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Introduzione

1. Geografia delle ossa e del fiore


Nel Piccolo Principe traspare un’immagine della Geografia come un sapere non legato al
cambiamento, ma alla stabilità, (ciò che non cambia e che rimane sempre uguale a sé stesso). 


- Lo troviamo nell’affermazione del geografo che afferma che i libri di Geografia sono eterni
(è molto difficile che una montagna si sposti e che un oceano si prosciughi). 


- A questa visione di una geografia statica, il Piccolo Principe contrappone una geografia
dell’effimero, del fiore, qualcosa che non è eterno, ma è destinato ad avere una vita
breve. 


NASCONO DUE VISIONI DELLA GEOGRAFIA:


1. Una Geografia delle ossa, per citare Dematteis, qualcosa che rimane, che è statico (quando
un vivente ha esaurito il suo ciclo vitale, le ossa sono l’ultima cosa che rimane)


• legata al sapere mnemonico e all’ubicazione delle cose


• Si ragiona con una logica paratattica, cioè che assegna a ciascuna cosa un proprio
posto;


• un inventario di fenomeni, di oggetti, di cose che si trovano in un luogo preciso


della Terra che possiamo indicare su una mappa

2. Geografia del fiore, qualcosa nel momento stesso in cui lo strappo dal terreno in cui è nato,
lo sto condannando alla morte. 


• Geografia non intesa come disegno del mondo, ma come scrittura.

• La scrittura è un gesto e rimanda a un sapere critico

• non si limita a domandarsi dove è questo, ma si interroga sulla natura di questo


“dov’è?”.
• Ci domandiamo il perché succede un determinato fenomeno.

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Logica della mappa


1. La mappa risponde a una logica paratattica,


2. In contrapposizione c’è la logica liminare, in quanto vede lo spazio come qualcosa che
ricompone e si modifica continuamente.

La mappa è un disegno che fissando la realtà la falsifica;

- Una nostra vecchia di fotografia di dieci anni fa, è vera perché siamo noi, ma al tempo stesso
oggi è superata, siamo cambiati, ci siamo trasformati. 


- PERÒ la mappa fotografa un momento della realtà, ma non riesce a rendere conto del
cambiamento della realtà. Quindi, la mappa è uno strumento efficace (vd. video Franco Farinelli
in materiale didattico).

In sostanza


1. la prima faccia è quella che dà le certezze, la stabilità. 


2. La Logica liminare è la rappresentazione del mondo con un carattere dinamico,


processuale, conflittuale, che on può essere rappresentato come una mappa.

COSA È LA GEOGRAFIA?

Quindi, la Geografia è una scienza doppia, un sapere che tiene conto di queste due
caratteristiche del mondo

1. da un lato le permanenze e la stabilità, il paratattico, ciò che rimane e ciò che ha un posto, 


2. ma al tempo stesso la scrittura del mondo, ovvero la trasformazione, i flussi, i processi che
modificano la realtà nella quale viviamo.

Dobbiamo sempre riuscire a mettere insieme questi due aspetti.

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2. La parabola della Geografia tra Sette e Ottocento
Vediamo la parabola della Geografia tra 700 e 800.

Per comprenderla dobbiamo ricordare che la parola Geografia ha due significati .

- Noi possiamo distinguere tra storia e storiografia, possiamo distinguere tra l’oggetto e la
narrazione di questo oggetto, oppure pensate a società e sociologia. 


- La parola geografia invece comprende l’oggetto e la narrazione di questo oggetto.



Quindi la parabola tra sette e ottocento indica il sapere geografico, la scienza geografica,
la disciplina con sempre la stessa parola.

Come vedete questa parabola vede tre momenti:

1. La GEOGRAFIA DEL COMPASSO rappresentata dalla mano che regge lo strumento,

2. Qualcosa cambia e abbiamo la GEOGRAFIA DEL FIORE.


3. GEOGRAFIA DEL FUCILE

Sono 3 geografie diverse, sia ideologicamente che politicamente.

3. Geografia del compasso (dipinto di Vermer)


Prendiamo in esempio tre dipinti realizzati tra 600 e 700, che rappresentano, in tutti i casi, un
geografo. Abbiamo:


• il dipinto di Verner “Il geografo",

• un dipinto di Jan Verkolje “Ritratto di Anthonie van Leeuwenhoek”

• e uno di Geneviève Brossard de Bealieu “Ritratto del conte Jean-François de Galaup de


la Pérouse”.

ANALISI DEI DIPINTI

Sono vestiti in maniera diversa e gli ambienti in cui sono raffigurati sono diversi, però notiamo
una serie di caratteristiche comuni,

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- l’utilizzo del compasso che è peculiare e contraddistingue il geografo; è uno dei suoi
strumenti di lavoro.

- Alcuni di questi indossano dei vestiti militari, questo ci suggerisce che spesso il cartografo
è un militare, un dipendente dello Stato. 

Indossa una divisa ed è un ufficiale dell’esercito.

Inoltre tutti questi personaggi sono ritratti nel chiuso del loro gabinetto scientifico.

- Non sono viaggiatori


- sono statici, sono soggetti che stanno fermi in un ambiente chiuso e circoscritto

SIGNIFICATO DELLA GEOGRAFIA DEL COMPASSO

Geografia del compasso vuol dire che nel 600-700 i geografi sono geografi di stato, geografi
del re, cioè sono uno strumento di governo del potere aristocratico feudale.

I geografi offrono una rappresentazione politica della Terra e mostrano come la superficie della
Terra sia divisa in partizioni politiche, cioè in regioni, in Stati che sono amministrati da un
potere. 


- Nel 700 dire geografo significa dire cartografo, 



(non esiste nelle lingue europee la parola ‘cartografo’, ma questa parola sorge soltanto nel
19esimo secolo, nell’800). 


- Il geografo del re realizza delle mappe che sono la rappresentazione grafica, iconica,
visiva del potere del re; 


- N.B.

L’unico modo per dare visibilità e rendere percepibile la dimensione e i confini di uno Stato è
trasformarlo in un oggetto cartografico.

3.1. La funzione della mappa


Hanno un’importante funzione politica,

- il geografo permette di rendere visibile, dare una forma materiale a qualcosa che di per sé
non ha una forma materiale, lo Stato.

Perché il re ha bisogno di vedere il proprio Stato? 


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1. conoscere l’estensione della propria giurisdizione

2. Il territorio sarebbe uno spazio in cui c’è qualcuno che ha la forza di incutere paura negli
altri. La mappa permette di creare tutta una serie di operazioni, fissare un’identità, cioè
stabilire fino a dove è Francia e creare un’idea d’identità, di appartenenza a un territorio
nazionale.

La mappa non è mai uno strumento semplicemente riproduttivo della realtà, ma la mappa è anche
una rappresentazione ridotta della superficie della Terra, distorce e crea una certa idea del
mondo.

- La mappa ha sempre un contenuto ideologico, non è mai uno strumento neutro


(seleziona una serie di informazioni per tralasciarne altre).

Nel 500-600-700 si discute sul modo in cui si può definire il potere di un monarca e di un
sovrano, come faccio io a definire fin dove arriva il mio potere? 


- Alcuni sostengono che il potere del sovrano arrivi fin dove arriva la gittata dei suoi
cannoni.


- Il potere politico è identificato con la capacità di annientare e distruggere, di far paura e


di incutere terrore.

- Invece, con la mappa posso stabilire fin dove arriva il potere del sovrano.

Capite l’importante funzione dell’aristocrazia nel 700, il potere aristocratico feudale coincide con
la mappa che è un rispecchiare di questa visione politica del mondo.

REGIONE
Il termine regione deriva da rex, il territorio è sempre uno spazio gestito e controllato da
qualcuno che ha il potere. 


L’utilità della mappa è, quindi, quella di dare visibilità allo Stato, cioè a qualcosa che di per sé
non è un oggetto visibile e poter definire quelli che sono i confini dello Stato e permettere al re di
capire fin dove si estende la sua sovranità. 


- Quindi abbiamo questa coincidenza tra Geografia dello Stato e Geografia di Stato. 


- Coincide perché chi produce queste mappe è un’emanazione del re, dello Stato, un
funzionario del re. È una geografia dello Stato perché l’oggetto della rappresentazione
cartografica è lo Stato, la descrizione del mondo si identifica con la descrizione politica del
mondo.

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4. La Geografia del fiore
Contrapposta alla geografia del compasso, abbiamo la Geografia del fiore, la geografia borghese
di cui Alexander von Humboldt è il rappresentante.

Tra 700 e 800, c’è il grande scontro politico e sociale tra la borghesia e il vecchio regime.

- La Borghesia vuole sostituire le vecchie forme del potere, l’Ancient Regime, con
nuove forme. 


- Tra Borghesia e vecchio regime c’è uno scontro ideologico fortissimo.

RICORDA…
1. l’ideologia del mondo feudale è un’ideologia verticale, cioè è legata al censo, alla nascita;

2. la Borghesia porta avanti un’idea di mondo orizzontale, legata al concetto di merito: se tu


non sei un aristocratico, non vuol dire che non possa avere delle capacità che debbano
essere portate a maturazione.

PERCHÉ GEOGRAFIA DEL FIORE?

Alexander von Humboldt è sempre ritratto all’aperto a differenza dei suoi predecessori e il fatto
che venga ritratto all’aperto lo rende un viaggiatore. 


- Humboldt viaggiò molto senza farsi finanziare da nessuno

Inoltre non regge in mano un compasso, ma regge in mano un fiore che si chiama Meriana
Speciosa e che è originario della Colombia, fiorisce oltre 1800 metri d’altitudine.

- Significa che il sapere geografico rifiuta l’identificazione con la cartografia. 


- Humboldt non è un cartografo. 



Per conoscere il fiore, devi viaggiare e andare proprio in quel posto. 


- Si contrappone alla visione precedente

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GEOGRAFIA BORGHESE

Anche se Humboldt è un aristocratico, è il tipico rappresentante di una Geografia borghese.

Emergono gli interessi della Borghesia che mira a una determinata rappresentazione del mondo 


1. sfocia nelle carte geografiche fisiche,


2. nella rappresentazione del mondo in cui non compaiono gli Stati.

PERÒ la rappresentazione cartografica soltanto fisica è anche politica.

- Nel momento stesso in cui Humboldt fa disegnare delle mappe del mondo che non sono
fatte come quelle in precedenza, apparentemente non sta facendo politica, 


- Ma in realtà la sta facendo, perché sta dicendo che un altro modo di rappresentare il
mondo esiste, oltre a quella del vecchio regime.

CARL RITTER

Carl Ritter è l’altro grande fondatore della geografia borghese

- lui è rappresentato non più nel chiuso,

- non ha un compasso, ma neanche un fiore,

- ha una matita e un album da disegno. Non più la mappa, ma il bozzetto;

Nasce quindi una visione pittorica. 


- PRIMA: descrivere il mondo significava misurarlo e trasformarlo in una mappa,

- DOPO: Humboldt e Ritter rifiutano questa identificazione, quindi c’è il rifiuto


dell’identificazione tra descrizione e misurazione.

Humboldt, che vive all’inizio dell’800, riesce a coniugare questa visione romantica del
paesaggio con una visione scientifica. Quindi questa contrapposizione si può riassumere nella
contrapposizione tra 


1. visione cartografica (Canaletto, ‘Veduta di Venezia’ XVIII sec.- precisione ed esattezza)

2. visione romantica (Casper David Friedrich, ‘Monaco in riva al mare’ 1810 circa – mostrare
uno stato d’animo, una sensibilità, un’emozione).

La Geografia ha bisogno di entrambe le visioni.

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MAPPA E VISIONE ROMANTICA

Possiamo contrapporre

1. la cartografia, la mappa, realizzata da César-François Cassini.

2. la visione romantica, il Viandante sul mare di nebbia di Friedrich.

Esistono tre differenze tra questi due visioni:


PRIMA DIFFERENZA

1. Con la mappa abbiamo abbiamo la visione dall’alto che contraddistingue la carta geografica
moderna


2. Con la visione romantica una visione orizzontale, una visione tipicamente paesaggistica.


Il concetto di paesaggio nasce nel 1336, quando Francesco Petrarca compie una famosa
ascensione del monte ventoso e, con questo gesto, Petrarca è uno degli inventori della
modernità (non inventa la parola, perché questa nascerà successivamente, piuttosto inventa il
tipo di esperienza).


Porta avanti un gesto tipicamente moderno che non troviamo tra gli autori greci e latini:

- contemplare il monte per il gusto di guardarlo, guardare la natura per il puro gusto di
contemplarlo, in maniera disinteressata.

- Non abbiamo testimonianze di autori greci e latini che l’abbiano fatto prima.

SECONDA DIFFERENZA

1. la mappa è silenziosa, non ci restituisce gli odori, i sapori, il tatto e le sensazioni, la mappa
rende il carattere sinestetico del mondo; 


2. il viandante prova delle sensazioni termiche (il caldo, il freddo, il rumore del vento) etc.

TERZA DIFFERENZA


1. la mappa ha una visione statica e ferma del mondo, 


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2. il viandante per arrivare in quel punto ha dovuto muoversi, camminare e abbiamo una visione
odeporica, in movimento, in cammino, in viaggio. 

Questo ci riporta alla distinzione tra il geografo cartografo del 700 e quelli critici come
Humboldt o Ritter.

IN SOSTANZA…


La contrapposizione tra la visione cartografica e la visione romantica esprime la


contrapposizione tra le due anime della geografia:
- la Geografia della fissità

- la Geografia del cambiamento.

La Geografia è un sapere ambiguo, un sapere doppio. La mappa e il paesaggio sono due visioni
diverse della Geografia.


Abbiamo due visioni antitetiche, che convivono nel sapere geografico.

5. La geografia del fucile


La parabola della geografia tra Sette e Ottocento si conclude con la figura di Georg
Schweinfurth (1836- 1925), autore di Nel cuore dell’Africa. Tre anni di viaggi ed avventure
nelle regioni inesplorate dell’Africa centrale (1874), 


- In cui racconta del suo viaggio nelle regioni inesplorate dell'Africa centrale compiuto tra il
1868 e il 1871


- L’opera ebbe un ruolo importante nella costruzione dell’africanismo, vale a dire nella
rappresentazione che i paesi europei elaboravano in quegli anni dell’Africa subsahariana

Dopo la riunificazione del Reich (1871), la fase successiva sarà esplicitamente caratterizzata

1. Dalla produzione di progetti coloniali consapevoli


2. dall'alleanza tra valori scientifici e valori economici del viaggio esplorativo 

(con la triade: scienza-capitalismo- esplorazioni).

Perciò il testo di Schweinfurth segna davvero un momento chiave nella storia del processo
coloniale tedesco perchè

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- il suo ruolo nella costruzione dell"africanismo", vale a dire la conoscenza scientifica
che i paesi europei stanno cercando di elaborare dell'Africa subsahariana è
fondamentale

RITRATTO DI SCHWEINFURTH

Il suo ritratto incarna meglio di ogni altro lo spirito di quell’epoca nel quale Schweinfurth è
pienamente immerso

1. sguardo fiero


2. Il fucile posato per terra e stretto in mano


3. in un angolo – a terra – i quaderni con gli appunti e gli esemplari della flora africana raccolti
durante il viaggio (come Humboldt, al quale viene paragonato dai propri connazionali,
Schweinfurth è un botanico)

FIGURA DEL FUCILE: Il fucile non come un elemento secondario, accessorio bensì come il
necessario complemento dell’equipaggiamento e dell’identità del geografo-esploratore.

IN SOSTANZA…

il fucile in Schweinfurth


1. dal punto di vista iconografico richiama la pericolosità del suo viaggio di esplorazione,


2. Poi apparenta la sua figura di geografo più a quella di un militare che all’uomo di scienza
nel senso classico del termine

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