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Geografia
Università Cattolica del Sacro Cuore - Milano
37 pag.
LE POLITICHE DELL’ISTRUZIONE
IL QUADRO DI RIFERIMENTO STORICO
Spesso alle dichiarazioni di principio che esaltano l’importanza della formazione culturale e
professionale, non corrispondono i finanziamenti necessari.
L’unificazione del Regno d’Italia avviene in piena atmosfera positivista. La situazione scolastica
italiana era gravissima, contando cisrca l’80% di analfabeti sull’intera popolazione.
Il primo problema è stato quello di armonizzare le politiche scolastiche, prima divise in tanti
Stati.
Gabrio Casati, nel 1859, stabilisce le prime direttive della politica scolastica italiana, con la
legge di stampo positivista che porta il suo nome. Del resto anche il rinnovamento dei metodi
della geografia è portato avanti da pedagogisti di impronta positivista.
SCENARI PASSATI
Per un insegnante di geografia può essere molto importante dare uno sguardo al progresso e
alla trasformazione che le idee geografiche hanno subito; tale sguardo non può prescindere nè
dalle grandi tappe che hanno segnato la storia e la cultura dei popoli, nè dai progressi della
tecnica e della scienza, nè dall’evoluzione della pedagogia e della psicologia, perchè
dall’inisieme di tutti questi fattori sono derivate le trasformazioni della geografia e del suo
insegnamento.
In altra occasione si è invece cercato di ricostruire una storia dell’eucazione geografica,
analizzando l’evoluzione nei vari settori e soprattutto seguendo un percorso cronologico dal
mondo calssico a oggi.
Tale percorso intende riflettere solo su alcuni aspetti, per osservare come questa disciplina
cerchi sia di comprendere l’uomo nel suo confrontarsi con la natura, sia di raccontare e
DESCRIZIONI E NARRAZIONI
NARRAZIONI TRA REALTA’ E FANTASIA
La geografia non riesce a suscitare la tensione emotiva che la storia può offrire; pertanto
Dematteis sostiene che l’unica letteratura geografica ceh si faccia leggere volentieri è la storia
dei viaggi e delle scoperte.
Fasano sostiene infatti che viaggiatore e scrittore nascono insieme, se è vero che la scrittura è
nata in origine per rendere possibile la comunicazione a distanza nello spazio e nel tempo.
Il viaggio vive di una geografia reale, che si traduce in racconti a sfondo geografico, come già
succedeva nel mito, che univa fenomeni irreali a fenomeni naturali o derivati dal rapporto
uomo-natura.
In un certo senso si tratta di una geografia immaginaria, sia quando si fantastica su territori
lontani, sia quando si sovrappone una propria immagine personale a quanto visto.
NARRAZIONI ANTICHE
Prima della scrittura, per trasmettere le consocenze da una generazione all’altra, veniva usata
la poesia, con formule verbali, ritmiche e ripetitive più facilemente memorizzabili.
Nella Grecia arcaica, lo scopo della poesia è per lo più pedagogico. Infatti il poeta è prima di
tutto un educatore.
Anche il sapere geografico si avvale dell’espediente poetico (es. I peripli, relazioni e descrizioni
di circumnavigazioni).
La funzione utilitaristica della geografia ben si accorda con lo spirito pratico di Roma, nelle cui
scuole di grammatica la geografia rientra, a somiglianza dell’educazione greca, nello studio
della geometria.
Un’ opera che svolge vere e proprie funzioni di un libro di testo è il De corographia di Pomponio
Mela, con vasta diffusione nell’insegnamento per tutto il Medioevo e fino al XVI secolo.
Quest’opera è divisa in tre parti: Europa, Asia, Africa.
INTERPRETANDO LA NATURA
Nel mondo classico scienze della natura, fisiche e matematiche sono parte costitutiva della
filosofia, avviata con Talete di Mileto. Il primo passo verso la storia della scienza è costituito
dalla de-mitizzazione e dalla de-antropomorfizzazione delle imamgini del mondo. Un esempio
di ciò sono le pagine di Seneca del De terrae motu, che passano in rassegna le complesse
ipotesi naturali e non divine del terremoto.
Pur se le considerazioni di Seneca si basano più su una logica astratta che su dati esperenziali,
traspare comunque nei suoi scritti un vivido amore per la scienza.
Un’opera in cui mito, poesia e scienza convivono è “Fenomeni” di Arato di Soli, che si articola
in quattro parti: proemio, descrizione della carta del cielo, il calendario, i segni del buono e del
cattivo tempo.
Nonostante Arato si ispirasse a un matematico, geografo e astronomo e alle sue teorie, le
divagazioni mitologiche erano molto frequenti e quindi non c’è da stupirsi che l’apprendimento
dell’astronomia si fondasse, più che su un vero e proprio manuale di carattere matematico,
sulla poesia.
Tale opera venne a lungo usata fino al Rinascimento come manuale scolastico.
Nel Medioevo il sentimento della natura è soprattutto di ammirazione, in quanto essa
rispecchia la perfezione di Dio.
La natura non è più considerata realtà inferiore e trascurabile di fronte al mondo intelligibile e
a Dio, ma come una parte o una manifestazione della vita divina, e in quanto tale meritevole
d’interesse e di studio.
La natura nel Rinascimento, viene riprodotta attraverso l’arte pittorica e poeticamente
descritta, con larga influenza anche a livell oeducativo.
Successivamente nell’ azione di ricerca in cui è essenziale la sperimentazione, il libro della
natura, si sostituisce al libro della scuola, almeno a livello di principio generale.
Si afferma poi il metodo sperimentale nella ricerca e con esso il raggiungimento di nuovi
straordinari traguardi, favoriti dall’invenzione di strumenti come il telescopio,il microscopio,
termometro e barometro e nuove teconologie nella realizzazione degli orologi.
La matematica e i calcoli rappresentano così le verità evidenti e chiare mentre il mondo
visibile, come percepito coi cinque sensi, “sogno e inganno”.
Al metodo da un enorme contributo Cartesio, sulal cui logica per secoli si fonda il pensiero
scientifico e a poco a poco si costruisce l’edificio geografico.
L’Illuminismo promuove uno spirito critico, e aspira a ricostruire una società su prinicipi
razionali, in nome soprattutto si un ideale educativo scientista.
La ragione, diventa organo di verità e progresso, “lume”, che rischiara le tenebre
dell’ignoranza, allo scopo di migliorare in maniera tangibile il modo di vivere. E ne consegue
una lotta contro il pregiudizio, il mito e la superstizione.
In campo pedagogico, è da ricordare Rousseau, che per la sua ispirazione preromantica,
evidenzia nella sua opera il valore educativo dell’ambiente, come una natura non più sistema
di leggi matematiche, ma una natura saggia che guida le creature secondo la sua legge.
La trasformazione del concetto di paesaggio da fenomeno estetico a oggetto di ricerca
scienfica avviene con Alexander von Humboldt, verso una comprensione scientifica del mondo,
che non abbandona comunque l’incanto della visione pittoresca e il fascino per il sublime.
GLOBALIZZAZIONE
LE COORDINATE SPAZIO-TEMPORALI
La riflessione che si trova nell’introduzione della Geografia fisica di Immanuel Kant, espone il
concetto di sistema tra il tutto ( il globo) e le sue parti (le regioni). Questa è una delle
caratteristiche fondamentali della geografia che per sua natura sviluppa ragionamenti su scale
diverse.
L’interesse maggiore consiste nella preminenza data da Kant al globo, dal quale deve
cominciare la descrizione del mondo. Tale espressione oggi si traduce in “pensa globale, agisci
locale”.
La visione transcalare consente di cogliere ai diversi livelli scalari più proprietà di uno stesso
fenomeno territoriale, dal dettaglio locale al contesto regionale fino alle reti e dalle reti al
globo, al quale occorre rportarsi sempre.
Franco Farinelli colloca nel 1969 il momento in cui lo spazio e il tempo della fisica classica,
meridiani e paralleli, sono all’improvviso entrati in crisi saegnando la “fine della modernità” a
causa della della nascita di Arpanet, la prima forma della Rete negli USA.
Con la globalizzazione le coordinate spazio-temporali assumono accezioni diverse per diversi
fattori quali la separazione del luogo dallo spazio, dello spazio dal tempo, l’esistenza di non-
luoghi e di tempi simultanei.spazio e tempo stanno assumendo dimensioni nuove con effetti
straordinari e non sempre facilemte valutabili.
Il luogo oggi è leggibile secondo paradigmi spazio-temporali diversi da quelli considerati nel
recente passato, così come è possibile comunicare senza spostamenti nello spazio fisico ed
esercitare azioni indipendenti dalla condivisione dello stesso spazio. Lo spazio viene
virtualemente soprpesso.
CARTOGRAFIA COMPUTERIZZATA
La cartografia computerizzata può essere prodotta tramite dei Sistemi informativi geografici
(GIS), che consentono di archiviare, organizzare e gestire un’enorme mole di dati quantitativi e
qualitativi.
Essi esmplificano notevolmente i passi necessari per elaborare banche dati e carte tematiche
e cartogrammi di differente complessità.
E’ inoltre possibile caricare nel sistema numerosi strati informativi, sovrapponibili
automaticamente, agevolando così la lettura comparata dei fenomeni.
I GIS permettono di soddisfare due requisiti cruciali: trasformare l’alunno da lettore a
costruttore e sviluppare la tecnica della correlazione cartografica, fondamentale per ogni
ricerca geografica.
Le carte tematiche e i cartogrammi possono far parte di almeno tre categorie che possono
essere: parlanti e capaci di colloquiare fra loro, parlanti ma non capaci di colloquiare fra loro
oppure muti (nel caso in cui siano stati utilizzati criteri erraqti per eseguire le elaborazioni
oppure si è operato meccanicamente, producendo rappresentazioni che non riescono a rivelare
alcunchè)
E’ importante per questo la produzione ragionata di rappresentazioni utili per interpretare
fenomeni e problemi.
I GIS aiutano a compiere studi a piccola e a grande scala, rendono più piacevole e dinamico lo
strudio della geografia e permettono di acquisire competenze e abilità spendibili anche a livello
professionale.
Il GIS nella didattica va utilizzato innanzitutto per le potenzialità che offre nella visualizzazione,
gestione e analisi dei dati geografici; per l’efficacia nel produrre e modificare cartografia; per la
versatilità nella produzione di output, per la capacità di integrare banche dati diverse, ma
soprattutto pe4r l’efficacia nell’educare a organizzare il pensiero e la ricerca.
Tuttavia il GIS non deve sostituire la cartografia tradizionale.
GEOGRAFIA E CITTADINANZA
Le capacità di leggere, percepire e interpretare il territorio costituisce presupposto
fondamentale per l’acquisizione di quei traguardi formativi che la geografia può offire per la
formulazione di progetti legati all’educazione alla cittadinanza attiva.
Nel passaggio bidirezionale, da vicino a lontano e da lontano a vicino, attraverso le diverse
scale geografiche, assumono grande rilevanza i livelli spaziali intermedi, che consentono di
mettere a fuoco gradualmente prospettive e orizzonti.
L’appartennza territoriale trova nel ragionamento geografico molti spunti per riflessioni
didattiche legate alla cittadinanza, che danno risposte a fenomeni in espansione quali
l’individualismo, l’egoismo spaziale e il geocentrismo.
La distanza è essenziale nella riflessione sullo spazio e sul mondo e l’effetto della memoria,
influisce fortemente sulle percezioni della distanza.
La distanza sembra accrescersi quando si tratta di una persona o di un oggetto caro e
viceversa.
Su questo bisogna riflettere: se il mondo piccolo e unitario tende a scomparire, i confini politici
diventano sempre più permeabili e aperti, lasciando, purtroppo spesso, spazio alle nuove
frontiere della marginalità e del degrado.
APPARTENENZE PLURIME
Ciascun individuo appartiene ad una comunità locale, come prima appartenenza, e ad un
livello maggiore, vi è un’identità nazionale, che è politica e culturale allo stesso tempo, e che
molto dipende dalla forza unificante dei processi attraverso i quali si è costituita. Da
quest’identità nasce il sentimento di appartenere ad una comunità più vasta.
Comunità più ampie e plurali sono quelle come L’unione Europea. Questa dimensione
sovrannazionale può rappresentare la chiave iniziale a imprescindibile in grado di aprire gli
spazi locali verso orizzonti più ampi, dove si colloca la cittadinanaza mondiale, ancora non
sempre facile.
La scuola deve trovare il modo giusto per dare risposte soddisfacenti agli interrogativi relativi
a questo mondo “globalizzato”.
LO SVILUPPO SOSTENIBILE
L’integrità dell’ecosistema costituisce la risorsa naturale di base per cosrtuire sistemi
economici efficienti, per impostare buone strategie di sviluppo e per contribuire al
benessere generale; ma a questa considerazione teorica non corrispondono politiche
ambientali conseguenti.
Il degrado ambientale ha tuttavia portato a nuove riflessioni. Una prima spinta in
questo senso è stata data dal disastro nucleare di Chernobyl, in Ucraina del 1986, i
cui effetti sono giunti anche in aree molto lontane.
Si è così aperto un dibattito in merito all’energia nucleare: chi sosteneva che
andassero chiuse tutte le centrali e chi invece lo riteneva inutile per la presenza di
esse nei paesi vicini.
Gli incidenti di Chernobyl e di Fukushima (Giappone, 2011) hanno dimnostrato che
l’inquinamento nucleare può pregiudicare pesantemente il futuro, producendo guasti
LA SCUOLA PRIMARIA
Nei programmi del 1945 la geografia era abbinata alla storia e prevedeva la semplice
trasmissione e memorizzazione di nozioni.
I programmi del 1955 che si protraggono per circa trent’anni associano la geografia
non solo alla storia ma anche alle scienze; vi è un’altra novità: la geografia antropica,
ovvero le opere dell’uomo che hanno modificatogli elementi naturali del paesaggio.
Persiste l’approccio nozionistico, seppur mitigato da una serie di innovazioni, come
l’osservazione diretta e il metodo della ricerca.
Decisi stimoli innovativi sono quelli che caratterizzano i programmi del 1985, nei
quali gli elementi naturali non costituiscono più l’oggetto principale di studio, che ora
rivolge più attenzione al paesaggio e ai rapporti uomo-ambiente, organizzato in
gruppi sociali, avvicinandosi così agli studi sociali. Anche l’approccio diventa più
stimolante, finalizzato alla possibilità di evidenziare i problemi e le soluzioni adottate
e da adottare.
La novità del 2004 si focalizza soltanto sull’Italia, seppur ne sia stato accennato
qualcosa in precedanza, si inizia a parlare di “cercare e proporre soluzioni a
problemi”. Inoltre anche nella scuola dell’infanzia iniziano a comparire i primi
elementi di geografia e in particolare si richiede che i bambini di quest’età
riconoscano le dipendenze esistenti e operanti nella concretezza del loro ambiente
LA SCUOLA PRIMARIA
Il quadro proposto non trascura la conoscenza di base che ciascun alunno deve
avere.
Per quanto concerne la Geo-graficità, sappiamo che le carte mentali sono il risultato
di un processo in continua evoluzione che inizia sin dall’infanzia.
Alla fine della scuola primaria gli alunni dovranno avere una carta mentale più nitida
possibile dell’Italia, inquadrandola con riferimenti a contesti areali progressivamente
più ampi, fino al mondo intero al termine del primo ciclo d’istruzione.
Lo studio del vicino si acquisisce soprattutto attraverso l’osservazione diretta.
L’UNIVERSITA’
IL QUADRO DI RIFERIMENTO
Trasformazioni profonde , sia sul piano della gestione sia su quello più propriamente
didattico, si sono verificati e al momento le università rilasciano i seguenti titoli:
laurea (L); laurea magistrale (LM); diploma di specializzazione (DS); dottorato di
ricerca (DR).
La trasformazione coinvolge, innanzi tutto, i rapporti e gli equilibri tra ricerca e
didattica; non a caso molti addetti ai lavori parlando di “liceizzazione” dell’università,
attribuendo al termine un’accezione negativa per intendere una riduzione di
condizione e di livello qualitativo, piuttosto che un potenziamento della didattica.
Il rapporto tra l’impegno destinato alla ricerca e quello destinato alla didattica
costituisce uno dei nodi più delicati. Questo non è tuttavia un problema nuovo, dato
che da sempre ricerca e didattica rappresentano le due funzioni essenziali del
professore universitario, docente e allo stesso tempo ricercatore.
L’attuale sistema è imperniato sui crediti formativi universitari (CFU), che
costituiscono la nuova unità di misura, con la quale si quantifica il carico di tempo
necessario allo studente per conseguire conoscenze e competenze ritenute
indispensabili in una determinata disciplina e nell’insieme del corso. Venticinque ora
LA CONTINUITA’ DIDATTICA
UN PROBLEMA ANNOSO
Tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento un problema molto dibattuto è stato
quello relativo al metodo progressivo (continuità tra i vari livelli di scuola, non si
riprende mai ciò che è già stato fatto) e il metodo ciclico (ogni corso di studi riprede
da capo e tratta tutti gli argomenti, via via più complessi).
Oltre alla geografia è stata coinvolta la storia, che tratta l’Età antica nella primariae
dal Medioevo a oggi nella secondaria di primo grado.