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L'abolizione feudalesimo
Presa della Bastiglia (14 luglio 1789)
del
Dopo la Presa della Bastiglia i disordini popolari proseguirono in altre citt, ma soprattutto nelle campagne. I contadini erano esasperati: sebbene il raccolto pareva essere abbastanza buono, gli effetti della crisi si facevano ancora sentire; per di pi essi erano ancora sotto il giogo feudale. A questo punto i contadini si rifiutarono di pagare le decime ecclesiastiche e le tasse ai nobili, attaccarono i castelli, bruciarono gli archivi dei diritti feudali, e uccisero chiunque provasse a opporsi a loro. La rivolta contadina, che coinvolse centinaia di migliaia di persone, era ormai ingovernabile, per cui l'Assemblea Costituente dovette prendere rapide decisioni per evitare il degenerare della situazione: durante la notte tra il 4 e il 5 agosto 1789, l'Assemblea abol immediatamente i diritti feudali, le decime, le esenzioni fiscali e la giustizia signorile. La Nobilt e il Clero dovettero rendersi conto che era ormai tramontata un'epoca storica: l'Ancien Rgime era stato oltrepassato, i nobili non avevo pi esclusivi privilegi, furono cancellati i diritti di bassa giustizia e tutti i residui delle corves e della
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Angioni Federica IV
servit. Tuttavia, l'abolizione dei diritti che gravavano sulle terre, risult pi difficile: infatti, i signori, che volevano continuare a salvaguardare i propri interessi economici, non volevano abolire il diritto di propriet e cambiare quelli che erano gli arcaici metodi di pagamento. I contadini, quindi, avrebbero dovuto riscattare in denaro i loro obblighi. Essi, invece, cessarono di pagare censi e riscatti, da cui, pi tardi, furono liberati anche formalmente. Queste decisioni rafforzarono la posizione del Terzo Stato all'interno dell'Assemblea: esso, infatti, ormai controllava sistematicamente gli altri ordini.
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il regime avrebbero perso tutti i consensi dei gruppi finanziari. D'altra parte era impossible aumentare le entrate fiscali per risanare il debito in poco tempo. Si decise allora di intervenire confiscando tutte le terre del clero e utilizzando il ricavato per risanare i gravosi debiti; si stimava di raccogliere 3 miliardi di lire, circa due terzi del debito. Prima dell'inizio delle vendite vennero emessi titoli di credito pubblico a un tasso d'interesse del 5%, detti assegnati, che sarebbero serviti a rimborsare il debito. Questi, sebbeno apparissero come prestiti forzosi, erano garantiti dal fatto che potevano essere utilizzati per acquistare quote dei beni ecclesiastici nazionalizzati: chiunque desiderava comprare dei beni nazionali doveva comprare degli assegnati dallo Stato il quale, quindi, entrava in possesso di moneta. Una volta effettuata la vendita, gli assegnati, ritornati nelle mani dello Stato, dovevano essere distrutti. In questo modo lo Stato veniva in possesso della moneta prima ancora di vendere i beni. Con il passare del tempo, per, gli assegnati iniziarono ad essere utilizzati non solo nei pagamenti tra stato e privati, ma anche in quelli fra privati. L'assegnato, quindi, fin per divenire una vera e propria cartamoneta. Il 2 novembre 1789 venne quindi votata la legge sulla nazionalizzazione dei beni del clero; questa legge venne accolta favorevolmente dalla popolazione, in particolare dalla borghesia, alla quale venne venduto gran parte dell'immenso patrimonio terriero (circa il 6-10%). La nazionalizzazione, per, cre tensione fra l'Assemblea e la Chiesa cattolica, e la situazione si aggrav ulteriormente dopo che, il 13 febbraio 1790, i deputati decisero di sciogliere tutti gli ordini religiosi che non erano dediti all'assistenza e all'insegnamento. A questo punto, il 12 luglio, venne approvata la legge denominata Costituzione civile del clero. Questa ridusse le diocesi vescovili da 130 a 83, e fece si che i parroci, privati delle decime, ricevessero uno stipendio dallo Stato e fossero sottoposti al rigido controllo la loro attivit. Tuttavia, l'elemento chiave di questa legge era rappresentata dal fatto che d'ora in poi i parroci e i vescovi sarebbero stati eletti dal corpo elettorale dei cittadini attivi senza alcun intervento da parte del papa. Questa riforma venne imposta senza la convocazione di un concilio nazionale: da ci ne consegu la condanna ufficiale della rivoluzione da parte del pontefice e lo scisma della chiesa. Il clero si suddivise in preti giurati o costituzionali, che giurarono fedelt alla costituzione, e preti refrattari, che Assegnato invece si schierarono contro.
Fonti:
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Angioni Federica IV
http://it.wikipedia.org/wiki/Assemblea_Nazionale_Costituente http://it.wikipedia.org/wiki/Dichiarazione_dei_diritti_dell'uomo_e_del_cittadino
http://it.wikipedia.org/wiki/Assegnato http://it.wikipedia.org/wiki/Rivoluzione_francese#Dagli_Stati_Generali_all.27Asse mblea_Nazionale libro di testo: LA CONOSCENZA STORICA 2, edizione scolastica Bruno Mondadori, editori: A. De Bernardi e S. Guarracino