Report lezione 06.05.
2021
Luoghi necessari e architetture adattabili
Nelle ultime lezioni del corso il tema progettuale viene
trattato collettivamente e studiato in ogni sua compo-
nente necessaria, il progetto viene dunque accompa-
gnato dal fondamentale dibattito con architetti e scrittori
di livello europeo, conoscitori di tematiche essenziali per
gli obiettivi che un laboratorio di progettazione si pone di
ottenere, che possono spaziare dalla quanto più vasta
conoscenza dei riferimenti progettuali, a tematiche pret-
tamente sociali come il senso di appartenenza ad un
luogo o quartiere.
Il punto di vista esterno della nona lezione è stato quello
dell’architetto Gianni Biondillo, scrittore e docente di
“Psicogeografia e narrazione del territorio” presso
l'università svizzera, “Accademia di Architettura di Men-
drisio”. L’architetto nel suo intervento discute di temi
fondamentali, quali la rivitalizzazione di quartieri come
rimedio al degrado urbano, tramite innanzi tutto la cono-
scenza di un determinato luogo. La domanda che
pone è infatti: “È necessario quel luogo?”, se la risposta
è affermativa, allora si deve avviare un processo di
conoscenza di esso, seguito da dibattiti sociali prima
ancora che amministrativi.
Una delle frasi che più mi ha fatto riflettere sul tema della
conoscenza di un quartiere è stata “non si può afferma-
re con convinzione di conoscere un luogo se non lo si
percorre a piedi”, l’architetto infatti, considera un quar-
tiere come un grande laboratorio nel quale studiare gli
effetti che le scelte progettuali hanno nei confronti
dell’intera città. Per questo motivo, per osservare
correttamente ogni esigenza di un quartiere, bisogna
attraversarlo e viverlo, carpendo attraverso di esso le
reali necessità che spesso sfuggono ad una analisi a
scala maggiore.
Un altro tema affrontato dal professore Biondillo è il
“senso di appartenenza” ad un quartiere, che lo stesso
architetto definisce fondamentale per ogni luogo e dal
quale scaturisce la cura per lo spazio pubblico da parte
di ogni abitante e frequentatore. In molte città del Nord
Europa queste dinamiche di appartenenza sono ad
oggi molto forti e la cura della piazza risulta ormai basila-
re per ogni cittadino che la frequenta. È possibile ricava-
re anche nei nostri quartieri tale appartenenza? Si, è
possibile e risulta fondamentale, ma è un processo che
attraversa intere generazioni tramite l’insegnamento di
valori ecologici e la creazione di servizi d’eccezione
locale che instaurino nella popolazione una propria
identità e un radicamento sociale.
Questi temi risultano importanti per ottenere una diversa
chiave di lettura per la progettazione in qualsiasi luogo,
specialmente a Brancaccio, dove l’opportunità proget-
tuale incontra l’occasione per migliorare lo stato di
degrado delle vie, ignote a molti palermitani, di uno
storico quartiere che oltre alla volontà, possiede anche
grande qualità paesaggistica da poter mostrare.
Dalle preziose parole di uno scrittore contemporaneo
possiamo notare come un architetto non deve fermarsi
solamente alla professione di progettista, ma deve
mostrare curiosità e capacità di “adattamento”, diven-
tando anche barbiere, panettiere, meccanico a secon-
da dell’esigenza. E come l’architetto anche le architettu-
re devono avere adattabilità. “La forza dell’architettura
sta nella sua apparente debolezza: il tempo che inter-
corre da quando viene ideata a quando viene material-
mente prodotta. Nessuna architettura è mai davvero
contemporanea al suo tempo. Nessun programma
distributivo, tecnologico, tipologico, potrebbe risponde-
re a una richiesta immediata, urgente. C’è uno spazio di
aleatorietà e versatilità che viene naturalmente incorpo-
rato dalla cassa muraria di un edificio. E una sua conna-
turata attitudine all’adattamento. Ciò che sembra perciò
rigido e inattuale è anche capace di farsi riusare di volta Bibliografia:
in volta in modo differente”. 1. G. Biondillo, “Lessico metropolitano”, Ugo Guanda Editore, 2021, Milano, pp 22.
Mincica Gaetano Emanuele
Sarah Lo Buglio
REPORT 09