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Corso di laurea in Architettura - Sviluppo urbano sostenibile

Prof Maria Rosa Vittadini


AA 2011-2012

Lezione n 4

Strumenti per la sostenibilità urbana


fonti per questa lezione:
Planning resource-efficient cities, SUME Syntesis Report 2011
Stephen Marshall & Yi Gong Urban Pattern Specification , SOLUTION
WP4 deliverable report, 2009
Città (insediamenti urbani) sostenibili
Il modello di sostenibilità urbana dovrebbe prendere in
considerazione almeno tre componenti fondamentali:
1. La qualità, intesa come gamma di beni e servizi offerti dall’ambiente
urbano e accessibilità ai medesimi, intesa come componente
fondamentale del benessere e della equità sociale;
2. I flussi di materia e di energia che alimentano il sistema urbano e i
suoi scambi con l’esterno;
3. L’assetto strutturale del sistema urbano.
La prima componente riguarda le caratteristiche di efficienza e di accessibilità a
funzioni e servizi primari come l’occupazione, la sanità, l’educazione, la cultura , la
protezione sociale ed altri servizi di base a sostegno degli abitanti e dei
frequentatori della città,
I flussi riguardano invece gli scambi di materia, di energia, di informazione che
avvengono nel sistema urbano e che ne garantiscono la vitalità,
La terza componente fa riferimento alla struttura urbana, alla densità delle superfici
edificate e al consumo di suolo, all’organizzazione degli spazi aperti, nonché alle
caratteristiche di connettività del sistema dei trasporti.
Condizioni di sostenibilità
Ciascuna delle tre componenti dell’insediamento
urbano presa separatamente, anche qualora funzioni
in modo efficiente, non garantisce la sostenibilità.
Occorrono almeno altre due condizioni che collegano ogni singolo
insediamento o sistema di insediamenti al più generale
contesto ambientale da cui traggono risorse e verso cui
riversano gli scarti o l’inquinamento dovuti al loro
funzionamento:
• che il consumo di risorse complessivo sia minimizzato, si fondi
su risorse rinnovabili e si mantenga al di sotto del tasso di
rinnovabilità.
• che il metabolismo urbano trasformi materie prime ed energia
in ambiente costruito, funzionamento e riciclo dei rifiuti in un
processo circolare tale da mantenere inalterate le prestazioni
dei servizi ecosistemici.
Metabolismo urbano
Il concetto di metabolismo urbano, introdotto da Abel Wolman per la città
americana nel 1965, traccia una analogia tra il funzionamento di una città e il
funzionamento biologico di un organismo .
Metabolismo, (dal Il concetto di metabolismo urbano
greco μεταβολή = fa riferimento alle interazioni
cambiamento) è il biofisiche tra la società e il suo
complesso delle ambiente
reazioni chimiche e Lo studio del metabolismo urbano
fisiche che avvengono consente di quantificare gli Inputs,
in un organismo o in gli Outputs l’accumulo di energia,
una sua parte, spesso acqua, nutrienti, materiali e rifiuti.
connesse a variazioni Il carattere olistico del metabolismo
della condizione urbano permette di confrontare
energetica. stadi diversi di sviluppo e assetti
urbani alternativi. Costituisce
quindi un potente strumento di
valutazione e di supporto alle
decisioni di piano.
Imitare la natura
To create sustainable cities, planners need to develop a clear
understanding of how natural systems work. Cities
everywhere need to be redesigned to become compatible
with the natural world.
The rich, modern cities of today have an essentially linear
metabolism, whereas nature’s own ecosystems have an
essentially circular metabolism.
Nature knows no waste, every output by an ecosystem
contributes to the continuous renewal of the whole living
environment of which it is a part: the web of life hangs
together in a chain of mutual benefit.
To become sustainable, cities have to mimic nature’s circular
metabolism, using and re-using resources efficiently and
eliminating waste discharges not compatible with natural
systems.
Herbert Girardet
Sustainable Urban Metabolism for Europe (SUME)

Il Progetto SUME introduce nella stima del


metabolismo urbano il fattore spaziale alla
scala urbana e alla scala di dettaglio. Analizza
quindi le modalità e i criteri con i quali la
pianificazione urbanistica può incidere sul
metabolismo urbano. SUME approfondisce e
valuta scenari al 2050 per 4 città: Oporto,
Newcastle, Stoccolma eVienna.
4 principi chiave per un metabolismo urbano
efficiente
Relazioni tra i 4 principi e la forma urbana
Metodologia di costruzione degli scenari
I possibili risultati
L’applicazione dei 4 criteri chiave al futuro sviluppo urbano (2050) delle 4 città
analizzate consente notevolissimi risparmi energetici sia nell’ambito della
climatizzazione degli edifici che nell’ambito dei trasporti.
I possibili risultati
Strumenti di piano: definire
standard minimi di densità

Tra i due estremi del grattacielo


e della copertura estensiva del
suolo con edifici bassi sussistono
altre alternative di urbanizzazione
di pari densità, ma di qualità urbana
assai più elevata.
Metabolism impact
Assessment (MIA)
SUME propone un interessante
strumento per la valutazione
degli effetti sul metabolismo
urbano di progetti anche alla
scala di dettaglio: il MIA.
In ognuna delle 4 città il MIA è
applicato ad uno specifico
progetto significativo.
Vienna: Aspern-Seestadt project
Il Programma comunitario SOLUTIONS
Sustainability of Land Use and Transport In Outer NeighbourhoodS

Il Rapporto Urban Pattern Specification, che fa parte del programma di


ricerca comunitaria SOLUTION, riprende la tradizione di studio della
forma urbana della scuola britannica di phisical planning
Una tradizione ampiamente sviluppata in occasione del New Towns
programme, ma di fatto marginalizzata da molti anni.
La ripresa di interesse è motivata dai cambiamenti tecnologici e
normativi e, soprattutto dal paradigma della sostenibilità che richiede:
• assetti urbani capaci di minimizzare la domanda di energia e il consumo
di combustibili fossili, compresa la necessità di trasporti motorizzati ;
• la possibilità di usare modi di trasporto ambientalmente favorevoli,
come piedi e biciclette , che contribuiscono anche a migliorare la salute e
la coesione sociale,
• la necessità di servire tutti gli utilizzatori, compresi coloro che non
usano o non possono usare l’automobile .
Forme urbane prototipali : una possibile
tassonomia

Ma attenzione!!

“It is interesting to see how many of our ideal forms are rationalizations
of what are only momentary stages in evolving urban landscapes. It is
difficult for us to conceive of form-in-progress as a prototype model.”
– Kevin Lynch (1981: 381). Kevin Linch
Sviluppo e accessibilità
alle aree centrali L’applicazione di una politica
di sviluppo urbano che
“permetta l’espansione in
zone di massima accessibilità
al centro” può dare luogo sia
ad un incremento che ad un
decremento della distanza
media dal centro, a seconda
della configurazione iniziale.
L’esempio illustrato fa
riferimento a strutture urbane
monocentriche, ma il principio
è applicabile anche a strutture
policentriche.
Indicatori di
forma urbana
La tabella mostra l’ampiezza dei fattori
potenzialmente coinvolti. Le variabili
comprese nella tabella non sempre
hanno e univoche interpretazioni.
In alcuni casi sono semplici definizioni di
parametri come la dimensione della città
in termini di popolazione o di area fisica.
In altri casi si tratta di categorizzazioni
tradizionali che, sebbene contengano
aspetti arbitrari o soggettivi, sono
comunemente utilizzate. Soprattutto i
termini che riguardano categorie e
definizioni relative alla distribuzione
spaziale sono meno chiari e non di rado
non accettati da tutti.
Es: Compattezza

a) b) c)

In aree della medesima dimensione e approssimativamente


dello stesso perimetro il diametro varia notevolmente da a) a c)

In aree della stessa dimensione e approssimativamente dello stesso


diametro la lunghezza del perimetro dell’urbanizzato può essere
considerevolmente diversa da a) a c)

Dalla compattezza alla dispersione


Una possibile misura
della compattezza
C = 4A
DP
C = Compattezza
A= area
D= diametro
P= perimetro

La massima compattezza
è la forma circolare
C= 4πr2 =1
2r.2 πr
Es.:Spinality
Misura l’estensione in
cui un’area urbana è
allineata lungo
direttrici strategiche
di trasporto (pubblico).
Una maggiore
dimensione
dell’indicatore denota
una maggiore
accessibilità.
Sussiste un possibile
conflitto tra
compattezza e spinality.
Possibili misure di “spinality”

SB= A B
A
SB = Spinality (Buffer ratio or B-ratio)
AB = Area of buffer
A = Total area

SA= LS
L
SA = Spinality
LS = Lunghezza direttrici strategiche
L = Lunghezza totale strade
Copertura spaziale del Trasporto pubblico
Struttura e centralità

Struttura monocentrica o priva


di centro

Tre forme di struttura


propriamente policentrica

Due modalità di parziale


policentrismo
Possibili opzioni strategiche di sviluppo urbano
Interpretazione storica e ruolo del planning nelle
diverse opzioni (con riferimento alle città inglesi)
1. ‘Freeform’ (free / free) – this would equate with ‘minimal planning’, where
the form would respond most directly to locational demand.
2. ‘Ribbons’ (free / corridor) – this form could echo a traditional (eg Victorian)
development pattern where there is no strategic planning, but where a localscale
order is provided by development focusing along existing arterial streets
(e.g. radials).
3. ‘Cell soup’ (Free / cellular) – this form could echo a traditional (e.g. early to
mid twentieth century) development pattern where there is no strategic
planning, but where pockets of ‘neighbourhood cells’ are formed by deliberate
intent.
4. ‘Freeform corridor’ (corridor / free) – this form might echo a case where a
linear zone or macro-scale ‘strip’ of development grew up. A sequence of
housing developments, occasional shops and businesses would be ordered
(only) by being part of a strategic corridor.
5. ‘Axial lattice’ (Corridor / corridor) – this form could be a planned city in an
elongated grid form, or could be an unplanned (e.g. ‘Victorian’) matrix of main
streets along a valley or coastal strip.
Interpretazione storica e ruolo del planning nelle
diverse opzioni (segue)

6. ‘Cells-on-a-string’ (Corridor / cellular) – this form could be a linear new


town (neighbourhoods strung along transportation arteries), not unlike the
‘Sociable Cities’ series of linear settlements proposed by Hall and Ward
(1997).
7. ‘Freeform settlements’ (cellular / free) – this perhaps represents a typical
post-war combination where at the strategic scale, settlements are kept as
discrete units by green belts, while at the local scale there is a mix of planned
and unplanned use-segregated dispersal.
8. ‘New urban townships’ (cellular / corridor) – this echoes at least one kind
of New Urbanist format, where the local structure is based on a matrix of main
streets, while forming a series of discrete bounded cities, new townships and
satellites at the strategic scale.
9. ‘Cellular clusters’ (cellular / cellular) – this could be a cluster of cellular
satellites round a central city, or any other cluster of settlements each
composed of discrete neighbourhoods.

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