetiche a bassa energia. Ulteriori ricerche teoriche portarono gli studiosi ad avanzare l'ipotesi che tali radiazioni fossero una radiazione fossile residua del big bang. Secondo tali ricerche, la radiazione fossile sarebbe costituita da fotoni prodotti in seguito al big bang che avrebbero percorso l'Universo in espansione fino a noi. Durante il loro viaggio a causa dell'effetto Doppler si sarebbero trasportati in onde radio. Ulteriori studi hanno portato ad altre scoperte: la radiazione cosmica di fondo presenta lievi variazioni di intensit nelle diverse direzioni dello spazio, a dimostrazione del fatto che la materia nell'Universo primordiale non era distribuita in modo perfettamente omogeneo. LE POSSIBILI EVOLUZIONI DELL'UNIVERSO Attualmente l'Universo si sta espandendo, per cui non rimane che chiedersi quale sar il suo destino. Gli astronomi ritengono che per capire quale sar l'evoluzione dell'Universo bisogna prendere in considerazione la sua densit. Questa, infatti, dipende dalla quantit di materia presente che, a sua volta, determina l'intensit della forza gravitazionale. L'attrazione gravitazionale che agisce tra le galassie importante, perch l'unico fattore che pu impedire l'espansione dell'Universo. Dal punto di vista teorico, si prospettano tre destini per l'Universo: 1. Se la densit dell'Universo sufficiente per generare una forza gravitazionale in grado di fermare la spinta dell'espansione, l'Universo cesser di espandersi. Il collasso che avverrebbe in questo caso detto big crunch. Un universo che si espande per poi contrarsi un universo chiuso e nessun modello in grado di prevedere cosa avverr in seguito al collasso. Secondo alcuni si ripeter il big bang e l'Universo continuer ad alternare espansione e collasso ciclicamente; 2. Se, invece, la densit dell'Universo troppo piccola e non genera una forza gravitazionale sufficiente per impedire all'espansione di durare per sempre, le galassie si allontaneranno sempre di pi e le stelle con il passare del tempo si esauriranno fino a spegnersi. L'universo, che in questo caso sarebbe aperto, diventer sempre pi freddo, oscuro e vuoto; 3. Se la forza gravitazionale non sar sufficiente per causare una contrazione, ma riuscir a contrastare l'espansione tanto da rallentarla sempre pi senza causare un collasso, si avr un universo che viene chiamato piatto. Per capire quale delle tre ipotesi pi plausibile, necessario determinare l'intensit della forza gravitazionale. A tale proposito i metodi sono due: innanzitutto si pu provare a verificare se attualmente l'espansione rallenta, misurando il red shift delle galassie; in secondo luogo si pu cercare di stimare la densit dell'Universo attuale. Tale stima, tuttavia, risulta molto difficile poich nell'Universo presente una grande quantit di materia oscura.

ASTRONOMIA E ASTROFISICA

Potrebbero piacerti anche