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Giorgia Banzola

Studentessa in Lettere Classiche


Numero di matricola 343781

Didattica della geografia


Il rapporto tra campagna e città

1
Il rapporto tra campagna e città
La didattica della geografia nella scuola secondaria di secondo grado

Indice
1. Premessa

• Ragioni della scelta dell’argomento

2. L’insegnamento della geografia urbana nei programmi per la Scuola


Secondaria di 2° grado

3. Organizzazione dell’Unità didattica

3.1 Prerequisiti richiesti


3.2 Contenuti
3.3 Obiettivi
3.4 Materiali didattici da utilizzare
3.5 Metodologia
3.6 Verifica di apprendimento

4. Lezioni di geografia urbana

4.1 Prima lezione: Nozioni di geografia urbana


4.2 Seconda lezione: Il rapporto tra campagna e città nell’antichità
4.3 Terza lezione: Il rapporto tra campagna e città nel Medioevo
4.4 Quarta lezione: Il rapporto tra rurale e urbano ai giorni nostri: il
fenomeno dell’urbanizzazione
4.5 Quinta lezione: attività laboratoriali

5. Ricadute positive e criticità

6. Bibliografia e sitografia

2
I

Premessa
Ragioni della scelta dell’argomento

Ho scelto di trattare di geografia urbana, più nello specifico del rapporto


tra campagna e città, in quanto ritengo che sia un tema più che mai attuale.
Le relazioni che intercorrono tra campagna e città in un determinato
territorio ne influenzano inevitabilmente lo sviluppo economico,
soprattutto in termini di sostenibilità.
Nella Carta di Aalborg i principi del modello urbano sostenibile
1

rispondono alla necessità di connettere nuovamente città e territorio,


esigenza che implica il superamento del binomio campagna-città e lo
sfruttamento della seconda ai danni della prima.
L’urbano e il rurale avevano imparato a stabilire un dialogo, mentre
nell’età contemporanea questo rapporto si è progressivamente affievolito.
Si è perso, inoltre, il confine fisico, come le mura, tra la città e la campagna
e il dialogo ha assunto altre forme, talvolta interrompendosi totalmente.
Con i processi di industrializzazione e globalizzazione, la progressiva
svalutazione e distruzione del locale e del rurale ha determinato, in
conclusione, una nuova situazione: la città sembra poter vivere senza la
sua campagna e quest’ultima può morire senza più alcun rapporto con i
centri urbani di riferimento.
Non sempre il progresso della civiltà va di pari passo con il rispetto
dell’ambiente. Il fenomeno dell’urbanizzazione, ovvero lo sviluppo di
città già esistenti e la nascita di nuovi centri urbani, lo mette in luce:
l’assenza di regole precise e la cementificazione selvaggia hanno
apportato numerosi danni al nostro pianeta e alla biodiversità.

1
La Carta di Aalborg è stata approvata dai partecipanti alla conferenza europea sulle città sostenibili, che si è svolta in
Danimarca nel maggio 1994.

3
Le innovazioni tecnologiche e lo sviluppo, dunque, non necessariamente
vanno di pari passo con il miglioramento ambientale. La crescente
urbanizzazione ha portato ad un perenne consumo del suolo agricolo per
poter far posto ad un numero sempre maggiore di fabbriche o palazzoni.
Alla base dei problemi che coinvolgono lo spazio in cui si vive (dissesto
idrogeologico, cementificazione con conseguente trasformazione di
pianure e coste in sterminate periferie urbane) vi è una scarsa percezione
del valore della risorsa ambientale. Manca, dunque, una solida cultura del
territorio diffusa fra la popolazione e bisognerebbe supplire tale carenza
con un’adeguata educazione, a partire proprio dai giovani.
Questi ultimi dovrebbero essere abituati fin da subito a vedere e a pensare
geograficamente lo spazio, in modo da viverlo in maniera consapevole e
responsabile.

4
II

L’insegnamento della geografia urbana nei programmi per la


Scuola Secondaria di 2° grado

Ho ritenuto di poter rivolgere questa unità didattica ad alunni della Scuola


Secondaria di 2° grado, in particolare ad una classe del biennio di un liceo
classico.
La mia scelta è stata determinata dalla mia esperienza personale ad un
Liceo classico che ha portato alla constatazione che l’abbinamento
istituzionalizzato nei licei tra storia e geografia avrebbe potuto essere
un’efficace soluzione e portare ad un proficuo percorso comune tra le due
discipline.
Il tema che ho qui proposto, ad esempio, potrebbe essere appreso in
maniera più completa e interessante dagli alunni grazie ad un
accostamento alla disciplina storica: partire dalla percezione del rapporto
tra campagna e città nell’antichità per arrivare, anche attraverso numerosi
processi storici, ai giorni nostri.
Tuttavia, l’abbinamento tra le due discipline avrebbe dovuto innanzitutto
trovare una continuità didattica nel corso del ciclo liceale, senza
presentare asimmetrie. Con la riforma della scuola secondaria superiore , 2

infatti, l’insegnamento della geografia è relegato soltanto ai primi due


anni, a differenza di quello di storia che, invece, mantiene la sua durata
per l’intero arco del liceo.
Il taglio della geografia al termine del primo biennio e la riduzione dei due
voti distinti, uno per storia e uno per geografia, a un unico voto
cumulativo, penalizza l’insegnamento della disciplina che, nella pratica
didattica, viene quasi a scomparire.

2
Ci si riferisce alla Riforma Gelmini.

5
Senza un ragionato progetto di didattica integrata di storia e geografia si
rischia di giungere a percorsi didattici eccessivamente semplificati, che
aggregano i contenuti senza fare alcun riferimento ai metodi e alle teorie
delle diverse discipline.
Nelle Indicazioni Nazionali si sottolinea come “non va trascurata la seconda
dimensione della storia, cioè lo spazio. La storia comporta infatti una
dimensione geografica. Le due dimensioni spazio-temporali devono far
parte dell’apprendimento della disciplina”.
L’abbinamento delle due discipline non va, dunque, intesa come la nascita
di una nuova materia denominata “geostoria”, anche se il termine è ormai
entrato nel linguaggio corrente; nelle Indicazioni Nazionali sono trattate in
modo distinto, seppure in una prospettiva di tipo interdisciplinare.
In conclusione, trattando il tema della relazione tra spazio rurale e urbano
in una classe del biennio, proponendo anche un itinerario che tenga conto
dei processi storici, intendo mettere in evidenza l’importanza di
mantenere legate le due discipline, in modo da rendere più efficace e
completo l’insegnamento di entrambe.

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III

Organizzazione dell’Unità didattica

In base alle premesse sopra esposte si propone un’Unità didattica sulla


geografia urbana, con particolare riferimento al rapporto e dialogo fra
città e campagna, da sottoporre a una classe della Scuola Secondaria di 2°
grado, in modo da rendere gli alunni consapevoli e rispettosi
dell’ambiente in cui si trovano.

3.1 Prerequisiti richiesti

Affinché gli alunni possano apprendere, ma soprattutto comprendere a


fondo il tema proposto, viene richiesta la conoscenza preliminare delle
seguenti nozioni acquisite in precedenza:

• Conoscere i principali tipi di carte geografiche


• Essere in grado di leggere una carta geografica orientandola e
orientandosi in modo corretto
• Riconoscere e analizzare i cambiamenti apportati dall’uomo attraverso
l’osservazione di aree geografiche
• Leggere e spiegare in modo articolato carte geografiche, fotografie e
dipinti/disegni

7
3.2 Contenuti

I contenuti che verranno proposti in questa Unità didattica e che sono volti
al conseguimento degli obiettivi indicati di seguito sono:

• Introduzione sulla geografia urbana: alcune nozioni base di


geografia urbana
• Il rapporto tra campagna e città nell’antichità: il caso particolare
della colonizzazione romana in epoca repubblicana
• Il rapporto tra campagna e città nel Medioevo
• Il rapporto tra rurale e urbano ai giorni nostri: il problema del
fenomeno dell’urbanizzazione

3.3 Obiettivi

In questo primo approccio all’argomento, gli obiettivi che ci si propone di


raggiungere vertono principalmente sull’acquisizione delle conoscenze
fondamentali riguardo il rapporto tra campagna e città nel corso della
storia e di come questo sia mutato in relazione ai diversi processi storici.
In particolare, gli obiettivi fissati sono:

• Abilità di analizzare i processi di cambiamento del mondo


contemporaneo, riconoscendo la permanenza di elementi e fattori già
presenti nelle epoche passate
• Analizzare e riconoscere gli aspetti fisico-ambientali e antropici del
territorio cui si fa riferimento
• Analizzare il rapporto uomo-ambiente attraverso le categorie spaziali
e temporali

8
• Descrivere le più evidenti caratteristiche geomorfologiche di un dato
territorio e individuare le eventuali modificazioni prodotte o indotte
dall’intervento umano sull’ambiente
• Conoscere il paesaggio nella sua evoluzione storica in rapporto alle
dinamiche umane
• Leggere e interpretare il territorio per conoscerne il suo valore

Come riportato dalle Indicazioni nazionali, infatti, lo studente, nel corso del
primo biennio di Scuola Secondaria di secondo grado, affronterà tra i temi
principali quelli del paesaggio, dell’urbanizzazione e delle sue
conseguenze. Prenderà anche familiarità con la lettura degli strumenti
statistico-quantitativi, che consentono letture di sintesi e di dettaglio, in
grado anche di far emergere specificità locali.

3.4 Materiali didattici da utilizzare

Per quanto riguarda i materiali didattici da utilizzare si farà riferimento al


manuale per la fase iniziale di ogni lezione, in particolare per
l’apprendimento delle conoscenze base di ciascun argomento proposto
all’interno dell’Unità didattica.
Successivamente, dal momento che continuano ad essere lo strumento
principe della geografia, si passerà ad adoperare alcune carte geografiche
nelle quali sia possibile individuare lo spazio rurale e quello urbano, tema
centrale dell’Unità didattica.
L’uso di tale strumento non dovrebbe comportare particolari problemi in
una classe del primo anno di scuola superiore, in quanto i programmi 3

3
D. M. 16 novembre 2012, Indicazioni nazionali per il curricolo della scuola dell’infanzia e del primo ciclo
d’istruzione.

9
prevedono che al termine del primo ciclo d’istruzione gli alunni siano in
grado di orientarsi sulle carte e orientare le carte, leggere e interpretare
vari tipi di carte geografiche e, infine, utilizzarle per comprendere e
comunicare fatti territoriali.
Nello specifico si proporrà agli studenti di osservare e analizzare cartine
tematiche sia nazionali che urbane e tale lavoro verrà svolto tanto in classe
con il docente quanto a casa in modo autonomo.
Ci si potrà inoltre servire di ulteriori materiali visivi, quali fotografie,
quadri, qualora siano ritenuti funzionali per raggiungere gli obiettivi
prefissati, quando, cioè, mostrano di registrare elementi del paesaggio,
passato o attuale, che possono essere utili allo studente per conoscere e
comprendere che tipo di rapporto intercorreva, o intercorre, tra aree
urbane e rurali.
I materiali proposti, in quanto probabilmente assenti nel manuale,
verranno proiettati attraverso la LIM con collegamento ad Internet in
modo che siano visibili all’intera classe oppure, nel caso tale strumento
fosse assente nell’aula, sarà necessario un videoproiettore collegato ad un
computer.

3.5 Metodologia

L’insegnamento della geografia deve garantire agli studenti l’acquisizione


di competenze geografiche di base. Tale insegnamento, tuttavia, per
essere significativo deve essere autentico: non può, cioè, fermarsi al
singolo caso di studio, proposto in sede scolastica, ma deve poter essere
applicabile in contesti diversi, in modo tale che quanto acquisito non resti
meramente relegato all’interno delle mura scolastiche.

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L’approccio ai contenuti proposti deve, dunque, stimolare un
apprendimento critico e rielaborativo, piuttosto che meramente
nozionistico, pur non trascurando una buona base mnemonica di
conoscenze che consenta allo studente di sapersi orientare nel proprio
spazio ed essere in grado di collocare fenomeni e processi in dimensioni
spaziali differenti.
Per quanto riguarda la metodologia, si procederà inizialmente con lezioni
frontali che possono contribuire efficacemente ad organizzare i contenuti
ed essere funzionali a inquadrare lo scenario del tema in oggetto.
Tuttavia, questo tipo di lezione, se non alternato ad altri metodi di
insegnamento, potrebbe rendere difficile il mantenimento dell’attenzione
degli alunni.
Funzionale a verificare le competenze e le conoscenze pregresse, la lezione
dialogata rappresenta, al contrario, uno strumento educativo che,
interpellando e sollecitando i singoli alunni, permette al docente di
recuperare gli elementi di precognizione e di valutare progressivamente
la stabilità nell’acquisizione dei contenuti di volta in volta presi in
considerazione.
Oltre alla lezione frontale e dialogata, si procederà con un lavoro sui
documenti (cartine, mappe, fotografie, testi letterari) con due
fondamentali modalità di lettura:
1. Le fonti sono analizzate per consolidare le tesi già date, ovvero quelle
reperibili nel manuale scolastico
2. Si parte dall’analisi del documento per giungere alla tesi proposta
all’inizio della lezione ma presentata come ipotesi di indagine ed
elemento problematizzante
Avviene, in questo modo, uno scambio metodologico seguendo una
procedura deduttiva o induttiva che permette allo studente di seguire
percorsi diversi per giungere alla conoscenza di “verità”.

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In seguito, dal momento che il metodo classico della geografia è
rappresentato dall’osservazione diretta, si provvederà ad almeno
un’uscita didattica per analizzare più da vicino quanto appreso in classe.
Tale uscita è prevista dai programmi ministeriali e si inserisce nel piano
di lavoro scolastico come una lezione vera e propria, con l’obiettivo
fondamentale di indirizzare gli studenti allo studio del territorio
cogliendo le interazioni esistenti tra elementi fisici e antropici.
In particolare, con riferimento agli obiettivi disciplinari, in questo modo si
potenziano le capacità descrittive e di rielaborazione degli alunni,
coinvolgendo inoltre sia la dimensione sensoriale-emotiva sia quella della
razionalità.
Si può, in conclusione, adoperare il paesaggio, proprio per queste sue
caratteristiche comunicative, per interrogare il territorio e situarsi nel
tempo oltre che nello spazio, riallacciando i legami con le generazioni
precedenti e recuperando il senso delle identità dei luoghi.

3.6 Verifica di apprendimento

La prova finale, atta a verificare l’apprendimento delle nozioni proposte,


avverrà attraverso la preparazione e, se il tempo a disposizione sarà
sufficiente, l’esposizione, davanti agli altri alunni e al docente, del
prodotto finale dell’attività di ricerca attraverso una presentazione Power
Point. L’attività potrà essere svolta a gruppi di massimo 4 persone e si
concentrerà sulla trasformazione nel corso del tempo di una determinata
città con particolare attenzione al rapporto tra spazio rurale e spazio
urbano, mettendo in luce le differenze emerse.
Per quanto riguarda la valutazione, oltre a prendere in considerazione tale
lavoro, si considererà l’intero percorso didattico svolto dagli allievi
all’interno dell’Unità didattica.

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Si presterà attenzione, dunque, non solo allo studio svolto in ambito
domestico e al risultato della ricerca assegnata, ma anche alla
partecipazione dimostrata sia durante le lezioni frontali sia durante le
attività e le uscite didattiche. Sarà considerato raggiunto un livello di
preparazione sufficiente per coloro che dimostreranno di aver almeno
acquisito le conoscenze fondamentali poste alla base dell’Unità didattica,
mentre tale soglia sarà superata dagli alunni che avranno saputo
sviluppare strategie di apprendimento e abilità cognitive rispondenti a
relativa autonomia.

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IV

Lezioni di geografia urbana

Dopo aver stabilito prerequisiti, contenuti, obiettivi, materiali didattici,


metodologia, modalità di verifica, si procederà con lo svolgimento delle
lezioni relative all’Unità didattica scelta. Si prevedono cinque lezioni da
due ore ciascuna; in particolare le prime quattro si terranno in aula,
mentre l’ultima sarà riservata all’uscita didattica prevista.

4.1 Lezione 1: Nozioni di geografia urbana

La prima lezione sarà volta a fornire le nozioni di base della geografia


urbana. Dunque, dopo aver chiesto agli studenti, secondo loro e in base
alle loro conoscenze, come si potrebbe definire una città, si passerà a
fornire loro una definizione e le principali caratteristiche.
Sono dette città gli insediamenti che, generati da un processo di
concentrazione geografica della popolazione, degli impianti produttivi e
dei servizi, si differenziano per alcune caratteristiche quali:
- Elevata densità di popolazione
- Dimensione demografica che la distingue dagli insediamenti rurali
- Complessità di funzioni culturali, sociali, economiche
- L’essere centri di potere
Sulla base di tali caratteristiche si richiederà agli alunni in che cosa
potrebbe differenziarsi lo spazio rurale rispetto a quanto appena detto.
Con il termine rurale ci si riferisce alla periferia ovvero tutte quelle aree
che si trovano al di fuori dei confini di una città.

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Qui a fare da padrone sono la natura e gli spazi aperti. La densità di
popolazione è bassa, ovvero meno di 300 abitanti per chilometro
quadrato, e solitamente in quest’area la principale fonte di reddito deriva
dalle attività legate all’agricoltura.
Per meglio fissare le caratteristiche e, dunque, le differenze fra i due tipi
di aree, si potrà richiedere alla classe di completare una tabella nella quale
i vari elementi vengono messi a confronto, ad esempio come illustrato di
seguito:

Area urbana Area rurale

Elevata densità di popolazione Bassa densità di popolazione

Isolamento Diretto contatto con la natura


dall’ambiente naturale

Lavoro legato ai commerci e ai Lavoro legato all’agricoltura e


servizi all’allevamento

Insediamenti sviluppati in modo Insediamenti sviluppati in modo


pianificato in base al processo di casuale in base alla disponibilità
urbanizzazione e della vegetazione e della fauna
industrializzazione

Mobilità sociale intensiva Mobilità sociale poco intensiva

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Oltre ad aiutare a fissare, anche in modo schematico, le diverse peculiarità,
tale esercizio è volto anche a spezzare la monotonia di questa prima
lezione che, essendo introduttiva, potrebbe risultare eccessivamente
nozionistica e comportare una perdita di attenzione da parte degli
studenti.
Ci si occuperà in seguito delle modalità e delle conseguenze
dell’”invasione” dell’urbano nei confronti del rurale.
Nei paesi ad economia avanzata, infatti, l’urbano tende ad espandersi nei
territori rurali, urbanizzandoli in 2 sensi:
- Coprendoli di edifici e infrastrutture
- Trasformando i modi e gli stili di vita della popolazione
Per quei territori che subiscono questo tipo di processo si sono coniati i
termini di rurbano o periurbano.
Un processo, inoltre, determinante nel trasformare i paesaggi rurali è
quello della dispersione edilizia che si verifica nel momento in cui il tasso
di consumo del suolo dovuto all’espansione dell’area urbanizzata super
quello della crescita della popolazione. Si forma, allora, una città diffusa
caratterizzata da una bassa densità di popolazione e dalla presenza di
villette, capannoni, intervallati da spazi liberi destinati all’agricoltura o
alla ricreazione.
Per concludere la lezione e invitare gli alunni ad una prima riflessione si
richiederà loro, come lavoro domestico, di elencare quali vantaggi e
svantaggi potrebbe comportare, secondo loro, la scelta di vivere in città
(area urbana) oppure in campagna (area rurale).

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4.2 Seconda lezione: il rapporto tra campagna e città
nell’antichità

Per raccordare la prima alla seconda lezione si richiederà ad alcuni


studenti, scelti a campione, di esporre il lavoro svolto a casa. In questo
modo si potrà mettere a confronto la loro percezione di campagna e città
rispetto a quella che avevano gli antichi.
Per parlare, infatti, di come lo spazio rurale dialogasse e interagisse con
quello urbano presso gli antichi, si potrà proporre, all’inizio della lezione,
un approfondimento che verterà sulla visione del mondo agreste da parte
di un grande autore latino come Virgilio.
Trattandosi di una quarta ginnasio di un liceo classico, questa proposta
ritengo abbia il vantaggio di porre in relazione due materie (geografia e
letteratura latina) trattando un medesimo argomento da prospettive
differenti.
Prendendo in esame l’opera virgiliana delle Bucoliche e, eventualmente,
leggendo alcuni passi , si metterà in evidenza il grande contrasto che
4

emerge tra due mondi opposti: quello frenetico della città e quello quieto
e sereno della campagna. Chi viveva nelle zone rurali era come chiuso in
una campana di vetro, dal momento che l’unica realtà che conosce è quella
agreste; la città viene da loro vista come un grande sogno a cui giungere
ma anche un salto verso l’ignoto.
Dopo aver svolto questo approfondimento, si passerà a illustrare quale
fosse il rapporto tra campagna e città e come queste interagissero fra di
loro.
Si trattava di un rapporto che si può definire ambiguo: se da un lato,
infatti, la campagna rimaneva in contatto con la città, dal momento che

4
Ci si concentrerà in particolare sulla Bucolica I

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svolgeva un ruolo fondamentale per l’economia dell’Impero, dall’altro
lato, tuttavia, persisteva un divario incolmabile tra le due realtà.
In ogni caso i romani mostrarono di conoscere e saper sfruttare al meglio
il territorio circostante e, per far meglio comprendere agli alunni come essi
si comportassero nei confronti dell’ambiente naturale, si potrà illustrare il
caso specifico della colonizzazione romana e della tecnica della
centuriazione.
Si metterà in evidenza come avveniva il processo che portava alla
fondazione di una colonia, fatto che prevedeva la sistemazione del
territorio circostante in una stretta relazione fra città e campagna.
Il suolo di proprietà della nuova colonia, infatti, era interessato dalla
centuriazione: era un sistema che prevedeva la suddivisione del terreno in
parti regolari, le centurie.
Tale procedimento è esemplificativo del rapporto che i romani avevano
con l’ambiente circostante: la suddivisione in centurie teneva conto di tutti
gli elementi del paesaggio (pendenza, altopiani, andamento del terreno,
corsi d’acqua) che venivano rispettati e sfruttati al meglio.
Dunque, nella dilatazione verso le campagne, la medesima caratteristica
di funzionalità e ordine che i romani imprimevano nell’area urbana, si
dispiega nell’organizzazione delle ripartizioni agrarie e dei circuiti
itinerari, che nella loro intersezione vanno a costituire una scacchiera che
si integra perfettamente alla città.
Ciò che permetteva il perpetuare dei rapporti tra campagna e città era dato
dal fatto che la cinta muraria era intervallata da varchi in corrispondenza
dei due assi viari principali che, in questo modo, potevano proseguire
nell’area rurale circostante.
Dopo aver sottoposto alla classe l’esempio di Parma e dell’organizzazione
del territorio extra-urbano, si richiederà agli alunni di leggere e analizzare
la cartina proposta relativa alla centuriazione e qui di seguito riportata.

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L’analisi e l’attenta osservazione della cartina relativa a Parma risulterà 5

fondamentale per l’ultima lezione programmata, dal momento che


questa prevede un’uscita didattica per poter constatare da vicino
alcune persistenze della realtà antica e dei mutamenti che sono
avvenuti.

5
http://www.archeologia.parma.it/storia-di-parma/eta-romana/eta-romana-repubblicana-il-territorio-parmense-extra-
urbano-2/
La cartina mostra la situazione di Parma con la relativa centuriazione in età repubblicana

19
L’attività prevista che sarà frutto di questo confronto sarà meglio
esposta alla fine di questo capitolo (5.5).

4.3 Terza lezione: Il rapporto tra campagna e città nel


Medioevo

Lo scopo della lezione sarà quello di mostrare come, conseguentemente a


vari fattori, muta lo sfruttamento del territorio circostante da parte della
città e dei suoi abitanti nel periodo a cavallo tra XI e XII secolo.
Si procederà innanzitutto con uno schema riguardo i fenomeni che si
verificarono nell’arco di tempo preso in esame e le relative conseguenze e,
a partire da questo, sarà poi richiesto agli alunni di approfondire
l’argomento facendo riferimento al libro di testo.
Lo schema potrebbe essere il seguente:

Aumento della popolazione

Necessità di maggiore
quantità di risorse per
l’approvvigionamento e
la sopravvivenza
Disboscamento Messa a coltura di
terre vergini

Paesaggio
modificato

20
Successivamente, in modo da tenere viva l’attenzione degli studenti e
stimolarne la partecipazione, si sottoporranno loro alcune immagini che
ben rappresentano quale fosse il nuovo rapporto tra area urbana e rurale.

Fig. 1

Fig. 2

21
Osservando le due immagini sarà richiesto alla classe di mettere in luce
che tipo di rapporto, in base a ciò che vedono, poteva intercorrere tra le
due diverse aree (urbana e rurale) nel Medioevo.
Dopo aver ascoltato le loro considerazioni, si metterà in luce che:

- La Fig. 1 mostra sistema dell’open-field: nei terreni che circondano il


6

castello, in cui dimora il signore e dove i contadini raccolgono il grano


e ne fanno covoni.
- La Fig. 2 raffigura la raccolta della legna nei pressi di un borgo
7

medievale. A partire dall’XI secolo, infatti, le aree incolte furono


interessate da un’intensa opera di disboscamento, per ottenere nuove
superfici da coltivare. Il legname così ricavato era utilizzato per le
abitazioni, per il riscaldamento e anche per la creazione di utensili di
uso quotidiano.

Al termine della lezione si assegnerà agli studenti un lavoro domestico


che consisterà in un approfondimento sul disboscamento e le
informazioni potranno essere reperite sia nel libro di testo sia attraverso
una ricerca su Internet.
Tale indagine dovrà consentire agli alunni di rispondere alle seguenti
domande:
• Quali cause determinarono il progressivo disboscamento dell’Europa?
• Quali risorse traevano dal bosco gli uomini medievali per le loro
esigenze quotidiane?
• Quali politiche adotta attualmente l’Italia per la tutela delle aree
boschive?

6
https://www.mondimedievali.net/Europa/berry-agosto.htm
«Il mese di Agosto», inizio del XV sec. tratto dal manoscritto delle Très Riches Heures del Duca di Berry.
7
https://it.wikipedia.org/wiki/Ciclo_dei_mesi
Ciclo dei mesi, Dicembre, attribuito al maestro Venceslao, Castello del Buonconsiglio, fine XIV – inizio XV, Trento.

22
• Osservando la cartina europea, quale Paese presenta una maggiore
percentuale di area boschiva?
• Quali fattori ambientali, demografici ed economici potrebbero
spiegare tale dato?

Fig. 3 8

8
https://antropocene.it/2018/07/14/foreste-nel-mondo/
La figura 3 mostra la situazione della superficie forestale in relazione all’anno 2015. Secondo il rapporto di valutazione
globale delle foreste elaborato dalla FAO, dal 1990 al 2015 sono andati perduti circa 129 milioni di ettari di foresta,
equivalenti ad un’area che corrisponde quasi all’intero Sud Africa.

23
4.4 Quarta lezione: il rapporto tra urbano e rurale ai giorni
nostri. Il fenomeno dell’urbanizzazione

L’ultima lezione che si terrà in classe sarà volta a concludere il percorso


sul rapporto tra campagna e città, proponendo agli studenti uno sguardo
ai giorni nostri.
Dal momento che il fenomeno maggiormente responsabile del mutamento
di tale rapporto è rappresentato dal massiccio processo di urbanizzazione,
si fornirà una definizione di questo termine:

per urbanizzazione si intende il complesso di provvedimenti e interventi intesi a


dotare delle opere necessarie sia nuovi centri urbani (urbanizzazione di una zona
o di un centro rurale; urbanizzazione di un’area bonificata), sia città già esistenti
che subiscono un rapido e intenso accrescimento della popolazione.

A partire da questa definizione si domanderà agli alunni quali


conseguenze può comportare questo processo, chiedendo di rispondere
anche basandosi sulle loro esperienze personali, su ciò che vedono
quotidianamente, su ciò che sentono in relazione a questo argomento.
Si metteranno in luce:

- Il consumo del suolo agricolo per far posto a fabbriche o palazzoni


- Il pericolo per la biodiversità
- Violazione ambientale
- Il dissesto idrogeologico (frane, straripamenti ecc.)
- Inquinamento climatico e inquinamento idrico

Si potrà, poi, portare come esempio la situazione relativa alla Spagna.


Quest’ultima, come altri paesi europei tra cui l’Italia, ha visto svuotarsi nel
corso dei decenni parte del suo territorio.

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Tale fenomeno ha inizio nel dopoguerra, con l’abbandono delle campagne
e delle province e il rapido processo di inurbamento prima verso Madrid
e Barcellona e, in seguito, a favore di città di medie dimensioni.
La ricercatrice Elisa Oteros-Rozas, dell’Università della Catalogna, si è
occupata della questione , affermando che lo spopolamento rurale viene
9

da lontano, essendo iniziato almeno cinquant’anni fa, ma oggi sarebbero


particolarmente preoccupanti le dimensioni che caratterizzano il
problema.
L’effetto del fenomeno sull’agricoltura e l’allevamento è che queste
attività non rappresentano più un settore primario, ma sono state
inglobate in un sistema fortemente collegato al mondo finanziario,
industrializzato. La studiosa mette in luce anche una seconda dimensione
del problema: quella ecologica e ambientale. L’industrializzazione delle
coltivazioni non ha solo spinto molti ad abbandonare i campi per ricercare
lavoro nelle città, ma ha anche provocato la contaminazione del suolo e
dell’acqua a causa dell’irrigazione fertilizzata chimicamente.
In Spagna, dunque, il “Grande Trauma”, nel giro di vent’anni ha
trasformato un Paese rurale e contadino in qualcosa di radicalmente
diverso. Questo aspetto è ben messo in luce da Sergio del Molino che, nel
suo libro “La Spagna vuota”, si dedica sia a una Spagna definita appunto
“vuota”, quasi deserta, in cui abita una minoranza di spagnoli, ma anche
ad un’altra Spagna altrettanto vuota, ovvero quella che vive nella mente e
nella memoria di milioni di spagnoli: quel Paese rurale che rimane nei loro
ricordi.
Dopo aver analizzato i vari punti sopra elencati relativi alle conseguenze
dell’urbanizzazione e dopo la presentazione della situazione spagnola
portata come esempio di un cambiamento piuttosto radicale, si procederà,
secondo il metodo problem based learning, a dividere la classe in macro

9
La ricercatrice ha pubblicato nel 2020 le conclusioni del suo lavoro per la fondazione Fuhem

25
gruppi che avranno il compito di partire dai problemi individuati per
giungere ad elaborare alcune soluzioni attuabili.
Successivamente un rappresentante per ciascun gruppo esporrà davanti
alla classe il frutto della loro riflessione.
L’attività proposta occuperà la parte centrale della lezione e si svolgerà in
circa 30 minuti (15 minuti dedicati al lavoro in gruppo, 15 minuti per
l’esposizione).
In seguito all’ascolto delle soluzioni proposte dagli studenti, si illustrerà
loro come l’adozione di misure che contrastino i problemi legati
all’urbanizzazione sia più che mai urgente, come mostra il grafico che
verrà loro illustrato e che indica il consumo di suolo in Italia:

Fig. 3 10

Tra le soluzioni proposte dall’Unione Europea vi sono le NBS, ovvero


nature based solution. La conferenza mondiale sull’urbanizzazione

10
https://pagellapolitica.it/fact-checking/consumo-suolo-italia
Suolo consumato pro capite a livello nazionale per anno – Fonte: Snpa

26
sostenibile che si è tenuta alla fine di giugno 2022 in Polonia, è stata
l’occasione per presentare diversi esempi pratici di progetti internazionali
per ottenere benefici ambientali, sociali ed economici. Si proporranno i
seguenti esempi:

• Polonia: progettati e ristrutturati parchi e realizzata una “strada


verde” con giardini pluviali per assorbire l’acqua nel terreno
• Torino: progetto di rigenerazione post-industriale di alcune aree e
realizzazione di fattorie e orti urbani
• Pechino: crescita di foreste urbane per combattere l’inquinamento
atmosferico e l’effetto isola di calore.

Per quanto riguarda il lavoro di studio e assimilazione dell’argomento da


svolgere a casa, si richiederà di individuare un’opera di urbanizzazione
che è stata recentemente attuata nel loro quartiere o in uno vicino.
In seguito, gli studenti saranno chiamati a completare la seguente tabella
che riassume il frutto della loro ricerca:

Opera di urbanizzazione

Benefici (effettivi o possibili)


apportati

Svantaggi (effettivi o possibili)


apportati

Soluzioni alternative

27
4.5 Quinta lezione: uscita didattica

Le ultime due ore di lezione previste saranno dedicate ad un’uscita


didattica che possa permettere agli studenti di guardare da vicino quanto
appreso all’interno delle mura scolastiche.
L’itinerario dell’uscita sarà volto a constatare i cambiamenti che sono
avvenuti nella città di Parma rispetto al momento della sua fondazione
come colonia romana nel 183 a.C., ma anche le tracce rimaste che
permettono di stabilire una continuità tra passato e presente.
Riprendendo quanto detto nella lezione 2 e distribuendo agli alunni la
cartina proposta di seguito, si ripercorreranno alcune tappe, che risultano
significative per raggiungere gli obiettivi prefissati, come:

- Curvatura di via Farini che è la traccia della presenza, in epoca romana,


di un anfiteatro
- Individuazione di via Farini – via Cavour come cardo e di
via Mazzini – via Repubblica come decumano
- Ponte romano alla fine di via Mazzini che mostra come il torrente fosse
prima posizionato in un luogo diverso rispetto a dove si trova oggi
- Oltre torrente che, in epoca romana, non era urbanizzato e da dove
iniziava l’area rurale con la relativa centuriazione.

A partire, poi, da questo itinerario e da quanto constatato, gli studenti,


come già accennato nel capitolo relativo alla verifica di apprendimento
(3.6), si dedicheranno alla preparazione di un power point che sarà
sottoposto a valutazione.

28
11

11
https://www.muet.it/storie/tutte-le-storie/item/tracce-romane-nel-territorio.html

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5. Possibili ricadute positive e criticità

Le positività che si potrebbero riscontrare una volta terminato il ciclo di


lezioni potrebbero essere:

• Una sostanziale assimilazione di informazioni e concetti trattati


• Una buona partecipazione alle attività e alle lezioni proposte
• Maggiore sensibilità e interesse per temi fondamentali dell’attualità
(es. urbanizzazione)
• Conoscenza e consapevolezza maggiore dell’ambiente in cui vivono e
della propria città

Le criticità che potrebbero emergere e, dunque, gli aspetti migliorabili


potrebbero essere:

• Non rispetto dei tempi previsti. Soprattutto per quanto riguarda


l’uscita didattica sarà necessario tenere conto del tempo a disposizione
in modo da riuscire a svolgere l’attività nella sua interezza.
• Maggiore coinvolgimento nei confronti degli alunni. Dal momento che
tenere viva l’attenzione e coinvolgere la classe può comportare anche
un maggiore interesse per la materia, ci si impegnerà per trovare
sempre nuove e stimolanti attività e approfondimenti.
• Mancato approfondimento di alcuni argomenti che, purtroppo, a causa
dei tempi ristretti si riescono a trattare in maniera meno dettagliata
rispetto a quanto si vorrebbe.
• Questionario finale. Si potrebbe proporre agli studenti un breve
questionario relativo all’esperienza didattica in modo che le eventuali
e ulteriori criticità emergano direttamente da coloro ai quali si rivolge
l’insegnamento.

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6. Bibliografia e sitografia

Bibliografia:

- Boscolo P., Psicologia dell’apprendimento scolastico, Torino, UTET, 1997

- Del Molino S., La Spagna vuota, Palermo, Sellerio, 2019

- De Vecchis G., Pasquinelli d’Allegra D., Pesaresi C., Didattica della


geografia, Torino, UTET Università, 2020

- Gioeda C., Puttilli M., Educare al territorio, educare il territorio. Geografia


per la formazione, Roma, Carocci, 2014

- Gisotti M. R., Paesaggi periurbani. Lettura, descrizione, progetto, Firenze,


Firenze University Press, 2012

- Morigi A., Città e campagna nel paesaggio antico, in Quaderni 17. Il


paesaggio nel rapporto città-campagna, a cura di G. Bonini e R. Pazzagli

Sitografia:

- DeAWing:
http://www.deagostinigeografia.it/wing/confmondo/confronti.jsp?
goal=100077&section=2&year=2022&title=PIL%20totale

- Età romana repubblicana: Il territorio parmense extra-urbano:


http://www.archeologia.parma.it/storia-di-parma/eta-romana/eta-
romana-repubblicana-il-territorio-parmense-extra-urbano-2/

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- Tracce romane nel territorio: https://www.muet.it/storie/tutte-le-
storie/item/tracce-romane-nel-territorio.html

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