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o STRUTTURAZIONE: consiste nel dare una funzione a una porzione di spazio ed è frutto di

un accordo collettivo (con una parte importante giocata, spesso, dall’autorità). Modifica
fortemente il territorio

II. GEOGRAFIA CULTURALE: origine del concetto ed


evoluzioni
• Il pensiero geografico ha subito una svolta sostanziale a partire dagli anni ’70 del secolo scorso.

• Nella seconda metà dell’Ottocento il pensiero geografico muoveva essenzialmente secondo un


principio di CAUSALITÀ LINEARE: DATO A > B, corrispondente a correnti di pensiero
deterministiche afferenti al naturalismo

• A metà del Novecento, tuttavia si è imposto progressivamente un modello sistemico di pensiero,


dove le interazioni sono multiple e cause ed effetti possono essere contemporanei o agire anche
secondo principi di retroazione

• Fino agli anni ’70, tuttavia, l’idea prevalente era quella di una geografia che guardava realtà
fattuali, ossia che considerava i dati, ma non le percezioni e le costruzioni culturali. Il territorio,
però, è il luogo in cui l’uomo agisce seguendo le proprie aspirazioni e aspettative, è il terreno delle
percezioni, delle conoscenze ereditate, del pensiero e di tutto ciò che connette il presente al
futuro. La cultura è fatta di pratiche, tecniche, conoscenze ereditate e progetti =
APPROCCIO CULTURALE (anni ’90)

• La geografia culturale nasce in area tedesca. Di ‘geografia culturale’ parla Friedrich


RATZEL (1880), le cui teorie sono influenzate dal darwinismo. Ratzel

o ritiene che le popolazioni sono condizionate dall’ambiente che le circonda


(causalità deterministica)

o attribuisce forte peso ai fatti di cultura: si interessa alle tecniche di sfruttamento delle
risorse e di semplificazione degli spostamenti

o la sua attenzione è spostata quasi esclusivamente sugli aspetti materiali (artefatti


utilizzati dall’uomo nel suo rapporto con lo spazio)

• Per i contemporanei di Ratzel però, interessati alla sola descrizione della superficie terrestre, i
rapporti fra uomo e spazio non costituivano un oggetto di ricerca unico, erano pertanto percepiti
come appannaggio di diverse discipline. I geografi tedeschi cercano pertanto una definizione
unica.

• OTTO SCHLÜTER (primi del Novecento) parla di ‘geografia umana’. Per Schlüter:

o bisogna studiare la relazione fra fattori naturali e fatti antropici


o l’oggetto principale di ricerca è il PAESAGGIO, luogo dell’azione dell’uomo (interazione
uomo-paesaggio)

o il centro della sua ricerca riguarda gli insediamenti umani ( = Kulturlandschaft)

• L’indirizzo geografico, improntato al darwinismo:

o non considera gli atteggiamenti e le credenze

o domina la Geografia tedesca fino agli anni Sessanta del Novecento

• Negli Stati Uniti fino agli anni Trenta del Novecento la geografia si limita
all’osservazione del territorio e alle rappresentazioni cartografiche.

o con CARL O. SAUER, fondatore della, la ‘Scuola di Berkley’ iniziò la storia della geografia
culturale americana

o Sauer studiò le popolazioni indiane dell’America del Sud Ovest

o Sauer concepisce la cultura come insieme degli artefatti e delle tecniche con cui l’uomo
interviene sull’ambiente (si concentra sulla vegetazione, la distruzione dell’ambiente
ecologico e sull’importazione di piante e animali non autoctoni)

o Tuttavia Sauer ricomprende nel concetto di cultura anche i complessi viventi che le
società hanno imparato a mobilitare per rendere l’ambiente meno ostile

o Nella SCUOLA DI BERKLEY è forte l’attenzione sul tema della distruzione dell’ecosistema,
in modo molto avanzato e moderno rispetto al tempo.

• La geografia culturale francese prende le mosse da quella tedesca

o VIDAL DE LA BLACHE anche

§ considera l’influenza dell’ambiente sull’uomo e analizza la cultura dal punto di


vista degli strumenti e degli artefatti che l’uomo impiega per modificare
l’ambiente.

§ Tuttavia questi strumenti, artefatti e tecniche vengono considerati come parte


imprescindibile dei ‘modi di vita’ => l’elaborazione del paesaggio rispecchia
l’organizzazione sociale del lavoro

§ Per Vidal de La Blache la cultura non è solo un insieme di tecniche e strumenti, è


una struttura di comportamenti che vanno descritti e spiegati

o In Francia si moltiplicano i lavori di geografia culturale negli anni trenta, quaranta e


cinquanta del Novecento, ma l’impianto di base non viene mai messo in discussione;

o PIERRE GOUROU spinge oltre il concetto e il ruolo di cultura che ora diviene una
variabile indipendente. È la cultura che spinge l’uomo ad interagire in un determinato
modo con l’ambiente e a strutturare forme organizzative => determinismo della cultura

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