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Geografia umana - Un Approccio Visuale (riassunti)

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GEOGRAFIA UMANA - UN APPROCCIO VISUALE (2016) di


Greiner, Dematteis, Lanza
Capitolo 1 – CHE COS’E’ LA GEOGRAFIA UMANA?
Il termine geograia proviene da due parole greche (geo + graphia) che significano scrittura della Terra.
La geograia non è solo la descrizione della Terra, bensì si disingue tra una geografia fisica che studia gli
ambieni e una geograia umana che si occupa degli esseri umani sulla Terra. La prima uilizza i metodi
delle scienze naturali, mentre la seconda si rifà alle scienze sociali. La fusione di queste due studi
geograici rivolge l’atenzione alla relazione ambiente-scoietà, che si occupa del rischio ambientale, del
consumo dei combusibili, del cambiamento climaico, ecc.

Quando parliamo di natura si intende tutto ciò che è estraneo alla storia e alla creatività umana. Il
conceto di cultura, invece, si rifà alla musica, alla poesia, alla teologia, ai vesti, al cibo, alle abitazioni. Il
rapporto tra natura e cultura viene deinito dallo studioso Luca Cavalli Sforza come l’accumulo della
somma dei contribui individuali trasmessi atraverso le generazioni e diffusi all’interno della società. La
cultura si fonda su tre argomeni: 1- la cultura è una costruzione sociale che riflette diversi fattori
economici, storici, poliici, sociali ed ambientali; 2- essa non è qualcosa di isso, ma si modifica nel
tempo; 3- è un sistema dinamico complesso: interagendo tra loro le persone creano ed esprimono una
cultura, la quale deinisce e inluenza le caraterisiche delle persone che ne fanno parte. Le culture si
presentano diferenziate su base geograica e quindi si parla di culture locali, regionali, nazionali o
sovranazionali (Europa). Oggi è nata l’ibridazione delle cultura, a causa della globalizzazione, e tale
tende a imporre ceri carateri culturali comuni a tute le società e territori.

Il dualismo tra natura e cultura ha svolto un ruolo importante nello sviluppo di diversi modi di
considerare le diferenze culturali e sociali. Nell’età moderna si pensava che natura e cultura fossero
separate e contrapposte, ovvero l’uomo si poneva al di sopra della natura, la dominava e la
trasformava a suo interesse. Oggi si va afermando una corrente di pensiero contraria al dualismo tra
natura e cultura, proprio grazie alla loro neta contrapposizione, quindi oggi si pensa che l’uomo,
nonostante la sua cultura, sia comunque inluenzato da certe leggi fondamentali della natura stessa.

Il determinismo ambientale abbraccia la tesi che i fatori naturali terrestre incidano diretamente sullo
sviluppo delle caraterisiche isiche ed intelletuali degli esseri umani. Dunque l’aspeto climaico
ambientale contribuisce allo sviluppo di certe caraterisiche isiche dell’uomo appartente a quel
territorio, e alla creazione di una certa cultura.

Il possibilismo geograico riiene che ogni ambiente naturale ofra una gamma di alternaive più o meno
vasta e che in uno stesso ambiente naturale società e culture possano modellarsi in modi diversi a
seconda delle loro scelte, basate sulle conoscenze e sulle capacità tecniche di cui dispongono. Tale
concezione ha contribuito a difondere la consepevolezza del ruolo dell’azione umana nei cambiameni
dell’ambiente, a parire dall’osservazione di come nel tempo tale azione ha modiicato i paesaggi
naturali trasformandoli in paesaggi culturali (cioè plasmai dall’azione umana, ad es. Strutura sciisica
ariiciale). L’idea dell’uomo come agente trasformatore che domina la natura.

Il conceto di paesaggio geograico è stato introdoto dal geografo e naturalista tedesco Humboldt. Tale
conceto sosiene che il paesaggio designa una determinata parte di territorio, così come viene
percepita dalle popolazioni, il cui caratere deriva dalle azioni di fatori naturali e/o umani e dalle loro
interazioni. La letura del paesaggio culturale e l’analisi regionale sono associate a questa visione della
cultura, anche se la prima fa riferimento ad un conceto – quello di paesaggio – che indica al tempo

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stesso le cose osservabili e il modo di percepirle, mentre l’analisi regionale disingue l’approccio
oggeivo da quello soggeivo. Il primo indica lo studio e la deinizione di regioni formali (semplice
osservazione della supericie per indagare i fatori che determinano le diversità dei territori e
sueggeriscono la loro divisione in regioni) e funzionali (formate da una grande cità e dai centri minori
che gravitano su di essa per lavoro e servizi), il secondo di regioni percepite (senso di idenità e
ataccamento di un gruppo di persone ad un determinato territorio).

Ragionare come un geografo preclude avere una certa curiosità per i diversi luoghi del mondo e
connetere tra loro i fai che si osservano sulla supericie terrestre e sviluppare un’analisi che includa i
concei di: luogo, spazio, difusione spaziale, interazione spaziale, territorio, scala.

Per luogo si intende una località contraddisinta da speciiche caraterisiche isiche, culturali e sociali.
Ciascun luogo può essere ideniicato tramite la sua ubicazione assoluta, o posizione geometrica,
misurata per mezzo della sua laitudine, longitudine e alitudine oppure con riferimento a cosa gli sta
intorno, cioè al suo sito (caraterisiche isiche di un luogo, come forma del suolo, vegetazione,acque,
ecc.) e alla sua situazione (posizione geograica). I luoghi sono importani perché ofrono un riferimento
alle idenità umane. Si parla di senso del luogo per indicare il complesso ataccamento emozionale che le
persone sviluppano nei confroni di determinate località (senimento di appartenenza verso una certa
area geograica).

Per spazio i geograi intendono un’estensione della supericie terrestre di dimensioni non deinite. Diversi
ipi di spazio: spazio assoluto, cioè un’enità geometrica le cui dimensioni, distanze, direzioni e contenui
possono essere deinii e misurai con precisione con la metrica corrente (metri, chilometri). Ci possono
essere diversi ipi di spazio: spazio-tempo o spazio relaivo è uno spazio le cui proprietà variano a
seconda dei contenui, cioè dei fenomeni chevi si svolgono. Spazio relazionale: deifnito dalle interazioni
umane e dalle percezioni tra gli eveni. Esso è mutevole in quanto deinito dalle coningenze, cioè dal fato
che il risultato delle interazioni e delle percezioni umane varia a seconda delle persone e degli oggei
che vengono coinvoli. Quando due paesi avviano degli scambi commerciali, creano uno spazio
relazionale di ipo commerciale, che esiste ino a quando vengono soddisfate queste condizioni
coningeni. A questo punto possiamo dire che lo spazio geograico è sempre uno spazio relaivo e
relazionale, in quanto le sue proprietà dipendono dalle relazioni e dalle interazioni che sussistono tra i
soggei e oggei che ogni geograia mete in scena.

Adotare una prospeiva spaziale signiica prestare paricolare atenzione alle diferenze tra un luogo e
l’altro, tra uno spazio e l’altro, nelle dinamiche della società e nei rappori tra ambiente e società. La
variazione spaziale e la correzione spaziale sono altri concei chiave uilizzai dai geograi, entrambi usai
sullo studio della distribuzione spaziale dei fenomeni. Distribuzione spaziale: disposizione dei fenomeni
sulla supericie terrestre; variazione spaziale: cambiameni nella distribuzione di un fenomeno da un
luogo all’altro; correlazione spaziale: il grado in cui due o più fenomeni condividiono una stessa
distribuzione e varazione spaziale.

Difusione spaziale (movimento di persone, idee, mode, malaie,ecc da un luogo all’altro con tempi e
modalità difereni a seconda del fenomeno considerato): 4 ipi di difusione per rilocazione (le
migrazioni sono la ipologia più difusa), contagio (persone che vengono a contato tra loro), gerarchia
(avviene dall’alto verso il basso, secondo una successione ordinata di rango), simolo (difusione di
un’idea, una praica o fenomeno contribuisce a generare una nuova idea (idea fast-food quindi
signiicaiva produzione e commercializzazione dei beni).

La globalizzazione è la crescente interconnessione e interdipendenza tra persone e luoghi in tuto il


mondo, è il risultato del dilatarsi progressivo a tuto il pianeta dell’interazione spaziale. Per interazione

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spaziale si intende l’insieme delle relazioni che si sviluppano reciprocamente tra soggei che occupano
luoghi e regioni sia vicine, sia lontane tra loro, come risultato del movimento di persone, beni ed
informazioni. La globalizzazione si ha quando ceri fenomeni naturali o umani (strade, cavi telefonici) o
come le comunicazioni virtuali coprono l’intero globo terrestre, permetendo a tui i luoghi della terra di
interagire tra loro. Dominio del mercato su scala mondiale sulle altre aività sociali e culturali.
Interazione spaziale: relazione tra due o più soggei nel corso della quale essi si scambiano idee, merci,
servizi e modiicano le loro azioni in relazione alle idee e ai comportameni reciproci. La forza trainante
di tale uniicazione mondiale è stata l’economia capitalisica di mercato. L’interazione spaziale è
inluenzata da 3 fatori: complementarietà (si veriica quando un luogo o regione trovano altrove una
risposta alla propia esigenza di beni e servizi creando un’interazione su distanze più o meno lunghe),
trasferibilità (è proporzionata all’energia necessaria e quindi al costo per lo spostamento di un bene,
ad es. Oggi grazie a internet l’informazione è il bene più trasferibile, oppure bene piccolo ma valoroso
come i gioielli facili da spostare), intervento di opportunità alternaive (possono incidere
sull’interazione spaziale tra luoghi, ovvero se cambio benzinaio perché da un altro risparmio, traggo
vantaggio da un’opportunità alternaiva. Esse rendono evidente l’importanza dell’accessibilità, cioè la
faclità di accesso ad un luogo.

La compressione spazio-temporale è data dalla riduzione dell’atrito della distanza e fa sembrare i luoghi
più vicini anche se rimangono lontani, accentuata sempre più dalla globalizzazione e dalla difusione
delle innovazioni tecnologiche nei traspori e nelle comunicazioni.

Il territorio si deinisce lo spazio delle interazioni tra soggei (individui e colleività), correlato con
l’insieme delle interazioni tra gli stessi soggei e l’ambiente esterno. Si concreizzano nello spazio
geograico umanizzato (o antropizzato) e nella varietà dei suoi paesaggi. Il moivo per cui si difende un
territorio è che esso fornisce le risorse che assicurano sopravvivenza e indipendenza a un gruppo
umano più o meno grande. Questo porta alla cooperazione, scambio e reciprocità tra i vari territori che
permetono l’uilizzo delle risorse territoriali.

La scala è ciò che ci permete di rappresentare la Terra, o una sua parte, in dimensione ridota, come
accade per esempio nel caso dei mappamondi. Due ipi di scale: scala cartograica che esprime il
rapporto tra le distanze sulla carta e le distanze reali sulla supericie terrestre e sono divise in grande
scala e piccola scala atraverso un rapporto aritmeico (1:10.000 1cm corrisponde a 100 metri); e scala
geograica (o d’osservazione) che indica invece il livello di analisi uilizzato per un determinato studio o
progeto, ad esempio la casa, il quariere, una cità, una regione, da qui si va da una piccola scala a
grande scala. Più lo spazio esaminato è streto, più la scala è piccola.

Disinzione tra tecniche e strumeni. Le prime sono il prodoto delle conoscenze e capacità operaive,
mentre i secondi sono atrezzi che uilizziamo per migliorare alcune nostre procedure e metodologie,
come ad esempio la raccolta di dai e la loro visualizzazione.

Le carte geograiche sono rappresentazioni della Terra in dimensioni ridote. Esse sono anche simboliche
perché i diversi oggei sono rappresentai da simboli, per es. Le cità con dei cerchiei; inine sono
approssimaive, non solo perché è impossibile rappresentare esatemente in piano la supericie curva
della Terra, ma anche perché gli oggei vengono rappresentai solo in parte. Esse hanno inoltre una
legenda, cioè una spiegazione dei simboli usai e una scala, che indica di quanto è stata ridota la
supericie rappresentata. È diicile rappresentare la supericie curva della Terra, quindi si ricorre a
trasformazioni geometriche, dete proeizioni cartograiche. Vi sono proiezioni che mantengono le
proporzioni tra le distanze, in questo caso si dicono equidistani: sono di questo ipo le carte stradali;
possono invece mantenere proporzioni le aree, in questo caso dete equidistani: carte poliiche ed
economiche. Le carte geograiche sono quelle che rappresentano un coninente o un paese o una vasta

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regione (carte turisiche e stradali); mentre per rappresentare in modo detagliato una porzione di
territorio si usano le carte topograiche. La carta più detagliata si chiama mappa. Le carte generali si
disinguono in isiche che rappresentano i trai naturali fondamentali (iumi, mari, moni) e in carte
poliiche che riportano i conini degli Stai, le vie di comunicazione, le cità e quanto è opera dell’uomo. Un
cartogramma a mosaico è una tabella nella quale sono elencate le aree geograihe da rappresentare
(comuni, regioni, Stai) con a ianco il dato corrispondente, i dai vengono poi divisi in classi di frequenza,
ovvero gruppi di valori a cui viene assegnato un colore o un simbolo geometrico.

Il telerilevamento è uno strumento capace di rilevare alcuni fenomeni relaivi alla supericie terrestre e
raccogliere informazioni su di essi, atraverso sensori ataccai sui satellii. Esso serve sopratuto per
rilevare le condizioni meterologiche e la localizzione della fuori uscita di petrolio.

Un sistema GPS (global posiioning system) uilizza una costellazione di satellii ariiciali e i segnali radio da
essi trasmessi per determinare la posizione assoluta di persone, luoghi o elemeni della supericie
terrestre. Atraverso la trigonometria è possibile calcolare la longitudine, laitudine e alitudine del punto
in cui si trova. Primo satellite GPS lanciato nel 1970, la copertura totale della supericie terrestre
raggiunta nel 1995. Esso serve principalmente a facilitare il calcolo delle proprietà private, terreni
agricoli, censire le diverse specie di piante e animali.

Il GIS (geographic informaion system) migliora la funzionalità delle carte e delle analisi spaziali di dai
georeferenziali, cioè dei dai a cui è atribuita una precisa localizzazione sulla supericie terrestre. La
georeferenzialità dei dai può avvenire in modo direto o indireto: il primo si riferisce alla laitudine e
longitudine; il secondo deriva le coordinate geograiche da altre informazioni di ipo spaziale, come un
indirizzo o codice postale. Il GIS è cosituito da una combinazione di hardware e sotware che permete di
inserire, gesire, analizzare e visualizzare i dai georeferenziali. Inoltre esso può efetuare analisi staisiche
e calcoli complessi consentendo di selezionare la strada migliore tra due luoghi e la localizzazione di un
negozio che assicura accessibilità alla clientela potenziale. Tutavia il GIS ha due limii: il primo è che per
uilizzarlo è necessario possedere sia il sotware del programma, quasi sempre a pagamento, sia le
apparecchiature hardware adeguate che sono costosi (servono qualche migliaia di euro), questo limita
l’accessibilità ai poteni della società che hanno risorse economiche e tecniche suicieni per acquistarlo e
uilizzarlo; il secondo aspeto criico è legato alla visione del mondo che propone, ovvero è possibile
creare delle carte con il GIS stando semplicemente sedui difronte al computer, senza mai visitare di
persona il luogo e si tende ad esaltare solo una piccola parte di ciò che quel luogo può ofrirci.

Capitolo 2 - AMBIENTE, SOCIETA’, TERRITORIO


ECOSISTEMA: insieme di organismi viventi, delle interazioni tra di loro e con l’ambiente fisico in cui vivono.
Gli studiosi usano questo concetto per indicare le interazioni tra le diverse componenti dell’ambiente.
La complessità di un ecosistema deriva dalla sua BIODIVERSITA ossia dalla varietà di specie contenute in
esso.
Tutti gli ecosistemi sono interconnessi, e la totalità di queste connessioni costituisce la BIOSFERA zona
della terra che permette vita di piante ed animali e si estende dalla crosta terrestre fino alle parti più basse
dell’atmosfera, comprendendo tutti gli ecosistemi del pianeta.

ECOLOGIA
Si è introdotto il concetto di capitale naturale per evidenziare i rapporti tra ambiente naturale e società umane.
Capitale: si riferisce ai beni posseduti prodotti da soggetti umani che li possono trasfomrare in denaro
Capitale naturale: beni e servizi offerti dalla natura con 4 elementi fondamentali:
1. Risorse rinnovabili si generano in tempi ragionevoli naturalmente e con l’intervento dell’uomo, per
esempio riforestazione. Concetto di esaurimento economico applicato anche qui, anchje se si parla di

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rendimento sostenibile, ossia la massima quantità di una risorsa che può essere sfruttata senza metteere a
rischio la capacità di rinnovarsi.
Rendimento ecologicamente sostenibile: tale da preservare risorse per le generazioni future.
2. Risorse non rinnovabilisono esaurite quando non ci sono più le condizioni per la loro rigenerazione o
necessitano di tempi troppo lunghi. Le quantità sono fisse e quindi sono soggette ad un esaurimento se
totalmente consumate.
3. Biodiversità terrestre
4. Servizi resi dagli ecosistemi
Senza il capitale naturale non ci sarebbe la terra e neanch il funzionamento dell’economia perché parte dalle risorse
naturali.

DEGRADO AMBIENTALE: solitamente antropogenico, ossia causato dall’essere umano. Quello dovuto alle attività
umane è diretto o indiretto:
1. Diretto: per esempio estrazione di petrolio sulla terraferma o n mare che è un rischio per le persone e la
natura per le sostanze tossiche rilasciate
2. Indiretto: costruzione di strade in zone montuose o collinari.

Si considera degrado ambientale quando:


1. Una risorsa viene sfruttata a ritmi più rapidi della sua generazione
2. Le attività umane danneggiano la produttività di un luogo
3. Le concentrazioni di sostanze inquinanti superano il limite consentito dalla legge

RISORSE DI PROPRIETà COMUNE dette anche beni comuni naturali includono forste, pascoli e zone di pesca.
Risorse di proprietà comune: risorse naturali atterzzature o strutture condivise da una comunità di utilizzatori
identificabile
Risorse di libero accesso: beni sui quali nessun singolo individuo ha pretese di esclusività e che sono disponibili a
chiunque.

Un altro modo di classiicare le risorse disingue tra proprietà comuni e risorse di libero accesso. Le
risorse di proprietà comune, dete anche beni comuni naturali, includono foreste, pascolim acque e
zona di pesca. Le risorse necessarie sono la legna da ardere, i beni alimentari e i pascoli per il besiame.
Le risorse di comune proprietà diferiscono dalle risorse a libero accesso come l’aria che respiriamo, i
mari, l’energia solare, i parchi nazionali. L’idea della tragedia dei beni comuni, di Garret Hardin, servì a
sollevare importani quesioni riguardo alla gesione delle risorse e il degrado ambientale. Elinor Ostrom
dimostrò che l’uso regolato dei beni colleivi è sostenibile e vantaggioso per tui. Bisogna considerare la
conoscenza tradizionale locale per gesire i beni comuni.

RISORSE NON RINNOVABILI: comprendono combustibili fossili e l’uranio.


I derivanti dai residui sepolti di piante e animali vissuti migliaia di anni fa, sono fonti non rinnovabili
d’energia ed includono il petrolio, i gas naturali e il carbone.
ENERGIE RINNOVABILI: vi sono invece l’energia solare, quella eolica, l’idroelettrica, la geotermica e le
biomasse. Il mondo è in larga misura dipendente dai combustibili fossili, specialmente col petrolio, una
risorsa preziosa e versatile.

NON RINNOVABILI
PETROLIO: Il petrolio è una fonte di energia versatile per i paesi industrializzatihanno infrastrutture
necessarie per poterlo estrarre, raffinare e trasportare.
Il petrolio può essere bruciato come carburatne per il riscaldamento di edifici e per generare elettricità
e trasformato in benzina, cherosene o gasolio. Le materie di plastica derivano dal petrolio come
cosmetici e qualche farmaco.

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Una stima di quanto dureranno ancora le riserve attuali di petrolio viene espressa attraverso il
rapporto riserve/produzione, ottenuto dalla divisione delle riserve totali rimanenti nel globo per la
percentuale annuale della produzione di petrolio. A tal proposito, Hubbert elaborò la teoria della
transizione energetica, o meglio, segnalò che la produzione di petrolio sarebbe scemata e che ciò
avrebbe costretto la popolazione ad usare differenti fonti di energia, con serie conseguenze per
l’economia globale, qualora non ci si fosse preparai in anticipo ad affrontare questa transizione.
Maggiori produtori di petrolio a scala globale sono i paesi del Golfo Persico, che ospitano enormi
riserve di greggio e che appartengono all’OPEC (Organizzazione dei Paesi Esportatori di Petrolio),
creata nel 1960 per contrastare il dominio sul mercato da parte di poche compagnie petrolifere
occidentali, e funziona da cartello: controlla la fornitura di un bene e quindi il suo prezzo. La maggior
parte delle riserve di petrolio stimate è concentrata in Medio Oriente.
maggior stato consumatore di petrolio USA.
Responsabili i paesi industrializzati.

CARBONE
Deriva da depositi legnosi di alberi e piante decomposte accumulatisi in ambienti paludosi tra 300 e
400 milioni di anni fa.
Abbondante negli USA, Cina e Russia.
R/P del carbone indica che le riserve saranno disponibili ancora per 133 anni.
Utilizzo: per riscaldare l’acqua e generare energia a vapore e ha alimentato la rivoluzione industriale.
Utilzzato per energia elettrica e per produrre l’acciaio.
Problemi: più abbondante tra i combustibili fossili, determina numerosi problemi ambientali quando
viene estratto ed utilizzato. Le tecniche di estrazione <<a cielo aperto>> resta un metodo controverso,
perché dannoso per l’ambiente. La combustione del carbone è responsabile dell’inquinamento da
mercurio e delle piogge acide, precipitazioni più acide del normale, a causa di attività umane, che può
danneggiare gli ecosistemi terrestri e acquatici.

URANIO E ENERGIA NUCLEARE


è un elemento naturalmente radioattivo che si trova in alcuni minerali. Nonostante non sia un
combustibile fossile, l’uranio è una fonte non rinnovabile.
Utilizzo per generare energia nucleare, riscaldando l’acqua e producendo vapore che metterù in
moto delle turbine in grado di generare elettricità, oppure per produzione di energia nucleare ed armi
atomiche.
La capacità di gestire e controllare la produzione di energia nucleare richiede conoscenze e
competenze specializzate, inoltre deve esserci infrastrutture di supporto quali generatori di corrente,
siti appropriati per lo stoccaggio delle scorie e la loro gestione e altre strutture.
L’impiego del nucleare per produrre energia presenta vantaggi come il fato che il materiale nucleare
può essere immagazzinato per molto tempo, caratteristiche che non possiedono il carbone, il petrolio
o il gas naturale; i danni causai al territorio dalla sua estrazione sono minori di quelli causati ad
esempio dall’estrazione di carbone; e produce un livello più basso di anidride carbonica.
Uno svantaggio è che questa forma di energia presenta elevati cosi di impianto, di produzione e di
smaltimento delle scorie; ed è soggetta a rischi catastrofici (es. Chernobyl, Ucraina e Fukushima).
Nonostante non sia un combustibile fossile, l’uranio è una fonte non rinnovabile. Nel mondo, l’energia
nucleare rappresenta solo una piccola porzione del totale. In Italia un referendum ne ha vietato la
produzione.

RISORSE ENERGETICHE RINNOVABILI


Quando pensiamo ai differenti sistemi di produzione d’energia del mondo, è utile disinguere tra
energia commerciale e non commerciale.
 energia commerciale: consumata lontano dal luogo di produzione.

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è stata storicamente sempre prodotta da combustibili fossili, nucleari o da impianti idroelettrici di


vaste dimensioni. mentre l’energia non commerciale viene consumata localmente o su scala regionale.
 energia non commerciale: soddisfa il fabbisogno energico quotidiano di centinaia di milioni di
persone nelle aree rurali di gran parte dei paesi in via di sviluppo e comincia ad essere significativa
anche nei paesi ricchi. Viene consumata localmente o su scala regionale.

ENERGIE NON RINNOVABILI, chiamate anche energie alternative, hanno costituito fino a poco tempo
fa la maggior parte dell’energia non commerciale. L’unica risorsa rinnovabile utilizzata in maniera
massiccia per produrre energia commerciale è l’acqua, che genera energia idroelettrica.
La maggior parte deriva da impianti di grandi dimensioni come dighe, bacini.
Le energie rinnovabili includono le biomasse, l’energia marina, il solare, l’eolico, il geotermico e
l’idroelettrico di piccola scala.
 ENERGIA DA BIOMASSA: materiale organico di un ecosistema, principale risorsa rinnovabile.
È l’insieme di materiale organico non fossile di un ecosistema, che comprendono la massa animale e
vegetale, i suoi scarti e i suoi residui, in particolar modo la legna da ardere, usata per cucinare.
Due modi per ottenere energia dalle biomasse: una diretta e una indiretta.
1. Diretta: bruciare il materiale non trattato e usare l’energia per il riscaldamento.
2. Indiretto: conversione della biomassa in gas (biogas) o combustibile liquido (biocarburante) con
l’ausilio di membri esistenti in natura. Il gas metano così prodotto può essere usato per cucinare,
riscaldare o illuminare.
L’etanolo liquido, un biocarburante ottenuto da residui di colture quali grano e canna da zucchero,
può essere usato per alimentare veicoli a motore.
Il biodiesel può essere otenuto da oli vegetali e anche oli saturi da cucina.
Una delle principali tecnologie che consentono di uilizzare le biomasse, di solito letame e materiale
vegetale, è costituita dai fermentatori di biogas o metano, che possono essere usati, in aree urbane
e rurali per fornire energia su scala domestica o industriale.
Problema: dipendenza della legna che può intensificare lo sfruttamento esercitato sulle foreste locali e
alimenta l’immissione di anidride carbonica nell’atmosfera.

ENERGIA IDROELETTRICA: sfruttata a livello globale per meno di un terzo del suo potenziale,
concentrato prevalentemente in aree come la Cina, la Russia, l’America Meridionale, il Canada e le
Alpi.
Nonostante abbiano apportato numerosi benefici, tra cui la possibilità di irrigare i campi per tutto il
corso dell’anno, le grandi dighe non risolsero il problema delle disparità economiche e generarono anzi
diversi problemi ambientali: le grandi dighe interrompono il corso dei fiumi, alterando così
l’ecosistema dei fondali.
Impatto fisico sull’ambiente e costruzione di dighe ha anche conseguenze per le popolazioni causando
trasferimenti forzati o perdita dei mezzi di sussistenza.
Le piccole strutture idroelettriche PSI vengono preferite ai grandi impianti perché sono alternativa
sostenibile, si definiscono PSI gli impianti di strutture capaci di gnerare meno di 10 megawatt di
elettricità.
La maggior parte delle risorse idroelettriche mondiali non è ancora stata sfruttata. A causa di enormi
dighe come quella delle Tre Gole in Cina, capaci di rovinare habitat ed ecosistemi, la loro sostenibilità è
messa in discussione, mentre è crescente l’uso di piccole centrali idroelettriche per il consumo locale.
L’energia del sole può essere sfruttata in due modi: passivamente o attivamente.

ENERGIA SOLARE ED EOLICA

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 Accumulo passivo di energia solare sfrutta la forma e l’esposizione di un edificio e i materiali con i quali
viene costruito per catturare la luce del sole.
 Accumulo attivo: usa pannelli solari, gli specchi e le celle fotovoltaiche per catturare, immagazzinano
e/o uilizzano l’energia del sole.
Le celle fotovoltaiche permettono la conversione della luce solare diretamente in eletricità, mentre
altri sistemi utilizzano il calore del sole per riscaldare l’acqua.
Sole può essere considerato anche la fonte dell’energia eolica: i venti sono generati dal
riscaldamento irregolare della superficie terrestre proprio da parte del sole.
Eolico prevede costruzioni di parchi eolici che concentrano numorse pale in un’are adatta, e può
generare però problemi per tutelare i paesaggi.
Attualmente entrambe le forme di energia contribuiscono solo in minima parte al fabbisogno
energetico globale ma stanno guadagnando popolarità in quanto foni d’energia a zero emissioni.

ENERGIA GEOTERMICA
Deriva dall’interno della Terra. Alte pressioni combinate al lento decadimento radioaivo di elemeni nel
nucleo del pianeta, producono enormi quanità di calore, che vengono assorbite dai materiali rocciosi
circostanti.
L’energia geotermica viene sfruttata scavando pozzi in profondità, al fine di raggiungere le riserve
sotterranee di acqua riscaldata, quest’acqua può essere usata come fonte diretta di calore per le case o
altri edifici; più dell’80% delle abitazioni islandesi vengono riscaldate con la geotermia, convogliando
l’acqua calda in tubature. Se l’acqua viene convertita in vapore, può essere usata per azionare turbine
e generare energia elettrica.
 Pompe di calore: congegni sofisitcati in grado di sfruttare piccole differenze di temperautra tra
sottosuolo e le acque sotterranee per accumulare energia terminca destinata al riscaldamento
domestico o ai condizionamenti d’aria.

EFFETTO SERRA E SURRISCALDAMENTO GOBALE


Principale effetto di trattenere il calore solare.
L’atmosfera funziona in modo che l’1% di altri gas, formato da vapore acqueo, anidrire carbinica,
metano, protossio d’azoto e idroflurocarburi a causare l’effetto serra.
Processo: le radiazioni solari a onda corta passano attraversp l’atmosfera e riscaldano la terra.
Ruscaldandosi, la superficie del pianeta emette calore con radiazioni a onda lunga che in parte
ritornano nello spazio, mentre le altre viene intrappolato o assorbito dalle molecole di vapore acqueo
ecc che riscaldano l’atmosfera.
È un processo che avviene naturalmente e che permete l’esistenza della vita sul nostro pianeta,
perché in sua assenza le temperature sulla Terra sarebbero molto inferiori.
Preoccupazioni: innalzamento delle concentrazione di gas serra nell’atmosfera causat da attività
umane, combustioni e carburanti.
Il bestiame contribuisce al rilascio del metano nell’aria, perché producono metano durante la gestione,
oppure con la coltivazione del riso a causa dei processi anaerobici di decomposizione che avvengono
nei campi allagati.
E’ ampliamente dimostrato che le nostre attività hanno amplificato l’effetto serra contribuendo così al
surriscaldamento globale, ovvero l’aumento della temperatura globale atribuito almeno in parte alle
aività umane, che hanno incrementato la concentrazione dei gas serra nell’atmosfera, e che provoca
anche in paricolare l’aumento della temperatura media globale e degli oceani, lo scioglimento dei
ghiacci e l’innalzamento del livello medio del mare. Il crescento aumento delle temperature ha gravi
conseguenze anche per gli ecosistemi. Diverse specie animali e vegetali potrebbero essere messe a
rischio da temperature più calde. Il surriscaldamento globale sta causando un abbassamento delle
frequenze delle precipitazioni, causando problemi all’agricoltura delle zone aride o semi aride.

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 Surriscaldamento globale: aumento della temperatura globale attribuito in parte alle attività umane,
che hanno incrementato la concentrazione dei gas serra nell’atmosfera.

ANIDRIDE CARBONICA
è uno dei principali fatori presi in considerazione dagli studi sul surriscaldamento globale, non solo
perché la sua concentrazione è aumentata notevolmente ma anche per il fato che essa persiste
nell’atmosfera per lunghi periodi di tempo.
Maggiori produttori: Cina e stati uniti.
 Impronta di carbonio: quantità di anidrde carbonica emessa dalle attività umane, che rende evidente
come le emissioni totali di paesi come Cina e India sovrastino i paaesi meno sviluppati.
 Promozione responsabilità ambientale: carbonfund.org. Le imprese e i cittadini possono offrire un
contributo economico per supportare energie rinnovabili per compensare i gas serra prodotti attraverso
le proprie attività.
 Cambiamenti nell’uso e nella copertura del suolo: Gli scienzati riconoscono che un altro fatore
d’impato sul clima globale.
Ad esempio la conversione di zone boschive in campi colivati, la bonifica di zone umide, l’espansione
delle cità e delle aree asfaltate o la deseriticazione causata dall’eccessivo sfrutamento dei terreni. La
siccità o altri stress naturali, per esempio, possono inluenzare la capacità della vegetazione di
rigenerarsi e alterare le biodiversità locali o regionali. In ceri casi, le aività umane e le naturali lutuazioni
del clima sommano i propri efei, intensiicando il cambiamento nell’uso dei suoli.
Anche la deforestazione, come quella delle foreste pluviali dell’Amazzonia brasiliana, è stata uno degli
aspei principali dei cambiameni nell’uso del suolo, in paricolar modo a parire dagli anni ’80.

OBIETTIVO DELLA RIDUZIONE DEI GAS SERRA


Per più di 150 anni i paesi sviluppai hanno contribuito in modo sproporzionato alla concentrazione
atmosferica di anidride carbonica e diversi altri gas serra di natura antropogenica. Per questo, moli
ritengono che quesi stessi paesi siano obbligai a riconoscere il loro ruolo storico nell’aumento dei gas
serra e ad atuare misure inalizzate a stabilizzare, o meglio ridurre, le proprie emissioni. A tal scopo le
Nazioni unite hanno indeto, a parire dal 1995, numerose conferenze internazionali sul cambiamento
climaico, dete Conferences of paries (COP). Le principali furono la COP3 di Kyoto, la COP 15 di
Copenaaghen e la COP 21 di Parigi. Nella conferenza di Kyoto 38 stai firmarono un “protocollo” che
impegnava i paesi più industrializzai a ridurre del 5% le proprie emissioni di gas serra entro il 2012.
Mancava però la firma degli Stai Uniti, dove l’accordo venne bocciato dal Senato perché ritenuto
dannoso per l’economia del paese.
La COP 15 di Copenaaghen si concluse con un accordo firmato da 120 paesi, rivolto anch’esso alla
riduzione delle emissioni responsabili dell’efeto serra. Tale accordo rappresentò un passo avani nel
riconoscere la gravità del problema, ma si ridusse alla dichiarazione di inteni (non vincolante) di
contenere entro i 2° C il riscaldamento globale. Nel fratempo crescevano le evidenze dei rischi
gravissimi del riscaldamento climaico globale. La Convenzione di Parigi segnò un passo avani nella
disputa tra paesi di vecchia industrializzazione, responsabili storici del mutamento climaico, e paesi
poveri che, dipendendo dall’agricoltura, ne subivano danni maggiori, a cui si aggiungevano i paesi
maggiormente minacciai dall’innalzamento del livello marino. Ai paesi più minacciai vennero
riconosciute compensazioni inanziarie, che, se pur ritenute insuicieni, sancivano il principio della
responsabilità dei paesi più inquinani. Il raggiungimento degli obieivi della
Convenzione dipenderà da come essa riuscirà a trasformare un’economia mondiale che si fonda
ancora sull’uso di carbone e idrocarburi in una green economy, ovvero ad un’economia che oltre a
produrre ricchezza, genera uno sviluppo sostenibile dal punto di vista ambientale e socio-culturale,
basato su un uso eiciente delle risorse naturali e delle opportunità oferte dall’ecosistema terrestre,

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adeguandosi alle sue leggi naturali. Dopo la crisi economica del 2007-2008 moli governi hanno
cominciato a promuovere poliiche che vedono nell’economia verde un possibile acceleratore della
ripresa economica. Sono previsi incenivi alla produzione di energia da foni rinnovabili (idroeletrica, da
biomassa, solare, eolica, geotermica), al riciclo dei riiui, al risparmio energeico nella climaizzazione
degli ediici, ai mezzzi di trasporto e alla mobilità sostenibile. Tuto ciò ha creato un comparto
economico iorente e innovaivo rivolto a produrre macchinari, componeni, sotware e servizi vari. Per
misurare la “crescita verde”, l’OCSE propone l’uilizzo di indicatori quali la produività dell’energia (PIL
per unità di energia primaria), l’intensità energeica setoriale e la quota di rinnovabili nell’oferta di
energia primaria e nella produzione eletrica.

Capitolo 3 – POPOLAZIONI E MIGRAZIONI


DISTRIBUZIONE E DENSITA DELLA POPOLAZIONE
 DENSITà: Quando i geografi vogliono studiare la pressione esercitata da una certa popolazione sul
territorio, calcolano la sua densità che può essere aritmeica o isiologica.
1. Densità aritmetica: è il rapporto tra la supericie di un’aerea e il numero di suoi abitanti, di solito si
misura in kmq.
2. Densità fisiologica è il rapporto tra la supericie agricola produiva di un determinato territorio e il
numero dei suoi abitani.

 FERTILITA: indica la possibilità di avere dei figli, fa riferimento al numero di nascite all’interno di una
determinata popolazione (natalità).
Principali cambiamenti della demografia condizionati da natalità e mortalità.
1. Tasso di natalità: numero annuo di nati vivi ogni mille abitanti
2. Tasso di fecondità: numero medio annuo dei nati vivi per donna in età feconda.
Quando il tasso ha valore 2,1 si idce che la popolazione ha raggiunto il livello di sostituzione per le
generazioni, ossia per consentire alla popolazione di riprodursi senza diminuire di numero.
 Leggi antinatalità imposte dallo Stato per regolare il tasso demografico (Cina), a causa del rischio per lo
sviluppo del paese.
Politica del figlio unico solo in alcuni territori, a famiglie con minoranze etniche possono avere 3 figli.
 Tasso di mortalità è il rapporto tra il numero delle morti in una certa popolazione in un dato periodo di
tempo e l’ammontare medio della popolazione nello stesso periodo (numero annuo di mori ogni 1000
abitani). Paesi con basso tasso di mortalità è per esempio il Qatar e il Kuwait (2 mori ogni 1000 abitani).
Alto tasso di mortalità è il Lesotho e la Sierra Leone (con 23 mori, epidemie, aids). Anche qui fatori
poliici (guerre), naturali (terremoi), ecc.
 Speranza di vita indica la lunghezza mdia della vita delle persone, in base ai tassi di mortalità correni
nel paese dove vivono.
In russia per esempio gli impatti sociali ed economici hanno abbassato la media, anche a causa
dell’alcolismo.
Speranza ridotta anche a causa di AIDS, o a causa di malattie in Africa dove la media è di 49 e 40.
 Tasso di mortalità infantile è il numero dei nati, ogni mille, che muoiono prima di compiere un anno di
età.

I tassi di fecondità elevati si attribuiscono a donne sessualmente attive o che si sposano in giovane età,
i figli vengono considerati investimenti ecoomici e in molti paesi sono la sola fonte di sostegno
finanziario per gli anziani.

Al tasso di fecondità è associata la povertà, perché persone con reddito inferiore hanno istruzione più
bassa.

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La piramide delle età è un istogramma che rappresenta la composizione di una popolazione divisa per
classi di età e per genere (M e F), è la percentuale di persone nate in un determinato periodo di tempo.
L’indice di dipendenza permete di fare previsioni sui cambiameni ai quali la società di un paese andrà
incontro nel futuro, in base alla sia evoluzione demograica. Esso è il rapporto tra la popolazione in età
lavoraiva e la popolazione con meno di 15 e più di 65 anni. Il tasso di crescita naturale è la percentuale
annua di crescita di una popolazione, senza considerare i lussi migratori. I demograi calcolano il tasso
di crescita naturale sotraendo il tasso di mortalità al tasso di natalità e convertendo il risultato in
percentuale. Spesso i geograi si servono dei tassi di crescita naturale per calcolare il tempo di
raddoppio della popolazione. Il modello della transizione demograica mete in relazione i cambiameni
nel tasso di crescita naturale della popolazione con i cambiameni sociali derivai dai progressi della
medicina, dall’urbanizzazione e dall’industrializzazione. La transizione demograica è il passaggio di un
paese, nel corso del tempo, da tassi di natalità e mortalità elevai, a valori molto inferiori.

Oggi i geograi hanno iniziato anche a considerare il modo in cui sessualità di ipo diverso possono
inluenzare la conigurazione e l’uilizzo dello spazio. Anche l’omosessualità contribuisce all’idenità di un
paese, infai nel mondo occidentale si hanno getato le basi del movimento per i dirii degli omosessuali,
mentre nel mondo islamico rimane refratario. Spesso tale genere inluenza persino la divisione del
lavoro. Ad esempio in Tanzania gli uomini vanno a lavorare mentre le donne si occupano delle
faccende di casa e della famiglia, mentre in Ghana le donne si occupano anche di commercio nei
mercai citadini. L’indice di mascolonità è uno strumento per analizzare la composizione di una
popolazione per sesso, ovvero il rapporto in percentuale tra il numero dei maschi e quello delle
femmine di una popolazione. I fatori che possono creare una disparità tra il numero di uomini e donne
è il tasso di mortalità degli uomini che hanno durata media inferiore rispeto alle donne. I mass media e
varie isituzioni religiose, educaive, poliiche o aziendali contribuiscono a raforzare le divisioni dei uoli di
genere, come dimostra il fato che anche in moli paesi democraici le donne per molto tempo non
furono ammesse al voto. La disuguaglianza di genere è la disparità tra uomini e donne per quanto
riguarda opportunità, dirii, beneici, comportameni e status sociale.

La teoria dell’economista Malthus sosteneva che l’aumento demograico della popolazione compori alla
mancanza di risorse alimentari, in quanto troppo alto il tasso demograico. Questo favorirebbe
l’apparizone di ostacoli repressivi, come le caresie o le epidemie. Col tempo si è afermata l’idea che
ogni territorio e il mondo intero abbiano una certa capacità di carico, dovuta alla limitazione delle sue
risorse e quindi del numero di persone che possono viverci in condizioni di vita accetabili. Uno dei
principali problemi legai all’aumento della popolazione è quello della insicurezza alimentare, ovvero
l’impossibilità isica o economica, di alcune persone di accedere al cibo, a causa di fatori come povertà,
sovrappopolazione, guerre e conlii o disastri naturali. La più grave conseguenza della povertà è la fame
(bisogno isiologico di mangiare), la denutrizione (consiste in un’alimentazione insuiciente) e la
malnutrizione (consiste in un’alimentazione carente di alcuni alimeni indispensabili come le proteine,
le vitamine e il ferro).

Oltre a tener di conto il tasso di natalità e mortalità di un paese, dobbiamo considerare anche le
migrazioni. La migrazione è lo spostamento permanente o di un lungo termine di un individuo o un
gruppo di persone dal proprio luogo d’origine ad un altro luogo. La circolazione, invece, è lo
spostamento temporaneo, spesso ciclico, dal proprio luogo d’origine ad un altro luogo. Comprende le
migrazioni temporanee e i movimeni pendolari. Il saldo migratorio neto considera i cambiameni nella
popolazione di un determinato luogo in seguito alle immigrazioni e alle emigrazioni: saldo migratorio
neto = immigrai – emigrai. Il cambiamento demograico quindi può essere calcolato atraverso
l’equazione demograica, che considera la crescita naturale di una popolazione e il suo saldo migratorio
in un determinato periodo di tempo. Le migrazioni volontarie avvengono in quanto il migrante si
confronta con un insieme di fatori di spinta e fatori di atrazione che contribuiscono alla scelta di

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emigrare, un confronto sociale, poliico ed economico col paese estero. Nello scorso secolo moli
migrani internazionali hanno emigrato verso altri paesi per moivi di lavoro. I profughi ambientali sono
coloro che emigrano per cause legate ai cambiameni climaici del pianeta, quali siccità e deseriicazione,
innalzamento del livello marino, inondazioni. Tali profughi comprendono intere famiglie con bambini
che necessitano istruzioni e anziani non più autosuicieni, senza più averi e questo aggrava sui paesi
coninani che li ospitano. L’Italia è un paese di mezzo che ospita moli emigrai dall’Africa. Nell’ulimo
secolo moli emigrani europei si sono trasferii in America, sia setentrionale che laina. Oggi, invece,
l’Europa è considerata uno tra i paesi più popolai da emigrai. Un rifugiato è chi fugge in un paese
diverso dal proprio per garanire la propria sicurezza personale o per scampare ad una persecuzione.
L’asilo poliico è la protezione dll persecuzione garanita da uno stato ai rifugiai provenieni da un paese
straniero (es. caso Lampedusa). Gli africani cosituiscono il 9% di tui i migrani internazionali e sono
molte le migrazioni tra gli stai del coninente (profughi interni: persone costrete ad abbandonare le
proprie località d’origine per migrare verso un’altra regione dello stesso paese). Gli asiaici, invece,
cosituiscono il 25% dei migrani in tuto il mondo. Il transnazionalismo è il processo mediante il quale i
migrani cosituiscono rei di interazioni che legano tra loro il paese d’origine e quello di insediamento
(idenità del migrante, il cui sviluppo è favorito dalla globalizzazione). Rimesse dei migrani sono le
somme di denaro, beni e servizi che i migrani inviano in patria.

Capitolo 4 – LINGUE, RAZZE, ETNIE E RELIGIONI


L’interconnessione e l’interazione tra chi vive in una stessa regione o in diverse regioni del mondo
dipende in buona parte dalla capacità di comunicare, infai ciascuno di noi usa il linguaggio. Quando
due o più persone parlano la stessa lingua si innesca un processo di interazione comunicaiva che
ideniica comunemente gli oggei e esprime i concei complessi, essa deinisce la nostra idenità. Ogni
lingua presenta poi al suo interno variani geograiche e sociali dete dialei. Alcuni dialei sono considerai
vere e proprie lingue. Il linguaggio è un sistema di comunicazione basato su simboli ai quali vengono
atribuii signiicai condivisi. Il dialeto è una varietà linguisica usata tra di loro da abitani originari di una
paricolare area geograica, in aggiunta alla lingua uiciale. La lingua è un idioma che si è imposto sugli
altri in un’area più o meno vasta per moivi leterari, sociali o poliici. La lingua minoritaria è una lingua
tradizionalmente usata nel territorio di una lingua uiciale da un gruppo di persone meno numeroso del
resto della popolazione. Vi sono diversi ipi di linguaggio, tra cui il linguaggio dei segni, uilizzato per
comunicare con persone che non sono in grado di senire o parlare, sosituendo i suoni con i movimeni
del corpo e delle mani. Il linguaggio del corpo è un sistema di comunicazione basato sui gesi, le
espressioni del volto atraverso il wuale si può esprimere senimeni ed emozioni. La lingua naturale è
una lingua nata e evolutasi nel corso della storia delle comunità umane. La lingua ariiciale è una lingua
inventata intenzionalmente dall’uomo per facilitare la comunicazione tra parlani lingue diverse. Oggi
esistono circa 6.900 lingue nel mondo. I geograi e i linguisi considerano le lingue anche da un punto di
vista storico. Espressioni come famiglia linguisica esprimono il fato che molte lingue condividono una
lontana origine storica comune, al punto che si possono individuare 90 diverse famiglie linguisiche.
Quasi la metà degli abitani del mondo parlano lingue indoeuropee, il resto sono arabo, cinese e
giapponese. Lo sviluppo dell’agricoltura ha incrementato le migrazioni, trasformando così la
distribuzione delle lingue e delle famiglie linguisiche in tuto il mondo. La crescita e l’espansione
dell’impero romano portò alla difusione della lingua laina, che allora si divideva in laino classico e laino
volgare. Le minoranze linguisiche sono comunità storicamente insediate in un territorio, che oltre alla
lingua uiciale del Paese, parlano una lingua minoritaria. Su 11 lingue europee uiciali, vi sono 60
minoranze linguisiche.

La difusione delle lingue viene condizionata anche da forze poliiche, economiche e religiose. Un
esempio è la grande espansione inglese tramite il colonialismo, che ha portato la lingua inglese ben

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oltre la Gran Bretagna. La dominanza linguisica è la situazione in cui una lingua si trova ad essere più
inluente e importante rispeto ad un’altra. Il cinese, per esempio, è la lingua più parlata nel mondo, con
oltre un miliardo di parlani, ma la sua estensione è molto meno vasta rispeto all’inglese. Il presito
linguisico è una parola che entra a far parte del vocabolario di una lingua, pur provenendo da una
lingua diversa. La lingua pidgin è una lingua che mescola termini e praiche grammaicali di due o più
lingue che sono venute in contato. La lingue creola è una lingua che si sviluppa a parire da un pidgin e
che viene insegnata come prima lingua. Infai il termine creolizzazione descrive un processo di
cambiamento linguisico che espande le funzioni e gli usi delle lingue pidgin, come nel caso nell’inglese
creolo hawaiano. La lingua franca (ovvero lingua europea) è una lingua che viene usata, al posto del
pidgin, per favorire gli scambi commerciali o gli afari tra persone che parlano lingue diverse, lingua
comune a tui i marinai e commerciani dal medioevo al XX secolo. Una lingua in pericolo è una lingua
che non viene più insegnata ai bambini dai loro genitori, né uilizzata nelle conversazioni quoidiane in
famiglia (riguarda specialmente le lingue naive dell’Australia, Siberia). Una lingua esinta è una lingua
senza più parlani in vita. Vengono anche chiamate “lingue morte”.

La lingua non è solo un mezzo di comunicazione, bensì è anche un’espressione dell’idenità culturale e
personale di un individuo o gruppo. È il caso dei dialei. Quando seniamo parlare italiano con accento
diverso, signiica che quell’individuo nella sua regione parla un dialeto e di questo se ne occupa la
geograia dialetale, che studia la distribuzione spaziale dell’uso dei diversi dialei (es. car pronunciato
cah). In Italia il 44% parla italiano correto, il 51% lo alterna con un dialeto, il 5% parla solo dialeto. La
maggior parte delle lingue e dei dialei in Italia, a cominciare dalla lingua italiana, derivano dal laino.
Esso si modiicò nel tempo e si ibridò con le lingue originarie parlate da etruschi, celi, greci, ecc., di cui
restano tracce nei linguaggi odierni. Lingue standard: lingue riconosciute uicialemente come lingua
standardizzato che venga capito da tui (portoghese-brasialiano standard). I geograi studiano i toponimi
sia per le informazioni che possono fornire sulla presa di possesso del territorio e sul potere poliico. I
toponimi esprimono in modo chiaro il senso di appartenenza di un gruppo nei suoi confroni. Nell’Italia
meridionale i numerosi toponimi derivani dal greco, tesimoniano l’esistenza delle aniche colonie
greche nella nostra penisola. Anche Milano ricorda l’esistenza di un insediamento celico (l’anica
Mediolanum), composta dal laino medium – lanum (in mezzo alla pianura).

Il conceto di razza indica un gruppo umano individuato in base ad apparenze somaiche che di regola
non sono correlate con diferenze geneiche rilevani. Il razzismo è l’intollerenza nei confroni di persone
considerare geneicamente inferiori. L’ideologia è il sistema di idee e di valori che giusiica le opinioni, le
praiche e gli orientameni di un gruppo. Si deinisce razzismo la convinzione che le diferenze somaiche e
geneiche producano una gerarchia, che consente di dividere gli esseri umani in “superiori” e
“inferiori”, con chiare conseguenze in termini di pregiudizi, discriminazioni e odio verso gli altri (es.
colonizzazione, Africa-America, schiavitù, traico esseri umani).

La discriminazione isituzionale è la limitazione dei dirii di una parte dei citadini di uno stato in base a
loro carateri naturali o sociali. Questo può far incidere sullo sviluppo dei luoghi, riferendoci in
paricolare al quariere cinese di Milano (1920 stabilimento di cinesi specializzai nella produzione di
borse e cinture, dopo 2° guerra mondiale anche ristorani, negozi China Town milanese, col tempo però
a causa della formazione di grossisi cinesi, il comune di Milano ha dovuto allontanare quesi e
rilocalizzarli in zone più accessibili, altrimeni danneggiavano l’economia delle piccole imprese, questo si
può deinire discriminazione isituzionale, che tende a risolvere un conlito che in generale ha assunto
carateri etnici) e allo stato del Sudafrica (nei decenni dopo 2° guerra mondiale nascono movimeni per i
dirii civili portando alla segregazione dei neri, ovvero l’Apatheid che è una poliica nazionale di
segregazione e di discriminazone isituzionale e spaziale sulla base di carateri razziali o etnici (neri
chiamai coloured).

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L’etnicità è la componente personale e comportamentale dell’idenità di un individuo, basata sul senso


di appartenenza sociale a un gruppo che si diferenzia dagli altri per i suoi carateri culturali. Il gruppo
etnico o etnia è un aggregat di persone che condividono un’idenità culturale colleiva, che può derivare
da antenai, storia, lingua o religione comuni, in base alla quale sviluppano conssapevolmente un senso
di appartenenza al gruppo. Viene anche usato come sinonimo di cultura locale. La nazionalità è,
invece, l’ailiazione di unapersona ad uno stato che solitamente avviene atraverso la citadinanza.
L’idenità etnica di una persona dipende anche dal modo in cui si è formata nel tempo la sua idenità
individuale complessiva che può portarlo ad abbracciare o riiutare il senimento di appartenenza a etnie
diverse. L’idenità etnica si acquisisce e si trasmete atraverso la tradizione, cioè da una generazione
all’altra, anche se la modernizzazione e la globalizzazione possono alterare questa ereditarietà
trasngenerazionale. Una popolazione indigena si deinisce tale quando possiede 3 caraterisiche:
possesso di un legame con la società pre-coloniale (naivi, aborigeni); riconoscersi come popolo
indigeno ed essere riconosciuto tale da altre popolazioni; non ricoprire una posizione di dominio
(economico, poliico) nella società. La civiltà è un’etnia o cultura difusa su un’ampia area geograica, che
presenta forme di organizzazione tecnica e sociale considerate evolute in base ai criteri di giudizio
prevaleni nel mondo occidentale.

La geograia etnica è un ilone della geograia umana che studia le migrazioni e la distribuzione spaziale
dei gruppi etnici, l’interazione e le rei etniche e i segni dell’etnicità nel paesaggio, che contribuiscono a
formare i cosiddei paesaggi etnici. Lo studio si concentra paricolarmente sull’analisi dei segni della
cultura materiale, come gli ediici religiosi, i centri di ritrovo comunitari o gli slogan sui muri, internet, le
stazioni radio e televisive che si rivolgono a speciici gruppi etnici. Le ricerche fanno riferimento
all’assimilazione che descrive il risultato dell’interazione tra i membri di un gruppo etnico e soggei
esterni come una graduale perdita dei trai culturali, delle credenze e delle praiche che caraterizzavano
la comunità di partenza. Invece il modello del muliculturalismo deto anche pluralismo parte dall’idea
che i componeni di un gruppo etnico di immigrai, tendano a resistere all’assimilazione e possano
mantenere i propri trai culturali e le proprie credenze. Le enclavi etniche sono aree geograiche
caraterizzate dalla presenza prevalente di un certo gruppo etnico. Inine abbiamo il conceto di
eterolocalismo che si riferisce al mantenimento da parte dei componeni di un gruppo etnico disperso
della propria idenità comune, anche se essi risiedono in luoghi diversi e talvolta molto lontani tra loro.
Le isole etniche caraterizzano sopratuto le aree rurali e hanno dimensioni che variano da quelle di un
comune come è di alcune comunità albanesi (arbereshe) nel Mezzogiorno italiano. I quarieri etnici,
invece, sono ipici delle aeree urbane e hanno dimensioni variabili come nel caso delle varie Chinatown
e Litle Italy. Un paricolare quariere è il gheto, termine coniato nel Medioevo per indicare zone dove
erano stabilii gli ebrei e quindi gli immigrai. Il quoziente di localizzazione è il calcolo svolto mediante
una frazione in cui al numeratore c’è la percentuale della popolazione di una determinata area (es. una
provincia) appartenente ad uno speciicio gruppo etnico, mentre al denominatore c’è la percentuale
della stessa etnia sulla popolazione totale nazionale. Dividendo queste due si oiene il quoziente di
localizzazione. I ipi di impronte etniche stanno ad ideniicare principalmente quelle feste o
manifestazioni che vengono svolte dalle varie etnie, come il capodanno cinese, festeggiato in casa e
per le strade. La giusizia ambientale è un tratamento equo nel coinvolgimento di persone nello
sviluppo e nell’atuazione delle leggi, regole e poliiche rilevaive all’ambiente senza discriminazioni di
razza, colore, origine o reddito (deposito riiui tossici, rischi industriali).

Le religioni sono diverse nei gruppi etnici: moneteista (religione che venera un solo dio o una sola
divinità); politeista (religione che venera più di una divinità); ateismo (convinzione dell’assenza di
qualunque forma di divinità); animismo (fede religiosa che crede nella presenza di divinità ed enità
spirituali e nelle manifestazioni della natura); sincreismo (mescolanza di credi e praiche religiose
dovuta al prolungato contato tra fedi diverse in una certa area). Vi sono le religioni universali ovvero il
Crisianesimo, Islam, Buddhismo e il Sikhismo che sono caraterizzate dalla presenza di un fondatore,

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che rappresenta un riferimento spirituale per i fedeli. Le religioni etniche ovvero Induismo, Scintoismo
e molte religioni indigene, caraterizzate da un’apparteneneza determinata per nascita, tanto che esse
usano dei missionari per difondere il proprio credo e aumentare i fedeli. Ebraismo: ebrei in Stai Unii e
Isreale, popolo monoteista, profeta Abramo, la Torah (sacre scriture ebraiche); crisianesimo: Anico
testamento, vangeli, catolicesimo romano ovvero del Papa, catolicesimo ortodosso greco e russo,
protestantesimo; islam: monoteista, Allah, profeta Muhammed, la Mecca, divisione tra Sciii e Sunnii;
induismo: non ha fondatore, non forma una chiesa, si rifà ai tesi della tradizione Veda, religione
unitaria, immortalità dell’anima; buddhismo: confucianesimo, Siddharta; Sikhismo: esistenza unico dio
creatore, karma, libro sacro è il Guru Granth Sahib. Luogo sacro: luogo al quale viene atribuito un
paricoare signiicato religioso e che agli occhi dei fedeli è luogo di devozione e rispeto. Modernismo:
indica quella corrente intelletuale che incoraggia il pensiero scieniico, la difusione della conoscenza e la
iducia del progresso. Con il termine geopietà si intende l’espressione della devozione, quasi religiosa,
che alcune persone possono sviluppare nei confroni della Terra, che porta all’ataccamento di luoghi sia
religiosi che laici.

Capitolo 5 - LA GEOGRAFIA CULTURALE E LA GLOBALIZZAZIONE


La globalizzazione è l’insieme dei processi che contribuiscono a incrementare l’interconnessione e
l’interdipendenza tra le persone, i luoghi e le organizzazioni di tuto il mondo. Alcune manifestazioni si
possono trovare nella geograia del cibo e dei vesii. Essa implica un’espansione orizzontale (da luogo a
luogo), atraverso veloci lussi di beni, persone e idee che connetono tui i luoghi della Terra e
un’espansione vericale (dai soggei locali alle grandi organizzazioni mondiali). Essa è stata favorita da 5
fatori:
1- La ricerca di mercai su scala globale, conseguente all’afermazione del capitalismo. Questo include
l’individualizzazione di luoghi dove le materie prime costano meno;
2- Le innovazioni tecnologiche più eicaci, specialmente nei traspori e telecomunicazioni;
3- Riduzione dei cosi e tempi dei raspori e delle comunicazioni;
4- Un aumento dei lussi di capitale inanziario, come risultato del commercio, degli invesimeni
internazionali;
5- La difusione di poliiche e leggi che hanno favorito i 4 precedeni fatori.

Capitalismo: sistema economico e sociale in cui il capitale produivo è detenuto di regola da privai
(individui o società), che lo uilizzano per otenere proii dalla vendita dei beni e servizi prodoi da
lavoratori dipendeni, per poi reinvesirli in aività produive o inanziarie al ine di accrescere il capitale
stesso.

Capitale: insieme dei mezzi di produzione che, combinandosi con il lavoro salariato, permetono la
produzione dei beni e servizi. Esso comprende il denaro (capitale inanziario), gli immobili, i macchinari,
gli impiani produivi, ecc.

La cultura di massa è il fenomeno che si riferisce a prodoi di grande difusione, come la musica,
videogiochi, programmi televisivi, abbigliamento, gli svaghi. Essa è inluenzata dai mass media, dalla tv,
da internet. L’omogeneizzazione mira a far sì che la globalizzazione tenda a far convergere i gusi, le
convinzioni e le praiche culturali, rendendole simili in tuto il mondo. Secondo la teoria della
polarizzazione, invece, la globalizzazione tende a creare un’unica cultura di massa globale, per
aumentare il senso di idenità delle diverse società e culture.

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La glocalizzazione è il processo per cui gli atori globali e quelli locali interagiscono, inluenzandosi a
vicenda. Essa è il risultato di una relazione dinamica tra forze globali e locali, tale per cui le forze locali
si globalizzano e quelle globali si localizzano.

La cultura è una creazione sociale che consiste nell’insieme dinamico delle praiche e delle credenze
condivise da un gruppo di persone. Vi è la cultura materiale che include gli artefai, strumeni, mobili,
abitazioni creai dall’uomo e la cultura immateriale che è legata alle tradizioni orali e alle praiche di
comportamento, come le ricete, le canzoni, le feste, le lingue. La geograia culturale è una branca della
geograia umana che atribuisce paricolare importanza alle idee e alle aività delle persone e come esse si
relazionano con l’ambiente e il paesaggio. I geograi sono paricolarmente interessai alla merciicazione
che è la trasformazione in un bene di mercato di un oggeto, un conceto o una procedura,
originariamente privi di una natura commerciale. Il consumo è in senso generale, l’uilizzo di beni per
soddisfare i bisogni e i desideri dell’uomo. La pubblicità inluenza i modelli di consumo sia localmente
sia globalmente ed è studiata per inluenzare il comportamento dei consumatori, con la creazione di
bisogni atraverso l’uso di immagini, tesi, simboli e slogan. Ad es. De Beers lanciò la pubblicità che “un
diamante è per sempre” facendo credere che il diamante signiichi l’amore eterno. L’azienda De Beers è
riuscita a stabilire un cartello dei diamani e a controllare l’oferta e la domanda di queste pietre
preziose in tuto il mondo. Un cartello è un’associazione di individui o imprese che controllano la
produzione o la vendita di un bene o di un insieme di beni, spesso su scala globale. Diamani
insanguinai sono chiamai così perché vendui per inanziare guerre o aività terrorisiche.

Industria del patrimonio sono le imprese che gesiscono o traggono proii dalle eredità del passato, come
tradizioni musicali, musei, monumeni o sii storici e archeologici. Il patrimonio dell’Umanità dell’Unesco
sono luoghi speciici (come una foresta, montagna, cità, ediicio) che sono stai riconosciui a livello
internazionale come sito di eccezionale qualità culturale o naturale. L’UNESCO è l’organizzazione delle
Nazioni Unite per l’Educazione, la Scienza, la Cultura, fu fondata nel 1945 per incoraggiare la
collaborazione tra le nazioni nelle aree dell’educazione, scienza, cultura e comunicazione. Atualmente
conta 194 membri, vale a dire tui i paesi del mondo. Diversità culturale è il contrario dell’omogeneità
culturale e consiste nel fato che i diversi gruppi umani, alle diverse scale, in a quella locale, conservino
le loro diferenze culturali pur trasferendosi coninuamente.

Con sapere locale si indica la conoscenza colleiva di una comunità, che deriva dalle aività e dalle
esperienze quoidiane di ciascuno dei suoi membri con milieu sociale e territoriale in cui è inserito. È
deinito con chiarezza da tre caraterisiche: viene tramandato oralmente e sono rare le foni che lo
atestano; è dinamico e muta coninuamente a nuove scoperte o informazioni; non è un’enità unica,
all’interno di una comunità vi sono diversi saperi locali, ad es. relaivi all’uso del suolo. Le conoscenze
locali ofrono gli strumeni per la risoluzione dei problemi, contribuendo all’afermazione di un modello
di sviluppo sostenibile che soddisfa i bisogni economici del presente senza comprometere la capacità
delle generazioni future di soddisfare i propri. Le medicine tradizionali rappresentano una riserva
fondamentale di saperi locali. La medicina tradizionale cosituisce la base del sistema sanitario di una
nazione ed è composta da praiche mediche derivate da conoscenze e credenze aniche sul
funzionamento del corpo umano, uilizzate per mantenere la salute o guarire delle situazioni di
malessere. Approccio olisico alla medicina: considerare la salute come somma della persona ovvero
non solo isicamente ma anche mentalmente e psicologicamente. Una medicina contrapposta a questa
è la medicina allopaica ovvero cosituita da praiche mediche che cercano di curare o prevenire le
malaie atraverso farmaci testai e sperimentai secondo le procedure scieniiche o sperimentazioni
cliniche. L’agopuntura è ad esempio un elemento importante della medicina cinese ed è un’anica
forma di medicina tradizionale cinese, che induce la guarigione atraverso l’inserimento di lunghi ghi in
alcuni puni speciici del corpo. Qanat: sistema idraulico persiano che usa condoi e tunnel per estrarre

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l’acqua dal sotosuolo e portarla dove serve. Architetura tradizionale: struture architetoniche di uso
comune (abitazioni, ediici, chiese) preseni in un determinato luogo, periodo storico o comunità.

Capitolo 6 - GEOGRAFIA DELLO SVILUPPO


Lo sviluppo è un insieme di processi che determinano cambiameni posiivi nel benessere economico,
nella sua distribuzione tra le classe sociali e nella qualità della vita degli abitani e dei lavoratori. Lo
sviluppo ha un limite, la popolazione e il singolo organismo non crescono all’ininito. Lo sviluppo
organico sulla Terra è molto diversiicato: ogni specie biologica, ogni organismo vivente ha le sue forme
e modalità di sviluppo. Lo sviluppo convenzionale privilegia la crescita economica e anche il benessere
sociale, dedicando scarsa atenzione all’uso dell risorse, ai consumi o allo stato dell’ambiente. Lo
sviluppo sostenibile privilegia invece una crescita economica e sociale otenuta senza comprometere le
diversità culturali, le risorse naturali o le condizioni dell’ambiente per le generazioni future. Gli
indicatori riconosciui sono di diverso ipo e vengono raggruppi nelle segueni tre categorie: economici,
socio-demograici e ambientli. Scarsa atenzione si dedica invece ancora alla sostenibilità culturale. Gli
indici sono la combinazione di due o più indicatori. Mentre gli indici sono usai per dai di livello
nazionale o internazionale, gli indicatori possono essere uilizzai anche per descrivere aree molto
piccole. L’indicatore più comune è il PIL Prodoto Interno lordo che consiste nel valore monetario
complessivo annuale dei beni e dei servizi prodoi all’interno dei conini geograici di un paese. Dividendo
il PIL per il numero di abitani si oiene il PIL pro capite, che rilete la produzione media per persona. Nella
sia forma più basilare, la parità di potere d’acquisto (PPA) è un tasso di cambio uilizzato per comparare
produzione, reddito o prezzi fra paesi che uilizzano valute diverse. Esso si basa sull’idea che il prezzo di
un bene o di un servizio in un paese dovrebbe eguagliare il prezzo dello stesso bene o servizio in un
altro paese quando viene converito in una valuta comune. La PPA è quindi un’unità che indica che una
boiglia di acqua a Il Cairo è equivalente ad una boiglia d’acqua a Parigi, sebbene i prezzi locali
dell’acqua sono difereni. Uno dei problemi legato allo sviluppo è quello della povertà. Il tasso di
povertà è il numero di persone povere sul totale della popolazione. La povertà assoluta si ha quando è
impossibile soddisfare i bisogni umani fondamentali, che includono acqua potabile, nutrizione, sanità,
scuola, vesiario, riparo. La povertà relaiva cconsiste nella mancanza di un livello socialmente accetabile
di risorse o di reddito rispeto ad altri all’interno di una società. Indicatori socio-demograici Il tasso di
alfabeizzazione è la percentuale di popolazionedi una paese sopra i 15 anni in grado di leggere e
scrivere. La malnutrizione colpisce quasi un quarto dei bambini soto i cinque anni nei paesi in via di
sviluppo. Altri indicatori socio-demograici includono l’aspetaiva di vita e il tasso di mortalità infanile.
Indicatori ambientali si occupano di monitorare i problemi ambientali, come l’inquinamento e la
riduzione della biodiversità e sono uilizzai per indicare la frequenza di rischi ambientali come
allagameni, siccità e terremoi e la riduzione della biodiversità e l’accesso all’acqua potabile. Un certo
numero di paesi ad esempio sono privi di sbocco sul mare, hanno terreni poco ferili e devono
sopportare il peso di gravi malaie come malaria e AIDS. A volte la debolezza o instabilità poliica di uno
stato, può inluire nello sviluppo del paese. Un processo di sviluppo mal governato può condurre ad una
maggiore vulnerabilità nei confroni dei disastri naturali: la rapisa urbanizzazione, per es., può favorire
la costruzione di abitazioni sui versani instabili o pianure inondabili. La vulnerabilità si riferisce a
quanto un paese o un gruppo sia incline a subire shock economici, ambientali o di altra natura, mentre
la resilienza si riferisce alla capacità di resistere o opporsi a quegli stessi shock. Per valutare tali aspei è
uile uilizzare degli indici, uno dei quali è l’indice di vulnerabilità ambientale. L’indice di sviluppo umano
(ISU) serve a misurare lo sviluppo a livello mondiale al ine di proporre strategie di miglioramento, esso
include anche informazioni sul benessere, la salute e l’istruzione della popolazione di un paese. Esso si
compone in 4 indicatori: - il PIL pro capite; - la speranza di vita; - il tasso di scolarizzazione fra gli aduli; -
il tasso lordo di partecipazione scolasica. Lo sviluppo umano riguarda tutavia la creazione di un
ambiente in cui le persone possano sviluppare il proprio potenziale e condurre una vita produiva e

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creaiva, anche in accordo con i propri bisogni ed interessi. Sviluppo signiica quindi ampliare le
possibilità di scelta delle persone nel condurre lo sile di vita che desiderano, partendo dal conceto di
qualità della vita. Il Benessere equo e sostenibile (BES) integra indicatori economici, sociali e ambientali
con misure di diseguaglianza e sostenibilità. L’indice dii sviluppo di genere consiste nell’indice di
sviluppo umano modiicato per rendere conto delle ampie disuguaglianze nella situazione delle donne e
degli uomini, penalizzando i paesi nei quali questo divario è maggiore. Esso uilizza il reddito percepito
simato per uomini e donne al posto del prodoto interno lordo pro-capite. La misura della
capacitazione di genere (MEG – Empowerment) valuta il livello di partecipazione delle donne al
processo decisionale di un paese, soto il proilo poliico ed economico.

La distribuzione del reddito è il modo in cui il reddito è suddiviso fra difereni gruppi individui. La
disuguaglianza di reddito è il rapporto fra i reddii dei più ricchi e i reddii dei più poveri. Vi è un grande
divario tra ricchi e poveri. Esiste un numero ristreto di individui ricchissimi e diversi milardi di persone
che vivono nella povertà. Per misurare la disuguaglianza di reddito, spesso si ricorre, come strumnto
staisico, al coeiciente di Gini. I valori di tale indicatore vanno da 0 a 100 (verso 100 più disuguaglianze),
USA ha un coeiciente di Gini di 41, Brasile 60.

Teoria della dipendenza: i teorici di questa teoria sostenevano che lo sviluppo potesse essere compreso
meglio come processo relazionale piutosto che come serie di fasi, e che questo processo fosse
connesso al commercio internazionale. Lo studio del sistema di commercio internazionale rivelava
l’esistenza di due ipi di stai: dominani e dipendeni. I primi sono i più sviluppai, gli stai
industrializzai dell’Europa, il Nord America, il Giappone che controllano le risorse economiche e hanno
il potere di condizionare le poliiche e le praiche del commercio internazionale. Gli stai dipendeni invece
mancano di risorse, la dipendenza deriva dai modelli di commercio internazionale e si traduce in bassi
livelli di sviluppo dei paesi che si collocano in una posizione di dipendenza. La teoria del sistema mondo
spiega la teoria di questa dipendenza e il sotosviluppo. Wallerstein, sociologo, sosteneva che la causa
della dipendenza e sotosviluppo fossero causate dal sistema capitalista mondiale. Per lui c’era un solo
mondo connesso (nessun terzo mondo) da e atraverso la rete del capitalismo, deto sistema mondiale.
Il sistema mondiale di Wallerstein è formato da stai centro (militarmente fori, forza-lavoro qualiicata,
economia basata su sistema di produzione), aree semiperiferiche (forza-lavoro meno qualiicata,
sistema di produzione basato su lavoro più intensivo, poliicamente deboli) e aree periferiche
(caraterizzate da una produzione manifaturiera a capitale intensivo e da un’economia diversiicata. Il
capitalismo crea un rapporto si scambio che va a sfavore degli stai periferici, esso accumula sempre più
capitale e ricchezza. I programmi di aggiustamento struturale è la speciica poliica economica di un
paese, basata su principi neoliberisi inalizzai a promuovere la crescita economica e lo sviluppo.
Neoliberismo è una teoria poliica ed economica basata sui dirii di proprietà e sulla libertà individuale,
sosiene un mercato libero e la rimozione di tui gli ostacoli al movimento di beni, servizi e capitali. La
teoria di riduzione della povertà è la teoria sullo sviluppo incentrata speciicamente sul diminuire
l’incidenza della povertà nei paesi in via di sviluppo. L’ONU ha adotato un progeto “Obieivi di Sviluppo
del Millennio”, dove si cerca di raggiungere diversi obieivi come eliminare la povertà, diminuire tasso
di mortalità, accesso istruzione, migliorare la salute materna, ecc.

Capitolo 7 - GEOGRAFIA DELL’AGRICOLTURA


La prima rivoluzione agricola corrisponde alla nascita dell’agricoltura, che ebbe inizio con i primi
episodi di selezione di piante e addomesicamento di animali, a parire da circa 11.000 anni fa. La
seconda rivoluzione agricola risale invece alle nuove praiche agricole, probabilmente di origine cinese,
aumentando notevolmente la produività del lavoro agricolo in tuta Europa durante il Medioevo. Nel
17° secolo vi fu un’ulteriore innovazione, si trata della rotazione delle colture: invece di colivare sempre

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lo stesso prodoto, impoverendo il suolo, si cominciò ad alternare le colture, inizialmente lasciando i


campi incoli, praia sosituita in una fase successiva da una rotazione cioè un’alternanza di diverse
colivazioni che consenì di uilizzare i campi senza interruzioni, rinnovandone la ferilità. La terza
rivoluzione agricola è il fruto delle innovazioni tecnologiche. L’invenzione del motore a combusione
interna aprì la strada alla grande meccanizzazione dell’agricoltura. I tratori facilitarono poi il passaggio
dalla policoltura alla monocoltura, determinando grandi trasformazioni del paesaggio dell’ambiente.
Monocoltura: colivazione di un’unica specie vegetale su vaste estensioni di terreno. È il contrario della
policoltura, che consiste nel suddividere il terreno tra colivazioni difereni. Ci fu un miglioramento
anche nelle tecniche di irrigazione, consentendo di colivare terre considerate un tempo troppo aride.
Ulteriore aspeto di questa rivoluzione è rappresentato dalle biotecnologie agrarie: rivoluzione verde
grande aumento della produzione di cereali tra il 1965-85 in Asia ed America Laina, grazie alla
difusione di varietà di grano, riso e granoturco ad alta produività, all’uso di ferilizzante e
dell’irrigazione, quindi difusione di una agricoltura più produiva. L’ingegneria geneica sfruta invece le
moderne tecniche nel campo della geneica per trasferire da un organismo all’altro alcune caraterisiche
scrite nel dna. Essa è un’applicazione di tecniche geeiche all’agricoltura, a parire dagli ani 80, con il
coinvolgmento di grandi imprese private nel controllo della ricerca nello sviluppo di organismi
geneicamente modiicai (ogm) o transgenici e sotoposi alla protezione di brevei internazionali.

I sistemi agricoli agricoltura di sussistenza è un sistema agricolo indipendente dalle richieste del
mercato globale, i cui prodoi vengono in gran parte consumai dai produtori e dalle loro famiglie e in
piccola parte scambiai o vendui sui mercai locali; agricoltura commerciale è un sistema agricolo
fondato sulle richieste del mercato, i cui prodoi vengono vendui per un consumo che spesso avviene
lontano dai luoghi di colivazione. L’agricoltura iinerante è invece un sistema agricolo che usa il fuoco
per ripulire i terreni dalla vegetazione spontanea, rendendoli adai ad essere colivai per un certo
periodo, al termine del quale si passa a fare lo stesso con un altro terreno. Essa può esser considerata
sostenibile dal punto di vista ambientale. Nelle regioni in cui il riso cosituisce il primo prodoto agricolo
ed una della principali foni di amido, questo cereale viene colivato con tecniche di colivazione irrigua,
che rappresentano uno dei primi esempi di agricoltura intensiva. Colivazione irrigua è una colivazione
basata su sistemi di acque supericiali o soterranee, disinguendosi così dalla colivazione asciuta, basata
unicamente sugli appori idrici atmosferici; agricoltura intensiva è un sistema agricolo caraterizzato da
un’elevata quanità di forza lavoro, capitali e atrezzature in relazione alla supericie colivata. La praica
della pastorizia, difusa nelle regioni aride e nelle zone montane, è l’allevamento di besiame all’aperto.
La mobilità è un aspeto fondamentale della pastorizia, dal momento che i pascoli non sono in grado di
nutrire gli animali per tuto l’anno, costringendo gli allevatori alla transumanza, ovvero a spostameni
stagionali in cerca di nuovi pascoli e foni d’acqua. Agribusiness è un sistema di interconnessione tra i
contadini che producono, le industrie di lavorazione dei prodoi agricoli, la loro distribuzione
commerciale. La piantagione è una grande colivazione, ipica nell’area tropicale o subtropicale,
specializzata in produzioni desinate all’esportazione sui mercai internazionali.
L’oricoltura commerciale è la produzione intensiva di fruta non tropicale, ortaggi e iori desinai alla
vendita sul mercato (uilizzo di truck farming per esportazione). L’allevamento commerciale di animali
da late è l’allevamento di besiame per la produzione di late, burro e formaggi, desinai ad essere vendui
sul mercato. Esso, oltre all’altro livello di meccanizzazione, prevede un lavoro costante da parte della
manodopera umana, a cui speta il compito di mungere 2 volte al giorno e controllare che gli animali si
nutrino in maniera giusta. La factory farm (fatoria-fabbrica) è un’azienda agricola intensiva,
caraterizzata da un’alissima concentrazione di bovini, suini o pollame, in struture realizzate per
oimizzare il processo di alimentazione del besiame. La cerealicoltura commerciale è un sistema agricolo
che prevede una monocoltura di cereali altamente meccanizzata e su vasta scala. L’allevamento
estensivo di besiame è una forma di agricoltura che prevede l’allevamento brado di grandi mandrie di
besiame o greggi di pecore, desinate al macello. L’agricoltura estensiva, invece, è un sistema agricolo
caraterizzato da uno scarso uso di forza lavoro, capitali e macchinari per unità di terreno colivato.

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La deseriicazione è un grave isterilimento dei terreni in zone non naturalmente deseriche, a causa delle
aività umane o per moivi naturali. La salinizzazione è l’accumulo di sali sulla supericie del terreno o nel
suolo. L’agricoltura sostenibile è l’insieme delle tecniche agricole che permetono un’accurata gesione
delle risorse e riducono al minimo gli impai negaivi dell’agricoltura sull’ambiente, senza comprometere
la sua reddiività. L’agricoltura sostenibile ricorre a metodi e tecniche che consentono di conservare le
risorse idriche ed il suolo, tra le quali: l’aratura secondo le curve di livello, la colivazione a strisce,
alternando colture a ilare (cotone) con colture erbacee (soia) o la creazione di fasce tampone di
vegetazione frangivento. Essa comprende anche le praiche agricole che evitano la lavorazione del
terreno con mezzi che favoriscono l’erosione dei suoli. Un segnale della sempre più difusa
preoccupazione per gli impai ambieniali dell’agricoltura è rappresentato dalla crescente richiesta di
prodoi provenieni dall’agricoltura biologica, ovvero un ipo di agricoltura sostenibile che si basa su cicli
e processi naturali, compaibili con la conservazione degli ecosistemi locali e costuisce il setore agricolo
con i maggiori tassi di crescita. La nuova Poliica agraria comunitaria (PAC) è una poliica dell’UE che si
propone di conciliare un’adeguata produzione alimentare con la salvaguardia economica delle
comunità rurali e la risposta alle side ambientali come i cambiameni climaici, la gesione delle risorse
idriche, le bioenergie e la biodiversità.

Capitolo 8 - CAMBIAMENTI GEOGRAFICI PER L’INDUSTRA E I SERVIZI


Il setore primario o risorse primarie raggruppa tute le aività che producono i beni trai diretamente da
risorse naturali e desinai poi al consumo alimentare e alla trasformazione industriale: comprende
l’agricoltura, la silvicoltura, l’allevamento, la pesca e le aività estraive. La produzione di materie prime
può avere diverse cnseguenze economiche e sociali. Secondo alcuni autori lo sviluppo di un’economia
basata sulle materie prima genererebbe ulteriore sviluppo industriale, mentre altri ritengono che fare
aidamento sulle materie prime inibisca la crescita economica e contribuisca alla dipendenza
dell’economia locale da pochi beni. Il setore secondario è l’insieme delle aività che tratano,
assemblano, convertono le materie prime in semilavorai e in beni inii. Per manifatura pesante si
intende la produzione di prodoi come acciaio, combusibili, prodoi chimici grezzi o anche beni durevoli
di grandi dimensioni come grandi motori, navi e armameni. Per manifatura leggere include invece
aività che producono beni rivoli al consumo inale (abii, eletrodomesici, automobili, alimeni) o prodoi
soisicai come apparecchi per ospedali, strumeni di precisione, ecc. La geograia del setore secondario è
stata inluenzata dalle innovazioni tecnologiche ed in paricolare dalla Rivoluzione Industriale.
L’espressione modo di produzione si riferisce al metodo dominante con cui viene organizzata e
coordianta la produzione di beni. Con la Rivoluzione industriale, i sistemi di produzione vennero
sosituii da quelli dell’impresa capitalisica, che introdusse innovazioni straordinarie nell’organizzazione
del lavoro: cominciò con la mano d’opera salariata, concentrata in grandi stabilimeni, capaci di
produrre grandi quanità di uno stesso bene con cosi unitari molto minori di quelle delle imprese
arigianali. Il setore terziario è, invece, l’insieme delle aività che forniscono per altre aività economiche
e/o per i bisogni degli individui e delle colleività. Comprende anche le aività d comando e di direzione,
dete quaternarie. Per capire le regole generali di questa distribuzione occorre adotare una
classiicazione funzionale in servizi per le famiglie, per la colleività, per le imprese e aività quaternarie. I
servizi per le famiglie sono quelli desinai alla vendita e rivoli al consumo inale, come il commercio al
detaglio, i servizi dei para-commerciali (bar, ristorani,ecc), i servizi di cura della persona (parrucchieri,
lavanderie,ecc), quelli di riparazione e manutenzione (idraulici, auto-oicine,ecc). I servizi per la
colleività sono gesii e distribuii spazialmente con criteri diversi: sono rivoli ad assicurare ai citadini, alla
società e all’economia certe condizioni minime necessarie, queesi servizi sono servii dallo sato o da
privai soto il controllo dello stato (difesa, giusizia, sicurezza, sanità, istruzione) e la comunicazione (tv,
radio). La distribuzione spaziale dei servizi per le imprese è regolata dal mercato, ma obbedisce solo in
parte al modello delle località centrali perché quesi servizi non seguono solo la domanda ma la loro

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presenza in una cità è fatore di atrazione per le imprese che hanno bisogno di quei servizi. Fa inine
parte del terziario anche il terzo setore, ovvero no-proit che comprende una serie di aività di servizio
svoli da privai, che perseguono scopi sociali nel campo dell’assistenza, della cultura, ecc.

Le economie di agglomerazione sono i vantaggi che le imprese ricavano collocandosi vicine a numerose
altre, con cui hanno scambi di informazioni, materiali e servizi. A volte, tutavia, la crescita urbana può
determinare un aumento delle tasse, del costo del lavoro o dei cosi di trasporto, creando al contrario
diseconomie di agglomerazione. Il termine fordismo si riferisce a un sistema di produzione industriale
progetato per la produzione di massa e inluenzato dai principi di una gesione scieniica
dell’organizzazione del lavoro. Il fordismo ha portato a 3 conseguenze principali: ha contribuito alla
dequaliicazione del lavoro, ovvero prima la dita assumeva arigiani qualiicai, adesso che vi è la
frammentazione della produzione in una serie di mansioni concatenate nella catena di montaggio ha
ridoto la necessità di impiegai specializzai; raforzò la rigida gerarchia e la neta separazione tra lavorai e
dirigeni (sindacalizzazione); la Ford crebbe e divenne una mulinazionale. Integrazione vericale è il
controllo da parte della stessa di due o più passaggi nella produzione o nella distribuzione di un bene, o
in maniera direta o per mezzo di accordi contratuali. Una iliera (o catena) di produzione è una
sequenza di operazioni collegate fra loro, che vanno dall’ideazione del prodoto, alla sua produzione e
distribuzione. Di solito sono grandi imprese mulinazionali ad integrazione vericale a controllare queste
iliere, inluenzando le scelte produive. I principali mutameni che contribuirono alla crisi del fordismo
furono: la crisi energeica degli anni Setanta, che fece aumentare i cosi di produzione e trasorto; le
diseconomie di agglomerazione; i gusi dei onsumatori che non s’accontentavano più di una gamma
ristreta di modelli (automobili, vesii) e sopratuto i migliorameni nel campo dell’eletronica e
dell’informaica, che cambiavano il modo di organizzare la produzione industriale e la distribuzione dei
prodoi. Una prima risposta alla crisi del fordismo venne dal Giappone, all’interno dell’azienda
automobilisica Toyota, fu sperimentata la cosiddeta produzione lessibile, che uilizza le tecnologie
informaiche, come i computer di rete e l’automazione per rendere la produzione dei beni più varia.
Due strategie cruciali per il successo della produzione lessibile: sono la pronta consegna e
l’esternalizzazione. La prima si riferisce al modo in cui un’impresa gesisce il suo inventario e oiene i
materiali, i componeni e le forniture di cui ha bisogno. La seconda viene subappaltata un’aività che
prima veniva realizzata internamente ad un’altra azienda. La delocalizzazione consiste nel
trasferimento di un’aività d’impresa, interna o esternalizzata, dal territorio dello stato in cui ha sede
l’impresa, ad un paese straniero.

Il successo industriale del Giappone, Hong kong, Singapore determinò una rapida crescita economica,
migliori condizioni di vita e la riduzione della povertà. La trasformazione economica di queste nuove
potenze economiche deriva da tre fatori: - iniziaive promosse dai governi per incrementare la
produività industriale e migliorare il commercio; - passaggio graduale da una produzione caraterizzata
da lavoro intensivo e ripeiivo ad una a più alto valore aggiunivo economico (es.
realizzazione computer e strumeni scieniici); - presenza forza lavoro scolarizzata e qualiicata a basso
costo. Una Zona Economica Speciale (ZES) è un’area industriale che funziona secondo poliiche e leggi
divrse rispeto al resto del paese in cui si trova, con lo scopo di airare e sostenere una produzione
orientata alle esportazioni, in praica essa è una zona nella quale le imprese possono disporre di
un’adeguata dotazione di terreni, infrastruture e servizi, di un regime iscale agevolato e di forza lavoro
non sindacalizzata. Maquiladora: è un impianto manifaturiero spesso di proprietà straniera, che
importa materiali eseni dai dazi doganali, li assembla, li trata e inine li esporta.

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Capitolo 9 - LA CIRCOLAZIONE: FLUSSI, RETI E NODI


Grazie alla telemaica (applicazione dell’informaica alle telecomunicazioni) la circolazione delle persone,
noizie e idee si è sempliicata, ovvero ha ridoto le distanze, non quelle isiche ma funzionali, misurate sui
tempi e i cosi di trasmissione delle informazioni, infai ha reso possibile trasmetere dai, noizie, immagini
in tempo reale a scala planetaria e svolgere operazioni inanziarie, commerciali e produive in sedi molto
lontane tra loro. Nel secondo dopoguerra si ebbe una rivoluzione dei traspori: grande cambiamento nei
traspori veriicatosi nella seconda metà del secolo scorso, legato ai migliorameni tecnologici dei mezzi e
delle vie di comunicazione, che ha portato a una forte riduzione dei cosi e ad un enorme aumento dei
lussi (costruzione di strade). Le ferrovie di penetrazione servivano a portare ino ai pori della costa i
prodoi delle miniere e delle piantagioni, che venivano esportai. I trafori dei anche tunnel sono le
gallerie costruite forando le montagne per farci passare strade, ferrovie e autostrade. Le chiuse invece
sono opere idrauliche che permetono alle imbarcazioni di superare dislivelli lungo i corsi d’acqua.
Consistono in una vasca, con due porte tramite le quali si può variarne il livello, immetendo o
asportando l’acqua, permetendo così alle imbarcazioni di superare un dislivello dell’alveo luviale
(rapida o cascata). I pori sono nodi di traico in cui convergono rote mariime, strade e ferrovie, canali e
vie luviali. Sono quindi un’infrastrutura fondamentale per i collegameni tra mare e terraferma.
Nascono i pori polivaleni, ovvero in grado di caricare e scaricare oltre ai passeggeri, qualunque ipo di
merce. Vi sono i terminali ofshore, ovvero impiani portuali costruii in mare aperto, molto spesso per lo
sbarco-imbarco del petrolio e la sua lavorazione. Pori di trasbordo, invece, sono pori che hanno il
compito di smistare i container dalle navi transoceaniche a navi di stazza minore. Funge anche da nodo
l’aeroporto interconinentale per lo sviluppo dell’economia di una regione e per il suo collegamento con
il resto del mondo. Le telecomunicazioni sono il nodo per trasmetere informazioni su nuovi medicinali,
libri, insegnamento a distanza, ecc. Il divario digitale è un fatore importante di discriminazione nei
confroni delle persone che vivono in regioni dove non vi è alcuna rete telemaica. La logisica è l’insieme
delle aività organizzaive, gesionali e strategiche che governano i lussi di materiali dalle origini presso i
fornitori di materie prime ino alla consegna dei prodoi inii ai clieni e al servizio post-vendita. Il
container è un contenitore metallico di misura standard per il trasporto di merci, in paricolare in
traspori intermodali mariimi-terrestri. Il trasporto mulimodale è un metodo di trasporto uile a far
percorrere lunghe e lunghissime distanze alle varie merci, efetuato con una combinazione di mezzi
diversi per esempio con nave + treno + camion. Le piataforme logisiche, invece, sono vaste aree nelle
quali convergono rei di trasporto diverse le cui merci vengono ricevute, immagazzinate, tratate e poi
smistate. La divisione internazionale del lavoro: un tempo consisteva nella riparizione della produzione
di beni e servizi tra i diversi paesi specializzai in determinate ipi di aività. Con la delocalizzazione delle
imprese se ne è afermata una nuova, tra i paesi con bassi salaru e gli altri: i primi ofrono manodopera
per lavori poco qualiicai, i secondi si risercano i lavori più qualiicai. La scomposizione vericale del
processo produivo si veriica quando una grande impresa è proprietaria di stabilimeni localizzai in
diverse pari del mondo, collegai tra di loro, ciascuno dei quali rappresenta una fase della iliera (catena)
produiva.

Il turismo è una praica anica che è coninuata nei secoli ino ad oggi. Nel 18° secolo in Europa era un
fenomeno d’elite, che privilegiava le stazioni termali, le località balneari, le anichità, i laghi e più tardi
anche la montagna. Nel secolo scorso, dopo la seconda guerra mondiale si sviluppò il turismo di
massa. Il turismo d’elite è turismo riservato a person con un reddito elevato, che frequenta località
rinomate e lussuose. Il turimo di massa è, invece, praicato da larghi strai di popolazione, con servizi
diversiicai a prezzi convenieni. Tra le aività del setore terziario il turismo, che è in coninua crescita, è
quella con il maggior numero di addei a livello mondiale, che produce reddii elevai in paesi come
l’Italia, che è ai primi posi per numero di turisi, con entrare del setore che rappresentano il 13% del PIL.
I lussi turisici principali sono quelli tra i paesi ricchi, in paricolare l’Europa, grazie alle sue cità ricche di
storia e di monumeni del passato, al suo patrimonio arisico, e a livello di infrastuture USA e Cina. Il

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turismo ha impato non sempre posiivo sul territorio, provocando profonde trasformazioni funzionali e
paesaggisiche. Il turismo culturale è interessato a tuto ciò che riguarda l’idenità dei singoli luoghi, le
tesimonianze di ciò che ha formato tale idenità, lo sile di vita, la cucina e il folklore. L’Italia è una delle
mete privilegiate dal turismo culturale, che è in crescita, anche in periodi di crisi.

Capitolo 10 - GEOGRAFIA URBANA


Località centrali: è una località in cui è concentrata l’oferta di beni e servizi rivolta a una domanda di
uteni distribuita nel territorio circostante, deto hinterland o area di gravitazione. Vi sono dueipi di cità:
nucleare (con l’industrializzazione si sono dilatate nella campagna circostante, ino a comprendere le
municipalità vicine, sono diventai cioè sistemi territoriali che rientrano nella categoria generale delle
cità estese, quindi sono addensameni urbani i cui conini coincidono con i conini municipali) e cità
estese (sistemi territoriali di vario ipo, per lo più mulicentrici, formai da più municipalità vicine). Esse
sono la dimensione moderna della cità, in quanto in esse troviamo tuto ciò che nella vecchia cità stava
nel raggio di alcune ceninaia di metri. Le cità estese prendono nomi diversi. Se l’espansione è stata
coninua e a macchia d’olio si parla di agglomerato urbano (zona urbanizzata formata dall’espansione a
macchia d’olio di un centro urbano); se c’è stata espansione a macchia d’olio di più agglomerai urbani
vicini che si sono fusi tra loro, si parla di conurbazione; le aree metropolitane: più agglomerai vicini,
separai da spazi non urbanizzai, che hanno intense relazioni tra loro; megalopoli: insieme di aree
urbane e metropolitane prossime e collegate tra di loro. Le cità intratengono con l’esterno scambi di
materia, energia, popolazione, beni, servizi, denaro, informazioni. Ciò signiica che i beni e i servizi
prodoi da una cità non sono solo desinai ai suoi abitani, ma: a un territorio circostante che è servito
dalla cità e che si serve di essa, deto area di gravitazione urbana; ad altre cità e ad altri territori sparsi
nel mondo. I lussi determinai da tali interscambi formano sul territorio delle rei, dete rei urbane (o rei
di cità), nelle quali le cità cosituiscono i nodi. Tra gli esempi di cità-rete di dimensioni macroregionali il
più noto in Europa è quello del Randstad Holland, che forma l’armatura urbana dei Paesi Bassi (rete
connessa tra Amsterdam, Roterdam, Aia e Utrecht). Il termine urbanizzazione viene usato in due
signiicai diversi: può indicare il processo che porta imprese e popolazione a concentrarsi nelle aree
urbane, oppure più in generale, l’estendersi a sempre più vasi territori delle caraterisiche e dei modi di
vita delle cità. Quando si parla di grado di urbanizzazione di una regione o paese, ci si riferisce alla
percentuale della popolazione residente nella cità, o popolazione urbana. Il tasso di crescita urbana si
riferisce invece all’incremento annuo percentuale della popolazione urbana. Per contro-urbanizzazione
si intende il processo di deconcentrazione urbana. Tradizionalmente il termine urbano indica gli spazi
limitai in cui la popolazione si concentra, mentre il termine rurale si riferisce a tui gli altri spazi abitai
che hanno una bassa densità abitaiva. Nei paesi di economia avanzata, l’urbano tende ad espandersi
nei territori rurali, nel senso che molte cità si allargano nella campagna circostante. Quindi la
campagna viene atrezzata di infrastruture e modi di vivere diversi. Per indicare quesi territori rurali ora
urbanizzai si uilizza il termine rurbano e se si supera una certa densità, perirubano. Cità difusa: quando
l’espansione dell’area urbanisica di ipi residenziale, economico o commerciale, supera il numero della
popolazione, è un’urbanizzazione dispersa. Mega-cità: agglomerai urbani con più di 10 milioni di
abitani. Per funzione di una cità si intende un’aività (amministrazione pubblica, commercio, industria,
ricerca, istruzione) che risponde sia a esigenze interne della cità, sia sopratuto esterne ad essa. Vi sono
cità commerciali che vanno dai grandi centri del commercio e della inanza internazionale come in Italia
Milano o Germania Francoforte, USA NYC, ino alle piccole cità-mercato che servono un modesto
intorno rurale. Cità-capitale ha la funzione poliica pubblica e di governo che non sempre è la cità più
importante del paese, come Washington o Brasilia. Cità-fortezze, oppure quelle religiose, cità del
Vaicano e La Mecca, cità pellegrinaggi Medjugorje, Lourdes. Cità-minerarie, cità della pesca, cità
industriali caraterizzate da funzione produiva. Cità universitarie: Oxford. Cità del turismo. Le cità
dell’arte (Firenze). La gerarchia urbana è la suddivisione delle località centrali in ranghi (o livelli) in

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base alle funzioni centrali che esse svolgono, perciò dalle dimensioni della loro area di gravitazione
espresse in termini di soglia e di portata. La portata esprime la distanza massima che un consumatore
è disposto a percorrere per fruire di un bene o un servizio (concerto o abito da sposa). La soglia
contribuisce invece a spiegare quali beni e servizi sia probabile reperire al suo interno (spesso beni e
servizi oferi in grandi cità dove vi è una soglia più alta). Le cità globali sono i centri principali del potere
economico mondiale, in grado di esercitare un’inluenza e un controllo sul resto del mondo. Esse,
collegandosi tra loro su scala mondiale, formano una rete urbana globale, che ospita le funzioni più
pregiate come per esempio le borse valori di NYC, Londra, Tokyo e Francoforte.

Tra i principali processi che inluenzano la strutura di una cit ci sono la centralizzazione, la
decentralizzazione e l’agglomerazione. La prima indica quelle forze che portano la popolazione e le
aività economiche a concentrarsi nei quarieri più centrali della cità, mentre il secondo si riferisce
invece al fenomeno opposto, ovvero la tendenza di una parte degli abitani e delle aività a spostarsi
verso gli spazi periferici, inine il terzo l’agglomerazione in un’area di determinate aività incidono sulla
strutura tanto delle aree centrali, quanto di quelle periferiche. Una strutura policentrica è quando una
cità ha tani servizi come ospedale, aività commerciali, ecc, deta anche mulipolare. Le cità spesso sono
caraterizzate anche da una zonizzazione funzionale, ovvero la suddivisione del territorio di una cità in
zone caraterizzate da speciiche aività es usi del suolo. Il valore dei terreni è una delle forze economiche
che più incidono sull’uso del suolo all’interno dei conini di una cità. La zonizzazione sono le leggi che
regolano l’uso del suolo urbano e il suo sviluppo.

All’interno delle cità dei paesi economicameni avanzai gli abitani e le diverse aività economiche non si
distribuiscono in modo causale, ma secondo una geograia legata a fatori sopratuto economici e socio-
culturali. Gli aii aumentano man mano che ci si avvicina al centro cità e in base al reddito medio e
basso la popolazione si stabilisce nei quarieri. Le industrie manifaturiere, sia per gli ali cosi del terreno
sia per moivi ambientali, tendono a localizzarsi in periferia delle cità. I principali modelli che descrivono
la strutura urbana sono nai con riferimento alle cità degli USA, es. Chicago nata come cità pioniere,
sviluppata velocemente con uilizzo dello spazio uile come gratacieli. In molte cità europee vi sono i
centri storici che risalgono al Medioevo e questo dà una certa strutura urbana: - la conformazione delle
cità è paricolarmente adata alla circolazione dei pedoni e delle biciclete e spesso il centro citadino è
chuso al traico; - il trasporto privato è più costoso che in altri conineni, a causa del carburante,
assicurazioni,ecc.; - i mezzi di trasporto publico sono economici e molto difusi; - il mantenimento degli
ediici storici ha favorito la loro conservazione e ha annullato progei di rinnovamento urbanisico. Le cità
dell’Est Europa e dell’Unione Sovieica hanno subito cambiameni economici a causa della Seconda
guerra mondiale e del comunismo. Le cità erano organizzate con grandi piazze pubbliche e moli palazzi
con appartameni vicino alle fabbriche, dal 1989 con la caduta del comunismo e grazie alla
globalizzazione, hanno iniziato a cambiare le caraterisiche urbane. Invece la ipologia delle cità del Sud
del mondo e dei paesi emergeni hanno aspei comuni tra loro: - forte crescita della popolazione dovuta
all’immigrazione e all’elevato tasso di natalità; - strutura urbanisica disordinata, non regolata cioè da
un piano se non nelle pari centrli e in quelle abitate dai ricchi; - tendenza a formare grandi agglomerai
che comprendono una zona centrale moderna es estesi quarieri periferici, abitai dai poveri e da pochi
ricchi nelle zone residenziali. I quarieri della periferia abitai dai poveri (baraccopoli) sono dei favelas in
Brasile, barrios in Venezuela, bidonvilles in Africa e slums in India, con situazioni igenico-sanitario
scarse. Invece i ricchi ossessionai dalla sicurezza, hanno case con mura di cinta e telecamere, sono
quarieri nai sul modello delle gated community (comunità recintate e sorvegliate giorno e note da
guardiani al cui interno possono accedere soltanto i proprietari delle case, il loro personale di servizio e
gli ospii). Le cità islamiche: centro religioso, un mercato centrale (suq), quarieri residenziali. Prendendo
in considerazione la umma, ovvero la comunità globale dei fedeli musulmani, la cità islamica è quella
che permete ai fedeli locli di rimanere in contato con la comunità musulmana internazionale, per
questo alcune cità marocchina sono orientate in base alla qibla, la sacra direzione della Mecca.

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Vi sono 3 ipi di resideni e non resideni: la prima è quella dei resideni, i city users ovvero i pendolari che
usano la cità senza risiedervi stabilmente e che ogni giorno si recano in cità per lavorare. L’altra è la
categoria degli uteni di servizi, cosituita da quani si recano in cità per acquisi, per visitare musei,
cinema e teatro, stadi di calcio, ecc. Altra categoria è quella di quani si recano saltuariamente nelle cità
per afari. L’alusso dei non resideni inluenza la costruzione di nuovi ediici di alloggio quindi
cambiamento urbanisico. Nelle cità convivono persone con livelli di istruzione e ipi di occupazione
diversi che ne deiniscono la posizione socio-professionale, dalla quale derivano reddii e ipi di consumi
diversi. Nelle cità dei paesi economicamente avanzai vi è una numerosa presenza di imprenditori e
liberi professionisi. La domanda di servizi di questa categoria di citadini abbieni ha un efeto
moliplicatore sull’occupazione meno qualiicata (addei alle pulizie, sorveglianza, manutenzione,
ristorazione). Questo ha portato un lusso di popolazione povera e di lavoratori dequaliicai immigrai.
Negli ulimi quarant’anni nei paesi di vecchia industrializzazione la situazione è cambiata, le aree di
degrado dei quarieri centrali si sono ridote per la costruzione di nuovi ediici, portando l’aumento dei
prezzi del quariere e quindi la conquista delle classi più ricche. Questo fenomeno ha preso il nome di
gentriicaion (gentry-classe elevata). Le baraccopoli è un quariere urbano caraterizzato da
sovrappopolamento, dalla presenza di case auto-costruite o molto degradate e da scarsità o assenza di
servizi ed infrastruture di base, come l’acqua corrente e la raccolta dei riiui. Le poliiche urbane è una
forma di organizzazione clleiva in grado di risolvere problemi urbanisici. L’urbanisica è la regolazione
dello sviluppo spaziale e isico delle cità, è una disciplina che studia le trasformazioni dello spazio
urbano ed è al tempo stesso una tecnica che elabora i piani e det le regle di tali trasformazioni,
traducendo nello spazio isico gli indirizzi delle poliiche urbane.

Il sito è il luogo in cui sorge il centro urbano, con le sue caraterisiche isiche e storiche. L’idea di
paesaggio è associata in origine alla campagna, ma oggi viene estesa a tuto il territorio, cità compresa.
L’ecosistema è l’insieme di animali e vegetali, collegai tra di loro e al loro ambiente da una trama di
relazioni necessarie alla sua sopravvivenza. L’impronta ecologica è un indice staisico che dà la misura di
quanta supericie in termini di terra e acqua la popolazione urbana necessita per produrre, con la
tecnologia disponibile, le risorse che consuma e per assorbire i riiui prodoi. Esso deve perciò sempre
più organizzarsi per limitare i riiui, smalirli o riciclarli. Lo studio degli ecosistemi urbani serve a
progetare l’ambiente ariiciale urbano tenendo conto dei cicli naturali (acqua, assorbimento riiui,
energie rinnovabili) al ine di adatarsi alle loro leggi e di farne supporto del suo sviluppo funzionale:
questo ipo di sviluppo prende il nome di sostenibilità ambientale urbana. Un indicatore uile per sapere
in che misura ogni cità si adata a questo ipo di sviluppo è quello dell’impronta ecologica urbana, che è
un “terremoto ambientale” che ci dice quante risorse naturali (campi colivai, pascoli, foreste, acqua)
ogni cità richiede per i suoi consumi e per assorbire i riiui che produce.

Capitolo 11 - GEOGRAFIA POLITICA


La geograia poliica è quella branca della geograia umana che studia le relazioni spaziali connesse
all’esercizio del potere esercitato su territori, popolazioni e risorse. Il potere è la relazione di dominio di
soggei individuali o colleivi, pubblici o privai su altri soggei; la sovranità è l’autorità completa ed
esclusiva di uno Stato sul suo territorio, sui suoi citadini e sui propri afari interni. Uno Stato esiste se
presenta le segueni caraterisiche: - possiede e controlla un territorio delimitato da conini deinii e
riconosciui dagli altri Stai; - sul territorio risiede stabilmente una popolazione che si riconosce nelle
leggi e nel governo dello Stato; - la sua esistenza viene riconosciuta dagli altri Stai; - ha un governo che
si occupa degli afari interni e delle relazioni internazionali. Quindi uno Stato è un’unità poliica
riconosciuta internazionalmente, caraterizzata da una popolazione stabile, conini deinii e un governo
con la completa sovranità sul territorio, sugli afari interni e le relazioni internazionali. La nazione è la
popolazione con aspirazioni poliiche condivise, la cui idenità colleiva richiama una storia e un

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patrimonio culturale comuni e l’ataccamento allo stesso territorio. Gli Stai mulinazionali è uno stato
con una popolazione appartenente a due o più nazioni, come per esempio la Svizzera. Stato nazionale
è uno stato i cui conini coincidono con quelli di una nazione, il cui popolo condivide un senso di unità
poliica. L’imperialismo e il colonialismo sono processi legai l’uno all’altro, che hanno contribuito alla
nascita di moli Stai mulinazionali oggi esisteni. L’imperialismo è il controllo direto o indireto esercitato
da uno stato nei confroni di un altro stato o di un’altra enità poliica territoriale; il colonialismo è una
forma di imperialismo in cui lo stato dominante prende possesso di un territorio straniero,
occupandolo e governandolo diretamente. Dopo la seconda guerra mondiale, i popoli della maggior
parte delle colonie si sollevarono e lotarono per otenere indipendenza e autodeterminazione, ovvero
la possibilità di scegliere autonomamente il proprio status poliico.

Un conine è il piano vericale, solitamente rappresentato sulle carte come una linea, che deinisce il
territorio di uno Stato. Quando il conine tra due Stai non viene segnalato atraverso struture isiche, è
probabile che si trai di un conine conteso, come nel caso della froniera tra India e Cina, oppure Cile e
Argenina. Si deiniscono conini geometrici quelli tracciai lungo linee rete che spesso seguono il percorso
dei meridiani o dei paralleli, come nel caso degli Stai Unii e Canada. I conini etnograici vengono tracciai
a parire da uno o più trai culturali, come la religione, la lingua o l’etnia, ad es. il conine tra India e
Pakistan venne sancito su basi etnologiche per separare induisi da islamici, oppure Spagna e Portogallo
per trai linguisici. Un enclave è un territorio completamente circondato da uno Stato, ma non
controllato da esso. Un exclave è un territorio separato dallo Stato al quale appariene da uno o più altri
Stai. Per Forza centripeta si intende une vento o una circostanza che contribuisce a raforzare il
senimento unitario e quindi la coesione, della popolazione di uno Stato (ad. es. crollo Torri gemelli,
senimento dolore condiviso). Per Forza centrifuga si intende un evento o una circostanza che
contribuisce ad indebolire il senimento unitario della popolazione di uno Stato e può portare alla sua
disgregazione (ad es. pariro lega nord in Italia rivendica una secessione della Padania). Le forze
centrifughe intervengono quando dei gruppi in conlito percepiscono un tratamento discriminatorio dei
propri interessi economici. Il separaismo è il desiderio di una nazone di staccarsi dallo Stato al quale
appariene, seguendo il proprio senso di idenità e di diversità dagli altri gruppi che popolano lo stesso
Stato, per avere maggiore autonomia e auto-governo (es. atuale Veneto vuole staccarsi dall’Italia). Il
decentramento è quando lo Stato concede una parte dei poteri a una comunità o a una parte del suo
territorio presente al proprio interno. Nei sistemi federali (Laender), lo Stato delega parte del proprio
potere alle enità poliico-amministraive di scala sub-nazionale. Il riconoscimento delle autonomie alle
comunità territoriali risponde al principio di sussidiarietà, secondo cui se un ente sotoordinato (es. un
comune) è in grado di fare qualcosa, l’ente sovra-ordinato (es. regione) deve lasciargli questo compito.
La geograia eletorale studia gli aspei spaziali dei sistemi eletorali, le caraterisiche della divisione del
territorio in distrei eletorali e le variazioni spaziali del voto.

Un’organizzazione (o isituzione) sovranazionale consiste nell’unione di più Stai che decidono di


lavorare insieme per raggiungere speciici obieivi economici, militari, culurali o poliici. L’Organizzazione
delle Nazioni Unite (ONU) fu isituita nel 1945. Scopo di tale organizzazione comprende la costruzione e
il sostegno di relazioni cooperaive tra gli Stai e l’uso della diplomzia per negoziare soluzioni paciiche,
qualora si preseni il rischio di conlii internazionali. Rescaling: modiica delle aggregazioni poliiche alle
diverse scale territoriali, ad es. con la globalizzazione si è assisito ad un indebolimento dei poteri alla
scala comunale e statale, a cui ha corrisposto un loro raforzamento alla scala, sovracomunale,
regionale e sovrastatale.

La geopoliica è uno studio delle relazioni tra atori poliici che si contendono il possesso o il controllo di
un territorio. Essa studia il rapporto tra spazio e potere così come storicamente si presenta, metendolo
in relazione con l’insieme dei fenomeni isici, demograici, culturali, sociali ed economici. La geopoliica
tradizionale si è occupata di studiare vari modi in cui gli Stai acquisiscono il proprio potere territoriale,

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le relazioni spaziali tra i diversi Stai e le loro strategie di poliica estera. La teoria dello Heartland mete
in relazione la stabilità geopoliica con il mantenimento di un equilibrio di potere tra i diversi Stai, la cui
rotura avrebbe potuto portare al predominio, su scala mondiale, di uno o più Stai. Chi ha il comando
dell’Heartland comanda il mondo intero.

Paesaggio del potere centrale: lo Stato esercita il proprio controllo poliico atraverso il governo che per
mezzo delle sue leggi, può inluenzare l’aspeto delle cità e delle campagne. Finanziando la progetazione
e la costruzione di infrastruture, lo Stato crea paesaggi che rispecchiano le scelte del proprio potere
centrale. Esso è importante per il processo di costruzione dello Stato in quanto atraverso le
infrastruture collegate in tuto il paese, raforza lo Stato e l’autorità del goerno statale. Il paesaggio
della sicurezza protegge il territorio, la popolazione, le struture e le infrastruture da interveni esterni,
atraverso telecamere per evitare immigrazione irregolare e atacchi esterni dai conini. L’iconograia
poliica è l’immagine, ediicio o simbolo che veicola un messaggio poliico o che aferma la presenza del
potere, come ad es. le bandiere, statue o immagini leader poliici o militari, inni nazionali e memoriali di
guerra (Arco di Trionfo).

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