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La Rivoluzione francese fu un periodo di sconvolgimento sociale, politico e culturale, in cui la violenza era diventata la

voce del popolo per farsi sentire. Questo evento nacque in una Francia logorata dalla disuguaglianza e dalla povertà, e si
protrasse tra il 1789 e il 1799.

La società era suddivisa in 3 classi: La nobiltà e il clero rappresentavano una piccola parte della popolazione, ed erano
coloro che avevano i privilegi. Il terzo stato rappresentava invece la maggior parte della popolazione (98%), dai borghesi ai
sottoproletario accomunati da una posizione “inferiore” al clero e ai nobili. Chi faceva parte del terzo stato era
completamente escluso dal potere e dal governo.

Alla base della Rivoluzione Francese c’è, essenzialmente, il malcontento della popolazione. La Francia, a seguito
della Rivoluzione Americana, è finita sull’orlo della bancarotta. Alla crisi economica si aggiungono pessimi raccolti ed
epidemie del bestiame. I contadini fanno la fame, mentre nelle città il prezzo del pane è schizzato alle stelle. Il
cosiddetto Terzo Stato, ovvero il 98% della popolazione francese, è inoltre stanco dei soprusi e dei privilegi degli altri due
ceti (nobiltà e clero), che non sono tenuti a pagare le tasse. A spingere verso il cambiamento ci sono inoltre
l’inadeguatezza del sovrano e gli ideali dell’illuminismo.

La miccia esplode nel 1789, in occasione degli Stati Generali convocati dal sovrano Luigi XVI.
Luigi XVI convoca gli Stati Generali alla reggia di Versailles. L’evento non si verifica dal 1604: nella Francia
prerivoluzionaria, gli Stati Generali sono l’assemblea che riunisce i rappresentanti dei tre ordini (o stati) che costituiscono
la società.
Prima dell’incontro, il Terzo Stato chiede una rappresentazione più equa (ovvero un voto “per testa” e non “per Stato”):
quando inizia l’assemblea, la situazione è già tesa. Il 17 giugno, il Terzo Stato si riunisce autonomamente, assumendo
formalmente il nome di Assemblea Nazionale: tre giorni dopo, nella sala della pallacorda, i membri giurano solennemente
di non disperdersi finché non arriverà una riforma costituzionale.
Curiosamente, a proporre la sala della pallacorda come luogo di riunione è stato il medico e deputato Joseph-Ignace
Guillotin, da cui prenderà poi il nome la ghigliottina.
A Luigi XVI riconosce l’assorbimento di tutti e tre gli ordini in un’unica nuova assemblea. Gli Stati Generali non esistono
più, sostituiti dall’Assemblea Nazionale Costituente.
Nel frattempo, per le strade di Parigi si sono già verificati i primi episodi di violenza, compiuti dai cittadini che temono un
colpo di Stato militare. Particolarmente attivi sono i sanculotti, ovvero gli appartenenti agli strati più popolari della società
parigina, chiamati così perché portano i pantaloni lunghi al posto delle culottes.
Il 14 luglio 1789 il popolo di Parigi assalta la fortezza della Bastiglia, simbolo dell’Ancien Régime che, occasionalmente
utilizzata come carcere, detiene al momento dell’insurrezione solo sette prigionieri.
Il clima di tensione dalle città arriva alle campagne: i contadini, in rivolta dopo anni sfruttamento, assaltano le abitazioni
degli esattori delle tasse e dei proprietari terrieri, nel cosiddetto periodo della Grande paura.
Il 4 agosto, l’Assemblea Costituente adotta la Dichiarazione dei diritti dell'uomo e del cittadino, che condanna la
monarchia assoluta e abolisce il feudalesimo. Circa due anni dopo, viene approvata la prima Carta Costituzionale, che
sancisce la separazione dei tre poteri dello Stato (legislativo, esecutivo, giudiziario).
La Costituzione riflette alcune tra le posizioni più moderate dell’Assemblea Costituzionale. Con essa nasce un sistema di
monarchia parlamentare costituzionale, con separazione dei poteri: quello esecutivo rimane al sovrano, quello legislativo
è prerogativa dell'Assemblea elettiva, quello giudiziario resta indipendente, con elettività della carica. Il popolo,
sostanzialmente, rimane escluso dai momenti decisionali.
Nella seconda fase della Rivoluzione Francese, durante la quale finisce sul patibolo il re Luigi XVI, c’è il passaggio dalla
monarchia alla Repubblica.
Durante la Rivoluzione nascono i cosiddetti “club”, organizzazioni politiche antenate degli odierni partiti, che prendono il
nome dai conventi di Parigi utilizzati come sedi per le riunioni. Nell’aprile del 1792 l’Assemblea Legislativa, che ha
sostituito la Costituente, dichiara guerra all’Austria e alla Prussia.
Nell’agosto del 1792, rivoltosi giacobini assaltano la residenza reale di Parigi, arrestando Luigi XVI e tutta la sua famiglia.
Sospeso il re delle sue funzioni, viene costituita una nuova assemblea, che prende il nome di Costituzione Nazionale.
Luigi XVI viene condannato a morte per alto tradimento: sia lui che sua moglie, Maria Antonietta, finiscono al patibolo. Il
sovrano viene giustiziato il 21 gennaio 1793, mentre il 16 ottobre è eseguita la condanna a morte della consorte, sempre
con la ghigliottina.
In conclusione, la Rivoluzione Francese è stata un evento di grande portata che ha avuto un impatto duraturo sulla storia
europea e mondiale. Gli eventi chiave della Rivoluzione, come la vittoria di Valmy, la fine della monarchia e venne
proclamata la repubblica.

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