Documenti di Didattica
Documenti di Professioni
Documenti di Cultura
● Definizione di “Geografia”:
La geografia dà un ordine e un senso alla realtà , aiutando a comprendere la sua evoluzione
e i processi che lo interessano. riconosce il territorio come risultato di un’impronta evolutiva
impressa dall’uomo in continuo dialogo con l’ambiente e mostra come locale e globale siano
intrecciati in forme di contaminazione e compenetrazione reciproche. La geografia non si
occupa di singoli oggetti presi isolatamente, ma delle relazioni che legano tra di loro tali
oggetti sulla superficie della Terra.
In entrambi i casi : è l’anima descrittiva della geografia a essere stata a lungo privilegiata
•Geografia come disegno del mondo a sistema chiuso di modellizzazione del mondo,il cui
funzionamento implica il silenzio.
•Geografia come discorso sul mondo a codice aperto per la concettualizzazione della realtà,
funzione critica dell’esistente
L’affermarsi della società post-moderna ha dato avvio a nuove impostazioni dagli anni
Ottanta del secolo scorso al POSTMODERNISMO*
(*corrente di pensiero che si contrappone al Modernismo, inteso come razionalità, obiettività
e progresso. Il Postmodernismo mette in crisi le diverse concezioni che si rifanno
all’Illuminismo e al Positivismo)
ALCUNI ELEMENTI DI SVOLTA CHE CI CONDUCONO AL POSTMODERNISMO*:
-L’AVVENTO DELLA SOCIETA’ POSTMODERNA
-LA GLOBALIZZAZIONE DELL’ECONOMIA
-IL RUOLO DOMINANTE DELLA COMUNICAZIONE
-LO SVILUPPO DELLE CONOSCENZE GENETICHE
-LA CRISI DEL SISTEMA SOCIALISTA
-L’AFFERMARSI DEL PARADIGMA DELLO SVILUPPO SOSTENIBILE
Con l’avanzare del post strutturalismo vi è l’omissione dell’oggettività da tutti i saperi, difatti non esiste
più un sapere oggettivo e gli osservatori e i ricercatori influenzano la ricerca con il proprio punto di
vista. Da ciò nasce la geografia della percezione che valorizza la percezione individuale dello spazio,
abbandona l’interesse per la dimensione misurabile e rivolge la sua attenzione alla sfera umana e
soggettiva. Alle geografie personali che ciascuno di noi modella attraverso la propria esperienza, la
propria cultura, l’emotività e la fantasia.
(TOPOPHILIA* di Y FU-TUAN: * legame emotivo tra l’uomo e un. La parola deriva dal greco tópos
che significa luogo e philía, amore).
● Approccio geografico:
1.scala cartografica;
Una peculiarità della geografia si riferisce alla natura tra-scalare dei suoi ragionamenti: in
altre parole, i fenomeni sono analizzati utilizzando livelli di osservazione differenti, spesso in
relazione reciproca fra loro.
Transcalarità: Analisi delle politiche/ criticità dello spazio europeo a una pluralità di scale :
dal livello sovranazionale , a quelli nazionale, regionale, locale
● ORGANIZZAZIONE TERRITORIALE
1. SPAZIO
La classificazione sintetica dei diversi tipi di SPAZIO prevede la distinzione tra:
•SPAZIO ASSOLUTO e CONTENITORE, di tipo matematico, cioè un’entità
geometrica le cui dimensioni, distanze, direzioni e contenuti possono essere definiti e
misurati con precisione con le unità di misura convenzionali correnti (metri, chilometri
ecc.). È lo spazio delle carte geografiche. Il concetto di spazio assoluto ha dominato
la geografia moderna fin verso la metà del secolo scorso, quando la maggior parte
dei geografi pensavano lo spazio come un’entità reale, un contenitore di oggetti.
Questa idea è ancora oggi prevalente nel senso comune ed è rafforzata dall’uso
delle carte geografiche
•SPAZIO relativo e relazionale, espressione di un sistema di relazioni e dalle
interazioni che sussistono tra i soggetti e gli oggetti che ogni geografia
•Lo spazio geografico può essere considerato sempre, allo stesso tempo, dal punto
di vista assoluto, relativo e relazionale, ossia come ente geometrico e come
costruzione sociale dipendente dalle relazioni e dalle interazioni che sussistono tra i
soggetti e gli oggetti che ogni tipo di geografia prende in considerazione.
•Una descrizione geografica, per quanto dettagliata, non potrà mai comprendere tutta
la realtà, ma sarà sempre il risultato di una scelta selettiva, relativa a uno scopo
•Ogni geografia è quindi la costruzione mentale di uno spazio relazionale, non
arbitraria, ma rispondente all’esigenza sociale di conoscere la posizione di certi
oggetti e soggetti e le relazioni che li legano tra loro.
Secondo Rivolin, la capacità di rappresentare gli scenari d’Europa da parte del Nord Europa
rappresenta un vantaggio competitivo per la definizione delle strategie comunitarie.Si tratta
di immagini strategiche a partire dalle quali è possibile sviluppare politiche e modelli di
riferimento di nuove strategie territoriali di carattere economico, politico o sociale.
Tra le varie rappresentazioni ritroviamo, ad esempio:
La “Banane Blue” (Brunet, 1989), detta anche dorsale centrale e apparsa per la prima volta
nello studio dell’Autorità per la pianificazione Regionale francese, forniva una
semplificazione del territorio europeo e riguarda l’arco di maggiore dinamismo socio
economico che intercorre da Londra a Milano lungo l’asse del Reno e si caratterizza per
l’elevata ricchezza e densità urbana.
Grappolo d’uva o Europa a grappolo: rappresenta una serie di agglomerazioni urbane medio
grandi che ridefiniscono lo spazio urbano e produttivo europeo secondo una visione
reticolare-policentrica; dunque, l’Europa viene vista secondo una prospettiva alternativa
rispetto alla Blue Banana, poiché vengono considerate l’Europa Continentale e
mediterranea. In parziale contrapposizione alla dicotomia centro-periferia propria delle
precedenti immagini è invece la metafora del bunch of grapes (grappolo d’uva), elaborata da
Kunzmann e Wegener nel 1991, che rappresenta un territorio policentrico nella sua struttura
urbana ed economica e descrive lo spazio europeo in maniera sicuramente più inclusiva,
tramite la rappresentazione di numerose aree centrali sviluppate e di zone in ritardo di
sviluppo localizzate nelle aree interstiziali.
The pentagon, Schoen (2000): individua una zona economica integrata all’interno dell’Ue
che forma un vero e proprio pentagono i cui vertici sono: Londra, parigi, Milano, Monaco e
Amburgo.
Si tratta di un’area che produce il 50% del PIL dell’Unione, è abitata dal 40% della
popolazione totale e costituisce il 20% della superficie complessiva.
Il processo di denominazione:
• istituisce un controllo simbolico sulla superficie terrestre, un controllo intellettuale della
natura
• sapere territoriale frutto di osservazioni empiriche e speculazioni astratte, ipotesi e
verifiche, convenzioni e convinzioni espresso e veicolato attraverso i nomi: i termini
attraverso i quali si indicano i luoghi
• denominare un luogo significa “appropriarsene”: conoscerne le fattezze fisiche, la
posizione, le proprietà simboliche, le potenzialità economiche, il valore morale
• l’impianto denominativo consente di descrivere dove siamo, come dobbiamo muoverci
Il processo di reificazione (*dal latino res "cosa", ovvero, diventare una cosa)
• La trasformazione materiale del territorio
• Esempio: i grandi progetti idraulici nel mondo; i grandi Eventi (Expo di Milano)
Il processo di strutturazione: dal controllo materiale si passa al controllo strutturale che
implica l'organizzazione del territorio attraverso la sua suddivisione in porzioni del territorio,
ognuna con una sua funzionalità, soggetta ad un determinato regime normativo
Un esempio è rappresentato dalla riorganizzazione del territorio francese per togliere potere
alla nobiltà.
La dimensione territoriale delle politiche Ue.
Non esiste ancora oggi una competenza giuridico istituzionale dell’ue per la pianificazione
territoriale e tale argomento è legato alla necessità di coesione economica e politica tra gli
Stati. La coesione porta alle strategie di coerenza spaziale.
Il controllo del territorio è globale e locale e L’ue come attore regionale ha un ruolo di
raccordo. La coesione territoriale connette e riduce gli squilibri. La dialettica globale-locale
vede ogni territorio come responsabile per l’individuazione dei propri fattori di competitività e
per l’utilizzo delle risorse.
Sin dai primi trattati sono state contemplate azioni dedicate all’ambiente, all’agricoltura e ai
trasporti. Ciò dimostra l'influenza della politica comunitaria nelle dinamiche spaziali.
LA REGOLARIZZAZIONE DEL TERRITORIO UE
Nel contesto europeo non cambia la territorialità ma i soggetti che gestiscono e
programmano le dinamiche di globalizzazione per l’eliminazione delle barriere. I contesti
regionali sono protagonisti come mediatori passivi tra le esigenze delle reti globali e i propri
milieu (gioco a somma zero) ma anche attori collettivi (gioco a somma positiva) perché
attivano processi di sviluppo locale.
Con politiche territoriali dell’Ue si intendono le azioni che richiedono il coinvolgimento dei
territori oggetto di aiuto con compartecipazione tecnica e finanziaria.
Nel 1994 nasce il comitato europeo delle regioni ma un ruolo rilevante si è avuto con i fondi
di sviluppo regionale.
LEZIONE 3
Nelle regioni gerarchiche c’è una gerarchia tra i centri, legata ai servizi che offrono e ai flussi
attratti. Christaller descrive tali regioni con il modello delle località centrali. Nella realtà non si
realizza perché lo spazio geografico non è omogeneo ma differenziato. Tale modello infatti
prevede centri che offrono servizi all’area circostante, la cui ampiezza dipende dal numero e
dalla qualità dei servizi.La gerrachia delle località centrali quindi genera una gerarchia di
regioni funzionali, che sono aree di diversa ampiezza inscatolate le une nelle altre.
LA REGIONE POLARIZZATA
Nei territori in cui le attività economiche si sono sviluppate molto vicine tra loro, la città è
cresciuta molto velocemente a scapito del territorio circostante. Si tratta di squilibri nel
processo di agglomerazione come nei paesi del sud del mondo.
DECONCENTRAZIONE E RETI
Le trasformazioni economiche hanno trasformato i paesi di vecchia industrializzazione in
strutture regionali policentriche, in cui la popolazione e le attività si distribuiscono in vari
centri minori interconnessi tra loro e con i centri principali. Come si vede nell’area alpino
padana adriatica. Tali strutture favoriscono lo sviluppo delle aree forti.
Negli ordinamenti europei le regioni variano per dimensioni e per competenze. Nel mosaico
amministrativo abbiamo 8 paesi europei con regioni con poteri legislativi, come il Belgio e la
stessa Italia. Ci sono poi ampie forme di autonomia, come in Germania, e competenze
limitate.
NUTS (nomenclature des unités territoriales statistiques)
La divisione regionale cerca di seguire unità amministrative esistenti per identificare
facilmente gli enti responsabili della gestione. Si cerca di individuare il livello di
decentramento migliore per capacità programmatica e gestionale.
I nuts sono una divisione a fini statistico-amministrativi del territorio UE, e rispetta le divisioni
nei singoli stati, è un mix tra approccio funzionale ed identitario.
Le finalità sono statistiche e pratiche. Questo sistema riconosce tre tipologie di divisione
regionale:
NUTS 1: Principali ragioni socio economiche con popolazione tra i 3 e i 7 miliardi di persone
come i Laender in Germania.
NUTS 2: regioni con popolazione tra gli 800 mila e i 3 milioni di persone
NUTS 3: piccole regioni per diagnosi specifiche con 150 mila - 800 mila abitanti.
5 regioni italiane rientrano nel primo gruppo. I distretti governativi tedeschi rientrano nel
secondo gruppo, mentre 107 province italiane rientrano nel 3 gruppo.
Nel trattato istitutivo della CEE del 1957 sono stati enunciati alcuni obiettivi come: 1 dare vita
ad un mercato comune basato sulla libera circolazione, 2 adozione di una politica comune
per il settore agricolo e dei trasporti, 3 riduzione degli squilibri economici regionali.
L’evoluzione della politica regionale comunitaria si basa su:
- fiducia sull’effetto di sviluppo del mercato comune: fiducia sul fatto che le disparità
regionali si sarebbero risolte con il mercato comune e l’allineamento delle politiche
degli stati membri.
- la questione dello sviluppo regionale è materia nazionale
- le disparità nei 6 fondatori sono limitate e c’è bisogno che gli stati membri
intervengano
- deroga per aiuti di stato con finalità regionali
LEZIONE 4
Alcuni degli obiettivi del trattato istitutivo della CEE (1957) erano:
- dare vita ad un mercato comune basato sulla libera circolazione di merci, persone e
servizi
- adottare una politica comune nel settore agricolo e nei trasporti
- ridurre gli squilibri economici regionali
Considerando il rapporto tra politica regionale e politica della concorrenza, si nota un
bipolarismo tra sviluppo armonioso e tenore liberista del Trattato. Emerge indifferenza verso
la dimensione sub-statale e si parla di cecità regionale. Solo a partire dagli anni 80 del 900
inizia un'integrazione delle autonomie territoriali come soggetti attivi nel sistema europeo.
Inoltre, alla fine degli anni 50 anche a livello nazionale gli stati membri non riconoscevano
autonomia agli enti territoriali. Il successo dello slogan l’Europa delle Regioni si deve alla
valorizzazione delle autonomie territoriali ma anche alla crisi dello stato nazionale.
Il problema della dimensione regionale dell’integrazione europea si colloca in : - - -
- periodizzazione: lungo arco temporale che si articola in 70 anni di storia europea, - -
- orientamenti della cultura economica di sviluppo:politica regionale vs politica della
concorrenza
- e questione della governance (ruolo di autonomie regionali e locali verso lo Stato).
Tale evoluzione si ha basandosi sulla fiducia nello sviluppo del mercato comune per
l’allineamento delle disparità. Lo sviluppo regionale è materia nazionale e non comunitaria.
si credeva che gli squilibri potessero essere esplicati tramite il modello centro-periferia.
Le disparità tra i 6 paesi membri sono limitate e tocca agli stati intervenire con politiche di
incentivo o con deroga per aiuti di stato con finalità regionali. Le politiche regionali non sono
ostacolate dalla politica antitrust comunitaria. Vi sono alcuni strumenti per lo sviluppo
armonioso e la riduzione delle disparità, come il fondo sociale europeo e la banca europea
degli investimenti, istituiti nel 1957.
Negli anni 80 si ha l’atto unico europeo, il pacchetto Delors e la riforma della politica
regionale. A seguito della maggiore integrazione comunitaria vengono aggravati i rischi di
divari regionali e ciò è sottolineato dai rapporti Padoa, Schioppa e Cecchini (1987-1988).
Il libro bianco sul mercato interno di Delors, del 1985 propone l’integrazione delle economie
nazionali in risposta ai costi della globalizzazione.
Nel 1987 si decide per il raddoppio delle risorse destinate ai fondi per los viluppo regionale.
Tre sono i grandi fondi, quello europeo di sviluppo regionale, il fondo sociale europeo e il
fondo di coesione. Nel 1988 si riformano i fondi strutturali e le risorse vanno concentrate su
5 obiettivi territoriali e funzionali: 1 regioni in ritardo di sviluppo, 2 riconversione regioni
industriali in declino, 3 lotta alla disoccupazione, 4 promozione occupazionale giovanile,
adeguamento strutture agricole, 5 sviluppo zone rurali. I principi adottati dalla commissione
nel regolamento sono 5: concentrazione, programmazione, partenariato, co-finanziamento e
addizionalità.
Dalla coesione economica e sociale e nello spazio comunitario, si arriva alla coesione
territoriale, legata alla giustizia spaziale, in cui lo spazio è da costruire e ricostruire.
La denominazione cambia e le politiche regionali vengono dette Politiche di coesione dalla
riforma del 1988.
Gli interventi vengono suddivisi in periodi e finalizzati a obiettivi generali, definiti all’inizio di
ogni periodo.
Un importante strumento introdotto dalla riforma sono le iniziative comunitarie, programmi
sperimentali promossi dalla commissione con finalità di cooperazione interregionale e
sviluppo urbano.
Viene creato il fondo di coesione che è su base nazionale e non regionale, e viene destinato
a finanziamenti nei trasporti e tutela dell’ambiente, come il completamento della
metropolitana di Napoli linea 1. Con gli obiettivi dei periodi 2007-2013 vi è una nuova
denominazione degli obiettivi: convergenza, competitività regionale e occupazione e
cooperazione territoriale.
Il periodo di programmazione 2014-2020 vede stanziati 351 miliardi e i beneficiari sono i
paesi dell’est, tra cui la sola polonia ha 77 miliardi. Gli obiettivi sono 4 : ricerca e
innovazione, tecnologie e comunicazione, competitività delle pmi ed efficienza energetica.
Il periodo 2021-2027 è del Green deal europeo, con obiettivi come la riduzione delle
emissioni di carbonio attraverso la transizione energetica, innovazione e digitalizzazione,
un'Europa più sociale e più vicina ai cittadini attraverso le strategie di sviluppo.
La politica regionale dell’UE fa la differenza in 5 settori:
1 investire nelle persone favorendo l’accesso al lavoro
2 sostenere lo sviluppo delle imprese
3 rafforzare la ricerca con investimenti
4 migliorare l’ambiente
5 modernizzare i trasporti e la produzione di energia.
•aiuti umanitari.
In ogni programma sono organizzati i Fondi: per ogni fondo vengono emanati i bandi che
delineano le caratteristiche dei progetti meritevoli di finanziamento e le scadenze per la
presentazione delle domande.
Tutte le informazioni sui fondi diretti e sui relativi bandi sono reperibili sul sito della
Comunità Europea (http://ec.europa.eu/index_it.htm ), da cui si può accedere ai siti
dedicati ai diversi programmi.
I FONDI DIRETTI
Tra i fondi diretti è possibile individuare due programmi:
•PROGRAMMI INTRACOMUNITARI, che coinvolgono i Paesi membri dell’Unione e
riguardano politiche interne di interesse europeo (ad esempio le politiche giovanili, la
giustizia, l’ambiente, ma soprattutto l’innovazione).
•PROGRAMMI DI COOPERAZIONE ESTERNA, che promuovono la cooperazione dei
Paesi membri con Paesi terzi rispetto all’Unione. Questa tipologia di fondi finanzia
progetti di respiro europeo che devono riguardare un’idea innovativa e meritevole di
applicazione industriale, ossia remunerativa, e coinvolgere almeno tre partner di 3 Paesi
differenti.
•Fondi europei destinati a finanziare progetti grazie a: Co-finanziamento ottenuto grazie
alla partecipazione a progetti comunitari ed assegnato direttamente ai partecipanti
•È possibile beneficiarne tramite:
La partecipazione a bandi di gara - calls for proposal - indetti dalla Commissione europea
finalizzati a portare a termine determinati obiettivi. Ogni bando prevede modalità di
partecipazione e finanziamento esplicitati nelle linee guida del bando stesso.
•Una caratteristica fondamentale di questi fondi è :
La dimensione transnazionale (necessario istituire partenariato con almeno 2/3 organismi
degli Stati membri
PON Inclusione
Concorrenti:
● mercato interno
● spazio di libertà, sicurezza, giustizia
● agricoltura e pesca
● trasporti
● energia
● coesione sociale
● ambiente
● tutela dei consumatori
● sanità
● ricerca e sviluppo
● cooperazione allo sviluppo
I Fondi UE provengono:
- prelievo sull’IVA;
- dazi doganali;
- prodotti agricoli;
- sulla quarta risorsa (la più cospicua) calcolata in % sulla ricchezza
prodotta da ogni stato membro ( pari all’1,04% del PIL).
Gli attori principali sono: le regioni, i comuni e gli Stati membri, le pubbliche
amministrazioni, persone fisiche e giuridiche, associazioni, centri di ricerca, di
formazione e università, ONPs e ONGs, aziende, PMI e Associazioni di imprese.
Il partenariato:
L’Europrogettazione e l’euro-progettista
•“Europrogettazione” è un neologismo coniato a Venezia nel 1998 a seguito di un
progetto finanziato dalla Commissione europea, che fissò per la prima volta
criteri e modalità per la formazione dei funzionari impegnati nella gestione dei
fondi europei, e nelle relative modalità di acquisizione degli stessi, criteri e
modalità in gran parte applicati tuttora
Per “europrogettazione” si intende l’insieme delle attività dirette all’ideazione,
stesura e presentazione dei progetti europei, in risposta ad un bando emanato
nel quadro di un programma europeo, progetti che consistono nella realizzazione
di un determinato programma di attività proposto dagli stessi proponenti
L’Ue copre 4 milioni di km2 e ha 447,7 milioni di abitanti. C’è grande diversità tra
l’estensione dei paesi, l’Italia conta 60 mila km2. La Francia è il paese più grande
mentre Malta è il più piccolo. Il paese Ue più popolato è la Germania con 83,2
milioni di abitanti e Malta con 500 mila è il meno popolato. All’Europa in continuo
sviluppo, fa da contrappeso il problema dell’invecchiamento della popolazione.
La popolazione è in calo e l’età media salirà a 49 anni entro il 2050. Aspetti
rilevanti che riguardano la popolazione europea sono: l’invecchiamento, il basso
tasso di fertilità e la significativa presenza di stranieri.
Nel 2019 il PIL europeo era 16.400 miliardi, assumeva un ruolo importante ma
decrescente a scala internazionale. Il Pil pro capite nel 2019 era di 31.220 euro
ma la ricchezza media era molto più elevata in altri paesi come in Lussemburgo.
L’Italia si colloca sotto la media.
Gli stati membri hanno unito le loro sovranità per accrescere le proprie
dimensioni e acquisire maggiore forza, in teoria. In pratica delegano alcuni dei
loro poteri a istituzioni comuni da loro create, così che le decisioni possano
essere prese democraticamente a livello europeo.
L’UE è a metà strada tra sistema federale degli stati uniti e sistema di
cooperazione intergovernativa non vincolante che caratterizza la Nazioni Unite.
Ogni azione intrapresa si fonda sui trattati approvati da tutti i paesi membri, essi
possono essere ratificati tramite referendum o dai parlamenti nazionali.
Tali trattati fissano gli obiettivi dell’Unione europea, definiscono le norme per le
istituzioni, le modalità per l’adozione delle decisioni e descrivono le relazioni tra
Ue e i suoi membri.
I trattati sono stati riformati con l’entrata dei nuovi membri per riformare le
istituzioni e attribuire nuove sfere di competenza.
- Trattato di Parigi: 18 aprile 1951, in vigore dal 1952 e scaduto nel 2002.
Istituiva la comunità del carbone e dell’acciaio.
- Atto unico europeo firmato nel febbraio 1986, modifica il Cee e prepara la
strada al completamento del mercato unico.
Nel 1973 si aggiunsero nuovi stati all’unione, nel 1975 viene istituito il fondo
europeo di sviluppo regionale e nel 1979 ci furono le prime elezioni dirette del
Parlamento europeo.
- 2008 crisi economica mondiale che inizia con i mutui ipotecari negli Usa ma
anche le bance europee si trovano in difficoltà.
le priorità generali dell'UE sono fissate dal Consiglio europeo, che riunisce i
leader politici a livello nazionale ed europeo; gli interessi globali dell'UE sono
promossi dalla Commissione europea, i cui membri sono nominati dai governi
nazionali; i governi difendono interessi nazionali nel Consiglio dell'Unione
europea.
La direttiva è un atto che vincola gli Stati membri, o un gruppo di Stati membri,
a realizzare un determinato obiettivo. Per avere efficacia, le direttive devono
essere recepite nel diritto nazionale. La direttiva indica il risultato da raggiungere
e lascia a ciascuno Stato membro la facoltà di decidere in merito alla forma e ai
mezzi da applicare a tal fine;
La decisione può essere rivolta agli Stati membri, a gruppi di persone o persino
a singole persone fisiche e giuridiche. Essa è obbligatoria in tutti i suoi elementi.