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Geografia Urbana

Le città modificano moltissimo l’ambiente e il paesaggio. Sono località in cui è concentrata l’offerta di beni
e servizi rivolta a una domanda di utenti distribuita sul territorio immediatamente vicino, chiamato
hinterland o area di gravitazione. Nonostante le loro differenze, le città hanno in comune diverse
caratteristiche:

1) Elevata densità di popolazione


2) Dimensione demografica che la distingue dagli insediamenti rurali
3) Complessità di funzioni culturali, sociali, economiche (che determinano usi specializzati del suolo)
4) Sono centri di potere connessi al funzionamento delle varie funzioni
5) Sono dinamiche e creative
6) Sono connesse con altri luoghi urbani e tutali da una rete di relazioni, flussi di persone, beni, servizi,
informazioni e soldi
7) Sono sede di grandi contraddizioni e conflitti, perché offrono maggiori opportunità, ma presentano
anche maggiore povertà e disperazione.

Città nucleare = addensamenti urbani i cui confini coincidono con quelli municipali

Città estese = sistemi territoriali di vario tipo, per la maggior parte multicentrici, formati da diverse
municipalità vicine. Sono considerate il prototipo delle città moderne.

Agglomerato urbano = zona urbanizzata formata dall’espansione di un centro urbano

Conurbazione = espansione di più agglomerati urbani vicino che si sono fusi l’uno nell’altro

Area metropolitana = più agglomerati vicino separati da spazi non urbanizzati, con relazioni fra loro

Megalopoli = insieme di aree urbane e metropolitane vicine e collegate fra loro

Non c’è consenso su quale debba essere l’estensione o la densità specifica di una città perché venga
definita tale, ma varia da paese a paese.

Le città si sono evolute da un nucleo, chiamato spesso “città vecchia” o “centro storico”, andandosi poi ad
allargare. Di solito è la zona che ospita le cariche politiche ed economiche più importanti. Nelle zone
periferiche troviamo i quartieri residenziali e industriali.

L’uso delle automobili ha portato alla creazione di sistemi territoriali urbani, caratterizzati da un’espansione

Le città sono costruzioni artificiali, ma si inseriscono in un contesto ambientale e locale, un luogo


geografico, detto sito della città. Il sito ha innanzitutto un valore storico. Grazie alle nuove tecnologie e
scoperte, le caratteristiche del sito non sono più tanto restrittive, ma la città ne viene ancora influenzata,
ma in modo positivo, perché ne arricchisce il patrimonio culturale. Gli elementi naturali e artificiali insieme
costituiscono il paesaggio urbano, il quale incide sui comportamenti umani. Il paesaggio è anche un bene
culturale. Con l’idea di paesaggio ci si riferisce a tutto il territorio, tanto naturale che urbano. Nel paesaggio
urbano gli edifici e complessi architettonici possono diventare simboli distintivi delle diverse città. E’
caratterizzato anche da una concentrazione di beni culturali, cosa che deriva dal fatto che le città
permangono per secoli o millenni negli stessi luoghi, permettendo di creare strati di manifestazioni tangibili
e tradizionali raccolti nel lungo delle diverse epoche storiche.

La città è anche un ecosistema urbano (tenendo a mente che con ecosistema ci si riferisce all’insieme di
animali e vegetali collegati fra loro e il loro ambiente, costituendo relazioni necessarie alla sopravvivenza di
tutti). Questo perché la città necessita di continui scambi di materie ed energia con l’ambiente naturale e
terrestre. Il problema si pone quando l’ecosistema urbano crea uno squilibrio energetico, prendendo
dall’esterno più di quanto dia, ed espellendo più di quanto l’esterno possa assorbire. Per evitare un surplus
che distruggerebbe tanto l’ambiente umano che quello esterno, le città devono impegnarsi per rispondere
ai requisiti della sostenibilità ambientale urbana, la quale tiene conto dei cicli naturali (come quello
dell’acqua, dell’uso energetico etc) e della produzione di rifiuti (scarti organici, riciclaggio, inquinamento
ambientale causato dal traffico etc etc). L’impronta ecologica è un indice statistico utile, che misura quanta
superficie terrestre e quanta acqua la popolazione urbana ha bisogno per produrre le risorse che consuma
e per assorbirne i rifiuti. E’ calcolato anche tramite la sottrazione dei prelievi-consumi che la città effettua
(attraverso importazioni di materiali ed energia e le emissioni di rifiuti) a spese delle risorse mondiali. Viene
espressa in unità di area, corrispondenti a quanto il pianeta può produrre con un ettaro della sua superficie.
Il risultato viene diviso per il numero della popolazione, ottenendone l’impronta ecologica media. Per
assestare il livello dell’impronta ecologica, è necessario ridurre i consumi compattando l’edificato,
riducendo il traffico automobilistico, rendere più efficienti gli impianti di riscaldamento, riciclare e trattare i
materiali non biodegradabili etc. Un’altra pratica utile sono l’agricoltura urbana e a filiera corta.

Visto che l’ecosistema urbano è perlopiù artificiale, l’alta concentrazione di popolazione e le loro attività
possono avere un effetto negativo sulla qualità di vita degli abitanti, soprattutto nella loro salute. Ne è
prova il fatto che negli ultimi anni, nelle maggiori città europee, la vita media si è abbassata di due o tre
anni rispetto alla media generale dell’Ue, anche se tale differenza varia molto da paese a paese.

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