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Facoltà di Sociologia
RIGENERAZIONE
URBANA E TURISMO
Il caso del parco di Al-Azhar
La rigenerazione urbana è un tema sempre più pressante nella società odierna. Al giorno d’oggi le
grandi città sono tenute a fronteggiare problematiche dovute a diversi fattori, molti dei quali sono
correlati ad un’organizzazione del contesto urbano ormai desueta, non più consona alla soddisfazione
dei bisogni dei cittadini e da rimodulare al fine di ottemperare agli obiettivi di sviluppo sostenibile.
Nell'ultimo decennio, la rigenerazione urbana, ha fatto passi in avanti affermandosi come occasione per
promuovere politiche di partecipazione sociale, incentivando l'occupazione e l'imprenditoria locale.
Questa potrebbe essere anche un'occasione per dare alle città non solo un aspetto nuovo, attraverso un
rilancio dell'immagine territoriale, ma anche un motivo di rilancio dal punto di vista culturale,
economico e sociale e chiaramente con attenzione agli aspetti ambientali.
Le motivazioni che ci hanno spinto ad approfondire questo argomento sono da ricercarsi principalmente
nella sua attualità: l’impellenza degli interventi legati alla rigenerazione urbana interessano
inevitabilmente tutta la popolazione, e scandagliare a fondo il tema ci ha consentito di comprenderne le
dinamiche, aspetto fondamentale per noi futuri professionisti del settore.
La struttura dell’elaborato presenta una parte iniziale costituita da un’introduzione all’argomento scelto
e le motivazioni che hanno portato a selezionarlo. Successivamente, viene illustrata la letteratura a
supporto della teoria della rigenerazione. Inoltre è presente la metodologia del caso studio preso in
considerazione seguita dalla descrizione dettagliata della città presa in esame come caso studio. Da
ultimo è stata inserita una riflessione collettiva.
www.pedago.it
www.edizionicafoscari.unive.it
www.eventipa.formez.it
Nel tempo le città sono state soggette ad ingenti trasformazioni funzionali e strutturali, a partire
da interventi di recupero e rinnovo urbano degli anni ‘70, di riqualificazione urbana delle aree
dismesse degli anni ’80 e ’90, e il successivo passaggio dal recupero alla rigenerazione
attraversando la riqualificazione (De Leo 2017). Con la fine dell’epoca dell’espansione e
dell’economia industriale si è posto al centro dell’attenzione delle politiche urbane il tema della
riqualificazione (prima) e della rigenerazione (poi), con l’obiettivo di portare qualità urbana
all’esistente.
Come affermato da numerosi studiosi (Caroli 2007; Vesci 2001), data la natura sistemica
dell’offerta territoriale che deriva da infrastrutture, ma anche da asset intangibili (relazioni
interdipendenti), gli attori quali le imprese, le istituzioni e gli enti non profit sono ovviamente
chiamati a interagire sul territorio stesso, attraverso una più ampia azione di supporto e
incoraggiamento di iniziative quali partnership e collaborazioni. Saper gestire e valorizzare tali
relazioni diviene un fondamentale asset per qualsiasi organizzazione e per ogni azione di
rigenerazione intrapresa.
Le città costituiscono i nodi di una rete che condensa molteplici funzioni, prospettando il
turismo urbano come un fenomeno interconnesso a scala mondiale e fattore che ne consolida
la dimensione socio-economica. I territori urbanizzati però, mostrano una fragilità derivante
dall’eccessiva antropizzazione che genera il consumo di suolo e il dissesto idrogeologico che
possono causare una perdita di attrattività del territorio stesso. È necessario avviare un
cambiamento data la fragilità del territorio, iniziando a considerare il turismo come una grande
opportunità e coordinando gli sforzi necessari a valorizzare il potenziale inespresso di questi
luoghi.
Le città possono anche essere viste come un "laboratorio di sperimentazione" basato sulla
riqualificazione e valorizzazione in chiave turistica degli spazi poco o male utilizzati, come le
aree dismesse. Nello specifico la rigenerazione si propone di recuperare il suolo inutilizzato
degli spazi urbani abbandonati, riqualificandolo e destinandolo a nuove funzioni che possano
generare ricadute positive sull’intero sistema socio-economico. È possibile per esempio creare
luoghi aggregativi culturali, spazi di wellness o aree verdi per lo sport e il relax che, insieme a
edifici commerciali o residenziali, stimolano la creazione di percorsi alternativi di turismo
urbano, aumentando la capacità di attrarre potenziali turisti e nuove tipologie di turisti. Le aree
dismesse che sono state oggetto di riqualificazione consentono dunque di recuperare la
pregnanza storica del patrimonio territoriale per poi valorizzarla e rilanciarla in una dimensione
turistica attenta al valore sociale conferito dagli abitanti al proprio territorio.
3.METODOLOGIA
La metodologia di cui abbiamo usufruito per l’elaborazione di questo lavoro è la “case study
analysis”.
Il “case study analysis” è una metodologia di ricerca, tipicamente vista nelle scienze sociali
che serve a fornire un quadro per la valutazione e l’analisi di questioni complesse. Può essere
intesa anche come un'indagine intensiva e sistematica di un singolo individuo, gruppo,
comunità o qualche altra unità in cui il ricercatore esamina dati approfonditi relativi a diverse
variabili.
I ricercatori descrivono come i casi studio esaminano fenomeni complessi nel contesto
naturale per aumentarne la comprensione. Inoltre, quando si descrivono i passi intrapresi
durante l'utilizzo di questo approccio, questo metodo di ricerca permette di prendere un
argomento complesso e ampio, o un fenomeno, e restringerlo in una domanda di ricerca
gestibile. Raccogliendo dati qualitativi o quantitativi sul fenomeno, il ricercatore acquisisce una
visione più approfondita del fenomeno. La prima fase consiste nel definire il singolo caso o
nell'identificare un gruppo di casi simili che possono poi essere incorporati in uno studio.
I dati dei “case study analysis” sono spesso, ma non esclusivamente, di natura qualitativa, ne
è un esempio il nostro caso. I temi emergono dalle analisi e dalle asserzioni sui casi nel loro
insieme. Nonostante i vantaggi di “case study analysis”, ci sono anche delle limitazioni. Può
essere complicato trovare dei dati e analizzarli ma spesso anche se sono presenti non sempre
sono messi a disposizione.Inoltre può anche esserci il rischio di allontanarsi dal focus di
ricerca.
La maggior parte dei materiali vegetali non era disponibile in commercio in Egitto, né nella
quantità né nelle dimensioni richieste.
Per quanto concerne l’apporto dato dal parco al turismo del Cairo, esso rappresenta
sicuramente un’attrazione di nicchia agli occhi del turista di massa. Chi si reca nella
capitale egiziana, infatti, pensa subito al museo egizio, alle piramidi di Giza, alla cittadella,
alla vita caotica, al suk (mercato) di Khan al-Khalili o ai locali notturni in riva al Nilo come il
suggestivo Sequoia. Pochi tra i turisti occidentali s’immaginano che nella città che conta
17 milioni di abitanti e uno tra i più bassi valori di superficie a verde per abitante, sorga un
meraviglioso e grandissimo giardino pubblico. Nonostante ciò, l’area verde riesce
comunque ad attrarre un buon numero di visitatori.
I dati sull’afflusso turistico selezionati si riferiscono ai risultati ottenuti dalla ricerca “MEDIA
COVERAGE AND USERS’ REACTIONS: AL AZHAR PARK IN THE MIDST OF
CRITICISM AND POST OCCUPANCY EVALUATION”, per la cui realizzazione è stato
posto un questionario in cinque diverse occasioni agli ospiti del parco. Dalla loro lettura si
può evincere come i modelli di visita siano molto diversi tra loro, a seconda della stagione
e della categoria di turisti. Nei mesi più freddi il periodo di visita prediletto è il pomeriggio
dei fine settimana, mentre in primavera ed estate il maggior afflusso si osserva nelle sere
dei weekend; l’altro estremo è rappresentato dalla mattina e dai primi pomeriggi dei fine
settimana, dove il parco risulta praticamente vuoto, anche a causa del clima arido che
caratterizza questi momenti della giornata nei mesi caldi. Inoltre, la maggior parte dei
visitatori si reca al giardino con la famiglia (64%) e meno con gli amici (31%). In merito alle
infrastrutture di cui dispone il parco, l’80% degli intervistati reputa che esse permettano
una piacevole fruizione dell’area a turisti di qualsiasi età, presentando anche strutture che
agevolano il percorso ai visitatori disabili. In seguito, i ricercatori si sono soffermati sulle
attività preferite dagli ospiti, tra le quali spiccano passeggiare all’aria aperta sulla via
principale, giocare con i figli negli spazi verdi e cenare al caffè in riva al lago artificiale da
cui si gode una una vista spettacolare. Successivamente, l’attenzione si è spostata verso il
livello di gradimento dell’area da parte dei turisti i quali, nella stragrande maggioranza,
hanno dichiarato di essere rimasti soddisfatti o molto soddisfatti dalla loro visita. Infine, è
stato chiesto loro se ritenessero che lo sviluppo del parco abbia giovato all’area urbana
circostante e alla comunità che la abita, contribuito alla sua rigenerazione e alla
salvaguardia del patrimonio culturale cairese. Il 42% degli intervistati ha risposto di sì, a
dimostrazione di come i cambiamenti apportati dal giardino al quartiere di Darb Al-Ahmar
siano così visibili da essere facilmente percepiti anche da chi l’area non la vive
quotidianamente. All’interno di questa percentuale di turisti, le motivazioni fornite alla
risposta sono state molteplici: in primo luogo, alcuni di essi hanno riconosciuto come il
parco di Al-Azhar rappresenti l’unica area verde della zona, dunque la sua costruzione ha
permesso una ripulita dell’intero quartiere ed ha accresciuto la consapevolezza ambientale
dei suoi residenti; invece, altri hanno ammesso che la fruizione del giardino abbia
consentito loro di conoscere più a fondo i monumenti islamici (come la moschea adiacente
al parco, una delle più grandi di tutto il mondo islamico) e di comprendere meglio la città.
5.CONCLUSIONI
in seguito alle ricerche svolte per la realizzazione di questo lavoro, siamo riusciti a
comprendere più a fondo il tema della rige͑ nerazione urbana e come essa influisce sulla
vita della popolazione locale e sull'attrattività del territorio. Ci siamo soffermati
sull'importanza del ruolo degli stakeholders, in particolare sulla necessità di consultare le
loro opinioni ed esigenze affinché il piano urbanistico venga elaborato e messo in pratica
in maniera efficiente.
Al fine di approfondire la tematica, abbiamo scelto un caso specifico da noi ritenuto una
dimostrazione di quanto analizzato in precedenza. Ciò ci ha permesso di entrare in
contatto con il parco di Al-Azhar, che si è rivelato un esempio lampante di come un'area
verde realizzata in una zona arida e degradata dal punto di vista sociale possa
rappresentare un veicolo di rigenerazione tale da consentire al quartiere in cui sorge di
rinascere e presentarsi agli occhi dei residenti e dei turisti in un'ottica completamente
rinnovata. Il parco, infatti, ha apportato numerosi benefici: ha concorso alla preservazione
del patrimonio storico-culturale, ha riportato alla luce un monumento dalla grande
importanza archeologica come il muro di Ayyubide, ha creato nuove opportunità lavorative
e di svago per gli abitanti di Darb-Al Ahmar e ha dato nuova linfa ad un'area
precedentemente occupata da una discarica che impattava pesantemente sull'ambiente
circostante. In particolare, l'implementazione di infrastrutture sostenibili per il
funzionamento del parco, come le cisterne per la raccolta dell'acqua, ha contribuito alla
riduzione dell'impatto ambientale. Inoltre la posizione del parco, adiacente ad attrazioni
turistiche di primissimo rilievo come la moschea di Al-Azhar, ha introdotto nuove possibilità
per i turisti, invogliando loro a trascorrere più tempo nell'area, il che giova sicuramente agli
esercizi commerciali stanziati al suo interno.
Oltre ai vantaggi specifici relativi a questo caso, la sua trattazione analitica ci ha consentito
di individuare in maniera più precisa i benefici generali di un processo di rigenerazione
urbana, i cui effetti si ripercuotono olisticamente sulle tre sfere della sostenibilità:
ambientale, sociale ed economica. L’interdisciplinarietà di questi impatti rende essenziale
l’adozione di una strategia rigenerativa in tutte le città che contengono al loro interno aree
degradate e/o poco considerate ma dalle grandi potenzialità. A tal proposito, abbiamo
identificato altre metropoli che, pur avendo caratteristiche differenti, necessiterebbero degli
stessi interventi impiegati per il parco di Al-Azhar: si tratta di Tokyo e Istanbul. La capitale
giapponese, nonostante disponga di numerose aree verdi rinomate a livello internazionale,
si classifica al primo posto dell’infelice lista delle città con il minor spazio verde per
abitante, appena 5.78 metri quadrati. Ciò è dovuto principalmente all’altissimo numero di
abitanti che vi risiedono, circa 13 milioni. Ad esempio, nel quartiere centrale di Shinjuku
vivono circa 18.000 persone per km2, e sebbene presenti al suo interno uno dei giardini
più importanti della capitale (i Giardini Nazionali Gyoen), la costruzione di un parco in stile
Al-Azhar gioverebbe sicuramente alla qualità dell’aria e all’umore dei cittadini. Tuttavia,
risulterebbe comunque un intervento di difficile compimento, visto il livello di edificazione
della zona.
Anche Istanbul denota dei dati pessimi in relazione al verde urbano, in quanto infatti solo il
2,2% della città è ricoperto da giardini pubblici. Un esempio lampante è rappresentato dal
distretto europeo di Bağcilar, dove lo spazio verde per persona non raggiunge nemmeno il
metro quadrato pro capite. In questo contesto, la realizzazione di un progetto simile a
quello che ha interessato il quartiere di Darb-Al Ahmar sarebbe più che necessario.
Mostafa, A.M. and Kamel, D.K., 2013, “Al-Azhar Park Sustainability: An Enviromental
Review of a Distinct Model in Local Landscape” ,
Sustainable-Decision-Making-through-Integrating-Geographic-Information-Systems-into-
the-Entire-Environmental-Impact-Assessment-Process.pdf (researchgate.net)
Safaa M. Issa Abdou, 2011, “Inclusion of physically disabled children throuth enviromental
rehabilitation of urban spaces case study: Al-Azhar Park, Cairo, Egypt, International
conference on green Buildings and Sustainable cities”,
Inclusion of Physically Disabled Children Through Environmental Rehabilitation of Urban Spaces
Case Study: AL Azhar Park, Cairo, Egypt - ScienceDirect
Salama, Ashraf M., 2008, “Media Coverage and Users’Reactions: Al-Azhar park in the
midst of criticism and post occupancy evaluation”,
Media Coverage and Users’ Reactions: Al Azhar Park in the Midst of Criticism and Post Occupancy
Evaluation (metu.edu.tr)