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GEOGRAFIA

CAPITOLO 1
1.1
 Geografia= geo+ graphia = scrittura della Terra
 Insieme definizione generica della geografia: lo studio della Terra e dei suoi ambienti naturali e
umani. La geografia rende possibile lo studio delle attività umane e delle loro interrelazioni e
interazioni con gli ambienti, dalla scala locale a quella globale.

 Distinzione tra:
 Geografia fisica: studio dell’ambiente e componenti naturali usando metodi delle scienze
naturali;
 Geografia umana: studio di come le popolazioni, le culture, le società e le economie, con le
loro manifestazioni materiali si diversificano nello spazio terrestre, in relazione al variare
delle condizioni ambientali. Essa non può ignorare la geografia fisica perché ognuna attività
naturale è in RAPPORTO con gli ambienti naturali. Possiamo quindi dire che la geografia si
interessa di RELAZIONI (territoriali).

 La geografia viene definita una disciplina ponte (di tipo trasversale) perché è una disciplina che
dialoga con le altre scienze del sapere.
 La geografia ci permette di osservare i fenomeni con una chiave di lettura di tipo spaziale (= veicolo
che ci permette di leggere i diversi fenomeni).
 Funzioni della geografia:

 Descrittiva
 Interpretativa: avere consapevolezza di ciò che si descrive
 Normativa: saper teorizzare ed elaborare modelli e concetti
 Operativa: saper formulare linee di intervento-> geografa applicata

 Geografia come disciplina fondamentale per conoscere il mondo in quanto:

 è una scienza di fatti concreti


 permette l’interpretazione delle nuove realtà= usa modelli di lettura per risolvere i
problemi
 è di indirizzo per la pianificazione della superficie terrestre
 favorisce approcci interdisciplinari

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 Scopo della geografia:

 sociale: fornire una metodologia integrata di strumenti materiali e soprattutto concettuali


che consentano di leggere e interpretare la sempre più complessa realtà territoriale e di
decodificarla
 Comprendere come funziona un territorio/ come è organizzato un sistema territoriale.

Relazioni geografiche
Giuseppe Dematteis: “Chiudendosi in un singolo settore o in un singolo ambito regionale il
geografo abdica al suo compito che è quello di connettere tutto ciò che gli altri studiano
separatamente”
 Relazioni:
 fondamentali per l’organizzazione del territorio
 Sono i legami tra gli elementi (molti sono concreti e visibili, altri immateriali), sia naturali che
umani

 Le relazioni possono essere di natura:


 orizzontale: interazioni (manifestazioni?) della vita insediativa, economica e sociale
dell’uomo
 verticale: manifestazioni dell’uomo e le caratteristiche naturali (relazioni ecologiche), o
caratteristiche storiche dei luoghi.
= La combinazione tra questi due tipi di relazione, tra di loro interagenti, dà vita ai fenomeni
geografici.

 Sistema territoriale: insieme di elementi interagenti e delle relazioni che si intrecciano tra gli stessi:
 sia tra quelli della medesima categoria
 che soprattutto tra elementi che appartengono a categorie differenti.
 presenta diversi gradi di complessità che dipendono dal raggio di interazione

Giuseppe Dematteis:” Il bravo geografo è quello che sa farci vedere al tempo stesso il tessuto delle
relazioni di prossimità che formano i luoghi e la rete dei flussi di materia, energia, idee, persone,
merci, denaro ecc. che li modella continuamente, mettendoli in relazione con le scale geografiche
superiori, fin a quella globale.”

 Geografia a partire dalla storia moderna:

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- si sviluppa la cartografia, utile ai viaggiatori e per politiche di espansione coloniale
- Periodo illuminista aveva come scopo quello di migliorare l’organizzazione del
territorio (studi idraulici, topografici, ecc …)
- A.von Humboldt (1769-1859) -> studio sull’Interdipendenza tra fattori geografici,
soprattutto fisico-naturali (rapporti)
- K. Ritte (1779-1859): studio rapporti uomo-ambiente. Vi è la prevalenza di un senso
unidirezionale: ambito fisico -> ambito umano. Nega che la funzione fondamentale
della geografia sia la DESCRIZIONE fisica e afferma l’importanza allo studio delle
RELAZIONI GEOGRAFICHE.
- Determinismo: sostiene il rapporto di dipendenza dell’uomo dall’ambiente->
determinismo ambientale. Fattore principale di condizionamento è il CLIMA. Questa
corrente si interessa dell’analisi della distribuzione di gruppi umani e agli effetti
provocati dall’ambiente naturale su di essi. (L’ambiente condiziona le loro
caratteristiche fisiche in sostanza).
- Possibilismo: geografia umana come scienza dei rapporti tra società umane e
ambiente.
 Nascita nel XX sec da Vidal de la Blanche (1843-1918)
 Idea di base: i singoli e le collettività possono usare la propria creatività per
reagire alle condizioni o alle costrizioni (=ambiente visto come un limite delle
possibilità) di un particolare ambiente naturale
 Possibilismo geografico: Ogni ambiente naturale offre una gamma di
alternative più o meno vasta e che in uno stesso ambiente naturale, società e
culture possano modellarsi in modi diversi a seconda delle loro scelte, basate
sulle conoscenze e sulle capacità tecniche di cui dispongono.
 Mantiene l’interesse sulle relazioni verticali concetto di paesaggio come
risultato dell’espressione di “genere di vita” -> relazione possibile attivata dal
gruppo per rispondere agli stimoli provenienti dall’ambiente naturale
 Studi regionali si rafforzano; diventa più sistematico lo studio paesaggistico e
regionale
- Scienza della differenziazione spaziale: la geografia si impegna a fornire un’accurata,
sistematica, e razionale descrizione e interpretazione del mutevole carattere della
superficie terrestre (R. Hartshorne)
- Scienza dell’analisi (interazione) spaziale:
 Si concentra sulla lettura orizzontale (= lettura tra le diverse azioni dell’uomo
sul territorio) quasi dimenticando la natura.
 Le città diventano un centro di attrazione determinato da i flussi
 Concetto di situazione= effetti delle dinamiche che si sviluppano in una unità
spaziale su un’altra unità spaziale-> relazioni orizzontali. (Prende in esame le
relazioni che c sono tra un luogo e un altro)
 Concetto di sito= le condizioni concrete di un determinato luogo-> relazioni
verticali (caratteristiche che hanno favorito il successo di una città)
 Punta a un approccio esplicativo: ricerca di leggi generali per la spiegazione
dei fenomeni, propone modelli per la loro comprensione, si interessa alla
proiezione spaziale dei fenomeni sociali ed economici.

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- Geografia teorico-quantitativa: (non ho capito se fa parte dell’analisi spaziale) ridurre
a un ordine essenziale i fatti osservati che consiste esclusivamente in schemi mentali
di carattere astratto e soprattutto generale. Problemi:
1. Eccessiva astrattezza dei modelli proposti dalla scienza dell’analisi
spaziale
2. Rapporto di dipendenza nei confronti delle scienze economiche
3. Sproporzione tra il volume delle ricerche e delle proposte di modelli
in rapporto ai risultati effettivamente conseguiti

Nuovi indirizzi di ricerca:


 Geografia dei comportamenti soggettivi
- Soggettività in primo piano -> una geografia non dell’uomo ma della mente
dell’uomo.
- Ricerche sulle modalità di identificazione dei gruppi sociali con i luoghi
 Geografia radicale e marxista
- Afferma il ruolo fondamentale della società nell’opera di trasformazione del quadro
ambientale
- Si interezza alla proiezione spaziale della dialettica delle classi
 Geografia ecologista
- Analizza l’uomo per gli impatti ambientali che ha sul territorio
- Analizza il rapporto tra impatti ambientali e la resilienza di un determinato territorio
- (concetto di ecosistema)
 Geografia sistemica
- Teoria generale del sistema (TGS): vedere la realtà come un sistema complesso dove gli
elementi sono in interazione tra di loro.
- Territorio visto come sistema unico composto da uomo e natura
- Il sistema mondo e i diversi sottosistemi geografici sono in continuo divenire -> concetto di
cambiamento centrale nel paradigma sistemico.
- Attenzione rivolta al comportamento del sistema territoriale sull’individualizzazione delle
relazioni orizzontali e verticali.
- Caratteristica di un sistema di essere retroattivo (feedback)

 La Terra modificata dall’azione umana


Le azioni umane nei cambiamenti dell’ambiente hanno modificato i paesaggi naturali diventando->
paesaggi culturali (consapevolezza diffusa dal positivismo).
Carl Ritter (1779-1859) Lucio Gambi (vedere storia slide prof se ci sono e se sono importanti)
Costruzione sociale: l’uomo tende a modificare l’ambiente naturale a partire dall’idea che si fa della
natura e di come andrebbe trasformata (es USA wilderness)
(Devo mettere tutti sottotitoli? Bo)
La terra come sistema dinamico e complesso
Visione più realistica del rapporto uomo-natura:
 Terra come sistema costituito da diverse componenti le cui interazioni non possono essere
semplificate come un rapporto di causa-effetto
 Terra soggetti a continui cambiamenti sia umani che naturali

 1.1.2 Paesaggi culturali e regioni

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Alessandro di Humboldt, inizio XIX sec-> introduce concetto di PAESAGGIO-> duplice significato:
percezione soggettiva e realtà oggettiva (percezione persa con il positivismo che vedeva il paesaggio
come un’entità puramente oggettiva)
Definizione paesaggio: esso designa una determinata parte del territorio, così come viene percepita
dalle popolazioni, il cui carattere deriva dall’azione di fattori naturali e/o umani e dalle loro relazioni.
(Cercare Gambi nelle slide prof)
 X il prof: insieme organico di elementi e fenomeni che contraddistinguono una parte della superficie
terrestre (paesaggio lagunare, alpino, carsico, ma anche urbano, industriale…)
- Aspetto esterno del territorio
- Riflesso del territorio
- Proiezione soggettiva del territorio
- “sistema di segni”; questi evidenziano la bontà o meno delle azioni antropiche”
«Paesaggio come intermediario tra il territorio e la popolazione che quel territorio percepisce e si
rappresenta» (Castiglioni B., 2011)
Lettura slide da sinistra a destra

Territorio e paesaggio: inserire slide schema

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 Alfabetizzazione del paesaggio di Castiglione, 2012:
A. Lettura denotativa: è più sistematica e considera i diversi elementi del paesaggio
osservato e le relazioni che tra di essi si strutturano
B. Lettura connotativa: attenzione sugli aspetti emozionali-> valori attribuiti a quel
preciso paesaggio

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C. Lettura interpretativa: volta a cercare una spiegazione dei caratteri peculiari di
ciascun paesaggio
D. Lettura temporale: evidenzia le trasformazioni tra passato e presente, si proietta
verso scenari futuri possibili o desiderabili. È una lettura di tipo diacronico.
A U B U C U D = complementarità e interdipendenza

 Territorio e paesaggio:
ANALISI REGIONALE: supera la semplice osservazione della superficie per indagare i fattori (anche
non visibili) che determinano le diversità dei territori e suggeriscono la loro suddivisione in regioni.
 Tipi di regioni.
regioni: forma di classificazione dei luoghi per raggruppamenti contigui o anche:” parte della
superficie terrestre con una propria individualità maturata attraverso un percorso di
differenziazione sia di ordine fisico che culturale.
Carattere polisemico della regione: il termine regione è applicabile, in quanto fa riferimento a spazi
di varie dimensioni e a una gamma diversificata di fenomeni, ad un’ ampia serie di fenomeni sia
singolarmente esaminati o nel loro intreccio.
Prima grande distinzione:
 regione formale: area definita in base a una o più caratteristiche fisiche o culturali
OMOGENEE (=distribuite uniformemente nella regione) Es: Alpi-> caratterizzate da rilievi. Di
particolare rilevanza in questa categoria abbiamo le regioni storiche (omogeneità
socioculturali perché nel passato erano unite politicamente)
 Regione funzionale: area i cui luoghi sono connessi tra loro da relazioni più intense di quelle
che questi stessi luoghi intrattengono con l’esterno. Es: ecoregioni (=corrispondono a un
ecosistema), regioni funzionali urbane (grande città con centri minori che gravitano su essa),
distretti economici, regioni istituzionali (stati)
 Regioni percettive: unitarietà “vissuta” dagli individui a dai gruppi sociali.

1.2
 1.2.1 Luogo
X Prof: porzione, in genere di dimensioni contenute, della superficie terrestre identificata da un
nome. O anche: “spazio con un attributo anche di tipo psicologico-affettivo”.
Slide ultima di concetti fondamentali.
= località contraddistinta da specifiche caratteristiche fisiche, culturali e sociali. Ogni luogo può
essere trovato con la sua posizione geometrica (latitudine e longitudine) o con riferimento a cosa
gli sta intorno cioè al suo:
 Sito: caratteristiche fisiche di un uovo
 Situazione (Posizione geografica): posizione che il luogo occupa in un contesto regionale più
ampio con riferimento alla rete delle comunicazioni e alle possibili relazioni del luogo con
tale contesto
Caratteristiche del luogo importanti perché contribuiscono al funzionamento sociale, politico,
economico es: turismo. Sono anche importanti perché offrono un riferimento alle IDENTITÀ UMANE
(sentimento di appartenenza)

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1.2.2 SPAZIO
= estensione della superficie terrestre di dimensioni non definite-> termine astratto con valenza
generale per indicare una estensione dalle dimensioni molto VARIE per contesti micro e macro.

 Significati di spazio nel contesto del pensiero geografico:


 Spazio assoluto (quello delle normali carte geografiche): entità geometrica le cui dimensioni,
distanze, direzioni e contenuto possono essere definiti e misurati con precisione con la
metrica corrente (kilometri) es: coordinate di un oggetto geografico.
 Spazio relativo: spazio che non è più pensato come “contenitore” dato e immutabile, ma lo
spazio le cui proprietà variano a seconda dei “contenuti” cioè fenomeni che si svolgono. ->
concetto di spazio-tempo
Tipi di spazio relativo:
 spazio relazionale= spazio definito dalle interazioni umane, dalle percezioni o dalle
relazioni tra gli eventi. È mutevole in quanto definito dalle CONTINGENZE (dal fatto che
il risultato delle interazioni e delle percezioni umane varia a seconda delle persone e
degli oggetti che vengono coinvolti)
LO SPAZIO GEOGRAFICO È’ SEMPRE UNO SPAZIO RELATIVO E RELAZIONALE, IN QUANTO LE SUE
PROPRIETÀ’ DIPENDONO DALLE RELAZIONI E DALLE INTERAZIONI CHE SUSSISTONO TRA SOGGETTI
E GLI OGGETTI CHE OGNUNO METTE GRAFICAMENTE IN SCENA.
 Ogni geografia è la costruzione mentale di uno spazio relazionale per rispondere all’esigenza sociale
di conoscere la posizione di certi oggetti e soggetti e le relazioni che li legano tra di loro.
 Adottare una prospettiva parziale= prestare attenzione alle DIFFERENZE tra un luogo/ spazio e l’altro
 Concetti chiave utilizzati dai geografi:
 distribuzione spaziale: disposizione dei fenomeni sulla superficie terrestre
 Variazione spaziale: cambiamenti nella distribuzione di un fenomeno da un luogo all’altro
 Correlazione spaziale: il grado in cui due o più fenomeni condividono una stessa distribuzione
e variazione spaziale.

 Noi moduliamo lo spazio (costruzioni dell’uomo) -> l’intervento umano apporta fisicità allo spazio e
ne delimita i confini (es: spazio del proprio corpo, spazio discorso, spazio psicologico)

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 Termine che precede quello del territorio: prima scelgo lo spazio e poi lo destino al suo compito 8es:
campi) -> organizzazione del territorio => appropriazione dello spazio da parte di esseri viventi =>
territorializzazione (territorio si costruisce e si trasforma => 3 processi:

1. Denominazione: forma di controllo intellettuale


2. Reificazione: (solitamente il primo) forma di controllo materiale, atto trasformativo
3. Strutturazione: forma di controllo strutturale, organizzativo, per governare la complessità,
piano funzionale

 1.2.3 Diffusione spaziale


Fenomeno dove il movimento (variabile del tempo) rappresenta una dimensione essenziale =
movimento di persone, idee, mode, malattie ecc. da un luogo all’altro con tempi e modalità
differenti a seconda del fenomeno considerato.
I geografi identificano 4 diversi tipi di diffusione:
 per rifocalizzazione (tipologia più diffusa sono le migrazioni)
 Per contagio: fenomeno che si diffonde tra persone che vengono in contatto tra loro (covid
:)
 Gerarchica: avviene dall’alto verso il basso 8top-down) secondo una successione ordinata
per rango (es stile delle celebrità che si diffonde al popolo comune)
 Per stimolo: la diffusione di un’idea o di un altro fenomeno contribuisce a generare una
nuova idea-> influenza significativamente il commercio e produzione di beni. (Es: auto, fast-
food)
La diffusione spaziale è spesso data da un misto di diverse tipologie e il suo ritmo e la sua direzione
sono influenzati anche dalla presenza di barriere assorbenti 8fermano) o di barriere permeabili
(rallentano).

 1.2.4 Interazione spaziale e globalizzazione


Globalizzazione: crescente interconnessione e interdipendenza tra persone e luoghi in tutto il
mondo. È il risultato del dilatarsi progressivo a tutto il pianeta dell’interazione spaziale (= insieme
delle relazioni che si sviluppano reciprocamente tra soggetti che occupano luoghi e regioni sia vicine,
sia lontane tra di loro, come risultato del movimento di persone, beni e informazioni).
Si parla di globalizzazione solo dopo che l’INFORMATICA ha permesso la circolazione (di tutto) in
tutto il pianeta.
Tutto questo grazie al capitalismo.
Non vi è traccia di una globalizzazione legislativa-> uguali diritti e regole 8uguali?) per evitare crisi
economiche globali.
3 fattori influenzano l’interazione spaziale:
 complementarità: un luogo o regione trova altrove una risposta alla propria esigenza di beni
e servizi. Essa crea le basi per il commercio. (Si può parlare anche di cooperazione). Essa è il
frutto della variazione spaziale.
 Trasferibilità: è inversamente proporzionale all’energia necessaria (=costo) per lo
spostamento di un bene. Il bene più trasferibile è l’INFORMAZIONE. Alta trasferibilità: beni
di lusso, bassa trasferibilità: beni di poco valore. La trasferibilità è influenzata dall’’attrito
della distanza (= modo in cui la distanza può ostacolare gli spostamenti di un luogo all’altro
o l’interazione tra luoghi diversi.
 opportunità alternativa: l’esistenza di un luogo che, a parità di costi di trasferimento, possa
offrire un bene richiesto a condizioni più vantaggiose. Essa può incidere sull’interazione

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spaziale tra luoghi (come l’attrice della distanza). Rende importante l’accessibilità che ha
come fattore morta te la DISTANZA.
L’interazione si riduce con la distanza
 l’intensità dell’interazione spaziale diminuisce con la distanza.
 È massima nelle aree centrali delle grandi città e decresce con la densità demografica man
mano che si allontana da essa.
 Compressione spazio-temporale
Cosa ha ridotto l’attrice della distanza? Le INNOVAZIONI TECNOLOGICHE che fanno sembrare i
luoghi vicini l’uno all’altro <- compressione spazio-temporale (David Harvey) -> importanza della
distanza relativa (misurata in termini di tempo, costo, ecc.…)
La globalizzazione non modifica la distanza assoluta tra i luoghi ma ne cambia la loro accessibilità
rendendoli più interagenti tra di loro. Inoltre, essa può ridurre l’attrice dell’distanza cambiando la
nostra percezione.

 1.2.5 Territorio
= spazio delle interazioni tra soggetti (individui e collettività), correlato con l’insieme delle
interazioni tra gli stessi soggetti e l’ambiente esterno. Si concretizzano nello spazio geografico
umanizzato (o antropizzato) e nella varietà dei suoi paesaggi. Perché si difende un territorio? Perché
egli fornisce le risorse che assicurano sopravvivenza e indipendenza a un gruppo umano.
Conseguenza:
1. relazioni tra soggetti non solo amico-nemico ma anche di cooperazione.
2. Qualsiasi relazione sociale ha SEMPRE un legame diretto/indiretto con i rapporti che
intratteniamo con il territorio come fonte primaria di quanto può soddisfare i nostri bisogni.

Secondo Vallega ha: valenza sociale in quanto:

- ci si può insediare (territorio insediativo)


- fornisce risorse per l’economia 8territorio utilizzato/ consumato)
- consente di intrattenere relazioni (territorio relazionale)

 territorio come area di intervento dell’uomo, si definisce e specifica come: spazio


insediativo, vissuto, consumato
 Porzione della superficie terrestre (spazio) caratterizzata da elementi fisici e da elementi
umani, il loro intreccio ne determina l’organizzazione
 Concretezza del rapporto uomo-ambiente (cultura-natura)

 Ambiente
Significato ampio: insieme delle condizioni esterne - fisiche soprattutto ma anche umane - che circondano
un oggetto geografico o all’interno delle quali si sviluppa un fenomeno geografico.
Significato ristretto: riguarda unicamente le condizioni geofisiche e naturali di un determinato territorio

1.2.6 Scala cartografica e scala geografica


Scala geografica: riguarda l’ambito spaziale oggetto dell’osservazione e dell’analisi.
Dal micro al macro abbiamo: scala locale, regionale, nazionale, internazionale, globale
Scala geografica diversa da scala cartografica
Giuseppe Dematteis: “È vero geografo solo chi ha una visione complessiva del pianeta nelle sue
diverse articolazioni ambientali e territoriali.”

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 Scala cartografica: esprime il rapporto tra le distanze sulla carta e le distanze reali sulla
superficie terrestre (vedere denominatore frazione!!!!!!!!) 1: 35.000.000 intero continente
 Scala geografica ( o dell’osservazione): indica il livello di analisi utilizzato per un determinato
studio o progetto.

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Gli strumenti della geografia
Tecniche (=prodotto delle nostre scienze e capacità operative) ≠ Strumenti (=attrezzi usati per
migliorare alcune metodologie e procedure)
1.3.1. le carte geografiche
= rappresentazione della Terra o di sue parti ridotte che usano dei simboli per rappresentare i vari
oggetti. Sono approssimate perché è impossibile rappresentare l’intera realtà. Le carte geografiche
si servono di una legenda che spiega il significato dei simboli usati e di una scala per indicare di
quanto si è ridotta la superficie terrestre.
Difficoltà per costruirle-> rappresentare sul piano una superficie curva deformandola il meno
possibile, per questo si ricorre alle proiezioni cartografiche -> diversi tipi di proiezione:
 equidistanti: mantengono la proporzione tra distanze 8es carte stradali)
 Equivalenti: mantengono proporzionali le aree (es carte politiche/economiche)
 Isogone: mantengono esatti gli angoli tra meridiani e paralleli 8es carte nautiche)
(Non si possono usare queste proprietà tutte insieme)
Regola: le deformazioni saranno maggiori quanto è più vasta la superficie rappresentata, viceversa
accade l’incontrario.
Nomi diversi di carte in base alla superficie rappresentata:
 mappamondi/ planisferi: mondo intero
 Carte geografiche: continente o Paese
 Carte topografiche: porzione di territorio più limitata
 mappa: + dettagliata. Se rappresentano una città vengono chiamate “piante”.
Carte fisiche (tratti naturali fondamentali) ≠ carte politiche (=riportano quanto è opera dell’uomo)
Importanti le carte tematiche -> rappresentano quello che non si vede a occhio nudo (es
caratteristiche sociali)
1.3.2 Il telerilevamento
0 strumento capace di rilevare alcuni fenomeni relativi alla superficie terrestre e raccogliere
informazioni su di essi, attraverso sensori ed altri strumenti posti lontano dal soggetto studiato
(=remote sensing)
prime applicazioni riguardano il settore della meteorologia
1.3.3 Il GPS: Global Positioning System
0 usa una costellazione di satelliti e segnali radio da esse trasmessi per determinare la posizione
assoluta di tutto. primo satellite GPS: 1970, copertura totale solo nel 1995.
1.3.4 Il GIS: Geographic informazioni System
In italiano detto anche SG (sistemi informativi geografici) o SIT (sistemi informativi territoriali)
Deve la sua nascita alla necessità di migliorare la funzionalità delle carte e delle analisi spaziali di dati
georeferenziati (= dati a cui è attribuita una precisa localizzazione sulla superficie terrestre).
2 modi in cui la georeferenziazione dei dati può avvenire:
 diretto: si riferisce alla latitudine e longitudine
 Indiretto: usa informazioni di tipo spaziale (es indirizzo, codice postale,…)
Il GIS h grandi potenzialità per. Facilitare la risoluzione di problemi, costruire modelli relativi alle
condizioni sociali e ambientali e contribuire alle decisioni nel campo della pianificazione. Egli però
ha almeno 2 punti deboli:
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 per l’uso è necessario avere il software del programma (a pagamento) e il supporto hardware
adeguato. Inoltre, prima di usarlo è necessario ottenere dei dati (in certi casi bisogna
comprarli da società specializzate o cercarli tu stesso sul campo)
 Propone una visione del mondo fortemente incentrata sull’occidente (+ informativo)
CAPITOLO 2
Gli ecosistemi
 Ambiente: ciò che circonda un soggetto, cioè a tutti quei fattori bioetici (viventi) e abiotici (non
viventi) con i quali persone, animali e altri organismi coesistono e interagiscono.
 Ecosistema= insieme di organismi viventi, riguardante le interazioni tra di essi e con l’ambiente fisico
in cui vivono, dei flussi di energia e nutrienti che li attraversano
 «organizzazione di elementi biotici (organismi vegetali e animali) e abiotici (acqua, suolo, aria ecc.)
che si evolve, va incontro a trasformazioni e si dirige verso un obiettivo» (Vallega)
• Elementi organici
• Elementi inorganici
• Relazioni intercorrenti
• Processi dinamici
• Direzione verso la quale tende
• Finalità perseguite

 La vita dell’ecosistema è garantita dalla costante riproduzione di relazioni tra elementi biotici e
abiotici, che hanno luogo in sequenze cicliche» (Banini)
• CICLO DELL’ACQUA
• CICLO DELLE ROCCE
• CICLO DEL CARBONIO
• CICLO DELL’AZOTO
• CICLI (CATENE) TROFICHE
 Il pianeta Terra come grande sistema ecologico, formato da molteplici sottosistemi
Biodiversità= quantità di specie presenti in un ecosistema
Biosfera= insieme degli ecosistemi della Terra, che interagiscono su scala globale.
2.1.1. Il concetto chiave dell’ecologia
Capitale naturale (= insieme di beni e servizi offerti dalla natura) costituito da 4 elementi: inserire
definizione risorse prof
1. Le risorse rinnovabili-> si rigenerano in tempi ragionevoli sia naturalmente che con
l’intervento umano (es riforestazione). Per parlare del loro esaurimento economico gli
studiosi preferiscono il concetto di rendimento sostenibile (= massima quantità di una
risorsa che può essere sfruttata e utilizzata senza mettere in pericolo la sua capacità di
rinnovarsi e rigenerare se stessa. L’effetto collaterale è che non si considera l’impatto dello
sfruttamento sull’intero ecosistema) ma sarebbe meglio usare il termine di rendimento
ecologicamente sostenibile (= preserva le risospese per la generazione futura)
2. Le risorse non rinnovabili -> vengono considerate esaurite quando vengono meno le
condizioni per la loro rigenerazione o si hanno tempi troppo lunghi. Le quantità di queste
risorse sono FISSE e quindi soggette a un esaurimento totale che viene preceduto da
un esaurimento economico (= il costo per l’estrazione della risorsa supera i presunti ricavi
futuri
3. Le biodiversità terrestre
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4. I “servizi” resi dagli ecosistemi -> si riferisce all’opera attiva dei processi naturali nell’offrire
i servizi come la fotosintesi.
5. TUTTE LE RISORSE POSSONO ESSERE ESAURITE. Togliere n 5
2.1.2 il degrado ambientale
È causato dalle attività umane, può essere:
 diretto: estrazione del petrolio con rilascio di sostanze tossiche
 Indiretto
Vi è degrado ambientale quando si verificano le seguenti condizioni:
1. Quando una risorsa viene sfruttata a ritmi più rapidi di quelli della sua rigenerazione,
2. Quando le attività umane danneggiano la produttività a lungo termine o la biodiversità di un
luogo
3. Quando le concentrazioni di sostanze inquinanti superano il massimo livello consentito da
leggi che tutelano la salute
limite di questa definizione non riconosce che alcune attività umane possano essere benefiche.
2.1.3 le risorse di proprietà del comune o beni comuni naturali
= risorse naturali, attrezzature o strutture condivise da una comunità di utilizzatori chiaramente
identificabile (ci sono regole precise)

Risorse di libero accesso= beni sui quali nessuno singolo individuo ha pretese di esclusività e che
sono disponibili a chiunque (no regole, x es aria..)

CAPITOLO 3
3.1.1. Distribuzione e densità della popolazione
2 tipi:
 aritmetica: rapporto tra la superficie di un’area e i suoi abitanti (ab/Km2)
 Fisiologica: rapporto tra la superficie agricola produttiva di un determinato territorio e il n°
dei suoi abitanti.
 Fattori del popolamento umano:
- fattori fisico-naturali (condizioni climatiche, presenza e caratteristiche della vegetazione),
disponibilità idriche, grado di fertilità del suolo, distanza dal mare)
- fattori del popolamento umano (prolificità, presenza e grado di diffusione delle malattie
- fattori culturali e infrastrutturali (influenza delle vicende storiche, grado di antichità del
popolamento, presenza di importanti arterie di comunicazione)

 Distribuzione della popolazione:


a. ecumène: territorio in cui l’uomo è in grado di abitare, ricavare il sostentamento e riprodursi
b. periecumène: insediamento, all’interno delle aree anecumeniche, non autonomi e riforniti di
viveri dall’ambiente esterno (es impianto petrolifero)
c. anecumène: area disabitata: esterna (zone polari), interna (deserti...)
d. subecumène: fascia con presenza dell’uomo ma senza forme di abitazione stabili

 Densità della popolazione:


dato grezzo che esprime la tendenza media e non la REALE distribuzione territoriale.
- Densità economica: rapporto tra popolazione e superficie produttiva
- Densità fisiologica: rapporto tra popolazione e superficie coltivata
Minimo di popolamento:
- minimo biologico: numero al di sotto del quale una comunità non può scendere pena la
sterilizzazione del gruppo stesso
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- Minimo economico: numero al di sotto del quale la capacità di lavoro si dimostra
insufficiente per ricavare le risorse indispensabili alla vita del gruppo medesimo
Massimo di popolamento:
- società povere: ogni accrescimento numerico determina una situazione di instabilità,
causando carestie, fame, malattie e morte
- società ricche: ogni accrescimento numerico determina disoccupazione e conseguente
abbassamento del livello di vita

 sotto popolamento: occupazione di territorio a livello inferiore al minimo di popolamento


 sovra popolamento: superamento del massimo di popolamento

3.1.2 La fertilità
Tasso= indicatore che registra la frequenza di un fenomeno in un intervallo di tempo (es. anno)
nell’ambito di una determinata popolazione. Si calcola su base 100 o 1000.
o tasso di natalità di una popolazione: numero annuo di nati vivi ogni mille abitanti.
Quando raggiunge 2,1 si dice che la popolazione ha raggiunto il livello di sostituzione
delle generazioni.
o Tasso di fecondità di una popolazione: numero dei nati vivi per donna in età feconda
(tra i 15 e i 50 anni)
o Tasso di sostituzione e ricambio demografico: rapporto fra il totale delle neonate in
35 anni - periodo di fecondità femminile (15 - 49 anni) - e il numero delle donne in
età feconda. Il livello di ricambio demografico comporta almeno 2,1 bambini per
donna, altrimenti la sostituzione non si verifica.
Fattori che influenzano la fertilità
La fertilità è condizionata dalle condizioni biologiche o da condizioni culturali, sociali, economici,
politici (es: ricorso di contraccettivi). I tassi di fecondità più elevati si riscontrano dove le donne
diventano sessualmente attive molto presto.
Politiche di controllo delle nascite (x prof vedere ultima o penultima pagina)
La fertilità può essere controllata dai governi con politiche nataliste o anti-nataliste per controllare
la crescita della popolazione. Le politiche nataliste si servono di incentivi fiscali per le giovani coppie
di genitori.
Un esempio di politica anti-nataliste è la Cina con la sua politica del figlio unico (1979) con minori
limitazioni per le famiglie di minoranze etniche e quelle delle zone rurali. Questo ha portato la
popolazione al di sotto del tasso 2,1 creando un problema di sostituzione generazionale-> futuro:
numero di anziani cresce a carico dei giovani.
3.1.3 la mortalità
Tasso di mortalità: numero annuo di morti ogni 1000 abitanti.
tassi + bassi riscontrati in Qatar e Kuwait, tassi + altri nei paesi africani.
Anche la mortalità dipende da fattori sia naturali che sociali:
 naturali: es disastri naturali, epidemie
 Sociali: guerre, poca disponibilità di servizi sanitari
N.B.: i tassi di mortalità non sono indicatori della qualità della vita o della salute della popolazione
di un paese (Es Danimarca, mortalità molto alta 5/1000)
3.1.4 La speranza di vita e la mortalità infantile
Indicatori della qualità di vita:
 Speranza di vita: indica la lunghezza media della vita delle persone, in base ai tassi di
mortalità correnti nel paese dove vivono. È cresciuta molto nell’ultimo periodo; le zone blu

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sono le zone dove la speranza di vita è molto alta. Essa può variare molto in seguito alla
crescita della povertà o di scoppio di guerre, AIDS
 Tasso di mortalità infantile: numero di nati, ogni mille, che muoiono prima di compiere un
anno di vita (-> rapporto fra n’ dei bambini morti e il totale dei neonati). Alti tassi significano
scarse cure sanitarie x donne in gravidanza e neonati.
 Tasso d’incremento naturale: differenza tra il tasso di natalità e quello di mortalità.

3.2 La composizione della popolazione e i suoi cambiamenti


-X fornisce dati utili su come la popolazione potrà cambiare nel futuro.
3.2.1 La piramide delle età
= istogramma che rappresenta la composizione di una popolazione divisa per classi di età (chiamate
anche coorti,solitamente sono di 5 anni ciascun) e per genere.
3.2.2 L’indice di dipendenza
= rapporto tra la popolazione in età lavorativa e la popolazione con meno di 15 e più di 65 anni). il
risultato si moltiplica x100 per avere la percentuale.
Permette di fare previsioni sui i cambiamenti ai quali la società di un paese andrà incontro nel
futuro.
Per leggere istogramma andare a a pg 85.
3.2.3 Il tasso di crescita naturale
= percentuale annua di crescita di una popolazione, senza considerare i flussi migratori.
Nº nascite> nº morti = tasso di crescita naturale.
Il tasso di crescita naturale può essere pari a zero o anche negativo (nº morti> nº nati)
Spesso i geografi usano questo tasso per calcolare il tempo di raddoppio della popolazione (=nº di
anni necessario affinché questa duplichi le proprie dimensioni). Calcolo: 70÷ il tasso di crescita
naturale= tempo di raddoppio della popolazione.
3.2.4 Il modello della transizione demografica
Transizione demografica= passaggio di un paese, nel corso del tempo, da tassi di natalità e mortalità
elevati, a valori molto inferiori.
Limite: non prende in considerazione le MIGRAZIONI.
Gli studiosi hanno osservato che quando un pese entra nella transizione demografica, vi è un
cambiamento nella tipologia di malattie che determinano la mortalità della
popolazione= transizione epidemiologica, caratterizzata dal passaggio dalla massiccia diffusione di
malattie infettive a quella di malattie croniche (=portano un deterioramento del corpo nel lungo
periodo).

3.3.
3.3.1 sessualità, identità e spazio
 sessualità: elemento fondamentale dell’identità sociale e individuale, che deriva da orientamenti,
attitudini, desideri e pratiche di tipo sessuale.
 Genere: caratteristiche culturali o sociali che nel pensare comune di una società vengono attribuite
all’appartenenza al sesso maschile o femminile. (Nostra identità?)
3.3.2. L’indice di mascolinità
= rapporto percentuale tra il nº di maschi e il nº di femmine di una popolazione.
Fattori che influenzano la disparità tra nº donne e nº uomini: tassi di mortalità, guerre, dinamiche
migratorie, culturali (ruolo dell’uomo superiore a quello della donna)
3.3.3 La disuguaglianza di genere e i ruoli di genere
In molte parti del mondo, i ruoli di genere sono influenzati da tradizioni antiche, che ancora oggi
condizionando la vita delle famiglie e delle comunità. -> segregazione sociale delle donne.
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La persistenza dei ruoli di genere può contribuire allo sviluppo di stereotipi sui lavori “da uomini” o
“da donne”, che a volte possono generare bandiere sociali e limitazioni alle opportunità delle donne,
creando delle disuguaglianze di genere. Indicatore di questo fenomeno è indicato dalla differenza
di reddito.
Indice di disuguaglianza di genere (gender gap index): disparità tra uomini e donne per quanto
riguarda opportunità, diritti, benefici, comportamenti e status sociale.
Concetto di status: attribuzione alle conoscenze e alle capacità di una persona di un valore che
definiscono la posizione sociale di un individuo.

3.4
 3.4.1 Teoria Malthusiana della popolazione
Thomas Malthus, “Saggio sul principio della popolazione” (1798) -> è possibile migliorare le società
al punto da permettere a ciascuno di vivere nel benessere e nella prosperità? Conclusione: causa di
povertà è L’AUMENTO della popolazione.
Egli sosteneva che: mentre le risorse alimentari possono aumentare in modo aritmetico, la
popolazione cresce in maniera esponenziale, con il risultato che, di fronte a una crescita
demografica, il nº di persone che vivono in un paese supera presto la dimensione massima
sostenibile dalle risorse alimentari di quel paese. Questo favorisce la comparsa di ostacoli
repressivi (carestie, epidemie) che aumentano la mortalità riducendo la popolazione. Per evitare
questo problema le persone avrebbero dovuto mettere in atto degli ostacoli preventivi (matrimoni
tardivi, astinenza sessuale).
Si affermò l’idea che ogni territorio abbia una certa capacità di carico dovuta alla limitatezza delle
sue risorse.
Punti deboli della teoria. Ambiente visto come qualcosa che determina la dimensione della
popolazione ma in verità essa dipende da cause politiche (distribuzione inuguale di redditi…)
3.4.2 La povertà e l’insicurezza alimentare
Insicurezza alimentare: impossibilità fisica o economica di alcune persone di accedere al cibo.
Fame bisogno fisiologico di mangiare
denutrizione: alimentazione insufficiente
Malnutrizione: alimentazione carente di alcuni alimenti indispensabili (proteine, vitamine, ferro).
Su scala mondiale la sovrapproduzione agricola coesiste di fatto con la denutrizione.
Fame e malnutrizione sono presenti per 3 motivi:
1. In ambiente rurale moli contadini vivono ancora di agricoltura di sussistenza, ma non
producono abbastanza per i loro bisogni o per cause naturali o per scarsità di terreni
coltivabili o per l’uso di tecniche arretrate.
2. In ambiente cittadino vi sono persone troppo povere per acquistare gli alimenti, anche se
questi sono disponibili.
3. Circa 49 milioni di persone soffrono di fame e carestie a causa di guerre, per sopravvivono
dipendono da aiuti internazionali.

 Dinamiche naturali della popolazione:


- TIPO PRIMITIVO/alto stazionario: incremento della popolazione molto limitato per
effetto di natalità e mortalità entrambe elevatissime; durata media della vita molto
contenuta
- TIPO IN VIA DI EVOLUZIONE/prima fase della transizione: tassi di natalità molto
elevati e tassi di mortalità in decremento; fase iniziale del periodo definito della
esplosione demografica

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- TIPO AD UNO STADIO DI CRESCITA AVANZATA/tra prima e seconda fase della
transizione: tassi di natalità appena più contenuti e tassi di mortalità
progressivamente sempre più bassi; alti valori di crescita della popolazione
- TIPO A NATALITA’ DIMINUITA E MORTALITA’ MOLTO BASSA/ seconda fase della
transizione: diffusione della pratica del controllo delle nascite; Nuovi comportamenti
in relazione alla procreazione; Incremento naturale in fase di rallentamento
- TIPO A NATALITA’ E MORTALITA’ BASSE/basso stazionario: tassi di natalità
leggermente al di sopra di quelli di mortalità, con progressivo avvicinamento alla
crescita zero
 politiche demografiche:
 Agiscono soprattutto sulla natalità per regolare la consistenza numerica della popolazione –
politiche di pianificazione familiare.
 obiettivi della pianificazione familiare: Incremento dei quozienti di natalità (di espansione);
Riduzione dei quozienti di natalità (di contenimento)
categorie di politiche demografiche:
- espansiva: sì alle famiglie numerose, tassi di incremento della popolazione in ascesa
- restrittive: sì a famiglie contenute, tassi di incremento della popolazione in calo
- eugenetiche: regolazione delle dinamiche demografiche ricorrendo alla discriminazione su
base etnica

per controllare le nascite si hanno 2 modalità:

- diretta (soglia minima per i matrimoni, sanzioni per famiglie numerose, premi, campagne
informative per le contraccezioni)
- indiretta (interventi alla radice, sulle effettive cause del fenomeno -> povertà,
sottosviluppo…; innalzamento livelli di istruzione delle donne)

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