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professor F. Repishti
Storia Dell'architettura
Politecnico di Milano (POLIMI)
101 pag.
Lezioni introduttive
Letture facoltative:
Dagli anni 40 è nata la nuova concezione di storia, che prende in considerazione tutti gli aspetti umani. Tutti i fenomeni
complessivamente partecipano alla creazione della storia.
La storia, che è una delle scienze umane, si prefigge il compito di dividere la storia dell’umanità in diversi periodi, di
periodizzare per organizzare il sapere. La storia tende alla verità ma non lo potrà mai essere, perché scritta da persone e
influenzata dalla loro cultura. Non potrà quindi essere totalmente oggettiva.
Lo storico costruisce per comodità dei periodi. Gli antichi periodizzavano attraverso i regni, i cristiani con il a.C., d.C., …
ognuno ha il proprio modo di periodizzare, frutto della cultura.
Vasari (umanista) si considerava una persona moderna e fu il primo a introdurre il concetto di modernità. Gli illuministi
dividono la storia a seconda o meno dell’indipendenza dalla chiesa.
Una cesura tra medioevo ed età moderna è il protestantesimo 1517-1527 quando il papato non fu più un riferimento.
Winckelmann, studioso dell’arte, riteneva che la storia avesse un andamento ciclico, con alti e bassi. Egli individua i punti
alti e bassi: inizio, età classica e romana, Medioevo, Rinascimento, Barocco, Neoclassicismo. Ogni architettura è frutto
della mentalità e della cultura di un luogo.
Il marxismo identificava invece tre epoche: schiavismo, feudalesimo, industrializzazione.
I fatti architettonici (tra cui anche le tecniche costruttive) sono da mettere in relazione ad uno spazio e ad un tempo e
possono essere definiti come un prodotto del pensiero e della cultura L’opera architettonica non è dunque un sistema
9 ottobre 2020
Le dimensioni dell’architettura
Noi sappiamo che l’architettura ha tre dimensioni. Zevi pone in rilievo il problema della dimensione dell’architettura,
rilevando 4 dimensioni, compreso il tempo, che è il cambiamento die punti di vista.
Le colonne di Santa Sabina guidano lo sguardo fino al punto importante, l’altare.
La storia dell’architettura Può essere studiata come la storia delle concezioni spaziali
• «Chi si vuole iniziare allo studio dell’architettura deve anzitutto comprendere che una pianta può essere astrattamente
bella sulla carta, quattro facciate possono apparire ben studiate per equilibrio dei pieni e dei vuoti, di aggetti e di
rientranze, il volume complessivo può anche essere proporzionato, eppure l’edificio può risultare povera architettura.
• Lo spazio interno, quello spazio che non può essere rappresentato compiutamente in nessuna forma, che non può
essere appreso e vissuto se non per esperienza diretta, è il protagonista del fatto architettonico.
• Impossessarsi dello spazio, saperlo “vedere”, costituisce la chiave d’ingresso alla comprensione degli edifici».
L’architettura e luce
La luce nell’architettura svolge una funzione importante:
- Rivela lo spazio (modella lo spazio) quindi cambia la percezione dello spazio
- Assume un valore
- simbolico,
- rituale, religioso,
- estetico
- metafisico)
La luce nell’architettura svolge una funzione importante: - Rivela lo spazio (modella lo spazio) quindi cambia la
percezione dello spazio - Assume un valore - simbolico, - rituale, religioso, - estetico - metafisico)Il ruolo dei mosaici
nell’architettura bizantina è fondamentale. Le finestre permettono alla luce di filtrare e riflettersi sui mosaici e
disperdersi nell’ambiente.
Le finestrature permettono la
realizzazione di vetrate, elementi narrativi
tratti dalle antiche scritture.
La luce determina anche l’orientazione
degli edifici. Le chiese normalmente
vengono ruotate ad est, connesso all’idea
della nascita del sole; a est c’è anche
Gerusalemme celeste.
Negli anni 20 si studia dal pdv scientifico
l’asse eliotermico. In questo periodo
vengono costruiti i quartieri operai,
creando un movimento per creare degli
appartamenti minimi, composti poi in
strutture più grandi: sono degli edifici a
stecca composti da vari appartamenti su
tre piani. Per far si che anche dal pdv
energetico queste abitazioni fossero
convenienti, era conveniente esporre a
nord il minor numero di pareti possibili.
L’architettura è un linguaggio?
È una sorta di metafora, come noi esprimiamo concetti con la parola, così è funzionale l’architettura.
Il significato può essere di vari tipi: etico, politico,…
Possiamo parlare anche della sintassi dell’architettura.
Brunelleschi per primo scopre la corretta sintassi dell’architettura.
- “L’architettura si manifesta attraverso un codice o un sistema costituito da elementi tra loro regolati con regole
grammaticali, che potremmo chiamare linguaggio, dunque con una sintassi
- Se l’architettura è un linguaggio essa si potrebbe studiare come sistema di segni
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Introduciamo ora la triade vitruviana (1 sec d.C.). Le sei categorie a fondamento dell’architettura sono ordinatio, legata
alla grandezza dei singoli elementi, dispositio, distributio, tutti e tre legati all’agire, affinché gli elementi siano ben
inseriti, abbaino la giusta forma; poi c’è la symmetria, decor e eurhythmia.
Dice poi che l’architettura deve soddisfare l’ultilitas, la venustas e firmitas.
1.utilitas
L’architettura ha sempre un fine. L’architettura soddisfa un bisogno e trova la sua giustificazione nello scopo per la quale
è stata realizzata.
Anche un palazzo ha una tipologia, per esempio: palazzo veneziano del 500: esso ha per forza delle caratteristiche
proprie.
Palladio si inventa un tipologia e le ville palladiane sono ora di per sé una tipologia perché rispondono tutte alle richieste
della nobiltà e dell’aristocrazia. Ha bisogna di dignità che richiami il loro valore.
Anche il grattacielo è una tipologia
2. firmitas
È la solidità dell’edificio e presuppone lo studio dei materiali, delle forme di sollecitazione, dei sistemi di adesione fra
materiali.
La firmitas presuppone la conoscenza
- dei materiali:
- legno,
- calcestruzzo
- acciaio
- pietra
- calcestruzzo armato
- vetro
- dei sistemi di adesione fra materiali:
- per appoggio
Pietra
La pietra è il materiale che più si è diffuso nel corso della storia per la sua capacità di resistere a schiacciamento.
L’età augustea predilige il marmo di Luni (attuale carrara) soppiantato poi dal marmo del proconnesio. La pietra viene
classificata per composizione, genesi, provenienza e colorazione: magmatiche, le più resistenti (soprattutto le intrusive),
rocce sedimentare e metamorfiche (hanno subito modificazioni).
1. ROCCE MAGMATICHE
Rocce formatesi in seguito alla cristallizzazione di un magma (graniti, porfidi)
a) Intrusive
b) Effusive
2. ROCCE SEDIMENTARIE
Rocce costitutite da materiali – sedimenti – provenienti dalla disgregazione, attraverso processi di varia natura, di
rocce preesistenti
a) rocce detritiche: conglomerati, arenarie, argille, tufi;
b) rocce di sedimentazione chimica e biochimica: calcari, dolomie
3. ROCCE METAMORFICHE
Rocce che hanno subito modificazioni nella composizione mineralogica o nella struttura e nella tessitura in seguito a
mutamenti di temperatura e pressione (scisti, quarziti, marmi, gneiss)
Per la pietra si parla di cave, o a cielo aperto (La cava si estende e si approfondisce, asportando tutto il materiale e
sconvolgendo la morfologia del territorio interessato) o in galleria (Il materiale da asportare è in quantità talmente
elevata da non rendere conveniente la coltivazione a cielo aperto; è più difficoltosa in quanto comporta il sostegno del
“tetto” della galleria).
Il trasporto era la difficoltà maggiore. Venivano costruiti scivoli di legno per trasportare i massi.
La pietra resiste bene alla compressione.
Legno
Un altro materiale che resiste bene sia alla trazione che alla compressione è il legno.
▪ Origine dell’Architettura-XXI sec.
▪ costruzioni a traliccio I a.c.–XIX sec.insulae/nord europa
▪ Capriata basiliche paleocristiane IV sec.
▪ edifici in legno alpi/nord-est Europa XV-XVIII sec.
▪ baloon framing nord America XIX-XXI sec.
▪ Blockbau XV-XXI sec.
▪ legno lamellare XX-XXI sec.
Centine: strutture di legno come dime.
Opus craticium: tipico dell’architettura romana in cui il legno fa da ossatura, riempita poi da terra cruda o pietre.
“La capriata è una struttura architettonica, tradizionalmente realizzata in legno, formata da una travatura posta in
verticale ed usata come elemento base di una copertura a falde inclinate. Vantaggi La capriata ha il vantaggio di
annullare le spinte orizzontali grazie alla sua struttura
triangolare nella quale l'elemento orizzontale (catena) elide le
spinte di quelli inclinati (puntoni): rientra quindi tipicamente tra
le strutture non spingenti. Puntoni: sono le travi inclinate che
determinano la pendenza del tetto. Catena: è l'elemento
orizzontale che costituisce la base del triangolo e che supporta
sforzi di trazione che altrimenti andrebbero a gravare, sotto
forma di forza orizzontale sul punto di appoggio dei puntoni.
Monaco: (o ometto o colonnello): è l'elemento verticale. Saette:
sono gli elementi con inclinazione opposta a quella dei puntoni
che limitano l'inflessione dei puntoni stessi, scaricando sul
monaco la forza di compressione a cui sono sottoposte.”
La capriata è un sistema quadrangolare costituito da catena, staffa, monaco, puntone e saetta o contraffisso. Questo
sistema in legno fa in modo che le spinte e i carichi accidentali spingano in verticale e non lateralmente.
A San Zeno di Verona c’è un sistema a catena. Nell’area nord americana a partire dall’800 si diffonde la tecnica del ballon
framing, in cui i paletti di legno costituiscono l’ossatura dell’edificio.
Calcestruzzo armato
Il calcestruzzo armato è dopo il 1860. Si diffonde perché l’Europa è molto ricca di calcare che crea cemento che diventa il
materiale legante che con ??? diventa calcestruzzo.
– Calcestruzzo armato
– Calcestruzzo armato precompresso
– Ferro cemento: materiale composito, usato nell'edilizia e nella scultura, composto da malta cementizia di alta qualità
che ricopre un'armatura costituita da poche barre e numerosi strati di maglia d'acciaio.
C’è una grande scuola di ingegneri del cemento in Italia.
La firmitas presuppone la conoscenza di come i materiali stanno insieme: posso unirli a secco, senza legante, usare
sistemi di giuntura sempre a secco (es. grappe di legno), per aggancio, per mutuo contrasto, per incatenamento o per
sospensione; se non è a secco, lo lego con un legante: la calce. Parte dai fenici fino ai romani.; i greci non usano leganti.
La calce mischiata con altri elementi diventa plastico. Un altro legante è il cocciopesto, spesso usato per ricoprire le
superfici e ottenuto dal miscuglio tra la calce e i detriti di mattoni.
Calce: il termine calce indica una serie di materiali da costruzione, noti dai Fenici e usati dai Romani, ottenuti per cottura
a temperatura elevata di calcare, marmo, conchiglie o altri materiali contenenti carbonato di calcio. Il materiale
ottenuto, la calce viva, era poi "spenta" gettandola in vasche piene d’acqua. Inizialmente adoperata nella forma di "calce
aerea" (che indurisce solo se a contatto con aria) venne successivamente mischiata con pezzi di argilla cotta (vasellame,
mattoni ecc.) oppure a pozzolana, una sabbia ricca di silice, che ne alterano le caratteristiche di resistenza ed
impermeabilità. ma soprattutto ne consentono la presa anche in ambienti non a contatto con aria (tipicamente
sott'acqua). Nascevano così le "malte idrauliche", sebbene a base di calce aerea.
Nella storia dell’architettura, architetti e capimastri non avevano conoscenze scientifiche né sul comportamento dei
materiali. Era solo conoscenza di tipo empirico. La conoscenza veniva tramandata di generazione in generazione.
Il sistema costruttivo per eccellenza è quello trilitico: piano d’appoggio, due
montanti su cui appoggio l’architrave. C’è il rischio che l’architrave cada o faccia
cadere i montanti. “Nel sistema trilitico si ha una trasmissione dei pesi in modo
abbastanza semplice: il peso dell’elemento orizzontale si divide in due carichi
equivalenti che si scaricano sui due piedritti. I piedritti, per effetto di questi pesi
sovrastanti vengono ad essere sollecitati a compressione: ossia, il carico che li
sovrasta determina sui piedritti un fenomeno di schiacciamento, fenomeno che
La grande novità dal pdv delle tecniche costruttive, dopo il trilitico tipico del mondo greco è quello del mondo romano,
l’arco. L’arco è la grande novità. Mettendo l’uno affianco all’altro gli archi ottengo una volta a botte. Devo quindi
costruire un edificio che resista a spinte che non solo più verticali o orizzontali, ma che hanno una risultante sulla
diagonale.
Il vantaggio dell’arco a sesto acuto è che necessita di meno materiale per contrastare la spinta.
È importante vedere se l’edificio rivela la sua struttura o meno. Si usa il termine tettonico quando la struttura è visibile;
a-tettonico quando non è visibile.
«Tettonica» è un Termine utilizzato
a) Per designare lo scheletro strutturale
b) In opposizione: a-tettonica: quando la logica
strutturale di un edificio non è espressa
c) Quando la struttura è rappresentata
A volte la struttura può essere rappresentata, quindi disegnata per finta (es. palazzo Rucellai in cui i conci di pietra non
corrispondono a quello reale. Sono inoltre disegnati gli ordini architettonici: i pilastri dunque non ci sono veramente. È
solo un fatto estetico, che richiama l’antico).
L’opera di Borromini, Cappella dei Re Magi in Palazzo Propaganda Fide rivela il principio costruttivo attraverso le
costolonature che sono enfatizzate. Per questo Borromini sarà criticato da Bernini.
3.venustas
Devo connotare con qualche elemento il mio edificio, con qualche carattere, rendendolo piacevole e caratterizzati da
pdv formale.
Caratterizzazione formale di un edificio
- Quando si è risposto alla utilitas e alla firmitas nasce un’altra esigenza, quella di caratterizzare l’edificio
- Bellezza, armonia delle forme, corretta proporzione delle parti
San Miniato: protorinascimentale. A Firenze, più che altrove, era presente una continuità con l’architettura del passato.
Anche nel Colosseo l’ordine architettonico ha valore decorativo, non strutturale.
Quindi gran parte dell’architettura prodotta può essere interpretata come una maschera:
- O per stabilire un legame positivo con il luogo
- O per accentuare un carattere (spettacolarizzazione)
- O per trasformare l’identità
Perché nella colonna ci sono scanalature? Perché danno un effetto di chiaroscuro, luce-ombra. Esse inoltre slanciano la
figura. Le linee verticali mi permettono inoltre di annullare le linee orizzontali date dalla composizione dei diversi rocchi,
le commissure. Infine, queste linee danno anche un’idea di forza, linee che danno idea della tensione che si scarica
atterra. Allo stesso modo, perché l’elemento della base viene definito toro? Dà l’idea che quest’ultimo pezzo sia
schiacciato dal peso superiore, sta “raccontando”.
Tutta l’architettura, dunque, può essere spiegata come un travestimento che ci comunica delle cose, interpretata come
una maschera per stabilire un legame positivo con il luogo, per accentuare il carattere o per cambiarsi l’identità.
Questo comportamento è lo stesso che gli animali assumono.
Utilizzare la maschera di un luogo=riprendere e richiamare anche il legame simbolico del luogo.
La maschera spesso viene utilizzata per estremizzare un concetto: la struttura non serve in termini di firmitas ma di
venustas. SPETTACOLARIZZAZIONE, richiamare attenzione.
Nel corso del periodo che studieremo, la maschera che più verrà utilizzata è quella dell’antico, intendiamo l’antico
romano; il mondo greco viene perso quasi subito.
Gli edifici simbolo con cui gli architetti si sono confrontati sono principalmente: il Pantheon, il Colosseo, l’arco di trionfo.
Le architetture vengono camuffate con maschere che si apparentano a queste tipologie.
Architettura carolingia, a Lorsch. La porta d’ingresso i rifà all’arco di trionfo. Usare la maschera dell’antico per
trasmettere i valori fondativi dell’impero romano cercando un legame con la chiesa.
Anche Perugino nella “cappella sistina” in Vaticano per contestualizzare, riproduce due archi di trionfo. Anche l’edificio
centrale a pianta centrale ottagonale cupolato è simbolico.
Il museo di Berlino di Schinkel richiama una stoà, portico tipico della piazza dei greci. Usa l’antico come maschera.
Venustas e proporzione
Alberti: “Possiamo stabilire che la bellezza è una sorta di consenso e unione di più parti appartenenti a un insieme
tendente a un preciso numero, finizione e collocazione, così come la concinnitas (legge assoluta e principale della
Natura) richiede.”
I rapporti proporzionali identificati sono legati ai numeri 1, 2, 3, 4; che associati formano questi cinque rapporti
proporzionali: 3:2 o sesquilatera, 4:3 o sesquiterza, 2:1 o doppio, 3:1 o triplo, 4:1 o quadruplo, più la proporzione 9:8 o
sesquiottavo.
I sistemi proporzionali sono fondamentali per stabilire i principi estetici, come la sezione aurea. Così come la serie di
Fibonacci.
Possiamo dire che c’è un’evoluzione della venustas? Sì, c’è un miglioramento strutturale, funzionale, tecnologico. Non
possiamo dire la stessa cosa dal pdv estetico. Le tecniche costruttive sono meglio. L’architettura è espressione di un
momento particolare e quindi aria nel tempo. I nostri parametri estetici sono diversi da come lo sono stati nel passato.
Nello stesso luogo e periodo spesso possono coesistere stili diversi. Ad esempio, Bernini e Borromini hanno un idea di
venustas diverso, una più classicista e l’altra anticlassica rispettivamente. Bernini utilizza in maniera rigorosa gli ordini
architettonici, mentre Borromini li deforma esprimendo dinamicità e movimento.
Questo modo di fare architettura all’interno dello stesso periodo c’è sempre stato.
Il classicismo è antirivoluzionario per eccellenza.
15 ottobre
Ordine architettonico
L’ordine architettonico è stato definito come “un sistema di elementi morfologicamente determinati legati da reciproci
rapporti sintattici a formare un’unita organica”. (Bruschi) Egli paragona l’ordine architettonico ad un linguaggio verbale,
che utilizziamo per comunicare.
Quindi abbiamo:
1.Degli Elementi
2.Un sistema di elementi
3.Degli elementi morfologicamente determinati
4.Dei rapporti tra singoli elementi e unità più complesse
5.Rapporti sintattici (quindi regole, un linguaggio e anche di eccezioni alla regola)
6.Un’unità organica costituita da elementi
Gli architetti preferiscono utilizzare il termine “ordine” oppure “linguaggio” e MAI “stile”.
Gli Ordini architettonici (dorico, ionico e corinzio ??) potrebbero anche essere definiti come:
- la rappresentazione del sistema trilitico, nella sua originaria struttura lignea. (Questo punto riprende il trattato
vitruviano. Vitruvio dice che i tre ordini sono ciò che rimane del sistema trilitico)
- la rappresentazione simbolica dell’atto di sostenere tradotta formalmente.
L’ordine architettonico compare pressoché contemporaneamente nelle forme dorica e ionica (VII sec). Con l’avvento di
Roma, l’Ordine assume una duplice funzione:
- strutturale,
- plastico-decorativa.
I triglifi su strutture di pietra non hanno ragione di esistere ma probabilmente sono una memoria di quando la struttura
era lignea.
Anche l’uomo vitruviano di Leonardo richiama anch’esso il trattato di Vitruvio, che dice che l’uomo sta perfettamente
all’interno di un cubo e di un cerchio.
Viene presa come unità di misura universale il diametro della colonna all’altezza dell’imoscapo.
CHIEDI ALTEZZA COLONNE
IL FUSTO
Colonna
Ha una sezione circolare.
Pilastro
Sezione non circolare (rettangolare, ottagonale)
Semicolonna
Non è staccata dalla è parete ma è appoggiata ad essa
Semipilastro
Sporge dalla parete ma non è staccato da essa
Parasta
Sporge in maniera minima dalla parete. Si distingue dalla lesena perché quest’ultimo è solamente decorativa. TERMINE
PARASTA DA PREFERIRE.
Ordine gigante
Ingloba più piani. Non per forza tutto l’edificio.
LA BASE
Di solito non poggia direttamente su piedistallo perché solitamente c’è un plinto. Le più comuni sono:
BASE ATTICA
Questa è una base attica (disegna un base attica, tipica domanda del compito).
Il dorico greco non fa parte dei cinque ordini perché viene prima di Vitruvio. Esso non ha la base e il fusto della colona
appoggia senza base.
Lo ionico solitamente è associato all’ordine femminile. La trabeazione si distingue perché il fregio è unico, continuo. Ha
una decorazione a dentelli sotto la cornice superiore della trabeazione.
1.l’esatta consistenza, le modalità, le fasi e i tempi di progettazione, di attuazione, di trasformazione, ecc. dell’opera;
2.le eventuali preesistenze sul luogo;
3.le motivazioni, il programma e la destinazione dell’opera;
4.i vincoli ed i limiti programmatici: economici, fisici, concettuali, ecc.;
5.i committenti, le loro idee, le «mentalità»;
6.gli architetti, la loro formazione, le loro idee...;
7.le maestranze, il loro tipo di organizzazione nel cantiere, la loro formazione, il loro grado di abilità, i loro rapporti con i
committenti e con gli architetti, il loro contributo all’aspetto, dell’opera, ecc.;
8.i mezzi economici e tecnici impiegati, l’organizzazione del cantiere, ecc.;
9.i rapporti fisici, funzionali, visivi, con la città e il territorio circostante;
10.il significato e le modalità di uso dell’opera nel tempo...
Architettura:
1) autonoma
2) o soggetta a eteronomie
-espressione di un committente
-espressione di un potere dominante / di un periodo storico / di una cultura
Perché?
La Storia dell’Architettura è nata :
-Come strumento e in funzione della progettazione di una nuova architettura (studio dei codici linguistici, degli stili)
-Come parte della Storia dell’Arte e solo alla fine dell’Ottocento è diventata disciplina autonoma
Oggi certamente non serve
-per delineare il futuro sul passato,
-per utilizzare la storia come magazzino di forme e linguaggi
Ma, ad esempio, per
•Imparare ad osservare e a leggere criticamente un luogo, una realtà, un progetto
•Capire l’architettura (dall’impianto planivolumetrico ai dettagli)
•Essere più consapevoli del processo storico nel quale si opererà (e quindi del dover agire in conseguenza)
•Infine, per il solo sapere; senza che lo scopo sia l’utilizzazione per la progettazione (differenza dagli altri corsi).
Vedere l’architettura
Vedere e guardare
- Lo sguardo
- L’occhio
- Intenzionalità
- Sapere cosa cercare vedendo una cosa
Le Corbusier scrisse un libro, Vers une architecture, i cui primi capitoli sono intitolati “gli occhi che non vedono” e critica
l’architettura perché non è stata in grado di cogliere il progresso.
Ci possiamo avvicinare all’architettura tramite:
-Disegno, le mani. Così prendo coscienza di ciò che mi sta intorno
-Sguardo, gli occhi
-Movimento, il corpo
Rilievo e fotografia
E’ il duomo di Milano.
Pianta longitudinale di una chiesa a cinque navate. Ci sono due sacrestie a dx e sx. intorno al presbiterio c’è un
deambulatorio in cui si circola. Le volte sono a crociera e le colonne sono numerosi.
Modulo spaziale/unità modulare: quadrato. Successione di moduli quadrati. Archi a sesto acuto.
16 ottobre
CHIEDI SU VOLTE ECC
Non esiste una vera e propria nazione greca ma una serie di polis, città stato, territori che si riconoscono negli stessi
ideali.
Un territorio così sparso è soggetto ad invasioni e gran parte di questi territori sulla costa della Turchia si sentono in
contrasto con l’impero persiano. Ci saranno molte guerre, persiane e del Peloponneso, ad esempio.
L’architettura greca antica si fa risalire nel 776, all’inizio delle Olimpiadi, fino al 323 con la morte di Alessandro Magno.
All’interno abbiamo un’età arcaica, un’età classica, l’età ellenistica che si sovrappone ad un periodo di dominazione
romana. Segue poi, dopo la fondazione di Costantinopoli, il periodo bizantino che arriva fino al 1453.
L’unità fondamentale che costituisce il mondo greco è la polis, formata da Acropoli, il centro della vita religiosa, posto
sul punto elevato, l’agora e l’astu, il quartiere residenziale.
Lo sviluppo urbanistico della polis greca può essere suddivisa in tre fasi:
1. CITTA’ PRE-IPPODAMEE: dal VIII sec. alla fine del V sec. a. C.
2. CITTA’ IPPODAMEE: dalla fine del V sec. a. C. alla romanizzazione (145 a.C.)
3. CITTA’ ELLENISTICHE: durante la colonizzazione romana.
Quando una città come Atene o creta raggiungeva un numero troppo alto di abitanti, decideva di fondare una colonia,
creata solitamente nel territorio della Magna Grecia. Le città di nuova fondazione vengono disegnate in maniera diversa
a seconda fossero prima o dopo di Ippodamo da Mileto, il primo che propone uno schema geometrico regolare. C’è una
suddivisione a scacchiera nei diversi lotti.
Prima di Ippodamo le strade che disegnavano la città formavano un sistema di assi viari: le Platee (orientate da et a
ovest, in numero limitato) e gli stenopoi (da nord a sud, più numerosi). Uno spazio vuoto non regolare è occupato
dall’agorà. Con Ippodamo verrà tutto regolarizzato e non c’è più una gerarchia tra platee e stenopoi.
L’abitazione greca è introversa, non ha aperture verso l’esterno. La luce deriva da un cortile esterno, anche elemento
distributivo. Talvolta sono disposte su due piani. Il cortile prende il nome di pastas. L’elemento più importante è l’oikos,
dove esiste il focolare domestico, è la stanza di riunione. Davanti all’oikos troviamo un portico, normalmente tripartito
da due colonne.
L’agorà normalmente non è regolare ma è delimitata da portici, gli stoà. Sull’agorà ci sono anche i luoghi di riunione
dell’assemblea cittadina.
Agorà:
Teatro greco
• Orchestra: all’inizio trapezoidale, poi circolare (luogo dell’azione collettiva del coro) con altare al centro
• auditorio ricurvo (di solito semicircolare), il theatron (= luogo da cui si può vedere) adagiato su un pendio (koilon
o cavea nel mondo romano)
• la scena (skene) dove vi erano ambienti di deposito delle scene, attrezzi e costumi e da ridotto per esigenze
sceniche;
– prima a livello dell’orchestra, poi sopraelevata e preceduta da un colonnato;
– dall’originaria struttura lignea si è progressivamente passati a strutture di pietra;
– Proskènion: inizialmente una pedana di legno su cui si recitava
• passaggi laterali (parodoi) dai quali gli attori entravano in “scena”
Un teatro è solitamente composto da una orchestra circolare, un altare al centro, un koilon/cavea a semicerchio
oltrepassato, suddiviso in settori radiali. I settori sono tagliati a metà dal corridoio che accelera il deflusso degli settatori.
Tempio greco
Il tempio greco è ispirato al megaron miceneo (sala dei regnanti a Micene) e, originariamente, era costituito da materiali
"poveri" (legno, mattone, argilla battuta, pietre grezze, talvolta ramaglie); con il VI secolo viene introdotta la pietra
tagliata (prima pietra calcarea e poi il marmo), in blocchi squadrati e ben regolari. In un primo momento, i pilastri in
pietra reggono ancora una trabeazione lignea; poi il passaggio a una trabeazione in pietra impone colonne più tozze e
pesanti.
Le quattro colonne intorno al focolare per fare uscire il fumo diventano poi un elemento fondante nella forma del
tempio.
L’interno del tempio è costruito su due ordini per favorire l’innalzamento del tetto a spiovente.
Lessico architettonico:
- Naos (cella): stanza centrale in tre navate dove sta la statua della divinità venerata. Ci sono le tre navate con
colonne per limitare la luce delle coperture e per favorire l’innalzamento della parte centrale e quindi costruire
un tetto a spioventi;
- Dalla parte dell’ingresso c’è il pronao; dalla parte opposta l’opistodomo.
- Pronao: nel tempio greco, lo spazio fra il colonnato e la parte antistante della cella o naos, in seguito, elemento
architettonico a sé stante, delimitato da colonne e pilastri, all'esterno o all'interno della facciata di un edificio.
- Opistodomo: nel tempio greco, lo spazio fra il colonnato e la parte posteriore della cella
- Prostilo (pro+stylos): tempio con portico a colonne sulla facciata anteriore.
- Anfiprostilo (anfì+prostilo) si dice di tempio che presenti colonne solo sui lati brevi
- Periptero (perì+pteròn): si dice di tempio classico la cui cella è circondata da una fila continua di colonne o
peristilio, (perì+stylos);
- pseudoperiptero se le colonne sono addossate a un muro
- Diptero: si dice di tempio classico con doppia fila di colonne su ciascuno dei lati
- In antis: si dice di tempio arcaico greco con portico che presenta il prolungamento muri perimetrali sulla facciata
principale.
Lo stadio
Il termine indica un posto per sedersi. Lo stadio più antico è quello di Olimpia (192,28 metri) oppure lo stadio di Licurgo
ad Atene (330 a.c.) .
Solitamente la lunghezza varia tra i 177 metri e i circa 185 m. Sono presenti delle tribune sui lati e arrotondamento di
una delle fronti. Un lato rimane aperto. Sono scavati in terra.
Lo stadio è il luogo dello spettacolo, dove si svolgono gli esercizi ginnici.
Ricordiamo quello di Olimpia, di Delfi, lo stadio Panathinaiko.
In questo periodo nasce l’edificio pubblico destinato alla educazione dei giovani, il ginnasio. Solitamente ci sono due cicli
più un ciclo aggiuntico. Il ginnasio è il luogo della formazione, un porticato su colonne trabeate intorno ad uno spazio
vuoto, con pochi spazi chiusi. Ricordiamo i casi di Priene e Mileto.
Tra gli edifici funerari abbiamo visto la tholo, la tholos ipogea e i mausolei.
La tholos di Epidauro era un edificio circolare periptero, destinato alla celebrazione di miti eroici e non per forza ospita il
corpo del morto.
La tholos è un edificio sacro; ne troviamo molti a Delfi.
I mausolei sono invece edifici funebri che conservano il corpo dei morti. L’edificio pubblico più celebrato è il mausoleo di
Mausolo, che diede il nome a questa tipologia. Venne costruito dalla figlia moglie Artemisia nel 4 sec a.C. Plinio parla del
colonnato e i gradoni piramidali. Sopra una grande statua equestre.
Età Ellenistica
– Dalla morte di Alessandro Magno (323 a.c.) alla caduta dell’ultimo regno (Regno tolemaico d’Egitto 31 a.c.). Meglio
definirla come l’architettura greca tra Alessandro e Augusto
– Fine della polis libera
– Considerata come età della decadenza
– Passaggio fondamentale per l’architettura romana
– Elaborazione di strutture complesse (edifici variamente suddivisi)
ATENE
Atene nel 5 sec a.C. inizia ad essere la città guida delle diverse leghe che si scontrano con l’impero persiano.
È una città che non segue un sistema urbanistico preciso ma ha sempre un quartiere residenziale, l’astu, un’agora, su cui
sorge l’edificio più importante che lo delimita, lo stoà, l’acropoli su cui sorgono edifici importanti. Intorno abbiamo un
grande tempio dedicato ad Efesto, due teatri utilizzati durante il periodo romano. Quando Atene viene conquistata da
Roma, Adriano si
innamora degli edifici di
Atene e ne riprende alcuni
elementi.
I propilei
◼ in greco, pròpylon era la semplice porta (anche in un muro), tà propýlaia era il vestibolo, cioè “ciò che precede la
porta”;
◼ propýlaia era anche il complesso insieme di ambienti che introduceva ad un recinto, come nel caso di quelli
dell’Acropoli di Atene, oggi in parte ricostruiti, opera di Mnesicle (437-432 a.C.)
◼ i propilei erano cioè il raffinato filtro tra l’interno e l’esterno di un recinto sacro; porte di ingresso al recinto sacro
◼ Corpo ad ali sporgenti; Tre volumi affiancati; Porticato esastilo centrale; Fila di colonne che accompagnano il
percorso. ◼ Novità: intervento che prevede una struttura complessa che accorpa in un unico edificio più elementi di
scala diversa ◼ Ordine dorico esterno ed ordine dorico interno; ordine ionico nel passaggio
◼ Utilizzo di materiali di diversa colorazione: marmo pentelico bianco e pietra nera di Eleusi
I propilei vengono costruiti una volta finito il Partenone. Non affidano l’opera a Ictino ma a Nesicle. Gran parte delle
fondazioni vengono rinforzati dai materiali che provengono dalla distruzione degli edifici che sorgevano sull’acropoli e
che furono distrutti nel 480, Seconda Guerra Persiana. Con Pericle ci sarà la ricostruzione e l’ampliamento dell’acropoli;
quindi il Partenone c’era già. Questo acropoli era abbastanza conservato fino al 600-700. Il Partenone diventa una
chiesa. La statua di Fidia di oro e avorio viene saccheggiato inoltre durante una delle crociate. Dopo la conquista degli
Ottomani il Partenone diventa una moschea; poi una sorta di fortezza tanto che, quando i veneziani vogliono
conquistare Atene bombardano l’edificio, distruggendolo quasi totalmente. I pezzi bombardati e le statue vengono
recuperati da uno studioso inglese. Riesce a recuperare anche le decorazioni.
Il Partenone è forse l’esempio più alto della produzione dell’antica Grecia.
L’acropoli subisce quindi varie funzioni.
Ipotesi ricostruttiva: il pellegrino percorreva le scale, vedeva poi il tempio di Atena Nike, i propilei. Entrato trovava una
statua di Atena, proseguiva arrivando fino al limite est da cui vedeva il Partenone e poteva percorrere intorno l’Eretteo
che presenta quattro facciate circondate da un recinto all’interno del quale sono conservate le reliquie più importanti.
I propilei esistevano già. Vengono ricostruiti, dopo la loro distruzione del 480, nella prima metà del V secolo.
La soglia è in realtà molto più di una porta, perché indica il passaggio da uno spazio profano ad uno spazio sacro; i
propilei hanno proprio questa funzione di filtro. Invitano inoltre all’ingresso tramite il sistema di ali che chiudono lo
spazio prima che le persone percorrano il sentiero che le porta alla zona sacra. Sono uno spazio intermedio tra fuori e
dentro.
Vengono inoltre utilizzate colonne di diverso genere; come vediamo dall’immagine della pianta, infatti, alcune colonne
sono rappresentate con due cerchietti concentrici, uno dei quali rappresenta la base. Le colonne non sono quindi
doriche, ma di ordine ionico. La facciata è esastila, n sistema di pilastri e esco fuori con un pronao esastilo. I corpi di
fabbrica sono di diversa altezza, resi però il più simmetrico possibile tra loro. Questo insieme dei propilei è un edificio
complesso, articolato, con quote, coperture, volumi, elementi architettonici diversi. Ci racconta un a complessità.
Le colonne sono scanalate, ad un terzo è presente l’entasi. Si nota un’anomalia: gli intercolumni non sono tutti uguali.
Il Partenone, 447-432
◼ Ictino e Callicrate sotto la direzione di Fidia
◼ Statua di Atena di Fidia all’interno
Il tempio di Atena Nike è sul limite occidentale del recinto sacro. È un tempio anfiprostilo tetrastilo, di ordine ionico.
Vediamo i capitelli d’angolo con le vedute disposte a 45 gradi. Anche qui il fregio è continuo. Vediamo il crepidoma, lo
stilobate; le colonne hanno una base attica che prosegue anche sulla parete dell’edificio.
All’interno del recinto trovo l’Eretteo, una sorta di santuario che conserva al suo interno la tomba dei primi re di Atene,
l’ulivo regalato da Atena e un cenotafio. Un cenotafio è un edificio funebre in cui manca il corpo all’interno. È un edificio
commemorativo. Tutte le facciate sono tra loro diverse e presentano degli spazi davanti o tetrastili o esastili. Troviamo
anche la loggetta delle cariatidi. Sopra la testa portano una specie di echino con ovuli e lancette e dentelli ( ordine
ionico).
Theseion
Ad Atene c’è anche il Theseion, il tempio dedicato a Efesto, detto Vulcano. Adriano ne porta a compimento la
costruzione. È un tempio esastilo, in doppio antis, di ordine dorico.
Ad Atene ci sono anche diversi teatri e l’odeon, un teatro coperto, che si diffonde maggiormente in età classica.
23 ottobre
GLOSSARIO
PPT
Analisi “Gli architetti del Partenone”!!!!
1)Muratura a secco
– La pietra a secco (senza legante/malte)
• Opus siliceum: massi informi non regolarizzati
• Opera poligonale: blocchi di pietra squadrati ma non perfetti parallelepipedi, poligoni irregolari
• Opus quadratum, che tenderà a sparire progressivamente, sostituito da altri materiali.
Le prime due tecniche sono più arcaiche rispetto alla terza.
Nell’opus quadratum i blocchi vengono fissati tra loro con piccoli elementi di fissaggio: le grappe; altre volte viene
scavata la roccia e viene fuso del piombo che va a riempire lo spazio del perno. In questo modo si evita che i due pezzi si
muovano. Coi blocchi monolitici non era necessario.
Nell’opus quadratum i blocchi possono essere disposti secondo un orientamento: parallelo alla muratura o
perpendicolare ad essa: ortostati e diatoni. In questo modo la muratura era più stabile.
2)Pietra con legante (calce)
Opus caementicium
III sec. a.C. – IV sec. d.C.
I componenti
• materia (la malta)
1 calce
2 sabbia (secondo Vitruvio arena fluviatilis, marina, fossica. Meglio di fiume perche non contiene sali)
3 pozzolana (polvere vulcanica, priva di terra)
• 4 caementa (gli inerti)
– pietre grezze
» scaglie (adatte nelle fondazioni allo scoperto, nelle murature pigiate a strati)
» scapoli, frammenti più grandi (per nuclei interni dell’opera cementizia e per paramenti esterni dell’opera incerta)
» pietre effusive
» ciottoli (in Pianura Padana)
– pietre conce (come paramento esterno)
– pietre da intaglio (come decorazione)
– dopo gli incendi del 64 e dell’80 soprattutto materiale fittile
• 5 Acqua
La grande invenzione dei romani è l’opus caementicium, il calcestruzzo.
L’opus caementicium veniva gettato allora all’interno di specifiche casse di legno e, solidificato, manteneva la forma.
Questa muratura gettata nelle casse prende il nome di muratura a sacco se, al posto di avere una cassa di legno che poi
tolgo, ho dei paramenti murari costituiti da materiali tra loro diversi. Una volta asciugato l’opus, essi rimangono solidali
I mattoni sono i più utilizzati nell’architettura romana, anche nelle murature a sacco.
L’unità di misura dei romani è il piede.
Il laterizio è il più utilizzato per l’architettura romana di età imperiale. Era una muratura che celata da altri rivestimenti. I
mattoni e i coppi avevano una precisa dimensione.
Di laterizio (argilla cotta) erano fatte anche le coperture dei tetti. Gli embrici erano trapezoidali e venivano infilati uno
nell’altro. Sigillati poi da dei coppi in modo che tutto fosse sigillato. I laterizi erano utili anche per costruire strutture di
scarico, solitamente archi.
Le fondazioni potevano essere fatte di diverso materiale: travertino, marmo, blocchi di peperino, che poi venivano
rivestiti.
Quasi tutta l’architettura romana veniva rivestita da sottili lastre di pietra, come vediamo all’interno del Pantheon con
effetti cromatici differenti.
Con le pietre venate spesso di componevano disegni geometrici. Le piccole pietre erano usate anche per mosaici del
pavimento.
La volta in concreto veniva direttamente gettata sulla centina (come nel Pantheon), opportunamente sagomata per
produrre decorazioni studiate dopo la rimozione delle casseforme; per facilitare il distacco delle casseforme si ricorreva
e incannucciato o a foglie di palma;
1. sulla centina veniva distribuito un primo strato di mattoni quadrati (che costituivano così una seconda cassaforma, ma
permanente);
2. venivano montati degli altri mattoni ortogonali al piano. Tecniche: Volte e solai in concreto di età romana
3. veniva gettato il calcestruzzo
I solai erano prevalentemente di legno oppure erano gettati in opera: gettati su strutture lignee, le centine, che
potevano essere sagomate.
Talvolta nelle volte venivano gettate le anfore per rendere più leggera la muratura. Le volte venivano poi ingessate o
intonacate.
Intorno al 60 d.C., soprattutto nel mondo bizantino si diffonde la tecnica del tubo fittile (cioè di argilla), degli elementi di
laterizio infilati l’uno nell’altro e cementati in modo da creare delle catene autoportanti sopra le quali veniva buttato il
getto, senza il bisogno di armature o centine. Questa tecnica prevedeva velocità nel cantiere, prefabbricazione e
leggerezza della struttura.
Tutte le murature romane erano intonacate e dipinte. L’intonaco è normalmente di tre strati: il secondo è l’attuale
stabilitura sulla base di calce, e poi veniva gessato il muro e finito con una pittura.
I Romani erano bravi anche nella costruzione di infrastrutture e strade.
La città romana
Cronologia
Regno
• 753 a.C. Fondazione di Roma. Nasce dall’unione delle tribù che stavano sui colli Campidoglio, Palatino (si cui ci sarà la
residenza imperiale), Celio, Esquilino (dove ci sarà la domus aurea), il Viminale e il Quirinale.
• Tempio di Giove Capitolino, Giunone e Minerva
• Bonifica dei terreni del futuro Foro
• Periodo sotto influenza della cultura etrusca
Pochi edifici, per lo più fondazioni.
Repubblicana
• 509 a.C. Cacciata di Tarquinio il Superbo
• 202 a.C. Supremazia nel Mediterraneo (II Guerra Punica)
• 146 a.C. Grecia sottomessa completamente a Roma (Tempio Fortuna Virile)
• 80 a.C. Età Sillana (Santuario di Praeneste)
Imperiale
• 31 a.C. Azio, Tempio di Vesta?
• 29 a.C. Ottaviano Augusto (Vitruvio), Foro di Augusto, Arco di Augusto
• 22 d.C. Tiberio, Arco di Orange
• 54 d.C. Nerone, Domus Aurea
• 69 d.C. Vespasiano, Colosseo
• 71 d.C. Tito, Terme di Tito
• 81 d.C. Domiziano (Rabirio), Foro Transitorio, Domus Domiziana (Palatino)
• 98 d.C. Traiano (Apollodoro di Damasco), Foro di Traiano, Terme di Traiano
• 117 d.C. Adriano, Villa Adriana a Tivoli, Terme di Adriano, Pantheon, Mausoleo di Adriano
• 161 d.C. Marco Aurelio
• 303 d.C. Diocleziano, Palazzo di Spalato, Terme di Diocleziano
• 307 d.C. Massenzio, Basilica di Massenzio (Costantino)
• 310 d.C. Costantino, Mausoleo S. Costanza, Arco di Costantino, Ninfeo Horti Liciniani, Basiliche paleocristiane
• 379 d.C. Teodosio, Mausoleo a Ravenna
Da Marco Aurelio ha inizio l’epoca tardo antica.
Sarà l’architettura più studiata da noi perché ci sono le opere più significative e sono resistite originali, senza essere state
demolite e ricostruite.
Il Foro
Posto di norma all’incrocio tra cardo e decumano Luogo centrale(vita politica, sociale, economica) di ogni città romana: il
termine foro indica, oltre che la piazza, gli edifici che la circondano (basiliche, templi, la curia, il comizio, colonne, archi di
trionfo, monumenti….).
Il foro è il luogo più importante della vita economica della città: mette insieme le qualità dell’agorà aggiungendo la
funzione religiosa. La città romana è una città fortificata, racchiusa dalle mura. Le porte della città sono sempre turrite e
sono gli elementi caratterizzanti della città. Erano di entrata e uscita e regolavano l’ingresso delle merci, pagamento di
dazi, …
Esistono anche vie porticate: via principale della città con strutture poste all’incrocio tra cardo e decumano. È la via
commerciale della città.
È stata trovata una mappa della città di Roma, la forma urbis, incisa su pietra, in frammenti, che probabilmente era posta
nel foro della pace. Molti utile agli archeologi.
Campo Marzio
Inizialmente la zona, poiché era al di fuori dei confini ufficiali della città (pomerium, il recinto sacro), venne utilizzata per
dare udienza ad ambasciatori stranieri e vi venivano più facilmente eretti luoghi di culto per le divinità orientali. Via via
perde importanza e col tempo, da luogo di culto diventa il luogo dove si stanzia l’esercito, che non poteva entrare in
città.
Edifici pubblici
• Foro: Tempio, Basilica, Arco di trionfo
• Terme
• Gli edifici per i giochi e gli spettacoli: Teatro, Anfiteatro, Circo
• Mercati
• Magazzini
• Mausolei
Il Foro
• luogo della vita pubblica, il centro civico attorno al quale gravitavano le attività amministrative, commerciali e politiche
• Deriva dall’agorà della città della Grecia antica ma sostanzialmente invenzione romana
• Secondo Vitruvio la piazza ha una forma rettangolare con i lati in un rapporto di 2:3
• a Roma ha impianto indipendente dallo schema urbano, mentre in altre zone è all’incrocio tra il Cardo e il Decumano
Massimo
• Troviamo un tempio, una piazza porticata, una basilica. Sono gli elementi che connotano il foro romano (POSSIBILE
DOMANDA). La basilica è un luogo commerciale, ma anche luogo dell’amministrazione della giustizia. Non c’entra con la
basilica paleocristiana. I templi più importanti erano il tempio della Concordia, di Vespasiano, di Saturno, di Antonina
Fustina, e quello di Castore e Polluce.
La basilica
È un luogo funzionale all’amministrazione della giustizia, non è religioso.
Basilica Emilia (che non esiste più): vediamo delle semicolonne che hanno una funzione decorativa. Le colonne sono
affiancate da lesene per dare una sensazione di robustezza. L’elemento interessante è proprio questo raddoppio
(semicolonna-lesena). È un ordine dorico su piedistallo, dove l’echino è decorato con ovuli e lancette. Sopra ho il fregio
con triglifi e metope. Le metope sono o piattini circolari, “patere”, o teste di bue, i “bucrani”.
Basilica Ulpia: ha cinque navate, coperta da un soffitto ligneo. C’è un portico e delle logge. Si entra dal lato lungo: ci sono
i due tribunali all’interno delle due absidi.
Basilica di Costantino o di Massenzio: si entra dal lato lungo; tre grandi volte a crociera coprivano gli spazi principali.
Opposto all’ingresso c’era l’abside dove sedeva il giudice. Per contraffortare le spinte delle volte a crociera poste al
centro abbiamo anche sei spazi coperti con una volta botte. C’era poi un’altra abside aggiunta dove viene posta la statua
di Costantino.
DEVI SAPERNE DISEGNARE LA MAPPA
(anastilosi: rimettere in piedi le colonne)
Archi di trionfo
Sono una tipologia romana. Normalmente sono suddivisi in: arco trionfale e arco onorario. I primi sono retti per i trionfi
degli imperatori quando arrivavano a Roma. I secondi sono retti in onore di qualcuno o qualcosa: per la presenza di un
imperatore, per un’opera pubblica,…
Negli archi di trionfo ci sono solitamente tre aperture, l’apertura centrale è sempre più grande delle altre. Le aperture si
dicono fornici. L’arco di Tito ha un unico fornice sempre inquadrato dall’ordine architettonico: in questo caso le
semicolonne sono addossate alla parete e inquadrano l’arco. La parte superiore è un attico.
L’arco di Settimio Severo ha tre fornici, inquadrati dall’ordine architettonico. La volta a botte cassettonata con le rosette
è la stessa che riprenderà Leon Battista Alberti nell’ingresso della chiesa di S. Andrea. Le colonne sono di ordine
trionfale, cioè quasi sempre ordine composito.
Tra gli archi onorari ricordiamo quelli di Traiano a Benevento ed a Ancona.
Dopo una fase iniziale in cui i Romani si dedicano alle campagne, si diffondono edifici destinati a spettacoli pubblici.
Prima c’era un divieto e, infatti il primo teatro è di Pompeo nel 55 a.C. Si inizia a costruire teatri, anfiteatri e circhi.
Teatri
Il teatro romano mutua la forma dal teatro greco ma diventa un’opera fuori terra, è organizzato su tre ordini
esternamente e, internamente, ha una cavea semicircolare ed un elemento di chiusura dell’orchestra, anch’essa
semicircolare, che prende il nome di scena.
Partito alla romana: elemento tipico dell’architettura romana, arco inquadrato dall’ordine architettonico.
Le scene si articolano e si complicano. La scena può diventare un prospetto urbano. I teatri, inoltre, erano caratterizzati
dai vomitoria, gli accessi/deflussi per il pubblico. Erano utili per raggiungere gli spalti più alti.
Anfiteatri
L’anfiteatro, invece, è uno spazio circolare leggermente allungato, con uno spazio centrale di forma ovale. Prende il
nome anche di Arena, perché lo spazio centrale era coperto di sabbia (arena=sabbia in latino). In questo luogo si
tenevano per lo più rappresentazioni di combattimento (uomini, animali, battaglie navali).
Il più famoso è l’anfiteatro Flavio, il Colosseo. Fu costruito in pochissimi anni ed è composto da ottanta elementi (archi)
che si ripetono uguali. Viene costruito sull’area occupata dal lago della domus aurea. Il cantiere prosegue in diverse
direzioni secondo gli assi principali. È l’anfiteatro più grande dell’antichità, poco più grande di quello di Capua. Anche
questa è una costruzione volta a far benvolere la figura dell’imperatore.
L’anfiteatro Flavio:
• I lavori ebbero inizio con Vespasiano 70-79 d.C. nell’area di un precedente lago in prossimità della domus aurea di
Nerone ormai in demolizione
• è alto circa 50 metri e i due assi misurano m 156 e 188;ospitava circa 50.0000 spettatori parzialmente coperti dai velari
• la facciata esterna è una ripetizione in serie di 80 elementi di archi inquadrati dall’ordine architettonico
• sviluppato su quattro piani (tuscanico, ionico, corinzio) + un quarto piano attico formato da paraste composite con
semplici finestre rettangolari e un fregio che delimita l’altezza
? DEFINISCI UN PARTITO ALLA ROMANA arco inquadrato in un ordine architettonico [vedi glossario]
Le abitazioni
Domus (urbana), è la più comune
Insula (urbana), è una sorta di condominio
Villa (extraurbana)
Palazzo imperiale (urbano)
Domus
sinistra di esso abbiamo le stanza da letto. Dei corridoi portano poi in un cortile. Sula strada ci sono due locali che sono
due spazi commerciali, non appartengono alla domus: la taberna, ad esempio.
La copertura è normalmente lignea. L’atrio permette di far entrare la luce. Se i piani sono due, le stanze da dormire
solitamente sono al secondo piano.
Questo descritta è la domus basica. A seconda delle disponibilità può essere anche più complessa.
Importante è l’atrio, che fa entrare la luce e illumina le stanze.
Spesso nelle domus troviamo un peristilio: abbiamo cioè un orto più grande con un portico che lo circonda e un giardino
al centro.
Questa domus presenta anche lo spazio per la cucina e per i bagni, che solitamente non erano previsti.
L’insula
L’insula è riconducibile all’idea di condominio: è multi familiare, dove la famiglia viveva in una stanza. La vita dei romani
era più che altro rivolta all’esterno dell’abitazione (dimensione collettiva a Roma), e non richiedeva dunque altro se non
un ambiente per dormire. Sono abitazioni che hanno raggiunto altezze considerevoli. Augusto riforma le abitazioni e
pone come limite di altezza 21 m (circa 10 piani). In questo periodo esiste una grande speculazione edilizia e quindi molti
romani si arricchiscono attraverso la costruzione di insule che spesso erano mal edificate (incendi, crolli,…), per questo
Augusto riforma.
• Nella forma più tipica si trattava di edifici quadrangolari, con cortile interno (cavedio), talvolta porticato, sul quale
erano posti i corridoi di accesso alle varie unità abitative (da tre a dieci).
• Questi edifici erano composti da un piano terra, in genere destinato a tabernae, dotate di un soppalco per deposito di
materiali e da piani superiori, destinati agli alloggi, via via meno pregiati verso l'alto.
• Esternamente erano in laterizio con solai lignei e senza servizi igienici.
• A Roma raggiunsero i 10 piani e sotto Augusto il limite di altezza fu fissato in 70 piedi (21 m).
Palazzi e ville
Domus Aurea(54-68 d.C.)
La domus aurea di Nerone mette insieme due tipologie: un palazzo in cui vive l’imperatore e una villa urbana. La domus
aurea che Nerone si fa costruire occupa una vasta area.
Svetonio racconta molto bene il funzionamento della domus aurea e racconta anche della strada sopraelevata che
metteva in comunicazione due colli.
La domus aurea si è quasi interamente conservata: alla morte di Nerone fu fatta la damnatio memoriae (cancellazione
delle presenze di Nerone) e quindi la costruzione viene interrata e sopra viene ricostruito. In questo modo si conserva.
Era organizzata con un grande portico che si affacciava a valle, delle piazze di forma ottagonale e al centro una sala
ottagona con volta a padiglione da cui si apre una serie di ambienti con volte a botte che contrastano la struttura a
padiglione.
• Incendio del 64 coinvolge parte dell’Esquilino, dell’Oppio e del Celio e dura nove giorni (140 ettari). Tre delle XIV regio
completamente distrutte. Modificato l’impianto urbanistico di Roma. Si sviluppa dal Circo Massimo.
• Nerone dalla Domus Aurea (secondo Plinio, Marziale, Tacito e Svetonio) dal suo teatro privato in costume da troiano
canta la distruzione di Troia
• Domus Aurea: - organizzata intorno ad una corte trapezoidale tra due ali rettilinee affacciata sulla valle
- Villa urbana (ma Palatium)
- Pochi resti sotto le terme di Traiano
- Giardini, laghi e stagno (Colosseo)
- Grandi opere di livellamento e sostruzione
Architettura tardoantica
180 d.C., Commodo imperatore – 476, caduta di Romolo Augustolo e dell’impero romano d’occidente (?)
È un’architettura che, in parte, si sovrappone all’architettura paleocristiana. È un periodo particolare, caratterizzato da
grandi spostamenti degli orizzonti, precedentemente focalizzati su Roma. Con Diocleziano ci sono varie città che
diventano capitali e che quindi vengono ricostruite e rifondate a immagine di Roma (Costantinopoli, ad esempio). In
questo periodo si ha anche l’inserimento nell’architettura di alcuni elementi che provengono dalla tradizione e
dall’architettura paleocristiana che, secondo gli storici, è come una causa della decadenza che caratterizza questo
periodo. Questa decadenza, secondo alcuni, è coltivata da una difficoltà nell’approvvigionamento
di materiali e quindi l’uso di materiali più poveri, principio a cui si ispira anche l’architettura
paleocristiana. L’architettura tardoantica, però, si manifesta in circostanze molto lontane tra loro e
con culture tra loro diverse.
Si può dire he l’architettura tardoantica è un’architettura romana declinata nei vari luoghi. Inizia
quindi con un’impostazione filogreca e poi assume delle istanze che provengono dai diversi luoghi
geografici (legate a materiali, tecniche costruttive, mentalità).
In questo periodo c’è una frequente costruzione di importanti masse murarie che possano
supportare sistemi voltati molto complessi. Quindi la struttura muraria si concentra soprattutto sul
rivestimento interno e sull’opus sectile che riveste gli interni. L’altro elemento che si nota è la variatio degli elementi
dell’ordine architettonico: troviamo dei capitelli corinzi ma che presentano delle caratteristiche legate al luogo in cui il
capitello è stato prodotto. Dal punto di vista delle tecniche costruttive si afferma progressivamente una sorta di
regionalizzazione: diverse regioni scelgono diverse tecniche costruttive; il nord Africa e la Provenza, ad esempio,
proseguono a costruire edifici mantenendo la tecnica dell’opus quadratum (forse per mancanza di materiali). In alcune
zone era frequente l’utilizzo di spolia, ovvero pezzi di monumenti derivanti da edifici smontati. Alcuni spiegano il fatto
dell’utilizzo della spolia con una motivazione di commercio, per il trasporto di pietre. Questo diventerà un elemento
caratterizzante dell’architettura paleocristiana. L’utilizzo di spolia è anche quello di un’appropriazione simbolica del
pezzo.
Progressivamente, la difficoltà di commerciare i materiali porta all’utilizzo delle materie locali.
Questi sono i due Cesari e i due Augusti; un pezzo di porfido incastonato nella parete esterna della basilica di S. Marco,
trafugato da Spalato o da Costantinopoli. Anche i restanti materiali della basilica sono materiali di spolia, smontati da
grandi edifici della Dalmazia. Il porfido è un materiale imperiale e nel suo colore indica sempre una committenza
imperiale.
PPT:
- Evidenza della massa muraria e scarsa cura nella decorazione delle pareti esterne
- Coperture molto ampie con sistemi voltati (basilica di Massenzio). Questo lascia il rivestimento
esterno un po’ nudo, e si concentra su quello interno.
- Variatio degli elementi dell’ordine architettonico: troviamo capitelli corinzi che presentano essenza
legate ai singoli luoghi in cui sono stati prodotti.
Tecniche costruttive:
• Regionalizzazione delle tecniche costruttive, con leggere diversità da una regione all’altra.
• Affinamento dell’uso dell’opus cementicium
• Minore cura posta nella realizzazione degli edifici in pietra
• Utilizzo di spolia da altri monumenti (arco di Costantino) motivato dalla mancanza di materiali e di maestranze
qualificate e dalla possibilità di ridurre i tempi di cantiere
• Uso di pietra da cava fosse meno diffuso
•Progressivamente le strutture lignee, poiché più facili e più economiche, soppiantano le costruzioni in pietra
Abbiamo dei grandi spazi come la Basilica di Massenzio, 4 secolo (Massenzio viene sconfitto da Costantino); il Tempio
della Minerva Medica (oggi ninfeo degli Orti Licianiani). È una grande struttura circolare coperta da una cupola, si
aprono ulteriori spazi circolari e cui sono affiancati altri due spazi semiovali. Abbiamo poi grandi contrafforti, tutto in
opus latericium.
Treviri
In questo periodo nasce anche la capitale di Treviri, nel nord della Germania. Qui venne costruito un teatro, un circo, un
foro e delle porte urbi (?) (Porta Nigra). Qui siamo lontani da Roma e quindi l’architettura è espressione della tradizione
di questo luogo. A Treviri c’è la Basilica di Costantino, o Aula Regia. Gli spazi sono simili a quelli del palazzo imperiale sul
Palatino. C’è un’abside dove sta il re mentre tiene un’udienza. L’aula è semplice, a forma di rettangolo, con un’unica
abside, con finestre tipiche dell’architettura romana con una copertura lignea con grandi travi. Questa Aula Regia
presenta archeggiature a filo della parete e leggere rientranze in corrispondenza delle finestre.
(la Basilica di Ambrogio è simile a questo tipo di architettura)
Bisanzio
Un’altra città fondata come capitale da Costantino è la città di Bisanzio, che già esiste, fondata nel 7 secolo a.C. Nel 324
viene scelta come nuova Roma da Costantino. La posizione della città è strategica, vicino al mare, posizione protetta e
comoda per il commercio. Diventerà la sede ufficiale di Costantino. Egli introduce nella città gli elementi che
caratterizzano una capitale imperiale: palazzo, circo (che lui chiamerà ippodromo), porto, foro di forma circolare con al
centro una statua. Onderà anche una sorta di chiesa mausoleo destinata ad ospitare le spoglie degli apostoli; accanto
alle spoglie degli apostoli, le sue, come fosse il 13 apostolo.
Costantinopoli
È una città che viene distrutta e saccheggiata diverse volte (saccheggio della quarta crociata, 1204, e la caduta del 1453.
È una città che rimane capitale dell’impero per 11 secoli. I resti rimasti sono molto pochi. La piazza del foro era molto
GLOSSARIO
A Milano c’è l’arena civica, costruita quando Milano è stata proclamata capitale in epoca tardoantica.
3) Arco di Costantino, attico
4) scanalatura se convessa, rudentatura se concava
5) elemento ad S= gola
DISEGNA LA BASE DEL PANTHEON possibile domanda compito!!!!
QUALI SONO LE CARATTERISTICHE DELLA BASILICA ROMANA possibile domanda compito!!!! (devo avere dei tribunalia
che sono sopraelevati, l’ingresso è frontale tramite scalinata, ha un porticato, è sopraelevata)
Differenza disegno tra serliana e finestra termale
QUALI SONO GLI ELEMENTI CARATTERIZZANTI DELLE CORNICI DEI VARI ORDINI? Modiglioni, …?
Arco inquadrato da un ordine architettonico: arco
Architettura paleocristiana
IV sec. – 601, morte di Gregorio Magno
Arch. Bizantina
30 ottobre
Quasi contemporanea alla tardoantica, può essere suddivisa per ordine cronologico
in bizantina e ravennate.
• Utilizzo di materiale di spoglio
• Poca attenzione per l’aspetto esterno dell’edificio contrapposta ad una ricchezza
della decorazione interna
• Volumi semplici
Tipologie
….
In corrispondenza dell’altare con sotto la tomba di Pietro esisteva un
ciborio, un baldacchino che poi verrà cambiato con quello di Bernini e
Borromini. L’ambiente con l’edicola, con la parete rossa, sorge all’interno delle necropoli ed è collocato esattamente
sotto la quota della basilica costantiniana. Costantino fa livellare il giropendio dell’edificio e fa in modo che non venga
rispettato l’orientamento perché l’abside è orientata ad ovest (l’opposto dell’orientamento prediletto verso
Gerusalemme e la Terra Santa). Il fatto del monte Vaticano che sta dietro e la presenza dell’edicola hanno vincolato un
diverso orientamento. Questo punto della tomba di San Pietro è ancora il luogo dell’attuale.
Sopra la tomba c’è l’altare, poi il baldacchino e poi la cupola. Il luogo centrale della chiesa non
viene cambiata durante la ricostruzione del 500. La cupola è un po’ l’immagine dello specchio
del cielo, l’universo che copre l’altare. Le colonne della vecchia pergola erano tortili e decorate,
di una qualità esecutiva molto alta, sono state inserite nelle edicole che stanno all’interno dei
piloni che reggono la cupola.
Santa Sabina, Roma
Siamo nella basilica di Santa Sabina, sull’Aventino. La basilica è ben conservata. L’esterno
dell’edificio è molto povero; vediamo delle ampie finestrature romane,
l’abside internamente traforata da finestre. Ci sono tre navate, quelle laterali più basse.
All’interno si conserva ancora la grande porta bronzea. Gran parte di queste basiliche sono
coperte da trabeatura lignee e l’unico elemento voltato, l’unica abside è coperta da una semi
cupola. Notiamo un sistema di archi su colonne: i fusti sono tutti uguali tra loro perché
probabilmente provengono dallo spolio di un edificio. In prossimità dell’altare c’è un recinto
costituito da lastre di marmo: è una sorta di scola cantorum, dove i canonici della chiesa si
riuniscono per cantare i salmi.
La basilica paleocristiana meglio conservata fino al 1823 era quella di San Paolo fuori le mura. In
quell’anno ci fu un incendio che ne demolisce gran parte. Da lì inizia una ricostruzione, che la
uniformò eccessivamente. La basilica sorge sul luogo di sepoltura di San Paolo. Ci sono cinque
Vediamo il ritratto di Costantino e Elena: Costantino è l’imperatore che promuove l’editto di Milano e si sposta a
Costantinopoli; Elena è la madre, che compie un viaggi in Terra Santa. Durante il viaggio, si ferma soprattutto a
Gerusalemme e Betlemme. Ripercorre i luoghi della passione di Cristo e scopre il luogo del santo sepolcro e della
crocifissione (Golgota). La leggenda vuole che, scavando in uno dei due siti, ritrova i resti della croce di cristo con il
titulus e i chiodi. Elena, a Gerusalemme, promuove la costruzione di alcuni edifici in corrispondenza di questi luoghi.
Principalmente la costruzione di una grande rotonda, una struttura circolare, definita rotonda dell’anasthasis, che copre
lo spazio del santo sepolcro. Affianco vengono costruiti altri edifici. Gli spazi intorno al Golgota assumeranno una forma
prossima a quella di avere un ambiente circolare, un ambiente porticato e una basilica preceduta da un atrio. La
composizione è quindi quella di un edificio di forma circolare con un edificio di forma longitudinale. Di fatto sono due
edifici di forma tra loro differente perché hanno due diverse funzioni: uno è un luogo della memoria (sconfitta della
morte).
Una costruzione simile viene condotta nel luogo della natività a Betlemme che aveva uno spazio ottagonale con
anteposta una basilica a cinque navate.
C’è un’altra grande cupola che si crede sia un luogo caro al cristianesimo: la moschea di Omar, o Cupola della Roccia. È
eretta nel 7 secolo su un luogo sacro per gli Ebrei e per i Mussulmani.
Santa Agnese e Santa Costanza, Roma
Questa idea di due edifici composti in cui uno funziona come edificio della memoria o di sepoltura, un mausoleo, la
ritroviamo nel complesso di Santa Agnese e Santa Costanza. Di Santa Agnese abbiamo perso quasi tutto. È rimasto il
perimetro interno del mausoleo di Santa Costanza, che conserva le spoglie della figlia di Costantino, Costantina. È quindi
un mausoleo imperiale. Oggi è una chiesa, ma nasce quindi come mausoleo.
L’edificio è a pianta centrale, (periptero con un atrio, ma non c’è più???) un nartece con due
absidi (bi-absidato). Ci sono quattro colonne. Nella muratura interna, molto spesso, si
aprono delle nicchie che stanno nello spessore del muro, di forma circolare alternate a
nicchie di forma semi rettangolare. In corrispondenza dell’asse principale, dall’ingresso,
abbiamo una nicchia rettangolare, sull’asse trasversale abbiamo altre entrate con elementi
semicircolari. Abbiamo poi un anello centrale composto da colonne binate che seguono un
andamento radiale. In questo modo uno spazio interno viene diviso da uno spazio più
esterno. Lo spazio intorno è un deambulatorio. In spessore di muro, ho un corpo scalare. Il
deambulatorio è coperto da una volta a botte circolare. L’invaso centrale è coperto, invece, da una cupola che poggia su
un tamburo finestrato. La cupola non è estradossata, perché è chiusa all’interno di un tiburio. L’utilizzo del tiburio ha un
vantaggio: in questo modo la cupola deve sostenere solo se stessa, quindi può essere leggera, il tiburio sostiene invece i
carchi accidentali. Le colonne sono composite (ordine di tipo trionfale). La trabeazione non è quella tipica dello stile
composito ma è più semplice e non presenta decorazioni. C’è un fregio liscio. La cornice è lineare, sintetizzata. Il fregio è
leggermente rigonfi e prende il nome di fregio pulvinato. La volta a botte è decorata da mosaici e l’interno anch’esso era
ricoperto da mosaici che sono però andati persi all’inizio del 600.
Il porfido, materiale solitamente dei sarcofagi, segna la presenza di un defunto all’interno.
Riamane molto poco del mausoleo; qualcosa di più, invece, dei resti della Basilica di Marcellino. Elena è la madre di
Costantino, che muore a Treviri; il corpo viene poi portato a Roma.
Anche qui l’impianto è centrale e ricorda il tempio della chiesa di Santo Stefano Rotondo che subisce elle modifiche con
l’inserimento del tramezzo centrale per supportare meglio il peso della copertura, che non è più cupolata ma è lignea.
Costantinopoli
Bisanzio:
piccola città greca, ampliata già da Settimio Severo (196 d.c.)
- Luogo facilmente difendibile
- Posizione strategica per i traffici commerciali del Mar Egeo e del Mar Nero
- Rete efficiente di vie di comunicazione verso tutte le regioni dell’Impero
Consacratio il giorno 8 novembre 324
Costantino stesso traccia il perimetro della nuova città con la lancia secondo l’uso romano Costantino si reca a Roma
solo tre volte: 312-13; 315; 326
Con Costantino si ha:
- Nuova più ampia cinta di mura
- Forum constantini a pianta circolare con al centro colonna con statua bronzea di Costantino
- Nuovo porto
- Palazzo imperiale
- Circo – Ippodromo: l’imperatore, assistendo ai giochi, si mostrava alla folla essendo ancora investito di un’aura di
sacralità, nonostante la diffusione del Cristianesimo
- La chiesa-mausoleo, Apostoleion (o chiesa degli Apostoli): Imperatore identificato come il vicario di Cristo in terra
Sorge vicino Santa Sofia. Anche qui abbiamo uno spazio suddiviso in nove parti, con quattro
piccoli spazi che servono a contraffortare le spinte della cupola. L’abside è poligonale all’esterno, semicircolare
all’interno con una sorta di tribuna; è un nartece. C’è un concio di trabeazione contratto, molto stilizzati tanto fa
diventare un trono di piramide rovesciato.
Milano
Ci sono quindi due momenti e due modi dell’architettura paleocristiana: un impianto basilicale e uno più centrale.
• Capitale dell’impero 286-402 d.C. grazie a Sant’Ambrogio. Sant’Ambrogio appartiene ad una ricca famiglia patrizia
romana, nasce a Treviri, studia a Sirmio e poi a Roma. Viene mandato a fare il governatore in Emilia come
amministratore imperiale. Con la morte del vescovo di Milano, si
creano varie dispute.
• Ambrogio, governatore dell’Emilia, nel 374, dopo essere stato
chiamato da paciere di queste dispute, da Catecumeno diventa
vescovo di Milano. Lui in realtà non voleva essere vescovo e la
leggenda vuole che si inventò una serie di storie per mettere la sua
figura in cattiva luce. Non ci riuscì.
Egli è riconosciuto il padre e fondatore della diocesi e arcidiocesi
ambrosiana. Quindi Ambrogio diventa anche committente di
importanti edifici.
• Egli fonda almeno 5 nuove chiese
Basiliche lungo le direttrici della città: Basilica Virginum (attuale San
Simpliciano), Basilica Apostolorum (attuale San Nazzaro), San Dionigi
(Basilica Profetarum, che oggi non c’è più), Basilica Ambrosiana + Santa Tecla (che non c’è più) e San Lorenzo (più
probabilmente di fondazione imperiale piuttosto che del vescovo)
• Le architetture che Ambrogio fa costruire sono molto povere e utilizzano materiali di spoglio (San Lorenzo non lo fa,
perché utilizza dell’opus quadratum derivato dal vicino anfiteatro). Tecnica muraria con paramenti in cotto con mattoni
di reimpiego.
• Fondazioni con ciottoli di fiume
• Molte di queste architetture presentano un opus spicatum realizzato con ciottoli di fiume annegato in letti di malta.
(San Simpliciano)
Questi edifici si dispongono lungo le vie di percorrenza più importanti: verso la porta Comasina (basilica di San
Simpliciano), verso la porta Orientale verso la via Postumia (basilica di San Dionigi), lungo la via di Porta Romana (Basilica
degli Apostoli), in prossimità di una necropoli paleocristiana dove Ambrogio trova i resti di due martiri, Gervaso e
Protaso (Basilica dei Martiri, o di Sant’Ambrogio, perché sarà ospitato al suo interno).
Nel 374, quando Ambrogio è nominato vescovo, Milano è capitale dell’impero roano d’Occidente, quindi ha un teatro,
un circo, un palazzo,…
Presenta una pianta particolare: quadrata, negli angoli ci sono quattro campanili e quattro absidi sui quattro lati del
quadrato (struttura quadriconca, o quadrato quadrilobato) e, internamente, presenta lo stesso schema quadrato
quadrilobato ma, in questo caso, non con muratura piena ma con colonne. Forse c’era un atrio. Ci sono poi tre
sacelli/mausolei: sulla destra, preceduto da un nartece biabsidato, di Sant’Aquilino, che sembra un mausoleo imperiale
data la sua forma ottagonale con nicchie alternate di forma semicircolare rettangolare; un altro impianto ottagonale
dedicato a Sant’Ippolito che disegna una croce greca inscritta in un ottagono con quattro colonne libere; un ultimo, più
piccolo e tradizionale, dedicato a San Sisto, sempre ottagonale con nicchie a spessore di muro di forma semicircolare
alternate a forme rettangolari.
Questa architettura sorge in un luogo paludoso e quindi per costituire le basi viene smontato l’anfiteatro vicino, i cui
pezzi sono usati come opera muraria. Sappiamo che il circo funziona fino alla fine del 4 secolo e che nel 42 la capitale
viene spostata. Un impianto centrale con un mausoleo che potrebbe essere imperiale ci fa pensare ad una committenza
imperiale. Qui dentro, un edificio coevo col resto della architettura, dedicato a Sant’Aquilio, può essere considerato il
mausoleo di Galla Placidia.
Quattro torri aiutano a rafforzare con quattro archi rampanti quattro campanili che cercano di rafforzare le spinte della
volta sull’impianto quadrato, che potrebbe essere una volta a padiglione o a crociera.
Bramante quando disegna San Pietro lo disegna con quattro campanili agli angoli.
La chiesa, come viene ricostruita dopo il crollo della cupola del 1573, presenta quattro campanili e l’elemento del
quadriconco.
Ricapitolando: l’impianto è quadrato che presenta negli angoli quattro piccoli quadrati che sono delle torri. I lati del
quadrato si aprono con un elemento semicircolare. È quindi un quadrato con 4 concavità o 4
convessità o 4 absidi/conchi. Internamente c’è la stessa cosa con colonne libere.
L’interno di Sant’Aquino era decorato da mosaici e l’ordine superiore presenta una galleria per
rispondere meglio alle spinte della volta a padiglione.
Se si passa sotto l’altare, c’è una scala che porta alla cripta sottostante dove sono state portate alla
luce le pietre che costituiscono le fondazioni. Questi pezzi sono tutti modanati e provengono
dall’anfiteatro che c’era li vicino.
San Nazaro è legato agli apostoli. È un impianto a forma di croce che sorgeva sulla via Porticata che conduceva a Roma.
Viene modificata dopo l’XI secolo. L’interno ha struttura a campate.
San Dionigi
Possiamo dire poco perché viene completamente atterrata e demolita. Nella muratura sembra risentire dello schema
dell’aula regia di Treviri, località da cui arriva Ambrogio.
La chiesa di S. Simpliciano, dedicata alle vergini, presentava un’unica navata con transetto
(oggi suddivisa in tre navate), coperta da capriate lignee molto grandi e un corpo più basso
che la circondava lateralmente. Il corpo principale presenta le arcate al cui interno si trovano
delle finestre simili a quelle della sala regia di Treviri (Basilica Costantiniana).
Basilica di Sant’Ambrogio
La basilica di S. Ambrogio è paleocristiana: è un rettangolo con un abside, divisa in tre navate. È la proposta dell’impianto
paleocristiano, molto semplice.
Quindi Ambrogio offre una casistica diversificata nelle costruzioni di chiese. A Roma abbiamo visto basiliche
longitudinali, a Costantinopoli e Bisanzio impianti centrali, qui abbiamo visto un po’ di impianti centrali e un po’
longitudinali, un po’ di derivazione orientale e un po’ nordica e romana. La città era quindi aperta, soggetta a scambi e
comunicazioni.
Più articolato è quello che succede nell’attuale Piazza del Duomo, dove sappiamo esistesse una basilica a cinque navate,
di Santa Tecla con un battistero annesso, Battistero di San Giovanni alle Fonti e un’altra basilica che verrà dedicata a
Santa Maria Maggiore che occupa la parte interna del Duomo con il battistero di Santo
Stefano. Questi vengono probabilmente ricostruiti dallo stesso Ambrogio. Il battistero, di
forma ottagonale con nicchie alternate di forma rettangolare, è oggi visibile, così come la
sequenza delle absidi di Santa Tecla che viene ricostruita (demolita nel 1454-56 per fare
spazio al Duomo).
Ravenna
Siamo ancora negli anni dell’architettura paleocristiana.
Ravenna: Classe era il porto della flotta imperiale da Augusto. In collegamento attraverso canali artificiali con Ravenna e
Aquileia (250 km). Dal 330 la flotta è trasferita a Costantinopoli.
Primo periodo
È un mausoleo annesso alla chiesa di Santa Croce. La pianta è a croce greca (e ricorda
l’Apostoleion). Le aperture sono molto poche. La struttura è compatta, non slanciata e
tantomeno elegante. I mattoni sono grandi. L’unico elemento decorativo sono gli archi sulla parete che tentano di dare
È leggermente trasformata. È una basilica orientata. A destra e a sinistra dell’abside troviamo la prothesis e il diaconicon.
Separazione di archi su colonne. Dentro abbiamo perso le decorazioni. Finestratura in altro e lungo le pareti delle navate
laterali: molto traforata e molto illuminata. La luce si riflette sui mosaici.
Non c’è la trabeazione ma c’è un pulvino. i capitelli non centrano con il fusto
sottostante (è di una dimensione più piccola e materiali sono diversi): sono materiali di
spoglio.
Uno dei fenomeni di Ravenna è quello della subsidenza: il terreno sprofonda e così anche gli edifici.
Il battistero originale si presenta di forma ottagonale, con quattro nicchie e colonne agli angoli. La copertura è
particolare è una cupola che viene tagliata con un sistema di archi all’interno del quale si aprono delle fenestrature. C’è
una decorazione in cui si vedono le figure degli apostoli. Quando questa si staccò, mise in luce la tecnica costruttiva:
corsi orizzontali di tubi fittili inseriti uno nell’altro (di derivazione orientale che arriverà anche nel mausoleo di Santa
Caterina a Milano).
Secondo periodo
Si presenta con tre navate, un abside, una copertura lignea (successivamente cassettonato), con un’ampia fascia
finestrata tutta ricoperta di mosaici (che rappresentano una cerimonia di corte imperiale ?). C’è un’idea di spazio
orientato che porta tutti a guardare da subito dall’entrata della chiesa l’altare. Il capitello è di ordine trionfale, di ordine
composito (vediamo gli ovuli e lancette ?)
Battistero degli Ariani
È a pianta ottagonale, con absidi che fuoriescono dallo spessore del muro e allargano la base dell’imposta. Non ho un
livello superiore ma la cupola si appoggia sul perimetro. È qualcosa di simile ad una volta a padiglione che cerca di essere
È un edificio su due piani costruito con opera quadrata, con blocchi di pietra, secondo alcuni provenienti da Istria, forse
da un edificio romano smontato; in ogni caso, la calotta di copertura è monolitica (o è stata sollevata o trascinata).
Il piano inferiore è più largo di quello superiore e ha dieci lati, il che fa pensare ad una sorta di loggiato al piano
superiore. Le forme delle piante sono anch’esse diverse: sotto la muratura è più compatta e un’ambiente a forma di
croce con finestre a feritoia; l’ambiente superiore è di forma circolare.
Terzo periodo
Periodo legato a Giustiniano. L’Esarcato cade sotto la dominazione dell’impero bizantino. A Diocleziano si deve
soprattutto la costruzione della Basilica di S. Vitale.
Basilica di San Vitale (530-547)
6 Novembre
Riassunto “Tre capitali cristiane”: uno dei temi importanti per quanto riguarda Roma
è che Le prime basiliche paleocristiane vengono costruite da Costantino su proprietà
personali. Costantino, per evitare di scontrarsi col Senato, costruisce su proprietà
private le basiliche, e le costruisce comunque come grandi edifici pubblici. Si
concentra nella trattazione della Basilica di S. Giovanni in Laterano, costruita sopra gli
Orti della famiglia dei Lateranensi, confiscati da Nerone. La sua grandezza è tanta
Con la caduta dell’impero romano abbiamo o un progressivo spostamento delle popolazioni da est a ovest (alcune fanno
lunghi percorsi, come i Longobardi che pare siano originari della penisola meridionale della Scandinavia, che siano scesi
lungo il corso dell’Elba, sia arrivati nell’antica Ungheria e che da qui siano penetrati in Italia). Questa penetrazione
genera particolari situazioni politiche, lo stesso genera la penetrazione dei Visigoti nella penisola Iberica e dei Sassoni nel
nord della Francia e poi Gran Bretagna. Gran parte delle popolazioni barbariche prendono gli usi e i costumi dei luoghi
che occupano. Quindi in questo periodo riconosciamo anche un esito architettonico dovuto alla commistione dei popoli
che nei secoli precedenti erano nomadi.
Architettura longobarda
Longobardi in Italia
Tra le città e architetture longobarde ricordiamo San Salvatore a Brescia, San Salvatore a Spoleto, con materiali di spoglio
provenienti dalle vicinanze. Alcuni materiali di spoglio vanno a costituire anche il tempietto Alle Foci del Clitunno a
Perugia. Si pensava fosse un edificio tardoantico ma poi si è rivelato essere un vero e proprio tempietto votivo di età
longobarda: gli stucchi del timpano sono congruenti col resto della ostruzione. La terminazione è absidale.
Viene studiato anche da Palladio e lo inserisce nei quattro libri pubblicati a Venezia nel 1570.
Santa Sofia, Benevento
Nel ducato di Benevento ricordiamo l’edificio di Santa Sofia, a pianta centrale e doppio involucro. Internamente abbiamo
sei colonne che disegnano un esagono (forma desueta nelle chiese), che viene raddoppiato o aumentato da un sistema
di pilastri con opus mixtum, che non sono più orientati in senso radiale ma paralleli alle murature
circostanti.
C’è poi una forma particolare che fa di questo edificio a pianta centrale a doppio involucro un edificio
molto particolare ed inedito.
È legato alle fondazioni monastiche. Siamo in provincia d’Isernia, lungo la via di passaggio che porta
in Abruzzo e che unisce il Mar Tirreno e il Mar Adriatico. È un complesso di fondazione longobarda,
fondato da tre personalità del mondo longobardo, che sopravvive all’età longobarda; sarà distrutto
dai Saraceni, mandati dal Duca di Benevento, perché aveva raggiunto un potere eccessivo, aveva assoggettato,
attraverso donazioni, molti territori (faceva gola al potere temporale). La chiesa è molto grande, 100 m circa di
lunghezza, preceduta da un atrio. C’è una cripta semicircolare, anche all’interno. Probabilmente è una cripta di
pellegrinaggio dove viene deposta una reliquia: questo andamento semicircolare permetteva ai
pellegrini di scendere sotto l’altare, girare intorno all’abside e uscire dalla parte opposta.
Visigoti in Spagna
Dal V secolo al 711
Toledo capitale
Ricordiamo il mantenimento dell’opus quadratum: questo è evidente nell’edificio di San Pedro
della Nave, a Zamora (edificio quasi completamente ricostruito, quindi non sappiamo quanto
l’opus sia originale) e a Santa Maria de Naranco, ad Asturia.
Santa Maria de Naranco
È un edificio particolare, che potrebbe non essere religioso: un parallelepipedo stretto e allungato, disposto su due piani:
il piano superiore presenta un ambiente rettangolare con due logge e con un accesso con due corpi scalari e due rampe
contrapposte. Esternamente c’è un sistema di contrafforti originati dal fatto che il piano superiore e inferiore sono
L’impero dei Franchi si amplia progressivamente fino ad arrivare all’assoggettamento delle aree dei Longobardi del nord
compreso Roma. Questo impero durerà fino all’843 quando verrà suddiviso tra i tre figli di Ludovico il Pio generando
l’inizio della suddivisione delle attuali nazioni.
Architettura carolingia
È un’architettura che riprende alcuni presupposti osservati nell’architettura tardo antica: stiamo parlando di quello che
diventerà il Sacro Romano impero, termine che ci indica due importanti caratteristiche dell’impero:
• Stretto legame con la chiesa: Carlo si fa incoronare imperatore dal papa. Legittima l’autorità imperiale. Unificazione
liturgica basata sul rito romano
• Romanità: l’imperatore trova una continuità del proprio potere all’interno di quello che era stato il potere imperiale in
età romana. Come per gli imperatori romani, anche Carlo Magno, che si fa incoronare imperatore nella notte di Natale
dell’800, affida all’architettura, all’architettura e all’arte la propria propaganda politica. C’è quindi una:
• Promozione della letteratura, dell’architettura e dell’arte come strumenti di propaganda politica
– Mondo antico preso come modello politico e istituzionale. Recupero della tradizione classica e tardoantica come una
volontà di riconfermare il proprio potere e rinnovare l’impero romano (Renovatio Imperii). Viene affidato alle abbazie
benedettine, rafforzate come enti di governo del territorio, il compito di tramandare e trascrivere i codici conservatisi
dall’antichità. Tutto il patrimonio della conoscenza degli antichi, che con le invasioni dei barbari erano andati distrutti o
dispersi, viene recuperato e conservato grazie agli scriptoria, luoghi in cui si copiavano i documenti.
– Riforma del sistema di istruzione e nascita degli scriptoria – invenzione della minuscola carolina (molto simile al nostro
stampatello minuscolo; sottolinea importanza di Carlo Magno e dei Carolingi).
– Riscoperta delle opere della letteratura classica – accanto a sé Carlo Magno sceglie dei conoscitori della cultura
classica: Paolo Diacono, Eginardo, Alcuino
• La committenza di questo periodo è impressionante. Committenza imperiale e fondazioni imperiali. Carlo Magno fonda
soprattutto monasteri, che possono essere strumenti di amministrazione del potere politico e della presenza
dell’imperatore sul territorio. I monasteri vengono dotati di grandi ricchezze e si legano al potere imperiale e governano
il territorio nel nome dell’imperatore, versando tributi e cercando di ricostituire un rapporto economico tra la
fondazione e il territorio (75 palazzi, 7 cattedrali, 232 monasteri).
Costruita tra il 760 e il 790, è una porta di ingresso di un complesso abbaziale. Riprende la tipologia dell’arco di
trionfo, arco inquadrato dall’ordine architettonico. Ci sono due locali, che sono due spazi che al loro interno
conservano dei corpi scalari che permettono di accedere al piano superiore.
In età carolingia viene codificato lo schema dell’impianto monastico benedettino. Questo è testimoniato a una
planimetria, la pianta di Sangallo. È importante perché presenta questa fondazione. Siamo forse nei primi
decenni del 9 secolo. Forse Eginardo prova a dare una scansione organica ai deversi locali e diverse
destinazioni d’uso delle parti che compongono un’abbazia.
Abbazia di San Gallo
La committenza non è più esclusivamente imperiale ma legata anche a diverse abbazie, monasteri, vescovi.
In questo periodo nascono anche le giurisdizioni territoriali, le pievi, poco più piccole delle attuali province e hanno una
chiesa madre, la chiesa plebana (o chiesa matrice), come luogo più importante della comunità cristiana. A fianco della
chiesa plebana c’è sempre un battistero.
Chiesa di San Michele a Hildesheim, 996
C’è ancora un sistema a doppio transetto, con doppi scale che permettono di arrivare al piano superiore. C’è una grande
cripta in controfacciata. Fu pesantemente ricostruito. Riconosciamo le due torri sul doppio transetto (uno vero e proprio,
l’altro lo diventò successivamente all’idea di westwerk). La copertura è lignea e le murature sono massicce.
Sant’Abbondio, Como
San Fedele, a Como, potrebbe richiamare sia Santa Maria in Campidoglio, sia San Lorenzo a Milano.
Chiesa abbaziale di Cluny II, Cluny
GLOSSARIO
Il vantaggio della capriata è che permette i avere murature leggere perché spinge in verticale e
non laterale.
Il cronista Rodolfo il Glabro (985-1047) racconta che in questo periodo l’Europa si ricopre di “un candido manto di
chiese”. Candide perché in pietra. L’architettura romanica non è un fenomeno di isole culturali e di alcuni centri signorili,
ma una ripresa generalizzata.
C’è un grande aumento di edifici e nuove tecniche perché:
Diversi tipi di committenza, generate da un disgregamento del potere centrale:
a) Committenza reale e imperiale
b) Committenza monastica: ordine benedettino e cluniacense (abbazie, priorati, monasteri)
c) Committenza comunale (comunità locali – chiese plebane e vescovi costruttori)
C’è una ripresa dell’urbanizzazione, rinascono i comuni e quindi la costruzione di edifici. I comuni nascono perché in
questo periodo (XI-XII) c’è una situazione climatica favorevole (aumento quindi anche della produzione)
Altre caratteristiche:
• Fenomeno europeo, momento di unità stilistica
• ma forte regionalizzazione del fenomeno (esistenza di forme architettoniche diverse)
• Architettura voltata (con alcune eccezioni)
• Fusione di esperienze occidentali e orientali, motivati da movimenti e pellegrinaggi
• Importanza della liturgia, a cui arte, architettura,… si adattano. Alcuni elementi all’interno di chiese li possiamo
spiegare come conseguenza liturgica.
Diffusione su larga scala; caratteri comuni ma specificità locale; edifici soprattutto in pietra; diffusione di forme dovute
ad una nuova mobilità e, con le perone, circolano anche idee, tecniche e modelli. La circolazione di idee è favorita anche
a crociate, pellegrinaggi, artisti, abati e vescovi che magari cambiano abbazia, maestranze che stagionalmente si
spostano per lavorare e portano con sé le proprie tecniche lavorative,...
Tra le tante mobilità, le più importanti sono quelle legate alle crociate.
(638 caduta di Gerusalemme -- 1099 e 1187 Riconquista e caduta di Gerusalemme)
Gli altri percorsi legati alla mobilità sono legati ai pellegrinaggi. I pellegrinaggi principali vanno verso Roma, verso
Gerusalemme e Santiago di Compostela (che conserva la tomba dell’apostolo San Giacomo Maggiore). Questi percorsi li
tracciamo grazie ad una serie di diari, come quella di Sigerico.
La gran parte delle chiese lungo il percorso dalla Francia alla Spagna presentano caratteristiche comuni. Esse sono:
Il matroneo è una novità, con la funzione, non di ospitare le donne, ma perché è un elemento strutturale, un elemento
voltato che aiuta a contrastare nel spinte della navata a botte sulla navata centrale.
Saint-Sernin, Tolosa
Sostanziali differenze rispetto al periodo precedente: c’è una volta a botte continua sulla navata
maggiore, un sistema di volte a crociera sulle navate laterali, un matroneo, un coro con
deambulatorio e cappelle radiali.
C’è un corpo di fabbrica davanti, una torre in corrispondenza del punto di incrocio di navata
principale e transetto.
Sainte-Foy, Conques
Campata:
•volta a crociera
•sistema alternato o obbligato
•matroneo
•problema dell’illuminazione interna
“Campata: Il termine campata è usato per definire lo spazio che si trova fra due o più
elementi portanti di una struttura.
Sistema alternato o obbligato: Il sistema obbligato, detto anche sistema alternato, è
costituito dall’alternanza, lungo la navata di una chiesa, degli elementi di sostegno
formati da pilastri e colonne o pilastri complessi e pilastri più semplici. L’alternanza dei
sostegni evita la monotonia della navata e serve a rinforzarla. Inoltre, i pilastri dei due lati della navata sorgono ai
quattro angoli di un quadrato ed individuano una campata.
Matroneo: Loggiato percorribile corrente al di sopra delle navata laterali di un edificio, aperto sulla navata centrale. Il
termine deriva da matroneum “luogo riservato alle donne”, poiché un tempo si credeva che fosse questa la sua
funzione. La sua funzione è strutturale e statica, e liturgica”
Sant’Ambrogio è il modello dell’architettura romanica. Gli elementi trasversali sono delle catene in ferro
che servono per evitare che l’arco si apra, elementi in ferro, murati, posti perpendicolarmente. C’è un
ciborio e degli elementi con riprese, chiamati trombe (archi gettati per far passare la forma geometrica da
quadrato a ottagonale). Ci son o tre absidi, il sistema obbligato, e non c’è un transetto. Viene ripreso nel
duomo di Modena o a san Zeno a Verona.
Santo Sepolcro
Quello che Elena comincia a fondare come anastasis, come chiesa sul
luogo del sepolcro di Cristo, come luogo del Golgota e poi come basilica
annessa, diventa un modello, evidente a crociati e pellegrini. L’elemento
circolare dell’anastasis diventa un modello.
Per esempio, questo è evidente anche nel Duomo Vecchio di Brescia (spazio circolare a doppio
involucro con cripta), così come San Giovanni al Sepolcro. Nel mondo medievale non tutto è uguale al
modello, ma spesso sono anche semplici citazioni.
C’è un transetto sviluppato con due cappelle. C’è una terminazione absidale con cappella maggiore e cappelle laterali.
Questo lo vediamo anche in quello che era il Duomo di Santa Reparata a Firenze.
San Giovanni, Roma
Caratteri:
- Articolazione della parete esterna: devo alleggerire la massa muraria. A San Michele, Pavia, abbiamo una
facciata a capanna, una galleria sommitale e una tripartizione data dai semipilastri a fascio che scendono e
tripartiscono la facciata. Archetti pensili sotto le trifore; lesene scendono e scandiscono la parete; gallerie cieche
nell’abside; due discese della lesena, due contrafforti. Poi ripete allo stesso modo. Semplice ma ripetuto.
- Cripta: sotto l’altare maggiore c’è una cripta. San Vincenzo a Galliano (protoromanica, 1007 la consacrazione).
Sotto la chiesa di Milano del S. Sepolcro (1030- vedi pianta su PPT 24 slide 38), sul vecchio foro romano, c’è una
cripta.
- Ruolo narrativo della scultura: per rafforzare la fede delle parole ci si serve di immagini. La scultura e la pittura
assumono quindi un ruolo narrativo ed educativo, in cui le persone riconoscono come vere le immagini che
hanno letto o sentito. Ogni elemento è un significante che rimanda a un significato preciso. Ogni elemento
decorato richiama un ciclo narrativo.
- Simboli: Spesso troviamo dei simboli, come a San Zeno c’è il leone stiloforo, che regge la colonna. Il leone un po’
richiama San Marco, un po’ perché ha valore simbolico di forza, la forza della chiesa. Può avere significato anche
in quanto guardia di qualcosa. I leoni possono essere utili anche per scacciare i
demoni.
Anche i capitelli scolpiti servono a comunicare qualcosa. Fino a quando la
Bibbia non verrà pubblicata, a meta del 400, ci si serviva della scultura e la
pittura per narrare.
Per esempio, l’aquila richiama l’evangelista Giovanni.
Il capitello slide 43 raffigura Giuda impiccato e i demoni che gioiscono ai suoi
piedi.
- Personalità di architetti e artisti: raffigura Lanfranco, col bastone del comando in mano; è colui che coordina i
lavori in cantiere dà gli ordini agli operai. Ha la scienza per affrontare la costruzione.
(ricorda il tempio di Salomone, a cui si ispira San Zeno, Verona, soprattutto per la tripartizione (che troviamo anche nelle
basiliche paleocristiane). Tripartizione significa: atro esterno, navata o tre navate dove stanno i fedele, un arco di trionfo
e una zona presbiteriale)
Quando i templi pagani vengono smontati, perché l’impero diventa cristiano, i materiali vengono riutilizzati per le
cattedrali paleocristiani.
12 Novembre
La Lombardia era terra di passaggio, soggetta a diverse influenze, provenienti dall’architettura paleocristiana,
longobarda, carolingia, ottoniana e bizantina in alcuni casi. I luoghi con caratteri specifici sono legati alle provincie di
Milano, Pavia, Como, Varese e Brescia. I caratteri dell’architettura romanica lombarda in comune sono:
- volumi semplici
- absidi a tre fornici, che chiudono le navate (quindi absidi anche laterali)
- presenza di una cripta che si sviluppa come cripta ad oratorio, capace di ospitare la comunità
- costruzioni coperte a volta, anche se ancora lignee talvolta, con una particolarità: all’interno della chiesa
abbiamo la copertura tradizionale del catino absidale con la semicupola dell’abside, l’area del presbiterio (che ha
volta a botte) e il catino absidale sono preceduti da un sistema di volta a botte. Poi di norma sulle navate
principali e laterali solitamene delle volte a crociera costolonate. Volta a crociera sulle campate.
Nella cripta ad oratorio o i materiali sono stati sostituiti nel corso del 500 o sono materiali di
spoglio. Occupa l’intera area dell’abside principale quindi non è più solo in corrispondenza
dell’altare e non è più solo luogo delle reliquie dei santi.
Il battistero, invece, presenta una pianta quadrata quadrilobata. Superiormente questo quadrato da
origine a una galleria superiore che si affaccia su due aperture a lato. Conclude l’intera costruzione una volta a
padiglione finestrata chiusa all’interno di un tiburio. Il materiale è povero, sono pezzi di pietra provenienti da spolia di
edifici presenti nelle vicinanze forse già dall’età romana e la muratura è costituita da ciottoli di fiume disposti a spina di
Nella copertura ci sono degli elementi, le trombe, che raccordano la struttura ottagonale a volta ad uno spazio quadrato.
Basilica di Santi Pietro e Paolo, Agliate
È molto restaurata. La facciata è quasi interamente restaurata. Siamo in prossimità di un ponte sul fiume Lambro. Anche
in questo caso è un capo pieve. La basilica è a tre navate con facciata a salienti e un battistero annesso sul lato destro
È una chiesa che presenta le solite novità. Siamo sempre in una fase di transizione. Tre absidi, cripta
sottostante. Venne venduta a dei privati e diventò una fabbrica chimica. Subì quindi alcune
trasformazioni quindi. Oggi si trova restaurata come fosse un modello di chiesa paleocristiana
internamente, e chiesa romana all’esterno: riconosciamo i volumi come originali ma non gli elementi
decorativi.
La cripta è di materiali che forse prevengono da un tempo romano nei pressi.
Siamo al confine con l’area piemontese. Ha una fase di rinnovamento dovuta all’importanza di Lomello nel
Medioevo. Le dimensioni sono grandi. Ci sono discontinuità murario: non perfetta ortogonalità delle
murature dovuta perlopiù a demolizioni e ricostruzioni. L’interno presenta un sistema di archi trasversi
che servono a tenere insieme le due murature e che collaborano insieme alle coperture.
Nell’abside c’è il sistema di archetti ciechi. Una parte della chiesa non fu più ricostruita.
Sant’Ambrogio, Milano
È la basilica degli Apostoli. Fondata da S. Ambrogio. Questa basilica paleocristiana nasce in forma di
croce (sul modello dell’Apostoleion). Le volte sono a crociera costolonate e una copertura ottagonale
sull’incrocio tra la navata principale e il transetto e un sistema di trombe. Anche questa venne
restaurata.
(Era già un luogo di cimitero in età paleocristiana e in età paleocristiana vengono rifatte le murature
con sistema di volte a crociera).
S. Sepolcro, Milano
Costruzione dal 1030 o poco dopo con dedicazione alla SS. Trinità. Sappiamo questo perché si è
conservato l’atto testamentario del banchiere Benedetto Rozo, il committente. Egli voleva proprio una
chiesa costruita con tre absidi (pezzo di croce greca inscritta in un quadrato con tre absidi e una navata
con due campanili che diventano due torri scalari per raggiungere quote superiori e inferiori: l’edificio,
infatti, è sviluppato su una cripta pensato come luogo del Santo Sepolcro, cioè che idealmente vuole
ricordare il S. Sepolcro di Gerusalemme.
Viene riconsacrata nel 1100 con dedica al S. Sepolcro dall’arcivescovo Anselmo IV.
Oggi si presenta leggermente diversa dati i lavori di restauro nel corso del 600 (colonne e capitelli
non originali).
San Michele, Pavia
È longobarda, riedificata nel XII secolo. Conclusa entro il 1155 - incoronazione di Federico
Barbarossa. Il sistema che vediamo riprende ancora quello alternato (campate quadrate a cui
corrispondono campate più piccole sulle navate laterali, sul modello di S. Ambrogio). La facciata è a
capanna con la torre cieca (?)
CONNESSIONE PERSA!!!!!!!!
Il sistema delle scansioni verticali che ritmano l’abside è tipico dell’architettura romanica. È di
pietra perché il Ticino ne permette il trasporto.
S. Abbondio, Como
Come voleva la tradizione romana, viene posta fuori dalle mura lungo la via Regina, all’ingresso di Como e quindi
passaggio obbligato che portava da Milano verso il nord Europa. Viene costruita con un materiale diverso da quello
milanese, prevalentemente pietra. Il coro è molto profondo, poiché diventa monastero dell’ordine benedettino. Cinque
navate divise da piloni e colonne. Era preceduta da un atrio che viene poi demolito. Ci sono due campanili che stringono
l’abside come abbiamo visto nelle architetture ottoniane.
Siamo in una valle, su una sponda comasca del lago di Como. È un edificio romanico (comprensibile da alcuni elementi
decorativi) ma il volume “sincero” proviene dall’architettura paleocristiana e fa capire che non siamo in presenza di un
sistema voltato.
Complesso episcopale di Santa Maria, Brescia
Ha un’analogia con l’impianto del S. Sepolcro. Il sistema è a doppio involucro con deambulatorio esterno più altro di
quello che è lo spazio interno. Ricorda l’anasthasis dell’edificio di Gerusalemme ricostruito da Elena, la madre di
Costantino. Alcuni hanno trovato delle forti analogie con la cappella Palatina, dovute alle due piccole basiliche che
accompagnano perpendicolarmente l’andamento dell’abside. C’è poi una torre alta simile ad un westwerk. È una delle
cupole meglio conservate di questo periodo. L’abside connota quasi tutti gli edifici di età romanica.
Dall’età romanica ci sono pervenuti edifici, tra cui battisteri sempre organizzati su otto lati (ottavo giorno ha valore
simbolico come rinascita e resurrezione a nuova vita; internamente posiamo avere un’organizzazione su due livelli e
quindi una galleria superiore; una copertura voltata all’interno.
Rotonda di Santa Maria, Brescia: Alcune analogie tra questo edificio e il precedente.
- coro posteriore
- 1112
- vasta cripta
- no matronei
- claristorio paleocristiano
- soffitto ligneo a carena
È un impianto longitudinale senza transetto a tre navate. Ci sono delle cripte nella zona del presbiterio. C’è un abside
centrale e due laterali sulle navate minori. Gli elementi che suddividono le tre navate non sono tra loro tutti uguali: sono
alternati da pilastri e colonne più piccole. Abbiamo quindi una campata quadrata con un sistema alternato. La copertura
è lignea ed è particolare, a carena (nave rovesciata). Successiva è la volta a crociera sul presbiterio. Esternamente ci son
elementi della tradizione romanica: la facciata divisa in tre parti, un protiro in facciata, un sistema
di archetti ciechi che formano un elemento sottogronda, sotto la cornice sommitale. L’utilizzo
della pietra bicroma è dovuta alle cave di Verona. Sulla facciata troviamo episodi tratti dalla
genesi e i leoni stilofori.
- Claristorio
1099: inizio
1106: traslazione di San Geminiano
1184: consacrazione
L’impianto è longitudinale diviso in tre navate, non c’è il transetto ma un innalzamento dell’area
presbiteriale che sconfina a dx e sx. La cripta innalza notevolmente l’area presbiteriale e l’innalzamento
sulle navate laterali provoca un innalzamento della quota degli pseudo matronei: per questo ho questo
forma. Ci sono tre absidi: una maggiore, mentre due minori in corrispondenza delle navate minori. Il
ritmo dei sostegni è alternato (sistema alternato). Sulla navata centrale c’è una volta a crociera che
rimanda ad altre due volte a crociera sulle navate laterali. La planimetria è molto simile a
Sant’Ambrogio. La facciata è tripartita con sistema di archetti pensili, cioè una galleria cieca che la taglia
trasversalmente. Esternamente abbiamo altre aperture sul lato, verso la piazza con altre porte, aperte
solo in occasione di rituali particolari.
Modena ricade sotto l’influenza lombarda causa via Aemilia.
Il quadriportico è una caratteristica paleocristiana. Tutta l’area davanti alla chiesa paleocristiana era un’area cimiteriale.
i rosoni sono successivi)
(pennacchio=superficie sferica ottenuto da una cupola/mezza sfera… sono lisci al loro interno e di forma triangolare
Tromba=sistema di archi che servono per creare il lato obliquo su cui si imposta una volta. Quando ho trombe
solitamente ho un sistema a otto lati.)
Duomo di Parma
La copertura è successiva. Qui lavora Benedetto Antelami che probabilmente è una contrazione della Valdintelvi, una
delle valli trasversali tra lago di Como e Lugano. Le maestranze sono del nord, della regione dei laghi, e sono intervenute
nella costruzione del Duomo. Il sistema è a tre navate con un matroneo interno; a fianco c’è il battistero a otto lati con
uno sviluppo a logge tra loro trabeate.
Toscana
• Rivestimenti lapidei molto accurati (bicromia o policromia, a Firenze organizzati a formare disegni geometrici)
• Riferimenti all’antichità classica [nella scultura]
• Navate suddivise da archi su colonne e copertura lignea
• Diversi centri principali: Lucca, Pisa, Firenze (in cui abbiamo scelte molto diverse dalle altre città)
• Nuovo tipo di facciata organizzata per piani orizzontali (gallerie cieche, archetti pensili, arcatelle)
In Toscana c’è un uso ininterrotto della pietra. Data la presenza di grandi cave, le facciate sono spesso
bicrome o costituiscono forme geometriche. A differenza di altre regioni in alcuni dettagli dell’ordine
architettonico e nella scultura ci sono delle forme dell’età classica. Soprattutto nella facciata del
Duomo di Pisa e in alcuni dettaglia Firenze riconosciamo elementi e forme quasi protorinascimentali
(es. battistero e torre di San Miniato al Monte). I casi di Pisa e Lucca si differenziano soprattutto
perché le facciate si organizzano per piani sovrapposti di gallerie cieche rette da colonnine (tipica
caratteristica del romanico toscano).
La facciata si presenta come successione di gallerie cieche, e le colonne sono occasione per elaborare decorazioni di
intaglio e intarsio. La doppia colorazione della pietra deriva dalle pietre proveniente da Carrara e dintorni. Internamente
abbiamo un sistema di volte quadrate costolonate impostate su campate quadrate. C’è poi un matroneo soprastante.
San Michele in Foro, Lucca
Anche in questo caso è visibile l’idea delle facciate traforate da piani sovrapposti di vie cieche. Fondata nel centro della
città romana, nella prima metà dell’XI sec. restaurata nel 1143. Numerosi archi. Le facciate sono a vento, cioè non hanno
una parte costruita alle spalle.
Campo dei Miracoli, Pisa
È un complesso di edifici (battistero, Duomo, torre campanaria e campo santo=area cimiteriale) costruito a partire dall’XI
sec. grazie al bottino che i pisani conquistano dagli arabi durante una delle battaglie navali intorno a Palermo. Il Duomo è
avviato dal 1063 sul progetto di Buscheto; consacrato nel 1118.
Modello basiliche romane
- cupola ogivale su pianta ellittica (rivestita XIV secolo)
- delimitata da archi trasversali che danno continuità ai matronei
- copertura lignea
- 1100 intervento di Rainaldo aggiunge tre campate
È un modello basilicale ma all’interno presenta elementi innovativi. La facciata è scandita dal sistema di archi che
inquadrano le tre apertura superiormente con loggette cieche sovrapposte fino alla parte terminale che viene chiusa da
un timpano triangolare. L’andamento e la scansione della partente è presente anche sia sul transetto che sulla navata
principale. Lo schema è a cinque navate mentre il transetto è a tre navate. C’è anche un sistema di matroneo che occupa
le due navatelle laterali.
Internamente, come gran parte delle chiese del romanico toscano, presenta la copertura a cassettoni lignei su tre livelli:
il livello degli archi, del matroneo e del claristorio. (sulla dx della pianta si trova il disegno del piano terra, sulla sx la
planimetria della quota dei matronei). Presenta un sistema di volte a crociera sulle navate laterali e sistemi di volte a
botte sul braccio del transetto; copertura lignea sulla navata principale. Il matroneo è sviluppato su entrambe le navate
laterali e permette un passaggio ininterrotto fino ad arrivare all’area presbiteriale.
Giovanni Pisano riprende molti elementi della tradizione classica. Egli elabora il pulpito a fianco dell’altare principale.
Battistero, Pisa
Davanti alla basilica sorge il battistero, che successivamente viene trasformato all’esterno (all’interno un po’ della trad
gotica). Si presenta come un edifico di forma ottagonale a doppio involucro (si rifà al modello del S. Sepolcro) con una
scansione di pilastro e due colonne, mettendo insieme due edifici rappresentativi: il Pantheon (per la circolarità e le
colonne he scandiscono le cappelle laterali) e il battistero di San Giovanni a Firenze. L’architetto è Diotisalvi che lavora
anche a Gerusalemme e potrebbe aver portato da lì la forma a doppio involucro.
Quello che sorprende è la cupola a forma di cono che cerca di innalzare la parte
centrale.
Costruita a partire dal 1173 circa. È un campanile circolare molto diverso dai classici campanili. Anche qui vediamo le
gallerie cieche sovrapposte.
San Miniato al Monte, Firenze
Ancora si fatica a capire se sia un edificio paleocristiano oppure se sia un edificio costruito in età
romanica o successivamente. Era considerato un tempio dedicato a Marte. Si sviluppa su tre diversi
livelli esternamente, l’impianto è ottagonale. Si nasconde lo sviluppo della volta interna. I tre elementi
hanno delle scansioni proprie del codice classico dell’architettura: nel primo ordine abbiamo
architrave, fregio e cornice, elementi che abbiamo perso in altri contesti territoriali.
Internamente molti l’hanno visto come una sorta di riproposizione dell’impianto ottagonale del
sistema del Pantheon, con cappelle e sfondati disposti su due livelli. Volta a padiglione su base
ottagonale.
Lazio
Presenta una continuità con la tradizione paleocristiana, perché quest’ultima nacque proprio in
questo contesto. Rimane la copertura lignea (pochi sistemi voltati), la pavimentazione a
mosaico (cosmateschi) di intarsio e pietre dure combinate, il presbiterio rialzato.
Tra gli elementi interessanti notiamo la scuola cattorum (recinto con due pulpiti a dx e sx)e il ciborio che copre l’altare
maggiore, il catino absidale con copertura lignea, il claristorio, gli archi su colonne. Sembra proprio una basilica
paleocristiana, tuttavia risale all’XI secolo.
Santa Maria in Trastevere
Il sistema di tiburio copre lo spazio interno. È un sistema voltato con volte a crociera costolonate: fa pensare a presenza
di maestranze lombarde dato il cambio di coperture. Ci sono pavimenti di pietre dure.
Puglia
• Influssi bizantini, longobardi,
• Crociate e inizio potere normanno
• Influenze normanne (doppia torre in facciata)
È un territorio soggetto a diverse influenze, in quanto terra di passaggio; è un’area di influenza legata anche al potere
normanno. Le chiese normanne hanno sempre transetti piatti e torri in facciata.
San Nicola, Bari
Iniziata nel 1087, per deporre le reliquie del Santo trasportato dalla Turchia. Terminata entro il 1105. La Puglia mette a
disposizione una pietra locale molto dura e resistente. C’è una cripta un sistema interno che si regge su sistema misto di
archi non contemporanei alla costruzione, ma successivi (necessari per contraffortare gli archi).
Duomo di Trani
Transetti rettilinei e torri in facciata. È una chiesa sopraelevata che si erge su una cripta; questo comporta l’innalzamento
del piano interno. C’è un sistema di archi su colonne binate. C’è poi un matroneo con sistema di trifore che si aprono
sulla navata centrale. Le coperture sono lignee sia per navate laterali che centrale.
San Giovanni al Sepolcro, Brindisi
Sicilia
• Architettura arabo-normanna (Ruggero II di Sicilia , 1095-1154)
• Influssi bizantini e arabi e normanni
• Anche maestranze lombarde
Cappella palatina, Palermo
Legata al palazzo dei normanni. Interamente costruito da maestranze arabo bizantine che troviamo nella
costruzione della cupola e del sistema che sorregge i lati; per quanto riguarda la navata anche
maestranze abili nel tagli del legno che sono probabilmente legate all’ambito persiano. Gran parte
dell’interno è stato oggetto di restauri nel corso dell’800. Ci sono intarsi marmorei e opus sectile, ma che
non è tutto coevo con il resto della costruzione.
Santa Maria dell’Ammiraglio, Palermo
Riprende anch’essa forme bizantine. Interamente coperta di mosaici interni con cupola centrale e cupolette sugli angoli
(simile a S. Marco a Venezia), con un sistema di raccordo per passare da uno spazio quadrato ad un impianto circolare su
cui appoggiare la cupola.
Le influenze normanne sono la torre in faccia (eredità del westwerk), transetti piatti e torre a tiburio quadrato (non c’è
un vero e proprio sistema voltato). Le influenze normanne sono dovute alle fasi di dominazione a cui è soggetta la Sicilia.
Un’alta influenza si vede nel sistema di archi nel sistema delle absidi (?).
(il westwerk è legato all’architettura carolingia; poi rimane il corpo di fabbrica in facciata con le due torri che serve per
arrivare ai piani superiori ma che poi è legato all’esposizione delle reliquie e alle cerimoni. Però non ha più la stessa
funzione)
14 Ottobre
APPUNTI ARIANNA
Architettura gotica
È architettura che proviene dal nord, dai nemici della classicità, Vandali, Goti …
Arco ogivale in sostituzione dell’arco a tutto sesto → perdita dell’armonia e equilibrio visivo
Raffaello nella lettera a papa Leone X dice che è lontanissima dalla bella maniera delli Romani et antichi. Ma prova a
giustificare questa architettura paragonando le forme agli alberi intricati e non ancora tagliati.
Letture:
- Aspirazione al trascendente, tensione verso il divino e verticalismo. Forse verticalismo è solo soluzione tecnica, è
un’aspirazione propria della natura dell’uomo, non per forza ha significato trascendente
- Proporzioni e musica
- Trasparenza e San Dionigi (luce): la ricerca di trasparenza è un punto di partenza non un punto di arrivo, la
hanno ricercata apposta come espressione del divino tramite la luce che filtra negli edifici
- Filosoficamente è minimalista, tutto ciò che è superfluo è tolto, la struttura è ridotta al minimo → armonia
proporzionale e filosofica
- Tettonica e filosofia scolastica
Ugo di San Vittore e Tommaso d’Aquino: riconoscono la luce come espressione del divino e proporzionalità è armonia
voluta dal divino
Caratteri:
- È fenomeno comune a tutta l’architettura europea, transnazionale
- Differente periodizzazione tra le aree: in totale XII – XIX secolo
- Identificazione con stili nazionali in alcuni stati (Inghilterra, Francia e Germani) in Italia no, forte resistenza al
fenomeno gotico ma ci sono comunque esempi di gotico
- Ogni nazione presenta caratteristiche particolari e fasi proprie, talvolta ben distinte
- Grandi cantieri religiosi promossi dalle comunità (identità civica) → magari fanno a gara tra le comunità per
imporsi
Neogotico
In alcuni contesti è stile nazionale (es Inghilterra, Francia) quindi verrà ripreso
Novità strutturali
Questi sono i due limiti ereditati dal periodo precedente e che superano → agiscono con razionalità costruttiva
incredibile per progettare l’intero edificio in modo da ovviare a questi due limiti
Vantaggi: Risparmio di materiale → meno tempo, meno denaro, maggiori facilità di trasporto
- Strumenti:
a. Arco ogivale (a sesto acuto) e volte ogivali
b. Archi rampanti
c. Guglie e pinnacoli
per questi caratteri gli edifici gotici sono facilmente riconoscibili, questi cambiamenti avvengono in poco tempo →
velocizzazione delle sperimentazioni tecniche
Sistema strutturale
- A
R
C
O
OGIVALE
La muratura è più sottile perché con l’arco ogivale permette spinte più verticali (diventa c/4).
- ARCO RAMPANTE
Le spinte vengono localizzate su un contrafforte, elemento localizzato e più spesso, l’arco
rampante permette l’eliminazione di un matroneo e quindi permette la luce
- GUGLIE O PINNACOLI
La guglia non è l’esito dell’innalzamento verso dio ma è elemento che permette di caricare di
peso il contrafforte per evitare che si ribalti, in termine tecnico è il carico di punta
Carica massa sul contrafforte per evitarne il ribaltamento. A ciò ci arrivano attraverso processo empirico di
sperimentazione. Ovviamente man mano che si va verso il terreno la muratura si ispessisce
Esiti
- CAMPATA RETTANGOLARE
PILASTRO A FASCIO al suo interno proseguono gli elementi dei costoloni delle
volte → danno CONTINUITA
Importanti fenomeni
- Architettura cistercense
- l’architettura degli ordini mendicanti (Francescani e Domenicani): Francesco di Assisi (1181 o 1182-1226),
Domenico di Guzman (1170c. – 1221)
- Cattedrali
- Palazzi
Cattedrali
Duomo di Siena
1179 Consacrazione
1229 Nuova consacrazione facciata verso ovest (attuale)
1250 Circa vi lavorano Nicola Pisano e il figlio Giovanni
1263 Terminazione cupola (12 lati)
1316 Avvio ampliamento (Lando di Pietro)
1348 Peste e crollo
1357 Abbandono del progetto
1382 Volte navata principale
• 1290: Avvio edificazione (papa Niccolò IV) per corporale del Miracolo di Bolsena (1263)
• 1310: E’ chiamato a dirigere il cantiere Lorenzo Maitani (facciata, aggiunte strutturali)
• 1328-1335: sostituzione cappella maggiore (attuale quadrata)
• 1335-38: volte del transetto
• 1350-56: cappella del Corporale
• 1408-44: cappella San Brizio
- Avvio edificazione per il corporale del Miracolo di Bolsena
- Lorenzo Maitani chiamato a dirigere il cantiere
- Fiancata con cappelle semicircolari
- Struttura non gotica ma facciata si
- Facciata
a. Tensione verticale con contrafforti con guglie
b. Elementi triangolari allungati
- È una fabbrica molto particolare → si costituisce un ente apposta per la sua costruzione,
per questo fabbrica
- Si è voluta dall’arcivescovo con donazioni dei visconti
- È espressione della collettività del comune di Milano, sostanzialmente civile perche
finanziata in gran parte dalle corporazioni dei lavoratori o da chi lasciava parte dell’eredità
per la costruzione del duomo
- Pur essendo una delle più gotiche ha in se alcuni elementi della tradizione precedente
- Si basa su un modulo compositivo → QUADRATO (tradizione romanica, già in
Sant’Ambrogio, ma non si ha più il ritmo alternato)
- Due torri in facciata (anche queste presenti in Sant’Ambrogio)
- Volta ottagonale racchiusa in un ottagono e co tiburio
- Guglie e archi anche se poco rampanti → elementi realizzati nell’800 dopo la struttura, non hanno funzione
strutturale
Forse hanno elementi di scolo delle acque (è terrazzato, e quindi le acque vengono raccolte da sistemi di archi e
guglie e poi fatte scaricare dai doccioni lontano dalla muratura)
- Interamente realizzata in pietra, diverso dalla tradizione milanese
Da Candoglia il materiale delle cave veniva caricato su imbarcazioni e trasportate lungo i navigli per arrivare al
Duomo
È interamente rivestito di lastre di pietra, murature a sacco con all’interno inerti principalmente di pietra
(capacità di resistenza superiore al laterizio)
- Tiburio completato nel 1500 dopo diversi progetti di vari architetti
- Guglia di Francesco Croce che richiama l’abbazia di Chiaravalle con in cima la madonnina
Palazzi comunali
La nascita del palazzo pubblico è una novità specifica della vita comunale italiana. È espressione di un potere pubblico,
di magistrature o governi a capo del singolo comune.
Il palazzo civico sostituisce gli edifici religiosi utilizzati nel primo periodo di vita del comune per ospitare le riunioni
politiche e amministrative. Il passaggio dalla chiesa all’edificio laico avviene in periodi diversi per ogni comune ma è
sempre un indice significativo di un cambiamento istituzionale
Creano dei poli alternativi ai ruoli religiosi → la città diventa policentrica, non più una sola piazza davanti alla cattedrale.
Ora più piazze per cattedrale, edifici monastici, palazzo comunale … → piazza davanti a ogni edificio per richiamare le
folle
20 Novembre
Queste riforme nel corso dei secoli hanno cercato di mitigare l’effetto delle regole di Benedetto oppure di ritornare a
quelle originali.
• Cluniacense (909) L'abbazia è sottomessa direttamente al papa e non all'autorità vescovile, che non poteva così
influire sull'elezione dell'abate. I monasteri costituivano una federazione posta sotto la guida dell'abbazia di Cluny. Si
allontana dalla regola di vivere in povertà e si rende più autonoma rispetto ai poteri.
• Cistercense (1098) Riforma all’interno della congregazione cluniacense per il desiderio di maggiore austerità e di
ritornare alla stretta osservanza della regola di san Benedetto. L'ordine è organizzato in monasteri autonomi riuniti in
congregazioni monastiche, ciascuna delle quali dotata di costituzioni proprie: è retto da un abate generale residente a
Roma. Fondano fondazioni per l’amministrazione e la produzione del territorio e cercano di portare i monasteri
benedettini ad una maggiore osservanza della regola di S. Benedetto.
L’architettura cistercense è molto povera e i materiali sono locali, non c’è eccesso di ricchezza. C’è una sorta di
iconoclastia nelle rappresentazioni, non ci sono campanili, abbiamo delle chiese molto semplici dal pdv compositivo.
Alcune di queste chiese sono state un tramite fondamentale per l’architettura in quanto hanno portato alcune adozioni
come l’arco ogivale in Italia.
• Cassinesi (1416) Riforma approvata nel 1416. Cerca di ovviare alla regola della “stabilitas loci”, del fatto che il monaco
sia legato per tutta la vita ad un unico monastero. Un capitolo generale, celebrato
annualmente, nominava i visitatori che vigilavano sull'osservanza della regola nei
monasteri; il capitolo generale costituiva anche il supremo organismo disciplinare
e aveva il potere di deporre gli abati dei singoli monasteri, che continuavano a
essere eletti a vita. I monaci, pur essendo vincolati ai monasteri nei quali avevano
professato, potevano essere trasferiti ad altri monasteri.
Dal 1119
Troviamo una chiesa longitudinale a croce latina con tre navate; le campate
interne sono doppie di quelle laterali. L’ordine è continuo e non alternato.
Ha un sistema di campate coperte da volte a crociera con archi ogivali. A
Mancanza del campanile ma c’è lo sviluppo di una torre in corrispondenza della crociera, cioè
l’incrocio tra navata centrale e transetto che prende il nome di torre nolare.
Chiaravalle milanese
Anche qui ci sono le cappelle laterali a fianco dell’altare maggiore o più che altro altari dove i
monaci celebravano messa. Lo spazio chiuso all’interno è lo spazio del coro dove i monaci
andavano a pregare, perché risente dell’influenza benedettina. Le navate sono tre dove le coperture non sono ancora
gotiche ma risentono della tradizione lombarda. La torre nolare in corrispondenza della crociera.
Così sono tutte le abbazie cistercensi.
Fossanova
• Romualdo di Ravenna
– Camaldolesi 1012
• Brunone di Colonia
– Certosini 1084
• Francesco d’Assisi (1182-1226)
– 1223 Fondazione dell’Ordine (Ordo Fratrum Minorum, O.F.M.)
• Domenico de Guzman
– 1216 Fondazione dell’Ordine dei Domenicani (Ordo fratrum predicatorum, O.P.)
• Alberto di Vercelli
– 1226 Ordine dei Carmelitani
Nuove regole= nuove architetture.
A Grenoble abbiamo un chiostro rettangolare sui cui lati maggiori si sviluppano delle casette, unità di abitazione
individuale.
Certosa di S. Lorenzo, Padùla
Secoli XIV-XVIII
Certosa di Pavia
1396
È una fondazione voluta dai Visconti. Si pone alla fine delle proprietà viscontee, ai territori di caccia che circondavano il
castello di Pavia. Pavia era la città preferita dai Visconti come residenza. Infatti questa certosa nasce con l’obbiettivo di
diventare mausoleo delle fam. Visconti.
Si organizza rispetto tre poli fondamentali: la chiesa, il chiostro piccolo e quello grande su cui sorgono abitazione su due
livelli con portico ed orto annesso.
Ordini mendicanti
Fasi
1_Frati itineranti, utilizzano chiese esistenti;
2_Presenza nei centri abitati e concessione da parte dei vescovi di modeste chiese esistenti od oratori;
3_Intorno al 1240 graduale edificazione dei conventi con chiese adeguate;
4_Intorno alla seconda metà del secolo XIV nuova fase edilizia con ampliamento o completamento del convento e
l’ingrandimento della chiesa precedente o la costruzione di una nuova.
Gran parte delle architetture del 200 italiano sono relative alla nascita di nuovi complessi: chiesa con convento
all’interno delle città.
Francescani
La povertà è lo status di un francescano. Povertà, rinuncia ai beni.
Inizialmente le loro chiese erano preesistenti e modeste; poi diventano molto grandi per accogliere il maggior numero
dei fedeli. Le loro chiese sono semplici e di materiali poveri. La navata è solitamente unica e la predicazione avviene il
più possibile da una posizione centrale. Le chiese francescane accolgono nei loro principi costruttivi molti principi
espressi dall’ordine cistercense. Le fondazioni sono in prossimità di mura, porte o sono interne alla città. Se sono fuori
dalle mura nasce l’idea di borgo fuori le mura; se sono dentro la città diventano dei poli di esempi di piazze. I francescani
sono funzionali e determinanti nel capire l’espansione demografica e l’ampliamento dei confini e del tessuto urbano.
Ci sono diverse fasi nell’architettura francescana:
Costruito su due livelli diversi perché potesse ospitare le spoglie del santo. Un edificio a cripta, che è la
arte inferiore e un edificio ad un’unica navata coperta da volte e pareti affrescate che è la parte
superiore. La forma ricorda la tau, la croce comissa che diventerà il simbolo del francescanesimo,
pronunciata poi da una piccola e leggera abside. L’interno è decorato successivamente.
È una delle chiese più grandi di Venezia. All’interno c’è una suddivisione che ricorda lo schema delle abbazia cistercensi.
Santa Croce, Firenze
All’interno troviamo alcuni principi propri dell’architettura toscana del 200-300: utilizzo della pietra, coperture lignee. I
sistemi voltati non erano molto diffusi.
La terminazione piatta dell’abside e del transetto è una costante vista sia nell’architettura cistercense, che i quella
francescana che ora nella domenicana. È diverso dalle chiede legate al periodo romanico e gotico che hanno cappelle
radiali, deambulatori,…
Grandi finestroni.
Accoglie il linguaggio dell’architettura del 200-300. Stretto rapporto con Santa Croce.
San Giovanni e Paolo, Venezia
Anche nel caso francescano assistiamo ad una riforma, quella dei minori francescani osservanti. C’è un
richiamo ai principi originari della regola. I minori osservati si sviluppano soprattutto nel corso del XV
secolo soprattutto in Lombardia e nel Ducato di Milano (Lugano, Bellinzona, Monza, Como, Missaglia, Novara, Varallo,
Caravaggio) ed hanno una chiesa la cui forma è particolare e usata come modello: il modello bernadiniano. È una chiesa
tripartita, un’aula destinata al pubblico con cappelle laterali per le famiglie. La parte destinata al pubblico ha un altare a
dx e uno a sx. Un grande tramezzo, una parete chiusa con un arco al centro che normalmente viene affrescata con cicli
relativi alla crocifissione. C’è poi un quadrato che è lo spazio del coro e un’area del presbiterio con altare posto sul limite
tra coro e area presbiteriale. Terminazione piatta. Niente transetto. All’interno la copertura è caratterizzata da un
sistema di archi trasversi in muratura che permettono di avere una tramatura lignea resistente, parallela all’andamento
della chiesa. Sono chiese doppie a diaframma. Netta separazione tra frati e i fedeli che partecipano alla messa. Le
cappelle stanno su un solo lato.
Santa Maria delle Grazie, Monza
Soppressioni religiose
Tutto quello che gli ordini architettonici hanno rappresentato dal VI secolo fino all’inizio dell’800, tutto il patrimonio di
ogni genere viene smantellato e distrutto a partire dagli anni 70 del 700: lo stato illuminista (in Lombardia con Maria
La città medievale
L’XI e XII fanno da spartiacque tra il periodo delle conseguenze delle invasioni barbariche e quello che anticipa il
Rinascimento. Quando partiamo di città altomedievali parliamo di città che hanno visto crollare la popolazione per
carestie, guerre, insicurezza delle città che provoca la fuga nelle campagne spesso ponendosi sotto l’autorità di
un’abbazia o monastero. In altri casi si assiste all’incastellamento di piccoli borghi; nascono cioè borghi fortificati lontano
dalle vie di comunicazione percorsi dall’esercito. Si innestano intorno ad un edificio legato ad un potere territoriale. Si
trovavano in un buon punto di osservazione ed erano circondati da mura. Dentro c’erano pochissime abitazioni perché
la popolazione diminuisce molto. Questo periodo è quindi connotato da scarsa importanza delle città che sono soggette
all’autorità di un poter religioso, spesso di un vescovo. Si ha anche un progressivo ritiro della superficie occupata dalla
città all’interno di edifici pubblici. Per esempio a Firenze, Nimes e Roma l’anfiteatro era diventato luogo di residenza.
Motivata da una serie di concause tra cui una maggiore produzione agricola dovuta ad un miglioramento dei cicli
stagionali, ad una capacità di coltivare, tra l’XI e il XII secolo abbiamo la rinascita di città e piccoli comuni che godono di
agevolazioni e autonomie concesse dai poteri centrali e religiosi. Questi centri diventano luoghi di scambio e mercato, di
attività artigianali, aumenta la popolazione. La città si allarga e vengono costruite nuove città con nuove cerchie murarie.
I centri urbani medievali si sviluppano secondo degli schemi:
Anche nell’opera di Giotto “La cacciata dei diavoli da Arezzo” vediamo la cinta fortificata con merlature e muratura
bugnata isodoma sulla parte terminale e dentro un insieme di abitazioni in cui riconosciamo case a torre, abitazioni a
baltresca e addossate l’una sull’altra senza un disegno planimetrico. Lo stesso anche nell’opera di Gozzoli. Lo stesso un
secolo dopo viene dipinto da Lorenzetti nell’opera “Effetti del buon governo in città” in cu si riconoscono case a torre,
con bottega e case a sporto, una scuola e le merci che entrano dalla campagna in città. La città risulta disordinata. Gli
edifici sotto lungo la strada sono pensati con precisione, a differenza di quelli che stanno in fondo.
All’interno di queste città molto evidenti sono le grandi cattedrali, la cui costruzione viene promossa a partire dal XII
secolo. L’abitato si sviluppa a quota molto più bassa di quella raggiunta dal Duomo di Milano, ad esempio. Questi edifici
hanno rappresentato il massimo della capacità costruttiva delle risorse umane in quei secoli. Queste fabbriche sono
l’identità dei comuni e quindi devono essere rappresentative delle ricchezze e del potere.
Dal XI-XII secolo (carattere delle città tardo medievali)
– nuovo rapporto tra città e contado (gerarchia città-borgo-villaggio)
– articolazione in nucleo civile e nucleo religioso (talvolta un terzo nucleo è sostituito dalla piazza del mercato)
– realizzazione di opere:
• civili e pubbliche (palazzi per il governo della città, ponti, acquedotti, le strade),
• urbane (definizione dei confini e della destinazione di nuovi quartieri, regolarizzazione del fronte delle strade,
limitazione degli sporti e dei balconi),
• religiose (nuove chiese soprattutto degli ordini mendicanti)
• militari (nuove mura)
Di fronte a queste difficoltà vengono adottati vari provvedimenti. Statuti urbani che regolassero la vita, i confini,…
Queste città sono contrapposte alla campagna e si sviluppano per nuclei; non più per un unico nucleo che era l’antica
cattedrale, ma per più nuclei (edifici più rappresentativi, i palazzi pubblici). Accanto a questi due poli nascono altri poli in
corrispondenza delle abbazie degli ordini mendicanti, solitamente accanto alle mura o alle porte di ingresso.
È un edificio in cui non viene prestabilita inizialmente né l’altezza né la grandezza, nemmeno il sistema delle aperture. Il
progetto si sviluppa man mano che si costruisce. Molto spesso si alza verso l’alto. La torre rappresenta il potere della
famiglia.
Mura e fortificazioni
Le cinte si basano sulla difesa piombante, difesa poco più che passiva. Le mura sono alte in modo che l’assalitore non
riesca a scavalcarle per entrare in città. Il difensore può usare arco e frecce o costruire un apparato a sporgere e fare
cadere qualcosa sull’assalitore. Questo apparato diventerà connotante degli edifici pubblici.
Città di nuova fondazione
A partire dall’XII sec. assistiamo in tutta Europa e anche nel nord Italia alla nascita di nuove città. Questo fenomeno che
durerà fino al XIV-XV sec, spostandosi poi verso l’Europa orientale, è costituito da vere e proprie fondazioni ex-novo di
nuovi centri urbani.
•La nuova fondazione può essere stata causata principalmente dall'esigenza di presidiare il territorio:
– Per la difesa e il controllo
– Per la colonizzazione di parti di territorio, spesso da bonificare con il disboscamento e la realizzazione di opere
idrauliche ed avviare allo sfruttamento agricolo
– Per richiamare nuovi abitanti con agevolazioni fiscali e con la concessione di nuovi diritti.
Tale tipo d'insediamenti era spesso chiamato "villa nuova o terra nuova" oppure "castello nuovo" o "borgo nuovo o
borgo franco", “cittadella” come ancora ricordano diversi toponimi in Germania, come in Inghilterra, in Italia:
Castelfranco, Villanova, Terranova, Borgonovo, Castelnuovo. Sono tutti borghi di nuova fondazione. Ricorda un po’ ciò
che accadde nelle colonie greche: mandare la popolazione in eccesso in nuovi territori.
Freiburgen in Germania, Free Towns in Inghilterra, Bastides in Francia e Nuevos Pueblos in Spagna, le nuove città
europee, spesso di carattere mercantile, seguono schemi urbanistici ben precisi che possiamo raggruppare in tre
tipologie: tracciati con isolato allungato (S. Giovanni Valdarno o Pietrasanta), tracciati con strada mercato (Zahringen in
Germania: a seguito della concessione del diritto di mercato da parte del vescovo o del re, veniva fondata una città
imperniata sulla strada mercato come a Berna), tracciati a scacchiera (Cittadella a Padova). In Francia c’erano le Bastides:
la Francia, alla fine della guerra dei 100 anni, inizia una campagna di costruzione di nuove città, Soprattutto nell’area sud
Sistemi voltati
Volta a botte: dall’età romana; arco a tutto sesto che viene fatto traslare in lunghezza; è un sistema abbastanza vinvolante e i due
muri sono portanti. (es Pantheon o S. Andrea a Mantova la cui vlta poggia su altre piccole volte che collaborano a sorreggere la volta
principale)
Volta a botte lunettata o unghiata: le unghie servono per un maggiore slancio della volta a botte (es Cappella Sistina e Palazzo
Ducale ad Urbino dove c’è il peduccio con le unghie)
Volta a botte conica: più alta da un lato e più stretta dall’altro, usata solitamente per struttrue radiali (es. Colosseo, composto da
diversi sistemi votlati per scaricare il peso).
I fusi terminano con elemento rettilineo, unghie con elemento semcircolare. La volta ha botte ne ha due e due
Volta a crociera: ha 4 unghie; quando esse si piegano all’interno si fromano dei costoloni. Può essere intesa anche come
l’intersezione di due volte a botte (es S. Ambrogio: volta a crociera costolonata)
Volta a crociera esapartita: in 6 parti non uguali su base quadrata
Volta a ombrello: a velel o coste (es S. Maria delle Grazie a Milano ha volta a ombrello inscritta in un quadrato)
Volta a padiglione: 4 fusi (es Sala ottagonale della domus aurea)
Volta a schifo: 4 muri portanti. I suoi cantaggi sono che occupa meno spazio in altezza, la superficie del soggitto è una grande
cartella dove si fanno affreschi.
Volta composita: padiglione e unghie: con unghie e fusi insieme
Volta a vela: usata soprattutto nel 400 da Brunelleschi. Struttura puntiforme, atterra solo su 4 punti
Cupola con pennacchi: volta a vela con sopra una seisfera