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INTRODUZIONE

Spazio della politica generalmente rappresentato su scala:

- Globale
- Nazionale
- Locale
 Rappresenta una schematizzazione che CONGELA una realtà DINAMICA

In realtà non esistono schemi OVVI, NECESSARI O ESSENZIALI per l’esame del rapporto tra spazio e
politica

SCOPI DELLE PRIME DUE PARTI DEL LIBRO

1. Decostruire il concetto di nazione


 Dimostrare che si tratta di una invenzione legata a un preciso periodo storico e a un
momento politico à La tendenza a pensare lo stato come contenitore di una nazione è
una conseguenza di un particolare modo di concepire il rapporto tra lo spazio (stato) e la
comunità (nazione)
 Indagare l’apparato cognitivo che ha reso possibile e credibile tale effetto speciale
 Indagare il modo con cui ci siamo abituati a pensare il mondo = dimostrare che esiste un
potere capace di rendere accettabile ai nostri occhi una determinata azione
2. Indagare il rapporto tra spazio e politica

SPAZIO, POTERE, SAPERE


Riflessione a partire dalle mappe cartografiche di Colin Powell utilizzate per giustificare l’attacco
americano in Iraq nel 2003 > dimostrazione del potere legittimante di un tale supporto

Da dove deriva la potenza di questo strumento cartografico capace di convincere l’uditore?

TUTTE LE GEOGRAFIE SONO SEMPRE STATE L’ESITO DI UNA LETTURA POLITICA DEL MONDO à la
geografia di Powell differisce perché RINNEGA LA SUA NATURA POLITICA RELEGANDO LE PROPRIE
RESPONSABILITA’ AL DISPOSITIVO

 La carta permette di appiattire il mondo, di renderlo misurabile e quindi controllabile,


permette una astrazione che semplifica le mosse politiche a linee sulla carta
GEOGRAFIA E MODERNITA’

Il moderno è l’epoca in cui avviene la trasformazione, l’epoca dell’IMMAGINE DEL MONDO, che non è
raffigurazione del mondo, ma molto più crucialmente L’EPOCA IN CUI IL MONDO INIZIA A ESSERE
CONCEPITO COME IMMAGINE, e tale immagine è la CARTE GEOGRAFICA è implica che la storia della
cultura occidentale diventi la storia della progressiva colonizzazione del discorso-logos-ragione da
parte dell’immagine cartografica. IL MODERNO ASSEGNA ALLA CARTA GEOGRAFICA UN PRIMATO SULLA
REALTA’, tale per cui essa non è più solo un modello della costruzione materiale ma anche della
costituzione ontologica del mondo.

= con le scoperte geografiche che caratterizzano storicamente il periodo della modernità, aumenta la
tendenza alla raffigurazione del mondo. Questa, tuttavia, viene progressivamente a sostituire la
conoscenza empirica del mondo da parte dell’uomo e, da modello rappresentativo che era, da
modello INTERPRETATIVO, viene a sostituire il mondo stesso, finendo così col diventare il filtro
stesso attraverso cui l’uomo interpreta il mondo

COME IL POTERE SI RAPPORTA CON TALE RAPPRESENTAZIONE GEOGRAFICA?


Il sapere geografico è un SAPERE STRATEGICO

 Geografia come scienza = compromessa con il potere, emanata da esso


 Geografia come scoperta = sottratta all’ordine esistente à sottratta al potere

La geografia dà sicurezza agli uomini perché semplifica è non è inutile, ma NON È INNOCENTE,
perché essa viene spesso adottata dal potere come STRUMENTO STRATEGICO:

“la sicurezza è la consolazione che il potere offre in cambio della sottomissione”

“la geografia dice cose vere, tanto da essere condizione necessaria per la costruzione di un
dominio reale; ma ciò che dice è necessariamente parziale, e le sue osservazioni non possiedono
la oggettività che il potere cerca di farci credere”

“i politici sanno che SI VEDE SOLO QUELLO CHE SI CERCA, quindi cercano di convincere a gente
CHE NON CI SIA NIENTE DA CERCARE dicendo che tutto ormai è già stato scoperto”

L’EFFETTO SPECIALE DELLO SPAZIO GEOGRAFICO È QUELLO DI POTER RESTRINGERE LA


REALTA’, SEMPLIFICANDOLA E CREANDO LE CONDIZIONI PER UN AMBIENTE RASSICURANTE
È SEMPLIFICARE LA MULTIFORMITA’ IN UNIFORMITA’ SEMBRA CHE SIA IL MODO PIÙ
EFFICACE PER STABILIRE L’UGUAGLIANZA TRA ORDINE NATURALE (SPAZIO) E ORDINE
POLITICO, ALLO SCOPO DI ABITUARCI A PENSARE AL POTERE COME QUALCOSA DI NATURALE
FARINELLI
1. Il processo di rappresentazione del mondo prende avvio a partire dal Duecento con i portolani
2. ma diviene corrente solo nel Quattrocento
3. Settecento, in Germania il sapere geografico nasce con lo scopo di DISTRUGGERE LO STATO
ASSOLUTO ARISTOCRATICO FEUDALE à in che modo? La geografia permette di controllare gli
spazi, di DEFINIRE I CONFINI! = Permetteva di mettere tra parentesi i confini degli organismi politici
esistenti prefigurando la formazione di uno stato borghese nazionale tedesco

Con la nascita della geografia borghese si afferma una e una sola immagine del mondo, immutabile,
oggettiva, geometrica, trasforma i luoghi in spazi!

4. Fine Ottocento, i geografi positivisti adottano il modello spaziale topografico è AFFERMAZIONE


DELLA GEOGRAFIA PURA che si dichiara APOLITICA in quanto scientifica, fine della teoria critica
dello spazio geografico e delle funzioni critiche del sapere geografico,

DEMATTEIS
D. ritiene che il momento che porta la borghesia al potere rappresenti un passaggio storico-politico
ambiguo durante cui si viene a costituire la geografia moderna

Geografia moderna à pretende di essere SCIENZA in quanto combina descrizione e rappresentazione


esatta della superficie terrestre con la sua spiegazione come insieme di relazioni tra fenomeni derivanti
dalla posizione.

Risultato = presentare ciò che prima era arbitrario come risultato di leggi

Secondo i geografi borghesi, l’ancien regime fondava la sua politica sull’arbitrarietà, mentre i borghesi
rivendicavano il valore oggettivo della scienza

 In altre parole: i confini dello Stato definito dall’ancien regime erano ritenuti stabiliti a tavolino,
mentre la geografia moderna poneva in primo piano la sua matrice scientifica che pretendeva di
poter rivendicare l’oggettività e l’assolutezza dei risultati delle proprie ricerche. Pretende di essere
una geografia superiore allo Stato, che lo contiene, che studia le regioni naturai come esistenti
prima e a prescindere dall’esistenza di una struttura statale.
QUESTA ASTRAZIONE RAPPRESENTA UNO DEI PRESUPPOSTI NECESSARI PER L’AFFERMAZIONE
DEL MITO DELLO STATO BORGHESE, perché permette di concepire LA NAZIONE COME UN CORPO
ESISTENE DI PER SÉ E SVINCOLATO DALL’ESISTENZA DI UAN STRUTTURA STATALE, e lo stato-
nazione come naturale coincidenza delle due dimensioni, ma non voluta da una decisione politica

Ora i luoghi vengono pensati come INVARIANTI E COESISTENTI in uno spazio che presenta ovunque le
stesse proprietà generali
EFFETTO SPECIALE DELLO SPAZIO GEOGRAFICO

Spazio geografico = insieme di operazioni logiche che la nostra mente compie per dare un ordine agli
oggetti che percepiamo sulla superficie della Terra. Tali oggetti esistono INDIPENDENTEMENTE dalle
nostre operazioni soggettive.

Contraddizione: assunzione frequente dello spazio come se fosse un’entità reale

1° effetto speciale: visione dello spazio come oggettivo e naturale > supporto a un modo mitico-
ideologico di concepire lo spazio è in esso diventa implicita la visione del mondo elementare e
popolare che vede rispecchiato nella realtà l’ordine SOCIALE (imposto invece “artificialmente” nella
realtà)

2° effetto speciale: far apparire come PROPRIETA’ DELLE COSE ciò che invece attiene alla loro
organizzazione sociale (es. strutture gerarchiche dello spazio)

Il trionfo dello spazio geografico ha contribuito a diffondere un determinato linguaggio geografico


“popolare”, tipico della geografia positivista, che costituisce il fondamento culturale per la
legittimazione della nazione e contribuisce a CONSIDERARE SCONTATO un certo modo di pensare lo
spazio e il suo rapporto con la politica, e ci abitua a pensare al mondo come uno spazio DATO E
IMMUTABILE, che è tale e non potrebbe essere diversamente, così come sono possibili solo le
politiche esistenti e non altre.

Il rischio è quello di interpretare la realtà come

- composta da contenitori geografici, esito NATURALE e spontaneo dei processi di


antropizzazione dello spazio
- luogo della comunità nazionale, che è in sé qualcosa di essenziale

CONSEGUENZE PRATICHE CHE ESEMPLIFICANO UNA CONCEZIONE SIMILE DELLO


SPAZIO
a. censimenti: pratica che nasconde la pretesa di poter controllare i numeri e le identità della
popolazione che si ascrive a un determinato popolo
b. toponomastica: riflesso di una tendenza a ritenere come ASSOLUTI dei nomi attribuiti
arbitrariamente agli oggetti. In altre parole: le denominazioni spaziali appartengono alla
logica della carta, non ai luoghi in sé
c. traduzione del mondo in una griglia à propone una lettura del mondo in parti discrete,
come se fossero controllabili, calcolabili, equilibrate, e come se i rapporti tra i luoghi
determinati dalla loro posizione nella griglia fossero TALI NATURALMENTE (quando in realtà
anche solo la collocazione di una griglia rappresenta una convenzione*)
d. l’esistenza di un’identità nazionale: ci si abitua a pensare, in conseguenza della suddivisione
geopolitica del mondo, a uno stato come a un luogo all’interno del quale di spossa
riscontrare un buon grado di omogeneità tra i suoi elementi interni, tale da permettere la
semplificazione dell’insieme a una identità
- in positivo: ciò che ACCOMUNA tra loro i membri all’interno di uno spazio
- in negativo: ciò che DIFFERENZIA i membri all’interno di uno spazio da quelli al di
fuori

* la NATURALIZZAZIONE DI UN PRODOTTO GENUINAMENTE POLITICO SI BASA SULLA POSIZIONE


TERZA OCCUPATA DA CHI GOVERNA ED ESERCITA LA SOVRANITA’. La visione topografica abitua lo
spettatore della carta a immaginarsi in una posizione assolutamente innaturale, impossibile da
realizzare nel pratico, in quanto realizza una semplificazione basata unicamente sui rapporti
geometrici.

L’ESPERTO DI GEOPOLITICA

Figura resa possibile dal processo di spazializzazione della politica e dalla visione esterna del mondo
che esso aveva prodotto

 la mappa è diventata il terreno concreto su cui si realizza la politica in virtù


dell’affermazione della logica cartografica dell’omologazione del mondo alla logica
geometrica della carta

= la spazializzazione della politica è ciò che permette di identificare l’opposizione tra ciò che è
nazionale e ciò che è internazionale, e quindi CIO’ CHE È AMICO E CIO’ CHE È NEMICO

La logica cartografica si basa sulla dicotomia per cui

 da una parte, il mondo è uno spazio geometrico ordinato, ripulito, naturalizzato


 dall’altra, l’ordine implica l’opposizione tra un noi e un voi che origina il conflitto tra le
identità à questa opposizione viene vista come un RESIDUO DI DISORDINE CHE VA
CANCELLATO

La logica spaziale razionale è giustificata dalla continua esigenza di mettere in ordine il disordine,
una continua opera di normalizzazione che dà origine ai conflitti

 Colui che sta FUORI dalla carta ha il potere di spostare le linee a suo piacimento, è colui che
ha il potere sullo spazio che noi concepiamo come immobile.

LO SCOPO DELLA GEOGRAFIA CRITICA È QUELLO DI PRODURRE UN MONDO CHE NON SI LASCI
RIDURRE ALLE GEOMETRIE DELLO SPAZIO CARTOGRAFICO
LA CARTA E IL SOGNO
È importante soffermarsi sullo studio del discorso cartografico perché:

1. i rapporti tra spazio e politica sono spesso stati supportati dall’uso di carte
2. la logica geometrica sottesa alla produzione delle carte ci ha abituati a pensare al mondo in
un certo modo

Scopo del capitolo:

- Esame del modo con cui le carte contribuiscono a normalizzare il mondo


- Discussione dell’idea che carte e cartografia siano espressioni di un sistema scientifico che
fornisce una conoscenza oggettiva del mondo
- Esame del funzionamento dei dispositivi che hanno consentito l’affermazione e la adozione di
queste idee
- Mettere in evidenza che le carte sono un riflesso delle RELAZIONI DI POTERE più che un
riflesso del mondo

Scopo della geografia critica = liberare dalla tentazione di far coincidere carta e geografia à
tentazione che deriva da una certa educazione!

IL DISCORSO CARTOGRAFICO

TUTTE LE CARTE SONO IL PRODOTTO CULTURALE, POLITICO E SOCIALE DEL CONTESTO CHE LE
REALIZZA è la loro comprensione e interpretazione non possono essere svincolate da tale contesto

Idea sottesa alla produzione di una carta = possibilità di riduzione della realtà a un piano attraverso
l’osservazione sistematica e la misurazione precisa

 Ma la rappresentazione cartografica si basa di per sé su un ordine di coordinate estraneo alla


realtà e che pertanto rende questa raffigurazione ordinata una rappresentazione irreale
 La tentazione diventa quella di ATTRIBUIRE ALLE COSE LE PROPRIETA’ GEOMETRICHE CHE
LA CARTOGRAFIA ASSEGNA LORO (distanze, misure, altezze ecc.)

 Un esempio del fatto che i fattori geopolitici penetrano nella rappresentazione cartografica è
dato dalla rappresentazione eurocentrica della mappa planisferica, a tal punto da rendere
inusuali altre rappresentazioni impostate e centrate su un meridiano diverso da quello di
Greenwich, anch’esso convenzionalmente preso a punto di riferimento
 Un altro esempio è dato dall’insieme di simboli che il lettore di una carta deve conoscere per
poterla leggere e interpretare: tali simboli sono stabiliti convenzionalmente e ad essi sono
associati significati, risultato di un processo politico-sociale
LA DECOSTRUZIONE DELLA CARTA

HARLEY IN “DECONSTRUCTING THE MAP”

Necessità di mettere in discussione la presunta autonomia della carta come modello di rappresentazione

Obiettivo della cartografia = produrre un modello relazionale corretto del territorio

 fede nella scientificità delle carte e fiducia nella possibilità di raggiungere una rappresentazione
sempre più corretta e precisa della realtà attraverso l’applicazione di principi scientifici

Regole non scritte sottese alla produzione cartografica:

- regola dell’etnocentrismo: per H. è possibile individuare il contesto di produzione di una mappa in


base all’individuazione del centro della carta stessa
es. carte eurocentriche
- regola dell’ordine sociale: esaltazione della gerarchia di elementi rappresentati che fa apparire
naturale all’interno della carta la struttura di potere egemonica nel contesto che ha prodotto la carta.
È una gerarchizzazione inconsapevole da parte di chi produce la carta
es. segnalazione maggiormente enfatica dei luoghi di residenza dei re rispetto a quelli dei baroni à
informazione implicita che segnala la priorità e l’impostazione mentale di chi produce la carta

LE CARTE CI PARLANO TANTO ATTRAVERSO CIO’ CHE INCLUDONO QUANTO ATTRAVERSO QUELLO CHE
LASCIANO FUORI

La rappresentazione cartografica esercita due tipi di potere su chi ne fa uso

1. potere esterno: usato per ottenere maggiore influenza, coincide con quell’effetto speciale che ci fa
percepire la realtà in maniera distorta in quanto semplificata in una rappresentazione non realistica
2. potere interno: potere disciplinante del mondo attraverso una specifica modalità descrittiva
Effetti ottenuti dalla rappresentazione cartografica
 tendenza a normalizzare la varietà dei territori
 produzione di un particolare ordine del mondo
 ruolo fondamentale nel far apparire naturale l’ordine imposto

es. il confine = matrice spaziale geometrica costruita e legittimata soltanto in virtù della costruzione
cartografica

 evidente potenzialità di controllo in chi detiene la facoltà di mettere mano alle mappe à le carte
sono una tecnologia di potere a tutti gli effetti
DISCORSO, POLITICA, GEOGRAFIA
LO SPAZIO DELLA POLITICA
Visione tradizionale: Visione recente:
a. POLITICA FORMALE = ambito che riguarda il a. POLITICA INFORMALE: riguarda il modo in
funzionamento dei vari sistemi di governo, cui si formano alleanze, si esercita il potere,
delle istituzioni e delle loro procedure à sfera si influenzano processi sociali e culturali, si
della vita pubblica sostanzialmente separata proteggono determinati interessi à visione
dal resto, al quale la maggior parte della secondo cui la politica penetra la vita di tutti
gente partecipa in misura molto limitata i giorni ad ogni livello ed è da considerarsi
b. SCIENZA GEOGRAFICA: sfera distinta da parte di tutte le relazioni sociali
quella politica, con il compito di fornire a
questa le informazioni utili e necessarie a
decidere in quanto disciplina oggettiva e
distaccata à per questo la geografia politica
si è occupata a lungo e quasi esclusivamente
degli spazi della politica e dei comportamenti
spaziali dello Stato
POTERE E SAPERE

FOUCAULT
“tutta la politica riguarda essenzialmente l’esercizio del potere”

à Impossibile operare una distinzione tra politica formale e informale

Osserva la differenza tra la modalità di applicazione del potere in epoca premoderna e in epoca moderna

EPOCA PREMODERNA: esercizio del potere portato EPOCA MODERNA: esercizio del potere
avanti in maniera molto visibile (teatralizzazione) tendenzialmente mimetico, privato di evidenza e della
necessità di apparire (Société disciplinaire)

- Il controllo sociale viene portato avanti


attraverso una serie di istituzioni che
contribuiscono a inquadrare in un preciso
ambito il popolo controllato

Es. prigioni, scuole, fabbriche, esercito + fisco, leva


obbligatoria…
POTERE E POLITICA PERMEANO TUTTE LE PRATICHE SOCIALI à TUTTE LE PRATICHE SOCIALI
POSSIEDONO DUE COMPONENTI

1. Componente materiale > riguarda gli elementi tangibili dell’organizzazione della nostra vita
2. Componente discorsiva > riguarda elementi quali il linguaggio, le idee, le interpretazioni, la
simbologia

La distinzione tra loro rappresenta tuttavia un artificio retorico in quanto in realtà esse sono
interdipendenti

 Le pratiche materiali hanno senso in quanto composte anche da una dimensione discorsiva,
dal momento che sono pervase da un qualche significato*
 Il discorso si produce materialmente in quanto si esprime necessariamente attraverso una
dimensione materiale

*FOUCAULT
Il significato del linguaggio e delle azioni deve essere sempre pensato in rapporto al contesto in cui viene
pronunciato, se si vuole comprenderne il vero significato à dipende da:

- Chi lo pronuncia
- Come lo pronuncia
- In che contesto lo pronuncia
- In che modo ciò che è pronunciato si colloca rispetto alla formazione discorsiva, o discorso (= insieme
preesistente di affermazioni, simboli e interpretazioni)

DRIVER
Sostiene che Foucault si sia interessato del funzionamento spaziale della politica perché aveva compreso
l’importanza del controllo dello spazio da parte del potere come strumento strategico per la costruzione e la
dominazione della vita sociale, economica e politica
A partire dagli anni Ottanta, si è verificata una rivoluzione nello studio dei rapporti tra geografia e
potere che ha portato alla nascita della GEOGRAFIA CRITICA è contesta la possibilità di
rappresentare il mondo così com’è, ovvero la pretesa che le rappresentazioni del mondo possano
coincidere con la realtà.

 Non si contesta l’esistenza della realtà, ma la fede cieca nella possibilità di rappresentarla.
La razionalità che nel mondo moderno ha potuto produrre le carte geografiche, per farlo si è
fondata necessariamente sulla certezza che il mondo potesse essere ridotto a una
raffigurazione (cfr. Farinellià certezza del rappresentare)

Si definisce in politica “realismo” la coincidenza tra un modo di rappresentare e ciò che in una
determinata società si ritiene sia la realtà à è necessario celare e negare la propria specificità
storica e culturale (legata al contesto in cui è nato) per mantenersi credibilmente neutrale è Questa
conversione dal culturale al naturale è chiamata il mito (Barthes)**.

NASCITA DI DUE GRANDI CORRENTI DI PENSIERO ACCOMUNATE DALLA


PREOCCUPAZIONE PER IL RUOLO POLITICO DELLA RAPPRESENTAZIONE GEOGRAFICA:

1. RICERCHE BASATE SULL’ANALISI TESTUALE E DISCORSIVA

Visione positivista = Scrittura non problematica, Visione post-strutturalista = Scrittura


semplice strumento per descrivere la Terra problematica in quanto dà per scontata la
possibilità di dare nomi alle cose, come se essi
LO STRUTTURALISMO CREDEVA fossero già intrinsecamente contenuti negli
NELL’ESISTENZA DI STRUTTURE LATENTI oggetti stessi
AVENTI CARATTERE UNIVERSALE
IL POST-STRUTTURALISMO INTERPRETA I
DISCORSI COME DELLE CONVENZIONI CHE
HANNO ORIGINE IN UN DETERMINATO
CONTESTO STORICO-CULTURALE

EVOLUZIONE DEL PENSIERO CRITICO RIGUARDO ALLA SCRITTURA:

La scrittura è parte della trasmissione della forma di conoscenza funzionale a una costruzione sociale
à non è uno specchio del mondo, non descrive il mondo ma NE CREA UNA VERSIONE
Il TESTO: varietà di prodotti
culturali che comportano la
riscrittura di ciò che è stato
appreso à regala fissità e 2. RICERCHE DIRETTE AD ESPLORARE I RAPPORTI TRA
concretezza a molti aspetti CONOSCENZA E POTERE
della vita sociale Foucault: associazione tra discorso e istituzione che lo pronuncia =
(es. legittimazione del discorso è il potere dei discorsi non risiede nelle
dipi idee, ma nella base materiale delle istituzioni che promuovono i
nti, discorsi
map **Il potere viene reso invisibile dai discorsi perché essi possono
pe, rendere naturali alcuni aspetti della realtà, cioè richiamandosi al
pae senso comune fanno in modo di essere percepiti come logici e
sag lineari
gi)

L’analisi testuale evidenzia


la natura instabile del
IL PROBLEMA DELL’IDENTITA’
significato svincolato dal
contesto, ma, nonostante La fiducia nella capacità della rappresentazione di metterci in
ciò, gli interlocutori a cui rapporto con la realtà ha tra le sue implicazioni quella di aver
esso si rivolge non sono permesso la nascita di OPPOSIZIONI dicotomiche avvallate dalla
generalmente liberi di nostra visione del mondo (noi/loro, dentro/fuori,
interpretarlo perché europeo/orientale). L’identità emerge solo attraverso la
vengono indirizzati a una differenza, e per questo è più da considerare come un processo
interpretazione in quanto più che un risultato; un processo che è tuttavia incompleto, in
soggetti alle pratiche quanto esiste solo in virtù del suo continuo confronto con qualcosa
discorsive di particolari di “altro”, ed è sempre legata al superamento delle contraddizioni.
comunità testuali
Tre fattori che hanno favorito l’affermazione del modello
I DISCORSI: strutture a identità/alterità:
partire dalle quali i testi
a. Concetti che tendono a essere spazializzati (= associati a
vengono costruiti e
luoghi, territori, regioni, mari…) è associazione che
all’interno delle quali sono
consente la concretizzazione della rappresentazione di un
letti à comprendono una
mondo suddiviso in blocchi è tendenza che finisce per
serie di cornici
contribuire alla legittimazione della visione statica del
interpretative à le parole
mondo
stesse e i rapporti tra
b. L’individuazione di differenze dicotomiche presuppone
parole possono avere
l’esistenza di una figura terza esterna alla realtà che renda
diversi significati
possibile la distinzione in quanto neutrale
Sono i confini ideali c. La presenza di un individuo terzo osservatore presuppone a
all’interno dei quali sua volta l’assunzione dell’esistenza di un luogo
determinati insiemi di
pratiche e idee vengono
considerati naturali

Anch’essi poi sono


privilegiato da cui poter effettuare l’osservazione in maniera neutrale à la pretesa
neutralità della ricerca sociale presuppone la soppressione della natura geografica e locale
dell’osservazione
Il problema sull’identità è di natura eminentemente politica e rappresenta un filone degli
studi geopolitici in forte sviluppo; si tratta di un problema strettamente connesso alla
posizione occupata da chi costruisce/definisce l’identità à l’illusione che possa esistere un
luogo neutrale da cui effettuare l’osservazione nasconde la natura sociale entro cui viene
prodotto il mito dell’identità

Risultato: mondo composto da un insieme di molteplici identità locali legate a un determinato


spazio, che individuano l’alterità in tutto ciò che sta fuori da questo contenitore.

 Reazioni: geografie femministe à denuncia delle dicotomie di genere / geografi postcoloniali


à denuncia delle opposizioni tra occidente e oriente (con la conseguente nascita
dell’orientalismo***)

***SAID IN “ORIENTALISM”
La stessa concezione di “oriente” deriva da un’impostazione eurocentrica del mondo planisferico

La costruzione intellettuale dell’Occidente ha pertanto permesso di impostare uno studio “dell’Oriente”,


legittimandone un’immagine stereotipata

Aspetti dell’analisi di Said particolarmente rilevanti per la geografia:

1. Individuazione delle origini che hanno permesso lo sviluppo dell’orientalismo


- Nella letteratura di viaggio e nella documentazione ufficiale
- Nelle visioni geopolitiche eurocentriche
2. Enfasi sul contributo che una certa cartografia dualistica ha fornito allo sviluppo dell’orientalismo
3. Contrapposizione tra un occidente europeo, razionale, positivista e maschio contrapposto a un
oriente disordinato, inaffidabile, esotico e sensuale
4. Enfasi sulla gestione concreta e organizzativa dei territori che una certa visione del mondo ha
contribuito a diffondere à ha fornito i presupposti ideologici e culturali necessari alla promozione del
colonialismo e del dell’imperialismo

DIBATTITO SULLE POSIZIONI DI SAID

 PRO à Driver: cita l’opera di S. come esempio del contributo che la geografia ha saputo dare
GEOPOLITICA CRITICA
SAPERE CRITICO E GEOPOLITICA

Rilettura post strutturalista della geopolitica, filone di pensiero affermatosi nei primi anni Novanta
nella Geografia angloamericana ispirato in gran parte al pensiero di Foucault e Derrida

Assegnazione del primato all’analisi critica del problema della conoscenza e dei suoi rapporti con la
politica

 Presupposto della geopolitica critica: constatazione che le geografie della politica mondiale
NON sono il riflesso immutabile e inevitabile di una situazione oggettiva à sono il prodotto
del lavoro degli statisti, culturalmente e politicamente sostenuto da discorsi
 Tutte le geoscritture sono espressioni di una determinata realtà politica à produce
inevitabilmente effetti di natura politica

 Metodo adottato:

Geopolitica pre-strutturalista Geopolitica post-strutturalista


Analisi dei testi prodotti all’interno dai vari
Registrazione e analisi di una determinata contesti di geoscrittura
situazione geografico-politica Analisi delle tecniche adottate per realizzarli
Lettura specifica di una situazione geografico-
politica

 Obiettivo = sovvertire le pratiche discorsive della politica convenzionale, ponendo in


evidenza tutti i silenzi e tutte le costruzioni culturali che vengono di solito date per scontate e
su cui si basano tali pratiche à Il rifiuto dell’idea di realtà così come essa viene presentata
comporta immediatamente l’apertura di numerose vie alternative per leggere la politica
 La geopolitica critica disvela la dimensione politica delle espressioni geografiche
della politica

NON SI TRATTA DI SMASCHERARE SIGNIFICATI NASCOSTI, MA DI STUDIARE LE


RELAZIONI ESSENZIALI TRA SAPERE GEOGRAFICO E GESTIONE DELLA POLITICA
GLOBALE

 IL DISCORSO GEOPOLITICO E’ DI FATTO LA PRODUZIONE ATTIVA DI TESTI E MAPPE


CHE OFFRONO UNA VISONE DEL MONDO CHE VIENE DATA PER SCONTATA /
CONSIDERATA NATURALE
Rifiuto del concetto di realtà evidente riflesso nel:

- Rigetto della divisione del mondo in blocchi


- Attacco della lettura maschilista ed eurocentrica offerta dalle visioni geopolitiche tradizionali
- Denuncia del tentativo di nascondere la parzialità delle visioni geopolitiche (realizzata
attraverso la naturalizzazione dell’informazione geografica)
- Critica alla pretesa di collocare la figura del geopolitico in posizione esterna al mondo
- Costruzione dell’identità basata sulla rappresentazione dell’alterità à sulla spazializzazione
dell’altro
- Esplicitazione della natura politica del testo geografico (à non innocente)

LA GEOPOLITICA COME PERFORMANCE

CAMPBELL
Gli Stati sono GEOGRAFIA, STATO,
incessantemente costituiti
dalle loro stesse NAZIONE
performance rispetto a un
esterno, in opposizione al SPAZIO GEOGRAFICO E STATO TERRITORIALE
quale essi si definiscono e
Stato nazione = esito della spazializzazione della politica attraverso
possono considerarsi una
la griglia dello spazio geografico
identità
La carta è lo strumento che trasforma i luoghi in spazi, ma che ne
 La politica estera
parla ancora come fossero luoghi à la nazione è il substrato
rappresenta un
ideologico che trasforma lo spazio funzionale in spazio ideale
continuo tentativo
di costruire ciò che è STATO = esito di una serie di processi storici, sociali e politici
straniero, di relativamente recenti à che tuttavia dal momento che è parte di
immaginare cioè un mondo che diamo per scontato è molto difficile considerare
un’identità nella sua natura di prodotto, finendo per considerarlo invece alla
straniera rispetto stregua delle caratteristiche fisiche del territorio, e cioè come
alla quale il Sé dato, proprietà stessa del luogo
domestico appare
un luogo sicuro e
ordinato. La politica
STORIA DELLA FORMA DI GOVERNO DELLO STATO
estera consiste TERRITORIALE
nell’incessante
costituzione di un
confine che
produce una serie
di performance di
tipo politico per
avallare la propria
natura.
Corollari della

1. Europa medievale fortemente decentrata (multicentrica)


2. Quadro europeo a inizio Cinquecento = complesso tessuto di reti e rapporti gerarchici
diversi e intrecciati a più livelli
 Sacro Romano Impero e Papato: pretese universalistiche tuttavia mai realizzatesi con
sistematicità e capillarità nel territorio
 LIVELLO INTERMEDIO di relazioni feudali e commerciali à non scontato!
 Dominazioni minori (contee, ducati, rapporti vassallatici)

3. Lo stato nasce in Europa nel Seicento come modello geografico ideale di organizzazione
politica e come modello alternativo di organizzazione socioeconomica rispetto a quello
imperiale, sebbene con tempi e modalità diversi a seconda dei casi
 La crescita delle compagini statali è stata più rapida laddove erano meno resistenti le
strutture delle città stato (cfr. Germania e Italia, stati nazionali solo dall’Ottocento)

RAGIONI DELLA SCELTA DELLA FORMA GOVERNATIVA STATALE:

a. Rivoluzione ed evoluzione delle pratiche militari


b. Cambiamenti indotti dall’emergere del capitalismo come forma dominante all’interno del
quadro di rapporti economici tra sistemi politici
 Necessità di una NUOVA GEOGRAFIA DEL POTERE à la conquista del potere da parte della
borghesia necessitava di una teoria dello spazio tale da far coincidere realtà e ordine politico
= la geografia moderna finisce per considerare l’ordine territoriale alla stregua dell’ordine
naturale dello spazio fisico, sul presupposto che l’ordine della nascente società borghese
corrisponda all’ordine naturale delle cose

I FASE: STATO COME CONTENITORE DI POTERE

PRIMA DEL XVII SECOLO I TERRITORI FEDELI AL SINGOLO


L’idea dello Stato nasce SOVRANO ERANO SEPARATI SPAZIALMENTE TRA LORO e il
come risposta al bisogno di dominio esercitato da un signore DIFFICILMENTE RAGGIUNGEVA
un CONTENITORE DI CON CAPILLARITA’ E OMOGENEITA’ TUTTE LE PARTI DEL SUO
POTERE IN GRADO DI DOMINIO
FORNIRE UN MODELLO
 Ragione per cui non era infrequente che signori locali
INTERMEDIO TRA
esercitassero il potere effettivo sui territori in cui il dominio
POTERI UNIVERSALI
del sovrano era più debole
(Sacro Romano Impero e
Papato) e poteri territoriali
(città-stato e domini feudali
Solo nel XVI SECOLO il controllo politico e militare del territorio inizia ad essere esercitato in modo
più omogeneo, nel tentativo di costituire entità politiche compatte

 Tale tentativo troverà compimento nella forma statale = prima forma di governo che vanta
l’esercizio del proprio potere (militare e non) in maniera omogenea su un insieme
territoriale unificato e segnato da chiari confini

 La conseguenza sul piano geografico della nascita della forma statale è la


concezione topografica fondata sull’opposizione tra interno ed esterno
rigidamente definito
 La forma di governo statale presuppone una sovranità operativa in modo
rigido su tutto il territorio demarcato legalmente come Stato à la
combinazione tra sovranità e territorio crea una nuova forma di potere
associata a una nuova rappresentazione spaziale e temporale

Con il trattato di Westfalia viene sancito definitivamente il diritto di ciascuno


stato ad esercitare la propria sovranità sul proprio territorio in base al principio
per cui venne sancito il divieto di ingerenza negli affari interni di un altro Stato

Lo stato territoriale rappresenta una possibile soluzione alla mancanza di un ordine sulla scena
politica ma anche dal punto di vista della sicurezza militare à la rivoluzione prodotta dalle armi da
fuoco rende le mura della città obsolete come sistema protettivo e rende necessaria una base
territoriale solida e compatta, emancipata dalle forme di governo di carattere personale che si
erano diffuse in età medievale

II FASE: STATO COME CONTENITORE ECONOMICO

Nascita dello stato territoriale concomitante alla nascita e all’affermazione dell’economia capitalista
a livello globale à cambiamenti politici e militari accompagnati/prodotti da dinamiche di natura
economica, principalmente rivalità commerciali tra potenze europee

L’ESERCIZIO DELLA SOVRANITA’ HA COME PRESUPPOSTO LA POSSIBILITA’ DI COMPETERE


COMMERCIALMENTE CON GLI STATI RIVALI

Con l’etichetta di Stato


come CONTENITORE Le strategie e le reti commerciali, un tempo appannaggio delle
ECONOMICO si intende città-stato, diventano ora prerogativa dell’apparato statale,
che LO SPAZIO DI facendo di esso un’istituzione che porta avanti una serie di misure
PRODUZIONE E DI economiche mirate all’arricchimento del territorio
ACCUMULAZIONE DELLA
RICCHEZZA COINCIDE
CON LO SPAZIO
TERRITORIALE DELLO
STATO à la protezione e la
difesa dello stato vengono
estesi alla produzione e alla
protezione degli interessi
economici
Lo stato territoriale è il riflesso di una nuova concezione dei rapporti tra economia, sovranità,
territorio e conoscenza, nella quale affonda le sue radici la coincidenza tra geografia e cartografia.

Tre chiavi di lettura del rapporto tra spazio geografico e stato territoriale:

1. Problema dei modi della rappresentazione geografica fondamentale in un territorio che deve
trasformarsi in funzione delle nuove esigenze economico-militari à la misura dello spazio
geografico consente di ridurre la complessità del territorio e dei suoi processi alle
coordinate del modello adottato
UNA RAPPRESENTAZIONE ADEGUATA GUIDA LE DECISIONI OPERATIVE SULLA CARTA
2. Il territorio che si fa carta diventa il vero terreno della politica, si mostra come l’unico spazio
possibile, normalizza le proprie geometrie e le fa coincidere solo con l’interesse dello Stato
 La razionalizzazione del territorio permette di ragionare di spazi e luoghi come
separati dalla realtà e dalle persone che ci vivono
3. Lo spazio geografico della carta promuove una visione del pianeta che lo immagina diviso come
un mosaico composto da tanti tasselli, ciascuno dei quali caratterizzato da un certo grado di
omogeneità interna. Una rappresentazione tale non lascia spazio a un’altra partizione à
presenta il mondo come l’unico possibile à permette allo stato territoriale:
a. Di presentare l’ordine del mondo come “dato” e quindi immutabile, come fosse sempre
esistito
b. Di ridurre il mondo a misura delle proprie geometrie, di universalizzare la visione europea del
pianeta à crea il presupposto per la sua conquista

III FASE: STATO COME CONTENITORE CULTURALE E SOCIALE

In un primo momento, la sovranità è un dato di fatto, un attributo del sovrano garantito dalla
legittimità che gli proveniva dall’investitura di ordine divino.

Con le rivoluzioni francese e americana, avvengono cambiamenti epocali nel modo stesso in cui il
principio di sovranità viene presentato e rappresentato

Conseguenza:

1. il POPOLO è il nuovo detentore e la nuova fonte della sovranità, investito dell’unica vera
forma di legittimazione dello Stato

 La LEGITTIMITÀ dello stato non più scontata! Necessaria una costante CONFERMA, garantita
a) dall’elaborazione di un meccanismo di disciplina politica e militare che rappresenti la
presenza del controllo statale, comprendente:
 Leva militare
 Presenza di postazioni militari distribuite in maniera
selettiva ma capillare
 Rete di istituzioni che penetrano tutti gli ambiti della
vita
b) Dall’elaborazione di un apparato ideologico capace di mobilitare e alimentare il supporto dei
cittadini nei confronti dello stato à nazionalismo, ideale in grado di unire in modo
indissolubile il popolo

Le due rivoluzioni borghesi hanno portato a legittimare un discorso sulla nazione, contribuendo al
passaggio da stato territoriale di XVI-XVII secolo a stato nazione di secolo XVIII-XIX secolo

2. lo STATO è tutore del popolo in quanto garante dei diritti dei propri cittadini (non
paternalismo tipico del monarca verso i sudditi)

Es. nascita del welfare state come espressione della preoccupazione dello Stato verso i cittadini

 e anche garante del funzionamento della società, facendo in modo di impedire che si
presentino occasioni di frattura o di collasso dell’ordine sociale
- tribunali
- organismi di sorveglianza
- polizia

PROSPETTIVA CHE GIUSTIFICA IL MONOPOLIO DELLA VIOLENZA DA PARTE DELLO STATO

LA POTENZA DELLO STATO GLI PROVIENE PROBABILMENTE DALLA FUSIONE TRA DIMENSIONE
POLITICA, ECONOMICA, SOCIALE, E NAZIONALE

L’INVENZIONE DELLA NAZIONE


Cos’è la nazione? Ideale con una storia relativamente recente, categoria sociale politica,
implicitamente associata ai confini reali o potenziali dello Stato, modo specifico di costruire e
interpretare lo spazio sociale

Da dove nasce la nationess (il senso di appartenenza a una nazione)?

 Dalla lingua?
 Dalla religione?
 Dalla comune origine?

Smith: “nessun’altra visione ha mai impresso il suo marchio in maniera così pervadente e incisiva sulla
mappa del mondo e sul nostro senso di appartenenza”

 successo tale del termine nazione da averlo trasformato in un sinonimo di stato, in parte
dovuto al suo uso come abbreviazione della parola stato nazionale, con il suo conseguente
uso improprio
Connor: “il termine stato-nazione nasce allo scopo di metter in luce la differenza tra stato e
nazione. Nasce dal tentativo di descrivere un’unità territoriale politico-amministrativa i cui
confini coincidono con la distribuzione di un gruppo nazionale”

Assunti su cui si basa la visione del mondo creata dal successo dello stato-nazione:

1. mondo = mosaico di nazioni


2. capacità del mosaico di nazioni di esprimersi in stati nazione è possibilità di armonia e
ordine per il mondo
3. nazioni = aggregazioni sociali naturali e spontanee
4. nazioni = caratterizzate da omogeneità culturale derivante dalla condivisione dei padri della
patria
5. ogni nazione necessita di uno stato sovrano per esprimere la propria unicità culturale
6. nazioni dotate di un diritto inalienabile del territorio della patria
7. ogni individuo deve appartenere a una nazione
8. ogni individuo deve essere leale innanzitutto alla propria nazione

**** nel XIX SECOLO era


Due famiglie di teorie dei concetti di nazione e nazionalismo:
chiaro che a fare la nazione
era lo Stato, e il “problema A) scuola primordialista
della nazione” di cui B) scuola del costruttivismo sociale
dibatteva d’Azeglio era
molto diverso dal LA SCUOLA PRIMORDIALISTA: LA NAZIONE DISCRETA
“problema del
Tendenza a concepire l’appartenenza a una nazione come qualcosa
nazionalismo” che ci si
di primordiale, innato, proprio della natura umana à forma di
trovò a dover affrontare nel
attaccamento naturale e profonda, e per questo inestirpabile
XX secolo
Presupposto = ognuno di noi si porta con sé un legame derivato dal
 se a un certo
luogo di nascita, dalla parentela, dalla religione e dalla lingua è di
momento è
fatto sostengono la tesi per cui il nazionalismo sia in qualche modo
diventato
connesso con la propria discendenza, sebbene questa non sia
necessario
considerata essenziale per la definizione di un gruppo nazionale
enfatizzare il
principio di  L’UNICA VERA CONDIZIONE ESSENZIALE ALLA
appartenenza a una FORMAZIONE DI UN GRUPPO NAZIONALE E’ IL CREDO
nazione specifica, è CONDIVISO IN UNA COMUNE DISCENDENZA (che può non
in parte dovuto alla essere effettiva!)
necessità da parte
di chi ideò la nuova
geografia borghese
di CAMMUFFARE
LA DIMENSIONE
GEOMETRICA E
ARTIFICIALE DELLO
STATO CON VALORI
E PASSIONI tali da
È una definizione di nazione che non può fondarsi su dati oggettivi à ciò che conta non è la
scientificità delle premesse da cui parte, ma la natura di fenomeno di massa implicito nel
nazionalismo, che dà forza all’idea di appartenenza a uno stesso gruppo

à I primordialisti pertanto svalutano qualunque argomentazione che si rifaccia a parametri razionali

LA SCUOLA DEL COSTRUTTIVISMO SOCIALE: L’INVENZIONE DELLA NAZIONE

Idea che la nazione possa essere considerata una costruzione sociale e politica caratterizzata da una
specifica storia à concepiscono le nazioni come comunità immaginate e fondate sull’invenzione di
una tradizione nazionale

Rifiuto dell’idea che esista nelle persone una sorta di legame nazionale di tipo aprioristico e naturale

 L’esistenza della nazione è radicata nella modernità ed è comprensibile come il tentativo di


soddisfare una serie di specifiche esigenze dello stato territoriale moderno

Il fatto che la categoria di nazione venga percepita come qualcosa di esistente di per sé, come se
fosse una proprietà naturale, è dato dal fatto che si tratta di un prodotto di una cultura alta,
standardizzata, omogenea e promossa a livello centrale, nel quale la popolazione
volontariamente sei riconosce, in quanto unica unità di riferimento

COMUNITA’ IMMAGINATE
Esiste una fondamentale contraddizione nel concetto di nazione, dal momento che l’idea in sé non
trova reale applicazione nei fatti (es. esistono stati diversi abitati da parlanti della stessa lingua e stati
che contengono allo stesso tempo comunità parlanti lingue diverse), che rende difficile comprende
come sia possibile che tale concetto si sia affermato con la forza di cui ora gode nell’immaginario
collettivo internazionale, e che sia percepito come un modo di percepire l’appartenenza alla
comunità come qualcosa di congenito, sebbene non ci sia nulla di scontato né di dato nel senso di
partecipazione collettiva che caratterizza le comunità nazionali

ANDERSON
1. che
“ciò Uno dei fattori
permette che hanno
la propria permesso
percezione lo sviluppo
di membri dell’idea
di uno di nazione
stesso gruppo è la èconvinzione
la DISGREGAZIONE DELLE VISIONI
stessa di esserne parte,
UNIVERSALISTE
più che PRODOTTE
una caratteristica E ADOTTATE
effettivamente DALLE
posseduta daCOMUNITÀ RELIGIOSE
tutti i membri e capaci diche nelle epoche
trasmettere loroprecedenti
il senso di
avevano avuto un ruolo culturale e politicocomunione”
di spicco e sostanzialmente egemonico à in Europa la nascita
del nazionalismo è contestuale alla crisi delle concezioni religiose del mondo, come se l’uomo dell’età
Per questo
 moderna si riferisce
abbia sentitoalle nazionidi
il bisogno come comunità
sviluppare immaginate,
un ideale capacedal momentolache
di sostituire l’elemento
visione di collante
del mondo che la
è rappresentato
religione solamente
gli proponeva da quali
e nelle un ideale
non sicomune
riconosceva più
 LA NAZIONE EMERGE COME UNA SORTA DI RELIGIONE SECOLARE, DANDO VOCE AL BISOGNO
“tutte le comunità di dimensione maggiore a quelle dei villaggi primordiali sono sostanzialmente comunità
UMANO
immaginate. DI CONTINUITÀ
Le varie comunità sonoRISPETTO AL PASSATO,
tutte in qualche UNENDO
modo, quindi, IDEALMENTE
artificiali, e pertanto ilPASSATO
criterio da adottare per
IMMEMORABILE E FUTURO SENZA LIMITI
NAZIONALISMO BANALE E
SPAZIALIZZAZIONE DELLA MEMORIA

ANDERSO
SPAZIALIZZAZIONE DELLA MEMORIA
N Processo che affonda le sue radici nell’invenzione della tradizione =
tentativo di rispondere alla necessità per cui alla base dell’idea di
NAZIONALISMO
nazione deve essere postulata l’esistenza di un comune passato
BANALE
glorioso e condiviso, fondata su
= miriade di situazioni nelle
quali la nazione viene - La permanenza storica di un popolo in un determinato
sbandierata nel corso di territorio (spazio)
una normale giornata - La continuità storica del popolo (tempo)

Secondo Anderson, il La dimostrazione della continuità permette di giustificare il primato


nazionalismo non si di un popolo sullo spazio a cui è associata l’idea di nazione.
esprime soltanto attraverso
La spazializzazione della memoria consiste nell’associazione di
le fiammate nazionaliste
certi paesaggi e luoghi a elementi costitutivi di quella tradizione
che si verificano con
nazionale che una certa elite politica ha contribuito a creare, con la
maggior frequenza in
funzione di concretizzare i fondamenti della legittimazione
corrispondenza delle crisi
nazionale, dal momento che determinati paesaggi
internazionali, ma è un’idea
costantemente rimarcata 1. Forniscono conferma materiale della veridicità della
da messaggi quasi versione ufficiale della storia nazionale
subliminali costantemente 2. Sono spazi simbolici per la coscienza nazionale in virtù della
presentati sotto gli occhi di loro interpretazione all’interno di una specifica visione del
tutti, che mirano a passato
presentare come scontata
ed eterna l’appartenenza a  Per questo la mappatura e la conservazione di tali paesaggi
una nazione è strettamente associata alle dinamiche del più generale
processo di costruzione della memoria storica collettiva
 È quindi scorretto
rispetto alla quale tutti i membri della nazione sono
ritenere che il
costretti a collocarsi
nazionalismo sia un
fenomeno da Nb. In parallelo a questo processo di costruzione dell’identità
relegare a realtà nazionale si assiste al processo di disintegrazione degli elementi
esotiche, perché,
sebbene non
vengano
considerate tali,
anche le
democrazie
che potrebbero avallare una versione alternativa della storia à processo di disintegrazione di altre
fonti di identità

E’ importante sottolineare però che questi processi non avvengono mai senza essere accompagnati
da una qualche forma di contestazione

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