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CittdiMartinaFranca ProgrammaIntegratodiRigenerazioneUrbanaL.R.

21/2008

INDICE PREMESSA A. GLI OBIETTIVI DI RIQUALIFICAZIONE URBANA, INCLUSIONE SOCIALE E SOSTENIBILITA AMBIENTALE A.1 Analisidelladimensionedemograficadelcomuneecaratteristichestrutturalidella popolazione A.2 Analisideldegradofisico,deldisagioabitativoesocioeconomicodelcomune
A.2.1 A.2.2 Situazioneediliziaedurbanistica Situazioneabitativaesocioeconomica

A.3 A.4

Ideaguidadellarigenerazione Obiettividiriqualificazioneurbana,inclusionesocialeesostenibilitambientale

B. GLI AMBITI TERRITORIALI DA SOTTOPORRE A PROGRAMMI INTEGRATI DI RIGENERAZIONEURBANA B.1 Individuazionedegliambitidiinterventodeiprogrammiintegratidirigenerazione urbana
B.1.1 B.1.2 B.1.3 B.1.4 B.1.5 B.1.6 B.1.7 Ambito 1Nucleoantico Ambito 2Quartiere diespansione versoCeglieMessapica Ambito 3Quartiereanord dellalineaferroviariaurbana Ambito 4QuartierePalombelleezonaurbanadiviaGuglielmi Ambito 5 AreaMontetullio Giuliani Ambito 6 AreadelPergolo Ambito 7QuartierePaolottiS.MicheleOspedale

B.2

Gliambitiindividuatiaconfronto

C. LE POLITICHE PUBBLICHE CHE CONCORRONO AL CONSEGUIMENTO DEGLI OBIETTIVI DEI PROGRAMMIDIRIGENERAZIONEURBANA C.1 Politicheurbanisticheedabitative C.2 C.3 C.4 Politichepaesaggisticoambientali Politichesocioassistenzialiesanitarie Politicheoccupazionali,formativeedisviluppo

D. LE INIZIATIVE PER ASSICURARE LA PARTECIPAZIONE CIVICA ED IL COINVOLGIMENTO DI ALTRI ENTI E DELLE FORZE SOCIALI, ECONOMICHE E CULTURALI ALLA ELABORAZIONE E ALLATTUAZIONEDEIPROGRAMMI D.1 Iprocessidipartecipazioneattivatiedaattivareedirapportitrairisultatidel processopartecipativoelepropostediintervento

D.2 D.3

Ilpianoperlinformazioneeilcoinvolgimentodeicittadini Ilprocessopartecipativoattivato
D.3.1 Forumcittadini

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D.3.2 D.3.3

Rassegnastampa Apportiesuggerimenti dasoggettiinteressati

D.4

Gliesitidellapartecipazioneinsintesi

E. ICRITERIPERVALUTARELAFATTIBILITADEIPROGRAMMI F. I SOGGETTI PUBBLICI CHE SI RITIENE UTILE COINVOLGERE NELLA ELABORAZIONE, ATTUAZIONEEGESTIONEDEIPROGRAMMIELEMODALITADISELEZIONEDEISOGGETTI PRIVATI F.1 Soggettipubblici F.2 F.3 ALLEGATI AC.1allegatocartografico:analisidellostatodifatto AC.2allegatocartografico:perimetrazionedegliambiti AC.3allegatocartografico:ambitidiinterventosuortofoto Soggettiprivati Attuazioneegestionedeiprogrammi

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PREMESSA
La Regione Puglia,promulgando la legge n. 21 Norme per la Rigenerazione Urbana del 29 luglio 2008, ha promosso comeaffermato allart. 1 la rigenerazione di parti di citt e sistemi urbani in coerenza con le strategie comunali e intercomunali finalizzate almiglioramentodellecondizioniurbanistiche,abitative,socioeconomiche,ambientali eculturalidegliinsediamentiumaniemediantestrumentidiintervento elaboraticonil coinvolgimentodegliabitantiedisoggettipubblicieprivatiinteressati. I contesti urbani periferici e marginali interessati da carenza di attrezzature e servizi, degrado degli edifici e degli spazi aperti e processi di esclusione sociale, i contesti urbani storici interessati da degradodelpatrimonio edilizio e degli spazi pubblici e da disagio sociale,i contesti urbani storiciinteressatidaprocessi di sostituzione sociale e fenomeni di terziarizzazione e le aree dismesse, parzialmente utilizzate e degradate costituisconoiprincipaliambitidiintervento. I Programmi Integrati di Rigenerazione Urbana rappresentano gli strumenti di intervento che, come esplicitatoallart. 2 della legge stessa, sono volti a promuovere la riqualificazione di parti significative di citt e sistemi urbani mediante interventi organicidiinteressepubblico.Essidevonofondarsisuunideaguida dirigenerazione legataaicaratteriambientaliestoricoculturalidellambitoterritorialeinteressato,alla sua identit e ai bisogni e alle istanze degli abitanti e comportano un insieme coordinato di interventi in grado di affrontare in modo integrato problemi di degrado fisicoedisagiosocioeconomico. Tali programmi sono contemplati nel Programma Operativo FESR 20072013, finanziabili con la dotazione dellasse VII Competitivit eattrattivitdelle citt e dei sistemiurbani,secondoduelineediintervento:lalinea7.1Pianiintegratidisviluppo urbanoelalinea7.2Pianiintegratidisviluppoterritoriale.Perlalinea7.1prevista lazione 7.1.1 denominata Piani integrati di sviluppo urbano di citt medio/grandi destinataallecittconpopolazionesuperiorea20.000abitanticheabbianoavviatole procedureprevistedallasuddettaL.R.21/2008.Perlalinea7.2previstalazione7.2.1 denominataPianiintegratidisviluppoterritorialedestinataaComunioaggregazioni di comuni con popolazione non superiore a 20.000 abitanti, secondo i criteri indicati nelProgrammaPluriennalediAttuazionedellAsseVII. NelProgrammaPluriennaledellAsseVIIallazione7.1.1silegge: Lazione sostiene la realizzazione di Piani Integrati di Sviluppo Urbano delle citt medio/grandi[]. I Piani, costruiti con la partecipazione degli abitanti, saranno per contenuti e finalit rispondenti alla legge regionale 21/2008, basati su unideaguida di rigenerazione[].

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I Piani dovranno contenere uno studio preliminare dellintera area di intervento riguardante: a) La riqualificazione dellambiente costruito, attraverso il risanamento del patrimonioedilizioedeglispazipubblici[]; b) La riorganizzazione dellassetto urbanistico attraverso il recupero o la realizzazionediurbanizzazioni,spaziverdieservizi[]; c) Il contrasto allesclusione sociale degli abitanti attraverso la previsione di una molteplicitdifunzionietipidiutentieinterventimaterialieimmateriali[]; d) Il risanamento dellambiente urbano mediante la previsione di infrastrutture ecologichequaliretiverdieblu[];1 Nella stessa determinazione del dirigente del servizio assetto del territorio n.13 del 15.02.2010 sidefiniscono: 7.1 Piani integrati di sviluppo urbano Obiettivo operativo la rigenerazione urbana attraverso piani integrati di sviluppo urbano fortemente caratterizzati da azionivolteallasostenibilitambientalee,inparticolare,allariqualificazionedella citt esistente e al contenimento dellespansione urbana, destinati ai sistemi di centriminorioalleareedellecittmediograndidovesiconcentranoproblemidi naturafisica,sociale,economica; 7.2PianiintegratidisviluppoterritorialeObiettivooperativolarigenerazione territorialeattraversopianiintegratidisviluppoterritorialevoltialrafforzamento, riqualificazione, razionalizzazione e, dove necessario,disegnodelle reti funzionali e delle trame di relazione che connettono i sistemi di centri urbani minori con particolare riguardo a quelli fortemente connessi (o con elevato potenziale di connessione)dalpuntodivistanaturalisticoestoricoculturale. Si specifica che la rigenerazione territoriale destinata a Comuni o aggregazioni di Comuni con popolazione non superiore a 20.000 abitanti, secondo i criteri indicati nellostessoPPAdellAsseVII. SecondolastessaL.R.21/2008traleazionichepossonoessereincluseneiprogrammi dirigenerazioneurbanavisono: la riqualificazione dellambiente costruito, attraverso il risanamento del patrimonio edilizio e degli spazi pubblici, garantendola tutela, la valorizzazione e lafruizionedelpatrimoniostoricoculturale,paesaggistico,ambientale; lariorganizzazionedellassettourbanisticoattraversoilrecuperoolarealizzazione di urbanizzazioni, spazi verdi e servizi e la previsione delle relative modalit di gestione;
Fonte:DeliberadiGiuntaRegionalen.1445del04.08.2009pubblicatasulBURPn.138del03.09.2009 PO 20072013. Asse VII. Programmi Pluriennali diAsse. Approvazione. Disposizioni organizzative e digestione.

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il contrasto dellesclusione sociale degli abitanti attraverso la previsione di una molteplicit di funzioni e tipi di utenti e interventi materiali e immateriali nel campo abitativo, sociosanitario, delleducazione, della formazione, del lavoro e dellosviluppo; il risanamento dellambiente urbano mediante la previsione di infrastrutture ecologiche quali reti verdi e blu finalizzate allincremento della biodiversit nellambienteurbano,sentierididatticiemuseali,percorsiperlamobilitciclabile e aree pedonali, spazi aperti a elevato grado di permeabilit, luso di fonti energetiche rinnovabili e ladozione di criteri di sostenibilit ambientale e risparmioenergeticonellarealizzazionedelleopereedilizie. Tali Programmi sono predisposti dai Comuni o proposti ai Comuni stessi da altri soggettisiapubblicicheprivati,assumendoglieffettidistrumentiurbanisticiesecutivi. Essi non possono comportare variante agli strumenti urbanistici comunali per trasformare in aree edificabili, areea destinazioneagricola, fatta eccezione per quelle contigue necessarie alla realizzazione di verde e servizi pubblici nella misura massima del5%dellasuperficiecomplessivadellareadiintervento. Larigenerazionedunqueintesacomeinterventointegrato,checoinvolgenonsologli aspetti fisici interessati dalle operazioni di riqualificazione, ma anche quelli sociali ed economicideldegradourbano.IComunidefinisconogliambititerritorialicherendono necessari interventi di rigenerazione urbana, predisponendo un Documento Programmatico per la Rigenerazione Urbana, da approvarsi con apposito atto deliberativodelconsigliocomunaleedapplicandoleprocedureprevistedaicommi1,2 e3dellart.11dellaL.R.n.20/2001. Il Documento Programmatico per la Rigenerazione Urbana inquadra e indirizza la rigenerazioneurbanadella cittdi Martina Franca, ai sensidella Legge regionale della Puglian.21del29.07.2008.IlDocumentoprecedelaredazionedeiProgrammiIntegrati di Rigenerazione Urbana e si allinea coerentemente agli indirizzi dettati dal DRAG e, nello specificodelComune diMartina Franca, nelle politiche di gestionedel territorio urbano inatto e in divenire; esso segue gli indirizzi di Rigenerazione gi contenuti nel Documento Programmatico di Rigenerazione Territoriale che riguarda i Comuni costituenti lArea Vasta Valle dItria, adottato con delibera di Consiglio di Piano Strategico del 16 maggio 2010; inoltre coerente con gli obiettivi, le strategie, le politiche e gli interventi contenuti nel Piano Strategico di Area Vasta denominato Valle dItria la Murgia dei Trulli: dal Mare alla Valle dItria e ne costituisce lapprofondimento progettuale in riferimento alla progettazione urbanistica integrata epartecipata. Infatti, al fine di favorire una maggiore efficacia ed effettivit, la pianificazione, la programmazione e la gestione urbanistica devono essere coordinate tra loro ed integrateconlinteraazionedellAmministrazioneComunale,inparticolarmodoconla

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programmazione dello sviluppo delleconomia e del territorio. Lesigenza di coordinamentotraleattivitdipianificazione,programmazioneegestioneurbanistica si pone soprattutto quandonel dominio della gestione rientrano decisioni di rilevanza urbanistica non contemplate nel PRG vigente, quali ad esempio le applicazioni della programmazione negoziata come i Programmi di Riqualificazione Urbana e di SviluppoSostenibiledelTerritorio(PRUSST)ediProgrammiComplessi. Il documento, basandosi sullanalisi della situazione urbanistica, edilizia, abitativa e socioeconomica della citt di Martina Franca, nonch del degrado fisico, abitativo e socioeconomico,individuapartisignificativedelterritoriocomunaleedefinisce: gliobiettividiriqualificazioneurbana,inclusionesocialeesostenibilitambientale; gliambititerritorialidasottoporreaprogrammiintegratidirigenerazioneurbana; le politiche pubbliche, in particolare abitative, urbanistiche, paesaggistico ambientali,culturali,sociosanitarie,occupazionali,formativeedisviluppo; leiniziativeperassicurarelapartecipazionecivicaeilcoinvolgimentodialtrientie delle forze sociali, economiche e culturali alla elaborazione e attuazione dei programmi; icriteripervalutarelafattibilitdeiprogrammi; i soggetti pubblici che si ritiene utile coinvolgere nellelaborazione, attuazione e gestionedeiprogrammielemodalitdiselezionedeisoggettiprivati. Il presente documento stato elaborato in seguito alla consultazione con la popolazione, tenuto conto anche delle proposte di intervento avanzate da altri soggetti pubblici eprivati, comeauspicatonellart. 3 della L.R. n. 21 del 29.07.2008, e di tutte le strutture intermedie della societ civile, esplicita i caratteri salienti del redigendo Programma Integrato di Rigenerazione Urbana, ai fini della condivisione e partecipazionecittadina.

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A. GLI OBIETTIVI DI RIQUALIFICAZIONE URBANA, INCLUSIONE SOCIALEESOSTENIBILITAAMBIENTALE

A.1 ANALISI DELLA DIMENSIONE DEMOGRAFICA DEL COMUNE E CARATTERISTICHESTRUTTURALIDELLAPOPOLAZIONE


La citt di Martina Franca, situata a 431 m sul livello del mare, a circa 32 km dalla citt di Taranto, alla cui provincia appartiene. Ha un territorio comunale di 295 kmq chelarendeiltrentanovesimoComuneinordinediestensioneinItalia. Diseguitosonoriportatiidatiessenzialichepermettonodiinquadrareladimensionee le peculiarit demografiche della citt con dati attinti dalle fonti ISTAT, in ordine di maggioreaggiornamentopossibile:ovenonpresentidatial2012sidovutorisalireal 2001,annodel14Censimentocompleto,nonessendoancorapubblicateperinterole risultanzedel15eultimoCensimentoinordineditempo(2011). Con i suoi 48.984 abitanti (dati ISTAT aggiornati al 1 gennaio 2012), presenta una densit demografica di 166 abitanti per chilometro quadrato. Indice questo inferiore allamediaregionaleesuperioreaquellaprovinciale. Densit demografica del Comune di Martina Franca al 2012 raffrontata con i dati provincialieregionali Densit Territorio SuperficieinKm2 Abitanti demografica ComunediMartinaFranca 295 48.984 166 ProvinciadiTaranto 5.138 584.229 114 RegionediPuglia 19.365 4.050.072 209 Fonte:ISTAT2012 Dalladistribuzionedella popolazione residente per sesso si rileva chenumericamente risiedonopidonnecheuomini(ilrapporto108donnesu100uomini). NumerodeiresidentinelComunediMartinaFrancaal2012 Territorio Abitanti M ComunediMartinaFranca 48.984 23.544 Fonte:ISTAT2012

F 25.440

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Popolazioneresidenteper classidetconfronto20012012 Classidiet 2001 % 2012 014 7.474 15,3% 6.659 1564 32.968 67,6% 32.421 65eoltre 8.314 17,1% 9.904 Totale 48.756 100,0% 48.984 Fonte:ISTAT1 gennaio2001 e1gennaio2012

% 13,6% 66,2% 20,2% 100,0%

DallatabellaprecedentecheponeaconfrontoidatidelCensimentodelgennaio2001 con quelli al gennaio 2012, si pu desumere un dato significativo sullandamento demografico con riferimento alle classi di et: pur a fronte di un saldo demografico lievemente positivo in valore assoluto (+228 abitanti), si registra un invecchiamento della popolazione, dal momento che, nel 2001, i cittadini con pi di 64 anni (8.314 unit)eranoinnumerodipocosuperiorealnumerodeicittadinidietcompresatra0 e14anni(7.474unit),mentresiregistrachenel2012 taledifferenzaaumentatacon 9.904abitantidietsuperioreai64annicontro6.659dietinferioreai14. Con riferimento ai dati del censimento 2001, dalla suddivisione tra il dato della popolazione diMartina Franca (48.756 unit) per il numero dinuclei familiari (13.543) si evince che in media un nucleo familiare pari a 3,6 componenti, dato pi alto rispettoallamedianazionaledellostessoanno(3,49unit). Lindicedidipendenza,cheilrapportopercentualetrasommadellapopolazionenon attiva (014 anni + 65 anni e oltre) e la popolazione attiva (da 15 a 64 anni), a livello comunale pari al 47,89%, dato superiore a quello provinciale (46,32%) seppure inferioreaquello regionale (48,36%). Tale dato evidenzia laumento dellapopolazione anziana che negli ultimi anni va di pari passo con il decremento della popolazione appartenenteallefascepigiovanidellapopolazione.

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La popolazione residente a Martina Franca al 1 gennaio 2012 risultava pari a 48.984 abitanti, quindi risulta invertito il trend di crescita degli anni precedenti (20012011), comerisultadalgraficoseguente,incuilapopolazioneregistraunacontrazionediben 796unitda2011a2012,ilcheriportaladimensionedemograficaailivellidelperiodo antecedenteal2006.
Popolazione residente
anno popolazione

49800 49600 49400 49200 49000 48800 48600 48400 48200 2001 2003 2005 2007 2009 2011

2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012

48.756 48.759 48.827 48.863 49.095 49.023 49.133 49.430 49.525 49.756 49.780 48.984

Fonte:ISTAThttp://demo.istat.it Dallanalisi dei dati (ultimo censimento completo ISTAT 2001) riferiti alle famiglie, emerge che il 22,3% di esse risulta in affitto, mentre il 71,83% risulta possedere unabitazioneinpropriet. Famiglie in abitazione per titolo di godimento dellabitazione nel Comune di Martina Franca Propriet Affitto Altrotitolo Totale 13.992 2.671 1.036 17.789 Fonte:ISTAT

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La ripartizione della popolazione al 1 gennaio 2012 tra femmine (25.440) e maschi (23.540) graficizzatanelseguentegrafico.

Fonte:ISTAThttp://demo.istat.it La popolazione straniera residente a Martina Franca al 1 Gennaio 2011 risulta pari a 1.611 unit, corrispondenti al 3,2% dellintera popolazione residente. Di questi, 766 sono di sesso maschile e 845 di sesso femminile, distribuiti come evidenziato nel graficosottostante.

Fonte:ISTAThttp://demo.istat.it A questi dati si aggiunge la distribuzione dellinsediato nel territorio comunale che vede ben il 55,70% del costruito disperso nellagro che per questo viene definito, anchedalnuovoP.P.T.R.,campagnaurbanizzata,ilchecostituiscepeculiaritunica nel panorama regionale e caratterizza la specificit della Valle dItria, cos come emergedalleanalisicondottenellambitodelPianoStrategicodiAreaVasta.

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A.2 ANALISI DEL DEGRADO FISICO, DEL DISAGIO ABITATIVO E SOCIO ECONOMICODELCOMUNE A.2.1 SITUAZIONEEDILIZIAEDURBANISTICA
Martina Franca un Comune noto per larchitettura baroccorococ e per la programmazione di numerose attivit culturali, tra le quali spicca a livello internazionale il Festival della Valle dItria. Sorge sulle propaggini meridionali della Murgia,sulconfinedelleprovincediTaranto,BrindisieBari. Conil suo centroantico posto sulle colline sudorientali dellaMurgia, inuna posizione che offre splendide vedute sulla Valle dItria,Martina Franca, risulta essere ilComune noncapoluogopipopolosodellaPugliaasuddiBari. La citt trae denominazione dal Casale della Franca Martina, attestato nel 1306 e istituzionalmente riconosciuto con privilegio del 12 agosto 1310, dal principe di Taranto Filippo I dAngi (12941331), emesso da Napoli. Il predicato onomastico Franca scompare negli atti ufficiali gi nel 1353 ma venne ripresodopo lUnitdItalia per distinguere la Martinain Puglia da un omonimo comune ligure. Con regiodecreto del18febbraio1864,infatti,ilComunevennedenominatoMartinaFranca. Martina Franca possiede unodeipi bei centri storicidellItalia meridionale. Di chiara matricetardobarocca,lurbanisticadelcentroanticoconnotatadaunastraordinaria diffusione di architetture con fregi e con decorazioni che, accanto ai principali monumentidellepoca,fannodeibianchivicoliedellecaratteristichenchiostreveree propriegalleriadarteacieloaperto. PremessastoricaLafondazionedellinsediamento Allo stato attuale delle ricerche sulle vicende storiche di Martina, anteriori alla met del Seicento, si conosce davvero molto poco, a causa della pressoch totale dispersionedeidocumentidarchivio.Lefontidocumentariesullevicendecomunitarie sono,infatti,limitateallasecondametdelXVIIsecolo,essendoandatodisperso,quasi completamente, lantico archivio dellUniversit (Comune). La prima fonte storica , paradossalmente,laVitadiSanMartino,poemaagiograficoinottavarimastampatoa Napoli nel 1602 ma completato il 1 aprile 1596, dellaromatarius martinese Cito de Citi(attestatodal1577al1596).Fonteprincipaleperglistudiosi,per,lavoluminosa Istoriacronologica dellaFrancaMartina,settelibriintretomidiIsidoroChirulli(1683 1771),undottoreinutroqueiurediventatoarcipretedellaCollegiata(17211767). Per molti secoli gli studiosi hanno ritenuto che la formazione dellagglomerato insediativo dellattuale cittadina risalisse al 927, anno in cui un contingente saraceno, al comando dello slavo Sabir, distrusse Taranto, uccidendo gran parte dei difensori dellacitteconducendoschiaviinAfricaisopravvissuti,nonchuningentebottino.Gli scampati alleccidio e alla cattura, pertanto, avrebbero trovato rifugio nel boscoso e

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inaccessibile entroterra collinare del vasto territorio tarantino.Va,per,precisato che la fatale incursione su Taranto, gi assediata, va spostata al 15 agosto 928, come s recentemente appurato, interpretando correttamente la data dellindizione. Gli eventuali profughi tarantini, raggiunte le colline, potrebbero, comunque, ben essersi fusi, incrementandone il numero, con quanti qui vivevano da secoli, praticando la cosiddetta economia dellincolto in un territorio reso impervio da gravinepi o meno profonde, da folti boschi di querce a foglia persistente o caduca, nonch da una lussureggiante macchia mediterranea con piante sempreverdi e prevalentemente cespugliose. Nellattuale territorio di Martina Franca, infatti, gi in et preistorica sinsediarono, pi o meno stabilmente, piccole comunit di cacciatori e/o di pastori, che hannolasciato tracce significativein grotte cultuali eno. La presenza di minuscoli insediamenti sparsi nei boschi e nelle cavit carsiche documentata, poi, dallVIII secolo a.C. al X d.C. da frequenti reperti archeologici delle culture messapica, magno greca,romana,barbaricaebizantina. GliipotizzatitrasmigrantidaTarantoedaglialtriluoghipredatidaisaracenifrailIXeil X secolo non scamparono certo in una landa deserta, per quanto selvaggia, perch vincontrarono sicuramente minuscoli ricoveri temporanei, alcuni embrionali casali, piccole chiese in grotta o costruite, qualche modesto fortilizio det bizantina ma, soprattutto, i possenti e lunghissimi paretoni o limitones, strutture confinarie che a quei tempi erano gi avvolte nel mistero e sollecitavano suggestioni fantastiche. Ad avvalorare la presenza dinsediamenti stabili concorre lesistenza di una grotta cultuale, officiata da monaci di rito bizantino,dipendentidal Monastero di San Nicola di Casole presso Otranto, fondato nel 1099. Da questa grancia, detta di Santa Maria dItria,inEtModernaderivataladenominazionedellaValledItria,ossiadellampia e irregolare vallecola carsica, sulla quale saffacciano gli attuali abitati collinari di Martina Franca, di Cisternino e di Locorotondo. Lesistenza di questa struttura ipogea fa presupporre che i monaci coltivassero terreni o allevassero bestiame in proprio, ovvero che siano stati percettori di decime; in questultimo caso il numero degli agricoltorioperantinellareadipertinenzamonasticasarstatoragguardevole,almeno tantodagiustificarelapresenzainsitudiesattoriecclesiastici. Lattuale territorio comunale di Martina Franca, dopoil Mille, apparteneva in minima parte a Ostuni e la rimanente, pressoch in porzioni uguali, alle citt rivierasche di Monopoli e di Taranto, che a presidio dei rispettivi confini possedevano alcune torri, probabilmenteerettenelcorsodellasecolareecontrastatadominazionebizantina. Per ordine del re di Sicilia Manfredi di Svevia (12581266) il notaio monopolitano AngelodeLeoneil15luglio1260redasselInstrumentum executionismandatiregi,un rogito in cui figura, tra i toponimi di confine, il Castrum Martinae, verosimilmente unistallazione militare, forse una torre con fortificazioni essenziali, giacente in territorio di Taranto, citt fedele a Manfredi, per murum de partis orientis; il Castrum insisteva su unaltura dominante la Valle dItria, che probabilmente corrisponde a

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unarea del centro storicodi Martina Franca, nellaquale ricadono i rioniMontedoro e Curdunnidde. Questatto dimostra che linsediamento era gi esistente prima del privilegiodelprincipediTarantodel12agosto1310(erroneamentericonosciutocome atto fondativo della citt), che in realt costituisce il riconoscimento istituzionale del giesistenteCasaledellaFrancaMartina, governatadaunUniversitashominum. Molti autori, poi, attribuiscono a Filippo I dAngi la realizzazione di un progetto prestabilito, comprendente nello stesso anno lescavazione di fossati antimurali e lerezionediunapoderosacintamuraria,inframmezzatadaquattroporteurbaneeda undiscordantenumeroditorridivariaforma(apiantapoligonaleecilindrica).FilippoI dAngi un personaggio storico, al quale Martina Franca lega le sue origini, esaltandone la visione, quasi profetica, che ha fatto diventare nel corso dei secoli un minuscolo casale sperduto nei fitti boschi delle Murge sudorientali una citt industriosaaspiccatavocazionemercantileeculturale. Pur restando senza spiegazione il motivo per cui linsediamento venga indicato nei diplomi della Cancelleria angioina del principe di Taranto, a partire dal 1310, come Casale della Franca Martina e, poi, come terra o come castrum, si pu ipotizzare che Filippo I dAngi abbia voluto perpetuare nel casale in formazione, utpote operis manuum nostrarum dirigentes, la precedente denominazione del Castrum Martinae, documentato nel 1260 come modesta localit confinaria nel citato rogito del notaio monopolitanoAngelodeLeone.Sipubencrederechesitrattassediunfortiliziovero eproprioesenzaabitazioniintorno,erettodalreManfredidiSveviapercontrastarele ripetute rivolte fomentate nel Regno meridionale dalla Curia romana dalla fine del 1254alliniziodel1257.LefontiritengonocheFilippoIdAngiandrebbeconsideratoil rifondatore del centro insediativo e ci potrebbe spiegare laggettivo Franca, che nei documenti ufficiali connoter Martina fino al 1353 per poi scomparire. Si ritiene comunemente,infatti, che talepredicato onomastico attenga alle franchigie concesse dal principe di Taranto a quanti avessero deciso di trasferirsi nel Casale della Franca Martina,cedendoloroinallodio(pienapropriet,nonsoggettaadecimefeudali)suoli edificatorie,poi,terrenidacoltivare. appurato, quindi, che il 12 agosto 1310 linsediamento esisteva e aveva gi una propria autonomia amministrativa, in quanto gli uomini liberi che lo popolavano disponevano di un organismo rappresentativo, lUniversitas civium; i clerici delCasale deFranceMartina,inoltre,inquellostessoannoversarono12tarallaCuriapontificia, come decima sui proventi della loro chiesa, anchessa, evidentemente gi ben strutturata. Esistono, infatti, documenti precedenti al 1310. Per esempio il 10 luglio 1306 il re di Napoli Carlo II dAngi (12851309) ordin esplicitamente al giustiziere della Terra di Bari di proibire al giustiziere e vicario del principe di Taranto, nonch al capitano Guglielmo di RigollosolociCasalis Martine, di compiere razzie aidannidelMonastero di Santo Stefano di Monopoli. Questo il pi antico documento in cui sattesta

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lesistenzadelCasaledellaFrancaMartina, ossiadiuninsediamentoprivodistrutture di difesa, costituito da una comunit amministrata da un capitano (governatore, giudice)edaunsindaco. Appurato ci, mancherebbe un mandato con il quale Filippo I dAngi potrebbe aver solennizzatolafondazionediMartinama,forse,questononmaistatoemanato,visto che nei privilegi dei due principi suoi figli e successori si parla genericamente di un centrodemicoformatomanudictigenitorisnostrioiussu,ordinationeetprovisionedel padre,nsimenzionaquandoesetaleordinefueseguito. SiritienecheFilippoIdAnginellefasipreparatoriediunamissionemilitarenellEpiro nomin, probabilmente il 1 settembre 1305, come giustiziere e vicariodel Principato di Taranto Francesco di Monteleone, che fu in tale circostanza investito del feudo di San Paolo de Polisia (oggi San Paolo di Martina Franca), il quale avr avuto dal suo signore lincarico davviare il progetto fondativo del Casale della Franca Martina, del quale definito primus compositor et inceptor. Per tale motivo, il dinamico e spregiudicatoFrancescodiMonteleone,sostenutonellimpresadalcapitanoGuglielmo diRigollosodaPolignano,fu,dunque,ilfondatoreoilrifondatorematerialediMartina. PremessastoricaSviluppodellacitt Va ancora definito come si sia sviluppata urbanisticamente Martina angioina, escludendo a priori lassurda teoria di quanti sostengono che siano stati unificati quattro casali contermini ma di distinte etnie, insistenti nellarea dellattuale centro storico,estesapocopidi15ettari. Il primitivo insediamento, di certo, non era racchiuso da una cinta muraria e da torri, come si continua ad affermare, dato che tali strutture difensive furono realizzate a spese dellUniversit non prima del 1326 e, comunque, non oltre il 1335, quando Martina indicata nei documenti ufficiali come terra, ossia un abitato munito di fortificazioni. Riguardo alla conformazione dei pi antichi edifici dellinsediamento, un anonimo cronachista locale della prima met del Settecento cos descrive la Chiesa Madre, dedicata a San Martino, prima che questa venisse abbattuta nel 1747 e ricostruita in stile rococ: Siede questa su dalto e spazioso atrio a capo della pubblica piazza, ordinata a tre navi, e intrammezzata da doppia fuga di lungo colonnato ... si tiene comunemente,chebuonaparte diessachiesasia stata opera, elavoro de francesi; ed in fatti se ne vede qualchidea nella bellissima prospettiva, e nella fabbrica della sagra torre difigura pirammidale,chelevasisterminatamenteinalto.Allostatoattualedelle ricerche, per, non dato sapere se la chiesa sia sorta nei primi anni del Trecento, a opera, e lavoro de francesi, ovvero se sia stata eretta solo nel XV secolo su un precedente luogo di culto. certo, comunque, che nel 1348, anno citato in un rogito notarile su pergamena, esisteva gi una chiesa dedicata a San Martino sulla pubblica piazza di Martina, ossia laddove serge ancora la settecentesca Collegiata ma il

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riferimento cronologico pi alto, relativamente a quella preesistente, restituisce la datadel1475. Si pu sintetizzare che nella sua prima fase di sviluppo Martina era il bel paese che il Ringo parte e il Votano cinge, come scriveva nel secondo Ottocento il poeta satirico locale Raffaele Casavola (17941882), testimoniando che la citt conservava le dimensioni dellantica terra, nella quale un costante incremento demografico aveva determinato la saturazione delle aree edificabili disponibili; persistevano, ancora, a ridossodellemuralemedievaliareedepresseespessoacquitrinose,ossialIzzoanord dellabitatoeilVotanoasud,tuttoggiesistenti. PremessastoricaIlprimotessutoeconomico Perincrementareilnumerodegliabitanti,vincendoidinieghiallinurbamentodiquanti vedevano nel Casale della Franca Martina un insediamento effimero e non garantito istituzionalmente, Francesco di Monteleone si fece autorevole portavoce presso il principe di Taranto delle reiterate e pressanti richieste dellUniversitas hominum, implorandounpattospecialefrailgrandefeudatarioeisuoifedelivassalli. Filippo l dAngi, mirando con sovrana sollecitudine al bene dei sudditi, accolse finalmente tali richieste, emanando da Napoli il pi volte richiamato e fondamentale privilegio del 12 agosto 1310, con il quale promise per s e per i suoi eredi la demanialit perpetua del Casale della Franca Martina. La solennit del mandato fu attestatadalsigillopendentedelprincipemanonchiaroperchochitregiornidopo indusse il dinasta angioino a ratificare quanto espressamente promesso a chi si fosse trasferitonelsuocasale. Il 15 agosto 1310, infatti, Filippo I dAngi sped da Napoli un altro privilegio ai martinesi, assicurando loro che non sarebbero mai stati obbligati a pagare ai baglivi delle terre di Ostuni, di Mottola e di Massafra i diritti della fida per pascolare e per abbeverareillorobestiameneiterritoridemanialidiquellecitt.Nelgirodipochianni dalla sua formazione nel Casale della Franca Martina, cos, confluirono e samalgamarono allevatori di diversa provenienza, attratti dalla gratuit dei pascoli, assicuratadallultimoprivilegioconcessodalprincipe. Le crescenti esigenze della popolazione indussero Filippo I dAngi a concedere il 15 gennaio 1317agli abitanti diMartina un terzo epiimportante privilegio,assegnando loroun territorio circolareintornoallabitatodel raggiodi due miglia circum circa (Km 3,7) ed esteso 4.278 ettari, detto distretto. In questambito era data facolt ai martinesi di costruire abitazioni rurali, dimpiantare vigne, di coltivare orti, di scavare cisterne e di tracciare strade confinarie; tali beni sarebbero stati di natura allodiale, quindi non soggetti ad alcuna decima feudale. I martinesi, comunque, travalicarono ben presto gliangusti limiti del distretto, sciamando nei territori contermini, non solo perfruiredegliusicivicigravantisulleterredemaniali.

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A partire dal 1326, come s accennato, limportanza del centro insediativo rese necessarie opportuneopere di difesa, da costruire a spese dellUniversite, forse, gi completate nel 1335: mura poderose, fossati antemurali, quattro porte turrite daccesso allabitato eunnumeroimprecisabile di torri quadrate e rotonde;diqueste ultime ne residua ancora qualcuna, sebbene trasformata o rifatta tra il XV e il XVI secolo. PremessastoricaConclusionedelperiodoangioino Il principe di Taranto Filippo II dAngi (13641373), morto senza eredi diretti, aveva chiamato a succedergli nel Principato Giacomo del Balzo, figlio di sua sorella Margherita. La regina di Napoli Giovanna I dAngi (13431382), per, avoc alla Corona ilvasto feudo deiprincipi di Taranto,ormaiestinti nelladiscendenza maschile, suscitandounaspracontesaarmata,combattutadal1373al1374. Martina fu conquistata fin dai primi scontri e per pi di un anno rimase in signoria di TommasoSanseverino,alquale,poi,lareginaGiovannaIcedetteleterreconfiscateal del Balzo,imponendogli, per,diliberare la citt, che fu restituita in feudo a Pietro di Tocco.Aquesti,infatti,Martinaerastataassegnatainsignorianel1352ecomecontea nel1364dalprincipediTarantoRobertodAngi(13311364),primogenitodiFilippoI, contravvenendo a quanto disposto, a proposito della demanialit perpetua, con privilegiodelpadre. Nellestate del 1374, perci, lUniversit di Martina invi una delegazione alla regina Giovanna I per protestare contro i numerosi abusi e soprusi perpetrati da Pietro di Tocco; i rappresentanti della citt, per, vennero carcerati e al giustiziere di Terra dOtranto fu ordinato di costringere i martinesi, manu armata, di riconoscere la signoria del feudatario. Pietro di Tocco, malgrado le esplicite opposizioni dei suoi vassalli,il6settembre1376vennedefinitivamentereimmessonelpossessofeudaledi Martina. La regina Giovanna I abrog, infatti, quanto disposto dal principe Filippo II, il quale aveva concesso la citt in tenuta, finch lex feudatario non avesse recuperato la sommadi300oncedoro,assegnataglipergratitudineil20marzo1353dalprincipedi Taranto Roberto dAngi. Il conte in perpetuo Pietro di Tocco mor fra il 23 maggio 1381 e il 12 agosto 1383 e il feudo di Martina pass a suo figlio Guglielmo, che con alterne vicende lo terr fino al 1406, invischiato nelle violente crisi dinastiche che segnaronoletormentatevicendedelRegnodiNapolinelXVsecolo2.


Tratto da DOMENICO BLASI Considerazioni sulle origini della citt Filippo I D'Angi (1276 1331) e il Casale della Franca Martina in Umanesimo della Pietra Citt&Cittadini, Martina Franca,dicembre 2010.

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PremessastoricaDal400allunitdItalia Il centro insediativo dellangioino Casale della Franca Martina non era stato pi infeudato dal 1463 e, salvo la quinquennale parentesi della signoria di Francesco Coppola(14811486),appartennealdemanioregiofinoal1497. Talecondizionegiuridica,agognatafindallarifondazioneangioinadellacitt,garantiva al ceto egemone agrarioprofessionale lassoluta disponibilit del vasto territorio comunale,sinallagmaticamenteconcessoalfeudatarioPietrodiToccoeagliabitantidi Martinail15aprile1359conprivilegiodelprincipediTarantoRobertodAngi. Lattivitamministrativa era regolamentata dallUniversitas Civium, a capo della quale veniva annualmente designato, forse mediante un sistema elettivo assembleare, un sindaco,alqualeabantiquoerariconosciutalafunzionediriscuoterelegabelledovute alRegioFiscoe/oalfeudatario. Fusoloil6luglio1478cheilrediNapoliFerdinandoldAragona(14581494)concesse un Capitolare, contenente le norme per regolamentare la vita pubblica e civile di Martina,sicchdaquellannolUniversitvennerettadatrentaseiordinaticitatini,che nominavanoilsindaco;deiconsigliericomunalieletti,ventisetteappartenevanoalceto maggioredegliagrarienoveaquellominoredegliartigianiedeicommercianti,mentre i contadini meno abbienti, i braccianti e i nullatenenti vennero esclusi dalla rappresentativitcivile. Si rafforz, cos, un ristretto gruppo di famiglie, inclini al rischio dimpresa nello sfruttare le enormi risorse dellaspro territorio comunale, conculcando per secoli i diritti e le aspettative di riscatto socioeconomico della stragrande maggioranza della popolazione. La citt, pertanto, viveva nella seconda met del XV secolo una condizionedirinnovatafloriditeconomica. Nelgiugnodel1529,secondounacoevamaacriticatradizionepopolare,nelConvento degli Osservanti pose il suo quartiere il capitano di ventura Fabrizio Marramaldo, venuto da Monopolia chiedere diritto di stanza a Martina per i suoi mercenariinuna fase di ristagno della guerra francoispanica; i martinesi sopposero in armi a tale richiesta e limminente sacco alla citt a opera della soldataglia venne scongiurato dallamiracolosaapparizionesullemuradisanMartinoacavalloeinarmatura,seguito daunfraticelloscalzo,riconosciutocomesantAntoniodaPadova. Nel 1531, pertanto, il sindaco, alcuni decurioni dellUniversit e numerosi cittadini si recarono nella chiesa degli Osservanti, dove elessero il santo patavino secondo protettoredellacitt,doposanMartino. La gestione della vita pubblica martinese da parte del ceto agrario professionale era stata, comunque, radicalmente sconvolta il 3 gennaio 1507, quando la citt venne infeudata come ducato a Petracone III Caracciolo, conte di Buccino e primo duca di Martina (15071522); tale titolo sar trasmesso senza soluzionedi continuit di padre

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infigliopertredicigenerazioni,ossiafinoal1806,annoincuivenneabolitalafeudalit e Placido Caracciolo (17851815) conserv il titolo di duca come semplice predicato nobiliare. I primi sei duchi della casata feudale, comunque, non soggiornarono a Martina, dove disponevanodiunafatiscenteresidenza,ossiailcastelloerettonel1388. Fu lottavo duca, Petracone V (16551704) a trasferire definitivamente la residenza familiare da Buccino a Martina, dove sullarea del preesistente maniero feudale, completamente abbattuto, fece costruire un imponente palazzo, come si coglie dallepigrafe incisa sullarchitrave del monumentale ingresso: Petraconus V / A fundamentiserexit/AnnoD[omi]niMDCLXVIII. Questa prestigiosa fabbrica, portata a compimento nel 1776 dal duca Francesco III Caracciolo (17711794), divenne il punto di riferimento deccellenza della citt, in quantolimprontabaroccaerococ,tracciatainmodouniforme,determinladesione corale della comunit a un linguaggio architettonico impostosi nel corso di svariati decenni fra Sette e Ottocento e che permase anche dopo la comparsa dei primi echi neoclassici. Ipalazzidellaborghesiaelecasedeicetiaessasubalterni,costruitiaMartinadurante tutto il Settecento, rivelano, infatti, una tendenza architettonica aperta a influenze tipiche del capoluogo della Terra dOtranto e, addirittura, della capitale del Regno, evidentementeindottedallacasatafeudale. La costante presenza dei feudatari in citt, spesso avversati da quegli esponenti del ceto egemone che non traevano benefici dai Caracciolo, fu fondamentale per lo sviluppo economico, sociale e culturale per la Martina dei secoli XVII e XVIII. I Caracciolo, infatti, sprovincializzarono la citt, schiudendo nuovi orizzonti culturali, mutuatidalleesperienzenapoletane. Favorirono i giovani martinesi pi promettenti nei settori dellartigianato e delle arti, nelle quali eccelsero: il pittore Leonardo Antonio Olivieri (16891752), ritenuto dalla critica lottimo allievo del Solimena; il celeberrimo sopranista Giuseppe Aprile, detto Sciroletto(17361813), compositoreecantantedigranfama,riconosciutoinItaliaein tuttaEuropa;numerosissimifilosofiegiureconsulti,impostisiincittenellacapitale,in quanto la filosofia morale e la giurisprudenza erano le discipline maggiormente coltivatedaimartinesidelSettecento. Costante fulinterventodei Caracciolo, soprattutto quello del nonoduca, Francesco II (17041752),afavoredeicetipideboli:potenziilConservatoriodiSantaMariadella Misericordia,fondatodasuamadreAureliaImperiale(16461735),pergarantirelavita e leducazione delle zitelle povere, assicurando loro un onesto mestiere; sostenne decisamente le rivendicazioni dei contadini contro gli agrari, i quali avevano completamenteusurpatoilvastoterritoriocomunaledinaturademaniale.

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Il progressivo sviluppo sociale, culturale, artistico ed economico dellintera comunit martinese dal XV secolo fino allUnit dItalia fu assicurato non solo dalla grande trasformazione agraria e fondiaria del territorio, messa in atto dalle famiglie del ceto egemone,ma,anche,dalleistituzioniecclesiastichesecolarieregolari:ilCapitolodella Collegiata; i Domenicani; i Francescani Conventuali; i Francescani Osservanti, poi Riformati, i Francescani Cappuccini; i Minimi di San Francesco da Paola; i Carmelitani; leAgostinianeEremitane. Tali istituzioni, cui non furono da meno le numerose confraternite locali fondate fin dalla seconda metdel XV secolo, erano solitedestinare le somme derivantidalasciti testamentarieno,investendoleinattivitcreditizie,concedendoprestitiabassotasso dinteresse, soprattutto ai contadini e agli artigiani che, dal secondo Seicento, trasformarono in vigneti terre a pascolo e/o incolte, mediante il diffuso contratto denfiteusi.Sorigin,cos,uncetodipiccoliproprietarifondiari,cheneiprimidecenni del XX secolo avevano impiantato circa 10.000 ettari di vigneto, ossia poco pi di un terzo dellintera estensione del territorio comunale. Lo sviluppo economico della citt fu, dunque, per secoli assicurato dalle masserie agrosilvopastorali, soprattutto specializzate nellallevamento equino, e dai non trascurabili proventi derivanti dalla coltura della vite e,quindi,dalla produzionedi vino, venduto fino alla met del secolo scorsoallegrandiindustriedelnordperlaproduzionedelvermout. Un prospero impegno imprenditoriale, prodromo della futura attivit manifatturiera martinese, tuttora rilevante, fu il filatoio del Convento dei Francescani Riformati dismesso nel 1770 per disposizione regia per doversi servire di panni dalla Fabbrica di Avellino. Profonde trasformazioni politicoeconomiche, inoltre, caratterizzarono la realt martineseinseguitoallavventosultronodiNapolidiCarlodiBorbone(17341759)e, poi, nel decennio francese (18061815), periodi in cui venne messa in crisi legemonia sociale ed economica della nobilt e della Chiesa, rafforzando in provincia, nello specifico aMartina, il potere e linfluenza dellocale ceto egemone, che contribu non poco,dintesaomenoconifeudatari,afaredelSettecentoilsecolodorodellacitt. Il tramonto del XVIII secolo fu nefasto per Martina, che entusiasticamente e con convinzione ader alla rivoluzionaria esperienza delleffimera Repubblica Napoletana, perci subendo il sacco dei legittimisti borbonici il 17 marzo 1799 per essersi i martinesistrenuamenteoppostipergiorniagliassediantidellacitt. Si schiudeva cos il secolo lungo dellOttocento, durante tutto il quale e sino agli inizi del Novecento Martina visse una progressiva e profonda crisi sociale, economica e culturale. Una delle cause di questa decadenza fu la legge del 13 febbraio 1807, resa esecutiva dal re di Napoli Gioacchino Murat (18081815), che disposela soppressione di tutti gli ordinimonasticipossidentielincameramentostataledeilorobeni.

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A farne le spese furono i Domenicani e i Francescani Conventuali: i primi ritornarono nelloroconventocittadinonel1818inseguitoallarestaurazioneborbonica;ifratineri, invece,abbandonaronopersemprelaChiesaeilConventodiSanFrancescodAssisi,il qualevennedestinatoaospedalecivile,aricoverodimendiciteaorfanotrofio. Tutti gli altri ordini regolari rimasti in citt vennero definitivamente allontanati da Martinaneglianniimmediatamentesuccessiviallunificazionenazionale,ossiaquando entrarono in vigore le nuove leggi eversive che soppressero gli ordini religiosi e ne incameraronoibeni. Lallontanamento dei religiosi costitu la causa principale dellinvoluzione culturale ed economicadellacitt,malgradolimpegnoprofusodalCapitolodellaCollegiataedalle numerose confraternite laicali, i quali persero la possibilit di confronto e di stimolo conrealtesogene,ilchconsolidlenormepoteredelcetoegemone,ormaiusoalla rendita di posizione soprattutto perch era riuscito a impossessarsi delle cospicue proprietdegliecclesiastici.Vitalerimaseilcetodeipiccoliproprietari,perangustiato dallinesistenzadistrutturecreditizie. Urbanistica Le foto aeree di Martina Franca o le suggestive vedute del centro storico, che si possonocoglieredaicampanilidellemaggiorichiesebarocche,permettonodivalutare la complessit dellinsediamento nel suo insieme, ovviamente non visibili a chi percorrelalabirinticatramaviariadellabitato. Siha,tuttavia,limpressionediunacittcresciutasusestessasenzaregole,icuiedifici, addossatigliuniaglialtrisembranocompenetrarsi. Simpongono i monumentali complessi architettonici delle chiese, dei conventi, del PalazzoDucaleedelleabitazionidelcetoegemone,cheemergonodalbailammedegli elementi delledilizia minore; ridotti e affatto inaccessibili sono gli spazi verdi privati, asserviti ad alcuni palazzi signorili, mentre non esiste alcun giardino pubblico intra moenia; le coperture degli edifici sono, pure, varie, individuandosi lastrici, falde a doppiospiovente,estradossididiversafoggia. Gli studiosi ritengono che il tessuto edilizio della citt medievale fosse caratterizzato dalliterazionedicasemonocellularisuununicopianoconcoperturaadoppiafalde,a Locorotondo tuttora detta cummersa ma definita nel 1968 da Cesare Brandi (1906 1988) a pignon, espressione ancora in uso e ampiamente diffusa, anche dalle guide turistiche. Tali abitazioni nel corso del tempo sono state sostituite da complessi abitativi pi articolati,riconducibili,essenzialmente,allecasepalazziateeallecaseacorte. Lamodularitelessenzialitdellecaseapignon,tuttavia,nonrispondevanoaibisogni insediativi di una comunit in crescita, sicch nel 1495 il luogotenente e zio del re di Napoli, Federico dAragona (14961502), concesse ai martinesi di sopraelevare le loro

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abitazioni monovano, collegando i due volumi, anche mediante scale esterne, che si concludevanoconpiccolelogge(gaifi),detteneldialettolocalechiazzoline. Laccorpamento di pi edifici monocellulari determin le cosiddette case a corte, che costituirono il modello architettonico pi diffuso gi nella Martina del Cinquecento e cheavrebbecaratterizzatolurbanisticalocalefinoallavviodellegranditrasformazioni settecentesche, quandoquesti modelliinsediativi vennero radicalmente modificatidai grandi palazzi del ceto egemone; la corte, ossia lo spazio di relazione delle primitive abitazionifraloroaddossate,divenne,cos,latrioolandroneditalifabbriche. Lanalisi delledilizia locale permette di comprendere lo sviluppo delle emergenze architettonicheinstrettarelazioneconlatrasformazionesocialedellacitt. Gi nei primi decenni in cui la citt venne infeudata ai Caracciolo, la sua struttura risultava particolarmente articolata allinterno del circuito murario, definito alla fine del XIV secolo e rimasto il limite della citt fino agli anni Settanta dellOttocento, quando si abbatterono le mura, si colmarono i fossati, si costru una strada extramurale ellissoidale intorno al circuito medievale, si progettarono i grandi borghi extra moenia, dotati di vaste aree pubbliche e verde, detti di SantAntonio e del Carmine,concepitisecondoglischemipropridellurbanisticaumbertina3. Lapianificazionedelterritoriourbano Il primo strumento urbanistico di controllo delledificazione nel territorio risale al 14/10/1863 quando con un Delibera di Consiglio Comunale si approvava il Regolamento sullOrnato. Composto da quindici articoli, esso riguardava il decoro formale delle nuove costruzioni, regolamentava la materia edilizia in generale e imponevalapresentazionealComunedeiprogettidarealizzare. Successivamente il Consiglio Comunale approv nel 1889 un Regolamento Edilizio composto da venticinque articoli che adeguava il precedente strumento. Tale regolamento fu poi rimaneggiato nel biennio 19261928 sotto il nome di Nuovo RegolamentoEdilizio. IlquadrodellapianificazioneurbanisticavigentedelComuneoggicostituitodalPiano Regolatore Generale Comunale (approvato definitivamente, dalla Regione Puglia, il 5 maggio1984conDeliberazionen.1501enonancoraadeguatoallaL.r.56/1980). LeprevisioniterritorialiperdestinazionisignificativedelPRGvigente,sonoindividuate anormadellart.10dellerelativeNTA: - zonaAdirisanamentoerestauroconservativo; - zonaBdiristrutturazione; - zonaCdicompletamento;
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Riferimenti, note ed analisi riportate in coerenza con la ricerca storica condotta dal Gruppo UmanesimodellaPietradiMartinaFranca

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zonaE1espansioneediliziasemintensiva; zonaE2espansioneediliziaeconomicaepopolare; zonaE3espansioneedilizia,caseisolate; zonaE4espansioneediliziaestensiva; zonaF1agricolainValledItria; zonaF2agricola; zonaH1verdepubblico; zonaH2verdeprivato; zonaIverdesportivo; zonaLindustriale; zonaSservizipubblici; zona P per attrezzature sportive (ndr. da non confondersi con il simbolo in legendacheneigraficiindicaleareeaparcheggio,nonretinate).

Allapianificazioneurbanisticaesecutivasiriferiscono,inoltre,conspecificoriferimento aicontestidiintervento: ilP.E.E.P.(ormaiscaduto); lo Studio di Fattibilit per la costituzione diuna Societ di Trasformazione Urbana laS.T.U.; il P.R.U.S.S.T. (Programma di Riqualificazione Urbana e di Sviluppo Sostenibile del Territorio)perilterritoriodelsudestbarese,ValledItriaeTerradelleGravine; idiversiPianidiLottizzazionediiniziativaprivata,realizzatinellazonaindustriale. IlP.R.G. Negli anni 60 anche la citt di Martina Franca venne investita dal boom ediliziocheportadunarapidaedificazionedimolteareepostearidossodel centrostorico. Per regolamentare lulteriore sviluppo edilizio alla fine degli anni 60, in ossequio alle disposizioni della legge Ponte, il Comune incaric lArch. Montuori di redigere il Piano Regolatore Generale che nella prima stesura fu adottato con delibera di C.C. n. 208 del 17.08.1974 e delibera n. 255 del 12.11.1974, questultima a parziale modifica della prima e per ledificazione dellagro.ConsuccessivedeliberediC.C.n.105en.107del10.03.1975furono adottate le variantial P.R.G. Con D.P.G.R. n. 1559 in data 24.06.1977 il P.R.G. venne approvato dallorgano regionale. Con sentenza del T.A.R. Puglia sez. di Lecce n. 340/79, il P.R.G. fu dichiarato illegittimo in alcune sue parti; successivamente fu riadottato con delibera di C.C. n. 302 del 09.12.82, con la eliminazione, dal testo originario, delle parti dichiarate illegittime dal giudice amministrativo.

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Lo strumento urbanistico nella sua definitiva redazione fu approvato dalla GiuntaRegionalecondeliberan.1501del05.03.84. Tale strumento, attualmente vigente, oltre a disciplinare ledificazione dei territori strettamente adiacenti al centro abitato, prevedeva anche ledificazione di alcune zone esterne come Giuliani, Pergolo, S.Paolo e Chiancaro deputate per lo pi ad una edilizia estensiva a basso indice di fabbricabilit fondiaria (0,5mc/mq). Inoltre, era prevista lindividuazione di altre aree nellagro (borgate) destinate alla residenza come Capitolo,Carpari, Ponticello, Ferrari, Casavola, Presidente, Specchia Tarantina, Orimini e Manampola. In ogni zona erano previste aree per servizi, verde pubblico e parcheggi pubbliciinmisuraparia24mq/ab(maggioredei18mq/abprevistiperlegge). Il piano regolatore ha disciplinatoledificazione dellampio territorioagricolo, individuandovariezone,alcunedellequalidestinateancheallaresidenzacon unindicemoltobasso(0,03mc/mq)ehaindividuatoalcuneareeperlattivit industrialeartigianale (in localit Cicerone a 2 km circa dal centro urbano lungolastradaperMottola,edinlocalitTrasconia6kmcircalungolastrada perMassafra). Ai fini della viabilit, prevedeva due tracciati stradali (circonvallazioni) immediatamenteesterniallabitatoedalcunisovrappassiferroviari. Il piano regolatore generale ha individuato le seguenti zone omogenee (la terminologianonrisultauniformeconquantoprescrittodalD.M.1444/68): ACentroStorico;BRistrutturazione;CCompletamento;EEspansione; LIndustriale;PAttrezzaturesportive;SServizi;H1 Verdepubblico;H2 VerdeprivatoeFZoneagricole. Dopo lapprovazione del piano regolatore generale furono approvati i piani particolareggiatidituttelezonediespansioneE1,E2eE3(condeliberadiC.C. n. 433 del 21.12.84 e con deliberadi C.C.n. 435 del 11.1.85) e dialcune zone E4(Pergolo,GiulianieChiancaro).LezoneindustrialidiCiceroneediTrasconi nonsoggetteaP.I.P.oP.P.coscomelezoneE4extraurbane(tracuiCapitolo, Carpari, Ponticello, Ferrari,Casavola, Presidente, Specchia Tarantina, Orimini, Manampola,...). Sempre nel 1984 fu affidato agli ingg. Dal Sasso e Recchia lincarico per ladeguamento del PRG alla legge regionale n.56/80 sulluso del suolo. Dopo aver ricevuto dallAmministrazione comunale con delibera n. 55/91 nuovi indirizzi progettuali i tecnici nel 1996 consegnarono gli elaborati del nuovo PRG adeguato alla citata L.R.56/80. Lanno successivo, il C.C., preso atto del piano adeguato, affid agli stessi tecnicila redazione della Variante Generale

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al P.R.G. con alcuni nuovi indirizzi programmatici in aggiunta a quelli indicati nella delibera del 1991. Nellaprile del 1999 fu consegnata unaprima stesura della Variante ma il C.C., con delibera n. 29 del 9.4.2001, decise di fornire ulteriori indirizzi programmatici ai tecnici. In data 02.07.03, i professionisti hannodepositatolavariantealpiano,nellaqualeapparivanononsoddisfatte le indicazioni espresse dai vari atti di indirizzo formulati dal C.C.. Con determina 176/URB del 13/XII/2004, Reg. Gen. 2624/04, il Dirigente del Settore Urbanistica ha affidato, pertanto, allarch. G. Rizzi e allavv. F. Flascassovitti,lincaricodicollaborazioneprofessionaleperlaverificatecnico urbanistica e giuridicoamministrativa della variante al P.R.G. del Comune di MartinaFranca,redattadagliingg.DalSassoeRecchia. Condeliberazionen.111 del 20/IV/05 la Giunta Comunale ha presoattodelle relazioni dellarch. G. Rizzi e dellavv. F. Flascassovitti, relative alla Variante GeneraledelP.R.G.delComunediMartinaFranca. Il lungo iter sopra richiamato, durato oltre ventanni, in sostanza non ha prodotto alcun atto ufficiale in termini di programmazione urbanistica della cittcheoggi deveconvivereconunostrumentovecchio,concepitooltre30 annifa,attuatodeltuttonellesueprevisionirelativeallezoneresidenzialie per giunta non adeguato alla legge urbanistica regionale n. 56/80. Queste circostanze hanno fatto s che sul PRG vigente intervenissero numerose varianti urbanistiche introdotte, a partire dal 1996, ai sensi della legge regionalen.34/94e s.m., dellaleggeregionalen.03/97e delD.P.R.n.447/97, che hanno comportato linsediamento di alcune attivit produttive in zone diversedelterritorio. Perquantoriguardalediliziaresidenziale,apartiredal1996sonostatiavviati programmi costruttividi edilizia convenzionata,localizzatiai sensi dellart. 51 della legge 865/71 su aree gi tipizzate residenziali dal PRG. Alcuni di questi programmi, approvati con delibere di Consiglio Comunale o del Commissario Prefettizio, nei periodi di commissariamento amministrativo, sono divenuti operativi e i relativi interventi sono stati realizzati. Altri, in particolare tutti quelliapprovati dal Commissario Straordinario il 14.06.2002, localizzati per la maggiorpartenellazonaE4diMontetullioeinpiccolapartenellazonaE4del Pergolo,peruntotaledioltre400alloggi,sonostatisuccessivamentesospesi dallAmministrazione Comunale con delibera di C.C. n.139 del 16.10.2003, nella quale si dava mandato al Dirigente del Settore Urbanistico di avviare il procedimentodiautotutelaperlannullamentodellestessedelibere. Infine, sono state introdotte varianti urbanistiche per procedure di ritipizzazione di aree originariamente destinate a servizi e sulle quali sono decaduti i vincolidi acquisizione. Le varianti in oggetto sono state adottatea

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seguito di procedure giudiziali avviate nei rispettivi periodi di decadenza dei vincoli. Si tratta di una serie molto ampia di procedimenti avviati dai privati proprietari delle areetipizzateaserviziche,neicasidiaccertatoimmobilismodapartedellaP.A.,hanno ottenuto la ritipizzazione tramite atto di Commissario ad acta previo ricorso al TAR. Sono numerose le istanze ad oggi attive sia in termini di richiesta al Comune, sia per Deliberecommissarialidiadozionedellesingolevarianti.Levariantiadottatesonoora al vaglio degli uffici regionali anche in considerazione dei processi legati alla ValutazioneAmbientaleStrategica. Questa tendenza purtroppo da evitare in quanto il Tribunale Amministrativo ha in numerosi casi riconosciuto i diritti dei singoli privati proprietari di aree che, seppur legittimi,vengonointalsensovalorizzatiindannoaquellidellacollettivit,chepagail dirittolororiconosciutointerminidiservizimancantiperlacittadinanzatutta.quindi dovere precipuo della Pubblica Amministrazione mettere in essere tutte le procedure che possano, se non contrastare tale tendenza,almeno evitarne gli effettinegativi sul governo del territorio comunale e urbano in termini di ricadute sui servizi alla cittadinanza. LAmministrazione con delibera di C.C. n. 29 del 09/04/2001 ha reiterato i vincoli urbanistici, per evitare ulteriori trasformazioni di aree a standard urbanistici in aree residenzialienelcontempoperassicurareilgiustoequilibrioeproporzionetralearee astandardeleprevisionidelP.R.G.edeiP.P. Seneriportadiseguitounestratto: Con deliberazioni C.C. n51 del 4.4.1995 e n125 del 29.10.1996, si provvide a reiterare i vincoli urbanistici del P.R.G. e dei P.P. del Comune di Martina Franca, dichiarandoleareeinteressatedipubblicautilit.() AseguitodiimpugnativaconsentenzaTARLecce nn.1543/00,1544/00,1546/00, 1547/00, 2318/00,2319/00e2320,lesuccitatedeliberazionivenivanoannullate. Tralemotivazionidellannullamentoassumespecificorisaltoilrichiamoespresso con sentenza della Corte Costituzionale n179 del 20.5.1999 che () prevede un indennizzoallasopportabilitdel sacrificiodapartedelsoggettoproprietario del bene che, per giustificare ragioni di interesse pubblico, lo vede ancora urbanisticamentevincolate. Nellemore deisuddettiprovvedimenti,condeliberadelC.C.n76del1996furono adottatiicriteripreliminariper laredazionedellavariantealvigenteP.R.G.() Nellambito dei diversi criteri determinati il consiglio comunale ebbe a riaffermare la reiterazione dei vincoli urbanistici per tutte le aree a suo tempo individuate().

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Nellemore,invero,siregistranoreiteratienumerositentatividapartedicittadini proprietari delle aree gi destinate a standards nel PRG vigente miranti () ad assicurarsilapronunciadidecadenzadeglistessie, quindi,una diversa eperloro economicamentepiutiledestinazionedelleareeinpropriet. ControquestitentativiopportunochelamministrazioneComunalefacciadifesa (). Diventa perci doveroso per il Consiglio Comunale evitare ogni tentativo che possa pregiudicare liter della pianificazione in corso, espressamente dichiarata giconformeallevolontprogrammaticheconsiliari.() La stessa Corte Costituzionale con la sentenza richiamata peraltro aggiunge un nuovo significativocapitoloallaormaitrentennalevicendarelativaalladisciplina dei vincoli urbanistici decaduti, specificando che i poteri di programmazione del territoriodevonoessereesercitatinonostantelaintervenutascadenza deivincoli, fermalanecessitdiprevisionediindennizzo.() Conseguentemente, pertuttoquantosopraevidenziato,() IlConsiglioComunale() delibera 1) reiterare per tutto quanto espresso in narrativa, che forma parte integrante e sostanziale del presente dispositivo nonch motivazione dello stesso, tutti i vincoli urbanistici inseriti nel P.R.G. e nei P.P. vigenti del Comune di Martina Franca, ricompresi nelle allegate planimetrie, anchesse formantiparteintegranteesostanzialedelpresenteprovvedimento. (). La Deliberazione suddetta si sostanziava nelladozione di una variante normativa che prevedeva lintroduzione dellart. 26 bis nelle Norme Tecniche di Attuazione del PRG vigente, riguardante essenzialmente la reiterazione dei vincoli urbanistici nel PRG e nei PP vigenti eintroducente la facoltdei privati diporre in essere interventi per la realizzazione di iniziative di tipo privatistico o promiscuo pubblicoprivato, riconfermando di fatto i vincoliurbanistici originari del PRG,per tuttele zone a servizi chedivengonointalaccezionedinaturaconformativaenonespropriativa,percinon soggettinadindennizzo,nadecadenza. A seguito di una sentenza del TAR, la n. 3153/2002, che ne ha cassato una parte (relativamente alla solo parte che dava facolt del Consiglio Comunale di esprimersi sulla compatibilit delle opere promosse dal privato), si riadottata la variante in parola con Del. di C.C. n. 109 del 09/12/2004 che ha recepito i contenuti della sentenza,confermandolessenzadellavariantesopraenunciata.

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La variante in parola stata successivamente presa in carico dagli uffici regionali del ServizioUrbanisticoesottopostaallaGiuntaRegionalechelhaapprovataconD.G.R.n. 537del28/03/2013. Questo tassello nella storia del governo del territorio per la Citt importante in quanto presupposto essenziale per lattuazione di qualsiasi intervento di natura pubblica e privata sulle aree a servizi da decenni bloccate da lungaggini amministrative. Datuttoquantosoprasipossonotrarreleseguenticonsiderazioni: leprevisionidelP.R.G.vigenterelativealleareedestinateallaresidenza estensiva ad alto indice nonch alla edilizia residenziale pubblica risultano attuate, per cui le aree edificabili per simili interventi risultano pressoch esaurite; liter di adozione della Variante Generale al P.R.G non mai stato ultimato,percui,oltrealleindicazionidelP.R.G.vigente,approvatonell84ed in alcune previsioni ormai esaurito e superato, si ritiene utile occupandosi della trasformazione e dello sviluppo di alcuni ambiti della citt di Martina Franca confrontarsi anche con le direttive e le indicazioni dei documenti urbanistici pi recenti che risultano pi aggiornati, anche se i relativi iter approvativi non hanno trovato conclusione (Variante Generale al P.R.G., presentata nel 2003; Relazioni inerenti la Verifica della Variante Generale al P.R.G.,presentatenel2005); il P.R.G. vigente, risalenteal 1984, non risultaadeguatoalleprescrizioni della Legge Regionale n.56/80 per cui possibile prevedere esclusivamente varianti per la redazione di P.E.E.P. e P.I.P. ai sensi dellart.55 della stessa norma. Fonte dei dati: Studio di Fattibilit per la costituzione di una Societ di TrasformazioneUrbana Siriportadiseguitoanalisiurbanisticadelcontestourbano.

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IlcentrourbanoregolatodalPRGvigente Lo strumento urbanistico vigente regola parte del territorio periurbano di Martina Franca, incentivando allo sviluppo di quartierisatellite, da un lato, e dallaltro di campagnaurbanizzataconscarsocontrollo.

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Leareeperstandardurbanistici Ilcentrourbanoconcentraunaestensionenotevoledistandardurbanisticiperlintero territoriocomunale,paria843.978 mq=85 ettaricirca. In particolare, si evidenziano il sistema del Pergolo e il Parco Ortolini, di importanza territoriale.

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LeareeastandardsonodistintedalPianocomesegue. LezoneH1(verdepubblico)sonodestinateaparcopubblicoeverdepubblico. LezoneH2(verde),destinateaparcoprivatoeverdeprivato. Le zone per attrezzature collettive S (servizi pubblici ed infrastrutture), soggette a vincolodipianoparticolareggiato,ilqualedeveprevedereiservizigeneraliperlacitt, con ampi spazi per i parcheggi, piazze, zone pedonali, ed edifici quali scuole, chiese, mercati,edificiperattivitculturali. Le aree a parcheggio (da non confondersi con le aree di cui allart. 23 delle NTA destinateadattrezzaturesportive)sonoleareelasciateliberedallazonizzazioneenon retinate,maindividuategraficamenteconilsimboloinlegenda. StandardurbanisticiAreelibere Tra tutte aree a standard individuate, quelle di seguito indicate in rosso sono quelle liberedaedifici,suscettibilidicompletamento,sullequaliancorapossibileoperare. Esse,chesonoareedestinatesoprattuttoaservizieverdeurbano,rappresentanocirca 1/3dellinteraprevisionediareeastandarddelP.R.G.vigente. Lestensionediquesteareeastandardliberedaedificinellospecificoparia386.970 mq(45,85%deltotale). StandardurbanisticiAreeconrichiestediritipizzazione Delle aree a standard ancora libere da edificazione, circa 1/4 oggi oggetto di ritipizzazione tramite procedimento di istanzaricorso al TARCommissario ad acta variante. Di seguito sono evidenziatein rossole areeovei privati hannoottenuto ritipizzazione dellearee di loro propriet tramite Delibera di Commissario ad Acta, e che quindi, se approvate dagli organi di controllo regionale, potranno ottenere diritti edificatori su questesottraendolealladisponibilitpubblica.Inaranciosonoevidenziateleareeove ilprivatoproprietario hapresentato al Comune Istanza di ritipizzazione, edil processo fermoaquestostepiniziale. Lestensione dellearee oggetto di ritipizzazione pari a 66.322 mq (23,5% delle aree libere).

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Immagineestrattadallallegato AC2statodellartedelleareeastandard

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Si riporta di seguito elenco delle Delibere di ritipizzazioni/riqualificazioni urbanistiche diCommissarioadActa,ovedescrittolostatodiattuazioneal27agosto2012. Delibera del Commissario adActa, Dott. Ing. Mario SARNO,n. l del 27.03.2012 per la riqualificazione dellarea, di propriet della sig.ra Aurora Fabrizio SERIO (F152, p.lla538).Avvisodidepositopubblicatoindata11.06.2012.Richiesta allUfficioProtocolloindata17.08.2012circaleosservazionipervenute. Deliberadel Commissario ad Acta, Dott. Ing. Piergiorgio SOLOMBRINO, n. 1 del 24.04.2012 perlaritipizzazionedellarea,diproprietdellaEDILINVESTS.r.l.(F 133, p.lle 305308) Avviso di deposito pubblicato in data 26.06.2012. Scaduti indata24.08.2012iterminiperlapresentazionedelleosservazioni. DeliberadelCommissarioadActa,Dott.Arch.LuigiTRAETTA,n.2del2.04.2012 per la riqualificazione dellarea, di propriet dei sigg. Roberto e Paolo DE VITO (ex sig.ra Maria Grazia IPPOLITO), (F 130, p.lle 563172) Avviso di deposito pubblicato in data 6.07.2012. Allo stato sono incorso i termini per la presentazionedieventualiosservazioni. DeliberadelCommissarioadActa,Dott.Arch.LuigiTRAETTA,n.1del2.04.2012 per la riqualificazione dellarea, di propriet della sig.ra Crescenza DE BERNARDIS (F 133, p.lle 431429) Avviso di deposito pubblicato in data 6.07.2012. Allo stato sono in corso i termini per la presentazione di eventuali osservazioni.

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Delibera del Commissario ad Acta, Dott. Arch. Fulgenzio CLAVICA, 3 del 4.11.2012perlaritipizzazionedellarea,diproprietdellaDELTURS.r.l.(F130, p.lle 24762477) In data 20.08.2012 stata depositata da parte del Commissario ad Acta la delibera di controdeduzioni alle osservazioni pervenute. Deliberadel Commissario ad Acta, Dott. Ing. Piergiorgio SOLOMBRINO, n. 2 del 9.05.2012 e successiva n. 3 del 12.06.2012 di rettifica per la ritipizzazione dellarea,diproprietdeisigg.LuisaSANTOROeMartinoAntonioMARTINO(F 130, p.Ile 723724727 7282413) Avviso di deposito pubblicato in data 13.08.2012. A queste si aggiungono le seguenti istanze di ritipizzazione presentate al Comune di MartinaFrancaenonancoraevase: 1. Propriet Scialpi Anna Maria e Petrolpuglia srl: foglio 132, particelle 743, 740, 267,50, 574 sub112 (ex746). 2. Propriet Raguso Anna ed altri; foglio 130, particelle 147, 544, 545, 546, 547, 145E.U., 146. 3. Propriet Margiotta Francesco ed altri; foglio 132, particelle 44, 45, 46, 261, 262. Riguardo a questi due terreni di cui al numero 2) e alnumero 3), il Comune ha previsto la realizzazione di una strada che dovr congiungere via Taranto con via MadonnaPiccola. 4. ProprietMarturano;foglio89,particelle189,881,840,817,852e210. 5. ProprietPizzigallo:foglio130/2,particella253. 6. ProprietFumarola:foglio110,particelle152,645, 646,387,274,367.

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A.2.2SITUAZIONEABITATIVAESOCIOECONOMICA
Per quanto riguarda la situazione abitativa, da evidenziare il disagio abitativo attestatodallincrociodeidati2001relativialnumerodeicomponentidellefamiglie (la media corrisponde a 2,73 per famiglia4) con quelli del numero di stanze delle abitazioni (ogni abitazione composta in media da 3,88 stanze) e del numero di occupanti per stanza inabitazionioccupate dapersone residenti dato che riporta un indice pari a 0,69, migliore di quello minimo accettabile pari a 0,76 (soltanto teorico per laltissimo numero dei vani a piano terra da considerarsi non idonei per motivi igienici). Dallanalisi dei dati statistici relativi al 14 Censimento ISTAT, emerge inoltre che il numerototalediabitazioniparia30.254;diquestenerisultanooccupatedapersone residenti 17.775 ovvero il 58,7%, mentre il numero di stanze per abitazione pari a 3,83,distribuitesecondolaripartizioneriportatanellatabellaseguente: Abitazionioccupatedapersoneresidentiper numero distanzenelComunediMartina Francaal2001 1 2 3 4 5 6epi Totale 395 1.789 3.975 6.650 3.359 1.607 17.775 Fonte:ISTAT La superficie media delle abitazioni occupate da persone residenti risulta pari a mq 92,47,valoreinferiorealdatoprovincialeesuperioreaquelloregionale. Superficiemediadelleabitazioni(mq) ComunediMartinaFranca 92,47 Fonte:ISTAT Il numero di edifici ad uso abitativo risulta paria 15.566 e di questi 11.219 hanno un solopianofuoriterra,3.219hannoduepianifuoriterra,737nehannotree391hanno quattroepipianifuoriterra. ProvinciadiTaranto 99,51 RegionePuglia 91,71

Danonconfondereconilconcettodinucleofamiliare

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80 60 40 20 0 1 Piano 2 Piani 3 Piani 4 Piani Martina Franca Provincia di Taranto

Fonte:ISTAT Dal confronto con i dati provinciali emerge un maggior numero di edifici ad uso abitativo ad un solo piano fuori terra ed un minor numero di quelli a due piani fuori terra. I 15.566 edifici ad uso abitativo sono localizzati solo al 18,61% (2.897) nel centro abitato e la restante parte costituita da case sparse circa il 77% (12.058) mentre risultano 611 edifici ad uso abitativo in nuclei abitati di dimensione modesta (contrade): tale dato confrontabile con la dispersione media della Valle dItria (55,70%) ed evidenzia come il Comune di Martina assorba in maniera ponderata la maggioreconcentrazionediedificatonellagro. da rilevare inoltre che Martina franca risulta essere tra i comuni ad alta tensione abitativainseritinelladeliberaCIPEn.87del13novembre2003. Nellanno 2012, al bando per lassegnazione di alloggi di E.R.P. indetto dal Comune hanno partecipato 104 famiglie; con Determinazione n. 97 del 5 marzo 2013 del Settore Affari Generali avente ad oggetto approvazione graduatoria provvisoria per lassegnazione in locazione semplice di alloggi E.R.P. e di propriet comunale che si rendessero disponibili nel comune di Martina Franca, sono risultate accoglibili 96 domande. Tali domande risultano ad oggi inevase per mancanza di alloggi comunali liberi. in corso la ricognizione degli alloggi gi assegnati al fine di rilevare quanti e qualisonoadoggioccupatiinmodoimproprio. Inoltre,conDeterminaDirigenzialen.511del25/10/2012 venivaapprovatoilbandodi concorso contenente i requisiti necessari per la richiesta di contributo integrativo al canonedilocazioneperlanno2011. ConDeterminanr.618del18/12/2012delSERVIZIOCASAReg.Gen.nr.2710,avente adoggettoApprovazionegraduatoriabeneficiariexart.11legge431/98Contributo perilsostegnoallaccessoalleabitazioniinlocazioneAnno2011,statoapprovato elenco dei soggetti ammissibili a beneficiare del contributo integrativo al canone di locazionedelComunediMartinaFranca.

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Lagraduatoriadeisoggettiammissibilicompostada207beneficiaridifasciaA(rif. DM07.06.93,art.1)e110beneficiaridifasciaB.Nerisultaquindiunnumerototale di ben 317 famiglie che necessitano di un aiuto economico poich non riescono da soleasostenerelespesediaffittodellabitazioneincuivivono.

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La percentuale delle famiglie che usufruiscono del sussidio allaffitto sul totale delle famiglieparial1,59%. Percentuale delle famiglie che usufruiscono del sussidio allaffitto sul totale delle famiglieresidentinelComunediMartinaFranca. Datadiriferimento:2011 n.famiglieche n.totalefamiglieresidenti usufruisconodelsussidio percentuale allaffitto 19.919 Fonte:ComunediMartinaFranca Il percorso di lettura dei bisogni del territorio e della comunit, in un contesto di scarsit di risorse specifiche per condurre ricerchequantitative equalitative mirate su segmenti della popolazione, ha comportato che il lavoro si fondasse sulle fonti istituzionali, sullanalisi degli archivi dei servizi sociali comunali, nonch dallanalisi effettuatadagliattorisocialipresentiaitavolidiconcertazione. Leconomialocalesibasasoprattuttosucommercio,industriaeagricoltura.Dallanalisi deidatistatisticiemergecheil7,18%deglioccupatiimpiegatoinagricoltura,38,96% in industria ed il 53,86% in altre attivit. I dati in termini assoluti sono riportati nella seguentetabella. OccupatiperattiviteconomicanelComunediMartinaFranca Agricoltura 1.042 Fonte:ISTAT2001 Industria 5.657 Altreattivit 7.819 Totale 14.518 317 1,59%

Il sistema economico di Martina stato caratterizzato da un elevato potenziale produttivo e da una buona diversificazione delle scelte produttive e di investimento, legate essenzialmente, oltre alle costruzioni, alla produzione agroindustriale (in particolare dei vini e dei prodotti caseari), alla industria del manifatturiero, in particolare nel settore tessileabbigliamento. Lenorme sviluppo del settore tessile abbigliamento hadato vita alproliferarsi di una rete dipiccole e medieimprese attive nella produzione di finiture e di prodotti di alcune fasi di lavorazione (assemblaggi, cuciture,taglio,ecc.)inregimedisubfornitura. Bisogna per evidenziare che negli ultimi anni c stata una inversione di tendenza nello sviluppo economico della citt: la crisi del settore manifatturiero che coinvolge lintera nazione per non dire lintera comunit europea, per laffacciarsi sui mercati internazionalidelleproduzioniabassocostoprovenientidallestedallAsia,haassunto particolare rilievo tra le aziende tessili martinesi molte delle quali hanno dovuto ridurreleproduzionidrasticamenteconunaingenteperditadipostidilavoro.

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Infatti il tasso di occupazione allanno 2001 risulta del 35,17%, superiore a quello provinciale; il tasso di disoccupazione rapportato alla forza lavoro risulta essere del 16,30%. Tassodidisoccupazione ComunediMartinaFranca ProvinciadiTaranto 16,30 Fonte:ISTAT2001 20,42 RegionePuglia 20,06

Tale dato evidenziava una situazione ancora positiva per quanto riguarda la occupazione sul territorio, soprattutto dovuta alla presenza di importanti aziende attive in loco nellambito tessile. Ma i dati rilevati non evidenziano la crisi che ha investitoilsettorenegliultimianni. Conlachiusuraoilridimensionamentodiaziendemanifatturiereetessilinelterritorio, pi alto il tasso di disoccupazione riferito a soggetti di et superiore ai 40/45 anni, con scarse possibilit di un loro rientro nel mondo del lavoro. Tale situazione economica incide notevolmente sul benessere della famiglia, e sui bisogni dalla stessaespressi(occupazione,casa,compitidicura,ecc.). TassodidisoccupazionepersessonelComunediMartinaFranca Maschi 14,13 Fonte:ISTAT2001 Femmine 19,79 Totale 16,30

beneevidenziarecheiltassodidisoccupazionealivelloprovinciale,cherisultavanel 2001parial20,42%,al2012aumentatoal26,69%(fontedatiISTAT).Ciindicativo dellandamentodituttoilcontesto,compresoilComunediMartinaFranca. Nel Piano socialedi zona 20102012 si evidenzia, in particolare per quanto riguarda la situazione di Martina Franca, centrale allinterno del distretto tessile in termini di insediamento industriale,numerodiaddetti e fatturato, chenegli ultimiannila realt produttiva si molto modificata tanto da registrare ora un numero elevato di lavoratori che hanno perso loccupazione o che sono in cassa integrazione straordinaria. Al 31 dicembre 2009 i disoccupati iscritti ai Centri per lImpiego del territorio dellAmbitoSocialediZonaMartinaFrancaCrispianosono12.159.Ai9.436registratia Martina Franca, si aggiungono circa tremila cittadini con attivit lavorativa/formativa in corso senza contratto. Colpisce altres il dato relativoalle cessazioni dei rapporti di lavororegistrateinquestoComunenelcorsodel2009,rilevandosi58licenziamentiper cessazionidi attivit, 862dimissioni, 74 cessazioniper licenziamento collettivo,oltrea 862cessazioniperdimissioninonspecificate.

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PerquantoattieneallostatodeilavoratoriiscrittiaiC.P.I.,idisoccupatirappresentano il53,52%mentreglioccupatisiassestanoil46,48%diessi.Ledonnedisoccupatesono peril59,80%degliiscrittiequelleoccupatesoloil40,20%5. Se si esaminano i dati relativi al tasso di disoccupazione giovanile la situazione risulta maggiormente preoccupante, cos come evidenziato nella seguente tabella, pur risultandoinferiorerispettoaquelloprovincialeeregionale. Tassodidisoccupazionegiovanile ComunediMartinaFranca ProvinciadiTaranto 35,07 Fonte:ISTAT2001 47,91 RegionePuglia 47,88

Le ricerche condotte sul territorio, inoltre, confermano come i modi di costruire e di vivere la famiglia siano profondamente mutati. Ne deriva, quindi, un notevole cambiamento per quanto attiene le modalit di costruzione e di composizione delle famiglie (famiglie allargate, monoparentali con la presenza in diversi casi, della sola madre,spessosprovvistadiadeguatimezzidisostentamento). Al censimento 2001, risultava che su un totale di 17.802 famiglie, 4.078 erano compostedaunasolapersona,4.528dadue,3.504datre,3.988daquattro,1.395da cinquee309daseiopipersone.
25,43 4.500 22,91 4.000 3.500 3.000 2.500 2.000 1.500 1.000 500 0 19,68 22,40

7,84

1,73

1 2 3 4 5 persone 6 o pi persone

Fonte:ISTAT
5

DatidesuntidalPianoSocialediZona20102012Ambitoterritorialen.5MartinaFrancaCrispiano

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Sempre rispetto alla composizione delle famiglie, indagini anagrafiche realizzate sul territorio di Martina Franca nel 2009 evidenziano, nel confronto con il 2003, un aumento dei nuclei monopersonali e di quelli composti da due e da tre persone che, rispettivamenteregistrano,rispettoal2007,unincrementodel16%,del19%edel7%, afrontediunadiminuzioneseppurenonaltrettantosignificativadiquellicomposti daquattropersone. La modificazione, infatti, dei modelli di riferimento educativi, sia quantitativi (minore numerodicomponentidelnucleo,impegnodeigenitorinellavoro,ecc.)chequalitativi (cambiamento dei valori di riferimento) potrebbe in ultima analisi creare uno stato di disorientamento, allinterno del quale diventerebbedifficile creare un progettodi vita o aderire ad un processo di crescita ed integrazione sociale, per il quale le strutture extrafamiliari, come la scuola e le altre agenzie educative, riuscirebbero ad integrare sulpianoeducativoilruolooggicardinedellafamiglia. In altri casi di studio si verifica che da questo trend derivino segnali di malessere che poi sfociano in veri e propri comportamenti devianti. Un ulteriore aspetto del disagio familiare,inoltre, si caratterizza nel fenomeno delladipendenzanelle sue varie forme, checostituisceunrischiolimitedaevitareconopportunecautele. Nel caso in esame, il settore delledilizia, malgrado lapprezzabile richiesta di alloggi, sta attraversando una fase di recessione dovuta non solo alla crisi del settore, ma soprattutto alla mancanza di aree edificabili: le previsioni del PRG (risalente al 1984) relative alledilizia residenziale del centro urbano sono state gi da parecchi anni attuate del tutto per cui oggi manca la possibilit materiale di avviare un rilancio dellediliziaedisoddisfarelarichiestadellapopolazione. La bassa offerta di alloggi nonch la favorevole condizione economica del recente passatodellacitthannofattoscheiprezzidegliimmobilisalisserovertiginosamente concostiamqdacittcapoluogo. Si riportanoalle pagine seguenti idati dallAgenziadel territorio riguardantii prezzi di compravenditaelocazionedelsecondosemestre2012.

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Oggi tuttavia le mutate condizioni economiche, che fanno registrare una notevole perdita di posti dilavoro nel settore tessilemanufatturiero, unitamentealpersistente incrementodei prezzi diacquisto e/o locazionedelleabitazioni, hanno comportato un considerevole disagio sociale delle fasce di popolazione a reddito mediobasso. Il contestosocioeconomicorisultaquindicaratterizzatoda: bassaoffertadialloggiinvenditaoinlocazione; aumentodeiprezzidiacquisizionee/olocazione; peggioramentodellecondizionieconomichedellapopolazione. Sirilevalanecessitdireperireareeutiliperlarealizzazionediediliziaconvenzionata.

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A.3 IDEAGUIDADELLARIGENERAZIONE
Il centro urbano della Citt connotato da due principali criticit, la cui soluzione riveste ormai carattere di urgenza, considerato che le stesse permangono da lunga data. Si tratta in primo luogo di un aspetto che investe sia lambito urbanistico, sia quello sociale, che quello economico: nonostante la costante richiesta di alloggi, il settore delledilizia non riesce a dare offerta adeguata alle necessit di mercato che oggi pi che negli scorsi anni chiede alloggi a costi contenuti, atteso che lo strumento urbanistico vigente del 1984 ha esaurito le sue previsioni edificatorie in materia di ediliziaresidenzialepubblica. In secondo luogo ledificato esistente soffre della carenza di aree a servizio della residenza,soprattuttodiverdeattrezzatoeparcheggipubblici,negliambitiedificatidi recente. Questa mancanza connessa anche allindisponibilit di aree destinate a servizi in capo alla P.A. che di recente, con la decadenza dei vincoli preordinati allesproprio, subisce lazione dei privati proprietari delle aree per ottenere la ritipizzazione delle stesse ovvero rinnovare i vincoli con conseguente costo di indennizzo per la collettivit. Si tratta di aree previste dal P.R.G. ma rimaste incolte, destinate a standard urbanistici, ma di fatto abbandonate e costituenti causa di degradoeindicatoredidisservizio. Ideaguidadellarigenerazioneurbanasarquelladiacquisire,neimodipi opportuni,areeadestinazionepubblicaerealizzareserviziperlacollettivit La necessit di dare risposta amministrativa alle sopracitate circostanze riveste ormai carattere di urgenza e lo scopo di tale attivit dovr permettere da un lato la realizzazionediserviziperlacollettivitedallaltrolacreazionedicondizionifavorevoli allacostruzioneevenditadialloggiacosticontenuti. La soluzione congiunta a tali problematiche, ossia reperire aree a servizi e offrire alloggi di ERP, possibile attraverso la definizione di un processo compensativo che offradirittivolumetriciaiproprietaridelleareestandardqualeindennizzoallacessione volontaria delle stesse. In tali termini i diritti volumetrici acquisiti, costituirebbero ristoro per la reiterazione dei vincoli e di fatto, essi potrebbero essere coinvolti nella realizzazione di alloggi in regime convenzionato, in aree o immobili a definirsi, che sarebberoimmessisulmercatoaprezzicalmierati. Tale risposta dovr essere, oltre che aderente alle possibilit normative attuali, di rapida attuabilit, per incidere in maniera significativa sulle condizioni degli standard

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cristallizzate da decenni e anzi in via di peggioramento a causa di diverse sentenze in dannoallaPubblicaAmministrazione. AnchepertaliragionilaRegionePugliadal29luglio2008hamessoadisposizionedegli Enti Localila Legge Regionale n. 21 denominata Norme per la rigenerazione urbana, finalizzata a promuovere strumenti ordinari per la rigenerazione di parti di citt e sistemiurbaniincoerenzaconlestrategiecomunali. Nella sostanza,la norma permetteal ComuneMartina Franca diindividuareuno opi ambiti da sottoporre a Programma Integrati che hanno valore di Piani Urbanistici Esecutivi, anche in variante allo Strumento Urbanistico Generale. In quanto piani complessi, essi possono fungere da strumento di governo sia tecnico che finanziario contemplando quindi una risposta che possa coniugare le due suddette esigenze primariedellacittdiMartinaFranca. Lelaborazione di uno o pi Programmi Integrati di Rigenerazione Urbana (P.I.R.U.) permetterebbedunquedi: acquisire al patrimonio comunale le numerose aree a standard inutilizzate e oggettodicontenziositesiallalororitipizzazione; offrireallacollettivitalloggiaprezzicontenuti; reperireplusvalenzeperlarealizzazionediservizi; creare nuovi spazi pubblici, eliminando fontidi degrado e migliorando la qualit urbananelsuocomplesso; recuperareilpatrimoniodismessonelcentrourbano.

LinclusionedegliinterventipubbliciinP.I.R.U.,daltraparte,rappresentauncriteriodi valutazione assunto dalla Regione nellerogazione di finanziamenti destinati alla riqualificazione urbana nellambito del P.O. FESR 20072013 secondo i criteri e le modalit specificate negli appositi avvisi mirati e informer anche la prossima futura programmazione di fondi europei fino al 2020: la qual cosa, di concerto con lopportunit di acquisire aree destinate a servizi pubblici, costituirebbe ulteriore importanteopportunitdirecuperarerisorsefinanziarieperrealizzareleopereinesse previste.

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Lidea guida del Programma di rigenerazione Urbana della citt di Martina Franca si dovrperciarticolareneiseguentipunti: 9 Eliminazione delle situazioni di degrado urbano, ambientale e sociale diffusi in alcuni ambiti della citt, attraverso la realizzazione di opere di urbanizzazione mancanti,previaacquisizionedelleareeastandard; 9 Perseguimento di interventi di ristrutturazione urbanistica e sostituzione edilizia finalizzatiallacreazionedispaziurbaniaggregativiesocializzantiingradodicreare identit,anchepermezzodelrecuperodiareedismesseodarifunzionalizzare; 9 Perseguimento di strategie di intervento finalizzate ad affrontare il problema legato al disagio abitativo, conlidentificazione diaree e/oimmobili dismessi dove localizzareediliziaresidenzialepubblicae/oserviziallaresidenza. Nellatabellacheseguesonosintetizzateproblematiche,risorseepossibilisoluzionida adottareallinternodeiprogrammidiintervento. Peculiarit del contesto
Problematiche Risorse

Programmi di rigenerazione urbana


Soluzioni da adottare

Scarsa qualit degli spazi urbani

Organizzazione di un sistema di interventi, fisicofunzionali e percettivi in grado di implementare la qualit degli spazi urbani Attrezzamento delle aree, in particolare per verde pubblico e parcheggi, attraverso soluzioni progettuali sostenibili e in relazione col contesto Sostituzione degli elementi obsoleti ed inquinanti, interramento dei cavi aerei nei tratti pi degradati, rifacimento dei manti stradali, inserimento di elementi di arredo urbano con preferenza delle componenti verdi

AMBIENTALI

Presenza di vuoti urbani degradati e degradanti

Disponibilit di suoli liberi da edificazione e ad alta trasformabilit

Presenza di reti infrastrutturali degradanti (cavi elettrici aerei, sistemi di illuminazione obsoleti e fonti di inquinamento luminoso)

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Peculiarit del contesto


Problematiche Risorse

Programmi di rigenerazione urbana


Soluzioni da adottare

Elevati livelli di inquinamento acustico ed atmosferico

Adozione di soluzioni di mitigazione dellinquinamento acustico (quali barriere verdi fonoassorbenti, arretramento rispetto ai tracciati stradali a traffico sostenuto delle nuove cortine edilizie) ed atmosferico (inserimento di barriere di verde, programmazione di controlli periodici di misurazione) Ripristino della permeabilit dei suoli attraverso lattrezzamento di aree a verde, la realizzazione di pavimentazioni permeabili nelle aree scoperte e limplementazione del sistema di fogna bianca Realizzazione di una rete di piste ciclo-pedonali che colleghi gli ambiti di intervento e favorisca il collegamento anche con le rimanenti parti della citt

Scarsa permeabilit dei suoli e problemi di allagamento

Assenza di adeguati spazi per una circolazione sostenibile e insicurezza delle reti esistenti per la mobilit delle categorie deboli

Difficile fruibilit dei beni presenti, per le condizioni di degrado generale del contesto

Presenza di importanti testimonianze storicoartistico-architettoniche per lintera cittadinanza

STORICHE

Realizzazione/potenziamento di un sistema di percorsi che rendano agevole laccessibilit ai beni presenti, nonch programmazione di eventi e manifestazioni che favoriscano il riavvicinamento della cittadinanza a tali presenze Valorizzazione dei tracciati presenti con, ad esempio, la realizzazione di una pista ciclabile che ne riprenda il percorso, linserimento di elementi di arredo urbano lungo i tracciati, apposita cartellonistica.

Scarsa attenzione alle testimonianze storiche a rete presenti

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Peculiarit del contesto


Problematiche Risorse

Programmi di rigenerazione urbana


Soluzioni da adottare

Attuale realizzazione delle sole componenti edilizie residenziali, a scapito della fornitura di servizi e standard di quartiere e conseguente insufficiente dotazione di standard o non attrezzamento di quelle esistenti

Realizzazione delle componenti urbanizzative dei contesti, con particolare riferimento al verde attrezzato, ai parcheggi ed ai luoghi pubblici di socializzazione ed ai servizi Scelta di soluzioni progettuali conformi alla normativa vigente e il collegamento con le tipologie edilizie presenti nei contesti adiacenti Attrezzamento delle reti viarie a prevalente destinazione residenziale, con sistemi di mitigazione della velocit (dossi, dissuasori del traffico, ), realizzazione di un percorso ciclo-pedonale in sede riservata Realizzazione di strutture apposite per le attivit commerciali, destinazione dei piani terra di alcuni edifici a servizi alla residenza

INSEDIATIVE

Disomogeneit e netta cesura tra gli ambiti individuati ed il contesto urbano adiacente

Non-idoneit della rete viaria con le funzioni insediate e conseguenti problemi di circolazione

Prevalente carattere monofunzionale del contesto

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Peculiarit del contesto


Problematiche Risorse

Programmi di rigenerazione urbana


Soluzioni da adottare

Monofunzionalit del contesto, con modesta presenza di attivit economiche

Localizzazione favorevole dei contesti, a ridosso di assi principali di penetrazione della citt

Predisposizione di accordi con il privato per incentivare la dislocazione di attivit economiche nei contesti individuati, accompagnate da servizi di formazione professionale legate alle tradizioni artigianali locali Incentivazione di un rapporto di scambio bi-univoco con le rimanenti parti di citt, sia sotto laspetto economico (dislocazione di servizi e nuove attivit economiche), che culturale (valorizzazione dei beni presenti), che sociale (fornitura ed attrezzamento di standard e attrezzature collettive) Attrezzamento delle aree pubbliche con soluzioni progettuali attente ai problemi di deambulazione, di sicurezza, di intrattenimento e sosta per le categorie deboli Realizzazione di edilizia residenziale sociale, nel rispetto della strumentazione urbanistica vigente Previsione di servizi ed attrezzature tese a migliorare la formazione professionale e il supporto alle aziende

SOCIO-ECONOMICHE

Scarso senso di coesione sociale e dipendenza passiva dalle aree centrali della citt

Presenza di testiomonianze storico-artistiche da valorizzare

Scarsa attenzione alle esigenze delle categorie deboli, quali bambini, anziani e diversamente abili, sia nei confronti della rete viaria che delle attrezzature collettive presenti Consistente richiesta di abitazioni a prezzi calmierati a livello locale ed urbano Presenza di degrado sociale: fenomeni di microcriminalit, elevati tassi di disoccupazione

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A.4 OBIETTIVI DI RIQUALIFICAZIONE URBANA, INCLUSIONE SOCIALE E


SOSTENIBILITAMBIENTALE
A norma dellart. 4 della L.R. 21/2008, comma1, i Programmi Integrati di RigenerazioneUrbanariguarderannoprioritariamentenellospecifico: Recupero, ristrutturazione edilizia ed urbanistica di immobili da destinare alla residenza con particolare riguardo alledilizia residenzialesociale; Realizzazione o adeguamento delle urbanizzazioni primarie e secondarie; Eliminazione delle barriere architettoniche e altri interventi atti a garantirelafruibilitdiedificiespazipubblici; Miglioramento della dotazione, accessibilit e funzionalit dei servizisocioassistenziali; Adozione di misure per contrastare lesclusione sociale e per rispondereaibisognideisoggettisvantaggiati; Sostegno allistruzione, alloccupazione; alla formazione professionale e

Rigenerazione ecologica degli insediamenti (risparmio delle risorse, riduzionedellosprecodisuolo,ecc.); Conservazione,restauro,recuperoevalorizzazionedeibeniculturali e paesaggistici per migliorare la qualit insediativa e la fruibilit deglispazipubblici; Recupero e riuso del patrimonio edilizio esistente per favorire linsediamento di attivit culturali, commerciali e artigianali nei contesticaratterizzatidadegradoedilizioedisagiosociale.

Lidea guida, esplicitata precedentemente, rappresenter il legame di tutti gli interventi che saranno previsti allinterno dei programmi integrati e che possono esserericondottiadunaseriediobiettivigeneralidiseguitoelencati.

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Obiettivigeneralidellideaguidaperlarigenerazioneurbana: 1. Acquisireareedestinateallapubblicautilit; 2. Attrezzare le aree destinate a standard urbanistici attualmente in stato di abbandono, mediante opere di urbanizzazione necessarie a garantire standarddivivibilitadeguatiairesidenti(parcheggi,verdeattrezzato,ecc); 3. Accrescere la disponibilit di alloggi di Edilizia Residenziale Sociale sia sovvenzionata, che convenzionata ed agevolata, favorendo la realizzazione di alloggi da destinare ad anziani, giovani coppie e diversamente abili e la disponibilitdialloggidaoffrireinlocazione; 4. Favorire un processo di valorizzazione delle aree periferiche residenziali attraverso incentivazioni al recupero e opere di miglioramento delle reti tecnologiche, la realizzazionedi infrastrutture di servizio edi opere diarredo urbanodellepiazzeedeglispaziaperti; 5. Eliminare il degrado urbano, edilizio e sociale presente allinterno di alcuni ambiti urbani periferici, per creare nuoviinsediamenti fortemente unitari ed incentrati attorno a spazi pubblici significativi caratterizzati da una elevata qualitarchitettonicaedambientale,incuiiquartieripossanoidentificarsi; 6. Attivare procedure di partenariato pubblicoprivato per la realizzazione e gestione di attrezzature pubbliche o di uso pubblico (riconversione funzionalediimmobili,ecc); 7. Favorire i miglioramenti sociali, economici ed occupazionali dei quartieri e migliorare la qualit dellabitare attraverso il perseguimento di pi elevati standard anche di tipo ambientale (riduzione della percezione di insicurezza dapartedeiresidentiedeglioperatorieconomici,ecc); 8. Favorire il processo di riconnessione urbana interna ai quartieri della citt e dicollegamentoconilresto(riorganizzazioneepotenziamentodelsistemadei parcheggi,miglioramentodellaviabilitinternaedesterna); 9. Assicurare il risparmio nelluso delle risorse naturali sia per gli interventi residenziali che per gli altri interventi e ridurre lo spreco di territorio attraversounpienoriusodeglispazigiurbanizzati.

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B. GLI AMBITI TERRITORIALI DA SOTTOPORRE A PROGRAMMI INTEGRATIRIGENERAZIONEURBANA B.1 INDIVIDUAZIONE DEGLI AMBITI DI INTERVENTO DEI PROGRAMMI INTEGRATIDIRIGENERAZIONEURBANA

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B.1.1 AMBITO1NUCLEOANTICO

Lambito, cos come perimetrato, comprende il nucleo storico inteso come zona A da PRG e gli isolati di zona B di immediato affaccio sullextramurale o gli spazi pubblici adiacenti. Sono quindi in esso comprese anche le aree immediatamente circostanti il nucleostoricodestinateaservizipubblici.Haestensionecomplessivadicirca36ha. ilbranoditessutourbanocentralecheconcentralemaggiorifunzionipubblicheele pi attrattive centralit turistiche, come il Palazzo Ducale (sede degli uffici amministrativi comunali), la principale piazza cittadina con il teatro Verdi e lo storico arco di accesso al nucleo medievale, la Basilica Collegiata di San Martino, la villa Comunale intitolataa Garibaldi e quellaadiacentelimponente chiesadel Carmine (da cui prende il nome) lungo lextramurale nordovest, il convento degli Agostiniani e la ChiesadiSanDomenicoconladiacentechiostro. Lambito mediamente connotato da unalta densit edificatoria con un sistema povero di spazi aperti, con viabilit storiche dallandamento sinuoso e dalle sezioni ristrette,incompatibiliconiltrafficoveicolareeconlasostadiautovetture. I nucleo storico martinese risale al XIV sec, con lo sviluppo progressivo del tessuto residenziale prima e della sua cinta muraria poi. Alla met del 600 risale il Palazzo Ducale,unodeitantigioiellidiarchitetturabaroccadellacitt.Ilmassimosviluppodel nucleo storico si ebbe nel 700, e fino agli ultimi decenni dell800 lo sviluppo urbanistico di Martina si concentr nelle sue mura, arrivando ad un livello di sovrappopolamento inconsueto. Si pass infatti dai novemila abitanti nel 1750 a

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diciannovemila nel 1850, un aumento dovuto soprattutto alle grandi opportunit lavorativeoffertedalsettoreagricoloedallallevamento. A seguito dellabbattimento delle mura, che furono trasformatein strade extramurali, la citt cominci ad espandersi fuori di esse, ma nonostante ci, il nucleo storico continu ad avere un ruolo centrale nello sviluppo della citt, sia dal punto di vista urbanisticochedalpuntodivistasociale. Neltempo,esoprattuttonegliultimidecenni,ilrapportodelcentrostoricoconilresto dellacittmoltocambiato. Si registrano infatti al suo interno alcuni caratteri della marginalit urbana, non sussistendo interscambio funzionale e relazionale con le aree centrali limitrofe. Ci sostanzialmente avviene per il diffuso degrado presente di tipo fisico, strutturale, ambientale,socialeedeconomico,incompatibileconunareaurbanariccadicontenuti storici ed emergenze architettoniche tanto significative. Le moderne esigenze dellabitare dal un lato, e la mancanza di urbanizzazioni e servizi dallaltro, hanno infatti portato ad un progressivo abbandono del tessuto residenziale ivi presente, con conseguente perditadiidentit dei luoghi caratteristici dellambito, alcuni di notevole pregio poich espressione del barocco locale. A questi si aggiunge lo storico edificio, cheinpassatoospitavalacasadiriposoinPiazzaMarioPagano,destinatooggiaduffici sociali del Comune e dellAmbitodi Zona e anche a centro servizi cittadini nellambito socialeinseguitoallarecentedecisionediassiseconsiliare(cfr.D.C.C.56/2013). La presenza, inoltre, dibarriere architettoniche ed ambientalilimitano la possibilit di spostamentodeisoggetticondifficoltmotorie. A tali condizioni abitative si sono adattate nel tempo le fasce pi deboli della popolazione,qualianzianiedextracomunitari. Ad oggi il centro storico ha perso la sua centralit sia funzionale che residenziale e la sua fruizione si riduce alla passeggiata turistica o domenicale ed estiva lungo via VittorioEmanuele,checollegailPalazzoDucaleconlaBasilicadiSanMartino. Una delle principali problematiche del nucleo antico, causa dellabbandono da parte dei residenti, come spesso accade, la congestione da traffico veicolare, sia a causa del passaggio intenso e continuo dei veicoli che a causa della carenza di aree di sosta periresidentievisitatori.Dicontroper,lambitopresentaareelibereastandardper lo pi in stato di abbandono per una superficie complessiva di 1,5 ettari che, posti a servizio dei cittadini residenti e dei numerosi turisti del centro storico, potrebbero contribuirealimitaretaledisagio;fraquesteleprincipalisonoleareeaparcheggiogi previstenelPRGdivialeEuropa,viaBelliniePiazzaPagano. darilevare,inoltre,cheseppursianonumerosiibranideltessutostoricochesonoad oggi abbandonati o comunque sottoutilizzati, si rileva nellultimo periodo unattenzione particolare al patrimonio storico, soprattutto da parte dei ceti pi abbienti e dei giovani professionisti che mostrano rinnovata sensibilit verso il

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recupero degli immobili qui presenti e li preferiscono rispetto a quelli delle periferie per insediarvi nuove attivit professionali o residenze gentilizie, in linea con la tendenzachepossibileriscontrareindiversicentristoricipugliesi. Stanti le predette tendenze, il processo di rigenerazione urbana dovr avere come obiettivo primario quello di assecondare e anzi trainare questi trend, rendendo nuovamenteattrattivo taleambito, fornendoai residenti condizioni abitative consone agli standard odierni, e a possibili investitori le migliori condizioni (reti pubbliche adeguate, pavimentazioni decorose...) in maniera da attivare un processo teso a ripopolareilcentroantico,grazieallepotenzialitabitativedelsuopatrimonioedilizio. Per la sua concentrazione e centralit, questo ambito da considerarsi il motore trainante della citt, dal punto di vista funzionale, dellattrattivit turistica e per laccentramento degli spazi pubblici. Sintomatico , rispetto allestensione del nucleo urbano,cheunicoritrovoperquasi50.000abitantisiailsistemapiazzaXXSettembree via Vittorio Emanuele. Tale centralit si estende oltre il centro con le propaggini a specifica vocazione commerciale di corso Messapia, viale della Libert e via Taranto, costantementeintasatedaltraffico.
A fronte delle criticit evidenziate, nello specifico gli obiettivi della rigenerazione urbana per lambito1sarannoperseguitiattraverso: la realizzazione nuovi parcheggi pubblici, in particolare a servizio dei residenti e fruitori delcentrostorico; la creazione dinuovi spazi disocializzazione ed aggregazione ed organizzazionedi eventi culturali,elacreazionediunaretediservizicommercialieturistici; ladeguamentoedilpotenziamentodelleinfrastrutturearetepresenti; il potenziamento del sistema di pubblica illuminazione per linnalzamento del livello di sicurezza; il miglioramento delle condizioni di legalit e sicurezza a favore dei cittadini e delle imprese(intensificazionedeicontrolli,videosorveglianza,ecc.); lampliamento delle aree pedonali e leliminazione delle barriere architettoniche ed ambientali; la riconversione di immobili pubblici sottoutilizzati o abbandonati per linsediamento di servizipubblici coerenticonilcontestooperlarealizzazionedialloggiperutenzedeboli; il miglioramento della funzionalit e fruibilit del sistema di trasporto pubblico (minibus elettriciedaltriinterventiperlamobilitsostenibile).

I parcheggi pubblici in fase di realizzazione e di previsione per il nucleo storico sono individuatiplanimentricamentenellatavolaAC2consimboloP. Analisidelsistemainsediativo Ilrapportotrapienievuoti:

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Di seguito un diagramma a torta sintetizza il rapporto tra la quantit di suolo edificata e quella non costruita (di propriet sia pubblica che privata), da cui si deduceladensitediliziadellambito:

Lanalisi del rapporto trapieni e vuoti evidenza una predominanza dei primi, che si sostanzia in oltre il 52% dellestensione dellambito occupata da edifici, pari a ben 188.395mqdisuolocostruito. La restante porzione, ovveroil 48% pari a circa 170.000 mq, corrisponde ai vuoti ossia al sistema di spazi aperti che contiene le viabilit, le piazze, i parcheggi scoperti,ilverdeeglispaziincolti.

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Vedutaaereacentrostorico

ViaBellini

PiazzaMauroPagano

VialeEuropa

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B.1.2 AMBITO2QUARTIEREDIESPANSIONEVERSOCEGLIEMESSAPICA

Lambito comprende lespansione recente della citt compresa via Taranto e Corso Messapia,esiestendepercirca59hadallareadelcentroservizicamposportivoverso lesternodellacitt. Il tessuto urbano si compone di edifici a blocco realizzati a partire dagli anni 70 del 900, frequentemente con il piano terra destinato ad attivit commerciali, che si dispongono con un impianto non lineare che determina spazi pubblici di risulta rispetto alle sagome edificate, piuttosto chedisegnarnelo sviluppo. Tra gli edifici e la viabilit vi sonoaree pi o menoampieabbandonate con sola vegetazione infestante, che dequalificano lambito, sprovvisto di un sistema continuo e funzionale di spazi aperti attrezzati. Gli strumenti di governo del territorio, il PRG prima e i Piani Particolareggiati dopo, con interventi puntuali di sostituzione edilizia, non hanno saputo indirizzare con ordine lespansione urbana in questo brano di tessuto, che risulta perci del tutto smagliato rispetto a quello ottocentesco cui si innesta nella partenord,versoilcentro. Lapartepisettentrionale,quellachesiaffacciasuviadelToccoeCorsoMessapia(via Ceglie) quella di pi recente edificazione, risaleagli anni 8090 e si identifica con i toponimi,exForoBoario,StadioeSanit.

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Altri caratteridistintivi dellarea sono ad oggi la difficoltdi accessibilit siada est (via Ceglie) che da sud (via Tarantocomprensorio C5), e la presenza di nodi viari caotici (Sanit).Talecriticitpuntualmenteaccentuatainoccasionedelmercatosettimanale chesisvolgeinPiazzaDAngienellestradecheconvergonoversoviaSantEligio. Allo stesso tempo, larea caratterizzata da luoghi di forte potenzialit: le numerose aree dequalificanti di cui sopra infatti sono aree standard non attuati, per una superficie di circa 8 ha, fra cui quella posta su via Taranto, prospiciente lex hotel dellErba, ad oggi solo in parte interessata da lavori pubblici per la captazione delle acquemeteoriche. Inoltre sono ivi presentilo snododi Piazza DAngi, suscettibiledidivenire una vera e propriapolariturbana,edilCentroServizi,lacuirifunzionalizzazione(incorso)appare quanto mai necessaria e doter la citt di un nuovo contenitore in grado di fornire servizidivariotipoallacittadinanza. Fra le attrezzature e servizi esistenti, fatta eccezione perquelli gi citati, vi sonoquelli relativi allamministrazione e agli ambulatori del distretto sociosanitario ASL TA5, collocatoin via delle Scienze (traversa divia Taranto), mentre sul versanteopposto di via del Tocco vi sono gli uffici del Commissariato di Polizia, quelli della Guardia di FinanzaedellINPSchedeterminanounintasamentodeltrafficoancheinragionedegli scarsi spazi a parcheggio. Non sono presenti nellambito servizi n attrezzature per listruzionedialcungrado. Unaltra importante opportunit per la rigenerazione dellambito data dalla possibilit di dare nuova funzionalit allarea del Campo Sportivo Tursi, delocalizzando le strutture sportive nellarea del Pergolo (gi predisposta con spazi adeguati) e realizzandoin loco servizi ed attrezzature pubbliche che qui troverebbero naturalecollocazione,preferibilmentecondestinazionecommercialelegataalmercato settimanale. Sono inoltre ivi presenti immobili ex produttivi ormai in disuso da riconvertire; ci si riferisce in particolare alla industria vinicola Miali, allItalvetro, allo stabilimento di confezioni Uric che si trovano nelle immediate vicinanze dello Stadio. Vi sono poi, su via Ceglienelle immediatevicinanze del cimitero, alcuni edifici commercialiartigianali dismessi. Questi luoghi che ad oggi sono elementi di degrado urbano, possano divenire contenitori di servizi e funzioni a servizio dei cittadini, anche in virt della loro posizionestrategica.

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A fronte delle criticit evidenziate, nello specifico gli obiettivi della rigenerazione urbana per lambito2sarannoperseguitiattraverso: lacquisizione ed attrezzamento delle aree destinate a standard urbanistici per dotare tale ambito dei servizi pubblici (verde attrezzato, parcheggi, ecc.) e delle attrezzature necessarie ai residenti, anche applicando il dettato dellart. 2 comma 3 della L.R. 21/08 che consente di variare la destinazione urbanistica di aree agricole in servizi (qualora contigueallambitoenellamisuramassimadel5%inestensione); la delocalizzazione delle strutture sportive nellarea del Pergolo in favore di nuove attrezzaturepubbliche,ancheaserviziodelmercatosettimanale; riorganizzazione e razionalizzazione del mercato settimanale per una migliore fruizione degli spazi pubblici e per una riduzione dellinquinamento acustico, atmosferico e veicolare; la riorganizzazione e sistemazione della viabilit carrabile e della mobilit pedonale internaallambitoediquellacollegamentoconilrestodellacitt,edinparticolare: - larisoluzionedelnodoviariotraviadelToccoeviadeGasperi; - larisoluzionedelcollegamentoviariotraviadelToccoeviaGuicciardini; - larisoluzionedelcollegamentoviariotraviaTarantoeviaMadonnaPiccola; lariqualificazionedeglispazipubbliciurbanielacreazionedinuovecentraliturbaneper ilQuartiereSanit; la riconversione dei fabbricati industriali in contrasto con il contesto, per allocarvi attrezzature,E.R.P.eserviziperlaresidenzaepericittadini; lampliamento delle aree pedonali e leliminazione delle barriere architettoniche ed ambientali.

Gli interventi prioritari di tale ambito sonoindividuati planimetricamente nella tavola allegatoAC2conledenominazioniP1,P2,P3,P4eP5.

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Analisidelsistemainsediativo Ilrapportotrapienievuoti:

Di seguito un diagramma a torta sintetizza il rapporto tra la quantit di suolo edificata e quella non costruita (di propriet sia pubblica che privata), da cui si deduceladensitediliziadellambito:

Lanalisi del rapporto tra pieni evuoti evidenzaunapredominanza dei secondi,poich la porzione edificata si sostanzia in poco pi del 20% dellestensione dellambito occupatadaedifici,paria119.160mqdisuolocostruito. Larestanteporzione,ovverol80%pariacirca471.000mq,corrispondeaivuotiossia al sistema di spazi aperti che contiene sia leviabilit, lepiazze, i parcheggi scoperti, il verde,masoprattuttoglispaziincoltioindefinitieprividifunzionalit.

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PiazzaDAngi

VialeAlcideDeGasperi/Corso Messapia

ViadellaSanit

ViaTaranto

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B.1.3 AMBITO 3 QUARTIERE A NORD DELLA LINEA FERROVIARIA URBANA

Lambitocomprendelazonaaridossodelfascioferroviario,ilquartiereCarmineeSan Francesco,lareaVotano,lazonastazione,estendendosicirca62hadaviaAlberobello (nord) fino a via Taranto (sud). Lambito si suddivide in due porzioni, solo geograficamenteindividuabili:quellaanorddelcomplessodiSanFrancescoequellaa suddiquesto.

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Il tessuto residenziale ivi presente, pi recentenei quartieri periferici, costituito per lo pi da edifici condominiali, frequentemente con il piano terra destinato ad attivit commerciali. Tra questi, aree pi o meno ampie abbandonate ed ulteriormente rovinatedavegetazioneinfestante,dequalificanolambito,gisprovvistodiunsistema continuoefunzionaledeglispaziaperti. LambitocaratterizzatodallafortecesuradelfascioFSEadovest,chehacondizionato losviluppodelledificatoecheinparticolareseparalapartepianticaedottocentesca della citt dalla edificazione dallespansione urbana pi recente nel secondo novecento. Esso anche la concausa di ostacoli che impediscono un corretto scorrimento del traffico e creano nodi viari caotici spesso oggetti di ingorghi. Tale situazione crea una cesura non solo fisica, ma anche funzionale e percettiva tra il tessuto urbano ad est dellaferroviaequelloadovest,impedendoaquestultimodidivenireparteintegrante dellacitt. A ci si aggiungelapressoch totale mancanza di spazi collettivi accentranti a servizio della collettivit, e la presenza di strutture prive di una funzione e dequalificanti per linteroambito,qualiilcapannonedivialedellaStazione,gistrutturacommerciale. Tra le strutture pubbliche esistenti, si annoveranola stazione ferroviaria FSE,la scuola media statale G. Grassi e la chiesa della Santa Famiglia (nella zona a sud di San Francesco) che si colloca nella parte terminale dellasse commerciale di viale della Libert(diramazioneimportantediviaTaranto). La porzione a nord di San Francesco contraddistinta da edificazione prettamente residenziale legata a passati programmi di edilizia residenziale pubblica a basso costo deglianni60e70nellaporzionediterritoriourbanocompresatralepropaggininord delcentrostoricoeillimitedellaferrovia,nelladiramazioneversoCeglieMessapica. Iltessutoinquestaporzionedistinguibileindueareeperlivellodidensit:quellapi prossima al complesso del Chiesa CarmineVilla CarmineExtramurale, pi denso e compatto con isolati edificati nella loro interezza e quello verso nord, oltre via Don Minzoni, pi rado e disarticolato realizzato negli anni ottanta e novanta. Il complesso del Carmine corrisponde ad una polarit urbana e soprattutto di quartiere, in quanto concentra strutture religiose, per lo svago (villa del Carmine e auditorium Valerio Cappelli) e per listruzione (scuole di tutti i livelli), che per non corrisponde ad adeguateopereinfrastrutturaliperlamobilitelasosta.

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Dalpuntodivistaambientale,lambitoincludeareeindividuatearischioidrogeologico dalPianoStralcioperLAssettoIdrogeologico(PAI),equindiarischioallagamenti. A fronte di tutte le criticit fin qui individuate, si rileva la presenza di diverse aree a standard di PRG, in parte non attuate (nello specifico, 8 ha di aree libere per servizi) attraversolequalisipotrrigenerarelambito. La rigenerazione urbanistica, infatti, passa qui attraverso la risoluzione dei collegamenti con la parte edificata sullato opposto del fascio ferroviario, poichi soli duepuntidiattraversamentoadoggiutilizzatinonappaionosufficientiagarantireuna agevole percorribilit da un versante verso laltro, e vi sono punti di attraversamento ancora possibiliinquanto si trovano in corrispondenza di areepreviste a standard ma cherimangonoancoranelladisponibilitdelprivatoenondelpubblico.


A fronte delle criticit evidenziate, nello specifico gli obiettivi della rigenerazione urbana per lambito3sarannoperseguitiattraverso: lacquisizione ed attrezzamento delle aree destinate a standard urbanistici per dotare tale ambito dei servizi pubblici (verde attrezzato, parcheggi, ecc.) e delle attrezzature necessarie ai residenti, anche applicando il dettato dellart. 2 comma 3 della L.R. 21/08 che consente di variare la destinazione urbanistica di aree agricole in servizi (qualora contigue allambito e nella misura massima del 5% in estensione), ed in particolare la riqualificazionedellareaVotano; la realizzazione di collegamenti ciclopedonali e prioritariamente carrabili in superamento della cesura esistente con il fascio ferroviario, ed anche attraverso il collegamentoviariotraviaGramscieviaVanvitelliMottola; lariqualificazionedeglispazipubbliciurbanielacreazionedinuovecentraliturbaneper ilQuartiereCarmine; la riconversione dei fabbricati industriali in contrasto con il contesto, per allocarvi attrezzature,E.R.P.eserviziperlaresidenzaepericittadini; lampliamento delle aree pedonali e leliminazione delle barriere architettoniche ed ambientali.


Gli interventi prioritari di tale ambito sonoindividuati planimetricamente nella tavola allegatoAC2conledenominazioniP8,P13e P17.

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Analisidelsistemainsediativo Ilrapportotrapienievuoti: Lanalisi del rapporto tra pieni e vuoti evidenza una predominanza dei secondi, poich la porzione edificata si sostanzia nel 21% dellestensione dellambito occupata da edifici,pari a 132.921 mq di suolocostruito. Larestanteporzione,ovveroil79%paria circa 486.000 mq, corrisponde ai vuoti ossia al sistema di spazi aperti che contieneleviabilit,lepiazze,iparcheggi scoperti,ilverdeeglispaziincolti. Di seguito un diagramma a torta sintetizza il rapporto tra la quantit di suoloedificataequellanoncostruita(di proprietsiapubblicacheprivata),dacui sideduceladensitediliziadellambito:

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ViaFratelliGriffi

ViaAlberobello

ViaA.Gramsci

AreadelVotano

ViaMottola/Alberobello

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B.1.4 AMBITO 4 QUARTIERE PALOMBELLE E ZONA URBANA DI VIA GUGLIELMI

Lambito comprende la zona a ridosso del fascio ferroviario, in particolare il versante occidentale verso lesterno della citt che quindi il margine costruito verso la campagna,maancheilquartierePalombelleelazonaurbanadiviaGuglielmi. Ha una estensione di circa 53 ettari e come il precedente caratterizzato da un lato dalla forte cesura del fascio FSE ad est, e dallaltro da nodi viari caotici che impediscono un corretto scorrimento del traffico in ingresso ed in uscita dalla citt, specie in direzione della zona industriale Cicerone o per convergenza degli assi territorialidaMassafraeAlberobello. Iltessutoresidenzialeivipresentecostituitoperlopidaedificiablocco,lungolevie principali con il piano terra raramente destinato ad attivit commerciali. Sono inoltre presenti due istituti scolastici religiosi, lIstituto dIstruzione Superiore Tecnico Geometri (via Guglielmi) e la recente Parrocchia del Divino Amore al centro del quartierePalombelle. connotatodallediliziaresidenzialeconvenzionata(QuartierePalombelleedimmobili exItalsider)edallERPdiviaMassafra.

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Inframmezzate alledificato, aree pi o meno ampie abbandonate ed ulteriormente rovinatedavegetazioneinfestante,dequalificanolambito,gisprovvistodiunsistema continuo e funzionale degli spaziaperti, cui si aggiunge la mancanza di spazi collettivi accentrantiaserviziodellacollettivit. Dalpuntodivistaambientale,lambitoincludeareeindividuatearischioidrogeologico dalPianoStralcioperLAssettoIdrogeologico(PAI),equindiarischioallagamenti. Di contro per, la presenza delle aree a standard di PRG, in parte non attuate (nello specifico, 6,4 ha di aree libere per servizi) e ad oggi dequalificanti costituiscono una grande opportunit: con la loro riqualificazione sar possibile avviare un concreto processodirigenerazionedellambito. Sono inoltre ivi presenti immobili ex produttivi ormai in disuso da riconvertire; ci si riferisce in particolare allo stabilimento Russano, allo stabilimento vinicolo e alle confezioni ICman situate nei pressi di via Massafra, ma anche,a cavallo della ferrovia lungo via Massafra e Corso dei Mille, allazienda vinicola Colucci, la distilleria e confezioniGimarelaDistilleriaGallucciopianord. Questi luoghi che ad oggi sono elementi di degrado urbano possano divenire contenitori di servizi e funzioni a servizio dei cittadini, anche in virt della loro posizionestrategica.
A fronte delle criticit evidenziate, nello specifico gli obiettivi della rigenerazione urbana per lambito4sarannoperseguitiattraverso: lacquisizione ed attrezzamento delle aree destinate a standard urbanistici per dotare tale ambito dei servizi pubblici (verde attrezzato, parcheggi, ecc.) e delle attrezzature necessarie ai residenti, anche applicando il dettato dellart. 2 comma 3 della L.R. 21/08 che consente di variare la destinazione urbanistica di aree agricole in servizi (qualora contigueallambitoenellamisuramassimadel5%inestensione); la realizzazione di collegamenti ciclopedonali e prioritariamente carrabili in superamento della cesura esistente con il fascio ferroviario, in particolare attraverso la realizzazione di un sovrappasso ferroviario oppure la realizzazione del collegamento viarioversoviaGuglielmi; la riqualificazione degli spazi pubbliciurbani e la creazione di nuove centralit urbane, in particolaresuviaGuglielmienelquartierePalombelle; ilmiglioramentodelnodoviariotraviaAlberobelloeviaMottola; la riconversione dei fabbricati industriali in contrasto con il contesto, per allocarvi attrezzature,E.R.P.eserviziperlaresidenzaepericittadini; lampliamento delle aree pedonali e leliminazione delle barriere architettoniche ed ambientali.

Gli interventi prioritari di tale ambito sonoindividuati planimetricamente nella tavola allegatoAC2conledenominazioniP6,P7,P9eP10.

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Analisidelsistemainsediativo Ilrapportotrapienievuoti: Lanalisi del rapporto tra pieni e vuoti evidenza una predominanza dei secondi,poichlaporzioneedificatasi sostanzia nel 17% dellestensione dellambito occupata da edifici, pari a 92.954mq disuolocostruito. La restante porzione, ovvero il 83% pariacirca438.000mq,corrispondeai vuoti ossiaal sistema di spazi aperti che contiene le viabilit, le piazze, i parcheggi scoperti, il verde e gli spazi incolti. Di seguito un diagramma a torta sintetizzailrapportotralaquantitdi suolo edificata e quella non costruita (di propriet sia pubblica che privata), da cui si deduce la densit edilizia dellambito:

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ViaGuglielmi

ExDistilleriainviaMassafra sovrappassoferroviario

ExaziendavitivinicolaColucci

QuartierePalombelle

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B.1.5AMBITO5AREAMONTETULLIOGIULIANI

Lambito,chesisviluppatraviaMassafraelaSP60,racchiudetutteleareetipizzatedal PRG (residenziali e servizi) compresi i recenti quartieri residenziali di edilizia convenzionata anche ex art. 51 della L. 865/71 (realizzati negli ultimi lustri). La parte pi occidentale dellarea presenta alcuni edifici realizzati dallo IACP, che seppur relativamenterecentiperepocadicostruzione(anni7080)appaionoincattivostato dimanutenzioneoltrechediscarsaqualitedilizia. Ha estensione di circa 43 ha, di cui almeno 6 ha per servizi, in buona parte non realizzati, e che quindi costituiscono la pi importante opportunit per la riqualificazione del quartiere. Il cuore geografico dellambito , anche per estensione unampia area interessata da vegetazione spontanea, per lo pi di macchia mediterranea, in cui sono in corso ulteriori interventi edificatori, in prossimit degli edificiIACP. Larea appare ad oggi caratterizzata in particolare da assenza di servizi di vicinato, di centri di aggregazione, di spazi attrezzati, e dalla incompletezza delle urbanizzazioni primarie (in particolare la viabilit) e secondaria, fatta eccezione per una scuola maternadirecenterealizzazione. Tale situazione rischia di rendere tale zona residenziale un quartieredormitorio, isolato dal resto della citt dal punto di vista non solo fisico, ma anche funzionale e soprattuttosociale. Obiettivo della rigenerazione urbana perci quello di far s che il quartiere divenga una risorsa per la citt, poich un quartiere di recente sviluppo, con abitanti di giovaneeteconuntessutosocialeperciancorainformazione. Larigenerazioneurbanapuagireintaleambitochesiprestainparticolarmodoperla presenzadiampieareeverdialberatedavalorizzare,eseppuroggettodifinanziamenti

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regionali per il completamento delle urbanizzazioni, esso risulta ancora bisognoso di interventidiampiorespiro.
A fronte delle criticit evidenziate, nello specifico gli obiettivi della rigenerazione urbana per lambito5sarannoperseguitiattraverso: lacquisizione ed attrezzamento delle aree destinate a standard urbanistici per dotare tale ambito dei servizi pubblici (verde attrezzato, parcheggi, ecc.) e delle attrezzature necessarie ai residenti, anche applicando il dettato dellart. 2 comma 3 della L.R. 21/08 che consente di variare la destinazione urbanistica di aree agricole in servizi (qualora contigueallambitoenellamisuramassimadel5%inestensione); ilcompletamentodellaviabilitnelquartiereMontetullio; la riqualificazione degli spazi pubblici urbani e la creazione di nuove centralit urbane (ancheacaratterecommercialeosportivo); lampliamento delle aree pedonali e leliminazione delle barriere architettoniche ed ambientali.

Gli interventi prioritari di tale ambito sonoindividuati planimetricamente nella tavola allegatoAC2conledenominazioniP11eP12. Analisidelsistemainsediativo Ilrapportotrapienievuoti: Di seguito un diagramma a torta sintetizza il rapporto tra la quantit di suolo edificata e quella non costruita (di propriet siapubblica cheprivata),dacuisideduceladensitedilizia dellambito:

Lanalisi del rapporto tra pieni evuoti evidenzaunapredominanza dei secondi,poich laporzioneedificatasisostanzianel6%dellestensionedellambitooccupatadaedifici, pariadappena25.875mqdisuolocostruito. La restante porzione, ovvero il 94% pari a circa 405.000 mq, corrisponde ai vuoti ossiaalsistemadispaziapertichecontieneleviabilit,lepiazze,iparcheggiscoperti,il verdeeglispaziincolti. Trattandosidiunambitoperifericodirecentissimaformazione,nelsistemadeivuoti riconoscibile la quantit di spazi inurbanizzati, ossia aree che hanno perso lutilizzo agricolomachenonessendoedificabilirimangononellostatodiabbandono.

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viabilitinternaincompleta

viabilitdiaccessoincompleta

areaaparcheggionon regolamentatae sovradimensionata

areesterrate

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B.1.6 AMBITO6AREADELPERGOLO

Lambito racchiude le aree tipizzate dal PRG (residenziali e servizi) che gravitano attornoalleattrezzaturediimportanzasovralocaleservitedaviaGuglielmi. Haunestensionecomplessivadi25,5ha,dicui5,5hadiareeancoralibereperservizi. Al contrario di altri ambiti cittadini, per quanto riguarda laspetto edificatorio, larea del Pergolo presenta lanomala carenza di tessuto residenziale (commisuratoai servizi ivi presenti) in ragione del basso indice edificatorio ivi previsto dal PRG che ha scoraggiato interventi da parte dei privati per lalto peso economico delle opere di urbanizzazione, necessarie a raggiungere gli interventi edilizi (case isolate, monofamiliari). Si sviluppata a partire dagli anni 70, dapprima con destinazione turisticosportivaesoloinseguitocomepoloscolasticodilivellosuperiore. Punti di forza dellambito sono infatti la concentrazione di attrezzature collettive in stato di funzionamento (scuole superiori di ITIS e IPSIA, Caserma dei Vigili del Fuoco, Palazzetto dello Sport, campo sportivo, piscina comunale) che rendono il quartiere vissutodaicittadininelleorediurneedesertoinquelleserali.Tralefunzionidismesse presente anche quella di propriet demaniale dellex tirassegno (limitrofa al perimetrodellambito),ealcunicampidatennisdiproprietcomunale,abbandonatie incomplete.

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La presenza di aree libere a standard suscettibili di trasformazione nel processo di rigenerazionecompletalatrasformabilitdiampiezoneancoraedificabili. Ma di contro lambito presenta una viabilit caotica che necessita di essere riorganizzata, insieme allopportunit di incentivare qui lo sviluppo di nuovo tessuto residenzialeinundisegnourbanoorganico. LareainoltredominatadallincompiutoexGrandHotelCastello,attualmenteinstato di abbandono, che costituisce da solo la maggiore operadefinibile ecomostro della cittadina, sia per la visibilit del suo enorme volume fuori terra, sia per il peso economico epolitico che unintervento su di essoimplica, sia che si tratti di recupero, siachesitrattidiabbattimento.Larisoluzionedellacontroversialegalechedadecenni tienesospesalasortedellimmobilecostituiscediperseobiettivodirigenerazioneper linteroambitoepertuttolinvasoterritorialedacuilimmobilevisibile. Altro motivo di sottoutilizzazione la condizione di perifericit e la carenza di collegamenticonilnucleourbano,inmodoparticolareperquantoattieneallamobilit sostenibile: mezzi pubblici insufficienti e costosi per lA.C. e inesistenza di infrastruttureperlamobilitciclopedonale.
A fronte delle criticit evidenziate, nello specifico gli obiettivi della rigenerazione urbana per lambito6sarannoperseguitiattraverso: una soluzione finanziaria e urbanistica per attuare lesito della controversia riguardante lexGrandHotelCastello; la delocalizzazione dello Stadio comunale G. D. Tursi da via della Sanit in questo ambito ed il potenziamento delle attrezzature sportive ivi presenti con annessi parcheggi; definire procedure urbanistiche e insediative al fine di dotare lambito del tessuto residenzialeadoggimancante; lampliamento delle aree pedonali e leliminazione delle barriere architettoniche ed ambientali.

Gli interventi prioritari di tale ambito sonoindividuati planimetricamente nella tavola allegatoAC2conledenominazioniP14,P15e P16.

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Analisidelsistemainsediativo Ilrapportotrapienievuoti:

Diseguitoundiagrammaatortasintetizzailrapportotralaquantitdisuoloedificata e quella non costruita (di propriet sia pubblica che privata), da cui si deduce la densitediliziadellambito:

Lanalisi del rapporto tra pieni evuoti evidenzaunapredominanza dei secondi,poich laporzioneedificatasisostanziaincircail15%dellestensionedellambitooccupatada edifici,pariadappena37.400mqdisuolocostruito. La restante porzione, ovvero il 85% pari a circa 218.000 mq, corrisponde ai vuoti ossiaalsistemadispaziapertichecontieneleviabilit,lepiazze,iparcheggiscoperti,il verde,glispaziincoltiequelloancoraadusoagricolo.

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Stadiocomunale

Piscinacomunaleeex
HotelCastello

PalazzettodelloSport

CasermadeiVV.F.

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B.1.7 AMBITO7QUARTIEREPAOLOTTIS.MICHELEOSPEDALE

Corrisponde alla porzione di tessuto urbano con affaccio diretto sul ciglio di scarpata naturale verso la Valle dItria, nella parte che separa il centro di Martina Franca dal paesediLocorotondo. Lambitoconfinanteconquellodelnucleoanticoadovesteconquellodelquartiere Sanit verso est, si estende per circa 31 ettari e corrisponde al tessuto urbano, per la maggiorparteresidenziale,compresotraCorsoMessapia(limitesud),vialeDeGasperi (limitenord),lareacimiteriale(limiteest),eleviePaolottiedEuropa(limiteovest). La maggiore centralit dellambito il complesso ospedaliero Valle dItria adiacente al cosiddetto conventodeipaolotti della chiesa S. Francesco da Paola,oltre questa, vi sono la scuola Giovanni XXIII, la tenenza e Stazione dei Carabinieri e strutture per le telecomunicazioni(conannessaantennaditelefoniamobile). Ledificato nella parte pi esterna dellambito stato edificato nel trentennio tra gli anni 60 e 80 del XX secolo con alte densit insediative, anche per sfruttare la vista panoramicasullacampagnacircostante,disseminataalloradisolitrulli. Sono numerosi anche gli edifici residenziali realizzati nellambito di programmi di ediliziasovvenzionatadeglianni60,equindidallecaratteristicheabbastanzascadenti, soprattuttodalpuntodivistaprestazionaleedellavetustcomplessiva. Lambito poi caratterizzato da pericolosit di tipo geomorfologica cos come individuato dallAutorit di Bacino con la recente cartografica inserita nel P.A.I., che

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cristallizzalapericolositlegataamovimentifranosidelpianodellacirconvallazioneDe Gasperiversolavalle. Lareapresentaalcunezonetipizzateaservizieverdepubblicochepotrebberoessere acquisiteedattrezzatenellaquantitdicircaunettarodiestensione.


A fronte delle criticit evidenziate, nello specifico gli obiettivi della rigenerazione urbana per lambito7sarannoperseguitiattraverso: lacquisizione ed attrezzamento delle aree destinate a standard urbanistici per dotare tale ambito dei servizi pubblici (verde attrezzato, parcheggi, ecc.) e delle attrezzature necessarie ai residenti, anche applicando il dettato dellart. 2 comma 3 della L.R. 21/08 che consente di variare la destinazione urbanistica di aree agricole in servizi (qualora contigueallambitoenellamisuramassimadel5%inestensione); larisoluzionedellecausediinstabilitgeomorfologicaconmessainsicurezzadellarea; linterventoistituzionaleperlarisoluzionedifenomenididegrado legatoadimmobilidi soggettiprivati(cantieriabbandonatieruderi).

Gli interventi prioritari di tale ambito sonoindividuati planimetricamente nella tavola allegatoAC2conledenominazioniP18,P19e P20. Analisidelsistemainsediativo Ilrapportotrapienievuoti:

Il diagramma a torta sintetizza il rapporto tra la quantit di suolo edificata e quella non costruita (di propriet sia pubblica che privata), da cui si deduce la densitediliziadellambito. Lanalisi del rapporto tra pieni evuoti evidenzaunapredominanza dei secondi,poich laporzioneedificatasisostanziaincircail30%dellestensionedellambitooccupatada edifici,paria92.205mqdisuolocostruito. La restante porzione, ovvero il 70% pari a circa 220.000 mq, corrisponde ai vuoti ossiaalsistemadispaziapertichecontieneleviabilit,lepiazze,iparcheggiscoperti,il verdeeglispaziincolti.

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zona a pericolosit geomorfologica

area a standard e impiantitelefonici

area a standard su viaDeGasperi

area a standard retrostante S. FrancescodaPaola

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B.2 GLIAMBITIINDIVIDUATIACONFRONTO
Da dati ISTAT desunti dal database del 14 censimento dellanno 2001, (ultimo censimento ufficiale completo) con interpolazione dei dati dallultimo censimento ufficioso possibile dedurre alcuni dati essenziali che possono meglio descrivere la situazionesocioabitativadiciascunodegliambitiindividuati,inparticolarmodosetali datisonoraffrontatitraambitoeambito. Superficiedificateenonedificate:
superficie ambito (mq) 358.690,00 590.193,00 618.972,00 531.499,00 431.191,00 255.398,00 312.363,00 superficie edificata (mq) 188.395,00 119.160,00 132.921,00 92.954,00 25.875,00 37.400,00 92.205,00 superficie non % superficie edificata edificata (mq) 170.295,00 52,5% 471.033,00 20,2% 486.051,00 21,5% 438.545,00 17,5% 405.316,00 6,0% 217.998,00 14,6% 220.158,00 29,5% % superficie non edificata 47,5% 79,8% 78,5% 82,5% 94,0% 85,4% 70,5%

1 2 3 4 5 6 7

Ambito 1 - Nucleo antico Ambito 2 - Quartiere di espansione verso Ceglie Messapica Ambito 3 - Quartiere a nord della linea ferroviaria urbana Ambito 4 - Quartiere Palombelle e zona urbana di via Guglielmi Ambito 5 - Area Montetullio-Giuliani Ambito 6 - Area del Pergolo Ambito 7 - Quartiere Paolotti-S Michele-Ospedale

Dal raffronto dei vari ambiti tra loro si evidenzia come la percentuale di superficie edificatamoltoaltanellambito1(Nucleoantico),superandoquelladeivuotiurbani; ci principalmente dovuto alla tipica conformazione del tessuto pi antico. Per quantoriguardaglialtriambiti,lasuperficieedificatasiattestatrail15%edil30%,ad eccezione dellarea MontetullioGiuliani, che un ambito periferico ove ledificato pi rado siaperch di edificazionepi recente sia perch si sviluppa maggiormente in altezza. Indicediutilizzodegliimmobiliabitativi:

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Lanalisi ben evidenzia il grado di sottoutilizzo del centro storico di Martina Franca in termini di residenza stabile, in quanto dallanalisi degli abitanti distinti per sezioni censuarie emerge che ben il 36% delle abitazioni esistenti non abitato, a fronte di unapercentualemediadeirestantiambitichesiaggiraattornoal10%. Discorso differente vale per lambito 6 caratterizzato da un particolare tessuto in cui prevalgonolevillesuburbaneelesecondecase.
abita zioni (n. abitazioni) 4.547 2.327 2.730 1.314 466 91 2.057 n. abitazioni vuote 1.642 263 327 108 50 41 191 % immo bili vuoti 36,12% 11,30% 11,97% 8,24% 10,70% 45,47% 9,30%

1 2 3 4 5 6 7

Ambito Ambito Ambito Ambito Ambito Ambito Ambito

1 - Nucleo antico 2 - Quartiere di espansione verso Ceglie Messapica 3 - Quartiere a nord della linea ferroviaria urbana 4 - Quartiere Palombelle e zona urbana di via Guglielmi 5 - Area Montetullio-Giuliani 6 - Area del Pergolo 7 - Quartiere Paolotti-S Michele-Ospedale

Superficiediabitazioneperciascunabitante:

Listogramma precedente evidenza che gli abitanti degli ambiti individuati hanno a disposizione, in termini puramente quantitativi e non qualitativi, una superficie abitativa media procapite superiore ai minimi di legge (intesi come 45 mq ogni 2 persone, individuata dalla banda di colore verde). colorata in gradazione di arancio fino al rosso, la parte di grafico che riporta una superficie per abitante, inferiore ai minimi di legge (parte in basso), oppure eccessivamente alta (parte in alto). Lintersezione tra queste ultime bande orizzontali evidenzia che esiste un surplus evidentedisuperficieabitabileperabitantecensitonellambiton.6delPergolo(perle ragionisopraesposte),mentreapparesopralamedialambitodelcentrostorico,incui incidonoleabitazionivuotesulletotaliabitabili.

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pop olazione (n. abitanti) 1 2 3 4 5 6 7 Ambito 1 - Nucleo antico Ambito 2 - Qua rtiere di espansione verso Ceglie Messapica Ambito 3 - Qua rtiere a nord della linea ferroviaria urbana Ambito 4 - Qua rtiere Pa lombelle e zona urbana di via Guglielmi Ambito 5 - Are a Montetullio-Giuliani Ambito 6 - Are a de l Pergolo Ambito 7 - Qua rtiere Pa olotti-S Michele-Ospedale 6.421 6.189 6.970 3.961 1.086 134 5.066

superficie abitazioni (mq) 269.843 233.317 248.466 136.763 27.469 9.639 187.719

mq/ab 42,03 37,70 35,65 34,53 25,29 71,69 37,06

Analisidelladensitabitativaterritoriale:

Dal rapporto tra numero di abitanti insediata (dati ISTAT) e superficie territoriale dellambitosiottieneilgraficoinaltocheevidenzialaltadensitabitativadegliambiti pi centrali (nucleo storico e quartiere PaolottiS.MicheleOspedale) con quasi 180 abitanti per ettaro, in raffronto a quelli semiperiferici (Sanit, S. Francesco, Palombelle,Stazione...)chehannounadensitmediadicirca100abitantiperettaro,e quellinettamenteperiferici,MontetullioePergolo,conrispettivamente25e5abitanti perettaro.
popolazione (n. abitanti) 1 2 3 4 5 6 7 Ambito Ambito Ambito Ambito Ambito Ambito Ambito 1 - Nucleo antico 2 - Quartiere di espansione verso Ceglie Messapica 3 - Quartiere a nord della linea ferroviaria urbana 4 - Quartiere Palombelle e zona urbana di via Guglielmi 5 - Area Montetullio-Giuliani 6 - Area del Pergolo 7 - Quartiere Paolotti-S Michele-Ospedale 6.421 6.189 6.970 3.961 1.086 134 5.066 superficie ambito (mq) 358.690,00 590.193,00 618.972,00 531.499,00 431.191,00 255.398,00 312.363,00 ab/ha 179,01 104,86 112,60 74,53 25,19 5,26 162,17

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SovrapposizionedegliambitidirigenerazioneallesezionicensuarieISTAT.

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C. LE POLITICHE PUBBLICHE CHE CONCORRONO AL CONSEGUIMENTO DEGLI OBIETTIVI DEI PROGRAMMI DI RIGENERAZIONEURBANA
Il Comunedi Martina Franca ha giavviato politichepubbliche urbanistiche,abitative, socialieculturali,pergiungerealconseguimentodegliobiettiviindicatiinprecedenza, e coerentemente con le stesse gi in atto, intende proseguire su tale strada per lelaborazionedeiprogrammiintegrati.

C.1 POLITICHEURBANISTICHEEDABITATIVE
Le politiche attivate del recente passato sono fondamentalmente riconducibili ai Programmi di Riqualificazione Urbana e di Sviluppo Sostenibile del Territorio (P.R.U.S.S.T.) per il territorio del sud est barese, Valle dItria e Terra delle Gravine a partire dal 1999; del Progetto Integrato Territoriale n. 5 Valle DItria (P.I.T.) a partire dal 2000; al Progetto Integrato Settoriale (P.I.S.) itinerario turistico culturale barocco puglieselasapienzadellapietra:itrullieilbarocco,apartiredal2001;alloStudiodi FattibilitperlacostituzionediunaSocietdiTrasformazioneUrbana(S.T.U.)del2007; il Piano Strategico di Area Vasta Valle DItria la Murgia dei Trulli del 2008; che riguardano tutti lambito territoriale sovra comunale a meno della STU che ha respiro prettamenteurbano. Il PRUSST prevedeva la realizzazione, ladeguamento e il completamento di attrezzature, sia a rete che puntuali, di livello territoriale e urbano in grado di promuovere e di orientareoccasionidi sviluppo sostenibile sottoilprofilo economico, ambientale e sociale, avuto riguardo ai valori di tutela ambientale, alla valorizzazione delpatrimoniostorico,artistico,architettonico,egarantendolaumentodelbenessere della collettivit e alla realizzazione di un sistema integrato di attivit finalizzate allampliamento e alla realizzazione di insediamenti industriali, commerciali e artigianali, alla promozione turisticoricettiva e alla riqualificazione di zone urbane centralieperifericheinteressatedafenomenididegrado. Il PIT n.5 un programma integrato territoriale dei Comuni che costituiscono il distretto industriale dei trulli. Nel contesto delle procedure di concertazione previste dal CdP del POR Puglia le amministrazioni comunali hanno delineato delle strategie comuni per il raggiungimento degli obiettivi di crescita economica e sociale del territorio,ancheattraversolavalorizzazionedelleesperienzepartnerariali. La definizione del PIS n.11 dei Comuni di Alberobello, Castellana Grotte, Cisternino, Fasano, Locorotondo, Martina Franca, Monopoli, Noci, Ostuni, Polignano, Putignano, Turi comprende un complesso di azioni intersettoriali strettamente coerenti e collegate fra loro che convergono verso un comune obiettivo di sviluppo economico dellambito. Lo Studio di Fattibilit per la costituzione di una Societ di Trasformazione Urbana

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(STU) stato redatto nel 2006 in applicazione della convenzionedel 19/04/2004 tra il Comune di Martina Franca ed il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti. Se ne riporta di seguito una descrizione sintetica. Il Comune di Martina Franca, ha inteso costituire una STU valutando il deficit pregresso, allinterno di gran parte del centro abitato, di attrezzature di interesse collettivo o duso pubblico (indispensabili per creare gli standardqualitativi necessari alla comunit) e di edilizia residenzialea costi convenzionati; lamministrazione ha inteso infatti usufruire di uno strumento che il legislatore ha posto a disposizione degli enti locali per intervenire in ambiti particolarmente degradati del contesto urbano e che necessitano di interventi complessidiricucituraeriqualificazione.LoStudiodiFattibilitperlacostituzionedi una Societdi Trasformazione Urbana (STU), seppur trasmesso al Ministero nel 2007, non ha poi portato al concretizzarsi della strategia urbanistica e perci non ha avuto attuazioneadoggialcunadelleprevisioniprospettate,rimangonoperciirrisoltetutte le questioni e le problematiche di 67 anni fa, che anzi si sono aggravate cos come espostoneiprecedenticapitoli. Il Piano Strategico di Area Vasta riguarda invece lo sviluppo sostenibile del territorio interessante i Comuni di Alberobello, Castellana Grotte, Cisternino, Locorotondo, Martina Franca, Monopoli, Noci e Putignano. Si trattadi un complesso di assi, linee e azionicheinquadranointerventipuntualieareteinunavisioncomplessivaeorganica finalizzataad orientarelimpiegodi risorse pubbliche di origineComunitaria. Haavuto attuazione per la parte riguardante un primo stralcio di interventi, tra quelli definiti prioritarinelcosiddettoMetaplandellaTecadelleProgettualit. Trail1999il2011 oltreallecitateoccasionidisviluppodelterritoriointercomunale,il Governo Centrale per mezzo dei Ministeri e la Regione Puglia hanno emanato diversi provvedimentimiratiadistribuirerisorsepubblichedicompetenzaregionale,statalee comunitaria, legateallattuazionedipolitichedi sviluppo e riqualificazione urbana e di incentivoalla risoluzione di criticit abitative: del 1999 sonoi Programma di Recupero Urbano (P.R.U.); del 2000 e 2004 i Contratti di Quartiere (CdQ I e CdQ II); del 2007 i Programmi Integrati di Riqualificazione delle Periferie (P.I.R.P.); del 2009 i Programmi di Recupero Urbanoper Alloggia Canone Sostenibile (P.R.U.acs); del 2010 e 2011 due avvisi pubblici regionali per il finanziamento di progetti di Rigenerazione Urbana finanziati con lAsse VII del POFESR 20072013 legati a politiche di riqualificazione urbanisticacomplessive. SalvoleccezionedellaprimoavvisodiRigenerazioneUrbanadel2010,graziealqualeil ComunediMartinaFrancahaottenutoilfinanziamentodelparcheggioinVialeEuropa (attualmenteinfaserealizzativa),lealtrerimangonoadoggisolooccasionimancatedi sviluppoeriqualificazioneurbana.Pertaliragioniilpresentedocumentosiinquadrain una rinnovata politicadecisaadaffrontare le criticiturbanistiche di cuiaiprecedenti capitoli e a trovare le opportune soluzioni tecniche e finanziarie, per recuperare le opportunitmancatenelpassato.

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C.2 POLITICHEPAESAGGISTICOAMBIENTALI
Il PUTT/P della Regione Puglia, in merito agli ambiti territoriali estesi, attribuisce al territorio comunale valore rilevante (ATE B), con due aree principali di valore distinguibile(ATEC)incorrispondenzadellaparteoccidentaledelcentroabitatoeda sudestrispettoadesso.

La nuova programmazione urbanistica sar adeguata al PUTT/P, in maniera tale da individuareeregolamentaregliinterventicheprevedonomodificazionisiadelsistema dellassetto geologico, geomorfologico ed idrologico, sia del sistema della copertura botanicovegetazionale, colturale e della potenzialit faunistica, che del sistema della stratificazione storica e dellorganizzazione insediativa. La parte settentrionale del territoriocomunaleZonaDecretoGalasso. Il territorio a ridosso del centro urbano riconosciuto da diversi istituzioni di vincolo come contesto di alto valore paesaggistico: lo sviluppo urbano futuro dovr tenerne conto.

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La zonaa sud delnucleoabitato zona SIC e una fascia che dal nucleo abitato scende lungoviaTarantoZonasoggettaavincolopaesaggisticoistituitaconDM14.04.67. Il territorio comunale interessato da ambiti urbani soggetti dal Piano Stralcio per lAssetto Idrogeologico a rischio e pericolosit idraulica; non vi sono aree soggette a pericolositgeomorfologica.

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Pericolositgeomorfologica

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Pericolositidraulica(inondazione)

Areearischio Fonte:http://www.adb.puglia.it

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C.3 POLITICHESOCIOASSISTENZIALIESANITARIE
Il Comunedi Martina Franca da molti anni lavora perladefinizione elarticolazione di un quadro di politiche socioassistenziali coerente, organico, ed effettivamente in grado di dare risposte concrete a fasce di disagio sociale sempre pi ampie riscontrabilenegliinterventiattivatieneirisultatiottenuti. Coerentemente con quanto giprevisto nel Pianodi Zona, saranno previstiinterventi di miglioramento e potenziamento dei servizi erogati che andranno ad integrarsi agli altriinterventimaterialichesarannoprevistineiprogrammiintegrati. Con riferimento alla situazione socioeconomica di cui si esposto in precedenza, i percorsi intrapresi dallAmministrazione sono stati volti a potenziare e porre in rete il sistemadeiservizi. In tal sensoil Comune di Martina Franca unitamenteal comune di Crispiano con cui costituisce lAmbito Territoriale Sociale n. 5 dei Piani Sociali di Zona della Provincia di Taranto ha realizzato diverse azioni per limplementazione di un sistemaintegrato di servizi. Particolare attenzione stataposta alle problematiche minorili, della famiglia, del disagio sociale e della povert, della disabilit, delle devianze e della violenza, dei giovanieadolescenti. SonostaterealizzateesperienzediprogrammazionepartecipataconsoggettidelTerzo Settore con lobiettivo primario di dare risposte concrete a fasce di disagio sociale semprepiampie. Al fine di dare un quadro completo dei Servizi esistenti sul territorio di Ambito, sia pubblicicheprivati,diseguitosiriportanogliinterventiattivatinellAmbitosecondole previsionidelPianoSocialediZonarelativoaglianni20102012. 1. Welfaredaccesso Privato/ SERVIZISOCIO SANITARI Sportello per lintegrazione sociosanitariaculturale immigrati Potenziamentoserviziosocialeprofessionale Potenziamentodelsegretariatosociale Sportellosociale Portaunicadiaccesso Consolidamento unit di valutazione multidimensionale

Comune

ASL

Privato sociale

X X X X

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2. Servizidomiciliari Privato/ SERVIZISOCIO SANITARI Assistenzaeducativadomiciliare Serviziodiassistenzadomiciliare Assistenzadomiciliareintegrata 3. Servizicomunitariaciclodiurno Privato/ SERVIZISOCIO SANITARI Prevenzioneinambitoscolastico Centro aperto polivalente per minori ovvero attivit educativeericreative Potenziamentocentrisocialipolivalentianziani Centrodiurnosocioeducativoeriabilitativo Attivit informazione sensibilizzazione prevenzioneabuso/maltrattamentominoriedonne Equipeintegratamultidisciplinareabusoviolenza Centro sociale polivalente disabili ovvero attivit di integrazioneinclusionesocialedisabili 4. Serviziperlaprimainfanzia Privato/ SERVIZISOCIO SANITARI Sostegno economico domanda di servizi prima infanzia Centrosocioeducativodiurno Comune ASL Privato sociale Comune X X X X X X ASL Privato sociale X X X Comune X X ASL Privato sociale X X

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5. Serviziestruttureresidenziali Privato/ SERVIZISOCIO SANITARI Casaperlavita ComunitsocioriabilitativaDopodinoi 6. Misureasostegnodelleresponsabilitfamiliari Privato/ SERVIZISOCIO SANITARI Centrodiascoltoperlefamiglieeservizidisostegno allagenitorialit Sostegnomadrinubiliconfigliminori Contributiasostegnodellanatalit Ufficioaffidieadozioni Attivazioneufficiospazietempi/Bancadeltempo 7. Anziani Privato/ SERVIZISOCIO SANITARI ProgettoAlzheimer EmergenzaHelpanziani Contributoperacquistoclimatizzatori 8. Contrastopovert Le politiche di inclusione sociale rappresentano un nodo cruciale per tutte le amministrazioni locali, che tendono in genere a gestire le emergenze e a trovare risoluzioni temporanee e non definitive. LAmministrazione sino ad oggiha assicurato interventi assistenziali ed economici tesi a ridurre il divario sociale e le situazioni di svantaggio per quella fascia di popolazione da sempre allattenzione del Servizio Socialecomunale.Ilcrescenteimpoverimentodellefamiglievisibileeprodottodaun insieme di fattori che interagiscono fra loro: il difficile mercato degli affitti, la precariet nel lavoro e laumento significativo dei prezzi. Tale progressivo

Comune X

ASL

Privato sociale

Comune

ASL

Privato sociale X

X X X X X

Comune X

ASL

Privato sociale

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impoverimento della popolazione ha determinato lincremento della domanda con il conseguenteaumentodellapresaincaricodellesituazionidipovert. Privato/ SERVIZISOCIO SANITARI Integrazione rette per ricoveri in strutture residenziali socioassistenziali e sociosanitarie assistenziali Contributosocialeadintegrazionedelreddito Prontaaccoglienza 9. Disabili Per molto tempo limpostazionedelle politichein favore delle personedisabili stata fortemente influenzata da quello che possibiledefinire come approccio medico alla disabilit, che considera la persona disabile essenzialmente come persona malata ed, inquanto tale, bisognosaprevalentemente di cure mediche. Lemanazionedella legge 104/92 ha dato inizioalla modificadellapproccio culturale alla disabilit che vedevai disabilicomeunpesoinsostenibileperlasociet,piuttostocheunarisorsa. Le politiche in favore dellhandicap, quindi, sono finalizzate a combattere lesclusione sociale e a garantire pari opportunit, non discriminazione, e qualit della vita. Ci significa che non possibile pensare ad interventi settoriali, dal momento che il processo di inclusione sociale riguarda tutti gli aspetti della vita delle persone con disabilit(scuola,lavoro,mobilit,accessibilit). Ogni intervento educativo e sociosanitario deve avere come destinatario privilegiato la famiglia del disabile e non il singolo, considerato al di fuori del proprio nucleo familiare. Privato/ SERVIZISOCIO SANITARI Servizio di trasporto per utenti disabili a fini socio riabilitativi Abbattimentobarrierearchitettoniche

Comune

ASL

Privato sociale

X X

Comune

ASL

Privato sociale

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10. Misureasostegnodelledipendenzepatologiche Privato/ SERVIZISOCIO SANITARI Attivit di informazione e sensibilizzazione prevenzionedipendenzepatologiche 11. Areadipendenza Privato/ SERVIZISOCIO SANITARI Sostegno inserimento sociale e lavorativo di contrastodipendenza 12. Misurediinclusionesociolavorativa Privato/ SERVIZISOCIO SANITARI Orientamento/inserimentolavorativo:borselavoro 13. Azionidisistema Privato/ SERVIZISOCIO SANITARI Pianodicomunicazione Funzionamentoufficiodipiano Comune X X ASL Privato sociale Comune X ASL Privato sociale X Comune ASL Privato sociale Comune ASL Privato sociale

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C.4 POLITICHEOCCUPAZIONALI,FORMATIVEEDISVILUPPO
Fra le politiche di promozione dello sviluppo economico degli ultimi lustri possibile annoverareil PIT, il GAL,lattivit dipromozione culturale legata al Festivaldella Valle dItria e a quelle di promozione della produzione agroalimentare e manifatturiera dellacitt. Martina Franca insieme ai comuni di Alberobello, Castellana Grotte, Locorotondo, Monopoli, Noci, Putignano fa parte del PIT 5 Valle dItria. Con il PIT si puntato a valorizzare i risultati della progettazione integrata gi avviata sul territorio ed i cui risultatisonogisignificativamenterilevabilirispettoagliobiettivichesiponeva,edin particolarepromuovere: - ilmiglioramentodelladotazionediinfrastruttureediserviziperlosviluppo; - ilmiglioramentodellaculturaimprenditorialeelaqualificazionedeglioccupati; - la qualificazione delle attivit produttive esistenti e lo sviluppo di nuovi bacini di occupazione in nuovi campi per diversificare e irrobustire la struttura economicalocale. Il perseguimento degli obiettivi generali individuati avvenuto mediante azioni di contesto, finalizzate a dotare il territorio di infrastrutture materiali ed immateriali, innovare il mercato del lavoro, innovare i servizi pubblici locali, in grado di creare un contesto territoriale pi competitivo, anche al fine di favorire appropriate azioni di attrazione di investimenti esterni e di sostegno ai processi di innovazione e diversificazioneproduttiva.Taliazionihannoperseguitoobiettividicontestoquali: - rafforzamentodellecondizionidilegalitesicurezza: - sostegnoallepoliticheattiveperillavoro; - diffusionediservizialleimprese; - crescitadegliinvestimentiinricercaesviluppotecnologico; - definizione di azioni coordinate per la realizzazione di infrastrutture per lo sviluppoelinternazionalizzazionedelterritorio; Le politicheattive per il lavoro del PIT sono state sviluppate in stretta sinergia con gli altri interventi giin atto sul territorio, legati allattuazione del POR ed alla riforma in atto sul tema,in attuazione della StrategiaEuropea per lOccupazione e della Agenda Sociale Europea. Gli interventi PIT sono statiinoltre legatialleprevisionidella legge di riforma della formazione (Agenzia Provinciale per lOrientamento e la Formazione Professionale), ai progetti gi finanziati ed in corso di attuazione sul territorio, in particolareal progetto sul sistema informativo dellavorodella Provinciadi Taranto, al ProgrammaAggiuntivodelPattoterritorialeperlOccupazionecomprendenteicomuni diMartinaFranca,Castellaneta,CrispianoeGinosa,chehaprevistospecificiinterventi dipoliticheattiveperillavoroedinclusionesociale.Essehannopuntatoapromuovere limprenditorialit e lautoimpiego anche in nuovi settori di sviluppo del territorio, a favorire lallargamento della base occupazionale, a migliorare la qualit dei posti di lavoro, a promuovere linclusione sociale delle categorie svantaggiate. Inoltre,

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linsieme del territorio del PIT era gi interessato da significativi processi di sviluppo integrato, finalizzati ad incrementare limprenditorialit e il tasso di occupazione, attuati mediante programmi come il PRUSST per il territorio del sud est barese, Valle dItriaeTerradelleGravine,edaltriprogrammiminori. ObiettivisimilisonorilevabilinellambitodiazionedelGALValledItria,cheaccomuna leamministrazionicomunalidiCisternino,LocorotondoeMartinaFranca,conlintento di gestire le risorse messe a disposizione dal Pianodi sviluppo Locale (PSL). Destinato ad operatori del mondo rurale che intendono incrementare il proprio potenziale di sviluppo, il GAL permette di mettere in atto azioni volte ad aiutare ed incrementare loccupazionelegataalleattivitdellagro,quali: ladiversificazionedelleattivitagricoleinchiaveturisticae/osociale(masserie didattiche); laproduzioneecommercializzazionediprodottiartigianaliinambitoaziendale; laproduzioneevenditadienergiaelettricadafontirinnovabili; lapertura di attivit economiche legate al recupero di vecchi mestieri del mondorurale; la creazione di nuove microimprese atte alla erogazione di servizi alla popolazionerurale; la creazione di itinerari (naturalistici, enogastronomici del turismo equestre, cicloturismo, delle contrade) e di centridi informazione,accoglienza turistica e promozione dei prodotti locali atti a creare nuovi posti di lavoro legati al turismogastronomicoenaturalistico; la creazione di strutture di piccola ricettivit non classificate come strutture alberghiere; il recupero di elementi architettonici tipici del paesaggio agrario della Valle dItria la cui gestione pu di sicuro funzionare da volanoper lintera economia delterritorio. Altreopportunitdioccupazionesonolegateadattivitdiallevamentoqualiquella autoctonadellasinodi Martina, maanche aprodotti tipicilocaliquali il capocollo, specialitnorcinainsignitadelpresidioSlowFood.
Tuttavia, nellultimo secolo, leconomia della cittadina stata principalmente legata allindustria delleconfezioni. Essa da intendersi come la trasformazione in impresa della tradizionale produzione tessile a carattere familiare delle donne martinesi. In principio, la confezione era fatta a mano in piccoli laboratori domiciliari, e venduta in mercati e alle fiere locali dei comuni viciniori. I tradizionali "capani" e "cappe" del primo ventennio del secolo XX vengono trasformati in cappotti intorno agli annitrenta.Iniziacosleradelleconfezioni. Ciascun confezionista si conquist un proprio mercato, e negli anni immediatamente precedenti la seconda guerra mondiale, alcuni confezionisti locali arrivarono ad esportare nelle Marche il proprio prodotto.

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La fine della grande guerra provoc sconvolgimenti anche nel settore delle confezioni, a causa dellaumento dei prezzi e del razionamento delle stoffe. Le imprese non avevano una struttura economicamente solida, ed alcuni confezionisti uscirono dal mercato definitivamente e rovinosamente. Mailsettorecomplessivamentesopravvive,anzisisviluppa,perliniziativadeitantidipendentidelle impreseincrisiedeilavoratoriinproprioa domicilio.Lo sviluppodelnuovo corso delleconfezioni agevolatodallacollaborazionecommercialecongliindustrialidellastoffadellacittdiPrato,iquali concedono credito e merce a costo pi ridotto rispetto a quello del prodotto nostrano. Linizio della nuovaerafelicedelleconfezionidacollocarsineglianniCinquantaeSessanta;iniziapoiundeclino, lentomaprogressivo,delsettore6.

Ha assunto invece sempre maggiore rilievo, negli ultimi decenni, il turismo culturale,nontantolegatoallarchitetturabaroccadellacittquantoaglispettacoli e alle manifestazioni canore, ed in particolare operistiche, del Festival della Valle dItria. Per lalto livello nella qualit della rappresentazione la manifestazione ha acquisiti una popolarit notevole e, per le opportunit di impiego che offre nellambito della cultura e dello spettacolo, costituisce ad oggi un unicum alivello regionaleesovraregionale. Il Festival, giunto alla sua 39 edizione, ha visto crescere nel corso degli anni il numero di spettacoli e di spettatori, e con essi il florido contorno di professionisti ed artisti, quali musicisti, attori, cantanti e ballerini che ogni anno lavorano per la buona riuscita della manifestazione. A ci siaggiunge la costanteattivitdi ricerca e formazione professionale di nuovi talenti dellAccademia Paolo Grassi, che da un lato crea nuove opportunit di lavoro per giovani meritevoli e dallaltro mette in campo la professionalit di esperti nel settore musicale creando un indotto di positivoriscontrochetravalicaiconfiniregionali. Un milieu di tale importanza ed originalit necessita ad oggi di una adeguata valorizzazione, al fine di non perdere un patrimonio di manodopera, tradizioni e competenze, inunaparola di professionalit, che adeguatamente messi a sistema ed oggetto di indovinate operazioni di marketing possono costituire una importante opportunit di sviluppo, soprattutto a beneficio delle nuove generazioni,perlacittdiMartinaFranca. La potenzialit del tessuto imprenditoriale martinese risiede nella capacit di adeguarsi al cambiamento rinnovandosi: dallagropastorale, alla produzione dellelana,almanifatturiero,alledilizia,allosviluppoturistico. Le future politiche occupazionali dovranno sfruttare questa potenzialit e puntareallavalorizzazionedelpatrimoniostoricoculturaleperusciredallostallo produttivodeisettoriindustriali.
6

Tratto da MARTINO MARANGI Oltre limmaginario... Statistica descrittiva di alcuni aspetti della vita socialemartinese,SchenaEditore,2008

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D.

LE INIZIATIVE PER ASSICURARE LA PARTECIPAZIONE CIVICA ED IL COINVOLGIMENTO DI ALTRI ENTI E DELLE FORZE SOCIALI, ECONOMICHE E CULTURALI ALLA ELABORAZIONEEALLATTUAZIONEDEIPROGRAMMI

La formulazione dei Programmi Integrati di Rigenerazione Urbana costituisce un laboratoriodisperimentazioneperilrecuperourbanononsolodaunpuntodivistadei contenuti degli interventi previsti e della loro reciproca integrazione, ma anche dal punto di vista dellarchitettura del processo decisionale per la realizzazione di un documentoprogrammaticocondivisoeperlaformulazionedellaproposta. Infatti,lamodalitconcorsualediaccessoaifinanziamentideiprecedentiprogrammi diriqualificazioneurbanapromossialivelloministerialeeregionale(P.R.U.,Contrattidi Quartiere, P.I.R.P., ecc.), mediante la presentazione del Programma da parte degli entiinteressati(eperlorotramiteancheisoggettiprivati),hapromossounanotevole spinta a maturare comportamenti amministrativi e capacit tecnicoprofessionali innovativi, che possano rispondere, anche in prospettiva, alle esigenze della pubblica amministrazione, assecondando ed eventualmente governando tendenze e domandesocialiemergenti. Tra questi comportamenti amministrativi si sottolinea la ricerca di cooperazione presso altri enti, territoriali e non, e lopportunit/necessit di coinvolgere finanziatori eoperatoriprivati,checomportanecessariamenteunadecisivacrescitadellecapacit di comunicazione dellente locale che intenda promuovere politiche e iniziative di sviluppo. Schematizzando in maniera certamente generale, tali capacit devono essere finalizzate: - afarconoscereecomprenderegliobiettiviassunti,lafilosofiaelemotivazioni che li sottendono, nonch ad accreditare relativamente ad essi lo stesso ente promotore; - a consultare, raccogliendo adesioni e consensi intorno agli obiettivi stessi e agli interventicheliconcretizzano; - a trasformare adesioni e consensi, manifestati da enti e operatori che necessario e opportuno coinvolgere, in precisi impegni di collaborazione e di iniziativa; - ageneralizzareilpipossibileilconsensosociale,ancheperchgliinterventinon siano in vario modo ostacolati, e perch il consenso possa sostenere almeno in partelatrasformazionedibisogniedesideriindomandadimercato(questultima trasversalerispettoaiprecedenti).

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In tale processo, carattere fondamentale riveste quindi la comunicazione che pu essere perseguita con svariate modalit, pi o meno formalizzate edistituzionalizzate: dalle assemblee popolari alla presenza sui mass media, alla consultazione di rappresentanze delle categorie presumibilmente interessate, alla promozione di conferenze stampa, convegni, seminari, pubblicazioni, allistituzione di forum e sportelliinformativipermanenti,alconsigliocomunaleaperto,etc.. evidentecomunquechelediversefasi/modalitsopraenunciatenonpossonoessere distinte tra loro in modo troppo netto e sequenziale, cos come evidente che ciascunadiesseimplicauncorrispettivodi"ascolto"degliinterlocutoriacuidirettala comunicazione stessa, ovvero una forma di comunicazione interattiva. Questa assumerstiliestrumentidiversi,asecondadellampiezzadellaplatea,deglispecifici contenuti della comunicazione (se si tratta di obiettivi, progetti, etc.) e del ritorno atteso: ad esempio se solo in termini di consenso generico, ovvero di assunzione di specificiimpegni. Inoltre, lattivazione di forme di comunicazione di questo tipo implica in ogni caso la disponibilitdelcomunicatore(adesempiolamministrazionecomunale)acambiare opinione,edancheamodificarelepropriepropostee,almenoparzialmente,anchegli obiettivi;insostanzaarimettereeventualmenteingiocoancheledecisionigiassunte edilpropriostessoruolo. Ilprocessopartecipativodeveaccompagnare,piuttostocheseguireledecisioni. Tuttavia la partecipazione non solo unamodalit di acquisizione del consenso,ma anche e soprattutto una formadi legittimazione dellescelte di interesse pubblico. Il progressivo sgretolarsi delle gerarchie edel principiodi autorit porter certamentea dover sviluppare tecniche e specifiche competenze in questo campo, presso gli enti localieilsettorepubblicoingenere. Un ulteriore fattore che caratterizza questi programmi il partenariato pubblico/privato. La cooperazione tra operatori pubblici e privati ruota su una questione centrale: la qualit urbana intesa, in prima istanza, come dotazione appropriata di attrezzature e infrastrutture adeguate alla domanda effettiva, qualitativa e quantitativa della popolazione che risiede e vive nei territori. Di qui ha presoilvialasperimentazionesuicosiddettistandardaggiuntivioqualitativi. Il privato che aderisce ad un programma infatti si impegna, oltre alla corresponsione degli oneri dovuti per legge, ad incrementare la dotazione di servizi in modi diversi attraverso contributi monetari, cessione di aree, realizzazione di infrastrutture e gestionediservizi. Il ruolo del soggetto pubblico diviene pertanto pi quello di promotore e di coordinatore di un insieme di azioni che vanno governate e integrate. Assume parimenti importanza la capacit dellente promotore di comunicare gli esiti dei

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programmi, non solo in quanto supporto allattuazione, ma anche dal punto di vista dellatrasparenzaversogliattori,icittadinieleloroassociazioni. Seguendo talelogicalelaborazione del Programma Integratodi Rigenerazione Urbana in tutte le sue componenti, sar oggetto di un continuo approfondito dibattito, animato dallAmministrazione Comunale, con lausilio di esperti di sviluppo urbano e territoriale. La metodologia gi in essere e da seguire nel futuro quella della ricercaazione, che prevede il coinvolgimento operativo, potenzialmente dellintera popolazione, fin dallafasedianalisidelcontesto. Il processo di collaborazione o coinvolgimento attivo sar organizzato secondo un ActionPlanning.Questopianoprevedeunaseriedifasiconsistentiin: - lintroduzioneelaconoscenzadeipartecipanti; - ladefinizionedeiproblemiedelletematiche; - losviluppodisoluzionialternative; - lanalisielasintesidellesoluzionialternative; - lapromulgazionedeirisultati. Ilpianodicomunicazionepubblicachesarutilizzatoperlaprogettazionepartecipata siporrcomeobiettiviprincipali: - ilcoinvolgimentoelasensibilizzazionedeicittadiniedelterritoriosulletematiche delprogramma; - linformazionesulleattivitesullemetodologieutilizzatenellapredisposizionedel programma; - il raggiungimentodi unampia visibilit data alprogramma in s edalle attivitad essorelative; - unampiavisibilitdataagliorganismieistituzioni(Comune,Associazioni,Enti,etc) checollaborerannoallarealizzazionedelprogramma. Il piano si propone di garantire un dosaggio equilibrato al flusso di messaggi, di raggiungere il target desiderato e di utilizzare un linguaggio chiaro in modo da suscitareinteresseneidestinatari. Destinataridelleattivitdaeffettuaresaranno: Residenti RappresentantidellaPubblicaAmministrazione CircoliDidattici

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Parrocchieedassociazioni Comitatidegliinquiliniedeicittadini CooperativeSociali CentridiFormazioneProfessionale Associazionisportive Associazioniculturali Cooperativediserviziegestioneambientale Associazionidivolontariatoepromozionesociale Organizzazionisindacali Associazioniesercenticommercialiedelleattivitdellaricettivitturistica Imprenditoripromotoriopotenzialipromotoridiprojectfinancing Icriteridimassimachecaratterizzanoecaratterizzerannoilcomplessodiiniziativedi comunicazioneperdiffondereilprogramma,sonoiseguenti: Visibilit: per favorire pi ampie possibilit di coinvolgimento da parte dei cittadini; Credibilit:affinchlacomunicazionericevalafiduciadeltargetcuidiretta,cio la fonte dellinformazione deve dare la massima garanzia di seriet e correttezza edevitaredisuscitaredubbieperplessit; Chiarezza: linguaggio semplice ed accessibile, soprattutto rapportato al pubblico cui destinato; il messaggio deve avere la sua forza nella chiarezza e nella precisionepernonfarperdereinteresseevaliditallinformazione; Interesse : il pubblico segue ed accetta esclusivamente quei messaggi che rappresentano e comportano un tornaconto (interesse), che sia ben preciso e sviluppiutilit; Rispondenza allimmagine che il pubblico si fatto della fonte stessa: ci deve essererispondenzaassolutatrailruolodellafonteeildestinatario.

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D.1 IPROCESSIDIPARTECIPAZIONEATTIVATIEDAATTIVAREEDIRAPPORTI
TRA I RISULTATI DEL PROCESSO PARTECIPATIVO E LE PROPOSTE DI INTERVENTO
Le attivitdi comunicazione e partecipazione,in parte giattivate, hanno compreso e comprenderanno eventi di seguito esposti rivolti allintera citt ed ai quartieri direttamenteinteressatidaiProgrammiIntegratidiRigenerazioneUrbana. Manifestiepubblicazioni Anche la realizzazione del manifesto deve rispondere ai seguenti criteri per un prodotto: - agile - difacilelettura - aderentealledisposizionidelprogramma. Per quelli gi realizzati e perquelli da realizzarsi saranno mantenuti lo stesso colore e lostessologosceltidalpianodicomunicazioneesarannofornitetutteleinformazioni principali per descrivere il programma previsto per la realizzazione degli eventi di diffusionedelprogetto,puntofondamentaledelpianodicomunicazione. Nellalocandinasonodaevidenziarsi: - dataeluogodirealizzazionedellevento; - illogodellAmministrazionecomunale. Limpostazione del manifesto deve puntare sulla forza dello slogan e dellimmagine visiva,rispettandoneleinformazioniessenzialmenteistituzionali. Invitoemanifesto degliincontri tenutisiamarzo2013

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Realizzazionediunopuscolo La realizzazione dellopuscolo dovr rispondere ai seguenti criteri per un prodotto di facile lettura e contenente le caratteristiche, gli obiettivi e le finalit del programma oltre alla descrizione dellambito oggetto dellintervento, delle sue criticit ed alle azioniintrapresedellAmministrazionenellafaseprogettuale. Lopuscolo avr una tiratura di alcune centinaia di copie. Scopo ultimo sar quello di raccogliereintornoalprogrammailmaggiornumerodicittadinieoperatorieconomici cuiilprogettosirivolger,dioperatoridellinformazioneedisoggettiistituzionali. Lattivit sar finalizzata al massimo coinvolgimento degli attoridel territorio, ed avr avvio con lorganizzazione di una specifica assemblea pubblica per la presentazione dellelineeprogrammatichedelProgrammaeperproseguireconlapartecipazione. I suddetti eventi costituiranno una prima fase della durata di una settimana il cui obiettivo la presa di coscienza del programma e favorire lattenzione e linteresse nonsolodeisoggettiimmediatamentecoinvolti. Seguir una seconda fase in cui lAmministrazione comunica i contenuti del programma avviando un percorso di confronto con Istituzioni, Enti, Stakeholders pubblicieprivatielacittadinanzaattiva. Riunionieforum Sono in parte gi state avviati e saranno organizzati eventi per riunioni, forum di discussioneconattoridelprocesso,settorialiedintersettoriali,siaatemaapertochea temaspecifico. Segue alla fase di Start, una fase del Decidiinsiemepi sperimentale di confronto dipuntidivistaeterogeneiriunitiinLaboratorichevedeimpegnatisoggettigiauto selezionati nelle precedenti iniziative e che condurr alla costruzione della proposta. Partendo da questo lavoro, si auspica la formazione di un primo gruppo di soggetti fortementeinteressatiacollaborarealProgramma. Infine,previstaunultimafaseCondividieimplementaincuisarannoindividuatele modalit di comunicazione pubblica e campagna di informazione e sar favorito lincontrodisaperiespertiediffusialfinediindividuareindicatorirelativiallepersone e agli effetti sulla qualit della vita, con particolare riguardo agli ambiti potenziali di interventoeaisoggettilimitrofie/ointeressatiavariotitolo. Attraverso unefficace ed estesa opera di animazione su tutto lambito, saranno contattati numerosi attori e soggetti rappresentativi delle realt sociali, economiche, istituzionali e culturali dellarea di intervento. In particolare saranno consultati e coinvolti enti no profit, associazioni culturali, parrocchie, gruppi di volontariato, organizzazioni sindacali e di categoria, rappresentanti di PMI locali, responsabili di

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centrisociali,espertidelleproblematicheeconomicheesocialilocali(assistentisociali, ricercatori,ecc.). In particolare, la partecipazione dei numerosi soggetti si riveler fondamentale non solo per pervenire ad unefficace analisi, ma anche per quanto attiene la conseguentedefinizionedi: - obiettiviepriorit; - strategieetipodi azionichesarannorealizzate; - risorsecheognipartnermetteradisposizione; - metodologia,tecnicheestrumentidicoordinamentofraidiversipartner. La formulazione del programma integrato si articoler in due sedi progettuali. La prima sede definita Tavolo sociale che vedr la partecipazione dei residenti degli ambititerritorialiindividuatidasottoporreaprogrammiintegrati,operatorieconomici, e rappresentanti di associazioni e cooperative sociali a vario titolo impegnate nel quartiere,delleassociazionidivolontariato,delleorganizzazionisindacali. Il ruolo dellAmministrazione Comunale sar limitato a quello di regia del tavolo. Il lavorosarscanditodauncalendariomoltoserratodiriunionichesiestenderatutto il periodo di formazione del programma integrato. Nelle riunioni, attraverso la compilazione di schede, saranno rilevate le azioni previste dai partecipanti. Le propostesarannoquindidiscusseevalutatecollettivamente. LaltrasedeprogettualesarquelladelTavolotecnicopoliticodicoordinamento.Vi parteciperanno lAssessorato allUrbanistica e ai Lavori Pubblici, lassistenza tecnica incaricata dellelaborazione del Programma, i funzionari dellAmministrazione comunale da loro designatiin base alle competenze richieste: tecnici edoperatori dei servizi socio assistenziali del Comune. Le riunioni serviranno a delineare un indirizzo generaledellaprogettazioneedallarisoluzionediproblemitecniciedamministrativi. Questionari:Ilquartierevistodagliabitanti Sar elaborato un questionario, che sar distribuito e poi raccolto presso le sedi individuate, i condomini, leassociazioni e gli Uffici Comunali,allo scopodi raccogliere informazionieparerisugliaspettilegatiallavivibilitattualedegliambitidiintervento (dagli spazi aperti al verde pubblico, dai servizi sociosanitari, a quelli culturali ed educativi,allasicurezza,ecc.). Lanalisi dei risultati emersi dai questionari restituiti compilati, permetter di raccogliereunaseriedidati,informazionieconoscenzeperelaborareunprogramma di interventi che sia calibrato sulle effettive necessit ed esigenze della comunit degliambitiindividuati.

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Saranno raccolte alcune indicazioni relative al degrado architettonico, ambientale ed urbanodellacitt. Comunicatistampaearticoliinformativi Si provveduto e si provveder a presentare i programmi integrati ai media tramite articoliecomunicativeicolatiattraversoilsitointernetdelComunediMartinaFranca, nelleredazionigiornalistiche,radiofonicheetelevisive. Per ovviare al pericolo dinefficacia del messaggio deve puntare su un comunicato mirato, non eccessivamente tecnico, con un linguaggio adeguato. Compito del comunicato quello di rendere pubblico limpegno dellAmministrazione nella riqualificazionedegliambitiindividuatielavolontdiattuareunastrategiapartecipata disviluppo. I diversi comunicati stampa saranno inviati alle redazioni per comunicare le fasi di preparazionedeiprogrammielemodalitpercontribuireallaredazionedeglistessi.

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Comunicatostampamarzo2013

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Bandieavvisidigara Con lobiettivo di stimolare e conseguentemente consentire la partecipazione diretta di privati ai programmi integrati, lAmministrazione pubblicher degli Avvisi Pubblici perlaricercadimanifestazionidiinteresseallarealizzazionediinterventidiiniziativa privataepubblicaperlinserimentoneiprogrammi. Tali avvisi pubblici punteranno alla raccolta di diverse tipologie di manifestazione di interesse.Inparticolare: Manifestazioni di interesse per interventi relativi ad opere e progetti infrastrutturali, strutture per servizi, interventi residenziali e non residenziali, servizi a favore della collettivit e di enti pubblici, attivit volte alla riqualificazione edilizia e/o urbanistica, del tessuto socioculturale ed economico edallincentivazionedellaoccupazioneadoperadisoggettipubblicieprivati; Avviso pubblico concorrenziale per lindividuazione dei soggetti interessati alla realizzazionediediliziaresidenzialesocialeeserviziannessiedalcofinanziamento delle opere di urbanizzazione, delle espropriazioni ed opere pubbliche previste neiProgrammiIntegratidiRigenerazioneUrbana. La pubblicizzazione di tali strumenti avverr, oltre che attraverso i tradizionali mezzi, peraltro imposti dallanormativa, anche mettendo adisposizione Bando, Disciplinari e FacSimilidelladocumentazionesuicanalidelComune.

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D.2 ILPIANOPERLINFORMAZIONEEILCOINVOLGIMENTODEICITTADINI
Il processo partecipato contribuir alla sperimentazione delle tematiche affrontate sostanzialmentesudueversanti: in generale, rispetto alla qualit condivisa del processo edilizio, intesa come insieme di attivit, affrontate con la partecipazione dellutenza finale degli interventi e con i portatori dinteresse della comunit locale, che vanno dallidentificazione delle esigenze da soddisfare alla verifica del loro soddisfacimento; in particolare, relativamente allanalisi dei fabbisogni (costruzione dellidentit locale, modelli di fruizione degli spazi abitativi, qualit relazionale degli spazi pubblici, etc.) e alla verifica del soddisfacimento dei fabbisogni (costruzione di indicatori per monitorare la rispondenza del progetto ai bisogni espressi, simulazioniabeneficiodellutenzafinaleascalaridottacondiversemetodiche,etc.) Per la costruzione dei Programmi integrati, al fine di assicurare anche in fase di realizzazione lintegrazione della strategia della partecipazione e le ricadute progettuali,siprovvederinprimabattutaarilevarelanalisideifabbisognidellutenza finale, informare/formare la comunit locale ed a monitorare costantemente i programmi. Diseguitosiriportalamatriceesemplificativadiunprocessoesemplificativotipo.

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Tabella1.COSTRUZIONEPARTECIPATADELPROGRAMMAINTEGRATIDI RIGENERAZIONEURBANA Tavolotecnico politicodi Gruppodi coordinamento supporto del tecnico programma Costituzionee convocazione deltavolodi coordinamento delProgramma START Attivitdi supporto Individuazione deglistakeholders ecostituzionedel forum locale Laboratoriodel PROGRAMMA (sedee attivazione) Attivitdi reporting Laboratoriodel PROGRAMMA (approfondimenti diprogetto) FASEDI COSTRUZIONE DEL PROGRAMMA INTEGRATO Tavolosociale (Stakeholderse Forumlocale)

Fasidel processo

tempi

DECIDI INSIEME

Convocazione delTavolodi Coordinamento delprogetto

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Attivitdi reporting

Laboratoriodel PROGRAMMA (soluzione progettuale definitiva) Individuazione dellemodalitdi comunicazione pubblicae campagna dinformazione

CONDIVIDIE IMPLEMENTA

Convocazione deltavolodi coordinamento delprogetto CONSEGNA

FASEDI LaboratoriodelPROGRAMMA REALIZZAZIONE (presentazioneedapprovazione DEL delprogetto) PROGRAMMA INTEGRATO

Stipuladelle convenzionitra Comunee partnerpubblici eprivati

Tabella2.COSTRUZIONEPARTECIPATADEIPROGRAMMIINTEGRATODI RIGENERAZIONEURBANA Iltavolodi coordinamentodelprogetto Il tavolo interistituzionale sar costituito da referenti dellAmministrazione dei vari settori attivati sul progetto (urbanistica, lavori pubblici, servizi sociali, educazione, cultura e sport, servizi demografici) supportati dagli stakeholders pubblici, referenti di Enti/Istituzioni le cui competenze riguardano i campi di applicazione del Programma (IACP, ASL, Centri Provinciali del Lavoro, Camere di Commercio e Artigianato, Centri per la Formazione Professionale, Ente gestore per ledilizia economica e popolare, ecc.).

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Ruolo: svolge funzioni di coordinamento, organizzazione, segreteria e valutazione del Programma; il punto di riferimento nellente per la costruzione del Progetto; con adeguato trasferimento di know how ne pu assumerelagestionesuccessivadelprocesso. Compiti:perognitappadelprocessoattivaunazionespecificaenecomunicai risultatiallaGiuntaComunaleoallaDirezioneGenerale.Inparticolarecollabora conilgruppodisupportotecniconellaredazionedelProgramma.

Gruppodisupportotecnico Ilgruppohaalsuointernosiacompetenzesociologiche,architettonicourbanisticheed economicofinanziarie. Ruolo: progetta, attraverso il percorso partecipato, il programma integrato nelle sue componenti urbanisticoedilizie e socioeconomiche estrapolando dallanalisi dei fabbisogni della comunit locale le tematiche che meglio si prestanoaessereoggettodisperimentazione. Compiti: strutturazione dei collegamenti a processi e programmi gi avviati PRUSST; raccolta di idee, selezione e definizione iniziale di temi e ambiti di progetto;informazioneeformazionesuglieventualitemidellasperimentazione connessialProgrammaerispettoadaltriaspettitecnicidellaprogettazione.

IlTavolosociale(Forumlocale) Gli stakeholders privati (realt produttive, scuole, parrocchie, associazioni locali, artigiani, commercianti, volontariato, ecc) saranno riconosciuti non solo come portatori di esigenze, ma anche di interessi e risorse umane strumentali ed economiche; ogni processo partecipato si fonder sullindividuazione e la successiva attivazione di un forum locale, che adeguatamente supportato, sar in grado di alimentare tuttele fasi di progettazione finalizzata in questo caso alla costruzione del Programma. Ruolo: sar costituito daiportatori dinteresse e dai rappresentanti elettidagli abitanti, sar il depositario del sapere locale e parteciper al processo di costruzionedelProgramma; Compiti:esprimerleesigenzedelterritorioeverificherleproposteelaborate daltavolodicoordinamentodelprogetto.

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D.3 ILPROCESSOPARTECIPATIVOATTIVATO D.3.1 FORUMCITTADINI


Sonogistatisvoltidueforumchehannocoinvoltolacittadinanza(il6marzo2013)ed itecnici,ordiniprofessionalieassociazionidicategoria(l11marzo2013). Iforumsonostatiprogrammatiperessereoccasionediincontropiampipossibile. Si inseriscono tra le pregresse conferenze stampa e i seguenti incontri in tavoli tematicopolitici,presiedutidaSindacoeAssessoreallUrbanistica. I rapporti stenografici completi relativi ai due incontri svoltisi sono pubblicati sul sito istituzionaledelComunediMartinaFranca,allink http://www.comunemartinafranca.gov.it/index.php?option=com_content&view=cate gory&id=156&Itemid=293&skin=white&size=80&lang=it. Questi riportano la presentazione e le considerazioni del Sindaco, lesplicitazione tecnicadeicontenutiedildibattitocheneseguetragliintervenuti.

D.3.2 RASSEGNASTAMPA
Oltre a manifesti pubblicati su canali internet, affissi lungo le strade cittadine e inviti consegnati ai pi importanti stakeholders, che costituiscono i documenti di promozionedelle iniziative di partecipazione gi attivate, ampiala rassegna stampa aventeadoggettolarigenerazioneurbanaaMartinaFranca. Questoindicedellarisonanzaottenutaconglieventidipartecipazione. Per la rassegna stampa completa si rimandaa quanto pubblicato sul sito istituzionale delComune,allinkdicuisopra.

D.3.3 APPORTIESUGGERIMENTIDASOGGETTIINTERESSATI
Performalizzaregliinterventichehannoavutoluogoinsedediforumcittadini,diverse associazioni sociali, politiche e culturali, oltre che di categoria, hanno presentato ufficialiapportidocumentali. I contenuti degli stessi sono stati fatti propri dal presente documento ed hanno implementatoilquadroconoscitivo,gliobiettivielestrategie. Per la raccolta completa dei documenti si rimanda a quanto pubblicato sul sito istituzionaledelComune,allinkdicuisopra.

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D.4 GLIESITIDELLAPARTECIPAZIONEINSINTESI
Poichgliapportiscritti,oraliegraficiprodottidalprocessopartecipativofinoaquesto momento sono molto ampi, si riportano di seguito i punti salienti degli atti ricevuti dallacittadinanzaedaisoggettiinteressati: - rigenerazionesignificanonespandersi,mariqualificazionediquellochec; - bisognalimitareilconsumodisuolo; - bisognadareprioritallarigenerazionedelcentrostorico; - nellazonadiingressoinMartinaFrancadaLocorotondo,viunambitoovesipu prevedere la rigenerazione di quelle parti del territorio comunale realizzate negli anni 50 e successivi, prevedendo anche interventi di sostituzione edilizia, per migliorareilrapportotralacittelaValledItrialungovialeDeGasperi; - nellambito MontetullioGiuliani larea da riqualificare prioritariamente la zona 167 con interventi di ristrutturazione edilizia, e anche sostituzione edilizia per gli edifici pi degradati; il vero problema qui che non ci sono quasi per nulla urbanizzazioni, mancano i servizi, praticamente un quartiere dormitorio; unarealontanaeisolatadallacitt; - necessit riconosciuta dotare di un PUG la citt di Martina Franca, parallelamenteaprocessipisnelli,fracuilarigenerazione; - ilcentrostoricohabisognodiinfrastrutture;cisonointeriisolatiabbandonati; - necessarialarifunzionalizzazionedellacasadiriposo; - si proponeperequazione urbanistica su edifici pubblici energivori e non a norma; oppure demolire edifici pubblici fatiscenti e perequarne il volume su altre aree a servizi; - efficientareedificipubbliciperrecuperarenegliannisommedainvestireinaltro; - problemadinodiviarichelimitanolaccessibilitdelquartieredelCarmine; - ex Grand Hotel Castello del Pergolo: risolvere il problema di questo ecomostro o riconvertirelesuevolumetrie; - il centro citt paralizzatoin occasione del mercato settimanale, come ancheper linstallazionedigiostreopisaltuariamenteperaltrericorrenze; - stadio incompiuto da 30 anni; per far giocare la squadra in centro citt al momento sottratta alla citt unarea strategica che pu essere destinata a mercato o altri eventi che possono avere funzione centrale; e si pu realizzare al quartieredelPergolounostadiodinuovagenerazione;

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- MontetulliozonadonBoscounquartieredormitorio; - bisogna tener conto della situazione vincolistica che caratterizza buona parte del territoriocomunale; - bisogna tener conto dei caratteri identitari, ambientali, e storico culturali e dei bisogniedelleistanzedegliabitanti;sopperireadesigenzedicarattereurbanistico ed abitativo ma in relazione ad azioni coordinate di riqualificazionedellambiente costruito, risanamento del patrimonio edilizio e degli spazi pubblici, tutela, valorizzazione e fruizione del patrimonio storico, culturale, paesaggistico ed ambientale;conunaesaustivaanalisidicontesto; - risolvere i problemi di viabilit (la SS172 TarantoBari che entra in citt, la circonvallazione nella zona MottolaMassafra, lintorno del centro storico, corso Messapianeipressidelcimitero); - lacittcaratterizzatadamoltepliciesempidiarcheologiaindustrialedismessa,di stabilimenti ed edifici commerciali ed artigianali inutilizzati o incongrui sui quali bisognerebbeintervenire; - sarebbepreferibileagireneimedesimiambitidirigenerazioneindividuatievitando ladelocalizzazionedeidirittivolumetricipereventualicompensazioniurbanistiche inaltreareeperiferiche; - sipupuntareadunindirizzoditipoturisticocreandoitinerarituristici; - bisognacercaredirisolvereilproblemadellecasevuote,specienelnucleoantico. Si evince perci una sostanziale conferma di quanto preliminarmente sottoposto alla cittadinanza attiva, con elementi di approfondimento che sono stati implementati e resiparteintegrantedelpresentedocumento. Infatti,aseguitodegliapportipervenutinelprocessopartecipativoattivato,sonostate recepite le informazioni ricevute e le volont manifestate dai soggetti interessati, modificando gli ambiti e gli interventi prioritari di riqualificazione individuati per ognuno di essi rispetto a quanto presentato nel processo partecipativo, in ordine ad ottenereundocumentoquantopipossibilecondivisoecompleto.

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E. ICRITERIPERVALUTARELAFATTIBILITADEIPROGRAMMI
Lesigenza di intervenire sul territorio urbanizzato attraverso modalit operative in grado diportareavanti obiettivi di recupero diaree urbane, caratterizzateda degrado fisico e sociale, hadeterminato una significativa vitalit alivello nazionale e regionale in termini di produzione di strumenti per favorire gli interventi di trasformazione urbana. Lindividuazione di criteri da utilizzare per la valutazione della fattibilit dei Programmi Integrati di Rigenerazione Urbana risulta fondamentale per valutare lattuazionedelprogrammaintempicertierapidi. Inquestafasesonostatiindividuatiiseguentiquattrocriterigeneralidivalutazione: 1. il criterio giuridico, che mira a verificare la fattibilit giuridica dellintervento rispetto alla legislazione vigente (le norme di piano, la legislazione regionale, nazionale,europea,ecc.); il criterio tecnico, che verifica la fattibilit tecnica dellintervento (la realizzabilit),inriferimentoallesuecaratteristicheedallasuacostruzione; il criterio finanziario, che verifica la fattibilit economicofinanziaria (la sostenibilit)dellintervento; il criterio etico, che valuta la fattibilit e desiderabilit sociale (la legittimit) dellintervento, e che comporta lespressione di un giudizio di merito sul progetto,suicostiebeneficisocialiesullalorodistribuzione.

2. 3. 4.

Il criterio giuridico potr essere utilizzato per valutare la conformit e/o la coerenza delprogrammaanormee/oacriteri.Utilizzareilcriteriogiuridicosignificaverificarela complessit e la convergenza dellofferta legislativa in continua evoluzione che definisce lo spazio dellazione pubblica. I progetti e le politiche pubbliche devono uniformarsiadunagrigliadiregoledisegnatadadiversilivellidigoverno. La definizione e la richiesta di conformit, di coerenza a norme e criteri (pi o meno flessibili) costituiscono un carattere rilevante delle decisioni legislative che precisano strumenti e procedure dintervento. La soddisfazione di norme e criteri un significativo banco di prova nella costruzione delle politiche e progetti per laccesso ai benefici ed incentivi disposti con modalit concorrenziali e per verificare ladeguatezzadellazionepubblica. Da un punto di vista legale, sar necessario definire le procedure urbanistiche e regolamentari suidifferentiambiti, coinvolgendo i proprietari e gliaventi diritto. Ogni fondopubblicosarstanziatoattraversogaresecondoilprincipiodiconcorrenzialite trasparenza. Il criterio di fattibilit tecnica considera e verifica leffettiva realizzabilit del programma. La valutazione della fattibilit dei Programmi Integrati di Rigenerazione Urbanavalutatainfunzionedeimacroobiettividiriqualificazioneurbana,inclusione

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sociale e sostenibilit ambientale ai sensi della L.R. n.21 del 29.07.2008 e di quelli di pianificazionestrategicadelterritorioerigenerazioneurbana. Gliinterventisarannoanalizzatiattraversovalutazioni: economicherelativeaicosti/beneficidellintervento,siadiretticheindiretti; sociali,chedevonorientrareintuttoilprocessodiprogettazione; sullaqualiturbanisticaearchitettonica; sullasostenibilitambientaleeilcontenimentoenergetico.

Un ulteriore parametro di valutazione riguarda laspetto delle ricadute di interesse pubblicoecollettivocheognitrasformazioneproduce. In tal senso, poich linteresse generale non pu essere stabilito in base a criteri univoci e misurabili, necessario individuare il giusto equilibrio tra linteresse degli operatoriprivatiequellopubblico,eatalescoponecessariochelinteressegenerale sia affidato alle specifiche capacit contrattuali dei soggetti, pubblici e privati, in campo. In linea generalela fattibilitdiun programmaintegratodi rigenerazione urbana sar affidatadunqueaspecificielementicontrattualitralapartepubblicaelaparteprivata che troveranno la loro attuazione in appositi protocolli di intesa e convenzioni atti a garantire: lesatta individuazione dei soggetti coinvolti nellattuazione del programma, le relativecompetenze,laquantificazioneelanaturadellerisorsefinanziarie; le idonee garanzie finanziarie degli operatori pubblici e privati coinvolti nellattuazionedeiprogrammichecostituirannoulteriorielementidivalutazione; la coerenza e lintegrazione tra gli interventi previsti in relazione alla natura del Programma ed alle caratteristiche ambientali, paesaggistiche, storiche, urbanisticheesocioeconomiche; laccuratezza dello studio di relazioni tra lambito di intervento ed il sistema urbanocomplessivo; le sinergie con programmi sociali e lattivazione di servizi a favore di soggetti deboliqualianziani,bambini,diversamenteabili,ecc..; lincrementodiservizidiquartiereedispazidiaggregazioneinrelazioneaibisogni specificidellapopolazioneresidente; lincrementodelladotazionedialloggidihousingsocialealfinediridurreildisagio abitativo rispondendo ai bisogni di categorie disagiate quali anziani, giovani coppie,diversamenteabili,famigliemonoparentaliconminoriacarico,ecc..; la realizzazionediinterventi e ladozionedi tecniche costruttiveatte aperseguire gli obiettivi di sostenibilit ambientale e tutela delle risorse naturali in relazione allespecifichecaratteristichedellareadiintervento.

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Lafattibilittecnicasiproduceallinternodellospaziodefinitodanormeeproceduree razionalit tecnica. Le maggiori e necessarie responsabilit nella valutazione della fattibilit tecnica degli interventi implicano la capacit di interpretazione della discrezionalitdellenormeedelleprocedure. Considerarelafattibilittecnicadelprogettocomportalaresponsabilitdiraggiungere gliobiettiviprefissatiedirisolvereiproblemiconcompetenza,riducendoirischidelle previsioni. Il criterio finanziario, ovvero la sostenibilit degli interventi, uno strumento fondamentale per lattuazione del programma. Il criterio di sostenibilit finanziaria verifica la fattibilit economica degli interventi previsti, accertando lesistenza e la provenienzadellerisorsefinanziarienecessarie. Il successo della politica locale dipende in modo significativo dai meccanismi di finanziamento, dalla possibilit e dalla capacit di sostanziare le politiche con risorse finanziarie autonome ed adeguate provenienti dal settore pubblico (da trasferimenti da livelli di governo diversi, dalla politica di bilancio e della fiscalit locale) o della sostenibiliteconomicaallargataovverodallamobilitazionedelcapitaleprivato. La riduzione dei trasferimenti ela scarsa manovrabilit dei bilanci hanno determinato azioniinnovativedifinanziamentodellepolitichelocaliversotredirezioni: unamaggioreattenzionealcofinanziamentopubblicoepubblicoprivato; laricercadiformealternativedifinanziamento; unamiglioreselezionedegliinvestimenti.

Il criterio etico: la legittimit degli interventi. La scelta di un intervento, di un provvedimentopubblicocheattraversopolitichedeterminaeallocaladistribuzionedi vantaggi e svantaggi, pu essere giustificata, accettata o respinta, non solo in quanto massimizzazione delle preferenze e degli interessi in gioco, ma in termini etici sulla base di principi di equit. La legittimit sociale evidenzia se un progetto non desiderabile in quanto difficilmente accettabile in relazione ai costi ed ai benefici socialicheassegna. Imeccanismidecisionaliedicostruzione/approvazioneedeliberazionedegliinterventi di riqualificazione hanno visto il diffondersi di nuove procedure amministrative e di pianificazione.Sitrattadiprocedurechemiranoallacertezzadeitempiedeirisultati, daunlato,allaflessibiliteallapossibilitdiadattamentoallenorme,dallaltro. La progressiva estensione dei protocolli dintesa e degli accordi di programma tra soggetti pubblici, nonch il sempre pi insistente coinvolgimento dei soggetti privati neimeccanismigiuridiciedecisionali,haportatosignificativicambiamenti. Gli elementi contrattuali tra la parte pubblica e privata troveranno attuazione attraversoiprotocollidiintesaeleconvenzionigarantendo: - lindividuazionedeisoggetticoinvoltiperattuareilprogramma,laquantificazionee lanaturadellerisorsefinanziarieelerelativecompetenze;

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legaranziefinanziariesiadeglioperatoripubblicichediquelliprivati.

Dalpuntodivistaformale,quellicheinizialmentesonostatiintrodotticomestrumenti speciali o complessi di programmazione da parte della legislazione nazionale e regionale,sonodiventatiormaiatuttiglieffettidinaturaordinaria,tantodaassumere glieffettidistrumentiurbanisticiesecutivi. Dal punto di vista sostanziale, indubbio che il piano della trasformazione dellesistente,piuttostochedellespansione,abbiacontenutisenonnuovi,perlomeno daaffrontaredapuntidivistaeinmodidifferentirispettoalpassato. In relazionealla valutazione della realizzabilit tecnicadegli interventi, va sottolineata una questione principale, strettamente legata ai temi e agli strumenti che hanno caratterizzato levoluzione della legislazione urbanistica in materia di riqualificazione urbana. Tale questione riguarda la complessit di una valutazione in relazione alla sempre maggiore complessit dei progetti e dei temi messi in gioco (gli interventi sono caratterizzati dallintroduzione di mix funzionali e di interventi di diversa natura, che vanno dalle opere di urbanizzazione alle grandi trasformazioni, da interventi su contesti gi urbanizzati spesso in condizioni ambientali critiche, ad interventi su aree sensibili,ecc.). La realizzabilit degli interventi investe temi legati ai caratteri delle volumetrie insediate,delledensit,dellefunzioni,deipesiinsediativi,ecc.,alsistemaambientalee dellamobilit. In presenza di risorse limitate rispetto alla rilevante dimensione quantitativa del fabbisognofinanziario,ilsostegnofinanziariodeiprivatirisultafondamentale. La valutazione della legittimit etica considera se le decisioni legate agli interventi di riqualificazione urbana miglioranola distribuzionedei vantaggi edegli svantaggi verso lequitdistributivaeladesiderabilitsociale. Gli strumenti complessi diintervento distribuiscono vantaggiin terminididotazione e prestazionidiservizipubbliciadareeeadalcunecategoriesociali. La giustificazione delle politiche, la costruzione del consenso e lindividuazione dei costi e dei benefici sociali della riqualificazione urbana avvengono tuttavia attraverso lindividuazione di aree urbane in condizioni di degrado fisico e sociale e non di individui. Valutarelafattibilitgiuridica,tecnicaelasostenibilitfinanziariadeiprogettisignifica considerarecichesipufare,mentrevalutarnelalegittimitsignificaverificaresele soluzioni proposte corrispondono ai bisogni sociali dei cittadini interessati in qualit didestinataridellinterventopubblico. Sinteticamente la fattibilit del programmapotr essere valutata secondo i seguenti indicatori:

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Maggiori garanzie riguardo alleffettiva partecipazione degli enti pubblici e dei soggettiprivaticoinvoltinellelaborazionedelprogramma; Effettiva disponibilit delle risorse finanziarie gi disponibili da parte degli enti pubbliciedeisoggettiprivaticoinvolti; Pienadisponibilitdiareeededificioggettodiintervento,dapartedeglioperatori pubblici e privati in modo da ridurre i tempi di realizzazione degli interventi previsti; Minore complessit degli adempimenti urbanistici da porre in essere (conformit/variante allo strumento urbanistico generale, conformit/variante allostrumentourbanisticoattuativo); Minorecomplessitdegliadempimentiamministrativi; Puntuale definizione del cronogramma di attuazione di tutte le fasi del processo realizzativo; Disponibilitdilivellidiprogettazionedegliinterventipiavanzati; Avanzamento delle procedure autorizzative (pareri, autorizzazioni e nullaosta, garedappaltoecc.); Maggiorecoerenzatraprogrammaepeculiaritambientali,storicheedinsediative dellambitodiintervento; Maggiorecoerenzaedintegrazionetragliinterventiprevisti; Maggioresinergiaconaltriprogrammisocialiinatto; Maggiorecoerenzatraprocessopartecipativoedinterventiprevisti.

Per quanto attiene agli enti pubblici coinvolti nellattuazione del programma, le garanzie riguardo alla loro effettiva partecipazione, saranno assicurate mediante appositiprotocollidintesachedefinirannolerelativecompetenze,laquantificazione e la natura delle risorse finanziarie a disposizione, ed il programma dei tempi di attuazione.

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F. I SOGGETTI PUBBLICI CHE SI RITIENE UTILE COINVOLGERE NELLA ELABORAZIONE, ATTUAZIONE E GESTIONE DEI PROGRAMMI E LE MODALITA DI SELEZIONE DEI SOGGETTI PRIVATI F.1 SOGGETTIPUBBLICI
Per quanto attiene agli enti pubblici che parteciperanno ai programmi, essi saranno coinvolti sin dalla fase iniziale di predisposizione, in modo da concordare e verificare direttamenteconlorolesceltedafareelesoluzionidaadottareperrenderepisnelle leprocedureattuativedeiprogrammistessiepergarantirelapiampiacondivisione. Nellelaborazione, attuazione e gestione dei Programmi Integrati di Rigenerazione Urbana che saranno promossi dallAmministrazione comunale di Martina Franca si ritiene utile coinvolgere da subito, direttamente ed indirettamente a vario titolo, i seguenti enti pubblici, cuipotrannoaggiungersene altrinel corso dellelaborazione ed ognialtrosoggettopubblicoportatorediinteressilegittimi: - RegionePuglia - ProvinciadiTaranto - ComunediMartinaFranca - Assessorato regionale Assetto del Territorio (Settore Urbanistica; Settore Assetto delTerritorio;SettoreEdiliziaResidenzialePubblica) - Assessorato regionale Ecologia (Settore Ecologia; Settore Rifiuti; Settore Attivit Estrattive) - Assessorato regionale Opere Pubbliche (Settore Risorse Naturali; Settore Tutela delleAcque) - Assessorato regionale Politiche della Salute (Settore Assistenza Territoriale e prevenzione) - Ministericompetenti - AgenziadelDemaniodelloStato - IstitutoAutonomoCasePopolaridellaProvinciadiTaranto - AcquedottoPugliese - ANCIPuglia - AutoritdiBacinodellaRegionePuglia - Protezionecivile - SoprintendenzaaibeniArcheologicidellaPuglia - SoprintendenzaperibeniArchitettonicieperilPaesaggio

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- Soprintendenzaperilpatrimoniostoricoartisticoedantropologico - AATOPuglia - ARPAPugliaeTaranto - CameradiCommercio - ANAS - Entieconcessionaridelleretiurbane - FerroviedelSudEst

F.2 SOGGETTIPRIVATI
I soggetti privati da coinvolgere, direttamente ed indirettamente a vario titolo, anche durante le riunioni, gli incontri partecipativi, nellattuazione dei programmi integrati sarannoiseguenti: - Residentidegliambitiindividuatiecittadinitutti - Parrocchieedassociazioni - Comitatidegliinquiliniedeicittadini - Cooperativesociali - Centridiformazioneprofessionale - Associazionisportive - Associazioniculturali - Cooperativediserviziegestioneambientale - Associazionidivolontariato,promozionesocialeedellacooperazione - Organizzazionisindacali - Associazioniesercenticommercialiedelleattivitdellaricettivitturistica - Organizzazioniimprenditorialinelcampodelledilizia,servizi,commercio,etc. - Imprenditoripromotoriopotenzialipromotoridiprojectfinancing - AssociazioniAmbientaliste - ONG - EntidiRicercaeFormazione - Associazionidicategoria - Ordiniprofessionali Nellospecifico,sonogiparteattivadelprocessopartecipativoiseguentisoggetti: AssociazioneLacittpossibile

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Laboratorio culturale cheha come scopola costruzione realistica e concreta di un percorso culturale finalizzatoa sensibilizzare e coinvolgere persone peruna cittmigliorepossibile. IdeaLista Movimentopoliticolocale. ComitatoCentrostorico Comitato formato da residenti e esercenti operanti nel Centro Storico, con lo scopo di contribuire a tutelare,riqualificare e rivitalizzare il Centro Storico di MartinaFranca,attraversolelaborazionedianalisi,proposteeiniziative. PartitoDemocraticocircolodiMartinaFranca unitdiMartinaFrancadelmeetupBeppeGrilloMovimentoCinqueStelle ANCETaranto AssociazioneNazionaleCostruttoriEdilidellaprovinciadiTaranto. SindacatoCGIL OrdinedegliArchitetti,Pianificatori,PaesaggistieConservatoridellaprovincia diTaranto OrdinedegliIngegneridellaprovinciadiTaranto TecniciperilCentroStorico Liberaassociazionediprofessionistieimprese. altrisoggettiprivatidicuiagliattidellapartecipazione

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F.3 ATTUAZIONEEGESTIONEDEIPROGRAMMI
Dal momento dellapprovazione del presente documento in Consiglio Comunale, seguiranno una serie di azioni che, a titolo esemplificativo, possono essere cos riassunte: 1. Avvio dei processi di informazione/comunicazione, consultazione e collaborazione attiva dei soggettiinteressati allelaborazione e attuazione dei programmi integrati dirigenerazioneurbanaattraverso: - presentazione del documento agli Enti Pubblici ed ai Soggetti Pubblici interessati; - presentazione del documento alla Citt e agli investitori interni ed esterni potenzialmenteinteressatiaiprogrammi di rigenerazione urbanainun quadro diazionisinergicheconlAmministrazione; - discussione nei quartieri di Martina Franca con la candidatura di uno o pi di essiallediverseiniziativestrategichedirigenerazioneurbana; 2. Redazione dei programmi di rigenerazione urbana sulla base delle linee guida delineate dal presente Documento e di eventuali ideeguida alternative e messa a puntoneidocumentididettaglioperleiniziativestrategiche; 3. Definizione delle procedure di gara per lespletamento delle successive fasi di progettazioneeperlarealizzazionedegliinterventiprevisti; 4. Eventuale reperimento dei fondi pubblici necessari per la realizzazione dei programmi in gran parte a valere sui fondi regionali in essere o relativi la nuova programmazionenazionaleecomunitaria; 5. Predisposizione e pubblicazione dei bandi di gara improntati su criteri di trasparenzaecompetitivitperlarealizzazionedegliinterventiprevisti; 6. Realizzazionedegliinterventieserviziprevistineiprogrammi; 7. Gestionedeiservizieventualmenterealizzati; 8. Monitoraggiodellattuazione.

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