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(il riassunto riunisce: gli appunti presi a lezione, le slide, il libro “Geografia generale. Un’introduzione” di
De Vecchis, i vari documenti forniti dalla docente e il cap.4 della parte III della monografia “Schiavoni,
viaggiatori, emigranti”)
(lezione 29/09)
“La geografia è una scienza che arricchisce l’uomo insegnandogli a guardare il territorio (vicino e lontano),
decodificarne i segni, leggere talune sue immagini sintetiche, capirne la capacità d’uso, rispettarne le culture così varie
La geologia si occupa della struttura e morfologia della terra nella sua dimensione fisica, invece la geografia vede
come la terra si è rapportata l’uomo e come l’uomo ha costruito la sua società nella terra. La geografia si occupa
anche delle culture, non solo del territorio. La geografia studia la relazione uomo-ambienti. La geografia non è solo
una scienza descrittiva, ma interpretativa e prospettica. Il termine viene dal greco e significava descrivere la terra, in
modo analitico e illustrativo. Nel 900 la geografia è diventata una scienza interpretativa, cioè analizza la relazione tra
gli uomini e la terra e per questo consente anche di capire cosa si può cambiare. L’interpretazione permette di andare
a fondo, capire cause e conseguenze e quindi cambiare. La geografia oggi interviene nel cambiamento. Es. il cattivo
tempo causa molti danni nelle regioni italiane, quindi la geografia collabora con altre scienze per ridurre questi danni
(es. frane). Ecco perché è prospettica, cioè permette di cambiare e migliorare la relazione tra uomo e ambiente.
La geografia esisteva anche prima di nascere come scienza. Ci sono delle scienze che sono solo legate ai testi; la
geografia non è solo nei libri, ma serve nella vita comune per orientarsi e muoversi nello spazio. Descrivere la terra
serve a potersi muovere nel territorio. L’uomo primitivo infatti aveva già una sua geografia, cioè acquisiva nel tempo la
capacità di muoversi nel territorio e gestirlo. La geografia si è evoluta e occupata di diverse cose.
Compito dell’insegnante è verificare se i bambini sanno orientarsi nei propri spazi e servirsi di essi. La geografia
Il ruolo degli studi è dare consapevolezza agli aspetti inconsci, farci comprendere i limiti, aiutare l’uomo a migliorare il
Esiste una relazione tra geografia e filosofia. Quando la geografia non è stata più qualcosa di empirico e
inconsapevole, si è sviluppata una maggiore consapevolezza e la geografia è nata proprio in relazione alla filosofia. I
filosofi dell’archè volevano spiegare l’origine del mondo e quindi hanno iniziato a riflettere sulle caratteristiche della
geografia. Uno di loro è Anassimandro (VII secolo a.C.), considerato l’autore della prima carta geografica. È una carta
in cui si trova l’Europa, la parte settentrionale dell’Africa e l’Asia. La terra viene presentata come tonda e piatta, divisa
La geografia è nata in seno alla filosofia e insieme ad essa è nata la cartografia. La cartografia è la disciplina che si
occupa della costruzione delle carte; l’uomo comincia ad avere bisogno di costruire delle carte per potersi spostare da
un territorio all’altro.
Già gli uomini primitivi incidevano dei percorsi per potersi spostare.
Eratostene è il primo a scrivere nel III secolo a.C. un’opera intitolata “Geografia” in cui descrive gli ambienti.
Con Strabone nel I secolo a.C. si inizia a parlare di geografia umana, cioè analizza la relazione tra uomo e ambiente.
Tolomeo tra il 100 e il 175 d.C. scrive un’opera intitolata “Geografia” in cui inizia a costruire carte tramite calcoli
matematici, inizia a parlare di coordinate come longitudine e latitudine per costruire carte esatte.
I romani non ci hanno lasciato grandi opere di geografia, si sono occupati soprattutto di percorsi e cartografia.
Nel Medioevo c’è il disprezzo della terra perché l’interesse dell’uomo si concentra su Dio; nelle carte rappresentano
l’idea di inferno e paradiso. I medievali rappresenta il mondo dal punto di vista religioso e quindi hanno dato poco
La rinascita della geografia avviene con umanesimo e rinascimento perché in questo periodo vengono riscoperti e
studiati i testi classici, tra cui quelli dei filosofi greci. Viene quindi riscoperto il piacere della geografia come scienza,
I viaggi consentono di scoprire nuove terre e quindi rappresentarle nelle carte per consentire agli altri di ripetere quei
viaggi. Colombo scopre l’America, pensa di poter arrivare alle Indie perché la terra è tonda. Nel 600 nasce la scienza
moderna, con Galileo e Bacone e più avanti Newton. Questa attenzione per gli studi sperimentali da vantaggi anche
alla geografia perché più l’uomo illustra e guarda ciò che ha intorno, più la geografia si sviluppa come scienza.
Philipp Cluver è considerato il fondatore della geografia storica perché si è dedicato alla descrizione del paesaggio dei
tempi classici.
Varenio nel 600 scrive un’opera intitolata “Geografia generale”; si tratta di un’opera in cui inizia a delineare la
geografia come scienza, a stabilire regole (parlare di clima, morfologia terrestre, caratteristiche di montagne e fiumi
ecc.). Varenio dà indicazioni su come descrivere un territorio in modo sistematico. Si ha inoltre sempre più
Botero getta le basi della geografia politica, cioè si occupa di come lo studio del territorio consente di veicolare la
politica di quel territorio. C’è quindi una relazione tra ambienti e situazioni politiche.
Sempre nel 600, grazie agli studi sperimentali, si afferma la GEODESIA, cioè la scienza che si occupa della misurazione
Kant assegna alla geografia un ruolo fondamentale: essa è funzionale alla formazione del cittadino del mondo; questo
concetto di cosmopolitismo era proprio dell’illuminismo. Quello che asserisce Kant a fine 700 è valido anche oggi.
Conoscendo territori diversi, accettiamo l’esistenza di culture diverse e quindi ci comportiamo da cittadini del mondo
e non di un luogo, si riducono quindi le discriminazioni. Nell’introduzione all’opera “Geografia fisica” Kant scrive che
essa insegna a conoscere “l’officina della terra”, permette dunque una visione globale della natura e si lega a varie
Durante l’Illuminismo i nuovi studi portano a legare la geografia alla statistica, una nuova scienza che dalla Francia si
propaga in Europa. Nell’ Enciclopedie troviamo la definizione di geografia come “descrizione della terra”. L’interesse
degli illuministi per la natura e l’agricoltura porta alla diffusione della geografia fisica.
Nell’Italia meridionale, a Napoli, Antonio Genovesi con un gruppo di studiosi molisani, da una spinta allo studio della
geografia nell’Italia meridionale. Genovesi riprende la lezione di Kant e dell’illuminismo. È famoso anche per essere il
primo ad aver dato le basi della scienza dell’economia e sarà il primo a ricoprire la cattedra di economia a Napoli. Nei
suoi studi di economia valorizza anche la geografia perché ritiene che sia fondamentale per la formazione di un
cittadino e per governare un territorio. In “Elementi di fisica sperimentale” che pubblica per gli studenti universitari,
da spazio a varie discipline e anche alla geografia; da le prime cognizioni geografiche. Nel suo volume più importante
“Lezioni” Genovesi si rivolge a chi governa l’Italia meridionale e afferma che se non conosciamo il territorio e le sue
ricchezze non possiamo migliorarlo e consentire il suo sviluppo economico e sociale. Genovesi coglie il concetto
attuale di geografia, cioè una scienza che sia utile all’uomo nel tempo. Solo se conosciamo un territorio possiamo
consentirne lo sviluppo e colmare le sue difficoltà. Da queste opere di Genovesi derivano una serie di interventi nel
mezzogiorno:
-officio topografico
Passi avanti si realizzano anche nella cartografia: Cesare Francesco Cassini progetta la carta topografica della Francia.
NELL’800
Nell’800 Alexander von Humboldt scrive un’opera in 5 volumi “Kosmos” in cui inizia a cogliere la relazione tra clima,
popolazione, economia e commercio. Un clima arido ad esempio determina problemi per l’agricoltura. Fornisce i primi
criteri di analisi della geografia, come il concetto di casualità, la localizzazione, la distribuzione dei fenomeni spaziali e
la reciprocità.
Karl Ritter si interessa alla relazione tra i gruppi umani e i territori. Considera questo rapporto secondo un disegno
provvidenziale in quanto religioso, ma nello stesso tempo intuisce l’importanza della dimensione spaziale e temporale
nella geografia e della metodologia rigorosa che deve esserci nell’analizzare la relazione uomo-natura.
Friedrich Ratzel si sofferma sulla relazione stretta che c’è tra ambiente e società: ambienti poveri daranno come
conseguenza che chi li vive è una comunità povera; la comunità si arricchisce se il territorio è ricco (es. Pianura Padana
favorevole all’agricoltura per territorio, fiumi e clima). Questa di Ratzel è una visione deterministica. Ma non è proprio
così perché se vediamo ad esempio il territorio dove vive il popolo di Israele, la Palestina era un territorio molto
povero ma adesso parte del territorio è stata irrigata tramite strutture artificiali e questo ha consentito di migliorare
l’agricoltura. La comunità è influenzata dall’ambiente, ma questa influenza non è sempre determinabile perché se la
comunità si impegna può cambiare le condizioni ambientali e quindi la relazione con l’ambiente. Ratzel è il fondatore
dell’antropogeografia; il suo limite è appunto quello di aver considerato la relazione uomo-ambiente come
Vidal de la Blanche invece rinnova gli studi geografici perché supera il determinismo; afferma cioè che la comunità
può avere a sua disposizione più possibilità che vanno a modificare il rapporto con l’ambiente, a seconda di quale
mettono in atto nella gestione dell’ambiente in cui vive (non determinismo ma possibilismo). Egli inoltre si occupa dei
generi di vita, cioè vede come i gruppi umani con le loro tradizioni vivono nei vari ambienti. De la Blanche è
considerato il fondatore della geografia moderna. Questa impostazione valorizza due concetti importanti per la
geografia: il concetto di paesaggio, come insieme dei tratti materiali e immateriali di un territorio, e il concetto di
NEL 900
La geografia si è affermata come scienza della descrizione della terra nei suoi tratti fisici e nella distribuzione della
presenza umana. Lucio Gambi a metà 900 mette in crisi l’impostazione vidaliana in quanto egli afferma che l’analisi del
genere di vita fosse poco adeguato a esaminare società evolute. Gambi individua 3 diversi ambiti nella geografia:
Aggiunge inoltre che occorre modificare la metodologia a seconda dell’ambito geografico analizzato e coglie la stretta
relazione tra geografia e storia. Secondo Gambi compito del geografo non è solo quello di descrivere la terra, ma
Nel 900 diversi studiosi avvertono l’esigenza di rinnovare la geografia e si sviluppano diversi indirizzi della geografia
moderna:
-INDIRIZZO IDIOGRAFICO
-INDIRIZZO QUANTITATIVO
-L’INDIRIZZO STORICISTICO-MARXISTA
L’autore più rappresentativo è Richard Hartshorne, geografo statunitense, per il quale la geografia studia le peculiarità
di ogni luogo tramite una metodologia chiara e sistematica, quindi è al pari delle altre discipline scientifiche.
Matematica e fisica sono scienze che danno delle leggi, nate dall’osservazione e dalla sperimentazione. Secondo
Hartshorne la geografia non può dare leggi certe perché ciò che è valido in un territorio, non lo è in un altro ambiente.
-osservazione
Per Hartshorne la terra è la casa dell’uomo, quindi la geografia è la scienza che studia la relazione uomo-terra e non si
appiattisce sulla geologia, che studia invece solo la natura. La geografia, secondo Hartshorne, cerca di descrivere e
interpretare il carattere mutevole, da luogo a luogo, della terra, concepita come il mondo dell’uomo.
È un filone nato negli anni 50-60 del 900 e vuole portare nell’ambito geografico elementi matematici e statistici; va a
quantificare i fenomeni, e da qui il nome “neoquantitativo”. Un grafico ad esempio mi permette in maniera immediata
di quantificare un fenomeno. Questo indirizzo ha cercato di rendere la geografia più efficace, un’interpretazione e non
solo una descrizione, attraverso altre discipline: matematica, statistica e economia. Es. va a misurare il numero di
Questo indirizzo ha avuto largo consenso nei paesi di cultura anglosassone, dove è stato denominato “new
geography”.
La differenza rispetto all’indirizzo precedente sta nel fatto che secondo Hartshorne il geografo deve osservare e
raccogliere informazioni qualitative per ricostruire la realtà, invece secondo questo nuovo indirizzo neoquantitativo
In questo indirizzo rientra il geografo italiano Turco. Turco afferma che sono importanti per la geografia le procedure
metodologiche statistiche e matematiche e i modelli in quanto essi permettono di stabilire una norma e anche di
Con questo indirizzo la geografia si apre ad altre discipline: sociologia e psicologia, si va nella soggettività. Ci si rende
conto che può essere importante studiare la percezione che ognuno di noi, come singolo o come gruppo, ha dello
spazio. Noi in base alle nostre esperienze formiamo delle immagini nella nostra mente. Questo indirizzo vuole mettere
a fuoco i comportamenti umani, studiando i concetti e le immagini che gli uomini elaborano del mondo reale.
Ad esempio Lynch ha fatto uno studio su come gli uomini percepiscono la vita nelle grandi metropoli americane ed è
emerso che ognuno ha delle immagini mentali che differiscono a causa di: età, esperienze, scolarizzazione,
provenienza sociale.
Tolman nel 1948 con uno studio mette in evidenza come ciascuno di noi crea degli schemi mentali percettivi delle
Questo indirizzo si afferma prima negli Stati Uniti e poi in Francia e vede il territorio come luogo di conflitti politici.
Sostiene che ogni trasformazione che avviene in un luogo ha una valenza storica, è l’esito di un conflitto sociale. Ad
esempio per capire come si è modificata l’agricoltura di un territorio bisogna andare a studiare la storia di quel
territorio e della sua società, i conflitti, le scelte fatte, le ideologie e così via. Per l’analisi di un territorio diventa
importante quindi la relazione con i fatti storici e sociali. In virtù di questo filone si è visto sempre più il collegamento
tra storia e geografia, tra dimensione temporale e spaziale, in quanto la storia consente di pianificare il cambiamento
di un territorio.
Sostenitore di questo indirizzo è Harvey. Secondo Harvey gli altri indirizzi geografici non sono in grado di spiegare i
problemi presenti nella società e per questo bisogna cambiare impostazione. Sono quindi stati avviati diversi studi sul
rapporto tra fabbrica e città, sui contrasti tra gruppi sociali, sui problemi ambientali. Questo indirizzo considera la
geografia come la scienza che collabora alla pianificazione territoriale e che consente di dare una risposta ai problemi
5) LA GEOGRAFIA CULTURALE
È un approccio che analizza in ogni territorio come vivono gli uomini e che cultura hanno. La cultura comprende
qualsiasi oggetto che l’uomo produce: es. l’aratro creato dall’uomo per l’agricoltura. Si vanno quindi ad analizzare le
tradizioni, gli strumenti usati dall’uomo, gli interessi ecc. La geografia in questo modo ci fa vivere come cittadini del
A segnare l’inizio di questo indirizzo è il saggio pubblicato nel 1931 dal geografo statunitense Carl Sauer. Per Sauer la
Il geografo studia quindi la localizzazione, la distribuzione e la diffusione dei prodotti realizzati dall’uomo.
Negli ultimi decenni nel 900 questo indirizzo si è rinnovato e si è sviluppata la “nuova geografia culturale”, che si
interessa non solo agli aspetti materiali ma anche a quelli immateriali e simbolici.
I RECENTI ORIENTAMENTI
La geografia oggi è dinamica e interpretativa, coglie le tendenze al mutamento, dovuto alle comunicazioni e ai fattori
socio-economici o culturali.
Abbiamo quindi:
-geografia postmoderna
-geografia umanistica, perché si concentra sempre più sulle percezioni del singolo, va a vedere il paesaggio anche
-geografia e comunicazioni
Uno dei più importanti geografi italiani, Giacomo Corna Pellegrini, scrive che la ricerca geografica deve servirsi di una
metodologia che si adegua alle nuove circostanze, ai cambiamenti territoriali oltre che alla loro localizzazione; la
geografia è dinamica e deve saper cogliere i cambiamenti dovuti alle comunicazioni e ai fattori socio-economici o
culturali.
Analizzare i concetti chiave di una disciplina ci aiuta a comprendere la disciplina e permette di non utilizzare in modo
I concetti chiave della geografia sono: ambiente, territorio, paesaggio, regione, spazio.
1) AMBIENTE
L’ambiente in senso generico indica ciò che ci circonda (dal latino ambiens-ambientis); in geografia, riprendendo
l’ecologia, indica l’insieme di processi di interazione ecologica fra elementi naturali ed umani in un determinato luogo o
regione geografica. La geografia condivide con l’ecologia questa definizione di ambiente. Un altro termine specifico
che ritroviamo in geografia è quello di ECOSISTEMA, cioè un sistema di organismi viventi, non viventi e delle relazioni
(es. ecosistema stagno = acqua, rana, pietre, relazioni). L’ambiente è quindi costituito da elementi abiotici (inanimati)
e biotici (viventi).
Tutti gli ecosistemi insieme formano la BIOSFERA = insieme degli ecosistemi della terra che interagiscono a scala
In rapporto al concetto di ambiente abbiamo anche la formazione del concetto di SVILUPPO SOSTENIBILE. L’uomo si è
sempre occupato di sviluppo e ha dimenticato la natura, solo negli ultimi decenni si è reso conto che deve mettere in
atto uno sviluppo che gli ambienti possano sostenere. L’uomo spesso sfrutta e inquina l’ambiente, questo si chiama
IMPATTO AMBIENTALE, cioè si va a vedere come l’uomo lascia sull’ambiente la sua impronta. Valutare l’impatto
L’ambiente oggi racchiude anche gli elementi economici, sociali, culturali con cui l’uomo si confronta.
2) TERRITORIO
Il termine ambiente in geografia indica la dimensione geografica che circonda l’uomo; l’uomo entra nell’ambiente e lo
trasforma, diventa quindi un territorio. La dimensione naturale è l’ambiente, ciò che l’uomo crea e trasforma è il
territorio. Il territorio può essere inteso come quella porzione dello spazio geografico in cui una determinata comunità
Il concetto di territorio è stato evidenziato dall’indirizzo storicistico - marxista e indica la presenza umana che imprime
valori e modifica un luogo. Da esso si sviluppano i concetti di territorialità e territorializzazione. Il territorio è costruito
dagli uomini come prodotto del loro lavoro, questa è un’opera di TERRITORIALIZZAZIONE; si parla di TERRITORIALITÀ
quando assume un valore politico. I diversi elementi si intrecciano e per questo si parla di SISTEMA TERRITORIO;
questo sistema necessita di una PIANIFICAZIONE TERRITORIALE, cioè della programmazione di azioni che servono a
3) PAESAGGIO
Indica la distesa che si offre allo sguardo; il paesaggio chiede che ci sia qualcuno che osserva, una percezione. Deriva
dal francese “payasage”. Conta l’osservatore e ciò che osserviamo. È quindi una porzione di territorio vista da un
L’ambiente è la parte naturale, l’uomo si inserisce e crea un territorio, gli dà un’identità e crea paesaggio.
-PAESAGGIO SENSIBILE= ciò che vedo, con i sensi, e su cui posso esprimere un’opinione;
-PAESAGGIO GEOGRAFICO= caratteri geografici del posto (clima, vegetazione, morfologia, componenti geofisiche).
Sestini sottolinea come la presenza umana modelli il paesaggio, che non è dunque un’espressione naturale. Lucio
Gambi mette in discussione l’analisi del paesaggio nelle sue sole componenti geofisiche, ma valorizza le modificazioni
La società lascia un’impronta nell’ambiente, la dimensione sociale e culturale è importante per il paesaggio.
Rispetto al concetto di paesaggio, posso analizzare anche la percezione che ciascuno ha, cioè il significato che
Data l’importanza del paesaggio, nel 2000 è stata definita la “Convenzione Europea del paesaggio”, un documento che
serve a difendere e dare valore giuridico al paesaggio in quanto è utile per il benessere individuale e sociale. Il
paesaggio oggi è garantito dalla legge, va salvaguardato in quanto impronta di una comunità. Ogni comunità ha quindi
4) REGIONE
Siamo portati a considerare questo concetto in relazione all’ambito amministrativo, in realtà questo termine ha diversi
significati.
Regione significa unità amministrativa, ma ci sono anche paesi che hanno altre divisioni (dipartimenti in Francia,
cantoni in Svizzera). Il termine regione però può indicare anche ad es. una REGIONE STORICA, cioè indica come un
territorio era stato amministrato in passato. Ma con questo termine posso indicare un ambiente naturale in cui c’è
omogeneità, ad es. un bosco o un luogo in cui si coltiva solo un prodotto. (es. regione OMOGENEA del mais, regione
NATURALE dei laghi, regione del riso, regione funzionale). La regione FUNZIONALE è una regione che ha una funzione
Abbiamo poi la REGIONE SISTEMICA, cioè il prodotto dell’interazione tra una comunità umana e un ecosistema o più
ecosistemi (Vallega, 1995). Si basa su una visione dinamica e su un progetto comune orientato a un traguardo; una
comunità e gli ambienti sono uniti perché hanno un obiettivo politico e sociale da raggiungere.
Le regioni sono state create dall’uomo, soprattutto quelle amministrative e politiche; anche quelle funzionali e
sistemiche sono legate alla volontà umana; il bosco invece è una regione naturale che non dipende dalla volontà
umana. Si parla quindi di REGIONALIZZAZIONE, un concetto che indica come si formano le regioni, cioè le logiche che
sono alla loro base. Queste logiche sono diverse e sono collegate alle caratteristiche geologiche e botaniche e alle
attività socio-economiche. Si può inoltre analizzare come in una regione si sia formata una certa polarizzazione, cioè
come un centro sia diventato predominante e come si siano sviluppate le reti economiche e sociali.
Le regioni hanno delle caratteristiche: dimensioni, forma, limiti e confini, associazioni, dinamiche; per “dinamiche” si
Abbiamo quindi regioni di diverse dimensioni, da continenti a Stati che coincidono con una sola città, da regioni estese
a piccole regioni rurali. Le forme possono essere spontanee o imposte, le regioni vicine inoltre si associano e alcune
hanno posizione centrale, altre periferica. I confini non sono astratti ma definiti a tavolino e sono spesso motivo di
conflitto.
Le regioni non sono fisse, ma possono cambiare nel tempo in base alla logica della regionalizzazione e questo dipende
Il termine regione lo possiamo usare all’interno di uno stato ma anche per indicare lo stato stesso, es. le regioni
In Italia la Costituzione ha previsto dal 1° gennaio 1948 la formazione di 5 regioni a statuto speciale autonome nello
Stato: Sicilia, Sardegna, Valle d’Aosta, Friuli Venezia Giulia, Trentino Alto Adige. Le regioni a statuto ordinario sono
state definite nel 1970 in modo disomogeneo in seguito all’Unità; disomogeneo perché la suddivisione non teneva
5) SPAZIO GEOGRAFICO
Lo spazio è il punto di partenza dell’agire dell’uomo. Bisogna fare 3 distinzioni parlando di spazio:
-SPAZIO ASSOLUTO = spazio che definisco in modo oggettivo, stabile (in base a latitudine, longitudine, altitudine),
-SPAZIO RELATIVO = se si fa riferimento alle funzioni urbane (economiche, amministrative), è relativo perché le
-SPAZIO RELAZIONALE = se si fa riferimento alle trasformazioni prodotte da una comunità (cultura), vedo le relazioni
tra comunità e territorio; anche questa è una concezione che può cambiare perché cambia la comunità nel tempo.
La geografia umanistica e la geografia della percezione indicano con il termine “spazio” le percezioni e le esperienze di
Il termine “spazio” in generale in geografia non si usa, ma è sempre accompagnato da un secondo termine che lo
definisce meglio.
longitudine;
-quando dico che funzione ha un luogo si tratta di LOCALIZZAZIONE, cioè la posizione relativa ad altri luoghi e città;
-SCALA= estensione = ambito spaziale di riferimento per lo studio di un fenomeno (scala locale, regionale,
continentale, mondiale). In ambito cartografico la scala indica il rapporto tra la misura del terreno e la corrispondente
LA CARTOGRAFIA
L’ORIENTAMENTO
Sapersi orientare significa: conoscere la propria posizione e ricercare la giusta direzione per raggiungere una
destinazione. I punti fissi usati come riferimento per orientarsi sono i PUNTI CARDINALI, individuati dal percorso che
-NORD= mezzanotte
-SUD= mezzogiorno
Il collegamento di questi 4 punti crea sulla terra due linee perpendicolari che la dividono in 4 parti. È stato poi ritenuto
necessario dividerla ulteriormente individuando anche dei punti intermedi; è nata così la ROSA DEI VENTI, in quanto i
-NORD= Tramontana
-NORDEST= Grecale
-EST= Levante
-SUDEST= Scirocco
-SUDOVEST= Libeccio
-OVEST= Ponente
-NORDOVEST= Maestrale
Alla rosa dei venti è stato applicato un ago calamitato che è libero di ruotare in un piano orizzontale secondo le linee
di forza del campo magnetico terrestre; è nata così la BUSSOLA. Nella bussola l’ago indica il Nord magnetico, molto
La notte invece per orientarsi si usano le stelle, in particolare la stella Polare in quanto essa indica sempre il Polo nord.
La cartografia nasce nella cultura greca, nella collaborazione tra filosofia, geografia e cartografia.
Gli uomini da sempre hanno cercato di rappresentare il territorio per muoversi, viaggiare o fare la guerra.
La prima carta geografica è rappresentata da Anassimandro e comprendeva le 3 terre conosciute: Europa, Africa
settentrionale e buona parte dell’Asia; già nella carta di Tolomeo troviamo un’evoluzione della conoscenza della terra.
I Greci e i Romani hanno disegnato carte basandosi sugli studi di Tolomeo (II secolo d.C.). La cartografia medievale ha
aggiunto alle carte elementi religiosi, con lo scopo di rappresentare anche il mondo ultraterreno. Nell’età moderna e
in particolare nel XVIII secolo sono state realizzate carte più precise.
-rappresentare il territorio
-orientarsi
-consentire processi logici e deduttivi = ragionamenti = leggere una carta e saper trarre un contenuto (es. se il
territorio è ricco d’acqua ci sarà un certo tipo di agricoltura, se è montuoso è diffuso l’allevamento ecc.)
-pianificare il territorio
-proporre un modello della realtà = non è una copia della realtà, ma un modello che può essere orientato dalla visione
politica e culturale.
Esistono vari tipi di cartografia, es. CARTOGRAFIA TEMATICA, cioè legata a un tema (frane o altro).
Oggi le carte sono presenti ovunque e sono facilmente manipolabili perché abbiamo gli strumenti telematici utili per
fare ciò. Nel rappresentare in maniera sistematica un territorio bisogna considerare anche le CARATTERISTICHE
ANTROPICHE = tutto ciò che l’uomo (antropos) ha costruito sul territorio. Occorre rappresentare la pluralità e
Queste immagini sono due esempi di carte, nella prima si riproduce un territorio e nella seconda sono riportate le
vie di comunicazione di Amsterdam. Questo secondo esempio in particolare mostra come la carta è un modello e
non la copia del territorio, è influenzata dalla visione politica e può essere molto lontana dalla rappresentazione
del territorio.
La cartografia è un disegno inserito in un sistema di riferimento; deve avere delle caratteristiche scientifiche e tecniche
di una certa precisione. La carta deve servire a trarre informazioni qualitative e quantitative. Qualitative perché dalla
carta posso rendermi conto di come l’uomo vive in un territorio, la densità di popolazione ecc.
è una carta del 700 che rappresenta Isernia e una parte del tratturo.
Quindi la cartografia è un disegno in piano che si serve di sistemi di riferimento per indicare la planimetria e
l’altimetria.
La CARTA GEOGRAFICA può essere definita come un disegno di una parte o di tutta la superficie terrestre. La carta ha 3
proprietà:
-APPROSSIMATA= perché la terra non può essere rappresentata così com’è, non è mai precisissima;
-SIMBOLICA= perché non può riportare tutto in maniera uguale, ma lo fa attraverso simboli;
LA SCALA
Per ridurre il terreno alla carta deve essere usato un principio di carattere matematico, cioè la scala. La scala è un
indice di riduzione che indica il rapporto tra le lunghezze sulla carta e quelle reali. Ad es. una scala 1:25.000 significa
che ogni cm sulla carta corrisponde a 25.000 cm sul terreno, cioè 250 m. Dal punto di vista matematico rappresenta
Nel senso cartografico quindi la scala indica una riduzione, tramite il rapporto tra la misura sul terreno e la
corrispondente misura scelta convenzionalmente per la rappresentazione. In geografia il concetto di scala però indica
un’estensione, cioè l’ambito spaziale all’interno del quale faccio uno studio; es. scala locale, regionale, nazionale,
internazionale ecc.
In una carta geologica che rappresenta l’Italia avrò una visione globale e una scala con un denominatore molto
grande, in una pianta urbana invece rappresento uno spazio ristretto con un denominatore piccolo ma con più
dettagli.
-Si dicono CARTE A PICCOLA SCALA quelle con grande denominatore che rappresentano spazi geografici più grandi ma
Oltre alla scala numerica nella carta troviamo la SCALA GRAFICA, che indica la scala di riduzione usata e consente
quindi di comprendere la distanza tramite la relazione tra cm sulla carta e cm nella realtà. La scala grafica è costituita
da un segmento diviso in parti corrispondenti a determinate lunghezze sul terreno che costituiscono le unità grafiche.
-PLANIMETRIE O PIANTE O MAPPE= le carte con scala fino a 1: 10.000 sono dette planimetrie o piante se
-TOPOGRAFICHE (es. una regione) = le carte con scala da 1: 10.000 a 1: 150.000, rappresentano con molta precisione
-COROGRAFICHE (es. l’Europa) = le carte con scala da 1: 150.000 a 1: 1.000.000, rappresentano regioni ampie della
superficie terrestre;
-MAPPAMONDI (tutto il mondo) =le carte con scala oltre 1: 1. 000.000, rappresentano l’intera superficie terrestre.
LE COORDINATE GEOGRAFICHE
La superficie terrestre non si può disegnare in un piano, occorre quindi un riferimento geometrico per rappresentarla.
Poiché la terra ha una struttura irregolare schiacciata ai poli, si usa come modello l’ELLISSOIDE DI ROTAZIONE, la figura
geometrica che più si avvicina alla forma della terra.
Per poter individuare i punti su una carta in base alle coordinate è stato ritenuto utile racchiudere la terra in un
-PARALLELI= cerchi concentrici, dall’equatore che è più grande ai poli che sono i più piccoli, che tagliano in orizzontale
la terra. Il principale è l’Equatore; in tutto sono 180 e si riducono fino a coincidere con i poli.
-MERIDIANI= linee che avviluppano la terra da Nord a Sud e che hanno come riferimento il meridiano di Greenwich. I
meridiani sono i circoli passanti per i poli, sono tutti uguali e sono 360.
Occorrono inoltre:
-LATITUDINE= dal latino “lato”, cioè ampio, indica la distanza angolare di un punto dall’equatore misurata su un
meridiano (nel disegno PP’ e l’angolo PCP’); si distingue in latitudine Nord e latitudine Sud.
-LONGITUDINE= distanza angolare di un punto dal meridiano scelto come fondamentale (Greenwich), misurata su un
parallelo (nel disegno PO e l’angolo PAO); si distingue in longitudine Est e longitudine Ovest.
Nella seconda immagine è rappresentata la terra indicando i numeri dei vari meridiani e paralleli, ciò consente con dei
calcoli di definire le esatte coordinate geografiche di ogni luogo. In questo caso la rappresentazione è appiattita, non
LE RAPPRESENTAZIONI CARTOGRAFICHE
La terra è un ellissoide, quindi tridimensionale, ma viene rappresentata sulle due dimensioni della carta. Per
rappresentare una parte della superficie terrestre occorre riportare su una carta il reticolato geografico e si usano poi
le proiezioni geometriche.
Si immagina che la terra sia racchiusa in una figura geometrica, un cilindro; il geografo idealmente proietta su quel
Per rappresentare un territorio occorrono quindi una serie di passaggi matematici e geometrici che trasformano la
terra da una dimensione tridimensionale e una bidimensionale. È chiaro che la rappresentazione non avrà mai le
stesse misure della terra, ma deve soddisfare almeno una delle seguenti caratteristiche:
-EQUIVALENZA= le superfici sulla carta in scala e quelle della realtà sono identiche = AREE;
-EQUIDISTANZA= le distanze sulla carta in scala e quelle della realtà sono identiche = DISTANZE;
-ISOGONIA= le misure degli angoli sulla carta in scala e quelle della realtà sono identiche = ANGOLI.
Gli uomini hanno sempre avuto il problema di rappresentare l’altezza nelle carte. Hanno quindi usato delle strategie:
es. usare il colore scuro o i mucchi a talpe (far capire dove ci sono montagne e colline attraverso linee). È stata poi
introdotta una strategia con maggiore criterio scientifico: le CURVE DI LIVELLO o ISOIPSE. Queste curve rappresentano
in modo esatto l’altimetria, attraverso curve a distanza regolare e misure scritte in rosso; le curve sono formate dai
punti che hanno una medesima altezza sul livello del mare. Queste curve mostrano come il territorio sale e mostrano
la morfologia del territorio. Il dislivello tra due isoipse vicine, detto equidistanza, è sempre uguale ed è segnato nella
legenda della carta geografica; in una carta topografica in genere è di 25 o 50 m. Le curve di livello subacquee sono
dette ISOBATE.
Ogni carta deve portare la legenda con i suoi simboli. Possiamo trovare anche altri simboli relativi a elementi antropici,
come le coltivazioni.
-fisico-naturale= riguarda i fenomeni idrografici (mare, fiumi, laghi) e orografici (montagne, colline, pianure);
Tramite i simboli il cartografo cerca di fornire una visione chiara del territorio. I simboli devono rendere la carta
chiara; una quantità eccessiva di simboli impedisce una lettura rapida e precisa della carta. Il simbolismo è uguale in
tutto il mondo; ad esempio il verde rappresenta la pianura e il marrone la montagna. Si tratta di un linguaggio
standardizzato.
Ogni stato ha una sua cartografia, che si occupa di realizzare le carte del territorio.
Per le carte nazionali ogni stato ha un suo meridiano di riferimento, in Italia c’è quello di Monte Mario che passa per
Roma. Quindi a livello mondiale c’è quello di Greenwich come riferimento, mentre le carte italiane sono costruite a
partire da una proiezione cilindrica (introdotta da Gauss) che ha come riferimento il meridiano di Monte Mario (12°
La cartografia italiana si è diffusa dopo l’unità tramite l’Istituto Geografico Militare (IGM). È stato importante perché
grazie ad esso l’Italia dopo l’unità ha potuto conoscere a pieno tutto il suo territorio. Oggi l’uso delle tecnologie
permette una rappresentazione delle carte più facile e ogni regione ha una sua cartografia.
le acque continentali;
LA CARTOGRAFIA TEMATICA
-CARTE DI BASE o GENERALI = riportano i caratteri fisici, politici o entrambi, in quanto devono riportare il maggior
numero possibile di informazioni;
-CARTE SPECIALI = sono realizzate per obiettivi specifici e richiedono delle particolari proiezioni; un esempio sono le
-CARTE TEMATICHE = trattano un solo tema, quindi non vedo diversi simboli ma solo uno. Es. carte di agricoltura,
Le carte tematiche a carattere quantitativo sono quelle che mettono in evidenza segni, colori, simboli che indicano la
qualità o l’intensità di un fenomeno. Con le carte tematiche si rappresentano fattori economici, sociali, culturali, ma
anche naturali come la diffusione di una vegetazione o di una specie animale. Sono molto presenti in testi scolastici e
pubblicazioni scientifiche.
Una carta sulla quale sono rappresentati dati statistici è detta “CARTOGRAMMA”. Sono CARTOGRAMMI A MOSAICO
quelli che rappresentano un fenomeno attraverso colori o tratteggi in un territorio suddiviso secondo i confini
amministrativi.
• carte climatiche;
• carte meteorologiche (fenomeni atmosferici: temperatura, pressione, venti, clima, nubi, piogge);
• carte antropiche (fenomeni legati alla presenza dell’uomo e alle sue attività);
Le carte tematiche si possono classificare anche in base al modo in cui trattano in fenomeno, in questo caso abbiamo:
-CARTE QUALITATIVE = affrontano il tema in generale e in base alla sua distribuzione nello spazio (es. lingue, religioni,
specie di piante);
APPLICAZIONI TECNOLOGICHE
Oggi abbiamo delle strumentazioni tecnologiche che ci consentono di rappresentare carte:
-TELERILEVAMENTO= studio di una superficie eseguito a distanza tramite strutture come i satelliti che scattano foto
del territorio;
I satelliti sono quindi molto utili per la cartografia in quanto l’uomo prima per disegnare carte doveva andare sul posto
e fare misurazioni e questo era faticoso e difficile perché occorrevano calcoli matematici precisi; oggi grazie ai satelliti
-GIS= software che usa i dati delle coordinate geografiche per costruire carte; la sigla sta per Sistema Informativo
Geografico ed è un sistema computerizzato che permette l’acquisizione, analisi e visualizzazione di informazioni che
derivano dai dati geografici. Un GIS consiste in un database, una base cartografica e un collegamento informatico tra
essi. Può essere usato anche da chi non è esperto perché sono fornite carte già fatte e noi possiamo scegliere un
aspetto da visualizzare.
Sono tutti software che consentono di creare carte e analizzare fenomeni.
LA TOPONOMASTICA
Per comprendere meglio un territorio occorre vedere anche come è stato denominato dall’uomo, ecco perché si parla
di TOPONIMI (nomi geografici). Es. Pietrabbondante si chiama così perché c’è abbondanza di pietra in quel territorio. I
toponimi, o nomi geografici, quindi sono importanti perché mostrano caratteristiche ambientali, storiche, culturali,
trasformazioni oltre a consentire di individuale le diverse località. La toponomastica studia i toponimi e ne ricostruisce
LE FOTOGRAFIE
Quando studio un territorio però non uso solo la carta come materiale iconico, possono collaborare all’analisi del
territorio anche le fotografie. La foto consente di vedere particolari che la carta non mostra. È importante individuare
il punto di vista da cui è scattata la foto, stabilire il confronto tra carte e immagini e confrontare foto inerenti allo
È una porzione della “Tabula Peutingeiana”, è una carta medievale che dice solo che ci
un percorso rappresentato dai romani che sono Europa, Asia e Africa, non indica altro
rappresenta Roma e alcuni luoghi importanti e da spazio alla visione religiosa del mondo
rappresenta più elementi ma importanti questo l’Italia non è più al centro del
La prima è la proiezione di Mercatore e la seconda di Peters. Le proiezioni sono elaborazioni geometriche attraverso le
quali si rappresentano le coordinate geografiche. La differenza tra le due proiezioni è che Mercatore da più spazio al
nord, invece quella di Peters da più spazio all’Africa, all’America meridionale e all’Australia. Cambiando i calcoli
geometrici e matematici cambia la rappresentazione che si fa; questa rappresentazione dipende anche dall’ideologia:
Marcatore da più spazio alle zone più ricche, invece Peters che è un cartografo moderno da più valore al sud del
mondo.
è una carta del 1566 realizzata dagli spagnoli con funzione politica,
spagnoli con questa carta vogliono dare l’idea di una città ricca e
sviluppata.
è una carta che indica l’area metropolitana molto vasta, un’area che
Isernia nell’800 attraverso una scala la disposizione nelle scuole, concentrate tutte a Roma, nella zona
misurata in piedi. centrale. Ciò comporta che nell’area di maggiore concentrazione c’è
GLI ATLANTI
L’atlante è una raccolta sistematica e organica di carte geografiche, normalmente a scala piccola o media, utilizzate
per lo studio e la consultazione. Una prima raccolta di questo tipo risale a Claudio Tolomeo, nel II secolo a.C.; ma il
primo vero e proprio atlante moderno è quello realizzato da Ortelio nel 1570. Solo nel 1955, nell’opera di Mercatore,
compare per la prima volta il termine Atlante, in riferimento al personaggio mitologico che aveva il compito di
sorreggere il Cielo. Secondo altri studiosi, il nome invece deriverebbe dal re Atlante, astronomo e cartografo.
-SCOLASTICO
-NAZIONALE
-INTERNAZIONALE
-TEMATICO
Tutti gli atlanti seguono criteri uniformi e un certo ordine. Solitamente all’inizio troviamo le carte geografiche generali,
seguono quelle riguardanti il Paese e il continente a cui è dedicato l’Atlante e infine quelle degli altri Paesi e
continenti. Nell’Atlante troviamo anche un INDICE TOPONOMASTICO che riporta in ordine alfabetico tutti i nomi
geografici riportati sulle carte, in questo modo è più semplice trovarli all’interno dell’Atlante.
Il mezzogiorno è il punto in cui il sole si trova alla massima altezza sull’orizzonte. È contemporaneamente mezzogiorno
in tutti i luoghi che si trovano sullo stesso meridiano. Se si considerava l’ora solare di ogni località, ogni luogo avrebbe
una propria ora perché si trova su un meridiano diverso (es. a Torino sarebbe mezzogiorno 10 minuti dopo rispetto a
Milano). Le innovazioni tecnologiche del XIX secolo, in particolare il telegrafo e i mezzi di trasporto, hanno reso
evidente la necessità di un orario internazionale condiviso. Per questo è stato introdotto il concetto di FUSO ORARIO.
La circonferenza terrestre può essere considerata come un angolo giro da dividere per le ore del giorno; ogni ora
corrisponde quindi a uno spicchio della superficie terrestre di 15°. La terra risulta perciò divisa in 24 zone, ognuna
delle quali è definita da un fuso orario e si estende per a est e ovest del meridiano al centro dello spicchio. Il fuso
orario che si trova subito a est di Greenwich è quello dove si trova l’Italia ed è avanti di un’ora (+1), quindi segna
mezzogiorno quando a Greenwich sono le 11. L’ora dunque si sposta in avanti di un’ora alla volta procedendo ad est di
Greenwich e indietro di un’ora per quelli a ovest. I limiti dei fusi orari più che i meridiani, seguono i confini degli Stati
in modo da consentire l’ottimizzazione degli orari nel territorio nazionale. Il problema dello stesso orario si presenta
soprattutto negli stati con grande estensione; ad esempio il Canada si estende su 6 fusi orari, la Cina ha adottato un
univo fuso anche se è molto estesa (+8).
Il meridiano di 180° che attraversa l’Oceano Pacifico, segna il passaggio al giorno successivo; questo meridiano è detto
“linea del cambiamento di data”. Passando da una parte all’altra del meridiano, l’ora resta la stessa ma del giorno
successivo.
Fin dall’antichità la misurazione del tempo è legata agli astri: il Sole e la Luna in primo luogo. Nel nostro calendario il
giorno, il mese e l’anno fanno riferimento ai movimenti di rotazione e rivoluzione della Terra, ma con l’uso di alcune
convenzioni. Infatti l’anno solare dura circa 6 ore in più rispetto ai 365 giorni stabiliti per convenzione. Per questo è
stato introdotto il calendario. Ogni calendario è regolato da norme e le varie scansioni del tempo corrispondono al
I primi calendari erano legati alla religione, infatti sono nati nei templi dei Babilonesi e degli Inca.
I pontefici hanno introdotto il calendario romano, riformato poi da Giulio Cesare (calendario giuliano). Nel calendario
giuliano l’anno è diviso in 365 giorni per 3 anni consecutivi, e di 366 il quarto anno (bisestile). Papa Gregorio adottò
nel 1582 il calendario gregoriano, in cui stabiliva di non considerare tutti gli anni secolari come bisestili, in quanto ciò
ENDOGENE
(+ cap.2 “La crosta terrestre e le forze endogene” + cap.6 “Il modellamento terrestre”)
La terra si è formata circa 4 miliardi e mezzo di anni fa. La scienza che ricostruisce la storia della terra e delle rocce che
la costituiscono è la GEOLOGIA.
La terra è uno degli astri o corpi celesti che formano l’Universo. Il sole con i nove pianeti (Mercurio, Venere, Terra,
La terra è formata da acqua e continenti. Gli scienziati non ci danno una versione univoca del numero dei continenti.
Il continente è una grande porzione di terra che è tutta circondata dal mare; in quest’ottica sono 3: le Americhe,
l’Australia e Asia, Europa e Africa tutte insieme e come quarto continente l’Antartide. Questa suddivisione non è
accettata da tutti, c’è chi divide Europa, Asia e Africa in 3 parti, chi l’America in centro-settentrionale e meridionale chi
La morfologia della terra è variegata, abbiamo l’altimetria che è difficile da rappresentare in cartografia. Ogni
continente ha una diversa morfologia: montagne, colline, pianure ecc. Anche la presenza di acqua è varia, circonda il
La parte della terra che è maggiormente a contatto con noi è il suolo. Il suolo è detto anche crosta terrestre ed è la
SUOLO = strato detritico superficiale della crosta terrestre capace di ospitare piante, costituito da sostanze minerali e
-MANTELLO= si divide in litosfera (parte rigida), astenosfera (parte magmatica) e mesosfera (parte ancora rigida).
-NUCLEO ESTERNO = massa fluida
Conosciamo la struttura interna della terra grazie alle trivellazioni che hanno permesso all’uomo di entrare all’interno
della terra, in profondità. Il cuore della terra è formato da: mantello, nucleo esterno e nucleo interno.
Sul nucleo interno e esterno non abbiamo ancora indicazioni molto precise.
Su come si è formata la terra ci sono varie teorie. La prima è quella di Alfred Wegener. Egli fece una sua osservazione
agli inizi del 900: guardò i confini dell’America meridionale e dell’Africa e affermò che l’uno si incastra all’altro se li
avviciniamo; da ciò ebbe l’intuizione che la terra quando si è formata era un solo grande continente detto PANGEA
(grande terra), circondata da un solo grande mare PANTALASSA. Vari movimenti della terra hanno poi separato la
terra in vari continenti. È stato il primo a pensare che la terra ha cambiato la sua immagine nel tempo. Non c’è una
dimostrazione scientifica che la sua teoria sia fondata. La sua è definita la TEORIA DELLE TERRE EMERSE o DELLA
DERIVA DEI CONTINENTI. Studiosi successivi negli anni 60 hanno definito, a partire dalle idee di Wegener, la teoria
della TETTONICA DELLE PLACCHE o TETTONICA GLOBALE. A differenza della teoria della deriva dei continenti, si
considera il movimento relativo di porzioni di crosta e mantello superiore con moto non uniforme; questo movimento
ha modificato più volte nel corso di milioni di anni la forma e distribuzione delle placche e dei continenti.
La parte esterna del mantello è costituita dalla litosfera, una parte rocciosa che ha uno spessore di 70-100 km. La
litosfera è suddivisa in placche o zolle di varia forma e dimensione che galleggiano sull’astenosfera, uno strato viscoso.
Da qui si comprende come si formano le montagne, i terremoti e i vulcani. Il magma muovendo le placche della
litosfera produce magma e una serie di scontri che danno vita ai terremoti, si tratta di forze ENDOGENE.
La litosfera quindi ci appare unitaria ma non lo è. Gli oceani sono definiti “placche oceaniche”. Ogni estensione di terra
L’Italia è sottoposta a continui terremoti perché è sottoposta ai continui movimenti che l’astenosfera produce tra la
placca europea e quella africana. Ci sono previsioni che nel giro di 400 anni questo continuo movimento tra queste
due placche potrebbe piegare lo stivale dell’Italia e dargli una diversa forma.
La GEOMORFOLOGIA è la scienza che studia i rilievi e i processi di modellamento della crosta terrestre. È legata alla
geografia perché le società nella loro vita quotidiana e nella loro relazione con la Terra devono confrontarsi con le
I fattori che modellano la superficie terrestre sono detti AGENTI MORFOGENETICI e si dividono in due categorie:
-FORZE ESOGENE = forze esterne, attivate dai fenomeni legati all’atmosfera, all’idrosfera e alla litosfera; tendono a
eliminare dislivelli;
-FORZE ENDOGENE = forze che dipendono dall’attività interna della terra; tendono a produrre dislivelli.
Il modellamento terrestre avviene in modo progressivo e in tempi molto lunghi, a eccezione di fenomeni improvvisi
LE FORZE ENDOGENE
Ci sono 3 tipi di movimenti che si possono creare tra le placche della litosfera:
1) MARGINI DIVERGENTI = la spinta del magma è talmente forte che le due zolle si allontanano, quindi il magma
risale dall’astenosfera e si formano dei vulcani; ciò avviene negli oceani soprattutto dove si formano le DORSALI
OCEANICHE, cioè delle catene montuose che nascono negli oceani. L’Islanda è circondata da vulcani attivi, proprio
2) MARGINI CONVERGENTI = la spinta dell’astenosfera fa scontrare e scorrere le due zolle una sotto l’altra, cioè una
si sovrappone all’altra perché l’astenosfera è più forte nello spingere una zolla rispetto all’altra. Quando succede
questo, si formano o la fossa oceanica e quindi uno sprofondamento dell’oceano, oppure se si scontrano un
oceano e un continente o due continenti si formano le catene montuose. La formazione delle montagne prende il
nome di OROGENESI, e avviene proprio grazie alla sovrapposizione di zolle e alla spinta dell’astenosfera. Questo
3) MARGINI TRASFORMI = la spinta dell’astenosfera permette alle due zolle di scorrere lateralmente l’una accanto
all’altra, questo movimento produce un TERREMOTO; non c’è sovrapposizione né fuoriuscita di magma ma uno
scorrimento che produce scosse di terremoto, queste scosse si avvertono sulla crosta terrestre. Il movimento si
I TERREMOTI
Il terremoto o sisma (dal greco “seismos”, scossa) è un movimento di una parte della superficie terrestre, prodotto da
vibrazioni (onde sismiche) che si propagano da un punto all’interno della Terra detto IPOCENTRO, cui corrisponde un
punto sulla sua verticale in superficie detto EPICENTRO. Le onde sismiche non incontrando alcun ostacolo si
diffondono a diverse velocità in base alla natura delle rocce che attraversano, diminuendo la loro energia man mano
che si allontanano dall’epicentro. La forza dei terremoti è misurata in base alla MAGNITUDO (in latino “grandezza”),
cioè l’energia meccanica prodotta e registrata dai sismografi secondo la scala ideata da Charles F. Richter. Finora la
maggiore magnitudo registrata è circa 9.5. Ci sono scale che misurano le entità delle scosse, la forza, i danni provocati
Oggi non possiamo prevedere i terremoti ma possiamo fare un’operazione di messa in sicurezza della vita umana,
Gli effetti di un terremoto dipendono soprattutto dalla potenza delle onde sismiche e dalla loro durata, ma anche
dalla natura del terreno; hanno rilevanza anche la durata del sisma e le procedure antisismiche messe in atto, così
I terremoti possono avere l’ipocentro sotto un fondo oceanico, che può venire sollevato o abbassato dal movimento
della crosta. Le vibrazioni arrivano subito in superficie, mentre è più lenta l’onda marina generata dal sisma. Lo
spostamento di grandi masse d’acqua produce onde che possono provocare danni se si abbattono sulle coste. Si tratta
di un fenomeno noto come TSUNAMI, un termine giapponese che letteralmente significa “onde sul porto”. Lo
tsunami può essere causato anche da eruzioni vulcaniche, frane, esplosioni o caduta di meteoriti in ambiente marino.
Un esempio è lo tsunami che si scatenò nel 2011 al largo della città di Fukushima a seguito di una scossa di 9 gradi
La distribuzione dei terremoti segue la dinamica della crosta terrestre, in particolare le dorsali oceaniche (rilievi), le
fosse abissali (depressioni del fondo marino) e le catene montuose di recente formazione.
Gli studiosi possono individuare le aree con maggiore rischio sismico ma non possono prevedere quando si scatenerà
un terremoto e con che durata. L’Italia ha un rischio sismico medio-alto. L’indicazione delle zone ad alto rischio
sismico consente di predisporre misure normative e di protezione civile; ad esempio costruendo edifici antisismici,
pianificando le evacuazioni, facendo esercitazioni ecc. Si ricorda ad esempio in Italia il terremoto dell’Aquila il 6 aprile
I VULCANI
Il vulcanismo è caratterizzato dalla fuoriuscita di materiali rocciosi allo stato fluido e ricchi di gas (magma), che
possono accumularsi in serbatoi superficiali (camere magmatiche) o giungere direttamente in superficie, dando luogo
a eruzioni vulcaniche. L’eruzione parte dalla parte più superficiale del mantello ed è influenzata dalla viscosità, il
volume e la profondità dei magmi, la temperatura e la tipologia delle rocce attraversate. I magmi risalgono fino al
cratere lungo fratture, formando nella parte superficiale condotti o camini vulcanici.
L’eruzione può essere più o meno fluida e può essere accompagnata da pietre o gas. Abbiamo quindi due tipi di
eruzione:
-EFFUSIVA= durante la risalita il magma perde i gas contenuti e fuoriesce in superficie in modo tranquillo, sottoforma
di lava che accumulandosi forma l’edificio vulcanico;
-ESPLOSIVA= il magma durante la risalita mantiene al suo interno il gas, giunge in superficie con una forte pressione
che provoca la frammentazione e l’esplosione del liquido. Questo tipo di eruzioni possono generare: BOMBE
VULCANICHE, quando i pezzi di magma sono lanciati in aria allo stato fluido e prendono una forma affusolata; FLUSSI
PIROCLASTICI, quando la colonna di gas che fuoriesce dal vulcano cade al suolo facendo scorrere lungo i fianchi del
In base alle dimensioni i materiali emessi dal vulcano si distinguono in blocchi, lapilli e ceneri.
Possiamo formarsi:
I vulcani delle Hawaii hanno una fuoriuscita fluida, liquida e debole = EFFUSIVA
Lo Stromboli ha una fuoriuscita liquida ma a volte ci sono anche pietre e gas; si alternano esplosioni piccole e
Il gas nero che nel 43 avvolse la città arrivò anche nelle zone più lontane da Napoli.
Oggi i vulcani sono studiati e osservati con attenzione proprio perché potrebbero essere molto pericolosi.
I vulcani si concentrano lungo le dorsali oceaniche, nell’America meridionale, sono molto presenti anche nel
Mediterraneo. Gli scienziati stanno studiando alcuni vulcani nel mediterraneo, per cui il Vesuvio sarebbe uno dei
Quando il magma fuoriesce si formano montagne e vulcani. Le montagne esternamente le vediamo ruvide e aguzze,
-ROCCE ERUTTIVE = sono dette anche magmatiche perché si formano dal raffreddamento e dal consolidamento del
-ROCCE SEDIMENTARIE = sono il frutto del deposito di detriti e frammenti, si riconoscono perché in queste zone non
Grazie ai movimenti dell’astenosfera, nel sottosuolo, dove l’uomo riesce ad aprirsi dei varchi, si formano dei
giacimenti minerari. Anche questi giacimenti si formano in seguito alla solidificazione del magma.
-VULCANI A SCUDO = forma appiattita per la grande fluidità della lava e scarsa attività esplosiva;
-VULCANI-STRATO= tipica forma conica per la sovrapposizione di colate laviche molto viscose e attività esplosiva.
In Italia i vulcani attivi sono il Vesuvio, lo Stromboli, l’Etna e Vulcano; tra quelli spenti ci sono i colli Euganei, il Vulture e
Nelle aree vulcaniche si verificano anche altri fenomeni, detti di VULCANISMO SECONDARIO:
-le FUMAROLE e le SOLFATARE = sorgenti di acqua calda e vapore misti a gas ricchi di zolfo, presenti a Pozzuoli;
-i SOFFIONI = sorgenti di vapore acqueo caldissimo e a fortissima pressione, sfruttati in Toscana per produrre energia
elettrica;
-i GEYSER = emissioni di acqua calda zampillante a intermittenza, frequenti soprattutto negli Stati Uniti, in Islanda e in
Nuova Zelanda.
I fenomeni di vulcanismo secondario sono un motivo di attrazione turistica, quindi possiamo vederli come una
conseguenza positiva dell’attività vulcanica, nonostante gli enormi danni che le eruzioni producono. Un altro aspetto
positivo è la possibilità di ricavare risorse dalle estrazioni di minerali. Le acque idrotermali sono usate per curare
malattie e vengono fatte molte escursioni lungo i bordi dei crateri o nelle vicinanze delle bocche di eruzione (Vesuvio
e Etna). I suoli vulcanici inoltre sono molto fertili, grazie alla ricchezza dei minerali esistenti.
Le eruzioni però producono anche disastri spaventosi, soprattutto se i fianchi del vulcano sono molto popolati, come
quelli del Vesuvio e dei Campi Flegrei. Il rischio vulcanico è ben localizzato, a differenza di quello sismico che è più
ampio, per questo è possibile predisporre piani di evacuazione delle popolazioni nel caso di un’eruzione. Gli
osservatori presenti vicino ai vulcani ne monitorano continuamente l’attività e individuano segni premonitori di
un’eruzione imminente.
LE FORZE ESOGENE
Sono movimenti che avvengono all’esterno e variano la forma della terra. Sono: l’acqua, i fenomeni meteorologici (le
piogge, la neve), il mare, il ghiaccio. Queste forze compiono la loro azione quando, per motivi legati alla dinamica della
Le rocce subiscono un continuo processo di degradazione e alterazione, a causa degli agenti atmosferici che le
trasformano e rendono più facile l’azione di erosione delle acque su di esse. Le rocce a causa del mutamento della
1) A causa dell’erosione si verificano le FRANE, cioè la caduta improvvisa di masse di pietra. Gli agenti atmosferici
battono sulla roccia, la indeboliscono e la fanno franare; ciò accade anche perché noi uomini abbiamo abbattuto molti
alberi. Gli alberi con le loro radici hanno la forza di trattenere il terreno e renderlo più solido. È vero che il danno viene
da fattori esogeni, ma anche da una cattiva manutenzione del territorio da parte dell’uomo. La frana può causare
incidenti stradali, danni per la vita umana e la natura. In Italia sono soggette a frane delle zone in Trentino- Alto Adige,
2) Quando l’acqua cade molto velocemente può produrre la DENUDAZIONE, cioè il terreno perde l’humus a causa
delle troppe acque; l’acqua pulisce, rende nudo il terreno e quindi porta via i Sali minerali che lo compongono. Ecco
perché l’acqua e la neve rendono alcuni territori talmente poveri da non consentire più l’agricoltura. I detriti vengono
3) Il GHIACCIAIO è una quantità di ghiaccio che in montagna rimane tale date le condizioni della temperatura. Spesso
avvengono incidenti per l’improvviso scioglimento dei ghiacciai, dovuti ad un innalzamento della temperatura. Il
ghiaccio si scioglie e si muove e tende a spostarsi; si muove il ghiaccio, possono crearsi valanghe, cambia la posizione
del ghiacciaio. Il ghiacciaio tende a posizionarsi più in basso rispetto alla posizione precedente e mentre si muove,
come l’acqua, trasporta con sé le MORENE, cioè accumuli di sedimenti. Questa discesa è un processo lento. L’azione
dei ghiacciai è importante nelle zone montane; hanno modellato le Alpi e hanno scavato valli che hanno la particolare
forma ad U. Quindi osservando le valli possiamo capire dove in passato c’erano dei ghiacciai. Se questo scioglimento
avviene in maniera troppo diffusa, ciò provoca un innalzamento delle acque degli oceani e quindi alcune coste
4)Il VENTO è capace di spostare enorme quantità di polveri nel deserto e portarle altrove, formando le DUNE (piccole
formazioni di sabbia che il vento compone e scompone, non sono solide). Il vento ha anche la forza di agire sulle
rocce, anche perché solleva la sabbia e la spinge contro le rocce e quindi continuamente modella la roccia che viene
battuta continuamente. Non è l’azione del vento in sé a generare cambiamenti, ma l’azione della sabbia spostata dal
vento.
5) Il MARE riesce a scavare la terra e formare insenature, si inserisce all’interno di coste alte e basse e forma ad
esempio il fiordo in Norvegia. Il mare erode la terra, si inserisce e forma un “fiume” interno circondato da rocce.
Il mare modellando le coste provoca un accumulo di detriti. Questo accumulo può avvenire anche ad una certa
distanza dalla costa dove si forma una sottile striscia di sabbia, detta CORDONE LITORANEO. L’acqua che scorre tra la
costa e il cordone sabbioso si definisce LAGUNA (è la parte di mare più interna, vicina alla costa).
LA MORFOLOGIA CARSICA
Al confine nord-orientale dell’Italia c’è una regione detta Carso. Da questo territorio deriva il termine CARSISMO che
indica una serie di fenomeni che si sviluppano sulla roccia CALCAREA, cioè formata da carbonato di calcio. Possiamo
avere due tipi di carsismo: carsismo EPIGEO, cioè quello che si verifica in superficie, e carsismo IPOGEO, cioè in
profondità. Un esempio di carsismo epigeo è la DOLINA, una conca quasi circolare, più larga che profonda, il cui
diametro può variare e sul cui fondo può accumularsi la terra rossa, cioè il residuo fatto di minerali argillosi ricchi in
Quando l’acqua colpisce queste rocce calcaree, il carbonato si scioglie. Finita la pioggia, il carbonato sciolto che ha
“bucato” la montagna si addensa e forma nelle grotte delle montagne delle lunghe stele dette STALATTITI e
STALAGMITI; la differenza tra le due è che le stalattiti pendono come ghiaccioli dal soffitto, mentre le stalagmiti sono
più grosse e partono dal fondo. Se due forme si congiungono formano una COLONNA. Le troviamo ad esempio nelle
LA BIOSFERA
(cap. 5 “Biosfera”)
Sulla Terra si sviluppano forme di vita animale e vegetale solo se ci sono particolari condizioni ambientali. La BIOSFERA
(o ecosfera) è il massimo sistema di organizzazione biologica che comprende tutte e 3 le sfere della terra (atmosfera,
idrosfera e litosfera) dove si sviluppano le condizioni indispensabili per la sopravvivenza degli organismi viventi animali
e vegetali. La biosfera interagisce con le altre sfere. Per il suo funzionamento è indispensabile l’energia fornita dal
Sole, grazie alla quale ad esempio si sviluppano i processi di fotosintesi. Il sole consente alle piante di mettere in atto
la fotosintesi; esse si nutrono di sostanze inorganiche, come l’anidride carbonica presente nell’aria e acqua e Sali
minerali assorbiti dal terreno. Le piante sono indispensabili perché prendono anidride carbonica e Sali e rilasciano
ossigeno, indispensabile per ogni essere vivente; molti inoltre sono gli animali che si nutrono di vegetali.
Importante per il funzionamento della biosfera e quindi per la vita sulla Terra, è proteggere la BIODIVERSITA’ (diversità
biologica); con questo termine si intende sia il numero di specie presenti in un ecosistema, sia la variabilità di un
La biodiversità consente di preservare l’equilibrio della biosfera; la rivoluzione industriale e il successivo sfruttamento
del territorio da parte dell’uomo, hanno danneggiato la biosfera rompendo questo equilibrio.
Poiché litosfera, atmosfera e idrosfera sono connesse tra loro, basta inquinare una di queste aree per danneggiarle
tutte. Una delle azioni dell’uomo che danneggia la biosfera è il cattivo smaltimento dei rifiuti. Un esempio è la Terra
dei fuochi, un’area che si trova tra Napoli e Caserta in cui vengono periodicamente accesi cumuli di rifiuti tossici e
inquinanti.
Ma la biosfera non è danneggiata solo dalle attività dell’uomo, anche da forze naturali; ne sono un esempio i vulcani
che emettono grandi quantità di particelle, di gas e anidride carbonica, che attraverso i venti si spostano fino ad
L’ATMOSFERA
La terra è circondata da un involucro gassoso che chiamiamo ATMOSFERA e che conosciamo fino a 2500 km dalla
superficie terrestre. Essa si rarefa con l’altezza ma è priva di un vero e proprio limite.
Più ci allontaniamo dalla terra più diminuiscono i fenomeni atmosferici. L’atmosfera influenza le diverse condizioni
meteorologiche e climatiche, protegge la Terra dai raggi ultravioletti del Sole; inoltre interagisce con la litosfera,
contribuendo a modificare la morfologia terrestre, e con le masse oceaniche, assicurando lo svolgimento del ciclo
dell’acqua. L’atmosfera è composta per il 78% da azoto e per il 21% da ossigeno, ma anche da argon e altri gas rari,
anidride carbonica e vapore acqueo.
Nell’atmosfera, in base alla temperatura, si individuano 5 sfere concentriche, a partire dalla crosta terrestre:
1) TROPOSFERA = è la zona più bassa e densa, a diretto contatto con la superficie terrestre ed è la sede di fenomeni
come la pioggia, la neve, etc. Essa si estende fino a circa 10 km dalla superficie terrestre.
2) STRATOSFERA = si estende fino a CIRCA 50 Km dalla superficie terrestre e i fenomeni meteorologici sono quasi del
tutto assenti; i gas sono a una densità più bassa rispetto alla troposfera;
3) MESOSFERA = i gas sono rarefatti e la temperatura arriva fino a -90°C; in questa fascia quando entrano piccole
meteoriti, per effetto dell’attrito diventano incandescenti, evaporano e creano delle scie luminose dette stelle
cadenti.
4) TERMOSFERA = la temperatura è in forte aumento e le particelle sono ionizzate, ciò rende visibili le aurore polari;
IL CLIMA
La zona che più interessa la geografia è la troposfera, perché qui si verificano i fenomeni meteorologici.
CLIMA = condizioni medie dal punto di vista atmosferico in un’area geografica e le condizioni medie che si verificano in
Per capire il clima, cioè le condizioni medie, dobbiamo tener conto di 3 elementi:
1- TEMPERATURA = connessa al riscaldamento dell’atmosfera = è la terra che con la solidità della crosta assorbe
calore e lo rilascia all’atmosfera; è un passaggio indiretto. Le zone vicine all’acqua sono più calde perché
l’acqua assorbe più calore della terra. Quindi la terra si riscalda grazie al sole, ma in modo indiretto. Il calore
2- UMIDITA’, NUBI, PRECIPITAZIONI = sono legate al ciclo dell’acqua: il caldo fa evaporare l’acqua di mari e fiumi,
quando si creano determinate condizioni il vapore acqueo diventa più pesante e ricade sulla terra sotto forma
di pioggia, neve o grandine; ecco perché si parla di “ciclo”. Il tipo di precipitazione dipende dalla temperatura.
La distribuzione delle precipitazioni (giornaliera, mensile, stagionale e annua) prende il nome di REGIME
PLUVIOMETRICO. Nella zona equatoriale le precipitazioni abbondano tutto l’anno, mentre nel clima
mediterraneo la stagione estiva si manifesta con caratteri di siccità. Importante è anche misurare l’intensità
3- PRESSIONE ATMOSFERICA = forza esercitata dall’aria sulla superficie, si misura con il barometro; la pressione
varia in base all’altitudine e alla temperatura. L’aria ha un suo peso. Se l’aria è calda e umida la pressione
diminuisce e si forma una zona di BASSA PRESSIONE; se l’aria è fredda e asciutta la pressione aumenta e si
forma una zona di ALTA PRESSIONE. Ciò avviene perché nell’aria ci sono azoto e idrogeno che insieme al
vapore acqueo rendono l’aria pesante e quindi si determina l’alta pressione. I venti sono masse d’aria che si
spostano da zone di alta pressione a zone di bassa pressione e viceversa. Quando l’aria scarica la pioggia la
Es. in una zona di alta pressione si aggiunge vapore acqueo, la massa d’aria quindi diventa di bassa pressione per il
peso di vapore acqueo e il vento causa lo spostamento. Se la zona di bassa pressione si libera dell’umidità diventa di
alta pressione, anche in questo caso c’è uno spostamento d’aria e quindi il vento.
Per indicare le condizioni medie dell’atmosfera dobbiamo considerare anche 3 fattori del clima:
-LATITUDINE: influisce sulla temperatura per le radiazioni e per la diversa inclinazione dei raggi del Sole che colpiscono
-ALTITUDINE: variazione della temperatura rispetto al livello del mare; più saliamo su una montagna e più fa freddo;
-LA POSIZIONE GEOGRAFICA: la vicinanza a laghi, fiumi e mare migliora le condizioni climatiche.
La zona più calda della terra è la zona tropicale, compresa tra tropico del cancro e tropico del capricorno e che
contiene al suo interno l’equatore; poi c’è la zona temperata e infine le zone artiche vicino ai poli. Questa distinzione
in zone climatiche è stata fatta da Coppen, dalle sue osservazioni derivano le classificazioni dei vari climi.
1)CLIMI NIVALI = zone polari o subpolari = le temperature vanno molto al di sotto dello zero, il sole non tramonta in
estate, ci sono due tipologie: la zona del polo con temperature sotto lo zero e gelo (CLIMA GLACIALE) e la zona della
TUNDRA, con temperature superiori allo zero in estate quando c’è il disgelo. La tundra si trova nelle zone subpolari, è
il nome della vegetazione che si forma in queste aree; si trova nella zona prossima ai poli e non consente la vita
2) CLIMI MICROTERMICI = tipici delle zone fredde dell’emisfero settentrionale [Finlandia e Scandinavia (Europa), in
Siberia (Asia) e in Canada e Alaska (America)] = Prevalgono periodi freddi prolungati e estati brevi. La media del mese
più caldo supera appena i 10 °C. la caduta della neve è frequente. In alcuni periodi ci troviamo in zone di alta
pressione perché c’è poca umidità e sono influenzate anche all’altitudine. Troviamo in queste zone una vegetazione
che si adegua a questa temperatura fredda.
3) CLIMI MESOTERMICI = zone temperate e subtropicali = climi temperati con precipitazioni moderate e inverni non
-Il CLIMA TEMPERATO FRESCO è presente nell’Europa centro-occidentale. Gli inverni sono miti e le estati fresche.
La piovosità è uniforme.
-Il CLIMA MEDITERRANEO TEMPERATO-CALDO con estate asciutta e inverno piovoso, è presente appunto nel
-il CLIMA CINESE TEMPERATO-CALDO, con inverno asciutto ed estate piovosa, è caratterizzato da abbondanti
Non c’è più il freddo gelido del polo, ma c’è la pioggia continuativa, le estati sono fresche in alcune zone e più calde in
altre. Queste condizioni climatiche permettono la presenza di una ricca vegetazione (es. macchia mediterranea),
4) CLIMI ARIDI = ci troviamo lungo la zona dei tropici, dove ci sono i deserti = La temperatura non è mai inferiore ai
18 °C e sono generalmente elevate, ma si contraddistinguono per la scarsità delle piogge che possono mancare
per anni e nei deserti per decenni. E’ il clima tipico della steppa asciutta e dei deserti (ad esempio, Sahara e
Kalahari in Africa), dove vi è una notevole escursione tra il giorno e la notte. Il territorio può avere una
5) CLIMI MEGATERMICI UMIDI = nelle zone equatoriali e dei tropici = vicino l’equatore ci sono piogge tutto l’anno,
vicino ai tropici ci sono periodi di piogge e periodi in cui mancano. Lungo l’equatore c’è una vegetazione fitta ma ci
sono zone non di facile vivibilità per l’uomo. In questa zona troviamo la savana.
Nell’America del Sud c’è una zona fredda caratterizzata dalle Ande. L’Europa, alcune zone dell’Asia e alcune
dell’America del nord presentano temperature medie e sono le zone dove l’uomo vive meglio.
L’Italia presenta una condizione climatica molto variegata, per via della sua forma di penisola che si distende nel
Mediterraneo; sarà quindi più freddo presso le Alpi e più caldo verso la Sicilia. In alcune zone della Sicilia si parla di
desertificazione perché ci sono zone che per il clima molto caldo si stanno trasformando in deserti. C’è differenza tra
le zone interne e le coste nel clima. Gli Appennini condizionano i climi interni e riparano dalle piogge che arrivano
In base al clima e al tipo e quantità di acqua avrò una ricca o povera vegetazione.
Le azioni dell’uomo hanno un’influenza sul clima. Ne sono un esempio i disboscamenti, le deviazioni di fiumi e i
prosciugamenti di zone umide. Un altro fenomeno che influenza il clima è l’urbanizzazione; le grandi città generano un
innalzamento della temperatura nel periodo freddo, a causa del calore immesso nell’aria dalle fabbriche, del traffico
automobilistico e del riscaldamento domestico. L’inquinamento genera anche lo smog e le piogge acide (prodotte
dall’immissione in aria di ossidi di zolfo e di azoto), che causano danni agli animali e ai terreni agricoli. L’aumento della
temperatura, dovuto ai combustibili fossili, porterà a un surriscaldamento atmosferico globale che provocherà un
innalzamento del livello medio del mare. Il riscaldamento globale dell’atmosfera è dovuto soprattutto ai gas serra.
L’IDROSFERA
(+ cap. 4 “Idrosfera”)
L’acqua che cade sulla terra forma fiumi, laghi; si crea un ciclo.
Sulla terra c’è una grande quantità di acqua immagazzinata dagli oceani; oltre il 70% della superficie del pianeta Terra
IL MARE
Il mare è un bacino d’acqua più piccolo rispetto all’oceano e chiuso da coste (es. Mediterraneo che è chiuso e anche
se c’è lo stretto di Gibilterra che consente il passaggio all’Oceano, è uno stretto limitato). L’oceano invece è
un’enorme quantità d’acqua che circonda le terre emerse (Pacifico, Atlantico, Indiano).
-SALINITA’= ci sono dei Sali sciolti, come il cloruro di calcio che usiamo in cucina;
-TEMPERATURA= ci sono zone più calde o più fredde, a seconda del riscaldamento solare;
-ONDE= movimenti dell’acqua del mare che si sviluppano grazie ai venti che spingono la parte superficiale delle acque
in maniera irregolare;
-MAREE= movimento regolare e periodico delle acque nella loro parte interna, ad intervalli di 12 ore (ALTA MAREA o
BASSA MAREA); è l’attrazione che hanno il sole e la luna sulla terra a determinare le maree;
-CORRENTI= masse d’acqua che si spostano da una parte all’altra spinte dai venti; possono essere correnti di ACQUA
CALDA o di ACQUA FREDDA. L’arrivo di una corrente di acqua calda mitiga la situazione climatica di una zona, una
corrente di acqua fredda la peggiora.
Il mare è una riserva alimentare, una riserva di energia, un giacimento di materie prime. Dalle onde e dalle maree si
L’acqua del mare è salata; tra i vari tipi di sale disciolti prevale il cloruro di sodio (sale da cucina), tra gli altri ci sono il
cloruro di magnesio, il solfato di magnesio, il solfato di calcio, il solfato di potassio. Il grado di salinità varia da un mare
all’altro e dipende da vari fattori: intensità dell’evaporazione, quantità delle precipitazioni, disgelo dei ghiacciai,
apporto delle acque dolci dei fiumi. Per questo la salinità è maggiore nei mari tropicali rispetto ai mari freddi. Nel
mare troviamo disciolti anche alcuni gas: ossigeno, azoto, idrogeno, anidride carbonica, argon. L’ossigeno si trova nella
parte superficiale dell’acqua, prodotto dalle piante. Anche la temperatura del mare varia, a seconda della profondità e
della latitudine; il riscaldamento solare agisce sulla superficie, per cui le maggiori temperature si riscontrano nei mari
tropicali (28°). I mari polari invece hanno temperature intorno agli 0°. Ci sono zone nel Mar Glaciale Artico e intorno
all’Antartide in cui il mare è sempre ghiacciato e forma la BANCHISA, grandi lastre di ghiaccio salato galleggiante che di
solito non superano i 2m di spessore.
Gli ICEBERG invece sono blocchi di acqua continentale, quindi dolce, che si staccano dalle lingue glaciali dell’Antartide
o dalle isole artiche e vanno alla deriva, fino a fondersi. La parte sommersa di un iceberg è circa 7-8 volte maggiore di
L’inquinamento marino in alcune aree è diventato insostenibile. Le sostanze tossiche che finiscono nel mare ne
contaminano i prodotti, soprattutto il pesce. Gravi sono i disastri ambientali causati dalla perdita del petrolio in mare.
La bonifica dell’ambiente danneggiato può richiedere mesi o addirittura anni. Il petrolio ha ucciso migliaia di uccelli
marini, mammiferi, tartarughe e pesci e ha danneggiato i coralli sul fondo del mare.
I FIUMI
I fiumi hanno segnato lo sviluppo di tante culture, come le antiche civiltà dell’Egitto, della Mesopotamia e della Cina.
La pioggia che cade sulla Terra scorre sulla superficie, ma in parte penetra nel sottosuolo, più o meno rapidamente a
seconda del terreno, della natura e disposizione delle rocce. Se le rocce sono porose, quindi con piccoli spazi vuoti tra
un granulo e l’altro, si dicono PERMEABILI (es. sabbie, ghiaie); se le rocce sono compatte e non consentono un facile
in una cavità sottoterra detta FALDA; la falda cerca una sua fuoriuscita, la fuoriuscita è la SORGENTE che dà origine
BACINO IDROGRAFICO = tutte le acque che alimentano un fiume, quindi tutti gli affluenti e le sorgenti che
Il Po è il fiume principale dell’Italia e ha molti AFFLUENTI, cioè piccoli fiumi che confluiscono nel fiume più grande.
PORTATA = misurare quanta acqua porta un fiume; vado a vedere in una sezione del fiume quale è il volume
REGIME = indica il valore medio complessivo d’acqua in base alle portate di un fiume (divido il fiume in sezioni,
PENDENZA = rapporto tra il dislivello sorgente-foce e la lunghezza di un fiume; è bassa nei fiumi che scorrono in
VELOCITA’= dipende dalla pendenza ed è determinata dalla forza di gravità; è maggiore in montagna rispetto ai
tratti di pianura.
Ci sono fiumi che hanno un regime irregolare, detto anche torrentizio, cioè ci sono fiumi dei quali non possiamo
calcolare il regime perché sono attivi d’inverno e asciutti d’estate. Ciò accade perché ci sono fiumi che hanno sorgenti
Il TORRENTE è un fiume che non ha sempre una presenza d’acqua costante, ma solo in alcune stagioni.
FOCE = parte in cui l’acqua fuoriesce dal fiume e va a finire nei mari o laghi.
-a DELTA quando le acque formano diversi rami prendendo la forma triangolare della lettera delta dell’alfabeto greco;
ciò accade perché il fiume porta con sé molti detriti e sedimenti, li porta fino a foce, quindi si accumulano mentre
fuoriesce l’acqua e si formano dei cordoni di sabbia. Questo fiume fuoriesce in un mare basso in cui non c’è un forte
movimento delle acque e quindi i detriti si appoggiano sulla costa e non permettono una fuoriuscita lineare delle
acque.
-a ESTUARIO = non si vedono sabbia e detriti, ma solo l’acqua; portano meno detriti e sfociano in un mare aperto e in
cui le acque si muovono molto e ci sono molte correnti, quindi i detriti vengono spostati dalle masse d’acqua e l’acqua
del fiume esce libera e non deve diramarsi come nelle foci a delta.
Il Po ha una foce a delta e il Tamigi ha una voce ad estuario, perché il Po fuoriesce nel Mediterraneo che è basso
mentre il Tamigi fuoriesce nel mare del Nord che è ricco di correnti.
LAGO
Il lago è costituito da una massa d’acqua, generalmente dolce, raccolta in una cavità del terreno; se la cavità è minima
si parla di stagno. La palude invece è ima depressione coperta da uno strato ridottissimo di acque, con abbondanza di
vegetazione, in parte emersa. L’acqua del lago proviene dalle precipitazioni, dai ruscelli, dagli immissari e da eventuali
sorgenti presenti sul fondo o lungo le sponde. Il lago non ha una comunicazione diretta con il mare. L’acqua che man
mano si aggiunge al lago viene smaltita in parte per evaporazione e infiltrazione e in parte attraverso gli emissari (corsi
d’acqua che escono dal lago). Il lago può avere anche acqua salata, ciò avviene se non ci sono emissari e ci sono
I più grandi laghi italiani sono quelli subalpini che si sono formati dopo lo scioglimento dei ghiacciai. I maggiori laghi
mondiali invece sono di origine tettonica (es. il Mar Morto, che è salato ma chiuso). Il Lago di Albano è un esempio di
I laghi da sempre hanno attratto la popolazione in quanto riserva d’acqua, mezzo di trasporto, luoghi di pesca. Le
acque dei laghi vengono usate anche per irrigare i campi e per il turismo, grazie alla pesca sportiva, alla bellezza del
I GHIACCIAI
L’insieme dell’acqua allo stato solido, cioè sotto forma di ghiaccio, presenta sulla Terra prende il nome di CRIOSFERA
Sulle montagne gli ammassi di neve si accumulano e formano i ghiacciai. I ghiacciai scorrendo assumono una forma
L’estensione dei ghiacciai è di circa 15 milioni di km2, un decimo delle terre emerse; gran parte di questi però si trova
in Antartide. La trasformazione della neve in ghiaccio permanente dipende dalla latitudine, dall’esposizione e
morfologia del territorio; infatti spesso si scioglie o precipita a valle causando valanghe.
Se il fondo su cui si sviluppa il ghiacciaio è roccioso, si formano delle fratture: i CREPACCI; quando si incrociano i
crepacci trasversali e longitudinali si formano dei blocchi isolati che prendono il nome di SERACCHI. Nei ghiacciai di
montagna la parte superiore è detta BACINO COLLETTORE (parte di accumulo o alimentazione del ghiacciaio), mentre
quella inferiore è la LINGUA. La fusione e evaporazione di parte del ghiacciaio prende il nome di ABLAZIONE. Alle
altitudini più basse il ghiacciaio si fonde, qui la lingua termina con il FRONTE dal quale fuoriesce l’acqua che alimenta il
torrente glaciale. Oggi i ghiacciai, a causa dell’innalzamento globale della temperatura, si stanno sciogliendo o spesso
L’INQUINAMENTO
Tutte queste realtà naturali finora descritte sono soggette ad inquinamento. Con il termine “inquinamento” si indica il
degrado ambientale tramite sostanze che ne alterano la composizione chimico-fisica. Si parla di PIOGGE ACIDE, cioè
quelle ricche di smog. Dalle industrie fuoriescono gas che escono nell’atmosfera e che cadono insieme alla pioggia
quando ci sono le temperature adeguate. Ciò comporta che quando le piogge vanno a finire nei fiumi e sui terreni
coltivati sono piene di tossine e inquinano le acque e le coltivazioni; ciò porta ad avere prodotti inquinati. SI tratta di
un ciclo che ha creato l’uomo non controllando bene i prodotti usati dalle fabbriche. L’uomo si è inserito nel ciclo della
natura e lo ha danneggiato.
IL CICLO DELL’ACQUA
Atmosfera, litosfera e idrosfera non costituiscono porzioni distinte del pianeta Terra, ma sono in relazione
strettissima. Questa relazione è evidente osservando il ciclo dell’acqua (o idrologico): l’acqua, variando il suo stato
fisico, evapora dagli oceani, si immette nell’aria e torna sulla superficie terrestre in forma liquida (pioggia) o solida
(neve o grandine).
BILANCIO IDROLOGICO
Il vapore acqueo prima di condensare e cadere sotto varia forma, può essere trasportato dai venti che soffiano in
quota per molte migliaia di chilometri. Perciò i continenti ricevono molta più acqua di quella che perdono per
evaporazione con un bilancio idrico positivo, essenziale per la vita e le attività antropiche. L’eccesso di acqua può
essere usato per molte cose, scorre in superficie (fiumi, torrenti) o nel sottosuolo (alimentazione delle falde). Se
invece guardiamo le regioni, la situazione cambia in base alle condizioni climatiche del posto. Le regioni con climi
equatoriali, molto piovosi, hanno sempre abbondanza di acqua; quelle con climi desertici sono scarse d’acqua per
tutto l’anno.
-letture e filastrocche
Gli uomini hanno una doppia natura, per quanto stabili tendono a migrare. La presenza dell’uomo sul territorio varia a
seconda delle caratteristiche del territorio. Ogni stato ha l’ISTAT, un istituto che si occupa di statistica e consente di
studiare la popolazione e il suo collocamento. Per le popolazioni passate si usano le fonti. I documenti sono molti,
diretti e indiretti, e consentono di studiare bene la popolazione del passato e del presente e quindi di vedere il
rapporto tra popolazione e territorio. Possiamo quindi osservare i caratteri di stanzialità e migrazione.
Le comunità per fermarsi in un luogo devono avere le giuste condizioni; il popolamento umano avviene in base a:
-CLIMA e VEGETAZIONE
-CONDIZIONI CULTURALI e STORICHE = quanto più un territorio è stato abitato nel passato tanto più lo sarà nel tempo,
in quanto più si vive in un territorio e lo si sfrutta e più quel luogo diventa favorevole per la vita dell’uomo e quindi
attrae abitanti.
L’abitante è colui che si appropria in qualche modo dello spazio nel quale vive; il vocabolo infatti deriva dal latino
1) ECUMENE = ampia zona dove l’uomo può vivere per tutto l’anno con normali condizioni di vita; corrisponde alle
2) ANECUMENE = aree disabitate, cioè poli, alte montagne e deserti; sono zone dove la vita dell’uomo non può
resistere; tra le zone disabitate c’è anche la foresta equatoriale perché qui la vegetazione è fitta e le condizioni
3) SUBECUMENE = è la fascia tra ecumene e anecumene, sono quelle zone subpolari e equatoriali dove in alcuni
periodi dell’anno si creano condizioni che consentono all’uomo di viverci. È una presenza dell’uomo breve, legata a
allevamento, pesca e caccia (es. Tundra);
4) PERIECUMENE = luogo nel quale l’uomo è riuscito a installare postazioni o osservatori scientifici e ogni
sostentamento arriva dall’esterno; l’uomo cioè con le sue tecnologie ha reso quel luogo abitabile. La vita è possibile
LA DENSITA’ DI POPOLAZIONE
La densità di popolazione è maggiore in Europa, Asia minore, India e Cina (rosso e viola); sono territori che si trovano
soprattutto nella fascia climatica temperata e sono abitate da molto tempo. Il verde, che corrisponde a Siberia e
America del Nord e alcune zone dell’Africa, sono quelle meno abitate.
Per densità si intende il rapporto tra il numero degli abitanti e la superficie che essi occupano e si esprime in abitanti
D(t)=
-AREE AD ALTA DENSITÀ = presentano più di 100 abitanti per Km2, sono appunto quelle dei grandi blocchi (Cina, india,
-AREE DENSAMENTE POPOLATE (da 50 a 100 abitanti per Km2): sono aree ricche dal punto di vista industriale come la
-AREE A MEDIOCRE DENSITÀ (da 10 a 15 abitanti per Km2) come la sezione settentrionale della Russia.
-AREE A BASSA DENSITÀ (da 1 a 10 abitanti per Km2) come le zone della Siberia o aree interne dell’Africa.
-AREE A BASSISSIMA DENSITÀ (meno di 1 abitante per Km2) come le foreste boreali del Canada o le steppe in
Patagonia.
Queste categorie che sono state create corrispondono alla carta prima illustrata e danno un’idea delle forti
Con la formula classica si considerano nel rapporto anche territori che non sono abitabili, come le montagne; nel
secondo caso invece si considerano solo le zone che possono essere abitate dall’uomo.
ES. Egitto ha come densità aritmetica 79 abitanti per Km2 e come densità fisiologica 2.633 perché la superficie totale è
La densità di popolazione alta può creare problemi politici, sociali, di organizzazione, economici.
La densità media di popolazione italiana è di 195; in realtà solo la Sicilia corrisponde a questo dato, ci sono anche aree
meno popolate. Un esempio è il Molise che ha una densità di 72 abitanti per km2.
Quando parlo di valore medio di uno stato non do un’indicazione precisa di come si distribuisce la popolazione nel
territorio, ma bisogna andare a vedere zona per zona, considerare la superficie coltivabile, vedere come la densità si
La densità indica la quantità di popolazione, invece la DISTRIBUZIONE indica come essa si sia insediata sul territorio.
Negli anni della nascita di Cristo c’erano circa 200 milioni di abitanti nel mondo; la popolazione, se pur pian piano
aumentando, è rimasta ridotta fino al 1900, quando sulla terra gli abitanti erano circa 1,6 miliardi. La grande crescita è
La presenza umana è stata molto limitata negli anni e poi c’è stato questo sviluppo vertiginoso nel corso di solo un
secolo perché sono cambiate le condizioni di vita. La vita degli uomini del passato era caratterizzata da guerre
continue, malattie e povertà. Con l’evoluzione della scienza e della medicina e la diffusione di una buona
alimentazione è migliorata la vita umana, a ciò hanno contribuito anche lo sviluppo industriale e le migliori condizioni
igieniche. Oggi le condizioni sono cambiate. Ogni volta che nel passato c’era un aumento della popolazione e la
produzione agricola non era sufficiente a nutrire tutti, una parte della popolazione moriva di fame o si ammalava.
La popolazione tra il 1900 e il 2000 è aumentata in maniera esponenziale, ma in modo diverso nelle varie aree.
L’Europa e l’America hanno avuto questa crescita demografica a inizio 900, perché le condizioni sono migliorate
prima, invece nel sud del mondo i miglioramenti sono avvenuti dopo e quindi la popolazione è aumentata più tardi,
intorno al 1960.
NATALIA’ E MORTALITA’
Lo sviluppo della popolazione è legato a altri 4 fattori: natalità, fecondità, speranza di vita e mortalità.
-FECONDITA’= disponibilità biologica della donna a mettere al mondo figli; fecondità della donna e fertilità maschile
-natalità e mortalità però sono legate anche alle condizioni della speranza di vita.
Un “indice” è un calcolo. Per indice di natalità si deve intendere il rapporto – espresso per mille – fra il numero dei nati
Per calcolare l’indice o tasso di natalità si moltiplica per mille il numero dei nati in un anno e si divide il prodotto per il
n(t) =
La natalità è un fattore biologico, legato appunto a fertilità e fecondità, ma può essere anche influenzata da fattori
Oggi nascono meno bambini di quanti ne nascevano in passato (es. costo della vita più alto oggi, prima i bambini
aiutavano nel lavoro delle terre, oggi la donna si sposa più tardi, condizioni dell’ambiente e inquinamento, alta
Per indice di mortalità si deve intendere il rapporto –espresso per mille – fra il numero dei morti in un anno e il totale
Per calcolare l’indice o tasso di mortalità si moltiplica per mille il numero dei morti in un anno e si divide il prodotto
m(t)=
L’uomo non è riuscito a annullare la mortalità, ma è riuscito a migliorare la qualità della vita in modo da consentire un
allungamento della vita; questa è la SPERANZA DI VITA.
Possiamo agire sulle cause esogene e endogene di morte, non sulla mortalità; esogene cioè esterne (incidenti) e
endogene cioè interne (malattie). Es. per ridurre gli incidenti basta stare più attenti e così morirebbero meno persone.
La mortalità infantile si sta riducendo perché oggi ci sono i vaccini che consentono ai bambini di sopravvivere,
abbiamo una giusta alimentazione e acqua potabile. Oggi abbiamo una popolazione molto anziana proprio perché le
-Paesi a BASSA MORTALITÀ: indici tra il 6 e il 7 per mille o comunque meno del 10 per mille.
È possibile confrontare i vari dati di un paese. La differenza tra i nati e i morti in un anno esprime il valore del SALDO
NATURALE, che può rappresentare un INCREMENTO o DECREMENTO della popolazione. Questi elementi diventano
importanti quando devo vedere se c’è un’alta densità o una forma di spopolamento.
Mettendo in relazione il tasso di natalità e il tasso di mortalità si ottengono le classificazioni del SALDO NATURALE in 3
tipologie (o incremento):
1) TIPO PRIMITIVO = è quello che ha accompagnato l’uomo dall’inizio e fino al 900, è ancora presente oggi in
alcune aree dell’Africa; è caratterizzato da alta natalità e alta mortalità, quindi una popolazione giovane e con
durata della vita bassa. È una popolazione arretrata, poco sviluppata, con pochi strumenti a disposizione;
2) TIPO IN EVOLUZIONE = è una popolazione che ha un’alta natalità e buone condizioni igienico sanitarie, quindi
la popolazione aumenta perché la mortalità è bassa; è la situazione dell’America del Sud, dove la popolazione
3) TIPO A BASSA NATALITA’ E BASSA MORTALITA’= ci sono pochi nati ma sopravvivono tutti; sono i Paesi a
economia avanzata come l’Europa. In questi paesi ci sono altri problemi rispetto alle popolazioni degli altri
due tipi, perché qui troviamo problemi riguardo la cura e pensione degli anziani, ad esempio.
TASSO DI INCREMENTO NATURALE = come le popolazioni aumentano in percentuale in un anno, si calcola con la
formula:
Se il numero delle nascite è maggiore delle morti il tasso avrà segno positivo, quindi avremo un aumento della
Il maggiore sviluppo della popolazione lo troviamo in alcune zone dell’Africa, America del Sud e India; al nord del
La crescita o riduzione di una popolazione dipende dalla combinazione di due dinamiche: quella naturale, determinata
dal rapporto tra nati e morti, e quella migratoria, risultato della differenza tra immigrati ed emigrati.
LA TRANSIZIONE DEMOGRAFICA
2) 1750-1880= alta natalità, mortalità in calo grazie ai progressi della medicina e al miglioramento di ambiente e
alimentazione;
3) 1880-1970= si diffonde l’industrializzazione e quindi cambiano i bisogni sociali, ciò determina un decremento
della natalità;
4) 1970-oggi= la transizione è completa, i tassi di natalità e mortalità sono bassi, aumentano gli standard di vita.
Ci sono paesi che hanno vissuto prima questa transizione e paesi che ancora non la vivono.
Nella piramide di sinistra i primi gradini sono uguali, c’è poca differenza tra i veri gradini, invece nella piramide a
destra c’è più dislivello tra i gradini. La piramide di sinistra rappresenta i paesi sviluppati, in quella di destra i paesi in
via di sviluppo. Nei paesi in via di sviluppo ci sono molti bambini che muoiono nei primi anni di vita, invece
sopravvivono nei paesi più sviluppati, ecco perché tra i primi gradini c’è un diverso dislivello.
Nelle fasce tra 20 e 35 anni nei paesi più sviluppati c’è un aumento, nell’altra piramide i gradini sono sempre più
piccoli; questo perché nei paesi più sviluppati ci sono migrazioni che fanno aumentare la popolazione, invece nei paesi
in via di sviluppo molti muoiono o migrano e quindi si riduce la popolazione. Nella fascia di età tra 50 e 90 anni, si
muore di più nei paesi in via di sviluppo, invece in quelli sviluppati i gradini sono più ampi; in particolare sopravvivono
di più le donne.
Le piramidi di età ci consentono di capire le condizioni di un popolo e metterle a confronto con quelle di un altro
popolo.
Dove c’è un’alta concentrazione di popolazione, es. zone di Africa e India, abbiamo molti che fanno la fame. La densità
di popolazione infatti non è strettamente legato alla ricchezza o povertà di uno stato, dipende dalla sua
organizzazione economica. Negli stati in cui c’è un’alta densità ma un’organizzazione economica dello stato non
evoluto, troviamo una popolazione che aumenta ma non riesce a sopravvivere. È l’economia a determinare ricchezza
e povertà di un territorio.
La rilevazione della popolazione avviene attraverso STIME che gli uffici anagrafici aggiornano con periodicità, in genere
il 31 dicembre o il 1° gennaio di ogni anno, e attraverso i CENSIMENTI. I censimenti si eseguono a scadenze regolari e
Ad occuparsi di indagini statistiche in Italia dal 1926 è l’ISTAT, cioè l’Istituto nazionale di statistica. Lo scopo di questo
istituto è condurre ricerche per migliorare le informazioni statistiche e far conoscere la realtà ambientale, sociale ed
economica dell’Italia. Il primo censimento è stato fatto in Italia nel 1861, subito dopo l’Unità, presso il Ministero
dell’Agricoltura; da allora i censimenti si sono svolti ogni 10 anni fino al 2011, a eccezione del 1891 (per motivi
finanziari) e del 1941 (per motivi bellici). Tutti i censimenti si sono svolti a ottobre oppure a novembre, il periodo di
minore mobilità della popolazione. Nei censimenti si considera soprattutto la popolazione RESIDENTE, cioè quella che
ha dimora abituale nel comune, anche se alla data del censimento è temporaneamente assente. Viene registrata però
anche la popolazione PRESENTE, cioè i presenti nel comune compresi quelli che hanno la residenza da un’altra parte.
-l’ANNUARIO STATISTICO ITALIANO, sui diversi temi ambientali, sociali ed economici dell’Italia, comparati nel tempo e
-il BOLLETTINO MENSILE DI STATISTICA, con le serie mensili aggiornate dei dati in campo demografico, sociale ed
economico.
Il lavoro svolto dall’ISTAT ha soprattutto finalità economica, in quanto l’economia è fondamentale per una corretta
La situazione demografica della popolazione italiana nel 1861, all’indomani dell’Unità presenta un tipo d’incremento
naturale primitivo. Su una popolazione di circa 26 milioni di abitanti il tasso di mortalità era molto elevato (30,9 per
mille) con una mortalità infantile altissima e un tasso di natalità altrettanto elevato, circa il 37, 5 per cento, nel periodo
1863-1890.
Nel 1915 con la prima guerra mondiale è stata registrata un’altissima mortalità e una bassissima natalità, si è
sviluppata maggiormente la natalità alla fine della guerra. Lo stesso fenomeno si ripete, ma in maniera più ridotta,
negli anni della seconda guerra mondiale. Negli anni 60 in Italia c’è stato un boom di natalità, nel periodo successivo
alla guerra in cui l’Italia ha avuto una rinascita. Poi natalità e mortalità si sono abbassate insieme fino ad arrivare al
modello attuale.
Oggi abbiamo una riduzione dei matrimoni. Possiamo incrociare i tasi di natalità e nuzialità, si riducono le nascite e i
Inoltre nel 1975 c’era una media di 2,2 figli per donna (alcune avevano 2 figli, altre 3), nel 2009 siamo a 1,4 (quasi
c’è la sostituzione delle persone in vita. In Italia i nati sopravvivono tutti, dai 30 a 50 anni la popolazione è elevata
anche per via degli immigrati e la vita è molto lunga, oltre 90 anni.
Ci sarà da un leggero aumento della popolazione (dai circa 60 milioni di oggi ai 62,3 milioni del 2037, per poi ricalare a
61,5 milioni).
Rilevante la crescita della quota di stranieri che, in quarant’anni, passerà dal 7% al 17%. Nel Nord-Ovest, uno su
LA MIGRAZIONE
(+ cap. 9 “Le mobilità e le dinamiche migratorie” + cap.4 della III parte della monografia
Il movimento fa parte della storia dell’umanità e ha sempre avuto un ruolo importante. Le migrazioni ci sono sempre
state, anche quando l’uomo non aveva mezzi di trasporto e si muoveva a piedi, anche se in tempi lunghissimi. Nel XIX
secolo le rivoluzioni tecnologiche resero più veloci gli spostamenti. Recentemente la mobilità è aumentata ancora di
più perché i trasporti oltre a consentire uno spostamento più veloce hanno prezzi ridotti rispetto al passato. Ci
troviamo oggi nella società dell’ipermobilità, con tutti i vantaggi e gli svantaggi che questo comporta. Chiaramente
una persona ricca ha più facilità a spostarsi rispetto ad una che ha difficoltà a pagare il viaggio. Nell’ambito della
mobilità, uno dei fenomeni di maggiore impatto che viviamo sono le migrazioni. Le migrazioni hanno conseguente sul
Secondo la TEORIA DELLE MIGRAZIONI UMANE elaborata nel 1880, sulla base dei principi del determinismo:
esce da un territorio, migrante chi entra in un territorio); organizza il viaggio, sa dove andare.
2) PROFUGO = a differenza del migrante fugge improvvisamente da un territorio, es. per la guerra, paura, per
3) RIGUGIATO = colui il quale deve dimostrare che fugge da un territorio per motivi politici.
4) FUGA DEI CERVELLI = è una migrazione intellettuale, es. i giovani laureati che si spostano da una nazione
5)
Sono considerati REGOLARI i migranti con visti e permessi, i richiedenti asilo; IRREGOLARI e CLANDESTINI tutti coloro
che non hanno l’autorizzazione da parte del governo a risiedere nel Paese di destinazione. Le convenzioni che
regolano questo fenomeno solo la Convenzione di Ginevra delle Nazioni Unite del 1951 e il Protocollo di New York del
1967.
1) MIGRAZIONI IN MASSA = spostamenti, volontari o coatti di un intero popolo, es. i barbari, oggi dall’Africa;
2) MIGRAZIONI PER INFILTRAZIONE = non migrano interi popoli ma piccoli gruppi, è quella che caratterizza
l’Europa tra 800 e 900 (alcuni europei sono emigrati verso le Americhe);
3) MIGRAZIONI INTERNE = spostamenti all’interno dello stesso stato per motivi principalmente economici; es.
negli anni 50 quando le famiglie del sud si sono trasferite a nord dell’Italia. Questo determina un problema di
riorganizzazione sociale. A volte lo Stato stesso è favorevole a questi spostamenti interni, es. i contadini che
particolari lavori agricoli. Sono le migrazioni stagionali, come la transumanza. Anche lo spostamento di uno
5) SPOSTAMENTI PENDOLARI = spostamenti quotidiani che avvengono generalmente dalle periferie verso i centri
Oggi tornano le migrazioni di massa; c’è un grosso movimento. Le popolazioni sono portate a muoversi di più perché
ci sono meno chiusure e più mezzi di trasporto, quindi si cambia spesso resistenza. Nel Mediterraneo c’è una forte
migrazione dall’Africa verso l’Europa; l’Italia è una terra di passaggio per questi popoli.
L’ISTAT oggi fa anche delle ricerche per chi per brevi periodi è presente in un territorio, es. per lavoro o una vacanza.
-MOTIVAZIONI PROFESSIONALI = chi ha un’alta qualifica si sposta per cercare un lavoro rispondente alla sua
formazione;
LA MIGRAZIONE FORZATA
È difficile distinguere con precisione la migrazione forzata da quella volontaria, perché quasi tutti gli spostamenti
derivano da una forma di costrizione. Tuttavia possiamo assimilare alla migrazione forzata ad alcuni fenomeni:
-la DIASPORA = la dispersione in varie parti del mondo di un popolo costretto a lasciare la propria sede di origine per
motivi razziali, politici o religiosi; si fa riferimento in particolare alla dispersione degli ebrei nel mondo antico, deportati
piantagioni di caffè, cotone e canna da zucchero negli Stati Uniti, nelle Antille, in Brasile e in altre regioni dell’America
Latina a partire dal XVI secolo. Un passo importante verso la sua abolizione avvenne il 25 marzo 1807, quando il
Parlamento inglese approvò lo Slave Trade Act. La tratta dei neri ebbe ripercussioni fortissime in Africa e anche nelle
-i trasferimenti forzati in Siberia e Asia centrale nei primi decenni del 900 durante la dittatura stalinista;
-le deportazioni di ebrei e altre minoranze nei campi di concentramento nazisti negli anni Trenta e Quaranta del
Novecento.
IL SALDO MIGRATORIO
È la differenza tra il numero di immigrati e quello degli immigrati di un determinato luogo; consente di verificare se ci
sono più immigrati o emigrati e quindi avere informazioni su un territorio. Un territorio ricco è ricco di immigrati, uno
povero perde popolazione. Il TASSO DI EMIGRAZIONE/ IMMIGRAZIONE è il numero medio di emigrati/immigrati per
1000 abitanti.
IL BILANCIO DEMOGRAFICO
Considera i residenti di un determinato luogo in un determinato arco di tempo, tenendo conto di: natalità, mortalità,
emigrati e immigrati. Tutto questo posso farlo tramite i dati raccolti dall’Istat (numero nati, morti, cambi di residenza).
Dal 1861 in poi si sono susseguite diverse ondate migratorie; ci sono state circa 29 milioni di partenze tra il 1861 e il
1985. I flussi si intensificarono nel primo decennio del 900, poi rallentarono nel periodo fascista per riprendere con
vigore tra gli anni 50 e 70 del secolo scorso.
I migranti incontrano problemi di integrazione e tendono ad associarsi per condividere esperienze, confrontarsi. Sono
nate, già in passato, delle associazioni spontanee che sono poi state formalizzate, di immigrati.
Gli italiani all’estero sono molti, alcuni hanno anche il diritto di voto perché hanno mantenuto cittadinanza italiana.
Questi italiani migrati hanno creato ASSOCIAZIONI per aiutarsi e mantenere viva l’identità italiana.
La tendenza all’associazionismo rientra nella natura dell’uomo perché un gruppo riesce a raggiungere meglio i suoi
obiettivi, formandosi e dandosi delle regole. All’interno del gruppo c’è solidarietà tra i suoi membri. Alexis de
Tocqueville (politico e storico francese) ad esempio sottolinea come lo sviluppo della democrazia americana sia
collegato alla propensione di questo popolo all’associazionismo. Gli americani diventano un esempio per l’Europa
Ley nella geografia sociale sottolinea l’anima appunto sociale dell’uomo; diventa quindi importante per questa
geografia lo studio dei gruppi e la comprensione dei processi sociali. L’associazionismo rientra nelle relazioni tra pari,
di tipo orizzontale, che richiedono reciproca fiducia, simmetria negli scambi e un forte senso di appartenenza a un
gruppo, unito da legami particolarmente stretti. L’associazionismo inoltre implica rapporti a diverse scale: locale,
non tende a tornare nel luogo d’origine, ma mantiene con esso un forte legame, pur vivendo in un altro stato;
Il ministero degli Affari Esteri nel 2000 ha svolto un’indagine e ha individuato 7000 formazioni distribuite in tutto il
Nella rilevazione del 2007 invece le associazioni sono circa 6000; la riduzione è dovuta al fatto che alcune associazioni
si sono unite formando FEDERAZIONI E FONDAZIONI. Le associazioni si sono organizzate dal punto di vista economico
1) PRIMA FASE = 800= associazioni di mutuo soccorso, in cui i migranti si aiutano: si danno indicazioni a chi arriva, si
ricordano le tradizioni, si danno le prime basi della nuova lingua, si aiutano nella ricerca del lavoro e nella
sistemazione;
2) SECONDA FASE = le associazioni vogliono conservare l’identità dei migranti e promuovono la pluriappartenenza;
vengono introdotti nel 1970 gli enti regionali che consentono il rispetto delle norme e la relazione con le comunità
all’estero;
3) TERZA FASE = negli ultimi decenni le associazioni si sono evolute perché sono diventate più grandi (federazioni) e
hanno assunto funzioni economiche, turistiche e politiche. Le associazioni rappresentano un legame tra il paese di
provenienza e il nuovo paese ospitante. Ogni regione italiana ad esempio organizza periodicamente incontri con
gli italiani all’estero, con cui mantiene contatti e relazioni economiche e politiche.
1) ASSOCIAZIONI CON FUNZIONI ASSISTENZIALI = società di mutuo soccorso con impegno patriottico, tipiche della
prima fase;
2) ASSOCIAZIONI CON FUNZIONI RICREAIVE E CULTURALI = funzioni ricreative, sportive, culturali e religiose tipiche
3) ASSOCIAZIONI CON FUNZIONI SOCIO-ECONOMICHE= federazioni, fondazioni e associazioni che svolgono funzioni
commerciali, turistiche e politiche, coerenti con la recente evoluzione; sono un numero limitato.
L’associazionismo migratorio sta restituendo all’Italia quelle risorse che aveva perso. Le associazioni all’estero
Spesso vengono adottate delle misure restrittive nei confronti degli immigrati; queste misure aumentano il numero
degli immigrati clandestini e affermano la volontà di risolvere il problema solo attraverso i respingimenti. In alcuni casi
questo respingimento viene concretizzato con la costruzione di un muro. Il più noto è il Muro di Berlino che per circa
30 anni (1961-1989), durante la Guerra fredda, ha segnato la “cortina di ferro”, cioè la linea di confine tra la zona
d’influenza statunitense e quella sovietica. L’abbattimento del muro ha consentito la riunificazione tedesca, che si è
conclusa nel 1990. Altri muri sono stati costruiti ad esempio in Marocco verso la fine degli anni 90, tra gli Stati Uniti e il
Messico nel 1994, nel 2012 tra la Grecia e la Turchia, nel 2015 tra Ungheria e Serbia.
In Italia sono attive strutture di accoglienza e assistenza per gli immigrati irregolari.
I muri non riescono a bloccare i flussi di migranti, ma portano solo a ulteriori divisioni e chiusure politiche, sociali e
culturali. Bisognerebbe invece agire sulle cause dei flussi, sia socio-economiche sia politiche.
LO SPAZIO URBANO
+ documento “Lo spazio urbano” + cap.10 “L’insediamento”
La popolazione che vive nelle città è ampia. La città oggi è sempre più importante, abitano più persone in città che in
campagna.
È solo la popolazione che ci permette di riconoscere le città? No, ci sono altri elementi.
Haggett, 1997--- Una città equivale a un gran numero di persone che vivono insieme a densità molto alte in una
moltitudine compatta.
Mumford, 1997 --- è il punto di massima concentrazione del potere e della cultura di una comunità
LA CITTA’
Le città sono legate a un rito ben preciso di fondazione, non sono nate a caso (Es. nascita di Roma). Queste origini a
volte sono mitiche, questo significa che la città è vista come un organismo che nasce e si sviluppa. Alcune città però si
Dagradi, 1985--- La città è un luogo di scambi, industrie, funzioni amministrative e culturali; in breve un centro di
relazioni.
Ciò significa che la città non è solo il luogo in cui viviamo, ma dove scambiamo relazioni di diversa natura; la città è un
luogo complesso.
-strutture edilizie
-funzioni
La città oggi è definita “motore dell’economia”, un luogo dove troviamo attività importanti.
LE FUNZIONI URBANE:
-commerciale
-industriale
-turistica=per la presenza di mare, montagna, centro storico;
Roma ha funzione politica perché è capitale d’Italia, amministrativa come capoluogo, religiosa per il Papa, industriale,
commerciale, turistica. Ci sono quindi città più importanti che hanno molte funzioni e città che ne hanno poche.
Queste funzioni ci sono sempre state nelle città, anche in passato; ad esempio c’erano città militari o portuali. La
funzione non è qualcosa che individuiamo solo nel presente, ma che cerchiamo anche nel passato. Oggi le città sono
più articolate.
Le città hanno diverse funzioni, quindi possiamo individuare la portata di una funzione, cioè il raggio d’azione
-MICROREGIONALE= città che ha raggio d’azione limitato ai comuni circostanti (es. capoluogo di regione);
Milano)
-GLOBALE= città con influenza mondiale, che controllano poteri a livello globale (es. New York)
Nella preistoria l’uomo viveva allo stato nomade. Nel 10 mila a.C. l’uomo è diventato stanziale, cioè si è fermato e ha
avviato l’agricoltura. Migliorando sempre di più l’agricoltura, i primi uomini che abitavano i villaggi hanno trovato le
eccedenze agrarie, cioè producevano più di quanto avevano bisogno; nacque quindi l’idea della commercializzazione.
Gli uomini iniziarono a commerciare i prodotti in eccesso, ma per farlo avevano bisogno di un luogo per incontrarsi; da
questo bisogno nascono le città. In questi luoghi dove si incontravano infatti sono iniziate a nascere le case e a
svilupparsi funzioni che aiutavano a governare il territorio. La città quindi è nata per un problema economico.
Le prime città furono fondate in Mesopotamia dal 3000a.C., poi nella valle dell’Indo, nella Cina settentrionale e in
America Centrale.
La città è diventata il luogo dove risiedeva chi governava, non solo i contadini. Sempre nelle città si costruivano i
templi, si fermavano i soldati quando non dovevano combattere. Accanto all’esigenza commerciale si sono via via
aggiunte le altre funzioni. Anche gli intellettuali iniziarono a fermarsi nelle città e non nei villaggi. Nelle città
risiedevano quindi mercanti, artigiani, sacerdoti, funzionari, militari. La tipologia più antica è quella della città palazzo;
questa tipologia di città la ritroviamo nell’isola di Creta, dove troviamo funzioni regali, magazzini e vari servizi.
I GRECI
I greci sono sollecitati a fondare le città per motivi commerciali, politici e così via e ogni città aveva una sua autonomia
politica; non si riesce infatti a creare unità tra le polis ma si scatenano continue lotte. La Grecia rappresenta il massimo
I ROMANI
I romani sono attenti anche all’organizzazione urbanistica della città, cioè proprio al disegno delle città. Molte delle
città fondate dai romani sono presenti ancora oggi. I romani davano alla città un disegno geometrico, a forma di
scacchiera, stabilivano due linee centrali (il Cardo e il Decumano). Le città avevano dei luoghi simbolici come: il foro,
luogo dell’incontro politico, economico e del tribunale; le palestre, luoghi di incontro ludico.
IL MEDIOEVO
Nel Medioevo c’è una crisi delle città: le popolazioni europee spaventate dai barbari lasciano le città e si rifugiano
nelle campagne e sulle colline; questo è accaduto nell’Alto Medioevo, mentre nel Basso Medioevo (dopo il 1000),
quando la situazione politica si ristabilisce, le città ritrovano il loro ruolo e si formano i Comuni. I comuni sono città che
si gestiscono autonomamente. Le città ritrovano la loro importanza e hanno come caratteristica le mura. Le mura
sono state abbattute nel corso dei secoli. A volte venivano costruite più cerchia di mura se la città aveva bisogno di
maggiore difesa o se si era ingrandita e quindi inglobava nuovi borghi. Secondo alcuni studiosi però le mura non
servivano solo a difendere la città, ma anche a dare un’identità alla città e un distacco rispetto alla campagna.
Nel Medioevo c’è una forte distanza tra la città, luogo delle attività e della politica, e la campagna, luogo del lavoro e
della produzione. I cittadini si sentivano superiori e questo causava un continuo contrasto con i contadini.
Le città quindi dal Basso Medioevo recuperano il loro ruolo, vengono arricchite dalle mura e anche dalle loro leggi,
infatti ogni città medievale ha un proprio statuto. Alcune città italiane divennero importanti per i traffici commerciali,
come Venezia o Genova. Nel Nord Europa furono due le aree di grande sviluppo urbano ed economico: l’area del mar
Baltico, dove le città si riunirono nella Lega anseatica, e l’area delle Fiandre.
L’età comunale è stata un fenomeno europeo e dell’Italia settentrionale, assente nell’Italia meridionale in quanto è
stata occupata dai Normanni che avevano formato uno stato unitario con potere assoluto. In Italia meridionale i
Normanni non permettevano la libertà delle città. Secondo alcuni studiosi il fatto che in età medievale non ci sia stato
lo sviluppo dei comuni rappresenta una delle cause storiche della questione meridionale, cioè quel minore sviluppo
400/500
Lo sviluppo delle città continua nel tempo e nel 400/500 le città diventano i luoghi dove i signori fanno costruire le
loro regge. Vengono abbellite e gli artisti mostrano come deve essere la città ideale. Si recuperano gli studi dei romani
per poter costruire delle città che siano belle a vedersi e ben organizzate. Le funzioni principali vengono organizzate
nel cuore della città (duomo e piazza del mercato). In età rinascimentale sono motivazioni demografiche e politiche a
700
Nel 700 la mentalità illuministica modifica significativamente la città. Si avverte la necessità di rendere le città
confortevoli per le infrastrutture, vivibili per la borghesia con l’abbattimento delle mura. La produzione si sposta verso
DALL’800 IN POI
Dopo il 1800 le città si ingrandiscono, in concomitanza con l’industrializzazione. Le prime industrie vengono collocate
nelle periferie e i loro operai venivano dalle campagne; le città quindi si ingrandiscono perché si formano i quartieri
degli operai vicino le industrie. Nell’800 aumenta la popolazione, migliorano le condizioni di vita, c’è meno mortalità.
Si abbattono le mura e le città crescono, aumentano i quartieri e cambia la struttura urbana. La città si allarga in
campagna e quindi si perde la separazione tra campagna e città che era stata una caratteristica dal Medioevo fino al
1800. Le città occupano sempre più lo spazio della campagna anche perché c’è l’abbandono di alcuni del lavoro della
campagna e quindi le zone periferiche non sono più per l’agricoltura ma diventano parte della città.
La città contemporanea si contraddistingue per le sue funzioni e attività, per l’aumento della popolazione e per la
IL PAESAGGIO URBANO
-CASE SPARSE = case disseminate nel territorio comunale, a distanza tra loro;
-NUCLEI ABITATI = case vicine con almeno 5 famiglie e con strade, sentieri, spiazzi, aie, piccoli orti, piccoli incolti e
simili;
-CENTRI ABITATI = case vicine con strade, piazze, servizi e esercizi pubblici che le rendono autonome.
-centro storico
-quartieri industriali
L’aspetto storico è l’elemento che distingue le città europee da quelle americane; le città americane non hanno centri
storici, ma sono moderne in quanto nate più recentemente rispetto a quelle europee.
Le città arabe si organizzano tutte intorno alla moschea, cioè al luogo sacro. Le città arabe hanno la caratteristica di
avere una pianta disorganizzata, fatta di tante vie strette e irregolari. I due luoghi principali sono la moschea e il bazar,
Le città coloniali sono state costruite dagli europei e quindi richiamano le caratteristiche dei colonizzatori. In queste
città spesso ci sono quartieri per gli europei e quartieri per i locali.
La pianta della città è la rappresentazione cartografica della città e rappresenta anche lo sviluppo della città. La pianta
è quindi anche l’effettiva distribuzione dei quartieri della città che poi viene riportata su una carta. Della città devo
conoscere il sito originario, cioè il punto in cui era stata originariamente fondata la città e poi andare a vedere come si
è sviluppata.
-SITO= luogo originario dove la città è stata fondata, il primo luogo che è stato territorializzato, per questo si chiama
“sito originario”; per la fondazione sono importanti le condizioni ambientali (suolo, accesso, corsi d’acqua, difesa);
-PIANTA= sviluppo urbanistico della città; può essere REGOLARE (reticolo geometrico) o IRREGOLARE (struttura libera.
La pianta regolare può avere due forme: a SCACCHIERA (tipica dei romani) e RADIOCENTRICA (un nucleo centrale dal
quale partono a raggiera strade divergenti, es. Milano). Le città più grandi spesso hanno una pianta COMPOSITA non
omogenea, in cui i diversi momenti di sviluppo si distinguono attraverso gli interventi urbanistici diversi tra loro (es.
Bari).
-POSIZIONE= relazione che una città ha con altri territori
La posizione è importante perché la città è centro di attrazione per altri centri, intrattiene rapporti. Ad esempio
Madrid nel 1500 è stata scelta come capitale della Spagna proprio per la sua posizione, in quanto era al centro della
Spagna e permetteva di raggiungere da lì tutti i luoghi. La posizione determina il raggio d’azione della città e quindi le
-MONOFUNZIONALE o SPECIALIZZATA = risalta una sola funzione; in genere si tratta di città piccole o medie;
-PLURIFUNZIONALE = le funzioni sono molteplici e si integrano, soprattutto nelle città più grandi.
Città come Londra, New York, Parigi e Tokyo sono definite GLOBALI, in quanto esercitano molte funzioni e hanno un
-CITTÀ FLUVIALI = vicino ai fiumi perché il fiume permette di coltivare, avere acqua a disposizione, commerciare.
-CITTA’ MARITTIME
-POSIZIONE DI CROCEVIA
Cicerone dice che Roma deve la sua grandezza alla posizione, perché è vicina ma non sulla costa e grazie al fiume
Tevere che è navigabile consente di giungere subito alla costa; la posizione più arretrata rispetto al mare le
Nel tardo Medioevo i commercianti si incontravano vicino ai ponti perché era più facile commerciare tramite fiumi e
LA PIANTA URBANA
Può essere:
-RADIOCENTRICA= c’è un centro di partenza dal quale si sviluppano una serie di cerchi concentrici intorno
-A STRUTTURA DISORDINATA (es. arabe) = città che non hanno un’organizzazione precisa ma sono formate da stradine
a zig-zag.
-URBANESIMO= popolazione che dalle campagne va a vivere in città, cioè va a inurbarsi, a inserirsi nelle città;
I due fenomeni sono connessi perché aumentando la popolazione devo cambiare la struttura della città.
MEGACITTA’
È una città che supera i 10 milioni di abitanti; sono sedi dell’innovazione, delle multinazionali, ma hanno anche luoghi
di estrema povertà. Es. New York, Città del Messico, Shangai ecc.
RETI URBANE
Le relazioni tra le città oggi sono studiate e quindi si parla di “reti urbane”; questa espressione indica proprio le
relazioni tra le città, non le reti di trasporti e commerci che si trovano nella città. Possiamo avere due tipologie di rete:
-STRUTTURA POLARIZZATA = c’è una città più importante che mantiene relazioni con altre città (es. Bari con le città
circostanti);
-STRUTTURA POLICENTRICA = non c’è un centro predominante, ma tutte le città sono in rapporto tra di loro; tra esse
LE CINTURE URBANE
La cintura urbana è costituita dai comuni che sono circostanti a una città più importante. Questi comuni possono
AREE METROPOLITANE
Il rapporto che si è costruito tra la città più importante e la cintura ha creato le aree metropolitane. Per “area
metropolitana” intendiamo un territorio molto ampio che fa capo per le attività produttive e terziarie un’importante
città. Il termine viene dal greco, infatti le città si chiamavano “metropoli”. Le aree metropolitane più importanti in
In Italia è stata fatta una legge per le aree metropolitane nel 1990 perché la città con i comuni circostanti possono
CONURBAZIONI
Attorno ad un grande centro se ne sviluppano altri più piccoli; si formano un centro dopo l’altro. La campagna è
sempre più erosa e si sviluppano sempre di più le città. Ogni città della conurbazione mantiene la sua autonomia,
Le conurbazioni sono formate quindi da centri urbani molto vicini e ci danno l’idea della città che occupa tutto il
territorio.
MEGALOPOLI
Quando si formano tante conurbazioni che si uniscono l’una all’altra si crea la megalopoli, un enorme complesso
LA BANANA BLU
La megalopoli europea viene chiamata “banana blu”. La zona che va da Londra a Milano se la si vede di notte sembra
unica, ciò è stato notato con i satelliti; è stata chiamata banana blu perché le luci che si vedono danno sul blu. È
l’unione delle zone più sviluppate d’Europa, che copre Londra, Parigi, Milano. È la parte trainante dell’Europa, anche
L’AFRICA
Diversa è la situazione in Africa, un territorio dove le città sono poche; questo è prova della povertà del territorio.
Troviamo città sulle coste dell’Africa ma non nella parte interna. Le città non hanno lo stesso ruolo che hanno in
Europa e America. Dal punto di vista commerciale, spesso il problema dell’Africa è proprio il rapporto tra costa e parte
interna.
L’Italia è famosa per le sue città. Le città hanno avuto grande sviluppo grazie ai romani, al tardo medioevo e
l’arricchimento dovuto alle grandi corti che ci sono state e agli artisti. Molte delle città italiane erano murate e alcune
L’Italia ha avuto delle differenze nello sviluppo urbanistico tra nord e sud, oggi questo divario è stato compensato.
Alcuni hanno definito le città meridionali come città “dormitorio”, cioè sono città che hanno una funzione
residenziale; si tratta di città in cui si vive ma non c’è un grande sviluppo economico e commerciale. Le città
meridionali sono definite anche “buropoli”, cioè sono i centri dell’amministrazione e della burocrazia ma non hanno
Milano è un centro importante, p un’area metropolitana che ha una cintura urbana e lo spazio di campagna è minimo.
Oggi si dice che la campagna italiana è urbanizzata, cioè ha quei servizi e quelle strutture che sono tipiche della città.
In Italia ci sono 14 città metropolitane; è importante che un territorio abbia questa definizione perché gli abitanti in
queste zone godono degli stessi diritti, di una legislazione e di buoni trasporti. Tutte le norme relative all’area
metropolitana dovrebbero consentire alle città che ne fanno parte di avere gli stessi diritti, obblighi e doveri.
Oggi si fanno molte indagini sulla qualità della vita in città. Per esempio ogni anno d’estate il 24h fa un monitoraggio
per indicare come si vive nelle città: senso di identità, problemi, inquinamento, delinquenza, vivibilità.
La città deve dare attività, strutture, servizi, divertimento, cultura. La città è il luogo in cui si può vivere una buona
qualità della vita, ma questo non accade sempre e per questo occorrono i monitoraggi.
Smartcity significa città veloce, intelligente; questo significa dare il giusto rispetto all’ambiente e ai cittadini, quindi
La sostenibilità non è solo un fatto ambientale, ma anche sociale, economico e della vita in generale.
Sostenibilità significa:
-risparmio idrico
-raccolta differenziata
Oggi si parla anche di “orti urbani”, cioè ci sono associazioni che stanno risistemando delle piccole oasi verdi per
superare l’idea che la città debba essere solo cemento, ma inserire anche il verde per ridurre l’inquinamento.
La città oggi è divisa in quartieri.
Nella città del futuro dovrebbe esserci un giusto equilibrio tra presenza della natura e sviluppo urbano. La città non
può crescere a dismisura, ma bisogna creare un nuovo modello di città che tenga conto anche della natura.
-si può partire da una lezione sul campo = portare gli studenti sul territorio, confrontare le città vicine o i vari quartieri,
mostrare gli edifici presenti e le loro funzioni, il centro storico, la forma delle strade.
-ricerche su dove si costruiscono alcuni oggetti, es. gli occhiali, un divano ecc.
L’ECONOMIA
Il termine “economia” in passato indicava l’amministrazione della casa, oggi invece indica l’insieme delle attività rivolte
allo sfruttamento e alla valorizzazione delle risorse e dei beni naturali, attraverso la produzione, circolazione,
distribuzione, scambio e consumo dei prodotti. L’economia è legata al “mercato”, cioè il luogo motore dell’economia in
cui le merci prodotte dall’uomo vengono collocate e scambiate.
-POPOLAZIONE ATTIVA = persone occupate, persone disoccupate alla ricerca di una nuova occupazione, persone in
-POPOLAZIONE NON ATTIVA = minori, pensionati, invalidi, studenti in età lavorativa, casalinghe e tutti quelli che non
vogliono lavorare.
Recentemente sta diminuendo la popolazione attiva impegnata nel settore primario e secondario, mentre aumentano
sempre di più i lavoratori nel terziario. Per avere il quadro completo di un Paese però bisogna considerare anche altri
fattori, come la posizione di operai e dirigenti nelle organizzazioni produttive, lo stato di welfare, il PIL e gli indicatori
L’indice di vecchiaia ha delle conseguenze sociali importanti nelle principali economie avanzate, soprattutto in quelle
europee. L’invecchiamento potrebbe ridurre lo stato di welfare per le generazioni future, tuttavia questo problema è
L’uomo nella sua relazione con l’ambiente crea città e condizioni economiche; le sue attività hanno modificato la
L’agricoltura è lo sfruttamento razionale, sistematico dell’ambiente da parte dell’uomo per la propria sopravvivenza, per
L’uomo è passato al sopravvivere con caccia e pesca di prodotti “spontanei”, ad una agricoltura organizzata (circa
12.000 anni fa. Agricoltura, pesca e allevamento formano il settore primario; l’industria il secondario e il turismo il
L’agricoltura l’uomo l’ha cominciata quando è passato dalla dimensione nomade primitiva a una dimensione stanziale.
L’agricoltura è stata un merito delle donne, perché le donne rimanevano nella caverna per crescere i piccoli e questo
ha permesso loro di vedere un processo naturale: dei semi che cadevano e che dopo un po' di tempo producevano
degli alimenti utili per l’uomo. Da questa osservazione spontanea è nata l’agricoltura. L’agricoltura è stata possibile
grazie ad alcune innovazioni come l’uso del fuoco, l’uso della macina e il perfezionamento degli strumenti usati per la
caccia.
-organizzazione sociale = es. solo quando l’Egitto è diventato uno stato organizzato ha potuto governare le continue
-investimenti= es. nel 1951 in Italia si è fatta una riforma agraria, perché finalmente nel Mezzogiorno si è chiuso in
feudalesimo e si è fatta questa divisione dei territori in modo da creare la piccola proprietà terriera)
-riforme
-innovazioni tecnologiche (es. macchine agricole, un nuovo aratro nel Medioevo che consentiva discendere meglio nel
-imprese agro-industriali (alleanza tra agricoltura e industria perché non si produce solo per il consumo diretto, ma
anche per la lavorazione industriale).
L’agricoltura comincia come forma sperimentale nel 10000 a.C. e lentamente si migliora. Tra l’8000 e il 6500 a.C.
-Medio Oriente
-India
-Cina
Sono gli stessi luoghi dove nascono le prime città, proprio come conseguenza della necessità di vendere i prodotti.
-FRAGOLA, in Europa.
TRADIZIONALE
è il primo modello che l’uomo ha usato in età primitiva e le troviamo ancora in realtà poco sviluppate come Africa,
alcune zone dell’America e in alcune aree rurali interne dell’Europa; in queste zone si usano tecniche arretrate: scarsi
concimi, rotazioni elementari, specie coltivate limitate.
L’uomo coltivando capirono che il terreno aveva bisogno di riposo; se coltiviamo ogni anno un terreno diventa
improduttivo. Nel tempo, dal Medioevo in poi, gli uomini hanno capito che ci sono piante che assorbono l’hummus del
terreno e quindi lo impoveriscono e piante che invece danno hummus al territorio. Ad esempio le piante di legumi
sono buone per il terreno. È nata quindi la rotazione elementare, cioè il terreno che viene prodotto un anno si e uno
no, e ci sono anche rotazioni più raffinate, che prevedono di coltivare ogni anno un tipo di coltura diversa.
L’agricoltura tradizionale inoltre è un’agricoltura di auto-consumo, cioè che serve per la propria sopravvivenza, ed è
INTENSIVA
Era svolta già dai romani; significa che produco per me ma anche per la commercializzazione. I romani avevano grandi
apprezzamenti di terra in cui mettevano a lavorare gli schiavi. Producevano grandi quantità di vino, cereali, olive e
quindi olio e li commerciavano. È un’agricoltura che si concentra sulla produzione intensi di alcuni prodotti. Oggi
questo tipo di agricoltura si incontra con l’impresa agro-industriale.
tutto ciò che gli serviva in modo ampio, per esempio per conservare molto grano o altri prodotti. È un’agricoltura dalla
quale posso ottenere una grande quantità di prodotto ma usando sistemi elementari tradizionali; l’unico vantaggio è
l’estensione del terreno, ma non faccio investimenti e non inserisco innovazioni. È una forma di “egoismo sociale”,
perché il barone meridionale otteneva tutto ciò che serviva per sé, ma non si preoccupava di intensificare l’agricoltura
La troviamo negli Stati Uniti perché qui ci sono grandi appezzamenti di territori, divisi in “belts” cioè fasce. Hanno
quindi come i latifondisti grandi estensioni di terra, ma hanno aggiunto a questo la meccanizzazione, soprattutto per
la raccolta. Questo presenta un aspetto negativo: una forte meccanizzazione significa riduzione della presenza di
operai.
AGRICOLTURA CAPITALISTICA
La base dall’agricoltura capitalistica è l’agricoltura intensiva; questa esperienza di agricoltura intensiva dei romani, si è
ripetuta in età moderna e si è arricchita con il processo di capitalismo e industrializzazione dell’800. Il capitalismo deve
la sua esistenza a un’opera di Marx, il quale ha chiarito che la borghesia europea aveva formato un capitale, cioè
aveva messo da parte risorse di beni mobili e immobili e li ha messi in uno. Li ha messi in uso portando innovazioni
nell’agricoltura o avviando l’industrializzazione. Già nella seconda metà dell’800 si usavano i fertilizzanti che
permettono di intensificare la produzione e si acquistavano nuovi macchinari. La produzione intensiva è stata quindi
arricchita dalla presenza di capitali e si è passati a parlare da proprietà ad azienda agraria. È un’azienda che ha costi e
profitti, intensificati dai capitali. La produzione aumenta sempre di più e anche le possibilità commerciali; quindi il
proprietario dell’azienda non vende solo al mercato, ma cerca l’alleanza con l’industria. Es. vendevano la frutta al
AGRICOLTURA DI PIANTAGIONE
La troviamo in America del sud e in alcune regioni di Africa e Asia. È un’agricoltura collegata all’arrivo di europei in
questi territori; gli europei si sono resi conto che queste popolazioni producevano prodotti che piacevano agli europei
e quindi grandi estensioni di territori in queste regioni sono state destinate a produrre in grande questi prodotti per il
mercato dei paesi ricchi europei. Si sono formate quindi queste piantagioni con una forma di agricoltura che possiamo
definire intensiva perché si produceva molto di pochi prodotti. Gli europei hanno tolto a queste popolazioni la
possibilità di produrre beni propri, cioè non hanno spazio per produrre gli alimenti necessari per loro. Sono tate
AGRICOLTURE COLLETTIVE
Si tratta di un’agricoltura che oggi è in crisi. È un’agricoltura controllata dallo stato che troviamo in Russia, ai tempi
dell’Unione Sovietica; oggi la troviamo in Israele. Le aziende agricole non sono di proprietà di qualcuno, ma sono dello
Stato e il contadino che va a lavorare è come un operaio; non ha nulla di proprio, ha un contratto di lavoro con lo
Stato che lo porta a lavorare la terra per determinate ore. Questo modello corrisponde a una impostazione comunista
e tipica anche di Israele. Qualcuno ritiene che questo modello non abbia funzionato in Russia perché il contadino non
si sentiva integrato in ciò che faceva e quindi non si impegnava per ottenere buoni risultati; queste forme collettive
L’Europa ha presentato un grande sviluppo di agricoltura con romani e Medioevo. Dal Medioevo all’800 ha
sperimentato due tipi di paesaggi agricoli che sono stati presenti a lungo: paesaggio dei campi aperti (openfield),
paesaggio dei campi chiusi (bocage) e il paesaggio delle zone vicine al mare.
CAMPI APERTI:
“Campi aperti” è un nome che rispecchia la disposizione dei campi nel territorio: ci sono strisce di terra contigue che si
coltivavano insieme; era cioè un’intera comunità che si prendeva cura di quel territorio e tutti godevano dei vantaggi
-terre coltivate dai contadini che vivevano nei villaggi vicini alle terre
È un sistema che si è diffuso nel Medioevo, è autarchico e tipico dell’Europa continentale (es. Germania).
CAMPI CHIUSI:
“Campi chiusi” è un modello che si sviluppa al nord, soprattutto in Inghilterra, dove i proprietari non volevano
condividere le proprietà con i contadini e quindi mettono degli steccati o confini alle loro terre. Sono caratterizzati da:
-il proprietario viveva isolato ma sul territorio, in modo da controllarlo; si formano così le ville.
Il termine villa ha cambiato il suo significato nel tempo: la villa nel mondo romano rappresentava le proprietà dei
signori romani; la villa che si sviluppa nell’Italia del nord è un edificio importante con grandi estensioni di terra; oggi la
Da questi sistemi chiusi si è sviluppata l’agricoltura capitalistica. In conseguenza ad essi sono nate le aziende agricole.
Oggi i campi non sono recintati perché i confini sono individuati tramite il catasto.
In questi paesi:
-il clima sulle coste consente la coltivazione di frumento, olivo e vite (triade mediterranea);
-non ci sono grandi estensioni di terra, quindi si sfrutta ciò che c’è e nelle zone più interne vivono i contadini;
-non si sfruttano solo i terreni pianeggianti, ma anche i pendii con la tecnica del terrazzamento; sulle terrazze si
LA TRANSUMANZA
L’uomo ha sempre allevato gli animali. Gli animali hanno bisogno di pascoli freschi e quindi l’uomo ha incontrato un
problema perché i pascoli non erano sempre freschi; ecco perché l’uomo ha iniziato a spostarsi con gli animali alla
ricerca di pascoli freschi, praticando la transumanza. Oggi questo problema non c’è perché grazie ai trasporti e alle
innovazioni tecnologiche, gli animali vengono tenuti nelle stalle ed è l’uomo che gli porta il necessario.
-VERTICALE o alpina = tra l’alta montagna e le valle sottostanti (Alpi, Pirenei, Carpazi);
-ORIZZONTALE= sfritta pascoli lontani tra loro e si è affermata in Italia, Francia meridionale, Spagna e Grecia.
La transumanza crea un passaggio destinato all’allevamento, quindi che deve consentire il passaggio degli animali.
I tratturi collegano Abruzzo e Molise con la Puglia. Una parte del paesaggio non poteva essere sfruttata per
l’agricoltura ma doveva consentire il passaggio di uomini, animali e carri; ecco perché sono nati i tratturi. Un’altra
Oggi la transumanza è in crisi perché quando gli uomini hanno creato le aziende di allevamenti non hanno più avuto la
necessità dello spostamento. Tutta la nostra tradizione paesaggistica si è costruita tra agricoltura e transumanza.
LE INNOVAZIONI IN AGRICOLTURA
PRIMA RIVOLUZIONE AGRICOLA = nel 10000 a.C. gli uomini sono passati dalla raccolta spontanea alle prime
forme di agricoltura;
SECONDA RIVOLUZIONE = nel 1800, quando gli uomini hanno iniziato a usare i fertilizzanti chimici, cosa che
consentiva di aumentare la produzione
TERZA RIVOLUZIONE = oggi si parla di ingegneria genetica, cioè andare a cambiare il gene delle piante per
Il concetto di innovazione può avere un aspetto positivo o negativo. Gli OGM (organismi geneticamente modificati)
da un lato sono positivi perché potrebbero consentire di risolvere il problema della fame nel mondo; dall’altra parte
però non sappiamo se queste produzioni possono danneggiare la salute umana. Recentemente l’uso eccessivo di
fertilizzanti ha incoraggiato la diffusione dell’agricoltura biologica, un’agricoltura cioè che esclude sostanze chimiche e
salvaguarda la fertilità dei terreni, valorizza inoltre l’uso di materiali organici come il letame.
Oggi inoltre siamo portati a produrre molto per soddisfare il mercato; accade che volendo produrre molto di pochi
prodotti, stiamo riducendo la biodiversità. Per “biodiversità” si intende la presenza di più colture nel territorio, cosa
Si è intensificato molto l’allevamento di bovini oggi, cosa che è dannosa per l’ambiente, tralasciando altri animali.
L’innovazione deve essere a vantaggio degli uomini e della natura.
GREEN ECONOMY
Propone un nuovo tipo di rapporto tra le attività economiche e l’ecosistema naturale, per uno sviluppo sostenibile. Si
tratta di recuperare i prodotti che il mercato non richiede ma che sono utili per noi e per la natura. Oggi stanno
tornando in produzione prodotti che erano stati dimenticati, come il farro, che sono utili per il terreno e per la nostra
alimentazione.
L’INSEDIAMENTO RURALE
Si parla di insediamento rurale perché l’uomo ha bisogno di vivere vicino ai territori che lavora. Riscontriamo nel
-CENTRI ORGANIZZATI
Le case rurali sono diverse dagli edifici in città e possiamo avere due categorie:
-FORME UNITARIE = è la forma più semplice che prevede una casa fatta da elementi giustapposti o sovrapposti. Sono
le case dei contadini più poveri. Nel primo caso ci sono due vani vicini, nel secondo troviamo più piani e stalle più
-FORME COMPLESSE = troviamo tante strutture che fanno parte dell’azienda agricola. Le condizioni economiche dei
contadini che vivono in queste case sono migliori, ci sono maggiori estensioni di terra e una relazione tra allevamento
La masseria era una costruzione chiusa, con una sola entrata e un grande spazio aperto all’interno circondato dalle
case; non è un monolocale, ma c’è lo spazio per la famiglia, i braccianti, i macchinari, gli animali. All’interno di questa
piazza chiusa si svolgevano tutti i lavori della masseria (es. fare il vino).
La casa a corte aperta è fatta da elementi separati; c’è quindi un grande spiazzo davanti per i lavori agricoli e di
allevamento, ma non c’è bisogno di chiudersi. Abitazioni e stalle sono poste in modo lineare, uno dopo l’altro.
-AGGREGATO= gruppo di case senza luogo di raccolta; ci sono poche case e non ci sono negozi né altre attività.
-VILLAGGI= aggregati che si strutturano come centri rurali organizzati; ci sono più case e un minimo di vita sociale,
TIPI DI VILLAGGIO
-centri di fondovalle = allo sbocco di una valle o di un fiume, si trovano soprattutto nelle vallate alpine;
-centri di ripiano = sono usati per i villaggi montani e sfruttano la superficie pianeggiante;
Nelle regioni collinari d’Europa, i villaggi in genere si concentrano sui pendii lasciando la pianura alla coltura.
I villaggi si distinguono per la loro posizione geografica. A volte sulla cima della collina c’è la rocca o un castello per la
difesa. Nei villaggi inoltre è evidente la distinzione degli edifici, sia dal punto di vista funzionale che sociale, infatti
-DI CROCICCHIO = varie strade che si incrociano; si tratta di sentieri naturali che l’uomo ha sfruttato e introno ai quali
ha costruito il villaggio;
-ROTONDO= villaggio pensato con attenzione, a forma circolare difensiva, talvolta con cinta muraria intorno
-FORMA ALLUNGATA = una strada, un fiume o un canale intorno al quale si dispongono le case;
La geografia però non si occupa solo della forma degli edifici, ma anche dei materiali usati perché mostrano la
relazione tra uomo e ambiente. In passato l’uomo costruiva le sue abitazioni con i materiali che trovava sul luogo:
frasche, paglia, pali e bastoni, legno, argilla, pietra. Oggi si usa principalmente il cemento armato.
L’uomo ha sfruttato le condizioni geografiche del territorio e le risorse che trovava e in base a quelle risorse ha
Oggi nelle campagne tutti quelli che hanno avuto la possibilità economica hanno trasformato le loro case in strutture
di cemento armato; la città ha portato le strutture e tecnologie anche in campagna. A volte però si tendono anche a
La trasformazione delle aree rurali è positiva per il miglioramento della qualità della vita, ma bisogna sempre
rispettare il territorio.
L’ALLEVAMENTO
L’allevamento e la pesca fanno parte del settore primario. L’uomo quando nel 10000 a.C. ha avviato anche
l’allevamento. L’uomo si è reso conto che non tutti gli animali potevano essere allevati e che l’allevamento portava al
nomadismo, perché gli animali avevano bisogno di spostarsi. Le comunità che fondavano la loro economia
sull’allevamento sono state nomadi. Gli animali più allevati sono stati: cavallo, dromedario, ovini e bovini. L’uomo si è
servito di cavalli e dromedari come mezzi di trasporto, quando ancora questi non esistevano; da ovini e bovini invece
ricavava latte, carne e pelli. L’uomo ha addomesticato gli animali che poteva e li ha usati per il suo interesse.
-lavoro agricolo
-trasporto
-alimentazione
-scopi non alimentari (pellicce)
Oggi è usato poco per trasporto e lavoro e maggiormente per l’alimentazione e per scopi industriali.
L’allevamento intensivo presente oggi necessita di grandi quantità di energia e di acqua ed è molto inquinante perché
causa il rilascio nell’atmosfera di grandi quantità di diossido di carbonio e metano. A questo inoltre si aggiunge il fatto
che per creare nuovi terreni per il pascolo spesso vengono distrutte le foreste.
Il cavallo è diventato animale da sella, traino e combattimento, oggi molto usato in Europa e America del Nord per
LA PESCA
L’uomo ha sempre usato la pesca, oggi in misura maggiore perché possiamo conservare il pesce attraverso sistemi di
Le grandi zone di pesca sono: le coste della Norvegia, le isole del Giappone, le coste del Perù.
È un’attività utile e remunerativa, ma che richiede attenzione per evitare la distruzione del mondo degli oceani.
LE RISORSE MINERARIE
La distribuzione delle risorse minerarie nel territorio è diseguale e dipende principalmente dal modo in cui si sono
formate le rocce nel corso del tempo (litogenesi). Ad esempio il carbone viene prodotto soprattutto nell’emisfero
settentrionale (Russia, Cina, Stati Uniti), il petrolio nella regione del Golfo Persico. La tecnologia sempre più sofisticata
consente di individuare nuovi giacimenti e sfruttare al massimo quelli già esistenti. Per l’economia sono importanti:
-LE RISORSE = quantità totale di un qualsiasi materiale scoperto, utilizzabile e fruibile (es. il ferro);
-LE RISERVE = quantità di quello stesso elemento che è recuperabile, secondo tecnologie, condizioni economiche,
Riserve e risorse formano lo stock, cioè l’insieme dei materiali utili presenti nel mondo (in atmosfera, idrosfera e
Le risorse minerarie comprendono metalli (ferro, rame, oro), combustibili (petrolio, carbone, gas) ed elementi usati
Negli ultimi anni si sono diffuse anche le “terre rare”, cioè elementi che sono concentrati in pochi giacimenti; sono
quelli usati per produrre dispositivi ad alta tecnologia come le tv, le marmitte delle auto, i cellulari.
Le risorse minerarie sono state consumate a partire dalla rivoluzione industriale e per rispondere al loro esaurimento
è nato il riciclaggio.
SUGGESTIONI DIDATTICHE
Per spiegare l’agricoltura ai bambini si possono portare a visitare una fattoria didattica, mostrare come lavorano i
contadini, fare confronti tra i vari territori. Si possono mostrare storie e filastrocche sul mondo della campagna.
L’ENERGIA
L’uomo ha da sempre sfruttato gli animali, il vento e il sole per ricavare energia. La Rivoluzione industriale ha
modificato le esigenze di energia e anche il corso della storia; spesso questo ha causato conflitti e guerre. In alcuni
periodi l’abbondanza e il basso costo delle risorse energetiche hanno facilitato lo sviluppo economico. Le risorse
Le prime sono in pratica illimitate, mentre le seconde sono soggette a un esaurimento, più o meno rapido. Oggi le
risorse più usate per l’economia sono il petrolio e il gas. La produzione di gas è maggiore rispetto al petrolio in quanto
esso è meno inquinante e si trasporta facilmente in condotte (gasdotti) o tramite navi. Il carbone è stato la prima
risorsa ad essere usata, e ancora oggi è molto sfruttato anche se inquina, ha un costo di trasporto elevato e un
Le risorse non rinnovabili sono quelle più usate, anche se oggi si punta al risparmio energetico; quelle rinnovabili sono
usate meno perché sono poco convenienti. I limiti dell’energia eolica ad esempio dipendono dal fatto che il vento non
è costante.
L’energia idraulica sfrutta la forza cinetica dell’acqua attraverso dighe sui fiumi. L’energia geotermica invece sfrutta il
calore delle rocce del sottosuolo per scaldare l’acqua filtrante dalla superficie, trasformandola in vapore; è stata usata
per la prima volta in Toscana nel 1904. Le tecnologie che consentono di ricavare energia dal mare oggi sono poco
diffuse e si basano principalmente su assorbimento e conversione energetica o, come nel caso dell’Italia, sull’uso di un
dispositivo che sfrutta il moto tra uno scafo e un pendolo che oscilla al suo interno.
Tra le biomasse troviamo: legna da ardere, scarti (agricoli, industriali, forestali, alimentari, d’allevamento), alghe
marine, soia, girasole, rifiuti solidi urbani. Nell’indagine ISTAT del 2013 l’Italia era al primo posto in Europa per l’uso di
Molti paesi hanno realizzato centrali nucleari, come la centrale di Fukushima in Giappone. I centri nucleari sono
dannosi perché generano scorie radioattive per tempi lunghissimi, difficili da smaltire.
Anche fino al 700 si producevano vestiti, vasellame e tutto ciò che produce l’industria, ma si faceva tramite
l’artigianato; cioè l’uomo aveva imparato a elaborare materie prime e renderle utili. La differenza tra artigianato e
produzione industriale è che il primo produceva poco, invece nell’industria si può intensificare la produzione grazie
all’uso delle macchine. Un’altra differenza è che l’artigiano produceva per il suo territorio, invece l’industria
producendo molto deve cercare più mercati. Cambiano le regole della produzione, nella qualità e nell’organizzazione
del mercato, inoltre al lavoro manuale dell’artigiano e dei semplici meccanismi che usava, dal 1700 in poi si passa
Per fare industria occorrono le tecnologie, ma anche un capitale per comprare i macchinari, le risorse, i trasporti e gli
operai. L’industrializzazione è una sorta di alleanza che a fine 1700, a partire dall’Inghilterra, si sviluppa tra:
Prima delle industrie il paesaggio era costituito da campagna e città; l’industrializzazione crea delle modifiche perché
occorrevano grandi capannoni per lavorare e conservare i materiali. Cambia il paesaggio, il modo di vivere e
organizzarsi; intorno ai magazzini si formano i quartieri degli operai, le città quindi si ampliano.
L’industria ha bisogno dei mezzi di trasporto, quindi vicino al sobborgo industriale troviamo anche la ferrovia. La
rivoluzione industriale sarà più intensa con l’invenzione della ferrovia, perché si poteva trasportare tutto in modo più
veloce e a grandi distanze. Il miglioramento dei trasporti è infatti legato all’industrializzazione.
Si diffonde anche l’indotto, cioè negozi e realtà economiche che permettono la vita del sobborgo. È un paesaggio
Il processo industriale parte dall’Inghilterra e nel corso dell’800 si sviluppa in tutta Europa, anche in Italia.
Parte dall’Inghilterra perché è lì che l’uomo inizia a sfruttare le forme di energia come acqua e carbon fossile.
MODELLI DI INDUSTRIALIZZAZIONE
mercato cercando di fare i suoi interessi; questo modello però deve essere perfezionato perché iniziano le
competizioni.
2) SOCIETA’ DI OPERAZIONE = Unione di più industriali che realizzano lo stesso oggetto e quindi decidono di non
competere ma formare una società in cui lavorano insieme; si formano i grandi trust
3) INDUSTRIA DI STATO = in Russia o altri territori non esiste il capitalista che mette a disposizione il proprio bene,
Nel corso dell’800 divenne importante anche il ruolo delle Banche; perché se solo i capitalisti avviavano l’industria
molte attività non sarebbero partite, e allora le banche iniziarono a finanziare coloro che non avevano sufficienti
capitali. Gli Stati stessi hanno dovuto trovare un loro ruolo nell’industrializzazione. In Inghilterra ad esempio si è dato
spazio al libero scambio, cioè lasciare libertà allo scambio senza intervenire. Ci sono stati però anche stati che sono
intervenuti, come l’Italia perché nell’800 aveva un’industria debole che non riusciva a competere con le altre; in Italia
infatti si è diffuso il protezionismo, proprio per proteggere la propria industria. L’Italia oggi pone maggiori tasse sul
L’industrializzazione porta dei vantaggi: se produco di più, quello che produco costa di meno; il vaso creato
dall’artigiano aveva un prezzo altissimo in quanto era unico, invece il prodotto industriale costa in meno perché è in
serie. L’industria ha abbassato i prezzi consentendo a tutti di accedere a prodotti che prima non potevano comprare.
L’industria inoltre ha dato lavoro a molti operai. Tuttavia ha causato anche problemi ambientali e sociali perché ha
inquinato e gli operai hanno dovuto lottare molto per avere il riconoscimento dei propri diritti. All’inizio tutti gli operai
lavoravano 14 ore al giorno, venivano sfruttati e donne e bambini venivano pagati poco; per questo sono nati
FASI DELL’INDUSTRIALIZZAZIONE
PRIMA RIVOLUZIONE: A metà del 700 e fino alla prima metà del 1800= inizio del processo, ci sono le prime
innovazioni tecnologiche, il capitalismo solitario e industrializzazione libera, il mezzo di trasporto più usato
solo la nave e la ferrovia;
SECONDA: Dal 1850 al 1960= FORMAZIONE di società per azioni, gli industriali fanno gruppo, capitalismo e
industrializzazione diventano più forti, vengono usate nuove leghe come l’acciaio, la tecnologia è più evoluta,
il trasporto avviene tramite ferrovie, navi e auto. Il trasporto facile dell’elettricità ha permesso la costruzione
di industrie in aree lontane dalle risorse energetiche, in questo modo i Paesi che come l’Italia non avevano
carbone potevano prendere parte al processo di industrializzazione grazie alla produzione di energia
idroelettrica.
TERZA: Dal 1960= evoluzione tecnologica maggiore, si usano acciaio e silicio, le merci si trasportano
velocemente con gli aerei. Nel periodo del boom economico degli anni Settanta del 900, in Italia si è formato il
QUARTA: Dal 2000 in poi = maggiore applicazione dell’informatica e della telematica, cioè significa usare i
robot nell’industrie; abbiamo anche la creazione di multinazionali, cioè l’industria ha più sedi che mantengono
i rapporti tramite l’informatico. Le multinazionali si adeguano ai gusti del posto in cui producono e ai suoi
bisogni, quindi hanno elementi comuni e differenze. L’introduzione dei robot oggi riduce il lavoro degli operai.
TIPI DI INDUSTRIE:
1. APPROVVIGIONAMENTO = trasferimento delle materie prime grezze o semilavorate dai siti minerari nel polo
industriale;
Le industrie non sono tutte uguali, distinguiamo piccole e medie industrie; ciò dipende dal numero di addetti:
Le industrie oggi non sono più legate a uno Stato, ma vanno oltre i suoi confini per motivi di tasse o per trovare una
manodopera che costa meno. La formazione di multinazionali crea un decentramento produttivo, cioè molte mettono
le loro sedi nel Sud del mondo perché quindi ci sono costi minori e molte risorse.
-DISTRETTO INDUSTRIALE = un territorio in cui si produce lo stesso prodotto tramite alleanza di varie aziende.
LE REGIONI INDUSTRIALI
Le regioni industriali importanti sono 4: Europa centro-occidentale, Russia e Ucraina, America nord-orientale e Asia
orientale. Ci sono anche zone in via di sviluppo: India, Brasile, Messico e Sud Africa. Oggi lo sviluppo più significativo è
quello di India e Cina. Il processo industriale sta arrivando lentamente nel sud del mondo, grazie alle multinazionali.
L’ARTIGIANATO
Ha vissuto una crisi a causa dell’industria, ma oggi sta ritrovando un suo valore. Oggi stanno avendo successo
l’artigianato italiano e quello africano in quanto si tratta di prodotti che attraggono gli acquirenti. L’artigianato ha
dovuto rinnovarsi, puntando a creare pochi prodotti che hanno un prezzo elevato ma attraggono.
SPUNTI DIDATTICI
Si può partire da un oggetto e ricercare come è stato prodotto, le varie fasi. Oppure si può portare in aula ad esempio
un pezzo di legno e una sedia e quindi indagare sulla trasformazione. Si possono portare i bambini a vedere i paesaggi
L’uomo ha creato un’organizzazione economica; la prima è l’agricoltura, la seconda l’industrializzazione e poi il settore
terziario.
IL SETTORE TERZIARIO
(+ cap. 12 “Gli spazi dell’industria e del terziario”)
È il settore economico che fornisce servizi e beni; si tratta di servizi alla persona, commercio e turismo.
Comprende cioè tutte le attività complementari e di ausilio alle attività del primario e del secondario.
-AVANZATO= settore quaternario = informatica e telematica; sono servizi tecnologicamente evoluti che si sono
IL COMMERCIO
È un’attività che esiste da millenni, prima si trattava solo di scambio di merci, ora di vendita. Il commercio è sia
INTERNO allo Stato sia ESTERNO, cioè tra Stati diversi; abbiamo quindi importazioni ed esportazioni.
Il commercio di fatto è lo scambio delle merci che permette la distribuzione territoriale dei beni economici.
Uno stato per stare bene con la bilancia dei pagamenti dovrebbe esportare più di quello che importa perché quando
accade il contrario significa che si hanno molte spese, ci si indebita e non si sviluppano crediti. Uno Stato funziona
Il luogo dove si incontrano le merci è il mercato; nel mercato dalla domanda e dall’offerta dei prodotti scaturisce un
fattore determinante: il prezzo. Il mercato spesso da luogo di scambi ha dato origine alle città. Un esempio è Roma,
nata in un luogo di incontro: il Tevere. I luoghi di incontro delle merci sono: piccoli mercati, grandi centri commerciali,
borse valori e merci, fiere. Le fiere segnano degli appuntamenti periodici, a scala locale o globale. Un’altra modalità
diffusa di vendita è l’e-commerce, cioè la vendita on-line; l’e-commerce grazie a Internet si è diffuso per oltre il 90%
IL TURISMO
Il termine turismo viene da “tour” che significa viaggio; il turismo è uno spostamento nello spazio a diverse scale:
locale, nazionale, internazionale. Tutto ciò che si guadagna con il turismo va a favore della bilancia dei conti dello
Stato. Il turismo crea un indotto, cioè per ricavare ricchezza dal turismo occorrono alberghi, ristoranti, prodotti ecc.
Intorno al turismo infatti si realizzano attività, manifestazioni e apposite strutture. Non basta l’arrivo del turista per
guadagnare, c’è tutto un sistema che si sviluppa dietro. Fino al 2009 abbiamo una crescita esponenziale dei flussi
turistici.
Il turismo è sempre esistito, anche se in passato riguardava solo le élite; oggi invece è un fenomeno di massa. Il
turismo di massa è legato all’industrializzazione e quindi a una vivibilità migliore delle masse. Proprio perché è sempre
esistito rientra nel terziario tradizionale. È una fonte di ricchezza per lo stato.
Oggi c’è una crisi del turismo a causa del Covid; ciò rappresenta una perdita forte per lo Stato. Il danno del turismo
non è solo legato alle imprese turistiche ma a tutto l’indotto che si avvantaggia dei servizi del turismo.
Comprende tutte le imprese di servizio tecnologico. Le imprese di questo settore sono importanti per la ricerca e
applicazione delle innovazioni tecnologiche.
Per capire cosa si intende per alto valore tecnologico del quaternario si può pensare alla Silicon Valley, una zona dove
trovano ampio spazio tutte le imprese tecnologiche. Queste imprese servono per il commercio on-line.
Queste aziende che forniscono materiali e rete sono delle ricchezze per lo stato.
Idee, culture e prodotti si diffondono grazie alle comunicazioni. Tutti i mezzi di comunicazione sono caratterizzati da:
percorso, tempi, costi, facilità di accesso e di utilizzo, sicurezza, regolarità e rapidità del servizio, ritorni economici e
valore strategico. Le innovazioni tecnologiche consentono di avere mezzi di comunicazione a un prezzo d’uso molto
basso. Oggi si può comunicare senza spostarsi fisicamente nel luogo con cui si è in contatto, questo è reso possibile
dall’industrializzazione e dalle nuove tecnologie. I primi mezzi di comunicazione distanza sono stati il telegrafo e il
telefono, inventati nel corso della seconda metà dell’800. Altro mezzo di informazione e comunicazione importante
oggi è internet, oltre alla telefonia mobile introdotta negli anni ’90. La banda larga, presente oggi, consente l’accesso a
Internet con maggiore trasmissione di dati rispetto alla banda stretta. Questa tecnologia evidenza il “digital divided”,
cioè il divario tra chi ha accesso a questi strumenti avanzati tecnologici e chi è rimasto indietro. Legato alle tecnologie
c’è il fenomeno dei social network. Importanti, oltre a Internet e ai telefoni, sono anche la radio e la televisione
LE VIE DI COMUNICAZIONE
LA STRADA
Già i Romani avevano creato una fitta rete di strade che gli consentivano di spostarsi, combattere e commerciare; la
loro strada era un lastricato. Successivamente le strade vennero realizzate in pietrisco e sabbia, schiacciati da un rullo
compressore. Le prime auto comparvero nel XIX secolo e ciò portò alla realizzazione di un asfalto più idoneo alla
circolazione. Nel corso degli anni l’aumento delle auto e della loro velocità, insieme all’esigenza di collegamenti rapidi,
ha portato alla costruzione di autostrade. La prima autostrada al mondo collegava Milano con i laghi di Como, Varese
I Paesi europei con il più alto numero di auto sono la Germania, l’Italia e la Francia.
L’ACQUA
Le vie d’acqua hanno consentito i primi spostamenti lunghi dell’uomo. Si tratta di mari, fiumi e laghi che consentivano
di coprire distanze maggiori rispetto a quelle terresti. Un altro vantaggio delle imbarcazioni era la possibilità di caricare
merci.
Il Reno, navigabile dalla Svizzera al Mare del Nord, è la via d’acqua europea più trafficata; anche il Danubio, l’Elba e il
LA FERROVIA
Le ferrovie sono state costruite inizialmente in Europa e nell’America settentrionale, poi nel resto del mondo. Le
ferrovie sono state importanti per la crescita economica in seguito alla seconda rivoluzione industriale. La prima linea
ferroviaria venne inaugurata nel 1825 in Inghilterra. Le ferrovie, e quindi anche le stazioni, hanno modificato la
Oggi la ferrovia si sta rinnovando grazie all’alta velocità e collega gran parte dell’Europa.
IL TRAFFICO AEREO
Il primo volo è stato fatto nel 1903 da due fratelli statunitensi. L’aereo è il più veloce tra i mezzi di trasporto, l’unico
svincolato dalla morfologia terrestre. È legato al terreno solo per l’aeroporto, fondamentale per il decollo e
l’atterraggio. È il mezzo più costoso in quanto consente un carico minore rispetto agli altri mezzi; tuttavia risulta
vantaggioso perché consente di accorciare i tempi di viaggio. Con l’aero si trasportano fiori, giornali e metalli preziosi.
Il trasporto aereo si intensificò tra la Prima e la Seconda guerra mondiale. Esistono oggi delle compagnie low cost, cioè
a basso costo. Gli aeroporti hanno un forte impatto sul paesaggio: piste, torre di controllo, impianti radar, piazzali di
parcheggio e manovra, luoghi per la manutenzione, depositi per il carburante, stazioni passeggeri e merci.
LO SVILUPPO ECONOMICO
La geografia, prendendo anche elementi dall’economia, si è soffermata sul concetto di sviluppo, un concetto
concetto, gli studiosi hanno ragionato sugli Stati che non sono ricche e sviluppati. Nel periodo pre e post bellico era
evidente il forte squilibrio tra le zone che incrementavano continuamente la loro ricchezza e quelle più arretrate. Si
usò quindi il termine “sottosviluppo”, in riferimento alle zone povere, dedite alla sopravvivenza, che non
Gli studiosi però si rese conto che questa definizione aveva un limite in quanto sembrava che la zona di sottosviluppo
rimanesse sempre tale, senza poter cambiare nulla. In realtà non era così, perché ci sono regioni come l’India e la Cina
che sono partite in ritardo ma hanno raggiunto un loro sviluppo. Il termine sottosviluppo è stato quindi abbandonato
e sostituito con “paese in via di sviluppo”; questo per dare un’opportunità ai Paesi di lasciare la condizione di
Negli anni 40-50-60 c’è stato questo chiarimento terminologico, però oggi si ragiona sul fatto che lo sviluppo debba
avere altri caratteri; ad esempio si parla di sviluppo sostenibile, cioè si incrementa la ricchezza ma tenendo conto della
Questo secondo modello vede una relazione tra centro e periferia: il centro tiene sottomessi economicamente i paesi
della periferia, li sfrutta e quindi difficilmente essi possono diventare centro. Questa è la differenza rispetto al modello
Es. l’America del sud ha molti squilibri economici e sociali dovuti all’essere dipendente dagli stati Uniti; gli Stati Uniti
hanno visto nell’America del sud un territorio ricco di risorse primarie da poter sfruttare. Ciò ha reso impossibile lo
Gli indicatori principali da usare per misurare lo sviluppo di uno Stato sono:
-PIL= prodotto interno lordo = valore totale dei beni e servizi prodotti in un paese in un certo intervallo di tempo;
-PRODOTTO NAZIONALE PRO CAPITE = si calcola sommando i redditi accumulati in un anno dai cittadini di un paese e
C’è una differenza tra questi due indicatori perché uno stato ad esempio può produrre molto ma mantenere cittadini
con redditi così bassi per cui la ricchezza del singolo è minima rispetto a quella dello Stato.
La madia nazionale poi va anche interpretata, perché spesso ci sono differenze nei redditi tra nord e sud.
-STRUTTURA OCCUPAZIONALE DELLE FORZE LAVORO = indica la percentuale degli occupati dei vari settori
dell’economia; si tratta di vedere chi lavora e quanti lavorano. È un indicatore legato alla disoccupazione;
-CONSUMO DI ENERGIA PROCAPITE = maggiore è l’impiego di elettricità e di diverse forme di energia, più alto è il
livello di sviluppo economico, in quanto l’uso di energia indica lo sviluppo tecnologico dello stato e del singolo.
-TRASPORTI E COMUNICAZIONI PRO CAPITE = indica l’uso delle reti ferroviarie e stradali, dei servizi telefonici e
informatici.
Oggi il concetto di sviluppo lo dobbiamo circoscrivere e rendere più chiaro, ecco perché si parla di INDICE DI SVILUPPO
UMANO. Da qualche anno è stato messo a punto questo indice che si calcola tenendo conto di 3 fattori:
2. ASPEYTTATIVA DI VITA
3. ACCESSO ALL’ISTRUZIONE
La media di questi 3 indici da l’indice di sviluppo umano. Lo sviluppo umano non può considerare solo la ricchezza,
perciò si vede l’aspettativa di vita (dipende dalla qualità della vita) e l’accesso all’istruzione. L’istruzione migliora la
I paesi dove l’indice è più alto sono: America del nord, Europa, Australia, si abbassa nelle aree del sud del mondo.
Oggi c’è maggiore attenzione alla qualità della vita del cittadino, per questo si considerano altri fattori, come il
5. Eccesso di peso
6. Uscita precoce dal sistema di istruzione e formazione
9. Indice di criminalità
12. Edilizia
Soprattutto per i Paesi poveri, ci sono delle azioni che si possono compiere per migliorare lo sviluppo:
Le strutture internazionali devono intervenire per mettere in atto tutte queste azioni e consentire lo sviluppo.
LA GLOBALIZZAZIONE
È UN CONCETTO CHE NASCE DALL’ECONOMIA perché è legato alla formazione delle multinazionali. Le multinazionali
sono le grandi industrie che hanno una sede centrale, generalmente nel nord del mondo, e una serie di sedi in tutto
del mondo. L’industria quindi va al di là della sua nazionalità. Da questa esperienza è nato il concetto di
globalizzazione. Significa che i processi economici, e non solo, non hanno più una portata locale, ma globale. È un
fenomeno del 900 anche se alcuni studiosi ritengono che di globalizzazione si possa parlare già con le scoperte
geografiche del 1500 in quanto gli europei allargarono i loro mercati coinvolgendo anche le Americhe. La differenza
era che le reti erano nazionali, locali; invece nel 900 l’economia ha avuto grande sviluppo a livello globale. Ciò è
La globalizzazione è l’interconnessione di processi non solo economici grazie appunto a reti, comunicazioni, trasporti,
ma anche alla nuova mentalità che l’uomo ha sviluppato. Oggi siamo, come diceva Kant, “cittadini del mondo”. Non è
solo una proiezione ideale, come sosteneva Kant, perché oggi possiamo muoverci e viaggiare in tutto il mondo.
La globalizzazione è:
-DEL SAPERE SCIENTIFICO-TECNOLOGICO= es. scambio di informazioni tra i ricercatori, uso dell’inglese nella
tecnologia;
-AMBIENTALE= problemi di inquinamento che riguardano tutto il mondo, decisioni internazionali, scioglimento dei
ghiacciai;
-CULTURALE= moda di massa, comunicazione di massa;
Tutto questo può determinare delle criticità perché a volte la globalizzazione può schiacciare il singolo, la comunità,
uno stato. Oggi si parla di “glocal” cioè si vogliono salvare alcuni aspetti della dimensione locale in quella globale,
Tra il 2008 e il 2015 abbiamo vissuto una crisi. È stata una crisi globale. La crisi è comunicata negli Stati Uniti per una
scelta economica avventata delle banche, le quali per un periodo (2006-2008), hanno dato molti prestiti ai cittadini
degli Stati Uniti senza le dovute rassicurazioni e garanzie. Fecero questo perché avevano sempre trovato vantaggioso
che nel momento in cui il cittadino non pagava entravano in possesso dei suoi beni immobili (case) e poi queste
proprietà le banche le rivendevano per recuperare il denaro perso. Tuttavia accadde una cosa che non era stata
prevista: il cittadino americano prende il prestito, non lo restituisce, la banca acquisisce i suoi beni immobiliari ma il
mercato ammobiliare crolla, per cui le banche si trovano ad avere tante proprietà invendute. Da questa crisi degli Stati
Uniti si innesta una crisi internazionale perché le banche avevano messo in circolo a livello mondiale titoli che erano
sostenuti da quei debiti contratti con i cittadini sugli immobili che non riuscivano a vendere. Chiunque aveva comprato
quei titoli quindi si trovava a non avere nulla in mano. La crisi è stata più forte per l’Italia perché avendo già dei debiti
partiva svantaggiata.
Anche il Covid ci dimostra oggi la globalizzazione della nostra vita: abbiamo dovuto chiudere le frontiere per impedire
L’ECONOMIA IN ITALIA
In Italia c’è uno sviluppo agricolo che non è notevole, è più specializzato a nord e a sud. A fine 800 l’Italia ha avviato
l0industrializzazione. L’Italia ha una caratteristica che è stata studiata anche dagli Stati Uniti: la piccola-media impresa.
Essa è frutto del forte artigianato che l’Italia ha avuto prima dello sviluppo industriale. Inoltre l’Italia ha una forte
diffusione del turismo che rappresenta una ricchezza. Si parla però di un’Italia a due velocità: quella del nord è a livello
delle grandi regioni europee, il sud invece non ha uno sviluppo industriale elevato e qui bisognerebbe anche
L’Italia ha un buono sviluppo industriale complessivo, la moda è un settore di grande ricchezza, si vendono molti
prodotti anche enogastronomici; per tutti questi motivi rientra tra le potenze mondiali. Gli aspetti negativi sono i
Il PIL è più alto al nord in quanto i residenti di questa zona guadagnano di più rispetto al sud.
LA GEOGRAFIA POLITICA
È una geografia che non si occupa solo degli aspetti ambientali, ma tratta anche l’organizzazione dello stato. La
geografia politica studia come viene governato (governance) il territorio, le scelte politiche che lo organizzano. Però la
geografia politica si occupa anche dell’organizzazione dello Stato e dei rapporti internazionali.
In passato esistevano gli imperi e i regni. Il concetto di Stato nel senso attuale si determina nel 1648 dopo la pace di
Westfalia in Europa. Questo trattato sancì una cosa oggi fondamentale per lo Stato: si è stato quando si è riconosciuto
come ente giuridico dagli altri Stati. Lo Stato infatti è un organismo giuridico con leggi e norme. Quella pace del 48
cercò di mettere ordine dopo la guerra dei 30 anni in Europa e riconobbe l’esistenza giuridica di tutti gli stati che
Accanto a questo, nel 1600, gli stati avevano raggiunto alcune caratteristiche che sono ancora attuali:
-ORGANIZZAZIONE UNITARIA (prima mancava perché c’erano abitudini feudali; es. nel regno della Francia e nel regno
-BUROCRAZIA= funzionari necessari per governare il territorio e mettere in atto quanto deciso; la burocrazia consente
-ESERCITO PERMANENTE, si tratta di un esercito fisso e non di truppe mercenarie; questo esercito consente allo stato
-FISCO= tasse imposte dallo Stato per fornire dei servizi di supporto ai cittadini;
Non c’è più il feudatario che sceglie quali norme applicare nel suo territorio.
QUESTIONI TERMINOLOGICHE
Per entrare nel discorso della geografia politica bisogna chiarire alcune questioni terminologiche:
-STATO
-PAESE
-NAZIONE
Stato e Paese sono sinonimi, la nazione invece è il popolo di un territorio. La nazione indica un’unità di lingua,
Esempio: l’Italia era una nazione, cioè aveva una religione e cultura comune, ma fino al 1861 era divisa, perciò esisteva
la nazione (comunità di italiani) ma non lo Stato. È opportuno che in ogni stato ci sia la nazione di riferimento.
Ad esempio lo Stato dell’Albania non copre tutte le comunità albanesi, alcune vivono al di fuori dei confini perché non
sono state inserite quando lo Stato è stato formato; questo è un esempio di come all’interno dello Stato non vivono
Questo crea il problema delle minoranze. Ad esempio nel basso Molise ci sono minoranze di croati e albanesi.
Minoranza significa che ci sono piccole comunità che appartengono ad altre tradizioni che per diversi motivi si
trasferiscono in un altro Stato; la maggioranza della popolazione entra spesso in contrasto con la minoranza per
differenze culturali e difficoltà di accoglienza. Spesso ci sono dei conflitti tra maggioranza e minoranza che possono
Lo stato si fonda su 3 elementi principali: territorio, popolazione e sovranità; se manca uno solo di questi elementi non
TERRITORIO= una comunità stabilisce in modo chiaro e giuridico la propria sovranità su uno spazio preciso,
questa sovranità è riconosciuta a livello internazionale; il territorio è lo spazio di riferimento dello Stato. La
morfologia, cioè la forma di un territorio, può essere:
-COMPATTA
-FRAMMENTATA (Filippine)
-ALLUNGATA (Cile)
In territorio svizzero c’è un comune italiano che si chiama Campione; è legato e segue le regole italiane ma si trova in
territorio svizzero. Questo comune è un’ENCLAVE perché inserito in Svizzera e EXCLAVE perché è esterno allo stato
italiano. La POSIZIONE ASSOLUTA di uno Stato si rapporta alla latitudine, ma politicamente è importante la POSIZIONE
RELATIVA rispetto ad altri Stati, sia per il loro numero sia dal punto di vista economico e politico. Importante è anche
la posizione rispetto al mare. Il rapporto tra confine marittimo e terreste fornisce l’INDICE DI MARITTIMITA’: superiore
a 1 se prevale il confine marittimo (Grecia); inferiore a 1 se prevale il confine terrestre (Belgio); pari a 1 se c’è una
POPOLAZIONE= cittadini che abitano in un territorio e stabiliscono con esso un rapporto giuridico, per cui gli sono
riconosciuti diritti civili, politici e sociali. possono esserci conflitti se i diritti sono riconosciuti solo alla maggioranza
della popolazione e non alle minoranze. È aperto oggi il dibattito circa il dare o meno la cittadinanza agli stranieri
che vivono in Italia. La cittadinanza è legata a due concetti:
-RAZZA= nei testi dell’800 si parla di diverse razze, la scienza del 900 invece ha affermato che esiste una sola razza;
ci sono caratteri fisici che distinguono le popolazioni, ma non ci sono razze superiori e inferiori. Nonostante
-ETNIA= oggi non si parla di razza ma etnia. L’etnia, a differenza della razza, non fa riferimento a caratteri fisici, ma
a caratteri culturali. Ogni etnia ha lingua, religione e usanze diverse. Questo concetto è importante perché spesso
in uno Stato le diverse etnie non vanno d’accordo e scoppiano conflitti. Es. la Iugoslavia è un territorio che si è
formato dopo la prima guerra mondiale; esso univa etnie diverse in religione e tradizioni. L’unione fu rinsaldata
dalla politica di Tito; alla morte di Tito però queste comunità si sono rese conto che erano diverse, non potevano
vivere insieme e ognuno voleva la propria autonomia di stato. Negli anni 90 con varie guerre la Iugoslavia si è
separata e lentamente si sono formati i vari stati. Il Kosovo non ha ancora il riconoscimento da parte di tutti,
IL NAZIONALISMO= ritengo che la mia nazione meriti uno spazio maggiore e può ingrandirsi a discapito degli altri
territori e comunità che quindi perdono la loro autonomia (es. la politica di Hitler);
IL COLONIALISMO= è un antico fenomeno politico, infatti già i Greci avevano occupato l’Italia meridionale creando
la Magna Grecia. I popoli conquistano altri territori per sfruttarne le ricchezze. Il colonialismo ha contribuito a dare
un assetto globale al mondo. Un esempio è il colonialismo inglese dell’800. Si trattava di occupare più territori e
estendere la propria potenza politica nel mondo. Dopo la seconda guerra mondiale è intervenuto il fenomeno
della decolonizzazione, cioè si è stabilità a livello internazionale che lo stato non poteva avere potere sulle colonie;
le colonie hanno raggiunto la loro libertà ma sono rimaste deboli e si è diffuso l’imperialismo.
IMPERIALISMO= è una forma di controllo dei territori più deboli, però non dal punto di vista politico ma
economico.
CONFINI= possono essere naturali o artificiali, rappresentano il limite spaziale di un territorio. A stabilire i confini
sono delle commissioni intergovernative che stabiliscono il confine del territorio a tavolino, facendo riferimento a
meridiani e paralleli. Si parla però anche di FRONTIERA; questo termine indica che c’è una conflittualità tra uno
stato e l’altro. I confini sono stati sempre motivi di guerra perché si tendeva a superarli per ingrandirsi. Dove il
confine non è definito in maniera pacifica, ma ci sono scontri, si parla di frontiera. Per stabilire i confini occorrono
3 fasi:
CAPITALE= è la città più importante di uno stato; ha un ruolo simbolico perché raccoglie valori, ideali e memorie
dello stato. Spesso è scelta in modo che abbia una posizione centrale e quindi riesca a controllare il territorio.
Nella capitale troviamo gli organi di governo; essa inoltre funge da polo di coordinamento e rappresentanza di un
Paese. La capitale non è sempre in posizione geografica centrale. Le capitali si classificano in:
-ARTIFICIALI= create per svolgere il ruolo di nucleo politico del Paese (Madrid al centro della Penisola iberica);
Bruxelles è una MULTICAPITALE: del Belgio e delle principali istituzioni dell’Unione Europea, anche sede della
NATO. Roma invece è capitale dell’Italia e del cattolicesimo e sede della FAO. La capitale è alla base dell’idea di
nazione.
SUDDIVISIONI AMMINISTRATIVE= regioni e province in Italia, dipartimenti in Francia ecc. Lo stato è unitario e ha
delle suddivisioni interne. Esistono anche Stati federati, come gli Stati Uniti; la differenza è che il nostro
parlamento decide tutto ciò che riguarda l’Italia, invece in America il capo dello stato decide alcune questioni
(emergenze, guerre, rapporti con l’estero), ma lascia le questioni locali alla decisione del singolo stato (Es. la
scuola). Quando parliamo degli aspetti geografici di uno stato dobbiamo vedere sempre come è organizzato: se è
uno stato centrale con suddivisioni interne o è federale. Una confederazione è invece l’unione di Stati che, senza
rinunciare alla loro sovranità, mettono in comune alcune politiche e funzioni, non creando un nuovo stato; un
esempio è l’Unione Europea. C’è poi lo Stato regionale che dal centro concede alcuni poteri a enti territoriali
IL RUOLO DEL MARE= il mare è un’attrazione per gli stati (es. la Russia che voleva dominare il Mar Nero), è una
ricchezza per il commercio e i contatti. Gli stati hanno sempre pensato di raggiungere questo luogo come
In geografia politica si studiano questi rapporti di sottomissione che sono avvenuti nella storia e che avvengono
ancora oggi. Es. la Cina sta cercando di inserirsi nei territori dell’Africa centro-meridionale per controllarli
Oggi la Turchia occupa la penisola dell’Anatolia. Questa penisola fu occupata dai Turchi quando si spostarono da est
verso ovest alla ricerca di territori migliori, tra 1100 e 1200. I turchi però avevano una mentalità e cultura espansiva,
spinti anche dalla loro religione musulmana essi tendevano a fare conquiste. Formano così un impero che tra 1400 e
1800 domina l’Europa. Questo impero è costituito da: Balcani, arrivano fino a Vienna, Asia Minore, coste settentrionali
dell’Africa. Costruiscono un grandissimo impero che controlla tutti questi territori e anche il Mediterraneo; per questo
i commerci europei entrano in crisi. I turchi erano anche pirati che aggredivano le navi e si appropriavano delle loro
merci. I turchi sono un esempio di aggressione, proprio perché tendono ad estendere sempre più i loro confini.
Occupano la Grecia, la Romania, la Bulgaria, si spingono fino a Vienna. Questo impero si regge sulla violenza e sulla
guerra ma nasconde delle debolezze; la debolezza è nell’organizzazione economica perché i turchi sfruttavano le
popolazioni che conquistavano ma non facevano investimenti in economia. Il sistema economico era vuoto di processi
economici, arretrato e sempre più povero. La povertà influenza anche l’organizzazione dell’esercito. L’impero non
riesce quindi a controllare tutte le popolazioni che ha occupato. Questa popolazione diventa sempre più forte fino a
quando, dopo la prima guerra mondiale, l’impero viene distrutto. Già durante l’800 inizia a perdere vari territori.
Im Turchi si rendono conto che non possono controllare il grande impero e si impegnano per conservare almeno il
territorio d’origine, cioè la penisola anatolica. Oggi lo Stato della Turchia ha la sovranità popolare solo su questa
penisola.
Questo della Turchia è un fenomeno che mostra come ci sono sia forme di aggressione che di ridimensionamento. Gli
stati conservano i territori dove c’è la coincidenza con la nazione, non riesce a conservare i territori che appartengono
L’Albania attualmente confina con il Montenegro a nord, con il Kosovo a nord-est, con la Repubblica ex Iugoslava di
Macedonia ad est e con la Grecia a sud. Il territorio albanese è in gran parte montuoso e collinare, solo le zone
costiere sono pianeggianti; per questi motivi è denominato “il paese delle aquile”. La zona più popolosa è la fascia tra
le montagne e il mare, dove ci sono le vallate e quindi i entri più importanti. A nord le Alpi Albanesi fanno da confine
Già nell’età della pietra, si diffondono nei territori dell’attuale Albania delle popolazioni che provenivano dall’Anatolia
ed erano dedite alla pastorizia e all’agricoltura. L’influenza greca è evidente, infatti i contatti erano numerosi fin
dall’antichità. I veri organizzatori di questo territorio sono gli Illiri che si stanziano stabilmente nella area costiera ma
anche sui monti. Essi conoscono un rapido sviluppo agricolo e artigianale, lavorano i metalli e sono organizzati in tribù.
La capitale era denominata Albanopolis, termine che rimanda a una tribù illirica che viveva vicino il monte Albanus. la
ricchezza dell’Illiria attrae i Romani che la riducono a provincia dal 167 a.C. La romanizzazione arricchisce questo
territorio dal punto di vista linguistico e lentamente si diffonde anche il cristianesimo. La crisi dell’Impero romano
consente ai Visigoti nel V secolo d.C. di mirare a questo territorio, poi arrivano anche gli slavi nel VII scolo.
Con la riorganizzazione imperiale voluta da Carlo Magno, una parte dei territori nei Balcani è soggetta alla
slavizzazione, soprattutto la parte settentrionale dell’Albania, mentre l parte meridionale appartiene all’Impero
d’Oriente. Il dominio serbo è interrotto dai Bulgari e dalla continua presenza di Venezia, ma è stabile. È con gli slavi
che compare il toponimo Albania. Il merito è di Carlo d’Angiò che dal 1267 al 1368 costituisce il regno di Albania. Si
delineano così le più antiche basi di indipendenza, interrotte però dagli ottomani.
Le invasioni e i continui cambiamenti politici spingono gli albanesi a stabilirsi nelle zone interne e montuose, dove
vivono come pastori, mentre i vari dominatori si spingono sempre verso le coste che consentono il controllo dei
traffici commerciali.
Nel 1389 i Turchi occupano il territorio dell’Albania e tolgono ogni autonomia alle comunità albanesi, anche quella
religiosa; ecco perché alcune di esse attraversano l’Adriatico e si trasferiscono in Italia (Molise, Abruzzo, Puglia).
L’arrivo dei Turchi apre un periodo di lotte guidate da Giorgio Castriota Skanderberg. Egli lotta contro i turchi riunendo
le tribù dell’Albania e resiste per quasi 25 anni. Dopo la sua morte, in pochi anni gli ottomani occupano i Balcani e il
La questione nazionale si impone nell’Ottocento, ma la risoluzione è dovuta non solo alla volontà popolare, ma anche
agli interessi delle grandi potenze come Austria, Prussia, Francia e Inghilterra. È la crisi dell’impero turco nel primo
Nel Congresso degli Ambasciatori del 1912-1913, tenutosi a Londra, la comunità albanese, che nei secoli aveva
sempre cercato di mantenere vivo il suo folklore, riesce a ottenere la sua autonomia. Il problema che si crea a inizio
900 è che gli albanesi sono autonomi, ma bisognava stabilire i confini dello Stato. Si riunisce una commissione di
esperti per stabilire i confini dello stato albanese, la capitale, la sua organizzazione. Questi esperti vanno a vedere
dove sono maggiormente presenti le comunità albanesi e dove storicamente sono stati più presenti; si cercano quindi
i LANDMARK, cioè i punti di riferimento territoriali per gli albanesi. Ad esempio gli albanesi sono stati intorno al lago
Scutari, che diventa il confine a nord dell’Albania; qui ci sono i primi resti di comunità. Nella fascia interna e fino alle
montagne c’erano delle comunità. Si va quindi a vedere fin dove all’interno del territorio montuoso c’erano gli
Il problema più grande degli ambasciatori è definire il confine a sud, vicino la Grecia. Data la convivenza che c’era da
secoli tra albanesi e greci era difficile distinguere le due comunità. Gli ambasciatori dovettero stabilire delle linee
convenzionali di confine e quindi alcune comunità albanesi rimasero fuori perché la Grecia non voleva cedere troppo
territorio all’Albania nascente. Così dopo un complesso lavoro si arrivano a definire i confini.
Per quanto si è voluto rispettare il principio di ricercare le comunità albanesi, alcune comunità sono rimaste escluse
perché non si poteva creare uno Stato troppo grande. Si preferì lasciare fuori alcune comunità piuttosto che creare
Le comunità albanesi escluse dall’Albania continuano a lottare per essere inserite nello Stato. I greci hanno
Lo stato del Kosovo è nato anche per questo problema tra Albania e Macedonia, proprio perché le comunità albanesi
non potevano tornare in patria.
Questo dell’Albania è un caso che mostra bene il processo che porta alla definizione dei confini di uno stato e tutto
Nel mondo ci sono più di 200 stati che si sono organizzati come comunità internazionali; questo perché gli stati si sono
resi conto che alcune questioni non le potevano risolvere in modo autonomo. Un esempio è l’ONU, cioè
Esistono tanti organismi sovranazionali e internazionali. Ad esempio: la Banca mondiale; il Fondo monetario
internazionale (FMI); l’UNESCO per l’educazione, la scienza e la cultura; l’UNICEF per l’assistenza ai bambini e alle loro
madri; l’Organizzazione dei Paesi esportatori di petrolio (OPEC); l’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo
L’UNIONE EUROPEA
È un organismo importante. Nelle Indicazioni nazionali si fa riferimento al dare un0idea al bambino dell’EAUROPA E
dell’Unione europea.
L’Unione europea si è formata dopo la distruzione della seconda guerra mondiale. Dopo la guerra c’era il blocco
occidentale legato agli stati uniti e quello orientale legato alla Russia. La guerra era un danno economico e politico,
quindi si iniziò a pensare a condizioni di pace. Nel 1949 venne fondato il Consiglio d’Europa, un organismo a cui
partecipano 49 stati europei che dovevano occuparsi della pace. È il primo passaggio di altri avvenuti
successivamente.
Le basi per la nascita dell’unione in Europa sono state gettate dalla Francia, l’Italia, la Germania, il Belgio, il
Lussemburgo e i paesi bassi. Questi stati iniziarono a fare trattati economici, scambi commerciali e progetti scientifici
comuni. Si erano uniti per motivi economici e scientifici. Da questi primi trattati nel 1983 si ha la prima base dell’UE,
cioè la dichiarazione del consiglio europeo. Si passa poi nel 1992 al trattato di Maastricht. Oggi nell’UE ci sono 27 stati,
i primi sono i 6 che hanno dato la base all’unione, poi se ne sono aggiunti altri con dei trattati. I trattati stabiliscono
regole politiche, la moneta unica che è l’euro, stabiliscono come si entra in UE (parametri economici, politici, rispetto
dei diritti umani). È stato un percorso lungo, che si è solidificato dopo il 2000 ma è iniziato nel 1960. Nel 1993 si
sostituì il termine comunità europea con unione Europa, perché il termine unione dava il senso dell’unità e del
decidere insieme. L’unione deve essere economica, politica, sociale, culturale, identitaria. Le istituzioni europee
GEOGRAFIA E SOCIETÀ
La geografia non è solo fisica, ma anche sociale; la geografia entra nelle società e le studia.
La geografia studia:
La geografia si occupa dei trasporti e anche della questione delle donne, in quanto è legata all’organizzazione delle
società umane; c’è anche un settore che si chiama geografia della salute perché appunto si occupa delle
GEOGRAFIA E TRASPORTI
La geografia si occupa delle comunicazioni perché si svolgono nello spazio. Oggi abbiamo comunicazioni per terra,
acqua e cielo. In passato quelle via mare erano più diffuse di quelle via terra, perché erano più sicure e perché con
grandi imbarcazioni si potevano trasportare molti beni. La comunicazione è stata sempre una necessità nella storia
dell’uomo; l’uomo ha cercato di facilitare il rapporto con le comunicazioni. I romani avevano creato carte che
servivano proprio a mercanti e marinai. Oggi alla comunicazione per mare e terra abbiamo aggiunto il traffico aereo,
fondamentale per la terza e quarta rivoluzione industriale perché tramite container si può trasportare.
CONNESSIONE SPAZIO-TEMPORALE
Il mondo è sempre lo stesso, non sono cambiate le misure della terra, però noi oggi la percepiamo più piccola perché
abbiamo una rete di trasporti che permette di considerare più vicini i territori. La distanza geometrica è sempre quella,
ma le possibilità di comunicazione tra gli uomini hanno compresso da un punto di vista soggettivo le relazioni spazio-
temporali. Questo è avvenuto oltre che con i mezzi di trasporto, anche grazie alla comunicazione via internet.
Questo cambiamento è legato quindi alla tecnologia attuale, che ci consente di ridurre la visione di spazio e tempo.
Questa compressione di spazio e tempo favorisce la globalizzazione; infatti se i tempi di spostamento sono veloci
posso viaggiare, mantenere contatti con persone lontane, spostare le industrie, aprire nuovi mercati.
I FLUSSI DI TRASPORTI
Il principale flusso di traffico si svolge tra Europa occidentale e America settentrionale. L’Europa occidentale
ancora oggi rimane un punto fondamentale dell’economia. Questa è la prova della storicità di un luogo;
l’Europa è stata luogo di grandi civiltà e scoperte e ancora oggi è al centro dell’economia globale.
Una seconda importante direttrice di traffico collega America settentrionale e paesi asiatici. L’America
Il quarto è un flusso orientale, con al centro Giappone e Cina, che riporta, attraverso la Russia, dei prodotti
nell’Europa occidentale.
Nel sud del mondo i trasporti sono sviluppati nelle zone costiere, mentre le zone interne sono difficili da
raggiungere. Queste località hanno come intermediari europei, americani e cinesi che acquistano merci
africane e le rivendono. Il sud del mondo non riesce a creare flussi autonomi di commercio. Questo vale anche
Abbiamo grandi innovazioni quindi ma permangono differenze tra nord e sud del mondo.
LE TELECOMUNICAZIONI
Oggi le telecomunicazioni sono importanti perché dimostrano che oggi diamo centralità all’informazione.
L’informazione non è legata solo ai giornali, può essere data anche dai titoli di borsa, il prezzo del petrolio.
Informazione significa avere precisa conoscenza delle questioni economiche. Questo è importante per gestire i
processi economici e finanziari. Non si tratta quindi di una informazione come notizia, ma di dati economici. Per avere
queste informazioni si usano le telecomunicazioni, più sono veloci e prima arriva l’informazione.
Le telecomunicazioni hanno questo valore economico, ma anche un valore sociale; servono per vivere. Oggi abbiamo
continui contatti con una rete di persone, per questioni personali e professionali; ecco perché c’è una dimensione
sociale. Chiunque crea un’impresa o uno studio professionale ha bisogno di un sito, di una e-mail per rimanere in
La geografia si è occupata del DIGITAL DIVIDED, cioè del fatto che non esiste una diffusione uniforme né dei trasporti
né delle telecomunicazioni. In Africa è forte questo fenomeno, ma lo troviamo anche ad esempio in alcune zone di
montagna dell’Italia.
In Africa solo una persona su 700 è in grado di accedere ad internet e non sempre la popolazione ha l’energia elettrica
continuata. In queste aree è più facile che sia arrivato il cellulare, in quanto non ha bisogno di energia elettrica, che il
telefono fisso.
L’Europa non è omogenea, c’è una zona più tecnologizzata che è l’Europa del nord e occidente, mentre verso est
questo si riduce.
Il ritardo sociale ed economico dell’Africa è evidente. Con le multinazionali si era provato ad avere uno sviluppo di
queste zone; oggi questo sviluppo è ancora più lento perché non ci sono informatica e telematica. L’Africa è come se
negli ultimi 10 anni si fosse maggiormente allontanata dal nord del mondo; la sua condizione è peggiore di quella
asiatica proprio perché manca l’innovazione tecnologica. Questo spiega anche la questione delle migrazioni. L’Africa è
danneggiata dalle guerre e dalla fame ma anche dal fatto che è tagliata fuori dallo sviluppo e per questo i giovani
migrano in altri territori. Occorrerebbe un piano che aiuti l’Africa a svilupparsi per ridurre le migrazioni.
La telefonia è nata grazie a Alexander Grahman Bell che nel 1867 ha inventato il telegrafo, da cui si è sviluppato il
telefono.
Oggi in Italia abbiamo diversi gestori telefonici, di telefonia fissa e mobile, ma fino al 2008 l’Italia aveva un solo
gestore: la Telecom. Avere un solo gestore permetteva di avere un quadro generale della nazione sulla telefonia. La
Telecom, dagli inizi degli anni 50, si è diffusa in modo straordinario in Italia, fino a raggiungere milioni di utenti. La
Telecom inoltre è stata in grado di fornire diversi servizi (telefonia fissa in famiglia, delle aziende). L’azienda era nata al
nord, infatti inizialmente si era radicata in Piemonte e Lombardia; meno diffusa era invece nel nord est; mediamente
tra centro e sud. Nella zona a nord est nel 2007-2008 si erano diffusi già i telefoni, per questo mancava la Telecom.
Se invece analizziamo l’uso della Telecom nelle utenze business (delle aziende), vediamo che è più radicato nell’Italia
Lo sviluppo dell’ADSL tra 2003 e 2007 è stato esponenziale, superando il telefono fisso. L’Italiano medio tende a
tenere sia il telefono fisso che il cellulare, con differenze di uso. Il telefono fisso oggi è ancora una necessità per gli enti
e le aziende perché permette un maggiore riconoscimento. Il telefonino sta diventando uno strumento fondamentale.
GEOGRAFIA DI GENERE
La geografia, analizzando le società, non si occupa solo di questioni economiche e trasporti, ma tratta anche questioni
di genere. Sono state studiate le disuguaglianze che ci sono e che penalizzano le donne. Nell’istruzione e nella salute le
donne sono quelle maggiormente penalizzate; anche nelle migrazioni, perché arrivano più uomini in Europa, mentre
le donne rimangono nei villaggi con bambini e anziani. La situazione delle donne nei paesi più poveri rimane
permanente.
Il tasso di istruzione delle donne è molto alto nel Nord del mondo, mentre si riduce in Asia, America del sud e
ulteriormente nelle regioni centrali dell’Africa. Ci sono esempi di ragazze indiane che hanno messo a rischio la loro vita
perché le famiglie non le facevano studiare.
Le donne riescono a raggiungere posizioni di potere negli Stati Uniti e in Canada, in Europa invece il riconoscimento
del ruolo della donna è parziale. In Australia è ben riconosciuto il ruolo.
Se invece andiamo a guardare la popolazione femminile attiva, notiamo che la donna lavora ovunque ma non gli viene
riconosciuto un ruolo importante; ci sono infatti donne che lavorano in casa o nelle campagne, soprattutto in Africa. In
Africa infatti gli uomini vanno via, quindi rimangono le donne a lavorare. Alle donne sono riservati i lavori più umili,
pesanti e meno riconosciuti, senza la possibilità di raggiungere una posizione elevata.
In America del sud c’è anche una forte mortalità infantile, legata ai parti principalmente. La donna è più debole nella
salute. L’istruzione in questo ha un ruolo fondamentale perché la donna non ha istruita non conosce le regole
principali; quando le mamme hanno istruzione, anche igienica, questo è un bene per loro e i loro figli. Una donna priva
di istruzione è sfruttata, corre rischi per la salute e non può raggiungere una posizione elevata.
Gli studiosi sono andati a quantificare anche quanto producono le donne quando lavorano in casa; la loro produzione
equivale a un terzo del prodotto nazionale lordo.
Le donne dell’Africa si occupano del cibo, costruiscono capanne, scavano pozzi, coltivano la terra, preparano abiti.
Sono donne che svolgono molti lavori e vengono sfruttate. Oggi il 40% della forza lavoro è rappresentata dalla donna.
In Europa il tasso di occupazione femminile è del 58%. In Italia invece è del 47%, valore che cambia se distinguiamo tra
nord e sud. Sono soprattutto le donne tra 20 e 40 anni che non riescono ad accedere al lavoro.
Il lavoro della donna è part time, nei servizi, informale e nel settore primario.
SPUNTI DIDATTICI
-far venire in classe dei testimoni per spiegare la condizione della donna nei paesi più poveri e confrontarla con la
condizione oggi;
-mostrare l’uso del telefono oggi e come si comunicava nel passato
-immagini e filmati
GEOGRAFIA CULTURALE
(+ documenti “San Vincenzo” e “Spazi interni” + cap. 14 “Spazio e
cultura”)
La cultura è tutto ciò che l’uomo produce: artifici, strumenti e tecniche che l’uomo mette in atto per la sua vita di
comunità. Non è solo il libro o il quadro, ma tutti gli strumenti che ha creato l’uomo per vivere.
La geografia si occupa di cultura perché essa (scelte economiche, idee, strumenti) comprende elementi che cambiano
il rapporto uomo-ambiente; ogni comunità si inserisce nell’ambiente e lo cambia in base alla sua cultura. Il territorio
ha un’identità in base alla comunità che ci vive. Parlando di identità sono importanti due concetti: la lingua e la
religione.
IDENTITA’ TERRITORIALE
Un territorio è una porzione di spazio nel quale si inserisce una comunità; quando si inserisce la comunità trasforma lo
spazio e gli dà le sue caratteristiche.
È la comunità che vive sul territorio che gli dà una diversa forma. Per dare un’identità devo avere delle motivazioni.
Una comunità ha delle interazioni all’interno e all’esterno.
Es. la transumanza ha creato un’unità paesaggistica tra Abruzzo, Molise e Puglia; sono territori attraversati da tratturi
che creano una struttura unitaria.
L’identità si crea in base alle relazioni della comunità con uno o più ambienti e può cambiare nel tempo.
Oggi riscontriamo la crisi dei paesi interni e ci sono casi in cui paesi rurali si trasformano per diventare turistici.
Riassumendo, gli elementi costitutivi dell’identità sono:
-attori
-territorio
-motivazioni
-valori
-interazioni
-dimensione temporale
L’INDOEUROPEO
L’indoeuropeo si è sviluppato dove si è formata la civiltà mesopotamica. Nel 10000 a.C. quelle prime società si sono
diffuse verso l’oriente e l’Europa e hanno portato con sé il loro linguaggio. Gli studiosi hanno rintracciato queste
antiche lingue e si sono resi conto che ci sono termini comuni, quelli legati all’agricoltura. Questa è la dimostrazione
della natura comune di queste lingue. Ad es. la radice “ud” che indica l’acqua è comune a tutti i popoli in Asia e in
Europa (noi usiamo un termine moderno, ma usiamo ancora “umido”).
MULTILINGUISMO
Le principali lingue del mondo oggi sono:
-CINESE, perché i cinesi hanno una grande densità di popolazione e si sono diffusi anche in altri territori;
-INGLESE, parlato ovunque per motivi scientifici e tecnologici;
-hindi-URDU, per la vasta popolazione dell’Asia
-SPAGNOLO, per la questione dell’occupazione in America del sud
-ARABO
-RUSSO
Ci sono stati monolingui e stati multilingui, come il Canada, il Belgio e la Nigeria. In Nigeria in particolare ci sono
moltissimi dialetti e la lingua scelta come ufficiale è l’inglese, anche se è una lingua che non appartiene al territorio;
all’inglese si affiancano due lingue locali e poi delle lingue minori.
TOPONOMASTICA
-NOMI DESCRITTIVI: es. Tremonte viene da “inter montes”, cioè tra i monti;
-NOMI ASSOCIATIVI: es. Mill Valley
-NOMI COMMEMORATIVI: San Francisco
-NOMI RIEVOCATIVI: Benevento
-NOMI TRAPIANTATI= es. gli europei che hanno colonizzato in America hanno dato nomi alle città del luogo uguali a
quelle europee
-NOMI MISTI: es. Amsterdam = il fiume Amstel e la diga
I toponimi sono importanti per conoscere la comunità e il territorio, per questo si studia la loro origine e come sono
cambiati nel tempo.
Il toponimo “Cecoslovacchia” si è diviso in “repubblica Ceca” e “Slovacchia” quando lo stato si è diviso.
La colonia Costa d’Avorio, fondata dagli europei, è diventata il Ghana quando il popolo si è liberato dal dominio
europeo.
Anche il Congo Belga ha cambiato nome quando si è liberato dai conquistatori; prima il toponimo è diventato Zaire,
poi è diventato Repubblica Democratica del Congo.
LE RELIGIONI
La religione influenza il paesaggio, i toponimi (es. San Vincenzo al Volturno). La geografia studia dove si diffondono le
religioni e quali segni lasciano. La religione più diffusa è quella cattolica, questo significa somiglianza in strutture,
organizzazione sociale e costruzione di edifici religiosi.
La religione più antica è l’induismo, che si è diffuso in asia meridionale e ci presenta un paesaggio fatto di santuari; i
santuari sono costruzioni alte, strette e a punta perché la volontà è quella di raggiungere il ceno. Sono inoltre
costruite vicino l’acqua in quanto essa è considerata da questa religione come purificatrice.
Il buddismo si diffonde nell’Asia sudorientale e lascia un segno diverso. L’edifico religioso è la pagoda, costruita su
tanti piani perché in ogni piano il credente deve fermarsi e pregare, fino ad arrivare in alto. La purificazione in questo
caso non avviene attraverso l’acqua ma attraverso il cammino che il credente deve fare.
Oggi in Cina non ci sono religioni, perché dopo la svolta comunista è atea. Prima aveva il taoismo e il confucianesimo
come religioni. Queste religioni hanno lasciato come “resti” delle strutture di templi aperti, perché l’uomo deve avere
rapporto diretto con la natura. Questa struttura deve consentire la preghiera e l’osmosi dell’uomo con la natura. Per i
cinesi oggi questi posti sono luoghi turistici. Ci sono ancora credenti che si recano in questi luoghi, anche se
rappresentano una minoranza, e che quindi si recano in questi luoghi.
L’ISLAMISMO si è diffuso dall’Africa in Europa e ha come luogo di culto la moschea. La struttura della moschea è simile
alle nostre chiese. Moschee e bazar sono i simboli delle città in cui si è diffuso l’islamismo.
Il cristianesimo è la religione che ha lasciato più segni: chiese, monasteri, cattedrali, abbazie.
Ci sono città in cui è evidente la compresenza di religioni diverse.
RELIGIONE E CONFLITTI
La religione però è stata anche motivo di conflitto. Ad esempio l’ex Iugoslavia si è disintegrata nei Balcani per motivi
politici e scontri religiosi, perché erano state unite popolazioni di diverse religioni. L’Irlanda è un altro territorio dove
c’è scontro tra cattolici e protestanti. Nel mondo Islamico c’è l’ISIS che ha causato problemi. Anche la Nigeria è stata
devastata tra religioni locali e chi voleva tendere al cristianesimo e l’islamismo.
La religione dunque può segnare il territorio in modo negativo perché determina conflitti.
IL CAFFÈ LETTERARIO
Nel 700 si sono diffusi anche i caffè, luoghi culturali in cui si consumava questa bevanda giunta dall’America. Gli
intellettuali illuministi infatti volevano incontrarsi e discutere in luoghi a cui potessero accedere tutti. Il caffè letterario
risponde alla mentalità aperta degli illuministi, i quali volevano mantenere contatti con la popolazione e diffondere le
loro opere. Le Accademie erano più chiuse perché per entrarci bisogna essere soci.
I caffè più importanti nel passato sono:
-Le Procope a Parigi;
-il Florian a Venezia;
-il Caffè Greco a Roma.
Lezione del 27/10/20
UN ESEMPIO DI LETTURA TERRITORIALE: IL MOLISE
(+ documenti “Centri del Molise”)
IL TERRITORIO
Il territorio molisano è un territorio montuoso, non con cime elevate, e collinare. Il Molise ha pianure ridotte.
Tra le pianure ci sono la piana di Larino e la piana di Venafro e c’è un bassopiano che va verso Termoli. Il Molise inoltre
è attraversato da diversi fiumi (Biferno, Trigno).
I CONFINI E L’AUTONOMIA
Guardando bene la carta del Molise, notiamo una problematica: il Molise non ha dei confini naturali marcati, ma è
stato disegnato e distinto dagli altri territori attraverso confini amministrativi. È un territorio di continuità con
l’Abruzzo. La struttura amministrativa attuale è stata raggiunta dal Molise dopo l’unità, quando cede al beneventano
la zona di Morcone e ottiene la fascia costiera. In passato era un territorio piccolo e accentrato che corrispondeva ai
centri intorno a Campobasso.
Il Molise ha impiegato molti secoli per ottenere questi suoi confini, mentre l’autonomia regionale nel 1963. Il Molise
inizialmente era infatti definito nei confini ma non era autonomo, era parte integrante della regione Abruzzo-Molise.
I POSSIBILI CAMBIAMENTI
Oggi ci sono tante proposte di cambiamento: se il Molise si debba accorpare all’Abruzzo o al beneventano, se deve
riaccorparsi con Foggia visto che condivide la storia della transumanza. La politica potrà segnare nuovamente i volti e i
confini delle regioni, ma anche se il Molise dovesse entrare in una nuova regione amministrativa porterà con sé la sua
identità.
Ricostruire l’identità è importante dal punto di vista culturale, ma anche per capire quale politica e struttura
economica bisogna mettere in atto in un territorio, in base alla sua caratterizzazione e alla sua storia.
I CENTRI URBANI
I 3 centri principali del Molise sono Campobasso, Isernia e Termoli.
CAMPOBASSO
Campobasso è stata fondata sul Montebello, sito originario di Campobasso dove oggi troviamo il castello e la Chiesa.
Campobasso è stato un territorio sfruttato spesso negli anni, ma non era un centro importante; diventa un centro
significativo con la sua fondazione nel IX secolo d.C. grazie ai Longobardi.
I Longobardi avevano occupato Benevento e si espandono, cacciano i barbari che avevano occupato il Sannio e
giungono fino al Montebello; scoprono che da lì possono controllare tutto il territorio circostante. Quindi il primo
borgo di Campobasso viene fondato su questo sito originario.
I Longobardi territorializzano anche una serie di centri intorno Campobasso, sono tutte zone d’altura.
Non c’era il castello attuale nel sito originario di Campobasso, ma c’erano una fortezza, una piccola chiesa e delle
casupole per contadini, soldati e monaci.
La popolazione inizia ad aumentare e quindi lentamente inizia ad abitare anche la zona sotto il monte. I vari feudatari
che governano Campobasso allargano le mura e inglobano anche la zona più bassa; la città così si espande.
Mel 1583 la gran parte delle case si trovava sotto il Monte Bello. I campobassani sviluppano le loro capacità
commerciali. Campobasso tra 1500 e 1800 è stato un’importante piazza commerciale perché attirava i mercanti
dell’Italia meridionale, affittava loro delle case e quindi c’erano delle fiere. Si vendevano prodotti agricoli e artigianali
(coltelli, ricami, vestiti, scarpe).
Lo sviluppo della città è collegato allo sviluppo della transumanza, che tra 500 e 800 diventa un’importante forma di
ricchezza. Viene costruito un collegamento che dal tratturo permetta ai mercanti, transumanti e soldati di fermarsi a
Campobasso. Campobasso non fa pagare pedaggio a chi si ferma nei suoi dintorni, così attira popolazioni e sviluppa i
suoi commerci.
La Chiesa di San Leonardo diventa il cuore politico, religioso e economico della Campobasso moderna. Nel 1743 la
parte alta viene quasi abbandonata, mentre gli abitanti si concentrano nella parte bassa.
Nel 1806 l’Italia meridionale è occupata dai francesi che portano la loro organizzazione politica e iniziano a definire le
province meridionali. Sono loro che per la storia commerciale del Molise nominano Campobasso capitale di provincia
nel 1806.
Cuoco, un importante personaggio molisano, si preoccupa dello sviluppo del territorio e del fatto che Campobasso è
un borgo, non ha strutture urbane. Grazie a Cuoco si chiama l’architetto Musenga, un molisano che ha studiato a
Napoli, e gli si chiede di allargare la città.
Campobasso diventa così una città moderna con piazze, viali. Campobasso si amplierà e rinnoverà fino al 1870; ad
esempio vengono introdotti il carcere e il Museo.
Quindi possiamo dire che la storia di Campobasso è divisa in 3 fasi:
-sito originario di Monte Bello
-età moderna in cui si sviluppa intorno alla Chiesa di San Leonardo
-rinnovamento nel corso dell’800
Oggi la città di Campobasso rimane legata al Monte Bello e si è sviluppata per cerchi concentrici. Musenga aveva
creato una pianta ordinata, ma la pianta attuale è disordinata perché nel 900 la popolazione era aumentata e quindi
sono nati nuovi quartieri. La città oggi spetta ancora un piano regolatore che riorganizzi la sua struttura e migliori i
collegamenti, la rete stradale, la vivibilità dei quartieri periferici.
Oggi in Molise ci sono circa 300.000 abitanti, di cui 50.000 vivono a Campobasso (circa un sesto).
ISERNIA
È una città sannitica di fondazione antica. È stata costruita su una dorsale stretta e lunga; il sito originario di Isernia è
una sottile striscia. Nell’800 sono state create due strade parallele per consentire di girarle intorno.
Ha avuto un grande sviluppo con i romani. Sul tempio romano in età medievale è stata costruita la cattedrale di
Isernia. Sono evidenti i segni dei romani sul territorio.
La pagina di storia più interessante di Isernia è nel periodo medievale perché la città ebbe nel V secolo dei Vescovi
molto attivi, tra cui Celestino V. Fu costruito il duomo e abbiamo la fontana Fraterna che è il simbolo della storia
medievale di questa città.
Campobasso ha avuto palazzi e cattedrali importanti nel 1800, invece Isernia li ha avuti già nel periodo medievale.
Isernia venne arricchita dal punto di vista architettonico grazie alle famiglie medievali. È un centro importante per la
sua arte e architettura.
Campobasso riuscì maggiormente ad attirare i flussi dei transumanti, Isernia invece lo fece meno. Isernia infatti era più
lontana dai tratturi. La zona intorno a Isernia non permetteva di fermarsi con comodità.
Isernia ebbe nel corso dell’800 meno attenzione di Campobasso, non ebbe lo stesso sviluppo e solo nel 900 è stata
costruita la parte nuova.
TERMOLI
Oggi si sta ancora studiando la storia urbanistica di Termoli. La città come fondazione ha origini medievali,
probabilmente prima anche se esisteva una cittadina non si chiamava Termoli. Questa cittadina deve la sua origine
medievale a due elementi: il castello e la cattedrale. Termoli deve il suo sviluppo a Federico II, un re importante per
l’Italia meridionale che puntò su Termoli perché riteneva che tutte le cittadine sull’adriatico dovessero essere dei porti
attivi; a lui si devono la costruzione del castello e la costruzione della cattedrale. Il castello aveva una funzione
difensiva, contro turchi e saraceni. La cattedrale nella sua architettura ha un influsso italico e arabo, perché Federico II
fece arrivare degli arabi per costruirla.
Tra 1200 e 1300 fu luogo di commerci e scambi. Si dice che i crociati siano partiti da Termoli per raggiungere
Gerusalemme e che anche San Francesco sia passato qui.
Dopo la fase di sviluppo economico, la cittadina va in crisi per vari motivi: è colpita da terremoti, il porto che era stato
costruito nel medioevo viene insabbiato e non è più utilizzabile, c’erano continui attacchi saraceni e turchi. Termoli
conosce quindi un lungo periodo di crisi e di perdita di popolazione, per poi ritrovare lentamente il suo sviluppo nel
1800. Nel 1800 entra a far parte nella provincia del Molise, il porto viene riattivato e torna ad essere una città
importante. La provincia e poi la regione del Molise si rendono conto che avere la costa era una ricchezza economica
e per il turismo, per questo la città è stata arricchita. Un elemento caratteristico di Termoli sono i trabucchi, che in
passato venivano usati per pescare e oggi sono i segni della sua storia.
L’ECONOMIA
L’economia molisana si regge sull’agricoltura. Oggi deve tendere a un’agricoltura di qualità e di nicchia, cioè puntare
su pochi prodotti specifici che possano trovare successo sul mercato (es. olio e vino) visto che i territori fertili sono
pochi.
Le industrie presenti in Molise sono arrivate dall’esterno e quindi hanno altrove la loro sede centrale (es. Fiat). Per un
modello di sviluppo sarebbe più opportuno avere un’industria che parta dalle caratteristiche locali e le valorizzi.
Il Molise ha un suo pubblico; le comunità molisane presenti all’estero vogliono acquistare i prodotti della loro terra
originaria. Il Molise potrebbe quindi instaurare uno stretto rapporto commerciale con queste comunità.
Il terziario andrebbe potenziato e trasformato in quaternario; ci sono zone dell’alto Molise dove la banda larga non è
adeguata.
Il turismo è principalmente balneare, ma attrae locali e non stranieri.
Il turismo deve essere riorganizzato e anche le zone interne (es. strade, segnali); servono le infrastrutture.
IL MONTENEGRO
(+ documento “Montenegro”)
È uno stato dei Balcani. Per analizzare un territorio bisogna partire dalla carta per vedere dove si trova il territorio
rispetto ad altri. I Balcani sono un’ampia e articolata penisola del mediterraneo che ha avuto una storia complessa.
Fino al 1915 la zona dei Balcani è stata occupata dai Turchi e ha raggiunto l’autonomia lentamente dopo la prima
guerra Mondiale.
Nella zona di Montenegro, Serbia, Bosnia e Macedonia dopo la prima guerra mondiale si era formata la Iugoslavia, uno
stato con Tito come dittatore e un regime comunista. Alla morte di Tito e con la fine del regime comunista inizia un
periodo di guerre perché queste popolazioni volevano la loro autonomia. Il Montenegro ottiene la sua autonomia nel
2006. Oggi lo stato più piccolo che cerca la sua autonomia è il Kosovo.
Il Montenegro è uno stato più piccolo sul mare, con capitale al centro Podgorica. Con le negoziazioni sono stati
organizzati i confini. La popolazione non è molto numerosa ed è soprattutto giovane. È una popolazione che è
impegnata a creare uno stato nuovo, ha trovato la sua autonomia e sta ritrovando identità e radici storiche per
riorganizzare il territorio.
È un territorio principalmente di montagna, solo nella parte che va verso il mare ci sono pianure. Al Nord è
attraversato dalle Alpi Dinariche che sono molto alte e fanno da confine con gli altri stati.
La zona più nota è quella del mare, perché gli europei sono stati attratti da questo territorio per le vacanze in quanto i
costi sono bassi.
Oggi sta cercando di sviluppare anche il territorio interno perché il rischio che sta correndo è che la popolazione
abbandona le zone interne e si sposta tutta sulla costa; questo comporta abbandono del territorio e riduzione
dell’agricoltura.
Dal punto di vista amministrativo, il Montenegro è diviso in una serie di dipartimenti. Le suddivisioni interne
consentono ad ogni territorio di avere autonomia, sviluppo e attenzione per le sue caratteristiche. La classe politica
oltre a questo ha creato lo Spatial Plan, cioè un piano di organizzazione del territorio.
I piani prodotti sono stati più di uno.
Le ricchezze del territorio sono agricoltura, turismo e viticultura, quindi la classe politica ha dato sviluppo a questi
settori. Un’altra ricchezza sono le montagne, quindi è possibile allevare. Il Montenegro ha dei tratti economici comuni
con il Molise perché agricoltura e allevamento sono i tratti basilari dell’economia.
Anche la produzione di latte e dei suoi derivati è una ricchezza, o anche i prodotti che derivano dalla lavorazione della
carne.
La classe politica vuole quindi partire dalle potenzialità interne e collegare quindi agricoltura, allevamento e industria
per consentire lo sviluppo del territorio. Bisogna creare un accordo economico tra piccoli produttori per reggere la
competizione all’interno e all’esterno del territorio.
Bisogna inoltre ricostruire strade, infrastrutture e collegamenti tra i vari centri. Per evitare che la popolazione lasci le
zone interne, bisogna potenziare le infrastrutture e la vita nei piccoli centri per far sì che la qualità urbana arrivi anche
nei piccoli centri.
La classe politica punta proprio su questi miglioramenti.
Sviluppare ogni piccolo centro non significa isolarli, ma creare reti e collegamenti economici. Creare quindi una rete di
beni e servizi di vari centri, con centro principale la capitale. Le reti devono essere sia fisiche (es. ferrovia) sia
immateriali (es. telematica).
Una delle ricchezze di questo paese è la produzione vinicola. Si è creata una grande azienda in Montenegro. Oggi è
gestita in modo capitalistico, nel periodo comunista era gestita come vigneto di Stato.
Hanno creato un’alleanza tra agricoltura e turismo con i villaggi enoturistici: il turista trascorre le sue vacanze nel
vigneto, li visita, vede come si produce il vino e lo assaggia, lo compra. Ci sono centri, ristoranti e shop intorno al
vigneto. Lo sviluppo del vigneto permette lo sviluppo delle zone rurali circostanti.
Lo sviluppo è stato fatto in maniera integrata; ciò consente il miglioramento di tutto il territorio e non solo di una
parte.
Particolare attenzione è stata data alla capitale Podgorica. È una città che ha diversi segni religiosi, è circondata dal
verde, ha un centro storico, è innovativa e dinamica. La città è stata scelta come capitale per la sua posizione centrale
e la sua inclinazione commerciale. È una città che è al centro di molti fiumi e quindi è raggiungibile sia per terra che
per via fluviale.
Il Montenegro è stato occupato dagli italiani nella seconda guerra mondiale, per questo ha contatti e presenze
architettoniche italiane.