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LE CAUSE DELLA RIVOLUZIONE E IL 1789

ALLORIGINE DEL MONDO CONTEMPORANEO Nonostante la Francia del 700 fosse caratterizzata
dallIlluminismo e dal movimento riformatore, fu impossibile intraprendere qualunque riforma.
Nonostante la presenza dellassolutismo, la monarchia, abbastanza odiata, fu incapace di imporre ai
ceti dominanti, il clero e la nobilt, una riduzione dei propri privilegi. Questa irriformabilit del
sistema francese fu la causa della crisi rivoluzionaria alla fine del 700, che ne decret la fine. La
rivoluzione francese ebbe ripercussioni anche al di fuori della Francia, infatti fiss per tutta la civilt
europea lo spartiacque tra Ancien Regime e modernit, oltre che un laboratorio di ipotesi e modelli
politici destinati a sopravvivere anche dopo la rivoluzione. La rivoluzione francese, a livello politico, si
colloca allorigine della storia contemporanea.
LA FRANCIA ALLA MET DEL SETTECENTO Con i suoi 26 milioni di abitanti la Francia era, alla met del
XVIII secolo, lo stato pi popoloso del continente, con uneconomia florida e una vita intellettuale che
faceva di Parigi la capitale culturale europea. Ma aveva dei limiti che ne condizionavano la stabilit e
lo sviluppo: strutture sociali antiquate (privilegi, vincoli alla libert di commercio, regolamenti
corporativi) che ostacolavano lo sviluppo economico e sociale; il crescente debito dello stato,
dovuto a spese amministrative, militari, burocratiche e a un sistema fiscale inefficiente; la fragilit
della coesione sociale, per linsoddisfazione diffusa nei vari ceti: nobilt e clero che si sentivano
minacciati dal re, la borghesia imprenditoriale e commerciale che non vedeva riconosciuto alcun peso
politico proporzionato al ruolo economico, il popolo che scoppiava in rivolte a causa del peso della
miseria e dei diritti signorili.
LASSOLUTISMO SENZA RIFORME La Francia avrebbe dovuto attuare delle riforme profonde e incisive,
ma fu proprio a questo punto che emerse la contraddizione di un potere politico assolutistico ma
debole. Formalmente, la Francia fu il luogo in cui lassolutismo si era affermato maggiormente, in
quanto il potere del sovrano non era regolato da limiti costituzionali e la burocrazia era estesa e
articolata in ogni parte del Regno. Ma lassolutismo si era costruito moltiplicando a ogni livello
prebende, benefici, privilegi, uffici e cariche, fino a che il potere regio si era legato alla burocrazia e
alla nobilt (spada e toga). Quando si tratt di attuare una politica riformatrice su questi privilegi,
la monarchia si trov priva di consenso e forza reale, incapace di riformarsi. Contemporaneamente
lassolutismo era soggetto agli attacchi di innovatori e degli illuministi, che contestavano il dispotismo
rivendicando diritti e libert costituzionali.
IL RE E I PARLAMENTI La debolezza della monarchia emerse nel conflitto che la oppose ai parlamenti,
le antiche istituzioni giudiziarie (tribunali che giudicavano cause importanti e registravano gli editti
del re, avanzando anche rimostranze nel caso non li condividessero). Il loro parere era consultivo,
perci il re poteva decidere di emanare lo stesso convocando i letti di giustizia, particolari sedute del
parlamento di Parigi. Nella seconda met dell800, iniziarono per a rivendicare il diritto di giudicare la
legittimit degli editti. I 13 parlamenti (Parigi+provinciali) costituivano un forte gruppo di pressione,
erano costituiti per lo pi da una nobilt di toga decisa a difendere i propri privilegi fiscali e di ceto.
Presentandosi come paladini della libert, ottenevano spesso il consenso di intellettuali e cittadini.
Alcuni illuministi, tra cui Diderot e Montesquieu, vedevano in essi lunica difesa contro lassolutismo,
poich gli Stati generali non venivano riuniti dal 1614.
LINEFFICIENZA DEL SISTEMA FISCALE Le principali questioni di scontro fra re e parlamenti
riguardavano la finanza e la fiscalit. Di fronte al crescente debito pubblico, lunica soluzione erano
forti prelievi fiscali per ridurre progressivamente il debito, il ricorso e gli interessi sui prestiti. Oltre la
met delle entrate proveniva dalle imposte indirette sui consumi e non si potevano mettere ulteriori
tasse sul popolo, perci lunica soluzione era ridurre le immunit fiscali di nobilt e clero. Ci fu
impossibile a causa di proteste, alle quali il sovrano si piegava, licenziando i ministri riformatori. I
ministri delle finanze del re tentarono di tassare il clero ripetutamente, trasformando in imposta il
dono gratuito che versava come contributo spontaneo allo stato, in tempi e quantit definiti volta
per volta. Tentarono di introdurre il catasto degli immobili, ridurre gli arbitri e la corruzione dei
fermiers (finanzieri che avevano in appalto la riscossione delle tasse). La Francia, cos, appariva
davvero irriformabile.

LA CONVOCAZIONE DEGLI STATI GENERALI La situazione peggior nel 1787-88 con la rivolta
nobiliare, che condusse alla convocazione degli Stati generali e alla rivoluzione. Di fronte alla
situazione della finanza pubblica e al rischio della bancarotta, il sovrano Luigi XVI approv
lintroduzione di una imposta fondiaria unica. Il parlamento di Parigi si rifiut di registrare leditto e
lo esili. Ma le proteste e i tumulti scoppiati a difesa dei magistrati e contro lassolutismo, indussero
Luigi XVI, alla fine del 1787, a richiamare il parlamento. Nellestate del 1788 il fatto si ripet poich il
parlamento si rifiuto di autorizzare un prestito richiesto dal re. Ma ancora una volta il re, a causa delle
proteste, dovette tornare indietro, reintegrando il parlamento e convocando gli Stati generali per il 1
maggio 1789.
LA FRANCIA IN FERMENTO In preparazione della riunione degli Stati generali una tensione e un
fermento si diffusero in Francia. Vennero mandati al sovrano circa 60mila Cahier de dolances,
lamentele e suppliche da parte dei borghesi e dei cittadini, i quali avanzavano le proprie richieste e
proteste contro privilegi, imposte e abusi al re. Articoli e discussioni infiammarono lopinione pubblica
nellinverno 1788-89. Ebbe un enorme successo lopuscolo Che cos il Terzo stato? di Sieyes. Quello
che porter sar la trasformazione degli Stati generali in assemblea delle nazioni, e di conseguenza la
fine dellAncien Regime.
GLI STATI GENERALI: VOTO PER TESTA O VOTO PER ORDINE? La riunione degli St.g. (Versailles, 5
maggio 1789) era dominata da un equivoco di fondo: il sovrano voleva utilizzare la riunione per
imporre si privilegiati la sua volont in campo fiscale, laristocrazia voleva dare un colpo definitivo
allassolutismo e tutelarsi, la borghesia e molti aristocratici innovatori pensavano che fosse linizio di
un processo che avrebbe portato a una monarchia moderata in senso costituzionale. Questo equivoco
venne a galla su una questione procedurale: si sarebbe dovuto votare per ordine o per testa? La
questione aveva un grande significato politico, poich il voto per ordine assicurava ai privilegiati la
maggioranza, mentre il voto per testa avrebbe dato un risultato casuale, dato che il Terzo stato aveva
molti alleati negli altri ordini. Chi era a favore per il voto per ordine si appoggiava a una concezione
della rappresentanza tipica dellAncien Regime, la quale sosteneva che la volont individuale conta
solo allinterno del proprio ordine. La richiesta del voto per testa interpretava implicitamente gli St.g.
come unassemblea rappresentativa del popolo, come insieme di individui.
LASSEMBLEA NAZIONALE COSTITUENTE Dopo alcune settimane il Terzo stato, su consiglio di Sieys
(clero, ma eletto dal Terzo stato) si autoproclam Assemblea nazionale (17/06). Dal punto di vista
giuridico e simbolico, la rivoluzione era iniziata: lo schema degli ordini veniva rotto e si affermava la
dominanza di unassemblea di rappresentanti legittimi del popolo. Il sovrano fece chiudere il locale
dove si svolgeva la riunione e i deputati si trasferirono nella sala della pallacorda e giurarono di non
separarsi pi e riunirsi ovunque lo richiedessero le circostanze finch non si fosse redatta e pubblicata
una Costituzione (20/06), il giuramento della pallacorda. Molti deputati della nobilt e del clero si
schierarono coi ribelli e il sovrano dovette arrendersi e gli altri rappresentanti furono obbligati a
partecipare allassemblea, che si proclam il 7 luglio Assemblea nazionale costituente.
1789: LA PRESA DELLA BASTIGLIA E LA RIVOLTA NELLE CAMPAGNE Luigi XVI chiam le truppe a
Versailles e a Parigi si diffuse lidea della preparazione di una soluzione di forza contro lAssemblea,
dove il malcontento era forte per il rincaro del prezzo del pane a causa del cattivo raccolto. La notte
dell11 luglio scoppi linsurrezione di operai e artigiani, ma guidata politicamente da borghesi e
aristocratici innovatori. Si form la Guardia nazionale (milizia popolare) guidata dal marchese di La
Fayette, che partecip anche allindipendenza americana. Il 14 luglio 1789 venne espugnata la
Bastiglia, dove erano rinchiusi i detenuti politici, simbolo dellassolutismo. I ribelli iniziarono a
controllare Parigi e il re ritir le truppe. Dopo Parigi, anche altre citt insorsero, istituendo Guardie
nazionali e municipalit. I fatti pi importanti e inaspettati si verificarono a partire dal 20 luglio con
una rivolta contadina, che cre unondata di panico (la grande paura): si crearono voci di vendette
nobiliari, massacri e razzie. I contadini armati, assalirono gli uffici delle imposte, castelli e abbazie,
bruciarono registri catastali e archivi dei tribunali in cui erano contenuti i terrier, documenti di
propriet che fissavano tributi e prelievi.
LABOLIZIONE DELLA FEUDALIT Lintervento dei contadini nella rivoluzione ne acceler il processo. I
deputati dellAssemblea cercarono di dare alla rivolta uno sbocco politico per controllarla ed evitare

lintervento del re. In questo contesto avvenne labolizione della feudalit (decisa il 4 agosto
1789, convertita in decreto l11), i cui promotori furono il visconte di Noailles e il duca di Aiguillon, il
clero e la borghesia si resero conto che non era possibile tenere in vita un ordine sociale
anacronistico. Il decreto prevedeva: labolizione senza indennit dei diritti di servit personale
(corves); labolizione con riscatto di canoni e censi, ossia prelievi derivanti dalla propriet signorile;
labolizione delle decime; labolizione della venalit delle cariche pubbliche; la cancellazione di
immunit fiscali e privilegi per citt, comuni e province; il libero acceso alle cariche ecclesiastiche,
civili e militari.
LA DICHIARAZIONE DEI DIRITTI Questo decret colp la societ fondata su ordini e privilegi poich apr
la strada allaffermazione delluguaglianza giuridica, formulata nella Dichiarazione dei diritti
delluomo e del cittadino (26 agosto 1789). Essa sanciva i diritti fondamentali (libert, propriet,
sicurezza), luguaglianza davanti alla legge, la separazione dei poteri e la sovranit popolare. Aveva
grande importanza politica e valore simbolico poich segnava una rottura col passato e linizio di un
nuovo modo di pensare.

LA FASE MONARCHICO-COSTITUZIONALE (1789-92)


CHI FURONO I PROTAGONISTI DEL 1789? La rivoluzione inizi come una rivolta nobiliare contro
l'assolutismo, ma nel giro di pochi mesi coinvolse il clero e la nobilt riformatrice, la borghesia, il
popolo di Parigi, i contadini. Questo fa intravedere la complessit delle motivazioni storiche della
rivoluzione, le cui cause non possono essere ridotte a un unico schema. I gruppi dirigenti che
guidarono la rivoluzione in questa prima fase, non avevano obiettivi coincidenti, ma condividevano
un'esigenza di modernizzazione che si era tradotta in una forte coscienza politica. Questa
maturazione della societ civile trasform la vecchia assemblea nel laboratorio di un nuovo ordine
politico. Bisogna sottolineare che la monarchia fu incapace di gestire questo processo.
emblematico di questo atteggiamento il ricorso a strumenti di rappresentanza arcaici, come gli Stati
generali. Di fronte alla loro trasformazione il re non riusc a capire che era necessario confrontarsi con
una nuova situazione.
IL DIBATTITO SULLA COSTITUZIONE Dopo aver assunto grossi provvedimenti, i deputati si
impegnarono nel dibattito circa il futuro dello stato francese e la nuova Costituzione. Per i deputati
di orientamento pi moderato (i monarchiens), la rivoluzione aveva gi esaurito il suo compito.
Essi proponevano di creare una monarchia costituzionale sul modello inglese, con parlamento
bicamerale. Il potere esecutivo spetterebbe al sovrano, il quale avrebbe dovuto avere diritto di veto
sul parlamento (p. leg.). Opposta era invece la posizione dei deputati che sostenevano la sovranit
della nazione (appellandosi a Rousseau e al art. 6 della Dichiarazione). Essi interpretavano la
rivoluzione come la creazione di un nuovo ordine. La Costituzione, doveva derivare dal popolo,
non dal sovrano. Proponevano quindi ununica Assemblea legislativa, elettiva, sovrana, senza
diritto di veto da parte del re.
LA QUESTIONE DEL SUFFRAGIO Unaltra questione calda del dibattito interessava la scelta
dellelettorato passivo e attivo. Pochi appoggiavano il suffragio universale, poich lidea che tutti
potessero votare sembrava innaturale e sbagliata a nobili e borghesi. Alcuni temevano che il popolo
risultasse manipolabile, altri che la plebe potesse prendere la guida dello stato. Sono esclusi dal voto
la plebe, gli schiavi, i minorenni e le donne perch ritenuti facilmente manipolabili dai ricchi e i
potenti. Per questo motivo sono chiamati non indipendenti. Restava aperta cos unaltra questione.
Chi tra tutti i maschi avrebbe potuto votare? La scelta di limitare la facolt di voto ai grandi
proprietari terrieri incontro lopposizione da parte della borghesia, cos che si decise che la scelta dei
votanti dovesse essere in base al censo.
LA COSTITUZIONE DELLA NUOVA FRANCIA Nel settembre 1789 la maggioranza dei deputati approv
una Costituzione (entrata in vigore nel 1791) che prevedeva: un sistema monocamerale fondato su
unAssemblea titolare del potere legislativo, eletta con suffragio censitario. Il re esercitava il

potere esecutivo, sotto controllo parlamentare, ma deteneva il diritto di veto sospensivo (di
respingere per due volte deliberati dellAssemblea).
LE GIORNATE DEL 5-6 OTTOBRE 1789 Il diritto di veto sospensivo era, per il sovrano, uno strumento
per condizionare le decisioni dellAssemblea. Luigi XVI non era rivoluzionario e rifiut il patto che
lAssemblea gli propose, precludendo alla monarchia un ruolo attivo in questo processo. Questo
suscit vari malcontenti, ed il re di tutta risposta partecip alle trame (con il partito di corte e
aristocratici) per sconfiggere le istituzioni rivoluzionarie. Gi nellautunno 1789 si profil la crisi tra
monarchia e rivoluzione, Luigi rifiut di approvare alcuni decreti e il 5-6 ottobre 1789 una gran folla
invase il castello di Versailles, esigendo la firma dei decreti e il trasferimento del sovrano a Parigi. Il re
cedette e lAssemblea si trasfer a Parigi.
LATTIVIT RIFORMATRICE DELLASSEMBLEA In attesa che entrasse in vigore la nuova Costituzione,
continu a operare lAssemblea nazionale. Al suo interno le prime discussioni identificarono unarea di
orientamento moderato, i cui deputati sedevano alla destra, e unarea pi radicale, alla sinistra:
da allora i termini destra e sinistra sono entrati nel linguaggio politico come sinonimi di tali
ideologie. Sotto la guida del secondo triumvirato lAssemblea svolse unopera importante di
legislazione e riforma, votando una serie di leggi per i vari campi. In campo amministrativo, il
territorio fu diviso in 83 dipartimenti, divisi a loro volta in enti locali retti da amministratori elettivi;
venne uniformato il territorio. In campo giudiziario, vennero soppressi i parlamenti e la giustizia
venne affidata a diversi gradi di tribunali elettivi e resa gratuita. In campo economico, furono
abolite le corporazioni, le dogane interne e ogni tipo di esenzione fiscale, istituendo una imposta
fondiaria unica (che colpisce il reddito derivante da terreni), il libero commercio e la libert di uso
individuale della terra.
LA VENDITA DEI BENI DEL CLERO E GLI ASSEGNATI Queste riforme rispondevano a una logica di
modernizzazione e aprivano al ceto borghese nuove occasioni di profitto e carriera, ma non
potevano risolvere il problema immediato e gravissimo di risanare il deficit del bilancio statale.
LAssemblea decise cos di nazionalizzare (un bene privato diviene propriet dello stato) e mettere
in vendita i beni del Clero. Questo significava affermare che la religione e la chiesa dovevano avere
una funzione pubblica (significato politico). Non potendo procedere immediatamente alla vendita
dei beni della Chiesa, pena crollo dei prezzi dei terreni. Quindi lAssemblea decise unemissione di
titoli fruttiferi (interesse 5% annuo) garantiti dai beni nazionali, gli assegnati. Il cittadino
acquistava gli assegnati, anticipando allo stato con interessi, il pagamento per lacquisto di una certa
quota dei beni nazionali. Le crescenti necessit finanziarie indussero lAssemblea ad emetterne
numerosi, tanto che alla met del 1791 era una moneta, con conseguenze disastrose per leconomia.
LA COSTITUZIONE CIVILE DEL CLERO Un altro provvedimento fu la Costituzione civile del clero che
stabiliva che i vescovi e i parroci fossero designati dal corpo elettorale e stipendiati dallo Stato. Un
successivo provvedimento impose agli ecclesiastici di giurare fedelt alla Costituzione, ci stava a
simboleggiare quanto il potere religioso dovesse essere subordinato a quello politico. Sia il basso
clero (pur appoggiando la riv.) che gli alti prelati si opposero, cos papa Pio VI condann questo
provvedimento. Quasi tutti gli ecclesiastici rifiutarono il giuramento, vennero perci chiamati
refrattari.
LA FUGA DI VARENNES E LA CRISI DELLA MONARCHIA Nella primavera-estate 1791 si ruppe
definitivamente il rapporto tra monarchia e rivoluzione. La situazione precipit con la fuga fallita del
sovrano a Varennes nel 1971. Il sovrano con la famiglia lasci il palazzo reale ma fu bloccato a
Varennes e la carrozza venne ricondotta a Parigi, accolta da una folla silenziosa (sovrano rinuncia alla
sovranit). LAssemblea Nazionale, per salvare la faccia al Re, fece circolare la voce che il re era stato
portato con linganno a fuggire. Il popolo non sent ragioni, non si sent pi rappresentato dal sovrano.
Si incrin il rapporto anche tra il popolo e lAssemblea Nazionale. La Guardia Nazionale, su ordine
dellAssemblea, reprime nel sangue una manifestazione di rivoltosi, che chiedeva la destituzione
del sovrano.
LA RIVOLUZIONE NELLE STRADE Nella rivoluzione non cera solo lAssemblea, sin dalla presa della
Bastiglia lopinione pubblica e le masse popolari avevano giocato un ruolo decisivo grazie alle

insurrezioni con e contro le istituzioni. La rivoluzione si svolgeva nelle citt, in cui si svolgevano
riunioni e discussioni, si pubblicavano e leggevano centinaia di manifesti, volantini e giornali. Un
intenso fenomeno di politicizzazione coinvolse ampi strati sociali e un inedito ruolo venne svolto
dalle donne, spesso in prima fila nelle manifestazioni di piazza, sino a maturare una coscienza
specifica dei propri diritti e della propria volont di emancipazione.
IL POTERE DELLA PAROLA Il gioco politico rivoluzionario impose regole nuove: la capacit di
persuadere, di infiammare gli animi o di raffreddarli, di suscitare violenza o di trattenerla, selezion un
nuovo ceto politico. Il talento giornalistico e l'abilit oratoria furono requisiti essenziali per il
successo di leader giovani e sconosciuti. Nell'assemblea, nei circoli e nelle sezioni, sui fogli dei
moderati e su quelli degli estremisti, la parola fu una delle grandi protagoniste della rivoluzione.
Soprattutto nella fase dal 1791 al 1794, la rivoluzione si gioc quasi giorno per giorno: essa vedeva
continui colpi di scena e rovesciamenti di fronte, alleanze politiche che poi crollavano, amicizie
apparentemente indistruttibili che mutavano in ostilit, leader osannati e temuti, poi emarginati o
travolti.
I GIACOBINI La maggior parte dei gruppi politici dellAssemblea avevano dato vita a club e societ
popolari, dove si prendevano decisioni che sarebbero poi state sostenute dai deputati allAssemblea.
Il circolo destinato a maggior fortuna fu quello dei Giacobini (orientamento politico moderato).
Inizialmente facevano parte La Fayette, Mirabeau e Robespierre. In breve tempo la rete
organizzativa dei giacobini si estese a macchia dolio, con un conseguente peso politico maggiore.
LE POSIZIONI ANTIMONARCHICHE: LA SINISTRA CORDIGLIERA Pi a sinistra dei giacobini troviamo i
Cordiglieri (concezione antimonarchica), guidati da Danton. Fu proprio lui a proporre la destituzione
del re nella manifestazione del 17 luglio 1791. Parole dordine repubblicane e posizioni ostili ai
compromessi col re e coi nobili, sostenute anche dai periodici di Brissot, Hbert e Marat.
LA SCISSIONE DEI GIACOBINI: I FOGLIANTI Il 14 settembre 1791 Luigi XVI giur fedelt alla
Costituzione. Questa momentanea soluzione della crisi politica accentu le divisioni nel movimento
rivoluzionario. Nel mese di luglio i giacobini formarono un nuovo circolo, i foglianti, che pensavano
che la rivoluzione fosse finita e bisognasse consolidare e preservare lo stato. Programma non
condiviso dai giacobini, che dopo la scissione misero a capo Robespierre, convinti che la rivoluzione
dovesse continuare per ottenere la piena realizzazione della sovranit popolare. Robespierre cerc
lalleanza del movimento popolare parigino e dei cordiglieri.
LASSEMBLEA LEGISLATIVA Avendo concluso il suo compito, l'Assemblea decise di sciogliersi e uno dei
suoi ultimi atti fu il decreto di emancipazione degli ebrei (1791). Alla fine di settembre si tennero le
votazioni, con il previsto suffragio censitario, per l'elezione dell'Assemblea Legislativa, che si
riun il 1 ottobre. Nell'Assemblea Legislativa non vi erano veri e propri partiti, ma schieramenti che si
rifacevano agli orientamenti politici dei club, veri protagonisti della vita politica. Tutti deputati
della Legislativa erano alla prima esperienza, perch l'assemblea nazionale, prima di sciogliersi,
aveva deciso che i componenti non potessero venire rieletti.
I GIRONDINI Nel conflitto che divideva i deputati (foglianti e giacobini) furono i giacobini a dimostrare
maggiore iniziativa politica e capacit di ottenere consensi. In particolare emerse come leader
Brissot, passato dal giornalismo politico alla militanza fra i giacobini. Era dotato di grande talento
oratorio e coagul intorno a s un gruppo di deputati, i girondini, che divennero in pochi mesi il
gruppo pi importante dell'assemblea. Furono i girondini a promuovere la guerra contro le potenze
monarchiche europee, una decisione che avrebbe destabilizzato completamente la precaria situazione
politica francese.
LE POTENZE EUROPEE E LA RIVOLUZIONE L'emigrazione di ufficiali, prelati e nobili si intensific dopo
la Costituzione civile del clero e la fallita fuga del re, rafforzando il movimento
controrivoluzionario fuori dalla Francia. Un'armata dei principi, non foltissima, si era radunata in
Germania pronta intervenire quando le potenze europee si fossero decise a difendere Luigi XVI. Le
cancellerie europee, pur non guardando con favore gli avvenimenti francesi, tennero inizialmente un
atteggiamento prudente, che inizi a mutare dopo la fuga di Varennes: con la dichiarazione di

Pillnitz, l'imperatore d'Austria e il re di Prussia avevano minacciato di intervenire se la rivoluzione


non fosse rimasta entro binari moderati. Quando sal sul trono imperiale Francesco II, nipote di Maria
Antonietta, si diffuse nel paese l'idea che stesse preparando un'aggressione alla Francia con la
complicit del re.
LA FRANCIA IN GUERRA La parola d'ordine della "difesa della rivoluzione" divenne sempre pi
popolare. A favore della guerra contro le monarchie europee si cre un'alleanza fra Luigi XVI e i
girondini. Il re sperava di trarre vantaggio da una sconfitta, i girondini vi scorgevano un mezzo per
rilanciare la rivoluzione mettendo in crisi re e foglianti. La guerra era considerata un mezzo per
vincere in politica interna. Robespierre era contrario alla guerra poich avrebbe rischiato di
spazzare via la rivoluzione e non di rafforzarla. Nello scontro che oppose Brissot e Robespierre,
quest'ultimo rimase isolato. Il re affid il governo a Brissot e il 20 aprile 1792 la Francia dichiar
guerra all'Austria, cui si alle la Prussia.
SCONFITTE MILITARI E DIFFICOLT ECONOMICHE I primi mesi di guerra furono disastrosi per la Francia.
L'esercito, non addestrato e mal guidato, sub una serie di umilianti sconfitte. La guerra stava
tramutando in una disfatta: si incominci a gridare al tradimento, accusando re e aristocratici che
guidavano le truppe di cercare la sconfitta della rivoluzione. Agli insuccessi militari si sommavano le
crescenti difficolt economiche: le continue emissioni di assegnati ne provocarono la svalutazione
e a met del 1792 l'assegnato era sceso al 60% del suo valore iniziale. Questa svalutazione port
all'inflazione, aggravata dal fatto che produttori e negozianti incominciavano ad accumulare merci e
a richiedere il pagamento in moneta pregiata. L'assemblea deliber la requisizione e la messa in
vendita dei beni degli emigrati, scontrandosi con il veto del sovrano.
IL MOVIMENTO DEI SANCULOTTI In questa situazione si imposero sulla scena i sanculotti, i
protagonisti della rivoluzione nei due anni successivi. Si chiamavano cos in senso spregiativo, perch
erano sans-culottes: non portavano i calzoni attillati dei nobili ma pantaloni larghi. Questi, insieme a
zoccoli, berretto rosso frigio a punta e coccarda tricolore costituivano una sorta di divisa. Il
movimento sanculotto era composto da bottegai, artigiani, domestici e qualche salariato: i cittadini
passivi a cui la Costituzione negava il diritto di voto. Le parole d'ordine erano suffragio universale,
solidariet popolare contro i privilegi della ricchezza, punizione degli accaparratori di beni di prima
necessit e lotta contro i nemici della rivoluzione (re e aristocratici). I loro centri organizzativi
erano le sezioni elettorali e i quartieri, dove erano in grado di mobilitare decine di migliaia di
popolani armati. Di qui part il 20 giugno 1792, una manifestazione che invase il Palazzo Reale e
costrinse il re a bere alla salute della rivoluzione, indossando il berretto frigio.
LA CADUTA DELLA MONARCHIA La prova di forza decisiva avvenne il 10 agosto 1792, quando si
conobbe un proclama del duca di Brunswick, comandante delle truppe austro-prussiane, che
minacciava di sottoporre Parigi a un'esecuzione militare e a una sovversione totale se il re e la sua
famiglia avessero subito il minimo oltraggio. I popolani armati e i battaglioni di marsigliesi, giunti a
Parigi per la ricorrenza del 14 luglio, presero d'assalto il Palazzo Reale e il municipio, abbandonandosi
a stragi e violenze e istituendo un nuovo governo della capitale, la Comune rivoluzionaria.
L'Assemblea Legislativa deliber di deporre Luigi XVI e di convocare le elezioni a suffragio
universale per una nuova Assemblea costituente, la Convenzione.
LA REPUBBLICA GIACOBINA (1792-94)
LA CONVENZIONE E LA PROCLAMAZIONE DELLA REPUBBLICA La situazione militare peggiorava
sempre pi e il clima a Parigi si fece incandescente: i massacri di settembre (dal 2 al 6) videro
squadre di sanculotti armati penetrare nelle carceri per fare giustizia sommaria dei traditori,
massacrando oltre un migliaio di persone. In questa situazione si svolsero le elezioni a suffragio
universale della Convenzione, ma solo il 10% degli eventi diritto si rec a votare, a causa del
pesante clima politico e da intimidazioni. Questa affluenza minima fu anche un segno che il rapporto
tra popolo e rivoluzione si andava sciogliendo. Il 20 settembre la Convenzione si riun, stesso giorno in
cui i francesi vincevano a Valmy, e il 21 settembre deliber l'abolizione della monarchia: la Francia
divenne una repubblica. I documenti ufficiali venivano datati con lanno della repubblica (anno I).

GLI SCHIERAMENTI ALLINTERNO DELLA CONVENZIONE Dei deputati eletti alla Convenzione (749),
circa la met (Pianura) non faceva riferimento ad alcun orientamento politico; l'altra met
rappresentava la matrice giacobina e l'orientamento democratico della rivoluzione, ma in essa si
formarono due schieramenti: i girondini (con leader Brissot), la destra; i montagnardi o la
Montagna (con leader Robespierre e Danton), la sinistra. Tra i due gruppi si sviluppo un conflitto
sempre pi aspro che si concluse con la sconfitta dei girondini. Entrambi i gruppi erano di
orientamento democratico e repubblicano di estrazione borghese (girondini -> legame con grande
borghesia citt portuali ovest). Alla base dello scontro vi fu il modo con cui gestire la rivoluzione nella
profonda crisi che essa attravers nel 1793 e il rapporto con il movimento sanculotto.
LA RADICALIZZAZIONE DEL MOVIMENTO SANCULOTTO Il movimento sanculotto divenne sempre pi
ultrarivoluzionario, influenzato da Marat, Hbert e gli arrabbiati dellabate Roux. Il programma
sanculotto era la punizione esemplare di traditori e cospiratori, il blocco dei prezzi dei cereali e il
controllo del popolo sulla Convezione come una sorta di democrazia diretta. I girondini presero
sempre pi le distanze dai sanculotti pi radicali, erano preoccupati delle violenze dilaganti ed erano
ostili verso il blocco dei prezzi e dellattivit economica. Robespierre, seppure contro gli estremisti,
ritenne lalleanza con i sanculotti la carta vincente per la rivoluzione: vincere la guerra, superare la
crisi e creare una societ repubblicana fondata sulla sovranit popolare. Il re fu processato e
ghigliottinato il 21 gennaio 1793, ci provoc il primo grande scontro fra i montagnardi, guidati da
Robespierre e Saint-Just che ritenevano il provvedimento necessario, e i girondini, che avevano
paura che la condanna avrebbe rafforzato i monarchici e il movimento sanculotto.
LA CRISI ECONOMICA E MILITARE Nella primavera-estate 1793, la Francia entr in una crisi profonda.
Dopo Valmy, lesercito francese aveva ottenuto notevoli e numerosi successi. Nellautunno 1792 il
generale Dumouriez invase il Belgio e la riva sinistra del Reno, Nizza e la Savoia caddero anchesse
sotto il dominio francese. La Francia, esportando la rivoluzione attraverso le armi, indusse le potenze
europee a creare una coalizione antifrancese (Londra, Madrid, Austria, Prussia, principi italiani e
tedeschi -> prima coalizione). La Convenzione decise la leva obbligatoria di 300mila uomini, ma
lesercito venne travolto perdendo i territori conquistati. Alla crisi militare si affianc quella
economica,
lo
sforzo
bellico
ebbe
conseguenze
economiche,
provocando
difficolt
nellapprovvigionamento delle citt e rialzo dei prezzi, aggravato dalla svalutazione degli
assegnati (40% del loro valore). Intanto cera la guerra civile.
LA GUERRA CIVILE IN VANDEA Nel marzo 1793, in Vandea scoppi uninsurrezione contadina, che
inizi con il rifiuto della leva obbligatoria, portando a violenze e massacri. Ci fece creare un esercito
controrivoluzionario di decine di migliaia di uomini e appoggiato dalle popolazioni. Alla base della
rivolta ci fu il sentimento religioso dei contadini vandeani; la delusione per i risultati della
rivoluzione; lostilit verso i cittadini, parigini, borghesi che imponevano larruolamento. Su questo si
innest lazione politica di capi controrivoluzionari, esponenti del clero refrattario e della nobilt di
provincia. Larmata vandeana sconfisse ripetutamente le truppe regolari, ma fall nel tentativo di
conquistare Nantes e di aprire un varco agli inglesi. Nellestate 1793, lesercito vandeano dominava
su un ampio territorio.
LA RIVOLUZIONE E I CONTADINI La Vandea fu un caso particolare, ma la frattura tra rivoluzione e
mondo contadino fu un problema diffuso. Per diversi motivi, la rivoluzione perse consensi nelle
campagne. Circa la met dei beni nazionali messi in vendita fu acquistato da contadini medi e
agiati, i quali dopo labolizione della feudalit e la redistribuzione delle terre pensavano che la
rivoluzione si dovesse arrestare. I contadini poveri erano ancora meno disposti verso Parigi e i
decreti, poich la rivoluzione aveva abolito, oltre che la feudalit, anche le garanzie e la protezione
dellagricoltura comunitaria di villaggio.
LA CADUTA DEI GIRONDINI La Convenzione cerc di riparare le cose con una serie di provvedimenti
eccezionali (1793): istitu un Tribunale rivoluzionario per giudicare i sospetti, fiss un prezzo
massimo per cereali e farine, cre un Comitato di salute pubblica, invi nei dipartimenti e nelle
armate commissari con ampi poteri. Queste decisioni furono appoggiate da montagnardi e
sanculotti, ma avverse ai girondini, i quali per, ormai, erano arrivati alla fine. Nella primavera 1793 i
termini girondino e traditore erano sempre pi frequenti a Parigi. Il 2 giugno 1793 una folla di

80mila persone, circond la Convenzione chiedendo larresto dei capi girondini. Lassemblea cedette e
circa una trentina di girondini vennero arrestati.
LA COSTITUZIONE DEL 1793 Il potere era in mano ai giacobini, ma la Francia era sullorlo del collasso
a causa della guerra, della crisi, dellinflazione e della guerra civile. Inoltre, la sconfitta dei girondini
port allinsorgere di molti dipartimenti, che si ribellarono alla Convenzione. Molte citt portuali
(Lione, Tolone, Caen, Bordeaux, Marsiglia) si ribellarono contro Parigi. In alcune situazioni la rivolta
federalista assunse un carattere controrivoluzionario e monarchico (Lione e Tolone si consegnarono
agli inglesi). Il 24 giugno 1793 la Convenzione approv la Costituzione dellanno I, caratterizzata
da un pi accentuato carattere democratico e sociale, a partire dallaffermazione della sovranit
popolare, che si tradusse nel suffragio universale, ma non entr mai in vigore a causa della
dittatura e del Terrore.
I PROVVEDIMENTI DEL COMITATO DI SALUTE PUBBLICA Il centro del governo rivoluzionario era il
Comitato di salute pubblica, dominato da Robespierre. Il comitato esercit una dittatura, poich
disponeva di pieni poteri militari ed economici, in pi controllava lattivit giudiziaria. Il governo
rivoluzionario segu una linea di forte controllo delleconomia. I decreti principali furono: la
soppressione del riscatto dei diritti feudali; la vendita in piccoli lotti dei beni degli emigrati; la pena di
morte per accaparratori e speculatori; listituzione del maximum, cio di un prezzo massimo (in
assegnati) per merci e salari. Una Commissione delle sussistenze ebbe il compito di controllare che i
prezzi venissero rispettati e di distribuire i prodotti in modo che non ci fossero carenza o eccesso. Per
la difesa del paese venne decretata la leva in massa, a questo provvedimento si accompagn
unopera di disciplina e riorganizzazione delle armate: gli ufficiali incapaci furono sostituiti e le
diserzioni represse, inoltre si elimin ogni vincolo allavanzamento dei meritevoli. Un terzo dei posti di
comando era assegnato per anzianit, il resto dalle truppe.
CALENDARIO E RELIGIONE RIVOLUZIONARI Venne adottato un nuovo calendario: un nuovo modo di
computare il tempo, laico e religioso, senza domeniche e senza feste cristiane, i nomi dei mesi e dei
giorni erano ispirati ai cicli della natura e ai lavori dei campi. Questa laicizzazione assunse un
carattere fortemente antireligioso e anticlericale, la cui manifestazione pi forte fu quella di
scristianizzazione promossa dai seguaci di Hbert (devastazione di chiese, reliquie ecc). Essa fu
bloccata da Robespierre e la Convenzione afferm la libert di culto. Il potere rivoluzionario promosse
anche il culto dellEssere supremo, la cui prima festa si tenne l8 giugno 1794 (20 pratile anno II).
IL TERRORE A partire da settembre 1793 cominci la fase pi drammatica e sanguinosa della
rivoluzione, il Terrore, i cui strumenti fondamentali furono i Tribunali rivoluzionari e la legge sui
sospetti, che permetteva larresto di chiunque fosse sospettato di tramare contro la rivoluzione o non
facesse nulla per sostenerla. Il terrore fu presentato come una misura temporanea. La guerra civile
fu soffocata e si spingeva spesso verso il massacro senza giustificazione. Le sorti della guerra
migliorarono, le armate della prima coalizione furono sconfitte. Lesercito francese, con la vittoria di
Fleurus, riprese loffensiva verso il Belgio. Il terrore in realt divenne uno strumento di lotta
politica. Robespierre colp i gruppi politici alla sua sinistra, poich il loro estremismo metteva in
pericolo il Comitato; Roux, il capo degli arrabbiati si uccise per sfuggire al patibolo; Hbert e i suoi
seguaci vennero ghigliottinati e anche Danton venne giustiziato.
IL TERMIDORO E LA FINE DI ROBESPIERRE Nel periodo del Grande Terrore (giugno 1794) le
condanne e le esecuzioni crebbero paurosamente. Nulla giustificava la dittatura di Robespierre e il
meccanismo delle esecuzioni, cos inizi a perdere consensi, a partire dai sanculotti. Tra i membri
della Convenzione e del Comitato si diffuse lidea di dover eliminare quello che agli occhi dellopinione
pubblica appariva come un dittatore sanguinario, cos il 9 termidoro anno II (27 luglio 1794)
Robespierre e altri 20 montagnardi vennero arrestati e il giorno seguente ghigliottinati, senza che la
Francia muovesse un solo dito per difenderli.
DALLA RIVOLUZIONE A NAPOLEONE
LA RICERCA DELLORDINE Dopo la caduta di Robespierre (luglio 1794), la Convenzione fu guidata
da deputati moderati che non condividevano la linea giacobina, la Convenzione termidoriana,

ispirata dal tentativo di dare stabilit alla repubblica, senza perdere le conquiste ottenute con la
rivoluzione. Essi aspiravano allordine dei gruppi sociali, cui la rivoluzione aveva portato dei vantaggi:
i contadini proprietari, la borghesia che aveva fatto man bassa dei beni nazionali, giovani del ceto
medio cui si erano aperte nuove possibilit di carriera, mercanti, affaristi e finanzieri. Questa volont
di ritorno all'ordine si tradusse in provvedimenti come il ripristino della libert di stampa,
l'integrazione dei girondini e la liberazione dei detenuti politici, l'abolizione del maximum sui prezzi e
dei controlli sull'economia. Il nuovo potere condusse anche processi politici contro i responsabili del
Terrore, epur le sezioni sanculotte e chiuse i club giacobini. In questo clima inizi una sorta di
sanguinoso controterrore: a Parigi bande di giovani di buona famiglia imperversavano massacrando
giacobini e sanculotti; nei dipartimenti la caccia al giacobino fu guidata dei realisti, si parla cos di
Terrore bianco. Questo clima politico ridiede anche spazio al movimento monarchico, rafforzato dal
rientro di nobili emigrati. L'abolizione del controllo dei prezzi favor lo scatenarsi dell'inflazione,
accompagnata dal crollo dell'assegnato (15%). La fame esasper nuovamente gli animi, soprattutto a
fronte del lusso che vecchi e nuovi ricchi ostentavano senza pudore. Nella primavera 1795 una
sollevazione del popolo parigino fu repressa dalla Guardia nazionale.
LA COSTITUZIONE DEL 1795 Il 22 agosto 1795 la Convenzione approv una nuova Costituzione, in
sostituzione di quella del 1793. Il nuovo testo costituzionale ripristin il suffragio censitario e istitu
un parlamento bicamerale, affidando il potere esecutivo a un Direttorio di cinque membri eletti
dai deputati a scrutinio segreto. Esso limitava la sovranit popolare rinunciando al suffragio
universale. La nuova Costituzione non riusc a garantire la stabilit alla Repubblica. Il problema
principale era rappresentato dai monarchici. Il fratello di Luigi XVI, Luigi XVII, promise che avrebbe
ripristinato gli ordini, i parlamenti, l'autonomia ecclesiastica e avrebbe restituito i beni nazionali
requisiti; un ritorno all'antico regime che trov il consenso dei monarchici estremisti, che il 5 ottobre
1795 organizzarono una sollevazione contro la Convenzione, stroncata dall'esercito (in cui si distinse
Napoleone Bonaparte). Nelle elezioni di ottobre i monarchici ottennero successo, anche se la
maggioranza rimase repubblicana.
IL DIFFICILE COMPITO DEL DIRETTORIO Il 26 ottobre 1795 la Convenzione si sciolse e si insediarono le
due nuove camere, il Consiglio degli Anziani e il Consiglio dei Cinquecento; venne nominato il primo
Direttorio, in cui spiccavano Carnot e Barras. Il direttorio si trov a dover fronteggiare una
situazione di grave crisi a causa dell'assegnato ormai senza valore, i tentativi di insurrezione
monarchica, le proteste popolari per l'effetto dell'inflazione e le stridenti ingiustizie sociali. In questo
clima matur la cosiddetta congiura degli Eguali, ideata da Babeuf e Buonarroti. Essa si
proponeva di attuare un'insurrezione che desse vita a una societ caratterizzata dalla propriet
comune dei beni, ma i cospiratori vennero scoperti e giustiziati.
LA RIPRESA DELLOFFENSIVA MILITARE Il Direttorio cerc nella guerra il tentativo di rafforzarsi
politicamente. Nel corso del 1794-95 i francesi ottennero successi contro le forze della prima
coalizione, conquistando Nizza, Savoia, Belgio, Lussemburgo e Olanda (repubblica batava). Nel
1796-99 alla difesa della Francia dalle potenze coalizzate si aggiunse quella della lotta rivoluzionaria
contro l'antico regime: l'ideologia della Grande nazione, ossia dell'esportazione della rivoluzione
repubblicana in Europa, si tradusse nell'egemonia francese sui territori annessi e sulle repubbliche
sorelle, le repubbliche formatesi a seguito della vittoria francese. Nella primavera 1796 il Direttorio
riprese l'offensiva contro l'Austria: mentre le due armati principali venivano bloccate in Germania e
respinte oltre il Reno, una terza armata affidata a Napoleone Bonaparte, ottenne successi
spettacolari in Italia. Battuti e costretti alla resa i piemontesi, sconfisse gli austriaci a Lodi ed entr
trionfalmente a Milano. Nel febbraio 1797 varc le Alpi e marci su Vienna, costringendo gli austriaci
a sottoscrivere la pace di Campoformio. Dal 1797 al 1799 Napoleone deterr il dominio della
penisola italiana.
IL COLPO DI STATO DEL 18 FRUTTIDORO 1797 Le vittorie di Napoleone modificarono gli equilibri di
potere francesi in favore di un nuovo grande protagonista e della forza dell'esercito. L' influenza di
Napoleone crebbe dopo le imprese italiane perch egli diede alla Francia delle vittoria militari e
ricchezze in moneta sonante, opere d'arte, preziosi manoscritti antichi: beni prelevati attraverso
contribuzioni, imposte e requisizioni. La forza politica di Napoleone divenne evidente nell'aprile 1797

quando Barras e gli altri membri repubblicani del Direttorio attuarono un colpo di Stato. Il 18
fruttidoro, con l'appoggio dell'esercito, fecero arrestare i dirigenti monarchici, invalidarono le
elezioni in alcuni dipartimenti e dichiararono decaduti 177 deputati della destra. La Repubblica era
salva, ma l'esercito e Napoleone erano ormai gli arbitri della politica francese.
LA CAMPAGNA DEGITTO Dopo i successi ottenuti da Napoleone contro gli austriaci, la guerra
rimaneva aperta con la Gran Bretagna, conflitto oneroso dal punto di vista economico, perch gli
inglesi avevano occupato le Antille, bloccando i rifornimenti di cotone alle industrie francesi.
L'irrealizzabilit di uno sbarco in Inghilterra port il direttorio a decidere di colpire l'economia inglese
conquistando il controllo del Mediterraneo orientale, cominciando dall'Egitto, snodo fondamentale
dei traffici inglesi da e per l'India. L'impresa fu affidata a Napoleone, anche con l'obiettivo di
allontanarlo da Parigi. La campagna d'Egitto ebbe inizialmente un andamento trionfale. Salp da
Tolone con una flotta di quasi 40mila uomini, occup Malta espellendo l'ordine cavalleresco, sbarc
ad Alessandria e sbaragli le truppe del sultano d'Egitto nella battaglia delle Piramidi. Poi, il 1
agosto, la flotta inglese, al comando dell'ammiraglio Nelson, sbaragli quella francese nella rada di
Abukir.
IL COLPO DI STATO DEL 18 BRUMAIO Mentre Napoleone era bloccato in Egitto, la situazione militare
per la Francia peggiorava. L'aggressione dell'impero ottomano coalizz Gran Bretagna e Russia,
interessate al controllo del Mediterraneo orientale. Si aggiunse anche l'Austria, la quale era
desiderosa di rivincita (seconda coalizione). Le armate francesi resistettero nell'Europa centrale,
sconfitte poi nell'Italia settentrionale. Le sconfitte militari accelerarono la crisi del Direttorio,
screditato dall'opinione pubblica per i fallimenti economici, la corruzione e gli intrighi. Nel maggio
1799, dopo l'ennesima sconfitta elettorale, l'ingovernabilit del paese port Sieys a ricorrere
nuovamente all'esercito: organizzando un nuovo colpo di stato militare in accordo con Napoleone.
Il 18 brumaio anno VIII i consigli furono costretti ad affidare i pieni poteri a tre consoli: Ducos,
Sieys e Napoleone Bonaparte, che realizzava l'ascesa al potere.
LO SCENARIO ECONOMICO: LA RIVOLUZIONE INDUSTRIALE INGLESE
CHE COS UNA RIVOLUZIONE INDUSTRIALE La societ industriale una forma di organizzazione
sociale in cui industria, mercato e scambio influenzano ogni settore della societ. Questo tipo di
societ relativamente giovane, inizi ad affermarsi nellultimo ventennio del 700, quando in
Inghilterra inizi la rivoluzione industriale. Possiamo parlare di rivoluzione perch si tratt di un vero e
proprio decollo che avvi un processo di sviluppo accompagnato da trasformazioni tecnologiche,
come lintroduzione di macchine. La rivoluzione industriale consistette in una crescita quantitativa
accompagnata da una trasformazione qualitativa, con lintroduzione di nuovi fattori di produzione
e su un nuovo modello di combinarli. Infatti, tra il 1750 e il 1850 avvenne un fortissimo aumento del
prodotto nazionale inglese e di uno spostamento dallagricoltura allindustria, oltre che una crescita
delloccupazione industriale a scapito di quella agricola. A partire dal 1850 lindustria aveva
soppiantato lagricoltura e i contadini divennero operai, formando la societ industriale.
LE CONDIZIONI DELLO SVILUPPO INGLESE Nel corso del XVIII secolo la popolazione mondiale crebbe
da 500 a 900 milioni, quella europea da 120 a 190 milioni. Da allora in poi non ci furono pi fasi di
calo: lintero pianeta and incontro a una rivoluzione demografica. Le condizioni che resero possibile
questo mutamento sociale furono: la disponibilit di capitali per linvestimento, assicurati da
profitti commerciali ed eccedenze dei prodotti agricoli; laffermazione dellagricoltura capitalistica,
basata sulla grande azienda e sulla manodopera salariata, che forn capitali e forza-lavoro
abbondante e a basso costo; i piccoli proprietari vennero sconfitti dalle grandi aziende e privati dalle
garanzie dellagricoltura comunitaria; i commerci internazionali garantirono capitali e materie
prime, come il cotone greggio; la ricchezza di carbone e ferro, prodotti strategici. Tali risorse
divennero disponibili solo dopo il miglioramento di trasporti e infrastrutture, con la costruzione di
strade e canali navigabili, costruiti ben prima della ferrovia, mettendo in connessione lefficiente
sistema portuale e la grande flotta mercantile, e permettendo di connettere industrie lontane. A
questi fattori vanno aggiunti quelli politici e culturali: il sistema politico-costituzionale garantiva le
libert fondamentali e la classe dirigente era orientata allinnovazione e allimprenditoria, costituendo
una differenza col resto dellEuropa.

DALLA PROTOINDUSTRIA ALLINDUSTRIA Lutilizzo combinato e finalizzato allo sviluppo di questi


fattori fu possibile grazie alla strozzatura nellorganizzazione della produzione industriale, basata
sullindustria domestica. La dispersione territoriale, i costi del trasporto e dellorganizzazione, oltre
che lo scarso controllo della forza-lavoro rendevano difficile laumento della produzione richiesta da
un mercato e da una popolazione in crescita. Ci porto gli imprenditori a rischiare con lacquisto degli
edifici e dei macchinari. Questo rischio ebbe conseguenze eccellenti e la superiorit del nuovo
sistema industriale condusse alla crisi dellindustria domestica, dando un ulteriore impulso allo
sgretolamento delleconomia familiare agricola e al trasferimento in citt.
LE TRE FASI TECNOLOGICHE DELLA RIVOLUZIONE INDUSTRIALE Nella rivoluzione industriale,
linnovazione tecnologica gioc un ruolo importante nel processo di industrializzazione, tanto che
potremmo distinguere tre fasi: la prima fase (1760-90), con la meccanizzazione della filatura e
innovazioni nellambito della siderurgia; la seconda fase (1790-1830), con lo sviluppo della
tessitura meccanica e della macchina a vapore; la terza fase (1830-50), con lo sviluppo delle
ferrovie in tutto il mondo.
IL COTONE: LA MECCANIZZAZIONE DELLA FILATURA Nel settore tessile i cambiamenti riguardarono
la produzione di filati e di tessuti di cotone, che in poco tempo eguagli e super quella della lana. Il
cotone soddisfa, infatti, il bisogno di vestirsi a costi inferiori rispetto alla lana. Inoltre, il cotone si
prestava meglio alla filatura mediante la macchina. Un primo nodo tecnologico fu prodotto da Kay,
che invent la navetta volante che velocizz la tessitura della lana (1733), applicata al cotone,
essa mise in evidenza la lentezza della filatura e ci incentiv la costruzione del filatoio meccanico di
Hargreaves, la spinning-jenny (1764); Arkwright brevetta il filatoio idraulico (1769); Crompton,
invece, il mule.
IL COTONE: LA MECCANIZZAZIONE DELLA TESSITURA La meccanizzazione della filatura port con se
un aumento della produttivit e una diminuzione dei costi di produzione e dei prezzi. Da qui
una richiesta maggiore di esportazione, con conseguente sviluppo delle reti di comunicazione (1816
-> 40% delle esportazioni inglesi era cotone). La tessitura inizi ad essere inadeguata a fronte
dellenorme produzione di filati. Cartwright ide il telaio meccanico (1787), ma ebbe bisogno di
molti perfezionamenti per superare la velocit e perfezione degli artigiani. Solo tra il 1830-40 i
tessitori artigiani si arresero.
IL NODO FERRO-CARBONE Le trasformazioni del settore siderurgico ed estrattivo furono: la fusione
del ferro per produrre la ghisa aveva degli inconvenienti come il rapido esaurimento del legname e la
scarsa purezza della ghisa prodotta, perci si ebbe una svolta nel 1784, quando Cort mise a punto
una tecnica che permetteva di produrre ghisa di buona qualit in altiforni alimentati a coke,
carbon fossile cotto affinch si riducessero al minimo le impurit. Grazie a ci, la siderurgia inglese
raddoppi la produzione di ghisa, rispondendo alla richiesta di prodotti ferrosi per agricoltura e
ferrovie. Il carbone e il ferro crearono un circolo propulsivo poich una produzione stimolava laltra.
LA MACCHINA A VAPORE E LA FERROVIA LA crescente domanda di carbon fossile port a trivellare
ancora pi in profondit i pozzi, ma a un certo punto lacqua impediva di proseguire, limite sciolto
grazie alla macchina a vapore di James Watt (1775). Essa risolse il problema dellestrazione di
carbone e forn allindustria tessile, ma anche alle altre industrie, una forza motrice molto pi
potente, costante e flessibile. La pi straordinaria applicazione della macchina vapore si ebbe
nelle ferrovie, quando Stephenson costru la prima locomotiva (1814) montandone una su un
carrello da miniera. Nel 1860 la ferrovia aveva superato i 15mila km. Con la ferrovia si ridussero i
tempi e i costi di trasporto e ci fu un nuovo stimolo alla domanda interna (fabbisogno di
locomotive, vagoni ecc).
CONSEGUENZE SOCIALI La rivoluzione industriale miglior le condizioni di vita anche delle classi
meno abbienti (disponibilit di prodotti a prezzi relativamente bassi). Nei primi tempi, tuttavia le
classi lavoratrici furono oggetto di un gravissimo sfruttamento, senza poter disporre alcun tipo di
tutela.

LA VITA DEGLI OPERAI Orari di lavoro disumani che vanno dalle 14 alle 18 ore; condizioni di lavoro
insane (chi si ammala inoltre viene licenziato); ritmi di lavoro imposti dalle macchine e disciplina
ferrea, senza possibilit di protestare; sfruttamento di donne e bambini (sono pi docili e meno
pagati); inurbamento in quartieri degradati, alloggi malsani e sovraffollati.

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