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storia dell'architettura, prima parte,

professor F. Repishti
Storia Dell'architettura
Politecnico di Milano (POLIMI)
101 pag.

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Storia dell’architettura
1 ottobre 2020

Lezioni introduttive
Letture facoltative:

- Bloch, Apologia della storia


- Bruschi, introduzione alla storia dell’architettura

Dagli anni 40 è nata la nuova concezione di storia, che prende in considerazione tutti gli aspetti umani. Tutti i fenomeni
complessivamente partecipano alla creazione della storia.
La storia, che è una delle scienze umane, si prefigge il compito di dividere la storia dell’umanità in diversi periodi, di
periodizzare per organizzare il sapere. La storia tende alla verità ma non lo potrà mai essere, perché scritta da persone e
influenzata dalla loro cultura. Non potrà quindi essere totalmente oggettiva.
Lo storico costruisce per comodità dei periodi. Gli antichi periodizzavano attraverso i regni, i cristiani con il a.C., d.C., …
ognuno ha il proprio modo di periodizzare, frutto della cultura.
Vasari (umanista) si considerava una persona moderna e fu il primo a introdurre il concetto di modernità. Gli illuministi
dividono la storia a seconda o meno dell’indipendenza dalla chiesa.
Una cesura tra medioevo ed età moderna è il protestantesimo 1517-1527 quando il papato non fu più un riferimento.
Winckelmann, studioso dell’arte, riteneva che la storia avesse un andamento ciclico, con alti e bassi. Egli individua i punti
alti e bassi: inizio, età classica e romana, Medioevo, Rinascimento, Barocco, Neoclassicismo. Ogni architettura è frutto
della mentalità e della cultura di un luogo.
Il marxismo identificava invece tre epoche: schiavismo, feudalesimo, industrializzazione.

Quindi, rispetto la periodizzazione dobbiamo tenere conto:


- Di uno specifico quadro di riferimento storico, politico, sociale ed economico
- Che non tutte le attività dell’uomo hanno la stessa periodizzazione
- Che un periodo risponde alle vicende di un popolo e a un determinato contesto geografico
- Ogni periodo ha al suo interno una sua ulteriore periodizzazione.

Esiste una definizione di architettura?


- Modellare la materia
- Arte di costruire
- Necessità dell’abitare
- Avvolgere il vuoto
- Espressione dell’abitare rispondente alle differenze dei modi dell’essere
- La reazione di uno spazio
- Un’opera d’arte
- La sintesi delle arti
- Un soddisfacimento di bisogni
- Un montaggio di archetipi, repertori, modelli, capolavori

Architettura è espressione di una cultura (Kunstwollen)

I fatti architettonici (tra cui anche le tecniche costruttive) sono da mettere in relazione ad uno spazio e ad un tempo e
possono essere definiti come un prodotto del pensiero e della cultura L’opera architettonica non è dunque un sistema

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chiuso, indipendente, ma il prodotto di un rapporto intrecciato con una situazione politica, la geografia, l’ambiente
naturali, le esigenze pratiche, lo sviluppo delle tecniche di una comunità locale…
La cultura in quel momento esprime quel modo di fare arte in quel momento.

Architettura è influenzata da un luogo?


Genius loci (genio del luogo). Questa espressione diventa famoso quando negli anni 70 uno storico dell’arte scrive un
libro con questo titolo. Egli sostiene che le architetture risentono del luogo in cui si trovano, come se ci fosse lo spirito
del luogo. l’uomo sceglie dove costruire anche in base alle risorse che l’ambiente offre.
“Nel tempo moderno, genius loci è divenuta un'espressione adottata in architettura determinata da un approccio
fenomenologico allo studio del paesaggio (interazione tra luogo fisico e nozione culturale).
Con la locuzione di genius loci si intende individuare
- Lo “spirito” di un luogo che ha il potere di influenzare alcune scelte
- L'insieme delle caratteristiche socio-culturali, architettoniche, di linguaggio, di abitudini che caratterizzano un luogo, un
paesaggio, una città.
Esiste un rapporto fondamentale che si instaura tra l’architettura e il luogo della sua produzione perché nel passato la
sopravvivenza dipendeva da un buon rapporto con questo luogo
Al “luogo” o “sito” si doveva adeguare: la pianta dell’edificio, la disposizione dei diversi ambienti rispetto le visuali, la
scelta dei materiali, la scelta delle tecniche costruttive.”

9 ottobre 2020

Le dimensioni dell’architettura
Noi sappiamo che l’architettura ha tre dimensioni. Zevi pone in rilievo il problema della dimensione dell’architettura,
rilevando 4 dimensioni, compreso il tempo, che è il cambiamento die punti di vista.
Le colonne di Santa Sabina guidano lo sguardo fino al punto importante, l’altare.
La storia dell’architettura Può essere studiata come la storia delle concezioni spaziali
• «Chi si vuole iniziare allo studio dell’architettura deve anzitutto comprendere che una pianta può essere astrattamente
bella sulla carta, quattro facciate possono apparire ben studiate per equilibrio dei pieni e dei vuoti, di aggetti e di
rientranze, il volume complessivo può anche essere proporzionato, eppure l’edificio può risultare povera architettura.
• Lo spazio interno, quello spazio che non può essere rappresentato compiutamente in nessuna forma, che non può
essere appreso e vissuto se non per esperienza diretta, è il protagonista del fatto architettonico.
• Impossessarsi dello spazio, saperlo “vedere”, costituisce la chiave d’ingresso alla comprensione degli edifici».

L’architettura ha una temporalità?


L’architettura porta con se una concezione di tempo che possiamo declinare in vari modi. Alcune sono percepite come
architetture effimere (con materiali deperibili nel tempo) altre come temporanee, permanenti. Possiamo parare di
tempo perché alcune architetture sono sospese nel tempo, perché estremamente significative per dei territori e che
quindi diventano archetipi, travalicano i secoli.
Abbiamo poi anche architettura riutilizzata, quando c’è un reimpiego di materiale costruttivo, estetico e ideologico.
Effimero: arco dei giardini pubblici.
La sala delle cariatidi conserva in sé le tracce del bombardamento di Milano e nel restauro si è voluto lasciare questa
memoria.
Cretto a Gibellina fa memoria del tessuto ghiario.
Il duomo di Siracusa fa memoria del tempio della magna Grecia.
Appropriazione di materiali di memoria sono i cavalli, che facevano parte dell’ippodromo di Costantino, poi trasportati a
Parigi e poi restituiti a Venezia.

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Un concetto della temporalità è quello della lunga durata. Ci sono infatti dei modelli che superano i secoli.
Esistono delle forme architettoniche o delle tecniche architettoniche che oltrepassano i periodi e i diversi linguaggi.
Queste forme sono dovute o a modelli architettonici “forti” oppure a consuetudini locali, anche legate alle tecniche
costruttive, oppure a valori eletti ad identità locali
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L’architettura e luce
La luce nell’architettura svolge una funzione importante:
- Rivela lo spazio (modella lo spazio) quindi cambia la percezione dello spazio
- Assume un valore
- simbolico,
- rituale, religioso,
- estetico
- metafisico)
La luce nell’architettura svolge una funzione importante: - Rivela lo spazio (modella lo spazio) quindi cambia la
percezione dello spazio - Assume un valore - simbolico, - rituale, religioso, - estetico - metafisico)Il ruolo dei mosaici
nell’architettura bizantina è fondamentale. Le finestre permettono alla luce di filtrare e riflettersi sui mosaici e
disperdersi nell’ambiente.
Le finestrature permettono la
realizzazione di vetrate, elementi narrativi
tratti dalle antiche scritture.
La luce determina anche l’orientazione
degli edifici. Le chiese normalmente
vengono ruotate ad est, connesso all’idea
della nascita del sole; a est c’è anche
Gerusalemme celeste.
Negli anni 20 si studia dal pdv scientifico
l’asse eliotermico. In questo periodo
vengono costruiti i quartieri operai,
creando un movimento per creare degli
appartamenti minimi, composti poi in
strutture più grandi: sono degli edifici a
stecca composti da vari appartamenti su
tre piani. Per far si che anche dal pdv
energetico queste abitazioni fossero
convenienti, era conveniente esporre a
nord il minor numero di pareti possibili.

L’architettura è un linguaggio?
È una sorta di metafora, come noi esprimiamo concetti con la parola, così è funzionale l’architettura.
Il significato può essere di vari tipi: etico, politico,…
Possiamo parlare anche della sintassi dell’architettura.
Brunelleschi per primo scopre la corretta sintassi dell’architettura.
- “L’architettura si manifesta attraverso un codice o un sistema costituito da elementi tra loro regolati con regole
grammaticali, che potremmo chiamare linguaggio, dunque con una sintassi
- Se l’architettura è un linguaggio essa si potrebbe studiare come sistema di segni

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- Segno = Significato (contenuto) + significante (mezzo)
- Il Significato può essere: Etico, Politico (Potenza e forza, precarietà), Religioso (Sottomissione o Trionfo),
Culturale, Economico (ricchezza o povertà), Simbolico (rimandare ad un’altra realtà), Ideologico.
L’Architettura è una rappresentazione di un significato
Può avvenire in diversi modi. Per esempio l’opera architettonica può esprimere la sua destinazione d’uso:
a) architettura parlante (forma; ontologica)
b) Il significato può essere rappresentato da una decorazione

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L’architettura è espressione di un architetto?


Non è mai un’opera di un singolo, in questo differisce dalle opere d’arte
• Architetti
• Maestranze
• Committenti
No, è frutto di molti compromessi dati da tre componenti: architetti, committente e maestranze. La materialità
dell’edificio è condizionata da molti aspetti: materiali, scelte, costi.
Spesso queste architetture portano la memori delle maestranze che ci hanno lavorato. È probabile che diverse
maestranze provenissero dall’oriente.
Spesso le maestranze sono veicoli di sapere, tipo capomastri.
L’architetto non era depositario del comportamento dei materiali, non era esperto del cantiere, a differenza del
capomastro. L’architetto pensa, il capomastro fa.

L’architettura come montaggio di modelli


Dei modelli forti che vengono replicati in ambiti diversi.
Analizziamo Londra, cattedrale di s. paolo, avana, Parlamento e il Campidoglio a washington: tutte ispirate a un modello
antico (tempietto di bramante).
Gli architetti compongono edifici prendendo parti diverse di altri edifici (cattedrale di Santa Maria della salute ). Anche le
sue volute richiamano il progetto di Antonio da Sangallo, progetto per Roma.

Marco Vitruvio Pollione, De architectura


• Dedicato a Cesare Ottaviano Augusto (27 a.C. – 15 d.C), suddiviso in Dieci Libri
•La “Fortuna” di Vitruvio è costituita dal fatto che è l’unico trattato dell’antichità
•Formazione dell’architetto è il modello greco: tutte le arti liberali
•Prima edizione stampata 1486
•Prima edizione illustrata 1511
•Prima edizione tradotta e commentata 1521

Introduciamo ora la triade vitruviana (1 sec d.C.). Le sei categorie a fondamento dell’architettura sono ordinatio, legata
alla grandezza dei singoli elementi, dispositio, distributio, tutti e tre legati all’agire, affinché gli elementi siano ben
inseriti, abbaino la giusta forma; poi c’è la symmetria, decor e eurhythmia.
Dice poi che l’architettura deve soddisfare l’ultilitas, la venustas e firmitas.

1.utilitas
L’architettura ha sempre un fine. L’architettura soddisfa un bisogno e trova la sua giustificazione nello scopo per la quale
è stata realizzata.

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È la funzione di un edificio, che dovrebbe aver sempre uno scopo. Racconta che l’uomo ha iniziato a costruire per
ripararsi dalle intemperie.
“Gottfried Semper (1803-1879)
La nascita dell’architettura dipende da funzioni sociali fondamentali comuni alla vita di tutti i popoli. Ha un approccio
antropologico all’architettura e ritiene che l’architettura sia originata da quattro elementi (I quattro elementi, 1851)
1)la produzione calore e cibi caldi e quindi l'elemento del focolare
2)di difesa dall'esterno e quindi l'elemento della recinzione
3)dalle intemperie e quindi il tetto
4)basamento
Le diverse funzioni alle quali è destinata la costruzione di un edificio generano le tipologie architettoniche (astratti
schemi di riferimento funzionali, concettuali che riassumono alcune caratteristiche capaci di soddisfare le necessità).
Caratteristiche anche formali ed espressive.
Ogni età genera nuove tipologie che rispondono ai nuovi bisogni.
Tipologia:
• Suddivisione delle architetture che si basa su elementi comuni e ricorrenti riscontrabili in opere diverse; tentativo di
ridurre la molteplicità delle soluzioni formali e distributive a una serie di schemi
• Non l'immagine d'una cosa da copiarsi o da imitarsi perfettamente (modello), quanto una serie di caratteri legati alla
funzione che possono servire di regola
• Si tratta di una idea astratta, indifferente alla storia, ma non immutabile
Semper è un architetto tedesco dell’800 e dice che per lui l’architettura nasce per funzioni sociali comuni a tutti i popoli.
Il primo atto che l’uomo fa è quello di accedere il fuoco e cucinare carne. Per delimitare il territorio fa un recinto e poi in
seguito fa il tetto. Poi eleva la struttura con un basamento. E parliamo di utilitas identifichiamo diverse tipologie a
seconda della risposta al bisogno. Le tipologie degli edifici sono concetti che ci aiutano ad entrare nella forma e nella
struttura dell’edificio.
L’anfiteatro può far parte della tipologia degli edifici dedicati allo spettacolo: teatro, anfiteatro e circo.

(Circense: ordine monastico che segue s. benedetto. Chiese povere e semplici)

Anche un palazzo ha una tipologia, per esempio: palazzo veneziano del 500: esso ha per forza delle caratteristiche
proprie.
Palladio si inventa un tipologia e le ville palladiane sono ora di per sé una tipologia perché rispondono tutte alle richieste
della nobiltà e dell’aristocrazia. Ha bisogna di dignità che richiami il loro valore.
Anche il grattacielo è una tipologia

2. firmitas
È la solidità dell’edificio e presuppone lo studio dei materiali, delle forme di sollecitazione, dei sistemi di adesione fra
materiali.
La firmitas presuppone la conoscenza
- dei materiali:
- legno,
- calcestruzzo
- acciaio
- pietra
- calcestruzzo armato
- vetro
- dei sistemi di adesione fra materiali:
- per appoggio

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- per aggancio
- per mutuo contrasto
- per effetto di leganti
- per incatenamento
- per sospensione
- delle forme di sollecitazione:
- trazione, compressione, taglio e torsione
- carichi statici o dinamici
- la distribuzione dei carichi
- sistema trilitico, sistema spingente, sistema traente
- il comportamento dei materiali da costruzione sotto sforzo
Spesso il cantiere era in prossimità della costruzione.
I materiali possono esser naturali o artificiali. La terra cruda era il più utilizzato, di terra, paglia e acqua. In Iran e Africa è
molto popolare.

Pietra
La pietra è il materiale che più si è diffuso nel corso della storia per la sua capacità di resistere a schiacciamento.

architettura Egizia (piramidi) 3000 a.C.


architettura persiana IX-323 a.C.
architettura greca VIII-31 a.C.
architettura romana 509 a.C – V
architettura romanica X-XII sec.
architettura gotica XII-XV sec.
architettura rinascimentale XV-XVI sec.
barocco e neoclassicismo XVII-XIX sec

L’età augustea predilige il marmo di Luni (attuale carrara) soppiantato poi dal marmo del proconnesio. La pietra viene
classificata per composizione, genesi, provenienza e colorazione: magmatiche, le più resistenti (soprattutto le intrusive),
rocce sedimentare e metamorfiche (hanno subito modificazioni).
1. ROCCE MAGMATICHE
Rocce formatesi in seguito alla cristallizzazione di un magma (graniti, porfidi)
a) Intrusive
b) Effusive
2. ROCCE SEDIMENTARIE
Rocce costitutite da materiali – sedimenti – provenienti dalla disgregazione, attraverso processi di varia natura, di
rocce preesistenti
a) rocce detritiche: conglomerati, arenarie, argille, tufi;
b) rocce di sedimentazione chimica e biochimica: calcari, dolomie
3. ROCCE METAMORFICHE
Rocce che hanno subito modificazioni nella composizione mineralogica o nella struttura e nella tessitura in seguito a
mutamenti di temperatura e pressione (scisti, quarziti, marmi, gneiss)
Per la pietra si parla di cave, o a cielo aperto (La cava si estende e si approfondisce, asportando tutto il materiale e
sconvolgendo la morfologia del territorio interessato) o in galleria (Il materiale da asportare è in quantità talmente
elevata da non rendere conveniente la coltivazione a cielo aperto; è più difficoltosa in quanto comporta il sostegno del
“tetto” della galleria).

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L’estrazione con il metodo delle cugnere: cioè venivano fatti una serie di fori larghi e profondi nei quali venivano inseriti
dei cunei di legno, di betulla o rovere, che venivano bagnati con acqua. La polvere pirica fu usata a partire dal XVI secolo,
ma comportava uno scarto pari a più del 70%.
Lo sbozzo invece si attuava con una tecnica simile per cui venivano fatti una serie di fori allineati con ferria punta
piramidale; con ferri a testa molto appuntita, i fori venivano resi più profondi e venivano rifiniti; infine con ferri di forma
tozza e robusta, venivano inseriti nei fori e battuti con la mazza fino alla rottura del materiale.
Modalità di estrazione e lavorazione:
Lizzatura:
• Utilizzo delle menore, canali da cui venivano fatti precipitare i blocchi avvolti in stracci o fascine.
• Utilizzo delle vie di lizza, in questo caso i blocchi di pietra venivano collocati su una sorta di grossa slitta in legno, la
strusa, e fissati con funi di canapa che venivano a loro volta arrotolate ai tronchi degli alberi lungo il percorso per
trattenere e frenare il carico durante la discesa.

Il trasporto era la difficoltà maggiore. Venivano costruiti scivoli di legno per trasportare i massi.
La pietra resiste bene alla compressione.

Legno
Un altro materiale che resiste bene sia alla trazione che alla compressione è il legno.
▪ Origine dell’Architettura-XXI sec.
▪ costruzioni a traliccio I a.c.–XIX sec.insulae/nord europa
▪ Capriata basiliche paleocristiane IV sec.
▪ edifici in legno alpi/nord-est Europa XV-XVIII sec.
▪ baloon framing nord America XIX-XXI sec.
▪ Blockbau XV-XXI sec.
▪ legno lamellare XX-XXI sec.
Centine: strutture di legno come dime.
Opus craticium: tipico dell’architettura romana in cui il legno fa da ossatura, riempita poi da terra cruda o pietre.
“La capriata è una struttura architettonica, tradizionalmente realizzata in legno, formata da una travatura posta in
verticale ed usata come elemento base di una copertura a falde inclinate. Vantaggi La capriata ha il vantaggio di
annullare le spinte orizzontali grazie alla sua struttura
triangolare nella quale l'elemento orizzontale (catena) elide le
spinte di quelli inclinati (puntoni): rientra quindi tipicamente tra
le strutture non spingenti. Puntoni: sono le travi inclinate che
determinano la pendenza del tetto. Catena: è l'elemento
orizzontale che costituisce la base del triangolo e che supporta
sforzi di trazione che altrimenti andrebbero a gravare, sotto
forma di forza orizzontale sul punto di appoggio dei puntoni.
Monaco: (o ometto o colonnello): è l'elemento verticale. Saette:
sono gli elementi con inclinazione opposta a quella dei puntoni
che limitano l'inflessione dei puntoni stessi, scaricando sul
monaco la forza di compressione a cui sono sottoposte.”
La capriata è un sistema quadrangolare costituito da catena, staffa, monaco, puntone e saetta o contraffisso. Questo
sistema in legno fa in modo che le spinte e i carichi accidentali spingano in verticale e non lateralmente.
A San Zeno di Verona c’è un sistema a catena. Nell’area nord americana a partire dall’800 si diffonde la tecnica del ballon
framing, in cui i paletti di legno costituiscono l’ossatura dell’edificio.

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Argilla cotta (mattoni, coppi…)
Dal II sec a.C.-XX sec.
Il laterizio o argilla cotta si diffonde dal II sec a.C. con etruschi e romani. L’argilla veniva cotta. Le misure sono
preformate. La basilica di sant’Ambrogio a Milano ha questa tecnica costruttiva.

Ferro, ghisa, acciaio


Il ferro la ghisa e l’acciaio hanno un’elevata resistenza alla trazione.
ponti in Inghilterra XVIII sec.
ghisa e acciaio XIX sec.
funi metalliche XIX sec.
Non più nascosto ma reso visibile poiché questo metallo col tempo acquisterà una dignità. Il Cristal Palace, Londra, 1851
segna l’inizio dell’età moderna e mostra la struttura in ferro. Questo materiale permette l’ingresso della luce.

Calcestruzzo armato
Il calcestruzzo armato è dopo il 1860. Si diffonde perché l’Europa è molto ricca di calcare che crea cemento che diventa il
materiale legante che con ??? diventa calcestruzzo.
– Calcestruzzo armato
– Calcestruzzo armato precompresso
– Ferro cemento: materiale composito, usato nell'edilizia e nella scultura, composto da malta cementizia di alta qualità
che ricopre un'armatura costituita da poche barre e numerosi strati di maglia d'acciaio.
C’è una grande scuola di ingegneri del cemento in Italia.

La firmitas presuppone la conoscenza di come i materiali stanno insieme: posso unirli a secco, senza legante, usare
sistemi di giuntura sempre a secco (es. grappe di legno), per aggancio, per mutuo contrasto, per incatenamento o per
sospensione; se non è a secco, lo lego con un legante: la calce. Parte dai fenici fino ai romani.; i greci non usano leganti.
La calce mischiata con altri elementi diventa plastico. Un altro legante è il cocciopesto, spesso usato per ricoprire le
superfici e ottenuto dal miscuglio tra la calce e i detriti di mattoni.
Calce: il termine calce indica una serie di materiali da costruzione, noti dai Fenici e usati dai Romani, ottenuti per cottura
a temperatura elevata di calcare, marmo, conchiglie o altri materiali contenenti carbonato di calcio. Il materiale
ottenuto, la calce viva, era poi "spenta" gettandola in vasche piene d’acqua. Inizialmente adoperata nella forma di "calce
aerea" (che indurisce solo se a contatto con aria) venne successivamente mischiata con pezzi di argilla cotta (vasellame,
mattoni ecc.) oppure a pozzolana, una sabbia ricca di silice, che ne alterano le caratteristiche di resistenza ed
impermeabilità. ma soprattutto ne consentono la presa anche in ambienti non a contatto con aria (tipicamente
sott'acqua). Nascevano così le "malte idrauliche", sebbene a base di calce aerea.

Nella storia dell’architettura, architetti e capimastri non avevano conoscenze scientifiche né sul comportamento dei
materiali. Era solo conoscenza di tipo empirico. La conoscenza veniva tramandata di generazione in generazione.
Il sistema costruttivo per eccellenza è quello trilitico: piano d’appoggio, due
montanti su cui appoggio l’architrave. C’è il rischio che l’architrave cada o faccia
cadere i montanti. “Nel sistema trilitico si ha una trasmissione dei pesi in modo
abbastanza semplice: il peso dell’elemento orizzontale si divide in due carichi
equivalenti che si scaricano sui due piedritti. I piedritti, per effetto di questi pesi
sovrastanti vengono ad essere sollecitati a compressione: ossia, il carico che li
sovrasta determina sui piedritti un fenomeno di schiacciamento, fenomeno che

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viene contrastato dalla capacità di resistenza del materiale che costituisce le strutture. Trattandosi di pietre tale
resistenza è assicurata dalla qualità del materiale.
L’elemento orizzontale, rispetto a quello verticale, viene sollecitato da una diversa sollecitazione, che prende il nome di
flessione: ossia, dato che l’elemento è appoggiato solo agli estremi, al centro tende ad inflettersi verso il basso. Per
effetto di ciò, all’interno avremo che le fibre superiori tendono a schiacciarsi – sono quindi soggette a compressione –
mentre le fibre inferiori tendono a dilatarsi – sono cioè soggette a trazione.”
Nell’architettura troviamo anche il sistema a piattabanda. C’è un sistema a trapezio che appoggia direttamente su un
capitello con un concio trapezoidale con disegno opposto che si inserisce: in questo caso non ho più il lungo architrave
ma formato da pezzi più piccoli (più facilità di lavoro e meno peso da
trasportare).

La grande novità dal pdv delle tecniche costruttive, dopo il trilitico tipico del mondo greco è quello del mondo romano,
l’arco. L’arco è la grande novità. Mettendo l’uno affianco all’altro gli archi ottengo una volta a botte. Devo quindi
costruire un edificio che resista a spinte che non solo più verticali o orizzontali, ma che hanno una risultante sulla
diagonale.
Il vantaggio dell’arco a sesto acuto è che necessita di meno materiale per contrastare la spinta.

È importante vedere se l’edificio rivela la sua struttura o meno. Si usa il termine tettonico quando la struttura è visibile;
a-tettonico quando non è visibile.
«Tettonica» è un Termine utilizzato
a) Per designare lo scheletro strutturale
b) In opposizione: a-tettonica: quando la logica
strutturale di un edificio non è espressa
c) Quando la struttura è rappresentata
A volte la struttura può essere rappresentata, quindi disegnata per finta (es. palazzo Rucellai in cui i conci di pietra non
corrispondono a quello reale. Sono inoltre disegnati gli ordini architettonici: i pilastri dunque non ci sono veramente. È
solo un fatto estetico, che richiama l’antico).
L’opera di Borromini, Cappella dei Re Magi in Palazzo Propaganda Fide rivela il principio costruttivo attraverso le
costolonature che sono enfatizzate. Per questo Borromini sarà criticato da Bernini.

3.venustas
Devo connotare con qualche elemento il mio edificio, con qualche carattere, rendendolo piacevole e caratterizzati da
pdv formale.
Caratterizzazione formale di un edificio
- Quando si è risposto alla utilitas e alla firmitas nasce un’altra esigenza, quella di caratterizzare l’edificio
- Bellezza, armonia delle forme, corretta proporzione delle parti

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- Concetto variabile nel tempo
- Concetto variabile con il contesto culturale in cui l’opera è prodotta
Cesariano ritiene che l’origine della venustas fosse tessile, ai tempi delle capanne di legno, per coprire le pareti della
capanna, fino ad arrivare al Partenone ad Atene. Questo concetto muta nel tempo e questa caratterizzazione cambia nel
tempo per una mentalità che cambia da popolo a popolo e da periodo a periodo.
La venustas va collocata temporalmente.

Architettura come rappresentazione di un significato


Potremmo anche affermare che la «venustas» di Vitruvio non sia altro che uno strumento comunicativo, un
travestimento, una sorta di maschera.
I significati a volte sono nascosti e bisogna capire cosa l’architetto volesse comunicare. Attraverso l’architettura esprimo
concetti, valori, significati,… Al di la dell’elemento strutturale, anche la venustas caratterizza un edificio.
Come rivestimento espressivo per coprire la superficie di un edificio per ragioni:
a) funzionali
b) Simboliche
c) Decorative
Ci sono quindi decorazioni che possono avere:
a) una forma artistica (rappresentativa)
b) una forma intrinseca (ontologica).

San Miniato: protorinascimentale. A Firenze, più che altrove, era presente una continuità con l’architettura del passato.
Anche nel Colosseo l’ordine architettonico ha valore decorativo, non strutturale.
Quindi gran parte dell’architettura prodotta può essere interpretata come una maschera:
- O per stabilire un legame positivo con il luogo
- O per accentuare un carattere (spettacolarizzazione)
- O per trasformare l’identità

Perché nella colonna ci sono scanalature? Perché danno un effetto di chiaroscuro, luce-ombra. Esse inoltre slanciano la
figura. Le linee verticali mi permettono inoltre di annullare le linee orizzontali date dalla composizione dei diversi rocchi,
le commissure. Infine, queste linee danno anche un’idea di forza, linee che danno idea della tensione che si scarica
atterra. Allo stesso modo, perché l’elemento della base viene definito toro? Dà l’idea che quest’ultimo pezzo sia
schiacciato dal peso superiore, sta “raccontando”.
Tutta l’architettura, dunque, può essere spiegata come un travestimento che ci comunica delle cose, interpretata come
una maschera per stabilire un legame positivo con il luogo, per accentuare il carattere o per cambiarsi l’identità.
Questo comportamento è lo stesso che gli animali assumono.
Utilizzare la maschera di un luogo=riprendere e richiamare anche il legame simbolico del luogo.
La maschera spesso viene utilizzata per estremizzare un concetto: la struttura non serve in termini di firmitas ma di
venustas. SPETTACOLARIZZAZIONE, richiamare attenzione.
Nel corso del periodo che studieremo, la maschera che più verrà utilizzata è quella dell’antico, intendiamo l’antico
romano; il mondo greco viene perso quasi subito.
Gli edifici simbolo con cui gli architetti si sono confrontati sono principalmente: il Pantheon, il Colosseo, l’arco di trionfo.
Le architetture vengono camuffate con maschere che si apparentano a queste tipologie.
Architettura carolingia, a Lorsch. La porta d’ingresso i rifà all’arco di trionfo. Usare la maschera dell’antico per
trasmettere i valori fondativi dell’impero romano cercando un legame con la chiesa.
Anche Perugino nella “cappella sistina” in Vaticano per contestualizzare, riproduce due archi di trionfo. Anche l’edificio
centrale a pianta centrale ottagonale cupolato è simbolico.
Il museo di Berlino di Schinkel richiama una stoà, portico tipico della piazza dei greci. Usa l’antico come maschera.

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Anche la postmoderna torre Sony a NY richiama la tripartizione dell’ordine architettonico.

Venustas e proporzione
Alberti: “Possiamo stabilire che la bellezza è una sorta di consenso e unione di più parti appartenenti a un insieme
tendente a un preciso numero, finizione e collocazione, così come la concinnitas (legge assoluta e principale della
Natura) richiede.”
I rapporti proporzionali identificati sono legati ai numeri 1, 2, 3, 4; che associati formano questi cinque rapporti
proporzionali: 3:2 o sesquilatera, 4:3 o sesquiterza, 2:1 o doppio, 3:1 o triplo, 4:1 o quadruplo, più la proporzione 9:8 o
sesquiottavo.
I sistemi proporzionali sono fondamentali per stabilire i principi estetici, come la sezione aurea. Così come la serie di
Fibonacci.
Possiamo dire che c’è un’evoluzione della venustas? Sì, c’è un miglioramento strutturale, funzionale, tecnologico. Non
possiamo dire la stessa cosa dal pdv estetico. Le tecniche costruttive sono meglio. L’architettura è espressione di un
momento particolare e quindi aria nel tempo. I nostri parametri estetici sono diversi da come lo sono stati nel passato.

Nello stesso luogo e periodo spesso possono coesistere stili diversi. Ad esempio, Bernini e Borromini hanno un idea di
venustas diverso, una più classicista e l’altra anticlassica rispettivamente. Bernini utilizza in maniera rigorosa gli ordini
architettonici, mentre Borromini li deforma esprimendo dinamicità e movimento.
Questo modo di fare architettura all’interno dello stesso periodo c’è sempre stato.
Il classicismo è antirivoluzionario per eccellenza.

15 ottobre

Ordine architettonico
L’ordine architettonico è stato definito come “un sistema di elementi morfologicamente determinati legati da reciproci
rapporti sintattici a formare un’unita organica”. (Bruschi) Egli paragona l’ordine architettonico ad un linguaggio verbale,
che utilizziamo per comunicare.
Quindi abbiamo:
1.Degli Elementi
2.Un sistema di elementi
3.Degli elementi morfologicamente determinati
4.Dei rapporti tra singoli elementi e unità più complesse
5.Rapporti sintattici (quindi regole, un linguaggio e anche di eccezioni alla regola)
6.Un’unità organica costituita da elementi
Gli architetti preferiscono utilizzare il termine “ordine” oppure “linguaggio” e MAI “stile”.
Gli Ordini architettonici (dorico, ionico e corinzio ??) potrebbero anche essere definiti come:
- la rappresentazione del sistema trilitico, nella sua originaria struttura lignea. (Questo punto riprende il trattato
vitruviano. Vitruvio dice che i tre ordini sono ciò che rimane del sistema trilitico)
- la rappresentazione simbolica dell’atto di sostenere tradotta formalmente.
L’ordine architettonico compare pressoché contemporaneamente nelle forme dorica e ionica (VII sec). Con l’avvento di
Roma, l’Ordine assume una duplice funzione:
- strutturale,
- plastico-decorativa.
I triglifi su strutture di pietra non hanno ragione di esistere ma probabilmente sono una memoria di quando la struttura
era lignea.

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Vitruvio dice che l’origine del tronco della colonna è stata ripresa dagli uomini che nel bosco hanno visto gli alberi
intrecciarsi. Egli dice che l’ordine architettonico compare pressoché contemporaneamente nelle forme dorica e ionica
nel VII sec a.C. Nell’architettura greca l’ordine architettonico ha sempre un valore strutturale, per sostegno.
Nel passaggio all’architettura romana, l’ordine architettonico inizia ad avere funzione anche plastico-decorativa e non
solo strutturale.
Gli ordini nell’Antico non sono univoci. Essi sono 5: i tre dell’architettura greca (ionico, corinzio e dorico) e altri due, il
tuscanico e il composito. È con Serlio che si parla per la prima volta dei 5 ordini.
Solo con i trattatisti del XVI secolo si riconosce e si codifica definitivamente la morfologia dei 5 ordini, superando tutte le
ambiguità che aveva generato il testo vitruviano, notoriamente privo di illustrazioni nelle copie a noi giunte.
Il risultato non è un archetipo ritrovato nelle rovine, quanto un’invenzione, un linguaggio architettonico universale con
delle regole che lo rendono riproducibile in ogni luogo.

Sebastiano Serlio (Bologna 1475 –Lione 1552)


Nel IV libro pubblicato nel 1537 (illustrato) egli scrive che
- il tuscanico sarà adottato per la costruzione di fortezze;
- il dorico per chiese riferite alle vicende di Cristo e dei santi “animosi” (Pietro, Paolo, Giorgio), per le abitazioni
private di eroi della guerra e di potenti;
- l’ordine ionico per edifici dedicati a sante “di vita matronale” e per le abitazioni di letterati;
- l’ordine corinzio per edifici votati alla Vergine o per i conventi;
- l’ordine composito soprattutto negli archi di trionfo e nei piani alti dei palazzi in cui si ha la sovrapposizione di
più ordini
Con il tempo si inizia a pensare che a diverse altezze corrisponde un ordine diverso.
Dopo Serlio si passa al trattato di Vignola, che ebbe più successo, pur non essendo stato il primo a parlare dei 5 ordini.
La Regola delli cinque ordini d’architettura (1562)di Jacopo Barozzi detto il Vignola (1507-1573)
250 edizioni in 9 lingue
Si rifà al IV libro del Serlio
• Si impone come il più conciso, chiaro, semplice e influente manuale sugli ordini tanto da diventare nei secoli
successivi il vademecum per principi, architetti, disegnatori...
• Non è più un trattato ma una serie di incisioni su rame con figure, dati numerici e spiegazioni concise (i l testo è
solo un corredo)
• Titolo: regola, ordini, cinque
• Maturata all’interno dell’Accademia Vitruviana. Funzione didattica: misura ogni parte dell’ordine.
Il suo testo ha molte immagini
Rispetto a Vignola, Palladio fa un salto avanti: dà degli exempla applicabili. Egli mette vicini l’antico e il moderno.
I Quattro libri dell’architettura (1570)di Andrea Palladio(Padova 1508 –Maser, Treviso 1580)
Nella seconda metà del XVI secolo, Andrea Palladio –già autore delle illustrazioni di un’edizione del 1556 del De
architectura di Vitruvio curata da Daniele Barbaro –pubblica i Quattro libri dell’architettura (1570), in cui viene dato un
forte risalto all’antico come espressione massima della perfezione architettonica e propugnata la progettazione di edifici
basati sulla modularità dell’ordine classico. Volendo testimoniare la pari dignità degli edifici a lui contemporanei rispetto
a quelli dell’antichità, Palladio non esita ad inserire nel suo trattato un abbondante numero di suoi progetti. Nuovo
rapporto testo/illustrazione.

Anche l’uomo vitruviano di Leonardo richiama anch’esso il trattato di Vitruvio, che dice che l’uomo sta perfettamente
all’interno di un cubo e di un cerchio.

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L’ordine architettonico si distingue non dal capitello ma soprattutto dalle proporzioni!! L’elemento estetico non è
determinante.
Ogni elemento dell’Ordine, si fonda su di una ricorrente tripartizione:
– tripartito è lo schema generale dell’ordine (piedistallo, colonna, trabeazione);
– tripartito è il piedistallo (base, dado, cornice);
– tripartita è la colonna (base, fusto, capitello);
– tripartita è la base “attica” (toro, scozia, toro)
– tripartito, in qualche misura, è anche il fusto (spesso rastremato dal terzo inferiore);
– tripartito è il capitello contando anche il collarino (abaco, echino, collarino);
– tripartita è la trabeazione (architrave, fregio, cornice).

Viene presa come unità di misura universale il diametro della colonna all’altezza dell’imoscapo.
CHIEDI ALTEZZA COLONNE

La colonna presenta un rigpnfiamento per corregge un difetto ottico.


Il fusto può essere:
- monolitico o a rocchi
- rastremato verso l’alto
- Presenta una entasi
- Liscio, scanalato o ruden

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Un piedritto è l’elemento verticale, che può essere una colonna, pilastro, semipilastro, lesena o parasta, ordine gigante.

IL FUSTO

Colonna
Ha una sezione circolare.

Pilastro
Sezione non circolare (rettangolare, ottagonale)

Semicolonna
Non è staccata dalla è parete ma è appoggiata ad essa

Semipilastro
Sporge dalla parete ma non è staccato da essa

Parasta
Sporge in maniera minima dalla parete. Si distingue dalla lesena perché quest’ultimo è solamente decorativa. TERMINE
PARASTA DA PREFERIRE.

Ordine gigante
Ingloba più piani. Non per forza tutto l’edificio.

LA BASE
Di solito non poggia direttamente su piedistallo perché solitamente c’è un plinto. Le più comuni sono:

BASE ATTICA

Questa è una base attica (disegna un base attica, tipica domanda del compito).

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Modanature

Il dorico greco non fa parte dei cinque ordini perché viene prima di Vitruvio. Esso non ha la base e il fusto della colona
appoggia senza base.

Il piedistallo è simile in tutti gli ordini: piedistallo, cornice ?????????????


L’ordine toscanico ha la base con singolo toro. Semplici sono anche il capitello e la trabeazione. L’abaco è sempre
l’elemento u cui appoggia la trabeazione. La trabeazione: architrave, fregio e cornice.
Per distinguere il dorio dal toscanico ci sono tre elementi: la base, che nel dorico è attica, con due tori mentre in quella
toscanica ha solo un toro; la trabeazione, l’unica che ha il fregio decorato con i triglifi alternati a metope. Sotto i triglifi
solitamente ho le gocce, che richiamano le gocce di resina quando si utilizzava il legno; il capitello dorico ha anche tre
piccoli anelli.

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Il tempietto del Montorio è di
ordine dorico.
L’ordine ionico invece è
l’unico ordine in cui il
capitello ha due volute tra
l’abaco e l’echino. Le volute
possono anche essere a
45°.

Lo ionico solitamente è associato all’ordine femminile. La trabeazione si distingue perché il fregio è unico, continuo. Ha
una decorazione a dentelli sotto la cornice superiore della trabeazione.

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Se vediamo le foglie d’acanto può essere composito o corinzio. La loro altezza è uguale. Se vediamo delle volute è
sicuramente corinzio.

Pantheon: Base a doppio astragalo.


La trabeazione corinzia è molto decorata: architrave, fregio, e nella cornice troviamo dentelli, modiglioni e cassettoni.
L’ordine composito, invece, deriva dall’unione dello stile ionico e corinzio: le volute con le foglie d’acanto. Anche la
trabeazione composita a è molto decorata. Nella trabeazione composita posso avere un fregio puntinato: non liscio, ma
con un rigonfiamento.

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Storia dell’architettura
La storia dell’architettura deve essere utile per farsi domande sulla realtà. Bisogna domandarsi il perché.
Storia dell’architettura farsi delle domande, chiedersi
- perché quella opera è stata costruita
- perché è stata costruita in quel luogo
- perché con quei materiali-che cosa ha voluto dirci
- come si relazione con quelle precedenti
•Non l’opera fatta, ma come è fatta. Studio del processo
•Smontaggio delle immagini
•Interpretazione
•Eclettismo metodologico
Oggetti diversi necessitano di approcci diversi, così come i diversi periodi.
Leggi capitolo 4 de “gli architetti del Partenone”

1.l’esatta consistenza, le modalità, le fasi e i tempi di progettazione, di attuazione, di trasformazione, ecc. dell’opera;
2.le eventuali preesistenze sul luogo;
3.le motivazioni, il programma e la destinazione dell’opera;
4.i vincoli ed i limiti programmatici: economici, fisici, concettuali, ecc.;
5.i committenti, le loro idee, le «mentalità»;
6.gli architetti, la loro formazione, le loro idee...;
7.le maestranze, il loro tipo di organizzazione nel cantiere, la loro formazione, il loro grado di abilità, i loro rapporti con i
committenti e con gli architetti, il loro contributo all’aspetto, dell’opera, ecc.;
8.i mezzi economici e tecnici impiegati, l’organizzazione del cantiere, ecc.;
9.i rapporti fisici, funzionali, visivi, con la città e il territorio circostante;
10.il significato e le modalità di uso dell’opera nel tempo...

Architettura:
1) autonoma
2) o soggetta a eteronomie
-espressione di un committente
-espressione di un potere dominante / di un periodo storico / di una cultura

Usa come strumenti di ricerca:


- Le fonti di archivio (fonti di prima mano e di seconda mano, che sono quelle che leggiamo dai libri, per esempio.
Il professore che spiega ci conferisce fonti di terza mano)
- La documentazione grafica disponibile
- L’osservazione attenta, ripetuta e sistematica delle architetture
- Il rilievo come strumento di indagine
Fonti di prima mano
Documenti
–Corrispondenza tra committente, progettista, organi preposti al controllo edilizio e urbano...
–Preventivi, capitolati, fatture, perizie, consuntivi...
–Progetti preliminari, esecutivi, di cantiere...
–Modelli lignei
–Schizzi e disegni

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–Incisioni, quadri e in generale rappresentazioni visive
–Letteratura contemporanea (non oggettiva per definizione)
–Medaglistica
–L’edificio stesso con i materiali di cui è composto, le tecniche edilizie utilizzate, le scelte espressive e formali....
Le medaglie di fondazione sono fonti importanti perché testimoniano il progetto che l’architetto aveva in mente.

Quali sono i tre sistemi di rappresentazione (Vitruvio) DOMANDA COMPITO

Fonti di seconda mano


Elaborazioni successive che rappresentano una lettura selettiva e interpretativa, anche quando sono fondamentali per
spiegare un evento.
Fonti pubblicate
Monografie, Catalogo di mostra, Articolo in una rivista, Bollettino parrocchiale, Articolo in un quotidiano, Guida turistica,
Atti di un convegno, Storia di un Comune, Manuali di Storia dell’Architettura
Bibliografia: «Elenco degli scritti apparsi su un argomento»

Perché?
La Storia dell’Architettura è nata :
-Come strumento e in funzione della progettazione di una nuova architettura (studio dei codici linguistici, degli stili)
-Come parte della Storia dell’Arte e solo alla fine dell’Ottocento è diventata disciplina autonoma
Oggi certamente non serve
-per delineare il futuro sul passato,
-per utilizzare la storia come magazzino di forme e linguaggi
Ma, ad esempio, per
•Imparare ad osservare e a leggere criticamente un luogo, una realtà, un progetto
•Capire l’architettura (dall’impianto planivolumetrico ai dettagli)
•Essere più consapevoli del processo storico nel quale si opererà (e quindi del dover agire in conseguenza)
•Infine, per il solo sapere; senza che lo scopo sia l’utilizzazione per la progettazione (differenza dagli altri corsi).

Vedere l’architettura
Vedere e guardare
- Lo sguardo
- L’occhio
- Intenzionalità
- Sapere cosa cercare vedendo una cosa
Le Corbusier scrisse un libro, Vers une architecture, i cui primi capitoli sono intitolati “gli occhi che non vedono” e critica
l’architettura perché non è stata in grado di cogliere il progresso.
Ci possiamo avvicinare all’architettura tramite:
-Disegno, le mani. Così prendo coscienza di ciò che mi sta intorno
-Sguardo, gli occhi
-Movimento, il corpo
Rilievo e fotografia

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Pianta quadrata di un edificio del 400, con diversi locali. La sala più grande è uno
spazio aperto e quella che vediamo è pavimentazione. Funge da spazio
semipubblico, conferisce la luce ed è l’elemento di distribuzione centrale. Funzione
di organizzazione spaziale. Al centro c’è un tombino che fa defluire l’acqua piovana,
quindi il terreno è leggermente inclinato. La stanza in basso a sx è una loggia, luogo
del commercio. Le linee tratteggiate indicano le coperture a volta. Al centro in basso
vediamo la galleria con volta a botte che mi porta all’esterno.

E’ il duomo di Milano.
Pianta longitudinale di una chiesa a cinque navate. Ci sono due sacrestie a dx e sx. intorno al presbiterio c’è un
deambulatorio in cui si circola. Le volte sono a crociera e le colonne sono numerosi.
Modulo spaziale/unità modulare: quadrato. Successione di moduli quadrati. Archi a sesto acuto.

Arco di trionfo: manifesta la grandezza dell’imperatore.

Disegna la colonna/capitello/base del Panteon (DOMANDA COMPITO)


Differenze cornici dei diversi ordini

16 ottobre
CHIEDI SU VOLTE ECC

Tecniche costruttive dell’antica Grecia


Il sistema trilitico governa le strutture trilitiche nel periodo greco. Non è un’invenzione dei greci ma viene usato anche
nelle epoche precedenti.
Uno dei materiali da costruzione più utilizzato è quello del mattone crudo, impasto di argilla cotto al sole. È friabile e
poco resistente all’usura. Il tempo greco è un’espressione di un’origine lignea. I materiali venivano prefiniti nel luogo
delle cave. Le cave sono solitamente all’aperto. I materiali venivano fatti scivolare ino al mar e poi trasportati sulle navi
già pre-lavorati. In molti edifici l’elemento costitutivo sono dei rocchi, dei pezzi serializzati che presentano dei fori che
servono per l’inserimento di elementi che bloccano lo scivolamento tra un blocco e l’altro. Può essere di legno, di pietra,
… Questi cocci/rocchi (?) erano trasportati non solo trascinati ma anche con precisi strumenti. I blocchi di pietra sono
legati a secco e possono avere delle grappe metalliche, degli elementi fusi che tengono insieme i materiali.
Le pietre erano disposte come conci tra loro allineati tutti della stessa grandezza: muratura isodoma, con i giunti sfalsati.
Questi conci possono essere disposti parallelamente (ortostati) o perpendicolarmente al muro (diatoni).
Nel tempio di Atena Nike abbiamo una muratura isodoma. È di ordine ionico. Le coperture sono prevalentemente lignee,
non abbiamo testimonianze di coperture. Il tetto è a due spioventi.
Molti hanno riconosciuto come passaggio fondamentale dal legno alla pietra il momento in cui le coperture non
venivano più realizzate con paglia ma con elementi di terra cotta: il peso aumentava e la struttura sottostante diventa di
pietra.
L’orditura lignea del tempo non era così diversa da quella che usiamo noi oggi.

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Spesso c’erano dei gocciolatoi che impedivano l’erosione della pietra che l’acqua avrebbe causato. Vediamo un soffitto a
cassettoni ligneo.
Quello che oggi vediamo dei templi è molto diversa: un tempo erano solitamente colorati, magari gessati.
Il tempio era occasione per usare la scultura con funzione didattica. Gran parte delle sculture erano decorate.

Grecia antica, Atene


Architettura della Grecia antica (776-323 a.C.):
• Origini (cultura ellenica arcaica)
– periodo protogeometrico (XIII-IX)
– periodo geometrico (IX-VIII)
– periodo orientalizzante (contatti con la vitalità di centri orientali anche remoti, quali l’Assiria: VIII-VII sec.)
• Età arcaica (VIII-metà V); 490 guerre persiane
• Età classica (metà V-323)
• Età ellenistica (323-31 a.C.)
• Periodo romano e tardo-antico (146 a.C. - IV sec. d.C.)
• Bizantino (IV sec. d.C. – 1453)

Non esiste una vera e propria nazione greca ma una serie di polis, città stato, territori che si riconoscono negli stessi
ideali.
Un territorio così sparso è soggetto ad invasioni e gran parte di questi territori sulla costa della Turchia si sentono in
contrasto con l’impero persiano. Ci saranno molte guerre, persiane e del Peloponneso, ad esempio.
L’architettura greca antica si fa risalire nel 776, all’inizio delle Olimpiadi, fino al 323 con la morte di Alessandro Magno.
All’interno abbiamo un’età arcaica, un’età classica, l’età ellenistica che si sovrappone ad un periodo di dominazione
romana. Segue poi, dopo la fondazione di Costantinopoli, il periodo bizantino che arriva fino al 1453.
L’unità fondamentale che costituisce il mondo greco è la polis, formata da Acropoli, il centro della vita religiosa, posto
sul punto elevato, l’agora e l’astu, il quartiere residenziale.
Lo sviluppo urbanistico della polis greca può essere suddivisa in tre fasi:
1. CITTA’ PRE-IPPODAMEE: dal VIII sec. alla fine del V sec. a. C.
2. CITTA’ IPPODAMEE: dalla fine del V sec. a. C. alla romanizzazione (145 a.C.)
3. CITTA’ ELLENISTICHE: durante la colonizzazione romana.
Quando una città come Atene o creta raggiungeva un numero troppo alto di abitanti, decideva di fondare una colonia,
creata solitamente nel territorio della Magna Grecia. Le città di nuova fondazione vengono disegnate in maniera diversa
a seconda fossero prima o dopo di Ippodamo da Mileto, il primo che propone uno schema geometrico regolare. C’è una
suddivisione a scacchiera nei diversi lotti.
Prima di Ippodamo le strade che disegnavano la città formavano un sistema di assi viari: le Platee (orientate da et a
ovest, in numero limitato) e gli stenopoi (da nord a sud, più numerosi). Uno spazio vuoto non regolare è occupato
dall’agorà. Con Ippodamo verrà tutto regolarizzato e non c’è più una gerarchia tra platee e stenopoi.
L’abitazione greca è introversa, non ha aperture verso l’esterno. La luce deriva da un cortile esterno, anche elemento
distributivo. Talvolta sono disposte su due piani. Il cortile prende il nome di pastas. L’elemento più importante è l’oikos,
dove esiste il focolare domestico, è la stanza di riunione. Davanti all’oikos troviamo un portico, normalmente tripartito
da due colonne.
L’agorà normalmente non è regolare ma è delimitata da portici, gli stoà. Sull’agorà ci sono anche i luoghi di riunione
dell’assemblea cittadina.
Agorà:

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• Diviene il centro della polis economico e commerciale (in quanto sede del mercato) e religioso, poiché vi si trovavano i
luoghi di culto del fondatore della città o della divinità protettrice;
• Politico, in quanto era il luogo delle assemblee dei cittadini
Le agorà vennero:
- delimitate da portici (stoài)
- si appoggiavano spesso ad una via di transito principale.
- Potevano avere terrazzamenti e portici situati su più piani.
- Non erano necessariamente simmetrici
Sostituendo l’isolato a nastro con l’isolato ippodameo, anche la tipologia edilizia subisce delle trasformazioni. Alla casa a
corte si sostituisce un tipo “a schiera” standardizzato, che mantiene il carattere privato della casa arcaica. Il portico viene
conservato nel prostas.
I quartieri residenziali sono trattati come una sorta di terrazzamento; questo impianto è tipico delle colonie.
I tre locali più significativi sono quindi il cortile, pastas, il porticato, prostas e l’ambiente domestico, l’oikos.
(possibile domanda: quali sono gli elementi che costituiscono una casa greca?)
Le abitazioni sono tutte rivolte verso sud, per il sole.

L’età arcaica (VII-480 a.C.)


Di età arcaica abbia o pochi edifici.
Con l’età arcaica scompaiono due edifici che provengono dal periodo precedente: il palazzo (centro del potere politico e
militare) che aveva contraddistinto la cultura minoica e micenea (perché si passa per lo più a democrazie) e la tomba
ipogea (sottoterra) a tholos.
Nel palazzo di Pilo, in Messenia, c’è la stanza del trono. Siamo in età micenea. Riconosciamo 4 sostegni, un focolare e
due ambienti di passaggio: una sorta di vestibolo e pronao. La sezione superiore permette che l’aria del focolare
fuoriesca.
In età arcaica si sviluppa il tempio dotato di una cella libera circondata da colonne, il peristilio. Questo è evidente nel
tempio dedicato a Era a Samo.
In questo periodo si afferma anche l’uso della pietra e l’uso del legno è confinato alle coperture (rivestite da elementi in
argilla). Si diffonde anche l’uso della stoà.

Età classica (V secolo a.C.)


Con la costruzione delle polis si strutturano e si realizzano degli edifici ad uso pubblico dedicati alla vita collettiva.
Diventano edifici monumentali che rappresentano la collettività: teatro, tempio, stadio, bouleterion, tholos e ginnasio.
Sono queste le nuove tipologie. Ogni tempo porta diversi bisogni e ogni edificio viene creato per rispondere ai bisogni.

Teatro greco
• Orchestra: all’inizio trapezoidale, poi circolare (luogo dell’azione collettiva del coro) con altare al centro
• auditorio ricurvo (di solito semicircolare), il theatron (= luogo da cui si può vedere) adagiato su un pendio (koilon
o cavea nel mondo romano)
• la scena (skene) dove vi erano ambienti di deposito delle scene, attrezzi e costumi e da ridotto per esigenze
sceniche;
– prima a livello dell’orchestra, poi sopraelevata e preceduta da un colonnato;
– dall’originaria struttura lignea si è progressivamente passati a strutture di pietra;
– Proskènion: inizialmente una pedana di legno su cui si recitava
• passaggi laterali (parodoi) dai quali gli attori entravano in “scena”

Un teatro è solitamente composto da una orchestra circolare, un altare al centro, un koilon/cavea a semicerchio
oltrepassato, suddiviso in settori radiali. I settori sono tagliati a metà dal corridoio che accelera il deflusso degli settatori.

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Non sempre hanno la stesa inclinazione i due settori. Gli attori stanno su un proscenio e la scena non era tanto un luogo
di recitazione ma più di deposito.

Metti i nomi delle parti del teatro greco col


termine corretto (POSSIBILE DOMANDA
COMPITO)

Teatro di Epidauro, IV sec. a.C.: non si trova in


città ed è appoggiato al declivio naturale.
L’orchestra è circolare.
Molti di questi teatri greci verranno riutilizzati nel mondo latino.
Il teatro di Taormina era greco e poi riutilizzato e cambiato dai romani.

Tempio greco
Il tempio greco è ispirato al megaron miceneo (sala dei regnanti a Micene) e, originariamente, era costituito da materiali
"poveri" (legno, mattone, argilla battuta, pietre grezze, talvolta ramaglie); con il VI secolo viene introdotta la pietra
tagliata (prima pietra calcarea e poi il marmo), in blocchi squadrati e ben regolari. In un primo momento, i pilastri in
pietra reggono ancora una trabeazione lignea; poi il passaggio a una trabeazione in pietra impone colonne più tozze e
pesanti.
Le quattro colonne intorno al focolare per fare uscire il fumo diventano poi un elemento fondante nella forma del
tempio.
L’interno del tempio è costruito su due ordini per favorire l’innalzamento del tetto a spiovente.

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Tipologie di templi:

Tholos: spazio circolare tutto circondato da colonne


Spazio rettangolare o quadrato dove le murature laterali proseguono fino alla facciata(prostis), oppure proseguire non
fino al livello della facciata (In antis). Solitamente il tempio è simmetrico per quanto riguarda le due facciate.
• Monostilo = una colonna in facciata
• Tristilo = tre colonne in facciata
• Tetrastilo = quattro colonne
• Pentastilo = cinque
• Esastilo = sei
• Eptastilo = sette
• Octastilo = otto
• Ennastilo = nove
Solitamente il numero delle colonne è pari perché manca la colonna all’ingresso, per invitare ad entrare.

Lessico architettonico:
- Naos (cella): stanza centrale in tre navate dove sta la statua della divinità venerata. Ci sono le tre navate con
colonne per limitare la luce delle coperture e per favorire l’innalzamento della parte centrale e quindi costruire
un tetto a spioventi;
- Dalla parte dell’ingresso c’è il pronao; dalla parte opposta l’opistodomo.
- Pronao: nel tempio greco, lo spazio fra il colonnato e la parte antistante della cella o naos, in seguito, elemento
architettonico a sé stante, delimitato da colonne e pilastri, all'esterno o all'interno della facciata di un edificio.
- Opistodomo: nel tempio greco, lo spazio fra il colonnato e la parte posteriore della cella
- Prostilo (pro+stylos): tempio con portico a colonne sulla facciata anteriore.
- Anfiprostilo (anfì+prostilo) si dice di tempio che presenti colonne solo sui lati brevi
- Periptero (perì+pteròn): si dice di tempio classico la cui cella è circondata da una fila continua di colonne o
peristilio, (perì+stylos);
- pseudoperiptero se le colonne sono addossate a un muro
- Diptero: si dice di tempio classico con doppia fila di colonne su ciascuno dei lati
- In antis: si dice di tempio arcaico greco con portico che presenta il prolungamento muri perimetrali sulla facciata
principale.

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- Doppio in antis: si dice di tempio greco con prolungamento muri perimetrali sulle due facciate.
- Telamone (o atlante): elemento statuario di sostegno in figura gigantesca di uomo;
- Cariatide: nell'architettura classica, statua di donna usata come colonna o pilastro, per sostenere architravi,
logge, mensole o simili.
- Stilòbate: il livello più alto (di solito il terzo di 3 gradini) del crepidoma. Dove si appoggiano le colonne nell’ordine
dorico arcaico greco, senza base.
- Crepidoma: scalinata per accedere alla quota dello stilobate
- Peristasi: spazio che sta intorno alla cella
- Peristilio: insieme delle colonne.
Le cerimonie sacre avvenivano nel pronao; all’interno del tempio non entravano molte persone.
Talvolta, al posto della colonna, troviamo una figura antropomorfa: se è maschile lo chiamo telamone o atlanti, se è
femminile la chiamo cariatide.
Le linee del Partenone non sono ortogonali; l colonne sono tutte inclinate verso il centro e sappiamo che la linea dello
stilobate e la linea della trabeazione sono leggermente inclinate verso l’alto. Anche gli intercolumni non sono
perfettamente uguali. Nella colonna c’è un rigonfiamento a circa metà della sua altezza, l’entasi. Allora Carpenter, ne
“Gli architetti del Partenone”, si domanda se questi errori di inclinazione siano dovuti ad una intenzionalità oppure il
risultato di un cantiere mal condotto. Si dice che queste distorsioni fungano da correzione alle distorsioni ottiche che
l’occhio umano fa.
Nell’ordine dorico arcaico il triglifo viene portato progressivamente nell’angolo. In questo caso gli ultimi intercolumni
sono più stretti.
• Soluzione arcaica: inizialmente il triglifo terminale del fregio, disposto sopra le colonne angolari, venne spostato verso
l'esterno rispetto alla sua posizione teorica, comportando una maggiore larghezza dell'ultima metopa ad esso adiacente:
le metope non presentavano pertanto tutte la medesima larghezza e questa disuguaglianza, piuttosto visibile, risultava
esteticamente poco accettabile. Di conseguenza si giunse alla soluzione di allargare anche la metopa precedente, in
modo che la differenza di dimensioni, necessaria per spostare il triglifo, fosse gradualmente distribuito (circa 5 cm per
metopa) e risultasse meno evidente.
• Soluzione classica: veniva avvicinata la colonna d'angolo a quella adiacente: riducendo infatti la larghezza dell'ultimo
intercolumnio (spazio tra due colonne), veniva ridotta anche la lunghezza complessiva del fregio e di conseguenza il
triglifo concludeva il fregio in corrispondenza dell'angolo, senza che fosse necessario l'allargamento delle metope
(contrazione semplice); nei templi più sofisticati l'avvicinamento veniva gradualmente sfumato da correzioni anche
nell'intercolumnio precedente (contrazione doppia). Questa soluzione, a cui si potevano aggiungere altre correzioni
ottiche, come il rafforzamento delle colonne angolari, realizzate con un diametro leggermente maggiore delle altre, o
una loro leggera inclinazione verso l'interno, sottolineava i lati della facciata e le conferiva una maggiore compattezza.
Talvolta i due metodi erano fusi con sottili variazioni di grande raffinatezza.

Schema classico del tempio dorico periptero, in doppio


antis, esastilo.
Riconosciamo gli elementi dell’ordine dorico: appoggia
direttamente sullo stilobate, il capitello è composto da
abaco, echino e listelli, c’è poi un architrave, il fregio (con
metope e triglifi) e una cornice. C’è il timpano col
frontone. Sotto i triglifi abbiamo le gocce, mentre sopra
abbiamo dei mutuli. Le colonne sono scanalate e
rastremate verso l’alto.

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Agrigento
Nel corso del V secolo(tra il 460 e il 409) costruisce sei edifici templari peripteri:
•Hera Lacinia
•Tempio della Concordia
•Tempio dei Dioscuri
•Hephaiston
•Giove Olimpico
Razionalizzazione dei cantieri (scarse sperimentazioni che limitano l’originalità degli edifici)
Tempio della Concordia: in doppio antis, esastilo
Paestum

Tempio di Era: in antis, periptero, ennastilo.


Tempio di Poeseidone: in doppio antis, periptero, esastilo.
Segesta

Edificato fuori dalla cinta muraria nel V secolo a.C.


Periptero esastilo (6 colonne per 14). Colonne 10-12 rocchi non scanalate, metope piane
Selinunte (Sicilia sud-occidentale)
651-623 a.C.: fondata da coloni di Megara Iblea (Sicilia orientale) Rappresentò un caposaldo ellenico contrapposto
all’espansione fenicia V sec. a.C.: politica filo Siracusana (città dorica) 409 a.C.: presa e distrutta dai Cartaginesi 405 d.C.: i
cittadini poterono rientrare in città a patto di non ricostruire le mura e pagare un tributo a Cartagine. Da quel momento
Selinunte passa in secondo piano.

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Il bouleuterion
Teatro al coperto.
Il bouleuterion di Mileto prevede una sorta di cavea semicircolare; sembra molto un odeon. Preceduto da un porticato
con colonne su tre lati.

Lo stadio
Il termine indica un posto per sedersi. Lo stadio più antico è quello di Olimpia (192,28 metri) oppure lo stadio di Licurgo
ad Atene (330 a.c.) .
Solitamente la lunghezza varia tra i 177 metri e i circa 185 m. Sono presenti delle tribune sui lati e arrotondamento di
una delle fronti. Un lato rimane aperto. Sono scavati in terra.
Lo stadio è il luogo dello spettacolo, dove si svolgono gli esercizi ginnici.
Ricordiamo quello di Olimpia, di Delfi, lo stadio Panathinaiko.
In questo periodo nasce l’edificio pubblico destinato alla educazione dei giovani, il ginnasio. Solitamente ci sono due cicli
più un ciclo aggiuntico. Il ginnasio è il luogo della formazione, un porticato su colonne trabeate intorno ad uno spazio
vuoto, con pochi spazi chiusi. Ricordiamo i casi di Priene e Mileto.

Gli edifici funerari

Tra gli edifici funerari abbiamo visto la tholo, la tholos ipogea e i mausolei.
La tholos di Epidauro era un edificio circolare periptero, destinato alla celebrazione di miti eroici e non per forza ospita il
corpo del morto.
La tholos è un edificio sacro; ne troviamo molti a Delfi.
I mausolei sono invece edifici funebri che conservano il corpo dei morti. L’edificio pubblico più celebrato è il mausoleo di
Mausolo, che diede il nome a questa tipologia. Venne costruito dalla figlia moglie Artemisia nel 4 sec a.C. Plinio parla del
colonnato e i gradoni piramidali. Sopra una grande statua equestre.

• Età arcaica (VIII-metà V); 490 guerre persiane


• Età classica (metà V-323)
• Età ellenistica (323-31 a.C.)
• Periodo romano e tardo-antico (146 a.C.-IV sec. d.C.)
• Bizantino (IV sec. d.C. – 1453)
Alessandro Magno cerca di conquistare la koinè del mondo greco e cerca di annientare il popolo persiano. Quando
Alessandro muore, il regno si scompone in tanti regni e l’ultimo regno che cade con Alessandria è l’Egitto con la battaglia
di Azio.
Ciò che connota questo periodo è un’architettura che si allontana dalla rigorosità e simmetria tipici dell’età classica.
Molti hanno considerato questo periodo come decadenza. Tuttavia gli edifici diventano sempre più complessi e studiati.
Si articolano i volumi, aumentano le decorazioni, …
Ci sono i regni e non le democrazie, dunque rinasce il palazzo regale. Dal punto di vista delle città, l’assetto diventa
regolare, riprendendo quello di Ippodamo.

Età Ellenistica
– Dalla morte di Alessandro Magno (323 a.c.) alla caduta dell’ultimo regno (Regno tolemaico d’Egitto 31 a.c.). Meglio
definirla come l’architettura greca tra Alessandro e Augusto
– Fine della polis libera
– Considerata come età della decadenza
– Passaggio fondamentale per l’architettura romana
– Elaborazione di strutture complesse (edifici variamente suddivisi)

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Caratteri:
Aumento delle proporzioni
– Articolazione di volumi
– Elaborazione di strutture complesse
– Maggiore decorazione
– Sviluppo dell’ordine ionico (capitello angolare) e del capitello corinzio
– Ordine murale
– Architettura civile (funzioni commerciale)
– Palazzi regali
Caratteri città:
• sviluppo delle ricche città dell'Asia ionica, con edifici monumentali coordinati con impianti urbanistici regolari
• L'assetto urbanistico delle città divenne sempre più regolare (Agorá di Atene, con nuovi grandiosi portici a più piani, tra
cui la Stoà di Attalo II, 159-138 a. C.)
• Si sviluppano o si inventano nuovi tipi edilizi, come ginnasi grandiosi (Delfi, Delo, Olimpia, Pergamo), ninfei
monumentali, grandi sale per riunioni (bouleutéria) anche di pianta complessa.

Altare di Pergamo e di Mileto: grande importanza.

Caratteri architettura ellenistica (POSSIBILE DOMANDA)

ATENE
Atene nel 5 sec a.C. inizia ad essere la città guida delle diverse leghe che si scontrano con l’impero persiano.
È una città che non segue un sistema urbanistico preciso ma ha sempre un quartiere residenziale, l’astu, un’agora, su cui
sorge l’edificio più importante che lo delimita, lo stoà, l’acropoli su cui sorgono edifici importanti. Intorno abbiamo un
grande tempio dedicato ad Efesto, due teatri utilizzati durante il periodo romano. Quando Atene viene conquistata da
Roma, Adriano si
innamora degli edifici di
Atene e ne riprende alcuni
elementi.

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L’ingresso del Partenone è ad est (nascita sole). Gran parte dei templi hanno il pronao rivolto ad est. Verso nord
abbiamo il complesso dell’Eretteo. Il recinto sacro è anche il luogo delle memorie più importanti della città: qui sono
conservate le reliquie di un protettore della città. Questo complesso di quattro edifici ci racconta degli elementi
interessanti.
Partendo dall’ingresso troviamo i propilei.

I propilei
◼ in greco, pròpylon era la semplice porta (anche in un muro), tà propýlaia era il vestibolo, cioè “ciò che precede la
porta”;
◼ propýlaia era anche il complesso insieme di ambienti che introduceva ad un recinto, come nel caso di quelli
dell’Acropoli di Atene, oggi in parte ricostruiti, opera di Mnesicle (437-432 a.C.)
◼ i propilei erano cioè il raffinato filtro tra l’interno e l’esterno di un recinto sacro; porte di ingresso al recinto sacro
◼ Corpo ad ali sporgenti; Tre volumi affiancati; Porticato esastilo centrale; Fila di colonne che accompagnano il
percorso. ◼ Novità: intervento che prevede una struttura complessa che accorpa in un unico edificio più elementi di
scala diversa ◼ Ordine dorico esterno ed ordine dorico interno; ordine ionico nel passaggio
◼ Utilizzo di materiali di diversa colorazione: marmo pentelico bianco e pietra nera di Eleusi

I propilei vengono costruiti una volta finito il Partenone. Non affidano l’opera a Ictino ma a Nesicle. Gran parte delle
fondazioni vengono rinforzati dai materiali che provengono dalla distruzione degli edifici che sorgevano sull’acropoli e
che furono distrutti nel 480, Seconda Guerra Persiana. Con Pericle ci sarà la ricostruzione e l’ampliamento dell’acropoli;
quindi il Partenone c’era già. Questo acropoli era abbastanza conservato fino al 600-700. Il Partenone diventa una
chiesa. La statua di Fidia di oro e avorio viene saccheggiato inoltre durante una delle crociate. Dopo la conquista degli
Ottomani il Partenone diventa una moschea; poi una sorta di fortezza tanto che, quando i veneziani vogliono
conquistare Atene bombardano l’edificio, distruggendolo quasi totalmente. I pezzi bombardati e le statue vengono
recuperati da uno studioso inglese. Riesce a recuperare anche le decorazioni.
Il Partenone è forse l’esempio più alto della produzione dell’antica Grecia.
L’acropoli subisce quindi varie funzioni.
Ipotesi ricostruttiva: il pellegrino percorreva le scale, vedeva poi il tempio di Atena Nike, i propilei. Entrato trovava una
statua di Atena, proseguiva arrivando fino al limite est da cui vedeva il Partenone e poteva percorrere intorno l’Eretteo
che presenta quattro facciate circondate da un recinto all’interno del quale sono conservate le reliquie più importanti.
I propilei esistevano già. Vengono ricostruiti, dopo la loro distruzione del 480, nella prima metà del V secolo.
La soglia è in realtà molto più di una porta, perché indica il passaggio da uno spazio profano ad uno spazio sacro; i
propilei hanno proprio questa funzione di filtro. Invitano inoltre all’ingresso tramite il sistema di ali che chiudono lo
spazio prima che le persone percorrano il sentiero che le porta alla zona sacra. Sono uno spazio intermedio tra fuori e
dentro.
Vengono inoltre utilizzate colonne di diverso genere; come vediamo dall’immagine della pianta, infatti, alcune colonne
sono rappresentate con due cerchietti concentrici, uno dei quali rappresenta la base. Le colonne non sono quindi
doriche, ma di ordine ionico. La facciata è esastila, n sistema di pilastri e esco fuori con un pronao esastilo. I corpi di
fabbrica sono di diversa altezza, resi però il più simmetrico possibile tra loro. Questo insieme dei propilei è un edificio
complesso, articolato, con quote, coperture, volumi, elementi architettonici diversi. Ci racconta un a complessità.
Le colonne sono scanalate, ad un terzo è presente l’entasi. Si nota un’anomalia: gli intercolumni non sono tutti uguali.

Il Partenone, 447-432
◼ Ictino e Callicrate sotto la direzione di Fidia
◼ Statua di Atena di Fidia all’interno

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◼ periptero, dorico, ottastilo, anfiprostilo;
◼ 69,5 per 30,9 m
◼ Lo stilobate ha una curvatura verso l'alto, in direzione del proprio centro, di 60 millimetri e 110 mm.
◼ colonne composte da 17 rocchi alte 10.43; diametro 1.9 m
◼ internamente vi erano un ekatompedon (il sancta sanctorum) di 3 navate e un parthenon a pianta quadrata
Per la prima volta all’interno non abbiamo una sola stanza, ma due, una delle quali ha quattro colonne libere. Si ipotizza
fosse la sala del tesoro che conservava le risorse economiche raccolte dalla Lega di Delo per sconfiggere i Persiani.
Il tempio è dedicato alla dea Atena, la protettrice di Atene. Le decorazioni importanti di questo edificio sono la nascita di
Atena sulla facciata principale rivolta ad est e la disputa tra Atena e Poseidone per la conquista dell’Attica sulla facciata
verso i propilei. Gli Ateniesi, per scegliere quale dei due dei preferissero, richiedono un regalo a ciascuno: Poseidone
regala una sorgente di acqua salata, Atena un olivo. Scelgono Atena. Questo episodio caratterizza il secondo timpano.
Abbiamo poi la centonomachia, la battaglia dei gigante, due episodi della guerra contro le Amazzoni, e tutto intorno alla
cella c’è un fregio continuo (novità) che rappresenta la quadriennale processione paratenaica in onore di Atena.

Tempio di Atena Nike, 420 a.C.


Atene, Acropoli
• Callicrate (450 a.c)
• Limite occidentale del temenos
• proporzioni ridotte, edificio raffinato;
• pianta quasi quadrata,
• Anfiprostilo e tetrastilo
• Fonde proano e cella insieme; il muro è sostituito da pilastri
• un ordine di pilastri sostituisce le colonne tra le ante;
• le facciate legate fra loro dalla ripresa del toro scanalato ai piedi del muro e dalla continuità del fregio scolpito, che con
la sua fascia avvolge tutta la costruzione
• Voluta d’angolo capitello ionico
• Copertura interamente in marmo

Il tempio di Atena Nike è sul limite occidentale del recinto sacro. È un tempio anfiprostilo tetrastilo, di ordine ionico.
Vediamo i capitelli d’angolo con le vedute disposte a 45 gradi. Anche qui il fregio è continuo. Vediamo il crepidoma, lo
stilobate; le colonne hanno una base attica che prosegue anche sulla parete dell’edificio.
All’interno del recinto trovo l’Eretteo, una sorta di santuario che conserva al suo interno la tomba dei primi re di Atene,
l’ulivo regalato da Atena e un cenotafio. Un cenotafio è un edificio funebre in cui manca il corpo all’interno. È un edificio
commemorativo. Tutte le facciate sono tra loro diverse e presentano degli spazi davanti o tetrastili o esastili. Troviamo
anche la loggetta delle cariatidi. Sopra la testa portano una specie di echino con ovuli e lancette e dentelli ( ordine
ionico).

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Eretteo:

Theseion
Ad Atene c’è anche il Theseion, il tempio dedicato a Efesto, detto Vulcano. Adriano ne porta a compimento la
costruzione. È un tempio esastilo, in doppio antis, di ordine dorico.

Ad Atene ci sono anche diversi teatri e l’odeon, un teatro coperto, che si diffonde maggiormente in età classica.

23 ottobre
GLOSSARIO
PPT
Analisi “Gli architetti del Partenone”!!!!

Tecniche costruttive romane


Volume consigliato: l’edilizia nell’antichità.

Materiali: legno, pietra a secco, pietra con legante, laterizio.

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Legno
Il legno veniva utilizzato per lo più per le coperture. Con il legno vengono costruiti gli opus craticium e le centine. Esse
non partono mai dalla quota terra ma vengono sempre costruite delle sorte di mensole così da risparmiare materiale. Il
legno è utilizzato anche per le impalcature. I travetti vengono collocati nella muratura; una volta che i travetti vengono
disarmati rimangono dei buchetti, chiamati buchi pontai. Regolarità distanza tra i buchi. Sono importanti perché ci
permettono di capire se la struttura è originale
Murature
Murature in uso nell’architettura romana:
1) a secco, quando non vengono impiegate malte per cementare i vari elementi
2) con leganti (malte)
3) di getto, realizzati con conglomerati entro cavità del terreno o con casseformi. Una volta solidificato prende la forma
della casseforma.

1)Muratura a secco
– La pietra a secco (senza legante/malte)
• Opus siliceum: massi informi non regolarizzati
• Opera poligonale: blocchi di pietra squadrati ma non perfetti parallelepipedi, poligoni irregolari
• Opus quadratum, che tenderà a sparire progressivamente, sostituito da altri materiali.
Le prime due tecniche sono più arcaiche rispetto alla terza.
Nell’opus quadratum i blocchi vengono fissati tra loro con piccoli elementi di fissaggio: le grappe; altre volte viene
scavata la roccia e viene fuso del piombo che va a riempire lo spazio del perno. In questo modo si evita che i due pezzi si
muovano. Coi blocchi monolitici non era necessario.
Nell’opus quadratum i blocchi possono essere disposti secondo un orientamento: parallelo alla muratura o
perpendicolare ad essa: ortostati e diatoni. In questo modo la muratura era più stabile.
2)Pietra con legante (calce)
Opus caementicium
III sec. a.C. – IV sec. d.C.
I componenti
• materia (la malta)
1 calce
2 sabbia (secondo Vitruvio arena fluviatilis, marina, fossica. Meglio di fiume perche non contiene sali)
3 pozzolana (polvere vulcanica, priva di terra)
• 4 caementa (gli inerti)
– pietre grezze
» scaglie (adatte nelle fondazioni allo scoperto, nelle murature pigiate a strati)
» scapoli, frammenti più grandi (per nuclei interni dell’opera cementizia e per paramenti esterni dell’opera incerta)
» pietre effusive
» ciottoli (in Pianura Padana)
– pietre conce (come paramento esterno)
– pietre da intaglio (come decorazione)
– dopo gli incendi del 64 e dell’80 soprattutto materiale fittile
• 5 Acqua
La grande invenzione dei romani è l’opus caementicium, il calcestruzzo.
L’opus caementicium veniva gettato allora all’interno di specifiche casse di legno e, solidificato, manteneva la forma.
Questa muratura gettata nelle casse prende il nome di muratura a sacco se, al posto di avere una cassa di legno che poi
tolgo, ho dei paramenti murari costituiti da materiali tra loro diversi. Una volta asciugato l’opus, essi rimangono solidali

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con il getto. Posso avere pietre, mattoni, cubi di tufo,… A seconda dei materiali che utilizzo la muratura prende un nome
particolare:
-Opus incertum, II sec a.C.-I sec. a.C.: blocchetti di varie dimensioni. In questo modo la facciata sarà il più liscia possibile.
Erano presi direttamente dalla cava. La malta era povera e terrosa ma abbondante per colmare i vuoti tra i caementa a
volte vistosi.
-Opus spicatum: tanti blocchetti lavorati sulle loro facce disposti con un senso alternato inclinato di 45 gradi. È sempre
muratura a sacco. Ricorda la spiga di grano.
-Opus vittatum: tanti blocchetti riquadrati disposti secondo corsi orizzontali. Il numero degli strati dipende dalla
disponibilità del materiale.
-Opus mixtum
-opus latericium o testaceum: in funzione della tecnica erano detti testae se cotti in fornace, lateres (impiegati nell’opus
latericium), se crudi o a cottura assai limitata. In funzione delle dimensioni si distinguevano in: bipedales, se di 2 piedi di
lato (ca. 60 cm); sesquipedales, se di un piede e mezzo di lato (ca. 44 cm); bessales, se di 2/3 di piede (ca. 20 cm).
Nella realizzazione dell’opus testaceum (semplice paramento) si usavano prevalentemente semilateres (bessali o, più
raramente, sesquipedali e bipedali).

I mattoni sono i più utilizzati nell’architettura romana, anche nelle murature a sacco.
L’unità di misura dei romani è il piede.

Il laterizio è il più utilizzato per l’architettura romana di età imperiale. Era una muratura che celata da altri rivestimenti. I
mattoni e i coppi avevano una precisa dimensione.
Di laterizio (argilla cotta) erano fatte anche le coperture dei tetti. Gli embrici erano trapezoidali e venivano infilati uno
nell’altro. Sigillati poi da dei coppi in modo che tutto fosse sigillato. I laterizi erano utili anche per costruire strutture di
scarico, solitamente archi.
Le fondazioni potevano essere fatte di diverso materiale: travertino, marmo, blocchi di peperino, che poi venivano
rivestiti.
Quasi tutta l’architettura romana veniva rivestita da sottili lastre di pietra, come vediamo all’interno del Pantheon con
effetti cromatici differenti.
Con le pietre venate spesso di componevano disegni geometrici. Le piccole pietre erano usate anche per mosaici del
pavimento.
La volta in concreto veniva direttamente gettata sulla centina (come nel Pantheon), opportunamente sagomata per
produrre decorazioni studiate dopo la rimozione delle casseforme; per facilitare il distacco delle casseforme si ricorreva
e incannucciato o a foglie di palma;
1. sulla centina veniva distribuito un primo strato di mattoni quadrati (che costituivano così una seconda cassaforma, ma
permanente);
2. venivano montati degli altri mattoni ortogonali al piano. Tecniche: Volte e solai in concreto di età romana
3. veniva gettato il calcestruzzo

I solai erano prevalentemente di legno oppure erano gettati in opera: gettati su strutture lignee, le centine, che
potevano essere sagomate.
Talvolta nelle volte venivano gettate le anfore per rendere più leggera la muratura. Le volte venivano poi ingessate o
intonacate.
Intorno al 60 d.C., soprattutto nel mondo bizantino si diffonde la tecnica del tubo fittile (cioè di argilla), degli elementi di
laterizio infilati l’uno nell’altro e cementati in modo da creare delle catene autoportanti sopra le quali veniva buttato il
getto, senza il bisogno di armature o centine. Questa tecnica prevedeva velocità nel cantiere, prefabbricazione e
leggerezza della struttura.

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Spesso le cupole venivano alleggerite con l’inserimento di anfore incassate e tubi fittili; nel caso di Pompei, i tubi fittili
rappresentano una vera e propria centina fissa resistente su cui venne gettato il conglomerato; diametro di 2.5 m ca.; i
tubuli hanno forma cilindrica, terminato con collo d’innesto largo e breve (simili a quelli utilizzati per condutture d’acqua
e scarichi. Questi tubi servivano anche nelle terme o per il reflusso delle acque e il passaggio dell’acqua calda.

Tutte le murature romane erano intonacate e dipinte. L’intonaco è normalmente di tre strati: il secondo è l’attuale
stabilitura sulla base di calce, e poi veniva gessato il muro e finito con una pittura.
I Romani erano bravi anche nella costruzione di infrastrutture e strade.

100% una domanda sulle tecniche costruttive!!!!!!!


Gettato: quando l’impasto morbido viene gettato in una forma e prende la forma del contenitore.

La città romana
Cronologia

Regno
• 753 a.C. Fondazione di Roma. Nasce dall’unione delle tribù che stavano sui colli Campidoglio, Palatino (si cui ci sarà la
residenza imperiale), Celio, Esquilino (dove ci sarà la domus aurea), il Viminale e il Quirinale.
• Tempio di Giove Capitolino, Giunone e Minerva
• Bonifica dei terreni del futuro Foro
• Periodo sotto influenza della cultura etrusca
Pochi edifici, per lo più fondazioni.
Repubblicana
• 509 a.C. Cacciata di Tarquinio il Superbo
• 202 a.C. Supremazia nel Mediterraneo (II Guerra Punica)
• 146 a.C. Grecia sottomessa completamente a Roma (Tempio Fortuna Virile)
• 80 a.C. Età Sillana (Santuario di Praeneste)
Imperiale
• 31 a.C. Azio, Tempio di Vesta?
• 29 a.C. Ottaviano Augusto (Vitruvio), Foro di Augusto, Arco di Augusto
• 22 d.C. Tiberio, Arco di Orange
• 54 d.C. Nerone, Domus Aurea
• 69 d.C. Vespasiano, Colosseo
• 71 d.C. Tito, Terme di Tito
• 81 d.C. Domiziano (Rabirio), Foro Transitorio, Domus Domiziana (Palatino)
• 98 d.C. Traiano (Apollodoro di Damasco), Foro di Traiano, Terme di Traiano
• 117 d.C. Adriano, Villa Adriana a Tivoli, Terme di Adriano, Pantheon, Mausoleo di Adriano
• 161 d.C. Marco Aurelio
• 303 d.C. Diocleziano, Palazzo di Spalato, Terme di Diocleziano
• 307 d.C. Massenzio, Basilica di Massenzio (Costantino)
• 310 d.C. Costantino, Mausoleo S. Costanza, Arco di Costantino, Ninfeo Horti Liciniani, Basiliche paleocristiane
• 379 d.C. Teodosio, Mausoleo a Ravenna
Da Marco Aurelio ha inizio l’epoca tardo antica.
Sarà l’architettura più studiata da noi perché ci sono le opere più significative e sono resistite originali, senza essere state
demolite e ricostruite.

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Territorio
Centuriazione, Strade, infrastrutture. Sottomettono il territorio conquistato e lo regolarizzano, fondando nuove città. Le
strade erano solitamente convesse, il che permetteva il deflusso delle acque a destra o a sinistra. In città, invece, c’era
un sistema fognario che permetteva di eliminare l’acqua in caso di forti piogge.
Città
- Roma
- Città di nuova fondazione
Edifici pubblici
Fori, terme, teatri, anfiteatri, circhi, horrea, basiliche, archi di trionfo, templi, curia
Edifici residenziali
Villa, insula e domus
La Centuriazione romana del territorio
Infrastutturare e regolarizzare il territorio era una grande qualità dei romani. Il termine centuriazione deriva dal termine
militare di centuria, unità della legione romana, che contava al massimo cento uomini. Dopo la conquista di nuovi
territori venivano fondate colonie e castra. L’ager veniva centuriato, suddiviso secondo un tracciato geometrico a maglie
regolari delimitate da cippi o mete, che venivano consegnati ai soldati terminate le campagne militari.
Molte centuriazioni hanno la loro base sulla Via Emilia. La suddivisione veniva attuata con la groma, un’asta su cui è
montata una croce girevole che serviva a traguardare man mano il territorio, che veniva disegnato da assi viari: il cardo
(nord sud) e il decumano (est ovest).
“Esauriti i rituali e stabilito il punto di origine della centuriazione, ed il suo orientamento, l’operazione tecnica del
tracciamento avveniva per tramite degli agrimensori. Stabilita l’asse dei cardini, orientati nord-sud, attraverso lo
strumento della groma vengono traguardati gli assi paralleli (gli altri cardini) e gli assi perpendicolari, cioè i decumani.
Questa griglia normalmente misura 710 metri che corrispondono a 2400 piedi romani di circa 29 cm”
La suddivisione dei territori era segnata all’interno di documenti.
“All’interno delle unità centuriate si procede all’assegnazione ai coloni di porzioni sottomultiple della centuria L’unità
agraria di base è l’actus, legata al tiro dell’aratro (400 ogni centuria) Due actus formano lo jugerum, cioè la superficie
arabile in una giornata di lavoro (200 ogni centuria) Due jugera formano l’heredium, la quantità minima ereditabile (100
ogni centuria).”
Tutti questi territori erano accatastati, se ne conosceva la posizione e i confini. Sono stati trovati cippi gromatici e catasti
romani che riportavano informazioni del territorio.
Fu anche rinvenuta una mappa che rappresenta il territorio della Britannia fino al Gange e segna le principali città, la
catena degli Appennini, le principali strade, le distanza e le soste.
Le strade sono un elemento fondamentale nella diffusione della cultura romana. Le vie favoriscono i commerci e
diffondono lingua e conoscenza e cultura romana. Costruite per lo più da militari durante le campagne.
Le città vengono fondate a partire da un accampamento militare, castrum, organizzato secondo una maglia regolare.
Dall’accampamento, organizzato secondo un cardo massimo e decumano massimo, vengono realizzate delle città
suddivise in lotti regolari, attraversati da una strada principale e da un cardo o decumano massimo che suddividono la
città in 4 parti uguali. Al centro c’è il foro.

Le città di nuova fondazione


La fondazione delle città romane avveniva dopo la conquista del territorio. Le coorti dell’esercito si accampavano nei
castra, veri e propri accampamenti militari, che vengono poi trasformati in città vere e proprie, con la costruzione degli

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isolati e delle mura. Nel caso di origine castrense, l’incrocio degli assi principali non avviene nel baricentro della città, ma
è eccentrico, normalmente ad 1/3 o ¼ 17
“1. Presenza di due assi principali incrociati cardo massimo (N/S) e decumano massimo (E/O)
2. Presenza di assi paralleli ed equidistanti agli assi principali, i cardi e decumani secondari, normalmente orientati i primi
nord-sud, i secondi est-ovest, con la formazione di un tracciato regolare a maglia quadrata
3. Collocazione della principale area pubblica, il foro, all’incrocio degli assi principali
4. Morfologia degli isolati regolare, prevalentemente quadrata”

Il Foro
Posto di norma all’incrocio tra cardo e decumano Luogo centrale(vita politica, sociale, economica) di ogni città romana: il
termine foro indica, oltre che la piazza, gli edifici che la circondano (basiliche, templi, la curia, il comizio, colonne, archi di
trionfo, monumenti….).
Il foro è il luogo più importante della vita economica della città: mette insieme le qualità dell’agorà aggiungendo la
funzione religiosa. La città romana è una città fortificata, racchiusa dalle mura. Le porte della città sono sempre turrite e
sono gli elementi caratterizzanti della città. Erano di entrata e uscita e regolavano l’ingresso delle merci, pagamento di
dazi, …
Esistono anche vie porticate: via principale della città con strutture poste all’incrocio tra cardo e decumano. È la via
commerciale della città.
È stata trovata una mappa della città di Roma, la forma urbis, incisa su pietra, in frammenti, che probabilmente era posta
nel foro della pace. Molti utile agli archeologi.

Campo Marzio
Inizialmente la zona, poiché era al di fuori dei confini ufficiali della città (pomerium, il recinto sacro), venne utilizzata per
dare udienza ad ambasciatori stranieri e vi venivano più facilmente eretti luoghi di culto per le divinità orientali. Via via
perde importanza e col tempo, da luogo di culto diventa il luogo dove si stanzia l’esercito, che non poteva entrare in
città.

Edifici pubblici
• Foro: Tempio, Basilica, Arco di trionfo
• Terme
• Gli edifici per i giochi e gli spettacoli: Teatro, Anfiteatro, Circo
• Mercati
• Magazzini
• Mausolei

Il Foro
• luogo della vita pubblica, il centro civico attorno al quale gravitavano le attività amministrative, commerciali e politiche
• Deriva dall’agorà della città della Grecia antica ma sostanzialmente invenzione romana
• Secondo Vitruvio la piazza ha una forma rettangolare con i lati in un rapporto di 2:3
• a Roma ha impianto indipendente dallo schema urbano, mentre in altre zone è all’incrocio tra il Cardo e il Decumano
Massimo
• Troviamo un tempio, una piazza porticata, una basilica. Sono gli elementi che connotano il foro romano (POSSIBILE
DOMANDA). La basilica è un luogo commerciale, ma anche luogo dell’amministrazione della giustizia. Non c’entra con la
basilica paleocristiana. I templi più importanti erano il tempio della Concordia, di Vespasiano, di Saturno, di Antonina
Fustina, e quello di Castore e Polluce.

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A Roma troviamo più fori:
• Il Foro romano o Forum magnum
• I Fori imperiali: Cesare, Augusto, Nerva o transitorio, Traiano
I fori, che erano stati interrati, sono stati scavati soprattutto dall’età napoleonica.
Una volta che gli imperatori ritennero che un foro non fosse più sufficiente, ne vennero costruiti altri.
I fori romani sono stati scavati a partire dall’età napoleonica.
Tutti i fori erano caratterizzati almeno dalla presenza di un tempio e di una piazza porticata.
Foro di Augusto: Sotto l’Altare della Patria, piazza Venezia. Lo spazio è rettangolare con due portici a dx e sx, due grandi
esedre al cui centro venivano posti i tribunali (=area di amministrazione della giustizia), in fondo alla piazza porticata c’è
un tempio octastilo su podio, pseudo periptero con una cella interna scompartita, almeno sui fianchi, da altre colonne.
Le colonne sono sollevate di 3 gradini rispetto alla pizza, reggono una trabeazione continua sopra cui c’è una fascia
definita attico. Ci sono poi delle cariatidi e una copertura con una semplice cornice. Gli spazi tra cariatide e cariatide si
chiamano clibei e sono degli scudi con al centro una testa.
Muratura dove i corsi sono tutti alla stessa altezza: isodoma
Foro di Nerva: molto stretto e lungo. Terminazione convessa dove al centro si apriva un arco di trionfo. C’è sempre il
tempio, la struttura porticata e degli ambienti, probabilmente, per l’amministrazione della giustizia. Palladio vede i resti,
poche strutture, ma riesce a ricostruire comunque il foro di Nerva. Tutte le parenti del foro erano decorate da colonne
libere che davano profondità, con architrave, fregio e cornice (trabeazione completa). La cronice era dotata di dentelli,
ovuli e modiglioni. Sopra c’era un attico. Era dedicato a Minerva.
Foro di Traiano: è il più grande ed molto organizzato, sempre con la parete convessa da cui si apre l’arco di trionfo. Si
apre con una grande piazza porticata con due grandi esedre: una dà verso i mercati di Traiano. Al centro della piazza c’è
una statua equestre, poi un edificio a cinque navate che è la basilica Ulbia con gli spazi del tribunalia. Passata la basilica
c’è una colonna che diventa il mausoleo. Ci sono poi la biblioteca romana, quella greca e un tempio dedicato a Traiano.
L’organizzazione è secondo assi di simmetria, molto grande. Sono tutte opere che l’imperatore dona alla città come beni
pubblici. Sono strumenti politici volti a magnificare la figura dell’imperatore ma, allo stesso tempo, sono funzionali in
una logica di buon governo della città.
Mercati di Traiano: sono una strada coperta in cui si aprono i negozi romani con una porta dove venivano esposti i
banchi ed una porta finestra che la sovrasta. Coperta da volte a crociera in calcestruzzo (gettata) e delle strade parallele
in cui la gente poteva camminare.

La basilica
È un luogo funzionale all’amministrazione della giustizia, non è religioso.
Basilica Emilia (che non esiste più): vediamo delle semicolonne che hanno una funzione decorativa. Le colonne sono
affiancate da lesene per dare una sensazione di robustezza. L’elemento interessante è proprio questo raddoppio
(semicolonna-lesena). È un ordine dorico su piedistallo, dove l’echino è decorato con ovuli e lancette. Sopra ho il fregio
con triglifi e metope. Le metope sono o piattini circolari, “patere”, o teste di bue, i “bucrani”.
Basilica Ulpia: ha cinque navate, coperta da un soffitto ligneo. C’è un portico e delle logge. Si entra dal lato lungo: ci sono
i due tribunali all’interno delle due absidi.
Basilica di Costantino o di Massenzio: si entra dal lato lungo; tre grandi volte a crociera coprivano gli spazi principali.
Opposto all’ingresso c’era l’abside dove sedeva il giudice. Per contraffortare le spinte delle volte a crociera poste al
centro abbiamo anche sei spazi coperti con una volta botte. C’era poi un’altra abside aggiunta dove viene posta la statua
di Costantino.
DEVI SAPERNE DISEGNARE LA MAPPA
(anastilosi: rimettere in piedi le colonne)

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Il tempio
Il tempio romano all’origine risente della tradizione etrusca. Pian piano cambia e si semplifica; il tempio per eccellenza
dell’età augustea è il tempio di Nimes, La Maison Carree. È un tempio con un pronao, un naos rettangolare, posto sul
podio, con un’unica scalinata d’accesso, pseudo periptero. È il tempio più diffuso nell’architettura a Roma. La muratura è
isodoma, tutto di marmo. Le colonne sono di ordine corinzio. Il tempio è esastilo e le scalinate sono solo d’accesso
frontali. La cella occupa tutto il perimetro, non c’è un peristilio. Ci sono però le semicolonne disegnate sulla facciata, per
questo i tempio è pseudo periptero. Il pronao è cassettonato. Le colonne sono scanalate.
Il tempio della Fortuna Virile è molto simile; è un tempio arcaico, appartiene alla fase della repubblica, ma ormai le
caratteristiche sono definite. Le semicolonne sono addossate alla parete.
I tempi circolari, invece, riprendono la forma della tholos. A Roma c’è il tempio di Versa e di Ercole.
Adriano (76-138; imperatore dal 117)
• Pantheon (costruito da Agrippa nel 27 aC, bruciato nell’80; ricostruito da Domiziano, bruciò nuovamente sotto Traiano;
Adriano lo ricostruì tra il 118 e il 128)
• Mausoleo di Adriano (Castel Sant’Angelo)
• Templi di Venere e Roma (121-128 o 135)
• Complesso imperiale di Baia (terme; tempio di Venere con volta ad ombrello)
• Biblioteca e tempio di Efesto ad Atene
• Villa Adriana di Tivoli
• Di età adrianea anche la Biblioteca di Efeso (110, per opera del console C. Giulio Aquila)
Il Pantheon
È un tempio particolare. Quello che vediamo oggi fu ricostruito in età di Adriano; il primo era stato costruito da Agrippa,
poi era bruciato, costruito da Domiziano e poi da Traiano,...
Pan Theon=per tutti gli dei
Il pantheon è uno dei modelli che caratterizzeranno l’architettura.
Nello sviluppo in alzato del Pantheon (cupola datata tra il 118 e il 125) si riconoscono ben sei strati anulari diversi:
1. massiccio di fondazione: opera cementizia, di 4.5 m, a scaglie di travertino;
2. gettata di opera cementizia a scaglie di tufo e travertino fino alla sommità dell’ordine;
3. seconda gettata di opera cementizia a scaglie di tufo e mattoni fino all’innesto della volta;
4. primo anello della cupola realizzato con frammenti laterizi;
5. secondo anello in cui si alternano mattoni e frammenti tufacei;
6. calotta terminale in cui si mischiano blocchetti di tufo e di lava alveolare.

La pianta è circolare e l’edificio è preceduto da un pronao octastilo suddiviso


in tre navate. Le due laterali terminano con un elemento semicircolare.
Quella centrale è più larga e conduce all’ingresso. Lo spazio circolare è
caratterizzato da sette cappelle: le cappelle sugli assi maggiori hanno una
forma circolare, quelle sulle diagonali hanno una forma rettangolare. Tutte le
cappelle, tranne quella di fronte all’ingresso, hanno delle colonne che
delimitano lo spazio della cappella dall’invaso centrale, diaframmano,
separano senza però essere una barriera fisica. Tra le cappelle ci sono delle
edicole, la cui terminazione varia: sulle diagonali il timpano è semicircolare,
sugli assi maggiori il timpano è triangolare.

DEVI SAPER DISEGNARE LA PIANTA (la pavimentazione non è importante)

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Le murature sembrano molto scavate (4.5m): esse devono sì sorreggere la cupola, ma c’è sempre l’intento di alleggerire
la massa muraria. La cupola è realizzata in getto di inerti progressivamente più leggeri, fino all’ultimo livello, di pietra
pomice.
Ci sono poi i lacunari realizzati in gesso con la tecnica dello stampo. Ci sono anche archi di scarico (evitano che ci siano
fessurazioni verticali). L’altezza è 43.5m.

Archi di trionfo
Sono una tipologia romana. Normalmente sono suddivisi in: arco trionfale e arco onorario. I primi sono retti per i trionfi
degli imperatori quando arrivavano a Roma. I secondi sono retti in onore di qualcuno o qualcosa: per la presenza di un
imperatore, per un’opera pubblica,…
Negli archi di trionfo ci sono solitamente tre aperture, l’apertura centrale è sempre più grande delle altre. Le aperture si
dicono fornici. L’arco di Tito ha un unico fornice sempre inquadrato dall’ordine architettonico: in questo caso le
semicolonne sono addossate alla parete e inquadrano l’arco. La parte superiore è un attico.
L’arco di Settimio Severo ha tre fornici, inquadrati dall’ordine architettonico. La volta a botte cassettonata con le rosette
è la stessa che riprenderà Leon Battista Alberti nell’ingresso della chiesa di S. Andrea. Le colonne sono di ordine
trionfale, cioè quasi sempre ordine composito.
Tra gli archi onorari ricordiamo quelli di Traiano a Benevento ed a Ancona.

Dopo una fase iniziale in cui i Romani si dedicano alle campagne, si diffondono edifici destinati a spettacoli pubblici.
Prima c’era un divieto e, infatti il primo teatro è di Pompeo nel 55 a.C. Si inizia a costruire teatri, anfiteatri e circhi.

Teatri
Il teatro romano mutua la forma dal teatro greco ma diventa un’opera fuori terra, è organizzato su tre ordini
esternamente e, internamente, ha una cavea semicircolare ed un elemento di chiusura dell’orchestra, anch’essa
semicircolare, che prende il nome di scena.
Partito alla romana: elemento tipico dell’architettura romana, arco inquadrato dall’ordine architettonico.
Le scene si articolano e si complicano. La scena può diventare un prospetto urbano. I teatri, inoltre, erano caratterizzati
dai vomitoria, gli accessi/deflussi per il pubblico. Erano utili per raggiungere gli spalti più alti.

Anfiteatri
L’anfiteatro, invece, è uno spazio circolare leggermente allungato, con uno spazio centrale di forma ovale. Prende il
nome anche di Arena, perché lo spazio centrale era coperto di sabbia (arena=sabbia in latino). In questo luogo si
tenevano per lo più rappresentazioni di combattimento (uomini, animali, battaglie navali).
Il più famoso è l’anfiteatro Flavio, il Colosseo. Fu costruito in pochissimi anni ed è composto da ottanta elementi (archi)
che si ripetono uguali. Viene costruito sull’area occupata dal lago della domus aurea. Il cantiere prosegue in diverse
direzioni secondo gli assi principali. È l’anfiteatro più grande dell’antichità, poco più grande di quello di Capua. Anche
questa è una costruzione volta a far benvolere la figura dell’imperatore.
L’anfiteatro Flavio:

• I lavori ebbero inizio con Vespasiano 70-79 d.C. nell’area di un precedente lago in prossimità della domus aurea di
Nerone ormai in demolizione
• è alto circa 50 metri e i due assi misurano m 156 e 188;ospitava circa 50.0000 spettatori parzialmente coperti dai velari
• la facciata esterna è una ripetizione in serie di 80 elementi di archi inquadrati dall’ordine architettonico
• sviluppato su quattro piani (tuscanico, ionico, corinzio) + un quarto piano attico formato da paraste composite con
semplici finestre rettangolari e un fregio che delimita l’altezza

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• Forse 5 anni per costruirlo con cantieri tra loro autonomi e una ottimizzazione dei tempi
• Vespasiano 69-79 / Tito 79-81/ Domiziano 81-96
- 80 settori radiali e 80 archi ripetuti
- Si costruisce rapidamente perché i cantieri lavorano contemporaneamente lungo gli assi
- Anfiteatro + grande dell’antichità (poco + grande di quello di Capua)
- Prende anche il nome di Arena perché lo spazio centrale era coperto di sabbia (in latino arena)
- Avvenivano combattimenti anche navali, tramite sistema di canalizzazione delle acque la parte centrale si riempiva
d’acqua → rappresentati eventi epici della storia
- Molti rappresentati dagli imperatori: pane gratuito + soddisfazione del popolo
- Costruzione rivolta a far benvolere l’imperatore (come le terme)
- Elementi radiali sovrapposti uno sull’altro per creare il pendio della cavea
- In parte era coperto da velari (elementi di stoffa)
- Sotto l’arena c’erano spazi ipogei per ascensori, servizi di scena…
- Capitelli e decorazioni molto semplici e stilizzati
- Il Colosseo è sviluppato su quattro piani (tuscanico, ionico e corinzio) + ha un quarto ordine ma manca il fregio (non è
ordine architettonico)
- Strutture sporgenti per stendere i velari
- Una parte è crollata e ciò ha fatto emergere la struttura dei pilastri interni
- Materiali: struttura interna di murature in laterizio, opus caementinum con volte gettate per gli archi, esterno in blocchi
di travertino
- La cornice del Colosseo fu poi copiata dagli architetti del ‘400-‘500 → palazzo Rucellai a Firenze + palazzo della
Cancelleria a Roma + palazzo Turci a Roma
Era costruito con i sette radiali.
Arena di Verona

- In pietra perché Verona ricca di pietre (marmo)


- Manca il cerchio esterno
Circo
- Si correva, corse di cavalli…
- Finisce con elemento semicircolare convesso che prende il nome di carcere (dove partivano i cavalli) stretti tra due torri
- In senso orario
- Attorno a una serie di mete
- Dalla parte opposta dei carceri c’era porta trionfale
- Pulvinare era luogo su una cavea dove assisteva gli spettacoli l’imperatore
- Il pulvinare era adiacente al palazzo imperiale → il circo era adiacente al palazzo imperiale
- Il circo è il luogo dell’epifania (del manifestarsi) dell’imperatore
- A Costantinopoli Ippodromo: obelisco con rappresentazione dell’imperatore con spettatori
Terme
- Luogo di passatempo dei romani, il preferito, dove passavano la maggior parte del tempo
- Luogo pubblico, per prendersi cura del proprio corpo ma anche fare affari → Esercitarsi e prendere cura della pelle
- Non sono terme naturali ma artificiali
- Sono bagni pubblici a tutti gli affetti
- Ce ne sono molte solo a Roma
- Asse di simmetria che attraversa diversi spazi da nord a sud, la temperatura aumenta progressivamente, spesso gli
spazi più freddi sono le piscine

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- Calidarium + frigidarium + natatio (piscina) + palestre sui lati
- Tutti in un giardino e circondata da recinto con botteghe, luoghi per mangiare e comprare
- Sistemi voltati di copertura
- Finestra semicircolare divisa in tre parti FINESTRA TERMALE ? DISEGNARE UNA FINESTRA TERMALE
- Come facevano a riscaldare gli ambienti? Con acqua o aria calda facendola passare a parete attraverso i tubi fittili
[stessi delle tecniche]. Pareti a camicia. Oppure un pavimento sollevato che permette di scaldare la piscina soprastante.
Horreum
- Grandi magazzini disposti in sistema rettangolari
Mausolei
- Non ci potevano essere corpi defunti all’interno delle mura
- Costruzioni lungo le mura → a Roma lungo la via Appia
- Più si era ricchi più l’edificio era imponente e vicino
- All’inizio non c’è differenza tra inumazione e cremazione, poi sempre cremati e poi quasi sempre inumati
- Tomba più semplice è tomba a cappuccina
Mausoleo di Adriano : su cui è raffigurato il martirio di San Pietro di Filarete [ripreso poi in San Pietro sulla Porta di
Bronzo]
Poi i mausolei imperiali diventano di forma ottagonale → di Diocleziano, di San Gregorio, di Sant’Aquilino
NARTECE spazio antecedente a uno spazio centrale, → nel mausoleo di Sant’Aquilino e di Diocleziano
Spesso davanti a chiese come elemento di passaggio e accesso

? DEFINISCI UN PARTITO ALLA ROMANA arco inquadrato in un ordine architettonico [vedi glossario]

PLUTEO Elemento di marmo legno o pietra


o ferro spesso decorato che funge da
divisore per la schola cantorum
29 ottobre

Le abitazioni
Domus (urbana), è la più comune
Insula (urbana), è una sorta di condominio
Villa (extraurbana)
Palazzo imperiale (urbano)

Domus

VEDI PIANTA, possibile domanda: inserisci


i nomi

All’interno dell’abitazione troviamo l’atrio,


che è la zona centrale, uno spazio vuoto
talvolta coperto parzialmente.
La domus è un’abitazione introversa: ha un unico ingresso sulla strada, senza finestre sul perimetro. Si entra da un
vestibolo, normalmente coperto da una volta a botte. Ci troviamo poi nell’atrio, coperto sui lati e al centro c’è un
impluvium, che raccoglie le acque piovane e le fa defluire in una vasca la centro.

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La casa romana è normalmente ad un unico piano. Talvolta c’è un secondo piano che ospita le stanze da letto. Intorno
all’atrio ci sono le camere da letto, i cubicola. Opposto all’ingresso abbiamo lo spazio comune, il tablinum. A destra e a

sinistra di esso abbiamo le stanza da letto. Dei corridoi portano poi in un cortile. Sula strada ci sono due locali che sono
due spazi commerciali, non appartengono alla domus: la taberna, ad esempio.
La copertura è normalmente lignea. L’atrio permette di far entrare la luce. Se i piani sono due, le stanze da dormire
solitamente sono al secondo piano.
Questo descritta è la domus basica. A seconda delle disponibilità può essere anche più complessa.
Importante è l’atrio, che fa entrare la luce e illumina le stanze.
Spesso nelle domus troviamo un peristilio: abbiamo cioè un orto più grande con un portico che lo circonda e un giardino
al centro.
Questa domus presenta anche lo spazio per la cucina e per i bagni, che solitamente non erano previsti.

L’insula
L’insula è riconducibile all’idea di condominio: è multi familiare, dove la famiglia viveva in una stanza. La vita dei romani
era più che altro rivolta all’esterno dell’abitazione (dimensione collettiva a Roma), e non richiedeva dunque altro se non
un ambiente per dormire. Sono abitazioni che hanno raggiunto altezze considerevoli. Augusto riforma le abitazioni e
pone come limite di altezza 21 m (circa 10 piani). In questo periodo esiste una grande speculazione edilizia e quindi molti
romani si arricchiscono attraverso la costruzione di insule che spesso erano mal edificate (incendi, crolli,…), per questo
Augusto riforma.

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Per quanto riguarda i materiali, il primo piano è in opus latericium. Poi abbiamo opus craticium e grande utilizzo del
legno (causa di incendi, per esempio nel 64). Nella fase tardo imperiale, progressivamente gran parte degli edifici
residenziali sarà costruita in legno.

• Nella forma più tipica si trattava di edifici quadrangolari, con cortile interno (cavedio), talvolta porticato, sul quale
erano posti i corridoi di accesso alle varie unità abitative (da tre a dieci).
• Questi edifici erano composti da un piano terra, in genere destinato a tabernae, dotate di un soppalco per deposito di
materiali e da piani superiori, destinati agli alloggi, via via meno pregiati verso l'alto.
• Esternamente erano in laterizio con solai lignei e senza servizi igienici.
• A Roma raggiunsero i 10 piani e sotto Augusto il limite di altezza fu fissato in 70 piedi (21 m).

Palazzi e ville
Domus Aurea(54-68 d.C.)
La domus aurea di Nerone mette insieme due tipologie: un palazzo in cui vive l’imperatore e una villa urbana. La domus
aurea che Nerone si fa costruire occupa una vasta area.
Svetonio racconta molto bene il funzionamento della domus aurea e racconta anche della strada sopraelevata che
metteva in comunicazione due colli.
La domus aurea si è quasi interamente conservata: alla morte di Nerone fu fatta la damnatio memoriae (cancellazione
delle presenze di Nerone) e quindi la costruzione viene interrata e sopra viene ricostruito. In questo modo si conserva.
Era organizzata con un grande portico che si affacciava a valle, delle piazze di forma ottagonale e al centro una sala
ottagona con volta a padiglione da cui si apre una serie di ambienti con volte a botte che contrastano la struttura a
padiglione.

• Incendio del 64 coinvolge parte dell’Esquilino, dell’Oppio e del Celio e dura nove giorni (140 ettari). Tre delle XIV regio
completamente distrutte. Modificato l’impianto urbanistico di Roma. Si sviluppa dal Circo Massimo.
• Nerone dalla Domus Aurea (secondo Plinio, Marziale, Tacito e Svetonio) dal suo teatro privato in costume da troiano
canta la distruzione di Troia
• Domus Aurea: - organizzata intorno ad una corte trapezoidale tra due ali rettilinee affacciata sulla valle
- Villa urbana (ma Palatium)
- Pochi resti sotto le terme di Traiano
- Giardini, laghi e stagno (Colosseo)
- Grandi opere di livellamento e sostruzione

Domus Augustana (81-92 d.C.)


Sul Palatino, a partire da Augusto e poi Domiziano, vengono ampliate residenze legate imperatori. Il Palatino ha alle
pendici il Circo Massimo, dove l’imperatore si presenta al popolo romano. Un altro elemento che sarà ripreso nei
successivi palazzi imperiali è la presenza di un’aula, l’aula regia, in cui il re fa udienza. Ha una forma rettangolare con
un’abside.
Descrizione domus Augustana: c‘è una cavea, il pulvinare, la spina, obelischi, una porta trionfale,…
• Palatium imperiale realizzato sul Palatino tra il Foro e il Circo Massimo
• Residenza di Domiziano progettata da Rabirio
• Caratteristiche:
- collegamento con il Circo (Milano, Costantinopoli, Salonicco…)
- Organizzata su due grandi cortili attorno ai quali sorgono diversi spazi
- Suddivisione tra spazi di rappresentanza e appartamenti privati
- Materiale in laterizio rivestito da intonaco o opus sectile

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• Novità: Sala Regia con pilastri sporgenti come nel Foro Transitorio; abside poco sporgente per cerimoniali; nicchie
articolate con terminazioni semicircolari e rettangolari; parete articolata

Villa Adriana (118-138)


È estremamente importante, nonché la più studiata. Si trova a Tivoli. Ha un’estensione molto ampia e presenta una
struttura non organica, composta da elementi spesso non coordinati tra loro. L’idea che non ci sia una vera e propria
pianificazione rispecchia un po’ l’ambiente urbano di Roma. A Roma ci sono tante presenza singole, non si pensa a
mettere gli edifici in relazione tra loro.
Adriano progetta gran parte di questa villa. All’interno della villa vengono ricostruiti degli ambienti che richiamano
località care ad Adriano (greche, egiziane,…).
L’ingresso avviene dalla strada; c’è poi un grande cortile porticato leggermente convesso sul lato (che richiama l’agorà
greco) con un pecile con uno specchio d’acqua al centro. Prosegue poi secondo degli assi divergenti: uno degli assi più
importanti è quello rivolto verso il ninfeo attraversando l’elemento rettilineo e semicircolare, il canopo. Il canale d’acqua
ricorda quello del Nilo. Lungo questo percorso troviamo le terme, degli ambienti dedicati alla sosta dell’imperatore; dalla
parte opposta troviamo delle piazze porticate con elementi a pianta centrale, troviamo altri elementi come cortili e
biblioteche e anche un altro piccolo ambiente a base circolare, periptero all’interno.
C’è poi un bacino d’acqua collocato lungo un pendio naturale che finisce in un impeo (?) tutto porticato con un sistema
di arcate che conduce al ninfeo, luogo di convivio.
Il cortile è porticato da una sequenza mista, con sostegni che sorreggono elementi travati e semicircolari. Questa
struttura può ricordare l’arco tonfale e viene detta “sistema a serliana”. Questo sistema diventerà anche un’apertura, e
troviamo ad esempio le finestre a serliana.
Adriano ama le figure greche.

Villa del Casale


Anche la Villa del Casale è quasi totalmente conservata. Si trova in piazza Armenina e risale al 4 secolo, in un momento
in cui la Sicilia ritorna in auge. Dal punto di vista del committente, si pensa fosse un grande organizzatore di feste: questo
è motivato dal ciclo di mosaici che caratterizza l’edificio.
Non segue un impianto planimetrico regolare. Dall’entrata si entra in un cortiletto, e si procede verso il peristilio, un
grande cortile porticato a cui si contrappone uno spazio rettangolare absidale.
C’è poi un appartamento che si rivolge a nord (nelle località più calde le residenze erano spesso a nord, la zona più
fresca). Dagli appartamenti, sempre lungo il peristilio, si accede ad un complesso termale di base ottagonale.
L’ingresso richiama un arco di trionfo. Quando questa villa venne scoperta, la prima preoccupazione era quella di
proteggere i mosaici e provare a dare una consistenza volumetrica ai resti.
Sappiamo che la villa è una residenza periodica. Infatti le ville, a differenza delle domus, sono abitazioni periodiche,
solitamente estive. Le ville sono poi al centro di possedimenti e quindi servono per l’amministrazione del possedimento
stesso. La villa, in età romana, è sempre organizzata in due parti distinte: la pars dominica e la parte rustica che serve per
deposito di prodotti agricoli,…
È quindi un piccolo centro di governo del territorio. Lungo il peristilio quasi tutti i pavimenti sono coperti con mosaici.
Esiste il tema della Grande Caccia, che sta davanti all’Aula Regia, in cui viene rappresentata la cattura di animali selvatici.
L’impero romano, con Diocleziano, si divide tra due Augusti e due Cesari.

Palazzo fortezza di Spalato


Diocleziano, nel 305, sceglie di lasciare il governo e si fa costruire questa residenza sulle coste dell’attuale Croazia,
affacciata sul mare.
È un palazzo fortificato, circondato da mura costellate da torri; lungo le mura si aprono tre porte. l’edificio ha un
impianto a cardo-decumano e lo schema richiama quello del castrum militare. È circondato da mura, con due assi viari
importanti, suddiviso in due parti: le due più in alto sono destinate a magazzini e caserme; le due parti in basso sono

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dedicate alla residenza dell’imperatore. L’interno di questa metà abbiamo una serie di ambienti di spazio per
l’imperatore e una struttura ortogonale, che sarà il mausoleo, una grande piazza, l’ambiente della sala regia, una loggia
aperta sul mare con al centro una serliana. C’è uno spazio porticato sopraelevato rispetto alla base (già visto nel foro),
c’è un sistema trionfale. Due elementi qui presenti, che non abbiamo mai incontrato prima nell’architettura romana
sono il timpano spezzato che si apre al centro (la trabeazione non è più rettilinea) e il sistema di archi su colonne (non
più i fori che erano delle piazze porticate realizzate con strutture trabeate, le colonne supportavano elementi rettilinei).
Normalmente l’architettura romana presenta strutture trabeate, qui invece ci sono archi su colonne.
C’è un tempio romano (perché ha la scalinata), posto quindi su un podio. Ha un’unica cella, un pronao; è un tempio
tetrastilo.
L’interno del tempio ha una copertura di opus quadratum.

Quali sono le caratteristiche dell’tempio/circo… romana DOMANDA

Architettura tardoantica
180 d.C., Commodo imperatore – 476, caduta di Romolo Augustolo e dell’impero romano d’occidente (?)
È un’architettura che, in parte, si sovrappone all’architettura paleocristiana. È un periodo particolare, caratterizzato da
grandi spostamenti degli orizzonti, precedentemente focalizzati su Roma. Con Diocleziano ci sono varie città che
diventano capitali e che quindi vengono ricostruite e rifondate a immagine di Roma (Costantinopoli, ad esempio). In
questo periodo si ha anche l’inserimento nell’architettura di alcuni elementi che provengono dalla tradizione e
dall’architettura paleocristiana che, secondo gli storici, è come una causa della decadenza che caratterizza questo
periodo. Questa decadenza, secondo alcuni, è coltivata da una difficoltà nell’approvvigionamento
di materiali e quindi l’uso di materiali più poveri, principio a cui si ispira anche l’architettura
paleocristiana. L’architettura tardoantica, però, si manifesta in circostanze molto lontane tra loro e
con culture tra loro diverse.
Si può dire he l’architettura tardoantica è un’architettura romana declinata nei vari luoghi. Inizia
quindi con un’impostazione filogreca e poi assume delle istanze che provengono dai diversi luoghi
geografici (legate a materiali, tecniche costruttive, mentalità).
In questo periodo c’è una frequente costruzione di importanti masse murarie che possano
supportare sistemi voltati molto complessi. Quindi la struttura muraria si concentra soprattutto sul
rivestimento interno e sull’opus sectile che riveste gli interni. L’altro elemento che si nota è la variatio degli elementi
dell’ordine architettonico: troviamo dei capitelli corinzi ma che presentano delle caratteristiche legate al luogo in cui il
capitello è stato prodotto. Dal punto di vista delle tecniche costruttive si afferma progressivamente una sorta di
regionalizzazione: diverse regioni scelgono diverse tecniche costruttive; il nord Africa e la Provenza, ad esempio,
proseguono a costruire edifici mantenendo la tecnica dell’opus quadratum (forse per mancanza di materiali). In alcune
zone era frequente l’utilizzo di spolia, ovvero pezzi di monumenti derivanti da edifici smontati. Alcuni spiegano il fatto
dell’utilizzo della spolia con una motivazione di commercio, per il trasporto di pietre. Questo diventerà un elemento
caratterizzante dell’architettura paleocristiana. L’utilizzo di spolia è anche quello di un’appropriazione simbolica del
pezzo.
Progressivamente, la difficoltà di commerciare i materiali porta all’utilizzo delle materie locali.
Questi sono i due Cesari e i due Augusti; un pezzo di porfido incastonato nella parete esterna della basilica di S. Marco,
trafugato da Spalato o da Costantinopoli. Anche i restanti materiali della basilica sono materiali di spolia, smontati da
grandi edifici della Dalmazia. Il porfido è un materiale imperiale e nel suo colore indica sempre una committenza
imperiale.

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• Concetto introdotto dalla storiografia all’inizio del XX secolo per il periodo tardoromano, derivato da un’idea di
«decadenza dell’arte romana»
• Concetto che riconosce una decadenza post-adrianea e che il Cristianesimo costituisca una battuta di arresto delle
sperimentazioni
• Si manifesta per fasi diversi, in contesti diversi con gusti diversi
• Architetture non solo a Roma, ma legate anche alle realizzazioni imperiali nelle diverse capitali (Milano, Treviri,
Salonnico, Antiochia, Costantinopoli) • Architettura romana declinata nelle tradizioni locali. Inizia con un’architettura
filogreca e poi riprende caratteristiche di architetture diverse tra loro.
Caratteri:

- Evidenza della massa muraria e scarsa cura nella decorazione delle pareti esterne
- Coperture molto ampie con sistemi voltati (basilica di Massenzio). Questo lascia il rivestimento
esterno un po’ nudo, e si concentra su quello interno.
- Variatio degli elementi dell’ordine architettonico: troviamo capitelli corinzi che presentano essenza
legate ai singoli luoghi in cui sono stati prodotti.
Tecniche costruttive:

• Regionalizzazione delle tecniche costruttive, con leggere diversità da una regione all’altra.
• Affinamento dell’uso dell’opus cementicium
• Minore cura posta nella realizzazione degli edifici in pietra
• Utilizzo di spolia da altri monumenti (arco di Costantino) motivato dalla mancanza di materiali e di maestranze
qualificate e dalla possibilità di ridurre i tempi di cantiere
• Uso di pietra da cava fosse meno diffuso
•Progressivamente le strutture lignee, poiché più facili e più economiche, soppiantano le costruzioni in pietra

Abbiamo dei grandi spazi come la Basilica di Massenzio, 4 secolo (Massenzio viene sconfitto da Costantino); il Tempio
della Minerva Medica (oggi ninfeo degli Orti Licianiani). È una grande struttura circolare coperta da una cupola, si
aprono ulteriori spazi circolari e cui sono affiancati altri due spazi semiovali. Abbiamo poi grandi contrafforti, tutto in
opus latericium.
Treviri
In questo periodo nasce anche la capitale di Treviri, nel nord della Germania. Qui venne costruito un teatro, un circo, un
foro e delle porte urbi (?) (Porta Nigra). Qui siamo lontani da Roma e quindi l’architettura è espressione della tradizione
di questo luogo. A Treviri c’è la Basilica di Costantino, o Aula Regia. Gli spazi sono simili a quelli del palazzo imperiale sul
Palatino. C’è un’abside dove sta il re mentre tiene un’udienza. L’aula è semplice, a forma di rettangolo, con un’unica
abside, con finestre tipiche dell’architettura romana con una copertura lignea con grandi travi. Questa Aula Regia
presenta archeggiature a filo della parete e leggere rientranze in corrispondenza delle finestre.
(la Basilica di Ambrogio è simile a questo tipo di architettura)
Bisanzio
Un’altra città fondata come capitale da Costantino è la città di Bisanzio, che già esiste, fondata nel 7 secolo a.C. Nel 324
viene scelta come nuova Roma da Costantino. La posizione della città è strategica, vicino al mare, posizione protetta e
comoda per il commercio. Diventerà la sede ufficiale di Costantino. Egli introduce nella città gli elementi che
caratterizzano una capitale imperiale: palazzo, circo (che lui chiamerà ippodromo), porto, foro di forma circolare con al
centro una statua. Onderà anche una sorta di chiesa mausoleo destinata ad ospitare le spoglie degli apostoli; accanto
alle spoglie degli apostoli, le sue, come fosse il 13 apostolo.
Costantinopoli
È una città che viene distrutta e saccheggiata diverse volte (saccheggio della quarta crociata, 1204, e la caduta del 1453.
È una città che rimane capitale dell’impero per 11 secoli. I resti rimasti sono molto pochi. La piazza del foro era molto

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grande, con al centro un obelisco. Tutta l’area del palazzo imperiale intorno al circo è andata perduta. Il palazzo
imperiale vicino al circo capita a Roma, Salonicco, Costantinopoli e Milano. È un binomio indissolubile.
Di Costantinopoli di conservano le mura di Teodosio II, seppur molto cambiate e ristrutturate.
Antiochia
È un’altra capitale di questo periodo. È in Turchia, al confine con la Siria. Viene costruito su un’isola (opposta
all’organizzazione cardo-decumanica della città) un palazzo, con affianco un circo. La forma del palazzo è particolare:
sembra essere il palazzo di Spalato. Richiama infatti il modello del palazzo fortificato.

Commenti sul libro di Zanker:


A partire dall’età augustea, dal primo imperatore, tutta l’architettura diventa rappresentazione del potere politico.
Il foro di Traiano venne costruito col denaro proveniente dalle guerre contro i Daci.
La città di Roma cambia veste con Augusto, che fa importare il marmo di Carrara.

GLOSSARIO
A Milano c’è l’arena civica, costruita quando Milano è stata proclamata capitale in epoca tardoantica.
3) Arco di Costantino, attico
4) scanalatura se convessa, rudentatura se concava
5) elemento ad S= gola
DISEGNA LA BASE DEL PANTHEON possibile domanda compito!!!!
QUALI SONO LE CARATTERISTICHE DELLA BASILICA ROMANA possibile domanda compito!!!! (devo avere dei tribunalia
che sono sopraelevati, l’ingresso è frontale tramite scalinata, ha un porticato, è sopraelevata)
Differenza disegno tra serliana e finestra termale
QUALI SONO GLI ELEMENTI CARATTERIZZANTI DELLE CORNICI DEI VARI ORDINI? Modiglioni, …?
Arco inquadrato da un ordine architettonico: arco

Architettura paleocristiana
IV sec. – 601, morte di Gregorio Magno
Arch. Bizantina

(324, fondazione Costantinopoli – 1453, caduta Costantinopoli)


Arch. Ravennate

(402, Capitale dell’Impero d’Occidente – 565, morte di Giustiniano)


291: Diocleziano impone la tetrarchia
292-402: Milano capitale dell’Impero Romano d’Occidente
305: Diocleziano abdica e si ritira a Spalato
312: Battaglia tra Costantino e Massenzio al Ponte Milvio
313: Editto di Milano
324: fondazione di Costantinopoli (nuova Roma)
326-328: viaggio di Elena madre di Costantino a Gerusalemme
337: Morte di Costantino
380: Editto di Tessalonica
387: Agostino viene battezzato a Milano da Ambrogio
391: Cristianesimo religione di Stato
395: alla morte di Teodosio I, definitiva spartizione in due imperi (Arcadio e Onorio)
402: Onorio sposta la capitale dell’Impero da Milano a Ravenna

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527-565: impero di Giustiniano (pace con i Persiani, riconquista dell’Africa settentrionale, Italia, Spagna meridionale,
Corpus Iuris civilis)
540: Ravenna conquistata dall’impero diventa capitale dell’Esarcato

30 ottobre
Quasi contemporanea alla tardoantica, può essere suddivisa per ordine cronologico
in bizantina e ravennate.
• Utilizzo di materiale di spoglio
• Poca attenzione per l’aspetto esterno dell’edificio contrapposta ad una ricchezza
della decorazione interna
• Volumi semplici
Tipologie

• Tituli o Domus ecclesiae


• Sepolture (catacombe, mausolei, necropoli)
• Martyrium
• Basilica
• Battistero
Domus ecclesia
Case di ricchi patrizi convertiti al cristianesimo che donano abitazioni alla comunità
cristiana o permette l’uso per culto di Cristo. Sono domus trasformate in ambienti religiosi.
Dura Europos: III sec d.C. in Siria.
Sepolture
• Rito dell’inumazione
– Necropoli
– Mausolei
– Catacombe
Martyrium
• Luogo di memoria
• Impianto centrale
– Derivato dai mausolei
– Affine ai battisteri
– In alcuni casi poi basiliche ad martires
Basilica
• Costituisce la novità tipologica del mondo cristiano
• Differenze e affinità con le basiliche del mondo romano (ad esempio basilica di Massenzio) e
con le aule regie (ad esempio Treviri o Roma)
• Fa uso di materiale di spoglio scelto per la sua varietà cromatica
• Per questo troviamo la Variatio degli elementi architettonici, rottura dell’uniformità
• Non sono strutture voltate ma coperte con tetti a travatura lignea(capriata)
• Edifici orientati
VEDI “LA BASILICA PALEOCRISTIANA” SLIDE 26 PPT 19+20
Roma
San Giovanni in Laterano, Roma (313)

• Fondata da Costantino su proprietà personali dell’imperatore (o alienate) per dimostrare la


sua grandiosità attraverso edifici pubblici

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• Donazione personale alla comunità cristiana senza chiedere il consenso al Senato.
• In prossimità delle mura perché i sepolcri e i cimiteri erano consentiti solo all’esterno delle Mura Aureliane (270-275)
• Non al centro di Roma forse per evitare contrasti con il Senato. Comportamento diverso da Costantinopoli
• 313-318 d.C.
• Lunga 100 metri; 5 navate, 19 colonne trabeate, 42 colonne laterali con archi
Battistero San Giovanni in Laterano
Fondato da Costantino nel IV secolo, inaugurato dallo stesso nel 315 d.C., di forma ottagonale con colonne angolari è
coperto da tetto in legno. Successivamente fu ampliato a partire dal 432
fino al 440 circa da Sisto III e perfezionato a più riprese fino al XVII secolo.
Presenta due ordini di colonne che reggono la volta, il più basso è costituito
da colonne di porfido rosso e capitelli compositi, quelle superiori, più sottili,
in marmo. Deambulatorio coperto a botte. Finestre del tamburo
incorniciate da modanature in stucco.
Circo di Nerone/San Pietro, Roma

….
In corrispondenza dell’altare con sotto la tomba di Pietro esisteva un
ciborio, un baldacchino che poi verrà cambiato con quello di Bernini e
Borromini. L’ambiente con l’edicola, con la parete rossa, sorge all’interno delle necropoli ed è collocato esattamente
sotto la quota della basilica costantiniana. Costantino fa livellare il giropendio dell’edificio e fa in modo che non venga
rispettato l’orientamento perché l’abside è orientata ad ovest (l’opposto dell’orientamento prediletto verso
Gerusalemme e la Terra Santa). Il fatto del monte Vaticano che sta dietro e la presenza dell’edicola hanno vincolato un
diverso orientamento. Questo punto della tomba di San Pietro è ancora il luogo dell’attuale.
Sopra la tomba c’è l’altare, poi il baldacchino e poi la cupola. Il luogo centrale della chiesa non
viene cambiata durante la ricostruzione del 500. La cupola è un po’ l’immagine dello specchio
del cielo, l’universo che copre l’altare. Le colonne della vecchia pergola erano tortili e decorate,
di una qualità esecutiva molto alta, sono state inserite nelle edicole che stanno all’interno dei
piloni che reggono la cupola.
Santa Sabina, Roma

Siamo nella basilica di Santa Sabina, sull’Aventino. La basilica è ben conservata. L’esterno
dell’edificio è molto povero; vediamo delle ampie finestrature romane,
l’abside internamente traforata da finestre. Ci sono tre navate, quelle laterali più basse.
All’interno si conserva ancora la grande porta bronzea. Gran parte di queste basiliche sono
coperte da trabeatura lignee e l’unico elemento voltato, l’unica abside è coperta da una semi
cupola. Notiamo un sistema di archi su colonne: i fusti sono tutti uguali tra loro perché
probabilmente provengono dallo spolio di un edificio. In prossimità dell’altare c’è un recinto
costituito da lastre di marmo: è una sorta di scola cantorum, dove i canonici della chiesa si
riuniscono per cantare i salmi.

San Paolo fuori le mura, Roma (385)

La basilica paleocristiana meglio conservata fino al 1823 era quella di San Paolo fuori le mura. In
quell’anno ci fu un incendio che ne demolisce gran parte. Da lì inizia una ricostruzione, che la
uniformò eccessivamente. La basilica sorge sul luogo di sepoltura di San Paolo. Ci sono cinque

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navate, un transetto alto tanto quanto la navata principale, preceduto da un atrio. Le colonne sorreggono gli archi. C’è
una chiusura tra le navate e il transetto in un’unica navata (?).
Santa Maria Maggiore è successiva agli esempio precedenti. È un richiamo alle forme più classiche. Vediamo le colonne
di ordine ionico tra loro trabeate. Le navate sono tre. Qui dentro la reliquia più importante è quella del presepe
(spostata nella Cappella sistina e Paulina).
Santo Sepolcro, Georusalemme

Vediamo il ritratto di Costantino e Elena: Costantino è l’imperatore che promuove l’editto di Milano e si sposta a
Costantinopoli; Elena è la madre, che compie un viaggi in Terra Santa. Durante il viaggio, si ferma soprattutto a
Gerusalemme e Betlemme. Ripercorre i luoghi della passione di Cristo e scopre il luogo del santo sepolcro e della
crocifissione (Golgota). La leggenda vuole che, scavando in uno dei due siti, ritrova i resti della croce di cristo con il
titulus e i chiodi. Elena, a Gerusalemme, promuove la costruzione di alcuni edifici in corrispondenza di questi luoghi.
Principalmente la costruzione di una grande rotonda, una struttura circolare, definita rotonda dell’anasthasis, che copre
lo spazio del santo sepolcro. Affianco vengono costruiti altri edifici. Gli spazi intorno al Golgota assumeranno una forma
prossima a quella di avere un ambiente circolare, un ambiente porticato e una basilica preceduta da un atrio. La
composizione è quindi quella di un edificio di forma circolare con un edificio di forma longitudinale. Di fatto sono due
edifici di forma tra loro differente perché hanno due diverse funzioni: uno è un luogo della memoria (sconfitta della
morte).

Una costruzione simile viene condotta nel luogo della natività a Betlemme che aveva uno spazio ottagonale con
anteposta una basilica a cinque navate.

C’è un’altra grande cupola che si crede sia un luogo caro al cristianesimo: la moschea di Omar, o Cupola della Roccia. È
eretta nel 7 secolo su un luogo sacro per gli Ebrei e per i Mussulmani.
Santa Agnese e Santa Costanza, Roma

Questa idea di due edifici composti in cui uno funziona come edificio della memoria o di sepoltura, un mausoleo, la
ritroviamo nel complesso di Santa Agnese e Santa Costanza. Di Santa Agnese abbiamo perso quasi tutto. È rimasto il
perimetro interno del mausoleo di Santa Costanza, che conserva le spoglie della figlia di Costantino, Costantina. È quindi
un mausoleo imperiale. Oggi è una chiesa, ma nasce quindi come mausoleo.
L’edificio è a pianta centrale, (periptero con un atrio, ma non c’è più???) un nartece con due
absidi (bi-absidato). Ci sono quattro colonne. Nella muratura interna, molto spesso, si
aprono delle nicchie che stanno nello spessore del muro, di forma circolare alternate a
nicchie di forma semi rettangolare. In corrispondenza dell’asse principale, dall’ingresso,
abbiamo una nicchia rettangolare, sull’asse trasversale abbiamo altre entrate con elementi
semicircolari. Abbiamo poi un anello centrale composto da colonne binate che seguono un
andamento radiale. In questo modo uno spazio interno viene diviso da uno spazio più
esterno. Lo spazio intorno è un deambulatorio. In spessore di muro, ho un corpo scalare. Il
deambulatorio è coperto da una volta a botte circolare. L’invaso centrale è coperto, invece, da una cupola che poggia su
un tamburo finestrato. La cupola non è estradossata, perché è chiusa all’interno di un tiburio. L’utilizzo del tiburio ha un
vantaggio: in questo modo la cupola deve sostenere solo se stessa, quindi può essere leggera, il tiburio sostiene invece i
carchi accidentali. Le colonne sono composite (ordine di tipo trionfale). La trabeazione non è quella tipica dello stile
composito ma è più semplice e non presenta decorazioni. C’è un fregio liscio. La cornice è lineare, sintetizzata. Il fregio è
leggermente rigonfi e prende il nome di fregio pulvinato. La volta a botte è decorata da mosaici e l’interno anch’esso era
ricoperto da mosaici che sono però andati persi all’inizio del 600.
Il porfido, materiale solitamente dei sarcofagi, segna la presenza di un defunto all’interno.

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Mausoleo di Sant’Elena (chiesa SS. Marcellino e Pietro), Roma

Riamane molto poco del mausoleo; qualcosa di più, invece, dei resti della Basilica di Marcellino. Elena è la madre di
Costantino, che muore a Treviri; il corpo viene poi portato a Roma.
Anche qui l’impianto è centrale e ricorda il tempio della chiesa di Santo Stefano Rotondo che subisce elle modifiche con
l’inserimento del tramezzo centrale per supportare meglio il peso della copertura, che non è più cupolata ma è lignea.

Costantinopoli
Bisanzio:
piccola città greca, ampliata già da Settimio Severo (196 d.c.)
- Luogo facilmente difendibile
- Posizione strategica per i traffici commerciali del Mar Egeo e del Mar Nero
- Rete efficiente di vie di comunicazione verso tutte le regioni dell’Impero
Consacratio il giorno 8 novembre 324
Costantino stesso traccia il perimetro della nuova città con la lancia secondo l’uso romano Costantino si reca a Roma
solo tre volte: 312-13; 315; 326
Con Costantino si ha:
- Nuova più ampia cinta di mura
- Forum constantini a pianta circolare con al centro colonna con statua bronzea di Costantino
- Nuovo porto
- Palazzo imperiale
- Circo – Ippodromo: l’imperatore, assistendo ai giochi, si mostrava alla folla essendo ancora investito di un’aura di
sacralità, nonostante la diffusione del Cristianesimo
- La chiesa-mausoleo, Apostoleion (o chiesa degli Apostoli): Imperatore identificato come il vicario di Cristo in terra

Santi Apostoli, Costantinopoli (536)

• Chiesa non più esistente


• Pianta a croce greca ma con braccio più lungo e tamburo centrale con copertura conica
• Mausoleo di Costantino (+ 337) e martiria di Apostoli
• All’interno delle mura urbane
Costantino promuove la costruzione di una chiesa che avrebbe dovuto ospitare le spoglie degli apostoli con, affianco, la
tomba di Costantino. Questa chiesa non esiste più. Abbiamo una chiesa a Gerasa in Giordania che ci ripropone l’idea, la
pianta di quella che era l’Apostoleion. La pianta è a croce greca (4 bracci uguali) inscritta in un quadrato, preceduta da
un nartece. Dalla croce greca nel quadrato otteniamo un quadrato suddiviso in 9 parti dove al centro possiamo avere
una cupola e anche altre 4 cupole nel quattro angoli. Questo impianto di croce greca iscritto nel quadrato, con cinque
cupole prende il nome di QUINCONCE. Probabilmente era questo l’impianto dell’Apostoleion. La nuova San Pietro di
Bramante ha lo stesso impianto. Quindi come Costantino si fa costruire una tale chiesa per essere seppellito vicino agli
apostoli, così Giulio II si fa costruire una chiesa con la stessa piante per essere seppellito affianco all’apostolo più
importante, Pietro.

Con Giustiniano [527-565]:


1. Espansione dell’Impero – la tregua con l’Impero persiano gli consentì di concentrarsi sulle conquiste in Occidente –
riconquista l’Italia ai Goti

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2. Ristabilisce l’ortodossia religiosa (minata da paganesimo e arianesimo). L’ortodossia mina anche la situazione
milanese.
3. Repressione dei disordini interni – es. rivolta di Nika del 532
4. Riorganizzazione del sistema legislativo – a lui si deve Corpus Iuris Civilis [529- 534], che ancora oggi consideriamo il
diritto romano.
5. Politica architettonica – architettura come Instrumentum Imperii, per gestire il suo potere – (Giustiniano affida ad uno
scrittore il Procopio da Cesarea, una serie di libri biografici e descrizione delle sue attività come committente. Ci spiega le
opere che Giustiniano promuove)
I caratteri dell’architettura di Giustiniano, con la moglie Teodora, sono:
1. Uso della pianta centrale con copertura voltata per le chiese, differente dalla tradizione occidentale della pianta
basilicale (Roma)
2. Raffinamento delle tecniche costruttive e realizzazione di edifici di dimensioni
imponenti. A Roma c’era stata invece una sorta di decadenza delle tecniche.
3. Decorazione interna e studio delle fonti di illuminazione
Istanbul, Santa Sofia
• Dopo il suo primo crollo, si ha una ricostruzione promossa da Giustiniano nel 532
(rivolta di Nika); Teodoro lo spinge anche a demolire una parte del circo dove
erano nati i disordini;
• Nuova opera di Isidoro di Mileto e Antemio di Tralles, studiosi di matematica,
statistica e cinetica, non architetti di professione; appena terminata la cupola, nel
557 questa crolla. Il progetto viene ripreso in mano dopo il 558 da Isidoro il Giovane
• cubo di 71x77m di base e 31m di h, sormontato da una cupola; vi si addossano due calotte emisferiche su corpi
cilindrici; pennacchi sferici. È un complesso architettonico piuttosto articolato. L’impianto è suddiviso in 9 parti, formato
da una croce greca circondata da un “quasi” quadrato. Al centro c’è la cupola, negli angoli ci sono spazi voltati e lungo
l’asse principale due semi cupole che, a loro volta, servono per contrastare le spinte della cupola centrale e a loro volta
sono sorrette da altre due semi cupole, i catini absidali. Grandi pilastri e strutture murarie aiutano a contraffortare
l’intera struttura. C’è quindi una serie di volte collaboranti, un organismo pensato partendo dall’alto e creando strutture
che allargano la base. La cupola presenta delle finestrature alla base. Quattro pilastri sorreggono la cupola, quattro altre
cupole. Le spinte sono tutte diversificate. La cupola centrale è su pennacchi (elementi di raccordo: partendo da una
cupola emisferica, sezionandola su tutti quattro i lati, ottenendo una volta a vela, in modo da trasformare una cupola che
poggia su un elemento circolare in una struttura che poggia in quattro punti), ribassata, con una finestratura. L’interno
presenta una innovazione: è sviluppato su un doppio ordine di altezza, per poter alzare il profilo delle due semi cupole
che servono a contrastare le spinte della cupola maggiore. Le porte sono bronzee, la muratura è in laterizio con grandi
quantità di calce. C’è poi anche opus sectile. I capitelli hanno un po’ perso i caratteri dell’architettura classica,
idealmente sono capitelli corinzi con quattro volute o compositi per certi versi. Nel mondo tardo antico si adattano le
forme ai diversi contesti regionali (per alcuni è una decadenza, per altri no)
• Nartece e deambulatorio coperti da volte a crociera
• 46 finestre nell’imposta della cupola
• Impianto riferito all’Anastasis di Gerusalemme
• Spazio unitario
• Crollo 869, 989
Santi Sergio e Bacco, Costantinopoli (prima del 536)

È un modello di riferimento che guarderanno Ravenna e Carlo Magno. Lo spazio interno


è ottagonale con gli elementi in diagonale sfrondati con elementi semicircolari e con
colonne che diaframmano come era Santa Sofia. È quindi uno spazio ottagonale
all’interno di uno spazio quadrato/pseudo quadrato. Questa organizzazione di spazio

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dentro un altro spazio si definisce spazio “a doppio involucro”. È molto ricorrente negli impianti
centrali. Possiamo osservare anche la forma dell’abside, che diventa tipica dell’architettura
bizantina: non è più un abside semicircolare dentro e semicircolare fuori, ma semicircolare
all’interno e poligonale all’esterno. Frequente a Ravenna.
• Vano centrale ottagonale
• Deambulatorio a galleria con esedre
• Colonne su due ordini
• Colonne sostengono archi
• Volta a padiglione con fusi piani e concavi
Santa Irene

Sorge vicino Santa Sofia. Anche qui abbiamo uno spazio suddiviso in nove parti, con quattro
piccoli spazi che servono a contraffortare le spinte della cupola. L’abside è poligonale all’esterno, semicircolare
all’interno con una sorta di tribuna; è un nartece. C’è un concio di trabeazione contratto, molto stilizzati tanto fa
diventare un trono di piramide rovesciato.
Milano
Ci sono quindi due momenti e due modi dell’architettura paleocristiana: un impianto basilicale e uno più centrale.
• Capitale dell’impero 286-402 d.C. grazie a Sant’Ambrogio. Sant’Ambrogio appartiene ad una ricca famiglia patrizia
romana, nasce a Treviri, studia a Sirmio e poi a Roma. Viene mandato a fare il governatore in Emilia come
amministratore imperiale. Con la morte del vescovo di Milano, si
creano varie dispute.
• Ambrogio, governatore dell’Emilia, nel 374, dopo essere stato
chiamato da paciere di queste dispute, da Catecumeno diventa
vescovo di Milano. Lui in realtà non voleva essere vescovo e la
leggenda vuole che si inventò una serie di storie per mettere la sua
figura in cattiva luce. Non ci riuscì.
Egli è riconosciuto il padre e fondatore della diocesi e arcidiocesi
ambrosiana. Quindi Ambrogio diventa anche committente di
importanti edifici.
• Egli fonda almeno 5 nuove chiese
Basiliche lungo le direttrici della città: Basilica Virginum (attuale San
Simpliciano), Basilica Apostolorum (attuale San Nazzaro), San Dionigi
(Basilica Profetarum, che oggi non c’è più), Basilica Ambrosiana + Santa Tecla (che non c’è più) e San Lorenzo (più
probabilmente di fondazione imperiale piuttosto che del vescovo)
• Le architetture che Ambrogio fa costruire sono molto povere e utilizzano materiali di spoglio (San Lorenzo non lo fa,
perché utilizza dell’opus quadratum derivato dal vicino anfiteatro). Tecnica muraria con paramenti in cotto con mattoni
di reimpiego.
• Fondazioni con ciottoli di fiume
• Molte di queste architetture presentano un opus spicatum realizzato con ciottoli di fiume annegato in letti di malta.
(San Simpliciano)
Questi edifici si dispongono lungo le vie di percorrenza più importanti: verso la porta Comasina (basilica di San
Simpliciano), verso la porta Orientale verso la via Postumia (basilica di San Dionigi), lungo la via di Porta Romana (Basilica
degli Apostoli), in prossimità di una necropoli paleocristiana dove Ambrogio trova i resti di due martiri, Gervaso e
Protaso (Basilica dei Martiri, o di Sant’Ambrogio, perché sarà ospitato al suo interno).
Nel 374, quando Ambrogio è nominato vescovo, Milano è capitale dell’impero roano d’Occidente, quindi ha un teatro,
un circo, un palazzo,…

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San Lorenzo

Presenta una pianta particolare: quadrata, negli angoli ci sono quattro campanili e quattro absidi sui quattro lati del
quadrato (struttura quadriconca, o quadrato quadrilobato) e, internamente, presenta lo stesso schema quadrato
quadrilobato ma, in questo caso, non con muratura piena ma con colonne. Forse c’era un atrio. Ci sono poi tre
sacelli/mausolei: sulla destra, preceduto da un nartece biabsidato, di Sant’Aquilino, che sembra un mausoleo imperiale
data la sua forma ottagonale con nicchie alternate di forma semicircolare rettangolare; un altro impianto ottagonale
dedicato a Sant’Ippolito che disegna una croce greca inscritta in un ottagono con quattro colonne libere; un ultimo, più
piccolo e tradizionale, dedicato a San Sisto, sempre ottagonale con nicchie a spessore di muro di forma semicircolare
alternate a forme rettangolari.
Questa architettura sorge in un luogo paludoso e quindi per costituire le basi viene smontato l’anfiteatro vicino, i cui
pezzi sono usati come opera muraria. Sappiamo che il circo funziona fino alla fine del 4 secolo e che nel 42 la capitale
viene spostata. Un impianto centrale con un mausoleo che potrebbe essere imperiale ci fa pensare ad una committenza
imperiale. Qui dentro, un edificio coevo col resto della architettura, dedicato a Sant’Aquilio, può essere considerato il
mausoleo di Galla Placidia.
Quattro torri aiutano a rafforzare con quattro archi rampanti quattro campanili che cercano di rafforzare le spinte della
volta sull’impianto quadrato, che potrebbe essere una volta a padiglione o a crociera.
Bramante quando disegna San Pietro lo disegna con quattro campanili agli angoli.
La chiesa, come viene ricostruita dopo il crollo della cupola del 1573, presenta quattro campanili e l’elemento del
quadriconco.
Ricapitolando: l’impianto è quadrato che presenta negli angoli quattro piccoli quadrati che sono delle torri. I lati del
quadrato si aprono con un elemento semicircolare. È quindi un quadrato con 4 concavità o 4
convessità o 4 absidi/conchi. Internamente c’è la stessa cosa con colonne libere.
L’interno di Sant’Aquino era decorato da mosaici e l’ordine superiore presenta una galleria per
rispondere meglio alle spinte della volta a padiglione.
Se si passa sotto l’altare, c’è una scala che porta alla cripta sottostante dove sono state portate alla
luce le pietre che costituiscono le fondazioni. Questi pezzi sono tutti modanati e provengono
dall’anfiteatro che c’era li vicino.

San Nazaro, Basilica Apostolorum, Milano

San Nazaro è legato agli apostoli. È un impianto a forma di croce che sorgeva sulla via Porticata che conduceva a Roma.
Viene modificata dopo l’XI secolo. L’interno ha struttura a campate.

San Dionigi

Possiamo dire poco perché viene completamente atterrata e demolita. Nella muratura sembra risentire dello schema
dell’aula regia di Treviri, località da cui arriva Ambrogio.

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San Simpliciano

La chiesa di S. Simpliciano, dedicata alle vergini, presentava un’unica navata con transetto
(oggi suddivisa in tre navate), coperta da capriate lignee molto grandi e un corpo più basso
che la circondava lateralmente. Il corpo principale presenta le arcate al cui interno si trovano
delle finestre simili a quelle della sala regia di Treviri (Basilica Costantiniana).

Basilica di Sant’Ambrogio

La basilica di S. Ambrogio è paleocristiana: è un rettangolo con un abside, divisa in tre navate. È la proposta dell’impianto
paleocristiano, molto semplice.
Quindi Ambrogio offre una casistica diversificata nelle costruzioni di chiese. A Roma abbiamo visto basiliche
longitudinali, a Costantinopoli e Bisanzio impianti centrali, qui abbiamo visto un po’ di impianti centrali e un po’
longitudinali, un po’ di derivazione orientale e un po’ nordica e romana. La città era quindi aperta, soggetta a scambi e
comunicazioni.

Piazza del Duomo

Più articolato è quello che succede nell’attuale Piazza del Duomo, dove sappiamo esistesse una basilica a cinque navate,
di Santa Tecla con un battistero annesso, Battistero di San Giovanni alle Fonti e un’altra basilica che verrà dedicata a
Santa Maria Maggiore che occupa la parte interna del Duomo con il battistero di Santo
Stefano. Questi vengono probabilmente ricostruiti dallo stesso Ambrogio. Il battistero, di
forma ottagonale con nicchie alternate di forma rettangolare, è oggi visibile, così come la
sequenza delle absidi di Santa Tecla che viene ricostruita (demolita nel 1454-56 per fare
spazio al Duomo).

Ravenna
Siamo ancora negli anni dell’architettura paleocristiana.
Ravenna: Classe era il porto della flotta imperiale da Augusto. In collegamento attraverso canali artificiali con Ravenna e
Aquileia (250 km). Dal 330 la flotta è trasferita a Costantinopoli.

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Ravenna assume via via importanza, storicamente sorge vicino a Classe, il porto della flotta imperiale, che era in
comunicazione con Ravenna e ì, tramite canali si poteva raggiungere Aquileia. Quando Onorio sposta qui la capitale, lo fa
perché lo considera un luogo era un luogo strategico, che gli permetteva, eventualmente, di scappare in Oriente.
Ricordiamo tre periodi dell’architettura paleocristiana di Ravenna:
1. Committenza della famiglia imperiale di Onorio con la sorella Galla Placidia e l’erede Valentiniano III. Situazione
geografica particolare. Capitale con Onorio 402 (in fuga da Milano) e poi con la sorella Galla Placidia (425-450) e
Valentiniano III (450-455). Battistero degli Ortodossi, Mausoleo di Galla Placidia, San Giovanni Evangelista
2. Committenza di Teodorico, re degli Ostrogoti, che sceglie Ravenna come capitale del suo regno.
Residenza della corte degli Ostrogoti (Teodorico, 490-526) cresciuto alla corte di Costantinopoli in ostaggio.
Mausoleo di Teodorico, battistero degli Ariani, Sant’Apollinare Nuovo, palazzo di Teodorico
3. Ravenna viene conquistata da Giustiniano nel 526 e annessa all’impero romano d’Oriente fino a quando viene
conquistata nel 651 dai Longobardi. San Vitale e Sant’Apollinare in Classe.
• Dal 526 al 751 fa parte dell’Impero Romano d’Oriente come capitale dei domini bizantini in Italia (Esarcato)
• Conquistata da Longobardi nel 751

Riassumiamo le caratteristiche in due tipologie diverse:


1. Chiesa a impianto basilicale
- disposta solitamente su tre navate; lunga navata centrale più ampia, affiancata da navate minori
- Possibilità di atrio antistante o nartece
- Colonne che reggono archi che dividono le navate
- Alte murature sopra gli archi con claristorio (muratura della navata centrale più
alta e lungo la muratura centrale si ha una fascia finestrata
- Copertura a capriate lignee, eccetto il catino absidale
- Ricca decorazione musiva interna e semplicità esterna
Due differenze rispetto a quello che abbiamo visto a Roma:
- Presenza del diaconicon e del prothesis (sporgono lungo le navate laterali, a sud
e nord rispettivamente; nel primo sono conservati gli oggetti preziosi dell’arredo
liturgico, nel secondo si preparava il necessario per la celebrazione eucaristica)
- Absidi semicircolari all’interno e poligonali all’esterno (come a Bisanzio e
Costantinopoli)
2. Diffusione del battistero ottagonale
- Con nicchie interne [semicircolari e rettangolari] che proviene dall’uso orientale
- Frequentemente con un piano superiore interno finestrato
- Copertura voltata (anche con volte complicate)
- Ricca decorazione interna e semplicità esterna

In entrambi i casi si hanno decorazioni a mosaico

Primo periodo

Mausoleo di Galla Placidia

È un mausoleo annesso alla chiesa di Santa Croce. La pianta è a croce greca (e ricorda
l’Apostoleion). Le aperture sono molto poche. La struttura è compatta, non slanciata e
tantomeno elegante. I mattoni sono grandi. L’unico elemento decorativo sono gli archi sulla parete che tentano di dare

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una scansione. La parte centrale a base quadrata e, poiché all’interno invece c’è una cupola,
siamo in presenza di un tiburio. La copertura è a tetto spiovente. Riconosciamo l’embrice e i
coppi. Una leggera cornice, che sembrano un po’ dei modiglioni, pezzi di mattone,
arricchisce l’elemento sotto la cornice. Internamente è piccolo e buio. All’interno dei bracci
sono deposti i sarcofagi dei membri della famiglia imperiale. Ci sono quattro volte a botte
nei bracci della croce, per contraffortare la spinta della volta sul quadrato centrale. Nello
spazio centrale, la volta poggia solo su quattro punti, è quindi una volta a vela (si parte da
una cupola, l’abbiamo sezionata lungo 4 piani: la struttura non poggia più su perimetro
circolare ma solo su quattro punti che sono i quattro pilastri. Queste spinte sono
contraffortate dalla volta a botte e quindi sono collaboranti tra loro).
San Giovanni Evangelista

È leggermente trasformata. È una basilica orientata. A destra e a sinistra dell’abside troviamo la prothesis e il diaconicon.
Separazione di archi su colonne. Dentro abbiamo perso le decorazioni. Finestratura in altro e lungo le pareti delle navate
laterali: molto traforata e molto illuminata. La luce si riflette sui mosaici.
Non c’è la trabeazione ma c’è un pulvino. i capitelli non centrano con il fusto
sottostante (è di una dimensione più piccola e materiali sono diversi): sono materiali di
spoglio.

Battistero degli Ortodossi o Neroniano

Uno dei fenomeni di Ravenna è quello della subsidenza: il terreno sprofonda e così anche gli edifici.
Il battistero originale si presenta di forma ottagonale, con quattro nicchie e colonne agli angoli. La copertura è
particolare è una cupola che viene tagliata con un sistema di archi all’interno del quale si aprono delle fenestrature. C’è
una decorazione in cui si vedono le figure degli apostoli. Quando questa si staccò, mise in luce la tecnica costruttiva:
corsi orizzontali di tubi fittili inseriti uno nell’altro (di derivazione orientale che arriverà anche nel mausoleo di Santa
Caterina a Milano).

Secondo periodo

Teodorico viene fatto ostaggio alla corte orientale e viene educato.


Teodorico costruisce un palazzo di cui esistono pochi resti e che viene rappresentato in un mosaico di Sant’Apollinare
Nuovo. Vediamo tre fornici, quello centrale più largo; sopra i capitelli c’è l’elemento del pulvino (concio di trabeazione);
sopra non c’è un allineamento tra colonne inferiori e colonne superiori, che cadono un po’ dove capitano. Lo spazio è
raddoppiato dalla colonna (?).
Sant’Apollinare Nuovo

Si presenta con tre navate, un abside, una copertura lignea (successivamente cassettonato), con un’ampia fascia
finestrata tutta ricoperta di mosaici (che rappresentano una cerimonia di corte imperiale ?). C’è un’idea di spazio
orientato che porta tutti a guardare da subito dall’entrata della chiesa l’altare. Il capitello è di ordine trionfale, di ordine
composito (vediamo gli ovuli e lancette ?)
Battistero degli Ariani

È a pianta ottagonale, con absidi che fuoriescono dallo spessore del muro e allargano la base dell’imposta. Non ho un
livello superiore ma la cupola si appoggia sul perimetro. È qualcosa di simile ad una volta a padiglione che cerca di essere

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raccordata un elemento circolare: vediamo i lacerti di muratura posti negli spigoli dei lati che sono piccoli pennacchi che
cercano di fare diventare l’ottagono un cerchio.
Mausoleo di Teodorico (470-526)

È un edificio su due piani costruito con opera quadrata, con blocchi di pietra, secondo alcuni provenienti da Istria, forse
da un edificio romano smontato; in ogni caso, la calotta di copertura è monolitica (o è stata sollevata o trascinata).

Il piano inferiore è più largo di quello superiore e ha dieci lati, il che fa pensare ad una sorta di loggiato al piano
superiore. Le forme delle piante sono anch’esse diverse: sotto la muratura è più compatta e un’ambiente a forma di
croce con finestre a feritoia; l’ambiente superiore è di forma circolare.

Terzo periodo
Periodo legato a Giustiniano. L’Esarcato cade sotto la dominazione dell’impero bizantino. A Diocleziano si deve
soprattutto la costruzione della Basilica di S. Vitale.
Basilica di San Vitale (530-547)

Commissionata dal vescovo Ecclesio [521-532]


Iniziata con il vescovo Vittore [538-545] Terminata con il vescovo Massimiano tra il 546 e il 548.
Finanziata dal banchiere ravennate Giuliano.
Legata alla corte imperiale – ritratti di Giustiniano e Teodora
La pianta centrale ottagonale a doppio involucro. Presenta delle nicchie con due colonne per ognuna (ricorrente anche a
Costantinopoli, tanto che si pensa che possa derivare da Santi Sergio e Bacco). C’è un nartece tangente ad uno spigolo
dell’ottagono: scelta insolita ma, poiché gli absidi sono due, può essere che sia stato posto su quel lato per duplicare gli
ingressi.
Dietro, tra il nartece e il corpo di fabbrica ci sono due scale a chiocciola di forma circolare: mi immagino quindi due torri
che salgono al livello superiore. L’abside è come quella orientale: interna semicircolare, esterna poligonale. Forti
derivazioni dal mondo orientale (molto importante infatti la committenza di
Giustiniano). L’alzato si sviluppa su due piano. Poi c’è una galleria che si affaccia
sull’invaso centrale. Salendo c’è un tiburio (cupola internamente, esternamente
inscritta in un tiburio). Ci sono delle “lunette” come elementi di raccordo, perché
la cupola circolare deve poggiare su uno spazio ottagonale. La cupola è finestrata
alla base dell’imposta della cupola (sarà poi ricostruita e cambiata). L’interno ha
murature rivestite, grandi pilastri di forma trapezoidale e seguono l’andamento
radiale della costruzione. Sono rivestiti per la parte inferiore da un opus sectile. Le absidi sono coperte da sistemi voltati
che servono a contrastare le spinte e mantengono l’equilibrio.
Sant’Apollinare in Classe

Ha tre navate e i soliti sistemi di absidi e prothesis/diaconicon. Pesantemente ristrutturato.


Questo tipo di basiliche saranno poi presenti anche nelle aree prossime a Ravenna
(Veneto e al di là dell’Adriatico, come in Istria).

6 Novembre
Riassunto “Tre capitali cristiane”: uno dei temi importanti per quanto riguarda Roma
è che Le prime basiliche paleocristiane vengono costruite da Costantino su proprietà
personali. Costantino, per evitare di scontrarsi col Senato, costruisce su proprietà
private le basiliche, e le costruisce comunque come grandi edifici pubblici. Si
concentra nella trattazione della Basilica di S. Giovanni in Laterano, costruita sopra gli
Orti della famiglia dei Lateranensi, confiscati da Nerone. La sua grandezza è tanta

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quanta quelli degli edifici pubblici imperiali. Costantino si autocelebra all’interno di queste costruzioni, quindi non
potevano essere mediocri.
Il metodo di Krautamer (?) si basa su un’analisi che affronta quali argomenti? Nel capitolo di Costantinopoli egli illustra
come la chiesa orientale di Costantinopoli sia un’emanazione del potere imperiale. Diverso dal contesto romano e
milanese, che sembrano avere un rapporto politica-religione completamente diverso. Inizialmente Costantino fa la
donazione a Roma affinché venissero costruite delle basiliche; poi la chiesa urbana ha una progressiva autonomia. Ciò
non avviene nella chiesa orientale. Per quanto riguarda il rapporto politica-religione: la chiesa orientale è da sempre
assoggettata ad un potere imperiale.
Sia a Roma che a Milano le chiese vengono interamente costruite all’esterno delle mura (a parte la basilica Nova a
Milano). A Roma manca una chiesa centrale, perché Costantino non voleva sfidare la potenza delle antiche famiglie che
erano ancora pagane o conservatrici. Quando 60 anni dopo in centro a MI viene costruita la basilica Nova si ha una
diversa situazione, perché Ambrogio si pone al centro della città. Il vescovo diventa una figura emancipata al potere
politico: Ambrogio riesce a dividere il potere temporale da quello spirituale. Da qui diventa evidente quello che sarà lo
scisma tra chiesa occidentale e orientale: quella occidentale sarà autonoma e andrà a costituire un proprio potere,
quella orientale sarà un po’ sempre suddita del potere imperiale. L’autore sottolinea anche l’estraneità alle chiese di
Ambrogio rappresentata dalla chiesa di S. Lorenzo. egli ipotizza che la chiesa di S.L. sia stata commissionata da un
personaggio imperiale perché era molto ricca e complessa delle altre costruite da lui stesso. Ambrogio infatti aveva lo
scopo di diffondere il culto nel territorio, oltre a non disporre delle stesse risorse di un imperatore. Non aveva ambizioni
di monumentalismo, a differenza di Costatino.
Nella prefazione Krautamer dice che avrebbe voluto scrivere un altro capitolo su Treviri

Con la caduta dell’impero romano abbiamo o un progressivo spostamento delle popolazioni da est a ovest (alcune fanno
lunghi percorsi, come i Longobardi che pare siano originari della penisola meridionale della Scandinavia, che siano scesi
lungo il corso dell’Elba, sia arrivati nell’antica Ungheria e che da qui siano penetrati in Italia). Questa penetrazione
genera particolari situazioni politiche, lo stesso genera la penetrazione dei Visigoti nella penisola Iberica e dei Sassoni nel
nord della Francia e poi Gran Bretagna. Gran parte delle popolazioni barbariche prendono gli usi e i costumi dei luoghi
che occupano. Quindi in questo periodo riconosciamo anche un esito architettonico dovuto alla commistione dei popoli
che nei secoli precedenti erano nomadi.

Architettura longobarda: 568 – 774, Italia


Architettura merovingia: V secolo – 751, Francia
Architettura Visigota: V secolo – 711, Spagna
Architettura carolingia: 751 –, Europa (con Carlo Magno)
Architettura ottoniana: X – XI secolo, Germania e Italia (dopo Carlo Magno)

Architettura longobarda
Longobardi in Italia

568: i Longobardi arrivano in Italia [Alboino]


569: presa di Milano Fine VI secolo: si convertono al cattolicesimo [storia di Teodolinda]
751: Astolfo conquista Ravenna «rex langobardorum ac romanorum»
774: Carlo Magno sconfigge i Longobardi

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I Longobardi non scelgono una ver e propria capitale: c’era una pseudocapitale, Pavia, che era molto importante, poi
c’erano i ducati (importanti quello di Spoleto e di Benevento, che passeranno nella mani dei carolingi). Era
un’organizzazione federale.
Tra le poche architetture longobarde ricordiamo il:
Tempietto di Cividale del Friuli
È una piccola costruzione rettangolare preceduta da un nartece. La prima parte di questo ambiente è coperta da una
volta a croce e poi abbiamo un sistema di volte a botte nel presbiterio; il sistema è diaframmato da colonne, suddiviso
da una piccola aula da una transenna su colonna. Le decorazioni della controfacciata sono di grande qualità, con tecnica
dello stucco.
San Salvatore a Brescia e Spoleto

Tra le città e architetture longobarde ricordiamo San Salvatore a Brescia, San Salvatore a Spoleto, con materiali di spoglio
provenienti dalle vicinanze. Alcuni materiali di spoglio vanno a costituire anche il tempietto Alle Foci del Clitunno a
Perugia. Si pensava fosse un edificio tardoantico ma poi si è rivelato essere un vero e proprio tempietto votivo di età
longobarda: gli stucchi del timpano sono congruenti col resto della ostruzione. La terminazione è absidale.
Viene studiato anche da Palladio e lo inserisce nei quattro libri pubblicati a Venezia nel 1570.
Santa Sofia, Benevento

Nel ducato di Benevento ricordiamo l’edificio di Santa Sofia, a pianta centrale e doppio involucro. Internamente abbiamo
sei colonne che disegnano un esagono (forma desueta nelle chiese), che viene raddoppiato o aumentato da un sistema
di pilastri con opus mixtum, che non sono più orientati in senso radiale ma paralleli alle murature
circostanti.
C’è poi una forma particolare che fa di questo edificio a pianta centrale a doppio involucro un edificio
molto particolare ed inedito.

San Vincenzo al Volturno, Isernia

È legato alle fondazioni monastiche. Siamo in provincia d’Isernia, lungo la via di passaggio che porta
in Abruzzo e che unisce il Mar Tirreno e il Mar Adriatico. È un complesso di fondazione longobarda,
fondato da tre personalità del mondo longobardo, che sopravvive all’età longobarda; sarà distrutto
dai Saraceni, mandati dal Duca di Benevento, perché aveva raggiunto un potere eccessivo, aveva assoggettato,
attraverso donazioni, molti territori (faceva gola al potere temporale). La chiesa è molto grande, 100 m circa di
lunghezza, preceduta da un atrio. C’è una cripta semicircolare, anche all’interno. Probabilmente è una cripta di
pellegrinaggio dove viene deposta una reliquia: questo andamento semicircolare permetteva ai
pellegrini di scendere sotto l’altare, girare intorno all’abside e uscire dalla parte opposta.

Visigoti in Spagna
Dal V secolo al 711
Toledo capitale
Ricordiamo il mantenimento dell’opus quadratum: questo è evidente nell’edificio di San Pedro
della Nave, a Zamora (edificio quasi completamente ricostruito, quindi non sappiamo quanto
l’opus sia originale) e a Santa Maria de Naranco, ad Asturia.
Santa Maria de Naranco

È un edificio particolare, che potrebbe non essere religioso: un parallelepipedo stretto e allungato, disposto su due piani:
il piano superiore presenta un ambiente rettangolare con due logge e con un accesso con due corpi scalari e due rampe
contrapposte. Esternamente c’è un sistema di contrafforti originati dal fatto che il piano superiore e inferiore sono

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coperti da una volta a botte con sottarchi che esternamente vengono rafforzati dalla presenza di contrafforti. È un
modello che ritroveremo all’interno dell’architettura delle vie dei poli imperiali.

L’impero dei Franchi si amplia progressivamente fino ad arrivare all’assoggettamento delle aree dei Longobardi del nord
compreso Roma. Questo impero durerà fino all’843 quando verrà suddiviso tra i tre figli di Ludovico il Pio generando
l’inizio della suddivisione delle attuali nazioni.

Architettura carolingia
È un’architettura che riprende alcuni presupposti osservati nell’architettura tardo antica: stiamo parlando di quello che
diventerà il Sacro Romano impero, termine che ci indica due importanti caratteristiche dell’impero:
• Stretto legame con la chiesa: Carlo si fa incoronare imperatore dal papa. Legittima l’autorità imperiale. Unificazione
liturgica basata sul rito romano
• Romanità: l’imperatore trova una continuità del proprio potere all’interno di quello che era stato il potere imperiale in
età romana. Come per gli imperatori romani, anche Carlo Magno, che si fa incoronare imperatore nella notte di Natale
dell’800, affida all’architettura, all’architettura e all’arte la propria propaganda politica. C’è quindi una:
• Promozione della letteratura, dell’architettura e dell’arte come strumenti di propaganda politica
– Mondo antico preso come modello politico e istituzionale. Recupero della tradizione classica e tardoantica come una
volontà di riconfermare il proprio potere e rinnovare l’impero romano (Renovatio Imperii). Viene affidato alle abbazie
benedettine, rafforzate come enti di governo del territorio, il compito di tramandare e trascrivere i codici conservatisi
dall’antichità. Tutto il patrimonio della conoscenza degli antichi, che con le invasioni dei barbari erano andati distrutti o
dispersi, viene recuperato e conservato grazie agli scriptoria, luoghi in cui si copiavano i documenti.
– Riforma del sistema di istruzione e nascita degli scriptoria – invenzione della minuscola carolina (molto simile al nostro
stampatello minuscolo; sottolinea importanza di Carlo Magno e dei Carolingi).
– Riscoperta delle opere della letteratura classica – accanto a sé Carlo Magno sceglie dei conoscitori della cultura
classica: Paolo Diacono, Eginardo, Alcuino

L’architettura recupera quindi il rapporto con la classicità.


1. Recupero di alcuni caratteri della classicità romana
- arco a tutto sesto
- importanza conferita alle masse murarie (che sostengono archi voltati)
- Ripresa alcuni elementi ordine architettonico
- Uso o richiamo tipologie antiche
2. Studio degli edifici antichi e del trattato vitruviano
- Eginardo, colto latinista di corte, sovrintendeva alla costruzione delle fabbriche imperiali
3. Individuazione di modelli dalla tarda antichità legati grandi imperatori (Costantino e Diocleziano, per esempio)
(fusione della romanità con il cristianesimo)
- Roma costantiniana

• La committenza di questo periodo è impressionante. Committenza imperiale e fondazioni imperiali. Carlo Magno fonda
soprattutto monasteri, che possono essere strumenti di amministrazione del potere politico e della presenza
dell’imperatore sul territorio. I monasteri vengono dotati di grandi ricchezze e si legano al potere imperiale e governano
il territorio nel nome dell’imperatore, versando tributi e cercando di ricostituire un rapporto economico tra la
fondazione e il territorio (75 palazzi, 7 cattedrali, 232 monasteri).

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• Questi monasteri adottano tutti la regola benedettina, l’unica esistente al
tempo. Importanza dei monasteri benedettini per la diffusione dei caratteri
architettonici (san Benedetto, 540; 817 regola di san Benedetto applicata a tutte
le fondazioni)
• Pseudocapitale ad Aquisgrana, città già romana. Presenta delle terme di acqua
calda. Qui costruisce edifici che richiamano il potere imperiale, ricostruisce un
palazzo, un’aula regia, un corridoio di passaggio con probabilmente un arco di
passaggio al centro, e una cappella palatina con due diverse fondazioni
(basiliche) che si oppongono sui lati della cappella.
C’era anche un quartiere militare, a protezione dell’imperatore.
Cappella Palatina

792: inizio dei lavori su disegno di Odo di Metz


805: consacrazione
È l’edificio più interessante della tradizione carolingia. Costruita all’inizio del 9 secolo: impianto ottagonale al centro, 16
lati all’esterno. Due torri scalari che stringono un ambiente di facciata che si sviluppa su due piani. Superiormente, sopra
il de ambulatorio del piano inferiore, abbiamo anche una galleria superiore. Dalla parte opposta all’ingresso c’è l’abside
che, in questo caso, è quadrata. I pilastri sono in forma radiale. Perché i pilastri sono 8 dentro e 16 fuori? Chiaramente il
perimetro esterno è più grande dell’interno. In questo caso i settori radiali, solitamente trapezi, sono quadrati. In questo
modo posso fare una volta a crociera su base quadrata, più semplice che farla su base trapezoidale.
Superiormente abbiamo una presenza opposta all’ingresso: ai lati due corpi scalari portano all’ambienta più alto e che si
erge dalla parte occidentale, cioè che diventa un corpo di fabbrica che sta a
occidente. Questo elemento sarà caratteristico di tutta l’architettura successiva, e
prende il nome di westwerk (costruzione occidentale): è un luogo privilegiato
destinato all’imperatore, che può assistere alla messa da un ambiente più alto.
Ancora oggi esiste il trono di C. Magno. Il westwerk diventerà un elemento
connotante le facciate di età carolingia e ottoniana. L’idea di un corpo di fabbrica
davanti alla facciata più alto della fabbrica stessa, connoterà varie costruzioni
anche di età romanica e alcuni di età gotica. Anche alcune chiese italiane
conservano l’idea del westwerk. Questa è una novità di questo periodo.
Dalla sezione vediamo il primo ordine della chiesa, il livello superiore con la torre del westwerk, la posizione del trono,
affacciata sulla chiesa esterna.
La copertura è a volta a padiglione su base ottagonale che poggia su un tamburo finestrato. L’intero sviluppo della
copertura è racchiuso all’interno del tiburio. L’interno è rivestito da lastre di marmo proveniente da Vienna e Roma, due
capitali imperiali.
L’interno è rivestito di lastre di marmo la cui provenienza è attestata come quella da Ravenna e Roma, entrambe capitali
imperiali, volte, nell’utilizzo di materiali di spolia, a rappresentare la continuità con l’impero romano.
È una chiesa che possiamo definire “a doppio involucro”.
In ordine cronologico:
1. Il secondo: San Lorenzo a Milano. Qui ci sono tre sacelli/mausolei (Sant’Aquilino, Sant’Ippolito e San Sisto)
2. L’ultima in basso, a doppio guscio, è a Bisanzio, Santi Sergio e Bacco. Ottagono all’interno di un quadrato
quadrilobato con 4 campanili negli angoli.
3. Il terzo è San Vitale a Ravenna con un nartece tangente a uno degli spigoli del rettangolo. Otto lati fuori e otto
dentro
4. quello sulla sinistra è la Basilica Platina.
Tutte e quattro sono architetture di fondazione imperiale e quindi apparentate tra loro non solo dalla committenza e
dall’impianto centrale, ma dal doppio involucro.

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Torhalle, Lorsch

Costruita tra il 760 e il 790, è una porta di ingresso di un complesso abbaziale. Riprende la tipologia dell’arco di
trionfo, arco inquadrato dall’ordine architettonico. Ci sono due locali, che sono due spazi che al loro interno
conservano dei corpi scalari che permettono di accedere al piano superiore.

In età carolingia viene codificato lo schema dell’impianto monastico benedettino. Questo è testimoniato a una
planimetria, la pianta di Sangallo. È importante perché presenta questa fondazione. Siamo forse nei primi
decenni del 9 secolo. Forse Eginardo prova a dare una scansione organica ai deversi locali e diverse
destinazioni d’uso delle parti che compongono un’abbazia.
Abbazia di San Gallo

Siamo di fronte ad una codificazione di un impianto monastico. Alcune caratteristiche


ricorrono in quasi tutti gli impianti monastici e conventuali dei secoli successivi. Gli elementi
principali di un monastero/abbazia/convento sono il chiostro che distribuisce gli spazi della
vita comunitaria e che si pone sul lato lungo della chiesa verso sud: la chiesa è orientata e
l’abside in cui c’è l’altare è quella che sta su ed è rivolta ad est  il chiostro è a sud, perché,
sorgendo ad est, passando per sud e tramontando ad ovest, evito che la chiesa faccia ombra al chiostro. Il chiostro
quindi disimpegna le funzioni della vita collettiva. Gli ambienti destinati alla vita collettiva dei monaci sono il refettorio,
luoghi di riunione (sala capitolare), foresterie e infermerie. Al piano superiore del chiostro ci sono le celle.
La chiesa si trova affianco e ha un coro dove i monaci fanno l’ufficio corale, cioè la messa quotidiana tutti insieme.
Tutto intorno ci sono dei locali legati all’attività lavorativa dei singoli monaci (ora et labora). L’attività manuale e pratica
viene svolta nelle officine intorno, che non fanno parte della zona più nobile del chiostro. Ci sono anche recinti per
animali domestici,…
Alcune opere di alta oreficeria sono l’Altare di Sant’Ambrogio. La basilica di Sant’Ambrogio viene
destinata da Carlo Magno ai monaci benedettini.

L’architettura carolingia si differenzia dall’architettura precedente per il complesso occidentale


del westwerk. Inizialmente è il luogo da cui l’imperatore assiste alla messa ma progressivamente
viene destinato a cerimonie o liturgie particolari, o come luogo in cui vengono conservate
reliquie, mostrate ai pellegrini.
Chiesa abbaziale a Corvey con westwerk costruito tra l’873 e l’885, molto sviluppato in altezza
con due torri che stringono la facciata e un corpo di fabbrica che sta davanti alla chiesa opposto all’altare.
Questo c’è anche nell’abbazia di Centula, chiesa abbaziale di San Ricarlo, dove il westwerk diventa quasi un raddoppio
del transetto; abbiamo due corpi scalari che stringono la parte del presbiterio e due che stringono il corpo vero e proprio
del westwerk, così che a chiesa assume una conformazione di due torri poste sull’incrocio tra navata principale e
transetto e navata principale e westwerk.
Angilberto, 790-799

A Milano, tra le architetture carolinge e ottoniane, c’è l’impianto di San Satiro.


Sacello di San Satiro, IX secolo

Ha l’impianto di croce greca inscritta in un quadrato con cupola centrale e cupolette


nei quattro angoli. Questo tipo di impianto è detto centrale quadrato, quadrilobato.
Quattro absidi sugli assi maggiori. Ci sono quattro sostegni che reggono la cupola (le
cupolette ?) E’ un impianto quinconce.

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L’architettura ottoniana
Architettura europea del periodo della dinastia degli Ottoni, tra la seconda metà del X secolo e l’inizio dell’XI secolo
Influenze bizantine dovute al matrimonio tra Ottone II e la principessa Teofano.
Dinastia degli Ottoni – Sacro Romano Impero Germanico
Ottone I: 962-973
Ottone II: 973-983
Ottone III: 983-1002
Enrico II di Sassonia: 1002-1024

La committenza non è più esclusivamente imperiale ma legata anche a diverse abbazie, monasteri, vescovi.
In questo periodo nascono anche le giurisdizioni territoriali, le pievi, poco più piccole delle attuali province e hanno una
chiesa madre, la chiesa plebana (o chiesa matrice), come luogo più importante della comunità cristiana. A fianco della
chiesa plebana c’è sempre un battistero.
Chiesa di San Michele a Hildesheim, 996

C’è ancora un sistema a doppio transetto, con doppi scale che permettono di arrivare al piano superiore. C’è una grande
cripta in controfacciata. Fu pesantemente ricostruito. Riconosciamo le due torri sul doppio transetto (uno vero e proprio,
l’altro lo diventò successivamente all’idea di westwerk). La copertura è lignea e le murature sono massicce.
Sant’Abbondio, Como

Anche Como ha i due campanili; possiamo pensare ad una derivazione nordica.

San Fedele, a Como, potrebbe richiamare sia Santa Maria in Campidoglio, sia San Lorenzo a Milano.
Chiesa abbaziale di Cluny II, Cluny

Cluny I: fondata nel 910 da Guglielmo d’Aquitania


Cluny II: ricostruzione tra il 948 e il 981 per volontà dell’abbate Maiolo di Cluny
Cluny III: fondata nel 1088

GLOSSARIO

Il vantaggio della capriata è che permette i avere murature leggere perché spinge in verticale e
non laterale.

22. sant’Irene a Costantinopoli


23. San Vincenzo al Volturno
27 baccellatura in basso elementi rettangolari ricurvi (sorgenti del Clitumno)

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Architettura romanica
Mentre nell’architettura paleocristiana e negli impianti longitudinali, la copertura era prettamente lignea,
nell’architettura romanica si adotta un sistema voltato.
Il termine deriva da:
- adattamento italiano di «roman», che richiama la lingua romanza. Una sorta di
trasformazione operata anche nella lingua, che prende delle declinazioni regionali (già
con l’IIX secolo non si parla più latino puro). Si formano le prime lingue.
- Presunta continuità con l’arte di costruire di Roma antica
Ma:
- «velocità diverse». Il romaico non è tutto uguale in Europa, ma ha diverse velocità a
seconda delle aree geografiche, oltre ad esserci le diverse declinazioni regionali.
- Le diverse velocità ci portano a pensare che esiste un preromanico, un romanico e un
tardoromanico.
- Un’altra cosa è il neoromanico: si enuncia nel corso dell’800 quando vengono ripresi i
diversi stili storici. È il periodo dell’eclettismo, di ripresa degli stili del passato.
L’architettura diventa incapace di esprimersi con la propria lingua e quindi si affida alla lingua del passato. Gli stili scelti
devono essere adatti alle diverse tipologie di edifici.

Il cronista Rodolfo il Glabro (985-1047) racconta che in questo periodo l’Europa si ricopre di “un candido manto di
chiese”. Candide perché in pietra. L’architettura romanica non è un fenomeno di isole culturali e di alcuni centri signorili,
ma una ripresa generalizzata.
C’è un grande aumento di edifici e nuove tecniche perché:
Diversi tipi di committenza, generate da un disgregamento del potere centrale:
a) Committenza reale e imperiale
b) Committenza monastica: ordine benedettino e cluniacense (abbazie, priorati, monasteri)
c) Committenza comunale (comunità locali – chiese plebane e vescovi costruttori)
C’è una ripresa dell’urbanizzazione, rinascono i comuni e quindi la costruzione di edifici. I comuni nascono perché in
questo periodo (XI-XII) c’è una situazione climatica favorevole (aumento quindi anche della produzione)
Altre caratteristiche:
• Fenomeno europeo, momento di unità stilistica
• ma forte regionalizzazione del fenomeno (esistenza di forme architettoniche diverse)
• Architettura voltata (con alcune eccezioni)
• Fusione di esperienze occidentali e orientali, motivati da movimenti e pellegrinaggi
• Importanza della liturgia, a cui arte, architettura,… si adattano. Alcuni elementi all’interno di chiese li possiamo
spiegare come conseguenza liturgica.
Diffusione su larga scala; caratteri comuni ma specificità locale; edifici soprattutto in pietra; diffusione di forme dovute
ad una nuova mobilità e, con le perone, circolano anche idee, tecniche e modelli. La circolazione di idee è favorita anche
a crociate, pellegrinaggi, artisti, abati e vescovi che magari cambiano abbazia, maestranze che stagionalmente si
spostano per lavorare e portano con sé le proprie tecniche lavorative,...
Tra le tante mobilità, le più importanti sono quelle legate alle crociate.
(638 caduta di Gerusalemme -- 1099 e 1187 Riconquista e caduta di Gerusalemme)
Gli altri percorsi legati alla mobilità sono legati ai pellegrinaggi. I pellegrinaggi principali vanno verso Roma, verso
Gerusalemme e Santiago di Compostela (che conserva la tomba dell’apostolo San Giacomo Maggiore). Questi percorsi li
tracciamo grazie ad una serie di diari, come quella di Sigerico.
La gran parte delle chiese lungo il percorso dalla Francia alla Spagna presentano caratteristiche comuni. Esse sono:

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• Grandi dimensioni, soprattutto per il ricovero dei pellegrini e per la loro quantità
• Corpo occidentale di facciata con due torri disposte a cinque o tre navate con un percorso perimetrale lungo le
murature (grande deambulatorio) che passa delle cappelle poste nel transetto e intorno al deambulatorio intorno a un
coro (tornacoro) dove vengono impostate delle cappelle a radiali che ospitano le reliquie dei santi.
• Abside ben sviluppata, con deambulatorio e cappelle radiali
• Transetti molto sporgenti a tre navate
• Gran parte delle navate laterali sono coperte da colte a crociera, mentre la navata centrale e il transetto sono coperte
da volte a botte con sottarchi.
• Navate laterali minori con matronei voltati a quarto di cerchio
• Ricchi apparati scultorei

Il matroneo è una novità, con la funzione, non di ospitare le donne, ma perché è un elemento strutturale, un elemento
voltato che aiuta a contrastare nel spinte della navata a botte sulla navata centrale.
Saint-Sernin, Tolosa

Iniziata prima del 1080


Consacrazione dell’altare maggiore nel 1096
Conclusione dei lavori nel corso del XIII secolo

Sostanziali differenze rispetto al periodo precedente: c’è una volta a botte continua sulla navata
maggiore, un sistema di volte a crociera sulle navate laterali, un matroneo, un coro con
deambulatorio e cappelle radiali.
C’è un corpo di fabbrica davanti, una torre in corrispondenza del punto di incrocio di navata
principale e transetto.
Sainte-Foy, Conques

Costruita a partire dal 1040 circa.


L’abside diventa con deambulatorio e cappelle radiali, più le due cappelle legate alla terminazione
della parte legata al transetto. L’interno è a botte con sottarchi che poggiano su semipilastri di doppia
altezza. Ci sono due livelli: piano inferiore delle navate laterali, piano superiore del matroneo che
serve per contraffortare le spinte della navata.

Caratteri architettonici dello stile romano:


1.Sistema voltato (arco a tutto sesto)
2. Importanza statica del pilastro rispetto alla parete: campata (unità spaziale nella costruzione del
sistema voltato)
3.Tiburio
4.Transetto, che può esserci come non esserci (chiesa di Sant’Ambrogio a Milano non ce l’ha)
5.Cripta, non solo luogo di deposizione delle spoglie ma anche ad oratorio
6.Massa muraria articolata da gallerie, archetti e lesene
7.Modulo geometrico (quadrato, cubo): se costruisco un sistema di campate coperte da volte, utilizzo delle centine che
verranno riutilizzate. Le navatelle laterali sono un sottomultiplo del quadrato nella navata centrale.
8. Intento narrativo della scultura
9.Riferimenti a particolari modelli, sia orientali che occidentali
10.Nascita di personalità di architetti e scultori

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La cattedrale romanica
La facciata è a salienti: enuncia lo schema all’interno dell’edificio, è tripartita da lesene. La facciata presenta tre aperture
in corrispondenza delle tre navate. Normalmente le aperture sono divise per sessi: dx uomini, sx donne; al centro c’è
un’entrata trionfale in occasione ci cerimonie. L’ingresso è preceduto da due leoni che reggono delle colonne cosi da
creare una piccola copertura dell’ingresso che prende il nome di protiro. Sopra il protiro c’è una loggia e di fianco un
sistema di logge, anche cieche, costituita da trifore. Sotto le trifore ho un sistema di archetti pensili che sono solamente
decorativi. Internamente riconosco la campata quadrata coperta da una volta a crociera al centro che presenta strutture
e pilastri più importati agli angoli della campata quadrata; al centro ci sono elementi più deboli. I più grandi
contraffortano le spinte della volta a crociera, quelli più piccoli per le navatelle laterali.
Abbiamo quindi un sistema di sostegno forte-sostegno piccolo-sostegno forte: questa alternanza prende il nome di
sistema obbligato o sistema alternato. Difficilmente abbiamo una cupola.
La volta a crociera di forma quadrata ha nelle navate laterali delle volte a crociera che sono un quarto della sua
grandezza. Lo spazio centrale più alto raccoglie le spinte della volta a crociera e quindi i costoloni si appoggiano sui
quattro punti e devono essere più grandi. Le altre volte a crociera si appoggiano sia sui grandi, che su quelli più piccoli.
Per questo ho sostegno grande-piccolo-grande. Sopra le navate laterali ho un matroneo che ha la funzione di
contrastare le spinte della volta centrale. Se metto una galleria superiore alle navate laterali non do la possibilità di
aprire delle finestre: sono chiese molto buie. L’altare è sopraelevato perché sotto ho la cripta.
In questo periodo non fanno cupole emisferiche, ma piuttosto volte a padiglione su base ottagonale chiuse da un tiburio.
Nelle cattedrali romane manca la continuità… ho tante campate che si susseguono, tanti spazi unitari e frammentati, non
uno spazio fluido. Non ho più lo spazio orientato della basilica paleocristiana, ma è ritmato da elementi tra loro
discontinui.
Campata= spazio quadrato coperto da una volta a crociera costolonata
Doppio tratteggio dell’immagine: volta a crociera con dei costoloni
Trombe e pennacchi: i primi hanno una superficie sferica, sono a più riprese, non sono continui; i secondi, invece, sono
continui.

Campata:
•volta a crociera
•sistema alternato o obbligato
•matroneo
•problema dell’illuminazione interna

“Campata: Il termine campata è usato per definire lo spazio che si trova fra due o più
elementi portanti di una struttura.
Sistema alternato o obbligato: Il sistema obbligato, detto anche sistema alternato, è
costituito dall’alternanza, lungo la navata di una chiesa, degli elementi di sostegno
formati da pilastri e colonne o pilastri complessi e pilastri più semplici. L’alternanza dei
sostegni evita la monotonia della navata e serve a rinforzarla. Inoltre, i pilastri dei due lati della navata sorgono ai
quattro angoli di un quadrato ed individuano una campata.
Matroneo: Loggiato percorribile corrente al di sopra delle navata laterali di un edificio, aperto sulla navata centrale. Il
termine deriva da matroneum “luogo riservato alle donne”, poiché un tempo si credeva che fosse questa la sua
funzione. La sua funzione è strutturale e statica, e liturgica”

GUARDA ELEMENTI DELLA CATTEDRALE ROMANA PPT 24, SLIDE 18

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Modelli
Sant’Ambrogio

Sant’Ambrogio è il modello dell’architettura romanica. Gli elementi trasversali sono delle catene in ferro
che servono per evitare che l’arco si apra, elementi in ferro, murati, posti perpendicolarmente. C’è un
ciborio e degli elementi con riprese, chiamati trombe (archi gettati per far passare la forma geometrica da
quadrato a ottagonale). Ci son o tre absidi, il sistema obbligato, e non c’è un transetto. Viene ripreso nel
duomo di Modena o a san Zeno a Verona.
Santo Sepolcro

Quello che Elena comincia a fondare come anastasis, come chiesa sul
luogo del sepolcro di Cristo, come luogo del Golgota e poi come basilica
annessa, diventa un modello, evidente a crociati e pellegrini. L’elemento
circolare dell’anastasis diventa un modello.

Duomo Vecchio, Brescia

Per esempio, questo è evidente anche nel Duomo Vecchio di Brescia (spazio circolare a doppio
involucro con cripta), così come San Giovanni al Sepolcro. Nel mondo medievale non tutto è uguale al
modello, ma spesso sono anche semplici citazioni.

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Circolare è anche la struttura di Saint Benigne a Digione, pensata simile al Santo Sepolcro, di San Lorenzo a Mantova,
della Rotonda ad Almenno San Bartolomeo.
Cluny II

C’è un transetto sviluppato con due cappelle. C’è una terminazione absidale con cappella maggiore e cappelle laterali.
Questo lo vediamo anche in quello che era il Duomo di Santa Reparata a Firenze.
San Giovanni, Roma

È il modello per i battisteri. In tutte le capo pievi troviamo un battistero.

Caratteri:
- Articolazione della parete esterna: devo alleggerire la massa muraria. A San Michele, Pavia, abbiamo una
facciata a capanna, una galleria sommitale e una tripartizione data dai semipilastri a fascio che scendono e
tripartiscono la facciata. Archetti pensili sotto le trifore; lesene scendono e scandiscono la parete; gallerie cieche
nell’abside; due discese della lesena, due contrafforti. Poi ripete allo stesso modo. Semplice ma ripetuto.
- Cripta: sotto l’altare maggiore c’è una cripta. San Vincenzo a Galliano (protoromanica, 1007 la consacrazione).
Sotto la chiesa di Milano del S. Sepolcro (1030- vedi pianta su PPT 24 slide 38), sul vecchio foro romano, c’è una
cripta.
- Ruolo narrativo della scultura: per rafforzare la fede delle parole ci si serve di immagini. La scultura e la pittura
assumono quindi un ruolo narrativo ed educativo, in cui le persone riconoscono come vere le immagini che
hanno letto o sentito. Ogni elemento è un significante che rimanda a un significato preciso. Ogni elemento
decorato richiama un ciclo narrativo.
- Simboli: Spesso troviamo dei simboli, come a San Zeno c’è il leone stiloforo, che regge la colonna. Il leone un po’
richiama San Marco, un po’ perché ha valore simbolico di forza, la forza della chiesa. Può avere significato anche
in quanto guardia di qualcosa. I leoni possono essere utili anche per scacciare i
demoni.
Anche i capitelli scolpiti servono a comunicare qualcosa. Fino a quando la
Bibbia non verrà pubblicata, a meta del 400, ci si serviva della scultura e la
pittura per narrare.
Per esempio, l’aquila richiama l’evangelista Giovanni.
Il capitello slide 43 raffigura Giuda impiccato e i demoni che gioiscono ai suoi
piedi.
- Personalità di architetti e artisti: raffigura Lanfranco, col bastone del comando in mano; è colui che coordina i
lavori in cantiere dà gli ordini agli operai. Ha la scienza per affrontare la costruzione.

(ricorda il tempio di Salomone, a cui si ispira San Zeno, Verona, soprattutto per la tripartizione (che troviamo anche nelle
basiliche paleocristiane). Tripartizione significa: atro esterno, navata o tre navate dove stanno i fedele, un arco di trionfo
e una zona presbiteriale)

Quando i templi pagani vengono smontati, perché l’impero diventa cristiano, i materiali vengono riutilizzati per le
cattedrali paleocristiani.

12 Novembre

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Architettura romanica in Lombardia
Come abbiamo detto, uno dei principali caratteri è la sorta di recupero di alcune tradizioni costruttive del mondo antico,
soprattutto romano, che prevedono l’utilizzo di sistemi voltati per la copertura degli edifici. Questi sistemi voltati non
sono utilizzati in tutta Italia, e nemmeno in tutti gli edifici della Lombardia. All’interno del contesto lombardo abbiamo
infatti situazioni tra loro differenti anche tra provincia e provincia.
Quando parliamo di Lombardia, intendiamo un’area più ampia dell’attuale Lombardia, che comprende anche alcune
aree dell’attuale Piemonte, dell’Emilia Romagna e un’area veronese. Il romanico lombardo è stato riconosciuto come un
pezzo della storia del romanico europeo con caratteristiche molto precise e specifiche.
Verranno trattati soprattutto edifici religiosi (chiese, abbazie, basiliche, cattedrali, Duomo, battisteri). Saremo soggetti a
difficoltà relative alla datazioni, spesso imprecise a causa di restauri (soprattutto nel 500-600) che hanno impossibilitato
la datazione degli edifici con precisione.
Importanti in questo periodo sono le maestranze lombarde: a partire dall’alto Medioevo (secondo alcuni già dall’editto
di Rotari, 643) riconosciamo una abilità dei maestri lombardi che portano nella penisola italiana il loro sapere nella
costruzione di edifici religiosi. Il fenomeno delle maestrante nel campo dell’edilizia e dell’architettura è di lunga durata.
Molti riconoscono che nell’editto di Rotari ci sia un termine, “maestri comacini”, maestri provenienti dalle regioni dei
laghi oppure maestri capaci di utilizzare macchine all’interno del cantiere. Le maestranze hanno permesso la diffusione
di scelte architettoniche e ha creato una sorta di mito del capomastro lombardo.
L’architettura lombarda, durante l’11 e il 12 secolo, è soggetta ad un forte rinnovamento dovuto a diverse concause
(citate nell’architettura romana), con l’aggiunta di eventi naturali che colpiscono Milano, l’incendio del 1071-75, la
distruzione da parte di Federico Barbarossa (1162) o il terremoto del 1117. Vengono quindi ricostruiti molti degli edifici
demoliti: tra l’11 e il 12 secolo c’è un esplosione di costruzioni. Non sono cause insite nel rinnovamento formale ma nella
volontà di ricostruire edifici danneggiati.

Alcune date (PPT):


951 Ottone I re d’Italia (dal 962 imperatore)
1018-1045 Ariberto d’Intimiano vescovo di Milano
1054 Scisma con la chiesa d’Oriente
1071 e/o 1075 Incendi a Milano
1117 Terremoto
1118-1127 Guerra tra Milano e Como
1162 Distruzione di Milano da parte di Federico Barbarossa
1176 Battaglia di Legnano tra la Lega e Federico
1196 Pace con Como

La Lombardia era terra di passaggio, soggetta a diverse influenze, provenienti dall’architettura paleocristiana,
longobarda, carolingia, ottoniana e bizantina in alcuni casi. I luoghi con caratteri specifici sono legati alle provincie di
Milano, Pavia, Como, Varese e Brescia. I caratteri dell’architettura romanica lombarda in comune sono:
- volumi semplici
- absidi a tre fornici, che chiudono le navate (quindi absidi anche laterali)
- presenza di una cripta che si sviluppa come cripta ad oratorio, capace di ospitare la comunità
- costruzioni coperte a volta, anche se ancora lignee talvolta, con una particolarità: all’interno della chiesa
abbiamo la copertura tradizionale del catino absidale con la semicupola dell’abside, l’area del presbiterio (che ha
volta a botte) e il catino absidale sono preceduti da un sistema di volta a botte. Poi di norma sulle navate
principali e laterali solitamene delle volte a crociera costolonate. Volta a crociera sulle campate.

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- sistema alternato (successioni di pilastri più grandi e più piccoli): una particolarità è il modello di Sant’Ambrogio,
che comportava nell’adozione della campata coperta da volta a crociera alla quale corrispondono due campate
sulle navate minori, di avere un ritmo alternato.
- scarsa presenza di aperture e quindi luoghi molto bui: poche finestre perché sulle navate laterali ci sono i
matronei, quindi la luce proviene indirettamente dalle murature esterne verso la navata principale, a meno che
l’interno si sviluppi su tre livelli, situazione in cui avremmo luce dal terzo livello.
- pilastri in luogo di colonne: scompaiono le colonne a favore di pilastri a fascio che raccolgono i costoloni delle
volte a crociera.
- Tiburio, che diventerà una caratteristica peculiare dell’area lombarda anche nei secoli successivi.
- strutture campanarie autonome
- a volte c’è un quadriportico (Sant’Ambrogio), un nartece (spazio che anticipa la facciata principale o un protiro
(una leggera copertura che si regge su colonne libere avvolte su leoni stilofori).
- Modulazione della parete esterna, con lesene che scandiscono la parete,
archetti pensili, gallerie cieche,…
Come abbiamo detto possiamo suddividere il romanico in vari periodi: alcuni edifici
anticipano le scelte romaniche, alcuni ne sono la massima espressione e altri che
assorbono elle trasformazioni anticipando le forme successive.

Basilica di San Vincenzo a Galliano, Como


È un edificio protoromaico ed era in origine una basilica paleocristiana con battistero annesso. Galliano era capo pieve e
il battistero ne indica la dignità. Viene affidata all’inizio dell’anno 1000 a Arimberto di Intimiano, diacono (e poi diventerà
arcivescovo di Milano), che nel 1007 avvia un restauro dell’edificio, promuovendo dei cicli di affresco dove si fa
rappresentare nell’atto di costruzione del complesso; c’è anche un autoritratto in cui tiene tra le braccia il modellino
della chiesa e la offre. Oggi lo vediamo monco della navata laterale destra, demolita perché l’edificio perse di
importanza e diventò una cascina: gli spazi vennero quindi modificati.
Egli viene rappresentato con tra le mani la ricostruzione della basilica.
Le novità anticipatrici delle forme romane sono la presenza di tre absidi, una cripta sottostante l’altare che comporta
l‘innalzamento dell’altare, e una torre campanaria in facciata. All’esterno ci sono archeggiature
cieche che ritmano il sistema dell’abside principale, e una sistema di finestre superiori che fanno
parte dell’eredità paleocristiana, che premettono l’ingresso della luce e vanno a comporre la fascia
chiamata claristorio. Un sistema di aperture di questo tipo denota che il sistema di coperture interno
sarà ligneo. L’interno è affrescato. Non abbiamo materiale di spolia. La vetrata segna la mancanza
della navata laterale.

Nella cripta ad oratorio o i materiali sono stati sostituiti nel corso del 500 o sono materiali di
spoglio. Occupa l’intera area dell’abside principale quindi non è più solo in corrispondenza
dell’altare e non è più solo luogo delle reliquie dei santi.
Il battistero, invece, presenta una pianta quadrata quadrilobata. Superiormente questo quadrato da
origine a una galleria superiore che si affaccia su due aperture a lato. Conclude l’intera costruzione una volta a
padiglione finestrata chiusa all’interno di un tiburio. Il materiale è povero, sono pezzi di pietra provenienti da spolia di
edifici presenti nelle vicinanze forse già dall’età romana e la muratura è costituita da ciottoli di fiume disposti a spina di
Nella copertura ci sono degli elementi, le trombe, che raccordano la struttura ottagonale a volta ad uno spazio quadrato.
Basilica di Santi Pietro e Paolo, Agliate

È molto restaurata. La facciata è quasi interamente restaurata. Siamo in prossimità di un ponte sul fiume Lambro. Anche
in questo caso è un capo pieve. La basilica è a tre navate con facciata a salienti e un battistero annesso sul lato destro

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che permette una comunicazione diretta con la stessa chiesa tramite un elemento di passaggio. La torre campanaria è
stata completamente ricostruita.
Le novità sono le tre absidi e la cripta sottostante e la modulazione esterna della parete costituita da gallerie cieche che
servono per modulare le pareti esterni. Dall’architettura paleocristiana rimangono la navata principale più alta, il
claristorio, la copertura a soffitto ligneo, il sistema di spolia di colonne. Però c’è un elemento nuovo nell’area
presbiteriale che presenta una doppia copertura (del catino absidale, mezza cupola, preceduta
da un arco che diventa una volta a botte, sopra l’altare).
Ci sono elementi di spolia, anche nei capitelli. Il battistero è affrescato all’interno e ha 9 lati
all’esterno e 8 all’interno. Presenta archetti pensili. Non c’è struttura a doppio involucro né a
matroneo. È un’architettura molto povera e semplice.
La fase ricostruttiva è circa dell’11 secolo (probabilmente già esisteva dall’età paleocristiana e
subisce modifiche).

San Vincenzo in Prato, Milano

È una chiesa che presenta le solite novità. Siamo sempre in una fase di transizione. Tre absidi, cripta
sottostante. Venne venduta a dei privati e diventò una fabbrica chimica. Subì quindi alcune
trasformazioni quindi. Oggi si trova restaurata come fosse un modello di chiesa paleocristiana
internamente, e chiesa romana all’esterno: riconosciamo i volumi come originali ma non gli elementi
decorativi.
La cripta è di materiali che forse prevengono da un tempo romano nei pressi.

Santa Maria Maggiore, Pavia

Siamo al confine con l’area piemontese. Ha una fase di rinnovamento dovuta all’importanza di Lomello nel
Medioevo. Le dimensioni sono grandi. Ci sono discontinuità murario: non perfetta ortogonalità delle
murature dovuta perlopiù a demolizioni e ricostruzioni. L’interno presenta un sistema di archi trasversi
che servono a tenere insieme le due murature e che collaborano insieme alle coperture.
Nell’abside c’è il sistema di archetti ciechi. Una parte della chiesa non fu più ricostruita.
Sant’Ambrogio, Milano

È il modello per capire delle caratteristiche dell’architettura romanica.


La sua costruzione venne promossa da Ambrogio, quindi è paleocristiano (IV sec.) e subisce una fase ricostruttiva negli
anni 90 del 1000 che mantiene il perimetro della chiesa e la posizione dell’altare. Da tre navate scandite da archi su
colonne con unica abside si passa ad una chiesa costituita da un sistema di successione di campate chiuse da tre absidi.
Alle quattro campate della navata principale corrispondono otto campate sulle navatelle laterali. Le prime tre campate
sono coperte da volte a crociera costolonate, la quarta da una volta ottagonale avvolta da un tiburio. C’è poi uno spazio
coperto da una volta a botte e il catino absidale. Davanti alla facciata abbiamo due campanili. Nel 9 secolo questa chiesa
fu affidata anche ai monaci benedettini: a sud sorgerà il complesso del monastero benedettino di Sant’Ambrogio (il cui
disegno della riedificazione sarà affidato a Bramante alla fine dell’800); a est (sx) c’è la parte della canonica. I due
campanili non attestano una continuità con le forme del westwerk. I monaci si costruiscono il loro campanile e i canonici
il loro. L’edificio è preceduto da atrio quadriporticato, i cui sostegni sono uguali a quelli all’interno della basilica.
All’interno della basilica c’è un sistema alternato, con pilastri significativi in corrispondenza delle diagonali dei costoloni,
e pilastri più deboli in corrispondenza delle navate laterali.

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La facciata è particolare, con un portico che si avvolge su quattro lati e quindi comporta la costruzione di uno spazio
davanti all’ingresso. Superiormente questo spazio viene replicato (cioè viene replicata la quota del matroneo): si aprono
quindi 5 grandi archi che fanno entrale la luce e facendola arrivare all’intero tramite grandi finestre. La facciata è ritmata
da archetti pensili e colonnine decorative che stringono il sistema ad arco. Viene usata la pietra per elementi di
sostengo, laterizio per il resto. I campanili sono diversi tra loro e si trovano dalla parte dell’abside (che ha una forma un
po’ arcaica). Il tiburio è organizzato su due livelli e avvolge all’interno il sistema voltato. La quarta campata
è coperta da una volta ottagonale e, poiché lo spazio è quadrato, devo servirmi di un sistema di trombe
(elementi di archi semicircolari che vengono gettati da una parte all’altra; sono dei tronchi di cono). Il
ciborio copre l’altare maggiore al cui interno sono poste le spoglie di Sant’Ambrogio.
La copertura della prima campata della navata maggiore sono volte a crociera costolonate con costoloni
piatti.
Fu ricostruita più volte: sappiamo di una ricostruzione nel XVI secolo; viene poi bombardata e quindi
restaurata dopo la seconda guerra mondiale.
San Nazaro, Milano

È la basilica degli Apostoli. Fondata da S. Ambrogio. Questa basilica paleocristiana nasce in forma di
croce (sul modello dell’Apostoleion). Le volte sono a crociera costolonate e una copertura ottagonale
sull’incrocio tra la navata principale e il transetto e un sistema di trombe. Anche questa venne
restaurata.
(Era già un luogo di cimitero in età paleocristiana e in età paleocristiana vengono rifatte le murature
con sistema di volte a crociera).
S. Sepolcro, Milano

Costruzione dal 1030 o poco dopo con dedicazione alla SS. Trinità. Sappiamo questo perché si è
conservato l’atto testamentario del banchiere Benedetto Rozo, il committente. Egli voleva proprio una
chiesa costruita con tre absidi (pezzo di croce greca inscritta in un quadrato con tre absidi e una navata
con due campanili che diventano due torri scalari per raggiungere quote superiori e inferiori: l’edificio,
infatti, è sviluppato su una cripta pensato come luogo del Santo Sepolcro, cioè che idealmente vuole
ricordare il S. Sepolcro di Gerusalemme.
Viene riconsacrata nel 1100 con dedica al S. Sepolcro dall’arcivescovo Anselmo IV.
Oggi si presenta leggermente diversa dati i lavori di restauro nel corso del 600 (colonne e capitelli
non originali).
San Michele, Pavia

È longobarda, riedificata nel XII secolo. Conclusa entro il 1155 - incoronazione di Federico
Barbarossa. Il sistema che vediamo riprende ancora quello alternato (campate quadrate a cui
corrispondono campate più piccole sulle navate laterali, sul modello di S. Ambrogio). La facciata è a
capanna con la torre cieca (?)
CONNESSIONE PERSA!!!!!!!!
Il sistema delle scansioni verticali che ritmano l’abside è tipico dell’architettura romanica. È di
pietra perché il Ticino ne permette il trasporto.
S. Abbondio, Como

Come voleva la tradizione romana, viene posta fuori dalle mura lungo la via Regina, all’ingresso di Como e quindi
passaggio obbligato che portava da Milano verso il nord Europa. Viene costruita con un materiale diverso da quello
milanese, prevalentemente pietra. Il coro è molto profondo, poiché diventa monastero dell’ordine benedettino. Cinque
navate divise da piloni e colonne. Era preceduta da un atrio che viene poi demolito. Ci sono due campanili che stringono
l’abside come abbiamo visto nelle architetture ottoniane.

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Internamente ci sono suddivisione di archi su piloni (non vere e proprie colonne perché fatti di conci di pietra). La
copertura è ancora lignea: è una chiesa già preesistente, paleocristiana, e quindi la mancata copertura si deve al fatto
che viene mantenuto il più possibile l’edificio precedente. I capitelli sono cubici.
Anche questa chiesa fu pesantemente restaurata.
San Pietro, sopra Civate

È un complesso legato ad un monastero a Civate dedicato a S. Calogero. È quindi quasi un santuario


legato a questo monastero. Probabilmente è successivo al monastero. Presenta due absidi, una
attuale e una che corrisponde oggi alla facciata dell’edificio inserita in un nartece semicircolare,
ricostruito durante il restauro. C’è la zona della cripta sotterranea in corrispondenza di un abside,
probabilmente quello originale. L’orientamento della chiesa viene poi cambiato e si preferisce a ovest
piuttosto che a est, verso monte e non verso valle. Viene quindi ricostruita parte della chiesa che
presenta le caratteristiche del romanico lombardo. All’interno c’è un ciborio, molto ben conservato,
con tecnica a stucco e completamente affrescato. La cripta ha tre navate.
San Benedetto, Val Perlana

Siamo in una valle, su una sponda comasca del lago di Como. È un edificio romanico (comprensibile da alcuni elementi
decorativi) ma il volume “sincero” proviene dall’architettura paleocristiana e fa capire che non siamo in presenza di un
sistema voltato.
Complesso episcopale di Santa Maria, Brescia

Ha un’analogia con l’impianto del S. Sepolcro. Il sistema è a doppio involucro con deambulatorio esterno più altro di
quello che è lo spazio interno. Ricorda l’anasthasis dell’edificio di Gerusalemme ricostruito da Elena, la madre di
Costantino. Alcuni hanno trovato delle forti analogie con la cappella Palatina, dovute alle due piccole basiliche che
accompagnano perpendicolarmente l’andamento dell’abside. C’è poi una torre alta simile ad un westwerk. È una delle
cupole meglio conservate di questo periodo. L’abside connota quasi tutti gli edifici di età romanica.

Dall’età romanica ci sono pervenuti edifici, tra cui battisteri sempre organizzati su otto lati (ottavo giorno ha valore
simbolico come rinascita e resurrezione a nuova vita; internamente posiamo avere un’organizzazione su due livelli e
quindi una galleria superiore; una copertura voltata all’interno.

Rotonda di Santa Maria, Brescia: Alcune analogie tra questo edificio e il precedente.

Architettura romanica in Italia


Veneto:
• Rapporto con l’architettura orientale [In particolare San Marco: riferimento all’Apostoleion di Costantinopoli, impianto
a croce greca con 5 cupole]
• Relativa semplicità esterna e decorazione interna a mosaico [architettura ravennate e bizantina in genere]
• Basiliche a impianto longitudinale hanno colonnati con archi e copertura lignea [architettura paleocristiana
occidentale]
• Entroterra veneto più legato a caratteristiche lombarde ed emiliane
L’area veneta è soggetta sia a influenza orientale (bizantina con Costantinopoli e Bisanzio) che lombarda. La prima si
evince dall’architettura di San Marco a Venezia, in cui vediamo l’applicazione di alcuni elementi dell’Apostoleion di
Costantinopoli e nell’uso delle decorazioni a mosaico. Dall’altra parte abbiamo
dei sistemi di basiliche paleocristiane che riconosciamo o all’interno della
tradizione paleocristiana e quindi più in generale ravennate, o influenze più
dirette dell’area lombarda, con il modello di Sant’Ambrogio. È quindi un’area
aperta ad essere contaminata da almeno tre diverse culture architettoniche.

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San Marco, Venezia

- 1063-1094, contemporanea a quella di Sant’Ambrogio ma con caratteristiche molto diverse


- architetti bizantini e maestranze locali
- modello chiesa Santi Apostoli
- cupole estradossate successivamente rialzate
- nartece su tre lati (XIII sec?)
San Marco a Venezia conserva le spoglie di uno degli evangelisti.
Le maestranze che intervengono alla costruzione provengono direttamente da Bisanzio e il modello è quasi sicuramente
quello dell’Apostoleion.
Le cupole non corrispondono alle coperture interne ma sono sopralzate da un sistema di impalcature lignee coperte da
lastre di piombo.
Il nartece che precede su tre lati l’edificio è successivo (XIII sec.). L’impianto è centrale a croce greca (tipica
dell’architettura bizantina) quinconce. È simile allo schema dell’Apostoleion, dove però le cupole erano negli angoli
perché era una croce greca inscritta in un quadrato. Questa è invece una croce greca libera. Una delle cupole è centrale,
le cupole sono sugli assi. È importante che rimandi, non che sia una copia. Ci sono tre absidi che sono in spessore di
muro e hanno delle nicchie.
La presenza di cupole richiama il mondo orientale. Il breccio inferiore della chiesa presenta un sistema che
ricorda il 5 nei dadi, è quindi una pianta quinconce (5 cupole). Sarà il modello che Bramante adotterà nel
primo progetto della fabbrica di S. Pietro. Le cupole sono semisferiche con mosaici con aperture tutto
intorno alla cupola. Ricorda la chiesa di Santa Sofia a Istanbul. Non c’è un tamburo: appoggia direttamente
su pennacchi. È contraffortata da volte a botte. Così anche le altre cupole. È dunque un sistema di volte
concatenate. L’interno della chiesa è su due livelli che alzano al muratura in modo da contrafforte meglio le
spinte. Davanti all’altare c’è un’iconostasi con affianco due pulpiti (una sorta di transenna con statue che
chiude l’area dell’assemblea dal lato del presbiterio). Ci sono molti mosaici che richiamano la tradizione
ravennate.
San Zeno, Verona

- coro posteriore
- 1112
- vasta cripta
- no matronei
- claristorio paleocristiano
- soffitto ligneo a carena
È un impianto longitudinale senza transetto a tre navate. Ci sono delle cripte nella zona del presbiterio. C’è un abside
centrale e due laterali sulle navate minori. Gli elementi che suddividono le tre navate non sono tra loro tutti uguali: sono
alternati da pilastri e colonne più piccole. Abbiamo quindi una campata quadrata con un sistema alternato. La copertura
è lignea ed è particolare, a carena (nave rovesciata). Successiva è la volta a crociera sul presbiterio. Esternamente ci son
elementi della tradizione romanica: la facciata divisa in tre parti, un protiro in facciata, un sistema
di archetti ciechi che formano un elemento sottogronda, sotto la cornice sommitale. L’utilizzo
della pietra bicroma è dovuta alle cave di Verona. Sulla facciata troviamo episodi tratti dalla
genesi e i leoni stilofori.

Caratteristiche diverse le abbiamo a Torcello… SPENTO PC


Santa Maria Assunta a Torcello

- Claristorio

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Emilia Romagna
▪Uso prevalente del mattone sebbene esistano casi di rivestimenti lapidei molto accurati
▪Tre livelli nell’alzato interno [primo ordine, matroneo, claristorio]
▪Influenze lombarde
Cattedrale di san Geminiano, Modena

1099: inizio
1106: traslazione di San Geminiano
1184: consacrazione
L’impianto è longitudinale diviso in tre navate, non c’è il transetto ma un innalzamento dell’area
presbiteriale che sconfina a dx e sx. La cripta innalza notevolmente l’area presbiteriale e l’innalzamento
sulle navate laterali provoca un innalzamento della quota degli pseudo matronei: per questo ho questo
forma. Ci sono tre absidi: una maggiore, mentre due minori in corrispondenza delle navate minori. Il
ritmo dei sostegni è alternato (sistema alternato). Sulla navata centrale c’è una volta a crociera che
rimanda ad altre due volte a crociera sulle navate laterali. La planimetria è molto simile a
Sant’Ambrogio. La facciata è tripartita con sistema di archetti pensili, cioè una galleria cieca che la taglia
trasversalmente. Esternamente abbiamo altre aperture sul lato, verso la piazza con altre porte, aperte
solo in occasione di rituali particolari.
Modena ricade sotto l’influenza lombarda causa via Aemilia.
Il quadriportico è una caratteristica paleocristiana. Tutta l’area davanti alla chiesa paleocristiana era un’area cimiteriale.
i rosoni sono successivi)
(pennacchio=superficie sferica ottenuto da una cupola/mezza sfera… sono lisci al loro interno e di forma triangolare
Tromba=sistema di archi che servono per creare il lato obliquo su cui si imposta una volta. Quando ho trombe
solitamente ho un sistema a otto lati.)

Duomo di Parma

La copertura è successiva. Qui lavora Benedetto Antelami che probabilmente è una contrazione della Valdintelvi, una
delle valli trasversali tra lago di Como e Lugano. Le maestranze sono del nord, della regione dei laghi, e sono intervenute
nella costruzione del Duomo. Il sistema è a tre navate con un matroneo interno; a fianco c’è il battistero a otto lati con
uno sviluppo a logge tra loro trabeate.

(il sistema dei Navigli rende molto comodo il trasporto di pietre)

Toscana
• Rivestimenti lapidei molto accurati (bicromia o policromia, a Firenze organizzati a formare disegni geometrici)
• Riferimenti all’antichità classica [nella scultura]
• Navate suddivise da archi su colonne e copertura lignea
• Diversi centri principali: Lucca, Pisa, Firenze (in cui abbiamo scelte molto diverse dalle altre città)
• Nuovo tipo di facciata organizzata per piani orizzontali (gallerie cieche, archetti pensili, arcatelle)
In Toscana c’è un uso ininterrotto della pietra. Data la presenza di grandi cave, le facciate sono spesso
bicrome o costituiscono forme geometriche. A differenza di altre regioni in alcuni dettagli dell’ordine
architettonico e nella scultura ci sono delle forme dell’età classica. Soprattutto nella facciata del
Duomo di Pisa e in alcuni dettaglia Firenze riconosciamo elementi e forme quasi protorinascimentali
(es. battistero e torre di San Miniato al Monte). I casi di Pisa e Lucca si differenziano soprattutto
perché le facciate si organizzano per piani sovrapposti di gallerie cieche rette da colonnine (tipica
caratteristica del romanico toscano).

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San Martino, Lucca

La facciata si presenta come successione di gallerie cieche, e le colonne sono occasione per elaborare decorazioni di
intaglio e intarsio. La doppia colorazione della pietra deriva dalle pietre proveniente da Carrara e dintorni. Internamente
abbiamo un sistema di volte quadrate costolonate impostate su campate quadrate. C’è poi un matroneo soprastante.
San Michele in Foro, Lucca

Anche in questo caso è visibile l’idea delle facciate traforate da piani sovrapposti di vie cieche. Fondata nel centro della
città romana, nella prima metà dell’XI sec. restaurata nel 1143. Numerosi archi. Le facciate sono a vento, cioè non hanno
una parte costruita alle spalle.
Campo dei Miracoli, Pisa

È un complesso di edifici (battistero, Duomo, torre campanaria e campo santo=area cimiteriale) costruito a partire dall’XI
sec. grazie al bottino che i pisani conquistano dagli arabi durante una delle battaglie navali intorno a Palermo. Il Duomo è
avviato dal 1063 sul progetto di Buscheto; consacrato nel 1118.
Modello basiliche romane
- cupola ogivale su pianta ellittica (rivestita XIV secolo)
- delimitata da archi trasversali che danno continuità ai matronei
- copertura lignea
- 1100 intervento di Rainaldo aggiunge tre campate
È un modello basilicale ma all’interno presenta elementi innovativi. La facciata è scandita dal sistema di archi che
inquadrano le tre apertura superiormente con loggette cieche sovrapposte fino alla parte terminale che viene chiusa da
un timpano triangolare. L’andamento e la scansione della partente è presente anche sia sul transetto che sulla navata
principale. Lo schema è a cinque navate mentre il transetto è a tre navate. C’è anche un sistema di matroneo che occupa
le due navatelle laterali.
Internamente, come gran parte delle chiese del romanico toscano, presenta la copertura a cassettoni lignei su tre livelli:
il livello degli archi, del matroneo e del claristorio. (sulla dx della pianta si trova il disegno del piano terra, sulla sx la
planimetria della quota dei matronei). Presenta un sistema di volte a crociera sulle navate laterali e sistemi di volte a
botte sul braccio del transetto; copertura lignea sulla navata principale. Il matroneo è sviluppato su entrambe le navate
laterali e permette un passaggio ininterrotto fino ad arrivare all’area presbiteriale.

Giovanni Pisano riprende molti elementi della tradizione classica. Egli elabora il pulpito a fianco dell’altare principale.

Battistero, Pisa

Davanti alla basilica sorge il battistero, che successivamente viene trasformato all’esterno (all’interno un po’ della trad
gotica). Si presenta come un edifico di forma ottagonale a doppio involucro (si rifà al modello del S. Sepolcro) con una
scansione di pilastro e due colonne, mettendo insieme due edifici rappresentativi: il Pantheon (per la circolarità e le
colonne he scandiscono le cappelle laterali) e il battistero di San Giovanni a Firenze. L’architetto è Diotisalvi che lavora
anche a Gerusalemme e potrebbe aver portato da lì la forma a doppio involucro.
Quello che sorprende è la cupola a forma di cono che cerca di innalzare la parte
centrale.

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Torre campanaria, Pisa

Costruita a partire dal 1173 circa. È un campanile circolare molto diverso dai classici campanili. Anche qui vediamo le
gallerie cieche sovrapposte.
San Miniato al Monte, Firenze

- riedificata dal 1018 al 1063


- navata centrale doppia delle laterali
- colonne alternate a pilastri
- presbiterio rialzato, copertura lignea
C’è una ripresa della sintassi degli ordini architettonici: archi su colonne e sopra gli archi tangente c’è un
sistema di trabeazione che riconosciamo soprattutto nei livelli superiori (architrave, fregio e cornice
superiore). Le lesene e i capitelli quasi corinzi inquadrano e tripartiscono la facciata. C’è anche la ripresa
dell’opus reticolatum tipico dell’architettura romana. Molto classicheggiante soprattutto per la
corrispondenza tra elementi verticali e orizzontali. Fa parlare di protorinascimento ma
ha appunto anche elementi romanici dati dalla cripta, l’innalzamento, il sistema interno di coperture a
capriate e dal fatto che abbiamo un sistema alternato all’interno dovuto dalla costruzione degli archi di
sostegno.
Battistero di San Giovanni, Firenze

Ancora si fatica a capire se sia un edificio paleocristiano oppure se sia un edificio costruito in età
romanica o successivamente. Era considerato un tempio dedicato a Marte. Si sviluppa su tre diversi
livelli esternamente, l’impianto è ottagonale. Si nasconde lo sviluppo della volta interna. I tre elementi
hanno delle scansioni proprie del codice classico dell’architettura: nel primo ordine abbiamo
architrave, fregio e cornice, elementi che abbiamo perso in altri contesti territoriali.
Internamente molti l’hanno visto come una sorta di riproposizione dell’impianto ottagonale del
sistema del Pantheon, con cappelle e sfondati disposti su due livelli. Volta a padiglione su base
ottagonale.

Lazio
Presenta una continuità con la tradizione paleocristiana, perché quest’ultima nacque proprio in
questo contesto. Rimane la copertura lignea (pochi sistemi voltati), la pavimentazione a
mosaico (cosmateschi) di intarsio e pietre dure combinate, il presbiterio rialzato.

San Clemente, Roma

Tra gli elementi interessanti notiamo la scuola cattorum (recinto con due pulpiti a dx e sx)e il ciborio che copre l’altare
maggiore, il catino absidale con copertura lignea, il claristorio, gli archi su colonne. Sembra proprio una basilica
paleocristiana, tuttavia risale all’XI secolo.
Santa Maria in Trastevere

Sembra richiamare le forme delle basiliche paleocristiane, anche data la copertura.


San Pietro, Tuscania, Viterbo

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Il rosone in facciata risale ad epoca successiva. È una zona soggetta a terremoti. L’edificio paleocristiano
viene poi ampliato. Il pulpito è a metà della navata principale e il ciborio copre l’altare principale.
L’architettura paleocristiana ha una continuità in abito laziale.
La scansione è a tre navate con archi su colonne e copertura lignea.

Santa Maria di Castello, Tarquinia

Il sistema di tiburio copre lo spazio interno. È un sistema voltato con volte a crociera costolonate: fa pensare a presenza
di maestranze lombarde dato il cambio di coperture. Ci sono pavimenti di pietre dure.

Puglia
• Influssi bizantini, longobardi,
• Crociate e inizio potere normanno
• Influenze normanne (doppia torre in facciata)
È un territorio soggetto a diverse influenze, in quanto terra di passaggio; è un’area di influenza legata anche al potere
normanno. Le chiese normanne hanno sempre transetti piatti e torri in facciata.
San Nicola, Bari

Iniziata nel 1087, per deporre le reliquie del Santo trasportato dalla Turchia. Terminata entro il 1105. La Puglia mette a
disposizione una pietra locale molto dura e resistente. C’è una cripta un sistema interno che si regge su sistema misto di
archi non contemporanei alla costruzione, ma successivi (necessari per contraffortare gli archi).
Duomo di Trani

Transetti rettilinei e torri in facciata. È una chiesa sopraelevata che si erge su una cripta; questo comporta l’innalzamento
del piano interno. C’è un sistema di archi su colonne binate. C’è poi un matroneo con sistema di trifore che si aprono
sulla navata centrale. Le coperture sono lignee sia per navate laterali che centrale.
San Giovanni al Sepolcro, Brindisi

Ripropone il S. Sepolcro con doppio involucro circolare.

Sicilia
• Architettura arabo-normanna (Ruggero II di Sicilia , 1095-1154)
• Influssi bizantini e arabi e normanni
• Anche maestranze lombarde
Cappella palatina, Palermo

Legata al palazzo dei normanni. Interamente costruito da maestranze arabo bizantine che troviamo nella
costruzione della cupola e del sistema che sorregge i lati; per quanto riguarda la navata anche
maestranze abili nel tagli del legno che sono probabilmente legate all’ambito persiano. Gran parte
dell’interno è stato oggetto di restauri nel corso dell’800. Ci sono intarsi marmorei e opus sectile, ma che
non è tutto coevo con il resto della costruzione.
Santa Maria dell’Ammiraglio, Palermo

Riprende anch’essa forme bizantine. Interamente coperta di mosaici interni con cupola centrale e cupolette sugli angoli
(simile a S. Marco a Venezia), con un sistema di raccordo per passare da uno spazio quadrato ad un impianto circolare su
cui appoggiare la cupola.

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Duomo, Monreale

Le influenze normanne sono la torre in faccia (eredità del westwerk), transetti piatti e torre a tiburio quadrato (non c’è
un vero e proprio sistema voltato). Le influenze normanne sono dovute alle fasi di dominazione a cui è soggetta la Sicilia.
Un’alta influenza si vede nel sistema di archi nel sistema delle absidi (?).

(il westwerk è legato all’architettura carolingia; poi rimane il corpo di fabbrica in facciata con le due torri che serve per
arrivare ai piani superiori ma che poi è legato all’esposizione delle reliquie e alle cerimoni. Però non ha più la stessa
funzione)

14 Ottobre

APPUNTI ARIANNA

Architettura gotica
È architettura che proviene dal nord, dai nemici della classicità, Vandali, Goti …
Arco ogivale in sostituzione dell’arco a tutto sesto → perdita dell’armonia e equilibrio visivo
Raffaello nella lettera a papa Leone X dice che è lontanissima dalla bella maniera delli Romani et antichi. Ma prova a
giustificare questa architettura paragonando le forme agli alberi intricati e non ancora tagliati.
Letture:
- Aspirazione al trascendente, tensione verso il divino e verticalismo. Forse verticalismo è solo soluzione tecnica, è
un’aspirazione propria della natura dell’uomo, non per forza ha significato trascendente
- Proporzioni e musica
- Trasparenza e San Dionigi (luce): la ricerca di trasparenza è un punto di partenza non un punto di arrivo, la
hanno ricercata apposta come espressione del divino tramite la luce che filtra negli edifici
- Filosoficamente è minimalista, tutto ciò che è superfluo è tolto, la struttura è ridotta al minimo → armonia
proporzionale e filosofica
- Tettonica e filosofia scolastica

Ugo di San Vittore e Tommaso d’Aquino: riconoscono la luce come espressione del divino e proporzionalità è armonia
voluta dal divino

Caratteri:
- È fenomeno comune a tutta l’architettura europea, transnazionale
- Differente periodizzazione tra le aree: in totale XII – XIX secolo
- Identificazione con stili nazionali in alcuni stati (Inghilterra, Francia e Germani) in Italia no, forte resistenza al
fenomeno gotico ma ci sono comunque esempi di gotico
- Ogni nazione presenta caratteristiche particolari e fasi proprie, talvolta ben distinte
- Grandi cantieri religiosi promossi dalle comunità (identità civica) → magari fanno a gara tra le comunità per
imporsi

Neogotico
In alcuni contesti è stile nazionale (es Inghilterra, Francia) quindi verrà ripreso

Novità strutturali

- Nuova razionalità costruttiva rispetto ai caratteri dell’architettura romanica


1. Eliminazione ritmo alternato: campata che si suddivide in due e discontinuità tra navata centrale e laterali,
invece vogliono ora continuità e uniformità

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2. Alleggerimento della massa muraria e svuotamento della parete

Questi sono i due limiti ereditati dal periodo precedente e che superano → agiscono con razionalità costruttiva
incredibile per progettare l’intero edificio in modo da ovviare a questi due limiti

Vantaggi: Risparmio di materiale → meno tempo, meno denaro, maggiori facilità di trasporto

- Strumenti:
a. Arco ogivale (a sesto acuto) e volte ogivali
b. Archi rampanti
c. Guglie e pinnacoli

per questi caratteri gli edifici gotici sono facilmente riconoscibili, questi cambiamenti avvengono in poco tempo →
velocizzazione delle sperimentazioni tecniche

Sistema strutturale

- A
R
C
O

OGIVALE
La muratura è più sottile perché con l’arco ogivale permette spinte più verticali (diventa c/4).
- ARCO RAMPANTE
Le spinte vengono localizzate su un contrafforte, elemento localizzato e più spesso, l’arco
rampante permette l’eliminazione di un matroneo e quindi permette la luce
- GUGLIE O PINNACOLI
La guglia non è l’esito dell’innalzamento verso dio ma è elemento che permette di caricare di
peso il contrafforte per evitare che si ribalti, in termine tecnico è il carico di punta
Carica massa sul contrafforte per evitarne il ribaltamento. A ciò ci arrivano attraverso processo empirico di
sperimentazione. Ovviamente man mano che si va verso il terreno la muratura si ispessisce

Esiti

- CAMPATA RETTANGOLARE

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Possibile grazie all’arco ogivale perché prima con l’arco a tutto sesto gli archi sui lati corti sono più piccoli, archi
diversi.
In questo modo si riesce ad avere anche le due navate laterali uguali a quella centrale
- Progressiva SCOMPARSA DEL MATRONEO → sostituito da galleria cieca triforio
- Sviluppo in altezza
- Finestrature più ampie

Questi sono i tre passaggi che portano all’esito finale


Campata a crociera a tutto sesto , campata a crociera esapartita e infine crociera a sesto acuto su base rettangolare.

→ alleggerimento della struttura


→ sviluppo in altezza

- Scomparsa del matroneo


- Trasformazione del triforio
- Aumento delle superfici finestrate
- Evoluzione arco rampante
- Eliminazione ritmo alternato campata rettangolare
- Continuità sostegno-volte → non più capitello
- Eliminazione del transetto
- Eliminazione tiburio
-
- Continuità spaziale

PILASTRO A FASCIO al suo interno proseguono gli elementi dei costoloni delle
volte → danno CONTINUITA

Periodizzazione del gusto gotico

1. PROTOGOTICO: cluniacense e cistercense (metà XII sec – XIII sec). Prima


presenza dell’arco ogivale [Abbazia di Morimondo]
2. PERIODO PRIMITIVO O DI TRANSIZIONE: In Francia 1140 l’abate di San
Dionigi decide di rinnovare la facciata e il coro (metà XIII sec) d qui
deriva anche l’interpretazione trascendentale dell’architettura gotica
per le motivazioni che l’abate dà

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Altri esempi in Inghilterra e Germania [ → Saint Denis (Dionigi): coro con deambulatorio e cappelle radiali,
sviluppo in altezza considerevole e finestrature del claristorio e del triforio]
[Cattedrale di Laon]
3. GOTICO MATURO: delle grandi cattedrali Reimes, Amiens, Beauvais
Facciata e struttura particolarmente articolata [Cattedrale di Reims], [Cattedrale di Beauvais],[Sainte chapelle,
Parigi], [Abbazia di Westminster, Londra], [Colonia, Duomo]
4. GOTICO INTERNAZIONALE
a. Gotico rayonnant
b. gotico “ornato” e gotico “perpendicolare” in Inghilterra
c. tardo gotico in Germania
d. Stile plateresco in Spagna
e. Stile Manuelino in Portogallo
[Cambridge, King’s College], [Interno del Monastero dos Jerónimos, Lisbona]

GUARDA PIANTE SU PPT 28

Architettura gotica in Italia


- Si parla preferibilmente di architettura del Duecento e del Trecento e si parla sempre di singoli episodi
- Esempi tra loro molto diversi
- Si usano alcuni elementi del linguaggio gotico sebbene trasformato
a. Arco a sesto acuto
b. Non si svuotano completamente le pareti (non si ha lo spazio dissolto dalla luce)
c. Non si ricercano altezze elevate
d. Non si cerca la continuità nello spazio interno tra pareti e coperture (presenza di capitelli)

Importanti fenomeni

- Architettura cistercense
- l’architettura degli ordini mendicanti (Francescani e Domenicani): Francesco di Assisi (1181 o 1182-1226),
Domenico di Guzman (1170c. – 1221)
- Cattedrali
- Palazzi

Cattedrali
Duomo di Siena

1179 Consacrazione
1229 Nuova consacrazione facciata verso ovest (attuale)
1250 Circa vi lavorano Nicola Pisano e il figlio Giovanni
1263 Terminazione cupola (12 lati)
1316 Avvio ampliamento (Lando di Pietro)
1348 Peste e crollo
1357 Abbandono del progetto
1382 Volte navata principale

Ampliamento quasi il doppio della superficie precedente di


Nicola Pisano e il figlio Giovanni ma poi abbandonato per
la peste
- Bicromia (tipica tradizione toscana)
- Caratteri gotici
a. Non tanto la struttura perché non ha guglie o archi rampanti se non in facciata

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b. Ghimberga
c. Terminazione a timpano con triangoli molto sviluppanti in altezza
d. Guglie in facciata
e. Linee verticali dominanti in facciata sebbene al centro c’è quadrato con al centro rosone
f. Gotiche le bifore in archi ogivali sui lati
Duomo di Orvieto

• 1290: Avvio edificazione (papa Niccolò IV) per corporale del Miracolo di Bolsena (1263)
• 1310: E’ chiamato a dirigere il cantiere Lorenzo Maitani (facciata, aggiunte strutturali)
• 1328-1335: sostituzione cappella maggiore (attuale quadrata)
• 1335-38: volte del transetto
• 1350-56: cappella del Corporale
• 1408-44: cappella San Brizio
- Avvio edificazione per il corporale del Miracolo di Bolsena
- Lorenzo Maitani chiamato a dirigere il cantiere
- Fiancata con cappelle semicircolari
- Struttura non gotica ma facciata si
- Facciata
a. Tensione verticale con contrafforti con guglie
b. Elementi triangolari allungati

ma Al centro grande rosone quadrato + grande galleria cieca trasversale

- All’interno sistema di archi su piloni e con capitello


- Coperture a capriate
Duomo di Firenze

- Diverse estensioni 1296 progetto di Arnolfo di Cambio raddoppia


e triplica la precedente con tre absidi poligonali e poi un
ingrandimento di Francesco Talenti che raddoppia ancora
- Esternamente il duomo esprime poco il concetto di gotico e le
sue forme
- Lo sviluppo della cupola è su archi ogivali
- Per le campate delle navate è la soluzione intermedia → gotico
- Ma ha cornice e capitelli
Basilica di San Petronio a Bologna

• 1390 Posa prima pietra; lavori affidati ad Antonio di Vincenzo


• 1393-94 Sospensione lavori prime due campate e rivestimento marmoreo facciata
• 1425 Porta Magna (Jacopo della Quercia)
• 1437 Ripresa lavori, realizzazione dieci cappelle
• 1514 Progetto di Arduino degli Arriguzzi per ampliare disegno a sud
• 1530 Carlo V incoronato imperatore
• 1538 Prosecuzione rivestimento marmoreo facciata; concorso per il suo completamento
• 1625 Copertura navata maggiore
• 1646-59 Conclusione lavori
• 1887 Concorso per realizzare facciata
- Lavori affidati ad Antonio di Vincenzo
- Doveva essere la più grande ma non fu realizzata, oggi si vede solo una parte della navata centrale di quella che
doveva essere nel progetto originale

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-Navata centrale suddivisa in 5 campate con le estreme a modulo quadrato e poi verranno chiuse e fatte a
cappelle
- Facciata mostra lo schema interno → le coperture con volte a crociera
Duomo di Milano

- È una fabbrica molto particolare → si costituisce un ente apposta per la sua costruzione,
per questo fabbrica
- Si è voluta dall’arcivescovo con donazioni dei visconti
- È espressione della collettività del comune di Milano, sostanzialmente civile perche
finanziata in gran parte dalle corporazioni dei lavoratori o da chi lasciava parte dell’eredità
per la costruzione del duomo
- Pur essendo una delle più gotiche ha in se alcuni elementi della tradizione precedente
- Si basa su un modulo compositivo → QUADRATO (tradizione romanica, già in
Sant’Ambrogio, ma non si ha più il ritmo alternato)
- Due torri in facciata (anche queste presenti in Sant’Ambrogio)
- Volta ottagonale racchiusa in un ottagono e co tiburio
- Guglie e archi anche se poco rampanti → elementi realizzati nell’800 dopo la struttura, non hanno funzione
strutturale
Forse hanno elementi di scolo delle acque (è terrazzato, e quindi le acque vengono raccolte da sistemi di archi e
guglie e poi fatte scaricare dai doccioni lontano dalla muratura)
- Interamente realizzata in pietra, diverso dalla tradizione milanese
Da Candoglia il materiale delle cave veniva caricato su imbarcazioni e trasportate lungo i navigli per arrivare al
Duomo
È interamente rivestito di lastre di pietra, murature a sacco con all’interno inerti principalmente di pietra
(capacità di resistenza superiore al laterizio)
- Tiburio completato nel 1500 dopo diversi progetti di vari architetti
- Guglia di Francesco Croce che richiama l’abbazia di Chiaravalle con in cima la madonnina

Palazzi comunali
La nascita del palazzo pubblico è una novità specifica della vita comunale italiana. È espressione di un potere pubblico,
di magistrature o governi a capo del singolo comune.

Il palazzo civico sostituisce gli edifici religiosi utilizzati nel primo periodo di vita del comune per ospitare le riunioni
politiche e amministrative. Il passaggio dalla chiesa all’edificio laico avviene in periodi diversi per ogni comune ma è
sempre un indice significativo di un cambiamento istituzionale

Creano dei poli alternativi ai ruoli religiosi → la città diventa policentrica, non più una sola piazza davanti alla cattedrale.
Ora più piazze per cattedrale, edifici monastici, palazzo comunale … → piazza davanti a ogni edificio per richiamare le
folle

- Edificio simbolo dell’orgoglio civico


- Edifici che segnano l'inizio di una fase innovativa per la committenza pubblica
- Edifici che segnano un nuovo fulcro urbanistico per lo sviluppo edilizio
- Edifici che raggiungono un’importanza pari a quella delle maggiori chiese urbane
Palazzo della Signoria, Firenze

- Edificio imponente e con torre


- Tripartizione dell’edificio
-
- Elementi dell’architettura fortificata con i peccatelli (elementi che fanno sporgere
l’elemento superiore) e merlatura

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Fino a questo momento gli edifici del potere erano le residenze dei signori (erano i castelli) ora ha valore
simbolico è ARCHITETTURA PARLANTE (anche il papa costruirà edifici merlati come rimando a questo concetto)
→ emblema del potere
- Aperture: primo livello è chiuso con finestre molto piccole ma sopra al secondo e terzo ci sono bifore ordinate e
allineate tra loro sia in orizzontale sia in verticale
- In bugnato
- Altro elemento caratterizzante è la loggia LOGGIA DEI LANZI (spazio coperto a triplice forbice sotto al quale
siedono le rappresentanze) è luogo di incontro e luogo per accogliere.
Palazzo del Capitano del Popolo

- Alla base si aprono botteghe

Broletti padani (arengari)


Strutture polifunzionali.
In altre città comunali, per tutta la prima metà del Duecento, non si verifica la costruzione di un palazzo civico. I luoghi
tradizionali di amministrazione della giustizia, di riunione del consiglio di Credenza, dell'assemblea popolare,
mantengono sedi provvisorie, prive di strutture architettoniche concepite per la funzione governativa. Nella
maggioranza dei casi sono gli enti religiosi ad offrire uno spazio temporaneo di congregazione, all'interno di grandi
chiese urbane o nella stessa cattedrale, nei casi in cui il comune è nato in una città sede vescovile Sotto l'aspetto
strutturale, i palazzi pubblici mantengono un tipo ricorrente: portico al piano terra, ambiente superiore adibito alle
riunioni, torre campanaria
- Al piano terra portici aperti
- Piano superiore grande sala con un balcone dal quale letti i decreti
- Spesso anche torre
- Può essere anche piazza autonoma o in alcuni casi accanto al duomo
- Sono palazzi pubblici in alternativa ai palazzi comunali, in area padana venivano chiamati così
Ne troviamo a Milano (1233), a Brescia (XIII sec.), Como, 1215.
Palazzo Ducale di Venezia

Avvio dei lavori nel 1340


- Nome per il Doge (principe della Repubblica di Venezia) eletto a vita
- All’interno appartamenti di residenza del Doge ma è anche luogo per le diverse magistrature
cittadine
- Forme tardogotiche sulla facciata verso il canale, l’altra facciata è stata finita ancora dopo,
facciata organizzata secondo decorazioni con elementi bicromi (pietra rossa ammonitica

(LEZIONE EMANUELA BARONE:


Castel del Monte:

- Costruzione affidata a Riccardo di Montefusco, Giustiziere di Capitanata


- Funzioni sconosciute, molteplici ipotesi (residenza, protezione e avvistamento di nemici…
- Ripetizione dell’8 → numero misterioso
- Sorge su banco roccioso
- Monumentale blocco di forma ottagonale agli spigoli 8 torri della stessa forma non tangenti ma si intersecano
- Cortile interno anch’esso di forma ottagonale
- Cornice marcapiano che cinge l’edificio (funzione decorativa)
- Ogni parete ha due torri non sempre in asse tra loro
Al primo piano monofora tranne che per dove c’è il portale
Al secondo bianco bifora
Sulle torri feritoie

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- Sale trapezoidali che variano dimensioni in base all’importanza delle loro funzioni
- Torri con coperture volte a crociera costolonate
- 3 materiali: breccia corallina e marmo all’interno delle stanze, mosaici su soffitti e pavimenti, pietra calcarea
locale → utilizzo della breccia corallina per ricordare il porfido (materiale imperiale), è materiale locale che più si
avvicina all’idea del porfido
- Forte ripresa della classicità → portale rimanda a arco trionfale + colonne con capitello corinzio, ripresa degli
ordini architettonici + opus reticolato nelle decorazioni delle stanze , probabilmente era tutto opus sectile in
origine
- Adattamento delle forme e numero 8 → Treviri e Cappella Palatina di Aquisgrana
- Percorsi strani: forse c’era una balaustra che collegava il percorso superiore ma per arrivare nella stanza del
trono, ad esempio, bisognava passare da altre stanze → forse percorso cerimoniale
- Edificio che domina il paesaggio → presenza reale e stabile di Federico II nel territorio)

20 Novembre

Architettura monastica e conventuale


a) Clero Secolare o diocesano: non soggetto a regole monastiche ma risponde al vescovo. Lo abbiamo incontrato a
proposito di alcuni edifici che nascono in età romanica come capo pieve.
b) Clero regolare: costituito da religiosi inseriti in un ordine monastico e sottoposti a una «regola». Non fanno
riferimento all’autorità del vescovi ma ad un’altra figura, il “generale”; che a sua volta fa riferimento all’autorità papale.
Sono entità economiche e territoriali che vengono svincolate dai poteri locali. Il vescovo solitamente ha un legame molto
forte con il potere temporale locale, cosa che non ha il clero regolare, che spesso dipende da un’autorità spesso esterna
all’ambito locale. Questo è stato oggetto di contrasti nel corso della storia.
Ordini religiosi: istituti religiosi cattolici che prevedono almeno per una parte dei propri membri i voti.
Possono essere: canonici regolari, monaci, frati, chierici regolari, certosini. Dipendono dall’autorità di un padre generale
che risponde al papa. Dipendono da una regola un ordinamento interno (tipo quella benedettina).l’ordine dei
benedettini è il primo ordine.
Gli ordini mendicanti nascono nel corso del 200 e acquistano importanza nel 300-400 e sono caratterizzati dalla rinuncia
ad ogni proprietà personale e del convento. I membri sono frati. La loro missione è quella della predicazione e della
raccolta di elemosina (domenicani, francescani, agostiniani, carmelitani…).
Quindi mentre i benedettini erano isolati in alta campagna ed erano autosufficienti, gli ordini mendicanti si trovavano in
ambienti urbani e diventano strategici nell’espansione della città.
• monastero: casa religiosa (di monaci o monache) sui iuris, cioè sufficiente a sé stessa e autonoma e governata da un
abate o priore;
– Isolata, al centro di una proprietà
– Extra urbana (anche se poi con la Controriforma diventerà urbano per le monache)
– legata ad ordini benedettini
• abbazia: monastero di almeno 12 monaci professi di voti solenni, oltre all’abate;
• Priorato: ha un priore ed è una realtà più piccola che può dipendere da una abbazia
• convento: casa religiosa appartenente ad un ordine mendicante, ovvero francescani, domenicani, agostiniani… è
urbana ma leggermente decentrata.
– Urbana, ma mai centrale
– Lungo i percorsi viari
Queste tre citate sono entità di diversa grandezza.
• commenda: quando un beneficio ecclesiastico vacante, cioè dismesso, (abbazia, priorato) viene affidato a un religioso
o a un laico, “dato in commenda”. La persona a cui viene affidato lo gestisce e ne riceve delle rendite.

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Le grandi regole

• Agostino (354-430), viene battezzato da Ambrogio a Milano


– dopo Cartagine, vive a Roma e Milano (è sepolto a Pavia)
• Benedetto da Norcia (480 ca.-547)
– 529 ca.: fondazione di Montecassino
– Regula Benedicti: stabilitas loci, conservatio morum (povertà e castità); oboedientia; ora et labora; ospitalità; cura dei
poveri; insegnamento
– 817 estesa a tutti i monasteri e abbazie del Sacro Romano impero.
Le fondazioni benedettine hanno svolto un ruolo fondamentale nella diffusione della cultura con gli scriptoria e siano
state entità politiche di gestione a livello territoriale.
Le Riforme benedettine

Queste riforme nel corso dei secoli hanno cercato di mitigare l’effetto delle regole di Benedetto oppure di ritornare a
quelle originali.
• Cluniacense (909) L'abbazia è sottomessa direttamente al papa e non all'autorità vescovile, che non poteva così
influire sull'elezione dell'abate. I monasteri costituivano una federazione posta sotto la guida dell'abbazia di Cluny. Si
allontana dalla regola di vivere in povertà e si rende più autonoma rispetto ai poteri.
• Cistercense (1098) Riforma all’interno della congregazione cluniacense per il desiderio di maggiore austerità e di
ritornare alla stretta osservanza della regola di san Benedetto. L'ordine è organizzato in monasteri autonomi riuniti in
congregazioni monastiche, ciascuna delle quali dotata di costituzioni proprie: è retto da un abate generale residente a
Roma. Fondano fondazioni per l’amministrazione e la produzione del territorio e cercano di portare i monasteri
benedettini ad una maggiore osservanza della regola di S. Benedetto.
L’architettura cistercense è molto povera e i materiali sono locali, non c’è eccesso di ricchezza. C’è una sorta di
iconoclastia nelle rappresentazioni, non ci sono campanili, abbiamo delle chiese molto semplici dal pdv compositivo.
Alcune di queste chiese sono state un tramite fondamentale per l’architettura in quanto hanno portato alcune adozioni
come l’arco ogivale in Italia.
• Cassinesi (1416) Riforma approvata nel 1416. Cerca di ovviare alla regola della “stabilitas loci”, del fatto che il monaco
sia legato per tutta la vita ad un unico monastero. Un capitolo generale, celebrato
annualmente, nominava i visitatori che vigilavano sull'osservanza della regola nei
monasteri; il capitolo generale costituiva anche il supremo organismo disciplinare
e aveva il potere di deporre gli abati dei singoli monasteri, che continuavano a
essere eletti a vita. I monaci, pur essendo vincolati ai monasteri nei quali avevano
professato, potevano essere trasferiti ad altri monasteri.

Abbazia/monastero tipica dell’età carolingia: siamo nel 9 secolo. È disegnata su


un piano di pergamena. Questo edificio e quelli che stanno intorno mostrano
l’organizzazione degli edifici, che devono rispondere a esigenze funzionali.
Ci troviamo in presenza di una chiesa, edificio ecclesiastico per le celebrazioni
religiose, con sistema a doppia abside e all’interno è suddiviso in parti (coro, una
chiesa abbaziale riservata ai monaci e una chiesa pubblica). Quindi questo edificio
svolge almeno tre divere funzioni: chiesa per i fedeli, chiesa per i monaci e luogo
di preghiera per loro. C’è poi il chiostro sulla destra, verso sud, che gode della
maggiore illuminazione del sole. È il luogo centrale della vita comunitaria del
monaci. Intorno al chiostro troviamo gli ambienti della vita collettiva. I locali rappresentativi sono il refettorio/cenacolo
dove i mangia, e la sala capitolare, dove vengono prese le decisioni. Normalmente sopra il refettorio è posta la biblioteca
dove si trovano gli scriptoria e sopra il refettorio sull’altro lato vengono disposte le celle dei monaci o i luoghi comunitari

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per dormire. Tutt’intorno abbiamo i luoghi funzionali alle attività svolte nel monastero: attività artigianali, o legate al
lavoro agricolo.
Il monastero è quindi un edificio articolato per più edifici, tra cui una chiesa e un gruppo di corpi di fabbrica intorno al
chiostro, e tutt’intorno degli edifici funzionali a diverse attività. Accanto ai monasteri spesso sorgevano scuole.
Cluniacensi
Abbiamo riconosciuto tre stadi dove progressivamente la chiesa diventa l’edificio più vasto della cristianità e disposto a
cinque navate. Diventa il più ricco di Francia e verrà raso al suolo con la rivoluzione francese e poi con l’età napoleonica.
Rimane solo la crociera maggiore con la torre sulla parte superiore.
• Cluny I (inizio sec. X)
– a unica navata
• Cluny II (dal 955-960, cons. 981)
– lunga 55 m, larga la sola navata principale 7 m, alta 14 m
– abside con cappelle radiali
– la navata principale si apriva su quelle minori attraverso 7 grandi arcate
– copertura a volta e nartece con torri (entrambi verso il Mille)
– tipo ispiratore di Tournus e di Mont-Saint-Michel
• Cluny III (1088-1135)
– dopo il Mille grandi donazioni e sostanziale ricostruzione del complesso monastico
– aggiunta di cortili e chiostri
– la chiesa era a quel tempo il più vasto edificio sacro della cristianità
– 5 navate, 2 transetti, deambulatorio e cappelle radiali
– lunga 187 m, larga la sola navata principale 10 m, alta 30-32 m
– in gran parte distrutta in età napoleonica
Cistercensi
È una risposta alla precedente riforma di Cluny. È una critica allo sfarzo. Bernando di Chiaravalle o Roberto da Molesme
chiedono che queste abbazie siano isolate. Non devono esserci campanili, l’abside deve avere terminazione lineare e
eventualmente coperta da una torre che prenderà il nome di torre nolare.
Il modello dell’abbazia cistercense viene copiato precisamente in quasi tutte le fondazioni. Vengono realizzate con
materiali locali.
• Grande impulso alla diffusione dell’ordine fu dato da Bernardo da Clairvaux (1090-1153)
• Critica allo sfarzo (come quello ostentato da Cluny, “che copre d’oro i suoi monumenti e lascia andare nudi i suoi figli”)
• Le abbazie erano poste in luoghi isolati, lontano da paesi, città e castelli; circondate da un muro, dovevano contenere
tutto il necessario alla vita dei monaci
• La chiesa, con l’abside ad est, era posta nella posizione la più elevata possibile; assente il campanile, l’abside doveva
avere terminazione lineare, presenza di torre nolare
• Applicazione di un modello per gli ambienti monastici
• L’architettura cistercense, nata in Borgogna con forme
inequivocabilmente romaniche, si aprì presto alla sperimentazione delle più
innovative soluzioni gotiche
Abbazia di Fontenay

Dal 1119
Troviamo una chiesa longitudinale a croce latina con tre navate; le campate
interne sono doppie di quelle laterali. L’ordine è continuo e non alternato.
Ha un sistema di campate coperte da volte a crociera con archi ogivali. A

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fianco dell’altare maggiore abbiamo due cappelle per lato. C’è un transetto formato da una sola navata. L’elemento di
novità è che l’abside è una e con terminazione piatta (le absidi delle chiese romaniche sono semicircolari e sono tre);
non abbiamo cappelle radiali, deambulatori. È preceduta da un nartece.
Ricorda la forma di una croce, semplificazione dell’articolazione spaziale.
Questa è il tipo di abbazia. A fianco c’è il chiostro su cui si affaccia la sala capitolare, il refettorio
perpendicolare (sopra c’è una grande biblioteca). Gli altari sono tutti legati ad est. Non abbiamo
cappelle laterali (si invece negli ordini mendicanti).
Abbazia di Morimondo

Mancanza del campanile ma c’è lo sviluppo di una torre in corrispondenza della crociera, cioè
l’incrocio tra navata centrale e transetto che prende il nome di torre nolare.
Chiaravalle milanese

Anche qui ci sono le cappelle laterali a fianco dell’altare maggiore o più che altro altari dove i
monaci celebravano messa. Lo spazio chiuso all’interno è lo spazio del coro dove i monaci
andavano a pregare, perché risente dell’influenza benedettina. Le navate sono tre dove le coperture non sono ancora
gotiche ma risentono della tradizione lombarda. La torre nolare in corrispondenza della crociera.
Così sono tutte le abbazie cistercensi.
Fossanova

Riprende precisamente lo schema di Fontenay.


Cassinesi
• Chiese nella tradizione abbazie benedettine
• Costruzione nel XVI secolo di chiostri con colonne binate (elemento caratterizzante) sul modello di quello di San Paolo
fuori le mura (basilica paleocristiana) a Roma:
– Milano, San Simpliciano (1560), ha un chiostro piccolo e uno grande a due colonne con colonnine binate.
– Brescia, Santi Faustino e Giovita. Con chiostro
– Venezia, San Giorgio maggiore. Con chiostro e ricostruzione della chiesa
– Padova, Santa Giustina
– Montecassino
– Polirone, san Benedetto
La riforma cassinese prende questo nome perché anche l’abbazia di Montecassino, la casa madre dell’rodine
benedettino, sceglie questa riforma. Quasi contemporaneamente a quando le fondazioni benedettine scelgono di
entrare all’interno di questa confederazione vengono costruite o ampliate le chiese e ricostruiti i chiostri.
Regole successive

• Romualdo di Ravenna
– Camaldolesi 1012
• Brunone di Colonia
– Certosini 1084
• Francesco d’Assisi (1182-1226)
– 1223 Fondazione dell’Ordine (Ordo Fratrum Minorum, O.F.M.)
• Domenico de Guzman
– 1216 Fondazione dell’Ordine dei Domenicani (Ordo fratrum predicatorum, O.P.)
• Alberto di Vercelli
– 1226 Ordine dei Carmelitani
Nuove regole= nuove architetture.

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Certosini
Il complesso degli edifici legati a quest’ordine lo chiamiamo “certosa”, dal luogo di fondazione nel pressi di Grenoble
nell’XI secolo. Questi monaci scelgono si seguire un compromesso tra la vita eremitica e cenobitica. Le certose devono
tenere quindi conto delle necessità dei monaci. Abbiamo tutti gli elementi della vita cenobitica racchiusi attorno ad un
chiostro piccolo ed una chiesa; c’è poi un chiostro più grande intorno cui sorgono edifici costruiti appositamente per i
singoli monaci, dove essi vivono una parte della loro quotidianità.
• Nel 1089 San Brunone fonda nei pressi di Grenoble “la Chartreuse” (oggi GrandeChartreuse, in una ricostruzione del
1676)
• le certose combinano vita eremitica e cenobitica
• attorno al chiostro minore i locali destinati alla vita comune
• attorno al chiostro maggiore le abitazioni dei monaci

St. Pierre de Chartreuse, Grenoble

A Grenoble abbiamo un chiostro rettangolare sui cui lati maggiori si sviluppano delle casette, unità di abitazione
individuale.
Certosa di S. Lorenzo, Padùla

Secoli XIV-XVIII
Certosa di Pavia

1396
È una fondazione voluta dai Visconti. Si pone alla fine delle proprietà viscontee, ai territori di caccia che circondavano il
castello di Pavia. Pavia era la città preferita dai Visconti come residenza. Infatti questa certosa nasce con l’obbiettivo di
diventare mausoleo delle fam. Visconti.
Si organizza rispetto tre poli fondamentali: la chiesa, il chiostro piccolo e quello grande su cui sorgono abitazione su due
livelli con portico ed orto annesso.
Ordini mendicanti
Fasi
1_Frati itineranti, utilizzano chiese esistenti;
2_Presenza nei centri abitati e concessione da parte dei vescovi di modeste chiese esistenti od oratori;
3_Intorno al 1240 graduale edificazione dei conventi con chiese adeguate;
4_Intorno alla seconda metà del secolo XIV nuova fase edilizia con ampliamento o completamento del convento e
l’ingrandimento della chiesa precedente o la costruzione di una nuova.
Gran parte delle architetture del 200 italiano sono relative alla nascita di nuovi complessi: chiesa con convento
all’interno delle città.
Francescani
La povertà è lo status di un francescano. Povertà, rinuncia ai beni.
Inizialmente le loro chiese erano preesistenti e modeste; poi diventano molto grandi per accogliere il maggior numero
dei fedeli. Le loro chiese sono semplici e di materiali poveri. La navata è solitamente unica e la predicazione avviene il
più possibile da una posizione centrale. Le chiese francescane accolgono nei loro principi costruttivi molti principi
espressi dall’ordine cistercense. Le fondazioni sono in prossimità di mura, porte o sono interne alla città. Se sono fuori
dalle mura nasce l’idea di borgo fuori le mura; se sono dentro la città diventano dei poli di esempi di piazze. I francescani
sono funzionali e determinanti nel capire l’espansione demografica e l’ampliamento dei confini e del tessuto urbano.
Ci sono diverse fasi nell’architettura francescana:

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I Fase
Inizialmente presentano tutte delle coperture lignee, soluzioni povere. Vengono voltate solo in corrispondenza di
presbiterio o cappelle.
Anni delle origini e quelli fino alla metà del secolo XIII:
- contrapposizione rispetto alle "grandi accademie architettoniche del maturo Medioevo europeo"
- strutture architettoniche di rivoluzione rispetto ai tipi e ai modelli architettonici europei: chiesa capannone o fienile
Fasi successive
• quasi sempre ad impianto longitudinale, basilicale
• Una chiesa a una o tre navate divise da piloni cilindrici, con transetto sporgente (come nelle abbazie cistercensi) e
terminazione orientale rettilinea.
• Coperture (I fase) lignee nella navata centrale e volte su quelle laterali, (II fase) copertura con volte a crociera
costolonate.
• Cappelle laterali sul lato settentrionale
• Assenza di tiburio, non c’è una cupola, né una volta interna (soluzione povera per non ostentare ricchezza)
• Adozione di tecniche murarie “povere” che permettevano un’esecuzione molto rapida
• Utilizzo della pittura anziché scultura
• Ultima fase: allungamento del coro perché luogo di riunione.
Si danno anche delle regole da pdv architettonico. San Bonaventura ricorda come:
8. Le chiese non devono avere volte se non sopra l’altare maggiore, e ciò solamente con
l’autorizzazione del ministro generale.
15. Poiché una decorazione troppo ricca e abbondante contraddice il principio di povertà,
ordiniamo che si eviti di trasformare le chiese in edifici di curiosità pubblica (sono
luoghi di preghiera!) servendosi di pitture e lavori ornamentali, di vetrate dipinte e
di colonne, e anche di dimensioni esagerate.
16. Non si dovranno costruire campanili a forma di torri separati dalla chiesa.
17. Non si dovranno mai fare delle vetrate istoriate e ornate di figure, eccetto la vetrata principale dietro
l’altare maggiore che potrà contenere le immagini del Cristo crocifisso, della Vergine, di S. Francesco e di
Sant’Antonio.
San Francesco, Assisi

Costruito su due livelli diversi perché potesse ospitare le spoglie del santo. Un edificio a cripta, che è la
arte inferiore e un edificio ad un’unica navata coperta da volte e pareti affrescate che è la parte
superiore. La forma ricorda la tau, la croce comissa che diventerà il simbolo del francescanesimo,
pronunciata poi da una piccola e leggera abside. L’interno è decorato successivamente.

Santa Maria dei Frari, Venezia

È una delle chiese più grandi di Venezia. All’interno c’è una suddivisione che ricorda lo schema delle abbazia cistercensi.
Santa Croce, Firenze

All’interno troviamo alcuni principi propri dell’architettura toscana del 200-300: utilizzo della pietra, coperture lignee. I
sistemi voltati non erano molto diffusi.

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Dominicani
In coerenza coi principi architettonici del francescanesimo sono le architetture dell’ordine domenicano. Essi spesso
stringono importanti relazioni con le famiglie locali tanto da accogliere al loro interno le cappelle private delle diverse
famiglie, costruiscono edifici lungo il perimetro che raccolgono le spoglie. La costruzione delle cappelle
permette il finanziamento della chiesa. Essere sepolti in chiesa è un privilegio e ancora i più in cappelle
private. Le cappelle a volte sono anche in facciata o esterne (Santa Maria Novella)
Insediamenti prevalentemente all’interno della cinta muraria cittadina.
Le prime regole domenicane sull’architettura sono contenute negli statuti promulgati dai predicatori a
Bologna nel 1220 in cui viene soprattutto definito il concetto di povertà: “mediocres domos et humiles
habeant fratres nostri”.
Tra il 1228 ed il 1241, oltre a ribadire che le case dovevano essere mediocres et humiles.
Le fasi dell’architettura dominicana, che portano dalla copertura lignea al sistema voltato, sono:
Fase I: La chiesa poteva essere coperta a volta solo sul coro e sulla sacrestia (e altre regole molto restrittive circa l’altezza
dell’edificio e la decorazione interna). Utilizzo strutture preesistenti
Fasi successive: Assenza di un tipo di edificio definibile non solo come chiesa «domenicana», ma anche come
«mendicante»
Santa Maria Novella, Firenze

La terminazione piatta dell’abside e del transetto è una costante vista sia nell’architettura cistercense, che i quella
francescana che ora nella domenicana. È diverso dalle chiede legate al periodo romanico e gotico che hanno cappelle
radiali, deambulatori,…
Grandi finestroni.
Accoglie il linguaggio dell’architettura del 200-300. Stretto rapporto con Santa Croce.
San Giovanni e Paolo, Venezia

È la gemella si Santa Maria dei Frari. Sono chiese monumentali.

Anche nel caso francescano assistiamo ad una riforma, quella dei minori francescani osservanti. C’è un
richiamo ai principi originari della regola. I minori osservati si sviluppano soprattutto nel corso del XV
secolo soprattutto in Lombardia e nel Ducato di Milano (Lugano, Bellinzona, Monza, Como, Missaglia, Novara, Varallo,
Caravaggio) ed hanno una chiesa la cui forma è particolare e usata come modello: il modello bernadiniano. È una chiesa
tripartita, un’aula destinata al pubblico con cappelle laterali per le famiglie. La parte destinata al pubblico ha un altare a
dx e uno a sx. Un grande tramezzo, una parete chiusa con un arco al centro che normalmente viene affrescata con cicli
relativi alla crocifissione. C’è poi un quadrato che è lo spazio del coro e un’area del presbiterio con altare posto sul limite
tra coro e area presbiteriale. Terminazione piatta. Niente transetto. All’interno la copertura è caratterizzata da un
sistema di archi trasversi in muratura che permettono di avere una tramatura lignea resistente, parallela all’andamento
della chiesa. Sono chiese doppie a diaframma. Netta separazione tra frati e i fedeli che partecipano alla messa. Le
cappelle stanno su un solo lato.
Santa Maria delle Grazie, Monza

Il monastero si sviluppa a nord anziché a sud.

Soppressioni religiose
Tutto quello che gli ordini architettonici hanno rappresentato dal VI secolo fino all’inizio dell’800, tutto il patrimonio di
ogni genere viene smantellato e distrutto a partire dagli anni 70 del 700: lo stato illuminista (in Lombardia con Maria

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Teresa e poi Giuseppe II) sopprime alcuni ordini religiosi accusandoli di essere andati contro i voleri del governo
(dominicani e gesuiti) e lo Stato avoca a sé le loro proprietà. Alcune proprietà vengono destinate a costituire le funzioni
che lo stato decide di esercitare come stato moderno (legate al sistema scolastico e sentenziario (?)) e fino ad allora
erano patrimonio della chiesa. Processo di laicizzazione che ha momento culminante con Napoleone. Una parte di questi
beni viene quindi dedicata a funzioni collettive e civili (biblioteche, spazi dei Gesuitiaccademia di Brera). Altri beni,
soprattutto quelli mobili/immobili vengono venduti a privati e diventano parte delle collezioni di grandi famiglie oppure,
con Napoleone, inizio di raccolte museali a funzione educativa, per educare al concetto di bello. Grazie a Napoleone
abbiamo l’istituzione dei musei nazionali con opere razziate su tutto il territorio italiano.
Il processo di progressiva alienazione dei beni religiosi a favore dello stato arriva fino ai patti lateranensi.
Uno degli obiettivi di questa azione è che gran parte dei monasteri erano ormai abbandonati e gli ingenti patrimoni
erano vendibili perché i beni della chiesa non sono alienabili, anzi costituiscono il patrimonio “della mano morta”. In
questo periodo, verso l’inizio della rivoluzione industriale, c’è anche bisogno di spazio per collocare le prime manifatture
o ospedali.
Soprattutto i grandi archivi dei monasteri e dei conventi vengono dispersi e quindi i documenti relativi alla costruzione
sono andati perduti.

1652: soppressioni innocenziane (Innocenzo X)


1770: soppressione dell’ordine dei Domenicani
1773: soppressione dell’ordine dei Gesuiti
1791-1810: soppressione di tutte le corporazioni religiose e alienazione a favore del Demanio delle loro proprietà
1815: parziale ripristino della situazione precedente la rivoluzione francese
1867: soppressione di vari enti ecclesiastici secolari (cappellanie, legati pii, capitoli delle collegiate).
1929: Patti Lateranensi e nuovo riconoscimento degli enti soppressi (senza efficacia retroattiva)
La pala d’altare dipinta da Piero della Francesca, che raffigura Federico da Montefeltro, duca di Urbino, è destinata a San
Bernardino, ad Urbino, che nasce con un mausoleo destinato a Federico e disegnato da ?. La pala verrà portata da
Napoleone a Brera.
C’è quindi una dispersione del patrimonio artistico italiano nei vari musei del mondo. Lo stesso vale per i codici delle
biblioteche.

La città medievale
L’XI e XII fanno da spartiacque tra il periodo delle conseguenze delle invasioni barbariche e quello che anticipa il
Rinascimento. Quando partiamo di città altomedievali parliamo di città che hanno visto crollare la popolazione per
carestie, guerre, insicurezza delle città che provoca la fuga nelle campagne spesso ponendosi sotto l’autorità di
un’abbazia o monastero. In altri casi si assiste all’incastellamento di piccoli borghi; nascono cioè borghi fortificati lontano
dalle vie di comunicazione percorsi dall’esercito. Si innestano intorno ad un edificio legato ad un potere territoriale. Si
trovavano in un buon punto di osservazione ed erano circondati da mura. Dentro c’erano pochissime abitazioni perché
la popolazione diminuisce molto. Questo periodo è quindi connotato da scarsa importanza delle città che sono soggette
all’autorità di un poter religioso, spesso di un vescovo. Si ha anche un progressivo ritiro della superficie occupata dalla
città all’interno di edifici pubblici. Per esempio a Firenze, Nimes e Roma l’anfiteatro era diventato luogo di residenza.
Motivata da una serie di concause tra cui una maggiore produzione agricola dovuta ad un miglioramento dei cicli
stagionali, ad una capacità di coltivare, tra l’XI e il XII secolo abbiamo la rinascita di città e piccoli comuni che godono di
agevolazioni e autonomie concesse dai poteri centrali e religiosi. Questi centri diventano luoghi di scambio e mercato, di
attività artigianali, aumenta la popolazione. La città si allarga e vengono costruite nuove città con nuove cerchie murarie.
I centri urbani medievali si sviluppano secondo degli schemi:

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1) SCHEMA A FUSO: Sviluppo lineare lungo un asse principale (viario); Tessuto edilizio allineato disposto
perpendicolare all’asse; Compattezza del tessuto edilizio. È uno schema allungato che non vede un unico centro
ma la sua disposizione avviene lungo un’asse viario che percorre l’intero paese. L’abitato è molto fitto che si
dispone perpendicolarmente all’andamento viario.
2) SCHEMA FOCALIZZATO O AVVOLGENTE: Sviluppo a corona/cerchi concentrici attorno ad un fulcro (castello,
edificio ecclesiastico, monastero) che rappresenta l’autorità locale Il tessuto edilizio segue l’andamento delle
strade (che sono concentriche); Presenza di un elemento centrale. (es. Palombara Sabina)
3) SCHEMA ORIENTATO a spina di pesce o a ventaglio perché le strade sono tutte orientate verso il mare; sorge in
prossimità della laguna; Nuclei originati da particolari funzioni o attività (pesca); L’andamento delle strade
facilita il collegamento tra nucleo urbano e spazio produttivo. (es. Chioggia).
4) SCHEMA DIREZIONATO sviluppo centrifugo; Originati spontaneamente lungo vie di comunicazioni per la
presenza di un elemento funzionale (incrocio, torre, cappella, locanda); Ridotto spessore edilizio, con unità
edilizie allineate lungo il tracciato e ampio spazio tra una particella e l’altra. (es. Bianzano)
5) SCHEMA INDIFFERENZIATO di importazione araba; Struttura edilizia omogenea con rete stradale priva di
direzionalità; Isolati introversi con presenza di percorsi interni (che terminano in piccole corti dell’isolato stesso,
quindi con fondi ciechi) e cul de sac.
(es. Martina Franca) Non c’è uno schema preciso, non un orientamento o una griglia.
6) SCHEMA ORTOGONALE Tracciato viario costituito da assi paralleli e ortogonali delimitato da un perimetro di
forma regolare. Isolato tipo di forma allungata perché l’affaccio privilegiato è quello verso la strada. Parcellario
regolare con unità edilizie allineate e fronte affacciato su strada. Presenza di una spazio centrale, spesso
porticato, destinato alle funzioni economiche e rappresentative della città. (es. Ricetto di Candelo)

Anche nell’opera di Giotto “La cacciata dei diavoli da Arezzo” vediamo la cinta fortificata con merlature e muratura
bugnata isodoma sulla parte terminale e dentro un insieme di abitazioni in cui riconosciamo case a torre, abitazioni a
baltresca e addossate l’una sull’altra senza un disegno planimetrico. Lo stesso anche nell’opera di Gozzoli. Lo stesso un
secolo dopo viene dipinto da Lorenzetti nell’opera “Effetti del buon governo in città” in cu si riconoscono case a torre,
con bottega e case a sporto, una scuola e le merci che entrano dalla campagna in città. La città risulta disordinata. Gli
edifici sotto lungo la strada sono pensati con precisione, a differenza di quelli che stanno in fondo.

All’interno di queste città molto evidenti sono le grandi cattedrali, la cui costruzione viene promossa a partire dal XII
secolo. L’abitato si sviluppa a quota molto più bassa di quella raggiunta dal Duomo di Milano, ad esempio. Questi edifici
hanno rappresentato il massimo della capacità costruttiva delle risorse umane in quei secoli. Queste fabbriche sono
l’identità dei comuni e quindi devono essere rappresentative delle ricchezze e del potere.
Dal XI-XII secolo (carattere delle città tardo medievali)
– nuovo rapporto tra città e contado (gerarchia città-borgo-villaggio)
– articolazione in nucleo civile e nucleo religioso (talvolta un terzo nucleo è sostituito dalla piazza del mercato)
– realizzazione di opere:
• civili e pubbliche (palazzi per il governo della città, ponti, acquedotti, le strade),
• urbane (definizione dei confini e della destinazione di nuovi quartieri, regolarizzazione del fronte delle strade,
limitazione degli sporti e dei balconi),
• religiose (nuove chiese soprattutto degli ordini mendicanti)
• militari (nuove mura)
Di fronte a queste difficoltà vengono adottati vari provvedimenti. Statuti urbani che regolassero la vita, i confini,…
Queste città sono contrapposte alla campagna e si sviluppano per nuclei; non più per un unico nucleo che era l’antica
cattedrale, ma per più nuclei (edifici più rappresentativi, i palazzi pubblici). Accanto a questi due poli nascono altri poli in
corrispondenza delle abbazie degli ordini mendicanti, solitamente accanto alle mura o alle porte di ingresso.

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(per esempio a Firenze: Palazzo Vecchio, il Duomo, Santa Maria Novella, S. Croce. A Milano c’è anche il Castello dei
Visconti tra i poli.)
Le città sono policentriche e rispetto alla città antica, non abbiamo un foro centrale ma più luoghi legati ad edifici
rappresentativi di un potere o di una funzione. Quando la città si amplia ulteriormente si formano i borghi in
corrispondenza delle porte. Per Milano vengono chiamati Corpi Santi, dei borghi che si sviluppano all’esterno delle porte
perché la porta fa da cinta, la giurisdizione dentro e fuori è diversa, il pagamento delle tasse è dentro e non fuori. Si
posizionano quindi lungo le strade di accesso alla città e quindi si assiste al fenomeno di conurbazione, sviluppo rispetto
un asse viario.
Sviluppo radiocentrico e formazione dei borghi: Le città di antica fondazione, saturato lo spazio entro le mura, si
espandono lungo gli assi viari di uscita/ingresso. Queste espansioni, dette borghi, seguono lo schema dell’impianto a
fuso: le case si allineano lungo le strade principali. I borghi verranno poi inseriti in nuove cerchie murarie.
L’isolato nelle città medievali, il lotto gotico, ha una strana conformazione. Ha forma rettangolare, stretto sul fronte
stradale e molto allungato verso l’interno del lotto. Il valore fondiario su strada è molto più altro di quello della parte
opposta quindi ciò che preme all’abitante è quella di avere uno spazio su strada, seppur piccolo, dove posizionare la
propria bottega, che diventa l’elemento caratterizzante di questi isolati. La parte interna può essere usata come
abitazione. Si tratta dunque di case a schiera con un fronte molto stretto (un vano) che si sviluppano in profondità, cioè
con i locali schierati in successione.
In molte città del nord tipo Amsterdam ritroviamo tuttora questa conformazione (affaccio anche sui canali).
Casa a torre

È un edificio in cui non viene prestabilita inizialmente né l’altezza né la grandezza, nemmeno il sistema delle aperture. Il
progetto si sviluppa man mano che si costruisce. Molto spesso si alza verso l’alto. La torre rappresenta il potere della
famiglia.
Mura e fortificazioni
Le cinte si basano sulla difesa piombante, difesa poco più che passiva. Le mura sono alte in modo che l’assalitore non
riesca a scavalcarle per entrare in città. Il difensore può usare arco e frecce o costruire un apparato a sporgere e fare
cadere qualcosa sull’assalitore. Questo apparato diventerà connotante degli edifici pubblici.
Città di nuova fondazione

A partire dall’XII sec. assistiamo in tutta Europa e anche nel nord Italia alla nascita di nuove città. Questo fenomeno che
durerà fino al XIV-XV sec, spostandosi poi verso l’Europa orientale, è costituito da vere e proprie fondazioni ex-novo di
nuovi centri urbani.
•La nuova fondazione può essere stata causata principalmente dall'esigenza di presidiare il territorio:
– Per la difesa e il controllo
– Per la colonizzazione di parti di territorio, spesso da bonificare con il disboscamento e la realizzazione di opere
idrauliche ed avviare allo sfruttamento agricolo
– Per richiamare nuovi abitanti con agevolazioni fiscali e con la concessione di nuovi diritti.
Tale tipo d'insediamenti era spesso chiamato "villa nuova o terra nuova" oppure "castello nuovo" o "borgo nuovo o
borgo franco", “cittadella” come ancora ricordano diversi toponimi in Germania, come in Inghilterra, in Italia:
Castelfranco, Villanova, Terranova, Borgonovo, Castelnuovo. Sono tutti borghi di nuova fondazione. Ricorda un po’ ciò
che accadde nelle colonie greche: mandare la popolazione in eccesso in nuovi territori.
Freiburgen in Germania, Free Towns in Inghilterra, Bastides in Francia e Nuevos Pueblos in Spagna, le nuove città
europee, spesso di carattere mercantile, seguono schemi urbanistici ben precisi che possiamo raggruppare in tre
tipologie: tracciati con isolato allungato (S. Giovanni Valdarno o Pietrasanta), tracciati con strada mercato (Zahringen in
Germania: a seguito della concessione del diritto di mercato da parte del vescovo o del re, veniva fondata una città
imperniata sulla strada mercato come a Berna), tracciati a scacchiera (Cittadella a Padova). In Francia c’erano le Bastides:
la Francia, alla fine della guerra dei 100 anni, inizia una campagna di costruzione di nuove città, Soprattutto nell’area sud

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est (Langue d’Oc) tra gli anni 1222 e il 1360, a scopo militare o economico. Caratteristiche delle Bastides: il tracciato a
scacchiera e la presenza della piazza quadrata.
Alle Baleari troviamo Las Ordinaciones: Durante il regno di Jaime II (1276-1311) viene emanata una legge (las
ordinacions) che stabilisce la fondazione di 14 nuove città. Queste nueva puebla erano progettate per 100 famiglie di
coloni su una superficie di ca 200.000 mq con un lato di 450 m ca.

MANCA LA PARTE FINALE

Sistemi voltati

Volta a botte: dall’età romana; arco a tutto sesto che viene fatto traslare in lunghezza; è un sistema abbastanza vinvolante e i due
muri sono portanti. (es Pantheon o S. Andrea a Mantova la cui vlta poggia su altre piccole volte che collaborano a sorreggere la volta
principale)
Volta a botte lunettata o unghiata: le unghie servono per un maggiore slancio della volta a botte (es Cappella Sistina e Palazzo
Ducale ad Urbino dove c’è il peduccio con le unghie)
Volta a botte conica: più alta da un lato e più stretta dall’altro, usata solitamente per struttrue radiali (es. Colosseo, composto da
diversi sistemi votlati per scaricare il peso).
I fusi terminano con elemento rettilineo, unghie con elemento semcircolare. La volta ha botte ne ha due e due
Volta a crociera: ha 4 unghie; quando esse si piegano all’interno si fromano dei costoloni. Può essere intesa anche come
l’intersezione di due volte a botte (es S. Ambrogio: volta a crociera costolonata)
Volta a crociera esapartita: in 6 parti non uguali su base quadrata
Volta a ombrello: a velel o coste (es S. Maria delle Grazie a Milano ha volta a ombrello inscritta in un quadrato)
Volta a padiglione: 4 fusi (es Sala ottagonale della domus aurea)
Volta a schifo: 4 muri portanti. I suoi cantaggi sono che occupa meno spazio in altezza, la superficie del soggitto è una grande
cartella dove si fanno affreschi.
Volta composita: padiglione e unghie: con unghie e fusi insieme
Volta a vela: usata soprattutto nel 400 da Brunelleschi. Struttura puntiforme, atterra solo su 4 punti
Cupola con pennacchi: volta a vela con sopra una seisfera

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