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atlante dei corsi di progettazione architettonica

architettura
1.2007

FIRENZE

Periodico semestrale Anno XI n.1 Euro 7 Spedizione in abbonamento postale 70% Firenze

In copertina: Nanni di Banco (dopo il 1413) Tabernacolo dellArte dei Maestri di pietra e legname, particolare del bassorilievo raffigurante architetti e scultori allopera Firenze, Orsanmichele foto Massimo Battista

architettura
1.2007
presentazione corso di laurea in architettura La figura di Architetto - Fabrizio Rossi Prodi Laboratorio di Progettazione Architettonica 1 - Giacomo Pirazzoli Elisabetta Agostini - La costruzione del progetto Fabrizio Arrigoni Roberto Berardi Giacomo Pirazzoli - Dellinizio Laboratorio di Progettazione Architettonica 2 - Fabio Capanni Fabio Capanni - Lesperienza del progetto di architettura Alberto Manfredini Renzo Marzocchi Vittorio Pannocchia - Un luogo, una fermata, una sosta Andrea Ricci - Scuola e contemporaneit Fabrizio Rossi Prodi - Caratteri e figure dellarchitettura in Toscana Andrea Volpe - Progettare larchitettura ascoltando Laboratorio di Progettazione Architettonica 3 - Francesco Collotti Gianni Cavallina - Nuove citt antichi segni Pierfilippo Checchi Francesco Collotti - Il percorso di ogni progetto Maria Grazia Eccheli - Prato di pietra Virginia Stefanelli - Atteggiamento critico per progettare nella complessit presentazione corso di laurea in scienze dellarchitettura I laboratori progettuali - Saverio Mecca Laboratorio di Architettura 1 - Alberto Breschi Laura Andreini - Abitare nel centro storico Valerio Barberis - Misurazioni poetiche Giulia Chiappi - La casa a schiera tra individualit e aggregazione Piero DeglInnocenti 2 4 6 8 10 12 14 16 18 20 22 24 26 28 30 32 34 36 38 40 44 46 48 50 52 54 56 58 60 62 64 66 68 70 72 74 76 78

FIRENZE

Periodico semestrale* del Dipartimento di Progettazione dellArchitettura viale Gramsci, 42 Firenze tel. 055/20007222 fax. 055/20007236 Anno XI n. 1 - 1 semestre 2007 Autorizzazione del Tribunale di Firenze n. 4725 del 25.09.1997 ISSN 1826-0772 Direttore - Maria Grazia Eccheli Direttore responsabile - Ulisse Tramonti Comitato scientifico - Maria Teresa Bartoli, Roberto Berardi, Giancarlo Cataldi, Loris Macci, Adolfo Natalini, Paolo Zermani Capo redattore - Fabrizio Rossi Prodi Redazione - Fabrizio Arrigoni, Valerio Barberis, Fabio Capanni, Francesco Collotti, Fabio Fabbrizzi, Francesca Mugnai, Giorgio Verdiani, Andrea Volpe, Claudio Zanirato Info-grafica e Dtp - Massimo Battista Segretaria di redazione e amministrazione - Gioi Gonnella tel. 055/20007222 E-mail: progeditor@prog.arch.unifi.it. Propriet Universit degli Studi di Firenze Progetto Grafico e Realizzazione - Massimo Battista - Centro di Editoria Dipartimento di Progettazione dellArchitettura Fotolito Saffe, Calenzano (FI) Finito di stampare marzo 2007
*consultabile su Internet http://www.unifi.it/dpprar/CMpro-v-p-34.html

Fabio Fabbrizzi - Sul progetto Ulisse Tramonti - Completamento e riqualificazione di uno spazio urbano a Firenze Laboratorio di Architettura 2 - Flaviano Maria Lorusso Carlo Canepari Antonio Capestro - Abitare sullArno Paolo Iannone Nicoletta Novelli - Sul fiume, operativamente: residenza aggregata a pi stelle Laboratorio di Architettura 3 - Marino Moretti Flaviano Maria Lorusso - GFA - Galleria Facolt Architettura Eugenio Martera - Muv - Il Museo del Viaggio Marino Moretti - Modexpo Claudio Zanirato - Progetto e trasformazione

La figura di Architetto
Fabrizio Rossi Prodi

Larchitettura uno strumento della conoscenza, essa giudizio critico sulla realt delle cose, sia nella sua dimensione analitica che propositiva. Larchitettura riflette i caratteri e le aspettative della societ e li riversa nelle forme e nella struttura del paesaggio. Essa affronta i cambiamenti, ne registra i fattori e promuove formulazioni anticipatrici, ma ha anche il compito di preservare la struttura fondamentale dellambiente e del paesaggio storicizzato nel quale si svolge la vita delle comunit. La societ contemporanea, con la sua interdipendenza economica e informativa, impone tuttavia un ritmo sempre pi accelerato ai processi di trasformazione, alle pratiche sociali e alle forme dellabitare, che pongono responsabilit maggiori a coloro che si occupano della tutela del paesaggio naturale e costruito e che richiedono risposte adeguate sul piano professionale, ma anche sul piano formativo delle nuove generazioni. In questo scenario di cambiamento larchitettura deve rifondare continuamente i propri statuti disciplinari e ridefinire i rapporti con le discipline connesse. Essa deve ritrovare i fondamenti tradizionali del saper fare, ma soprattutto del sapere, secondo le finalit di una formazione culturale alta. Non deve essere dunque confusa con una tecnica, essa strumento conoscitivo e interpretativo dei problemi complessi e proposta creativa, che unisce i due momenti: critico e operativo. La conoscenza dei principi, delle finalit e degli strumenti del progetto darchitettura, di conservazione e del paesaggio urbano e naturale e la loro continua verifica operativa, costituiscono il nucleo centrale e la principale

finalit della formazione dellarchitetto. Se questo rimane il centro del mestiere dellarchitetto e loggetto principale dellofferta didattica dei primi due anni - tuttavia la natura complessa delle problematiche richiede anche un certo grado di acquisizione di informazioni e conoscenze extradisciplinari, sia umanistiche che tecnico-scientifiche, che facciano maturare nellallievo la capacit di svolgere un compito di regista in grado di operare nella sintesi fra discipline diverse, mantenendo una capacit critica di proposta e di controllo ai fini del progetto di architettura e di trasformazione dellambiente, del paesaggio e del territorio. Ritengo fondamentale che il Corso di Laurea ponga al suo centro la formazione di una profonda conoscenza dei presupposti teorico-critici, delle tecniche e degli strumenti della composizione e progettazione architettonica, ove il progetto strumento della conoscenza, giudizio critico ed espressione di valori e di significati volti a rafforzare il senso di appartenenza degli uomini ai luoghi, il recupero dellidentit del paesaggio e della citt, il rispetto della dignit dellabitare e concili le esigenze di cambiamento con il rispetto delle preesistenze ambientali. Una personalit siffatta necessita di una solida base culturale, unadeguata formazione sulle discipline compositive e progettuali, sulle condizioni di vivibilit e le forme di vita aggregata, sulla figurabilit e la rappresentazione delle istituzioni e dei valori delluomo, sugli strumenti di rappresentazione, sulla costruttivit e le tecniche; ma la maturazione presuppone che tali aspetti vengano filtrati attraverso una rilettura storica delle forme

costruite, nel loro rapporto con il tempo, con la citt e il territorio e assimilati e sperimentati attraverso lesercizio del progetto, in modo da favorire la formazione di una personalit responsabile, autonoma, libera e critica. Questo rapporto serrato fra conoscenza e progetto, esso stesso inteso come strumento della conoscenza, stato posto alla base di un processo di revisione critica della didattica e di qualificazione dellofferta formativa che ha coinvolto tutto il Corso di Laurea, anche in conseguenza della ridefinizione delle Classi di Laurea e degli adempimenti connessi, e che ha investito finora i primi tre ani dei Laboratori di Progettazione. La prima fase di questo processo ha riguardato una iniziale razionalizzazione dellofferta didattica, attraverso lindividuazione delle criticit e delle necessit di coordinamento orizzontale e verticale con altri laboratori e altre discipline, la definizione di uno Statuto della Disciplina come carta dellofferta didattica per ciascun insegnamento, lindividuazione di alcuni azioni correttive e la parziale ridefinizione dei programmi didattici. Lesito di tale lavoro si ritrova negli Statuti, in una maggiore omogeneit dellofferta formativa di ciascun insegnamento, in alcuni fattori di coordinamento fra corsi e in alcune modifiche del Manifesto e della struttura di orario, tutte condizioni destinate a riflettersi nella formazione degli allievi. tempo per, che questa prima fase di razionalizzazione lasci il campo a una proposta pi organica e complessiva di riforma del regolamento didattico e del manifesto, che penso ci vedr impegnati nei prossimi mesi.

Corso di Laurea in Architettura Laboratorio di Progettazione Architettonica 1

Dellinizio: i Laboratori di progettazione architettonica 1 Dellinizio la questione fondamentale del primo anno del (nuovo) corso di studi universitari. 1 Dellinizio faccenda che unisce ciascuno per il proprio ruolo docenti ed allievi; i primi perch vogliamo cominciare bene, e allora inevitabilmente sarebbe meglio che alcuni argomenti particolarmente importanti fossero gi noti, da prima (ma da prima dellinizio?), agli allievi; questi ultimi secondi nellordine a seguire questo ennesimo ragionamento congetturale perch da qualche parte debbono indubbiamente iniziarla, prima o poi, la Facolt alla quale hanno scelto di iscriversi, peraltro superando un test piuttosto micidiale. Dunque il Laboratorio di Progettazione 1, disciplina caratterizzante lintero Corso di laurea in architettura e di questo vera spina dorsale, disciplina che ogni anno si ripeter sempre diversa (cio 2, 3 e 4, per poi infine misteriosamente cambiar nome e disvelarsi quale Laboratorio di Sintesi, un nome ritenuto un po chimico forse proprio per questo anche plastico dunque appropriato) sotto forma di esame annuale di 8+4 Crediti Formativi Universitari, per acronima eleganza definiti CFU e come tali erogati. Dallinizio chiaro che sarebbe p.e. utile conoscere gi il disegno, dunque i corsi di rappresentazione servono subito, prima del Laboratorio; tuttavia iniziano contemporaneamente, nel primo semestre, entrambe le materie. Altrettanto chiaro che sarebbe utile conoscere la storia dellarchitettura, an-

che questa possibilmente prima di iniziare a far righe o modelli. Come pure la tecnologia, o la matematica o la geometria o lurbanistica. Non rarissimo in Italia in effetti il caso di qualche progettista che, magari gi laureato, si sia ritrovato a dover cominciare ad approcciare il progetto di architettura, pur avendo sostenuto esami su quasi tutto quanto attorno: studi importanti, con ricca documentazione fotografica, dimostrano la verit di questo fatterello che pare per caso aver concorso (insieme ad una committenza insignificante ma apparentemente mai responsabile, ad una burocrazia stolida etc.) alla molto evidente distruzione del paesaggio dellExBelPaese. Anche per queste ragioni la Facolt fiorentina che rilascia il diploma di laurea magistrale 4/S, quello che richiede a priori cinque anni filati, senza uscite intermedie n mezzi termini, quello da sempre conforme alla direttiva UE 384/85 (o 385/84?), ha inteso farsi carico del coordinamento sia dei Laboratori di progettazione che, complessivamente, degli insegnamenti a tutti gli anni di corso (qui del primo anno, nella fattispecie). In particolare toccato per qualche tempo al sottoscritto GP (su indicazione della Commissione didattica) mettere a punto attraverso alcune riunioni con i colleghi ed i rappresentanti degli studenti

le linee guida per uno Statuto dei Laboratori di progettazione 1. In pratica, senza tradire il sacrosanto principio della libert di insegnamento un principio oggi apparentemente diafano, un principio la cui mancanza p.e. durante il ventennio fascista (che pure molto ha dato allarchitettura e allurbanistica) ha significato anche deportazioni, purghe ed altre anghere per taluni professori abbiamo cercato di metterci daccordo su quel che utile insegnare; ovvero su quel che a ciascuno di noi riesce di insegnare; o, aulicamente, su quel che si intende per Progetto di architettura. Siccome per gli architetti come noto siamo un po generalisti, abbiamo cercato di capirci meglio pi ancora che in modalit orale, dato che larchitettura orale non esiste2 con qualche esempio, giusto per scoprire le carte; ed abbiamo fatto mostre al SESV (che proprio per le mostre uno degli spazi meno adatti al mondo, ma tant, questo la sorte ci ha dato), mostre didattiche ovvero di materiali didattici, per capire e capirci, a consuntivo, noi e gli allievi; e, nella migliore tradizione accademica, ci siamo organizzati anche un piccolo convegno aperto, per insultarci un po, a volte in quel modo cos raffinato che non sempre gli allievi stessi riescono a notare. In questa maniera un po induttiva ab-

biamo redatto lo Statuto dellinizio, strumento di riferimento non coercitivo sovraordinato ai singoli programmi elaborati dai singoli docenti; in sostanza, per sancire che al primo anno auspicabile lavorare pensando con attenzione alla citt al progetto di un organismo architettonico semplice, che tuttavia qualche aurorale ragionamento sul come (fino cio a sviluppare un particolare costruttivo) gradito, che importante curare il rapporto con il luogo come dato di partenza e che il paesaggio pu essere esso stesso tema fertile col quale misurare e misurarsi, che la storia un pezzo irrinunciabile della nostra identit, che non male anche favorire lo sviluppo di capacit di lettura ed appropriazione delle architetture dei Maestri (cio dei grandi architetti, sovente gi morti; questo credo sia perch alcuni di noi ritengono che tra gli architetti viventi oggi non vi sia un cos gran numero di Maestri, sia perch, in omaggio alla via italiana allinnovazione, ai giovani vengon sempre preferiti i vecchi, rispetto ai quali ultimi per, a priori, i morti son sempre ritenuti pi affidabili considerandone la comprovata esperienza). Personalmente, ritengo che a questo tipo di impostazione non sia stato cos estraneo quanto nello stesso momento si stava facendo nellambito del Dottorato di ricerca in progettazione architettonica e urbana come riflessione di lungo periodo sulle radici dellinsegnamento del progetto darchitettura nella Facolt fiorentina.3 Naturalmente, cos fu detto, quanto fatto con gli Statuti sempre da considerarsi lavoro aperto, ovvero in progress, da aggiornare anno dopo anno giusto per ricordarci che anche la contemporaneit scorre, come tutto, del resto. Non paghi, come scrivevo sopra, una volta predisposto lo Statuto dei Laboratori di progettazione 1, a quel punto a livello di Corso di laurea stato posto lobiettivo di coordinare in orizzontale tutti gli insegnamenti del primo anno, cio di fare in modo che dallinizio fossimo tutti un po pi corali

nellofferta didattica. Dunque nuova serie di riunioni docenti/studenti, ed il lavoro degli Statuti che era stato nel frattempo affrontato per le singole discipline, stato discusso e condiviso. Spesso in modo imprevisto e misterioso, questi incontri hanno generato contraccolpi, scoperte scientifiche ed umane, fraintendimenti, sodalizi interdisciplinari etc. In modo trasversale e con adeguata casualit le energie in campo si sono rimescolate, e le strategie morbide hanno dato frutti interessanti. Riassunte nel modo bidimensionale che un catalogo a stampa consente, con disegni e modelli qui di seguito sono illustrate le principali differenze tra i Laboratori dellinizio del nostro Corso di laurea; riteniamo anche questa una fertile questione di identit alla quale, in quanto istituzione universitaria, non intendiamo sfuggire, mettendoci in gioco insieme alle energie nove degli allievi; fin dallinizio. Giacomo Pirazzoli

Rimando qui, a sproposito, a M.Cacciari, Dellinizio, Adelphi, Milano 1992. Uno dei frutti teorici della Facolt fiorentina della fine degli anni ottanta del secolo scorso fu linsuperata Equazione del GKK, dovuta appunto a G. K. Koenig, il quale sosteneva che un disegno val pi di mille parole e unarchitettura realizzata val pi di mille disegni, dunque ben pi di un milione di parole. Con chiarezza, in quegli anni, la pratica del passaggio progettuale da due a tre dimensioni (dal disegno al modello o plastico che dir si voglia) era ancor meno in uso di oggi, nonostante oggi sia diffuso appunto chiamare tridimensionali dei disegni alchemicamente fuoriusciti dallo schermo (evidentemente piatto) di un computer. 3 Qui devo rimandare ai singoli contributi non sempre comparabili per qualit finale degli allievi del Dottorato di ricerca, che possibile consultare nel nostro Dipartimento di Progettazione dellArchitettura; per un ragionamento recente sulla Facolt fiorentina ed il contesto dal qual discende, vd. anche F. Rossi Prodi, Carattere dellarchitettura toscana, Officina, Roma, 2003.
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Elisabetta Agostini

La costruzione del progetto

1-2-3 Novella Terzani Baccani, Veronica Vasarri Planivolumetrico, pianta piano terra, modello di studio 4-5-6-7 Giulio Senserini, Giuseppe Zuccarello Pianta piano primo, planivolumetrico, modello di studio

LABORATORIO DI PROGETTAZIONE DELLARCHITETTURA 1


DISCIPLINA CARATTERIZZANTE
Composizione Architettonica e Urbana: Elisabetta Agostini A.A. 2004-2006

MODULI DIDATTICI
Analisi della Morfologia Urbana e delle Tipologie Edilizie: Elisabetta Agostini A.A. 2004-2006 Collaboratori: Emiliana Carbini Francesca Mugnai

Nello sguardo intento ad inseguire il continuo passaggio dallo spazio narrativo allo spazio fisico narrato nei disegni e nei modelli di studio e, nella migliore delle ipotesi, costruito, larchitettura tenta di stabilire un punto di rinnovato equilibrio tra universalit tipologica e singolarit del luogo, tra ieraticit di segno ed esuberanza di forma. Il Laboratorio di Progettazione, breve ma faticoso apprendistato in cui lesperienza del progetto veicola, in scala ridotta, tutte le difficolt del mestiere dellarchitetto dal pensiero dello spazio alla sua costruzione fisica, vede affiancati degli assidui

compagni di viaggio: la tradizione, chiamata a mettere a fuoco tracce gi percorse perch lidentit della vicenda contemporanea produca un avanzamento, quella distanza tra presente e passato che T. S. Eliot annuncia come consapevolezza;1 il disegno, pratica costante e faticosa dei luoghi osservati e sedimentati nei rapporti di scala, nelle luci ed ombre dei volumi, ma anche nella impalpabile complessit delle atmosfere che concorrono nella definizione del loro carattere; la costruzione, lenta e paziente, dalla pianta alla sezione fino allalzato e, di pari passo, del modello, perch le relazioni intuite di-

vengano fatto fisico ed inconfutabile. Il prato della Catena, stretto tra gli attuali Viale degli Olmi e Viale Lincoln, costituiva linizio della passeggiata nel Parco delle Cascine per chi proveniva dal centro di Firenze. Il tema di progetto un luogo per lo studio, in cui il silenzio o il rumore sordo della citt che cresciuta alle spalle e tuttintorno dettano la condizione di un rinnovato senso di misura e di coscienziosa assunzione della delicata vena dei luoghi in cui innestare quello scarto consapevole che misura della nostra contemporaneit. I progetti reiterano la giacitura del corso dacqua, il diametro della citt di

Firenze, nonch alcune matrici a cui la citt rimane fedele nella continua costruzione della propria identit: la corte aperta sul paesaggio e la loggia, traguardi visivi inderogabili per la comprensione e lappropriazione di quella dimensione esterna in cui a Firenze Rilke aveva riconosciuto i caratteri di una stanza.3 La declinazione del tema intesa come un generoso tributo ad una imprescindibile relazione con il paesaggio laddove il nitido idioma della citt di Firenze convive con una nebbiosa mistificazione: la progressiva sovrapposizione di trame urbane e tessuti viari evolve irrimediabilmente ver-

so la gi nota solitudine dei monumenti. Le distanze progrediscono mentre paradossalmente le citt da tempo continuano a disseminare nelle campagne grandi case, sparse tra le ville e le pievi sopravvissute, e proseguono grandi vie, dal disegno ormai informe, che si rincorrono scavalcandosi vicendevolmente.
1 Cfr Eliot T. S., Tradizione e talento individuale in Opere 1904.1939 Milano 2001 2 Cfr Barfucci E., Giornate fiorentine: la citt, la collina, i pellegrini stranieri Firenze 1958 3 Rilke scrive della terrazza della Pension Benoit sul Lungarno Serristori ( una casa di cui mi appartiene il tetto piano, sia nella parte coperta che in quella aperta sul cielo). Rilke R. M., Florenzer Tagebuch Milano 1998

Fabrizio Arrigoni

LABORATORIO DI PROGETTAZIONE DELLARCHITETTURA 1


DISCIPLINA CARATTERIZZANTE
Composizione Architettonica e Urbana: Fabrizio Arrigoni A.A.2003-2006

MODULI DIDATTICI
Analisi della Morfologia Urbana e delle Tipologie Edilizie: Alessio Palandri A.A. 2003-2006 Collaboratori: Tommaso Barni Massimo Lepera Alessio Palandri

Si pu acquisire qualcosa circa larchitettura o nella bottega di un artigiano (per muta imitazione) o attraverso i propri inevitabili errori di autodidatta ( ben vero che insegnare larte significa insegnare a far da s). Un apprendimento profondo si struttura solo attraverso la prassi, il concreto metterin-opera, dove il ruolo dellinsegnante quello sfuggente del testimone: in arte linsegnamento decisamente operativo: il maestro non insegna collimpartire nozioni teoriche o principi speculativi o leggi generali o spiegazioni scientifiche, ma facendo fare, e

lalunno non impara nel senso daccrescere un patrimonio di cultura dottrinale, ma facendo e operando. Ogni serio apprendistato attraversato, scosso, da pensieri e comportamenti contrastanti, opposti nella loro essenza ma paradossalmente solidali. Dunque, anche se difficili da distinguere, adozione ed obbedienza convivono e maturano a stretta contiguit con libert e confutazione, poich tradizione e tradimento sono il recto ed il verso di un medesimo foglio. Ci che al fondo rimane quale cifra permanente di una continuit da proteggere una

condivisione etica: lesser stati per un giorno o una vita figli di una sola speranza. Quanto agli strumenti a disposizione, essi sono solo due ma hanno una grande vicenda alle loro spalle ed un futuro che sempre si rinnova: il disegno ed il modello. Limitare limpiego della voce e aumentare luso della scrittura (bidimensionale e tridimensionale) sono la prima delle regole adottate nel laboratorio. Progetti come brevi passi di un viaggio appena intrapreso mostrano le inclinazioni pi radicate e resistenti di una scuola tessuta da pochi precetti essenziali: laffida-

mento e la scelta della ragione piuttosto che dellistinto, della semplicit piuttosto che dellaccumulo, della memoria piuttosto che delloblio, della coerenza piuttosto che dellarbitrio, del fatto collettivo piuttosto che dellespressione individuale, del tempo lungo e denso di sedimenti e lasciti del mestiere piuttosto che quello corto e vuoto della avanguardia.

1 Matteo Poggesi Museo Henraux presso la cava delle Tagliate, Seravezza, Lucca A.A. 2005-2006 2 Letizia Cavallini Studio di un edificio per la residenza a Pistoia A.A. 2004-2005 3 Giovanni Cannarile Studio di un edificio per la residenza a Pistoia A.A. 2004-2005 4 Lucia Pigini Museo Henraux presso la cava delle Tagliate, Seravezza, Lucca A.A. 2005-2006

Roberto Berardi

LABORATORIO DI PROGETTAZIONE DELLARCHITETTURA 1


DISCIPLINA CARATTERIZZANTE
Composizione Architettonica e Urbana: Roberto Berardi A.A. 2003-2006

MODULI DIDATTICI
Analisi della Morfologia Urbana e delle Tipologie Edilizie: Salvatore Barbera A.A.2003-2006

Lavvicinamento degli studenti alle pratiche dellArchitettura avviene attraverso lo studio di un luogo, della sua formazione e delle realt che lo costituiscono. Questo luogo la Firenze medievale e rinascimentale, aristocratica e popolare. Gli studi e le esercitazioni di progetto si applicano a particolari circostanze e luoghi del luogo, che vengono individuati, analizzati e fissati come componenti del progetto. Accanto a un tema, che qui non illustrato, ma che aiuta alla comprensione della composizione per armonia di proporzioni, vengono sviluppati due progetti. Riportiamo qui solo i mo-

delli per economia di spazio. Uno prevede una piccola torre panoramica ai bordi del Largo Annigoni: percorso in salita, interrotto da piattaforme, schermato rispetto al sole estivo e al vento del nord-est, aperta alla veduta della piazza Ghiberti, e suscettibile di accogliere, senza determinazioni funzionali, lettura, conversazione, ascolto personale della musica, conversazione. Presentiamo qui tre esempi: uno, basato sullo schema di due quadrati eguali, intrecciati tra loro: Fig 1. Il secondo basato invece sulla rampa ad elica, Fig. 2, e vuole affermarsi come singolarit. Il

terzo, Fig. 3, basato sempre sullintreccio di due quadrati uguali. Il secondo tema daltro tipo: si tratta di un piccolo padiglione di riposo e riflessione, ricavato nel bastione di Machiavelli e Michelangelo, addossato alle mura sud di Firenze, nei pressi del Forte di Belvedere e adiacente al Parco Bardini. Presentiamo qui, Fig. 4, un progetto di padiglione pensile, affacciato su via di Belvedere, audacemente a sbalzo rispetto al muro del bastione. Lo stesso tema trattato in Fig 5 e Fig. 6. Parallelamente alle attivit di esperienza progettuale, gli studenti si applicano allo

studio di unopera di architettura di architetti illustri del XX secolo, scelta allinterno della produzione globale dellarchitetto prescelto. Presentiamo qui tre lavori, che ci sembrano notevoli per impegno: il modello della Sinagoga Hurva a Gerusalemme di L. I. Kahn, Fig.7, e sempre di Louis I. Kahn, la Biblioteca Philip Exeter, Fig.8, uno dei progetti di Louis Kahn per il Palazzo dei Congressi di Venezia, Fig. 9. Naturalmente Louis I. Kahn non il solo architetto studiato nel Laboratorio. Con lui, Le Corbusier, Adolf Loos, Frank Lloyd Wright, Terragni hanno catturato lattenzione degli studenti.

1-2-3 Federica Barneschi, Antonio Benedetti, Martina Biagi e Susanna Lozza Torre in Largo Annigoni; modelli 4-5-6 Costanza Bausi, Susanna Lozzi, Martina Biagi Padiglione sul bastione di via di Belvedere, modelli 7 Adriano Buggiano, Romina Bertelotti, Micol Biagioni Louis. I Kahn, Sinagoga Hurva, Gerusalemme, modello 8 Chiara Bacci, Cosimo Balestri, Emmanuele Barili, Louis I. Kahn, Biblioteca Philip Exeter, New Hampshire 9 Alessandro Bernardini Louis I. Kahn, Palazzo dei Congressi, Venezia, modello

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Giacomo Pirazzoli

Dellinizio

LABORATORIO DI PROGETTAZIONE DELLARCHITETTURA 1


DISCIPLINA CARATTERIZZANTE
Composizione Architettonica e Urbana: Giacomo Pirazzoli A.A. 2003-2005

MODULI DIDATTICI
Analisi della Morfologia Urbana e delle Tipologie Edilizie: Caterina Bini A.A. 2003-2005 Collaboratori: Cristiano Balestri, Gioia Martini

1-4 Federica Stagna, Antonio Giannelli, Pietro Torricini, Serena Ferrari, 5-6 Nena Dzuteska, 7-8 Corso Pellegrini

Dellinizio al primo anno. Accolti gli allievi sulle note di Another brick in the wall, diam loro due fogli A4 per disegnare La (propria) mano, quella razionale 1:1 in proiezioni ortogonali pianta-prospetto-sezione, e quella fantastica, ovvero la mano-in-movimento, la mano-albero, la mano-di-scorcio etc.; proiettati poi in aula, ne parlan gli autori, tutti gli altri annotano nel proprio diario A5, onore allautodidattico vizio del disegno. Analoga esercitazione per il croissant, che si pu tagliare (per toccarne la sezione). A seguire, due lezioni su Schinkel e Le Corbusier giovani, i quali viaggiando e

disegnando scelsero i materiali con cui avrebbero lavorato per tutta la vita.1 Quindi, bibliografate lezioni sui dieci libri darchitettura necessari o classici;2 poi Uffizi e Stazione SMN, due ex-tempore in loco sempre in due fogli A4 previo inquadramento: dal rapporto con il luogo, agli aspetti compositivi, ai dettagli; tutto dalla parte del fare, cos come per alcune opere di Mies, di Aalto, di Alberti, di Michelangelo, di Le Corbusier, di Wright, di Kahn, di Palladio, di Gardella, di Albini, di Loos, di Aldo Rossi etc. Lesercitazione Da due a tre dimensioni e viceversa su un quadro di Le Corbu-

sier periodo purista, serve a riflettere sulla modalit compositiva per strati di cui Colin Rowe in Transparenz (1968). Larea di progetto svelata corpo a corpo (ancora diario A5, ormai gonfio dappunti sulle straordinarie architetture del centro di Firenze): stavolta il quartiere multietnico delle Piagge, dal molteplice genius loci - lorizzonte della ferrovia, lArno nascosto dal piano del ferro, le navi (edifici preesistenti) sulla piana, la esile trama delle case lungostrada. Quindi I riferimenti: da unopera di Autore classico si cava nuovo materiale per essere un po meno soli nellultimo mese del Laboratorio,

quando sul masterplan - dal modello 1:500 che ogni allievo aveva fatto con le mani ed il cartonlegno durante le vacanze di Natale - trascritto il principio insediativo del luogo-locus, ognuno sviluppa un edificio alla scala opportuna con disegni e modelli, zoomando fino al particolare costruttivo. La discussione del progetto sempre collettiva: diario A5 alla mano, ognun conosce anche i progetti degli altri, e cresce cos gioiosa la citt delle differenze. Induttivamente, perch dallinizio pochi sapevan di disegno, di storia dellarchitettura, o di progetto site-specific. Cos il Laboratorio di progettazione archi-

tettonica 1 linizio: Amo gli inizi. Gli inizi mi riempiono di meraviglia. Io credo che sia linizio a garantire il proseguimento.3
N.B.: Per esaustivit - date le ungarettiane 2000 battute qui richieste - rimandiamo a quanto gi scritto,4 e a quanto sar in Da zero a tre dimensioni che con F. Collotti stiamo pubblicando per la Biblioteca del Cenide di D. Cogliandro. 1 F. Collotti, Il progetto come viaggio e trasposizione. Karl Friedrich Schinkel, architetture e paesaggi, in Firenze Architettura n.1.2004, pp.64-71; G. Pirazzoli, Le Corbusier studente autodidatta e larte di vedere, anche in Firenze Architettura n.1&2.2003, pp.116-121; 2 Cfr. I. Calvino, Perch leggere i classici, Milano 1991, pp.11-19. 3 L. I. Kahn, Amo gli inizi, in C. Norberg-Schulz, Louis Kahn idea e immagine, Officina, Roma 1980, p.137. 4 G. Pirazzoli, Pensare/Classificare/Comporre, in Firenze architettura - Atlante dei corsi di progettazione architettonica n.3/ 2003 pp.78-79, e Esplorando il mondo col progetto, ivi pp.66-67.

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Corso di Laurea in Architettura Laboratorio di Progettazione Architettonica 2

Lattuale caratterizzazione dei Laboratori di Progettazione Architettonica del secondo anno ampiamente debitrice ad una azione di profonda revisione dellorganizzazione didattica intrapresa dalla Giunta del Corso di Laurea da pi di un triennio: con la recente costituzione degli organismi rappresentativi del CdL in Architettura UE, infatti emersa la volont di sviluppare unattivit di monitoraggio della didattica in modo da renderla pi congruente con i suoi obiettivi generali e da rendere lofferta formativa adeguata alle finalit del Corso di Laurea, cos come indicato dalla Direttiva Europea e pi aderente allidea e alla figura di architetto tramandata dallidentit della nostra Scuola. In seno a questo orientamento individuato dalla Giunta del Corso di Laurea, la Commissione per la Didattica, oltre a promuovere un coordinamento verticale con gli altri laboratori di progettazione per ottimizzare ed elevare qualitativamente lofferta didattica del Corso di Laurea, ha innescato un coordinamento orizzontale fra i vari corsi del laboratorio del II anno. Uno degli effetti pi immediati di questa attivit di revisione e di coordinamento stata la redazione dello Statuto del Corso alla quale hanno concorso tutti i docenti titolari dei Laboratori che, interpretando le indicazioni della Tabella XXX concernente lordinamento didattico delle Facolt di Architettura, ha delineato il profilo del Corso. Secondo questo profilo, alla fine del Laboratorio, lo studente dovrebbe essere in grado di sviluppare il progetto di un organismo architettonico non complesso, sviluppandolo alle diverse scale di rappresentazione, controllan-

do il rapporto tra forme, tecniche, materiali e programma funzionale e dovrebbe essere in grado di eseguire il progetto di un insieme architettonico, controllandone alle diverse scale lo spazio di relazione fra edifici in rapporto al contesto di appartenenza. Nello specificalo studente dovrebbe aver appreso e sviluppato il senso e la capacit di misurare lo spazio architettonico e di conformarlo, aver appreso i principi logici della composizione architettonica in ordine al corretto rapporto tra forma, struttura e distribuzione, aver sviluppato la capacit di distinguere gli spazi architettonici in base alla loro natura e possedere per-

tutto che il tema dellesame finale debba essere lo sviluppo di un progetto con caratteri e dimensioni orientativamente stabiliti. In concreto agli studenti chiesto di sviluppare il progetto di un manufatto architettonico con funzione pubblica di media-piccola scala e posto in un contesto urbano dove abbia particolare rilevanza il rapporto fra lopera progettata e le preesistenze; la particolare semplicit funzionale dellorganismo dovr oltremodo permettere allo studente di concentrarsi sulle logiche compositive e le dinamiche relazionali con il contesto, rimandando al terzo anno un approfondimento sui caratteri distributivi e gli aspetti funzionali.

lativi CFU. Ancora, nella volont individuata dalla Giunta del Corso di Laurea di dare centralit al ruolo dei Laboratori trasformandoli in un momento di sintesi con valore interdisciplinare nellambito dei quali gli studenti possano sperimentare un tentativo di sintesi fra i vari saperi che concorrono allattivit progettuale, per il Laboratorio di Progettazione Architettonica II stato intrapreso un coordinamento con il Laboratorio di Tecnologia dello stesso anno mediante il quale gli studenti possano formare la consapevolezza della dimensione tecnica del progetto di architettura, acquisendo gli strumenti per una corretta e integrata e matura scelta delle opzioni progettuali allinterno di un processo creativo in cui la

docente ed incardinando la formazione dello studente secondo una prima fase di apprendimento ed elaborazione teorica ed una seconda di sperimentazione pratica, a valle, lattivit di coordinamento svolta dagli stessi docenti titolari dei vari Laboratori stata rivolta al tentativo di formare operativamente una offerta didattica il pi possibile coerente fra i vari corsi dando peraltro concretezza alla indicazioni dello Statuto. In questottica stato stabilito innanzi

tanto i concetti basilari di tipo, modello, archetipo, sapendone cogliere le motivazioni storiche e le condizioni in cui si determinarono, saper leggere opere di architettura e individuarne i principi, oltre a possedere la nozione di luogo e la capacit di relazionare le architetture al loro contesto ed essere in grado di controllare le fasi del processo progettuale dalla ideazione alla forma conclusa. Se lo Statuto, a monte, inquadra efficacemente i contenuti e le attivit formative come terreno comune sul quale svolgere lattivit didattica pur nel rispetto nelle specificit di ogni singolo

Nellambito del Laboratorio, inoltre stabilito che venga rivolta particolare attenzione alla definizione degli strumenti disciplinari ed al loro corretto utilizzo alle varie scale del progetto, compreso il lavoro sul modello che dovr essere assunto dallo studente come strumento di lavoro da adottare in fase di studio e non meramente come elaborato da produrre nella fase di restituzione finale. In margine a ci, il coordinamento fra i vari corsi relativamente agli elaborati da richiedere allo studente per sostenere lesame e il limite massimo di due studenti per la formazione del gruppo di lavoro, stato mirato a garantire la maggior uniformit possibile riguardo alla quantit e alla qualit di lavoro svolto nei vari corsi e a fornire una risposta ottimale alla indicazione dei re-

tecnologia venga concepita come risorsa progettuale. Il coordinamento avviene nel corso del secondo semestre con il coinvolgimento del titolare del corso abbinato di Tecnologia che, svolto e concluso il relativo Laboratorio nellambito del primo semestre, in qualit di titolare del modulo di Cultura Tecnologica della Progettazione, contribuisce a guidare lo studente in una esperienza progettuale integrata dove possa applicare le conoscenze precedentemente

acquisite. Completa il quadro del Laboratorio di Progettazione Architettonica il modulo di Caratteri Tipologici e Morfologici dellArchitettura del quale integra e completa la componente teorica. Fabio Capanni

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Fabio Capanni

Lesperienza del progetto di architettura

LABORATORIO DI PROGETTAZIONE DELLARCHITETTURA 2


DISCIPLINA CARATTERIZZANTE
Progettazione Architettonica I: Fabio Capanni A.A. 2003-2006

MODULI DIDATTICI
Caratteri Tipologici e Morfologici dellArchitettura: Michela Bracardi A.A. 2003-2004 Riccardo Butini A.A. 2004-2006 Cultura Tecnologica della Progettazione: Biagio Furiozzi A.A. 2003-2004 Paola Gallo A.A. 2004-2005 Roberto Bologna A.A. 2005-2006 Collaboratori: Michela Bracardi Claudio Marrocchi Alessandro Masoni Tommaso Vergelli Matteo Vezzosi Giovanni Voto

Se, come sosteneva Gardella in una sua lezione presso il Politecnico di Milano, noi riusciamo a conoscere profondamente solo quello che concretamente sperimentiamo, lo spirito dei Laboratorio di progettazione architettonica dovrebbe sviluppare questo principio, ponendo al centro dellattivit didattica il lavoro sul progetto inteso come momento di verifica teorica e momento nel quale si affondano le mani nella realt, cercando di conoscerla e di sondarne le sue profondit. Cos, anche la riflessione teorica, fondativa, volta a fornire gli strumenti e

a stimolare quella sensibilit allosservazione delle cose che si rendono necessari ad intraprendere lesperienza del progetto di architettura nella sua complessa articolazione. Progetto quindi inteso come conoscenza nellambito del quale, in una prima fase analitica, si osserva la realt, la si misura e la si rappresenta con un atteggiamento che gi progetto, che gi volont di trasformazione, per poi intraprendere un percorso teso a ridefinirne la trama nella fase pi propriamente progettuale. Si tratta di un tentativo perch il ruolo

della Scuola torni ad essere centrale nel fornire quelle conoscenze e a formare quella dimensione intellettuale necessarie allarchitetto per governare la complessit del progetto darchitettura contemporaneo, con una formula che in parte debitrice allapproccio artigianale della bottega di mestiere. Il corso per lanno accademico 20052006 ha avuto come tema lintroduzione ai fondamenti della composizione architettonica nel tentativo di fornire riferimenti consolidati da impiegare nellambito del progetto e lo sviluppo di un progetto di una struttura di servizio

alla linea ferroviaria Firenze-Pisa collocata in unarea urbana consolidata, che ha permesso agli studenti di confrontarsi con un contesto significativo da utilizzare come materia e cornice della loro esercitazione progettuale.

Centro servizi per la nuova linea ferroviaria Firenze-Pisa A.A. 2005 - 2006 1- 2 Alessandro Fusi, Giovanni Ferrara Vista prospettica dellinterno e planimetria generale 3-4 Carlotta Cinelli, Carlotta Costantino Prospetto e planimetria generale 5-6 Eleonora Bindi, Lara Cutini Vista prospettica dallesterno e planimetria generale 7-8 Ludovico Iavarone, Michelangelo Ferrari Vista prospettica dallesterno e planimetria generale

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Alberto Manfredini

1 Riqualificazione urbana a San Lorenzo a Greve (FI) 2-3 Matteo Cecconi, Diego Collini, Giuseppe Di Fabio Progetto di centro culturale 4-5 Chiara Corazzi, Carla Donati, Elena Ronchi Progetto di edificio polifunzionale 6-7 Vanessa Coco, Giulia Cotta Progetto di biblioteca

LABORATORIO DI PROGETTAZIONE DELLARCHITETTURA 2


DISCIPLINA CARATTERIZZANTE
Progettazione Architettonica I: Alberto Manfredini A.A. 2005-2006

MODULI DIDATTICI
Caratteri Tipologici e Morfologici dellArchitettura: Francesca Privitera A.A. 2005-2006 Cultura Tecnologica della Progettazione: Antonio Andreucci A.A 2005-2006 Collaboratori: Tommaso Zanini

sempre pi difficile orientarsi o trovare una giusta collocazione nella situazione attuale dominata dal relativismo. difficile soprattutto per chi crede che il lavoro dellarchitetto debba prima di tutto essere caratterizzato dallalto valore etico di un impegno prima di tutto civile. Ovvero da chi ha sempre creduto nella funzione sociale e funzionale del progetto per contribuire a toglierlo dalla sfera del velleitario, del sensibilistico e del personalistico al fine di elevarlo verso una dimensione non soltanto estetica ma soprattutto etica. Ed difficile proprio negli anni attuali caratterizzati

da una forte crescita quantitativa, di progetti e di realizzazioni, che richiederebbe invece regole civili, chiare e distinte cui poter continuamente fare riferimento. Regole che potrebbero di per s stesse configurarsi come una morfologia nuova e, come direbbe Gregotti, autenticamente necessaria. Regole mirate alla individuazione o alla enfatizzazione della verit in architettura. E verit in architettura significa prima di tutto coerenza e rispetto nei confronti di un principio, e non solo morale, che si inteso assumere. Ma un principio morale per essere veramente tale deve valere

per molti, in ogni luogo e in ogni tempo. Per noi che crediamo a questo in termini generali e che in particolare crediamo al progetto di architettura come mestiere, vale a dire come a un insieme di regole, anche pratiche, consolidate nel corso di anni e di secoli grazie alla sedimentazione temporale dovuta alluso dellesperienza; per noi che quindi crediamo alla possibilit di discuterlo in maniera utile e anche alla possibilit di insegnarlo di modo che altri possano apprendere quelle stesse regole per praticare il medesimo mestiere, necessario prendere posizione prima di tutto nei confronti del

mai sopito fenomeno della moda, sempre connesso al particolare tipo di comunicazione che di quella moda, in quel particolare contesto temporale, si vuole avere. Nella convinzione che larchitettura autentica e veritiera sia, da sempre, distante da tale aspetto. I progetti illustrati, delineati nel solco di quanto succintamente esposto, sono stati elaborati nellambito del programma di riqualificazione urbana a San Lorenzo a Greve (Firenze), oggetto dellesercitazione annuale del Laboratorio di Progettazione Architettonica 2 B. Scopo precipuo del laboratorio stato

quello di far acquisire allallievo architetto la consapevolezza della complessit dei rapporti tra architettura e citt e di fornire i primi strumenti di guida e controllo progettuale di tali rapporti. In tal senso si proposto di impostare ed eseguire un progetto darchitettura contestualizzato operando affinch lallievo architetto potesse riuscire a impostare criticamente le diverse fasi progettuali con sufficienti gradi di specializzazione, cercando di stabilire le corrette relazioni tra organizzazione distributivo-funzionale, requisiti tecnico costruttivi e impiantistici, concezione formale e rapporti con il contesto.

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Renzo Marzocchi

LABORATORIO DI PROGETTAZIONE DELLARCHITETTURA 2


DISCIPLINA CARATTERIZZANTE
Progettazione Architettonica I: Renzo Marzocchi A.A. 2003-2006

MODULI DIDATTICI
Caratteri Tipologici e Morfoligici dellArchitettura: Gabriele Orselli A.A. 2003-2004 Gianni Fabbretti A.A. 2004-2006 Cultura Tecnologica della Progettazione: Biagio Furiozzi A.A. 2003-2004 Paola Gallo A.A. 2004-2006 Collaboratori: Eduardo Alberto Cecchini Fabiola Chierici Michel Quintavalle

Essere uomo significa: essere sulla terra come mortale; e cio: abitare (Martin Heidegger, Costruire abitare pensare, in Saggi e discorsi, Mursia 1991) e le presenze costituite da Dio, uomo, cielo e terra rappresentano i canali attraverso i quali luomo stesso pu esprimere il proprio essere. Non intendiamo dunque la progettazione come risposta ad istanze meramente funzionali, ma come accoglienza nella creazione architettonica della sacralit dellessere umano, essendo essa atto ripropositivo di quello originario della Creazione.

Larchitettura mezzo di incontro con il Sacro, con lumanit, con la terra e con il cielo, per laffermazione di una spiritualit spesso travolta e sommersa, e strumento attraverso il quale luomo ritrova principi e mezzi per organizzare il proprio spazio vitale. Cos la terra non si riduce ad una oggettivit materiale, ma si estende a tutte le sue espressioni; cos il cielo include il corso del Sole, ma anche il significato della luce e di tutti gli eventi ad essa legati. Cos lumanit si apre alle manifestazioni individuali e sociali, materiali e spirituali.

I contenuti dellarchitettura non prescindono dalle libert delluomo. Su queste premesse, la strategia adottata nella didattica si esplica attraverso tre momenti metodologici significativi analisi, ipotesi, sintesi ognuno dei quali diviene un modello relazionale delle componenti che costituiscono la realt presa in esame. Le rappresentazioni tratte dalla didattica esprimono non un prodotto ma un processo metodologico, che nascendo dalle suggestioni di un luogo conduce ad una sua rielaborazione pro-

gettuale in una continua interazione fra docenti e allievi.

1-2-3 Eduardo Alberto Cecchini Fabiola Chierici Michel Quintavalle Costruire il luogo dellabitare. Fluire, strutturarsi, articolarsi (Firenze: Rovezzano, Maiano)

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Vittorio Pannocchia

Un luogo, una fermata, una sosta

LABORATORIO DI PROGETTAZIONE DELLARCHITETTURA 2


DISCIPLINA CARATTERIZZANTE
Progettazione Architettonica I: Vittorio Pannocchia A.A. 2003-2006

MODULI DIDATTICI
Caratteri Tipologici e Morfologici dellArchitettura: Mario Di Laudo A.A.2003-2005 Gaetano Leogrande A.A. 2005-2006 Cultura Tecnologica della Progettazione: Simone Scardigli A.A. 2003-2004 Alain Lusardi A.A. 2004-2005 Luca Giannini A.A. 2005-2006 Collaboratori: Mario Di Laudo Michele Mosconi Gabriele Pinca

Quando, attraverso lideazione di una costruzione architettonica si intende dare soluzioni alle diverse problematiche, connesse allorganizzazione degli spazi necessari ad una fermata, prevista lungo il percorso di una tramvia (nelloccasione la linea Firenze-Scandicci) si deve affrontare un processo progettuale e superare le diverse fasi nelle quali articolato. Il processo, avviato per definire le delimitazioni degli spazi (destinati allo stare, al vedere, al mostrare), coinvolge la fermata ed il suo intorno. Questo daltra parte accade fin dal passato, da quando cio

le citt (grandi, medie o relativamente piccole) hanno privilegiato, tra tutti i mezzi di spostamento conosciuti, proprio quelli in questione. Dobbiamo per precisare che, qualunque genere di processo venga adottato, i rapporti intercorsi tra la costruzione immaginata ed il luogo comunemente acquistano la priorit. Poi come accade nei casi mostrati, se lattenzione viene rivolta a conoscere i valori sociali e visivi assunti nel tempo dagli spazi urbani e soprattutto dalle loro forme ormai consolidate e facilmente riconoscibili, allora pare spontaneo a chiunque agire al loro interno con

gli strumenti e secondo modalit differenti caratteristiche dellArchitettura. Solo dopo aver acquisito pi conoscenze, suscettibili di approfondimenti futuri anche in quei dettagli inizialmente stimati di importanza secondaria, potranno essere mutate le configurazioni degli spazi rispondenti alle funzioni alle quali erano stati destinati. Cos gli interventi architettonici ipotizzati, pur confacendosi alle diverse ragioni che muovono ad elaborare il progetto di fermata, sono nati da riflessioni intorno allo svolgimento di attivit umane integrabili con altre, stimate vantaggiose per dare soddisfa-

zione ai nuovi bisogni posti dalla vita contemporanea. In conclusione, la fermata si trasformata in una sosta. Ha cio assunto tutti quei valori sociali, pratici e visivi che contraddistinguono gli edifici in cui, per nostra libera volont, trascorriamo parte dellesistenza. A ben vedere, ancora una volta prende il sopravvento su ogni altra idea, quella di riqualificare attraverso il rapporto diretto con il contesto, parti di citt che altrimenti rimarrebbero distaccate ed irrimediabilmente estranee alla vita comunitaria perch, di per s, non offrono occasioni importanti.

1 Simone Catania, fermata Olmi A.A. 2005-2006 2 Eleni Theocharidou, fermata Batoni A.A. 2002-2003 3 Marco Bruni, fermata Olmi A.A. 2004-2005 4 Francesco Mottini, fermata Leopolda A.A.2005-2006

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Andrea Ricci

Scuola e contemporaneit
possibile formarsi architetti se si sopprime linsegnamento dellarchitettura o comunque lo si neutralizza nella logica di una mera informazione tecnico-normativa? Una risposta non semplicistica implica unaltra domanda, la stessa che gi si era posta H. Poelzig nellaffrontare largomento: Chi dunque architetto noto? Colui che sa disegnare? No, se non ha altre doti, forse un artista () [anche A. Loos aveva ribadito per larchitetto limpraticabilit di un disegno inteso come espressione del suo mondo interiore].1 Colui che ha fantasia? No, se non sa disciplinarsi, forse un visionario. () Il conte Keyserling disse una volta, molto giustamente, [che] il pi grande nemico di un genio il suo talento. Lapparente paradosso aiuta a comprendere come leccessiva naturalezza nelloperare, limmediatezza del risultato e non ultima leclatanza dellimmagine finale siano spesso la maschera di una sostanziale incapacit nel procedere oltre la superficie delle cose. Il pericolo di questa facilit illusoria, come ebbe ad osservare P. Valry,2 accompagna tutto lo sviluppo dellarte contemporanea. Il talento creativo, per sua natura ignaro di ogni vincolo, se abbandonato a quella piena libert, tende istintivamente ad occupare con i suoi molteplici mezzi espressivi tutta la sfera del possibile, dunque si estranea dalla logica di un comporre architettonico che nasce e si sviluppa come disciplina del limite, luogo deputato a definire attraLABORATORIO DI PROGETTAZIONE DELLARCHITETTURA 2
DISCIPLINA CARATTERIZZANTE
Progettazione Architettonica I: Andrea Ricci A.A. 2005-2006

verso il progetto i termini di legittimit e opportunit delle scelte figurative compiute, in altre parole il campo di rappresentabilit dellidea. Nessuna educazione scolastica potrebbe, anche volendo, costruire talenti, n sarebbe utile, poich il dovere della scuola quello di perseguire lesatto contrario, cio disciplinare la percezione estetica del possibile entro la dimensione etica del necessario. Educare allarchitettura, prima di ogni altra implicazione tecnica o stilistica, significa soprattutto trasmettere alle nuove generazioni tale messaggio etico, che equivale a ristabilire la normalit di una architettura snaturata dal culto delleccezionalit. Il generale trionfo della banalit, supportato dalla pubblicistica nelle sue opposte espressioni di arbitrario velleitarismo pseudo-artistico ed esibizione del nulla edilizio, ha generato fra gli studenti di architettura lacritica adesione ai clich pi reclamizzati, ed in particolare unoggettiva difficolt a procedere oltre limmagine nella comprensione dello spazio come entit costruibile. Se dunque () la memoria ricoperta da strati di frantumi di immagini () [se] non pi possibile che una figura fra le tante possa riacquistare rilievo (),3 proprio la scuola deve diventare lo strumento deputato a recuperare la possibilit/capacit di scrivere larchitettura nei termini di una effettiva riconoscibilit linguistica, a perpetuare cio la

tradizione, oggi quasi dimenticata, del comporre le forme dello spazio. Obiettivo fondamentale quello di valorizzare il ruolo dellinsegnamento contro i cattivi maestri mediatici attuando una vasta opera di rialfabetizzazione dello studente disorientato e confuso nella Babele4 del contemporaneo: ci non pu certo coincidere con una grossolana operazione di imprinting secondo il linguaggio delluna o dellaltra scuola di pensiero, ma si configura come educazione a pensare in termini compositivi, come consapevole riappropriazione di una metodologia da interpretare pi che di un modello da imitare. Analogamente allinsegnamento elementare, dove lesercizio quotidiano con parole e pensieri non propri, suggeriti o imitati, costituisce linevitabile anticamera per la corretta espressione linguistica di contenuti autonomi, nellapproccio universitario al discorso compositivo, lallenamento a sviluppare e disporre con coerenza un materiale figurativo frutto anche di scelte esterne anticipa, ed in prospettiva sottende, la capacit futura di manipolare lo stesso per proprio conto, in definitiva la capacit di riconoscere unidea architettonica. Avere idee, parlando in termini architettonici quindi spaziali, potrebbe apparire una cosa normale, persino ovvia, eppure un fenomeno abbastanza inconsueto nella scuola come peraltro

nella realt professionale. Senza lapporto di una formazione culturale che la individui, di una disciplina etica che la controlli, di una dimensione costruttiva che la espliciti, lidea, o quanto si pu definire una sua nebulosa prefigurazione, destinata a rimanere nel limbo di quel velleitarismo, forse artistico, ma non certo architettonico, di cui si gi detto in termini eloquentemente negativi: essa non pu nascere, nel senso di attuarsi come spazio eseguibile, se linsegnamento precettistica della disciplina non si trasforma in maieutica, cio larte di sollecitare, stimolare e quando opportuno- forzare il parto di quella consapevolezza compositiva che ciascuno deve maturare in s stesso attraverso lo studio ed il costante impegno. Quando il discente vaga nellindeterminazione di una precognizione non sempre del tutto conscia di s, nel mutevole divenire di annotazioni, cancellature, aggiunte, riscritture, trasformazioni e tempo che passa,5 il docente veste metaforicamente i panni della socratica levatrice nellagevolare la piena esplicitazione dellidea, il passaggio alla sua rappresentazione visibile. Talora egli coltiva e disciplina gli sviluppi del lavoro svolto, talora offre nuovi spunti, impone vincoli e riferimenti precisi come altrettanti banchi di prova, sui quali formare e misurare lattitudine a comporre.

Apprendere il mestiere dellarchitetto/compositore non significa, dunque, esprimere liberamente la propria creativit o i propri talenti naturali, ma imparare a controllarli; non implica lobbligo delloriginalit ad ogni costo, ma la continuit nel variare gesti gi mille volte ripetuti da generazioni di studenti, cos come dai pi grandi maestri dellarchitettura. La scelta di costringere al faticoso, ma salvifico esercizio di inventare 6 lidea spaziale entro specifici vincoli figurativi e contestuali che limitano ed orientano il campo dazione, la volont di non oltrepassare quei binari metodologici che disciplinano la dimensione concettuale del progetto oltre la menzogna di tante arbitrarie certezze, oltre i luoghi comuni radicati dallincultura generalizzata, oltre i falsi miti creati dalla pubblicistica, risultano anche funzionali a staccare, senza possibilit di confusione, la cultura alta del comporre dalla contingente prassi professionale (indipendentemente dal livello qualitativo del prodotto).

1 A. Loos, Ornamento e educazione, in Parole nel vuoto, Milano 1992, p. 326. 2 P. Valry, Altra digressione, in Degas, Danza, Disegno, Milano 1999, pp. 78-79. 3 I. Calvino, Lezioni americane, Milano 1993, p. 103. 4 Lespressione mutuata da un celebre testo di L. Quaroni: ID., Torre di Babele, Padova 1967. 5 G. C. Leoncilli Massi, La Composizione. Commentari, Venezia 1985, p. 22. 6 nota lorigine latina del termine: invenire = ritrovare.

MODULI DIDATTICI
Caratteri Tipologici e Morfologici dellArchitettura: Dunia Andolfi A.A. 2005-2006 Cultura Tecnologica della Progettazione: Carlo Terpolilli A.A. 2005-2006

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Fabrizio Rossi Prodi

Caratteri e figure dellarchitettura in Toscana

LABORATORIO DI PROGETTAZIONE DELLARCHITETTURA 2


DISCIPLINA CARATTERIZZANTE
Progettazione Architettonica I: Fabrizio Rossi Prodi A.A. 2003-2004

MODULI DIDATTICI
Caratteri Tipologici e Morfologici dellArchitettura: Pasquale Mastrullo A.A. 2003-2004 Cultura Tecnologica della Progettazione: Carlo Terpolilli A.A. 2003-2004 Collaboratori: Francesca Privitera Emiliano Romagnoli Nicola Spagni

La cultura architettonica italiana ha costituito nei secoli un luogo di elaborazione di caratteri originali, che si sono riprodotti e trasmessi secondo un percorso dello spazio e della forma mantenutosi preciso e riconoscibile. Il Laboratorio ha indagato sulla permanenza dei caratteri della cultura italiana nella progressiva dissoluzione delle identit linguistiche nellarchitettura del nuovo millennio. Il compito essenziale della ricerca architettonica risulta quello di ritrovare un linguaggio, che esprima una densit di significati, assumendo come riferimen-

to luomo e i suoi luoghi sostanziati dalla storia, proprio per tornare a quella condizione di radicamento che la comunicazione simultanea e i suoi ritmi metropolitani rischiano di travolgere. La cura dei luoghi, alla quale ci sentiamo chiamati, richiede la messa a punto di un linguaggio architettonico, che si misura con i processi di lunga durata, maturati nei tessuti e negli spazi della citt ed esplicitati dai caratteri e dalle figure della sua architettura. Basandosi sul presupposto che il progetto darchitettura sia unoperazione conoscitiva e artistica, ma anche che

analisi dellesistente e progetto del nuovo si alimentino vicendevolmente, il Laboratorio mira alla definizione dei caratteri e delle figure, come ipotesi di lettura degli elementi linguistici e delle figure compositive del progetto, in relazione al contesto fiorentino. Attraverso lanalisi approfondita e la comparazione di organismi architettonici apparsi in particolari momenti critici, o comunque significativi dellevoluzione del linguaggio architettonico, gli studenti hanno sviluppato un indispensabile bagaglio figurativo, strumento indispensabile per una riflessione sulla natura degli

organismi architettonici, sulle loro regole e trasgressioni, sulle relazioni col contesto e sulla trasmigrazione e trasformazione delle figure e degli strumenti compositivi, nel corso del tempo.

Museo e biblioteca in Piazza Ghiberti, Firenze A.A. 2003 - 2004 1 Lucia Guarino, Jorgos Kauporniotis 2 Serena Acciai, Carolina Bonini 3 Cacozza, Calvella 4 Pelacchi, Pizzetti 5 Giovanni Giorni Barbieri, Salvatore Guarnuccio 6 Arturo Panichi 7 Giovanni Calabrese 8 Piero Grezzi, Francesco Londino

Bibliografia generale -Fabrizio Rossi Prodi, Carattere dellarchitettura toscana, Officina 2003 -Esercizi sullidentit architettonica, Petruzzi editore 1995

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Andrea I. Volpe

Progettare lArchitettura ascoltando

LABORATORIO DI PROGETTAZIONE DELLARCHITETTURA 2


DISCIPLINA CARATTERIZZANTE
Progettazione Architettonica I: Andrea I. Volpe A.A. 2004-2005

MODULI DIDATTICI
Caratteri Tipologici e Morfologici dellArchitettura: Andrea I. Volpe A.A. 2004-2005 Cultura Tecnologica della Progettazione: Germana De Michelis A.A. 2004-2005 Collaboratori: Silvia Catarsi

Ascoltare il carattere dei luoghi. Porgere lorecchio alle storie che formano la memoria collettiva di una comunit. Disegnare architetture come oggetti daffezione da custodire nel proprio sketchbook. E cominciare a comporre nuove sonorit ricordando quelle antiche figurazioni. Usandone senza pregiudizio le strutture armoniche, i tipi, le pause ed i ritmi. La poetica dellascolto una scelta di campo e definisce un metodo flessibile e sempre incompiuto.. Cos Paolo Portoghesi nel saggio da cui abbiamo mutuato il titolo del laboratorio.

Allinterno di questo orizzonte disciplinare, dove il metodo risulta flessibile, perch contemporaneamente aperto alla novit ed alla conoscenza della storia dellArchitettura, ed incompiuto perch non dogmatico, il corso si presenta come una prima occasione per riflettere sui caratteri specifici della cultura architettonica italiana. Dapprima ex-cathedra, attraverso lintroduzione di strumenti teorici e concettuali, poi ex-tempore, con una serie di disegni dal vero delle principali fabbriche fiorentine. La prima opportunit di progetto prevista a

met anno. Un racconto, un reportage, il diario di una deriva urbana compiuta impiegando il maggior tempo possibile, con quante pi deviazioni possibili, fra due punti A e B segnati sulla pianta della citt di Firenze: la biblioteca laurenziana e larea scelta per il saggio darchitettura finale. Una piccola proposta editoriale di 15 fogli A4 con la quale verificare sul piano bidimensionale della pagina la composizione di schizzi e fotografie raccolti durante il viaggio in citt. Madeleines darchitettura che accompagnano lunico testo previsto: Ipotesi

per la descrizione di un paesaggio di Italo Calvino. Un perfetto pretesto dunque, per parlare di Benjamin, di Borges, di Bruno Munari e della forma libro intesa al pari di unarchitettura. Anticipando cos il tema dellesercitazione finale, il cui oggetto la progettazione di una biblioteca di quartiere nel parco dellAnconella.

Una biblioteca per il Quartiere 3 nel Parco dellAnconella A.A. 2004 - 2005 1- 2 Marco Viaggiano 3-4 Giovanni Tanini 5-6 Daniel Screpanti 7 Antonio Terrana 8 Giada Giovenali

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Corso di Laurea in Architettura Laboratorio di Progettazione Architettonica 3

esperienza della citt nel tempo, cio memoria attiva capace di produrre architetture e citt analoghe. Il progetto al centro, dunque, e per successivi passaggi di grado che consentono di acquisire consapevolezza e di portare gli allievi ad una dimestichezza con lautovalutazione: capire da s quando il progetto pronto? LUniversit del resto non un liceo, ognuno ha fatto le sue scelte. Abbiamo gi in varie occasioni rilevato 3 che nel percorso di formazione dellallievo architetto fondamentale passare dalliniziale stato di turisti per caso ad una capacit di giudizio che ci consente di assumere serenamente le continue consapevoli scelte di cui fatto il percorso di ogni progetto. Education must lead us from irresponsible

Per la terza volta, from irresponsible opinion to true responsible judgment In un noto film dedicato a come si dovrebbe girare un film, in un androne di portineria romana dellimmediato dopoguerra il regista-attore grida allaspirante attore di non leggere dal copione, ma di seguire la scena per come essa si fa oltre il brogliaccio: qui il film, per come si sta svolgendo nella realt, non in quel libro! Toccher dunque anche nelloccasione di questo atlante e di questa parte specificamente dedicata al terzo anno - cercare di capire quali siano i presupposti della ricerca fatta nei Laboratori di Progettazione, il loro programma, talvolta il testo nascosto che presiede alla loro offerta didattica, per poi misurarci nelle pagine a venire con quello che realmente accade sulla scena e non solo nel brogliaccio di ottimi propositi che ogni programma di corso ostende allinizio dellanno. Commissioni, mostre collettive dei lavori degli studenti, gruppi di lavoro, coordinamenti tra docenti di diverse discipline: un intenso lavoro ha coinvolto vari gruppi di professori e di studenti nel comune impegno alla rivisitazione critica delle tabelle che dovrebbero presiedere allofferta didattica dei vari Laboratori. Attualmente per gli sforzi della Commissione Didattica del Corso di Laurea in Architettura quinquennale1 - abbiamo definito gli statuti dei Laboratori dal primo al terzo anno e si dato conto di ci in una serie di mostre organizzate a dare il benvenuto ai nuovi iscritti alla Facolt o ad agevolare la scelta dei loro compagni di qualche anno maggiori. Al primo anno, edifici di grande sem-

plicit per capaci di stabilire relazioni con lintorno per via del loro stesso esserci. In taluni casi cercando responsabilmente di contrastarie latopia di oggetti belli e impossibili, obbligando comunque gli allievi a misurarsi con un luogo preciso e definito in grado di interagire con pi generali riferimenti. Economia espressiva, semplificazione formale, spesso intenzioni generose eppure contrarie alla logica statica. Infatti: struttura e rivestimento contrastano, diceva Adolf Loos. Unirli resta un compito difficilissimo, contro-natura, in cui il risultato un accettabile compromesso tra mondi distanti. Al secondo anno quella grande semplicit diviene capacit di eseguire il pro-

getto di un organismo architettonico non complesso. In quella virginale costruttiva ignoranza - eppur feconda di idee - del primo anno, appena temperata dalle iniezioni dei corsi di tecnologia, si presuppone che il secondo anno possa indurre al controllo del rapporto fra forme, tecniche, materiali e programma funzionale. Alcuni, memori di ben altre eroiche stagioni, aggiungono che il Laboratorio del secondo anno dovrebbe consentire di eseguire il progetto di un insieme architettonico, controllandone alle diverse scale lo spazio di relazione fra edifici in rapporto al contesto di appartenenza. Al terzo anno finalmente - si gi suf-

ficientemente accorti e si pu ambire ad impostare criticamente un progetto di architettura come organismo complesso, sviluppato nella citt consolidata a varie scale di approfondimento, in rapporto ai diversi requisiti tecnici e allo spazio urbano. La consapevolezza culturale degli strumenti progettuali viene raggiunta, elaborando le corrette relazioni fra concezione formale (figure, elementi e spazi), costruttivit e ordine distributivo, mediante la progettazione di un organismo complesso o di un insieme residenziale.2 Alla base del lavoro svolto nei Laboratori di progettazione della terza annualit lassunto secondo cui il progetto un attivit conoscitiva. Si esplorano i luoghi col progetto, le loro proporzioni e misure, si confrontano tipi analoghi, si raffrontano citt ed esperienze anche distanti in cui talvolta - si cercano di ritrovare famiglie spirituali capaci di illuminare il percorso di ogni progetto. E a fianco di tutto questo si colloca il rapporto con la storia che, a differenza di altre scuole di architettura allestero, impronta la formazione degli allievi architetti: nei diversi Laboratori e con variegata sensibilit posto a pi dopera tra i materiali da costruzione del progetto. Per alcuni rogersianamente non catalogo o fedelt conservatrice, ma

opinion to true responsible judgment. It must lead us from chance and arbitrariness to rational clarity and intellectual order (Mies van der Rohe).4 Tutto ci premesso e considerato e nellambito del filone maestro definito dalla centralit del progetto possiamo, nelle pagine a seguire, individuare alcuni tratti distintivi dei diversi percorsi che compongono la Scuola. A provvisoria conclusione di simili considerazioni e in questo atlante dedicato alla presentazione dei lavori e dellofferta didattica di una Scuola, forse opportuno dar conto anche di questioni aperte o criticit, nella fattispecie rilevate dal gruppo di lavoro del Corso di Laurea sui Laboratori di Progettazione del terzo anno. Si infatti rivelata in alcuni casi la carenza della preparazione culturale di base finalizzata alla lettura critica delle immagini e quindi della forma architettonica. come se la quotidianit digitale portasse gli allievi meno solidi a bruciare limmagine nellistante, senza quindi farla crescere quale figura necessaria per il progetto. Altro elemento su cui opportuno riflettere relativamente al lavoro di definizione in atto rispetto ai Laboratori di progettazione riguarda gli obiettivi di semplificazione formale e di economia espressiva che in diversi corsi sono posti alla base della didattica e su cui tal-

volta gli allievi ostentano impazienza: il tracciamento di piante rigorose, razionali, pulite (poi si renderanno anche eventualmente ricche e complesse, ma partendo sempre da un dato leggibile ridotto a pochi chiari elementi) resta ancora non un escamotage didattico, ma un preciso atteggiamento che dovrebbe far coincidere insegnamento e mestiere dellarchitetto. Come si gi detto, il momento obbliga a segni piuttosto duri e netti che soli consentono di resistere ad una malintesa globalizzazione della forma, considerata da alcuni alla stregua di un irresponsabile liberi tutti! affiancato ad unaltrettanto irresponsabile affannata ricerca del nuovo a tutti i costi. E tutto questo non certo per rinunciare, ma - ancora la Loos - per andare avanti nonostante tutto. Qualcun altro, in modo certo efficace, avrebbe anni dopo detto che il cielo sempre pi blu.5 Francesco Collotti

1 La Commissione istituita dal Corso di Laurea in Architettura quinquennale composta dai Professori Lucchesi (Presidente del Corso), Rossi Prodi e Capanni e nel suo lavoro viene affiancata dai titolari di Laboratori di Progettazione. 2 Il testo riportato in corsivo liberamente tratto dagli appunti che la Commissione Didattica del Corso di Laurea in Architettura quinquennale ha messo a disposizione del gruppo di lavoro che per sei mesi dal febbraio al luglio 2006 ha seguito la messa a punto della bozza di statuto per i Laboratori di Progettazione del terzo anno. Mostra SESV curata da Prof. F. Collotti e Arch. L. Ariani nel settembre 2006 con organizzazione di convegno/dibattito intorno ai progetti degli studenti svolto allinizio di ottobre dello stesso anno. 3 F. Collotti, Conoscere i luoghi col progetto in Solo col progetto gli architetti conoscono, Prato il nuovo volto della citt, catalogo della mostra dei progetti del Laboratorio di Progettazione dellArchitettura III Professor Collotti, corso di Laurea quinquennale in Architettura 4/S), AllInsegna del Giglio, Firenze 2006 4 W. Blaser, Mies van der Rohe, Continuing the Chicago School of Architecture; 1981, Basel Boston Stuttgart. 5 A latere occore far notare come resti purtroppo ancora poco stimata la grandezza delle canzoni di Rino Gaetano, utili nel loro paradosso a far cogliere certe situazioni altrimenti di difficile comprensione.

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Gianni Cavallina

Nuove citt antichi segni

LABORATORIO DI PROGETTAZIONE DELLARCHITETTURA 3


DISCIPLINA CARATTERIZZANTE
Progettazione Architettonica II: Gianni Cavallina A.A. 2003-2006

Allora si far il tracciato delle vie e dei vicoli, orientato secondo gli angoli, tra due regioni di vento contigue Marco Lucio Vitruvio Pollione De Architectura Lib. I.

MODULI DIDATTICI
Teorie e Tecniche della Progettazione Architettonica: Stefano Lambardi A.A. 2003-2004 Alessandro Pastorini A.A. 2004-2005 Angelo Ruocco A.A. 2005-2006 Collaboratori: Stefano Lambardi Massimo Gasperini Alessandro Pastorini Angelo Ruocco

La citt di fondazione, la civitas, identificazione di una comunit di uomini. delimitazione di unarea allinterno della quale ogni gesto, ricade sotto i codici di un rito. Lantico atto simbolico di dividere il mondo in domini corrispondeva al bisogno generico sentito dalluomo di immaginare il suo universo come un co-

smo ordinato entro un caos disordinato C.Norberg Schulz. Limmagine figurale della citt, definita dalla cinta delle mura, , per dirla con Aldo Rossi, opera darte, entit di ordine e di valori. Lattuale perdita del luogo corrisponde alla perdita dello spazio urbano C. Norberg Schulz. I decaloghi del Moderno, altro non fanno che codificare lincodificabile, dare un senso, allespansione urbana indifferenziata ed alla perdita del vocabolario tradizionale, fatto di vie, piazze, isolati, palazzi, giardini. In questo panorama riteniamo, quasi per assurdo, che la sfida, da accettare

come docenti, architetti e studenti, sia proprio quella di cercare, in modo decisamente rivoluzionario, un ritorno ai valori antichi della misura duomo. Tutte le istituzioni corrispondono alle aspirazioni degli uomini che le hanno pensate Louis I. Kahn. La mancanza di segni e significati pu essere essa stessa la spinta a cercare, al contrario, nel recupero di un disegno urbano e dei suoi margini, nella nuova attenzione al carattere tipologico delle residenze, e nella esaltazione formale e semantica degli edifici e delle istituzioni, chiesa, museo, teatro, biblioteca, palazzo civi-

co, tribunale, un senso urbano e architettonico di citt intesa come grande casa delluomo. Per questo larchitettura pu essere bella prima del suo uso, lattesa . A. Rossi. I lavori dei ragazzi del Laboratorio di progettazione Architettonica III intendono proprio risvegliare questo senso di sfida; perch non tornare alla tradizione, quando per tradizione si intendano vie, piazze, palazzi, case? E, soprattutto, in una scuola di architettura, cos sbagliato lavorare col lapis, con i plastici, con un occhio attento al luogo, al contesto, alle memorie, ai simboli?

1 Claudio Canu, Lucia DeFinis, Silvia Daurelio, Valentina Chirici, 2 Luisa Alagna, Luisa Antonella Nuzzo, Elisa Orlando, Maria Giulia Caliri, Federica Fierro 3 Alessio Valmori, Paolo Zucconi 4 Antonio Minopoli, Marta Staulo, Mario Usai 5 Valentina Chirici 6 Silvia Morroni, Elisa Muscella, Diego Rossi 7 Valeria Agnelli, Melania Bigi

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Pierfilippo Checchi

LABORATORIO DI PROGETTAZIONE ARCHITETTONICA 3


DISCIPLINA CARATTERIZZANTE
Progettazione Architettonica II: Pierfilippo Checchi A.A. 2003-2006

MODULI DIDATTICI
Teorie e Tecniche della Progettazione Architettonica: Letizia Nieri A.A. 2003-2005 Matteo Fioravanti A.A. 2005-2006 Collaboratori: Bartoli Damiano Candida Menci

Progetto di complesso scolastico dellobbligo ad Impruneta A.A. 2005-2006 1 De Curtis Federica, Cieri Nicola, Cossu Cinzia 2 Iacobelli Ilaria, Cutruzzol Assunta

Ancora prima di divenire Universit, nei primi decenni del secolo scorso, la Scuola fiorentina di Architettura si caratterizzava per una forte propensione verso le nuove esperienze del moderno ma filtrata da una solida coscienza della propria storia. E tutto limpegno nel rinnovamento, cercato e ottenuto in tutto il secolo, fu attuato soprattutto attraverso due caratteri che avrebbero sostenuto anche il successivo insegnamento della facolt: la ricerca della semplicit quale espressione della misura e delle proporzioni, e limpegno nel sociale quale sublimazione dellagire artistico e professionale.

Allinaugurazione dellanno accademico della R. Scuola di Architettura nel 193132 Roberto Papini affermava: che i nostri antichi hanno sempre considerato larchitettura come arte delle proporzioni cio dei rapporti tra numeri e che la ricerca pi appassionata e pi assidua e certo pi faticosa dei nostri antichi maestri stata quella della semplicit individuando nel contempo il cordone ombelicale con il passato e la strategia per linsegnamento della scuola fiorentina. In effetti il successivo insegnamento della progettazione architettonica nella Facolt si poi strutturato su temi reali ed a

forte caratterizzazione sociale. Fra questi uno stato oggetto di particolare attenzione nel secondo dopoguerra : la scuola. Ci anche in ragione delle necessit della ricostruzione e del forte dibattito sul tema a livello internazionale. Ma anche perch il tema della scuola, si prestava ad incarnare le aspirazioni espressive dellarchitettura ed il suo ruolo sociale. Dopo i decenni furiosi del dopoguerra che videro in primo piano il Centro Studi del Ministero della Pubblica Istruzione ed una certa parte del mondo accademico e professionale con gli anni ottanta a fronte di una diminuzione dellutenza e

dellincapacit della riforma scolastica di prendere corpo, il dibattito scomparve e le realizzazioni si fermarono per riprendere alla fine del secolo sulla spinta dellimmigrazione e di un cambiamento nel modo di far didattica che si imposto oltre e prima di una riforma organica. Cos sono riapparsi concorsi e realizzazioni che propongono modelli abbastanza diversi da quelli derivanti dalle precedenti esperienze e che intervengono fortemente nel dibattito culturale. Il riproporre quindi il tema della scuola, in contesti urbani di grande suggestione come ad es. quello di Impruneta qui ri-

prodotto, ha il significato di far confrontare lo studente con uno dei momenti topici del dibattito sullarchitettura contemporanea. Lo sforzo progettuale richiesto stato orientato lungo un percorso di concretezza progettuale e di semplicit compositiva, intesa questultima come creativit autentica quella cio capace di gestire la complessit dei dati e dei vincoli che intervengono nel progetto sublimandoli in una immagine finale che si definisca per la rispondenza ai bisogni, levidenza del significato e quale nuovo riferimento di misura dello spazio urbano.

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Francesco Collotti

Il percorso di ogni progetto

LABORATORIO DI PROGETTAZIONE DELLARCHITETTURA 3


DISCIPLINA CARATTERIZZANTE
Progettazione Architettonica II: Francesco Collotti A.A. 2004-2006

MODULI DIDATTICI
Teorie e Tecniche della Progettazione Architettonica: Debora Guerini A.A. 2004-2006 Collaboratori: Lisa Ariani

Con il loro destino di far progetti ed erigere muri gli architetti misurano i luoghi, ne confrontano le dimensioni con altri luoghi pi noti o ammirati, ne indagano le particolarit e gli accidenti rispetto ad una idea pi generale di architettura. Prossimit e scostamenti rispetto ad altri edifici - assunti come RIFERIMENTI consentono di affinare la lettura del LUOGO. Ogni volta contrattando fino a che punto siamo disponibili a modificare un TIPO in ragione delle particolarit che ogni sito - se ben interrogato - ci mostra. Al progetto gli studenti giungono dopo aver approfondito - apparentemente

fuori dal tempo - anche Sitte o i Solitre di K. F. Schinkel. Alle congetture pi teoriche ex cathedra si affiancano esercizi sul principio di insediamento, sondando quali addensamenti/rarefazioni il sito sopporti. La citt di Prato - esemplarmente stratificata - costituisce laboratorio sul campo per addestrare alla conoscenza di un luogo col progetto, interrogando la forma antica della citt e i suoi assi che giungono alla campagna (o dalla centuriatio generano citt...), verificando come gli antichi catasti resistano al salto di scala dellammodernamento, ri-

flettendo - anche per via di levare - sulla misura perduta della citt. La dismissione dellattuale Ospedale da tempo terreno per gli esercizi della nostra Scuola. Questi progetti (scuola di moda e scuola di musica) sono strumenti di misura per cogliere ladeguata distanza di un edificio dalle mura, oppure per saggiare lequilibrata densit ottenuta rarefacendo lattuale tutto pieno del tessuto urbano a ridosso di un antico collegio, oppure ancora dilatando lo spazio con modellamenti del terreno a memoria dellacqua che un tempo definiva - al pari dei filari e degli

orti - il paesaggio in questa parte della citt. Alcuni allievi hanno cercato di rimettere in cornice elementi, corpi, sequenze di rapporti/proporzioni subito prima che andassero perduti. E questo apprendimento per via di fare anche un ritrovare (non si pu conoscere senza riconoscere?). Un Laboratorio di Progettazione dovrebbe riflettere un atteggiamento non solo individuale: sulla base di simile convinzione, la didattica si coordina verticalmente con analoghi Laboratori dei Proff. Capanni, Eccheli, Pirazzoli, Rossi Prodi, Volpe e Zermani.

1 G. Casillo, D. Cintolesi, M. Cipriani, S. Costa; Masterplan inserito su modello dellarea 2 F. Gianni, T. Foretic; Architettura tessile? 3-4 B. M. Andreoli, R. Barresi, V. Maurizi, A. Sbragi; A. Agostino, L. Gobbi, G. Grasso, U. Grondin, G. Kapourniotis, C. Lagaccia, G. M. Lalli, D. Lazzari, I. Leone, M. Lippi, E. Mosti; Masterplan 5 G. Calabrese, G. del Duca; Scuola musica 6 D. Cintolesi, M. Cipriani; Auditorium 7 A. Agostino, G. Grasso; Spazio espositivo e biblioteca 8 L. Bacci, C. Barni, B. Landini Lasciafare; Biblioteca e foresteria

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Maria Grazia Eccheli

Prato di pietra

Studenti: Serena Acciai, Gianvito Alba, Lapo Ageroni, Samuele Berni, Elisa Bifano, Carolina Bonini, Alessio Bonvini, Matteo Cosma Cacozza, Filippo Calvelli, Sara Cardilli, Sara Carotti, Giuditta Cartocci, Assunta Caso, Eleonora Cecconi, Valentina Cerone, Alessandro Cortese, Irene Damiani, Antonella Di Stefano, Francesca Genise, Elisa Giusti, Lucia Guarino, Sara Lepri, Katia Loia, Caterina Orsecci, Vania Piccardi, Lucia Piccinini, Andrea Piredda, Letizia Recchia, Mauro Strozzieri, Massimo Smeriglio, Giovanni Pascuzzo

LABORATORIO DI PROGETTAZIONE DELLARCHITETTURA 3


DISCIPLINA CARATTERIZZANTE
Progettazione Architettonica II: Maria Grazia Eccheli A.A. 2003-2004

MODULI DIDATTICI
Teorie e Tecniche Progettazione Architettonica: Francesco Collotti A.A. 2003-2004 Collaboratori: Tomaso Monestiroli Michelangelo Pivetta Luca Venturini con: Debora Guerini, Luca Barontini, Stefano Faragli, Alberto Pireddu

Limmagine di Prato, come citt di pietra, trova quasi una sintesi araldica nellastrattezza del progetto del Sangallo, in cui viene fissata la forma della citt nella sua duplice valenza di compimento della sua esperienza passata e, ad un tempo, unenunciazione del suo destino. Le mura trascendono quasi sempre le proprie motivazioni meramente difensive per divenire immediatamente immagine urbana: si veda sia la sicurezza con cui le mura, nel descrivere lesatto limite di Prato, ne definivano anche lattacco con il fiume, sia la precisione con cui il coritore, nellunire il cassero federiciano alla macchina difensiva, ne esorcizza-

va lo splendido isolamento. Le forme di Prato sono state indagate dagli studenti in numerosi schizzi, ridisegni e modelli: un ostinato scavo archeologico, teso alla ricerca di tracce e di lacerti nel loro trasformarsi in parti integranti di conventi e torri; al ritrovamento dellazzurro delle tante gore che attraversavano cortili e orti; alla restituzione di misure e segni di quellormai mitico disegno romano il cui possibile incrocio della centuriazione oggi segnato dalla piazza del Municipio e dalla sorprendente composizione del Palazzo Pretorio. L obiettivo era di dar ragion ora a forme apparentemente incomprensibili, ora allinspiegabile incurvarsi

dalcune strade del borgo Cornio Larea dellOspedale della Misericordia, delimitata dalle mura e dal bastione posto a sud-ovest del cardo/decumano, divenuta loccasione per mettere in pratica le conoscenze restituite dallo scavo dentro la morfologia della citt, in una vera e propria continuazione della citt. Demoliti gli edifici degli anni sessanta, non difficile riconoscere nellarea e nei suoi elementi costituitivi - Chiostri, Portici ed elementi naturali - limplicita norma di tutti gli spazi aderenti alle mura. Il masterplan - rispondendo al programma per una citt della musica e della moda fonda i propri principi compositivi sul tipo

della crociera. La quadripartizione dello spazio implicita in tale tipo delimita due grandi spazi liberi verso le mura, mentre i due restanti, in stretta relazione con gli edifici esistenti, ricompongono sia larea del collegio Cicognini che quella degli antichi edifici attestati su Piazza Ospedale della Misericordia. Nel grande prato caratterizzato dalla presenza delle mura, edifici isolati sono destinati a biblioteca e ad auditorium. La loro disposizione vorrebbe ripercorrere lambiziosa idea del campo dei Miracoli pisano o evocare dimensioni e distribuzione di un antico foro. La grande fabbrica dismessa, che occupa parte del fossato a sud delle

mura, viene recuperata come immagine della storica vocazione tessile della citt. Il dialogo con le preesistenze viene visto soprattutto come strumento adeguato a ritrovare il carattere maieutico degli antichi edifici, quella loro disponibilit allesperienza ed intelligibilit che li pone al di sopra dei caratteri precisi dellepoca cui appartengono: scoprendo in tal modo, anche nellattualit, larchitettura di sempre. Da tempo la letteratura gi stata scritta: oggi si pu solo arricchirla di qualche postilla: se si dovesse riassumere il senso dellintero lavoro, questa frase di Borges ne sarebbe il manifesto.

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Virginia Stefanelli

Atteggiamento critico per progettare nella complessit

LABORATORIO DI PROGETTAZIONE DELLARCHITETTURA 3


DISCIPLINA CARATTERIZZANTE
Progettazione Architettonica II: Virginia Stefanelli A.A. 2003-2006

MODULI DIDATTICI
Teorie e Tecniche della Progettazione Architettonica: Enrico Bascherini A.A. 2004-2006 Collaboratori: Andrea Maglio

Il Laboratorio tratta la progettazione come sistema complesso: si propone di sviluppare nello studente un atteggiamento critico e una mentalit progettuale consapevole ed organica (sistemica), valorizzandone la capacit creativa unitamente alla utilizzazione operativa delle conoscenze. Prevalente oggetto di studio la residenza vista come sottosistema della citt e analizzata nei suoi diversi aspetti culturali, spaziali, temporali, tipologici e tecnici. Dopo aver svolto un attenta lettura critica e i relativi studi di approfondimento, lo studente chiamato ad eseguire un

progetto di architettura alle diverse scale, coerente con la filosofia individuata in sede di lettura e compatibile con le contingenze del tema preso in esame. Il materiale grafico, che si riferisce allarea Pegna (ex Benelli) di Via Lungo lAfrico a Firenze, riguarda la fase intermedia (degli approfondimenti) e finale del progetto, omettendo quella iniziale della lettura (Cfr. Quaderni n. 1 e n. 3). Gli approfondimentiI si propongono di formulare ipotesi di soluzione al problema dellabitare reintroducendo esplicitamente la dimensione uomo nel calcolo e privilegiando la qualit della vita della

persona. Questo significa dare priorit alle dimensioni umane cos diverse e inseparabili, alle sue necessit, a tutti i suoi bisogni cos differenti e antitetici. La prima tavola studia i luoghi della crescita alle diverse scale per rispondere allinterrogativo: quale spazio per luomo contemporaneo? Nellalloggio emerge il valore della ricca interazione tra gli spazi coperti e aperti (larea di pertinenza, logge, etc.), privati e pubblici. Il progetto alla scala urbana, coerentemente con una strategia in parte conservativa e in parte innovativa, si caratterizza per la complessit degli spazi colletti-

vi sia allaperto (la piazza, la viabilit pedonale e non, gli elementi del verde) che al coperto (la biblioteca) e per il sistema residenziale ad essi integrati. Il progetto dellalloggio si basa su due scelte di fondo: la flessibilit degli spazi e il concetto di atrio. Questultimo funziona da area di pertinenza, da cuore, da luogo che pu separare o unire gli spazi, soddisfacendo alle esigenze, spesso contrastanti, dei genitori e dei figli. Lobiettivo quello di realizzare un alloggio in cui tutti i componenti della famiglia si possano sentire a proprio agio.

1 Lorenzo Nofroni, Raffaele Rivela I luoghi della crescita 2 Lorenzo Nofroni, Raffaele Rivela Il progetto alla scala urbana 3 Lorenzo Nofroni, Raffaele Rivela Il progetto dellalloggio, dallalto: pianta piano terra, pianta piano primo, sezione A-A

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Corso di Laurea in Scienze dellArchitettura

I laboratori progettuali
Saverio Mecca

Noi non ragioniamo altro che su modelli Paul Valery

Lobiettivo primario del corso di laurea in Scienze dellArchitettura la qualit del processo formativo e la sua efficacia: una formazione di base essenziale ed equilibrata nelle sue articolazioni disciplinari, rigorosa nelle sue componenti teoriche, ma allo stesso tempo concreta nelle applicazioni, che proponga compiti autentici assunti dal mondo reale, basati su casi, su modellazioni complesse e multiple della realt, su efficaci strategie di rappresentazione e soluzione e che permetta costruzioni di conoscenze dipendenti dal contesto e dal contenuto. Il corso di laurea si propone lacquisizione delle conoscenze e delle competenze di base, ovvero di quellinsieme di modelli oggettuali e critico-interpretativi che diano la capacit di proporre soluzioni progettuali ambientalmente, culturalmente e socialmente accettabili. Lobiettivo quindi una formazione culturale e scientifica di base, lo sviluppo di capacit di modellazione per analizzare, rappresentare, decidere, valutare e saper fare per, che possa rendere il laureato in scienze dellarchitettura non solo in grado di continuare il suo percorso formativo, ma anche gi autonomo di fronte a problemi progettuali che gli si porranno nella sua professione. Formare alle scienze dellarchitettura, e non alle scienze fisiche per larchitettura, significa formare un architetto come un soggetto che concepisce progetti costruibili, insegnabili, producibili e riproducibili. La complessit del progetto richiede che tutte le discipline dellarchitettura e della costruzione,

nella loro diversit e autonomia disciplinare si integrino nella costruzione di modelli, quali sono i progetti, efficaci, persuasivi e capaci di risolvere i problemi della collettivit. Lipotesi dunque che larchitettura si costituisca come scienza e riesca ad assicurarsi una legittimit epistemologica delle conoscenze che sviluppa, poich produce conoscenze fattibili, nel senso che mettono in valore i loro impegni etici allinterno delle culture in cui si sviluppano, e quindi producono degli enunciati insegnabili come i progetti, la cui insegnabilit pu essere argomentata in modo persuasivo. La didattica dei laboratori Nel caratterizzare le attivit di laboratorio come centrali, nel dare maggiore spazio e responsabilit allo studente e al docente, diviene necessario creare al tempo stesso un ambiente di lavoro caratterizzato da regole di comportamento e di funzionamento pi forti (frequenza, scadenze, responsabilizzazioni, etc.) Lordinamento degli studi, il regolamento e il piano di studio sono quindi parti di una struttura in cui in particolare il complesso di regole comportamentali e sociali svolge un ruolo determinante e quindi deve essere molto forte e strutturata. Il corso di laurea in scienze dellarchitettura si propone di divenire, in particolare attraverso i laboratori, un ambiente di apprendimento, un luogo in cui coloro che apprendono possono lavorare aiutandosi reciprocamente e avvalendosi di una variet di strumenti e risorse informative in attivit di apprendimento guidato o di problem solving, un luogo in cui sia possibile: - dare enfasi alla costruzione della co-

noscenza, e non alla sua riproduzione, e alimentare pratiche riflessive; - evitare eccessive semplificazioni rappresentando la naturale complessit del mondo reale e offrendo rappresentazioni multiple della realt; - offrire ambienti di apprendimento assunti dal mondo reale, basati su casi, piuttosto che sequenze istruttive predeterminate e presentare compiti autentici (contestualizzati piuttosto che astratti); - permettere costruzioni di conoscenze dipendenti dal contesto e dal contenuto. I laboratori di progettazione non sono soltanto eredi delle botteghe artigiane, ma sono invece unesperienza pedagogica complessa e avranno un loro ruolo ancora pi importante nel processo formativo se riusciremo progressivamente a caratterizzarli mediante strategie formative capaci di promuovere competenze esperte quali: - modelling (lo studente osserva ed imita il docente che dimostra come fare); - coaching (il docente assiste continuamente secondo le necessit: dirige lattenzione su un aspetto, d feedback, agevola il lavoro); - scaffolding ( un aspetto particolare del coaching: il docente fornisce un appoggio allo studente, uno stimolo, pre-imposta il lavoro, ecc.); - fading (il docente elimina gradualmente il supporto, in modo da dare a chi apprende uno spazio progressivamente maggiore di responsabilit). Nei laboratori dovremo porre progressivamente una maggiore attenzione alla dimensione metacognitiva, agli aspetti del controllo, ed alla variazione dei contesti di applicazione, introducendo altre strategie, quali: - articolazione (incoraggiare gli studenti

a verbalizzare la loro esperienza); - riflessione (spingere gli studenti a confrontare i propri problemi con quelli di un esperto); - esplorazione (spingere gli studenti a porre e risolvere problemi in forma nuova). Potremo in tal modo progressivamente: - mettere in risalto lambiente di apprendimento spostando lattenzione sul contorno, sulla variet dei supporti e dispositivi collaterali, che si possono affiancare allalunno che apprende (workshops, seminari, viaggi di studio, partecipazione a concorsi, etc.); - vedere il processo didattico come non lineare bens emergente e ricorsivo; - porre forte enfasi sul discente, sulla autodeterminazione del percorso e degli stessi obiettivi; - dare forte risalto alla molteplicit delle piste percorribili ed alla variet prospettica con cui si pu vedere la conoscenza; - avvalersi sensibilmente di tecnologie, e di tecnologie dellinformazione in particolare, come amplificatori della comunicazione e cooperazione interpersonale. In questi anni nuove discipline si costituiscono come scientifiche e riescono ad assicurarsi una legittimit epistemologica delle conoscenze che sviluppano, collocandosi spesso nellambito delle scienze dei sistemi e attingendo alla cibernetica, alla scienza della comunicazione e del governo, riferendosi pi o meno esplicitamente alle epistemologie costruttiviste: sono scientifiche poich producono conoscenze fattibili, nel senso che mettono in valore i loro impegni etici allinterno delle culture in cui si sviluppano, e quindi producono degli enunciati insegnabili, la cui insegnabilit pu essere argomentata in modo per-

suasivo, tale da ottenere il consenso nelle comunit a cui si riferiscono. In particolare a partire da Herbert Simon si progressivamente individuata una sorta di metadisciplina, la science of design, la scienza (della concezione) del progetto, una scienza che si d come progetto lo studio dei processi di concezione, mediante i quali il sistema cognitivo lavora su stesso e produce una conoscenza specifica a partire dal suo solo progetto. Processo che chi pratica o apprende il progetto di architettura pu osservare empiricamente quando affronta la concezione di unarchitettura, o elabora un programma di costruzione o analizza i rischi connessi con una operazione di costruzione, si producono conoscenze che devono essere ormai considerati scientifiche, come le conoscenze dei processi geologici o fisici, perch ne rispettano il medesimo statuto. In questo senso si pu parlare anche istituzionalmente di scienze dellarchitettura in termini epistemologici pi interessanti e produttivi rispetto alle scienze fisiche per larchitettura e per lingegneria, che riducevano larchitetto, e ancor pi lingegnere, ad un applicatore di conoscenze fisiche, e non un soggetto che concepisce progetti costruibili, insegnabili, producibili e riproducibili. Possiamo dunque pensare che sia necessario riconoscere, e accettarne la sfida implicita, che le discipline dellarchitettura sono scienze, con un loro campo disciplinare autonomo, anche e soprattutto integrando in esso tutte le scienze utili alla costruzione di modelli (progetti) pi efficaci e capaci di risolvere i problemi che ci rappresentiamo.

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Corso di Laurea in Scienze dellArchitettura Laboratorio di Architettura 1

Struttura del Laboratorio Il Laboratorio di Architettura 1 si basa sullintegrazione dei corsi di Disegno dellarchitettura, Tecniche della rappresentazione e Composizione architettonica. Lintegrazione avviene allinterno di ununica struttura didattico-operativa, costituita da una classe di studenti (A, B, C, D, E, F) e dai suoi relativi docenti. Ogni Laboratorio quindi, ripetiamolo ancora, una unit didattico-operativa che assumer una sua specifica fisionomia sia per effetto dellimpostazione autonoma data al corso da ogni docente, sia come conseguenza della partecipazione, che ci si augura intensa e propositiva, manifestata da quel particolare insieme di studenti. Il riferimento comune Lautonoma fisionomia di ogni laboratorio verr tuttavia sviluppata allinterno di un quadro di riferimento generale, che viene assunto collegialmente da tutti i corsi come base comune. Pertanto ogni corso, come precisato nel relativo programma, proporr un suo tema che sar per adatto per far raggiungere ad ogni allievo una serie di obiettivi generali e irrinunciabili. Per economia di espressione esporremo gli obiettivi comuni attraverso domande e coppie di termini complementari, o antitetici, sui quali gli studenti sono invitati a riflettere. Obiettivi da raggiungere Improvvisazione o Metodo compositivo? 1 - Per mettere in moto e quindi svilup-

pare le abilit progettuali dellallievo architetto, ogni tema, anche semplice e di dimensioni limitate, stimoler lelaborazione del metodo compositivo. Il metodo compositivo un procedimento consapevole per dare gradualmente forza e concretezza alle proprie intuizioni, che altrimenti resterebbero vaghe ed indefinite, ed soprattutto un procedimento per dare una soluzione organica - meditata, soppesata, ordinata ed esteticamente corretta - a delle necessit oggettive, che altrimenti troverebbero sbocco in realizzazioni casuali e caotiche. 2 - A differenza dellimprovvisazione - che si manifesta talvolta in certe forme espressive, ma che spesso solo apparente perch frutto di una consumata abilit dovuta allesercizio e allintroiezione di una metodologia personale - il metodo della progettazione uno strumento per pensare e addirittura per accumulare, ora dopo ora, giorno dopo giorno, le proprie cure e i propri sforzi intellettuali attorno a unidea, o meglio a un gruppo di idee, da affinare e condurre a una sintesi. 3 - Lo strumento insostituibile del metodo progettuale il disegno, nelle sue varie accezioni, dallo schizzo allelaborazione dettagliata. Il disegno porta a tradurre le idee architettoniche nel linguaggio pi appropriato. 4 - Questo linguaggio in primo luogo necessario al progettista, per verificare tra s e s la coerenza e la validit di quelle idee; in secondo luogo, il linguaggio indispensabile per comunicare

quelle idee agli altri; questo stesso linguaggio, infine, acquista un valore operativo perch di guida alla costruzione e quindi alla trasformazione di quelle idee architettoniche in un concreto sistema di strutture fisiche. 5 - In questa fase iniziale degli studi di architettura verr quindi data molta importanza alliter progettuale, ossia alla sequenza delle fasi attraversate dallallievo per raggiungere il risultato finale. La Forma e la Funzione 1 - Con i procedimenti della composizione lallievo giunger a dare forma ad uno spazio cos da soddisfare una funzione, o meglio una necessit, sia essa di natura pratica - come abitare, lavorare, esporre, commerciare, svolgere una attivit produttiva - oppure sociale, assistenziale, rappresentativa, culturale, celebrativa. Ebbene, attraverso le esercitazioni di composizione lallievo architetto dovr sviluppare, soprattutto ai primi anni, il senso della forma, e valutare la plasticit e larmonia delle configurazioni. 2 - A questo proposito indispensabile che lallievo acquisisca ben presto in modo esplicito e selettivo un preciso riferimento culturale, da arricchire e approfondire nel corso degli anni. 3 - Lelaborazione della forma dovr essere anchessa il frutto di una metodologia, basata sul potenziamento della capacit percettiva, sullabitudine a visualizzare lo spazio, sullaffinamento della sensibilit estetica e sullapprendimento dei linguaggi figurativi.

I Linguaggi figurativi 1 - Nel suo significato pi alto, un linguaggio figurativo un sistema coerente di forme. Ebbene, ogni laboratorio, nel suo complesso, abituer lallievo alla comprensione dei linguaggi figurativi e alluso consapevole di quelli pi attinenti alla rappresentazione e alla progettazione dellarchitettura, Una cura particolare verr dedicata a sviluppare la capacit di lettura visiva dellambiente costruito e del paesaggio, cos da saper cogliere in essi anche i segni delle strutture nascoste e sottese che continuamente li plasmano e li modificano. 2 - Luso pratico dei linguaggi figurativi condurr lallievo a svolgere una riflessione critica sui luoghi comuni che fanno capo allidea corrente di architettura; tutto ci favorir in primo luogo la sostituzione del senso comune, nel quale confluiscono tutti i pregiudizi e le false aspettative, con il buon senso. Su questa base, depurata dai pi banali preconcetti acriticamente assorbiti dallambiente, ogni allievo proceder alla costruzione del proprio sistema di riferimento culturale, che si arricchir negli anni. Soggettivit/Oggettivit 1 - Come gi detto, la progettazione architettonica un metodo per dare forma ad uno spazio e prefigurare le soluzioni pi adatte per dare risposta a una necessit di ordine pratico o rappresentativo. Nel far questo, la soddisfazione del progettista sar quella di trasformare un certo numero di elementi compositivi in un sistema coerente ed equilibrato, fino ad imprimere al progetto una sua impronta riconoscibile. La progettazione perci al tempo stesso una forma di espressione attraverso la quale il progettista sviluppa e rende manifesta la sua concezione del mondo e, nel caso di un artista, la propria poetica. 2 - Questa caratteristica del linguaggio architettonico, che pone ambiguamente larchitettura a cavallo tra le discipline scientifiche e quelle umanistiche, pu

portare allequivoco delloriginalit a tutti i costi. Ci pu spingere il progettista ad anteporre lappagamento della propria ambizione personale al corretto soddisfacimento dellutilit sociale, alla quale dovrebbe essere finalizzato il progetto. 3 - Perci gli allievi architetti, attraverso la redazione del proprio progetto, dovranno riflettere sul giusto equilibrio che deve essere trovato tra la spinta alla espressione soggettiva e individuale del progettista, e la risposta ad una necessit oggettiva che il progetto deve soddisfare. Planimetria/Volumetria Per abituare lallievo alle potenzialit insite in uno spazio, ogni tema, pur nella sua semplicit, richieder che il progetto sia arricchito da alcune articolazioni dello spazio interno. I doppi volumi e gli affacci interni condurranno lallievo a sperimentare il valore figurativo insito nella variazioni di quota e lo abitueranno alluso delle sezioni o, meglio, allintegrazione tra piante e sezioni. auspicabile che gli allievi si esercitino anche nel disegno delle scale di collegamento tra le varie quote. Contestualit/Ubiquit Per il primo anno di corso il progetto da eseguire riguarder un oggetto architettonico semplice, quale labitazione di una famiglia tipo, un piccolo padiglione per esposizioni, un negozio, lo studioatelier di un artista, o altro ancora. I corsi si riservano per lalternativa: 1 - o di prevedere fin dallinizio di inserire questo oggetto architettonico in un determinato contesto; 2 - oppure di studiare loggetto architettonico come un prototipo o modello con delle potenzialit ubiquitarie. Lo Spazio e il Tempo 1 - Oltre che dare forma a uno spazio, un progetto deve anche prevedere i tempi di percorrenza, di sosta, di fruizione degli uomini che si muoveranno in quello stesso spazio. Perci durante il progetto lallievo dovr riuscire a vedere la vita e il movimento che scorrer poi negli spazi da lui progettati. Ci richiesto in particolar modo negli edifici aperti al pubblico e negli allestimenti museografici dove andranno previsti: spazi fluidi, spazi-movimento, spazi di sosta, poli e spazi attrattori, spazi di trasferimento,

spazi-interfaccia. 2 - Il tempo un protagonista della progettazione anche sotto un altro aspetto. Infatti, il progetto non soltanto un metodo per giungere alla definizione di un oggetto architettonico, ma anche un sistema per prefigurare e predisporre le fasi della sua costruzione. In questo modo la realizzazione e il montaggio, anche dei particolari meno importanti, non viene lasciata al caso, ossia alla fortuna di trovare maestranze capaci di sopperire alle indefinitezze del progetto. 3 - Nel suo progetto lallievo dovr quindi dare molta importanza al valore di prefigurazione, previsione, predisposizione, giungendo in certi casi anche a fornire degli elaborati che mostrino in linea di massima la successione delle fasi costruttive. Il concetto di scala 1 - Analizzando un progetto da un punto di vista metrico, si scopre che le misure pi frequenti non sono distribuite in maniera omogenea a formare una gamma continua, ma si addensano entro certi intervalli, formano cio delle gamme discontinue, anche se collegate. Ad esempio mattoni, mattonelle, gradini, spessori degli infissi, ecc. rientrano nella gamma dei centimetri; le dimensioni dei vani, in quella dei metri, in genere da 2 a poco pi di una decina. Gli edifici e i lotti, hanno dimensioni ancora superiori. Ebbene, ogni gamma di misure ha una sua scala di rappresentazione appropriata. Il progetto dovr quindi condurre lallievo anche a riflettere sul concetto di scala. 2 - La scala non solo un espediente per disegnare un progetto di vaste dimensioni su un foglio di dimensioni limitate. La scala anche uno strumento logico, e il salto di scala non un semplice ingrandimento o una riduzione, bens un sistema per ricondurre lattenzione del progettista su una certa gamma di variabili progettuali, tipiche di quella scala. Le scale corrispondono anche a diversi gradi di approfondimento nella progettazione, che possono anche essere affidati a progettisti diversi. 3 - In conclusione, la scala un valore relativo, e ad ogni scala corrisponde una sua complessit e un universo di variabili. Nulla piccolo o grande in s, ma solo comparativamente come diceva Gulliver viaggiando dal paese dei Lillipuziani al paese di Brobdignac dove vivevano giganteschi individui. E questo un concetto valido in ogni contesto e in ogni situazione. Alberto Breschi

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Laura Andreini

Abitare nel centro storico

LABORATORIO DI ARCHITETTURA 1
DISCIPLINA CARATTERIZZANTE
Composizione Architettonica e Urbana: Laura Andreini A.A. 2003-2006

MODULI DIDATTICI
Disegno dellArchitettura e Tecniche della Rappresentazione: Cecilia Luschi A.A. 2003-2006 Collaboratori: Lara Tonnicchi Leonardo Tajolini Guido Incerti

La sistemazione e il ridisegno di piazza dei Ciompi a Firenze costituisce loccasione per affrontare progettualmente il tema dellabitare e della costruzione dellarchitettura allinterno di un tessuto urbano consolidato. La piazza, idealmente liberata dalle attuali strutture del mercatino, viene quindi ripensata per lesercitazione in oggetto, secondo una nuova destinazione a ridotta complessit limitandosi ad un uso totalmente residenziale dellintervento al fine di concentrare lattivit progettuale su alcuni particolari aspetti legati al rapporto con lesistente, allo studio e allosservazione

del contesto, allattenzione per le preesistenze ambientali. Riprendendo la misura del lotto gotico considerato come invariante metrico dimensionale dellarea in oggetto, ogni studente ha potuto proporre una nuova organizzazione della piazza elaborata mediante linserimento di file di abitazioni a schiera variamente disposte sul fronte strada secondo schemi planivolumetrici scaturiti dallo svolgimento di due seminari svolti durante lanno. A partire da tale configurazione urbana scelta come condizione di base del lavoro, lo studio si sviluppato in modo da fornire loccasio-

ne per approfondire la ricerca e la conoscenza tipologico-distributiva dellabitazione monofamiliare definendo in relazione allo spazio interno le quantit e la qualit dello spazio abitabile e conseguentemente i modi e tempi dellabitare contemporaneo. Introducendo lo studente ai procedimenti di lettura e organizzazione dei primi elementi del fenomeno architettonico e studiando la loro aggregazione con particolare riferimento al ruolo svolto dal concetto di luogo, il corso ha quindi proposto uno specifico contributo sul tema della casa, della citt e quindi dellabita-

re, considerando questultimo aspetto come origine, fondamento e necessit di ogni intervento darchitettura. La lettura attenta del contesto esercitata attraverso linterpretazione di un rilievo non scientifico ma selettivo rispetto ai caratteri insediativi e architettonici posti in evidenza da ogni studente, oltre lo studio e la conoscenza storica del sito, hanno rappresentato lindicazione prima su cui ogni proposta ha misurato un proprio specifico racconto inteso come estrinsecazione di particolari idee e contenuti. Laspetto narrativo e la capacit di esprimere attraverso il proget-

to un possibile punto di vista sulla citt ha conseguentemente segnato il differenziale di valutazione secondo il quale larchitettura, come disciplina, supera tanto la mera applicazione di precetti tecnici, quanto la semplice vocazione artistica, per divenire strumento e soggetto di comunicazione attraverso la scrittura, che per larchitetto si esprime, specialmente in una prima fase formativa, attraverso il disegno.

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Valerio Barberis

Misurazioni poetiche

LABORATORIO DI ARCHITETTURA 1
DISCIPLINA CARATTERIZZANTE
Composizione Architettonica e Urbana: Valerio Barberis A.A 2005-2006

MODULI DIDATTICI
Disegno dellArchitettura e Tecniche della Rappresentazione: Nicoletta Brunori A.A 2005-2006

CORSO INTEGRATO
Tecnologia dei Materiali e degli Elementi Costruttivi: Claudio Screti A.A. 2005-2006 Collaboratori: Claudia Giannoni Barbara Lami Luca Paparoni

Scegli un luogo, quello per il quale vuoi diventare un architetto, il paesaggio dei tuoi sogni e fai un progetto... la prima esercitazione affrontata nel corso del primo semestre? Stata considerata una sorta di battesimo dellarchitettura: il tentativo di far comprendere allo studente le molteplici dimensioni dellarchitettura, da subito attraverso lesperienza diretta del progetto. Il tema proposto, un rifugio, ovvero unarchitettura minima immersa in un luogo straordinario come un ghiacciaio, una cascata, un deserto, un lago? Stato concepito

nella logica di stimolare nello studente la ricerca di una risposta a quel paesaggio, unarchitettura che nascesse concettualmente e fisicamente da esso: il corso ha proposto allo studente il tema della visibilit nel senso fornito da Calvino, ovvero come capacit intrinsecamente legata alla fantasia e, dunque, come primo momento del progetto di architettura. Lesperienza del progetto come misurazione poetica di un luogo, affrontata in termini intuitivi durante il primo semestre? Stata affiancata dalle prime nozioni di composizione e morfologia

dellarchitettura nel secondo semestre, sviluppati nel progetto di una casa-studio per artista collocata lungo largine del fiume Bisenzio a Prato. A gruppi di tre gli studenti hanno elaborato una proposta insediativa che tenesse presente le caratteristiche del sito - intorno urbano e naturale, sezione con la scarpata, orientamento - e che sviluppasse, attraverso literazione di tre parallelepipedi con dimensioni assegnate (18 m. x 6 m. x 6 m. di altezza), un luogo urbano composto di una piccola piazza, la discesa al fiume ed un portico. Succes-

sivamente ogni studente ha sviluppato il progetto della casa-studio il parallelepipedo procedendo per successivi approfondimenti di scala fino ad arrivare allo studio di alcuni dettagli architettonici.

1 Il fiume Bisenzio a Prato con evidenziate le aree di progetto 2 D. Rossi, E. Salvetti, M. Savini 3 M. Sammarchi, A. Silvestri, M. Vannuccini 4 F. Tommasoni, E. Tucci, C. Tuccini 5 B. C. Sauri, I. Stafani Donati, J. Strati 6 V. Susak, A. Sore, S. Skender 7 A. Toti

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Giulia Chiappi

La casa a schiera tra individualit e aggregazione

LABORATORIO DI ARCHITETTURA 1
DISCIPLINA CARATTERIZZANTE
Composizione Architettonica e Urbana: Giulia Chiappi A.A 2005-2006

MODULI DIDATTICI
Disegno dellArchitettura e Tecniche della Rappresentazione: Gianni Sani A.A 2005-2006 Collaboratori: David Burrini Enzo De Leo

Il corso si proposto come un primo avvicinamento alla comprensione critica dellarchitettura attraverso la lettura del costruito e la prassi progettuale secondo una progressione di esperienze fondata sul tema dellorganismo architettonico semplice. Gli obiettivi primari sono stati lacquisizione della capacit di selezionare gli spazi architettonici in base alle loro caratteristiche costruttive, formali e funzionali; la lettura delle opere architettoniche pi semplici viste nelle loro componenti principali - spazio, struttura e involucro il cui rapporto costituisce la specificit

dellarchitettura; la comprensione e quindi la conformazione dello spazio architettonico, inteso come prima sintesi tra la corretta articolazione degli elementi costituenti lorganismo edilizio e le strutture che ne determinano la sua fisicit. Nel percorso didattico il disegno stato posto come un insostituibile strumento di ricerca, attraverso il quale lo studente possa impadronirsi dei metodi di rappresentazione e quindi della comunicazione del progetto architettonico, dal momento dellideazione fino alla definizione conclusiva. Nellambito concettuale sopra indicato lattivit di laboratorio si svolta

nella fase iniziale attraverso due esercitazioni: linterpretazione ed il ridisegno di un edificio unifamiliare assegnato e il progetto di un organismo edilizio dalle funzioni informative da sviluppare con materiali e tecniche costruttive diverse. Le esercitazioni sono state finalizzate allacquisizione da parte dello studente dei principi basilari per la progettazione di un edificio unifamiliare a schiera, quale elemento di una serie che va a costituire due isolati nello specifico contesto urbano del quartiere delle Cure a Firenze. Il tema affrontato prevede 24 unit abitative dislocate su due corpi di fabbrica paralleli,

uno posto fra la strada e il parco, laltro fra la strada e il torrente Mugnone. I manufatti, progettati singolarmente, presentano caratteri diversi in quanto esercizio compositivo individuale di ogni allievo, pur nel rispetto dei vincoli assegnati (dimensione del lotto, altezza e posizionamento dellaccesso principale), che nascono dalla presenza di case contigue. Si cercato in tal modo di garantire lordine necessario richiesto ad unaggregazione edilizia, esaltando la dialettica tra la connotazione architettonica impressa dallallievo e il carattere seriale tipico di un certo tessuto urbano residenziale.

Alessandra Allegrezza, Matteo Fiorucci, Nicoletta Norcini, Fulvia Onofri, Vittoria Pacini, Valentina Pagliai, Luca Pammolli, Francesca Pandolfi, Irene Pannuto, Sondra Pantani, Giulia Paolieri, Federica Paoloni, Crysoula Papagianni, Alessandro Parlini, Milena Passeri, Matteo Pecorari, Elvira Perfetto, Leonardo Pestelli, Luigi Petrillo, Emanuele Petrucci, Angela Pirosa, Daniela Piscitelli, Ioannis Politis, Giulia Pollerone, Giacomo Pratesi, Valentina Pugnali, Niccol Punzoni, Francesca Quaranta, Sara Ramundo, Ilaria Rosati, Jacopo Rossi, Tommaso Roventini, Niccol Venturi Progetto di edificio unifamiliare a schiera per la costituzione di due isolati nel quartiere delle Cure 1-2 Vedute del modello dinsieme 3-4 Prospetti lato parco e lato strada

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Piero DeglInnocenti

LABORATORIO DI ARCHITETTURA 1
DISCIPLINA CARATTERIZZANTE
Composizione Architettonica e Urbana: Piero DeglInnocenti A.A 2003-2006

MODULI DIDATTICI
Disegno dellArchitettura e Tecniche della Rappresentazione: Sylvie Duvernoy A.A 2003-2005 Marco Bini A.A 2005-2006 Collaboratori: Sara Maria Vannucchi

La didattica del Laboratorio si incentra su un punto: far capire che, al di l di ogni premessa tecnica o funzionale, la composizione di un progetto avviene seguendo la logica di un linguaggio formale strutturato, sia esso di matrice organica, neoplastica, postmoderna ecc., e che questo linguaggio nasce da radici culturali comuni con le arti figurative, la musica, la letteratura. Perci, oltre a fornire agli allievi gli strumenti di base, necessario farli uscire dalla mentalit liceale ed iniziarli ad un ragionamento pi ampio e autonomo. Ristrettezza di tempi, nuovi ordinamen-

ti e soprattutto nuove generazioni di studenti hanno obbligato a drastiche semplificazioni dellinsegnamento. Al di fuori della scuola, i ragazzi sono molto poveri di esperienze culturali proprie. Il loro sapere si forma soprattutto sui messaggi dei media, ed impressionante verificare le dimensioni di questo impatto. I nostri piccoli sondaggi confermano nella stragrande maggioranza il possesso di nozioni non sistematiche e di informazioni vaghe, profondamente condizionate. I mondi vituali sono pi presenti di quello reale: si chiede di relazionare su architettura e societ nel-

lItalia anni 30 e si ottiene un panorama sullAmerica di Roosevelt. Talora affiorano zone oscure: si chiede di un personaggio conosciuto della storia moderna, e nessuno pensa a figure positive e vicine - Montessori, DAcquisto, Olivetti, Mattei - ma pi duno ricorda solo dittatori. Micidiali anche gli effetti dellabuso del pur necessario computer. Disegni bellissimi, ma non si sa tracciare una sezione. Nessun aiuto alla didattica viene infine dalla nostra sede-carcere, deprimente e si pu immaginare - costosissima. Aule illuminate male ed aerate peggio,

non duttili per accogliere didattiche coinvolgenti, con arredi e apparecchiature pretenziosi ma fragilissimi e mal posti. Un disastro che qualche volta, mentre si disegna, cerchiamo di mitigare con un sottofondo di buona musica classica. Nonostante tutto, comunque, spuntano alla fine dei germogli.

1 Andrea Morandi, Idea di spazi 2 Lorenza Odorizzi, Tracciati per un luogo urbano 3 Lorenzo Bardelli, Francesco Bonuccelli, Caterina Peppoloni, Barbara Reali Piante di case studio per artisti 4 Simona Bacchetti, Pianta di casa studio 5 Margherita Rispoli, Planimetria insediamento villette 6 Caterina Peppoloni, Prospetto di una casa studio 7 Michele Anastasia, Prospetto di una villetta (part.) 8 Annamaria Alberghina, Prospetti di una villetta

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Fabio Fabbrizzi

Sul progetto

LABORATORIO DI ARCHITETTURA 1
DISCIPLINA CARATTERIZZANTE
Composizione Architettonica e Urbana: Fabio Fabbrizzi A.A 2003-2005

MODULI DIDATTICI
Disegno dellArchitettura e Tecniche della Rappresentazione: Francesco Tioli A.A 2003-2005 Collaboratori: Riccardo Renzi

Iniziamo rispondendo a quella che la domanda che tutti si pongono appena imbarcati nel Laboratorio di Composizione I, formulando subito quella stessa domanda ad ognuno degli allievi. Che cos larchitettura? E si ascolta discutendo per una mattina sempre molto bella, le infinite opinioni di ognuno. Poi si attacca con la storia dellemozione. Delluomo che si fa serio, perch nel bosco trova un tumulo di terra e capisce che sotto quella forma geometrica c sepolto qualcuno. Da qui, lidea che per poter parlare darchitettura, occorra aggiungere insieme a tutte le visioni emerse, a volte ingenuamente di-

sarmanti, ma pi spesso intelligenti e ben strutturate, quella che ci permette di registrarne al momento della sua percezione, la presenza di unemozione. Carichi e un po stupiti di questimmensa responsabilit, ci avviamo a liberare la nostra personale e gi precostituita idea darchitettura, da tutte le sostruzioni concettuali che le letture, la scuola, i viaggi e la vita, hanno sedimentato dentro di ognuno, lavorando su due versanti che sincroceranno poi attorno al momento progettuale. Inizia quindi un processo di disarticolazione, affiancato da un processo di costruzione, che lavora sulluniversalit di

temi che costituiranno le regole necessarie per capire e per fare architettura, scegliendo Firenze come luogo dellintervento e come testo di riferimento. Per questo si legge dal vero la citt, uscendo insieme, tutti con gli occhi in gi a capire come si attaccano a terra gli edifici e tutti a naso allins per capire come si ritagliano nel cielo, evidenziandone i caratteri di una riconoscibile e comune identit. Caratteri che verranno interpretati nella riprogettazione degli edifici che compongono un isolato su Piazza Tasso, nella visione di una citt come fatto corale che si trasfigura nella conduzione

stessa del Laboratorio, dove ogni allievo, alla ricerca solitaria e paziente, affianca una pratica in aula, vivificata dal confronto con gli altri. Si tenta di richiudere cos il ragionamento, attraverso la pratica di un esercizio compositivo che non ricerca lidea dellinnovazione a tutti i costi, ma la percorrenza di un codice che una volta acquisito, potr ammettere la presenza di una forzatura che lo evolve. Modificazione questa, che pu arricchire litinerario e lesito progettuale di un valore demozione, che trasformer questo risultato in architettura. Proprio come il tumulo di terra nel bosco.

1-2 Momenti del Laboratorio 3-4-5 Lisolato ricostruito di Piazza Tasso a Firenze

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Ulisse Tramonti

Completamento e riqualificazione di uno spazio urbano a Firenze

LABORATORIO DI ARCHITETTURA 1
DISCIPLINA CARATTERIZZANTE
Composizione Architettonica e Urbana: Ulisse Tramonti A.A. 2003-2005

MODULI DIDATTICI
Disegno dellArchitettura e Tecniche della Rappresentazione: Paola Puma A.A. 2003-2005 Collaboratori: Isa Aurori Giulia Chiappi Enzo Crestini Filippo Frassi Sergio Martellucci Luca Rivalta Jelena Zanchi

Lesperienza progettuale intesa quale strumento principale di apprendimento dellarchitettura ha costituito il fondamento sul quale sono stati articolati i corsi di Composizione Architettonica e Urbana, nellambito del Laboratorio di Architettura del primo ciclo didattico. Nella fase propedeutica sono state effettuati alcuni esercizi di composizione ai quali sono seguite lezioni imperniate sulla trasmissione dei principi basilari dellarchitettura; allo stesso tempo esse hanno avuto lo scopo di avvicinare gli studenti agli aspetti teo-

rici della produzione architettonica, intesi come strumenti per formare una coscienza critica sulla quale innestare una cultura progettuale che sia espressione della societ allinterno della quale si inserisce. Nellottica di una architettura concepita come sistema di regole condivise e di apporti individuali, lo studente, partendo dalle nozioni elementari, stato stimolato ad acquisire competenze tali da consentirgli lelaborazione di un organismo architettonico semplice, sviluppato secondo una corretta articolazione degli elementi

costitutivi - spaziali, strutturali e formali -, in grado di poter essere aggregato con altri uguali o analoghi; in parallelo sono stati trasmessi concetti gravitanti intorno alla nozione di spazio aperto, come tessuto edilizio e parte urbana, fino ad arrivare allappropriazione del concetto di luogo. I temi progettuali affrontati hanno spaziato da un edificio residenziale unifamiliare, da inserire come completamento di un isolato, alla riqualificazione di uno spazio urbano. Questi progetti finali sono stati direzionati verso un approccio di tipo concreto

nei confronti di alcuni luoghi della citt (via Pindemonte e Piazza Brunelleschi) che necessitano di interventi finalizzati al loro recupero. Per questo motivo gli stessi vincoli hanno costituito per lo studente un incentivo ad approfondire il lavoro analitico funzionale sia allindividuazione delle potenzialit del contesto, sia alla formulazione di risposte progettuali maggiormente organiche rispetto ad esso e alle necessit contemporanee, nella ricerca di un equilibrio fra analogia ed invenzione.

Progetto per la riqualificazione di Piazza Brunelleschi a Firenze A.A. 2002-2003 1-2-3 Eleonora Caudai 4 Chiara Cecchini

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Corso di Laurea in Scienze dellArchitettura Laboratorio di Architettura 2

Struttura del Laboratorio Il Laboratorio di Architettura 2 si basa sullintegrazione dei corsi di: Progettazione Architettonica I Arredamento e sul coordinamento con il Corso Integrato di Urbanistica. Obiettivi di formazione Allinterno del nuovo percorso didattico del Corso di Laurea triennale in Scienze dellArchitettura, il secondo anno riveste, per sua intrinseca natura, il ruolo di cardine del tracciato formativo, in quanto segmento di immissione nella pienezza disciplinare dopo lesperienza sostanzialmente propedeutica del primo anno, e di proiezione verso la maturazione ed il compimento del terzo anno e della laurea di primo livello che ne segue. Per questa ragione anche, la sua messa a fuoco in termini di contenuto tematico, di scala, di calibratura dimensionale del compito didattico da offrire e da esigere nella sequenza triennale ha comportato una prima formulazione concettuale ed operativa che, dopo due anni, stata rivista mettendo a frutto sia lesperienza concreta gi compiuta che laffinamento critico circa la pi opportuna ed efficace progressivit contenutistica ed applicativa rispetto ad un crescendo formativo di base. Il coordinamento verticale dei docenti dei Laboratori di progettazione ai fini di una ridefinizione organica, coordinata e coerente dellinsegnamento compositivo ha infatti direzionato i primi due anni del Laboratorio di Architettura 2 (2002/2004) sullelaborazione di un manufatto architettonico a funzione specialistica, destinando al terzo anno il progetto di un edificio residenziale integrato. Nel biennio successivo invece

(2004/06) stato ritenuto di dover invertire la scelta precedente, nella convinzione definitiva che la sequenza tematica rappresentata dal progetto di una casa unifamiliare al primo anno, di una unit dabitazione integrata al secondo anno, e infine di unarchitettura specialistica al terzo consentano e garantiscano al meglio una progressivit del cimento in termini di complessit tecnicofunzionale, di articolazione spaziale, di elaborazione ed ideazione formale, sostanziata peraltro dal parallelo incremento di nozioni acquisite nelle altre discipline che ne arricchisce gli strumenti di controllo e di enunciazione. per queste ragioni che le pagine seguenti riportano i lavori didattici relativi a questultimo assestamento, ed inerenti appunto al campo tematico delledificio residenziale urbano. Esito che si giova degli effetti riverberati dallulteriore lavoro di coordinamento orizzontale perseguito dai docenti di Laboratorio per ciascun anno, finalizzato ad offrire e garantire modalit analoghe di obiettivo, di organizzazione e di svolgimento della prova didattica, concordate soprattutto in termini di scala dimensionale delloggetto e di elaborati, per un giusto equilibrio tra lassicurazione doverosa di condizioni ed obiettivi di base irrinunciabili ed equivalenti in termini di esperienza formativa per tutti gli studenti, al di l del corso di iscrizione, e la salvaguardia legittima della piena

singolarit metodologica e culturale dellinsegnamento, secondo la personale fisionomia e declinazione interpretativa, per i docenti. Coordinamento che conseguentemente informa anche lorientamento del modulo di Arredamento interno al Laboratorio, in quanto campo tematico e scala in grado di avvicinare ad una intrinseca estensione progettuale, completandolo, il tema della residenza in particolar modo, laddove la dimensione architettonica dellarticolazione interna degli alloggi viene specificamente esplorata nelle implicazioni di stretta reciprocit con le dotazioni e le ergonomie dellallestimento funzionale domestico, verso quel mutuo condizionamento ed adattamento in grado di generare configurazioni tipo-morfologiche ed espressioni spaziali tra loro organicamente simbiotiche e compiute. Strutturazione interna del Laboratorio che trova una ulteriore opportunit di rilegatura e di organicit dellesperienza didattica sul progetto architettonico attraverso il coordinamento con il Corso integrato di Urbanistica: il tema cruciale dellunit residenziale intesa quale protagonista primaria della formazione della citt viene incrementato delle sue implicazioni pi generali, tra cui innanzitutto la relazione con il contesto, e dunque immesso nellottica di antecedenti, concetti, procedure, strumenti, figure, proiezioni pi ampi e generali, legati ed ispirati alle connotazioni e ra-

gioni dellinsieme urbano di appartenenza. Dimensione polare, dunque, a quella dellarredamento, che cos volutamente conchiude il senso didattico della prova progettuale del secondo anno -incardinata nel Laboratorio- allindirizzo di una consapevolezza non fratta e compartimentata, non settoriale e solitariamente autoreferenziale, ma piuttosto il pi possibilmente consequenziale, organica e criticamente sintetica. Centralit referenziale del luogo posta come prerogativa fondativa della formazione, ma secondo linterpretazione ispirata a una accomunante cornice di pensiero strategico dellintero corso di laurea: quella del deciso e decisivo radicamento nel luogo/tempo culturale della contemporaneit assunta concordemente quale imprescindibile sistema di riferimento in cui inserire un atto progettuale autenticamente attualizzato in grado di continuare dialetticamente, in piena e legittima fiducia nelle proprie ragioni e capacit migliori, la perenne metamorfosi adattativa ed innovativa del territorio/paesaggio antropizzato. Alla base, la cifra didattica della relazione cruciale tra Funzione e Forma posta sempre come ricerca, verifica e risultato di un motivato e coerente processo metodologico, secondo una sequenza progressiva di fasi di elaborazione -dal concept fino al dettaglio architettonico significativo-, di cui il tema delledificio residenziale in particolare propone un complesso e severo banco di prova come intersezione di elementi plurimi ed eterogenei, anche contraddittori, da comporre e sublimare, e come affrancamento dalla rischiosa, meccanicistica rigidit meramente funzionalista o economicistica della produzione edilizia corrente. Lunit residenziale integrata Didatticamente inteso come naturale estensione, pi complessa e dimensionalmente rilevante, del tema dellabitazione singola affrontato nellanno precedente, magari aumentata dallintegrazione con una piccola funzione pubblica di servizio, il progetto di un edificio residenziale urbano integrato deve impegnare lo studente nella definizione di un manufatto architettonico in cui conciliare i temi compositivi contrapposti della unit funzionale individuale -la singola

cellula-alloggio e la piccola funzione specialistica- con la struttura architettonica complessiva che li aduna, esercitandosi nella comprensione, gestione e risoluzione della relazione tra singolarit ed insieme, tra modello e consuetudine, tra ripetizione-iterazione e variazione, tra rigidit regolatrici e flessibilit adattative, tra condizionamento tecnico-costruttivo e libert formale nelle loro implicazioni funzionali, normative, tecnologico-strutturali, segnico-linguistiche. A tal fine, la ricerca pi paradigmaticamente innovativa sul tema, a partire dal Movimento Moderno fino alla produzione contemporanea, costituisce lhumus teorico e progettuale da acquisire criticamente in contenuti, metodologie ed estetiche, riconoscendone il formidabile valore di originaria leva, di primario volano della rivoluzione disciplinare a fondamento genetico della nostra contemporaneit culturale, tuttora chiave assolutamente preponderante e decisiva della configurazione fisica del mondo. Didattica Privilegiato e selezionato ambiente culturale di referenza, dunque, da mettere in relazione/reazione con un reale e definito luogo di applicazione prescelto nellarco compreso tra contesti urbani fortemente sedimentati ed aree libere di nuova edificazione. Luoghi ritenuti tutti portatori di condizioni, forme, caratteri, latenze assai individuati, con ruolo di catalizzatori dellesercizio di analisi interpretativa a necessaria premessa della definizione del progetto in termini di relazioni planivolumetriche e di riferimenti ed istanze ambientali e formali verso cui prendere posizione definendo una proposta critica in forma di assonanza-dissonanza, di conciliazione-opposizione, di armonizzazionecontrappunto. In definitiva, di responsabilizzazione verso una progressiva chiarificazione della personale modalit di espressione del fare architettura come pratica deputata e delegata alla modifica auspicabilmente sapiente e, perch no, creativa del mondo fisico, funzionale e simbolico-rappresentativo di appartenenza. Presa di coscienza dellarticolata complessit delle premesse sottese al processo progettuale che, unitamente ad una urgente ed ineludibile necessit di effica-

cia didattica in sapere e tempisticasotto forma di sempre maggiore essenzializzazione del percorso formativo tramite integrazioni e/o riduzione di insegnamenti, d chiarezza e necessit di motivazione allintegrazione del Laboratorio 2 con il Modulo di Arredamento nonch al coordinamento con il parallelo Corso di Urbanistica, in grado di illuminarne i valori polari ma anche certamente complementari, per espanderne il fondo prospettico di inquadramento e restringerne il riverbero nei complementi duso. Cos, il secondo rafforza il suo apporto nella fase di avvio del Laboratorio, inserendone i contenuti in un telaio di supporto urbanistico allimpostazione in parallelo della soluzione architettonica, mentre il primo, riferito allalloggio o ad una parte della funzione specialistica, affronta analogamente il salto di scala richiesto dallimplicita dotazione di ogni interno di specifici componenti arredativi. La cui sistemazione efficientemente organizzata, responsabile della configurazione conclusiva dello spazio campione, mira allacquisizione di una appropriata metodologia, delle misure, delle scale e dei mezzi espressivi pi pertinenti, dei materiali e delle loro lavorazioni, della conoscenza del design industriale, sullo sfondo storico-critico della specifica profondit culturale della disciplina. A met del viaggio triennale, il Laboratorio di Architettura 2 innesca dunque lincrocio interattivo di tre fondamentali discipline progettuali tra loro, dimostrando una possibilit di sinergia che simuli, seppure in parte, nel senso della simultaneit trasversale e coordinata tra mondi attigui, la cifra dellampiezza problematica necessaria per sviluppare il progetto architettonico contemporaneo. Esercizio nodale di sintesi, che potrebbe trovare nel consolidamento di un unico e pi cospicuo Laboratorio di Architettura 2 ed Urbanistica la sua esemplare e baricentrica strutturazione ordinamentale, a significativo avanzamento nellinnovazione didattica che costituisce il faro orientativo del nuovo Corso di Laurea, in sintonia ineludibile con lUmanesimo inarrestabilmente, radicalmente moderno in cui vuole immergersi. Flaviano Maria Lorusso

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Carlo Canepari

LABORATORIO DI ARCHITETTURA 2
DISCIPLINA CARATTERIZZANTE
Progettazione Architettonica I: Carlo Canepari A.A. 2003-2006

MODULI DIDATTICI
Arredamento: Lapo Galluzzi A.A. 2005-2006

CORSI INTEGRATI
Fondamenti di Urbanistica: Carlo Carbone A.A. 2005-2006 Diritto per lEdilizia e lUrbanistica: Luciano Gallo A.A. 2005-2006 Collaboratori: Ugo Dattilo Lapo Galluzzi Riccardo Guidi Francesco Maestrelli Luigi Zola

La parola abitare qui significa qualcosa di pi che lavere un tetto sulla testa e un certo numeri di metri quadri a disposizione. Per prima cosa significa incontrare altri esseri umani per scambiare prodotti, idee e sentimenti, ossia per sperimentare la vita come moltitudine di possibilit. In secondo luogo significa mettersi daccordo con alcuni di loro, ossia accettare un certo numero di valori comuni. E infine significa essere se stessi ossia scegliere un piccolo mondo personale. Possiamo chiamare queste tre forme abitare collettivo, abitare pubblico,

abitare privato. (Norberg-Schulz, Labitare, Electa, Milano 1995). Il seminario ha affrontato il tema dellabitazione con un duplice atteggiamento: in primo luogo ha cercato di fornire gli strumenti didattici di base, per garantire innanzitutto un tetto sulla testa e un certo numero di metri quadri a disposizione, i secondo luogo il tema dellabitare stato declinato secondo le triade collettivo, pubblico, privato. L area di progetto situata a Colle Val DElsa, immediatamente a ridosso del-

la citt murata. Il lotto connotato dalla presenza di tracce storiche di rilevante importanza quali le mura, i bastioni, e la presenza prepotente e importante dellospedale di San Lorenzo. inoltre caratterizzato da un plus valore paesaggistico fornito dalla vista panoramica della valle sottostante. I progetti hanno affrontato pertanto oltre che lo studio tipologico sulle abitazioni sia il delicato tema dello spazio pubblico attraverso lo studio di elementi urbani quali la piazza, i percorsi, il dialogo con le viste panoramiche sia il rapporto e il confronto con

le preesistenze storiche della citt. Nel far ci il seminario ha evitato di fornire schemi aprioristici, cercando piuttosto di offrire gli strumenti per una riflessione consapevole e un rapporto dialettico tra le parti.

Seminario di Colle Val DElsa, Responsabili: Lapo Galluzzi, Ugo Dattilo 1 Agnese Gori Intervento di nuova edificazione nellarea dellex Ospedale di San Lorenzo 2 Sara Maestrini Intervento di nuova edificazione nellarea dellex Ospedale di San Lorenzo

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Antonio Capestro

Abitare sullArno

LABORATORIO DI ARCHITETTURA 2
DISCIPLINA CARATTERIZZANTE
Progettazione Architettonica I: Antonio Capestro A.A. 2004-2006

MODULI DIDATTICI
Arredamento: Cinzia Palumbo A.A. 2004-2006 Collaboratori: Fulvio De Carolis Massimo Fabbri Morenica Grassi

Fornire strumenti per una metodologia di progetto che integri aspetti di ordine tecnico, funzionale e normativo a riflessioni in grado di formulare unidea di spazio tra architettura e citt attraverso un linguaggio interprete della contemporaneit. Il percorso progettuale si svolto in due fasi. La prima ha coinvolto il gruppo di studenti per un approfondimento del sistema residenziale in relazione a tematiche che, nascendo dalla citt, propongono il tema dellabitare come un microcosmo urbano che amplifica la

propria singolarit nel rapporto con il contesto. Partendo da una verifica delle previsioni del PRG, stata elaborata una forma del progetto valutando i sistemi principali che le danno struttura: ruolo e articolazione degli spazi pubblici e privati, recupero e ripensamento delle attivit, rapporto con infrastrutture e collegamenti carrabili e pedonali, interazione fisica e percettiva con lambiente naturale costruito (argini e riva del fiume Arno, cinta collinare, scorci sulla citt storica e sui suoi monumenti). Queste riflessioni sono state elaborate, in scala 1:500, attraverso la defini-

zione di un plastico corredato da sezioni ambientali e da schemi distributivi di tutti i livelli. Questa fase stata supportata da un confronto continuo con i docenti attraverso lezioni, revisioni e dibattiti, ha favorito linterazione allinterno del gruppo e tra i gruppi e si conclusa con una presentazione del proprio lavoro al Laboratorio. La seconda fase ha approfondito le tematiche progettuali in scala 1:200 con un lavoro di gruppo, fino a scendere ad una scala di dettaglio di una unit residenziale, svolta dal singolo studente. In particolare nella scala 1:200

stata verificato il linguaggio architettonico e lesperienza spaziale che il progetto ha voluto approfondire tra architettura, citt e paesaggio. Nella scala 1:50 sono state studiate le interferenze e le relazioni tra oggetto duso e architettura come parte di un unico processo spaziale. In questa fase stato prodotto un plastico con piante prospetti e sezioni in scala 1:200, una o pi tavole sulla organizzazione e sulla ambientazione interna.

Progetto di un sistema residenziale sul Lungarno Ferrucci, a Firenze 1 Palummo Debora Picozzi Rachele Roselli Laura 2 La Greca Christian Lebaschi Ghazaleh Mezzanotte Michela Morabito Caterina

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Paolo Iannone

LABORATORIO DI ARCHITETTURA 2
DISCIPLINA CARATTERIZZANTE
Progettazione Architettonica I: Paolo Iannone A.A. 2005-2006

MODULI DIDATTICI
Arredamento: Massimo Gasperini A.A. 2005-2006 Collaboratori: Luca Facchini Federico Faraoni Stefano Gambacciani

Le sequenze didattiche svolte hanno favorito una buona presa di coscienza del rapporto tra le varie componenti analitiche e propositive del processo progettuale. In particolare i temi delle lezioni sono stati articolati sulla complessit delle relazioni tra i dati funzionali, il contesto sia socio-culturale che fisico-ambientale, le tecnologie, la normativa, i rapporti di scala, la forma nelle sue implicazioni presenti lungo larco progettuale e come prodotto finale del progetto. Il tema progettuale riguarda un insieme di opere con discreto grado di com-

plessit atte a esorcizzare la soluzione di continuit tra un grande segno urbano (lalveo coperto del fiume Affrico) e lArno con le sue opposte sponde; tema urbano e architettonico al contempo che ha favorito un dialogo positivo tra ambiti disciplinari diversi, favorito dalla sperimentazione in atto dei due Corsi integrati di Laboratorio di Architettura e Urbanistica. Inoltre le fasi progettuali relative alle tematiche proposte, (piccola struttura ricettiva, sala congressi, strutture per il tempo libero, attraversamento pedonale del fiume e sistemazione delle sponde

nelle aree adiacenti) concernenti sostanzialmente la previsione di un quadro generale di riferimento e la progettazione dei singoli interventi, non sono distinti nettamente ma crescono insieme, in una sincronia interscalare con un processo iterativo sempre pi raffinato. A tale proposito il modulo di arredamento ha contribuito con lezioni ed esercitazioni a condividere e consolidare linterdisciplinariet caratterizzante il Laboratorio considerando il proprio ruolo come momento di compensazione, integrazione ed esaltazione dellArchitettura. interessante come i singoli progetti fi-

nali risultino (merito anche della formazione di piccoli gruppi di lavoro) coerenti con la linea generale che il Laboratorio ha proposto come obiettivo di ricerca: la contemporanea presenza e interrelazione di diverse culture o, meglio, interpretazioni culturali dello spazio architettonico delluomo del 21 secolo secondo un ventaglio ampio ma selezionato di sistemi di approccio linguistico innovativi e al contempo sensibili alla rivisitazione non solo citazionistica degli esiti significativi delle correnti architettoniche e, pi in generale artistiche del secolo scorso.

1 Prima Esercitazione - happening 2 Larea e gli allievi 3 Plastici finali del laboratorio 4 Elaborati e plastici finali A - Morandi Andrea e Pretto Davide B - Barucci Matteo, Brilli Thomas e Trilli Mirko

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Nicoletta Novelli

Sul fiume, operativamente: residenza aggregata a pi stelle

LABORATORIO DI ARCHITETTURA 2
DISCIPLINA CARATTERIZZANTE
Progettazione Architettonica I: Nicoletta Novelli A.A. 2004-2006

MODULI DIDATTICI
Arredamento: Alessandro Lucchi A.A. 2004-2006

CORSI INTEGRATI
Fondamenti di Urbanistica: Giuseppe De Luca A.A. 2005-2006 Diritto per lEdilizia e lUrbanistica: Andrea Torricelli A.A. 2005-2006 Collaboratori: Francesco Bartolozzi, Luca Bevilacqua Dario Bertini, Monia Boccali Roviglioni David Margheriti, Andrea Mezzedimi, Giacomo Morelli Consulenti: Roberto Melosi e Luigi Pingitore (UERP di Firenze)

Un riscoperto rapporto tra la citt e il suo fiume ha stimolato gli studenti alla ricerca di sequenze tematiche, interpretate attraverso lo studio di modelli di aggregazione tridimensionali. Nel percorso progettuale sono stati cos accentuati alcuni passaggi strategici, con lo scopo prioritario di spostare lattenzione dello studente dagli oggetti alle relazioni tra di essi. La ricerca dei criteri di assemblaggio delle unit residenziali ha cos portato alla formazione di organismi complessi, evitando il rischio di logiche estrusive di meccanismi distributivi concepiti

nella sola dimensione planimetrica. La possibilit, poi, di unit residenziali a pi stelle, coerentemente alla pi innovativa ricerca e pratica contemporanea sui modi del vivere comunitario, ha spronato maggiormente alla ricerca di complessi residenziali dove la maggiore qualit dellabitare fosse misurata in valore spaziale. Nellisolato con il cuore dacqua alle Piagge o nella stretta fascia del costruito compresso dalla collina verso il fiume, nel lungarno Ferrucci, le elaborazioni progettali sono state declinate secondo temi contemporanei, quali

trasparenze, traslazioni, gradienti di densit, connessioni materiche, trasposizioni naturalistiche Sintesi improvvise ed inaspettate, stimolanti per docenti e discenti, hanno inoltre arricchito il percorso didattico, come nel caso dellesercitazione sul prototipo I_home, progettato dagli studenti e dai docenti dallUniversit di Monaco. Il prototipo, prima studiato nella funzionalit dei suoi spazi minimi estremi, stato poi aggregato attraverso la flessibilit di una economica carpenteria metallica. Nello studio di tali sistemi di assemblaggio, dallinti-

mit di sorta di unit di vicinato alla geometria iperspaziale del Tesseract, si di fatto ripercorso la storia dei principali criteri distributivi. Larchitettura rappresentata come spazio di vita collettiva testimonia la vivacit progettuale con cui gli studenti hanno reagito alle stimolazioni date dal laboratorio.

1 Francesca Paganelli, Ezio Riolo, Devid Tabani, Emanuele Notari Area di studio: Lungarno Ferrucci 2 Salvatore Lerose, Veronica Fiorini, Aygun Guric, Valentina Mazzantini, Karolina Svahn, Yasemin Celik Area di studio: Le Piagge 3-4 Veronica Fiorini, Valentina Mazzantini, Aygun Guric, Stathis Katomeris Studi di aggregazione del prototipo I_homes, casa per studenti progettata dallUniversit di Monaco (coordinamento Prof. Richard Horden, direttore progetto Lydia Haack, committenti Studentenwerk Mnchen)

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Corso di Laurea in Scienze dellArchitettura Laboratorio di Architettura 3

evitato consapevolmente gli insegnanti fino dal secondo anno, quasi si trattasse di riflettere sulle aspirazioni personali e/o di valutare affinit e parentele. Passwords Il primo aspetto da mettere in evidenza la preoccupazione che ha unito il Laboratorio: definire limiti reali e virtuali di questa prima sintesi cognitiva, sconfessando il principio di genericit per disattivarne la potenziale carica di-

Orizzonti formativi Il Laboratorio di Architettura 3 completa il percorso didattico di 6 semestri del ciclo triennale. Ai corsi di Progettazione architettonica e Caratteri distributivi compete un ruolo quasi analogo ad una resa dei conti. Questo risultato progettuale che precede la tesi di laurea costituisce infatti un solido punto dancoraggio e prepara una prima sintesi cognitiva, poich lallievo vede davanti a s, per la seconda volta dopo lesame di maturit, una curva del proprio futuro. Limpianto dei 5 Laboratori si presenta con unimpalcatura predefinita. I gruppi o unit di lavoro hanno in comune tema generale (edificio specialistico), dimensioni dellintervento e modalit di esame (scale, formati, numero tavole). Pur nelle rispettive autonomie, il programma didattico articolato in fasi e sulla verifica diretta delle responsabilit o se si vuole, sullauto-descrizione, dato che per il laureando la cultura del progetto da questo momento in poi ricoprir un ruolo cruciale e rappresenter una scelta personale, non una costrizione o un debito formativo. I tempi brevi del Laboratorio hanno finito con lanticipare lora della sveglia per insegnanti ed allievi. Limpegno nellesplorazione, la ricerca di analogie e corrispondenze che supportano il pensiero progettuale, il concentrarsi sui procedimenti formali, strutturali, tecnico-costruttivi, sono state le basi non negoziabili di un orizzonte della formazione fondato su interessi e competenze sempre pi estesi e variegati che in parte sfuggono al mercato locale. ormai la realt europea, vicina ed accessibile, a fare da sfondo ai profili professionali. Tirocini internazio-

nali, masters, workshops e stages introducono una complessit prossima ventura tutta da governare: quella delle interferenze disciplinari. Di fatto per una generazione di giovani 21enni, pressata da una logica occupazionale, ma alla ricerca di professionalit altre, pi mirate, diventa importante sfruttare tutte le potenzialit di questesperienza e costruire il proprio circuito di crescita. Il Laboratorio di Architettura 3 non ha tentato di comporre tale dissidio; anzi lo ha fatto avvertire, conferendogli massima visibilit ed assumendo una colorazione ibrida, pur senza toccare i fondamenti teorico applicativi che lo

caratterizzano. La base comune che si creata e ha, positivamente, coinvolto tutti una piattaforma disciplinare fondata sul confronto aperto, sulla sperimentazione didattica che pone in essere anche unoperazione di ordinamento conoscitivo e di vaglio critico. Essa induce ad una conversione attenta e consapevole, poich le flessibili, talvolta caotiche offerte del mercato richiedono quanto meno una profonda sensibilizzazione. La tempestivit dei cambiamenti imporrebbe un dialogo continuo, unauto-promozione permanente in grado di interpretare di volta in volta le sfide della professione.

Genesi Da questa postazione la scelta di un livellamento verso il basso della qualit dellapprendimento, con lobiettivo di sfornare laureati a basso costo con competenze generiche stata considerata affatto fuorviante, quasi una provocazione per affinare invece metodi e contenuti, tagliando gli sprechi formativi. Innestato nel corpo di unesperienza progettuale sulle unit dabitazione (2 anno) il Laboratorio di Architettura 3 ha tematizzato il progetto delledificio, inteso: 1) come obiettivo capace di dar senso compiuto a connessioni reali (contesto), legando insieme unampia gamma di condizioni e situazioni di estrema concretezza; 2) come tramite per un approfondimento delle filosofie del Comporre e delle Tendenze in atto nella cultura architettonica contemporanea. La mobilit stata casualmente rafforzata dallo slittamento di alcuni docenti (tra cui il sottoscritto) per motivi di crescente affollamento del corso di laurea appena avviato. A posteriori tali sconfinamenti sembrano aver trasferito compiti e scelte su un piano sempre meno arbitrario, favorendo quasi per inerzia un work in progress. In definitiva lallievo ha selezionato o

struttiva. Questione essenziale alla conclusione logica di un risultato progettuale da lasciarsi alle spalle, ma che non dovr sancire una frattura netta con esiti ed obiettivi futuri. Anche se nessun discorso pu essere completato in questa sede, certo che continuit e discontinuit si sono combinate, alternate e sovrapposte a livello pedagogico, perch di fatto il ciclo triennale che si prefigurava compiuto con scarse prospettive di sviluppo, oggi nel 90% dei casi si apre alla specialistica sotto condizione. Nel gioco complicato di cause ed effetti questa duplice finalit ha oggettivato: a) una ricerca di legittimit funzionale, spaziale, testuale dei significati architettonici in qualit di operazioni coordinate per la realizzazione di proposte nei termini di chiarezza concettuale, di linguaggio e di specificazione della forma; b) un dispositivo processo-progetto che non implichi, in una fase delicatissima dellapprendimento, n la trasmissione forzata di una dipendenza culturale, n automatismi o dogmi, n possa farsi portatore di verit generalmente valide ed estensibili, bens generi soltanto dei Modi. c) unoperativit concreta che non eluda lo spessore e la molteplicit delle indicazioni al margine di un progetto e dove siano compresenti i connotati di relazione del fatto architettonico con lambiente (nozione topologica di spazio e dimensione), di connessione tra forma ed uso e di corrispondenza tra segno e realt costruttiva, vagliandone le articolazioni. Ledificio specialistico Pur con particolarit ed in situazioni diverse, questo tema generale dei La-

boratori ha supportato quel difficile passaggio tra astrazione e configurazione di uno spazio costruito. Larchitettura del pezzo unico consente di legare tra loro attivit e funzioni primarie. Nello stesso tempo la semplificazione, la riduzione e, di conseguenza, la definizione di elementi misurabili possono produrre delle vere e proprie suggestioni in cui precipitano azione e riflessione. La scelta di unarea da edificare, di un oggetto da completare od ampliare fornivano una cifra limitata di vincoli, consentendo cos di focalizzare lattenzione sul concept, sui layers del progetto, sulla Forma del nuovo edificio. Nello stesso tempo i temi specifici (il Padiglione, la Biblioteca, il Museo ecc...) offrivano interessi composti di per s: a) perch implicano da sempre un legame interattivo con il tempo e il luogo di una citt o un territorio; b) per la loro vocazione storica di manufatti atti a farsi interpreti e testimoni di un rinnovamento; c) perch appartengono ad un mondo soggettivo di risonanze e rispecchiamenti (linguistici, figurativi) destinati a crescere ed a moltiplicarsi nel tempo. Didattica del progetto La difficolt da superare stata e sar sempre la programmazione, giacch alla struttura di un Laboratorio di Archi-

tettura condensato in un semestre sono saldati orari e tempi di percorrenza. Ci significa che la progettualit calamiter lattenzione e coroner unattesa, senza sconfinare in una seduzione infinita. Dovr s spaziare ma anche auto-limitarsi, trovando una propria lunghezza donda. Progettare come scrivere: come la scrittura riscrittura, cercare di guidare lopera verso il proprio centro. Dunque il progetto darchitettura riscrittura continua, spinta verso un risultato impossibile da scalfire; fino al punto, cio, in cui diventa impossibile aggiungere o togliere qualcosa. Queste limitazioni sono strumentali al progetto del terzo anno e lo chiudono nel proprio spazio. Ma se da un lato escludono le divagazioni, non devono tuttavia indurci a comprimere gli interessi, spostando opportunisticamente

laccento su un comodo approccio che mortifichi lispirazione o le aspirazioni, ormai bandito quasi ovunque con buona pace dei suoi sostenitori. Lunit di intenti tra i Laboratori fondata sulla gara, sullaria che si respira, sullistigazione a pensare, architettando il presente e quanto lo circonda. Ad andare in pezzi stata lidea di unarchitettura che non vuole condividere il mondo o non si propone di capirlo. A sparire definitivamente dalla scena stato lavvertimento di Vitruvio: queste forme non esistono, non possono esistere e non sono mai esistite. Perch lintenzione affatto diversa: far conoscere ed assimilare lo spirito di una Modernit scevra da pregiudizi intellettuali. Ed fuor di dubbio che la decisione di esplorare gli itinerari del progetto contemporaneo ha spinto questa finalit dellarchitettura a guardare oltre; a considerare aspetti inerenti alluso dello spazio, a confrontare qui e ora le interrelazioni tra interno ed esterno, tra pubblico e privato. Il fare concettualizza i propri assunti ma si confronta con la realt, anche con la sua fragilit e perfino con le sue poetiche, nel tentativo di coglierne lineamenti, motivazioni e perch no, provocazioni. Sappiamo da tanti indizi che lallievo architetto, posto di fronte allostacolo della tesi di laurea, avverte il bisogno di trovare un Modo. Lo cerca con tutte le forze, talvolta inconsapevolmente, tentando di capire a quali forme corrispondono idealmente pensieri e desideri. E quel modo di architettare diventer un mattone di un Modo pi grande, quello di vivere. in questo senso che la materia prima su cui si opera , ancora una volta, la nostra e ci mette costantemente alla prova. Mi sembra che il grado zero di una progettazione che vuole misurarsi con la contemporaneit, accennato da Breschi tra le righe, stia entrando a cinque anni di distanza quasi a pieno regime. Concepire il progetto non soltanto come atto di conoscenza della realt, ma anche come una riflessione sullessere, ci pare offra buone prospettive di arricchimento sul piano della maturazione intellettuale. La Koin non pi lobiettivo, anzi: la necessit di indagare, interpretare i segnali della nostra Modernit con le sue inquietudini etiche ed estetiche, impone un sapere futuro che non riduca le Scienze dellArchitettura ad uno sterile apprendimento di formule e regole. Marino Moretti

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Flaviano Maria Lorusso

GFA - Galleria Facolt Architettura

LABORATORIO DI ARCHITETTURA 3
DISCIPLINA CARATTERIZZANTE
Progettazione Architettonica II: Flaviano Maria Lorusso A.A. 2004-2006

MODULI DIDATTICI
Caratteri Distributivi: Gholam Reza Massoud Ansari A.A. 2004-2006 Collaboratori: Nicola Becagli Francesco Deriu Alessio Gai Teresa Nocentini Daniela Biordi Elena Incerti

Il progetto di un edificio a funzione specialistica costituisce lesercizio pi appropriato per affrontare una delle applicazioni fondamentali dellarte architettonica, nella quale alcuni tra i suoi pi alti valori funzionali, costruttivi, simbolici ed estetici si adunano nella configurazione della singolarit architettonica di pregio. Valori che il corso ha ispirato come espressione della pi piena contemporaneit culturale, in quanto imprescindibile sistema di riferimento in termini di concetti, strumenti e linguaggi espressivi del nostro contesto pi au-

tenticamente vitale e progressivo. Il tema di una struttura espositivomuseale si offre come occasione attualissima di espressione collettiva, sorta di museum boom (Luca Basso Peressut): tra tempio della religione laica dellarte (Tom Wolfe) e macchina, tra istituzione e magazzino del vedere, essa rappresenta uno degli apici di ideazione e figurazione innovative dellarchitettura doggi. Cos, lipotesi di una Galleria-Museo della nostra Facolt stata proposta come tema di diretta immedesimazione immaginifica, per progettare uno

specifico spazio-laboratorio-vetrina attraverso cui poterla relazionare al mondo esterno, come luogo documentario sulla propria memoria storica nonch officina espressiva e spazio espositivo dellattivit didattica e di ricerca dei suoi protagonisti: i docenti e gli studenti. Sua collocazione, naturale e virtuale, il sedime del muro diroccato sul confine tra S. Verdiana e Piazza Ghiberti. Obiettivo compositivo, la configurazione di un edificio dimensionalmente contenuto, morfologicamente semplice, funzionalmente specializzato ed integrato,

dotato di forte carattere spaziale e simbolico-estetico, sia interno che rispetto allo spazio urbano della piazza. Steps mensili hanno scandito e garantito la maturazione e lesito nei tempi prescritti, attraverso molteplici modelli in scala 1:200 verificati sul plastico di base realizzato in comune e modello finale in scala 1:100, per definire, insieme alle tavole grafiche, la figurazione appassionata del proprio desiderio, in contrappunto, di uno spazio assolutamente contemporaneo per la propria scuola, disegnandone altres linsegna-logo GFA.

1-2 Pietro Cozzi 3-4 Matteo Calestrini 5-6 Dario Cesare 7-8 Stefania Gori

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Eugenio Martera

Muv - Il Museo del Viaggio

LABORATORIO DI ARCHITETTURA 3
DISCIPLINA CARATTERIZZANTE
Progettazione Architettonica II: Eugenio Martera A.A. 2005-2006

MODULI DIDATTICI
Caratteri Distributivi: Giorgio Furter A.A. 2005-2006 Collaboratori: Colomba Pecchioli Eugenio Pandolfini Giacomo Benvenuti Francesco Floridi

Il Laboratorio di architettura III E ha proposto nellanno accademico 2005/2006 la progettazione del Museo del Viaggio, pensato come espansione dellex-colonia Olivetti a Marinella di Sarzana, che ospitasse al suo interno anche una struttura ricettiva orientata ad un target di giovani viaggiatori. Linteressante contributo fornito negli ultimi anni dalle architetture museali ha permesso al corso di inserire la tematica nel dibattito architettonico contemporaneo trattando sia la scala di dettaglio sia gli interventi alla

scala urbana. Larchitettura specialistica proposta stata inquadrata in unottica tendente a farle perdere le tradizionali connotazioni di scala per abbracciare la disciplina in modo trasversale, dal progetto architettonico a quello urbano. Allinterno della tematica generale sono state approfondite in sede teorica e di ricerca applicata progetti museografici e di strutture ricettive o residenziali soprattutto per quel che riguarda il recupero di manufatti esistenti e il rapporto tra questi con interventi di ampliamento. Questa ipotesi didattica

ha permesso allo studente di lavorare su un esperienza formativa che include due dei caratteri fondamentali della progettazione architettonica contemporanea. Il primo, che scardina il concetto di edificio monofunzionale, proprio quello legato alla funzione-museo nella progettazione contemporanea, che tende sempre pi ad includere altre funzioni per integrarsi con la complessit del tessuto urbano e sociale contemporaneo. Il secondo il rapporto tra vecchio e nuovo: lesperienza richiesta indica un raddoppio dellesisten-

te teso alla definizione di un nuovo organismo che coinvolga la preesistenza in un processo di rigenerazione innescato dallinserimento di una nuova struttura.

Dario Pedrabissi Muv- Il Museo del Viaggio nellex colonia Olivetti, Sarzana 1 Sezione trasversale 2-4 Viste esterne 5-8 Viste interne

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Marino Moretti

Modexpo

LABORATORIO DI ARCHITETTURA 3
DISCIPLINA CARATTERIZZANTE
Progettazione Architettonica II: Marino Moretti A.A. 2004-2006

MODULI DIDATTICI
Caratteri Distributivi: Claudio De Filippi A.A. 2004-2006 Collaboratori: Marco Bartolini Dario Biondo Adriano Ferrara Fabio Forconi Roberto Frosali Domenico Minguzzi Giovanni Todesca Roberto Vangeli

Il padiglione per le sue caratteristiche inteso come un modello-prototipo, dunque come un oggetto privilegiato. Il suo legame amoroso e confidenziale con un universo a soggetto, la Moda e i suoi Marchi raduna concetti e significati destinati a influenzarne larchitettura. Nel bisogno di esibire prodotti, comunicare atteggiamenti, evocare atmosfere, ogni stagione la Moda rinnova il proprio stile e, in carenza di reali innovazioni, trova supporto nellimmaginario delle arti che le conferiscono un alone di modernit. Una volta, quando era alta Moda ha cercato affinit con arti figu-

rative, fotografia, cinema; poi, nel passaggio al prt porter come fenomeno industriale e di massa si orientata, da un lato, sulla progettazione di interni per la realizzazione di nuovi spazi commerciali, dallaltro verso il disegno industriale fino a diventare co-protagonista (total living); infine, e la straordinaria ricerca in Mostra al Moka di Los Angeles ne storicizza i legami ormai indissolubili, il fashion system ha investito ingenti mezzi inaugurando una stagione degli amori con la sperimentazione architettonica e tecnologica contemporanee. Su tali premesse il progetto del padi-

glione espositivo si sviluppato con passaggi e richiami volti a trasformare, attraverso operazioni concettuali, semplici elementi geometrici in forme significanti della spazialit architettonica. Nellidentificarsi con linvolucro e il suo esterno tramite percorsi e collegamenti, introspezioni e preclusioni, lInterno stato lelemento generatore dellarchitettura formando il corpo dei significati e requisiti che il tema richiedeva. Questintenzionalit ha consentito allallievo architetto di conseguire risultati originali e personali corredati da approfondimenti specifici su colori, materiali,

dettagli tecnico-costruttivi. Sul piano della costruzione logica il progetto delledificio segue la struttura narrativa: si lega al marchio e alla sua produzione e lo descrive; cio lo rappresenta a tutti gli effetti. Il Padiglione, concepito per Mostrare i prodotti di moda, diviene anche una macchina visuale e spaziale per ospitare azioni ed allestire eventi. Il dialogo culturale Moda-Architettura (corporate culture) nel mirare a un risultato unitario ha giocato cos un ruolo decisivo, aprendo nuovi e insospettabili scenari. Claudio De Filippi

Progetto di un Padiglione per lEsposizione Internazionale della Moda (Modexpo) nellarea Ex Leopolda a Firenze 1 Modexpo: quicklist 2 Eleonora Caudai Padiglione Prada A.A. 2004-2005 3 Dario Arnone Padiglione Yamamoto A.A. 2004-2005

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Claudio Zanirato

Progetto e trasformazione

LABORATORIO DI ARCHITETTURA 3
DISCIPLINA CARATTERIZZANTE
Progettazione Architettonica II: Claudio Zanirato A.A. 2004-2006

MODULI DIDATTICI
Caratteri Distributivi: Grazia Gobbi Sica A.A. 2004-2005 Alessandro Rosselli A.A. 2005-2006 Collaboratori: Maria Rita Scappini Carlo Antonelli

La traduzione dellidea compositiva in progetto darchitettura lesperienza didattica proposta; la ricezione e lindividuazione delle potenzialit e vocazionalit di un luogo, sono le premesse iniziali, a partire dalla riconoscibilit delle qualit intrinseche nellesistente, viste come promotrici di una qualit in divenire, in cui le tracce del passato e la proposta del nuovo si contaminano vicedevolmente. La propensione disciplinare perci tesa alla progettazione dopere autenticamente radicate nei luoghi e nel tempo dappartenenza, in quanto espressio-

ne alta della contemporaneit e della sua traduzione culturale, attraverso linterpretazione critica del contesto di riferimento. Larchitettura, quindi, proposta come elemento costitutivo del paesaggio, naturale o urbano che sia, ed il progetto rappresenta il processo di definizione di uno scenario relazionale che deve scaturire dalla dialettica tra struttura funzionale ed immagine percettiva. Gli elementi costitutivi dellarchitettura sono pertanto i capisaldi del percorso progettuale che si deve articolare liberamente alla ricerca di un possi-

bile scenario trasformativo. Il progetto diviene cos lapprofondimento di un rapporto interdisciplinare tra la natura di un luogo e la costruzione di una sua possibile immagine evocativatrasformativa, coerentemente costituita per componenti elementari, interrelazionati tra loro col tramite della composizione architettonica. Le conoscenze dei luoghi come premessa di continuit dialettica, il tematismo dellideazione come soggetto di trasmissibilit di contenuti comunicativi, il lessico disciplinare come necessaria scelta linguistica dellespressivit,

sono le tappe fondamentali di unelaborazione progettuale di una latenza a cui dare levidenza e la sostanza dellarchitettura.

1 Fabrizio Frassinetti Intervento di sostituzione edilizia in via De Carracci a Bologna A.A. 2004-2005 2 Luca Agostino Intervento ricettivo-museale a Portoferraio A.A. 2005-2006

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UNIVERSIT DEGLI STUDI DI FIRENZE - DIPARTIMENTO DI PROGETTAZIONE DELLARCHITETTURA


Direttore - Ulisse Tramonti - Sezione Architettura e Citt - Loris Macci, Piero Paoli, Ulisse Tramonti, Alberto Baratelli, Antonella Cortesi, Andrea Del Bono, Paolo Galli, Maria Gabriella Pinagli, Mario Preti, Antonio Capestro, Enzo Crestini, Fabio Fabbrizzi, Renzo Marzocchi, Andrea Ricci, Claudio Zanirato - Sezione Architettura e Contesto - Adolfo Natalini, Giancarlo Cataldi, Pierfilippo Checchi, Stefano Chieffi, Benedetto Di Cristina, Gian Luigi Maffei, Guido Spezza, Virginia Stefanelli, Fabrizio Arrigoni, Gianni Cavallina, Piero DeglInnocenti, Grazia Gobbi Sica, Carlo Mocenni, Paolo Puccetti - Sezione Architettura e Disegno - Maria Teresa Bartoli, Marco Bini, Roberto Corazzi, Emma Mandelli, Stefano Bertocci, Marco Cardini, Marco Jaff, Grazia Tucci, Barbara Aterini, Alessandro Bellini, Gilberto Campani, Carmela Crescenzi, Giovanni Pratesi, Enrico Puliti, Paola Puma, Marcello Scalzo, Marco Vannucchi, Giorgio Verdiani - Sezione Architettura e Innovazione - Roberto Berardi, Alberto Breschi, Antonio DAuria, Marino Moretti, Laura Andreini, Flaviano Maria Lorusso, Vittorio Pannocchia, Marco Tamino - Sezione I luoghi dellArchitettura - Maria Grazia Eccheli, Fabrizio Rossi Prodi, Paolo Zermani, Fabio Capanni, Francesco Collotti, Alberto Manfredini, Giacomo Pirazzoli, Elisabetta Agostini, Mauro Alpini, Andrea Volpe - Laboratorio di rilievo - Mauro Giannini - Laboratorio fotografico - Edmondo Lisi - Centro di editoria - Massimo Battista Centro di documentazione - Laura Maria Velatta - Assistente Tecnico - Franco Bovo - Responsabile gestionale - Manola Lucchesi - Amministrazione contabile - Carletta Scano, Debora Cambi - Segreteria - Gioi Gonnella - Segreteria studenti - Grazia Poli

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