La rivoluzione francese è una delle tappe più significative della storia contemporanea. Possiamo
ricondurla dal 1789 al 1799.
Le cause
l’assolutismo, che attribuiva al sovrano poteri assoluti ed identificava la vita della
nazione con la volontà del re (“lo stato sono io” Luigi 14 re sole);
la divisione in classi della società (nobili-clero-terzo stato) con particolari privilegi
e immunità i primi due e gravanti condizioni ed imposte sul terzo (90% della
popolazione periodo di crisi)
i controlli sull’attività economica esercitata dallo stato e dalle corporazioni.
I rapporti tra stato e chiesa cattolica nel corso dei secoli sono stati sempre tesi e conflittuali
a causa della loro supremazia. La particolarità di questi rapporti fu il gesto della chinea
tributo che il re di Napoli pagava allo stato della chiesa per il privilegio che il pontefice
disponeva in quanto detentore dei diritti feudali del regno. Con il termine chinea si indica il
cavallo bianco di razza sulla cui groppa il re di Napoli faceva pervenire a Roma al papa la
somma del tributo da pagare annualmente. L’atto aveva un senso simbolico e
rappresentava il rapporto di vassallaggio del re nei confronti del papa. Esso aveva luogo
nella desta di San Pietro e Paolo ogni anno. Ciò inizio nel 1059 con i normanni mentre la
chinea fu istituita con Carlo I d’Angiò. L’abolizione ufficiale avvenne nel 1855 quando
Ferdinando II donò 10.000 scudi per la ricostruzione del monumento all’immacolata di
Roma.
Decennio Francese
Ferdinando IV si rifugiò di nuovo in Sicilia nel 1806 ed in quest’anno i francesi entrarono a
Napoli; in questo periodo collochiamo il decennio francese. In questi dieci anno di
dominazione francese si succedettero due re:
Giuseppe Bonaparte (fratello di Napoleone)
Gioacchino Murat (suo cognato)
Per murat fu difficile la gestione del regno di Napoli per le difficili relazioni (crisi e riconciliazioni
continue) con Napoleone, e per le condizioni e limiti imposti da quest’ultimo sull’operato del
cognato. Ci fu la creazione di tribunali, riforme dell’università, creazioni di ponti e strade. Nel
decennio francese l’organizzazione dello stato e dell’economia è funzionale al mantenimento
dell’esercito francese e della creazione del blocco continentale da attuare contro gli inglesi, cosicché
si chiusero i porti di Civitavecchia e Napoli. Il regno di Napoli venne diviso in 495 circondari, 42
distretti e 14 province ed ogni provincia ha il proprio intendente in caricato dell’amministrazione
civile, finanziaria e dell’alta polizia; in più dovevano tener rapporto con i comuni, del commercio,
della leva militare e della sicurezza pubblica. I comuni avevano un sindaco, un consiglio comunale
ed una giunta. Nella capitale del regno fu creata una corte di cassazione con il compito di assicurare
la conformità dei giudizi alle norme.
Furono soppressi molti ordini religiosi e ciò permise la ridistribuzione di un enorme quantità di beni
immobili. Questa confisca non risanò le finanze delle classi più povere che ne furono totalmente
escluse, poiché i provvedimenti attuati fecero si che i beni furono messi in vendita solo per chi ne
aveva le possibilità; o meglio diretti ai creditori dello stato in cambio dei titoli del debito pubblico.
Le famiglie contadine, che riversavano in condizioni pessime, furono costrette a liberarsi delle terre
che avevano ricevuto svendendo le quote ai privilegiati. Le terre avevano bisogno di investimenti
che ovviamente non potevano sostenere i contadini e quindi furono costretti a svendere le quote
anche se ciò non era previsto dalla legge. Con il peggioramento delle condizioni dei piccoli
proprietari, questi andarono nelle mani dei borghesi fondiari. Ci fu l’aumento dei mendicanti che si
sposarono a Napoli dove era più facile elemosinare visto le dimensioni della città (città più grande=
più persone). La politica economica fu ispirata ad un ampio progetto. Si distinse Gian Giacomo Egg,
un imprenditore, che con il sostegno di Murat fondò nel 1812 il 1 cotonificio moderno del sud a
Piedimonte d’Alife (oggi Piedimonte Matese). Sulla scia di Egg giunsero in Campania altri
imprenditori svizzeri. Furono impiantante industrie anche nel salernitano dove vi era la lavorazione
della lana. San Leucio è un'altra azienda molto importante ove si lavorava la seta creata dai Borboni
nel 700.
Il Congresso di Vienna e la Santa Alleanza (1814-1815)
Dopo la caduta di napoleone ed il crollo dell’impero, le potenze vincitrici AUSTRIA,
RUSSIA,PRUSSIA ED INGHILTERRA, convocarono un congresso a Vienna per 3 scopi:
Vienna fu la capitale austriaca dal 1 novembre 1814 al 9 giugno 1815. Il fine comune di
queste potenze era la restaurazione monarchica favorendo la costruzione di un’ equilibrio
tra il sistema degli stati e quindi una pace stabile. Con il congresso di Vienna si aprì l’età
della restaurazione ed a questo proposito si confrontarono due linee politiche
contrapposte:
- Coloro che volevano solo un ritorno al passato
- Coloro che cercavano un compromesso con quanto era avvenuto tra il 1789 ed il crollo
napoleonico.
Anche la Francia partecipò (da vinta) grazie al ministro Talleyrand (prima vescovo e poi ministro
degli esteri), il quale seppe impedire che il congresso si trasformasse in una coalizione
antifrancese. Egli riuscì a far ottenere alla Francia “vittima” del tiranno napoleonico il principio
secondo il quale dovevano essere restaurati sui loro troni i sovrani spodestati da Napoleone.
Le decisioni prese dal Congresso seguirono due linee-guida per l’assegnazione dei territori europei
ai vari sovrani: