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Lucio Carbonara

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via Raffaele Garofalo, 133 A/B 00173 Roma redazione: (06) 72672222 telefax 72672233 amministrazione: (06) 93781065 I diritti di traduzione, di memorizzazione elettronica, di riproduzione e di adattamento anche parziale, con qualsiasi mezzo, sono riservati per tutti i Paesi. Non sono assolutamente consentite le fotocopie senza il permesso scritto dellEditore. I edizione: settembre 2004
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Copyright MMIV ARACNE editrice S.r.l.

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Le piazze delle piccole citt dellAmazzonia sono uguali a quelle che si

La vegetazione che si usa convenzionale, quasi sempre esotica, come Le cittadine prendono come riferimento le citt pi grandi e copiano installando unilluminazione aggressiva, importando una vegetazione servilmente i loro errori, pitturando di bianco la base degli alberi, Portare nellambiente urbano gli elementi vegetali e minerali del

trovano a Esprito Santo o nellinterno del Paran. i mandorli, le casuarinas e poco altro

estranea al paesaggio

economico per lesecuzione e la manutenzione, pi equilibrato in termini

paesaggio circostante sarebbe pi coerente in termini paesaggistici, pi di integrazione tra uomo e ambiente.

ROBERTO BURLE MARX, Paisagismo e Devastao, 1983.

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Indice
9 11 14 17 20 23 27 74 80 Introduzione Lucio Carbonara TERRITORIO: Fra politiche di conservazione e istanze di trasformazione Elio Trusiani PAESAGGIO: Riferimenti per una lettura e interpretazione del paesaggio Barbara Pizzo AMBIENTE: Linee guida per il progetto ambientale Andrea Filpa ECOLOGIA: Il contributo disciplinare per il progetto territoriale e paesaggistico Anne Caspari PROGETTO: Il progetto di paesaggio alla scala territoriale Emanuele Von Normann Resoconto di unesperienza Lucio Carbonara Giardino e paesaggio: spazi da inventare, a colloquio con Ippolito Pizzetti Valeria Caramagno Un tavolo per otto: paesaggisti e progetti di paesaggio Luigi Latini Bibliografia essenziale Convenzione europea del paesaggio

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Introduzione
Lucio Carbonara Il testo vuole essere una testimonianza, a chiusura del primo ciclo triennale del nuovo corso di laurea, delle esperienze didattiche svolte negli anni accademici 200203 e 200304 dagli studenti del 2 anno nel Laboratorio di Progettazione del Territorio e del Paesaggio del Corso di laurea in Architettura dei Giardini e La Sapienza. Paesaggistica della Prima Facolt di Architettura Ludovico Quaroni dellUniversit degli Studi di Roma organizzato in tre parti: la prima contiene alcuni contributi specifici riferiti a quelle parole chiave che, nellambito del laboratorio, hanno orientato il percorso progettuale; territorio, ambiente, paesaggio, ecologia disciplinare in cui le specifiche competenze hanno trovato spazio per dialogare, confrontarsi e integrarsi sono state difatti le fondamenta del corso e, allo stesso tempo, loggetto di un percorso progettuale intersia al livello teorico che pratico. I contributi presentati, inerenti gli aspetti teorici, analitici e progettuali dei mente un input per ulteriori e auspicati approfondimenti. E in tal senso va intesa anche la bibliografia di supporto. termini sopra menzionati, offrono un sintetico quadro di riferimento dello stato dellarte, dando simultanea-

La seconda parte del testo restituisce passi significativi dellesperienza didattica; si apre con una breve nota sulla metodologia adottata e presenta lesito di alcuni lavori degli studenti. Oltre ad alcune linee guida per indagini conoscitive, da prendere in considerazione durante il processo progettuale, ponendo laccento sui la lettura e comprensione degli elaborati, sono tratteggiate le principali questioni e tematiche, in termini di contenuti, le finalit e gli obiettivi di ciascuna fase. Si tratta in sintesi di suggerimenti (scritti quasi sotto forma di cahier) che rimandando, per gli approfondimenti teoricopratici e per una trattazione specifica, ai testi di riferimento, consigliati per la parte metodologica. Un iter progettuale dunque che si propone come traccia, agli elaborati grafici presenti nel testo sia a quelli contenuti nel CD allegato. Mentre nel testo sono riportati solo alcuni fra gli elaborati presentati durante ciascun anno accademico, nel CD trova spazio la maggior parte del lavoro degli studenti. in cui far confluire contributi, sollecitazioni e suggestioni. Il racconto del percorso progettuale affidato sia

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Le esperienze affrontate riguardano due aree allinterno del territorio comunale di Roma; la prima (a.a. 200203) riguarda larea di Lunghezza Castelverde. Si tratta di un ambito di particolare importanza alla luce delle previsioni del nuovo piano regolatore di Roma che prevede azioni e interventi volti alla riqualifitonia con tali scelte, lobiettivo del corso stato un progetto di riqualificazione urbana e ambientale attramenti abusivi di Castelverde e Villaggio Prenestino sia con la centralit di Lunghezza sia con la potenziale centralit storicoarcheologica di Gabi. Nel secondo caso di studio (a.a. 200304) larea presa in esame cazione urbana e ambientale dei luoghi, nonch alla creazione di centralit urbane e metropolitane. In sinverso la realizzazione di un parco lineare lungo il Fosso dellOsa, con lintento di riconnettere gli insediariguarda un ambito della Valle del Tevere di altrettanta rilevanza per la citt di Roma. Si tratta, infatti, della zona, definita marginalmente dalla Via Salaria e dalla Via Flaminia, che va dalla confluenza con il fiume lare. unarea con grande valenza fisiconaturalistica i cui margini, fortemente urbanizzati e definiti, non lintero disegno e progetto di territorio, coniugando, almeno negli intenti, le esigenze di tutela e salvaguardia con quelle di riqualificazione e trasformazione. lasciano trasparire le potenzialit esistenti, ma inespresse. Anche in questo caso lobiettivo del corso Aniene, allaltezza del nodo infrastrutturale tra la Via Olimpica e la Via Salaria, fino al grande raccordo anustato un progetto generale di assetto territoriale in cui il parco fluviale si connota come asse portante del-

Unintervista al prof. Ippolito Pizzetti e un contributo/riflessione dellarchitetto paesaggista Luigi Latini, entrambi visiting professor del corso di laurea, concludono il libro.

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Fra politiche di conservazione e istanze di trasformazione


Elio Trusiani

territorio

Il territorio non un dato, ma il risultato di diversi processi [] pi o meno coordinati. Non si conforma occupa [] essa stabilisce con lui un rapporto di tipo organizzativo, pianificatore e si possono osservare

solo secondo un certo numero di fenomeni dinamici di tipo geoclimatico. Allatto in cui una popolazione lo gli effetti reciproci di questa coesistenza. In altri termini, il territorio oggetto di costruzione. una sorta di artefatto. E da allora costituisce anche un prodotto []. Il dinamismo dei fenomeni di formazione e di prota, innovazione delle istituzioni. Di conseguenza il territorio un progetto []. Per insediarvi nuove strutduzione persegue nellidea di un perfezionamento continuo dei risultati, in cui tutto correlato: individuazione pi efficiente delle potenzialit, ripartizione pi coerente dei beni e dei servizi, gestione pi adegua-

ture, per sfruttare pi razionalmente certe terre, spesso indispensabile modificarne la sostanza in modo tuire. Ciascun territorio unico, per cui necessario riciclare, grattare una volta di pi il vecchio testo che gli uomini hanno inscritto sullinsostituibile materiale del suolo, per deporvene uno nuovo, che risponda alle esigenze doggi, prima di essere a sua volta abrogato (CORBOZ 1985).

irreversibile. Ma il territorio non un contenitore a perdere n un prodotto di consumo che si possa sosti-

Queste poche righe restituiscono sinteticamente il concetto di territorio come spazio extraurbano in contico, ma anche e soprattutto di carattere sociale. Questultimo un aspetto fondamentale nella descrizione e nellinterpretazione delle dinamiche di trasformazione attuali poich, attraverso usi, comportamenti e modalit di aggregazione diversi, si evidenziano le nuove forme di vita e la domanda di progettazione che da queste ne deriva. Una volta dissolta lantitesi paradigmatica cittcampagna, il territorio presenta guidato percorsi evolutivi consolidati, devono essere ripensate e reinterpretate. I paesaggi ricorrenti sono

nua trasformazione, su cui si stratificano azioni e interventi non solo di ordine fisico, geografico e antropi-

spondenze tra forme e funzioni, tra segni e significati, incluse le stesse regole morfogenetiche che hanno i nuovi luoghi delle relazioni in pubblico, delle relazioni informali e dellintimit, lo spazio introverso delle

ambienti, sequenze di paesaggi e modi di vita e di utilizzo del suolo completamente inediti. Anche le corri-

nicchie sociali, gli spazi senza identit. A differenti modi di abitare corrispondono nuove forme del territo-

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gorie interpretative di una nuova classificazione di elementi territoriali (BOERI, LANZANI, MARINI 1993).

rio: attrattori lineari, macchine ibride, isole, aree della ripetizione, tasselli solo per citare alcune delle cate-

territorio

Al mutare delle condizioni al contorno, mutano tuttavia, inevitabilmente, le connotazioni del progetto di terficiente a rispondere a una domanda di progettualit orientata allazione piuttosto che al vincolo e guidamuovere strategie intersettoriali localizzate e programmi territoriali fondati su una visione di insieme dello essere in grado di individuare e selezionare temi e azioni puntuali di rilevanza notevole che, per le loro

ritorio: la sola adozione di politiche di tutela e salvaguardia, secondo una prassi consolidata, non pi sufta da una strategia di sussidiariet e partenariato. A tutti gli effetti, il territorio una risorsa, un fattore imprespazio, in uno scenario a breve, medio e lungo termine. Allinterno di questo scenario il progetto deve implicazioni sia sugli assetti fisici sia su quelli funzionali, possano costituire un volano economico per ulteriori interventi. Progettare il territorio non come silenzioso giacimento di segni e relitti, ma come spazio da abitare nella complessit dei suoi valori naturali, culturali ed economici: questa la condizione imprescindibile per avviare sinergie tra i diversi fattori qualificanti. Recuperare vuol dire allora innescare nuovi processi nella struttura evolutiva del territorio storico, in costante e dinamico rapporto coi processi sociali che vi culturali, naturali e della contemporaneit. si svolgono, al fine di riprogettare il territorio da abitare (GAMBINO 2000) nella pienezza dei valori storici, scindibile di sviluppo, un veicolo di riequilibrio per intere aree. Il progetto, pertanto, deve cercare di pro-

Ci troviamo pertanto di fronte a un progetto connotato, secondo la prassi pi consolidata della pianificaziotale e dallaltro da una domanda di riqualificazione e trasformazione che in alcuni casi racchiude esigenze

ne territoriale e urbanistica, da politiche di tutela e salvaguardia del patrimonio storico, artistico e ambieninespresse di identit nuove. Riuscire a coniugare i termini conservazione e sviluppo, innovazione e trasformazione la sfida del progetto territoriale: si tratta del progetto sostenibile del territorio, ove il termine giorare le prospettive di mantenimento o miglioramento dei futuri standard di vita. Ci implica la gestione sostenibile sembra assumere il ruolo di cerniera tra politiche di tutela e domande di trasformazione. In sodei sistemi economici in modo da permettere il sostentamento attraverso lutilizzo delle risorse attuali manstanza sostenibilit espressione del concetto in base al quale le decisioni attuali non dovrebbero peg-

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tenendone e migliorandone lo stock. Il paradigma dello sviluppo sostenibile presuppone il cambiamento con lambiente perseguendo obiettivi di mantenimento dellintegrit ecologica e di equit sociale.

territorio

qualitativo di un sistema economico che non cresce fisicamente, e che si mantiene in equilibrio dinamico Allinterno del progetto sostenibile del territorio, la componente paesaggio si manifesta come risorsa e stralare, rudere con cui coabitare, scena spettacolare del turismo e delleconomia globale, risorsa da attivare ti strategie per qualificare e regolare le trasformazioni territoriali. tegia irrinunciabile per le politiche territoriali. Il paesaggio pu essere documento storiconaturale da tuteper un differente modello di sviluppo, nuovo territorio abitabile, potenziale rete di un territorio strutturalmente frammentato, sfera che avvolge la vita quotidiana: molteplici chiavi di lettura che suggeriscono differen-

BIBLIOGRAFIA DI RIFERIMENTO A. CORBOZ, Il territorio come palinsesto, in Casabella, n. 516, 1985, pp. 2227. B. SECCHI, Un Progetto per lurbanistica, Einaudi, Torino 1989. S. BOERI, A. LANZANI, E. MARINI, Il territorio che cambia, AimSegesta, Milano 1993. Il disegno degli spazi aperti, Casabella, (numero monografico), n. 597598, 1993. G. DEMATTEIS, Progetto implicito. Il contributo della geografia umana alle scienze del territorio, Angeli, Milano 1995. G. DEMATTEIS, Per progettare il territorio, in AA.VV., Linee nel paesaggio, Utet, Torino 1999. R. GAMBINO, Conservare, Innovare. Paesaggio, Ambiente, Territorio, Utet, Torino 2000. B. SECCHI, Prima lezione di urbanistica, Laterza, Bari 2000. S. MUNARIN, M. C. TOSI, Tracce di citt, Angeli, Milano 2001. Si consigliano inoltre i seguenti articoli e contributi di Bernardo Secchi: Le trasformazioni dellhabitat urbano, in Casabella, n. 600, 1993, pp. 4454. Il territorio abbandonato 4, in Casabella, n. 618, 1994, pp. 1819. Cambiamenti, in Casabella, n. 622, 1995, pp. 1819. Dellutilit di descrivere ci che si vede, si tocca, si ascolta, relazione presentata a Descrivere il territorio, II Convegno internazionale di urbanistica, Prato (30 marzo 1 aprile, 1995).

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paesaggio

Per una lettura e interpretazione del paesaggio


Barbara Pizzo

Concetto fra i pi evocativi e tuttavia ambiguo, quello di paesaggio somma in s esistenza e apparenza, e cultura occidentale in genere. Questa da sempre privilegia, tra le diverse forme di esperienza sensibile, il ruolo della percezione visiva, e non casuale che il concetto di paesaggio ne sia ritenuto prodotto tipico,

offre la possibilit di ricomporre un dualismo profondamente radicato nella concezione positivista, e nella da far risalire a un genere pittorico sviluppatosi in Olanda e nelle Fiandre intorno al XVI secolo (BERQUE relazione uomoambiente, nel concetto implicita la figura umana, la quale pu esservi coinvolta in modi luomo rispetto alla realt, o al mondo, e ne hanno accentuato di volta in volta la dimensione esteticopercettiva, quella geograficonaturalistica, poi ecologica.

1999, COSGROVE 1990). Esito complesso, non solo intenzionale, e continuamente in evoluzione, dellintere a livelli differenti, dalla sola osservazione, alla trasformazione materiale. Nel tempo, le definizioni hanno seguito i paradigmi filosofici ed epistemologici prevalenti, formulati per interpretare il pi generale ruolo delNelle diverse epoche e nei diversi ambienti culturali il termine paesaggio stato utilizzato per descrivere un ticopercettive, secondo le quali la realt di cui il paesaggio sarebbe immagine il territorio, si contrapponeva la tradizione scientificonaturalistica, che al contrario insisteva sulla realt sostantiva del paesaggio, intendendo la relazione tra i due termini di paesaggio e immagine come dicotomica. Le due opposte interpretazioni possono dirsi frutto della consuetudine di considerare come separate le scienze umane da quelle naturali. Fra i tentativi di conciliazione, un ruolo rilevante spetta senzaltro allecologia, lunica chia1994). Questa concezione non nega la possibilit di un approccio fenomenicopercettivo, ma si oppone alla

luogo o un contesto: oppure limmagine di un luogo o di un contesto. Alle cosiddette concezioni este-

ve che ci permette di decifrare e comprendere il paesaggio, poich [] esso non altro che la totalit dei

fenomeni naturali e umani, nonch dei vari processi che li generano e che da essi sono generati (ROMANI che si vede. Tali tentativi di conciliazione si preoccupano di recuperare il punto di vista umano, che sotno un significato centrale per chi si occupi di tali questioni con un fine anche operativo, tra cui urbanisti, piariduzione del paesaggio a solo fatto percettivoestetico: il paesaggio ci che si vede, ma non solo ci

tintende soggettivit e deliberazione, allinterno di un contesto che si ritiene comunque indipendente dalluomo, senza tuttavia chiarire le ragioni, il senso e le conseguenze di tale punto di vista, che invece assumo-

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nificatori, architetti, paesaggisti. Attualmente il termine sembra aver ancora dilatato il proprio ambito semantamente connessa al contributo offerto dalle tecniche digitaliinformatiche alle teorie sul rapporto tra immagine e realt, sui modi della percezione, e sul rapporto tra percezione e conoscenza (BURNETT 2004). Sembra comunque ancora irrisolta la questione della definizione del paesaggio come realt o come immagine della realt. Contemporaneamente, la distinzione fra oggettivo e soggettivo, tipica dei paradigmi coesistenza di due diverse, opposte, prospettive: una oggettiva, funzionaleutilitaristica; laltra soggettizio; la seconda, laterale, intende il paesaggio come scenario, la cui visione parte da un preciso punto di vista (MEINIG 1979). positivisti, sembra inadeguata a spiegare il paesaggio (BERQUE 1999). Gi da tempo, stata riconosciuta la va, personale, morale ed estetica. La prima, verticale, intende il paesaggio come area geografica, come tico, assumendo i pi diversi significati: ne documenta lidea del paesaggio mentale, o mindscape, stret-

paesaggio

regione, come sistema naturale, come dominio, fondandosi su una visione da un punto astratto nello spaMentre si va affermando lidea dellimpossibilit di una definizione univoca di paesaggio (MEINIG 1979,

CALZOLARI 1999, Gambino e Lanzani in CLEMENTI 2002, ma gi DARDEL 1952), e la polisemia viene riconosciuta come potenzialit pi che come debolezza, le implicazioni operative sono rimaste per in larga parte

irrisolte: a partire dalla possibilit, e dai modi, di traduzione di tale ricchezza in politiche, piani, progetti. Oggetto di studio di molte e diverse discipline, le molteplici interpretazioni avvicinano, e a volte sovrappongoLa necessit di avvicinarsi a una definizione, se non di comprenderne lessenza, ha portato a sperimentano, quello di paesaggio a concetti limitrofi, in particolare ai concetti di natura, ambiente, regione o territorio.

re diversi percorsi, tra cui quello di provare a capire ci che differenziandolo perlomeno da ci che non (MEINIG 1979). Recentemente, grazie alla assunzione di alcuni approcci filosofici fenomenologia, costruttivismo, poststrutturalismo e alla loro rielaborazione allinterno di discipline quali ad esempio la geografia umana, il paesaggio viene considerato come il prodotto dellinterrelazione uomoambiente, ma

solo a comprendere, ma anche a immaginare e a costruire il paesaggio (BARNES e DUNCAN 1992). Un inteIl paesaggio diventa quindi insieme realt e immagine, dove con questultimo termine si intende non semplicemente la superficie visivamente percepibile, ma il modo che una societ elabora per rappresentare il proprio ambiente di vita e anche se stessa. La maggior parte delle questioni relative alla traduzione del conin CASTELNOVI 2000). resse particolare assume allora, pi della percezione individuale, quella collettiva (BERQUE 1999, Dematteis

anche come il prodotto dei discorsi che intorno al paesaggio vengono elaborati: tali discorsi servono non

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paesaggio

cetto in pratiche operative, possono essere ricondotte a quelle pi generali dellattribuzione di valore e della scelta, entrambe centrali allinterno di ogni processo decisionale, tra cui la pianificazione e la progettazione. gio alle comunit locali e i caratteri delluno alla storia delle altre, e riconducono la questione dellattribuzione Le posizioni che hanno trovato espressione in documenti come la Convenzione Europea, legano il paesagdi valore a un processo di tipo collettivo, strettamente connesso alla prefigurazione di modelli di sviluppo (Palermo in CLEMENTI 2002). Con tali assunzioni, si supera, almeno da un punto di vista concettuale, lequivalenza tra valore del paesaggio e paesaggi deccellenza. La considerazione dei paesaggi della quotidianit o dei paesaggi ordinari non solo recente (MEINIG 1979; vedere anche gli scritti di J. B. Jackson, ad es., JACKSON 1970). Se si valuta il paesaggio non pi o non solo come dato di natura, ma come esito Labbandono di ogni pretesa di oggettivismo, cui contribuiscono in modo determinante le recenti concezioni mento della natura politica ed etica di ogni interpretazione e di ogni scelta che riguardi il paesaggio. della natura come prodotto sociale (CASTREE e BRAUN 2002), non significa arbitrariet, ma il riconoscila sua essenza appartiene alla filosofia pratica, quindi alletica (M. VENTURI FERRIOLO, 2002).

dellorganizzazione della vita umana associata, come realt possibile di deliberazione e trasformazione,

2000, Gangemi, Roma 2001. A. CLEMENTI (a cura di), Interpretazioni di paesaggio, Meltemi, Roma 2002. M. VENTURI FERRIOLO, Etiche di paesaggio. Il progetto del mondo umano, Editori Riuniti, Roma 2002. R. BURNETT, How images think, MIT Press, Cambridge Mass. 2004.

BIBLIOGRAFIA DI RIFERIMENTO E. DARDEL, Lhomme et la terre. Nature de la ralit gographique, PUF, Paris 1952, (Nuova ed., Paris 1990). J. B. JACKSON, Landscape: Selected writings of J. B. Jackson, University of Massachussets Press, Amerset 1970. D. MEINIG, The interpretation of Ordinary Landscapes, Oxford University Press, Oxford New York 1979. D. COSGROVE, Realt sociali e paesaggio simbolico, Unicopli, Milano 1990. T. J. BARNES, J. S. DUNCAN, Writing worlds: Discourse, text and metaphor in the representation of Landscape, Routledge, London 1992. V. ROMANI, Il Paesaggio. Teoria e pianificazione, Franco Angeli, Milano 1994. A. BERQUE, Tutto paesaggio: allorigine del paesaggio, in Lotus International, n. 101, 1999, pp. 4249. V. CALZOLARI (a cura di), Storia e natura come sistema, Argos, Roma 1999. P. CASTELNOVI (a cura di), Il senso del paesaggio, Ires, Torino 2000. N. CASTREE, B. BRAUN (a cura di), Social Nature, Theory, Practice and Politics, Blackwell, Oxford Malden Mass. 2001. CONSIGLIO DEUROPA MINISTERO PER I BENI E LE ATTIVIT CULTURALI, Convenzione Europea del Paesaggio, Firenze, 20 Ottobre

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Linee guida per il progetto ambientale


Andrea Filpa

ambiente

Il progetto si pone degli obiettivi (funzionali e formali) e utilizza informazioni. Da sempre una parte di queste informazioni sono di natura ambientale, ovvero riguardano i processi naturali passati, presenti e futuri che interessano un dato luogo. Nel progettare le sue trasformazioni, o pi semplicemente nel realizzarle, luomo ha sempre tenuto conto dellambiente.

Per lungo tempo lambiente stato vissuto come la principale incognita delle trasformazioni. Prima dellutilizzo dei combustibili fossili e delle macchine, una scarsa considerazione dellambiente avrebbe potuto condurre allimpossibilit di condurre a termine loperazione desiderata, o comunque avrebbe comportato costi e tempi maggiori. Oggi disponiamo di capacit di trasformazione molto pi elevate, ma abbiamo compreso talvolta troppo poco limportanza del conoscere i processi che hanno operato sul territorio prima di grado di conoscere meglio le componenti ambientali, ma pur tuttavia siamo lontani dal sapere interpretare conoscenza debba essere minore, semmai il contrario. verso lalto. noi, e che continuano a operare. Abbiamo maturato generalmente una maggiore sensibilit, siamo in con certezza la realt nella quale operiamo. Viviamo nellepoca della post normal science, che ha sostituito le precedenti (sovente infondate) certezze della normal science; non significa che la tensione verso la

Un criterio suggestivo per esplorare le matrici ambientali di un dato territorio quello di procedere dal basso I primi campi di studio risultano in questo caso la geologia, la geomorfologia e la idrogeologia. La geomorfologia studia le forme che assume il territorio, e oltre a fornire la descrizione degli aspetti fisici costituisce la base di partenza per lo studio del paesaggio. Attraverso lanalisi geomorfologica possibile comprendere con chiarezza alcuni elementi di fondamentaaccurato studio geomorfologico pu anche definire con relativa certezza le fasce di pertinenza fluviale, ovvero le aree che un corso dacqua occupa in regime di piena eccezionale. le interesse per il progetto, relativi ad esempio alla stabilit dei suoli e alla propensione alla erosione. Un La geologia restituisce i processi di formazione dei luoghi, e descrive i loro aspetti strutturali.

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consistenza, particolare attenzione viene accordata alla loro vulnerabilit, ovvero alla possibilit di essere raggiunti da agenti inquinanti infiltratisi nel suolo (concimi e sostanze chimiche derivanti da spandimenti di acquiferi vulnerabili in linea generale sconsigliabile collocare insediamenti e impianti, e anche le pratiche agricole debbono essere svolte con limitati ricorsi o in assenza di agrochemicals. fanghi, da perdite di rete, da incidenti, da deposizioni atmosferiche). In aree idrologicamente connesse con

La idrogeologia ha come campo di studio gli acquiferi sotterranei; oltre a definire la loro localizzazione e

ambiente

tale, ovvero lo strato superficiale (50/100 cm di profondit) utilizzato a fini agricoli. La pedologia studia le t) ad essere utilizzato per luna o laltra coltura, oppure per un range di colture. desta qualit ai fini agricoli). La pedologia interessa il progetto in quanto fornisce indicazioni utili per limitare al massimo il consumo di

Lo studio del supporto tellurico viene completato dalla pedologia, il cui campo di interesse il suolo vege-

caratteristiche dei suoli (profondit, composizione, tessitura ecc.) e ne definisce la suscettivit (potenzialisuoli di elevata qualit (a parit di superficie da urbanizzare ovviamente preferibile utilizzare suoli di moProseguendo, come si detto, dal basso verso lalto si incontrano i campi di applicazione degli studi della

ecologia vegetale (e della botanica in generale) e della zoologia.

di natura geomorfologica e climatica. Per molti degli aspetti indagati, lecologo vegetale redige cartografie nificatore.

Lecologia vegetale studia le formazioni vegetali e i loro processi evolutivi, utilizzando anche informazioni

tematiche e derivate, e dunque il suo linguaggio presenta molte caratteristiche comuni con quello del piaGli elaborati di base redatti dellecologo vegetale riguardano in genere: vamento (vegetazione reale);

la carta fisionomica della vegetazione, che restituisce la composizione del manto vegetale allepoca del rileesempio di natura agricola, si affermerebbe in un determinato luogo (vegetazione climax). La carta della la carta della vegetazione potenziale, ovvero la vegetazione che qualora cessassero pressioni umane, ad

vegetazione potenziale ha grande importanza sia nei progetti di ripristino ambientale di aree degradate, sia per la scelta consapevole degli arredi vegetali;

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alla tappa matura (naturalit) ricchezza di specie (biodiversit) e importanza fitogeografia di specie e di habitat (endemismi, rarit) indica le aree di maggiore importanza vegetazionale. ri che per et, grandezza o specie rappresentano riferimenti naturalistici, culturali e paesistici.

la carta della qualit della vegetazione che, sulla base di parametri quali vicinanza della vegetazione reale

ambiente

Gli studi di maggiore dettaglio di ecologia vegetale individuano anche i cosiddetti patriarchi, ovvero gli albe-

Anche gli studi zoologici interagiscono con il progetto territoriale, segnalando cartograficamente la presenza di habitat suscettibili di ospitare specie animali di interesse conservazionistico, in genere elencate in documenti di livello europeo (ad esempio la Direttiva Habitat o la Direttiva Uccelli) oppure dalle cosiddette ni e dimensioni molto variabili) o comunque a forme di gestione suscettibili di tutelare le specie animali. Red List, che indicano le specie rare o a rischio di estinzione a livello nazionale o regionale. Le aree segna-

late dagli studi zoologici sono naturalmente da destinarsi alla protezione (parchi o riserve, di natura, funzio di recente affermazione il paradigma delle reti ecologiche, che intende promuovere la conservazione di habitat e specie non solo attraverso la tutela di isole ma anche realizzando una rete costituita da elementi bilit allintero territorio (continuit ambientale). La prefigurazione di una rete ecologica presuppone il lavoro congiunto di pianificatori, botanici e zoologi, e interagisce con lintero sistema delle pianificazioni. di differente funzione (core areas, corridors, stepping stones) in grado di assicurare un elevato grado di frui-

Per quanto concerne infine lo strato ancora superiore latmosfera sono oggetto di attenzione gli inquige in maniera sostanziale le potenzialit duso delle fasce limitrofe a strade, elettrodotti, ripetitori, insediamenti industriali, ma apre di converso interessanti prospettive per progetti di riqualificazione e di restauro ambientale.
BIBLIOGRAFIA DI RIFERIMENTO J. TRICART, J. KILIAN, L'ecogeografia e la pianificazione dell'ambiente naturale, Franco Angeli, Milano 1985. I. MC HARG, Progettare con la natura, Muzzio, Padova 1989. S. ARNOFI, A. FILPA, Lambiente nel piano comunale, Il Sole 24 Ore, Roma 2000. R. T. T. Forman, Land Mosaics: The ecology of landscape and regions, Cambridge University Press, Cambridge 1995. A. FILPA, R. ROMANO (a cura di), Pianificazione e reti ecologiche, Gangemi, Roma 2004.

namenti atmosferico, acustico, elettromagnetico e luminoso. La considerazione di questi elementi restrin-

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ecologia

Il contributo disciplinare per il progetto territoriale e paesaggistico


Anne Caspari

ECOLOGIA APPLICATA ED ECOLOGIA DEL PAESAGGIO

Lecologia lo studio scientifico delle interazioni tra gli organismi e il loro ambiente. Lecologia del paesaggio studia le strutture complesse e le loro trasformazioni; strutture costituite dagli ecosistemi e dalle loro di tradurre in termini applicativi i principi ecologici generali pi adatti alla lettura sintetica del paesaggio, alla valutazione del suo stato e allindividuazione delle linee di pianificazione e di gestione pi idonee per un determinato tipo di assetto territoriale. Pi a monte, la disciplina dellecologia applicata: ci e per le possibili applicazioni pratiche nel settore della pianificazione del paesaggio; modalit distributive che influiscono sulle funzioni e sugli aspetti visuali del paesaggio. Lobiettivo quello

fornisce le conoscenze di base per larchitetto del paesaggio, proprio per gli importanti fondamenti teorido tra la scala territoriale e urbanistica; b) di comprendere nella loro complessit le relazioni esistenti tra i diversi fattori fisicobiologici; c) di integrare fra loro le istanze ambientali e i presupposti socioeconomici. CONOSCENZE DI BASE consente a) di rispondere adeguatamente a numerose esigenze del processo di pianificazione interagen-

In primo piano, lo studio dellecologia applicata, che va dalladattamento del singolo organismo al suo habitat alle esigenze ecologiche delle popolazioni fino al comportamento spaziotemporale dei diversi ecosistemi, porta a una comprensione dei processi complessi, sistemici e dinamici inerenti il paesaggio, quali: esigenze delle specie, degli habitat e degli ecosistemi; abbondanza e distribuzione spaziale; flussi di biomasse, energia e materia; comportamento dinamico proprio; funzione degli ecomosaici ed ecotoni;

stabilit, flessibilit e capacit di autoregolazione; regimi di disturbo endogeno ed esogeno;

processi di successione naturale e sistemi di climax;

implicazioni della biodiversit genetica, strutturale e delle specie; sensibilit, limiti della flessibilit e impatto antropico, frammentazione e distruzione.

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Tali conoscenze rendono larchitetto paesaggista in grado di affrontare le tematiche territoriali e ambientali in modo non settoriale, ma globale e integrato. Lecologia del paesaggio tiene conto delle interrelazioni stamentale per la pianificazione che ha come obiettivo quello di guidare i cambiamenti nel tempo e nello mi assumono, quindi, al disegno del paesaggio. ANALISI E VALUTAZIONE bilite fra gli ecosistemi e le popolazioni, compresa quella umana, e la natura di un territorio, ed concentrata sui cambiamenti temporali e spaziali dal punto di vista ecologico. Ci costituisce un supporto fondaspazio. Inoltre la disciplina attribuisce un significato funzionale alle configurazioni spaziali che gli ecosiste-

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sulla conoscenza completa e approfondita del complesso di elementi, che concorrono e interagiscono nella tivo e quantitativo delle risorse ambientali e sui processi fisici e biologici messi in atto dalle azioni di trasformazione del territorio. Come indirizzi pi applicativi, lanalisi e la valutazione determinano e operano su: struttura e funzione degli ecomosaici presenti nella zona interessata dal progetto; definire la biodiversit sulle aree di progetto; modalit spaziotemporali con cui sono presenti le specie animali e vegetali che insieme concorrono a insieme di fattori di pressione in grado di generare condizioni di criticit, o, viceversa, nuove condizioni potenziali per lecomosaico e le reti ecologiche; alle discontinuit; unit ecosistemiche esistenti e loro grado di isolamento e frammentazione, assieme alle connessioni e

Una pianificazione territoriale su basi ecologiche in grado di fornire sia unanalisi integrata del paesaggio

sua formazione e sviluppo, sia la valutazione dellincidenza che le attivit umane esercitano sulluso qualita-

analisi della geometria attuale degli elementi di naturalit, incluso la loro collocazione allinterno delle previsioni di trasformazione relative al territorio in oggetto (distribuzione attuale e prevista dellurbanizzazione, mutamenti nelle culture prevalenti, fenomeni di abbandono, nuove infrastrutture); stato e i carichi delle risorse territoriali. caratteri qualitativi e quantitativi delle aree naturali con valenze culturali e paesistiche sia a individuare lo RECUPERO, TUTELA, PIANIFICAZIONE E PROGETTAZIONE

Sulle basi dellecologia del paesaggio, la disciplina dellarchitettura del paesaggio si trova, quindi, non limi-

tata al progetto dei giardini e del verde urbano, e si estende alla pianificazione ambientale su scala territo-

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riale. Oltre che della qualit dellambiente urbano e suburbano, si occupa anche della riqualificazione dei

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territori sottoposti a sfruttamenti e trasformazioni di ogni genere, fino a interessarsi secondo solide basi ecologiche a problemi di progettazione, pianificazione, conservazione, rigenerazione dei territori nel loro insieme, tenendo conto dei caratteri paesistici dei luoghi, sia naturali che culturali, e delle particolarit dellambiente naturale (CALCAGNO, 1996). Al tempo stesso, formulandosi sulla base dellecologia, la pianificazione e progettazione del paesaggio non si limita alla tutela e conservazione dello stato attuale attraverso il ricorso a interventi passivi, ovvero retrospettivi, di mera salvaguardia, negando quindi possibilit e opportunit legate allo sviluppo e alla progettazione di nuovi interventi sul territorio. Il cambiamento apportato dal progetto paesaggistico tenta, invece, di riqualificare, valorizzare e sviluppare il paesaggio interessaggio in questione. In questottica, proprio e soltanto mediante un lavoro comune e integrato dei diversi gestione degli habitat esistenti: agricoltura naturalistica, gestione adeguata delle aree verdi pubbliche ecc.; turalizzazione in aree intercluse e in altri spazi residuali; colture a perdere; formazione di microhabitat; ricreative urbane o extraurbane con elementi di interesse naturalistico; logica su tutti livelli. logici, funzionali, fruitivi ed estetici possono essere assicurati negli interventi di:

sato in modo integrato e sostenibile, cio coerente con le dinamiche, funzioni e valenze intrinseche del paespecialisti che si occupano del progetto e della gestione del territorio e del paesaggio, adeguati valori eco riqualificazione degli habitat esistenti: interventi di ingegneria naturalistica nei corsi dacqua, formazione di costruzione di nuovi habitat: nuovi nuclei boscati extraurbani, bacini di laminazione, recuperi di cave, eco-

siepi e filari arboreiarbustivi in aree agricole o urbanizzate; rinaturalizzazioni polivalenti in fasce fluviali; rinasistemi filtro, barriere antirumore, fasce tampone, fasce arboree stradali e ferroviarie, filari stradali, strutture topassi, passaggi per la fauna, piantumazioni per la riconnessione degli habitat, pianificazione della rete eco opere specifiche di deframmentazione: rinaturalizzazione, opere di ingegneria naturalistica, ponti e sot-

BIBLIOGRAFIA DI RIFERIMENTO A. MANIGLIO CALCAGNO, Verso una scuola italiana di ecologia del paesaggio, in V. INGEGNOLI e S. PIGNATTI (a cura di), Lecologia del paesaggio in Italia, CittStudiEdizioni, Milano, 1996, pp. 219224. R. COLANTONIO, G. M. GIBELLI, Ecologie, in A. CLEMENTI (a cura di), Interpretazioni di paesaggio, Meltemi, Roma 2002, pp. 161178. APAT/ARPAT GINESTRA, Reti ecologiche a scala locale. Lineamenti e indicazioni generali, INU, Roma 2003.

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Il progetto di paesaggio alla scala territoriale


Emanuele Von Normann

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La progettazione del paesaggio a scala territoriale, come daltra parte quella a una scala ben pi ridotta,

non pu esser affrontata senza prima aver guardato, visto e quindi conosciuto il territorio su cui intervenire. nere linsieme stesso in tutte, o quasi, le parti che lo compongono. Il territorio che prendiamo in esame generalmente il territorio extraurbano. La maggior parte delle volte questo territorio compromesso nella sua integrit da forme di paesaggio urbano o antropizzato, pi o meno presenti. Quando questo avviene avuto motivo di intervenire; queste valenze sono semplicemente diverse. ne, mutando nel tempo con adattamenti pi o meno traumatici.

Saper vedere il paesaggio vuol dire acquisire quel livello di conoscenza dellinsieme che permette di discer-

ci si trova di fronte a una ricchezza di valenze altrettanto forti di quelle di un territorio in cui luomo non ha Il territorio ha determinato e subito la trasformazione del paesaggio con un processo in continua evoluzioOgni azione su di esso deve quindi riconoscere le trasformazioni avvenute fino al momento di avviare la propria azione/mutazione, affrontare le ipotesi legate alluso che si ritiene pi idoneo e leggere quei segni che ne determinano le sue pi attuali peculiarit. Il territorio composto quindi da un certo numero di eleritorio urbano, come quello extraurbano, , quindi, il risultato di un certo numero di segni, tracce o trame che ne compongono la sua storia e lo fanno divenire paesaggio. I segni che lo compongono possono terizzati da materiali inerti. menti, e in una determinata quantit, che lo caratterizzano e ne fanno un ambito unico e irripetibile. Il teressere naturali, naturali derivati dallazione delluomo, e quindi indotti, o decisamente antropizzati e caratCi si trova ad avere a che fare con tipi diversi di tracce che si distendono sul territorio e si articolano tra loro componendo un insieme complesso di elementi dalle potenzialit e problematicit le pi diversificate tra loro. Diventa molto significativo, quindi, discernere quegli specifici componenti per riconoscere il tipo di paesaggio in cui ci si trova a operare, e con quali elementi presenti lavorare alla realizzazione di un nuovo insieme riconoscibile come paesaggio. La composizione di questi segni ha certamente gi determinato la modo tale da far risultare queste aree differenti da quelle limitrofe. formazione di aree riconoscibili come omogenee in quanto contenenti elementi simili tra loro o composti in Siamo abituati a vedere immagini di paesaggi fotografati o ripresi dallalto in cui si rileggono in chiave pit-

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torica alcuni segni del territorio; queste immagini risultano pi chiare e affascinanti quando la natura, o comunque luomo sul territorio, intervenuto in modo da ottenere degli ambiti riconoscibili come omogerio, viene analizzata nelle sue componenti che la rendono omogenea. E quando allinterno di queste aree nei e quindi intuitivamente non naturali. Questo genere di lettura del paesaggio, per quanto pittoricamensi vengono a trovare uno o pi elementi diversi dagli altri che le compongono, la lettura si arricchisce di no essere determinate solamente da variazioni cromatiche o invece da volumi. te rilevante, diventa ancora pi interessante quando una superficie, o comunque una porzione del territoquelle variabili che rendono complesso e quindi interessante un paesaggio. Queste variabili possono essere delle tracce lineari, puntiformi o forse dei piani diversi, ad esempio delle assenze in una massa; possoGli elementi riconoscibili e riconducibili alla determinazione di unarea omogenea possono essere classifimente necessario, essere coadiuvato da elementi diversi. Un esempio di elemento diverso, tipico nel

cati tra gli elementi uguali tra loro. Quindi, larricchimento di unarea omogenea pu, ma non strettapaesaggio, la presenza di un albero di specie differente da quelle presenti in unarea omogenea; differente perch spogliante tra sempreverdi, perch fiorisce in primavera di un colore non presente nella stessa area o in un periodo diverso dagli altri alberi intorno, o perch in autunno assume una colorazione verso pu anche essere una infrastruttura lineare; una strada ad alto scorrimento, ad esempio. Questo un verso la realizzazione di una rete di interventi si deve rendere il paesaggio partecipe della presenza della strada, ma anche divenire scena percepita a differenti velocit dalla strada stessa. tra loro, o in masse pi o meno omogenee, usati come elementi singoli. miglia non comune alle altre specie dello stesso areale e presenti nello stesso luogo; ma lelemento divercaso tipico in cui la diversit deve diventare quasi sempre il soggetto principale della progettazione: attraNella progettazione del paesaggio le strade, gli edifici, come gli alberi, i fiori, la luce e lombra, lacqua e la

terra, rientrano nella categoria dei materiali della progettazione; questi materiali possono essere composti Esistono molte variabili e moltissime ipotesi compositive dei materiali a uso del paesaggio. Ad esempio, nella progettazione delle masse vegetali determinante, alla formazione di un micro ambiente equilibrato, luso di pi specie arboree e arbustive; in questo modo, oltre a ottenere la possibilit di vivere un paesaggenei; questo il modo pi immediato, ma a volte anche il pi ovvio, per riprendere e portare allinterno della progettazione quelle tracce gi presenti nel territorio che si vuole rafforzare. gio in continuo movimento, si ottengono delle qualit nella progettazione che una vasta area su cui pre-

sente una sola specie non potr dare. Gli alberi possono essere composti anche in filari pi o meno omo-

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Senza voler fare una casistica dei modi in cui un territorio, pianeggiante o mosso, arido o fertile, antropizzato o meno, possa essere progettato, importante ribadire che diventa paesaggio solo attraverso la lettura delle sue specificit.

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